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Full text of "Forestiero illuminato intorno le cose più rare, e curiose, antiche, e moderne della città di Venezia, e dell'isole circonvicine : con la descrizione delle chiese, monisteri, ospedali, tesoro di S. Marco, arsenale, fabbriche pubbliche, pitture celebri, funzioni e divertimenti, e di quanto v'è di più riguardevole : opera adornata di vedute in rame"

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S.S.Tictro    cA-  CaJtc//o 


Forestiero  illuminato      ■ 

INTOE.NO  lE  COSE  PIÙ»  RARE  E  CURIOSE 

i^NTICHE,  E  MODERNE 
CITTÀ    DI   VENEZIA    / ^^/ ^ 

L  DELV  ISOLE  CIRCONVICINE  ~ ^-^ 

Con  la  descrizione  ideile  Chiese,    Moni- 
steri  j  Ospedali ,  Tesoro  di  s.  Mar- 
co ,  Arsenale,  Fabbriche  piìbbli- 
che  ,  Pitture  celebri.  Fun- 
zioni, e  Divertimenti  5 
e  di  quanto  v'  è  di 
più  riguardevole. 

Opera  adornata  dì  vedute  In  Rame T 
PARTE  PRIMA 


IN    VENEZIA/ 
M  D  C  e  e  V  I. 

Presso    Giacomo    5?  torti 

Con  Lìc\m:i  ds*  Stiperhrh  ' 


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^t/àjc  J^uai/:!e  c^  J.^tLi/c 


"Cktesa   SOa.W,   Jc  j' J/a 


S.^Murc . 


3 
SESTIERE    DI    S.    MARCO. 


A  artendosi  dall'albergo  il  Forastiere, 
potrà  portarsi  alla  CHIESA  DUCALE 
DI  S.  MARCO.  La  Tràsksione  del 
•Corp.o  di  S.  -Marco  E  vangelista  ^a  Ahs- 
sandiia  in  questi  luoghi ,  la  quale  iegu\ 
nel  nono  Secolo  allora  quando  i  .Saraeini 
infestavano  1' Egitto ,  è  stata  la  cagione 
delia  fabbrica  di  c[uesto  gran  Tempio .  A 
questo  si  è  dato  principio  i'arxnoSzS.  se- 
condo gii  Storici  yeneziani ,  sotto  ii  go- 
verno di  Giovanni  Pariicipazio  a  spese 
di  Giustiniano  suo  fratello,  avendo  egli 
così  ordinato  per  suo  testamento  ;  e  la 
prima  pietra  fu  gittata  coU'impronto  di 
una  Croce  da  Orso  Eadoaro  Vegeovo 
Olivoletise.  1  in  questo  tempo  appunto 
«bbe^  principio  la  dignità  di  "Primksrk  ^ 
che  è  il  Prelato  di  q^iesta  Chiesa  ,  a  cui 
JnnocenZio  IV,  digda  Je  insegùe  Episco- 
pali ,  come  scrive  Paolo  Morosini  nella 
5ua  Storia  aila  pag,  65.  Ma  ripigliando  la 
nostra  descrizione,  dopo  l'incendio  av- 
venuto negli  anni  ^76,  fu  rifabbricata  in 
forma  pi»  ampia,  come  si  vede  oggidì, 
A  a  dal 


4  G  I  0  mi^  T  lA 

dal  Doge  Pietro  Orseoio ,  annoverato  pò 
scia  a* nostri  tempi  fra'Saati .  Nell'anno 
1071,  sotto  il  Doge  Domenieo  Selvo  co- 
minciossi  ad  ornarla  di  M«saico,  ed  ab 
bellirla  con  marmi,  colonne  e  pietre   fi 
nìssime  trasportate  d'Atene,    e    da    varj 
altri  luoghi  dell* Oriente i  e  fa  consacra- 
ta negli  anni  1085.  sotto  Vitale  Fallerò  - 

Questo  Tempio  è  formafo    secondo    il 
rito  dell'antica  Cristianità  ,  essendo  divi 
so  in  quattro  parti  .  La  prima  di    queste 
è  il  Fe^tìbolo  j  o  sia  qu^lT  Atrio,  il  qua 
le  circonda  una  gran  parte  del  Tempio  «i 

La  seconda  è  il  Grembo ,   o  come    di- 
ciamo ,  la  J<[ave  d^Iia  ihiesa  ;    e  questa 
in  alcuni  Tempi  era  tagliata  per  mezza 
da  una  parete,  ch^  giuugeva  sino  al  Pul 
pito,  owQxo  zW ^mbofie  secondo  i  Gre- 
ci j  per  separare  gli  Uomini,  dalle    Don 
ne,  che  andavano  alla  sinistra,  e  gli  al 
tri  alla  destra:  in  altri  però  pernon  da- 
re quell'aspetto  deforme  al    sacro    Tem 
pio  ,  il  luogo  delle  Femmine    era    poste 
in  alto  nel  fondo  di  esso  ,  e  vi  sì  ascen 
deva  con    scale    vicine  alla    Porta    mag 
giore  ,  come  appunto  vedesi  nel    nostro 
^scendendosi  in  questo  luogo  per    quelle 
due  picciole  Porte  che  sono  ai'Iati    del 
la  maggiore  ,  rimanendo  libera  tutta    U 
Nave  per  gli  uomini  .    E'inoltre    da   os 

ser» 


T  RI  M^.   ^  5 

servarsi  5  chs  dall'una  e  dall'altra  parte 
della  Nave  vi  erano  due  Portici  divisi  da 
arehi  e  colonne  ,  che  si  chiamavano  Je 
Ale  5  come  appare  in  questo  Tempio. 

La  terza  parte  o    sia    V  ,Amhond  <^    che 
significa  luogo  eminente  ,  viene  circonda- 
to da  un  muro  5    a  cui  si  ascende  per  al- 
cuni gradini ,   e  in  esso  %\  veggono    due 
Pulpiti,  cioè  uno  dalla  parte  del  Vange- 
lo ,    di  figura  ottangolare,    sostenuto    da 
i^,  colonne,    alte  6.  piedi    in    circa,    e 
diviso  in  due    piani,    nel    più    basso    de* 
quali  si  legge  k  Pistola  ,    e  si    fanno    le 
Prediche  ne* giorni  più  solenni,  e  nel  più 
alto  si  legge  rEv?.ngeIio  :    ed    un    altro 
dalla  parte  della  Pistpla ,  di  forma    pure 
ottangolare,    sostenuto  da  no'/e    colonne 
di  finissimo  marmo  .  In  questo  si   presen« 
tava  ai  popolo  il  Doge  dopo  la  sua  crea- 
zione :    nella  sera   del    Giovedì    Santo    e 
nella  Vigilia  dell'  Ascensione    si     mostra 
il  Sangue  miracoloso  di  Gesù  Cristo  ,  con 
altre  insigni  Reliquie  :  e  vi  stanno  i  Mu* 
£jci  a  cantare  i  divini  Uffizj  .  Viene  chi^» 
mato  volgarmente  il  BìgoKxo  . 

La  quarta  parte  della  Chiesa  è  il  San- 
tuario ,  chiamato  dai  Latini  il  San8a 
^im^oYum  -i  il  Luogo  segreto^  ed  ii  Tri-- 
bunale  .  Nei  mezzo  vi  è  l'Aitar  grande 
posto  sotto  una  volta  di  Serpentino  ,  se- 
A  i'    '    '  ste. 


£  C  I  0  UlsC  ^  T  ^ 

tenuta  da  quattro  colonne  di  marmo  òi» 
anco  lavorate  di  figure  di  tutto  rilievo  ^ 
alte  un  palmo,  rappresentanti  le  Storie 
Sacre  dei  Testamento  vecchio  e  Huevo  é 
Vicino  al  parapetto  dell'  Altare  vi  sono 
li  quattro  Evangelisti,  e  ì  quattro  dotto- 
ri latini' 5  di  bronzo,  eccellente  lavoro 
del  Sansovino.  .Dinanzi  a  questo  Alta- 
re ,  dove  si  mette  il  Pallio  ,  vi  è  il  pa» 
yapetto  di  argento  dorato  ,  con  figure 
greche  scolpito  •  Sopra  il  suddetto  Alta- 
re nelle  principali  solennità  sogliono  es- 
porsi preziosissimi  addobbi  e  sacre  sup- 
pellettili di  vasi  5  candellieri ,  e  bacini  , 
la  maggior  parte  di  oro  9  che  lo  rendono 
assai  pomposo  e  magnifico  .  Degna  di 
particolar  osservazione  è  la  Tavola ,  det- 
ta volgarmente  Pala  ,  posta  sopra  V  Alta- 
re ,  ch'è  porzione  di  quella  dell'Aitar 
maggiore  di  S,  Sofia  di  Costantinopoli , 
fatta  nella  suddetta  Città  Tanno  97^*  e 
trasportata  in  Venezia  Tanno  i205,  sot- 
to il  Doge  Ordelafo  Fallerò  ^  indi  col- 
locata sopra  un  tale  Altare,  e  negli  an- 
ni 1209.  sotto  il  Principato  di.  Pietro 
;^iani  riabbellita  da  Angiolo  Faliero  Pro- 
curatore delia  Chiesa ,  che  vi  aggiunse 
varj  ornamenti  di  Gioje  e  di  Perle,  Fi* 
mlraente  Tanno  1345»  essendo  Doge  An- 
drea Dandolo  3    $i  restauri)  di   nuovo,    & 

vi 


f, 


vi  si  accrebbero  diverse  ai  tre  gemme  pre- 
gievolissime  .  Ella  è  tutta  di  lamine  à* 
oro  massiccio ,  con  jSgure  alja  <3reca  di 
Basso  rilievo,  intorno  alle  quali  informa 
di  nicchie  si  veggono  varj  lavori  fregiati 
di  Rubini,  di  Diamanti ,  di  SmeraUi, 
e  Perle  .  Ma  non  si  seiìopre  se  non  nelle 
maggiori  solennità.  *^ 

La  mensa  di  questo  Aitare  è  fors;,ata 
^a  un  Cassone  di  marmo,  che  ne  rinchiu- 
de cn* altro  di  bronzo  ,  in  cui  ^ino  dall* 
anno  1094.  conserVijii  il  Corpo  del  glo- 
rioso Evangelista  S,  Marco ,  che  vi  fu 
posto  ii  -8.  Ottobre  dell'anno  stesso,  co- 
me lo  attesta  il  Dandolo  nelle  sue  Cro- 
niche ;  e  in  un  antico  Messale  scritto  a 
penna  in  carattere  Gotico ,  che  ha  molte 
miniature,  e  si  trova  nel  Tesoro,  vedesi 
in  una  di  esse  rappresentato  il  fatto  del- 
ia deposizione  dei  santo  Corpo  sotto  a 
■questo  Altare  3  fatta  col  mezzo  dì  alcuni 
Prelati  alla  presenza  d^  Doge  . 

Dietro  a  questo  Altare  in  qualche  àì^ 
stanza  3  è  situato  quello  ,  in  cui  ronser- 
vasi  la  Santissima  Eucaristia,  dinanzi  sa 
miale  oltre  a  sei  colonne,  che  io  ador- 
nano kt-sralmente,  5e  ne  veggono  quattro 
di  finissimo  s  trasparente  Alabastro  ^  2k\tQ 
piedi  S.,  d'inestimabile  prezzo'*  Al  di 
dentro  ve  ne  son<>  due  dì  Serpentiso ,   ^ 

il 


8        G  I  o  nx:AT\A 

il  Parapetto  è  di  Porfido  .  La  porticella 
del  Santuario  è  di  bronzo  ,  coh  figure  ài 
mezzo  rilièvo  :  opera  di  Jacopo  Sanso- 
vino  . 

Q^uesta  Cappella  Ducale  è  serrata  da 
un  Parapetto  che  con  8.  cok>rTàe  sosten- 
ta un  bel  Corfiicione  largo  piedi  3.;  il 
tutto  composto  di  Porfido  ,  di  Serpenti» 
no  j  e  di  altri  marmi  preziosi  .  Sopra  det« 
to  Cornicione  sta  nel  rne^zo  collocata 
uni  Croce  di  argento  massiccio,  e  aitati 
di  essa  vi  stanna  errette  14.  Figure  di 
marmo  ,  grandi  al  naturale  ,  che  rappre- 
sentino la  B.  Vergine,  S.  Marco  e  li  XII 
Ap33toii  . 

Sotto  i  due  poggioli  ,  che  sono  d'ambi 
i  iati  della  Cappella  si  veggono  alcuni 
Bassi-rilievi  di  bronzo  ,  di  mano  di  Jaco- 
pa  Sansovino  ,  esprimenti  il  miracoli  ed 
il  martirio  di  S.  Marco.  Di  sopra  veg, 
gonsi  due  Corridori  con  due  Organi  .  II 
primo  posto  a  maao  destra  senza  nome 
dell'Amore,  è  ornato  ne' portelli  colle 
immagini  di  S.  Marco,  S.  Teodoro,  S. 
Qirolamo  ,  e  S.  Francesco  dipinte  da 
Gentil  Bellino.  L*  altro  a  mano  sinistra 
fu  fatto  da  orbano  da  Venezia  ,  e  Fran- 
cesco Tacconi  Cremonese  vi  dipiitse  1* 
anno  1490.  la  Natività  del  Signore  coli' 
Adorazione  dei  Ma§i ,  e  la  Risurrezione  , 

Alia 


Alla  parte  destra  deli'  Altare  del  SS, 
Sacramento  si  entra  ia  Sagrestia  psr  una 
porta  fatta  ài  bronzo,  e  di  busso  rilie' 
vo  ,  con  belle  Figure  che  rappresentano 
la  Morte  e  Risurrezione  del  Redentore  , 
cogli  Evangelisti  e  Profeti:  disegno  del 
Sansovino,  il  quale  ancora  ci  pese  negli 
angioli  il  suo  ritratto  ,  con  quello  di  Ti^ 
2Ìano  j  e  dell' Aretine^  poeta,  allora  suoi- 
strettissimi  amici .  La  Volta  di  questa 
Sagrestia  è  lavorata  di  Musaico  minutìs* 
Simo  j  e  perfettissimo  massime  per  ia  prò» 
prietà  delle  Figure ,  che  si  dicono  esser 
di'lla  scuola  di  Tiziano  ;  Opera  molto 
stimata  di  Marco  Luciano  Rizzo  ,  dì  pre- 
te x^lberto  Zio,  e  di  Franc^jsco  Zuccate  j 
che  terminò  Tanno   1551.     \ 

Sono  dcìgni  di  ammirazione  in'partico-» 
lare  li  due  piccioli  quadri  di  S,  Girola»» 
mo  maestrevolmente  effigiaci. 

Le  spalliere  di  Noce  che  sono  all' ip- 
torno  lavorate  di  varj  rimessi  ,  esprimono, 
alcuni  fatti  relativi  al  protettore  S.  Mar- 
co. 

Q^uivi  in  poca  distanza  vi  è  una  por- 
ta ,  per  cui  discendendo  una  scala  si  an- 
dana sotto  il  Coro,  dove  anticamente 
^elebravansi  li  divini  Uffiz),  ed  un  taZ 
luogo  riceveva  il  lume  da  sei  finestre  poste 
nel  bsssamentOj   che-  form^   il    suddect^r 

Coro  » 


Coro .  Un  tal  luogo  cliiamavasi  sotto  Con. 
Cessione,  Ma  d®poctó  vi  penetrò  l'acqua 
in  maniera  ,  che  più  non  si  è  potuto  abi- 
tare 3  fu  chiuso  come  al  presente  si  ve. 
de  • 

Uscendo  dall'altra  porta  minore  della 
Sagrestia ,  si  trova  il  terzo  Altare  ,  de- 
dicato a  S.  Pietro  Apostolo,  tutto  di 
marmo  j  con  una  Immagine  di  meirzo  ri* 
lievo  dello  stesso  Santo  . 

Dicendendo  alquanti  scalini  nella  Cro- 
ciera delia  Chiesa  ,  alla  destra  della  Cap- 
pella maggiore  vi  è  il  quarto  Altare  de- 
dicato a  Nostra  Signora,  oVe  si  venera 
una  sua  Immagine  miracolosa,  fatta,  co- 
me sì  dice,  per  mano  di  Se  Luca:  Im- 
magine, che  gl'Imperadori  di  Costanti- 
nopoli portavano  seco  nelle  spedizioni 
militari  ,  siccome  scrivono  gli  Autori 
Greci .  Fu  trasportata  a  Venezia  dal  Do- 
ge Arrigo  Dandolo,  in  occasione  della 
conquista  di  Costantinopoli  fatta  dai  Ve. 
jneti  uniti  a' Francesi  Tanno  1203. 

Nella  stessa  Crociera,  vedesi  un  pie, 
colo  Altare  dedicato  all'  Apostolo  S. 
Paolo,  colla  di  lui  Statua  di  marmo. 

Poco  distante  è  situata  una  Cappella  , 
che  sta  per  lo  più  chiusa,  ove  riposa  il 
corpo  di  Sant'Isidoro  Martire,  che  fu 
|>ortato  dall'Isola  di  Chio  dal  Doge  Do, 

me* 


uieniGo  Michele  nell'anno  lii$»\  come 
attesta  la  Iscrizione  ,  che  si  legge  nella 
stessa  Cappella  ;  e  fu  riposto  in  un  Se* 
polcro  di  inarmo  con  sopra  la  sua  Ssa* 
tua  3  ed  altre  figure  di  basso  rilievo  • 

Volgendosi  dalT altro  iato  della  Chie- 
sa che  riguarda  il  Cortile  del  Palazzo 
Ducale  5  a  simsCra  della  Cappella  mag* 
giore  ,  vi  sta  T  Altare  consegnato  a  S* 
Clemente  con  tre  figure  di  marmo  di 
tutto  rilievo  * 

Andando  air  ingiù,  divede  quello  di 
S,  Jacopo  Apostolo  con  i:na  figura  di 
marmo  ,  eretto  dal  sopraddetto  Doge 
Cristoforo  Moro  ,  Alla  sinistrar  di  questo 
Altare  in  mezZo  il  pilastro  del  Parapetn 
to  s  si  scorge  una  piccola  Cesta  di  mar- 
mo,  dinanzi  a  cui  sta  sempre  accesa  una 
lampada^  in  memoria  dell'Apparizione, 
che  negli  anni  1094.^  fece  da  quel  luogo 
l'Evangelista  S.  Marco:  miracolo  ,  di  cui 
vien  fatta  solenne  commemorazione  ogni 
anno,  celebrandosi  ai  25.  di  Giugno  \z 
festa  di  una  tale  Apparizione  * 

Vicino  pure  ritrovasi  uh  altro  Altare 
ornato  di  belle  Colonne,  in  cui  si  corir. 
serva  parte  del  Legno  della  SSma.  Croce- 

Gli  Archi  di  questa  gran  fabbrica  con. 
tengono  un  Corridore  a  mezz'aria  orna- 
to di  colonnelle,  che  circonda  tutta    la 

Chifn 


Chiesa  ,  e  per  cui  d'ogni  parte  vi  sì  puè 
camminale  d'intorno. 

Neil*  uscir  di  Chiesa  per  la  porta  late- 
rale che  conduce  alla  Piazzetta  5    sì    eri- 
Èra    nella    Cappella    del    Battisterio  ,    la 
quale  un  tempo  era  Una  parte  del    Vesti- 
bolo ;    perchè  secondo    il    rito    antico    il 
Battisterio  stava    fuori    del    tei«pio .    In 
essa  vi  è  un  Altare  isolato  con  sopra  un" 
Immagine  di  Mi  V*  in  pietra  viva  di  tut» 
to  rilievo  5    ed  una  Croce  d'argento    an« 
tichissima,  appoggiata  ad  una  cattedra  di 
jTiarmo   sopra   cui    sedeva    S.    Marco    iit 
Alessandria:   Nel  mez^o  della    Cappella 
si  vede  una  grande  Urna  coperta  ài  b:on« 
so  ,  che  serve  di  sacro    fonte    batCesima' 
Je  ,  ed  ha  nella  cima  una  statua  parimen- 
ti di  bronzo    dì    5.    Giambattista.    Alla 
parte  destra  dell'Aitare  suiTalto  del  uiu» 
IO  spicca  una  testa  di  pietra,    e  sotto  di 
essa  si  Veggon  due  Lapidi    crédute    della 
prigione  in  cui  fu  decollato  S.  Giambat- 
tista; e  vi  si  scorgono  sopra  alcune  goc, 
eie  di  sangue  ;  queste  pietre  furono  reca- 
re a  Venezia  da!  Doge    Vitale    Michele 
l'anno  1097.  dopo  la  spedizione  di  Tiro  « 
J  sepolcri,  che  vi  si  veggono ,  sono,  uno 
del  Dsge  Giovanni  Soranzo  ,  creato  J"an, 
510  13 12,  sotto  di  cui  fu    ricuperato    Ne» 
gropotate  ;    l'altro    dietro    il    Battisteri©  j 

del 


^el  Doge  Andrea  Dandolo  ,'  il  quale  re^ 
gnò  dopo  Tanno  1342.  e  fu  iì  primo  tra 
i  Nobili  Veneziani,,  che  ricevessero  Is 
laurea  dottorale.  Ég^i*  fu  Podestà  f^i  Trìe^ 
ste  ,  ed  ebbe  in  f^udo  da  quel  Vescovo- 
il  Castello  e  territorio  di  Siparo.  Venne 
destinato  Pro  veditore  nélT  Armata  dei 
Vene2iaai  Contro  Martino  della  Scala  » 
Pu  Scrittore  de*  suoi  tempi  molf©  accre- 
dicato  ,  avendo  r^^istrato  nella  sua  Cro- 
xiica  Bon  sol-o  j  fatti  più  meDiGràbìIl  del- 
la sua  Patria  ,  ma  ancora  compendiati  gir 
Annali  àt\  T^iondo.  Sotto  il  suo  Princi- 
pato si  rinnovò  la  Guerra  coi  Genovesi  : 
si  f<fce  sentire  in  Venezia  un  gran  terre* 
aioto  3  che  gìttò  a  terra  diversi  Campa- 
"i^^  5  Chiese,  e  molte  altre  fabbriche» 
e  fu  desolata  l'Italia  tutta  da  fiera  pesti- 
lenza, che  durò  per  sei  mesi  ,  della  qua- 
le iJ  boccaccio  rie  scrisse  tm  curioso  rac= 
conto^;  e  Sopra  la  porta  della  Scuola  dèlia 
Carità^  fu^  posta  quella  iscrizione  ,  che 
tuttavia  si  vede,  dove  sta  descrìtto  un 
<^si  lagrimevole  successo  . 
_  Alla  destra  della  C^^ppella  sì  veggono 
alcune  colonne  di  Serpentino,  chedìccn- 
M  trasportate  di  Gerusalemme  dal  tempio 
ci  Salomone  . 

Quinrli  ci  entra  in  altra  Cappella  (  det- 
ta del  Cardinal    Zsiio)    che    occupa    un' 
B  altra 


altra  parte   àsì    Vestfbolo.    Questa  Cap» 
pella  è  serrata  dairalto  al  basso  con  due 
gran  porte  di  Bronzo  lavorate  a  trafori  : 
runa  iri    fàccia    ali* Altare,    l'altra    per 
^anCo  riguardante  il  Battisterio .    ©irim» 
petto  alla  prima  vi  è  un  Altare  di  brón, 
zo  Con  statua    di    M.    V.    sedente  3    e    il 
Bambino  in  braccio  :    alle  parti  due    sta- 
tue pure  di  b'onzo  al  naturale  ;  il    cibo* 
rio  di  scipra  è  appoggiato  su  qiraetfò    co- 
lonne Similmente  di  bronzo  lavorate  con 
gran  diligenza^  con  le  insegne  della  Fa- 
miglia Zeno  6  Nel  mezzo  delia  Cappella 
vi  sta  Un  cassone    di    brortzo    circondato 
4a   sei   figure    rappresentanti    Sei     Virtù; 
sopra  del  quale  giace    il    predetto    Cardi» 
naie  itì  abito  episcopale  tutto  di  bronzo  • 
Egli  era  nipote  del    Pontefice    Paolo   li. 
Veneto,  Camerlingó  di  S,  C.  è  Vescovo? 
di  Padova  5  ove  morì  ranrio  1501.  aven- 
do lasciato  nel  suo  Testamento  una  grati 
somma  di  So'dó,  e    quantità    di    argento 
JavoratO    alla   sua    Famiglia  ,   ad     alcune 
Chiese  3  e  specialmente  alla  Repubblica  4 
che  per  gratitudine  gli  eresse    un   sì   bel 
moTiUicento  ;  ■  ed  in  memoria  di    così    il* 
lustre  soggetto ,  11  Doge  con  la  Signoria 
soleva  ogni  anno  itìtervetìire  nella  Chiesa 
di  S.  Marco  nel  Mes0  di  Maggio  ai    so- 
lenni suoi  Funerali ,   Nella  volta  di  que« 

sta 


§ti  Cappella  vedesi    figurata   in    mosaico 
h  Storia  dell'Evangelista  S.  Marco. 

Prima  però  di  uscire  dal  Tempio  sono 
degne  da  osservarsi  le  tante  Opere  anti. 
che  e  moderne  fatte  a  Mosaico  ,  che 
adornano  tutte  le  Cupole  s'Nicchie  ,  VoU 
te,  ed  Archi,  nel  qual  lavoro  si  è  im. 
piegato  molto  tempo ,  e  si  è  spsso ,  e  si 
spende  tuttavia  gran  •  somma  di  danaro  » 
Con  tali  figure  si  rappresentano  molte 
Storie  del  Vecchio  e  del  Nuovo  Testa, 
mento  ,  in  campo  di  oro  e  con  tale  rie» 
chezza ,  che  veramente  sorprende  .  Sotto 
alle  dette  Storie  è  scritto  in  versi  il  loro 
sign  ficato  ,  e  si  leggono  ancora  varie 
Profezie  del  famoso  Abate  Gioachino* 
Dicesi ,  che  ì  due  Frati  sopra  la  porta 
del  Tesoro,  preveduti  da  lui  molto  pri- 
ma ^he  venissero  al  mondo,  rappresenti- 
no S.  Domenico  5  e  S.  Francesbo ,  e  Io 
Stesso  di  molti  altri  simboli  curiosissimi 
si  racconta . 

Il  Pavimento  ancora  di  questo  augusto 
Tempio  lastricato  con  minutissime  pietre 
di  va;)  colori,  e  lavorato  con  vaga  in» 
Venzione  di  fogliami  ,  di  animali  ec.  di* 
nota  parecchie  cose  future ,  ed  alcuni  av* 
vertimtnti  ,  come  per  esempio  li  due 
Galli,  che  portano  una  Volpe,  dicesi ,  che 
fossero  interpretati  per  Carlo  Vili,  e  Lo^ 
B  %  dovì% 


tìovico  Xìl.  Re  di  Francia,  che  porta- 
rono fuori  dello  Stato  di  Milano  Lodo- 
vico Sforza  astutissimo  Principe  de'  loro 
eempi ,  paragonato  per  ia  sua  accortezza 
alia  Volpe.  Li  due  Leoni  posti  nell'a» 
equa  molto  pingui  e  nutriti,  e  gli  altri 
^tie  smunti,  cbs  stanno  in  terra,  signi- 
Scano  che  il  commercio  di  mare  porta 
sl'ó  stato  ricchezze  maggiori  di  quello 
delia.  Terraferma  . 

Le  Parti  interne  della  Chiesa  sono  tut- 
te coperte  di  finissimi  marmi,  ridotti  in 
tavole  zsscii  grandi  ,  che  con  le  loro  vene 
e  macchie  fanno  alcune  corrispondenze 
di  curiosi  lavori.  Fra  le  altre  però  si 
EOtano  nella  Crociera  alla  parte  sinistra 
«fue  tavole  di  marmo  bianco  con  alcuni 
tramezzi  neri ,  tenute  per  cosa  maravi- 
gliosa  ;  perciocché  nei  congiun^ersi  dslT 
una  tavola  all'altra,  le  vene  della  pietra 
formano  l'effigie  di  un'uomo  disegnato 
da  tutti  i  lati  con  tanto  artiiizio ,  ch& 
Alberto  Magno  credette  di  doverne  fare 
menzione  come  di  cosa  mirabile  n^lla  sua 
Opera  delle  Meteore  . 

A  mano  sinistra  ritrovasi  mi  picciolo 
ziltare  detto  il  capitelio  ,  in  cui  è  posta 
l'immagine  di  un  Crocifisso,  ch'era  an- 
ticamente nella  Piazza  in  quel  luogo  ap- 
punto dove  si  vede  al  presente  il  primo 
5 te.n dariio  .  fi* 


Fitiaimente  siccome  nel  soffitto  dìque«<' 
sta  Chiesa,  così  nei  Atrio  ancora  si  veg- 
gono diverse  sacre  Istorie  del  Vecchio 
e  Nuovo  Testamento  fatte  a  Mosaico. 
Fra  tutte  però  si  lodano  dagli  intenden- 
ti l'albero  dell'ascendenza  di  M.  V.  po- 
sto sopra  la  Cappella  di  S.  Isidoro;  le 
nozze  di  Cana  Galilea:  le  opere  dell' A- 
pocaiissi  dei  fratelli  Zuccati  :  il  Giudi- 
gio  di  Salomone,  ed  il  S.  Marco  vestito 
in  abito  Pontificale  in  atto  di  riguardare 
il  Cielo  ,  che  si  vede  sopra  la  porta  mag- 
giore ,  che  conduce  nell'Atrio,  opera  as- 
sai rinnomata  dei  fra  teili  Zuccati ,  in  lo- 
de dei  quali  fu  apposta  la  seguente  Iscri, 
zìone  :  Vbi  dilige nter  ìnspexerJs  ,  arterri" 
que  ac  laborem  Francisci  Ì3^  Valerli  Zuc* 
eati  Fenetorum  fratruìTt  agnoverìs  ;  tum 
dernum  judicato  MDXLV.  Chi  volesse  poi 
averne  in  tal  proposito  una  più  estesa  e 
distinta  descrizione,  potrà  per  ciò  che 
fpetta  alla  spiegazione  delle  loro  Istorie 
ed  Iserizioni  ,  ricavarla  dai  libro  stampa- 
to in  Venezia  l'anno  ij?5  3.  in  quattro 
toraet*ti  in  quarto,  che  ha.  p^er  tilolo  :,  La 
Chiesa  Ducale  di  S.  Marc^  colh  notizh 
del  suo  innalzamento  ,  spiegazione  ds\  Mo* 
saicì  ed  Iscrivevi  is'C,  ^  e' pi-r  quello  ri- 
guarda alia  cognizione  esatta  degli  Au- 
tori Musaicisti  3  e  del  loro  progrèsso  e 
B  3  me» 


i8  G  1  O  R'K  ^  T  ^ 

j!iieiito  particolare  ,  potrà  ritrovarla  fieli* 
altro  libro  ultimaniente  pur  stampato  in 
tenerla  intitolato:  Def/a  Vtttura  Fenc- 
ziana ,  e  deih  Open  pubbliche  d&  Vm$^ 
ztani  Maestri ,  Lib,  V,  Opera  data  alla 
luce  da  Antonio  Marta  Tianet ti  ^  ove  alla 
pag,  561.  dà  iè  necessarie  notizie  di 
detti  Musaici , 

^  Il  Tesoro  a  S.  Marco  che  è  stato  dei 
più  rinomati,  per  le  a-venute  circostan- 
ze si  pu6  considerare  coipe  un  santuario, 
ricco  di  molte  preziose  insigni  Reliquie  • 
Le  principali  sono,  un'Ampolla  del  San- 
gue miracolose  a  uscito  da  un'Jmmagine 
di  GesucristOj  crocifisso  dagli  Ebrei  in 
Beritò  negli  anni  del  Signore  675.  sotto 
1*  Impèrio  di  Costantino  cognominato  Co* 
pronimo  ?  del  qual  fatto  prodigioso  sene 
fa  menzione  da  molti  celebri  scrittori , 
e  insino  nella  j.  Azione  del  secondo 
Concilio  Niceno. 

Uno  dei  chìo(|i  coi  quali  Gesù  Cristo 
fu  crocifisso  in  croc^  ♦  Una  Spina  della 
Coróna  del  Redentore .  Un  pezzo  della 
Colonna  3  a  cui  fu  hg^to  lo  stesso  nostro 
Rendentore  per  essere  flagellato  .  Parte 
della  veste  di  Maria  Vergine .  Porzione 
del  Cranio  delPrecurspre  S.  Giambatti. 
Sta .  Parte  del  Braccio  di  S.  Luca .  Un 
Braccio  di  So  Magno  con  melt^  altre   e 

tut- 


^T  R  I  M  U.  19 

tutte  Insignì  Reliquie  .  Trovasi  pure  uà 
Codice  degli  Bv-aogelj  scritti  in  lettera 
(d*oro  di  mano  di  S.  Giovanni  Crisosto- 
mo, e  l'Evangelio  di  S»  Marco  scritto 
da  lui  medesimo,  che  si  ebbe  in  dono 
dalle  Monache  di  Aquileja  ,  presso  le^ 
quali  era-  conservato  qual  prezioso  depo- 
sito da  lungo  tempo.  Finalmente  nelT 
anno  1732-.  vi  furono  collocate  le  ossa 
della  destra  gamba  di  S.  Pietro  Orseolo  , 
fu  Doge  di  Venezia ,  in  una  casssta  di 
argento  di  eccellente  lavoro  ,  Parte  di  que- 
sto Tesoro  suole  ogni  anno  espoisi  nelle 
solennità  sopra  T  Altare  magg  ore  con 
ammirazione  ,  e  piacere  dei  risguardauti  • 
Uscendo  fuori  della  stanza  di  questo 
Tesoro  merita  particolare  osservazione  il 
bellissimo  quadro  fkrto  a  mosaico  sopra 
la  porta ,  che  rappresenta  S,  Girolamo  • 
Lavoravano  in  un  tempo  stesso  in  mo- 
saico quattro  celebri  artefici ,  cioè  Fran- 
cesco Zuccato ,  Bartolomeo  Bozza.  Do- 
tnenico  Bianchini  detto  il  Rossetti  ,  e 
Gio.  Antonio  Bianchini  .  Per  decidere 
idunque  chi  fosse  dì  loro  più  eccellente, 
ordinarono  li  Procuratori  di  S,  Marco  , 
:he  far  dovesse  ogni  uno  la  figura  di  uà 
r.  Girolamo.  Q^uindi  il  Cuccato,  che  Io 
ece  coir  assistenza  e  consiglio  di  Tizia- 
§  l(io  ,  ne  riportò  la  preminenza  3  e  per  suo 

ono«» 


^o  G  I  O^R'Ì^Z  ^  r  ^ 

onore  fu  posta  T  opera  sulla  porta  addet- 
ta .  Gii  altri  due  si  conservano,  comesi 
è  detto  nella  Sagrestia  ,  ed  il  quarto  fu 
relegato  a  nome  della  Repubblica  al  Du- 
ca di  Savoja  . 

Uscendo  dal  Tempio  fermiamoci  a  con- 
siderare il  suo  Atrio,  ch'è  lungo  i85. 
piedi,  largo  i8.,  aito  22.  Le  Volte  di 
questo  sono  lavorare  tutte  a  Mosaico  con 
varie  storie  del  Tescainento  Vecchio  iii 
campo  di  oro  j  con  maravigliosa  vaghez- 
za. 

In  quesco   Atrio  ,  vi  sono  le    Sepoltura 
di  alcuni   Dogi  .     Il  primo  che    vedesi    a 
cnano  destra   dt-'Ua    porta    maggiore    è    ii 
Sepolcro  di  Vitale  Fallerò,  creato  Dogi; 
l'anno  1084.  sotto    il    di    cui    governo    i 
Veneziani    ottennero    il    Dominio     della 
Dalmazia,  e  dellaCroazia  ,  e  lui  ancora 
fu  oltre  modo  onorato  da    Arrigo    Impe, 
radore  ,  che  venuto  a  Venezia    volle    te 
nergli  alla  Fonte  una  Figliuola,  in  segno 
di  grande  stima  ed  amore  .  Merita  osssr 
vazione  l'Epitaffio  di  questo  Doge,    per 
essere  il  più  antico  monumento  j  che  del 
le  cose  Veneziane  siasi  conSi'rviito  ,  ed  e 
il  seguente  :  Qi^ih  ritaiìs  Falàdro  de  ZJ^lL 
nis  Fenetìe  Dux   anno   Domini    1096.    (f? 
secondo  è  Marino    Morosini ,    che    giac 
ivi.  un  cassiDne  di  marmo  con  rarie    ant 

eh: 


M 


Jie  figure  di  Apostoli.  Cessò  egli  dì 
ivere  Tanno  1252.  ed  ha  la  seguente 
scrizione  :  H:c  roqulesch  Dominus  Mct. 
inus  Maurocenus  Dux .  Sotto  il  di  lui 
overno  i  Veneziani  presero  l'armi  con- 
ro  il  tiranno  Ezelino  J  in  Gandia  si  fab« 
sricò  h  città  chiamata  Canèa,  e  si  man- 
iarono  alcuni  Nobili  in  queirisola  per 
stabilirvi  una  Colonia;  furono  eletti  due 
:ignori  i  perchè  custodissero  la  città  di 
Venezia  in  tempo  di  notte,  l'uno  di  qua 

r  altro  di  là  dei  Canal  grande  ,"  e  di- 
:isi  che  sotto  il  medesimo  si  diede  prin, 
ipio  ad  appendere  nella  Chiesa  di  S. 
(lirco  gli  scudi  con  l'Arme  Gentilizie 
ei  Dogi,  che  poscia  per  la  loro  mole© 
;randez2a  recando  danno  alla  fabbrica. 
Urano  levati  e  trasportati  altrove  .  Il 
erzo  è  Bartolomeo  Gradenigo  ',  nel  cui 
smpo  furono  mandati  alcuni  Magistrati 
,  governare  le  Isole  di  Povegia  ,  di  Pe- 
estrina,  e  .di  Majamocco .  Nel  terzo  se- 
)olcro  giace  il  Doge  Bartolomeo  Grade- 
1130  che  morì  Tanno  I343.  come  appa- 
isce  dalla  Gotica  iscrizione  che  v'èsot- 
iJ)posCa<,  Quivi  pure  giace  sepolta  la  Prin- 
>ipessa  Felice  Falier  Donna  illustre  de' 
Luoi  tempi,  e  che  fa  moglie  di  Vital 
VIichele  creato  Doge  Tanno  i®96.- 

Le  quattro  porte  inferiori  sono  di   pu- 

ris'    . 


%%        G  I  0  nH^  T  ^ 


rissimo  metallo  j  somigliante  air  oro;  tut  he 


\tm 


U  ornate  di  Varie  Immagini  di  Santi 
colle  teste  e  mani  rimesse  dì  fino  argen  sico 
to  :  e  la  maggiore  ha  scolpiti  alcuni  ca- 
ratteri latini  indicanti  i  nomi  d^i  Sant 
in  essa  rappresentati  J  nell'altra  porta  ; 
sinistra  si  veggono  dei  caratteri  Grez\ 
molto  antichi .  Tutte  e  due  però  sono  de- 
gne di  particolare  osservazione  . 

Fra  queste  porte  si  veggono  8  colonne 
dì  Serpentino ,  le  quali  furono    trasportai|i)ellt 
te  da  Gerusalemme  :  e  dicesi  che  fossei 
idi  quelle  che  ornavano  il  famoso  Tempio  m 
di  SaloAione  .  i  m 

Usciti  di  Chiesa,   merita    Ja    Facciau|m(i 
di  questo  gran  Tempio    che    ne    conside 
riamo  la  richezza  e  la  maestria.    Vedesi 
questo  sollevato  sopra  le  altre    fabbriche  be 
circonvicine,  Con  cinque    Cupole    situate  li 
in  forma  di  Croce  »    e    coperte    tutte    di 
piombo  a  ^  |ìi; 

Sette  porte  di  bronzo  danno  l'ingres- 
so nsir  Àtrio  di  questo  Tempio,  cinque 
nella  facciata  principale  verso  Ponente  i 
una  al  lato  destro  verso  settentrione  ;  e 
r  altra  verso  mezzogiorno  .  In  una  d^ 
quelle  della  Facciata  principale  ,  cioè  neL 
Ja  seconda  dalla  parte  dell*  Orologlio  ,  ieg- 
gesi  Ja  seguente  Iscrizione  :  MCCC.  Ma" 
^ìst^r  Bsrtuclus  ^Aurifef^  FemtUT  msfecit . 

So. 


fci 


fii 
lo, 

coli 
Visi 

Àgli 


Sopra  le  cinque    porte    anteriori    dtììà 
'acciata  sì  ergono  cinque    Archi^   iridu" 
ìriosameflte    Javorati^   e    dipinti    à    Morf 
ifcico .         . 
Sono  questi  Archi  Sostenuti  cfa  due  òr- 
ini  di  colonne  al  numero  di  292.  poste 
una  sopra  V  altra  ;  con  regola  però  noa 
unto  confìjsà  3  ma  ricca.  Nel  primo  or- 
line Ss  ne  contano  128.  nel  secondo  i<54o 
Ira  le  quali  dai  iati    della    porta    princi- 
[ale  ve  ne  Sono  ott6  di  Porfido  di  molta 
ellezza  e   valore;    e    le    altre   tutte    di 
liàrmi  rarissimi.  Q^iivi  però  è  da    osser» 
arsi  che  le  colonne  di    marmi    scelti   e^ 
reztosi  di  questo   niagriificd    Tempio    si 
inno  ascendere  tra  piccole  e    grandi    al 
umero  di  cinquecento. 
I  Sópra  questi  Archi  si  ergono  altri  cin^ 
uè  Archi  sostenuti    dà    un*  altro    ordine 
i    colonne  ,    di    nùrfiefo    considerabile  j 
itt'e . di  Porfido ,  di  molta  stima  esingo-, 
re  bellezza .  Di  questi  Cinque  Archi  su- 
prióri  che  sono  piani  e  fermati  sui  mu- 
ì  ^  quello  di  mez^o  supera    col    giro    e 
3lfa  punta  tutti  gli  altri,    E    qui  osser- 
isi,  che  questi  aVcHi  Sono  congiunti  in- 
^me  con  varj  £regj  lavorati  a  festoni    a 
)gliami  di  marmo,  intagliati  e  ornati  di 
irle  figure  di  Profeti.  Sopra  la  punta  di 
ascuno    di   detti   Archi   sta   pósta   una 

Statua 


^^         G  I  0  Tx.'ìl'^r  ~^  I 

Statua  grande  di  marmo;  e  la  Statua  ,^, 
eretta  sopra  quella  di  mezzo,  rappresen-  ^^'' 
ta  S.  Marco,  cen  tre  Angioli  psr  parte  ^  «"; 
Fra  r uno  e  Taltro  Arco  sta  in  oltveiff 
piantata  una  Nicchia  in  forma  di  Cam-|i^^'^^^ 
panile,  con  sotto  una  Figura  di  marmo  :ìoF 
e  queste  sono  al  numero  di  sei ,  quattro  i?  ^e 
^elìe  qn;ili  sono  quelle  in  cui  stanno  i|^'-^^ 
quattro  Vangelisti  *,  e  sotto  le  altre  due  5 
jp.  destra  vi  sta  un  Angiolo,  e  a  sinistrala 
Vergine  Annunziata  ,  Sulla  fronte  di  que-j 
sta  Facciata  distendesi  una  Loggia  sco- 
perta circondata  da  molte  colonnelle  an 
numero  di  564*  che  gira  intorno  alla  Chie- 
sa da  tre  Iati . 

In  fronte  dell'  Arco  maggiore  che  so 
prasta  alla  Loggia  scoperta,  f  il  quale  per 
dar  lume  alla  Chiesa,  è  in  figura  di  fej 
«estrone  )  vi  è  un  bellissimo  Leone  dii 
bronzo  dorato,  alto  4  piedi  e  largo  7.; 
simboleggiante  S.  Marco  .  Gli  altri  quat- 
tro Archi  contigui  a  questo  ,  sono  tutt 
1-avorati  a  Mosaico:  e  le  Pitture  rappre 
sentano  varj  Mister)  dì  Gesù  Cristo  . 

Lo  stesso  ordine  di  Archi,  e  di  Cari 
telii  continua  pure  dalle  parti  laterali 
e  da  quella  di  S.  Basso  vi  sono  scolpiti 
in  Figure  dì  marmo  le  tre  Virtù  Teolo-j  ^' 
gali*,  come  dalla  pane  del  Palazzo  ,  due  ■''j 
delle  Cardinali,  cioè  ia  Giustizia ,  e  lì  f^ 
Fortezza .  ^  ^'^ 


Paisi 
si  re 

Ili 


virj 


T  H  1  M  A,  2S 

Notisi  per  ultimo,  che  le    parti    este- 
iori  di  questo  celebre  Tempio  sono^tut« 
£  incrostate  di  finissimi    marmi  ,    fra    li 
uali  ve  ne  sono  molti    coli  antico    mo- 
.  ogramma,    di  modo  che  qualunque  par- 
ile s?  ne  consideri  attentamente,  nulla  si 
eoe  che  non  sia  oggetto  di    ammirazio- 
le  e  di  stima.  Passando  dalla  Chiesa   at 
Palazzo  Ducale  per  la  porta  ^detta    della 
>r^/r,   a    n?.ano    sinistra    nell'angolo    del 
nuro ,    che  forma  la.    stanza    del    Tesoro 
l  veggono  quattro  figure  c^i  Porfido  ,  che 
appresentano  quattro  persone  vestite    al- 
a    maniera    dei    Turchi    o    Saraceni  ,    le 
luali  dice  la  volgar  tradizione,   che  ten- 
ato  T.bbiano  di  rubare  il  Tesoro.   Qiiì^ì 
;">tto  vi  è  un  sedile  di    marmo,    e    nella 
nferiore  in  mezzo  a  due    puttini  sì    leg- 
?^ono  li  seguenti   versi  ,  che  possono    ser- 
vire di  saggio  della  volgar  poesia  dei  pri- 
mi temni  . 

L'  Om   pò  far  e  die  1*1  pensar 
Elega  que?o  che  il  pò  incontrar. 

Contisiuo  è  poi  ]f 

PALAZZO  DUCALE,  edifizio    gran^ 

!^e  e  m,aestcso ,  di  antica  architettura. 
Tutta  la  sua  Facciata  è  di  marmi  ressi 
e  bianchi  ,  distinti  in  piccioli  quadri  ,  ed 
è  sopra  105.  pilastrnnj  e  300.  colonne  tra 
C  den- 


d6  G  I  Ó  R1S[  J.  f  ^ 

cìentró  e    fuori;    ch^   fontìario    i    potici 
esterni  ed  incerili  che  lo  cìrcòridaria. 

Avverta  qui  il  Forestiere  5  che  le  basi 
delle  colonne  sono  sotterra ,  esse  rida  sta- 
to idnalzato  il  piano  della  ?^:a2za  j  per 
allontanare  le  innodazioni  delle  acque 
E  questa  è  la  cagione  ancora  j^  per  cui 
fUrontì  sotterrati  più  gradini,  peri  q[uai£ 
siscendevàsi  ali*  Angi|)orto"  del  Tempio  di 
So  Marco»  Lo  spazio  fra  gii  Archi  sot«' 
toposti  a  questa  gran  mole  era  a  unten 
pò  aperto  5  e^  non  murato  come  si  7ede 
al  presente  ^  cosicché  standosi  nella  Piag- 
na poteva  ognuno  Vedere  T  interno  Oóf- 
tiJe  ed  entrarvi  pe regni  pafte  «• 

Di  sopra ,  st  mezz'  aria  cor ie  un  Poi- 
giuólo'  cori  Parapetto  5  formata  di  mol- 
tissime colonnette,  coi  Sù'òi  Afchi  .acuti 
alla'  Tedesca  5'  dà  cui  procede  là  fortez-» 
sa  dì  questa  grari  Fabbrica  .      , 

Da  iridi  in  su,  la  Facciata  è  soda  iU\ 
fio'  al  colmo  3  il  quale  era  coperto  di 
Piómbo;  ma  negl'anno  i474.  si  è  Coper- 
to di  rame  « 

In  questo  riìagriifico  Edilizio  si  entra; 
per  otto'  òorte  j^  quattro^  delle  quali  sóno; 
Terso  il  CanaLle,  e  Vetiigono'  dette  ^ite  \, 
é\ìs  nelle  Facciate,  cioè  Julia  Piazza  el 
^jlla  Piazzetta,'  e  Je  altre  due  Sono  co 
marti  alla  Chiesa  e  al  Falàaso^ 


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Za     Ceur    càc  /'a^i-r  J?iica/€ 


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'Corale  c/el  lPi7/azzo    '^uccx/^l 


J?u calie  . 


zo^  ^ucac^l 


^  ^  I  M  U^  %7 

DsiJa  Porta  principale  j  ora  detta  deL 
h  Carta  j  £u  cominciato  il  lavoro ,  ch^ 
vi  $1  scorge  al  presente  ,  nell'anno  I439» 
nel  tempo  del  Doge  Francesco  Fosean  , 
Sotto  cui  fu  restaurata  questa  gran  Fab- 
brica, essendo  stata  gqastata  per  l'ad- 
idÌ!?tro  da  varj  iacendj  .  Enltrando  p^r 
«questa  Porta ,  si  arriva  ad  un  ,  . 

COIiTILE  vago  e  spazioso ,  nel  cui 
mezzo  vi  sono  due  gran  Pozgi  con  boc« 
che  di  bronzo  5  intagliate  di  fogliami  e 
di  figure.  Opera  di  Niccolò  dei    Conti* 

In  questo  Cortile  si  vedono  alcuns 
Statue  dì  marmo  al  naturale  »  Quelle  che 
sono  più  degne  ài  p^rticoiar  osservazio=« 
ne  5  sono  quella  Togata  eh' è  posta  fra. 
due  Valliate  ,  la  quale  è  di  un  qualche 
Oratore  Romano  ,  come  si  può  congettu. 
rare  dal  Rotoli  di  carta  che  ha  nella  si* 
nistra  5  e  dal  Coffanetto  da  tenere  le  car* 
te,  Scrive  lo  Stringa  j  che  questa  Statua 
è  quella  di  Cicerone,  che  so|ea  stare  so* 
pra  la  porta  dello  Studio  àii  Atene, 

L'altra  Valliata  ^  posta  di  sotto  a  queL 
la  Togata i  è  di  Marco  Aurelio,  essendo 
il  Pallio  l'abito  de' Filosofi  ,  che  da  lui 
fi  assunto  5  quando  giunse  all'età  di  do* 
dici  anni,  come  si  ha  da  Giulio  Capitò» 
Jino.  Queste  due  Statue  sono  bellissime; 
§  vengono  addotte  dall' erudittimo  Otta«« 
C  %  Vio 


^^^  G  I  0  Risi  ^  T  ^ 

YÌo  Ferrari  nel  suo  Trattato /)5  r^  vSft'Ja' 
ria,  in  prova  del  modo  con, cui  gli  an- 
tichi Romani  portavano  la  Toga  ed  il 
Pallio. 

Vi  è  un'altra  Statua  Palliata  ài  uomo 
barbaro.  Un'altra  di  donna  ch'era  senza 
il  braccio  destro,  e  le  £\i  aggiunto  ,^ te- 
nente uno  Scettro.  Quell'altra  col  Cor- 
nucopia credesi  rappresentare  1*  Abbon- 
danza.  Ed  altre  due  sono  tenute  per  Pal- 
lade  5  e  la  Fortuna  . 

Alcune  di  queste  Statue  furono  recate 
da  Atene,  e  da  altri  luoghi  della  Gre^ 
eia ,  e  donate  al  Pubblico  da  Federico 
Contarinì  Procuratore  di  S.  Marco  j  che 
morì  nel  1603.  avendo  lasciato  un  Museo 
di  Medaglie,  Statue,  ed  Intagli  antichi  , 
ch'era  celebre  #er  tutta  1' Europa  <MoN 
te  altre  Statuir  "dello  stesso  Federigo  Goa- 
earini  si  conservano  nella  Sala  per  cui  si 
entra  nella  pubblica  Libreria ,  di  cui  a 
suo  luogo  ragioneremo* 

Nella  stessa  Facciata  scuopresi  la  Sta- 
tua di  Francesco  Maria  della  Rovere  Du- 
ca di  Urbino,  che  fu  eletto  Capitano  ge- 
nerale delle  armi  della  Repubblica  neli* 
anno  1523.  Questa  fu  fritta  ia  Pesaro,  e 
Eiandata  a  Venezia  da  Francesco  Maria 
lir.  ultimo  Duca  di  Urbino. 

Heir altra  Facciata  risguardante  la  Sca. 

la 


fa  vi  sono  due  altre  Statue  di  Adamo  e 
di  Eva  ;  Opere  di  Aadrea  Riccio  Pàdor 
vano,  fatte  con  molta  maeitria .  Asceii* 
diamo  ora  f^r  questa , 

SGALA  veramente  reale  ,  detta  del 
Giganti,  tutta  di  bianco  m.ti^fiì-o,  lavora- 
to a  strafori .  Sopra  il  stio  pia.io  si  alza- 
no due  Colessi  j  dì  marmo  fino  ,  rappre- 
sentanti l'uno  Marte,  i'aitro  Nettuno, 
a  dinotare  il  doppio  Dominio  della  i^- 
pubblica  iti  Terra  ed  in  Mare  .  Sono  Ope- 
re del  Sansovino;  e  qui  faron3  c,5Ìio:atJ 
negli  ansi   i^65. 

A  piedi  di  essa  Scala  v.-ggonsi  uno  per 
parte  due  Piedestalii  di  marmo  tenenti 
due  canestri  di  Nespole,  co-Ile  quali  vie- 
ne simboleggiata  l'attenzione  con  cui  si 
vuole  che  lo  spirito  della  Nobile  gioven- 
tù si  vada  maturando  ,  conducendoia  pis* 
so  a  passo  per  varj  Magistrati  ,  in  cui  n 
renda  istruita  delle  materi-  à:ti  Gov^j:- 
no,  e  acquisti  sperienza  e  merito  prima 
di  esser  amji;Sia  agli  affari  più  ioip^r- 
tanti  e  reconditi . 

Salendo  nelCDrridore  di  rincontro  alla 
Scala,  leggesi  un'Iscrizione  a  caratteri 
rossi  in  Campo  dorato ,  in  memona  di 
Arrigo  III.  tve  di  Francia  ,  e  prima  di 
Polonia,  il  quàle  nell'anno  1574.  passò 
per  Venezia  ^  andando  in  Francia  a  ri« 
G  1  cevs» 


3P  Q  I  0  ^%^T\4 

et  vere  U  Corona  di  quel  ^egno  per  la, 
n  or?e  di  Carlo  IX.  Suq  fìatello  j  come 
a  rrove  si  è  detto  ,;  e  gradì  di  accettare 
Il  titolo  offertogli  dal  Senato  di  Nobile 
Veneto  e  d'esser  ascritto  nel  lib.o  d* 
ero  . 

All'intorno  del  primo  piano  del  Pa- 
la22Q  vi  sono  yarj  Tribunali  di  Magi- 
Sti'ati .  Volgendosi  a  sinistra  ritrovasi  un^ 
Gippella  eretta  ad  onore  dì  S.  Niccolò 
'  da  Doge  Pietro  Ziani,  e  rifabbricata  ed 
ornata  dal  Doge  Andrea  Gritti  che  si  ve- 
de dipinto  a  fresco  da  Tiziano  3  e  vi  si 
ain  niranp  altre  belle  Pitture. 

5alit^  1^  Scala  ^ei  Giganti  y  si  trova  in 
pQca  distanza  un'altra  Scala  c@perta  che 
coiduceya  all'ex  Collegio,  nelle  Stanze 
Peccali  ,  e  nella  gran  5aJa  dell'ex  Mag-j 
giqr  Consiglio.  Vedesi  questa  Scala  ador^ 
n^ta  di  Stucchi  da  Alessandro  Vittoria; 
e  di  varie  Storie  dipinte  a  fresco  fra  i 
yanì  degli  Stucchi  ,  da  Batista  Fr?in?o  ? 

Egli  è  un  gran  diletto  il  mirare  ia  | 
ogni  Stanza  di  questo  Palazzo  Pitture 
de^li  uomini  più  celebri  in  quest'Arte» 
quali  furono  Giovanni  Bellino,  Tiziano 
Vecelli  5  Paolo  Calliari,  Jacopo  Tinto- 
re|:to,  Jacopo  da  Ponte  detto  il  Bassano  , 
Jacopo  Palma  il  Giovane,  Giovanni  Gon- 
tarino  j  GarietCo  Calliari  figliuolo  dì  Pao» 
■  lo, 


io ,  Marco  Vecellio  nipote  di  Tiziano  « 
Antonio  Vassilacchi  detto  V  Aliense  d* 
«Milo  j  Leandro  e  Francesco  da  Ponte  ) 
'Leandro  Fiammingo,  il  Cavalier  Liberi  ; 
ed  altri  ,  le  cui  Opere  sono  state  descrit- 
|te  in  dettaglio  da  Antonio  Maria  Zanet- 
ti .  nel  suo  libro  Intitolato  ,  La  'Pittura 
Veliezianoi  is^c>  Si  faranno  qui  solamente 
osservare  iìFóvdspere  quei  luoghi  princi- 
pali di  questo  ricco  Palazzo  che  sono  pia 
l"agguardevoIi  ^  e  perciò  più  degni  dell' 
sosservazione  dei  risguardanti . 

Montando  adunque  la  Scala  che  abbia- 
mo osservato  essere  adorna  di  Stucchi  e 
di  Pitture,  si  arriva  nella. 

SALADELL'EXANTI-COLLEGIO, 
che  il  volgo  chiamava  la  Sala  delle  quat- 
tro Torte  i  per  esser  queste  in  numero  di 
quattro ,  colonnate  dal  Palladio  ,  e  figu- 
rate con  grande  maestria  da  Giulio  del 
Moro  .  Per  una  di  queste  Porte  sì  entra 
neirex.  AN TI-^COLLEG IO  ,  ornato  si- 
milmente di  Stucchi  messi  a  oro  ,  e  di 
Pitture  eccellenti ,  Q^uindi  si  passa  nel 
EX-COLLEGIO,  dove  risiedeva  il  Doge 
:oi  Consiglieri  ,  Capi  dì  40* ,  e  Savj , 
5^u€sta  Sala  reale  ha  il  Palco  di  bellìssi- 
713  Pitture  ornato  ,  in  vago  compartimen- 
o  d*oro:  Opere  di  Carletto  Calliari ,  di 
Tiziano ,  e  del  Tintoretto .  Vicino  ai 
2oliegi©  vi  è  la  gran  d 


31        G  I  0  Kn^^  ^ 

SALA  DEL  EX-PREGADI  VEC^ 
CHIO  tutta  ornata  di  bslle  Pitture  del 
TintoretCo,  di  Jacopo  Palma  j-di  Mirco 
Vecellio,  e  di  Tommaso  Dolab-Ha  .  Da 
questa  si  passa  in  una  piccola  Stanza , 
detta  la  . 

SALA  DELLE  STATUE,  perchè  era 
fregiata  colie  immagini  di  yarj  Impera* 
dori  Romani  di  scultura  antica  ^  e  diot- 
timo  maestro ,  le  quali  furono  levate  e 
poste  altrove:  questa  serviva  di  Cappella 
alla  Serenissima  Signoria,  per  ascoltare 
la  Messa  ad  ora  di  Terza  . 

Ritornando  indietro  per  la    Sala    delle 
quattro  Porte,  si  arriva  alle  Stanze  delT 
EX-EGGELSO  CONSÌGLIO  DI  DIECI, 
illustri  per  le  singolari  e   delicate    Pittu- 
re i  fra  le  quali  è  degno  di  osservazione 
un  Ovato  dipinto    da  Paolo    Calliari    nel 
Soffitto  della  Sala  ove  si  radunava  questo 
Consiglio  .  In  esso  si  vede  Giove    fulml- 
«ante  alcuni  vizj  ,  rappresentati  sotto  urna, 
ne  sembianze  ,  che  sono  i  delitti  sogget* 
ti  al  giudizio  di  questo    Consiglio  ',    e    il 
Genio  alito  che  sta  presso  Giove  con  un 
libro    scritto,    simboleggia    il    Geaio    dL|an 
questo  augusto  Consesso  col    volume    de  |f,J. 
suoi  Decreti  .  Ej^. 

Appresso  la  Scala  che  discende  vicino 
alla  Porta  per  cui  si  entra  nella  Sala  del 

Ma! 


VI 

[ito 
h 
u 


ìL 


V  K  I  M  ^ .  33 

•Maggior  Consi^'.ìio,  vi  son,o  quattro  Sale 
rano  fornite  di  htW^  armi  di  ogni  g-- 
ere  ,  dette  perciò.'  la 

SALE  DELL'  AP.MAMEMTO  DEL 
ÌXCOMSIGLIO  DI  DIECI  .  Q^ust^ 
anno  una  delle  loro  Porte  di  Cedro  ài 
Vlente  Libano,  fatto  condurre  in  Cipro  ^ 

di  là  in  Venezia  da  Giambattista  Ra- 
ntisio  .  Si  guardav?.no  le  Armi  eoa    dili- 

nte  cura  da  un  Cittadino  stipendiato  , 
1  quale  doveva  farle  pulire  perchè  si  man- 
enessero  lucide  e  nette:  e  veniva  ^l-t-- 
o  un  Gentiluomo  alia  loro  custodia  coi 
itolo  di  Vrowedttora  alle  Sals .  In  quc- 
ci  sono  molte  cose  degne  di  esser  ve- 
lute,  cor.e  la  Statua  di  Francesco  No- 
elio  da  Carrara  ultimo  Signore  di  Pado- 
a  ,  quella  di  Gilberto  o  Alberto  da  Cor-^ 
eggio  che  fu  Generale  de.le  Armi  della 
lepubblica  ,  e  quella  dd  Serenissimo  D^ 
e  Francesco  Morosini . 

Scendendo  da  questo  luogo,  e  cammi- 
ando  à  diritta  si  va  in  una.  SALA  eh  * 
i  diceva  de//o  Scudo,  perchè  in  essa  «i 
ppendevano  ie  Armi  {gentilizie  del  D.>- 
;g  regnante.,  Qjiesta  Sala  ultimamente  fa 
istaurata  e  abbi'lìita  con  alcune  Catti? 
geografiche  di  sommo"  pregio  »  Oui:iJi 
assandosi  ad  un  altra  che  conduce  in  un?, 
Sali^ria  ,  rutta  dipinca  a  fresco  dal    Pa- 

■     dr^     ■ 


.  34  G  IO  n.%  ^r  T  y4 

àx^  dosn^o  Piazza  Cappuccino,  sì  eiitr: 
In  uq*al5r3  spaziosa  Saja  »  ornata  di  ec 
ceUencj  Pitture  J  nella  quale  i  Dogi  b^n 
chett£|S?ano  cogli  Ambasciadori  de*  PripcilJ 
Ì5Ì ,  e  la  Serenissima  Signoria,  tie'giqrn 
Bì3p  Marco,  cjeir  Ascensione  ,  de"  Ss.  Vi 
to  g  Modesto,  e  di  So  Stefano»  Da  que* 
sta  Sala  si  passa  ijeile  camere  do^e  abita 
f/a  ij  Doge,  nelle  quali  norj  era  lecito 
lutti  l'entrare.  Tornando  indietro  peri 
stessa  parte,  si  arriva  nella  grande  eVicl") 
£Ì3ièsima  = 

SALa  ÙtU  EX-MACGiiQR  CÓNSÌ 
IGJ^jOs  molto  ammirabile    e    per  la    sv^^l 
estensione,  essendo  lunga   150,    piedi,    ffll 
larg^  7-$.,  e  per  1^    nobiltà    degTintagl 
^Ijg    r  adornano  ^    tutti    ricoperti    di    on 
li^ilsimp^  e  per  la  quantità  ed    eccelle 
gt  tlelie  Pitture.  Nelle  pareti    che    Son# 
|i5pra  il  Cortile  ,  si  vedono  rappresentate  ifft'A 
^torié  di  Alessandro  III,  e    di    Federigi 
Is  Jmperadore  ,  e  le  imprese  del  Doge  Se 
bastiano  ZJani  :    Opere  tutte    di    Carlo  ( 
Gabriello  Calliari ,  di    Leandro    e    Fran 
Cesco  d^  Popte,  di  Iacopo    e    Domenict 
Tihtòretto,  di  Paolo  Fiammingo,  dìAn 
drea  Vicentino  ,  e  di  Francesco  Ziiccari 
Nell'altro  Iato  della  Sala    che    guard, 
r  Isola  di  S.  Giorgio,  è  stato  rappresen 
tato  l'acquisto  di  Costantinopoli  per   re 

Stituire 


itUire  nella  SèÀe  Imperiale    il    Giovane 
lessiò  Angelo  Còftinerio  eoi  Padre  Isa- 
ó,^  il  quale  era  àtato  àcéecàfo    e    postcS 
priliooe  dà  Suo  Fratello    Alessio  ;    O^" 
'^iVQ  eccelfenti  di  Giovanni  Cbefe  dito- 
ne,- Jei  Vicentino  ^  di  Dorriéfìico    Tin*^ 
cretto  i  di  Jacopo  Palma  ,    di    FràrìcesccS 
t  Ponte  i  e  di  Antonio  Aliense  0 
Nel  variò  tfa  le  due  Finestre  che  guar- 
ano  sòpi'a  la  Piazza ,  è  di^info  dà  Pao- 
►  Veronese  il  ritorno  in  Città  del  Doge 
lidrea  Contàrini    vittorióso    de'Cenové^ 
:  fa  qua!  cosa  viene  confermala  da  tins 
iJcrjzione  posta  alla  tìlemOfia  dello  steS° 
ì)   Doge  * 

M0  nuild  ténehU  Sas^ ,  qtium  Jd" 
nùenses  proiltgat^erim .... 
^opra  il  Trono  del  t5oge  vedesì  figufa« 
|i  la  Gloria  Gè leété  con  una  innumera» 
ile  molti tucìine  di  Beati  :  Òpera  sìngo= 
ire  di  Jacopo  Rebusti  j  detto  il  Tirsta?- 
ef  tò .' 

ìi  Soffittò  d^i  questa  ncbile^ala,  è  aftf- 
iìfabile  per  la  rfccfieèza  delTóroj  pef 
r  infagii  5  e  per  le  prezióse  P'^ttìre  di 
àoloj  di  Francesco  da  Pónte  ?  del  Tiii» 
'retto  s  di  Jacopo  Paltna  ^  e  ^a  alctinl 
ttiì  dì  ciuà  si   passa  nella.  W- 

SALA  tìÉLL'ÉX-SqÙftlNIOs  ìsU 
volgarmenre  ièlle  Se? ùiình  i   ^^.^'^   A 


5i      G  j  0  nisi:A  r  0 

ladurava  1' Eccellentissimo  5«enato  in  tsm- 
po  che  stava  ridotto    il    Mas^gior    Consi 
pjio,  per  far  T eiezione  è\  alcuni  Uffizi) 
la  quale  (doveva  esser    poi    approvata    (la* 
voti  del    Maf^f^ior    Consiglio.    In    qticsta 
sopra  van*3    Tele    viene    rappreserttata    la 
rotta  di  Pipino  Re  d* Italia  con  altre  Sto- 
yj?  ,  da    Jacopo    Palma,    dal    Vicentino^ 
dà  Domenico  Tintoretto  ,    da  Santo    Pe- 
janda,  e  da  Francesco  Terzi,  e  sopra  il 
Soglio  del   Doge  v' è  il  Giudizio  univer- 
sale dipinto  da  Jacopo  Palma.  La    presi^ 
di  Zara  è  di    mano    del    Tintoretto  ,    ed 
imo  de' più  bei    quadri    di    questo    Auto^ 
re  .  r 

L'.Quadi'o  die  fia,  per  soss^etto  la  Vitto^ 
ila  riportata  dal  Doge  MicMeli  sopra  un 
Califfo  d'  Esitto  nel  principio    del    XII' 


secolo,  è  di  Santo  Peranda .  Un  fatt^ 
particolare  della  battaglia  esige  una  par 
titolar  attenzione.  Q^uest'è  l'azione  d 
rn  Veneziano  di  nome  Marco  ^  il  qua 
Je  avendo  perduto  il  proprio  stendardi 
strappa  dalla  testa  di  un  Capitano  EgÌ2Ì< 
il  turbante  ,  Io  spiega  ,  lo  attacca  a  uni 
picca,  e  lo  inalbera  t^r  svo  Stendardo 
Indi  per  renderlo  più  osserv?.biIe  ,  tagli: 
nn  braccio  ?rl  barbaro  ,  e  col  di  lui  san 
jzue  forma  snllà  itela  àe\  turbante  un  cer 
chic.   Narrasi  per    tanto    che    quest'azio 

ne 


,  "P  K  l  M  ^.  37 

ile  vigorosa  insieme  e  feroce  abbia  dato 
il  nome  di  Barbaro  ai  discendenti  di 
Marco  ^  la  cui  famiglia  era  numerosa  fra 
gli  ex-Patrizj  Veneti,  e  che  forse  per 
questo  fatto  portava  nelle  sue  Armi  un 
lurbante  spiegato  con  un  cerchio  in  mez-. 
so  color  di  sangue  * 

É*parimente  riguardevole  il  sofStto  di 
juesta  gran  Sala  per  li  lavori  fatti  ad 
Arabesco,  per  la  ricchezza  dell* oro  e 
3er  la  preziosità  delle  Pitture  .  Dalla  par- 
ie della  Scala  leggesi  un' Tscrizione  posta 
Illa  gloriosa  memoria  del  Doge  Frances- 
:o  Morosini  ,  Conquistatore  del  Regno 
li  Morea.  L*  Architettura  esteriore  di 
iuesto  grande  Édi^zio  è  fatta  alla  Goti^ 
:a  .  Tutto  il  Palazzo  è  coperto  di  lami- 
e  di  piombo,  e  i  luminali  che  si  veg^ 
iono  sopra  il  tetto  servivano  per  dar  /u^ 
le  alle  stanze  dette  sotto  i  piombi^  ove 
i  custodivano  i  prigionieri  di  Stato  .  Sot- 
0  terra  poi  del  Palazzo  in  una  grande 
rofondità  ,  vi  erano  le  prigioni  Atitz  t 
ozzi  i  destinate  per  quelli  che  erano  coi^- 
inti  de*  più  enormi  ed  atroci  mis^fatti. 
ha.  discendendo  dal  PaUszo ,  ed  uscen- 
o  per  la  porta  maggiore  ,  si  trova  il 
BROGLIO,  eh' è  q,uel  luogo  della  Piaz. 
a  ,  dove  si  adunavano  in  cadauna  mar- 
na i  No&ilij  per  fare  i  lor©  Uffizj  :  n:I 
D  qnal 


it       G  1 0  h'H  ^  r  ^  j 

q»ual  tempo  a  ninno  era  lecito  T  entrarci  «g 

Dirimpetto  al  Broglio,   verso  la  Porta 
ove  si  entra  nel  Battisterio,   si    veggono 
due  Pilastri  quadri  lavorati    aUa    Soriana  j 
con  lettere  di    quella   Lingua,   i    quali,, 
secondo  il  Sansovino,  servirono  di  Balau- 
stri ad    una    ÓQÌÌe    Porte    dèh    Città    dij| 
Acri,  ma  espugnata  questa  G'ttà  da    Loj 
renzo  Tie.poìo,  chs  fu  poi  Doge  circa  ' 
anno  izs^'y  egli    li    tra^iferì    in  Venezia 
con  altre  preziose  antichità,  fra  le  quali 
eranvi  ancora  le  quattro  figure  di  poì^cÌo|5 
collocate  qui  vicino  nelP angolo  che  vien 
formato  dalle  mura    dei    sagro    Tempio , 
Nel  fondo  dì  questa  Piazza  verso  il  Mi^ 
re  *  sorgono 

DUE^GOLONNE,   di    Granito,   ber 
grosse  ed  alte  .  Queste  furono  recate  dal- 
la Grecia  nel  principo  del  Dogado  di  Se 
bastiano  Ziani  ,  insieme  con  un' altra, 
quale  nello  scaricarsi  cadde  in  acqua,  n< 
fu  più  possibile  di  trarnela  fuori.  Le  al 
tre  due  stettero  per  molti  anni  stese    su 
terreno,  ma  finalmente  furono  alzate    d 
un  Architetto  Lombardo,  chiamato  Nic 
colò  Barattiero .  Nd    mezzo    di    esse    si 
eseguiscono  le  Sentenze?  capitali,  lequal) 
nei  tempi  andati  si  solevano  eseguire  n' 
Ja  Piazza  di  S.  Giovanni  in  Bragola . 
Sulla  sommità  di  una  di  queste  Color 

ne    5 


h 


^ 


'ec/iL^ccccz 


yyrjycLtf  cti-  /u     /J^.-c-  rc-r..-    <^  Jf,-. 


'y c^////a  cA'/Az  :P/(7zzc^/fc7  /v/:.v'  /, 


\7  J^ccc.r 


T  R  I  M  ^.  39 

E  vec!esi  un  Lione  alato  di  metallo,  In- 
igna  di  q'iella  Repubb!ica>  il  quale  ri- 
aarda  colla  taccia  il  Mare  \  qussi  per 
inotare  che  sta  v-gliante  alla  custodia 
il  suo  Dominio.  Nell'aìtra  poi  v' è  la 
tatua  di  S.  Teodoro  ,  avente  nella  sini- 
ca una  Lancia,  e  nella  de<rra  unoSsu- 
0-:  AH'injoprro  del  Palazzo  Ducale  er*. 
esi  una  gran  Fabbrica,  eh' è  la 

LlBREAld  PUBBLICA;  ia  cai  Fac 
lata  è  di  Pietra  Istriana  ,  con  alte  e 
elle  Colonne  ,  ed  ornata  di  varie  Figu- 
e  di  b.'lissimo  intaglio.  Gli  Archi  oad' 

sosten  ta  ,  sono  SiJci.  Sopra  Ja  Cor- 
ice  si  'eego'ìo  varj  Festoni  ,  sostenuti  da 
>utti  ignua! ,  lavorati  squisitamente  .  U 
etto  è  attorniato  da  un  Po^giuclo  con 
,5.  Statue  di  marmo,  che  rappresentano 
arie  D-icà  fivoios:;  Op-re  f.irte  di  ec** 
lellenti  Sgùhori.  Il  disegno  è  del  Sanso^ 
rino  4 

S.?tto  il  Portico  di  qiiesto  nobil  Edilì- 
zio si  ascenda  una  Stala  ,  fregiata  di 
Jtucchi  dal  V  ttoria,  e  dì  belle  Pitture 
hi  Franco,  e  da  Battista  del  Moro  ,  per 
:ui  non  è  p'nto  dissimile  da  quella  del 
Palazzo  Ducale  che  g»jicfa  al  Collegio. 
5^u:-sta  conduce  nelle  stanze,  dove  ma- 
gistralmente risiedevano  i  Procuratori  di 
Supra  ^  Citra^  e^MJ/rra;  de' quali  parlere- 
D  i  mo  a 


40  G  I  0  Rli^  T  ^ 

mo  a  suo  luogo  .  Ora  per  questa  medesi- 
ma Scala  si  monta  nella  pubblica 

LIBRERIA,  il  cui  Atrio  è  ridotto  in 
f:)rma  di  Museo  ricco  di  molte  Statue  5 
Bjsti,  Teste,  Bassi-rilievi,  Are,  ed  Is, 
crizioni  Greche  e  Latine,  lasciate  alla 
Repubblica  psr  la  maggior  parte  da  Do* 
menico  Grimani  Cardinale  di  S.  Chiesa, 
altre  da  Giovanni  Grimani  Patriarca  d' 
Aquileja,  ed  altre  da  Federico  Contarini 
Pi-ocuratore  di  S.  Marco  . 

Quivi  si  conservano  Libri  singolari  e 
in  gran  copia  :  ed  una  tale  raccolta  eb- 
b::  principio  dopo  Ja  morte  del  Cardina- 
le Bessarione ,  che  fu  prima  Arcivescovo 
«li  Nicea,  indi  Patriarca  di  Costantino^ 
P^li. 

(Questi  avendo  raccolti  con  grandissi- 
ma  diligenza,  fatica  e  spesa  una  gran 
cjMintità  di  Codici  Greci  in  qualsivoglia 
scienza,  e  considerando  che  niun  altro 
Ijogo  era  più  sicuro  e  comodo  della  Cit- 
tà di  Venezia  per  depositarli  a  pubblica 
utilità  ,  ne  fece  un  libéralissimo  dono  al 
S.nato,  e  ciò  principalmente  in  ricono- 
scimento del  grande  onore  che  aveva  ri- 
cevuto dalla  Repubblica  ,  da  cui  era  stato 
aggregato  tra  i  suoi  Nobili .  Di  ^  tutto 
qiesto  ne  fa  testimonianza  ia  Iscrizione 
posta  sopra  la  Porta   della   stessa   Libre* 

ria* 


TRIM^.  41 

ria  )  a  memoria  eterna  di  quel  dotto  uomo  f 
sopra  colonne  di  Serpentino  e  Misichio  • 

Chiunque  desiderasse  di  sapere  il  ^nu* 
mero  e  la  qualità  de*  Codici,  legga  l' In- 
dice che  ne  ha  pubblicato  il  Tcmmasini , 
e  quello  ultimamente  stampato  a  spese 
pubbliche  in  due  volumi  in  foglio  conte- 
nenti i  Codici  sì  Greci,  come  Latini. 
Tra  questi  sono  degni  di    considerazione 

Libri  di  S.  Agostino  de  .Trìnitate  ^ 
scritti  in  Greco  ed  in  Latino ,  /eOrazjo' 
ni  di  T  e  mi  suo  y  e  la  Bìhiìoteca  dfFoz^o\ 
tutte  due  queste  Opere  in  Greco.  ^  Del  le 
Opere  scritte  in  Latino  è  stimabile  molto 
Ja  Commintaziom  di  S,  agostino  sopra  h 
Tìstol^  di  S,  Tao/o . 

Furono  poi  fatti  da  altri  ragguardevoj 
li  Uomini  Letterati  varj  lasciti  di  Libri  , 
icome  in  questi  ultimi  tempi  ne  furono 
lasciati  dal  N.  U.  Giambattista  Recanai- 
ti,  e  dalla  cura  degli  Eccellentissimi  Si- 
gnori Procuratori,  deputati  alla  soprain- 
tendenza  della  Libreria  ,  viene  questa 
giornalmente  accresciuta.  Oltre  alla  co- 
pia e  alla  preziosità  de*  Libri:  potrà  qui. 
vi  ammirare  ancora  il  Forastìere  le  cele- 
bri Pitture  di  Paolo  Galliari ,  del  Salvia- 
tì^  del  Varo  tari ,  di  Battista  Franco  ec, 
circondate  di  grotteschi,  fogliami,  ed 
altri  ornamenti . 

D  3  Spie- 


42  G  I  0  RJi^  T  .4 

Spiccano  pure  tieli*  Atrio    sopraccenna» 
to  non  pochi  presiosi ,  e  rarissimi  moiiuf 
menti  d'antichità  che  l'adornano,'  come 
meglio  si  può  vedere,  e  conoscer  la    lo- 
ro   eccellenza    dalU    erudita    Opera     del 
Museo  Ferteto  ,  data  in  luce  in  questa  Git» 
tà  da' Signori  Zanetti  ^  ed  universalmente 
applaudita  per  tutta    l'Europa,   essendosi 
in  essa  associati  non  pochi  Personaggi  cos- 
picui.  Ella  è  divisa  in  due  Tomi  in    fo- 
glio Imperiale  ,  ove  si  contano  da    circa 
cento  srtampe    esprimenti    Statue,    Busti, 
Bassi  Rilievi  ,  Tripodi  ,  Are  ,  ec.  con  al- 
trettante   stampe    delle    loro    sposizioni  t 
Medaglie ,  Fregi,    ed    altro    che    di    più 
magnifico  possa  vedersi .  Queste  antichità 
sono  lavori  de' più  bei    tempi  della  Scol- 
tura, e  sembrano  asportate  dalla  Grecia. 
Fra  le  più  riguardeyoli  contano  la   Leda 
e  la  statua    dell'Abbondanza,    che    sono 
una  per  parte  della  porta,*  il  Sileno  ,  e  V 
Agrippina  moglie  di  Germanico  che    so- 
no nelle  due  nicchie  maggiori;    due  Al. 
tari  antichi  triangolari  di  finissimo  lavo- 
ro, i  quali  han  servito  al  culto  di    Bac- 
co, ognuno  de'quali  sostiene  un*  urna  an. 
tica  di  graziosa    forma.    Sopra    la    porta 
della  Libreria  ewi  un  gran  Basso^rilievo 
rappresentante  il  Sagrifìzio  detto  Su*ove- 
tautUìai  dai  tre  animali  «he  vi  $*immo- 

Java- 


lur    //('  ^'''     ^f<"f""f'''  ^'-<-^-   ^  7l-i-''^w!'ic'-^c  -  Fj'^  0/  . 


o 


o 


Mi7    JL^cca     jovn?  /a  IfiL'jc^z/ya 


^ 


T  R  I  M  ^ .  43 

lavano.  Veggonsi  pure  alcune  tavole  di 
Konzo  e  di  marmo  con  iscriziom  greche 
ì  latine.  Ma  sopra  tutto  bisogna  ossert 
i^are  con  attenzione  il  Ganimede  antico 
greco,  che  si  crede  opera  di  Fidia  .  Scen- 
dendo dalla  Libreria;  alla  destra  di  essa 
vi  é  la  . 

ZECCA,  Fabbrica  fortissima,  di  cui 
fu  Architetto  per  ordine  pubblico  il  San^ 
sovino  . 

La  porta  principale  al  primo  incontro 
è  opera  dello  Scatnozzi  ,  e  dimostra  la 
sodezza  dell' edifizio  .  Neil' ingresso  stan- 
no poste  due  grandi  Statue  di  marmo, 
che  rappresentano  due  Giganti  in  atto 
minaccioso  ,  miiab  Imente  scolpiti  .  L' una 
fu  fatta  da  Tiziano  Aspetti,  l'altra  più 
bella  da  Girolamo  Campagna  . 

Dopo  r  ingresso  si  truova  un  Cortile 
attorniato  da  25.  Fucine  o  Botteghe,  do- 
ve si  fondono  i  Metalli  e  si  coniano  Je 
Monete  .  Nel  mezzo  di  questo  sta  situa- 
to  un  Pozzo  di  forma  ottangolare  ,  sulla 
cui  cima  siede  un  Appollo  scolpito  dal 
Danese,  il  quale  tiene  in  mano  alcune 
Verghe  d'oro,  psr  significare  che  roto 
nasce  dalle  viscere  della  Terra  per  virtù 
del  Sole,  figurato  dagb.  Antichi  in  Apol.. 
lo.  E  qui  non  sarà  fuor  di  proposito  bre* 
vemcnte   alcuna   cosa   accennare    intorno 

alla 


44  GI0RlSlZ4TZi 

alla  principal  moneta  ,  che  in  questo  luo- 
go si  conia  ,  detta  Zecchino.  Fu  dunque 
battuto  il  Zecchino  per  la  prima  volta 
sotto  il  Dogado  di  Giovanni  Dandolo 
negli  anni,  1284.  e  fu  denominato  Duca» 
to  d'  oro  .  La  parte  j  ossia  decreto  con  cui 
fu  deliberato  di  coniarlo  ,  leggesi  ancora 
in  uno  de' pubblici  antichi  Libri,  chia« 
xn^it©  VraElus -i  nella  maniera  seguente: 
1184.  Ultimo  OBohrls .  IntQr  Quadraginta 
C^ùta  futt  pars  quod  debeat  laborari  mo^ 
nsa  auri  communis  er. ,  e  valeva  decem 
0^0  grossos  •  Fino  al  1543.  si  chiamò  £)«- 
cato  d^  oro  ^  indi  cominciò  a  denominarsi 
anche  negli  atti  pubblici  col  nome  di 
Zecchino. 

Per  due  Scale  j  poste  di  rincontro  1* 
una  all'altra  si  ascende  a  varj  luoghi, 
deputati  per  diversi  Ministri .  Uscendo 
dalla  Zecca  nella  gran  Piazza  ,  si  consi- 
dera attentamente  T  altissima  Torre  del 
CAMPANILE.  Questa  è  una  macchia 
na  così  eminente',  che  secondo  il  parere 
de*  Viaggiatori  supera  in  altezza  quella 
di  Bologna,  di  Vienna,  e  di  Argentina; 
xna  tanto  più  mirabile  si  è  la  struttura  di 
questa  gran  mole ,  quanto  che  ,  sebbene 
sia  innalzata  sopra  un  terreno  palustre  , 
tuttavolta  non  ha  mai  f^tto  moto  ?.lcuno 
di  cedere ,  o  di  piegare  , 

Le 


J}vj//ec&  c^  /!cùJ^àcc^ 


rosve^o  c/e/Li  ^-/azzcz  cu 


qc    ^^^ 


J}o^^'ecl'  (/€   M  -/\ 


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"  Ir; 


■^Icyc^/o  c/e/la  ^^azza  i/{\L/Harro  2'erjv  J  ù/m!/ua/2o. 


V  n  I  M  ^.  45 

Le  sue  fondamenta  furono  gittate  nel 
rempo  di  Pietro  Tribuno  Doge  l'anno 
?88.  ;  ma  non  si  alzarono  sopra  queste  le 
Tiura ,  se  non  sotto  il  Doge  Domenico 
Morosini  l'anno  1148.  Nel  1400.  poi  arse 
a  cima  eh* era  di  legno,  ia  quale  fu  ri- 
fatta di  pietra  . 

Neil'  interno  di  questo  Campanile  vi 
!è  un*  altra  Torre  che  arriva  sino  alle  Cam- 
sane  :  e  fra  le  mura  à^Wt  due  Torri  vi  è 
ina  salita  sì  larga,  che  tre  persone  al  pa- 
ri possono  camminare  ;  ed  è  così  piana 
che  si  potria  fare  a  cavallo  .  Nel  fine  del- 
ia salita  la  Fabbrica  è  fatta  in  Arco  con 
grosse  ed  alte  Colonne  di  marmi  prezio- 
5! ,  ove  stanno  appese  le  Campane  .  Di 
qui  si  ascende  per  un*  altra  scala  che  por- 
ta ad  un  Poggiuolo  ,  il  quale  circonda 
sferiormente  tutto  il  Campanile  ;  e'  vi  si 
cammina  d*  intorno  comodamente  ,  essen- 
do cinto  da  Colonne  dì  bronzo.  Nelle 
quattro  facciate  di  questo  Poggiuolo  sono 
scolpiti  Leoni  di  marmo  di  grandezza  no- 
tabile, sopra  cui  comincia  a  ristringersi 
proporzionatamente  sino  alla  cima  in  Pi» 
ramide  » 

Sulla  sommità  è  collocato  un  Angiolo 
in  piedi,  tutto  coperto  di  Rame,  quale 
sopra  un  perno  di  ferro  aggirasi  al  sof- 
fiare del  vento  a 

Tutta 


46       GionH^T^ 

Tutta  questa  gran  fabbrica  è  alta  332. 
piedi  .  Pa  terra  sino  al  primo  s  1  )lo  del- 
le Campane,  164.  piedi  ;  dalle  Campane 
fino  air  Angiolo,  152:  e  T  Angiolo  è  alto 
16^  Appiè  del  Campanile  5  di  rincontro 
alla  Porta  del  Palazzo  Dicale ,  fu  fab- 
bricata una  stanza  con  una  Loggia  dinan- 
zi 1  e  dicesi  comunemente  la 

LOGGETTA,  la  cui  facciata  è  tutta 
ornata  di  marmi  ,  con  trentadue  Colonne 
tra  grandi  e  piccole;  e  in  quattro  Nic- 
chie sono  collocate  altrettante  Statue  di 
bronzo ,  rappresentanti  favolose  Deità  , 
sopra  le  quali  si  veggono  tre  (^jadri  di 
basso  rilievo:  il  tutto  disegnato  dal  cele- 
bre Sansovino*  Il  nobil  Rastrello  di  b-on-^ 
zo  f  è  lavoro  eccellente  di  Antonio  Gai. 
Tutto  questo  Edilìzio  fu  ai  nostri  giorni 
risraurato  e  abbellito  . 

Dentro  la  Stanza  il  cui  Palco  è  ornato 
di  Pitture  del  L.b^ri^  i  tratteneva  uno 
degli  Eccellentissimi  Procuratori  di  S, 
Marco,  con  Uomini  dell'Arsenale  arma- 
ti ^mtte  le  volte  ,  e  per  tutto  il  tempo 
che  stava  convocato  il  Maggior  Consiglio  : 
e  ciò  .per  Decreto  dell*  Eccellentissimo 
Senato  dell'anno  1658.  Passi  ora  il  Fora^ 
attere  a  considerare  la  gran  . 

PIAZZA  DI  S.  MARCO,  la  q'^ale 
senza  punto   di   esagerazione   può    essere 

an* 


J^/vciu-aàes  ^Vèu-i/e^ 


^^-rociiraàe  ^y\uoi>e 


T  KI  M  0.  4T 

Innoveratà  fra  le    più  .belle    di    Europa. 
J^uesta  rendesi  oltre  modo  ragguardevole 
»er  fAbbricbe  singolari  che  la  circondano 
\on  Portici,   Colonnati,    Statue  j  Corni- 
:idni  ;  ed  altri  ornamenti  ,  sicché  rassem- 
irà  un  nobile  e  maestoso  Teatro  ,  Stende- 
;i  in  lunghezza  2S0.  passi,  e  no.  inJai*- 
;he22a  .   Dall'uno  de' suoi  lati,  e  iroè  dal- 
la parte  del  Campanile,  è  cinta  da  nove 
'alazzi  che    ne    rappresentano    un    solo  'y 
:olla  facciata  tutta    di    marmo,    distinta 
in  tre  ordini,  Dorico ,  ionico  ,  e  Corin- 
Itio ,  sostenuta  da    molti    Archi    che    for- 
lano  un  grande  Angiporto ,  il  quale  gira 
:utto  air  intorno  i  sino  ali*  estremità  dd- 
la  Piazza  .  Queste  si  chiamano  le  Vrocu^ 
^atie  l^uoie  3  c^  eȈno  ab  tate  d.ign-Ec' 
icellentissimi    Procuratori    di    S.    Marco  : 
(Opera  principiata  l'anno    15S3,    sul    mo- 
dello del  Sansovino,  di    cui    sono    i    tre 
[primi  archi  dalia  testatura  della    libreria 
dirimpetto  al  Campanile,  f  seguenti    lo. 
sino  ai  13.  inclusive    sono    dello    Scarno* 
zio  ,  i  susseguenti  sono   di    Francesco   di 
Bernardino;  poi  di  Marco  della  Carità  al 
quale  nel  1^40.  fu  sostituito  il  Longhena 
che  visse  fino  al   16S2, 

Dall'altro  lato  ,    cioè    dirimpetto    alle 
Tslove  ^  sì  veggono  ìeTrocuratteFecchìe  ^ 
abitate  da  varj  ordini  di  persone  ,*  fabbri- 
ca 


4^  G  I  0  RH^T  ^  ^ 

ea  che  ha,  come    l'altra,   esteriormsnM  » 
uno  stesso  disegno,    ma   di    Ordine  Tos- 
co, sostenuta  da  57.  Pilastri  chs  forma- 
no un    Angiporto    corrispondente    all'al- 
tro,* e  fu  opera  di  un  certo  Mastro  Buo* 
no,  che  soleva  chiamarsi  Porri)  diS^M.i-^ 
ria  sul  principio  del  1500.  ,  nel  cui  tem. 
pò  Gominciò  a  decadere  T  antica    barbara 
maniera  di    Architettura,   introducendosl 
i  principi  del  buon    gusto,    che    coli' os- 
servazione delle  Greche  e   Romane  anti- 
che   fabriche   andò    di    giorno    in    giorno 
crescendo,  e  fu  condotto  a  quel  grado  di 
perfezione ,  in  cui  si    vede    al    presente . 
Tutta  questa  gran  Piazza  e    stata    lastri^ 
cata  di  Selci  nell'anno    17^3.;    come    si 
sono  lastricate  di    poi    le    strade    pubbli- 
che, con  grandissimo  comodo  degli    abi- 
tanti, e  con  non  minore  ornamento  della 
Città  .  Contigua  alle  Vrocuraùe    Fecchh 
è  la 

TORRE  DELL'OROLOGIO,  posta 
sopra  Pilastri  di  marmo,  di  Architettnra 
antica,  ma  tutta  vaga,  fabbricata  T  anno 
3495.  col  disegno  di  Carlo  Rinaldi  da 
Regio,  celebre  Matematico.  Ella  è  alta 
piedi  82.  e  larga  i^.  per  o^^ni  Facciala 
posta  in  quadro ,  sostenuta  da  un  grand' 
Arco  che  rassembra  un  Portone.  Sopra': 
'Arco  vi  è  la  mostra  deli' Orologio  ,.   cfes 

coìr 


y^/'ù^cura^ 


m^^mmà 


Jzrocuraù 


f^HEl» 


ia.jrrsriiir^ 


%mMm 


Jxrocuratte  1  ecc/iic 


T  R  !  M  ^s  49 

coir  Indice  nota  le  Ore:  e  vi  sì  vetfe  an. 
^he  il  moto  del  Sole  e  della  Luna  per  l'i 
dodici  segni  del  Zodiaco  . 

Sopra  li  Mostra  siede  una  Immagine 
di  Maria  Vergine  j  di  tuttd  rilievo  ,  gran- 
de al  naturale  e  dorata  ,  posta  fra  due 
porticene.  Appiè  di  lei  gira  d'into^nto 
mezzo  Cerchio,  su  cui  posano  quaC* 
Statue  5  cioè  un  Angiolo  in  atto  di    suo-^ 

Inare  la  Tromba  :  e  i  tre  Re  Magi  ,  grandi 
quasi  al  naturale  ;  i  quali  col  girarci  delfa 
stesso  Cerchio  uscendo  fuori  di  una  delle 
Porticelle  ,  s*  inchinano  all'  Immagine  ,  eà 
■ntrano  per  1*  altra  j  dopo  diche,  le  Por» 
ticelle  si  serrano  amendue  da  se  stesse  : 
moto  e  artifizio  fatto  tutto  con  ruote; 
il  quale  però  non  si  lascia^  vedere  se  non 
nel  tempo  che  dura  la  fiera  dell' Ascea- 
lione ,  immediatamente  dopo  il  battere 
deir  ore  « 

Sulla  sommità  della  Torre  vi  sono  due 
Statue  di  bronzo,  chiamate  volgarmente- 
ì  Morì ,  nel  cui  mezzo  è  sostenuta  una 
Campana  grossa  sopra  un  palo  di  ferro.» 
salla  quale  le  due  Statue  battono  le  ore 
con  un  martello  per  una  ,  snodandosi  daj 
mezzo  in  su  con  arte  mirabile .  Restano 

vedersi   per  ultimo  i 

T|IE  STENDARDI,  posti  dirimpetta 
Ila 'facciata  della  Chiesa  >  i   cui    Piede- 


5©         G  1  0  K'H.AT  U 
stali  di  bronzo ,  scolpiti  a  mezzo  riliev© 
sono  stati  squisitamente  lavorati  da  Ales- 
sandro Leopardi  sotto    il    Principato    à-A 
Doge  Leonardo  Loredàno  negli  anni  1505- 
come  dimostra  r  Iscrizione  apposta  ^  So- 
pra di  questi  si  appendono  nei  giorni  più 
solenni    tre    grandi    Bandiere     dipinte    r: 
colori .    Prossima  alla  Chiesa  di   "S»  Mr 
co  per  fianco   alla    dritta   della  Sagrisi 
vi  è  una  Cappella  3  detta  di 

s.  Teodoro,  eh-  fu  ii  primo  pi-.- 

tettore  della  Città  j  fabbricata,  come  ci- 
cesij  da  Narsete,  Condottiere  genera:e' 
delle  armi  di  Giustiniano  e  Giustino  il. 
di  lui  Figliuolo,  in  Italia,  quando  ebbe 
vittoria  de*  Goti  negli  anni  564» 

Nel  Cortile  ov' è  situata  questa  C  r- 
pella  ,  vi  è  l'abitazione  dei  Canonici  de  - 
l^a  Chiesa  di  S.  Marco  ;  detta  perciò  ycl- 
garmente  Canonica  ,  Uscendo  con  brev^ 
cammino  ,  e  continuando  il  viaggio  ver- 
so la  Piazza  di  S.  Marco,  ia  quel  luogo 
che  si  denomina  la  Vìazzetta  d^ìl^Erb:-, 
è  collocata  la  Chiesa  di 

S.  B/^SSO,  la  quale  nel!'  anno  1076.  . 
edificata  dalla  Famiglia  Elia.  Arse  qi^  - 
sta  tìel  1 106. ,  e -poi  nel  167T./  ma  fub  a 
tosto  rifabbricata,  e  ridotta  in  forma  mi- 
gliore per  quanto  ha  permesso  ia  ristrfi- 
tezza  del  sito»  Ha  cinque  Altari    ricchi 

di 


marmi  e  ben  disposti,  l'Aitar  di  S* 
rancesco  ha  la  tavola  di  finissimo  mar- 
io  di  Carrara  a  mezzo  rilievo  ,  opera 
sai  studiata;  nelT Aitar  opposto  esimi- 
la statua  di  S.  Antonio:  e  ,in  quello 
el  Ss»  Sagramsnto  ergesi  un  nobile  Ta- 
ernacolo ,  Nella  mezza  luna  sopra  detto 
Itare  sta  dipinta  la  Crocifissione  di  Gè» 
ù  Cristo  di  mano  del  Capra  Milanese  : 
nel  vano  di  detta  Cappella  alla  destra 
eir  Aitar  maggiore,  vi  è  un  Quadro 
rande,  in  cui  il  Molinari  rappresentò  il 
martìrio  del  santo  Vescovo.  Gasparo  Di- 
lani dipinse  la  gran  tela  con  losposali- 
io  ài  S.  Catterioa  . 

La  Piazzetta  dell*  Erbe  che  le  sta  in= 
unzi  ,  è  adornata  di  un  bel  Selciato, 
'.Ito  due  pi'idi  in  circa  da  terra  ,  perirti- 
liendqre  il  Pozzo  dalle  acque  salse  :  al 
}U?Je  incomodo  essendo  qualche  volta  sog- 
getta qu-sta  Città  ,  la  pubblica  vigilanza 
la  posto  opportuno  ,  r  medio  con  molti 
P^ozzi  o  Cisterne  pubbich^,  f  tie  dap. 
pertutto  a  comodità  particolarmente  de' 
Poveri  .  Attraversando  tutta  la  Piazza  dal* 
la  parte  delle  Procuratie  Nove  ,  passando 
fatto  quel  Loggiato  si  trova  la  Chiesa  detta 
L'ASCENSIONE,  che  anticamente  di, 
rominavasi  S.  Maria  in  Broglio»  Questa 
fu  fabbricata  a  spese  del  Pubblico  ,  e  con* 
E  %  segna 


.5*       G  I  o  nx  ^  '^,^ 

segnata  ai  Cavalieri  Templari  ;  ma  estìn- 
to quest'Ordine  Militare,  la  Chiesa  ri- 
tornò sotto  la  tutela  del  Principe  ,  e  sot- 
to la  cura  de' Procuratori  di  Supra  che 
la  concedettero  ad  una  Confraternità  di 
persone  divote  *,  la  quale  riedificoUa.  ca- 
duta per  la  vecchiezza  ,  e  la  ridusse  in 
forma  assai  bella ,  ergendovi  tre  Altari 
di  fino  marmo ,  e  ornando  le  pareti  di 
l)Uone  Pitture  ;  fra  le  quali  il  Lazzarini 
ne  fece  una  ,  in  cui  rappresentasi  il  Tri- 
onfo di  Gesù  Cristo  in  Gerusalemme  . 

Di  Reliquie  si  venera  il  Corpo  di  S. 
Bonifazio  Martire  ,  con  alcune  altre  „ 
Avanzando  con  poco  cammino  a  sinistra 
sì  vede  la  Chiesa  di 

S.  MOISE',  Parrocchia  dì  Preti  J  la 
quale  viene  considerata  tra  le  più  anti- 
che di  questa  Città,  mentre  la  sua  pri- 
ma fondazione  fu  fatta  nell'anno  79^» 
daJla  Famiglia  Scopara  .  Fu  riedificata  V 
anno  1632.  Ha  sette  Altari  di  marmi 
fini  ,  ed  è  ornata  di  Pitture  dei  più  ce- 
lebri Autori  ;  cioè  del  Tintoretto ,  del 
Liberi,  del  Diamantinì ,  del  Cav,  Bam- 
bini ,  del  Brusaferro ,  del  Molinari ,  d' 
Antonio  Pellegrini,  e  di  altri.  All'Al- 
tare nella  Sagrestia  è  degno  d'ammira- 
zione il  Parapetto  di  bronzo.  Vi  si  rap- 
presenta con  quantità  di  piccole  figurine 

la 


T  ni  M  ^.  53 

1  sepoltura  di  Cristo  :  Opera  rara  de*  tra- 
ili Roccatagliata  . 
^'  I  Vi  sono  molte  Reliquie  ,  tra    le    quali 
if  flcune  de* Ss.  Innocenti,  di  S,  Luca  Van» 
elista,  di  S.  Gervaso,  de* santi    Teodo- 

0  e  Basso ,  e  di  S.  Vittore  primo    Tito- 
are  ,  ed  altre  . 

Vi  giacciono  le  ossa  di  Bernardo  Gior. 

'jio,  famoso  per  i  bei  versi  che  scrisse  in 

Lingua  Latina. 
La  facciata  ài  questa  Chiesa    ricca    ài 
armi  »  e  ornata  di  molte  Statue  ,  fu  fat- 

a  con  grande    spesa    per    un     lascito    di 
incenzo  Fini  Procuratore  di  S.  Marco, 

01  disegno  di  Alessandro    Tremignone  . 
opra  la  Porta  sinistra  in  Chiesa  si  vede 

an  nobile  mausoleo  del  Canonico  Ivano- 
vich  ,  uomo  celebre  nelle  lettere  .  Con» 
tinuando  il  cammino  diritto  ,  arrivasi  aU 
la  Chiesa  volgarmente  chiamata 

S.  MARIA  ZOBENIGO,    Parrocchia 
di  Pf eti  j  eretta  ne' principi  delia    fonda- 
zione di  Vinegia,  rifabbricata  la  seconda 
volta  delia  Famiglia  Zobenìgo  ojubanica  , 
sda  cui  prese  il  nome,     e    rinnovata    nel 
i63o.  sul  modello  di  Alessandro  Sardi  da 
varie  altre  nobili  Case  . 
La  facciata  ch'è    tutta    di    marmo    va* 
^gamente   ornata    d'intagli    e    di    Statue, 
isul  modello  di  Giuseppe    Benoni    celebre 
E  3  Ar- 


54  G  I  0  nH  '^  T  ^    ^ 

Architetto,  fu  eretta  per  legato  del  Ca- 
valiere Antonio  Barbaro»  che  mori  nell' 
anno  1^7^. 

Ella  è  una  delle  Matrici  y  ed  ha  sotto  (jret 
^i  se  altre  ti-edici  Chiese.  Queste  Chie» 
se  Matrici  erano  le  Battesimali  ;  e  Fio- 
doardo  le  chi^m^Titoiz  Battesimali  ^  per^ 
che  il  Batfesimo  non  si  dava  se  non  in 
alcune  Chiese  »  che  dal  Vescovo  erano  de* 
stinate  a» tal  uffizio:  Je  quali  prima  era- 
no dette  Vievi ,  e  le  subordinate  Titoli 
minori^  mentre  le  sole  Vescovili  erano 
le  vere  Matrici ,  Anzi  nei  primi  tempi , 
anche  nelle  grandi  Città,  vi  era  una  sola 
FoBte  battesimale,  il  che  si  osserva  in^ 
molte  Città  d' Italia  e  così  battezzava 
il  solo  Vescovo ,  il  quale  pure  solo  ri-» 
conciliava  i  Penitenti  all'Altare,  e  solo 
offeriva  il  sagrosanto  Sagrifizip  ne* primi 
secoli  del  Cristianesimo,  In  questa  Ghie^ 
sa  3  il  cui  Titolare  è  la  Ss.  Vergine  An- 
nunziata, vi  sono  sette  Altari  :  e  fra  le 
preziose  Pitture  ve  ne  ha  del  Tintqret- 
to ,  di  Giulio  dal  Moro,  del  Palma  gio- 
vine, di  Antonio  Zanchi ,  del  Salvìatì , 
«ili  Carlo  Loth  ,  e  d'altri  moderni  •  Fra 
le  Reliquie  che  vi  si  venerano,  le  prin^. 
cipali  sono,  i  Corpi  de' Ss.  Martiri  Ana- 
stasio e  Vincenzo,  Antonio  ed  Eugenio, 
come  pure  il  Corpo  di  S.  Pellegrino  M. , 
.;  ed 


ti 

1  ti 


■■:) 


V  R  I  M  ^.  55 

è  un*  insigne  ùel  Beato  Gregorio  Bar- 
;>arigo  fu  Cardinale  e  Vescovo  di  Pa^o* 
pa  ,  nato  in  questa  Parrocchia  ,  4i  cui  si 
jrede  pure  un'eccellente  Statua  collocata 
jiopra  un*  Altare  ,  opera  del  Morlaiter  . 
I  Giacciono  quivi  le  ossa  di  Sebastiano 
Foscai-'ini  Filosofo,  e  di  Girolamo  Moli- 
no Poeta  ftaliano .  Poco  più  oltre  si  tro- 
VSL  la  Chi-'sa   di 

:  S.  MAURIZIO,  Parrocchia  di  Preti, 
Fabbricata  dalla  Famiglia  Candiana  ,  che 
si  crede  essere  la  Sanuda,  Ha  sette  AU 
tari  adorni  di  raarmi  e  di  pitture  ,  e  la 
Cappella  maggiore  è  assai  vaga  ed  orna- 
"^  ,  Vi  si  Conserva  la  Reliquia  di  S.  Mau- 
rizio Martire ,  che  comparisce  ancora  tin- 
ta di  sar'gue  • 

Qui  giace  sepolto  Giambattista  Guari- 
ti,  Poeta  insigne,  che  morì  Tanno  1612, 
Vicino  al  Campanile  vi  sono  due  antiche 
fscrizioni  Romane  di  un  certo  CajoNii»- 
merio  trasportate  da  Pola.  La  Pittura  a 
fresco  che  vedesi  sul  muro  al  di  fuori 
iella  Chiesa  ,  colla  Madonna  ,  S.  Seba- 
stiano ,  e  S.  Rocco,  è  in  molta  venera* 
zione ,  ed  è  di  mano  di  Oi-azio  da  Ca- 
stelfranco , 

Fuori  di  questa  Chiesa  ertesi  contigua 
!a  Scuola  degli  Albanesi  o  Epiroti  ,  una 
delle  più  antiche  Confraternite  della  Cit* 


56  G  I  0  R  ^  u4  T  ^i 

tà,  la  quale  merita  di  esser  veduta  pel- 
le varie  Pitture  di  mano  antica .  fiopra 
l'ingresso,  in  alto  vedesi  scolpita  in  mar^ 
mo  a  basso  rilievo  la  Città  di  Scutarì 
Capitale  dell'Albania ,  con  le  memorie 
degli  assedj  sostenuti  Tanno  1474.,  e 
1478.  Giunti  dopo  brieve  cammino  nella 
Piazza  di  santo  Stefano,  e  volgendo  a 
sinistra  verso  il  fine  della  medesima  ,  pre- 
sentasi a  vedere  la  Chiesa  di 

S.  VITALE,  detta  S.  Fidala    Parroc. 
chia  di  Preti ,  fabbricata  a  proprie    spese 
dal  Serenissimo  Doge    Vitale    Fallerò    V 
anno  1084.  Divenuta  cadente  per  la  gran- 
de antichità  ,  fa    rifabbricata   dai    fonda- 
menti* in  questi  ultimi  scorsi    anni    colle 
limosine  di  persone  divote  ,  La  Facciata 
però  tutta  di  marmo  fu  innalzata  col  di- 
naro lasciato    per    testamento   dal    Doge 
Carlo  Contarini  ài  cui  è  posto    il    simo- 
lacro  e  quello  della    Dogaressa    sua    mo- 
glie in  due  nicchie  nella  stessa    Facciata 
La  Tavola  dell'Aitar  maggiore  è    Opera 
rara  di  Vittore  Carpaccio.  Le    due    Sta- 
tue al  naturale  che  spalleggiano  detto  Al- 
tare ,  sono  di    Antonio    Gai.    All'Aitar 
dell'Annunciata    il    mezzo    rilievo    e    le 
due  Statue  ai  Iati  sono  opere  belle  di  An-  \ 
tonio  Tarsia.  Negli  Altari  minori  visone 
le  Tavole  dipinte  nel  secolo  corrente  (Ja- 

elì 


TRIM^.  57 

li  eccellenti  pennelli  del  Pellegrini ,  de! 
iazzetta  5  del  Trevisano,  del  Rizzi,  e 
sHa  Lama  .  Q^aivi  è  sepolto  Lorenzo 
larcello,  che  si  sagrificò  per  la  Repul>- 
ica  ai  Dardanelli  Tanno  1656.  essendo 
apitan  Generale  . 

Tralasciando  per  ora  la  Chiesa  di  S. 
j  Itefano,  e  proseguendo  il  viaggio  a  ma- 
o  sinistra  s*  incontra  la  Chiesa  de' 
SS,  ROCCO  E  MARGHERITA,  de- 
icata  un  tempo  a  S.  Susanna.  Questa 
ra  prima  della  Confraternita  di  S,  Roc- 
o ,  da  cui  fu  rinunziata  quando  i  Con- 
Jitelli  scelsero  il  nuovo  sito  in  cui  si 
:de  al  presente  la  magnifica  Scuola  gran- 
fi di  S.  Rocco  vicino  ai  Padri  Minori 
conventuali  nel  Sestiere  di  S,  Tao/o,  di 
ui  parleremo  a  suo  luogo. 

Li  questa  Chiesa  vi  sono  cinque  Alta» 
i,  tra  cui  il  Maggiore  è  di  marmi  fini. 
>lla  è  ornata  di  belle  Pitture  del  Mon- 
smszzano,  di  Matteo  Ingoli ,  e  di  Gi- 
oiamo Pilotti  j  ma  sopra  tutte  èingran- 
e  venerazione  un'  Im.magine  di  Nostra 
ignora,  la  quale  era  prima  nella  Cat- 
edrale  di  Misistrà  Città  delia  Morea , 
etta  anticamente  Sparta,  donata  da  Fran- 
esco  Barbaro  ,  che  fu  Proveditore  in 
Iparta  Tanno  i54f.  Seguitando  sempre  a 

Iinistra,  dopo  non  molto  cammino  ,  è  la 
Ihlesa  di 


5«  O  I  0  RX  ^  T  ^ 

S.  SAMUELE  ,  Parrocchia  di  Preti. 
Fu  fabbricata  dalla  pietà  di  due  nobili 
Famiglie  Boldu  e  Soranzo  nell'anno  looo. 
Si  cominciò  poi  a  restaurare  nell'anno 
i6So.  j  ond'è  ridotta  in  istato  molto  de- 
cente ,  essendo  anche  ornata  di  buone  e 
Squisite  Pitture  del  Cav.  Liberi,  e  del 
Cav.  Bambini.  Vi  si  venera  pure  un  Brac- 
cio colla  mano  di  S.  Valentino  Prete  ,  e 
un  Dito  di  S.  Spiridione.  Ritornando  in« 
di.e|:ro  ,  si  trova  il  Monastero  e  la  Chiesa 
di, 

S,  STEFANO  Protomartire,  Illa  è  sta- 
ta terminata  negli  anni  13^5.  ornata  poi 
di  marmi  e  di  statue  ne'  secoli  posterie* 
ri.  Ha  molti  Altari:  e  nel  Maggiore 
sorge  un  maestoso  Tajbernacolo ,  ricco  di 
marmi  con  belle  colonne  ,  circondato  dal' 
Je  statue  de' dodici  Apostoli ,  grandi  q':a- 
si  al  naturale,  scolpite  da  Vittorio  Gatr, 
bello  ^  Gii  altri  Altari  sono  pur  tutti  ric- 
chi di  marmi,  e  con  beile  pitture,  del 
Palm'a  vecchio,  del  Corona,  del  Foler, 
del  Lorsnzetti,  del  Diziani  ,  del  Brusa- 
fero  ;  di  Gian  Antonio  Pellegrini  ;  ma 
fra  tutte  si  distingue  la  Tavola  colla  na» 
scita  della  B.  Vergine,  e  nell'alto  una 
Gloria:  opera  insigne  del  Cavalier  Barn- 
,bini^ 

In  questa  Chiesa  giacciono  sepolti  mol» 

ti 


T  n  I  M  .4.^  59 

;i  Uomini  celebri.  Sotto  J* Organo  ripo- 
ano  le  ossa   di    Giambattista    Beltrando 
jo,   ''rancese  ,  Prete  Cardinale  del  Titolo  di 
>.  Gfìsogono,  morto  in  questa  Città  nel 
ì^icembre    1560,    Le    ceneri     di    Marina 
iorgio  Filosofo  dottissimo,  facondo  O. 
e!jratore>  e  Senatore  illustre,  che   sostenne 
n©Ite  legazioni  e  corresse  alcune    Leggi 
)er  Decreto  del  Senato,  giacciono  in  un 
•icco  Sepolcro  con  una  lunga  Iscrizione  • 
Così  pure    quel/e    di    Antonio    Cornato,' 
inch'egli  Filosofo  celebre  dell'Universi- 
tà di  Padova .  Sopra  la  porta   maggiore  si 
^ede  un  Mausoleo  con  statua  Equestre  di 
Domenico    Contarinì  f    die   ottenne    dal 
^e  di  Francia  d'inquaftare   i    Gigli    nel 
i|5U0  Stemma  gentilizio .  Nel  Chiostro  so- 
ra  la  porta  per  fianco  si  vede    il    sepol- 
cro di  i^ndrea  Contarini  eletto  Doge  nel 
13^7»  e  morto  nel    1382,    sotto    il    quale 
ell'anno    1380.    fu    adoperata    da'Vene- 
iani    per    la    prima    volta    l' artiglieri^i  • 
nsorta  essendo  la  guerra  contro  i  Geno- 
esì ,  che  occuparono  Ja  Città  di  Chiog- 
gia ,  vi  andò  il  medesimo  Doge  in   qua- 
ità    di    Genera^Ie ,    ed  Ammiraglio    dell* 
■Armata  navale  fu  Vittorio  Pisani ,  Quivi 
assalirono    ambedue    con    ^ran    valore    lì 
Genovesi,    che    rimasti    essendo    vinti   e 
sconfìtti ,  fu  ricuperata  la  Città  li  22.  di 

.     Giù- 


5d  G  I  0  R'KUT  U 

Giugno  dell'anno  13 So.  con  grandissima 
gloria  (lel  Doge  Contarini ,  che  con- 
dusse in  trionfo  alla  Patria  da  cin- 
que mila  e  più  Genovesi  prìgionieii . 
Sopra  il  sepolcro  suddetto  leggesi  in  let- 
tere gotiche  questo  Epitaffio  4  Htc  sacè^- 
*Ar:dreas  stirph  Coat  arena  ..*..  Nelms?- 
20  della  Chiesa  giace  sepolto  il  gran  Prìr.* 
cipe  Francesco  Morosini,  valorosìssirno 
Capitano  ,  e  Conquistatore  della  Morea  , 
morto  l'anno  1694.  sul  cui  sepolcro  si 
Veggono  le  Armi  ,  e  Trofei  di  bronz-  . 
Sopra  la  Porta  che  corrisponde  al  Cor - 
vento  si  Vede  la  statua  di  marmo  di  Bar* 
tolommeo  di  Alviano,  Capitano  di  gran- 
^'ardire  e  valore  >  il  quale  perciò  fa  col- 
mato di  moiri  onori  5  e  morto  nel  15 '5' 
fu  lodato  con  Orazione  funebre  da  An- 
drea Navagero  Nobile  Veneziano ,  ch'era 
giovine  di  grand*  eloquenza  . 

Uscendo  quindi ,  e  passato  un  ponte  , 
si  vede  la  Chiesa  dedicata  alT  Arcangelo 
S«  Michele,  che  dicesi  volgarmente 

S.  ANGIOLO,  Parrocchia  di  Preti, 
a^ica  ,  mentre  si  tiene  fondata  negli  an- 
ni 920.  Ha  nove  Altari  assai  ben  dispo- 
sti,  e  fabbricati  con  scelti  marmi,  ado- 
ni di  belle  pitture,  tra  i  quali  quello  del 
Santìssimo  Sagramento  è  fornito  di  tre 
statue  del  celebre  Mauro;  di  cui  pure    è 

oper^ 


opera  insigne ,  la  statua  di  marmo  rap- 
presentante s.  Giambattista  5  collocata  so« 
ra  il  Battisterio  di  questa  Chiesa,  che 
a  la  Conca  di  Piera  del  Paragone  ,  tut- 
a  di  iin  pezzo.  Lateralmente  all'Altare 
suddetto  vi  è  un  Quadro  nraride  comin- 
ciato dà  Tiziano  ,  e  terminato  dal  Pal- 
ma .  Q^uello  ,  che  vedesi  dall'alto,  e  rap- 
presenta li  tre  Angioli  adorati  d  Abra- 
mo, è  di  Sebastiano  Rizzi.  Il  Quadro 
«opra  la  pòrta  del  Campo  con  la  Cena  di 
Gesù  Cristo  è  del  Tintoretto  ,  l'altro  eoa 
la  Beata  Vergine,  ed  alcuni  santi  è  del 
ZambelUno  . 

In  questa  Chiesa  è  Sepolto  Carlo  Ar- 
senio Nobile  Bergamasco  ,  che  tradusse 
in  lingua  Bergamasca  il  Tasso  . 

Vi  si  venerano,  il  Corpo  di  S.  Cle« 
mente  Martire,  il  Capo  di  S.  Gordiano, 
quello  di  S.  Fedele,  e  quello  di  S.  Re- 
sti tu  to  MM.  ec. 

Vicino  alla  detta  Chiesa  Vedesi  un  O- 
ratorio  molto  antico  ,  eretro  nello  stesso 
anno  920,  dalla  famiglia  Molesini  ,  ora 
detta  Morcsini  i  che  lo  dedicò  ali*  An- 
giolo Gabriello,  e  lo  diede  in  custodia  a 
quattro  Monaci,  da'quali  fu  tenuto  sino 
all'anno  1007.  Questo  al  presente  è  di' 
venuto  Confraternita  degli  Zoppi,  sotto 
l'invocazione  della  B.  Vergine  Annua- 
F  ziata  • 


62  G  I  O  RX  ^  T  ^ 

xiata  .  Ha  un  solo  Altare,  ma,  ricco  di 
marmi  ;  e  il  luogo  è  fornito  di  beile  pit- 
ture di  Antonio  Trivaj  di  Pietro  Rie» 
chi ,  e  di  Domenico  Bevefense  .  Segui- 
tando il  cammino  diritto,  si  truova  ncn 
molto  lontana  la  Chiesa  di 

S.  BENEDETTO,  che  il    volgo    dice 
s.  Benetto  ,  fabbricata   dalle   antichissime 
famiglie  de'Caloprini  ede'Falieri,  negli 
anni    1175.  la  cura  della  quale  fu  data  al T 
Abbate  de' Monaci  Cistcrciensi  di  s.  Mi- 
chele Arcangelo  di  Brondolo  .  Ma  demo- 
lito il  detto  Monistero    a    cagione    delle 
guerre,  passò  il  governo  di  questa  Chiesa 
ai  Canonici  Regolari    del    Monistero    di 
s.  Spirito  dell'Ordine  di  s.    Agostino^  di 
Chiozza ,    i  quali  per    cura    delle   anime 
mantenevano  due  Sacerdoti  Secolari .  Fi- 
nalmente l'anno  1437.  nel  mese  di  Mar- 
zo, sotto  il  Pontificato  di  Eugenio   IV.  5 
essendo  Patriarca  di  Vinegia  s»    Lorenzo 
Giustiniani  ,    fu  eretta  in    Parrocchia    di 
Sacerdoti  Secolari .  Divenuta  poi  cadente 
fu    riedificata    da' fondamenti    negli    anni 
16 19.  in  assai  vaga  forma  con    sette    Al- 
tari ,    dalla    pietà    di    Giovanni    Tiepolo 
Patriarca,  Riguardo  alle  pitture  vi  è  una 
bella  Tavola  di  Sebastiano  Mazzoni  !^-:c- 
rentino,  ed  altre  del  Pilotti  ,  e  del  Tie- 
poletto  V  Ma  più  di  tutto  merita  osserva^ 

zions 


?:ione  il  bell.^simo  altare  ài  s.  Sebastiano 
:on  colonne  di  verde  antico  ,  la  cui  Palla 
Fu  dipinta  da  Bernardo  Strozzi  j  detto  il 
Prets  Genovese  , 

Fra  le  coss  sue  ragguardevoli  è  degna 
jdi  essere  osservata  la  Cappella  della  fa- 
miglia Contarini ,  ricca  di  finissimi  mar- 
mi, e  di  varj  monumenti  . 

Veneransi  il  Dito  pollice  di  s.  Bene- 
'detto  ,  i  Corpi  di  s.  Vito  M.  ,  di  s.  Fer- 
mo,  di  s.  Anseinoo.j  di  s.  Viviano,  e  di 
s.  S.ìbina  MM. ,  di  s.  Giraldo  M.  ,  di  s. 
|Gregorio  Vescovo  :  de'  Ss.  Tiburzio  e 
aleriano  ;  di  s.  Vitale,  di  s.  Felice  ,  e 
Idi  s.  Vittoria  MM.  Dopo  non  molto  cam- 
mino si  truova  la  Chiesa  di 

S.  PATERNI  A  NO ,  Parrocchia  di  Preti 
la  quale  dicesi  fibbricata  circa  Tanno 
1200.  dalle  famiglie  Bancanica  ,  Andrear- 
da ,  Fabiana  e  Muazza  .  V^olf,endo  a  si- 
nistra ,  dopo  trascorsi  alcuni  vicoli ,  si 
iugne  alla  Chiesa  dedicata  al  Vangeli- 
sta . 

S.  LUCA,  Parrocchia  di  Preti,  fab- 
bricata dalle  famiglie  Pizzamana  e  Dan- 
dola Verso  l'anno  1146.  .  Essendo  poi  ro- 
vinosa per  l'antichità,  fu  rinnovata  da' 
fondamenti  in  vaga  e  moderna  forma , 
con  nove  Altari  adorni  ài  ricchi  marmi» 
lì  sito  di  questo  Tempio  e  nel  mezzo 
F2  dellii 


C 


64       Giòn^^Ta 

della  Città:- che  perciò  nella  pia2za  cfi? 
gli  è  contigua,  vedesi  piantato  un  Albe- 
ro, cui  a  certi  tempi  si  appende  un? 
Stendardo  dell'Arte  dei  Pittori. 

Fta  le  molte  belle  Pitture  ,  vi  è  la  Ta- 
vola della  Cappella  maggiore,  opera  iri^ 
sìgne  di  Paolo  Calliari,  detto  il  Vero- 
nese ,  Nei  lati  dello  stesso  Altare  vi  sono 
due  Quadri  :  in  uno  vi  è  la  Cena  di  Cri- 
sto N'.  S.  con  una  figura  in  piedi  barbata 
rappresentante  Pietro  Aretino;  e  nell'al- 
tro, Pilato  che  si  lava  le  mani ,  d*AIvi« 
«e  Benfatto  nipote  di  Paolo.  Il  soffitto 
ài  questa  Chiesa  di  bellissima  Architst. 
tura  fu  dipinto  a  fresco  da  Domenico 
Bruni,  con  bellissima  Architettura. 

Vi  si  venerano  una  Spina  di  N.  S.,  il 
Capo  di  S.  Gregorio  Nazianzeno  ,  e  quel, 
lo  di  s.  Adriano  M.,  un  D.to  di  s.  Agne- 
se ec. 

In  questa  Chiesa  giacciono  le  ceneri  di 
parecchi  Uomini  Letterati,  fra  i  quali  il 
famoso  Pietro  Aretino  cognominato  F/rf- 
gello  dei  Vriìscipì  per  il  suo  licenzioso 
mordacissimo  modo  di  scrivere  .  In  un 
medesimo  sepolcro  furono  posti  Lodovico 
Dolce  posta  Tragico  e  Traduttore  di 
molte  Opere  Latine  nell'Italiana  favella; 
Pionigi  Atanagi  da  Cagli,  grande  Osser* 
yatore  delle  regole  della  lingua  Toscana, 

e 


t  Alfonso  UUoa  Spagnuolo  ,  Scrittore 
^ella  Vita  di  Carlo  V.  e  di  Ferdinando 
|.  Imperadore  .  In  un  altro  sepolcro  giace 
Girolamo  Ruscelli ,  che  scrisse  del  modo 
\\  comporre  Versi.  Evvi  sepolto  ancora 
i' Aromatari  Medico,  e  Scrittore  celebre 
\i  Medicina.  II.  Palazzo  di  GasaGriTia- 
ni  posto  a  lato  di  questa  Chiesa  è  insigne 
lavoro  dell' Architetto  Michele  di  s.  Mi- 
chele .  Ritornando  addietro ,  dopo  non 
Uingo  cammino,  vi  è  la  Chiesa  di 

S.  FANTINO  ,  Parrocchia  di  Preti 
sretta  negli  anni  966.  dalla  Nobile  Fa^ 
miglia  Pisani ,  e  poi  rifatta  dai  fonda- 
menti nel  secolo    sedicesimo  ,    con    beJ/a 

soda  Architettura  ,  creduta  comune^ 
mente  del  Sansovino,  (  di  cui  è  cartola 
maestosa  Cappella  maggiore)  tutta  inoro* 
stata  di  marmi  ,  con  cinque  Altari  .  Q^uel- 
\o  in  cui  si  conserva  1' AugustissimD  Sa- 
cramento ,  è  tutto  di  finissime  pietre  j  e 
il  rendono  mirabile  le  Figure  di  bronzo  _, 
i  rimessi  di  varj  colon,  e  gi' intagli  ch^ 
vi  si  veggono  , 

Del  Palma  giovine  è  la  Ta'ola  di  Cri» 

Ìsto  morto;  come  pure  un*  altra  gran  Tela 
vicina  alla  Porta  maggiore  colia  B.  V.  3 
un  Doge  ,  e  la  Serenissima  Signoria  .  Le 
altre  Pitture  sono  parimente  di  valenti 
Maestri  ,  cioè  à^ì  Peranda  ,  di.Cesare  deì- 
f  3  le 


<$6  G  I  O  R7i  ^  T^ 

le  Ninfe,  di  Andrea  Vicentino  ,  e  di  A], 
berto  Calvetti  ;  ma  tra  queste  distinguesi 
molto  la  Crocifissione  di  Gesù  Cristo, 
opjra  insigne  di  Leonardo  Corona  da 
Murano*,  e  un  Q^uadro  nella  Sagrestia 
colia  Bsaca  Vergine  >  e  col  Bambino ,  di 
mano  di  Gian  Bellino. 

Vi  sono  i  Corpi  di  s.  Lucido ,  e  di  s. 
Marcellina  MM. 

Nella  medesima  pìcciola  Piazza  sì  ve- 
de T  Oratorio  dedicato  a  s.  Girolamo, 
che  vien  dettò 

SCUOLA  DI  S.  FANTINO,  per  es- 
sere dalla  Chiesa  di  questo  Titolo  poco 
lontana.  Questa  è  una  fabbrica  di  vaga 
e  ricca  prospettiva  sul  modello  di  Aks- 
sandrtìt.  Vittoria  j  con  due  facciate  di  mar. 
mo.  I  Fratelli  di  questa  Confratetnità , 
con  esempio  di  ammirabile  carità,  s'im. 
piegano  nelT  assistere  a  que' miserabili  , 
che  p2r  le  colpe  commesse  vengono  dalla 
Giustizia  condannati  a  morte  • 

Vi  sono  due  Altari,  l'uno  tutto  di 
pietra  del  Paragone,  ornato  di  bellissi- 
me Figure  di  Bronzo,  opere  del  suddet- 
to Vittoria  :  l'altro  dedicato  a  s.  Girola- 
mo, di  cui  vi  è  l'Immagine  scolpita  in 
marmo  dallo  stesso  Vittoria .  Nella\sala 
superiore  tutto  il  soffitto  è  dipinto  dai 
Palma,  La  Tavola  dell'Altare    con   No- 

stm 


'  *?/  J^/vsjuecà  imJ^in/ecuc  /neaàe . 


^^facc/a/a  {7/7AVY4J/V  cnV /^acuv  /ec77/v 


V  K  I  M  ^,    ^  (,7 

|tro  Signore,  e  s.  Girolamo  è  opera  in* 
[igne  del  Tintoretto  3  di  cui  vi  è  la  stam- 
ìntagliata  da  Agostino  Carazzi  .  I 
[uadri  che  rappresentano  la  Passione  di 
Tristo  5  sono  tutte  opere  di  Leonardo  Co- 
Iona :  trattone  quello  j  in  cui  Pilato  Io 
lostra  al  popolo  ,  che  è  di  Baldissera  di 
nna.  Nel  soffitto  di  questa  stanza  ve- 
lesi  una  Tela  che  rappresenta  T  Assun- 
;ione  di  Nostra  Signora  ,  con  altre  Sto- 
rie 5  nelle  quali  si  veggono  dipinti  al  na- 
turale i  Ritratti  di  alcuni  amici  del  Pit- 
tore ,  cioè  di  Tiziano*,  di  Alessandro 
'ittoria  ,  e  di  alcuni  celebri  Musici  : 
>pera  del  Palma  giovine ,  il  quale  vi  ha 
lipinto  anche  se  stesso  colla  sua  moglie . 
Dair  altra  parte  nella  stessa  Piazza  ve* 
idesi  il 

NUOVISSIMO  TEATRO,  dstto  L^4. 
ÌFE'Ì^ICE  y  incominciato  neli*  anno  1791., 
|cd  in  mesi  dieciott«  condotto  al  suo  ter- 
mine .  Una  Nobile  Società  di  persone  a 
proprie  spese  lo  fece  fabbricare  dietro  il 
disegno  ,  ed  assistenza  del  giovine  Archi- 
tetto Antonio  S^lva  Veneziano  allievo 
dell*  erudito  Tommaso  Temanza  .  La  fron- 
te sul  Campo  ,  che  dapprima  vuol  essere 
considerata,  corrisponde,  alla  principale 
entrata  di  terra  colla  Loggia  Corintia  in« 
feriormente,  ed  alle  Saie  di  cornane  adu, 

nanza 


6S  G  I  0  RU^  T  ^ 

nanza  al  piano  superiore.  Entrando  nella 
detta  Loggia,  e  di  Jà  rettamente  progre- 
dendo alcun  poco,  si  ritrova  una  capace 
porta,  die  da    ingresso    all'atrio    interno? 
del  Teatro.  Facile,    ed  ampia  scalla    in  | 
tre  rami  divisa  in  una  fronte  si    esibisce  f 
alla  dolce  salita  ,  due  dei  quali    mettono  ! 
all'androne  dei  palchetti,    del  così    det* 
to ,  Ve-piano  ^  ed  il  ramo  di  mezzo  con- 
duce alla  Cavea,  ossia  Platea  del  Teatro  . 
Questa  Cavea  è  conformata  di  un    Semi- 
circolo  prolungato  alcun  poco  curvamen. 
te  .  Degno  di  osservazione  si  è  il  Forni- 
ce che  coperchiai!  Teatro  ,  che  con  equa- 
bile curvatura  piacevolmente  si  distende, 
il  che    dovrebbe    non    poco    giovare    allo 
spandimento,  e    raccoglimento    del    suo- 
no. Ampio  e  capace  si  è  il    Palco    Sce^ 
nico,  e  grossa    muraglia    sostenuta    sopra 
l'apertura  del  palco  da  un  arco  che  pren- 
dale mosse  sui  muri    esterni    del    Teatro 
separa  la  Scena  dalla  Platea,  per    rende- 
re così  meno  gravosi  i  danni  che  da    fa- 
tale incendio,  cui  per  propria  costituzio- 
ne pur  troppo  vanno  soggetti    gli    edifiz/ 
di  questa  natura  ,  potessero  provenire  ,    e    \ 
per  una  maggior  cautela  sono  pure    state 
formate  due  torri  laterali  al  palco  mede- 
simo, sulle    quali    stanno    continuamente 
disposte  delle  ingegnose  macchine  Idrau- 
liche 


T  K  T  M  ^.  69 

iche  a  questo  flagello  in  qualche  manie' 

provveditrici  .  Tutto  il  vaso  óqì  Tea- 
o ,  e  lo  Sipario  sono  stati  dipinti  dal 
ivalier  Fontanesi  di  Reggio  ,  opera  del 

nnello  de!  quale  è    pure    una    porzione 
^lle  Scene,  e  T  altra  parte  è  stata    fat- 

da  Pietro  Gonzaga  Veneziancr  .  La 
irte  postica  dell' edifizio  che    con-ispon> 

all'entrata  d'acqua  marita  pur  di    es- 
»r£  riguardata,  ed  una  bella  e  giudizio-, 
i  slmplicità  congiunta  ad  unagranlezza 

parti  e  inagnifìcenza  d' irfsieme  si  scor- 
;rè  spazziare  p^r  ogni  lato  della  fab-- 
rica  . 

Seguitando  il    cammino    per    la    strada 
€tta  Ca//e    dei    Fabbri  ^    si    giugne    alU 
hiesa  consegrata  alla  Trasfigurazione  di 
Móstro  Signore  ,  detta 

S.  SALVATORE,  Parrocchia  di   ?re- 

.  Dicesi  ,  che  questo  Tempio  sia  s!:at-> 
abbricato  nel  secolo  VII.  dalle  famiglia 
ralatazzì  e  Cctrosi  ,  antichissime  .  Lìì 
"hiesa  che  al  presente  si  vede  fucomin* 
iata  negli  anni  1506.  da  Giorgio  Spa- 
enti  eccellente  Architetto  ;  ma  dopoal- 
;uni  anni  essendo  egli  morto,  ne  intra» 
)rese  il  lavoro  Tullio  Lombardo,  che  ri- 
ormò  il  disegno  dello  Spaventi  ,  e  fa 
empiuta  l'anno  1534.  coli*  assistenza  di 
acopo  Sansovino,    che  dls-gnò    l'Altare 

deli' 


7©      G  1 0  nv:  ^  T  a 

<ìeir  Anunziata  ,  e  la  Porta  laterale,  che 
vedesi  interiormeate  col  bassamento  dell' 
Organo.  Nel  1569.  fu  fatto  il  Coro, 
(nel  1741.  per  improvviso  incendio  ab- 
bruciato) opera  dello  Scamozio,  essen- 
dovi stato  chiamato  in  quei  tempo  anccr 
gÌGvJtretto  per  aprire  ie  tre  Cuppole  ,  che 
prima  eran  chiuse,  e  farvi  le  tre  Lanter- 
ne che  ora  si  veggono.  Si  ammira  questo 
Tempio  come  eccellentissima  opera,  e 
fjrse  la  più  perfetta  e  corrispondente  nel- 
le sne  parti  di  quante  altre  si  veggano  in 
genere  di  Architettura  in  tutto  il  rimav 
yi:nte  della  Città., 

Contiene  tredici  Altari  ;  nel  Maggio-: 
ti  vi  è  una  Tavola  di  Tiziano,  sotto  cui, 
ne  sta  un'altra  di  fino  argento  con  Fi-i, 
g'irine  di  basso  rilievo  alte  un  piede, *la! 
qù\\e  però  non  si  scuopre  se  non  nei  gior- j 
(lì  più  solenni.  Un'altra  Tavola  di  Ti-! 
;5Ìano  collMnnunziata  è  sopra  un  altro 
A'taie;  ed  è  la  famosa  che  fu  intagliatali 
in  rame  da  Cornelio  Corre,  e  che  Tizia- 1 
no  stesso  credette  essere  opera  cosi  ps'-j 
fjtta  ,  che  appiè  di  essa  vi  scrisse:  TL 
tianus  fé  eh  ,  fech  . 

Nella  Cappella    del    Santissimo    Sacra» 
mento  lavorata  di  finissimi  marmi ,  la  cui 
Tribuna  è  fatta  a  Musaico  ,    si  vede    un 
Q ladro  di  Giovanni    Bellino,   rappresen- 
tante 


\  tante  Gesù  Cristo  in  EmmauS:  La  Tavo- 
la dell'Altare  di    s.    Antonio    Abbate    è 
opera  del  Pa!n:a  giovine  .   AI  Battisrerio  , 
ii  s.  Giambattista  è  di  Niccolò  Rinieri. 
Le  porte'le  dell'  Organo  sono  di  Frances- 
co Vecelli  fratello    di    Tiziano:    di    cui 
"'.ire  sono,  il  Salvatore  che  dà    L^    bene- 
.-irione,  in  un'Ovata  della    Sagrestia;    e 
iuori  di  essa,    il  s.  Leonardo    che    libera 
alcuni   Prigioni;   opera  fatta  a  fresco. 
Vi  sono  poi  altre    pitture    del    Bonìfa- 
i  ciò  ,  di   Polidoro,    del    Pilotto ,    del    P.=« 
renda  ,  del  Brusaferro  ,  del  Giordano  ,  di 
Pietro  Mera ,    di    Natalino    da    Murano ,' 
del  Piazzetta,  del  Diziani  ,    del    Fonte- 
basso,    e  del  Maggioto,    Si    veggono    i"i 
S?^:  questo    Tempio    alcune     statue    che    sono 
'"    tutte  di  mano  maestra  .    cioè    del    Sanso- 
vino,  di  Alessandro    V^ittoria ,    di    Tom- 
li'".,  maio  Lon:bardo,  di  Da-iese  Catanea  ,  di 
•"i  Jacopino  Colonna  ,  di    Girolamo    Campa- 
''^   gna,   di  Giniio  dal  Moro,    e    del    Seba- 
'"^    stiani  . 

*|i  Evvi  II  Corpo  dì  s.  Teoàoro,  che  fu 
^  il  primo  Protettore  della  Città;  ii  qua! 
"  ix  acquistato  da  Jacopo  D.indolo  negli 
anni  1256.  quando  sconfìsse  la  Città  di 
^fi!  Mes^mbria  ;  poiché  allora  il  trasse  fuori 
3"'  della  Chiesa  di  s.  SofHa  ,  e  lo  condusse 
i*  a  Costantinopoli ,  d'onde  poi  Mtìrco  Dìd - 
i-k)  portello  a   V:ne§-:2  . 


l^  G  I  0  H'H  ^  T  ^ 

Sopra  il  Eattisterio  sorge  il  bel  depo- 
sito  in  fino  marmo  di  Carrara  che  occu- 
pa tutta  la  facciata  ài  questa  parte  di 
Crociera  ,  eretto  alia  memoria  di  tre 
Cardinali  di  Casa  Cornar©  :  Marco  ,  Fran- 
cesco, e  Andrea,  sepolti  in  questa  Chie^ 
sa.  Architetto  ne  fu  Bernardino  Contin  ; 
di  cui  è  pure  l'altro  bel  deposito  nell' 
alti^  parte  della  Crociera  per  entrar  in 
Sagrestia  ,  eretto  alla  memoria  della  Re. 
gina  Cornar»  di  Cipro.  Nel  basso  rilie- 
vo sopra  la  porta  vedesi  la  rinuncia  che 
essa  Regina  fa  della  Corona  di  Cipro -al 
Doge  Agostin  BArbarigo  ;  e  le  sue  cene- 
ri che  prima  eran  nella  Chiesa  de'  Ss. 
Apostoli,  sono  dinanzi  la  porta  della  Sa- 
grestia con  quest'Iscrizione 

D.  O.  M. 

CATHERINE  CORNELIA, 

GYPRI,  HIEROSOLYMORUM, 

AC  ARMENIA  REGIN.^ 

CINERES. 

Vi  sono  pure  i  Mausolei  del  Doge  Fran-» 
Cesco  Veniero  ,  che  morì  nell'anno  I557«*» 
con  due  figure  di  marmo  assai  belle  ,  ope- 
re del  Sansovìno  ;  quello  de' Fratelli  Lo* 
renzo  e  Girolamo  Priuii ,  che  S'accedet- 
tero nel     Dogr^Ao    a    Fr?.n:eSco    Veniero, 

cret- 


eretto  con  singolare  struttura,  s  diricai 
inateria  ,  con  pietra  del  Paragone  ,  e  co- 
lonne con  Capitelli  di  bronzo;  eseguito 
da  Cesare  Franco  in  17.  anni;  e  qu,^i]o 
pure  di  Andrea  Delfino  Procuratore  di 
s.  Marco  ,  e  di  Benedetta  Pisani  sua  mo* 
glie,  nel  cui  rnsszo  sta  collocata  una  fi. 
gura  del  Salvatore,  grande  al  naturale, 
sco/pità  in  finissimo  marmo  da  Giulio 
dal  Moro  . 

La  bella  facciata  di  questo  tempio  , 
fcon  colonne  e  statue  fu  eretta  nel  1665. 
^er  un  lascito  di  Jacopo  Galli ,  ricchis- 
simo mercatante;  sul  disegno  del  Lon- 
ghena . 

Fuori  della  porta  laterale  che  mett- 
tielia  Merceria,  vedesi  affissa  nel  mura 
a  sinistra  una  pietra  di  marmo  rappresene 
tante  una  testa  Papale,  ed  una  mano  in 
atto  di  benedire  ,  e  rajrimemora  il  sog- 
giorno che  sì  crede  aver  fitto  in  queste^ 
iuogo  per  una  notte  il  Pontefice  Ales- 
sandro IIL  l'anno  1177. 

L'abitazione  poi  dei  Canonici-,  non  è 
punto  inferiore  alla  Chiesa.  Fu  ordinata 
da  Tullio  Lombardo  ,  e  corrpitita  da  San^ 
te  di  lui  nipote.  La  Sagrestia,  il  Refet- 
torio, le  Scale,  i  Cortili,  ed  ogni  aitrii 
Cosa  spirano  maestà  e  decenza  .  Nella  io» 
ro  L  breria    corre-  voce,    che    ci    sia    un 


'      74  G  IO  R  n  ^  T  ^ 

Manoscritto  di  s.  Efrem  Siro  .  Il  Refet* 
torio  ed  i  Chiostri  sono  ambedue  ricca- 
meate  abbelliti  di  colonne  e  di  altri  or- 
rtamenti .  Nelle  due  mezze  lune  d'ambi 
ì  lati  del  secondo  chiostro  si  veggono  es- 
presse a  fresco  le  beneficenze  usate  a  que- 
sti Canonici  da  due  Pontefici  Eugenio 
IV.  Condulmerò  ,  e  Gregorio  XII.  Cor- 
nero,  come  apparisce  dalle  apposte  Iscri- 
zioni . 

Nel  Chiostro  interiore  si  vede  la  Te« 
Sta  di  Marmo  del  celebre  Architetto  TuU 
iio  Lombardo  «  Continuando  il  c'amino  do* 
pò  Dochi  passi  si  ritrova  la  Chiesa  di  ^ 
si  EARTOLOMMEO,  Parrocchia  M 
Preti  5  fabbricata  la  prima  volta  dalla  fjp 
miglia  Orseola  l'anno  84».  Fu  poi  rifai;* 
ta  negli  anni  1070.  dal  Doge  Domeiiicc 
Selve  .  Nello  stato  in  cui  al  presente  il 
attrova,  fu  ridotta  da  Giovanni    Tiepolc 

i'ratriarca  ,  che  visse  dall'anno  1619.  sinc 
al  1632,  Ha  otto  Altari  fatti  di  marmi 
fini ,  tra  i  quali  bellissimo  è  il  Maggio 
re  ..  Tra  le  pitture  singolari  di  cui  vj 
adorna,  tutte  di  buona  n^iano ,  sì  distin- 
guono quelle  del  Palma  giovine  nellj 
Cappella  maggiore  ;  di  cui  pure  è  la  grat 
Tela  rappresentante  la  Storia  del  Serpenj 
te  di  Bronzo.  Ammiransi  pure  due  Qua  • 
èri  ai  iati  deli' Organp,  òel/issime  opere 

di 


V  K  ì  M  ^.  1% 

\  Fra  St:l)à§tìano  ò,t\  Piomba  .  Le  aler» 
fono  dì  mano  del  Corona.,  à^X  Peranda, 
lei  Malombra,  del  Vecchia  ec. 

Vi  feono  liiolte  Reliquie  ,  fra  le  quali 
dna  Gamba  di  s.  Bartolommeo  Titolar-^ . 

Sopra  la  Sagrestia  è  collocato  un  Ora- 
torio,  ove  adunasi  una  Confraternità  di 
parsone  divote.  (Questo  ha  un  Altare,  la 
cui  Tavola  è  del  Palma,  le  altre  pitture 
d'intorno  sono  di  Matteo  Ingoli  e  di' 
Arrigo  Falange  . 

Il  Fondaco  dei  Signori  Tedeschi  'V\c\^ 
no  riconosce  qussta  Chiesa  per  sua  Par- 
rocchia: end' è  che  in  e^sa  si  veggono 
Sepolcri  di  molti  Tedeschi  Cattolici  con 
Geroglifici  ed  Iscrizioni.  Volgendosi  a 
parte  destra  nslTuscire  di  Chiesa,  e  te- 
nendo il  camniiao  verso  la  via  detta  3  ^5- 
gli  Staoneri  ,  si  ritrova  la 

CHIESA  DEI  PRETI  DELL'ORA- 
TORIO, dedicata  a  s.  Maria  dì  Conso, 
lazione  ,  e  a  s.  Filippo  Neri ,  Questa  eb*» 
be  principio  nell'anno  1480.  da  una  mi» 
racolosa  Immagine  di  Nostra  Signora  la 
quale  fu  di  stimolo  alla  pietà  dei  Pedali 
di  ergerle  una  Cappella  con  un  Altare  . 
Continuò  in  tale  stato  fino  all'anno  1662. 
in  cui  li  22.  Novembre  fu  conceduta  dall' 
Eccellentissimo  Senato  ai  Preti  dell' Ora. 
,'|  iprio  di  s.'Filippo  Neri ,  che  Taggrandi- 
G  %  rono  j 


76  G  I  0  mi  ^  T  .4 

rono ,  e  fecervi  tre  Aitari  .    Ma    €SSc?n^a 
questa  troppo  angusta  al  concorso  dti  po- 
polo ,  fu  eretta  in  seguito  dopo  il    ijor. 
la  nuova  Chiesa  ,  che  al  presente  si  vede 
con  sette  Cappelle  e    altrettanti    Altari  , 
tutti  di  fini  marmi  j  le  colonne  dei  quali 
hanno  i  Capitelli  ,  e  le  Basi  di  bel    Me. 
tallo  .  D'  intorno  vedesi ,  ornata  di    otto 
Statue  di  marmo  bianco  j    e  sono    lavoro 
iÌQÌ  Signor  Torretti  ;  e  al  di  sopra  siveg* 
gono  rappresentate  in  bassi  rilievi  le  azio-» 
ni  più  singolari  del  loro  Patriarca  s.  Fu 
lippo.  Sopra  ogni  altra  cosa  però    è    de* 
gna  di  essere  considerata  la  Cappella  mag- 
giore, fatta  sul  modello  di  Giorgio  Mas- 
sari,  celebre  Architetto.  L'Altare  è  iso* 
laro  Con  maestoso  e  nobile  Tabernacolo , 
ai  lati  del  quale  si  veggono  due  Angioli 
ginocchioni  :    Opere    distinte    del   Signor 
M:>rlalter. 

Le  pitture  che  adornano  gli  Altari  di 
questo  Tempio  ,  tutte  di  Autori  moder^ 
Sii  ,  sono  la  Tavola  di  s.  Filippo  Neri , 
di  Giambattista  Piazzetta  ;  quella  col 
Cristo  in  Croce .  di  Gregorio  Lazzari* 
kì  ;  quella  di  s.  Anna  ,  di  Giambattista 
Tiepolo  ",  qwella  di  s.  Francesco  di  Sa- 
Ics  ,  delrAmigoni;  e  quella  del  E.  Gre« 
gorio  Barbarigo  ,  è  dipinta  del  celebre 
Cignaroli  ;  di  cui  pure  vi  è  uca  bella  Ta^ 

vola 


vola  della  B.  V.  ,  e  s.  Filippo  ne  IT  Ora- 
torio vicino  alla  Chiesa. 

Vi  sì  venerano  otto  corpi  di  santi  Mar» 
tiri,  che  riposano  sotto  le  Mense  di  cia- 
scun Altare;  una  Spina  delia  Corona  del 
Salvatore  J  una  porzione  notabile  di  Ca- 
pelli della  Santissima  Vergine  ,  riposta  in 
un  bellissimo  Reliquiario  di  argento,  or- 
nato di  alcune  gioje  ;  sei  grandi  Reli- 
quiari,  pure  di  argento,  con  Reliquie  di 
s.  Filippo,  di  s.  Francesco  di  Sales,  del 
B.  Gregorio  Barbarigo  ,  di  s.  Marnante  5 
de' Ss.  Innocenti,  di  s.  Anna  ec. 

Q;aivi  giace  il  celebre  Pittore  Giam- 
battista Piazzetta  nel  sepolcro  della  ca. 
sa  Albrizzi ,  tra  l'Altare  della  B.  V.  ,  e 
quello  del  B.  Barbarigo . 

Dalla  Chiesa  de' Padri  dell'Oratorio  , 
ritornando  addietro  per  la  stessa  via, 
detta  deg/ì  Stctgmri  ^  giugnesi  a  quella  di 

S.  GIULIANO,  eretta  prima  dall' an- 
tica Famiglia  Balbi,  e  poi  nel  1554.  ri- 
fabbricata in  gran  parte  per  opera  di  Tom- 
masino  Ravenna  Medico  eccellente  ;  qui 
sepolto ,  e  la  cui  statua  ài  bronzo  è  pò» 
sta  sulla  porta  maggiore  con  un' Iscrizio. 
ne,  sul  disegno  del  Sansovino .  Ha  sett-e 
Altari  ricchi  di  marmi  :  ma  tra  questi  è 
stimabile  quello  della  Scuola  Aqì  Mercieri 
per  ie  due  statue  che  gli  stanno  ai  Iati  5 
G  3  lap- 


7^5  G  I  0  FCK  ^  T  ^4 

rappresentanti  s.  Daniello,    e  s.   Catteri- 
na  ,  scolpite  da  Alessandro  Vittoria. 

Tra  le  molte  pitture  ,  che  adornano 
questa  Chiesa  ^  meritano  particolare  os» 
servazione  la  Tavola  con  Cristo  morto, 
e  alcuni  altri  santi,  di  mano  di  Paolo 
Veronese,  di  cui  pure  è  la  Cena  nella 
Cappella  del  Sacramento;  Taitra  Tavola 
con  Nostra  Signora  sedente ,  e  con  li 
Ss.  Giovarjni  Evangelista,  e  Giuliano: 
è  opera  rariss- na  del  Cordella  ;  e  il  bel 
Quadro  sopra  una  delle  minori  porte  con 
s.  Girolamo  nel  deserto ,  è  di  Leandro 
Bassano  .  Ve  ne  sono  poi  di  Vittore  Bel- 
liniano,  del  Palma  giovine,  del  Corona,, 
del  Trevisani,  e  del  Tiepolo. 

Riposano  in  qaesta  Chiesa  il  Corpo  di 
S.  Paolo  primo  Eremita,  recato  da  Co- 
stantinopoli da  Jacopo  Lanzuolo  negli 
anni  1240.;  ma  senza  il  Capo  eh*  è  in 
Roma  :  il  Corpo  di  s.  Germano  Marti. 
re,  con  alcune  Reliquie  di  s.  Giuliano, 
ed  altre  .  Uscendo  di  Chiesa  per  la  por- 
ta maggiore  ,  e  passato  il  Ponte  detto  cisi 
Ferali  che  n'è  di  rincontro,  in  un  sito' 
alquanto  rimoco  vi  è  la 

CHIESA  DEGLI   ARMENI,   dedica- 
ta all' Invenzione  della  Croce  di    Nostro 
Signore  .  Fu  questa  fabbricata  nei    tempi 
andati  dalla  Nazione  Armena,   stabilita- 
si 


si  in  questa  Città  per  occasione  del  frut- 
tuoso commercio  coi  lofo  Porti  i  e  poi 
rifabbricata  in  forma  mìg/iore  verso  1*  ari- 
no 1691.  da  Gregorio  Ghiroch  Mirman 
Armeno  Persiano  ,  con  tré  Altari  .  Q^uj. 
vi  si  venera  parte  del  Legno  della  santa 
Croce  .  Partendo  di  qua  ,  e  traversando 
la  via  detta  dei  Fabbri ,  si  truova  in  una 
piccola  Piazza  chiamata  Campo  fusaio  ^ 
la  Chiesa  di 

S.  GALLO,  Jt^ei  tempi  antichi  questa 
era  situata  al  Campanile  di  s.  Marco  n«l- 
la  gran  Piazza  ,  e  chiamavisi  Spedale  dì 
s.  Marco  fondato  dalla  pietà  del  santa 
Doge  Pietro  Orseolo  .  Fu  poi  da  qu^l 
liiogo  trasportata  ove  al  presente  sì  tre--: 
uà,  affine  di  allargare  la  Piazza,  com" 
si  ricava  da  un'Iscrizione  ch*era  collo-, 
cata  sopra  la  Porta.  Ha  tre  Altari;  nel 
maggior  de*quali  evvi  Ja  Tavola  col  Sal- 
vatore, s.  Marco,  e  t.  Galfo,  opera  del 
Tintoretto.  Le  aUre  sono  del  Cahrttti , 
del  Segala,  e  ad  Pitoni. 


Fine  del  Sestiere  d*  s*  Marco  » 


SE 


SESTIERE   DI    CASTELLO 


Xn  questo  secondo  gicrrno  potrà  il  Fore- 
stiere portarsi  prima  di  ogni  altra  cosa 
alla  visita  della 

CHIESA  dedicata  a  s.  Pietro  Aposto- 
Io,  Questa  fu  fabbricata  ^  come  si  ha  dal 
Sansovino,  negli  anni  841.  da  Orso  Par- 
ticipazio  Vescovo,  ma  poi  ristaurata^^in 
varj  tempi,  e  abbellita.  Lorenzo  Priuli  , 
che  fu  Cardinale,  e  Patriarca  negli  anni 
2596.,  le  rinnov*  la  Facciata,  facendola 
tutta  di  marmo  sul  disegno  di  Francesco 
Smeraldi,  con  tre  porte  collocate  fra  pi- 
lastri Corinti  *  Giovanni  Tiepolo  Patriar- 
ca XIX,  la  riedificò  dai  fondamenti  sul 
modello  di  Giovanni  Grapiglia  nel  léii,  ; 
e  in  nove  anni  la  ridusse  alla  forma  in 
cui  ora  si  trova  .  Finalmente  Monsignor 
Marco  Graienigo  ,  creato  Patriarca  nelT 
anno  ^715*  >  ne  fece  il  lastrico  di  fini 
marmi  . 

Questo  Tempio  è  fatto  in  Crociera  con 
Tribuna  nel  mezzo  coperta  di  piombo, 
cui  gira  intorno  un  Poggiuolo  ;  ed  è  ret- 
ta da  quattro  Archi  so^teouti  da  gran  <;o- 

Icn, 


SECO'HD^,  St 

lonns  Corintie  coi  suoi  pilastri  .  Hi  da- 
dici  Aitari  .  Q^^iello  della  Cappella  mag- 
giore, isolato,  di  marmo  fino,  fu  eretto 
di  ordine  pubblico  negli  anni  1649.  pef 
Voj-o  fatto  nella  Guerra  di  Candia  contro 
il  Turco,  e  dedicato  a  s.  Lorenzo  Giu- 
stiniani, primo  Patriarca  diVinegia.  So- 
pra questo  Altare  sta  collocato  il  corpo 
dei  detto  Santo  in  un*  Urna  ,  sostenuta  da 
varj  Angioli,  e  circondata  da  Statue  di 
s.  Pietro,  di  s.  Paolo,  di  s.  Marco;  e 
di  s.  Giovanni;  e  sopra  TUrna  vedesi 
collocata  nel  mezzo  la  statua  dello  stes« 
so  s,  Lorenzo;  scolp.ta  come  tutte  Ìq  a.U 
tre  figure  d^AV  eccellente  scalpello  di 
Clemente  Moli  Bolognese  .  L'Architetto 
poi  di  sì  nobil  struttura  fu  Baldassare 
Longhena;  sul  dui  modello  ancora  fufor^ 
mata  la  bella  Cappella  del  Cardinal  Venr 
draminOj  ornata  di  fini  marmi  con  var) 
intagli  ,  e  con  otto  statue  rappresentanti 
diverse  Virtù  :  opere  di  IVIichele  Unghe- 
ro .  Tra  le  pitture  che  zdornano  questo 
Tempio  ,  è  degna  da  osservarsi  la  Tavola 
di  s.  Giovanni  Evangelista  coi  Ss,  Pie- 
tro e  Paolo:  opera  insigne  di  Paolo  Ve-» 
ronese  .  Il  gran  Quadro  posto  sopra  la 
Sedia  Patriarcale  nel  coro  ,  rappresentan- 
te s.  Lorenzo  Giustiniano  in  atto  di  dis- 
pensar elemosins  a  moltissinii  poveri  chi» 


$%  (^  I  OR  'K  UT  ^ 

io  circondano,  è  opera  insigne  di  Gre= 
gorio  Laz2arini,  la  più  celebrata  delle 
^ue  opere  .  Vi  sono  poi  altre  pitture  di 
valenti  Maestri  ,  del  Malombra  ,  del  Ba- 
saiti,  del  Liberi,  di  Pietro  Ricchi  Luc- 
chese j  di  Francesco  Rusca  ,  del  Giorda- 
no, del  Tizianello  ,  del  Padovani  no  ,  del 
Bellucci  j  di  Girolamo  Pellegrini  .  Oltre 
alle  pittare,  degna  è  da  vedersi  la  Ta- 
vola di  Musaico  all'Altare  di  tutti  i 
Santi,  lavoro  di  Erminio  Zuccato  ,  col 
Cartone  del  Tintoretto. 

Vedesi  in  questa  Chiesa  affissa  ad  una 
colojjna  sopra  alquanti  gradini  una  Cat- 
tedra di  marmo  ripiena  nel  postergale  di 
caratteri  Orientali  antichissimi ,  rappre- 
sentante la  Cattedra  di  s^.  Pietro  ,  svila 
quale  sedette  in  Antiochia  .  Q^uesra  fu  do- 
nata dall' fmperator  Greca  Mi'^hele  HI» 
figliuolo  di  TeofiJo  ,  a  Giustiniano  Par^ 
ticipazio ,  non  già  a  Pietro  I.  Gradenico 
jnei  1310.  eonie  asserisce  con  grave  ana- 
cronismo U  moderna  iscrizione  appostavi . 

Oltre  il  Corpo  di  s.  Lorenzo  Giusti- 
niani ,  vi  si  conservano  ancora  queJU  d^l 
3anti  Sergio  e  Bacco  Martiri , 

In    questa    Chiesa   sono    sepolti     molti 
uomini  illustri  per  sangue  e  pietà,  come 
si  può  vedere  dalle  molte  i'scrizioni. 
Ritornando  per  il  ponte  di  legno  si  trovi lt> 


SPEDALE  DEI  SANTI  PIETRO  E 
PAOLO,  destinato  al  ricovero  degF  In- 
fermi SI  nazionali  j  «he  forastieri .  Di  ciò 
visi  truovano  Memorie  sino  dall'anno 
iiSi.,  e  nel  1368*  fu  accolto  sotto  la 
protezione  del  Principe*  Iti  esso  vi  sono 
tre  Altari,  ed  è  diretto  da*  Governatori  , 
sei  Nobili  5  e  ssi  Cittadini ,  uno  dei  qua- 
li Con  titolo  di  Priore  abita  in  una  co- 
moda Casa  ,  annessa  allo  stesso  Spedale  » 
Vi  è  un  Sacerdote  che  n'è  il  Cappella* 
no  per  celebrar  loro  la  Messa  ,  ed  altri 
due  col  titolo  di  Mansionari  é  Dopo  un 
brieve  cammino  si  arriva  alla  Chiesa  con* 
secrata  a 

S*  ANNA,  di  Monache  Benedettine  <, 
Essendo  questa  in  istato  rovinoso  ,  fu  co- 
minciata a  rifabbricarsi  dai  fondamenti 
nel  1634*  sul  modello  di  Francesco  Con- 
tin  5  mentre  era  Abbadessa  Maddalena 
Gabriella  Marcello*  Alla  spesa  sì  della 
Chiesa  come  del  Monastero  vi  concorse 
il  Pubblico  cfSn  rilevante  somma  di  de« 
nato  5  sicché  iu  brevissimo  tempo  si  vide 
il  tutto  finito.  Le  quattro  Maestranze 
«2eir  Arsenale,  cioè  Callafatti  ,  Rerrieri, 
Marangoni ,  e  Se^adori ,  per  voto  di  essè- 
re stati  preservati  dalla  peste  Tanno  1630, 
fecero  a  loro  spese  T  Aitar  Maggiore, 
Posseggono-  qui^ste  Pveligiose  unparapetto 

d'Ai/ 


'14      pìok'ìi^TZi 

«3' Aitare  fatto  di  ricamo  da  due  figlie 
del  famoso  TintorettO  quivi  Monache  5 
i-appresen tante  la  Passione  di  Cristo  di- 
pinta dal  loro  genitore  nella  scuola  disi 
Rocco  ,  opera  Veramente  ànomiràbiie  ,  e 
ricamata  a  perfezione  t  si  espone  sola* 
mente  nella  settimana  Santa. 

Ha  citlqùè  Altari  ,  tutti  di  ricchi  mar- 
mi .  Tra  le  pitture  di  cui  vanno  adórni  5 
vi  è  una  Tavola  colla  SantissiRna  Trini- 
tà, la  Beatissima  Vergine  j  un  Angieló 
in  Ai^ia  ,  e  a  basSo  s.  Gioachino  è  s.  An* 
na  :  opera  celebre  del  Tintoretto  ^-Le  aU 
tre  sono  delio  Scaligef^  ,  dei  Lorenzetti  » 
à^ì  Vecchia,  del  Rusca ,  e  di  Michele 
Nevdlinghei- .  Poco  discosta  è  la  Chiesa  j 
e  il   Monistero  di  Monache  Sa/esiane    di 

S.  CmsEPPE,  fabbrica  antica,  ma 
vaga  ed  ampia,  tn  essa  vi  sono  otto  Al- 
tari ,  cui  nulla  manca  per  renderli  orna- 
ti e  belli.  La  Cappella  maggiore  fu  fat- 
ta ristaurare  dà  Girolamo  Cri  mani ,  Ca- 
valiere e  Procuratore  di  s.  Marco  j  e  Pa- 
dre Al  .Marino  che  fu  poi  Doge.  La  Ta^ 
voU  dell'Altare  è  di  Paolo  Calliari  .  ìtì 
questa  Cappella  si  vede  il  Ritratto  in 
jTsarmo  di  detto  Girolamo  con  una  lunga 
Iscrizione.  Ricco,  di  ben  inteso  lavóro  ^ 
e  tutto  di  marmi  fini  è  il  Mausoleo  dei 
Doge  Marino  Grimani ,  nel  cui  GoverDo 

fu 


fa  terminata  la  Fortezza  di  Palma  j  itt» 
comÌHciata  negli  anni  1593.  sotto  il  P^i^"- 
Cipato  di  Pasquale  Cicogna  .  Dalla  parte 
destra  negl'lntercolunn]  é  collocata  là 
sua  Immagine  di  marmò,  giacente  sopra 
un  sepolcro,  con  una  Tavola  al  di  sotttì 
di  Bronzo ,  e  con  figure  di  basso  rijis'f 
vo  ,  che  rappresentano  la  sua  creazione  $ 
leggendosi  queste  parole  :  Ì?rincìpatus  vlr- 
iute  parti  Memoria  sempiterna,  MùXCV» 
VL  KaL  Majì  ^tatis  LXIh  Alla  parte 
sinistra  sopra  un'altra  Urfta,  è  posta  1' 
Immagine  di  Morosina  Morosihi  Consor- 
te del  Doge,  fatta  da  lui  coronare  ۩n 
■gran  pompa,  come  dimostrano  le  memo* 
rie,  che  vi  si  veggono  appese  ,  con  queste 
parole  :  Dtadematìs  imposiìì  hUarltas  pu» 
blica .  MDXCyiL  IV,  Is^on,  Majì  ,  ^tà^ 
tìs  LXII,  Nella  parte  poi  superiore  vi  è 
Una  Tavola  di  marmi  coi  due  Principi  ^ 
che  adorano  la  Beatissima  Vergine  .  Tut- 
ta la  magnifica  opera  è  di  Girolamo  Cam- 
pagna celebre  Scultore  . 

La  Tavola  ^i  s.  Michele  Arcingelo  è 
del  Tintoretto  :  e  quella  della  Trasfigu-^ 
razione  del  Signore  è  dì  Paolo  CaLlliari  s 
di  cui  è  pure  la  famosa  Tavola  dell'Ai* 
tar  maggiore  rappresentante  T  adorazio^ 
dei  Pastori  al  Presepio,  e  s.  Girolanro. 
Nostro  Signor  deposto  dslia  Croce,  hdu 
H  piRlo 


té  G  I  0  KTÌZ4  f  U 

pinto  da  Parasio  Michele  :  Cristo  mortd 
colle  Marie,  s.  Giovanni,  e  s.  Gioachi- 
no 5  è  del  Palma  giovine:  il  Padre  Eter- 
nò coti  s.  Agostino  ec«  è  del  Peranda ,  e 
nella  Sagrestia  vi  è  una  B.  V.  di  Gio- 
vanni Bellino  i 

In  Questa  Chiesa  si  venera  il  Corpo  di 
s.  Claudio  5  e  di  s.  Pietro  Martire  ,  e  ud:e 
porzione  della  Veste  di  s.  Giuseppe.  Pi» 
innanzi  verso  il  Mare  vi  è  la  Chiesa  de» 
dicata  a 

.^;  NICCOLO' Di  BARI,  detto s.lSlic^ 
colò  dì  Castello.  Chiesa  antica,  di  buon 
disegno,  e  nobile  Architettura ,  con  Cu-^ 
pola  ^  e  tre  Altari,»  La  Tavola  dell' An- 
nunciata  è  di  Francesco  Veceliio  fratel- 
lo ài  Tiziano,  e  l'altra  con  Cristo  li" 
sorgente  i  e  s.  Giuseppe,  è  bell'opera  di 
Pietro  Ricchi  i  E' annesso  a  questa  Chie» 
sa  il  Seminario  Ducale  ,  qui  trasportata 
dalia  Chiesa  de*  Ss»  Filippo,  e  Giacomo» 
Sì  Ja  Chiesa  5  che  il  Seminario  diretti 
vengono  da' Padri  Soniaschi  ,  quanto  alla 
pietà,  e  alle  lettere,  ed  erano  sopraveglìa» 
ti  dialla  ProCuratia  di  Supra ,  Alla  gene- 
rosa pietà  d©l  Cardkial  Giambattista  Ze- 
no, e  del  Doge  Niccolò  da  Pòrité  deve- 
si  lo  stabilimento  di  questo  luogo  istitui- 
fb  per  la  buona  educazione  de' Chierici 
della  Ducal  Basilica  di  s.  Marco  *  Vici- 
nissimo è 


•r> 


S:ECO'tlE>U.  %7 

L^eSPITALE  DIS.  ANTONFO,  ov^ 

elvero  Scuola  dsi  Marina) ,  luogo,  fabbricai^ 
to  per  Votd  della  Repubblica ,  quando 
col  soccorso  prestato  da  gran  numero  di 
Marina}  fu  difesa  la  Città  di  ScUtari  da«» 
gli  assalti  de* Turchi.  Qui  si  mantengo» 
no  molti  Marinaj  benemeriti  )  che  aven. 
do  consumata  la  loro  età  in  quell"  impie- 
o  pericoloso  ,  aon  sono  più  in  ist^o  di 
servire,  né  loro  avanza  con  che  sostenta^- 
re  la  propria  vita  .  Nel  medesimo  sit^ 
vi  è  il  Monistero  delle 

CAPPUCCINE  DI  CASTELLO  ,  eret- 
to r  anno  1668.  dalla  pietà  di  Francesco 
Vendramino,  Nobile  Veneziano;  il  qua- 
le essendo  padrone  di  quel  luogo»,  io  do"!* 
nò  a  queste  buone  Religiose  ,  che  col  lo- 
ro virtuoso  tenor  di  vita  penitente  reca- 
no un  grande  ornamento  alla  nostra  Cit* 
tà-  Negli  anni  poi  1675.  hanno  fabbri^ 
cata  la  Chiesa  con  un  Altare  ,  dedicato 
^ir  Immacolata  Concezipn  di  Maria  Ver- 
gine ,  la  CU!  Tavola  fu  dipinta  da  Gre« 
goci^  Lazzarini  ,  Le  altre  .^pitture  sono, 
di  Ssbastian  Ricci  da  Belluno  il  Battesi- 
mo di  Cristo  ,  la  Cena  cogli  Apostoli  , 
e  l'Annunciata;  ài  Gio:  Antonio  Pel- 
legrini la  Manna  caduta  nel  Deserto  :  di 
Bartolommeo  Letterini  il  Cristo  preSQ 
peli*  Orto,  la  sua  Flagellazione,  e  Co? 
H  2  rona-? 


ronazicne  :  di  Glambutisca  Tiepolo  il  Sof- 
Etto  ,  adornato  e  compito  da  Girolamo 
Colonna  Mingozzi  .  (^uivi  sono  educate 
senza  spesa  alcune  Figli-e  per  legato  la- 
sciato al  Monastero  dal  Piissimo  Fonda- 
tore .  Poco  più  oltre  si  truova  la  .  Chie- 
sa, e  il  Monistero  di 

S.  ANTONIO  ABBATE  ,  detto  /. 
[Antofiio  di  Caste/lo  .  Fu  questo  nei  primi 
tempi  uno  Spedale  ;  in  cui  essendovi  una 
Ifumagine  di  nostra  Signera,  grande  era 
si  concorso  de' Fedeli,  a  cagione  de*  con- 
tinui miracoli  c'ne  Iddio  operava  per  T 
intercessione  della  sua  Santissima  Madre  : 
che  perciò  a  lato  di  questo  Spedale  fu 
eretta  upa  Chiesa  di  tavole,  e  réll*  anno 
1346.  un'altra  di  pietra  ,  come  si  leggs 
in  una  Lapide  scritta  in  lingua  Viìnezia- 
na ,  vicina  alla  Sagrestia,  Fu  poi  ristau- 
rata  nei  tempi  seguenti  dalla  nobile  Fa- 
Eiiglia  Grimani  Galergi  ,  leggendosi  nel- 
la facciata  queste  paroit^  :  Vetrus  Grima" 
Kus  Vrior  VngaridS  ~  Indi  fu  data  ad  offi- 
ciare ai  Canonici  Regolari  di  s.  Salva- 
tore ;  ma  lincersziati  questi  per  le  emana. 
te  pubbliche  previdenze,  passò  la  Chie- 
sa, coli' annesso  Monistero  sotto  1*  imme- 
diato Juspatronato  Pubblico,  ed  era  prc»  . 
yisionalmente  olficiata  da  un  Cappellano  • 

Po;Ìici  sono  gli  Altari  di  qut;sta  Chie-»    ' 

sa 


sa  con  opere  dei  pie  eccellenti  Pittori , 
cioè  del  Bonifacio,  di  Vittore  Carpac- 
cio ,  e  di  Jacopo  Palma  .  Nella  Cappella 
del  Doge  Landò  ,  la  Tavola  è  di  Marco 
Vecellio  .  Neir  Altare  della  B.  V.  vi  è 
lina  Pittura  di  Marco  Croce  :  in  quello 
ilei  Santissimo  Sagramento  ha  dipinto  Pie- 
tro Malombra,  e  il  s.  Michele  nella  Cap- 
-peila  gjesso  alla  Sagrestia  è  di  Pietro  Mera  • 
.  Qui  si  veggono  molte  Memorie  di  varj 
Homi  ni  celebri  in  Amii  e  in  Lettere  . 
Tra  questi  ,  di  Antonio  Grimani  Doge  , 
^  di  Pietro  suo  Figliuolo,  Prior  di  Un- 
gheria :  di  Vittorio  Pisani  che  valorosa- 
mente difese  la  libertà  delia  Repubblica 
nella  perigliosa  guerra  coi  Genovesi  :  di 
Niccolò  Cappello  che  fu  prode  Capitano 
Generale  della  Repubblica  contro  Baja- 
zette  negli  anni  149^.  :  di  Pietro  Pas- 
fjualigo  prestantissimo  Cavalier,  celebre 
Dottore  ed  eccellente  Oratore  .  molto 
perciò  scimato  in  vita,  ed  onorato  dopo 
ia  morte  da  Francesco  Re  di  Francia  . 
Giace  quivi  ancora  il  Doge  Pietro  Lan- 
dò che  fu  Principe  Tanno  153S.,  sotto 
cui  fu  fitta  la  guerra  .contro  Solimano 
per  Mare  nella  Dalmazia,  e  l'alleanza 
con  Carir»  V. ,  e  col  Pontefice  contra  il 
Turco,  Pietro  Bembo  fu  fatto  Cardina- 
le da  Paolo  IH. 

H  3  Vi 


Vi  Sii  venera  una  Spina  .della  Corcjoa 
òi  N.  Si.^norej  e  una  Mano  di  s,  Anto- 
Ilio  Abbate . 

Sul  fine  del  S2«olo  passato  arse  perde» 
plorabil  caso  la  Libreria  di  questi  Cnno- 
nici  ,  copiossima  di  Manoscritti  in  per- 
gamena, donati  in  gran  parte  da  Dome- 
nico Gardijfjale  Grimani  ;  tra  i  quali  (jran- 
vi  molti  Originali  :  non  senza  gran  dolo- 
re j' e  danno  considerabile  della  R'f pub- 
blica Letteraria  .  Ritornando  addi  ttro  , 
'€d  uscendo  versa  il  Canale,  detto  Iliadi 
Castello  ,  si  trova  la  Chiesa  dedicata  al 
patriarca  • 

vS.  DOMENICO,  e  il  Convento  abU 
%to  dai  Padri  Predicatori  .  Qjaestn  fab- 
brica fu  eretta  e  detata  da  Marino  Zor« 
zi,  che  in  vita  era  detto  il  Santo  ^  ne- 
gli anni  1311.,  e  I-istaurata  negli  anni 
1590.  in  modo  che  fa  accresciuta,  della 
metà.  Ha  undeci  Altari  ,  nobili  e  rie, 
chi  per  /a  finezza  de*  marmi,  e  pel  dise- 
gno, ornati  di  buone  statue  e  pitture, 
tra  Je  quali  si  distinguono  quelle  del  Pal- 
ma giovine,  del  Malombra,  deli' Alien- 
se  ,  di  Maffeo  da  Verona  ,  di  M  kco  Ve- 
cellio,  e  del  Fialetti  .  All'Altare  mag- 
giore vi  sono  quattro  Angeli  d?  bronzo 
gettati  da  Bartolommeo  Bregantino  ,  che 
sostengono   \\  Tabernacolo  J   ma  al    pre- 

sen- 


-    gente  sono  posti    in    quattro    nicchie    nel 

■'    presbiterio  con  un  cancelliere  in    mano  . 
Una  preziosa  Reliquia  si  venera  ,    che 

'    è  una  porzione  non  pirciola    del    Le|no 

^i  della  s.  Croce.    . 

^'1  Nella  Sagrestia  è  stata  eretta  di  fresco 
ia  statua  di  Benedetto  XIIT.  -^ommo  Pon- 
tefice ,•  in  memoria  di  aver  egli  preso  1' 
'Abito  dei  Predicatori  ,  e  consumato  qui 
l'anno  della  sua  approvazione  ,  Opera  ài 
Francesco  Cabianca  ? 

Merita  molta  attenzione  il  Chiostro  vi- 
cino alla  Chiesa,  in  cui  si  leggono  va-» 
rie  Iscrizioni  di  uomini  illustri .  A  Nic- 
colò Massa  Filosofo  ,  e  Medico  insigne  fu 

•■  l'eretto  un  Mausoleo  colla  sua  effigie  di 
marmo  da  Maria  sua  Figlinola;  U  cui 
scultura  è  di  Alessandro  Vittoria  ;  di  cui 
è  pure  il  bel  deposito  eretto  alla  memo- 
ria del  Padre  Ccstabile  Cenerai  dell'Or- 
bine morto  in  questo  Monastero.  Legge- 
si  ancora  la  memoria  di  Appollcnio  MaS' 
sa  suo  nipote,  anch*  egli  Medico  ,  e  Fila«- 
sofo  eccellente  .  In  poca  distanza  vi  è  il 
monumento  di  Cesare  Alberghetti  cele- 
bre Giureconsulto:  e  omettendo  gli  al- 
tri a  studio  di  brevità,  avverto  solamen- 
te, qui  ancora  giacere  Ja  famosa  Cassan- 
dra Fedeli  Vcnezianar,  benché  di  origine 
Milanese  • 

lij 


9%  G  I  0  Kls[  yi  T  ^>£ 
in  questo  Convento  fa  la  sua  residea- 
»a  il  Padre  Inquisitore  del  s.  Uffizio  ,  e 
si  porta  a  s*  Marco  nei  giorni  determi» 
nati  ,  dove  si  fa  il  Tribunale  dei  s.  Uffi»  . 
sic  .  Di  rincontro  ,  ma  oltre  al  Canale  » 
si  vede  la  Chiesa  de'  Padri  Minimi  sotto 
l'invocazione  di 

S.   FRANCESCO    DI    PAOLA.    Era 
questa  nel  suo  principio  dedicata  a  s- Bar- 
tolommco  ;  ma  essendo  piccola ,  e  per  1* 
antichità  poi  cadente  ,  la  nobile  Famiglia 
Q^uerini  detta  deììs  Papozze    la    riedificò! 
in  forma  più  ampia  ,  e  più  decorosa  ,  co- 
me appare  delle  due  Iscrizioni  ;  che  scoN 
pite  in  marmo  sono  ai  due  Iati  della  Cap- 
pella maggiore-,   Tuna   dell'anno    155S., 
i' altra  del   1584.  i  dalle  quali  si    ricava,  \ 
che  questa  Famiglia  non    solamente    fece  ' 
fabbricare  la  Chiesa  ,  ma  il  vicino    Ospi-  ] 
tale  ancora  ,    nel    quale    sono    mantenute  ! 
alcune  povere  Vedove,    ed  è    Giuspatro- 
nato  della  medesima  Fanjiglia.  Insegui- 
ta poi  fu  perfezionata  la  Chiesa,  e  mol- 
to yi  contribuì  la     carità    di    D.    Cesare 
Caraffa,  nipote  del  Pontefice    Paolo    IT. 
Ella  è  adornata  di    bellissimi    marmi ,    e 
di  buone  pitture  del  Palma  giovine  ,    del 
Tintoretto  ,  e  dei  Malombra.    II    soffitto 
fu  fatto  a  spesa    di    D.    Cesare    Caraffa  5 
ed  è  di  mano  di  Giovanni  Gootarini . 

Vi 


Vi  si  venerano  i  Corpi  de' Ss»  Giacin- 
:d  ed  Ippolito  Martiri  .  Continuando  la 
strada  chi  guida  verso  la  Piazza  ,  si  trOd 
72L  la  Chiesa  di 

^  3.  BIAG'O.  Parrocchia  di  Preti,  edi- 
ìcata  negli  anni  1052.  dalie  famìglie  Elia 
i  Bsnzoni  .  Ha  cinque  Altari  decorosa- 
r.  Inaente  ornati,  e  vi  si  venera  un  Braccio 
polla  Mano  di  s.  Biagio  Martire. 

Nei  Cempi  andati  i  Sacerdoti  del  Rito 
jreco  ebbero  una  Cappella  in  que$.ta  Ghie- 
a  ,  prim:ì  che  fabbricassero  quella  di  s. 
Siorgio;  il  che  diede  motivo  al  Sansovi- 
lo  di  scrivere,  che  questo  Tempio  fosse 
di  essi,  prima  che  divenisse  Parrocchia 
li  Preti:  ma  accadendo  loro  sovente  di 
non  p-ìter  celebrar  la  loro  Liturgia,  o  dì 
iover  farla  in  ora  inopportuna  ,  perchè  i 
Sàcefdori  Latini  volevano  far  prima  i  lo- 
o  Uilìzj  ;  ed  essendo  inoltre  angusta  la 
piccola  Ghesa  per  la  moltitudine  dei 
Greci  che  concorrevano  in  questa  Città  , 
fu  loro  perinjsso  dal  Pontefice  Leone  X. 
di  fabbricarne  una  sotto  i' invocazione  di 
s.  Giorgio  Martire,  esente  dalla  giurisdi- 
zione dell'  Ordinario  ,  di  cui  ragionere- 
mo a  suo  luogo  . 

Nella  Piazza  eh' è  dinanzi  a  questa  Ghi- 
sa, che  oggi  il  si  sta  rifabbricando  si  ve, 
^e  una  vasta  fàbbrica  con  varj    piani  eh? 


^4      CI  0  n.'K^T  j[ 

fematio  un'altezza  straordinaria.  Que^- 
sia  racchiude  molti  pubblici  Magazzini  y 
nei  quali  si  custodisce  il  Biscotto  per  gli 
Soldati  j  Marinai ,  e  Galeotti  . 

Sai  conine  di  questa  piccola  Piazzavi 
k  un  canale  diritto  ,  lungo  il  quale  voU 
gendo  il  camm  «a  ,  si  eiugne  ad  un  Ora, 
torio,  dedicato  alla  Beata  Vergine^  e 
chiamasi 

LA  MADOMNA  DELL' ARSENA, 
LE  .  In  questo  yi  è  un  solo  Altare ,  ni  a 
jben  ornato  ,  U  cui  Tavola  fu  dipinta  da 
Bartolommeo  Scaligero  :  ed  è  sotto  là  cu- 
stodia dello  Spedale  della  Pietà  .  Passato 
il  Ponte  ievatojo  che  gli  è  contiguo  ,  si 
entra  in  una  Piazza  non  molto  grande  , 
.ove  si  vede  il  prospetto  deli* 

ARSENALE.  Questo  luogo  ch'è  non 
lolaraente  un  grande  ornamento  della  Cit« 
tà  di  Vinegia  ,  era  una  fortissima  difesa  di 
tutti  gii  Stati  della  Repubblica ,  ed  il 
sostegno  eziandio  deir  Italia  tutta,  e  del- 
la Cattolica  R«IlgÌGne  ,  vedesi  formato  a 
foggia  di  una  Fortezza  ,  cinto  dapperrut- 
jo  di  alte  mura,  e  bagnato  intorno  dalle 
^cque  :  Fortezza  veramente  IS^avaie  * 

In  qual  t«mpo  preciso  abbia  avuto  prin- 
cipio questa  gran  fabbrica  ,  ella  non  è 
cosa  del  tutto  certa.  Scrive  il  San^ovi- 
po^  eh?  r  Arsenale  ebbe    connnciamentQi 

coll^ 


^^//ecà  ei. 


i  ediita  e^jté? 


ic'c/utci   c'.jtc/-io>rc'    (j/e/r  ^    Cr^c 


I 


»fla  Città,  ma  chs  avanti  gli  anni  1304* 
ra  situato  altrove.  Nel  che  Questo  Scrit- 
ire  ya  molto  lungi  dal  vero  .  Impercioc- 
de  5  come  scrive  il  Marcello  nelle  Vite 
;i  Dogi  ^  questo  fu  di  molto  accre^ciu- 
»  e  dilatato  sotto  i!  Doge  Giovanni  So- 
nzó,  che  fu  creato  negli  anni  1312.;- 
le  certo  che  più  di  un  Secolo  avanti 
sa  ben  grande  9  poiché  viene  chiamato' 
tt  confini  in  Donazione  fatta  nelTanna 
Ilo.  da  Mai  co  Niccola  Vescovo  di_^Ca= 
ello  ai  Monastero  di  s.  Daniele  ►  Eg?i 
dunque  molto  verisinaile,  che  questa 
irtezJza  abbia  alvuto  princìpio  nei  primi 
coli  della  Repubblica;  poiché  i  primi 
itatóri  di  queste.  Isole  avearro  bisogno 
m  solamente  di  barche  per  passare  la 
erra-ferma  ,  ma  di  grossi  naviglj  ancora 
r  varcare  il  mare  . 

Melire  Sono  le  Città  cbe  non    arrivano' 
avere  tre  miglia  di  giro,  come  ha  que- 
0  Ariìenale.  E' un' Isola  perfetta,  corn- 
ista c\i  molte  Isole  i  ed  è  tutta  circon- 
ta  da   grosse  e    ben    alte    mura ,    sopfi 
i  in    proporzionate  distanze    si    vedono 
.recchie  Torricelle ,    in    ciascuna    delle 
jali  idi  tempo  di   notte    Vegliano    Sentì- 
iHe,  i^er  guardaffo  da  ogni  funesto  ac- 
idente  5    ed    in    particolare    dal    fuoco,- 
Jaasi  n'el  mezzo  d^' Arsenale    è   collo-' 

càta 


95  G  I  O  K'HlAT  U 

tata  «n  alta  Torre  ^  le  cui  Sentinelle  a 
ogni  ora  della  notte  hanno  debito  ci 
chiamare  a  horrle  tutte  le  Guardie  dell 
altre  Torri ,  peJf  sapere  se  vegliano .  Da* 
V  ora  prima  pòi  della  notte  sino  ali 
spuntar  del  giorno,  gira  al  dì  fuori  tu 
to  alTincentro  dell'Isola  una  squadra  e 
uomini  armati  di  picche  e  di  schioppi 
non  solamente  per  tenerne  lontano  chii 
chessia  j  ma  per  chiamare  ancora  coli 
Voce  le  Sentinelle  ,  onde  assicurarsi  eh 
non  sieno  addormentate  . 

Due  Sóli  sono  gl'ingressi  heli'^Arsen? 
le,  l'uno  dall'altro  poco  lontani.  li  pi 
mo  diremo  essere  quello  di  Mare,  dot 
de  escono,  e  per  dove  entrano  le  Navi 
e  gli  altri  Legni .  Questo  è  custo<lit©  d 
due  Torri  quadrate  ,  che  gli  stanno  d 
lati  ;  ed  è  attraversato  da  un  ponte  < 
legno,  il  quale  giugnendo  sino  all'acqi 
mediante  un  Ingraticolato  ,  o  sia  Rastre 
lo  di  forti  legni  di  quercia,  impedisc 
che  nulla  vi  entri  ó  esca  fuori  ,  seprin 
non  si  apre  il  Ponte  .  Sopra  lo  stesso  Pei 
te  veglia  la  notte  un  altro  Corpo  di  gua 
dia  5  destinato  ad  osservare ,  che  non  i 
si  accosti  alcuno  in  tutto  quel  tempo 
siccome  in  fatti  non  é  permesso,  s'è  ne 
ad  una  Barca  ,  Ja  quale  verso  le  due  oi 
dopo  Ja  sera,  per  ^dine    del    Governo 


con- 


3j;onduce  alcuni  Uffiziali  per  inteiiìlere  s© 
d:i  abbisognassero  di  qualche  cosa;  i  quali 
Diivate  la  risposta  ,  partano  prontamen» 
ali  ;e . 

ty     II  secondo  ingresso  di  Tena   è   collo- 
rn  :ato  nella  Piazza  ,  detta  (T^/Tipo  àell^  Jtf" 
i?pi  ■  e«/r/«? ,  in  cui  si  Vede  un  Ponte  di    mar-, 
cliicno,  che  guida    ad    un   -Portone,    fabbri, 
:o!  :ato  liegli  anni  1475'  sotto  il   Doge    Pa» 
ci  ìquale  Malipi.ro,  per  opera  di  Girolamo 
^annpagna  Architetto  Veronese  .  Nel  fron- 
e!i  ospizio  della  gran   Porta  v-^  è  un    Leone 
'di '.lato  5  e  sopra  quello  la  statua  dis.  Giù» 
;tina,   grande  al  naturale  .   Il  detto  Po»' 
te  è    tutto    circondato    da    un    Rastrello 
(  |;tabile  ,  coi  bastoni  di  bonzo,  in   figura 
din  picche»  E' partito  da  otto  Colonne  di 
■narmo  bianco,  sopra  ciascuna  delle  quali 
;(|i  3osa  una  statua,  pure  dì  marmo,  rappre- 
ientante  una  qualche  Virtù  ;    tutte    lavo» 
ate  da  valenti  Scultori  .   I  Leoni  che  so-- 
,t  no  ai   lati,  avanzi  preziosi    deirantichi- 
Dj  i:à ,  fanno  testimonianza  del    Veneto    va- 
ore  ,  che   gli  ha  trasportati  in  questa  Cit- 
ila da  riniotissimi  paesi  ;  come  apprJre  dal- 
l'Iscrizioni  di    bronzo,    che    si    leggono 
lìotto  ad  essi  , 

,     Dirimpetto  al    mentovato    Ponte,    nel 
ifondo  della  Piazzuola  che  abbiamo  detto 
:fsergli  dinanzi,  fjdesi  un'altro    ricinto 
I  con 


fi  G  I  0  Klsi^f  J- 

é©n  varie  colonne  di  marmo  ,  ed  un  ra- 
strello di  ferro,  il  quale  serve  di  stanza 
noturna  alle  Sentinelle  che  cdstodiscor.o 
il  già  descritto  Portcfìe  o- 

Gli  Artefici  che  ogni  giorno  entpno  a 
lavorare  neli'  Arsenale  sono  due  mila  m 
circa  ,  i  quali  tutti  vengono  diretti  dai 
loro  Capi,  di  noti  poca  numero.  Alle 
Fonderie  ,  e  ai  Fonditori  soprintendono^, 
gli  AlberGhetti  ,  Famì-lie  benemerita  _, 
dì  antico  servigic^^  che  hi  prodotti  mai 
sempre  Uomini  Valenti  rielle  Meccani- 
che,  ed  inventori  di  nuove  Artiglierie  4 
(guanto  al  lavoro  delle  Vele,  s'introiu-, 
cono  Dorine,  le  quali  a  togliere  ogni 
sorta  di  scandalo  alb-rganò  in  un  *^j>S^ 
disgiunto  affatto  dagli  uomini  ,  custodite 
da  donne  attempate  di  buona  fama  ,  e 
colla  sopraintendenza  di  un  Ministro  di 
età  matura.  A  tutti  i  mentovai  Operàf 
si  debbono  aggiugner  quelli  che  impi"- 
gansi  nel  filare  il  Canape  ,  nel  formarne 
le  Corde  ,  e  di  quelle  comporre  le  Go« 
mene:  alla  qual  cosa  è  destinato  un  luo- 
go cK  h  bensì  dentro  il  circuito  dell*  Ar 
sertale;  nìa  separato  da  esso  in  modojll 
che  cori  quello  non  ha  comunicazione  ve- 
runa.  Q^uesto"  luogo  è  diretto  da  un  Ma-, 
gistrato  suo  proprio  ,  separato  dal  ]^eg-i 
gimsnto  3  e    dai  l'adroni   dell'Arsenale*! 

ha    I 


a  i  suoi  particolari  xMìrJstn,  e  faìamt'» 
ji  volgarmente  ia  Tana  ,  ''-■'. 

Il  Magistrato  sopra  T  Artiglieria  ha 
iurJsiizione  nelT  Arsen?.!?  ,  avendo  Fon- 
eris  ,  depositi  di  Cannoni  di  bonzo  ,  e 
3i  ferro  ,  di  Palle  ,  di  Bombe  ^  c'i  aprre- 
tam-nti  militari  di  ogni  genere^  e  di 
Jafnitro.  Ha  pure  Fonditori,  Carreri  , 
Fabbri,  Torrtitori,  ed  altri  U Viziali  uni^ 
:amente  dipendenti  da  esso. 

Ma  ritornando  alla  gran  Volta,  a  maoo 
sinistra  si  trova  una  sraaza  terrena ,  dopo 
ui  ve  ne  ha  tre  ,  o  quattro  altre  di  me- 
[diocie  grandezza,  nelle  quali  sono  alcu- 
mì  Ministri  deputati  alla  Scrittura  del 
Jinaneggio  ed  economia  di  questo  luogo  . 
ìAscenuenio  una  scala  di  marmo  si  entra 
[in  una  gran  Sala,  in  cui  radunasi  il  Ma- 
[g'Straro  coni^posto  di  sei  Nobili  ,  di  un 
Notajo  .  Scendendo  la  scala  ,  ed  entran?» 
do  di  nuovo  nella  spaziosa  Volta  ,  si 
'truova  un  alta, gran  porta  eh* è  la  secon* 
da  per  cui  si  entra  nell'Arsenale.  Sopra 
questa  porta  si  vede  scolp'ta  di  rilievo  V 
Immagine  della  Beatissima  Vergine  in 
fno  marmo;  opera  del  Sansovino  . 

Ora  tanto  è  il  numero  delle   cose    che 

sì  affacciano,  e  che  sono  degne    ài    &s%t» 

re  attentamente  osservate,    che    in    dirle 

|iitte  non  se  ne  verrebbe  giammai  a   c^-? 

l  %  pò? 


^o.  Si  accenneranno  pertanto  le  più  no- 
tabili, con  quell'ordine  a*  è  con  quella 
brevità  eh' è  possibile. 

Al  sinistro  lato  sì  vede  una  Porta  che 
per  una  scala  di  marmo  conduce  in  al- 
cuni Saloni  detti  comunemente  le  Sals 
vecchie  f  le  cui  pareti  sono  tutte  maestre- 
volmente guernite  dall'alto  al  basso  con 
grand* arte,  simetria  ,  e  bellezza  di  mol- 
te sorti  d'arme,  e  di  archibugj  colie  lo- 
ro baionette  per  servigio  de' soldati  j  e  in 
numero  da  poter  armare  ao.  mila  uomi- 
ni» Le  dette  Sale  si  veggono  anche  ador- 
ne colle  Immagini,  e  colle  Armature  di 
molti  illustri  Capitani  ,  disposte  ancor 
queste  con  bella  simetria  . 

Usciti  da  questa  Porta ,  sopra  cui  si 
osserva  un  Busto  con  Iscrizione  In  mir* 
ano  bianco  ,  rappresentante  il  Conte  di 
Konigsmavk,  un  t^mpv:>  Generale  di  sbar- 
co della  Repubblicai  prenderemo  la  stra- 
da a  mano  diritta,  e  passeremo  quel  Poh» 
te  di  legno  che  chiude  l'ingresso  nelT 
Arsenale  dalla  parte  del  Mare  .  Là  si  ve- 
dono Ancore  di  varia  grandezz'  ;  e  do- 
po un  bneve  cammino  si  truova  una  Can- 
tina che  da  tre  bocche  versa  il  Vino  in 
gran  copia,  per  dissetare  a  pubbiichespe» 
6e  tutta  quella  moltitudine  di  Opera}. 
Dirimpetto  alla  Cantina  sono   colloca, 

te 


te  U  Fucine  de' Fj.bbri ,  in  cui  si  lavo» 
;  ,j|i-ano  coarinuamente  tutti    quegli    ordigni 

stromeìiti  di  ferro  ,  che  abbissgnano 
alìe  Navi  5  ed  aile  Galee. 

Continuando  il  cammino  s'incontrano 
molte  Fonderie  di  Canaoni  e  rylortaj  a 
bomba.  Pia  ìnrìa.nzì  sono  altre  Saie  ,  dn. 
te  le  Sa/2  nuovi  per  esser  state  rinnova, 
te;  simili  a  quelle  che  abb-amo  descrit- 
te ,  con  sotto  varj  Magazzini ,  ripieni  di 
Cannoni  ,  di  Mortai  di  bronzo  ,  e  di  Pal- 
le di  ogni  grandezza.  Q^nvi  oltre  la  gran 
quantità  di  fucili  colie  lar  baionette,  ó.ì 
pistoUe  ,  ed  altre  arme  proprie  a  guerni- 
rc  30,  mila  soldati,  son  degne  ài  esser, 
vazione  le  belle  e  differenti  figure  che 
I  forma  la  disposizione  di  queii*  arme  ,  rap- 
presentando esse  colla  loro  simetria  ,  e 
cornici  j  e  architravi,  e  cascate,  e  altri 
-ornanieti  in  gran  numero.  Sopratutto  bi- 
sogna ammirare  la  facilità  di  poter  levar 
qiiell'arm.e  per  nettarle,  e  di  rimetterle 
cadauna  al  loro  sito  senza  punro  guasta» 
re  né  l'ordine,  né  la  disposizione.  Vi 
sono  pure  de'  Trofei  qua  e  là  sj  tutte  le 
facciate,  che  meritano  di  esser  conside« 
rati  per  il  loro  diverso  e  grazioso  buon 
ordine  .  Fra  le  arme  che  sono  in  uso  e 
moderne  ve  n'ha  alcune  di  antiche,  che 
furono  riportate  da'Veneziaai  nelle  bai;- 
I  3  taglie 


taglie  centra  il  Turco.  Nella  maggior^ 
di  queste  Sale  è  sempre  stato  Tuso  di 
trattare  con  magnifiche  Colezioni  i  Prin- 
cipi Fofastieri ,  che  vengono  ad  onorare 
colle  loro  visite  l'Arsenale,  Nel  passag- 
gio per  la  Città  di  Vin^gia  del  Re  Ar- 
rigo in.,  e  nella  Volta  eh*  è  sotto  le  fi- 
n2Stre  di  detta  Sala ,  mentrecchè  fu  trat-» 
tato  con  una  Colezione  accompagnata  da 
Sinfonie  ,  fu  fabbricata  di  tutto  punto 
una  Galea,  e  sotto  gli  occhi  suoi  Jancì^-!- 
ti  all'acqua . 

La  galleria  che  conduce  nelle  altre  Sa- 
le ,  ha  tutte  le  pareti  coperte  di  una  gran 
jquantità  di  5able  colie  loro  guardie  d* 
licciaro  per  servizio  de' soldati  Schiavoni  • 
Frequentissime  sono  le  volte  che  in  lin- 
|gua  Veneziana  chiamansi  Squeri  ,  sotto  le 
quali  si  lavorano  le  Nayi ,  ed  ogni  altra 
sorta  di  Legni  grossi  e  sottili ,  in  nume- 
ro assai  grande  ,  per  servigio  del  gover, 
rio  in  pace  ed  in  guerra  . 

Molti  sono  ancora  i  vasti  ed  alti  Con» 
jieryatoj  degli  Alberi ,  dei  Timoni ,  e  dei 
Remi  di  ogni  grandezza  ,  per  Navi  , 
Galee,  ed  altri  Legni  minori,  li  quali  si 
trovano  sparsi  qua  e  là  in  varj  luoghi  • 
Altrove  si  veggono  le  Raffinerie  dei  Sal- 
nitri,  i  Depositi  dei  Salnitri  grezzi  e 
rftlHijatì  ;  quelli  delle  PalU ,  delie    Bom> 

fee, 


SECOTiD^,  103 

|)s  ,  delle  Granate  5  ec,  ;    le  Officine    del 
Tornitori  ,  ì  Ma'';;a2zini  dei  letti  da  Can- 
none alla  Navarola  ,  e  da  Campagna,  le 
Botteghe  dei    Carreri ,    dei    Reraa) ,    dei 
Segatori  ,  e  di  centinaja  di  altri  Artefici  . 
Il  .Signor  di  Argensone  che  vide    que- 
sto Arsenale,  benché  avvezzo    a    veliere 
cose  grandi  e  magnifiche  ,  essendo  Mini- 
stro di  un  Re  Signore  di  un  gran  Regno 
e  conquistatore  di  Regni,  lo  chiamò    uo 
Tesoro,  e  disse,    ch'era  la   più   maravh 
gliosa  cosa  che  sì  pofesse  vedere  in    tutto 
^  il  rimanente  del  mondo.    Questa    brieve 
'    sì  >  ma  pienissima  lode  ,  data  da  un  Uo- 
mo  sarissimo  ,  e  di  quella  Nazione  ,  che 
ha  datralle  stampe  grossi  volumi,    pieni 
di  vaghi  disegni,    colla    descrizione    dei 
suoi  Arsenali,  e  che  si  dà  il  vanto  di  es* 
sere  inventore  di  nuovi  Militari  artifiz)  : 
la  lode  ,  dico  di  un  Uomo    savissimo    di 
tal  Nazione,  può  ben  persuadere  che  sia- 
no somme  la  magnificenza,  la  politezza  , 
il  regolamento,    e    la    spesa   con  cui  era 
maneauto  Questo  luogo  dalla  Repubblica  • 
Passiamo  ora  alla  Tana  y  eh' è  il  luogo 
dove  si  fanno  le  Gomene.    Questo  è    un 
gran  Salone  lungo  quattrocento  pertiche  • 
Nella  sua    larghezza    è    separato    da    due 
t  ordini  dì  pilastri ,  che  sostengono  un  graq 
favolata,  su  cui  si  ripone  la  Canapa, 

popg 


i«4        G  I  0  RX  ^  T  ^4 

Dopo  non  Jungo  cammino  si  trova  ri 
già  accennato  luogo  dove  si  lavorano  le 
Vele  ;  e  continuandosi  il  viaggio ,  attra- 
versato di  nuovo  il  Ponte  dell'ingresso 
marittimo  ,  si  arriva  alla  descritta  Porta 
di  terra  .  Da  questo  .luogo  è  poco  lonta. 
na  la  Chiesa  di 

•  S.  MARTINO,  Parrocchia  di  Preti, 
il  tempo  della  cui  fondazione  è  affatto 
incerto.  E*  noto  solo,  che  fu  rinnovata 
dai  fondamenti  sul  modello  dì  Jacopo 
Sansovino  dalla  famiglia  Valaresso  .  Ha 
noye  Altari  ,  adorni  di  marmi  ,  e  di  bel- 
le Pitture,  fra  le  quali  i  due  Q^uadri  del- 
la Cappella  maggiore  sono  di  Jacopo  Pal- 
ma .  V'ha  pure  delle  Pitture  di  Girola- 
mo  da  s.  Croce,  e  del  Segala,  ed  il  Sof- 
fitto è  dipinto  dal  Guaranà  . 

Vi  si  venerano  porzione  della  Veste  di 
s.  Martino,  e  parte  dei  Precordj  di  s. 
Filippo  Neri.  Agli  undeci  dì  Novembre  , 
giorno  in  cui  si  celebra  la  festa  del  det- 
to Santo,  viene  la  Scuola  di  s.  Giovan- 
ni Vangelista  per  visitare  questa  Chiesa  , 
portando  con  divota  Processione  l'insi- 
gne Reliquia  della  Gamba  del  medesimo 
Santo. 

Giace  in  questa  Chiesa  il  Doge  Fran- 
cesco Erizzo,  morto  negli  anni  1645., 
sotto  il  cui  Governo  fu  restituita  in  Ro»^* 

ma     •: 


ira  l'Iscrizione  dei  fatti  seguiti  tra  in 
Repubblica,  P.ipa  Alessandro  III.  ,  e  Fs- 
Merigo  I.  Imp. 

Ili  qualche  distanza  vi  è  un  picciolo 
spedale  dedicato  a  /.  Gìa'nhittUsta  ,  che 
'u  destinato  per  abitazione  di  alcuni  po- 
hi  mercatanti  ,  dell'Arte  della  Seta, 
aduti  in  miseria.  Ha  una  Cappella  con 
lue  Altari  ,  nell'uno  dei  quali  si  vede  il 
etto  Santo  che  battezza    il    Redentore, 

nell'altro  la  Santissima  Vergine  col 
aiubino  Gisù  ,  amendue  di  Jacopo  Pal- 
la. Vi  è  innolcre  io  Spedale  detto  U 
là  di  Dio,  nel  quale  sono  collocate  v^e- 
ove,  e  Donne  povere  di  civile  condì» 
ione,  e  vi  comanda  il  Doge. 

Contiguo  a  questo  luogo  vi  è  un  Ora- 
)rio  con  due  Altari,    che    serve   alfus.-:* 

un  certo  nu.nero  di  Terziarie  Dome> 
.cine,  dette  Tizzocberg  ^  le  quaii  sì  fìbw 
ricarono  in  questi  ultimi  tempi  un  pic«» 
dIo  Monistero  ,  sotto  il  titolo  di  s.  Ma- 
a'del  Rosario,  Ritornando  addietro  ,  e- 
cendo  la  strada  che  conduce  a  s.  Mar- 
>,  per  la  parte  che  risguarda    il    mare  , 

truova  !a  Chiesa  di  /.  Gtovanijl  Bat. 
rta  detta  pnpo'arm^nte 

S.  GIOVANNI  IN  BPvAGOLA,  no- 
e  corrotto  dall'antica  voce  Omhrì^lct  ^ 
m  cui  era  nominata  la  presenti  Cantra-. 
i .  Parrocchia  di  Preti .  ' 


$o6  G  I  0  n^  ^  T  ^ 
Questa  Chiesa  dicesi  fabbripau  neij'an*  ; 
fio  817.  da  Giovanni  Talonico  ,  Ha  tre» 
dici  Altari  con  pitture  di  eccellenti  Mae- 
stri ;  tra  queste  ve  ne  sono  dei  Palnia 
giovine,  del  Carpaccio,  di  Paris  Bordo- 
ne ,  e  di  Battista  daConegliano,  il  quale 
nella  Tavola  dell*  Aitar  maggiore,  ove 
Cristo  è  battezzato  da  s»  Giarnbattista, 
dipinse  nell'alto  di  un  colle  il  Castello 
di  Co.nsg'isno -stia  Patria;  oltre  a  quelle 
di  Lionardo  Corcoa  ,  del  Vivarini,  di 
Daii5r:nico  ,  e  di  Francesco  Maggiotti  5  e 
4?]   Marieschi . 

QjJi  si  venera  il  Corpo  di  s.  Giovanni 
Limosinarlo,  che  visse  Tanno  €10.,  e  fu 
Patriarca  di  Alessandria,  collocato  sopra 
un  Altare  ìj  una  Cassa  scolpita,  e  dora^ 
fa;  jl  quale  fu  levato  da  Costantinopoli  ^ 
<2  portato  ^n  Vinegia  da  Rinaldo  Daniel- 
fa  ,  dopo  che  i  Labini  presero  ia  seconda 
fralta  quella  Città,    perchè   J'Imperadore 
Alessio  negò  di  pagare  ai    Veneziani-,    e 
,  ^i  Francesi  la    grossa    somma    di    danaro 
che  aveva  loro  promessa,    per    essere    ri^ 
posto  n^lla  Sede  Imperiale  con    5116    Pa- 
dre Isacco.  Vi  sono  pure  Reliquie,  di  s, 
Giambattista,  portate  dal  Levante    ran- 
no 992.  da  Domenico    Badoaro    Vescovo 
di   Ólivolo  ,  e  quelle  di  s.  Valentino    M. 
•     Il  Pievano  di  questa  Chiesa   ha   ia    fa? 

^oj- 


tolta,  di  licenziar  Dottori  ,  e  di  dar  lo- 
ro la  Laurea  j  sino  dall'anno  1470.  psr 
^privilegio  concedutogli  da  Paolo  II.  del- 
la Famìglia  Barbo  Veneta  Patrizia,  il 
quale  nacque  in  questa  Parl-occhia,  Par- 
tendo di  qui  i  ed  uscettdo  verso  la  Lagu- 
na s'incontra  la  Chiesa  ^  chiamata 

IL  SEPOLCRO,  dedicata  al  Redeiì- 
fofe  del  mondo  in  memoria  della  sua  se- 
poltura .  Circa  l'erezione  di  questo  luo- 
go si  ha  i  che  una  Matrona  per  nome  Élé- 
na  Vioni  lasciò  il  fondo  ove  al  pres^rite 
è  situato  il  Monistero^  affinchè  fosseroi 
quivi  ricevute  le  Don;ie  pellegrine,  chi 
intraprend  v-no-  il  viaggio  della  Terra 
Santa.  Ora  in  questo  luogo  negli  anni 
I47I.  coii  l'assistenza  dei  Nobili  Anto* 
nio  Gìustinian  ,  e  Pietro  Usnago  si  rico- 
verarono due  Donne  illustri,  di  Famiglie 
nobili  e  doviziose,  l'una  vedova  chiama* 
ta  Polissena  Premarina,  l'altra  donzella 
detta  Beatrice  Reniera  ,  le  quali  avsano 
Voto  di  dedicarsi  a  Dio  se  S'Carrìpavano» 
dalle  inani  dei  Turchi  quando  presero 
Negroponteò  Di  là  pertanto  fuggite,  e 
ritiratesi  in  quest' Albergo  ^  vedendolo 
destinato  alle  Pellegrine  ^  che  andavano 
alla  visita  del  Santo  Sepolcro  di  Gesijk 
Cristo  j  stabilirono  di  farne  uno ,  il  qua-* 
Is  fosse  simile  a  quello  diGarusalemnse  * 

11 


Tot  ^  G  I  O  RlSIiU  T  a 
Il  perchè  fabbricarono  una  spezie  di  motì« 
te,  o  sia  Grotta,  di  marmi  grezzi,  che 
occupa  una  parte  della  Chiesa  ,  sotto  cui 
si  vede  un  Sepolcro,  ed  un  Altare  soste- 
nuto in  aria  da  quattro  Angioli,  arric- 
chito di  marmi  preziosi-,  ove  è  posta  e 
adorata  un'Immagine  miracolosa  di  Ge- 
sù Crocifisso  i  L'Iscrizione  che  si  legge 
sulla  porta  della  Cappella,  dimostra  che 
questa  Grotta  fu  eretta  nei  1484. ,  tredi- 
ci anni  dopo  la  presa  di  Nigroponte. 
Tre  sono  gli  Altari  di  questi  Chiesa;  e 
le  pitture  che  meritano  osservazione  ,  so* 
ro  :  la  Tela  dell'Aitar  rnaggiore  dipinta 
cai  Palma  giovine,  le  due  Latera-i  da  Le- 
andro Bassano  ,  l'altra  Tela  della  Presenta-» 
zione  di  Nostra  Signora  al  Tempio  ,  del 
Peranda  ,  ed  il  Soffitto  dipinto  dal  Eu- 
geni. 

Qui  si  venera  il  Corpo    di    s.    Aurelia 
Martire. 

Fuori  del/a  Grotta  si  veggono  due  sta- 
tue ,  l'una  dì  Girolamo  Contarini ,  insi- 
.gae  Guerriero;  Taltra  di  Giambattista 
Peranda,  celebre  Filosofo  e  Medico  :  coti 
.  altre  Memorie  ;  tra  le  quali  s^  legge  W'i' 
Iscrizione  di  Andrea,  e  di  Gasparo  Grot- 
ta ,  che  ampliarono  questa  Chiesa.  Sopra 
la  porta  di  mezzo  nell'entrare  in  Chiesa 
si  vede  una  statua  ^  che  rappresenta    Cri» 

sto 


l^to  risorto,   fatta    dall' accreditato   Seul* 
Itors  Coradino  . 

Tommaso  Filologo  da  Ravenna  fé  co« 
Struire  la  porta  maggiore  sulla  fondamene. 
ta  che  guarda  il  mare  ,  e  sopra  vi  fé  col- 
locare la  sua  statua  in  marmo  di  tutta 
grandezza,  con  iscrizione  al  di  sotto. 
Fuori  poi  della  detta  porta  maggiore  al 
sinistro  lato  verso  Castello,  si  truova  il 
Monstsro,  in  cui  morì  in  onore  di  San- 
tità, oltre  molte  altre,  la  B.  Chiara  Bj-' 
gni,  Cittadina  Veneziana  .  Allato  diritto 
J  poi  verso  s.  Marco,  vi  è  una  casa  di  me- 
diocre grandezza,  ia  quale  serviva  di 
libitazione  al  Confessore  delle  Monache  , 
I  in  altri  tempi  fu  l'alb-rgo  del  fuTio33 
Francesco  Petrarca,  filosofo  e  Posta  Fia- 
'entino,  quando  a  nome  dei  Principi  à.i 
Villano  venne  Ambasciadore  alla  Repub- 
ilica  di  Vinegìa  .  Passato  il  vicino  Pon- 
e,  comparisce  lo  Spedale,  e  la  Chiesa 
ledicata  alla  B.  Vergine  della  Visitazio- 
le-,  comunemente  chiamato 
LO  SPEDALE  DELLA  PIETÀ'.  Di 
uesto  fa  institutore  F.  Petruccio  di  Assi^ 
i  dell'Ordine  dei  Minori,  e  Maestro  di 
Urtalo  da  Sassoferrato  ,  che  lo  cosfrusjs 
rimieramente  in  un  vicolo  presso  a  s* 
'ranc«sco  della  Vign^,  il  quale  ancant 
[tiene  il  nome  delia  Tìeth  ì  ed   era  go» 


116      G  j 0  nH  ^  T  a        ' 

vernato  dai  Confratelli    delia    Scuola    di 
s.  Francesco  . 

In    questo    si    ricevono    continuamente 
tutti  quegl' infelici  Bambini  ,  che  dai  Ge- 
nitori vengono    esposti.    La    Chiesa    mo- 
derna, di  figura  ovale,  ricca  di    marmi  , 
e  maestosa  ,'  fu  fabbricata  pochi    anni    fa 
sul  dis.gno    òqÌ    valente  ,    e    accreditato 
Giorgio  Massari  ;    e  la    priiria    pietra    fu 
posta  con  gran  solennità  dal  Serenissimo 
Doge  Pietro  Grimani ,  e  nelle  sue  fonda- 
menta furono  sparse  molte  Medaglie  col 
motto:    ex  ore    znfantlutn  is^   /adenti utn 
Ella  ha  cinque  Altai-i,    di    cui    il    Mag- 
giore ha  un  nobile  Tabernacolo  di  pietre  | 
ionissime,  con  figure,  ed    altri    ornamen- 1 
ti  .  La  Palla  di  detto  Altare  è  invenzio- i 
ne  del  Piazzetta  ,  e  da  esso  più  che  sboz- 
zata ,  lya  poi  per  la  di  lui   morte  termi- 
nata dal  suo  discepolo  Giuseppe  Angeli.  , 
Le  quattro  laterali  sono    del    Maggiotto,' 
deir  Angeli  ,  del  Cappella  ,  e  del   Mari- 
netti  ,   ed  il  bel    soffitto   è   di    mano  ,di 
Giambattista  Tiepolo  . 

(Questo  Spedale  viene  governato  da  al- 
cuni Nobili ,  Cittadini  >  «  Mercatanti  del- 
la Città,  ed  ha  molte  rendite)  le  quali 
però  non  bastano  alTeccessiva  spesa  an- 
nuale. Anche  nellsu  ^appella  di  questo- 
Pio  Luogo  si  Sente  una  Musica  eccellen-J 

te 


te  cHe   viene    eseguita    bravamente    dalle 
donzelle^  che    sono    qui    educate.    Quello 

ter  altro  in  cui  esso  si  distingue  dagli 
Itri ,  si  è,  che  ne' giorni  solenni  sì  siiol 
are  un  concerto  di  stromenti  la  maggior 
parte  da  fiato  che  realmente  è  ammira. 
bile.  E' composto  di  Violoni,  Violette, 
Trombe  marine  ,  pomi  da  caccia,  Oboe, 
Traversie,  Flauti .  Timpani,  e  di  un*  Ar- 
pa che  di  tratto  in  tratto  suona  a'  voce 
sola  COLI  delicatamente  ,  ed  è  così  unis- 
sona  cogli  stromenti,  che  non  si  può  sen^ 
tire  cosa  né  più"  armoniosa,  né  più  per- 
fetta in  questo  genere.. 

Restano  le  donzelle  in  questa  specie 
di  conservato)',  sì  in  questo  come  .  negli 
altri,  sino  a  tanto  che  gli  venga  l'in» 
jcontro  di  qualche  onesto  collocarnsnto  ^ 
che  sia  da' Governatori  de*  Luoghi  appro- 
^ato  ,  e  accade  sovente  che  qualcuno  di 
lUQÌlì  che  odono  la  lor  musica  si  com^ 
piacciano  del  loro  canto  a  segno  di  spa» 
jarle  ,,  e  particolarment*  quando  abbiano 
inche  qualche  sorta  di  avvenenza  a  Inque- 
>to  caso  lo  sposo  fa  conoscere  ai  Gover- 
natori lo  stato  suo,  e  la  sua  facoltà  ^  dj 
:ui  essi  ne  prendono  informazione  per 
ilevare  se  sìa  legittimo,  s'egli  sia  di 
suoni  costumi,  e  se  una  figliuola  possa 
operare  di  esser  ben  Toliocata  3  e  ailoia 
.  li  %  gli 


112        G  I  0  ni<i  ^  T  ^ 

gli  si  accorda  T  allieva  che  ricerca  in  is- 
posa  .  Alcune  ancara  si    distinguono    taL 
mente  coi  suoi  talenti. in    questa    profes- 
sione ,  che  gli  vengono  fatti  molti    rega- 
li >  e  sovente  si  fanno  uno  stato  eomodo  , 
Mz  non  è  permesso  a  veruna  di  poter  do- 
po sortita  montare  sul  Teatro;  anzi  pri- 
ma di  uscire  dal  Pio  Luogo,  s'impegna- 
no con  giuramento  di  osservar  questo  pat- 
to .  Tutte  le  altre    vengono    assistite    da 
buDae  Maestre  perchè  approfittino  nei  la- 
vori ,    nei    quali    riescono    mirabilmente . 
Seguitando  il  cammino,  detto  Riva  degit 
Scbiavonl^  si  giugne  ad  un  Portone,  per 
cui  si  entra  in  un    gran    Cortile,    do?' è 
la  Chiesa  di 

S.  ZACCARIA  ,  e  il  Monistero  di 
M':)nache,  tutte  di  nascita  Nobile,  dell' 
O  line  di  s.  Benedetto.  La  Chiesa  fu  edi- 
lic;ata  la  prima  volta  negli  anni  817.  da 
Giastiniano  Participazìo  ch'era  Duca  dei- 
fa  Venezia  ',  e  Ipato  Console  Imperiale  ; 
f^r  la  qual'erezione  contribuì  ancora  1* 
Irnperadore  di  Costantinopoli  Leone  Ar- 
meno ,  che  regnò  dall'anno  813.  sino  ali* 
^io,  avendovi  donato  il  Corpo  di  s.  Zac* 
caria  Profeta  Padre  di  s.  Gio:  Battista  , 
e  molte,  altre  Reliquie,  come  "si  legge 
nel  Testamento  del  sopradetto  Doge  Par- 
ticìpazio,  che  racc<Anancla.i>regare  Iddio 

per 


SECOHD^.  173 

per  r  Imperatore  suddetto  come  benefat- 
tore •  Largamente  ancora  beneficò  quest' 
insigne  Monastero  Ingelfreddo  Conte  di 
Verona  con  suo  Testamento  segnato  ne- 
gli anni  914.  in  cui  lascia  gran  parte  dei 
suoi  beni  :  Monìsterio  s,  Zaccaria  'Puel^ 
larum  ,  i^ui  est  construBum  in  finibus  Ve^ 
Tiixìarum  non  longe  a  Va  latto  de  Hivoal* 
to  ,  sanBum  Ì3^  venerabile  locum  .  La 
Chiesa  fu  poi  rifabbricata  sotto  il  Doge 
Foscari  nel  1-457.  e  arricchita  di  suppel- 
lettili ttttte  prezioze;  sicché  per  la  strut- 
tili tutte  preziosa  ;  sicché  per  la  struttu- 
ra, per  la  squisitezza  de' marmi  5  e  per 
la  copia  di  rare  pitture  ,  può  annoverarsi 
tra  le  più  belle  della  Città  . 

Ha  nove  Altari,  il  Maggiore  de*  quali 
eh' è  isolato,  è  tutto  composto  di  Porfi- 
do e  di  Serpentino.  Le  due  Tavole  ,  cioè 
quella  al  secondo  Altare  alla  sinistra,  e 
l'altra  al  secondo  Altare  dietro  la  Cap- 
pella maggiore,  sono  opere  delle  più  sti- 
mare di  Gian  Bellino.  Ella  è  ricca  in- 
oltre di  pitture  eccellenti  di  Paolo  Ve« 
Ironese  ,  del  Palma  giovine  ,  deli'  Alien- 
Ise,  del  Cav.  Celesti,  del  Calyetti ,  del 
Fumiani  ,  del  Cav.  Bambini,  del  Baie- 
'ètra,  di  Angelo  Trevisani,  e  di  Giusep- 
pe Salviati .  Ma  il  (Quadro  assai  bello ,  e 
ciic  merita  una  particolar  osservazione  j 
K  3  è 


114       G  I  O  R  K[  :A  r  ^ 

è  quello  che  sta  nella  Sagrestia  custoàito 
in  un  armajo,  che  è  di  mano  di  Paolo 
Veronese  ,  in  cui  si  rappresenta  la  Bea- 
ta Vergine  su.  di  un  piedestallo  che  tiene 
il  bambin  Gesù  5  con  s.  Giuseppe,  s.  Gio: 
Bartista,  s.  Girolamo  in  abito  da  Cardi- 
nale ,  s.  Francesco  ,  e  s.  Catterina  . 

La- facciata  è  di  architettura  antica, 
vaga  ,  ben'intesa ,  e  di  fini  marmi ,  ere 
duta  opera  di  Martin  Lombardo  ;  nel  cui 
mezzo  vi  è  la  statua  di  .§.  2^accaria  » 
grande  ni  naturale,  scolpita  da  Alessan. 
dro  Vittoria  ,  celebre  Architetto  e  Scul- 
tore; di  cui  vicino  alla  Sagrestia  è  si- 
tuato un  piccolo  Mausoleo,  con  tre  figu- 
re ,  rappresentanti  le  Professioni  che  lo 
rendettero  celebre  j  cioè  la  Pittura ,  V 
Architettura  >  e  la  Scultura  ,  e  nel  mez- 
zo  il  suo  Ritratto  da  lui  stesso  scolpito  • 

Oltre  i  Corpi  di  s.  Pancrazio  >  e  di  s. 
Sabina  ,  donati  a  questa  Chiesa  del  Pon- 
tefice Benedetta  IIL,  si  venerano  pure 
quelli  di  s.  Zaccaria,  di  s.  Gregorio  Na- 
zianzeno  ,  di  s.  Lizerio ,  di  s.  Tarasio  , 
e  dei  santi  Nereo  ed  Achileo  ,  coix  moU 
te  altre  insigni  Reliquie  . 

Questo  Monastero  possedeva  del  terre- 
no ,  che  giugneva  sino  alla  piazza  di  s. 
Mirco  ;  ma  perchè  Sebastiano  Ziani  Do- 
ge volle  ampliare  la  Piazza,  fu  loro  con-» 


Tue     c/es   /'n.v/u 


Ì^.Ata     Jc^//c-      .J^YOt^ut 


J4^ 


•acamblato  in  tante  possessioni  sul  Tre- 
sano  . 

Fuori  della  Chiesa  c'è  ^  la  Cappella 
eì  Santìssimo,  adornata  di  Pittur-  del 
alma .  Ritornando  suflla  Kìva  degli  SchtA- 
7nf  per  la  stessa  Porta,  che  ci  ha    eon- 

tti  nel  Cortile  di  s.  Zaccaria  ,  e  pas- 
ito  un  piccolo  Ponte  ,  si  scorge  un  Por- 
ico  tutto  di  marmo,  cen  sette  Volti  o 
irchi,  ben  alti  ,  in  ordine  Toscano  .  Nel 
lezEo  vi  è  una  gran  Porta,  e  dall'uno, 

dair  altro  lato  alcuni  Fiaestroiii  con 
oppie  e  grosse  Ferrate.  Ques'c^edifizio 
jrte  ,  di  marmi  industriosamente  con- 
iuntij  e  tutto  coperto  di  piombo  »  con- 
iene 

LE  PRIGIONI,  le  quali  essendo  pri. 
la  sotto  il  Palazzo  Ducale  ,  per  delibs- 
azione  del  Senato  negli  anni  15S9.  sot- 
3  il  Doge  Pasquale  Cicogna  ,  furono  tras- 
ortate  in  questo  luogo .  Fu  poi  termàna* 
i  questa  gran  Fabbrica  negli  anni  1602. 
ominciata  da  Antonio  dal  Ponte  ,  e  cotn» 
iuta  da  Antonio  Contin  di  lui  nipote ^ 
otto  il  Doge  Marino  G rimani .  Per  una 
caia  di  pietra  si  ascende  ad  una  Sala , 
his  serviva  d'aftio  al  Collegio  di  sei 
4obili  ,  chiamato  i/  Colhgio  dei  Signori 
li  biotte  al  Crìmi/jale  :  ai  quali  fra  gli 
Itri  loro  uiSzj  j  spettava  t\  giudicare  quei 

da* 


ti6     G  I  0  tv^u  r  u 

delinquenti ,  che    erano  accusati  ,   e  con* 
vinti  di  furto  3  e  di  simili    colpe. 

Ma  perchè  tra  il  palazzo    pubblico  ,    e} 
le  prigioni  passa  un   Canale ,   si    è    fattdji 
un  Ponte  di    comUà^icazione    nella    parte'; 
più  alta  àQÌU  due    fabbriche,    chiuso    dai 
amendue  i  Iati,  e  coperto  di  sopra,    per; 
cui  dalie  Prigioni  passano    i  Rei    a    pre- 
sentarsi ai  loro  Giudici,  ed  ai  Ministri , 
pei'  essere  esaminati  :  il  perchè  viene  chia- 
mato ,.T*(?»re  ^e/  jo/^/Vi. 

Usciti  dal  Cortile  delle  Prigioni,  ci 
asceremo  di  passare  il  Ponte  ,  detto  delia 
spaglia  ,  per  non  entrare  nel  Sestiere  di 
s.  Marco  di  cui  abbiamo  già  favellato  ; 
mentre  ci  resta»*5o  molte  cose  da  dire  del 
Sestìire  di  Castello ,  in  cui  siamo  ,  Pren». 
dendo  adunque  la  strada  contigua,  e  voi-, 
gendosi  a  destra  ^  si  truova  la  Chiesa  de-, 
dicata  a  s.  Giovanni  Vangelista  che  per 
ordine  dì  Domiziano  fu  posto  nell'Olio 
bollente  ,  detta  perciò  s.  Giovanni  in  Olio  , 
ma  volgarmente 

S.  GIOVANNI  NOVO,  Parrocchia-di 
Preti.  Fu  questa  eretta  dalia  Famiglia 
Trivisaea  ,  con  cinque  Altari;  fu  rifab- 
bricata sul  modello  di  ^Matteo  Luchesi ,. 
essendo  dalle  ingiurie  del  tempo  quasi' 
cadente  .  La  Tavola  del  Maggiore  era  del 
Bassano,  Vi  si  conserva  una  bella  Tavo* 

la 


SECOViD^.  117 

rappresentante  i  Ss.  Cosmo  e    Damia- 
di  Girolamo  Dante  allievo  del  Tizia- 


'Vi  sono  Reliquie  di  s.  Cosmo,  di  s. 
'am'ano,  di  s.  Marghet;ita  ,  di  s.  Barba- 
I  .  Ritorcendo  il  cammino  un  poco  ad- 
•  elro  verso  s.  Zaccaria,  si  giugne  alla 
«hiesa  Parrocchiale  di  j.  Profo/d  ,  detta 
i.I   volgo 

S.    PR070L0  ,    Giuspatronato     delle 

ionache  di  s.  Zaccaria,  che  vi  tengono 

'i.e    Cappellani.    Fu    questa    rifabbricata 

;gli  anni  1389.  come  si    ricava    da    un' 

crizione   ,    da    Amatleo    Buonguadagni , 

icecancelliere.nel  Comune  di  Vinegia  i 

i  poi  rinnovata    negli    anni    1642.    dalle 

;  praddette  Monache  sotto  il  Doge  Fran- 

sco    Erizzo  .    Gli    Altari    di    moderna 

ezione  sono  ricchi  di  scelti    marmi,    e 

belle  pitture.    La    Tavola    dell'Aitar 

aggiore  con  Cristo  deposto  di  Croce  è 

)era  singolarissima    di    Santo    Peranda  : 

iella  con  la  Madonna  ,   s.  Giuseppe  ,    e 

uè  Angioletti  che  formano  una    Croce  , 

opera  bella  del  Cav.  Liberi  :  quella  co-n 

Procolo  che  battezza  ,   è  di    Gregorio 

azzarini  .  Le  altre  pitture  sono  del  Pai..* 

;a  giovine,  e  defl' Aliense .  Corto  viag- 

o  conduce  alla  Chiesa    Parrocchiale    di 

5.  SEVERO3  Giuspatronato  delle  Mo% 

nagbe 


I 


yi8         O  1  0  KVi^  T  ^ 
Miche  di  s.  Lorenzo  ,  che   la    fanno    iifli 
ziare  da  quattro  Cappellani .  Ella  è  mol 
to  antica,  essendo  stata    prima    edificati 
dal  Doge  Angiolo  Participazio  negli  an 
ni  820.  Ma  nel  .i  106.  arse 'con  molte  al. 
tre ,  come  scrive    il    Dandolo  ,*    onde    fi 
poi  rinnovata  .  In  questa  Chiesa  vi    sonc^ 
cinque  Altari.  II  Quadro  in  cui    rappre.j 
sentasi  la  Passione  di  Gesù  Cristo  à  ope-, 
ra  singolare  del  Tiutoretto  ,    come    pure 
quello  dell'Assunta,  vicino  ad  una  dt;lle 
Porte.    Vi  è  per  altro    chi    il    primo    Io 
crede  di  Lazzaro  Sebastiani  .  Le  due  Te- 
le poi  sopra  le  due    Porte    laterali    della 
maggiore,  sono  di  Vicenzo  Catena,  e  lì| 
quattro    Evangelisti    nella    Cappella    alla 
destra  ,  del  Palma  giovine  ,  In  vicinanza 
di  questa  Chiesa  vi  è  il  Palazzo  di  Casa 
Ottoboni  5  in  cui  venne  alla  luce  il  Pon- 
tefice Alessandro  Vili,    di    questa    fami-^ 
^lia.  PciCG  distante  è  la  Chiesa  di 

S.LORENZO,  ed  il  Monastero  di  Mo- 
nache Benedettine,  tutte  di  nascita  No- 
bile. L'erezione  dell* uno,  e  dell'altra 
fu  fatta  negli  anni  809.  dal  Doge  An-, 
giolo  Participazio,  quegli  stesso  che  fab- 
bricò la  Chiesa  di  s.  Severo.  Ma  nel  S4r. 
Orso  Participazio  nipote  dello  stesso  Do- 
ge )  essendo  Vescovo  Olivolese,  diedj 
questo  luogo  ad    alcune    JV^onache    Bene^ 


ttine  j  delle  quali  elesse  Badessa  Rod 
.na  sua  Sorella,  lasciando  Joro  con  suo 
stamento  la  Chiesa  di  s.  Lorenzo  e  dì 
Severo,  con  tutte  le  Case  onde  erano» 
•condats  .  Il  Tempio  pero  che  in  oggi 
vede  ,  e  il  Monastero  furono  rinnovati 
Ji  fondamenti  ,  e  ridotti  in  forma  no- 
le  ,  ed  ampia  ,  sotto  il  Doge  Pasquale 
Vcogna  Verso  l'anno  I59D.  sul  modello 
Si  non  Sorella  « 

La  Chiesa  è  ben  grande,  ma  viene  di* 
^''^a  nel  mezzo  da  muraglie  ,  e  da  can- 
ili di  ferro,  che  formano  come  due 
liese,  l'una  interiore  per  le  Monache  j 
altra  esteriore  pel  Popolo  .  L'Aitar 
•aggiore ,  che  è  situato  nel  mezzo  del 
jempOj  ha  due  faccia  ugualmente  bsl- 
,  una  delle  quali  è  volta  di  dentro  yer- 
il  Coro  delle  Monache,  e  l'altra  di 
ori.  Il  disegno  fu  di  Girolamo  Campa- 
la celebre  Scultore  ,  e  l'opera  di  Giam- 
aria  Canareggio  .  In  esso  ergesi  un  Ta- 
rnacolo  assai  alto,  e  ricco  sopra  modo 
belle  pietre  preziose  con  figure  di  brori* 
),  ed  altri  varj  ornamenti  cb*  Io  ren- 
)no  molto  magRÌtlco  ,  Altri  sei  poi  sono 
i  Altari  nel  restante  della  Chiesa  este- 
ore  ,  tu'ti  di  marmi  fini  ,  e  di  eceei* 
nti^  pittare  adorni  ,  di  mano  del  Palma 
orine .  dei  P,^rai;da ,   di    Phtro    Mera, 

di 


tJ6  ^    a  I  0  K  H  ^  T  ^ 

Flaminio  Floriano,  di  Domenico    TintjC 
tettò,  e  del  Pilotto. 

Unita  alla  Chiesa  è  una    Cappella    d^ 
dìcaCa  a  S.Sebastiano,  con  tre  Altari 
non  ordinario  laverò  ,  e  con  Pitture    d 
Palma  giovine,    di    Michele    Sobleo,    ' 
Giambattista  Mercato ,    e  di    Carlo    Cr 
Velli.  Vi  ripesano  i  Corpi    di    s.    Candii 
da,  di  s.  Babaro,   di  s.    Paolo    Vescov 
e  M. ,    del  B.    Lione    Bembo,   e    del    f 
Giovanni  Pievano  di  s.  Giovanni  Deco! 
lato:  e  vi  sì  venerano    due    Spine    dell< 
Corona  del  Signore ,    e  una    Reliquia    d 
S.  Lorenzo  .  Q^uivi  è  sepolto  il  tanto  rin 
nomato    Marco    Polo    detto    il    Milione; 
celebre  per  la  scoperta  dì  nuovi  paesi  fat- 
ta prima  dì  Cristoforo  Colombo  .  Uscen- 
do da  questa  Chiesa  ,  e  seguitando  il  cam- 
mino lun^o  il   Canale  ,  arrivasi  a 

S.  GIORGIO   DEI    GRECI,    questo» 
sontuoso  e  ricchissimo  Tempio,    eon  no»i 
bile  architettura,  e  presn'osa  facciata  tut-i 
ta  di  marmo  ,  ©pera  insigne    del    Smso-^ 
Viriti,    fu  'eretto    dalla    Nazione    Greca, ^ 
con  Privilegio  ài  Leone  X.  che  la    esen- 
tò dalla  giurisdizione  deU*  Ordinario    ne- 
£»Ii  anni   1514.  ai  3.  di  Giugno  ;  indi  con- 
fermò i  loro  antichi  Riti  con   un  ampis- 
simo Breve,    dato    sotto    ii    iS.    Maggiry 
Del  t^iii  il  qsale  fu  poi  cotifsfRjnrà  4^ 

CU- 


:^Iemente  Vili.  E'ofl5ciata  da  Greci  Cat. 
olici,  e  serve  per  Je  persone  dì  quella 
alligazione,  cht  abitano  in  questa  Città, 
5"'er  cagione  del  commercio  del  Levante  , 
■  ^^  vi  si  fanno  moltissime  singolari  fun- 
i)t;ioni  Secondo  il  rito  della  Chiesa  Greca  . 
Cfi  Vi  sono  Reliquie  di  s.  Basilio,  di  s. 
2R(!' befano  ,  di  s.  Liberale,  ed  altre.  Non 
coriQoIto  lungi  da  questa  Chiesa  è  collocato 
IM  Seminario  della  Greca  Nazione,  in 
;col  ui  si  allimenta  ed  ammaestra  buon  «u- 
lellbero  di  giovanetti  Greci  per  Testamene 
il  lo  di  Tommaso  Flangini  di  Gorfù,  il 
rifl  (uale  fondò  ancora  in  poca  distanza  uno 
ne  (Spedale  per  la  stessa  Nazione  ,  racco- 
fattaandatì  avendo  ambidue  questi  luoghi  alla 
en'^?aterna  cura  del  Principe.  Proseguendo 
ni  I  viaggio   a   mano    diritta,    si    trova    la 

Chiesa  di 
iti  S.  ANTONINO;  Parrocchia  di  Pre- 
ij  fabbricata  verso  i*anno  Boo.  dalla  Fa- 
•lìglia  PartìcipaZia  5  poi  ristaurata,  e  per 
osi  dire  rinnovata  rteiranno  i58o.  per 
ura  e  diligenza  del  Pievano  Niccolò 
^runsllj.  Ha  sette  Altari,  «il  maggiore 
ei  quali  è  maestoso  con  colonne,  e  figu- 
?  di  marmo.  Nobile  poi  è  la.  Cappellai 
edicatà  a  s.  Saba,  eretta  dalla  Famiglia 
;'iepo^o  ornata  di  stucchi,  e  di  belle  pit- 
uite ,  sul  ctìi  Altare  che  è  tutto  di  fini 
L  Kiar- 


i; 


Hi        G  I  0  KX  U  TU 
marmi  i  riposa  il  Corpo  di  detto   Santo 
Vestito  alla  Gi-eca  ^  portato  da   Costanti-' 
tiopoli  l'anno  911*  da  Centranìco    Patii 
zio  Veneto  j  è  si  fa  la    festa    alli    5.    dì 
Decertibre  *    Vi    si    cot\5etvà    ancóra    una 
«rocetta  ,  con  la  quale  il   Santo    bened 
cendo  risanava  gT  Inférmi  i  Là  statua    d 
Alvise  Tiepolo  che  vi  si  vede  èd§i  cele- 
bre Alessandro  Vittoria  0 

Le  pitture  di  questa  Chiesa,  óltre  à 
Qiieile  del  Palma  giovine,  Sono  dell' Eu- 
20  j  di  Pietro  Vecchia,  e  di  Lazzaro  Se- 
bastiani à 

Vi. si  vertéràriò  Reliquie  di  s.  Maria 
Cjeofa  ,  di  s.  Spiridione  VeS<:ovo  ^  ed  al- 
tre.  Non  molto  distante  è  un  Oratorio  ^ 
dettò  volgarmente 

S. GIORGIO  DEGLI  SCHIAVÒNÌ. 
Questo  è  governato  dalla  Nazione  Illi- 
rica j  che.rtegli  antìi  1551*  lo  rifabbrica 
dai  fondamenti  i  L'interno  è  ricco  dì  pre- 
ziose pitture  ^  fatte  da  Vittore  Carpaccio  ; 
e  ve  ne  ha  una  dell' Aliense ,  il  quale 
pure  dipinse  il  Gonfalone  di  questa  Con- 
fraternità é  Poco  discostà  dair  accennato 
Oratorio  è  la  Chiesa  di  Sé  Giovanni  del 
Tempio  i  detta 

S.  GIOt^ANNi  DÈI  FtJRLANI  , 
posseduta  un  Tempo  dai  Cavalieri  Tem- 
plari ;  ma  dopo  ehe  fu   estìnto  queir  Or- 


ufo  line  da  Clemente  V.  ad  istanza  di  Filip, 
>o  Re  di  Francia  ,  fu  conceduta  a  quelli 
.jìi  R.odi .  Ella  è  ampia  con  sette  Alta^ 
i,  adorna  di  belle  pitrure  del  Palma  , 
eli'Aliense,  di  Giovanni  Bellino,  di 
vlafFeo  Verona  ,  del  Ponzone  ,  e  di  Da« 
io  Varotari  padre  di  Alessandro.  Di  h 
i  giunge  alla  Chiesa  di 

SANTA  TERNITA,  Parrocchia  di 
^retì  .  Questa  fu  fondata  dalle  Famiglie 
lei  Gelsi,  e  dei  Sagredi  sotto  il  Doge 
'ietro  Barbolano  o  sia  Genttanico  nel 
il.  secolo,  e  ristaurata  poscia  più  di  una 
olta,  ed  anche  in  questi  ultimi  anni  . 
ria  sette  Altari  j  alcuni  dei  quali  sono 
icchi  di  marmi  j  e  massime  quello  d«I 
Srocifisso .  Molte  poi  sono  le  belle  pit* 
ure  che  V  adornano  ,  del  Conegliano  ,  del 
?alraa  giovine ,  di  Girolamo  da  Santa- 
ZcocQ  i  delTAIiense  ,  di  uno  Scolaro  del 
alma,  e  del  Fialettì  ,  ed  un  Quadro  di 
/ittore  Carpaccio  rappresentante  la  Co-? 
onazior,s  di  M.  V. 

Nella  Gappella  dj  s.  (Gerardo  Sagredo  , 
•he  fu  Vescovo  di  Ungheria,  martiriz. 
sarò  negli  anni  1071. ,  si  conserva  una 
nsigne  Reliquia  di  questo  Santo  :  ed  ol- 
re  a  questa  vi  si  venera  il  Corpo  di  s, 
nastasio  Martire  portato  da  Costantino* 
pji  Tanno  1200.  da  un  Nobile  VenetQ 
L  a  dejl^ 


tu       G  1  0  nvi  ^  T  ^ 

d«Ila  Famiglia  Valaresso .  Passando  uà 
piccolo  ponte  si  entra  in  una  piazra,  in 
fondo  a  cui  è  collocata  Ja  Chiesa  di  /• 
Maria  C<^hfte  y  chiamata 

LA  CELESTIA.  Fu  incominciata  la 
Chiesa  dalla  Famiglia  Gelsi  nel  1199.5  e 
terminata  nel  1239.  sotto  il  Doge  Jacopo 
Tiepolo.  Il  Monastero  a  quella  annesso 
consegnato  venne  alle  Monache  Cìstei- 
ciensi ,  essendo  Vescovo  Castellano  Pietro 
Pino  ;  e  perchè  quella  che  in  detto  Mo- 
nastero fu  costituita  Superiora  si  chiama- 
va Gelestia  ,  pres-  pure  anche  il  nome  di 
s.  Maria  della  Celestia  il  Monastero  . 
Neil*  anno  1569.  succeduto  essendo  uri 
terribile  incendio  nelT  Arsenale  ,  che  ro- 
vinò parte  della  Chiesa  e  del  Monastero  , 
furono  costrette  le  Monache  a  ritirarsi  ai- 
le  Case  paterne.  Ma  pochi  giorni  dopa 
fu  dal  Senato  conceduto  loro  il  Mcn  - 
stero  di  s.  Jacopo  della  Giudecca  lino 
alla  nuova  riedificazione  dell'incendiato  . 
L'anno  1574»  l'Abadessa  Angiola  Gia- 
denigo  con  le  altre  Religiose  accompa- 
gnate da  Monsignor  Patriarca  ritornaro. 
no  con  grandissima  divozione  alla  Chie- 
sa ;  e  al  riedificato  loro  Monastero, 

Nella  Vecchia  Chiesa  eravi  il  deposito 
^el  Doge  Lorenzo  Gelsi,  che  lasciò  dì 
vivere  l'anno  1365.  La  presente    è   fatta 

a 


crociera  ampia  e  maestosa  sul  modelle» 
li  Vincenzo  Scamozzio  .  Ha  nove  Alta, 
i  tutti  ricchi  'di  marmi  fini,  e  di  belle 
jitture ,  che  sono  di  Domenico  Tinto» 
•etto,  di  Andrea  Vicentino,  del  Tinel» 
i,  di  Paris  Bordone,  di  Jacopo  Palma, 
ielFoller,  di  Maffeo  Verona,  e  di  altri  « 

Vi  si  conserva  il  Corpo  di  s.  Caloan» 
!ro,  e  di  s.  Stefano,  e  reliquie  di  s.  Lo- 
renzo .  Con  poco  viaggio  si  giugde  alia 
Chiesa  di 

S.  FRANCESCO  DELLA  VIGNA  ,  e 
I  Convento  abitato  dai  Frati  Minori  Os- 
servanti di  s.  Francesco  d'Assisi .  Questo 
luogo  fu  prima  un  Ospitale,  nel  quaile  si 
portavano  psr  risanarli  que&I*  infermi ,  che 
non  sapevano  come  mantenersi  .  La  Chie- 
è  una    delle    più     belle    e   magnifiche 
della  Città  .  Negli  anni  1:^.53.  per    testa- 
mento di  Marco  Ziani    figlio    del    Doge 
Pietro,    ebbero  quei    Religiosi    1* eredità 
^'  di  tutto  quel  fondo  ,    sopra    cui  era    una 
picciola  Chiesa,    eretta  da   quell'illustre 
ed  antica  famiglia  ad  onore  di  San  Marco 
Vangelista,  la  quale  come  quella  ch'era 
fondata  in  una  Vigna  ,  dicevasi  San  Mar ^ 
co  della  Vigna*  Quindi  è  che  a!    presen- 
i  te  nell'Orto  grande  di  queste    Convento 
vedesi  unaCàppelletta  dedicata  a  s.  Mair- 
co  . 

L  3  Ncir 


ii6  ^    G  1 0  mi  ^  T  ^ 

Nell'anno  seguente  1^54.  presero  quet 
Padri  r  investitura  di  quel  luogo ,  con 
lettere  del  Pontefice  Alessandro  IV. -,  e 
pel  1534'  li  15'  di  Agosto  sotto  il  Prin-? 
cipato  di  Andrea  Gritti ,  cominciarono  a 
fabbricare  il  Convento  colJa  nuova  Chie- 
sa sul  disegno  del  Sansovino,  La  grave  e 
maestosa  facciata  ^  del  Palladio.  Ella  è 
tutta  di  marmo,  d'ordine  Composito, 
con  giudiziosi  e  proporziqnati  comparti-? 
menti.  NegTintercolunnj  di  essa,  in  due 
fiicchie  sono  collocate  due  statue  di  bro«- 
?o  ,  di  forma  gigantesca  ,'  opere  lodatis- 
sime  di  Tisiano  Aspetti  Padovano.  V 
una  di  queste  rappresenta  il  Profeta  Mei- 
gè ,  col  motto  :  Ministra  Vmbrarum  ;  V 
altra  s.  Paolo,  ^ottQ  cui  sta  scritto  :  Dis- 
p&nsatorì  iucìs ,  Al  di  sopra  delle  nic- 
chie, in  una  'i  legge:  ^decedè  ad  hoc  i 
e  neir  altra  ISle  deseras  sphìtuah  *  Ne- 
gli  spazj  tra  le  Colonne  ^minori  da  un  la» 
to  è  scritto:  Islon  sm9jugi  exteriorì\  e 
tiair altro:  lateriorìqué  bello.  Nel  mez- 
20  del  Frontispizio  è  scolpita  un'  Aquila 
con  questa  parola  :  "^enovabitur .  Nel  fre- 
gio poi  stanno  registrate  queste:  Deo ^ 
utrìuTqud  Templi  edificatori  isr>2iepara- 
tori . 

Ha  dicianove  Altari*  tutti  ornati  di 
??iarmi  fini ,  ed  alcuni  anche  di  belle  sta-? 

tue, 


;5,  e  di  bassi  rilievi,  la  maggior  parte 
il  Ales  andrò  Vittoria  »  insigne  Scultore  , 
L'eccellenti  Pitture  di  cui  va  ricca,  so- 
<io  fra  l'altre  la  Tavola  colIa3»  Vergi- 
ne, s.  Antonio  e  s.  Bernardo,  del  Sal- 
;'iati  i  quella  colla  visita  d^i  Re  Magi, 
del  Zuchero  ;  l'altra  n^Ua  Cappella  deU 
la  famiglia  Giustiniana  con  Nostro  Si- 
gnore, s.  Giuseppe,  s.  Giovanni,  e  altri 
Santi,  di  Paolo  Veronese  ;  e  l'altra  psiri- 
menti  di  Paolo,  colla  Risurrezione  di 
Nostro  Signore.  Sotto  il  Pulpito  vi  è  un 
(Quadro  col  Martirio  di  s.  Lorenzo,  ope- 
ra pregievole  e  rara  di  Girolamo  da  San- 
ta-Croce  -  Nella  Sagrestia  si  vede  una 
Palla  dipinta  a  olio  Sulla  muraglia  ;  sin. 
gelare  lavoro  di  Paolo,  e  dirimpetto  a 
questa  una  ve  n'  è  ancora  con  tre  Santi  ^ 
di  Giacobello  del  Fiore  . 

Ve  n'  ha  poi  del  Bastiti ,  di  Battista 
Foraneo  ,  di  Domenico  Tintoretto ,  di 
Montemezzano  ,  di  Parrasio  Michele  ,  dei 
Palma  giovine  ,  di  Andrea  Vic-ntino  , 
del  Peranda,  di  Pietro  Mera,  e  dell' 
Angeli  . 

In  quel  sito  dove  dalla  Chiesa  si  passa 
nei  Chiostri  del  Convento  ,  e  verso  la 
Sagrestia  j  si  vede  la  Cappella  Santa  ^ 
dedicata  alla  Concezione  di  Maria  Ver^ 
§ine  ,  con  pitture  di  Giovanni  Bellino  ^ 
*  ^       Qui 


ì2$        Gip  K^^T  ^  ■- 

Qui  le  Reliquie  dei  Santi  sono  in  nume» 
rosi  vasi  serbate  . 

In  questa  Chiesa  giacciono  le  ossa  ài 
parecchj  Uomini  illustri.  Quattro  sono' 
i  Dogi  colle  loro  Iscrizioni  e  Mausolei'. 
Il  primo  è  Andrea  Gritti  ,  creato  negli 
anni  1523. ,  e  morto  nel  1538.  sotto  il 
cui  Governo  i  Veneziani  ricuperarono  Bre- 
scia ,  eh*  era  stata  tolta  dai  Francesi  agli 
Spiagnuoli . 

Il  secondo  è   Marcantonio    Trevisano  ,' 
^che  durò  nel  Governo  due    soli   anni  j    e 
morì  nel  1555. 

Francesco  Contarini  è  il  terzo,  che 
tenne  il  Principato  quindeci  mesi  ,  e  mo- 
ri santamente  orando  d*  innanzi  l'Imma- 
gine di  un  Crocifìsso  negli  anni  1624*  li 
12.  Decembre  . 

Il  quarto  è  Marcantonio  Giustiniano, 
creato  nel  1683.,  e  morto  dopo  quattro 
anni. di  Governo  . 

Tre  altri  poi  non  hanno  per  ancota  ve- 
runa memoria.  Questi  sono  Antonio  G  ri. 
mani  5  creato  negli  anni  1521.3  e  morto  ] 
quattordeci  mesi  dopo . 

II  ^secondo   è    Niccolò    Sagredo  ,   che  I 
tenne  dieciotto  mesi    il    Governo,   avci> 
dolo  assunto  nel  1674. 

Luigi  Contarini  è  il  terzo,  creato  nel.; 
1676. ,  e  morto  nel  16S3. 

MoN 


^  SECOXD^.  i29_ 

ifliej  Moltissimi  sono  inoltre  i  Procuratori  i 
iìenatari ,  ed  i  Nobili  che  giacciono  qui 
ipplti  ;  le  cui  Iscrizioni  per  brevità  si 
alasciano.  Vi  riposano  anche  le  ossa  del 
enerabi/e  F.  Matteo  da  Bassi  della  Mar- 
ì  Anconitana,  Minor  Osservante,  che 
1  il  primo  Fondatore  de.i  Cappuccini  ,  e 
lori  in  Vinegia  l'anno  1552.  nella  Casa 
el  Pievano  di  San  Moisè,  predicando 
fi  annualmente  . 

Nel  Cimiterio  ,  o  Campo-santo  dietro 
i  Coro  ,  giacciono  le  ceneri  di  E^aniello 
•arbaro  ,  eletto  Patriarca  di  Aquileja. 

Sul  modello  della  Chiesa  è  ancora  la 
agrestia  ,  ornata  con  tre  Altari:  e  una 
Tavola  di  questa  fu  dipinta  a  fresco  da 
*aolo  Veronese  . 

E' bello  e  comodo  il  Convento.  Han- 
»o  questi  Padri  una  buona  Libreria  ,  ac-. 
resciuta  poch'anni  fa  dal  R.  P.  Giovan- 
i  degli  Agostioij  uomo  doto  ed  erudii 
:o . 

Nella  piazza  eh' è  avanti  la  Chiesa  ,  da 
in  lato  evvi  la  Scuola  del  Sancissimo  No- 
ne di  Gesù,  e    dirimpetto    a    quella,    il 
;JPalaz2o  in  cui  abitava  il  Nunzio  di  Sua 
!jSantità  ,  donato  alla  s.  Sede  dalla  Repub- 
lica  sotto  il  Pontificato    di  Sisto  V.    in 
ambio  del  Palazzo    dato    dalla    s.    Sede 
la  Repubblica  in  Roma  per   abltazions 


13©        G  I  0  RVi  .A  T  ^ 
è.QÌ  suoi  Ambasciadori .    Questo    Palazzaj 
era  abitato  da  Andrea  Gritti    prima    eh?  ' 
fosse  eletto  Doge  . 

Altri  due  Oratori  vi  sono  in  questa  pìaz^| 
za,  l'uno  della  Confraternità  delle  sagre 
Stimate,  e  l'altro  della  Scuola  di  s.  Fran, 
Cesco  ;  in  cui  vi  sono  quattordici  Quadri 
di  mario  di  Girolamo  da  Santa  Croce, 
tutti  concernenti  la  Vita  dello  stesso  San. 
to  ;  e  due  altri  nei  iati  dell' Altare  ,  ope- 
re singolari  dei  Tintoretto  .  In  poca  di^ 
§tan2a  è  la  Chiesa  Parrocchiale  di 

SANTA  GlUSTfNA  ,    col    monistero' 
di  Monache  Agostiniane .  Dicesi  <;hepri*' 
ma  fosse  tenuta  una  tal  Chiesa  dai  Padri* 
di  s.  Brigida  j  i  quali  furono    poi    licen- *' 
>iati  .  Negli  anni   1450.  essendo  le    Mo--' 
nache  degli   Angioli  di  Murano  dell' Oi- ' 
dine  Agostiniano,  in  grandissimo  nume-l 
ro  ,  ne  furono  di  quelle  levate  molte,  ed  | 
ottenuto  un  tal    Monastero    conservarono  ^ 
ristesse  prerogative.    La    Chiesa    non    è 
molto  grande;  ma  è  assai  bene  aggiusta-  " 
ta  con  cinque  Altari  .  Tra  questi  il  Mag- 
giore è  ricco  di  Porfidi  e  Serpentini  ,  tiel 
cui  Tabernacolo  eh*  è  preziosissiflio  ,  sono 
rimesse  Agate,  Corniole,  e  Corali ,  e  al- 
tre somiglianti  rarissime  Pietre.  La    Ta- 
vo  a  è  del  Palma  giovine;  e  le  altre  spar- 
|e  per  Ja  Chiesa,  sono  del  Ponzone,  de| 


dovaninò  ,  delT  Aliens?  ,  del  Vecchia^ 

I  Rusca^    di    Éaldissera    d*Anna,    del 

mimberti  ,    del  Liberi  ,    di  Marco    Ve- 

<llio,  del  ^Contarino,    del    Perànda  3  e 

Pietre  Mera  <, 

In  questa    Chiesa    conservasi    aneli,*    ti 

etra  ,  cfie  per  antica  tradizione  si    t"é- 

•  esser  duella  ,  su  cui  genuflessa  orò    s-- 

iustina  prima  di   essere  martirizzita  ;  il 

e  si  ricava  dal/e  Lezioni  di  questa  Sari- 

nel  Ere-fiario  Benedettino  ^    e    da    uni 

crizione  posta  in  detta  Chiesi  tra    due 

Itari ,  nella  quale  sì  leggono  le  seguen« 

parole  :  Tràditum  est  rtoh'is  db  dnùquis^ 

dubitata  successione  hànc  esse  iilam  pe^ 

am  ^  in  qua  Justìna  Virgo  tmprzssìt  vé^ 

tgìum  ienu-fie:àonìs  sudS  prò  oradom  hd- 

ta  ante   martyriUfn ,    Guam    hic    reponi 

dmut  ad  Fi  de/i  u^  devotionem  ja6i»  di^ 

X,  ^uiusti . 

Nobile,  e  tutta  di  marmo  è  la  Pac- 
ata dei  sagro  Tempio,  eretta  negli  an« 
164^.  dalla  Famiglia  Soranzp  ,  sui  di- 
_no  di  Baldissera  Longhena.  Nel  sita 
■à  dtgno  è  la  statua  di  mezza  figura  dì 
ioranni  Soranzo  j  e  rie'due  lati  quellt 
Girolamo  ,  e  di  Francesco  < 
Partendo  di  s.  Giustina ,  e  incàmmi- 
hdosi  per  un  viottolo  angusto  verso  la 
iguna,  in  quella  parte  cbc  richiamale 


Fondamente  nuove  ,   si  truova  »I   Chiesa 
dedicata  a 

S.  MARIA  DEL  PIANTO,  detta  1$ 
Cappuccine  sullt  Fondamente  nuove ,  che 
sono  Eremite  Agostiniane.  Questa  ebbe 
principio  r  anno  1649.  sotto  il  Doge  Fran- 
cesco Molino  ,  e  terminossi  tótto  il  Do» 
gè  GJoianni  Pesaro  l'anno  1658.  per  un 
Voto  fatto  dal  Senato  in  occasione  della 
guerra  di  Candyi ,  come  appare,  dall' Is« 
crizione  affìssa  per  ordine  pubblico  sopra 
la  Porta. "La  Chiesa  è  fabbricata  con  ele- 
ganza ,  di  forma  ottangolare  ,  di  Ordine 
Corintio  sul  modello  ^i  Francesco  Con. 
tin  ,  con  sette  Altari  ricchi  di  scelti  mar» 
mi*  Le  belle  pitture  che  Tadorùano  sono 
di  Luca  Giordano,  la  Tavola  dell'Aitar 
maggiore  ,  del  Rusca ,  di  Pietro  Ricchi , 
del  Celesti,  del  Vecchia ,  e  del  Liberi  la 
Tavola  dell'Annunziata. 

C'è  un  Crocifisso  scolpito  in  legno  da 
Alberto  Durerò» 

Si  venera  in  questa  Chiesa  il  Corpo  di 
e»  Fausto  M.'  Continuando  la  me^desin^: 
Strada  delle  Fondamente  nuove  ^  si  glugm 
ad  un  alto  ponte  di  marmo  ,  sopr»\  ui 
Canale  ch'entra  nella  Città.  Ora  lascia 
to  il  Ponte ,  e  seguendo  il  corso  di  que 
Canale,  troverassi  la  Chiesa^  e  Io  Spe 
dale  di  s*  JLaz$ro  detto  comunemente 

I  MIN. 


J/c/.-//u/  c/c\.-  Jte'u/M/i^.  ,  <■/  ..vvv 


^'o-u^,, 


Roridamente  nuove  ,   si  truova  al   Chiesa 


Canale  cn  encra  ncii*  v-»w.-.  JMà  lasciai 
to  il  Ponte  )  e  seguendo  il  corso  di  qua 
Canale,  troverassi  la  Chiesa^  e  Io  S^è 
dale  di  s*  Laz$ro  detto  comunemente 

1  I^EN. 


!  MEDICANTI,    la    eui    erezione    si 
ferisce  al  principio  del    XVII.    secolo* 
h  questo  luogo  ogni  cosa    è    magnifica  « 
à  Facciata  esteriore  tutta  è  di  marmo  , 
i  itta  per  legato  dì  Jacopo    Galli    Merca- 
mte  riccbissioio  ,  n?gU  iinni  1673,     Pèt* 
I  n  portone  si  entra  in  un    Atrio    grande 
i  uadrato  ,  il  qua!-  dà  ingresso  alla  Chie- 
■»  .  La  divisione  ch'è  tra  l'Atrio  ,   e    la 
Chiesa)   è  formata   da    due    Mausolei    di 
la'rmi  fini,  ove  si  veggono  in  mezzo  ri- 
levo le  segnalate  ihiprese  di  Luigi    Mo- 
enigo,  valoroso  Capitano  Generale  dell' 
IJLrmata  Navale  nella    difesa    di    Candia, 
llof)  due  statue,  che  rappresentano  la  For- 
™ezzà  e  la  Prudenza  .  Lo  stesso  Mausoleo 
;orrisponde  con  un'altra    faccia   nell'in-* 
eriore  della  Chiesa,   nel  cui  mezzo    sta 
retta  ia  statua  ,  grande  al    naturale  j    di 
lUesto  prode    Guerriero,    scoltura    eccel* 
ente  di  Giusto  Corte  Fiammingo  ;  il  tut- 
o  sul  disegno  di  Giuseppe  Sardi    Archi- 
etto  Veneziano  j  e  le  figure  furono  scoi* 
jaite  da  Giuseppe  Belloni  . 

Quivi  si  conserva  il  Corpo  di  s.  Mili- 
tone  Martire  ,  uno  dei  Quaranta  il  più 
giovine:  oltre  a  molte  altre  insigni  Re- 
iquie  .  Nella  piazza  vicina  ,  detta  ;7C<rw* 
pò  dei  Saliti  Giovanni  e  'Paolo ,  sta  situa. 
ta  ia  Confraternità ,  o  sia 

M  SCUO- 


^  iu     G  i  0  n  Vi  ^  'T  ^ 

SCUOLA  GRANDE  DI  S.  MAR'COì 

ÒuMta  fu  fabbricata  negli  anni  M^?- so- 
pra un  terreno  concedutole  dai  Padri  del, 
rOrdiiie  di  Si  Oomerìieo  ,  ma  rimase  in- 
cendiata- in  gran  parte,  negli  anni  .1485- 
Fu  poi  riedificata  in  forma  più  nobile  nel 
Ì49Ò.  còlla  Facciata  esterióre,  ingegno- 
samente incrostata  con  figure  scolpite  dà 
Eartòlomnìeo  Bergamasco  y  e  con  bassi  ri- 
lievi di  Tui'liò  Lonlbardo  j  valenti  Scul- 
tóri i  .  . 

Fra  Questa  Scuòla  di  s.  Marco,  e  la 
Chiesa  dei  Ss.  Giovanni  e  Paolo  ritrova- 
si la  Cappella  dedicata  alla  Santissimi 
Vergine  del/a  Vdce  i  come  appare  erAY 
.Epigrafe  Templum  Vach ,  detta  irolgar. 
niente 

LA  MADONNA  DELLA  PACE  .  in 
questa  conservasi  V  Immàgine  di  Nostra 
Signora  cfie  aveva  nella  sua  ab'taÉìone  s. 
Giovanni  Damasceno,  gran  difensóre  del 
culto  dell' Immagini  contra  l'empio  Leo- 
ne ìsauricó  ;  il  quale  per  togliere  all'Emi 
iii^^gini  il  culto,  accusò  questo  Sansto  va- 
loroso Scrittore  di  tradimento  al  Signor? 
di  Damasco  .  Ora  questi  avendo  data  fede 
alle  false  lettere  di  Lione,  fece  troncare 
al  Santo  la  mano  diritta;  ma  gli  fu  i»f 
brieve  destituita  con  un.  insigne  miracol 
tb ,    avendo    invocato    1*  ajuto    di    MariI 


è 


fholo  Juxì  CAiL'. 


^  ìii     GÌ  0  n  x  ^  t  J 

^  SCUOLA  GRANDE  DI  S.  MARCdi 

Òue^ta  fu  fabbricata  negli  anni    1438.  so- 


j\  ^mu-c 


al  Santo  la  mano  diritta  ;  rna  gli  fu  i-f 
brievé  restituita  con  un  insigne  miraco. 
ife,    avendo    invocato    T  ajùto    di    Maria 


^'ergine  .  Fu  questa  santa  Immagine  tras? 
lortata  da  Costantinopoli   in  Vinegia  per 
ipera  di  Paolo  Morosini  negli  ^ùni  iZ^9<> 
a  quale  fu  poi  donata  negli    anni    1503» 
i   Padri   Predicatori  :   che  I?  tollocarono 
l^corosamente  in  questa  Cappella. 
Prima  di  allontanarsi  però  da  una  tale 
appella  deve  il  Forasciere    fermarsi    sul 
iminare  della  portc^  ,    che    è    dirimpetto 
illa  statua  del  Generale  Bartolomn^eo  Gol^ 
eqni  ,    e  .  dirittamente    guardando    vtdrà 
otto  Ji  panza  del  Cavallo  comparirgli  V 
ngiolo  del  Campanile  di  s.    Marco,    il 
he  fa  conoscere  quanto  da  un  luogo  ali* 
Itro  sia  maggiore  l'altezza  del  terreno, 
alla  Cappella  delia  B.  Vergine  deUa  Ta. 
e  si  passa  alla  Chiesa  dei 
SANTI  GIOVANNI,  E  PAOLO,    e 
1,  Convento  dei    Padri    dell'Ordine    dei 
redicatori ,    il  cui    ampio    fondo    fu    ad 
ssi  donato    dal    poge    Jacopo  -Tiepolo , 
nelPanno     1234.,    tredici    anni    dopo    Is, 
niorte  di  S.Domenico.  Si  dice,  cheque. 
Sti  Padri  fabbricassero  prima  un  Oratorio 
dedicato  a  s.  Daniello    Profeta  ,    ma    di 
poi  ajutati  con  molte  liroosine    poterono 
ergere  quel  gran  Tempio  che  al  presente 
si  vede,    e    fu    consacrato    l'anno    i43Qt 
Quindici  sono  qU  Altari,    tra  i  quali    ii 
piaggiore  può  dirsi  dei   più    maestosi ,   e 
M  %  dei  " 


il6  \G  I  0  K  'n  ^  T  ^' 

dei  più  ricchi  della  Città,  composto  di 
marmi  fini,  con  un  Tabernacolo  eminen- 
te, Collocato  sotto  un  Arco  sostenuto  da 
dieci  grandi  colonne  ,  e  con  due  Angio- 
li ai  Iati/  ciascuno  dei  quali  ha  nella 
mani  una  cassetta  dorata  con  entto  le  Re- 
liquie dei  Santi  Giovanni  e  Paolo.  Ar« 
chitettura  di  Matteo  Garmero  . 

La  Cappella  di  Nostra  Signora  de/Ro' 
sario  ,  è  degna  di  particolare  osservazio- 
ne,  essendo  uno  dei  più  doviziosi  e  fre- 
quentati santuari  della  Città.  Il  suo  Al- 
tare è  isolato  con  una  cupola  sostenuta 
da  quattro  eolonne  di  raarmi  finissimi. 
Nel  mezzo  in  sito  eminente  vi  è  la  sta- 
tua d-lla  Beata  Vergine  con  alcune  altre 
ai  lati  di  marmo,  di  Alessandro  Vitto- 
ria, e  di  Girolamo  Campagna,  che  fu  V 
Architetto  dell'Altare.  All'intorno  di, 
questo  sono  rappresentati  in  marmo  fino 
a  basso  ^-ilievo  i  quindeci  Mister)  del 
Rosario:  favoro  dei  più  celebri  Scultori 
dei  nostri  tempi . 

Anche  ia  Cappella  e  l'Altare  del  San- 
to Patriarca  Domenico  è  molto  elegante  , 
e  per  la  ricchezza  dei  marmi  ,  e  per  il 
getto  dei  bronzi  del  Mazza  Bolognese  ,  e 
per  il  soffitto  dipinto  da  Giambattista 
Piazzetta . 

Molte  sono  le  eccellenti  pitture  di  ce-. 

le* 


jbri  Autori  ,  che  adornano  in  ogni  lato 
uesto  gran  Tempio.  Una  però  sopra  cut- 
2  si  distingue,  e  deve  esser  veduta  e^ 
mmirata  dal  Forastiere  .  Q^uesta  è  la  £a.> 
Tesissima  Tavola  di  s.  Pietro  Martire, 
ipima  dall'incomparabile  Tiziano,  che 
eramente  è  un  capo  d'opera,  e  che  sen- 
a  esagerazions  si  può  dire  il  più  b^I 
uadro  che  sia  in  Venezia  .  Le  altre  pit- 
ure  sono  del  Vivarini  ,  del  Garpacpio  , 
i  Gian  Bellino,  dei  BuoiiconsigU ,  di 
acopo  e  di  Donsenico  Tintoretto  ,  di 
'aoJo  Veronese,  di  Lorenzo  Lotto,  del 
.barconi ,  del  Bonifaccio ,  di  Marco  Ve- 
ellio,  di  Lorenzino ,  del  Verona,  dì 
.Sandro  Bassano  ,  del  Palma  giovine,  dei 
Corona,  del  Vicentino  ,  delP^randa,  del- 
'AJabardi,  del  Padovanino  ,  del  Liberi, 
lei  Vecchia,  del  Celesti,  di  Pietro  Me- 
a,  del  Fiale.tti ,  dell' Ingoli,  del  Laz- 
:arini ,  e  del  Negri . 

Moiri,  e  moltissimi  sono  i  Personaggi 
Uustri  ,  Je  cui  memorie  si  conservano  in 
Itìesto  Tempio .  Ventidue  sono  i  Dogi 
be  si    annoverano    sepolti,    parte     nella 

hiesa ,  e  parte  nei  Chiostri.  Il  primo 
\ì  questi  è  Jacopo  Tiepolo  che  fu  eletto 
;)oge  l'anno  1129.  donatore  dei  foPxdi, 
opra  cui    è    fabanc.ita    la    Chiesa ,    e    il 

onvento  ;  come  appare  da  un' Iscriziong 
M  3  se- 


n?     Q  IO  nn^T  ^ 

sepolcrale  ,  eretta  ad  esso  ,  e  a    Lorcnj^ii 
suo  Figliuolo,    che  fu  pure  Doge,    posta) 
fuori  della  porta  maggiore ,   la  quale  cq« 
|iiincia  : 

Omnia  prdssentis  dennavlt  pr^edìa  Tenh  i 
pli  Dux  Jacobus  is^c. 

Morì  questo  Pirincipe  negli  anni  1^51» 
flppo  averne  regnato  venti . 

Q^Li ivi  ancora  fu  collocato  il  Doge  Lo- 
renzo Tiepolo ,  figliuolo  di  Jacopo,  il 
guale  fu  eletto  Doge  negli  anni  1268.,  e 
niorx  nel   1273. 

Il  terzo  Doge  è  Ranieri  Zeno ,  che 
"VUSQ  ayanri  Lorenzo  Tiepolo  ,  e  mancò^ 
^i  vita  li  18.  Luglio  dell'anno  J268. 

Giovanni  Dandolo  è  il  quarto  ,  innalza* 
^Q  al  Principato  nel  principio  dell'anno 
xiSo. ,  e  rnorto  nel  1289.  come  dice  L* 
Iscrizione  pòsta  sul  suo  Sepolcro  nel  pri- 
mo Chiostro . 

Marino  ZQr«i  è  il  quinto  ,  che  morì  li 
14.  L^Jglio  i3»4«j  ma  non  si    sa    il    sito  j 
4ella  sua  sepoltura.    Marino  Fallerò    che  j 
jnì  di  vivere  negli  anni    1355.    fu    posta  i 
HeIl'4trÌQ  avanti  la  Cappella    della    Ma% 
^pnna  della  Pace,  Né  di  Giovanni    Del- 
jjno  ,  né  4i  Marco  Cornaro  si  ha    veruna 
ine^iipria,  benché   si    dicano    posti    nella 
Gf'Pf^lU  maggiore.  Mori  il  primo  li  n. 

Lu" 


I 

tiglio  nell'anno  1361. ,  e  il  secpn4o  li 
.  Gennajò  del  1367, 
Michele  Morosini ,  che  mori  quattrq 
lesi  dopo  Ja  sua  creazione  ai  15,  di  Ot» 
Dbre  del  I382.  è  seppellito  nella  CappeL 
a  maggiore.  Antonio  Veniero  di  lui  suc^ 
essere  ,  che  resse  la  Repubblica  dieciot- 
o  anni  ,  e  morì  li  23.  Novembre  nel  1400. 
ella  nostra  Salute  ,  giace  vicino  alla 
Cappella  del  Rosario  ,  sopra  la  cui  porta 
n  una  lunga  Iscrizione  leggonsi  le  cose 
ccadute  nel  suo  Governo  . 

Verso  la  metà  della  Chiesa  giace  in  uti 

ntico  sepolcro  Tommaso    Mocenigo  che 

u  dichiarato  Doge  nel  1413.  essendo  pasa 

ato  a  miglior  vita  li  3.  Aprile  deri423« 

j, [Contiene    il   suo    Elogio    le    illustri    sue 

iirzionie 

i|  Dopo  questo  si  truova  l'Urna  di  Pas-» 
male  Malipiero  posto  nel  muro  vicino 
Ila  Sagrestia ,  su  cui  giace  stesa  la  sua 
tatua..  Questi  fu  sostituito  al  Doge  Fran. 
tesco  Foscari ,  ed  ebbe  un  paciBco  e  feli- 
cissimo Prineipato  ,  in  cui  visse  tranquil- 
lamente quattro  anni,  sei  mesi,  e  sei 
giorni  ,  avendo  lasciato  di  vivere  li  5, 
Viaggio  del  1463. 

Pietro  Mocenigo,  che  tenne  il  Cover- 
to un  anno  e  due  mesi,  e  passò  a  vita 
ttigUore  li  25,  Febbraio  del  1476.    ha   il 

SUQ 


t» 


I40  G  I  0  K  K  ^  T  .A. 
suo  Mausoleo,  ricco,  di  marmi  e  di  sta- 
tue ,  di  mano  di  Pietro  Lombardo  sopra 
la  porta  maggiore ,  ed  occupa  quasi  tutta 
]a  facciata  interna  della  Chiesa.  La  vita 
di  questo  Principe  fu  Scritta  in  latino 
da  Coriolano  Cepione  a  lui  contempcra-  | 
neo  . 

Evvi  parimente  il  sepolcro  di  Giovanni 
Mocenigo ,  fratello  di  Pietro ,  fatto  di 
marmo  fino  con  belle  figure  sul  disegno 
di  Tullio  Lombardo  .  Questi  fu  innalzato 
alla  dignità  di  Doge  negli  anni  1477. 
tempo  in  cui  per  gravissima  pestilenza 
morivano  sino  persone  30©.  al  giorno . 
Finì  di  vivere  ai  4.  di  Novembre  del 
1485.^ 

Dopo  questo  siegue  il  Mansoleo  di  Lio- 
nardo  Loredano ,  situato  nella  Cappella 
maggiore,  di  iell*  architettura  con  sua 
statua  sedente,  di  Girolamo  Campagna, 
e  con  altre  figure  ,  1'  una  significante  la 
Potenza  dell'armi  Veneziane,  l'altra  la 
Lega  di  Cambrai  ;  e  due  altre  simbo-leg- 
ianti  l'Abbondanza  e  la  Pace.  Fu  il 
primo  che  offerì  volontario  alia  Patria  nei 
pericolosi  tem^  della  Lega  di  Cimbrai  , 
due  suoi  figliuoli ,  Luigi  e  Bernardo  , 
mandandoli  con  due  Compagni*  a  Pado- 
va per  difesa  di  quella  Città;  dal  qual 
virtuoso  esempio  mosso  il  fiore    dei    No- 

bJi 


SECOISIQU.  I41 

'"  W  della    gioventù    Venezi.'^n^ ,    raccoid 
''fisciino  quanti  più  potè  amici,    e  fami- 
ari  atti  ali*  uso  dell'armi,  aftdò  a  Pa-N 
va  in  soccorso  della  Patria  .  M«rì  qur- 
>  Principe  negli  anni  1519-}  dopoav-jr- 
regnato  diecinove,  e   Andrea  Navage* 
uomo  nobilissimo  ,  e  molto    eloquente 
"'te  r orazione  funebre  in  sua  lode. 
Alla  porta  maggiore    vsdesi    eretta    la 
moria  di  Luigi  Mocenigo  ,  morto  i^3. 
iugno   1577»  insieme  con  quella  di    Lo» 
Bana  Marcello  sua  Moglie  ,    e    ài    Giò*» 
inni   Bembo,  morto  li   19.  Marijo   T61S, 
^Gli  ultimi  Dogi  sono  Bertuci    e  Siiy»» 
to  Valieri  ,  padre  e  figliuolo,,  coila  Do- 
ressa    moglie    di    Silvestro  ,     collocai.^ 
tti  e    tre    in    un    magnifico    Mausoleo  » 
rtuci  fu    el-jrto    al  Dogada   ai    15^  àk 
ugno  del  1656,  ,  e  undeci  giorni    dopoi 
sua  creazione,  cioè  alli  26.  dello  st^s-» 
mese,  seguì   la  celebre    Vittoria^   d-elt* 
rraata  Navale  V-neziana  contro  li  Tur*» 
i  alla  bocche  dei   Dardanelli  ; 
Tre  altri   Priacipi  furono  quivi    seDoTti. 
ii|gU  avelli  di  loro  frimfglie  ,*  e  sono  j  Sì^ 
stian    Mocenigo    morto    I'  anno     1731, 
ancesco  Loredaio  morto    Tanno    1752^ 
'vise  Mocenigo,  ottavo  Doge  di  sua  Fa- 
glia ,  morto.,  ne  ir  anno  1768. 
iiCrande  innoltre  è  ii    nur^tra-ér  Mau~ 

,  so- 


ifi    \   G  I  0  HX^^.  T  ^    ^ 
Solei ,  di  Sca5U2  ,  e  d' Isciisioni  di  UotriH 
ni  illustri.  Cinque  sono  le  statue    Eque- 
stri poste  per  ordine  del  Senato  ad  ono- 
re 4ei  §uoi    Condottieri    d'arme.    L' una 
è  fuori  delJa  Chiesa  in  mi'zzo  alla    piar. 
za,  tutta  di  bronzo,  maggiore  del  natu- 
rale ,  e  di  singoJar  pregio  ,  il  cui  Artefi- 
ce fu  Andrea  Verrocchio    Fiorentino  ,   e 
rappresenta  Bartoiommeo  Colleone  da  Ber- 
gamo ,  che  mancò  di  vita  nel  1475..  Que? 
sti  £\:^  Capitan  Generale  delle  armi  della 
I^epubblica  ,  a  cui    morendo    lasciò    200, 
fn  la  Ducati,  oltre  gli  argenti,     gioje    e 
mjbili  di   gran  valore  ordinando  nel    suo 
T-stamento  di  essere  rappresentato  sopra 
f^ii  Cavallo  di  bronzo,  e  posto  nell^  piar- 
la di  s.  Marco  in  memoria  della  sua  fe- 
àw'ltàp  Per  il  che  qualche  tempo  dopo  la 
§ui  morte   fu  fatta    la    suddetta    statua    e 
^'icsta  è  collocata  nel  luogo  dove  al  pre- 
gente  si  vede  dirimpetto  alla  Scuola  dis. 
Marco  .  Scrisse  la  V'ita  di  questo  celebre | 
Capitano   Pietro  Spino  suo    Compatriota., 
In  Cbiesa  è  l'altra  di  Niccola  Orsino, 
Conte    di    Petigliano,    che    mori    Tannai 
J509.      "     ^ 

La  terza  è  di  Lionardo  da  Prato ,  Ca- 
Taliere   di   Rodi,    e  singoiar  Condottiere^ 
delle  milizie  della  Repubblica,    il  quale  ii 
morì  combattendo. 

La 


La    quarta    è    fii    Pompeo    Giustiniani 

^inovese.  chs  morì  nel  1616.  sul  Lison- 

:;,  ferito  da  palla  di  moschetto    che    lo 

<ilse  nelle  reni  :  le  cui  singolari    aziotit 

slleggono  nella  sua  Iscrizione  sepolcrale  * 

ìLa  quinta  è  di  Orazio  Bigiioni     Perù- 

snò,  che  morì  in  una    zuffa    cogli    Au- 

rìaci  negli  anni   1617. 

'Non  deve  esser  passato    sotto    silenzio 

"  onigi  di  Naldo  da    Bersigh^/la  ^    Gapi- 

110  di  Fanteria  5  celebrato  dalle  Storia  « 

(  liesti  difese    Padova  j    e    morì    gloriosa- 

:i;nte  in  setvigiò  pubblico  in  età  di  45^ 

ilni  ri'el   Ì50S.  i  oppresso    dalle  veglie    e 

lille  fatiche  sostenute  i    Ad    esso    il    Sj^ 

'to  ì^ose  una  statua  Pedestre,  non  rnol- 

'■  discostà  da  quella  del  Petigliano    con 

!a  bella  iscrizione  . 

^Nelia  Cappella  j  detta  de' Morti ^  giac- 
bno  Matteo  Giustiniano  Goate  di  Car- 
so ^  e  O.loàrdo  vrindsor  Barone  Ingle- 
.  Nell'altra  Cappella  vicina  vi  sono  le 
sa  di  altri  uòmini  illustri  . 
Dentro  un  Urna  di  fino  niarnio  vicirid 
l'Aitar  di  S.  Vicenzo  fu  ripostala  f5el- 
di  Marcantonio  B*agadinó  ,  fatto  scor« 
rare  da  Mustafa  in  Famagosta.  ove  S3- 
nne  Un    lungo    assedio,    nel    Ì57i»j    é 
ivi  ancora  si  vede  il  suo  ritratto  scóU 
\to  in  marmo  coirÌscrizk>ne . 


Vi 


f 


T44        G  I  0  K'H  ^  T  U 

Vi  sono  iti  oltre  le  Memorie  di  Barto« 
lommeo  Bragadino,  di  Girolamo  Canale, \ 
e  di  Luigi  Trevisano  dotto  Filosofo  ,  e 
perito  nelle  Lingue  Greche  e  Latine  , 
che  morì  nel  1528.,  essendo  appena  giun- 
te all'  età  di  24.  anni  . 

Sopra  la  porta  della  Sagrestia  son&  po- 
sti i  ritratti  di  Tiziano,  del  Palma. vec- 
chio ,  e  del  giovane.  Ne' lati  della  Porta 
si  leggono  due  Iscrizioni  dì  Lodovico 
Com'ano  di  i^nversa,  e  di  Arrigo  Stuerto 
Inglese  ,  ed  una  recente  che  rammemora 
Ja  venuta  in  Venezia  dì  Pp^  Pio  VI  ,  e 
il  di  lui  soggiorno  ia  questo  Monastero 
Prossima  alia  Chiesa  ,  e  dentro  il  recin- 
to di  un  Cortile  o  Cimiterio  vi  è  la 

SCUOLA  DI  S.  ORSOLA  ,  Vergine 
e  Martire,  col  suo  A/tare.  In  otto  Tele 
che  cuoprono  tutto  il  giro  della  Cappel- 
la interiore  ,  si  osserva  descritta  con  vi- 
vi colori  da  Vittore  Carpaccio  la  vita 
ed  il  martìrio  di  questa  Santa  ,*  il  cui  Ca« 
pò  con  altre  Reliquie  quivi  riposa  .  Nella 
prima  si  veggono  gli  Ambasciatori  del 
Re  d'Inghilterra,  che  chiedono  al  Re 
Padre  sua  Figlia  in  Isposa  del  Principe 
Inglese  .  Nella  seconda  Tela  il  Re  Pa- 
dre gli  accomiata.  Nella  terza  li  me(^e- 
simi  Ambasciatori  sono  incontrati  nel 
1  itomo  che  fanno  dal  Principe ,  e  si  veg- 
gono 


)fìo  conJotti  diflnanai  al  suo  Re  .  Nel« 

quarta  si  vede  il  Principe  Inglese  ,  chg 
ende  congedo  dal  Re  suo  Padre,  ed 
'  altra  parte  vi 'è  uno  SchifFo  apparec- 
liato  per  ricevere  il  Principe,  eia  Prin* 
pessa  Orsola*  Nella  quinta  sta    dipinta 

Città  di  Roma  ,  appresso  alle  cui  mu* 
\  si  vede  Papa  Ciriaco ,  ai  piedi  del 
lale  prostrati  sì  mirano  li  due  Princìpi 
)osi  per  ricevere  la  benedizione.  Nella 
sta  Te/a  entro  nobile  stanza  giace  nrl 
tto  la  gloriosa  s.  Orsola,  a  cui  un  An« 
ilo  annunzia  il  martirio.  Nella  settima 

vede  la  Nave  con  le  Sante  Vergini 
unta  nel  Porto  éi  Colonia,  ed  assedia- 

da  moiri  soldati.  Nella  ottava  vi  è  il 
lartirio  glorioso  di  essa  Santa,  e  delle 
argini  sue  compagne  .  Finalmente  nelU 

vola  dell'Altare  si  ammira    la    Gloria 

quelle  Anime  santificante.  Partendosi 
\  q'.:esto  luogo  ,  e  volgendo  a    sinistra  , 

truova  immediatamente  la  Chiesa,  det^ 

LO  SPKDALITTO,    o  sia  lo  Spsda^ 

dei  Satìtì  Gìbianni  eT'aoh,  fabbricato 

gli  anni   1530.  da  Gualtieri    Chirurgo^ 

pra  un  fonilo  ottsnuro    da'  Padri    di    s. 

>Gmenico  che    g'i    sono    vicini .    Q^ucsti 

:hi-'sa  prima  della  fine  dello  scaduto  Seco^ 

3  fu  rimcdernua  con  jettg  Altari  j  uói-» 

.    N  for? 


14^       G  1 0  nx  -^  T  ^ 

formi  di  Architettura,  e  ricchi  di  marmi 
Le  pitture  sono  del  Cav.  Celesti ,  d: 
Ermanno  Stroifi  ,  di  Niccolò  Renieri ,  d 
Damian®  Mazza  ,  di  Matteo  Panzone  ,  d 
Francesco  Rusca  ,  del  Lotti,  del  Moli 
nari,  e  del  Cav,  Perugino, 

NelTanno  1674.  è  stata  erètta  la  fac 
ciata  esteriore,  tHtta  di  marmi,  con  Co 
lonne,  Cornisi,  Nicchie  ,  Status  sul  di 
segno  di  Baldissera  Longhena  ,  a  spese  d 
Eartolommeo  Corniani  ,  che  lasciò  quas 
tutte  le  sue  facoltà  a  questo  Pio  Luogo 
come  appare  da  uà  Iscrizione  sopra  1 
Porta  - 

Annesso  alla  Chiesa  è  lo  Spedale,  i 
cui  sono  accolti  tutti  i  Febbricitanti  si 
no  alla  loro  guarigione  ,  uomini  e  fenr 
mine ,  in  luoghi  però  separati  gli  ut 
dalle  altre  ,*  come  pure  tutti  i  Pellegrir 
per  tre  giorni  ,  e  in  certo  numero  g 
Orfanelli;  finattantochè  i  maschi  sien 
impiegati  in  qualche  professione  onde  poi 
sano  mantenersi ,  e  le  femmine  collocai 
in  matrimonio,  o  ne* Monasteri  consegri 
te  al  Signore  . 

Ritornando  addietro  per  quella  med« 
sima  strada  che  ci  ha  condotti,  e^  pr( 
seguendo  il  cammino  a  sinistra  ^  si  giugnf 
per  la  via  della  Ca/fe  lunga  ,  in  una  graj 
piazza  ove  sts  situata  la  Chiesa  di 

S.  MA' 


SMCOT^D^i.  147 

S.  MAPvIA  FORMOSA  ,  Parrocchia  di 
Jl'r«ti  .  La  sua  fondazione  è  assai  antica, 
jdtientre  si  crede  essere  stata  la  prima  che 
e, dm  queste  Isole  si  dedicasse  a  Nostra  Sì- 
loii.nora.    Tre    volte    fu  ristaurata,  primie- 
amente  da' figliuoli  di  Marino  Patrizio» 
3C  ssendd  Vescovo  Olivolese  Damenico  ,  fi- 
nCo'.liuolodi  Giovanni  Appello  eh:  lisciedetta 
dilagli  anni    %66,    sino    all' 877.:    indi    da 
ìisdi'ao'o  Barbetta  nel    ii7S«j   e    finalmente 
c:asferso  la  fine  dello  scaduto  Secolo,  fu  ri- 
lotta a  questa  perfezione  in  cui  si    vede 
il  presente.  Gli  adornamenti  d' Intagli  e 
li  Pitture ,    fatti  dalla    pietà    di    Turiao 
,  iijrennone  Mercatante,  dimostrano  eviden- 
cernente  l'amore  che  egli  portava  alla  sua 
Parrocchia  ,  vedendosene  in    ricco    Maa^ 
ioIjo  nella  Cappella  maggiore  la  sua  me.* 
moria,  e  il  ritratto  scolpito  in  fino  max-- 
mo  .    Ha    qu£Sta  Chiesa    dodeci    Altarfj 
ji.D(|arricchiti  di  scelti  marmi  e  di  belle  pit-» 
jpojjture  ;  di  cui  le  più  celebri  sono  del  Tiri- 
ocititoreito ,  del  fi^'iuolo  di    Paris    Bordone  ^ 
jwfiidel  Palma  Vecchio,  di  Leandro  Bassano  * 
idi    Lionardo    Corona,    del    Vivarini  ,    di 
;,;i1j  Baldissera  di  Anna,    e    del    Passignano  ^ 
jjroima  marita  dist:nta  osservazione  la  famo» 
j.jgjjSissima  tavola  di  Bombardieri  ,    opera  ia- 
ijiaisìgne  del  Palma  vecchio,  in  cinque  conn 
:  parti.  Al  di  sopra  Cristo  morto  141  brac 
N  2  cid 


1*8        e  I  0  RJl  .d  T  ^ 

ciò  alla  madre;  dai  lati  Ss.  "ÌIìq',  Batti- 
ita*,  Domenico,  Setastiano,  ed  Antonio 
Abbate:  nel  mezzo  s,  Barbara. 

Vi  si, venerano  i  Corpi  de' Santi  Satur- 
nino e  Nicomede  Prete  ,  col  Capo  di  s. 
Romano  Martire  j  chs  furono  portati  in 
Vincgia  nel  principio  dei  decimo  secolo 
da  Pietro  Tribuno    Vescovo    Olivolense  ♦ 

Poco  distante  da  questa  Chiesa  è  posto 
il  bel  Palazzo  della  famiglia  Grimani  i 
ftsl  cui  cortile  oltre  molti  e  molti 
pezzi  di  aatichità  3  e  d'iscrizioni  degnq 
di  essere  osservate,  si  veJe  Ja  singolare 
Statua  eoi  lessale  di  Mario  Agrippa  che 
tiene  per  la  coda  un  Delfino,  il  primo 
fri  Romani,  che  ottenesse  l'onore  6.q\\2^ 
G>  ona  Rostrata ,  lavoro  eccellente  sì  per 
ia  rarità  cbt  per  la  sua  bellezza  ,  di  antica 
^*  cnc  ssi.mo  Maestro,  Contigua  ali'ac^ 
.g^nnata  Chiesa  vi  è  la 

^CaOLA  DI  S.  BARBARA,  o  sia 
Cintrat^rnità  de  Bombardieri  \  nella  cui 
iaia  inferiore  sia  cretto  un  Altare  dedi»  ; 
Cito  alla  Santa,  colla  Tavola  dipinta  dal 
Tintoretto  \  e  nella  superiore  molti  sono 
gli  ornamenti  che  la  rendono  bella ,  e 
ricca  . 

Vi  si  coHServa  il  Corpo  «li    una    santa 
Barbara  .  recato  di  Candia  negli  anni  1670  < 
e  <|uivi  depositato .  In    poca    distanza   $ì  ? 

troy^ 


trova  la  Chiesa  dedicata  a  s.  Leone    Pa» 
"ì?   pa  ,  detta  volgarmente 
"•^       S.  LIO ,    Parrocchia    ài    Preti,    eretta 
dalla    famiglia    Badoaro  ,    indi    rinnovata 
'/*   del  tutto  per  essere  una  delle  più  antiche 
'.'   della  Città,    mentre  fu  prima    col    titolo 
}   di  Santa  Croce  in  Luprio ,  poi  con  quel- 
'^'   lo  di  Santa    Catterina ,   e    finalmente    ri, 
*   fabbricata  neiranno  iioo.  fu  dedicata  al 
'^flSommo  Pontefice  Leone  IX.  in  memoria 
Idi  essersi  pochi  anni  avanti  la  sua  morte 
Tasfsrito  in  questa  Dominante  ,  ove    ce- 
Jebrò  un  Concilio  Provinciale  nella    Du- 
cal  Chiesa  di  s.  Marco,  e  allora    conce- 
dette Tuso  del  Pàllio,  ed  il    poter  por- 
tare Ja  Croce    avanti    al  Vescovo ,    ed  a' 
Successori  suoi  . 

La  Tavola  dell*  Aitar  maggiore  è  ope- 
ra di  Jacopo  Palma-,  quella  di  s.  Jacopo 
'Apostolo  è  dì  Tiziano  ,  e  l'altra  che  rap- 
presenta Gesù  Cristo  sul  Calvario,  è  di 
mano  di  Pietro  Vecchia. 

Vi  si  conservano  il  Corpo  di  s.  Fausti- 
na M»,  quello  di  s.  Margherita,  un  pez- 
»o  di  cranio  di  Demetrio  Greco  ,  e  altre 
Relìquie  . 

Uscendo  per  la  porta  maggiore,  e  pro- 
Seguendo  il  cammino  per  alcuni  viottoli  , 
si  giugne  alla  Chiesa  di 

SANTA    MARINA  ,    Parrocchia    di 
N  3  Preti  3 


preti  ,  la  quale  amicamente  fa  dedicata 
^^ Santi  Alessio  e  Liberale,  Ma  essendo 
stato  da  Costantinopoli  trasferito  in  que- 
sta Città  il  Corpo  di  detta  Santa  ,  ella 
fu  presa  per  Titolare  della  Chiesa  . 

Ha  sette  Altari  decentemente  ornati 
ò\  marmo;  e  le  Pitture  sono  di  Paris 
Bordone  5  di^aidissera  di  Anna  ,  di  Giam- 
battista Lorenzetti ,  e  del  Cavaliere  Ce- 
lesti * 

Q^aivi  si  custodisce  il  Corpo  di  Santa 
Marina  ,  e  le  Reliquie  di  s.  Libsrale  )  e 
di  altri . 

Vi  riposano  le  ossa  di  due  Principi  , 
Michele  Steno,  e  Niccolò  Marct^Uo  .  Lo 
Steno  fu  eietto  Doge  n^gli  anni  1400.  , 
e  moli  nel  14I3.  Nt;l  tsrzo  anno  del  suo 
Dogado  ebbero  i  Veneziani  una  vittoria 
sopra  Tarmata  navale  d«* Genovesi:  ot- 
tennero Padova ,  Vicenza  5  Feltre  ,  Bel- 
luno, e  Bassano  .  Fu  ridotto  in  potere  de* 
Veneziani  anche  il  Polesine  di  Rovigo  ; 
e  fecesi  acquisto  di  Zara  .  Sopra  il  Sepol- 
cro di  qussto  Doge  sono  appese  le  chia- 
vi della  Città  di  Padova,  Vicenza,  e 
Verona  ec. 

Niccolò  Marcello  fu  fatto  Doge  nel 
1473»  >  e  dopo  un  anno  e  quattro  mesi  di 
Governo  passò  a  vita  migliore  ,  nel  qual 
tempo  fu  liberato  Scutari  dall'assedio  de* 
Turchi . 


In  un  Iato  della  Cht-Si  c'è  la  Sr.itua 
Equestre  di  Taddeo  della  Volpe  da  Imo. 
la;  che  fu  Gondottiere  delle  armi  d^-lla 
Repubblica  ;  col  cui  consiglio  (  dice  la 
sua  Iscrizione  )  fu  ricuperata  Padova  dal- 
le mani  di  Massimiliano  ,  nei  giorno  di 
Santa  JVIarin.^  ;  il  quale  p;;r  deLb^razions 
pubblica  è  celebrato  solsnnemsnte  ogni 
anno,  come  di  felicissimo  principio  della 
ricuperazione  deil*  la^peri-o  della  Terra- 
ferma . 

Non  molto  lontaoo  da  questa  Chiesa  è 
posto  in  una  stretta  v^a  il  Palazzo  Con- 
tarini ,  ora  abitato  dai  Nobii  Cappello. 
Nel  Cortile  di  questo  Palazzo  fitta  nella 
muraglia  si  legge  in  barbari  caratteri 
scolpiti  in  marmo  la  seguente  Iscrizione 
del  famoso  Doge  Andrea  Contarini,  che 
visse  ne' perigliosi  tempi  delia  guerra  di 
Chioggia  i 

Hic  sacer  Andreas  stirpsContannctmara^ 
tur  Dux  ,  patrìce  pricibus  senior  qui  fa- 
nua ^  civer  Marto  tuos  jundens  Ì3^  v'^Bor 
classe  potnus  ^missam  J^encto  Clugìam 
pacemquQ  reduxit* 

Intorno  a  questa  Iscrizione  è  cosa  degna 
di  ossstvazione ,  che  siccome  era  stata 
apparecchiata  per  essere  posta  sopra  il  di 

lui 


jui  anello  ,  COSI  poi  non  ci  fu  messa  » 
perchè  inerendo  quest'insigne  difensore 
della  Patria,  cavit  ne  eius  sepukro  ^  quod 
ad  hnnc  usque  dìem  vhiturjuxta  ttmp/um 
D.  Stephano  dicatum  ^  u/ia  Ducìf  insì' 
gnìa  ,  ulUve  gentìs  nosttds  affigerentur  ^ 
Zi9  nomen  quìdem  ibi  tam  magni  Ducis  /«- 
scriptum  vidóas  isrc,  siccome  racconta  il 
Cardinale  Gasparo  Contarini .  (de  Veneti 
Republ.  L  b-  i,  )  Jacopo  Contarini  tutta* 
vii  nel  p^tssato  s'jcolo  fece  aggiugnere  al 
trjppo  modesto  sepolcro  quelle  memorie, 
e  quegli  adornamenti ,  che  ben  si  conve 
silvano  a  tanto  ,  e  si  nobil  Principe  ,  neL 
Chiostro  di  santo  St«;fano  vicino  alla  por* 
ta  che  mette  in  Chiesa» 


Fhe  d^l  S$stkrs  dì  Caste/h 


SE, 


»5J 

SESTIERE    DI    CANALREGIO. 


LiA  prima  GHiesa  che  in  questo  giorno 
isiterà  il  Forastieré  per  incamminarsi  a 
^  ^edere  il  Sestiere  di  Cardai  Fregio  ^  è  de- 
icata  a 

S.  GIOVANNI  CRISOSTOMO,  Par^ 
occhia  di  Preti .  Q^uesta  fu  fabbricata 
legli  anni  1375.  sul  modello  di  Tullio 
.ombardo  ,  dopo  un  grande  incendio  che 
onsumò  r  antica  Chiesa  ,  fabbricata  dall' 
Uro  Iato  della  presente. 

Ha  sette  Altari,  e  alcune  pitture  di 
Giovanni  B-llino,  di  F.  Sebastiano  dal 
'lombo  che  vi  fece  la  Tavola  dell'Aitar 
Maggiore,    del   Vivarini  ,    di  Gio:    Cario 

oth  5  del  Cavaliere  Diamantini,  e  dì 
Sartolommsd  Letterini  .  La  Tavola  in 
«armo  rappresentante  i  dodeci  Apostoli 
\ì  mezzo  rilievo  è  opera  bella  di  Tullio 

ombardo  . 

Vi  SI  conserva  un  Braccio  di  San  Gian: 
crisostomo,  con  altre  Reliquie.  In  poca 

|ii$tanza  si  ritrova  la  Chiesa  di 
S.  CANZIANO,  Parrocchia  di  Preti, 


la  cui  prima  erezione  si  attribuisce  alla 
Famiglia  ^ena  ;  ma  ora  e  riformata  e^l 
abbellita  con  setts  Altari  •  Era  questa 
Chiesa  soggetta  alla  giurisdizione  imme* 
diata  del  Patriarca  di  Grado  ,  come  era- 
no altresì  quelle  di  s.  Martino  5  di  5.  Ja- 
,  copo  i«  Luprio  ^  di  s.  Matteo  3  di  s.  Sil- 
vestro. 

Le  pitture  sono  di  mano   di   Giuseppe 
Enzo,  di  Niccolò  Renieri ,  del    Segala  5»].^ 
(del  Lctterini,  e  dell'Angeli. 

Vi  jè  il  Corpo  di  s.  Massimo  Vescovo 
di  Reggio  nella  Cappella  della  Famigliai; 
Vidmann,  la  quale  è  ornata  di  scelti  mar- ^i 
mi.  Vedesi  collocato  questo  Corpo  sopra 
il  suo  Aitare  in  una  cassa  di  marmo  >  ed 
è  incorrotto,  ayet^do  ij  solo  capo  disgi-  ^^ 
unto  dal  busto ,  e  ciò  perchè  fu  un  tem- 
po rubata,  e  poi  restituito,  come  si  leg- 
gè  nelle  Croniche  di  Venezia  .  h  questo 
santo  Capo  manca  solo  l'occhio  sinistro  , 
che  gli  fu  estratto  nel  suo  martirio  per  co- 
mando di  Diocleziano  Imprradore  .  Nella 
bocca  vi  si  scorge  ancorrubiconda  la  lin. 
giaa  ;  ed  apparisce  ancora  nel  mento  la 
barba.  Oltre  a  questo  santo  Corpo  si  con- 
servano il  Capo  di  $.  Venerando  Marti- 
re ,  ed  altre  Reliquie  . 

Sono  degne  di  osservazione  le  Memorie 
^ella  Famiglia  Vidmann,   esistenti   nella 

Cap- 


r  É  n  z  ^,  9$f 

sppelh  di  s.    MàSsiino,    nella    q'^iiìs    ì^ 

Itare  j  Is  Statue,  egli  ornamenti,  tin- 
ì  è  lavoro  di  Clemente  Meli  :  di  Gio» 
inni  Vitturi  3  che  fu  Provveditore  delìef 

mi  Venete  nel  Friuli  conerà  i  Teces- 
li  :  e  di  Tiberio  Tinelli  ,    celebre    pit- 

re  j  che  fu  fatta  Cavaliere  òa  L':igi 
IIII.  di  Francia:  e  del  rinoroatis  imo 
enator  Flaxin.G  C^rnaro  ,  marto  in  que- 
a  Parrocchia,  Coi  brjeVe  camraiRo  sì 
iugn-  alla  Chiesa  ,  detta 

S.  MAPvIA  NUOVA  j  Parròcchia  di 
reti  ,  Questa  era  prinsa  posseduta  da* 
'lonaci  Benedettini  ;  ma  nìgli  anni  1299» 
ji  eretta  in  Parrocchia.  Fu  poi  rifabbrì- 
'"lata  nel  1555.,  ed  è  pressoché  sirsile  di 
'  [rchitettura  a  quella  di  s.  Canziano  =- 

Ha  sette  Altari  ,  ne!  primo  de' quali  u 
Distra  la  Tavola  con  s,  Girolamo  èope- 
It  di  Tiziano  ;  e  negli  altri  vi  sono  pìt- 
are  di  Rocco  Marconi,  del  Bonifacio y 
!i  Polidoro  ,  di  Monteraezzano  ,  del  Co- 
ona  ,  del  Padovanino  ,  del  Segala,  e  di 
^ilippo  Zanimberti  .  L'  Altare  di  Sr  Vit- 
bre  ba  !a  Tavo'a  di  Mosaico:  opera  de' 
rateili  Zuccatì  sui  disegno  di  Bonifazio  » 
•iella  Cappella  della  B,  V.  vi  si  conser- 
a  una  porzione  del  Sangue  miracolosa 
i  Barutti ,  donato  dal  Doge  Niccolò 
ilbntarini,   chs  fu   qui?i   sepolto    l'anno 

1620^ 


j5é        G  1  0  li  7\[  ^T  ^d 
1630.  Vi  è  ancora  una  Spina  delJa  Cor«l* 
tìi^  e  reliquie  di  s.  Filippo  Neri  ,  ed  altre* 

Quivi  giace  Fortunato  Spira  da    Viter- 
'Ìjo,  uomo  dottissimo,   Ja  cui    IsGrizione 
è  la  seguente* 

Fortumus  Spira  ^  omnì  Htérarum  laude 
TrcestantìssìmUs  beh  situm  est , 

Vicinissima  a  questa  Chiesa    si    truovà  ' 
>  quella  di  s.  Maria  de  Miracoli  ^  detta  co* 
m  une  mencie 

LA  MADONNA    t)Et    lV1ÌRACOLl;[; 
con  Monastero  di  Monache  Francescane  .[ 
<2^uesta    ebbe    principio    da    un    Capitelli 
coli' Immagine  di  Nostra  Signora  ,  laqua-'l 
le  fu  con  particolare  venerazione  frequen*  ^ 
tata  dal  popolo  per  alcuni  miracoli  ,  oP-*|' 
rati   dal  Signore  ad  intercessionp  delia  sa 
Santissima  Madfe  ;  cosicché  in  breve  t-     . 
posi  raccolsero  più  di  trenta    mila    Di-* 
cari  di  iimosiiie    dalla    pietà  .de'  Fedeli* 
Con  questi  verso  Tanno  I4S0.   si  compt" 
th  il   fondo  Sopra  cui   è  fabbricata  la  Ghie-. 
sa  che  oggi  si  vede  sul  modello  di  Pietro 
Lombardo;  e  poco  dopo  si  ùcfz  acquisto 
della  Corte  Barozza  pel  Monastero,    cui 
'/cannerò  ad   abitare  negli  anni    1490.3100" 
ne  Religiose  levate  da  quello  di  s.  Chi? 
ra  di  durano  * 


W 


'ji 


T  K  K  Z  ^i,  ^sl^ 

Là  Chiesa  dentro  e  fuori  è  tutta  in-r 
rostata  di  marmi  fini ,  e  nella  facciata 
Steriore  è  adornata  di  porfidi  eserpenci- 
ij  con  molta  industria  disposti .  V  è  un' 
mmagìne  di  Nostra  Signora  ,  scolpita  dal 
elebre  Pirgotele  .  Sotto  l'Organo  stanno 
uè  Fanciulli  di  marmo  che  fjrono  por- 
ui  da  Ravenna  in  Venezia  eccellente 
ivoro  di  greco  antico  Maestro  ,  che  di- 
esi essere  il  famoso  Scultore  Prasitele- 
Jelle  vicinanze  di  questa  Chiesa  sclev* 
bitare  il  famoso  Tiziano  Véceilio  da 
ladore,  fregio  ed  onore  dell'  Arte  Pit» 
jresca  * 

Bello  tra  gli  Altari  è  il  Maggiore,  la 

i  Tavola  è  tutta  di  marmo  ,   vagamene 

lavorata  .  Le  pitture  sono  di  Giovanni 

llino,  di  Pietro  Vecchia  j  di  Pier-Ma^ 

Penaccbi  ;  e  tra  i  moderni,  diGiam- 

lattista  Pittoni ,  e  di  Giulia  Lama  , 

Vi  si  conserva  il  Corpo  ài  s.  Teodora 
lartire,  con  molte  altre  Reliquie  ,  Poco 
ngi  si  truova  la  Chiesa  dedicata  agli 
Impostoli  ,  detta  percjò 
SANTI  APOSTOLI  ,  Parrocchia  ài 
reti.  Questa  dicesi  fabbricata  da/le  fa- 
lielie  Erizzo  e  Cornare  negli  anni  830. 
:ia  divenuta  cadente  fu  ristaurata  e  in- 
randita,  cosicché  può  dirsi  quasi  rirtn&- 
atii  ilei  tutto . 

O  Dode=. 


Dodeci  sono  gli  Altari  tutti  ricctii  ai 
Sei  marmi ,  con  pitture  della  Scuola  di 
Tiziano,  di  Cesare  da  Gonegliano,  di 
P^olo  Calliari ,  di  Giovanni  Gontarini  , 
di  MontenteEZario  5  delTAIiense,  di  Baf, 
bisserà  di  Anna,  del  Prete  Genovese  ,  di 
Domenico  Maggiottos  di  Fabbio  Canal, 
del  Po/azzo ,  del  Marietti,  e  di  Gio: 
Battista  Tiepolo« 

Si  conservano  i  Corpi  de' Ss.  Fausto  tf 
ireneo,  e 'Reliquie  di  s.  Tiburzio  Mar- 
tire 3  e  di  s.  liariòne  primo  Monaco  del* 
la  Siria  . 

Molti  personaggi    il/ustrì    della    Famii 
Cfòfnara  giacciono  in    questa    Chiesa  ,    le 
cui  Memorie    tono    nell'antica    Cappella  r>' 
delfa  stessa  famiglia  ^    tra  le    quali    vi    «  f" 
qu-I/a    di   .Marco,    pronipote    del    Dog^^'- 
Marco,    Padre   di    Catterina    Regina    <^'-- 
Cipro,  che  visse  nel   Dogado  due  anni   ^ 
irezzo  ,    e    morì    nel    1365.1    quefle    di 
Giorgio  3  fratello  della  Regina,  e  Pad./ 
di  Marco  e  Francesco  Cardinali  ;    queìlv. 
di  Girolamo,  Jacopo  e  Giovanni,  nipoti  |: 
della  stessa.  Eranvi  collocate  ancora    lei' 
ceneri  di  questa    Regina,    ma    essendosi   - 
dovuto  disfare  la  Chiesa,  furono  traspor- 
tate in  quella  di  s*  Salvatore  ,  che  abbi-. 
TiiO  veduta  nel  Sestiere  di  s.  Marco. 

Ouivi  si  truovano  inoltre  i  sepolcri  di  ^ 

GÌ3=' 


T  K  R  Z  ^,  159 

osanni  Vender  Daiksn  Nobile  Sasso* 
;  e  di  due  altri  illustri  Forestieri  eoa 
ghe   Iscrizioni  . 

in  fondo  alla  piazza  ove  giace  questa 
uitfsa,  vi  è  la  Scuola  dell\Ang2oIo  Cu" 
oda  bitì  adornata,  ia  Tavola  del  cui  al^ 
^  è  di  Seb^iStiano  Rizzi.  Dopo  brieve 
ornino  si  arriva  alla  Chiesa  de'  Padri 
iìh  Compagnia  di  Gs$ù.  ,  detta  da^ 
olgo 

I  GESUITI.  Questa  fa  fabbricata  sot^ 
)  il  titolo  di  s»  Maria  y  da  Pietro  Gus^ 
mi  negli  anni  1148.  sopra  un  suo  terre- 
D,  insieme  con  uno  Spedale  vicino,  e 
ata  ai  Padri  Crociferi,  colle  terre  ed 
:que  ch^;  vi  erano  d' intorno  j    e    fi  poi 

forata  da  Buonavere  Giausoni  ,  come  si 
gg^  nell'i  Cronaca  di  Andrea  D.indolo  » 
A  se  questa  Chiesa  nel  i5«3.,  essen- 
3si  abbruciato  nel  terspp  stesso  tutto 
■jalto  ;  ma  fu  j-ifabbrìcata  in  forma  più 
rnpia  insieme  col  Collegio ,  da  Luigi 
>ai-dano  che  fu  poi  Gran  Cancelliere  di 
^en&zia  - 

Sopp'cssa  poi  la  Religione  dei  Croci- 
eri da  Alessandro  VII.»  i  Gesuiti  che 
bilAVano  prima  a  s.  Maria  dell'Umiltà, 
bbero  dal  Pubblico  qiesto  luogo  nel 
657.,  e  vi  rifecero  la  Chiesa  e  la  Casa 
Vofessa  in  questi  ultimi  temjBi ,  in  ma-? 
P  2  nis« 


Tf  o  O  I  0  K7<1  ^  T  U  ^  ^ 
tàtxdi  vaga  e  ricca,  sì  perla  qualità ,  cha' 
per  la  copia  degli  ornamenti,  sovvenuti 
però  largamente  da  varj  Patrizi ,  e  pri- 
vati j  e  in  particoìar  modo  dalla  Patrizia 
piissima  famiglia  Manin  . 

Q^uesta  è  fatta  a  crociera  ,  in  capo  di 
cui  si  erge  l'Aitar  maggiore,  ordinato 
da  Fra  Giuseppe  Pozzo,  Laico  Carmeli- 
tano Scalzo,  con  dieci  colonne  a  chioc-. 
ciola  ,  rimasse  di  verde  antico  ,  e  due  fi-'! 
gure  ,  cioè  il  Padre  Eterno,  e  il  Verbo 
emanato  sopra  un  Globo  ,  il  tutto  di  pie- 
ira  fina;  il  Tabernacolo  con  rimessi  di 
Lapislazzoli  ed  altri  nobilissimi  lavori  ; 
d^ì  quai  magnifico  Altare  tutta  la  scul- 
tura è  di  Giuseppe  Torretti .  La  statua 
di  s.  Ignazio  è  di  Pietro  Barata;  quella 
della  Madonna  sopra  un  Altare,  di  An- 
drea Aquila  Trentino  . 

Meritano  di  essere  considerate.  le  pit- 
ture di  questo  Tempio  ;  tra  le  quali  fi- 
mosa  è  la  Tavola  dei  Martirio  di  s.  Lo- 
renzo dipinta  da  Tiziano  ,  che  va  all- 
stampe  intagliata  da  Cornelio  Corte  .  Ve  n 
ne  sono  del  Palma  giovine,  del  Tinto,  fc: 
retto  ,  ài:ì  Cavaìier  Liberi ,  del  Balestra  , 
del   Dorigni ,  e  del  Giordano. 

La  facciata  di  questo  Tempio  è  una 
delle  più  regolari,  e  etile  più  ben  ador. 
ile  di  questa  Città,    sul  modello  di    Dos 

me- 


I 


T  E  K  Z  Id.  ^  i6r 

imico Rossi.  Il  primo  ordine  delle  co- 
jnne  è  assai  ricco,  veggendosi  tra  gli 
tercolunnj  delle  nicchie  ,  ove  son  col- 
cate  delle  statue  di  marmo  di  buoni  au- 
ri,  come  Io  sono  anche  quelle  che  stan- 
)  sulle  cornici.  Sopra  al  frontone  poi 
sono  degli  Angioli,  ed  in  mezzo  ad 
si  un  bel  gruppo  pur  in  marmo  ,  che 
ppresenta  T  Assunzione  di  Maria  Ver- 
ine  . 

La  facciata  interna  è  adoi-nata  con  un 
sbile  Mausoleo  di  Priamo  eia  Lezze , 
tto  di  scelti  marmi  ,  e  di  buona  archi- 
ìttura .  Nsl  mezzo  vi  è  l'Urna  colla 
:atua  dello  stesso  Priamo;  nel  mancfl 
to  sta  l'Immagine  di  Giovanni  suo  fi- 
liuolo  ;  e  nel  diritto  ci  è  quella  di  Au- 
rea figliuolo  di  Giovanni . 
In  altra  parre  della  Chiesa  fu  eretto 
•r  ondine  d^j  Senato  il  Deposito  di  Ora- 
io  Farnesii  ,  che  militò  a  servigio  delia 
repubblica  circa  la  metà  del  XVII.  sc- 
olo . 
Un  altro  assii  bello  se  ne  scorge  del 
>oge  Pasquale  Cicogna ,  che  regnò  dal 
585.  Sino  al  1595'  Il  suo  Corpo  però 
lace  in  Santa  Maria  della  Carità,  Nel 
loverno  di  questo  Principe  si  godè  una 
età  pace  j  nel  qual  tempo  si  ornò  la 
iittà  di  nobili  e  sontuosi  E difizj  e  sacri 
O  3  e  prò- 


tSi        G  1  0  K'ìl  ^  T  .4 
e  profani,  e  pubblici  e  privati:  Sì    sono 
fabbricate  le  Prigioni ,    si  eresse  il    grati 
Ponte    di  'Rialto,    che    cominciito    nei 
1587.,  terminaasi  nel  1591.  :  furono  fon- 
<dati  nuovi  Tempjj    e  se  ne    rinnovarono 
<iegli  antichi  :  nella  Pianura  di  Palmada 
fu  fatta  la  Fortezza  di  Palma  nel  Friuli  , 
in  distanza  di  circa    dieci    miglia    dalla! 
Città  diU<linc?,  i  cui  fondamenti  si  pian* 
Carono  ai  7.  di  Ottobre  del  1593.  Ebbero 
anche  principio  sotto  questo  Doge  le  Fon 
damentg  nuovi  ,  che  da  s.  Ftancesco  delle 
Vigna  si  estendono  sino    ai   Gesuiti .    Fi 
terminato  il  Tempio  dedicato  al  Reden 
tore  della  Giudecca  ,    Furono  fondate    J< 
Chiese  dei  Santi  Francesco   di    Paola, 
Niccola  di  PP.  Teatini.    Si  diede    com 
pimento  aile  Trocuratie ^   ove  si  raduna 
vano  i  Procuratori,    Si   ornarono    di    ec 
celienti  pitture,  e  di  altri  fregj    le    sai 
del  palazzo  della  Ragione ,    e    fu    post 
neir  Atrio    della   pubblica    Libreria    quei 
bei  Museo  di  Statue  antiche  ,  lasciate  i 
dono   alla    Repubblica   dal    Patriarca   d 
Aquileja  Giovanni  Grimani  . 

Si  conserva  in  questa  Chiesa  ,  che  m 
nta  per  la  sua  bellezza,    e  ricchezza  di 
essere  veduta,  il  Corpo  di  una  s.  Barb 
ra,  una  Spina  della  Corona  di  N.  S.    t 
il  Cape  ài  s.  Gregorio  Nasianzeno. 

Sop» 


h 


T  E  K  Z  ^f ,  X65 

Soppressi  i  PP.  Gesuiti  nel  i773«  passò 
la  Chiesa  sotto  il  Regio  JuspatroKat» 
Pubblico ,  e  si  son  posti  ad  officiarla  un 
Rettore  con  varj  altri  Religiosi, 

Vicina  a  questa  Chiesa  è  la  Scuola  dei 
^^^Sarti  y  sotto  l'invocazione  ^i  s.  Barbara. 
La  Tavola  deU' Altare  è  rarissima    ppera 
del  Bonifacio;  nella  Sala  di    sopra    vi    è 
«n  prezioso  Quadro  colla  B.  V.  ed    altri 
rD'Santi  del  Giorgione^  e  in  questa    Scuola 
hnj^vi  sono    alcune    pitture    del    Tintoretto , 
che  Sibbsne  siano  le  prime  Opere  che  ei 
dipinse,  sono  però  piene  di  spirito. 

Dall'altro  canto  della  Chiesa  èWScuo» 
la  delti  Eotta}  ,  in  cui  si  ammira  un  bel 
Quadro  del  Palma ,  levato  dalla  Chiesa 
de*  Gesuiti  ,  quando  disfecero  il  Coro, 
che  attraversava  l'antico  Tempio. 

Dirimpetto  alla  Casa  Professa  de'Ge* 
sa!i^  suiti  e*  è  uno  Spedaktto  ^  dove  si  ricove- 
m  rano  alcune  poveve  Femmine  .  La  sua 
liiej  Chiesuola  è  tutta  dipinta  dal  Palma  gio- 
vine ,  che  vi  rappresentò  r istituzione  del- 
lo Spedale  ,  e  la  creazione  del  Doge  Ci- 
cogna ,  con  altre  divcte  pitture .  Non 
molto  lontana  dalla  Chiesa  de'PP.  Ce- 
di   suiti  ,  è  quella  di 

!)3i        S.  CATTERINA,    di  Monache   Ago- 

el    stiniaoe  ,  di  antichissima  fondazione  .  Fu 

prima  abitazione  di  certi  Romiti;,  che  si 

ch;a« 


i64  G  I  O  RJl  .A  T  ^ 
chi  aliavano  Frati  S accetti  del  Monte  SU 
?iai»  Estinto  poi  un  tale  Istituto  fu  com- 
perato un  tal  fondo  da  Giovanni  Bianco  , 
e  donato  alle  Monache  Agost;iniane.  No- 
bile ,  ricco  ,  e  di  considerabile  estensio, 
ne  si  è  il  Monastero  ,  che  ben  giustamen* 
te  può  annoverarsi  fra  li  più  insigni  del- 
la Città. 

La  Tavola  dell'Aitar  maggiore  è  ope- 
ra cons?;rvatissima  ed  eccellente  di  Paolo 
Veronese,  e  vedesi  tra  le  stampe  di  Ago- 
stino Garacci  .  L'altra  con  Tobia,  e  T 
Angiolo  è  bellissima  e  singoiar  opera  di 
Santo  Zago ,  Scolaro  di  Tiziano  ,  benché 
da  alcuni  creduta  di  esso  Tiziano  ;  e  fu 
intagliata  dal  le  Febr^i  .  V*ha  pure  delle 
pitture  del  Tintoretto ,  del  Palma  giovi. 
Me,  di  Andrea  Vicentino,  del  Foler , 
àQÌ  Vecchia,  e  del  Brusaferro  . 

Qui  tra  le  mo!te  Reliquie  si  venera  il 
Corpo  di  s.  Cosimo  Martire ,  ed  un  Brac- 
cio di  s.  Alessio,  portato  dall'Isola  Sta- 
Jimene  a  Venezia  da  Marco  Minotto  ne 
gli  anni   1279. 

Nel  Parlatorio  sopra  la  porta  che  mei:" 
te  in  Clausura  si  legge  in  bella  pietra  cH 
Berdiglio  incisa  la  memoria  della  yisi- 
fatta  dal  Sommo  Pontefice  Pio  VI.  aii.. 
Badessa  di  questo  Monastero,  D.  Maria 
Luigia   Rezzonico  ,    nipote   del    Sommo 

Pon, 


i  T  E  n  z  .A.  i<r5 

l.uteiìce    Clemente    Xllf.    Volgendo   il 

rimino  a  mano  manca  e  dopo  pò  castra^ 

si  truova  la  Chiesa  di 

S,  SOFIA  ,  o   sia    della    s.   Scipìema  ^ 

.Ljcchia  di  Preti,  la    quale    ebbe    prin* 

«pio  l'anno   roio.  dalla  famiglia    Gr^fus* 

ina»  Ella  è  di  struttura  antica ,  con  set- 

;    Altari,  ed  ornata  di  eccellenti    pittu- 

.  F'a  le  quali  si  distinguono    la    Cena 

Piolo,  che  è  sopra  la  porta  della    Sa» 

,  icn'a,   e  la  Tavola  di    s.    Paolo    primo 

ignita  dipinta  da  Gentile  da  Fabriano  , 

iz  £\  Maestro  dei  Bellini  nella  pittura  . 

e  altre  sono  di   Domenico    Tintoretto, 

Francesco  e  Leandro  Bassano  ,  del  Pal- 

-  giovine,  del  Corona,  di  Baldisseradi 

ja  ,  del  Segala  ,  del    Trevisani  ,    e    di 

y,  m.  Enzo. 

Contigua  a  questa  Chiesa  è  la  Scuola 
li  Tìttori ,  in  cui  si  trovano  alcune  pit- 
a-e  del  Palma,  del  Prete  Genovese,  e 
ei  Liberi  .  Tenendo  il  cammino  che  nel- 
uscire  di  questa  Scuola  volge  a  diritta  , 
i  giugne  alla  Chiesa  di 
S.  FELICE  ,  Parrocchia  di  Preti ,  la 
uals  ebbe  principio  ne^U  anni  gèo,,  e 
ì  rimodernata  prima  della  metà  del  se- 
do decimosesto  .  Riguardevoli  sono  al- 
une  pitture  in  essa  collocate,  del  Tin- 
Ox^etto ,  del  Cavaliere  Passignano  Fioren^ 

tino  3 


$Ì8So ,    del  Manaigo ,    e    dei    Ruschi.   Lei 
statue  che  adornano  Ja  Cappella    pesta   4, 
sinistra  nelF entrare  in  Chiesa,   sono  del 
^celebre  Giulio  dal  Moro. 

Quivi  si  venera  il  Corpo  di  s.  Trifone^ 

Nella  Scuola  d£:*GentHrieri ,  posta  a 
^anco  delia  Chiesa,  c'è  una  Tavola  di, 
^Giovanni  Bellino.  Torcendo  ?l  diritta  s' 
incontra  l'Abazia  detta 

S.  MARIA  DI  MISERICORDIA 
fondata  negli  anni  939.  da  Cesare  à€\ 
^imIj,  detto  anche  KAndreardi  ;  1$  qualq 
primieramente  fu  abitazione  ài  certi  Ro^ 
miti  3  e  poi  di  Frati  gotto  la  direzione 
ài  un  Priore;  ma  reso  questo  luogo  affatj 
to  diserto  di  abitatori  per  cagione  della 
pestilenza,  e  rimasto  il  solo  Priore  dell 
Famiglia  Donato^  ebbe  questi  licenza  da 
Pontelice  di  poter  fare  Testamento,  i 
cui  lasciò  quel  fondo  in  qualità  di  Gip^jj 
patronato  alla  Famiglia  Moro  0 

La  sua  facciata  è  fornita    di    marmi 
^\  statue  ^colpite  da  Clemente  Moli  ,  q\ 
servono  di   ornamento  ad  un  S^-polcro  d 
CJasparo  Moro  ,  Dentro  la  Chiesa    in    un 
altro  antico  Sepolcro  giace  Jacopo  Moro  ,J' 
mentovato  dal  Sabellico  nel  quinto    libr9»}||^ 
jdella  seconda  Deca.  |l 

I  Priori  di  questo  luogo  sono  stati  ono-ft, 
t-ati  d^  Clemente  Vili,  della  Mitra  e  dejjj.^ 


.  i  f  È  H  z  ^'  t6r 

■'^Istoraie,  a  richiesta  di  Girolamo  Savi- 
Sj,  iì  quale  fu  Priore,  e  morì  di  veleno 
^^«  gli  fu  posto  nel  Calice;  come  ram* 
;  ;2mora  l'epigrafe  posta  sotto  alla  sua' 
^"'j  poi  tura  . 

'*  ''Giambattista  àn  CoBegliano  dipinse  la 
Hissima  tavola  vicina  alla  porta  che  va 
I  Priorato,  ed  è  quslla  coirAngelo 
-ifFaello;  Damiano  Mazza  fece  quella 
s.  Pietro  e  S.  Paolo,  ed  uscendo  di 
liesa,  ci  sono  alla  diritta  s\  Giacnbat-- 
ta  5  e  s.  Marco  j   ài  mano  del    Bonifa-» 

f iQqivi  SI  serl)a  una  Iteliquià  insigne  <!i 
'    Martino. 
JPoco  lontano  è   uno    Spedaletto  ,  sog- 

tta  3  questa  Badìa ,  [va  cui    sono    rico^ 

rate   alcune   povere   Donne .    Parliamo 

a  dellx  . 

SCUOLA  Ì)ELL A  MISERICORDIA  , 

a  delle  sei  Grandi ^   che    abbiamo    ac- 
nate  nel  descrivere  quella  di  s.    Teo- 

ro  nel  Sestiere  di  Sc  Marco  «    Questa  è 

to  la  protezione  ài  Maria  Vergine  del. 

Misericordia  ^  la  cui  istituzione    viene 
eribuita  dal  Sansovino    alla    Scuola    dei 
ercatanti  ^    della  quale    avremo    a   par- 
re  • 
La  faSbtica  cospicua  ed  ampia  che  ora 

vede  3  fatta  sul  modello  di  Pietre  Lom-* 


i6S        G  1  0  K'ìl~^T  ^ 
bardo  da  Jacopo  Sansevino ,  benc!hè  ne! 
esteriore  fienxii    ornamenti,    ebbe    priic 
pio  Don  prima  dell'anno  2534.  in  circa 
sotto  il  Guardianato  di  Francesco  FaletL 
^y  famoso  ed  eccellente  Oratore,  e  Cai*, 
Sidico  «  [ 

La    Stanza    terrena    è     magnihcamenu,^ 
adornata  di  marmi  e  di  statue  ,  e  la  T^j^ 
vola  dell'  Altare  ora  trasportata  nella  stan«  { 
za  a  parte  sinistra  sopra  la  prima  scala  4, 
opera    di  Paolo  Veronese,    ma    ritoccr^'' 
poscia  dal  Padovanino  ,  e  pubblicata  co 
stampe  di  Agostino  Caracci .    L'Alb- 
àQÌÌ^  Scuola  è  tutto  dipinto  da  Dome 
co  Tintoretto.    Sulle    scale    dipinsero   jk, 
Zanchi ,  il  La^ariai ,    il    Cav.  :,Bambirr|, 
A.  Pellegrini,  Ambrogio  Bono,  e  Pao' 
Pagano-.  II  Mareschi  poi  f.ce  una    P^- 
còlla    Madonna     di    Misericordia  .    Nor.^. 
molto    lontana   è    la   Chiesa  ,   detta    àd.\\. 
volgo  *   j 

LA  MADONNA  DELL'ORTO,  de- 
dicata anticamente  a  s.    Cristoforo,    chi 
fu  eretta  nell'anno  1371*    col    Monastenfl 
abitato  prima  da  ^rsLiiUmìtìati ;  ReligiOj  ,„ 
ne  che  fu  soppressa  da  s.  Pio  V,  poi    da.  ' 
Canonici  Secolari  detti  di  s.  Giorgio    Juj 
Alega,  che  vestivano  di  colore  azzurrojj 
à^ì   cui  numero  fu  s.  Lorenzo  Giustinia- 
ni .   Sopprcsio  però  anche   questo  Ord inef 

d.\ 


;;c 


r  E  n  X  ji.  s6p 

^^  Il    clemente    X.    entrarono     negli    ann-l 
tjT»  ai  servigio  delia  Chitsa  ,  e  ad    abi- 
re  il  Monastero,  i  Monaci  dtlTOrdin® 
isterciense  .  Ma  lieenziati  ancor   questi 
questi  ultimi  anni,  e  passata  la  Chie- 
sette il  Pubblico  Juspatronato  ,  furon© 
>sti  ad  officiarla  un    Rettore    con    altri 
'licerdoti  é 
La  Chiesa  è  ampia  ,    e  éì  ornata  strutti 
^.ra  ,  con  quindeci  Altari .  Nella  faccia'=> 
'  I.  si  Veggono  molti  ornamenti  antichi  di 
^  jarmi  ,  con  intagli  e  statue  .  Fra  le  bel" 
"I     pitture  che  l'adornano  ,  veggonsi  nellS 
appella  maggiore  due  Quadri    bislunghi 
ir  incomparabile  Jacopo  Robusti,    det- 
il  Tintoretto.  In  uno  de' quali  ha  rap- 
esentato  l'estremo  Giudizio  ,  nell'altro 
Vitello  d'oro  adorato  dagli  Ebrei .  Rac« 
bnta  su  tale  'proposito    il    Cav.    Ridolfi 
Ila  vita  di  questo  Pittore  che  volle  di- 
ingere   le  dug  mentovate  Tele    per    soli 
cati  200.  mosso  al  lavoro  soltanto    da 
ngente  desiderio  di  acqnistar  fama  .  L' 
i>rgano  altresì  è  dipinta  dalla  sressa  ma- 
o.  Veggonsi  inoltre  due  belle    Tavole, 
una  con  s.  Giovambattista  ed  altri  San- 
i    del    Conegliano  ;    l'altra    con   s.    Lo- 
?R2o  del  Palma    vecchio.    Vi    sono    poi 
Icuni  Quadri  di  Gio:  e  di  Gentile    Bel- 
.ni ,  la  famosa  Tavola  del  Pordenone  eoa 
P  s.  Lo- 


I.  Lorenzo  Giustiniani  .  Un  Quac?r©  ià 
Gentil  Btilliiio  rappresentante  s.  Lorenzi 
Giustiniani  con  alcuni  Chierici  ;  e  li  aìl 
tre  pitture  sono  di  Domenico  Tintoret 
to ,  del  Ponzone  s  dei  Mera,  di  Dome 
nicò  VandicJi  3  del  Rosa  Bresciani  j  e  de 
Molinari  .' 

Vi  si  venerano,  Reliquie  di  s.  Tonj 
liiaso  Apostolo  j  e  di  s.  Cristoforo  ,  e  s 
Veds  formato  da  Gasparo  Moranzone  cej 
Jtbre  Scultore  nel  1470.  il  Colosso  cW { 
posto  suir  Aitar  rtiaggiore  par  rappresen- 
tare quest'ultimo  Santo. 

In  questa  Chiesa  giacciono    molti    Ùo* 

mini  illustri  ;  Era  i  quali  Valerio    Orsini 

che  fu  Generale  delle  Armi    Veneziane; 

e  il  Vescovo  Marzio  de'Mar>)i  che  vi^ 

se  in  Firenze  al  tempo  di  Alessandro 

Duca,  in  gran  posto  ^    e  poi  morì  in 

tato  infdJic*  nella    Villa    di    Chirigr>ag< 

sotto  Mestre  i  Vi  giacciono  pure  il    Tmj 

toretto    famoso    pittore  j   e    nel    Chiostri 

Alessandro  Leopardo  esimio  scultore  . 

Nella  Cappella  della  Casa  Contarini 

è  rìmrni^gine  di  Gasparo  Contarini  ;  Scrii 

tore  delle  cose  Venete  ,  scolpita  ia  mai 

irto  dalTinsic^ne  Alessandro  Vittoria ,  c( 

rne  pure  quelle  di  Tommaso  e    di    Luigi 

Contarini  . 

XSti  ricco  e  Nobile    Mausoleo   è   stac( 


frc 

I 


T  E  R  Z  ^,  i7f 

e  tto  al  Conte    Girolamo    Gavazza  ,    d\ 

^roiamo  L°oni  Gavazza  de' Conti  di  San* 

netto,  ricco  di  marmi,  colonne,    in- 

Ij ,  figure  diligentemcme    lavorate    da 

33fcsto  Corte  Fiammingo,  e  da  Francesco 

krioìi ,  se  non  che  il  ritratto  d-1  detta 

ibiluomo  fu    opera  .del    Carrarino,   sul 

^«1  ^2^no  di  Giuseppe  Sardi  ralente  Archi^ 

to , 

!Jontigua  a  questo  Tempio  è  la  Scuola 
Mercatanti ^  eretta  prima  negli  anni 
S{|i9.  nella  piazza  ove  giace  la  Chiesa 
Padri  Minori  Conventuali ,  detti  i 
ari  i  e  pai  trasferita  in  questo  luogo 
147&.  ,  come  appare  da  un'Iscrizione 
quivi  si  legge.  Nella  Stanza  terrena 
Tavola  dell'Altare  è  opera  eccelcnte 
[acopo  Tintoretto  ,  come  di  lui  pure 
'altra  Tavola  nella  gran  Sala  .  Su!  pri» 
ramo  della  Scala  vi  è  un  (ìuadro  del 
negliano .  Nell'Albergo  ve  n'ha  uno 
P^olo  Vcroacse  .  Le  altre  pitture  sono 
Dom.  Tintqretto  ,  di  cui  pure  è  il  sof- 
o,  di  Benedetto  Caliari  ^  è,^\  Palm^ 
'vine ,  deirAliensc^  e  di  Giovanni  da 
logna  . 

ìegue  da  vedersi  Ja  Chiesa    dedicata    ^ 
Lodovico  Vescovo  ,  detta 
j.  ALVISE,  col  Monister©    di    Mona. 
Agostiniane ,  la  cui  fondazione  vieni^ 


172      G  1 0  nx  ^T  ^  , 

posta  negli  anni  138S.  per  open  ci-ll| 
Nobile  famiglia  Veniero .  Cinque  sn' 
gli  Altari,  con  diverse  Pitture  di  V  : 
Tintoretto,  del  Paoluzzi ,  di  Alessio  Ji^ 
lanese  ,  delia  Scuola  di  Paolo  ,  e  di  qui'.'l^ 
ia  àQi  Bonifizio  ,  del  Foiler  ,  del  Pia^^^, 
eetta ,  del  Tiepohtto,    e  di  Font^basso, 

Vi  si  venera  il  Corpo  ài  s.  Felice  cfflj 
altre  Reliquie .  *^ 

Prossima  è  la  Scuola  detta  di  x.  ^^\^ 
set  in  cai  ci  sono  alcuas  opere  del  Ti%^ 
toretto,  di  Marco  di  Tiziano  ,  e  di  Mai] 
co  Veglia .  Dietro  a  questa  Chiesa  vie 
quella  di 

S.  BONAVENTaRA,  di  Francesca 
Riformati,  stabilitisi  in  questo    luogo 
anno  161^, 

La  jCHicsa  ha  tre  soli  Altari,  con  Pii 
ture  del  Tintoretto,  dei  Pilotti  ,  e  di  Anj 
giolo  Gàrzo,si,  Vi  sono  psrò  altre    Teli, 
di  Maiceo  Ingoli  da  Ravenna,    del  Tm' 
toretto  ,  di  Leandro  Bassano ,  d;lìa  S-  'o 
la  di  Paolo,  del  Pilotti  ,  e  del  Fial  i 
Giacciono  quivi  le  ossa  del    Doge    Ca.l.. 
Contarini  che  morì  negli  anni   165S.  do.^ 
pò  aver  tenuto  il  Governo  un  soìoanro 
nel  qual  tempo  i  Veneziani  ebbero    l'i 
signe  Vittoria    ai  Dardanelli,    e    pres.; 
Tenedo  ,    e    Scalimene    nelT  Arcipela^' 
Pochi  passi  lontana  è  la  Chiesa  di 

S,  Gì- 


S.  GIROLAMO  ,  c-I  Monistero  di  Mo- 
che  Agostiniane  ,  ia  cji  fondazione  si 
ferisce  all'anno  1300,  L  amo  1703.  ar- 
l'uno  e  r  altro  i  e  $«  n*è  fatvà  4.i  nuo- 
r  erezione,  m  vaga  e  raiy''ov  iTornna  , 
n  cinque  Altari  m^es'iost,  e  ricchi  di 
armi  e  ài  sratue  .  £'  ù.na  che  in  que-» 
5  Monastero  ripo*as>e  il  corpo  del  B. 
,-.ctro  Gambacorti  da  Pisa.  Le  pict^^e 
ao  del  Trevisano,  del  Brusaferro ,  del 
lelchion  ,  e  del  Vecchia  . 
Vicina  è  la  Scuoia  òÀ  s.  Girolr.no  ^  con 
■He  Pitture  di  Giovanni  B-Iluio  ,  di  Vit- 
re  Carpaccio,  e  del  Vivarini  .  In  poca 
stanza  sono 

LE  CAPPUCCINE  DI  S.    GIROLA- 

10,   le  quali   riconoscono  il  ioroprinci- 

o  da   Angiola  Crasso  ,    che    negli    anni 

5c3.  in  compagnia  ài  alcune  altre    buo- 

Ji  femmine  ritirossi  a  vivere  in  una    c*% 

!i  vicina  alla  Chiesa  di  s.  Giusti-ia  .  Da 

bla  poi  si  trasferirono  in  quel  s'ito    deL 

Città  che  si  chiama   Ouimavalle\  do- 

con  permissione    del  Principe    fabbri, 

'irono  una  Chiesa  ed  un  Monistero.  Ot-. 

annero  poi    dal    Pontefice    Paole'    V.    la 

ilausura  :  ed  accresciute  di  ramerò    pas. 

jirona  a  qu-ito  luogo    come    più    conve- 

iente  ,  negli  anni   1614. 

La  Chiesa  eh' è  dedicata  a  Santa  Ma^ 

P  2  ria 


?74     G  I  0  nx  ^  r  ^ 

ria  Madre  del  K^demorcy  he  tre    Ali. 
celle  Tavole  tutte  di  man©    del    Palma  i 
Ella  fu  eonsegrata  da  Giovanni    Tiepolò 
Patriarca  l'anno  1623.1  come  appare  dall' 
Iserìzione  posta  sopra  Ja  porta  . 

Poco  lungi  da  questo  luogo  si  truova  I 
Óipizio  delle  Vinzocìnre  di  Santa  Maricè^ 
dti  Servii  le  quali  si  governano   religio 
samente  5  tenendo  Figliuole  in    cducaria^i 
ne.  L'ordine  del  c^Himino  conduce  all^p 
Chiesa  di 

S.  GIOBBE ,  uffiziata  da  Frati  Fran. 
CiScani  Minori  Osservanti.  Scrive  l' E* 
gnazio  i  che  Cristoforo  Moro  fabbrica 
questo  Convento  sopra  un  fondo  di  suaii. 
ragione  :  al  quale  s.  Bernardino  da  Siena 
che  fu  Promotore  con  s.  Giovanni  da 
CapistranOj  dell'Osservanza  della  Regola 
ài  s.  Francesco,  avea  prima  predetto  chs 
sarebbe  stato  eletto  Doge ,  come  in  fatti 
$cguì .  ' 

La  Chiesa  ha  tredici  Altari  ,  tra  i  qua-  : 
li  due  con  Tavola  di  marmo;  9  quella  ,1 
dell;».  Cappella  Grimani  è  opera  di  An«  | 
%Qìùo  Rnscelli  Fiorentino.  .| 

Fra  \ù  pitture  si  distinguono  le  due 
T«iVoIe  ,  in  cui  gareggiano  Vettor  Car4 
l'accio  e  Giovanni  Bellino  ,  li  due  pii^ 
celebri  pittori  di  qugì  tempi  .  La  prima 
4el  Carpaccio  u^pKienta  la  JB.   V.   ch«  | 


T  E  K  Z  ^,  175 

,.  ^ferisce  il  Bamb  no  Gesù  al  vecchio  SU 
;3!  jteone  ;  la  seconda  con  la  B.  V. ,  i»  S  ^ 
PR  ìstiano  e  s.  Giobbe,  del  Bellino,  fu  la 
dai  -ima  Tavola  a  olio  da  esso  dipinta  ;  e 
ccome  venne  allora  assai  stimata  da' 
ioni  Maestri  ,  così  al  presenta  è  tenuta 
j  grati  considerazione  .  Vi  sono  inoltre 
eir  altre  beile  pitture  di  Paris  Bordane  , 
Girolamo  Savoldo ,  del  Basalti  >  dì 
ìlllarletto  Calliari  figliuolo  di  Paolo,  del 

livarini  j  ad  Mazzoni  ,  e  del  Zucchi. 
aijQuanto  alle  memorie  degli  uomini    il. 
Atri:  dinanzi  all' Aitar  maggiore  giace 
iMpoito  il  Doge  Moro  ,  sopra  ia  cui    La- 
pide sepolcrale  si  legge  quest*  Iscrizione  , 


JìChristophorus  Mauro  Pkinceps 
MCCCCLXK.  Mensis  Septembris  , 

Vi  sono  inoltre  alcune  Memorie  della 
^miglia  Pesaro;  ed  un  nobile  Mausoleo 
etto  a  Renato  da  Voyer  de  Paulmy 
ante  di  Argenson ,  che  fu  Ambasriado- 
Straordinario  del  Re  Cristianissimo 
ligi  XIV.  alla  Repubblica  nel  1651. 
irto  prima  di  fare  il  suo  ingresso  ,  Lo 
ultore  fu  Claudio  Peravu  Fianccse, 

ÌNcl  Chiostro  giace  D.^a  Morosi  ni  T>o* 
ressa,  moglie  di  Niccolò  Tron  ,  che 
^cedette  nel  Do§ado  a  Cristoforo  Mo^ 


I 


176         G  I  0  R  ^l  ./L  T  ^ 
ro .  Ivi  pure  giace  Pietro    Lorudano    chs 
fu  Doge  dal   1567.  al   1570. 

Fuori  di  questa  Chiesa  vi  sono  quatrro 
Oratorj  cei  suoi  Altari  :  quello  dei  Bar- 
e  arno  li  del  Tragitto  di  Mestre ,  sotto  1*  in- 
vocazione di  s»  Anùrea  Apostolo',  quello 
^q\\2ì  Confraternita  di  s*  Bernardino  ',  uno 
della  Scuola  della  Santhsima  Vergine  ;  \ì 
cui  soffitto  fu  dipiato  da  Alvise  dal  Fri- 
50  ,  ed  uà©  del  Profitta  s.  Giobbe  . 

Vicino  è  un  piccolo  Spedale  ,  per  ri- 
coverare alcune  povere  femmine,  fabbri*» 
cato  dal  Doge  Moro  ;  in  cui  ci  sono  va- 
rie pitture  di  Giovanni  Ballino  ,  e  del 
Pilotai  . 

Da)!*  altto  lato  della  Fondamenta  ve- 
desi  nuovamente  eretta  al  principio  del 
presente  secolo  una  non  grande,  ma  ben 
ornata  Chiesa  sotco  il  titolo  del  Vatro^ 
cinlo  della  Santissima  Vergine  .  fabbrica* 
ta  ^er  us©  ed  amministrazione  de' Sagra- 
menti  al  contiguo  ampio  Conservatorio  , 
ove  dimorano  parecchie  penitenti  Donne  , 
che  sottratte  dal  peccato ,  quivi  in  di- 
screta austerità  compensano  i  disordini 
del  viver  passato.  Fu  autore  di  questa 
santa  impresa  Regìnaldo  Bellini  piissimo 
Sacerdote  della  Gongregainone  dell'  Ora- 
torio .  Promotori  ne  furono  con  gioss 
sborsi  di  soldo  ^   ^  con  saggi  consigli    u 

san. 


r  E  K  z  ^.  177 

santo  Patriarca  Giovanni  Badoarc,  e  Pao* 
io  €ont;irini  Nobile  Sacerdote;  k  se.'le- 
citU'.iini  rie' quali  furono  benedette  dalla 
Prov'>  -fnza  con  frequenti  e  copiosi  sassi- 
à]  j  Gontin':'ati  anche  a' giorni  nostri ,  me- 
dia*! t^  i  quali  si  potè  pe'pétuir  il  iuog» 
ad  oso  dell'istituto,  accresct^r^  il  nume- 
ro delle  postulanti ,  e  con  graotliose  e 
dilatate  fabbriche  prové^ere  a  qual'.'^iqus' 
loro  necessità  . 

La  b^à  om^tz  Chiesa  con  tre  bei  Al- 
tari posssrie  a-'.-nagg:.or  suo  spiri  timle  de- 
coro tre  Corp^  6;jr.£Ì  ,  ti  altre  m.ire  in-, 
signi  Reliquie.  li.  C^a  ervatotis  poi  èf. 
governato  cor  ©ttsme  'vg§i  :-*  una  scelta. 
Congregazione  di  Bcelesi astici  ,  di  No-» 
b:li .  £  di  Cittadiri  =  Qjìyì.  pure  it  poca 
distanza  è  il  camime  n.^'orto  degi»  Eb"-?!  »^ 
chiarDs.to  Ghetto,  ové  so-a«  co'ì?:<leiabil-à 
Je  loro  Sinagoghe  ^  e  le  <Scuo;c:  ?Ì  nuir,€«* 
ro  di  sette'  ,  in  cui  fanno  le  loro  finzio- 
ni.  (Questi  prima  ch-^  si  ridu-s^Sier^  ìw 
questo  luog>3,  abitavano  n«ir  Isola  à-.  Spi-^ 
y^Jonoa  f  che  poi  fu  da  essi  sìinoiTiin-ata 
Giudecc^  ,  di  cui  Parlsr«mc  trattando  del- 
le Iso'e  ;  uè  potevano  p^r  ant'chi  D>-cre- 
ti  del  ^249.  abitare  in  V'negia  per  più: 
tempo  di  quindici  giorni,  e  sempre  por* 
tando  in  mezzo  del  pstto  un  segno  di 
Cela  gialla:  ma  ne^li  anni  1416.  fu    loro 

per- 


J7l  G  I  0  KH  ^ÌT  U 
permesso  di  abitare  ir  ^^(?rro  ;  e  perc^jè 
fossero  conosciuti  «lai  Cristiani,  era  sti» 
to  loro  ©rdinato  di  portare  il  cappella 
i-osso.  Continuaido  il  camino  ?i  treva  la 
Chiesa  di 

v5.  GEREMIA  Profeta,    Parrocchia  dì 
P^eti  5  della  quale  furono  principali  Fon-' 
ditori  Marco  To?elIo  ,  (  o    Marco    Tor- 
Ceìio ,  come  si  legge  in  alcuni  Manoscrit^ 
ti  )    e    Bsrtofommeo    suo    figliuolo,    nej 
|?rir?cipio  del  secolo  XI.  ,  second®  il  Dan- 
4o]a  .  Mi  essendo  ridotta  in  stato  cdden* 
$?,  se  n' è  intrapresa  pochi  anni    fa    una| 
auoya  fabbrica  assai  nobile  e  decorosa  sul 
Budello  del  Sig.  Abbare  D.  Carlo    Cor^. 
I?:llinj  di  Brescia  ,    il  cui    compartimen 
to ,  allorché  sarà  terminata,  comprenda 
f-ì  quattordici    Altari    di    scelti    marmi 
^gtte  de* quali  già  esistono  con  belle  pit 
tare  del  Tiepoletto ,    del    Co/onna    Miai 
§ozri  5  e  del  Chiorzotto  ;  e  nella  Sagre 
ftia  vi  si    conserva    una    Palla    di    man«i 
delio  Schiavone  .  Fra  gli    altri    però    di- 
gtingyesi  il  Hobilissimo  Altare  eretto  pc 
legato    del -fu    March,    di    Montallegre , 
che  per  molti  anni  fu    Ambaseiatcre    dsi 
Re  Cattolico  alla  Serenissima   Repubbìi» 
ca  ,  e  qui  sepolto  appiedi  dell*  Altare  .  Cin- 
que lunghe  iscrizioni  rappresentano  le  Ca- 
riche ,  e  le  Onorificenre    che    fregiarono 
questo  rinomato  Minisp-o  • 


T  t  K  Z  ZAé  ^  i7P 
fi,S  tTeneransi  in  questa  Chiesa  H  Corpo  \i 
j,j  §•  Magno,  e  un  Braccio  di  s.  Bartelómio 
:[]e  acquistò  Marco  Tosello  da  alcuni  Ga- 
,j[j  ojeri  di  Benevento;  il  quale  avendo  rii- 
igato  colle  sue  navi  in  Puglia  insiemi 
ol  suo  figliuolo  Bartolomme©  j  l'ottenne 
mìo  {^  precìhus  y  come  dice  il  Dando- 
o,  e  ritornati  in  Vinegia ,  Io  rìposcri 
iella  Chiesa  di  s*  Geremia  Profeta  df 
un  fusvant  principale  f  fu^ddterer  >  Gon- 
inuando  il  cammiao  verso  un  altro  coto- 
ne della  Città,  si  truova  la  Ghiesa  di 
^'J.  Maria  in  l>^azare(te  j  detta  comune- 
isi  Heste 

^^.    i  SCALZI,  perchè  uffiziatà  dai    Padri 

^^^;  armehtani  Scalzi,  che  traggono  la    Jo  ♦ 

^  >  istituzione  da  s.  Teresa  .    Q^ussti    Re. 

giosi  ottennero  dal  Senato  di  poter  fab- 

ricare  la  Chiesa  col  lor©    Convento   so- 

ra  alcuni  fondi  di    Francesco    Veniero , 

a  essi    comperati    con    tutti    gli    orti    e 

tirreni  che  discorrevaiiò    dal  Canal-gran- 

ì  sino  alla  Lasjuna  eh' è  di  rincontro    a 

Giobbe;  e  alla  metà  del  XVII«  secolo 

eressero  la    Chiesa    senza    vsrun    onn- 

ento. 

Dopé  alcuni  anni  cominciarono  a  fon- 
ivi un  nuovo  Tempio,  e  il  fecero  as- 
i  sontuoso  e  magnifico  ,  con  ricchi  Ai- 
ri j  adorni  di  scelti  e  prsziosi   jnarmi, 

e  di 


r 

,80        G  I  0  K'H  ^  T  a 
e  di  statue  sul  modello  di  BaldisseraLon.' 
ghena  . 

Qiiesta  Chiesa  ha  tre  Cappelle  per  p?-> 
te  tutte  nobilissime  e  adorne  de'piùscc 
ti  marmi,  ricche  di  colonne,    e  di    p's- 
ziose  sculture  che  attraggono    l'ammi' 
zione    de'risguardiriri  .    L'artefice    de.» 
Cappella  maggiore  fu  il   Viviani  ,  ma  po-j.; 
sterormente  la  nobilitarono  sul    medellc» 
di  Fra  Giuseppe  di  s.  Antonio,  Laico  : 
Architetto  di    questa  Religione,    di    e 
puree    l'Architettura    deiTAltare    di 
Teresa,  e  di  quello  della  Beata  Vergi- 
li famcso  Bartel  Fiammingo  vi  scolp;   ; 
G  o'.  Battista,  Bernardo  Falconi  s.    S: 
stiano  ,  e  il    Baldi  s.  Teresa  . 

Vi  sono  alcune  insigni  pitture  di  G 
EeHino  ,  del  Cav.  Cairo,  di  Michele  ^ 
biec,  del  Cav.  Bambini  ,  del  Las^jari 
del  Dorigny  ,  di  Giuseppe    e    Domen 
Valeriaiii .  Tra  i  Pittori  moderni  che  di 
pinsero  in  questa  Chiesa  ,  si    distingucn', 
Giambattista  Tiepolo,  che  dipinse  ilSoiij 
fìtto,  ed  il  Colonna  Mingozzi  che    f?C" 
gli  ornati  ,  e  le  architetture  del    me: 
mo  ,  e  delle  volte  di  altre  due  Cappt 
La  facciata    di    questo    Tempio,    t 
di  marmo  fino  di  Carrara,  fu  fatta  a  spcj 
"se  d-l  _Conte  Girolamo  Gavazza  sul  d.seji 
gno  del  Sardi  ;  la  quale  per  vaghezza  d! 

Co- 


T  E  t  Z  U.  t%i 

j/onfie  ,  di  Statue  ,  e  d'Intaglj  ,  viene 
sta  6on  ragione  tra  le  più  nguardevo- 
del/a  Città  . 

Giace  in  questa  Chiesa  lepolto  il    Do- 
I  Carlo  Ruzzini  che  finì  di  vivere  Tan* 

%  1735. 

^'    Vi  sono  Reliquie  di  s.    Teresa ,    di    $. 
ovanni  della  Croce  ,  ed  altre  :   Poco  di- 

*ijinte  da  quella  degli  Scalzi  j  è  ia  Chie* 
Parrocchiale  di 
'S.  LUCIA,  coIMonistero  di  Monache 
iggsriniane.  Questa  fa  eretta  nel  1191. 
tto  r  invocazione  de/ia  Forgine  xAn-aun- 
^t^\  ma  essendosi  poi  qtii  trasferito  il 
)rpo  di  s»  Lucia,  fu  presa  per  Titolare 
està  Sanca  :  della  cui  traslazione  «is 
corre  dire  ,  che  questo  Corpo  fu  priaia 
Ila  Sicilia  recato  in  Costantinopoli  sot- 
l'LTiperio  di  Basilio  Porfirogenito  ,  e 
Costantino  suo  figliuolo)  ma  nella  di- 
lione  delio  spoglio  di  Costantinopoli  « 
•  toccò  ai  Veaeziani  ;  e  mandato  ia 
negia  dal  Doge  Arrigo  Dandolo ,  fu 
sto  in  s.  Giorgio  maggiere  i  Chiesa  che 
ora  era  soggetta  aila  giurisdizione  ài 
e  perciò  egli  vi  eleggeva  T  Abbate  , 
me  scrive  il  Rannusio  .  Fu  poi  IcTato 
quella,  e  portato  in  qu;fsta  nel  1226. 
iS.  di  Gennajo;  sotto  il  cui  titolo  sì 
ficg  8VtovameaC€  il  T«g)?io  cpl  Mont^ 


stero.  In  s.  Giorgio  rimase  un  braccii 
per  cagione  di  un  miracolo  che  sesi 
mentre  1  Abbate  voJIe  baciarlo.  Neil 
anni  1609.  fu  riJotta  nella  forma  in  a 
/u^  T,V,  P'-esente,  sul  disegno  del  ce 
iebre  Palladio.  Della  sua  erezione  e  cor, 
segragione  ,  e  della  traslazione  del  Coi 
PO  di  Santa  Lucia  si  /eggono  le  Meme 
ne  sopra  le  Porte. 

Nove  sono  gli  Altari.  Il  maggiore  col 
sua  Cappella ,  ove  sta  eretto  un  mae 
stoso  labernacolo,  ricco  di  finissimi  mai 
mi,  con  rimessi  di  vsrj  colori,  e  ornat 
di  hgure  ó:ì  bronzo,  fu  fatto  dal  Cavalie" 
re  Lionardo  Mocenig.  ,  H  cui  ritratt, 
SCO  può  f^a  A/essandro  Vittoria  ,  fu  post-B 
nella  stessa  Cappella.  Alla  sinistra  d^ 
questa  e  e  la  Cappella  ài  s..  Lucia  co. 
ricco  Aitare,  sopra  cui  riposa  il  Corp* 
di  detta  Santa  ni  bel  Sepolcro,  erettoci 
Donato  Baglioni,  Nobile  Fioretino  ,  do, 
ve  lascio  memoria  di  se  stesso,  di  Uv\ 
^.  1  ""^"^"^.'"^  padre,  ài  suo  fratello  C 
mulo,  della  sua  moglie  Catterina  Guic- 
ciardini ,  e  della    madre    Costanza   Goc 

a^/gi^i^^'/^'/tf  ^'^''  alla  destra  dal/,; 
t.,P  n»  ^"  fabbricata  da  Niccolò  Pee-' 
te  s,  o  Perez,  Genti/uemo  di  Anversa.! 
Giovanni  Tiepolo,  allora  Primicerio 7/4 


chi 
iri 


r  £  2^  z  c^.    ^        isj 

N-lDucale  di  s.  Marco,  e  poi  Patriarca, 
„  I  Isse  l'Aitar©  dedicato  all' Aspetrazio- 
li  [del  Parto  di  Nostra  Signora.  Monsiw 
jji  or  Giorgio  Pc'arco  che  fu  Conressorc 
^  [le  Monache ,  fece  V  Oratorio  vicino 
|.j  a  Sagrestia  ,  d-dicato  a    s.    Girolamo, 

I  i  arricchì  di  sante  Reliquie  . 
jji  J-e  pitture  sona  del  Palma  giovine  ,  per 
jp  jmaggior  parte,  di  L;;andro  Sassano, 
jj,'  1  Bonif;»cio  ,  di  Mattea  Ingoli  ,  di  Maf- 
.^,  p  Verona  di  cui  pure  sono  alcuni  qua- 
^jj  |i  nella  Scuola  vicina,  e  del  Pilotti  . 
^j,  ;Pocbi  passi  lungi  da  s.  Lucia,  giocala 
,  '  diesa  e  il  Monastero  di    Monache    Dor 

lenicane,  àetv.j 
^,  ;ìL  corpus  domini.  La  Chiesa  e 
.onastero  del!^  Monache  óqì  Corpus  BQ" 
jni  fu  la  prima  yo'ta  fibbricato  di  ta- 
le dir-impetco  al  Ma^u.<5--«ro  di  saiata 
\ì^^  circa  Tanno  1366,  ;  indi  fu  rie«» 
^caco  di  pietra.  Nell'anno  1395.  due 
relle  di  Tonmaso  Tomnasmi  con  Tas» 
ftenza  del  B.  Fra  Gì)*.  Domenico  da 
orenza  Domenicano,  fc  e  Urono  il  Me- 
sterò di  Monache  Domeni:ane  ,c  II  Pa- 
iarca  s.  Lor-.-nzo  Giustiniani  vi  pose  la 
ima  pietra  .  Ciduto  poi  ,  secondo  il 
i\jo«ino  nel  14.10.  per  la  furia  di  un 
rbine  ,  fa  per  la  maggior  parte  rinno- 
vto.    Indi    fu    rifabbricata     la   Cappella 


maggiore,  ed  abbellita  con  varj  ornamen- 
ti :  e  alla  metà  della  Chiesa  fa  eretto  da 
Giorgio  Q^iaerini  un  nobile  Altare  ,  arric- 
chito d'intagli,  e  éii  figure.  Le  più  in, 
signi  pitture  sono  la  Tavola  di  s.  Pietro 
Martire  ,  e  altri  Santi ,  opi;ra  benissimo 
conservata  del  Gonegliano ,  e  du5  altri 
Quadri  l'uno  con  s.  Domenico,  che  git- 
ta  i  Libri  nel  fuoco,  e  l'altro  in  due 
compartimenti  all'Altare  del  Crocifisso  j 
che  rappresenta  la  Gena  degli  Apostoli  : 
opere  singolari  di  Sebastiano  Ricci  .  Ve 
n*  ha  per  altro  anche  del  Palnaa  giovine, 
e  ve  ne  sono  di  Lazzaro  Sebastiani ,  deU 
lo  Scaligero,  del  Molinari,  del  Fumia*» 
»i  5  dei  Salviati,  e  dell' Ingoli. 

Sopra  h  porta  maggiore  c'è  un  bel 
Mausoleo  di  Agostino  e  Marco  Gradeni- 
go  Patriarchi  di  Aquileja,  e  di  Daniel-. 
Ij  Gradenigo  loro  congiunto.  j 

Qui  pure  giacciono  sepolti  il  Vescovoj 
Tommasini  ,,  morto  negli  anni  i44^'>  e! 
Fantino  Dandolo   Vescovo  di  Padova. 

Vi  sono  Reliquie  di  s.  Fausto  Marti- 
re ,  di  $.  Maria  Maddalena  ,  di  s.  Vene» 
randa,  e  di  s.  Catterina  da  Siena. 

■Ritornando  addietro,  e  facendo  noti 
poca  strada  per  i  luoghi  ài  già  descritti 
sì  truova  la  Chiesa  di 

5.  LIONARDO,    Parrecchia    4i    Pife'» 

•     ti , 


T  E  n  Z  ^.     ^  ig5 

,  antica  e  fondata  sino  dall' anno  1205. 

'■I^esa  cadente  per  l'antichità  fu    in    que- 

^*  :i  ultimi  anni  riedificata  quasi  del  tutto 

spese  di  G.  Battista  Adami  gùtator  di  Ca^ 

ittsri  f    nella  forma  moderna.  Vi  si  di- 

ingue  r  Aitar  dedicato    a    s.    Leonardo 

alla  Scuola  grande  della  Carità    che    sì 

lorta  processionalmente  ogni  anno  il    dì 

Novembre    in    ricognizione     di     aver 

'''J^iFUto  principio  in    questa    Ghissa    l'anno 

!26o. 

In  mezzo  alla  Chiesa  giacciono  le   0$-. 

a,  del  Principe  D.  Gasparo  Altieri,  fu 
ipote  del  Sommo  Pontefice  Clcmen- 
e  X. 

Tiene  alcune  belle  pitture  ,  delTAliew- 
2j  di  Dom.  Tintorettoj  e  fra  le  Reli- 
uie,  quelle  di  s.  Lionardo,  di  s.  Bene- 
etto,  ed  altre  . 

In  poca  distanza  è  situata  la  Chiesa, 
edicata  ai  Santi  Ermagorti  e  Fortunato  , 
ietta  dal  vo'^o 

i  S.  MARCUOLA,  Parrocchia  di  Pre. 
i  ,  che  si  crede  una  delle  più  antiche 
Iella  Città  ,  eretta  da  quelle  genti  che 
ler  tema  de' Longobardi  fuggirono  in  que« 
te  Paludi  .  Ai  gio^-ni  nostri  è  stata  ri- 
'abbricata  da' Fondamenti  con  nove  Al- 
ari ,  tutti  adorni  di  bei  marmi  e  sta, 
tue. 

qs  Vi 


ite      G  I  0  KH^T  a 

Vi  sano  pitture    del    Tintoretto  ,    de)  1 
Camerata,  del   Crosato ,  e  d'altri,  [a 

Vi  si  conservano  Reliquie  di  $.  Gianviif 
battista,  di  s.  Fortunato,  di  5.  Ermago-Pa 
ra ,  di  s.  Andrea  Apostolo,  e  di  $.  Teo 
doro  Vescovo  e  Martire  ,  n 

Negli  anni  iii/.  arse  questa  Chiesa  ,  cin 
re^tò  illesa  dair  incendio  la  Reliquia  del- re 
la  Mano  di  s.  Giambattista  ,' Così  il   Dan-dr 
dolo  ncirundecimo  Capo  del  IX.  Libro  :r£ 
il  quale  scrive  ancora,  che  in  un  vaso  di 
bell'intaglio  c'erano    altr?    Reliquie    de 
Corpo  dello  stesso  s»  Giambattista  oltre  1 
sua  mano,  con  alcune  particeli?  dell'Are 
di  pietra  ,  che  i  Veneziani  portarono    d 
Sebaste.  Vitale  Michele  ,  Vescovo  di  Ca- 
stello ,   visitò  queste  Reliquie;  e  trovate* 
le  nei  loro  Vaso,     1*  espose  al  popolo;  e 
col  mezzo  di  esJs  furono  dal  Signore  ope-* 
rati  alcuni  miracoli .  i 

Nel  farsi  la  strada  che  conduce    da 
Marcuola  in  quella  ,  che  volgarmente  d 
cesi  Rio  Terra ,  $i  truo^a    una    Cappell 
ufSziata  da  Preti  ,  detta 

V  ANCONETTA  ,  eretta  in  onore  de 
la  tantissima  Annunziata,  Q^ui  sono  de 
gilè  da  Vedersi  alcune  pitture  di  Daniel, 
Jo  Vandich ,  di  Domenico  Tintoretto, 
di  Jacopo  PcCrelli ,  di  Filippo  Bianchi, 
di  Giambattista  Rossi ,  e  di  Lionardq 
Corona  •  Pa 


T  E  n  z  ..i.  lìf 

d(  Da  K?«  T$rra  volgenrosi  a  mano  man- 
a,  giace  la  CHi^sa  co.isigrata  al  'l>J^oms 
ìin  klla  I^ergìne  Anni£:'!ziata  ;  uiHsiata  d» 
'2?9  ^adri  Serviti  j  detta  p-rciò 
Ie(  I  SERVI.  Or;sU  fn  eretta  da  Gio- 
snni  Avaneo  Cutadinq  Vsaezjino  ,  che 
i3)iin  es?a  è  anche  sepolto  ,  nell'anno  i?j6, 
lieiiei  qual  tempo  furono  ricevuti  quesn'^^i- 
DìD  ili.  Ella  è  graqde  a  tal  segno,  che  hr 
h  ?entidue  Altari  . 

ifli     Le  pitture  che   l'adornano  sono  di  ec- 
«  :ellenti  Maestri,  cioè  di  Jacopo  ^  di  Do- 
.'fl  nenico  Tmroretto,  e  della  sua    Scuola; 
Ire  lei  Salviati,  della  Scuola  di  Tiziano,  e 
è  iel  Bof:ifacio  »   Ve  ns  sono    di   Lionardo 
Ci  Corona,  di  Baldìssera  di  Anna,  di  Giro- 
iti  lamo  da  s.  Croce,  del    Cav.    Liberi,    di 
;   Giuseppe  VaUriani  ,    di  Giuseppe  Galitn- 
)9|  bergh  ,  di  Sebastiano  Mazzoni  ,  dì  Rocco 
Marconi,  del  Segala,  del  Camerata,    di 
Polidoro  5  dei  Manai^o  ,  del  Gavalier  Bain^ 
ni,  dei  Piazzì^tta  ,  di  Benedetto  Diana 
bl  Bonifacio,    dsl    Sim  ;l ,    di    Gregorio 
azzarini ,  e  del   Palazzo  . 
Nel  R<ìferono  di  questi  Padri  si  vede- 
una  gran    Tela    rappresentante    Gristo 
convitato    da    Simone    il    Fansto ,    colla 
emmina  peccatrice  ai  suoi  piedi;  opera 
ingoiare  di  Paolo  Calliari  Veronese  i  ma 
fi  secolo  passato  fu  spedita  in  dono  daU 

k 


iS8     G  I  f^  nv^^r  ji 

la  Repubblica  a!  Re  di  Francia,    veden 
dosene  ora  un'altra  dipinta  dal    Zanchi 

Avvi  Reliquie  di  s»  Andrea  Apostolo,^? 
di  s.  Gioranni  Papa  «Martire,  di  s.  Ma 
ria  Cleofe ,  e  di  s.  Luca  . 

Nell'Altare  deJla    Sagrestia    riposa    ili 
Corpo    del    B.     Bonaventura    Terniello  , 
deirOrdine  dei  Servi,  trasferito  da  Urli- 
ne in  Vinegia  negli  anni    1509.    da    An- 
drea Lorcdano,  che  fu  ivi  Luegotenente  .  J^ 

In  «[U€«ta  Chiesa  due  sono    i    Mausolei 
c©ll«  lors  Iscrizioni.  L'uno  è  del  Doge {5 
Andrea  Vendramino  ,  che  ascese  alla  Du- 
cal  Sede  nel  1476.,    e    morì    nel    147S. , 
dopo  aver  regnato  uà  anno  e  otto  m?si  • 
Mausoleo  nobilissimo  per  compositura  ,  e 
quantità  di  statue  in  marmo  assai  ben  in<  | 
tese  ;  dal  Temanza  è  creduto    opera    del  | 
famoso  Alessandro  Leopardo  . 

L'altro  è  del  Doge  Francesco  Dona- 
to ,  eletto  ai  4.  di  Novembre  del  154S.  , 
e  morto  nell'ottavo  anno  del  suo  Prin- 
cipato ,  avendo  regnato  sette  anni,  e  sei 
Kiesi  . 

Vicino  alla  Sagresti^i  vi  è  il  Sepolcro 
di  Giovanili  Emo,  Cavaliere,  colla  sua 
Statua  ,  il  quale  morì  .  trovandosi  ai  go-  J 
y«rno  delle  Armi  nella  guerra  contro  i- 
Tunesini  .  * 

Nei  due  Iati  dell*  Altare   di    s.   Maria 

Mad- 


«;,.-  T  1  K  Z  ^ *     ^         ì%^ 

cji,  ladJalesa  si  leggono  due  rscrlzio^ì  ,  cfie 
ppresiintano  ivi  sepolta  Verde  della  Sca-> 
,  figliuola  di  Mastino  della  Scala  Si- 
lore  di  Verona,  e  moglie  di  Niccolò 
Este  Duca  di  Ferrara  ,  morta  negli  an- 
1574.  Sopra  la  statua  di  saata  Mari» 
fadJalena  si  vede  appeso  un  Grocifiss» 
nuto  in  gran  considerazione  ;  app  è  del 
.jPah  si  conserva  lo  stilo,  con  cui  fu  fe- 
ji.jlto  per  assassinio  Fra  Paolo  Sarpi  Teo- 
jllgo  della  Serenissima  Repubblica  .  Qjae- 
jjJo  Altare  de/la  Maddalena  5  nobile,  cle- 
ijnte,  prezioso,  con  la  bellissima  status 
;  m  essa  Santa  ,  ia  eretto  per  ordine  dei 
jlt-ocuratori  di  C/fr<«  Gommi ssarj  di  detta 
,  fcrrf^j  ed  è  opera  di  Guglielmo  Berga- 
.1*  1  asco  . 

"I  Sotto  il  Pulpito  si  legge  una  Memo- 
jla  di  Cristoforo  Quadrio  ,  Filosofo  e  Me- 
lico ,  e  di  Sinveone  suo  figliuolo:  eden- 
ico la  Parta  maggiore  alla  diritta,  se  ns 
,j»ggs  una  di  Rinaldo  di  liroderodc  Si- 
'  Inorc  Olandese . 

.■Vicino  alla  porta,  c!ie  trascorre  nel 
«hiostro,  sì  legge  un  Iseritione  di  un 
ilebre  Medico,  pubblica  Professore  di 
ledicina  in  Padova,  Ai  nome  Sant9rÌ9 
<e  Santorì  ^  che  morì  nel  1636. 
Nel  Chiostro  pure  li  veggono,  molte 
Jtre  Urne  Sepolcrali  colle  loro  Meni®» 
•Cj  che  si  omettono  per  brevità. 


la  questo  Convento  ha  fatta  la  sua  re- 
sidenza il  Teologo  della  Repubblica,  che 
da  più  di  un  secol©  soleva    essere    eletto 
di  questa  Religione  ,    in    riconoscimento 
e  memoria  del  famoso  Fra  Paolo  ,  Sarpi,*^ 
Jc  cui  ceneri  giacciono  quivi  sepolte  .       >' 
Pochi  anni  fa  una  parte  di  questo  Con- " 
vento,  dalla  parte  d;4  Rip  ,    rimase    in-f' 
cendiata ,  e  con  esso    perì    nelle    fiamme 
la  dovi.Jsi^sa  lor  Bibliotccca  ;  ma  di  nuo- 
vo fuj-iparat©  e  rìstaurato  . 

Quivi  vicine  erano  due  Scuole  ,  una  de* 
Tintori  ,  e  1*  altra  de'  Barbieri  ,  con  belle 
pitture ,  ma  dall'incendio  medesimo  re* 
itarono  consamate  . 

In  poca  discanta  è  V ilu^  Scuo/a  df/U 
Vergine  KAnnun%iata  ^   che    ha    pitture    a' 
tempera  mofto  antiche,  ed  il  soffitto  con 
htì  grotteschi  e  fogliami  a  chiaro  scuro. 
Contigua  .pure   a    questa    Chiesa    è    ia 
Scuola  dù  Lucchesi  ,  detta  T  Oratorio  del 
Volto  Santo  di  Lucca  ;  eretta  da    alcune 
Famiglie  Lucchesi  ,    le  quali    tenendo    ie 
parti  Guelf*.,  dovettero  fuggire  da    Luc- 
ca ,    di  cui    era    fuco    Signor    Castruccio 
degli  Antelminelli  (così  viene  detto  da*, 
Cortusj  nelle  Joro  Storie  )  Aa  Lucca,  Ca- 
pitano   della    fazione    Ghibellina  .    Fece 
questi  molte  guerre  in  Toscana  contro    i 
fiorentini  j  poiché  dai  Lucchesi  fu  eletto 


r  É  K  Z  J..  198 

apitano  gcneraU-  r\'A  13 16.,  avendo  scac« 
^ato  Hai  Domingo  di    Lueca    Ugocciene 
illa  Fagiuola  ,  che  teneva  prigione    Ca- 
raccio per  farjjli  tagliare  il  capo  .  Aven-^^ 
)  per:  ò  perduta  cfuesti, Lucchesi  la  spe- 
nza  di  ritornare  alla  Patria,  si  ricove- 
rono  in  Venezia,    doVe  furono    accolti 
il  pubblico  .  QufSte  famiglie    eran©    gli 
maJi,    Ridolfi,    Arborsani  ,   Sandelli  1/ 
omasini  j  Garzoni  ,    Martini  5    Po"ggio  , 
repinì  ,    Fantinelli  i    GuiiiÌ€Ìoni  9    Pi$a- 
ellij  Lamberti,  Bonirardi ,  Paruta  ,-  Ru* 
idj'lldeilij  Micheli,    Malpighi,    e    diverse 
5ljfitre  eh'  ebbero  la  Cittadinanza  Origina- 
la di    «questa    Città*    Col    progresso    del 
jjmpo    fecero    vsoire    dalla    Toscana    da 
/^  pOi  e  più  Artefici  $  cioè  Filatoj,  Tinto- 
!!,  e  Tessitori  j    che    in'.;rodussero    Tarte 
ìtHa  seta.  Li  Mercatanti  di    Stoffa    abi- 
ivano  in  calle  della  Biscia,  i  Tintori  s 
Giovanni  Grisóstomo  ^  e  i  Tessitori  in 
iri  «  Stabilita   in    tal    guisa    in    Venezia 
jJluesta  nazione^  che  tutto  giorno    andava 
Ijirescetìdo  ,  ebbero  i  Lucchesi  molti    pri- 
Jilegj  ^  e  tanto  si  arricchirono  ,  che  fece*» 
\o  fabbricare  ntolti  VìÌìzzì  ,    marìtaronGT 
p  loro  figliuole,  in  Nobili  Venetiànl  j   e 
llcr n;   di  loro  furono  eziandio    aggregati 
dia  Veneta  Nobiltà  «■ 
In  quest'Oratorio  vi  sonò  alcune  pittu- 


i^t       G  1  Ó  nl'l  .A  T  ^ 
re  del    Tintoretto ,    e    «li    Pietro    Riectif 
Lucchese  ,  e  Niccolò    Semitscolo    antic 
pittore  del  I370.  yi  dipinte  la  stona  da 
Voltò  Santo.  Rivolgìcndo  il  passo    vers^ 
la  strada  di  H^J  Terra  ,  si  truova  la  Chis 
sa  detta  ' 

LA  MADDALENA  j  Parrocafiia  d,g 
Preti,  edificata  dalla  Famiglia  Baffa,  se- 
cond®  il  Sansovino  ,  Resa  cadente  per  ly 
antichità  fu  in  questi  ultimi  anni  liedi-» 
fìcata  da' fondam«i«ti  in  vaghissima  for| 
ina  di  Vant&on  sul  modello  di  Tomma$a% 
Tematìra  qui  sepolto.  [; 

Vi  sono  Reliquie  di  s.  Pio  Martire  ,  di  ' 
£.  Pantalone  ^  ed  altre  . 

Parteindo  a  cammino  diritto  dalla  Mad\ 
dfthna^  e  trapassando  un  ponte  di  pic4 
tra,  si  entra  in  una  piazza,  ov' è  la  Ghìe*» 
sa  di 

S.  FOSCA  i  Parrocchia  di  Preti ,  eret 
ta  nel  secolo  IX.  e  riedificata  nel  1297 
ina  div^enuta  cadente  per  Tantìchità,  fi 
l'innovata  vers©  la  metà  dello  scaduto  se 
colo.  E*  grande  e  spaziosa  >  con  sette  Al 
tari  i  e  tra  Jc  pitture  che  1*  adornano 
Ve  ne  ha  una  di  Vittore  Carpaccio  e» 
s.  Pietro,  s.  Paolo  j  s.  Sebastiano  ,  s.  Cri 
Stoforo  e  s.  Rocco  . 

Torcendo  a  dritta,  si  giugne  alla  Chie- 
sa dedicai»  ^  /,  ^_arp/i/ei  ^ett^  cpr^^tt** 


.'' 


S.  MARCILI  ANO  ,  Parrocchia  di  Pre- 
1  (Questi  fu  eretta  Tanh©  1133.  dalla 
miglia  Bocchi;  naa  ritrovandosi  in  i$- 
b  di  raìnaeciàrc  qualche  rovina  ,  fu  fab- 
cata  da'fondanienci  dopo  la  metà  del 
ij  Jsato  secoio  * 
Ba  sette  Altari  bsn  discosti ,  con  pit* 
e  di  Tiziano,  de' due  Tintoretti ,  del- 
[iliense ,  del  Cavaliere  Passìg^ano  ,  di 
rt.  Letterjai,  del  Mólinari  ^   del  Eals- 

,    a,  5  e  de' Rizzi  i 

"iJui  si  venera  un  Immagine  di  Nostra 
nora  ,  che  dicesi  venuta  in  queste  par- 
come  si  Narr;^  della  santa  Gasa  diL#« 


^ìnì  dsl  Séstìert^  dì  Càml.:^€gi9é 


SIE,^ 


SESTtERE    Dì   SAK   I^AOLC 
DETTO   S.   POLO. 


V-^Angiando  Tordine,  che  tengono  i 
tunì  altri  Scrittori  nel  condurre  il  Fo^ 
stìere  per  la  Città  di  Vinegia;  parmi  ci 
per  mostrargli  di  seguito  le  cose  più  d 
gne  di  osservazione,  che  si  ritrovano  ! 
questo  Sestiere i  sia  spedìente  il  farlo  r 
tornare  nei"ia  piazza  di  j.  Eortolomrnei 
è  quivi  condurlo  a  vedere  prima  di  cgi 
altra  cosa 

IL  FONDACO  DEI  TEDESCHI,  v 
cìno  a  questa  Chiesa ,  cosi  detto  per  e 
$er  là  Sede  j  e  il  fondo   dielli    MercatJ* 
ti    di   quella  Nazione  •    Ella  è  una    f^ 
brica  assai  vasta  ^  che  guarda  sopra  ii  C 
nal-Grande  ;    nel  cui  mezzo  ha    un    si 
zioso  Cortile  ,  quadro  ,  circondato  da  < 
lonne  e  da  portici;    e  gira    512.    piedi 
avendo  ali* intorno^    e  nel  corpo  di    eSS 
ventidue    Botteghe  ,   e    dugento    stanze 

Nei  tempi  andati  era  luogo  della  S 
gnoria  ,  secondo  ii  Sanióvino  ;  ma  fu  P< 
concedoto  aXh  Nazione  Aic^Kama  a'^ai 

4» 


i  Mercatanti  VencziaRi  portando  da 
ssandria  Je  Sp;2ierie  a  Vinegia ,  ne 
nivano  a  tutta  ia  Cristianità  .  Imper- 
ché recando  qui  in  allora  i  Tedeschi 
loro  merci  j  e  tornando  colle  Spezie- 
in  Germania,  facevano  in  questa  Git- 
pn  traffico  considerabilissimo,  ed  au» 
f(  iitavano  di  mo'to  con  questa  negozia- 
le l'entrate  pubbliche  provenienti  dal- 
gabelle  naturali  di  tali  generi. 
crive  lo  stesso  Sansovino,  che  questo 
daco  ari©  neg/i  anni  I5i4«  nel  mese 
^gnnajo ,  (  o  sia  negli  anni  i5i3») 
ta  Io  stile  di  Vinegia)  che  comincia- 
la incendio  di  notte  in  Rialto,  e  aju- 
f  dai  venti  Boreali  ,  non  potendo  ri- 
[iarvi  alcuna  diligenza  umana  ,  diste- 
p-r  lunghissimo  tratto,  abbrucciò  1» 
frequentata,  e  la  più  ricca  parte  del- 
ittà  .  Aggiugnir  poscm  questo  Scrito- 
,  che  fu  rifatto  dalla  Repubblica  sot. 
.1  Principato  di  Lionardo  Loredano  , 
cui  tempo  arse  ,  e  che  fu  poi  ampia- 
te  itllargato . 
k  questa  bella  fabbrica  fu  dipìnta  la 
iata  che  guarda  sopra  la  strada ,  da- 
iano  con  gran  lode  ,*  e  dalla  parte  che 
[rda  il  Canale  ,  vi  dipinse  Giorgio  da 
tclfranco  ,  detto  il  Giorgione  .  la  quc*» 
opera  il  Tiziano  imitò  sommamente 
R  a  la 


196       G  I  0  n'K^T  u 

la  maniera  di  Giorgione  ;  ed  una  Imm 
gine  del  Salvatore  di  mano  pure  di  T 
2Ìano  si  vede  qui  nella  stanra  de*  Co 
vitti  ,  nella  quale  vi  s©no  ancora  pittu 
ài  Paolo,  ed  una  di  Jacopa    Tintoretto 

Veduto  questo  luogo  j  menta  molta  o; 
seriazione  il  gran 

PONTE  DI  RIALTO,  tutto  dì  ma 
Rio,  di  un  solo  Arco,  il  cui  raggio  èal 
to  piedi  22.  avendone  70,  à\  giro,  e  43 
di  larghezza.  Questo  spazio  di  43.  pi^^ 
è  il  piano  sopra  cui  si  cammina,  che  vi 
ne  diviso  in  tre  vie  ,    per  le  quali  si    as 
cende ,  e  si  discende  dal  Fante  .  Tale  di, 
visione  è  formata  da  due  ordini  di    Bot 
teghe,  tutt^  di  marmo,  fatt^  a    volta, 
coperte  di    piombo  ;    cosicché    essendone 
dodeci  da  una  parte  e  dodeci  dall' alt::.  , 
lasciano  un  passaggio  nel  mezzo  eh' e    iH 
più  spazioso,  e  due  alle  parti,  che  s^;^ 
spalleggiati  dai  Iati  esteriori  di  Balani; m 
di  marmo  . 

Nei  quattro  angoli  formati  dall'  Arco  , 
sono  «colpite  quattro  Figure  di  basso  vr- 
lUvo ,  da  Girolamo  Campagna,  rappre-j 
sentanti  T  una  l'Angiolo  Gabriello,  che 
annunzia  la  Vi'rgine  ,  l'altra  la  Vergine 
Annunziata  ,  la  terza  s.  Marcd  Evange- 
lista ,  e  r  ultima  il  Martire  s.  Teodoro  , 
Protettori  della  Qttà.  Nel    mezzo    dell* 

Arco 


O 


I  c\^/a  c/c'/  .  vi'///.'   e//  ^y/ni//:- 


Q^V  ^4  KT  ^.  197 

co  è  lo  Stema  del  Doge  Pasquale    Ci- 
gna. :  sotto  cui  fu  fabbricato  il  Ponte , 
cnio  avuto  principio  nell'anno    1588.  , 
fine  nel   1591.;    la    cui    lunghezza    dal 
iccipio  della  salita  fino  all'ultimo  gra- 
no della  discesa  è  di  piedi  ^187. 
Sino  all'anno  1164.  la  Città    era    divi- 
dal  Canal-grande,  ne  v'era  alcun  Pon- 
,  che  la    congiugnesse.    In    quell'anno 
;  fa  fatto    uno    di    legno,    il    quale    si 
liamava  //  Tonte  della  Monetti  ,    perchè 
•ima  si  tragittava  il  Canale  con  barche  > 
ai  Barcaiuoli  pagavasi  una  moneta    che 
.  diceva   Ouartarolo  ;    ed    era    la    quarta 
arte  di  un  soldo  pel    loro    nolo.    Verso 
i  metà  del  XVI.  secolo ,    siccome    dice 
[  Sansovino  ,  si  trattò  di  farlo    di    mar- 
no, ed  essendosi  perciò  formati  varj  mo- 
.elli  ,  (  fra  i  quali  uno  ne  fece    il    famo« 
o  Palladio  )  quello  del  Sansovino,    pre- 
valse agli  altri.  Ma  sopravvenuta  la  guer- 
a  del  Turco  l'anno  1570.  una    tale    im- 
jresa  rimase  imperfetta.  Terminata  quel- 
a  gtìcrra,  ji  ripigliò  il  trattato,    e  nelT 
inno  1588.    si    pose    mano    all'opera    sul 
Ticdello  di  Antonio  detto  dal  Ponte  ,  cui 
raolto  convenne  soffrire  per  parte  de' suoi 
rmoli,  che  aspiravano  ad  ,un   tale  lavoro  1 
affermando,  che  l'Arco  non  era  ben  fian- 
cliesSi^to ,  le  fondamenta  non  bene  asso, 
Pv  3  ^à- 


f9S  G  1  0  KX  ^T  ^ 
iikte ,  e  molte  altre  inventando  dilSco!-» 
tà  .  Ma  eletti  essendo  dall' Eccellentissi-, 
mo  Senato  varj  Nobili  col  titolo  di  Pro- 
vcdìtori ,  i  ^uali  soprainfendessero  a  quel- 
la fabbrica,  si  prosegui  poi  felicemente 
il  lavoro,  e  r  esito  dimostrò  quanto  fosse 
degno  di  lode,  e  d'iinmortal  fama  il  va- 
lente Architetto,  che  lo  cominciò,  e  Io 
condusse  a  perfezione  nello  spazio  di  tre 
anni.  Passato  il  detto  Ponte  si  entra  nel 
Sestier  di  s.  Polo  ,  al  quale  benché  altri 
diano  principio  dalLa  Chiesa  di  s.  Paolo 
da  cui  prende  il  nome  ,  io  la  darò  da. 
quella  di  s.  Jacopo  Maggiore,  Apostolo, 
e  Martire,  Frateìlo  ài  s.  Giovanni,  \2^ 
quale  vien  detta 

S.  GIACOMO  di  RIALTO,  che  si 
tiene  essgre  la  più  antica,  e  la  prima 
Chiesa  che  sia  stata  fabbricata  in  queste 
Is-^le  .  Entinopo  Candiotto  l'anno  421. 
dicesi  che  la  fabbricasse  di  tavole  ,  eoa 
alcune  case  vicine,  che  poi  da  incendio 
accidentale  restarono  abbruciate  .  Quattro» 
anni  dopo  fu  fatta  ài  pietra,  e  consecra- 
ta  da* Vescovi  ài  Padova.  Aitino,  Tre* 
viso,  ed  Udcraso  »  Ella  fu  poi  rifabbrica- 
ta, e  ristaurata  più  volte,  e  ridotta  coi-* 
cinque^  Altari .  Nel  maggiore  formatQ  di 
marmi  bianchi  finissimi,  c'è  la  statua  di 
5.  Jacopo,  del  celebre  Alessandro  Vittpr 

ria» 


ia .  L'Altare  di  f.  Antonio  Abbate  è 
domo  di  Colonne  di  Serpentino  ,  e  l" 
mmagine  del  Santo  che  è  di  Bronzo  , 
li  fatta  da  Girolamo  Campagna,  coli* 
Itre  figure  postevi  pef  ornamento  dell' 
\Itarc» 

Le  pitture  cobo  di  Alvise  dal  Friso  ,  di 
Domenico  Tintoretto ,  del  Palraa  giovi, 
le  ,  di  Marco  Vecellio,  di  Pietro  Ma» 
ombra  ,  e  di  Giambattista  Rossi . 

Vi  si  legge  un'Iscrizione  che  contiene 
là  Memoria  di  un'Indulgenza  perpetua, 
;onceduta  da  Alessandro  III. 

Uscendo  di  questa  Chiesa  per  la  por- 
a  raaggiore,  sono  degne  di  osservazione 
e  fabbriche  ond'è  circondata.  Contiguo 
,1  Ponte  di  Rialto  si  vede  un  bel  Palar- 
lo ,  detto  del  Camerlingo ,  tutto  incro* 
itato  di  p:^fra,  di  assai  bene  intesa  strut- 
ura  ,  archi  iettato  da  Guglielmo  Berga- 
nasc9.  Qitsto  luogo  è  creato  in  ogni 
uà  stanza  di  pitture  de*  Maestri  più  fa- 
ttosi ;  cioè  <  i  Domenico  Tintoretto,  del 
^alma,  di  ^aolo  Calliari ,  e  della  sm 
Jcuola,  di  N),arc<»  di  Tiziano,  di  Pietri 
Ci'  Mera,  dei  B  •  i  fac'o  ,  di  Giovanni  Buon» 
consigli,  d  /a  PO  B-llo  ,  d.-l  Vivarini . 
ie!  Malom-)  ,  *1i  Donatello  ,  di  Alvise 
lai  Friso .  di  Battista  dal  Moro ,  delU 
scuola  di    Parrasio   Michele ,   di   Baldis- 

'    sera 


^  ^eo  ^     G  I  0  HH^  T  U 
^'i-a    di    Anna  ,   del    Loreiizino  ^    e    di 
^Jtri . 

In  torno  alla  piaxza  di  Rialto  girano 
alcuni  portici,;  sopra  cui  sono  varie  voL 
«e  e  stanze  del  Dominio,  e  di  alcune 
persone  private.  Di  là  da  questa  piazza 
si  veggono  le  Fabbriche  Nuove,  eretta 
sul  Canal  grande  a  utile  del  'Governo 
per  opera  del  Sansovino  . 

Partendo  da  8.  Jacopo  per  l'ampia  stra- 
da tutta  fornita  di  ricche  Botteghe  di  Ore- 
fici ,  e  volgendo  a  mano  manca  ,  dopo 
non  molti  passi  è  la  Chiesa  di  s.  Giovali, 
ssl  Limosioarie,  conoiciuta  sotto  il  ne^ 
me  di 

S.  GIOVANNI  DI  RIALTO  ,  Par- 
rocchìa  di  Pf«ti  .  Il  Tempio  è  antico,  fat- 
to già  dalla  famiglia  de' Trivisani .  Con- 
fumata dall'Incendio  Tanno  1513.  fu  po- 
chi anni  dopa  ridotta  nella  forma  in  cui 
ora  si  vede,  dal  Principe  Anarea  Gritti  j 
essendo  questa  Chiesa  Giuspatronato  del 
Doge  . 

Ha  cinque  Altari,  e  molte  pitture  in- 
tigni ,  cioè  del  Pordenone  ,  del  Cav.  Ri- 
dolfi  Scrittore  delie  Vite  de*  Pittori ,  di, 
Dorn.  Tinteretto,  di  Damiano  Maffzaj 
delTAliense,  di  Tiziano  suH' Aitar  mag 
giore ,  di  Lionardo  Corona,  di  Marca 
Vcccilio,    di  Maffeo  Verona,    e  del  Bò- 

nifa- 


ficcìo  .  La  Gappola  era  stata  dipinta  a 
esco  dal  Pordenone,    oia  or  non  vi    ri- 

angono  che  alcuni  puttini  da' lati    àM. 

Itare  . 

Dirimpetto  alia  Chiesa  di  s.  Giovanni^ 
nssrrata  fra  certi  viottoli  giace  la  Chie- 
di s.  Matteo  Apostolo  ,  detto 

S.  MATTIO  DI  RIALTO,  Parroe- 
3ia  di  Preti.  Negli  anni  1155.  Lionar- 
o  Gornaro  offerì  a  Dio,  e  ad  Arrigo 
.bandolo  Patriarca  di  Grado,  un  fondo 
i  cui  da  eiso,  e  da' vicini  fu  eretta  que- 
la  Chiesa:  la  quale  fu  poi  ristaurata  nel 
4'?5«  >  e  verso  Tanno  1730.  fu  ri  fabbri- 
ita  da' fandanienti  in  elegante  forma. 

Vi  fono  alcune  pitture  del  Zugno ,  del- 
'Angeli,  del  Bugoni  ,  e  del  Guaranà. 

Fra  le  Reliquis ,  ve  n'è  appunto  Mna 
i  s.  Matteo  Apostolo  . 

Proseguendo  per  poco  tratto  di    strada 
"'  jl  cammino  ^  e  torcendo  alquanto  a  sini- 
tra  ,  si  trova  la  Chiesa  di 

S.  SILVESTRO,  molto  antica^  eret- 
a  dalla  Famiglia  Andreardi  detti  Cìulj , 
r  consegrata  in  parte  dal  Pontefice  A  Ics- 
;andro  III.  negli  anni  1177.  In  questa  i 
*atriarchi  di  Grado  aveano  giurisdizio- 
e  ;  mentre  vi  consegravano  Vescovi ,  be« 
bcdìccano  Abati,  «  ordinavano  Chieri- 
ci \  anzi  poco  lungi  da   essa    avevan®    il 

loro 


?oz     G  1 0  nx~^  T  u 

%à  o  Palazzo,  dove  allogg  ò  il  mentovila 
IO  Pontefice  quando  venne  z  Venezia,  e 
«iove  solevamo  abitare  anche  gli  ultimi  Pa^f' 
triarchi  . 

Nel  secolo  prossimo  passato  fa    riitau-f" 
rata,  e  ridotta  in  più  vaga    forma,   con 
otto  Altari,  il  Maggiore  de' quali  ha  Hn 
bel  Tabernacolo,  ornato  con  varie    figU" 
re,  del  celebre  Arrigo  iVIijyring  . 

Molte  sono    le    pitture ,   4el    Tfntoret- 
to,  della  Scuola  di  Tiziano,  del    Palma- )«' 
vecchio,  di   Antonio  Bellucci,    di  Carlof 
Lotto,  di  Girolimo  da  Santa-Groce  ,  del 
Pilotti  ,  dei  Lazarini  ,  <ii  Damiano  Maz-iE 
sa,  delPonzone,  delCav.   Bambini,  dclf 
Marchesini ,  del  David  ,    del  Cav,    Cele- 
sti ,  del  Dofigny  ,  e  del  Zugno  .  Ma  fra  I 
tutte  merita    particolare    osservazione    il  I' 
famoso  Quadro  colla  visita  de' Re    Magli» 
tii  mano  di  Paolo  Veronese,  che  si  v-d^  f^ 
tra  le  stampe  di  Carlo  Sacchi .  , 

Vi  si  conserva  una  Spina    della    Coro*' [i 
na  di  Nostro  Signore  con  tre  altre    Re-  ^' 
liquie  .  In  poca  distanza  si  trova  la  Chie- 
sa di  s.  Apollinare  Vescovo  di  Ravenna ,   ;'i 
s  Confessore  ,  detto  dal  volgo  i'i 

S.   APONALE,    Parrocchia    di    Preti. 
Questa  fu  eretta  negli    anni    1034.,    con     i 
otto    Altari,    dalla    pietà  di    Alessandro    ìì 
^ievolo  da  Ravenna ^  che  perciò  la    voj^ 

u 


IVA 


reti 


ì  dedicata  a  s.  Apollinare  Protettore  di 
toVj  5tta  Città .  Ha  molte  pitture  di  Andrea 
»,  :hiavonej  di  Luigi  Benfatto  j  del  Pai. 
iPl  a  giovine,  del  Padóvanino  j  del  Mariot* 
)  di  Giambattista  TiepolOj  e  di  Giù. 
m  o  dal  Moro  * 

cod  Seguendo  il    cammino,    senga    tòrcer»^ 
a  diritta,  ne  a  manca  ^  si  entra  in  una 
ran  piazza,  sulla  quale  è  situata  la  Chie- 
di s.  Paolo  ,  detto 

S*  POLO,  che  dà  il  nome  a  tutto  il 
liiilestiere ,  Parrocchia  di  Preti.  Fu  eret- 
irli  .  negli  anni  837.  da* Dogi  Pietro  e  Gio- 
(i«  inni  Tradonico  ;  ma  venne  in  granpar- 
vt'  migliorata:  e  poi  riedificata  nel  léod. 
[ef  'a  nove  Altari,  fra  i  quali  quello  del 
i;.jl§iamento  è  stato  adornato  nel  princl- 
f[]|0  ài  questo  secolo  da  Francesco  Avo- 
dro,  ricco  Mercatante,  e  per  ricchez- 
|i  di  marmi  si  distingue  quello  di  s.  Gio/ 
'èpomuceno , 

il  Palma  giovine,  Paolo  Piazza,  che 
ti  poi  l'Abito  di  Cappuccino,  Luigi 
hfatto,  il  Cav.  Bambini,  il  Camerata  ^ 
iuseppe  Salviati ,  A ng.  Trevisani  ,Gram» 
teista  Tiepoloj  e  Gian  Dom.  Tiepolo 
pinsero  varie  Tele  ,  che  V  abbelliscono  « 
Assai  stimata  però  è  la  Tavola  di  Paio- 
»  Veronese  ,  cogli  Sponsali  deila  B.  V. 
cui  si  deve  aggiugnefe  quella  dell' As« 

suri* 


siinta^  e  la  Gena  degli  Apostoli,  sopra  i 
Banco  del  SS,  amendue  opere  singola: 
del  Tintoretto. 

Sopra  la  porta  del  Campanile,  si  scof 
gono  due  Lioni  scolpiti  in  marmo  *,  T  uut 
de' quali  vol-jndo  stringere  colle  zann; 
una  serpe  3  si  sente  laorsicato  da  quella 
e  ne  dà  stgno  di  dolore;  T  altro  invist. 
lieta  5  fa  mostra  di  uri  Capo  umano  :  og 
getti  degni  di  considerazione .  Sotto  que 
ste  due  figure  si  leggts  la  seguente  xqzxì 
Iscrizione  : 

MCCCLXXIL  di  XXL^  de  Decmhrh 
fu  fati»  questo  ^champanil  y  jìend$  Tre 
^urador  lo  noheh  Hom9  Mìser  Fslìpo  Dan 
do/o . 

Nella  piazza  ov*è  questo  Tempio  era 
costume  per  il  passato  di  tenervi  il  Mer 
cato  generale  delia  Città  ogai  SabbatoJ 
Hia  poi  fu  ordinato  di  farlo  per  mag- 
gior comodo  nella  grai»  Piazza  di  Sa» 
Marco  . 

Avvicinandosi  verso  l'altro  capo  del^ 
la  Piazza  di  s.  Polo,  dopoun  brieve  cam-! 
mino,  ti  troTa  il  piccolo  Tempio  di  s- 
Ubaldo  ,  detto  volgarmente 

S.  BOLDO,  Parrocckia  di  Preti .  Q^if; 
sto  fu  fabbric^ato  dalle  Famiglie  Giusta  é, 
Trona,  che  lo  dedicarono  a  s.  Agata,] 
«ome  appare  da  varie  memorie;   ma   cj- ' 


lido  Stata  eretta  negli  anni  15x8.  uns 
;atua  sull'Altare  del  detto  Santo,  Is 
hiesa  in  progresso  di  tempo  fu  dinomi^ 
Ita  di  s.  Ubaldo  alcuni  secoli^  minac, 
andò  rovina,  fa  aggiorni  nostri  rinno- 
Ita  dai  fondamenti  colle  limosine  dei 
voti  in  forma  assai  elegante  . 
Ls  pitture  che  vi  si  trovano,  sono  di 
ceco  Marconi,  di  Gaetano  Zompinl , 
liia  migliore  Scuola  di  Paolo  ,  del  Piaz*^ 
i,  e  di  Francesco  Pittoni .  .^ 

Ci  sono  alcune  Reliquie,  tra  cui  la  pit» 
■  signe  è  quella  di  s.  Agata  Vergine  e 
[artìre  ,  portata  da  Costantinopoli  sot- 
/  il  Principato  di  Arrigo  Dandolo  .  Viag- 
,0  brieve  guida  alla  Chiesa  di 
S.  AGOSTINO,  Parrocchia  di  Preti  « 
bbricata,  secondo  il  Sinsqvjno,  negli 
mi  looi.  da  Pietro  Martusio  Vescovo 
iivolese  ,  della  famiglia  Qulntavalie  .  Ri" 
ase  incendiata  nel  1109.,  e  nel  1634.,' 
a  fu  in  brieve  ,  dopo  cinque  anni  ,  fab- 
icata    sul    modello    di    Francesco  Con- 

Ha  cinque  Altari,  tra  i  quali  assai b?N 
c  il  maggiore,  per  la  naateria  ,    e  pel 

voro,    la  cui    Tavola    è    di    Bernardiifìo 

-udenti.  Bello  pure  èl*  Altare,  che  già* 
alla  sinistra  del  maggiore  *,    e    la    Ta- 

la  di  questo  fu  dipinta  dai  Gavaliec 
S  Li- 


-:ì         G  I  C  HX  -^  T  ^4 
L  i>eri  .  Le  altre  pitture  sono    lei    M: 
rMTx  ,  dì  Paris  Bordone  ,     àtì  No§?.ri  , 
dei  Zj^gno  . 

Q^J  ripesa  il  Corpo  ài  s.  Marco  Mi 
tire  .  Vicino  a  un  angolo  dalla  parte 
dietro  cii  qucita  Chiesa  si  vedeva  p: 
cr-lìa  colonna  eretta  ic  ir.en-.oria  delia  t. 
mosi  congiura  di  Boea:ondo  Tiepolo  ,  e 
cui  co:à  era  il  Palagio  .  I  caratteri  in  e: 
sa  scojpJti  ,  dicevano: 

X>i  Baiarnù^'ìte  fu  questo  terrer.o ,  4  m 
p:r  lo  so  iniquo  tradìtTJsnto  posto  m  a 
mu^.e  pTf  altrui  spavento  ,  acciò  lo  vea.i 
tutti  Z''?  stmpitemo  MCCCX. 

Lo  Stringa  pone  la  suddetta  Iscrizio 
r.e  alquanto  diversa  : 

De  Eagiamonte  T  té  poh    fu    (luesto    t; 
re^o  i  t  mo  è  posto  in  coman  ^iCcioccb^  s 
à  c'dschidun  spavento  per  sempre  ,  e  sc-/' 
pr^  mai 

Ti  il  mille  tresiJìto  ^  è  die  se 
^4  mezo  il  mese  d^lìe  ceriesa 
BagÌAmoTìte  passe ^  il  Tonte 
E  pfr  esso   fu  fatto    el  Cc^sc^io 
diese  . 
Poco  destante  è  la  Chiesa  di  santo  S< 
fano  Confessore  ,  detta  volgarmente 

S.  STIN,  Parrocchia     di   Preti,  erei 
negli  ami   1295.   sotto  i!    Principato 
Poge  Pietro  Ziani  j    da    Giorgie    Zirì( 

ni 


,  di  Alatceo  Ingoii  ,  del  Molinài 


Cretense  ,   e    Patrizio    Veneto  ,    co  ai» 

ips.re   da  un' hcrizicne  :   ma   più  Foitehj 

[aurata.    Ha  sett^   A':a." 

del    Tmtorstto,    di    G 


ro. 


con    pittU' 

inio    Pilot- 


del 


izzanni,  s   dei  PoJazzo  , 

Avvi  R-'iquie  di  s^nro  Stjfino  Tito  e 
e  5  di  s.  Liberala,  di  s.  Agnese,  di  s^ 
tterina  j  e  dis.  Antipa  Martire  .  fa  pò- 
distanza  si  vsde  il  Priorato  Laica- 
di 

S.GI07AN\\I  VANGELISTA,  isti- 
to  negli  anni  790.  dalla  faraiglia  Ba- 
ira.    La  Cb'esa  che  viene    uffìzisci    da 

ìnsionarj ,  ha  cinque  Altari.  La  Tavo-- 
del  maggiore  è  del  CaVr  Liberi  j   e  di 
'Ho  alla  sinistra  è  di  Andrea  Vicenti- 
.  Vi  sono  altre    pitttre    dell' Ahense, 
Pietro  Vecchia,  di  Montem-zzano  ,  e 

I;   Maneschi  .    Oltre  la  sepoltura    della 

miglia  Baioara  ;  c'è  un  Mausoleo  con 
tua  di  Giannandrea    Badoaro,    (  opera 

ila  di  Danese  Citaneo  )  a  cui  si  attri^ 

lisce  l'invenzione  della  GalcEzza,  che 
tempi  andati  era  molto  utile  nelle  baN 

«!i£  di  mare.    Vi  si  vede    anche  il   s$> 

Icro  di  Angiolo  Bido^ro  Senatore ,  e 
ore  dello  stesso  luogo,  succeduto  al 
atoraro    Giannandrea .    Vicinissi-T.a    ai 

itto  Priorato  è  la 

^  %  SGU©. 


SCUOLA  DI  S.  GIOl^ANNI    VAM 
GELISTA  ,  una  delle  sei  grandi,  di  cu 
abbiamo  altrove  parlato  .  Questa  è  la  se 
Conda,  che  sia  stata  stabilita  in  Vinegia 
poiché  negli    anni    1261.    ebba    piiacipit 
nella  Chiesa  di  s.  ApoUinare  .    Ottenutt 
poi  dalla  famiglia  Badoara  un  terreno, 
Confratelli  edificarono  T  Albergo  che  cor 
molta  nobiltà    fu    terminato    nel    1307. 
dopo  il  quale  nel   1348.  avendo  posta  ma 
no  alla  fabbrica  del  rimanente,    ridusse 
ro  la  detta  scuola  nel  1405.  nella  forma 
magnifica  in  cui    ora    si  vede  ;    con    una 
Sala  ,  che  in  lunghezza  è  di  64.    piedi  j 
e  di  24.  in  larghezza,  ed  è  sì  riccamente 
fregiata  di  marmi  e  pitture,  che  poco  <? 
nulla  vi  rimane  degli  antichi    ornamantì 
Ella  è  ricca  di  suppellettili,    e  di    altre 
cose  di    molto    prezzo .    Le    sue    rehdit 
sono  copiosa  ;    e    tutte    vanno    impiegat 
ogni  anno  in  opere  di  pietà. 

E' celebre  in  questa  Scuola  una   Croc 
formata  del  Legno  delia  Santa  Croce 
Nostro  Signore  ,    donata    sino    dall' ann 
1369,  a  questa  Scuola  da  Filippo    Mass 
ri  Cavaliere  ,  e  Gran-Cancellisre  del  Re 
§no  di  Cipro,  da    lui    ricevuta    in    dono 
da  Pier  Tommaso  Patriarca  di   Costanti* 
jsopoli  . 

Xutte  le  pitture  ond'è  ornata   la    def 

ta 


OXJ^KT^^.  209 

Scuola ,  sono  di  eccellenti  IViaestri  , 
'pè  di  Dona»  Tintoretro ,  di  Gentile 
nino,  del  Carpaccio,  del  Palma  gio- 
ie ,  di  Tiziano  ,  del  Peranda  ,  di  Laz- 
ro  Sebastiani,  del  iMansueti ,  di  Bene- 
tto  Diana,  del  Guaranà,  e  del  Ma. 
'"Ischi  .  Ma  merita  distinta  osservazio- 
neir  Albergo  ove  sorge  l'Altare  del- 
SS,  Grece  ,  il  Quadro  a  sinistra  che 
^presenta  la  Piazza  di  s.  Marco  ,  qua- 
era  prima  del  1500.  opera  singolare  di 
■ì  entil  Bellino,  il  quale  ncliaSala  mag* 
ore  dipinse  il  miracolo  della  Croce  ca- 
lta in  acqua  nella  solennità  di  S.  Lo- 
nzo . 

Ritornando  addietro  sino  alla  Chiesa 
santo  Stefano  Confessore,  basta  pas- 
re  du2  ponti  per  entrar  nelU  piazza  , 
dentro  il  Tempio  eretto  ad  onore  di 
ostra  Signora  Gloriosa  ,  ulTìziato  dal 
idri  Minori  Conventuali  dell*  Ordine  di 
Francesco,  che  il  volgo  chiama 
I  FKARI  .  Nel  luogo  in  cui  giace 
lesto  Tempio  ,  che  è  uno  dei  maggiori 
rlla  Città,  fu  anticamente  vn\  Badìa 
Monaci  Bianchi,  secondo  il  Sansovi- 
>.  La  sua  erezione  viene  riferita  all' 
^no  1234.  otto  sali  anni  dopo  la  rnort* 
s.  Francesco.  L'Architetto  di  que- 
a  Chiesa  fu  Niccolò  Pisano  ,  quello 
S  3  stes» 


t!rin3 


m. 
kìi 
Carpa 
iina( 
C( 


^19       G  I  0  l{^  \Ar  Jt 
stesso  j  che  fabbricò    il    famoso    TempioJiHa 
di  s.  Antonio  di  Padava  ,   mentre  si    at» 
fendeva  all'assedio  di  Padova. 

Sedici  sono  gli  Altari,  trai  quali  quel- 
lo dì  s.  Antonio  di  Padova,  tutto  di  finì  Cw 
njarmi ,  è  stato  eretto  sul  disegno  del 
celebre  Longhena  ,  Gli  altri  sono  arric^ 
chiti  di  preziose  pitture  ,  e  di  alcun? 
iopere  di  rinomati  Scultori.  L'Angiolo 
jiella  Cappella  di  s.  Marco  è  di  Jacopo 
Padovano,  Alessandro  Vittoria  fece  la(t!iel! 
bilia  statua  di  s.  Girolamo  all' Altare  ora 
dedicato  a  s.  Giusappe  da  Copertino,  la 
di  cui  Tavola  fu  dipinta  cfa  Giuseppa 
Nogari  :  e  di  Giuseppe  Porta,  detto  5"^/- 
%'iait  y  f  la  Tavola  sull'Altare  vicino, 
I0V2  in  una  cassa  di  njarmo  riposa  il  Cor». 
pò  di  s.  Teodoro  Martire  ,  Il  s,  Giam- 
i).ittjsta  ,  che  si  vede  sopra  l'Altare  deL 
la  Nazione  Fiorentina ,  fu  scolpito  da' 
Ponatello  ;  e  sopra  ia  porta  della  Sagre 
ftia,  da  un  lato  si  vede  s.  Girolamo,  5 
dair altro  s.  Francesco,  opera  dei  Sanso 
S^ino  ^ 

Ma  parliamo  delle  pitture  .Famosa  è  j|i 
h  gran  Tavola  di  Tiziano  nella  GappeL  jiii^ 
ìa  maggiore  ,  rappresentante  l'  Assunzione  |;i 
di  Nostr»  Signora.  Dello  stesso  eccel- 
lente pennello  è  laTavoU  posta  suli'AL 
«are   dell*  Conoessione  %   che  appartiene.  ìi\l 


031 


spillila  famiglia  Pesaro.  Quella  di  s.  Gat» 
rerina  è  del  Saiviati .  L?  altre  Tele  del- 
a  detta  Cappella  maggiore  sono  di    Ab- 

el|drea    Vicentino  .    Nella    Cappella    della 
Casa  Cornerà  ,  la  Tavola  è    del    Vivari- 
ni .    Quella  che    si    vede    nella    Cappella 
del  Collegio  de*  Milanesi  j    è    di  Vittore 
carpaccio;  cve  pure  vi  sono  due    Tele  , 
una  del  Tizianello,  e  l'altra  di  Giovan- 
ni Contarìni  .  Nella  Cappella  di  s.    Mi* 
:hele  ve  n*è  una  di    Bernardino    Licini  , 
^i  sono  altre  Tele  del  Catena  ,    del  Pe- 
ra n  da  ,  delVivarini,  del  Palma  ,  dell' A- 
liense  ,  di  Giuseppe  Saiviati  ;    di    Pietro 
Negri,  del  Vicentino,    del  Cav.  Eambì- 
li ,    del  Nogari ,    di  Francesco  Rosa,   e 
iel  Zompini .    I  Quadri    sopra    la    porta 
maggiore  sono  opere  di  Flaminio  Floria- 
no della  Scuola  di    Tiziano  .    Nella    Sa. 
srestia  vi  sono  alcune  opere  singolari  di 
Giovanni    Bellino,   e    una    del    Bassano, 
Dentro  il  Convento  poi  vi  sono    pitture 
di  Girolamo  Romano,  di  Daniello  Van- 
dich  ,  di  Bernardino  Prudenti  ^  di  Barto- 
ommeo  Scaligero,    di    Pietro    Vecchia, 
di  Andrea  Vicentino,    di    Maffeo    Vero» 
a,  di  Giulio  Carpioni  ,  della  Scuola  di 
Padoanino,  e  di  alctini  altri. 

Oltre  le  Reliquie  di  s.  Teodoro,  e  di 
1»  Antonio    Abbate  i    se    ne    venera    un^ 


Nel 


212        G  I  0  KH^  T  ^   ^ 
molto    insigne    à^cì    Sangue     prezioso    ài 
Gesù    Cristo    portata    da    Costantinopoli 
da  Melchiore  Trevisano  j  e  donata  a  que-  niro 
$ti  Padri  Tanno  i4S«.  la  quale  si  espone  p 
alla  pubblica  adorazione  nella  quinta  Do 
nienica  di  Quaresima  ;    e  tutto  il  restan-^ilso 
te    delTanno    conservasi    nella    Sagrestia  lanci 
in  luogo  molto  decentemente  ornato  ,    q-\i\ 
ricco  di  finì  marmi.    Osservabile    ancora 
è  il  Campanile  di  questa  Chiesa  ,  che  per 
la  sua  altezza  e  sodezza  si  tiene  inferio-  liaiw 
re  di  poco  a  quello  di  s.  Marco  . 

Molte  sono  le  Memorie  di  Uomini  il- 
lustri,  che  si  veggono  in  questo  gran 
Tempio,  Nella  Cappella  Trevisana  si 
legge  un'  Iscrizione  ài  Melchiore  Trevi- 
sano poco  fa  accennato  . 

Appiè  dell*  Altare  del  Crocifisso  giac- 
ciono le  ossa  del  famoso  pittore  Tizia- 
no Vecelli  da  Pieve  dì  Cadore  ,  che 
nacque  nel  i477«j  e  morì  di  peste  nel 
1576.  in  età  di  59.  anni  .  Egli  fu  sep-  {lioi 
pellito  colle  insegne  di  Cavaliere  ,  e  co-  ib 
gli  onori  della  sepoltura  5  avvegnaché  in 
que' tempi  luttuosi  fosse  vietato  il  far  fu- 
nerali :  e  vi  è  la  seguente  Iscrizione  : 

Qui  gi^cs  il  Gran  Tiziano  de  Fece  Ut 

Emulator  de  Zensì  ^  e  degli  spelli. 

In  ricco  sepolcro  di  marmo  giace  Ja- 
copo de  Pesaro  Vescovo  à\  Baffo ,  che  fu 

Gene* 


O^U  .A  n  T  ^.  213 

neraìe  di  v-nti  Galee  di  Papa  Ales- 
ndro  VI.  conerà  il  Turco  per  gli  affari 
Ila  Morea . 

Nella  Cappella  maggiore  in  un  Mau- 
leo  ornato  di  figure  di  marmo  ,  riposa 
ancesco  Foscari  ,  che  fu  eletto  Doge 
l  1423.  ,  e  regnò  34.  anni. 
Di  ricoiitro  al  Foscari  vi  è  il  sepol- 
0  del  Doge  Niccolò   Tron  ,   colla    sua 

lol^irsagìne  di  marmo,  appiè  della  quale 
leggono  le  cose  accadute  nei  suo  Co- 
rno ,  e  rendesì  testimonianza    aire    sue 

m  rtù .  Q^uesti  succedette    al'    Doge    eri- 
oforo Moro  sulla  fine  dell'anno   i47^'^*  ^ 

■i\-l  morì  nel   J473' 
I  Ricco  e    maestoso    è    ii    Mausoìeo    dì 

3C'|iovaani  Pes?.»o  Doge  ,  colla  sua  statuat 
dente  sotio  Baldacchino,  tutto  compo* 
o  di  finissimi  marmi,  e  ornato  di  moL 
ì  statue  ,  era  le  quaii  vi  sono  quattr^:^ 
lori  che  lo  sostengono  j  architettui-a  del' 
onghena  delle  più  vaghe  che  si  \?ed;Ln> 
Ha  Città  sul  gusto  del  secolo  X7U. 
Juesti  ottenne  il  Principato  negli  anni 
^58.  ,  e  regnò  dieciotto  mesi .  Le  sUi.- 
irtù  vengono  descritte  nelle  apposte  lUn. 
he  Iscrizioni . 

Dirimpetto  a  questo  gran  Mausoleo  sta: 
retta  la  memoria  di  Americo  d'Este 
Principe  di  ModeiT-a  ,  che  fu  CoadCitiere 
ielle  armi  della  Repubblica. 


€l 


iììtti 


leiG 

lìies 


%n^      G  I  0  11%  ^  T  .4 
Vicino  alla  porta  allato  al  Coro  pìaejp^ 
il  Doge  Francesco  Dandoio  .  (Questi    as» 
cese  al  Principato  nel  mese  dìGennaja, 
correndo  gli  anni  del  Signore  1328.  chq*^^° 
secondo  lo  stile  comune    sono    1329., 
morì  ne-1  giorno  primo  di  Novembre  delf|^. 

J339. 

Htì  luogo  chiamato  il  Capitolo  inan»^,^^ 
tico  sepolcro  giace  Giovanni  Gradenigo" 
chs  fu  D(5ge  nsl  J355,  ,  e  nel  Chiostro 
si  vede  il  sepolcro  di  Giacomo  Contari* 
ni  creato  Doge  nel  1275.  >  e  dicci  anni 
4oyo  rinunciò  il  Dogado  » 

Vi  sono  inoltre  le  sepolture  di  Mel-f^'"' 
chior*  Trevisano,  che  fu  Generale  d'ar 
mi  doglia  Repubblica.:  di  Paole  Savelio,  ' 
Principe  Romano,  con  statua  equestre ,  jj';' 
cfiJ  negli  anni  1405.  morì  nel  Padova*  |'P' 
m,  militando  contra  i  Carraresi  :  diBe"*^F' 
|]:detto  da  Pesaro,  sapra  la  porta  deiU-p 
S^ìgrestia;  di  Jacopo  Marcello,  sotto  MV 
ig'ix  statua  si  legge  una  lunga  Iscrizione  ?' r" 
ài  Marco  Zeno,  Vescovo  di  Torcello  :*  p 
à\  Pietro  Miani  Vescovo  di  Vicenza  :  di  r^'^ 
Girolamo  Veniero  :  di  Lodovico  Fosca-  ■ 
l'ini,  Proeuratore  di  $•  Marco,  che  fece  ,  '' 
quattordeci  Ambascerie  per  la  Repub»  p^ 
tlica:  di  Ferigo  Cornaro  ,  nella  Cappe!-  '"'> 
la  dedicata  a  s.  Marco,  il  quale  nella 
guerra    co*  Genovesi    sovvenne    la    Città 

ci,- 


l'era  in  gran  penuria  di  viveri  j  la  cv 
•  femoria  è  celebrata  dal  Sabellìco  nella 
5  larta  Deca  . 

,    Sì  legge  ancora  un*  rscrisione  di  Fran^ 

I  :sco  Bernardo  ^   giovane  di    vivacissimo 

jgegno  :    di  Benedetto    Brugnolo    Veio- 

,  t$e  ,    celebre  Letterato  :    e   di    Modesta 

il  Pozzo,   detta  Moderata  Fonte  j  Dot. 

erudita  de'suoi  tempi  j  la  quale  giàcj 

1  Chiostro  . 

Fuori  di  uaa  porta  sulle  pareti  della 
liesa  ,  c'è  una  memoria  del  celebre 
ióvanni  Pierio  Valeriane  di  Belluno  , 
di  Fra  Urbano  Bolxanio  pur  da  Bell  i- 
(  suo  Zio  ch'era  stato  HlasStro  di  al* 
ni  Gentiluomini  della  famiglia  Cor- 
ro * 

Questi  Padri  il  cui  Convento  è  molte? 
ipio,  hanno  di  fresco  eretta  Una  Li- 
eria,  ricca  di  ottimi,  e  squisiti  Libri  * 
nnesso  a  questo  Convento  se  ne  CruoVa 
altro  con  una  piccola  Chiesa ,  detta 
Niccolò  della  Latucca  ^  o  óra  Volgar- 
;nte 

S.NrCGOLETTO  DEI  FRARI,  uìK- 
ita  pure  da  Padri  Minori  Conventuali  | 
quale  è  un  tesoro  di  pitture  antiche 
'•più  celebri  Autori  .  Questa  Chiesa  col 
.)nvento  furono  fatti  fabbricare  da]  Sf- 
kcre    Niccolò   Lion   Proeurator    di   %, 


Vxzxccs  ^    uno  de' liberatori    della    Patria    (ji 
mentre  col  mezzo    di    Beltrando    Berga^io, 
masco  suo  famigliare  scoperse  la  congiu«uij 
ra  del  Doge  Faliero  .  Egii  li  eresse    peij^G 
gratitudine  di  essersi   ricuperato  da    gra^ip; 
^.  e    infermità,    mediante    poca    Latucca.  ^j 
clic  di  noite  potè  avere    da    quelli,    ch»iij 
custodivano   l'orto  de' Frari  ,  e  volle  dft  $(; 
nominarlo  S.Niccolò  della  Latucca.  Q«'|tr 
giace  il  suo  Corpo  come  si    rileva    da  b 
Lapide    sepolcrale.    Qnesto    Convento    è, 
Giuspatronato  della  Procuratia  di  VUra^ 


Tre  erano  gli  Altari ,  che  in  essa  fu? 
reno  dapprincipio  eretti,  essendone  poi 
stati  aggiunti  altri  due  .  Fra  le  Tavole 
di  detti  Altari,  una  ve  n'ha  con  Cristo 
Crocifisso,  e  colle  Marie,  che  si  ere'. 
opera  di  Donato  Veneziano;  e  altre  d.: 
sono  di  Paolo  Franceschi  ,  detto  WViam'. 
TTììngo  y"\n  una  delle  quali  vi  è  s.  Gio- 
vanni che  predica  nel  Deserto,  e  ncll 
altra  Cristo  morto.  Le  altre  Tele  che 
adornano  questa  Chiesa  sono  di  Paolo 
Calliari,  di  cui  pure  è  tutto  il  Soffitto; 
di  Benedetto  suo  fratello,  di  Carletto 
figliuolo  di  Paolo,  di  Luigi  Benfatto, 
del  Palma  giovine  ,  del  Fumiani  ,  del 
Cav.  Bambini,  e  del  Piatti  i  e  le  portel- 
le  dell'Organo  sono  del  Fiammingo. 

Vi  si   venera  il  Corpo  di  s.    Gorgoni» 
Martire  con-  elitre  Reliquie  # 


Contiguo  al  Convento  vi  è  un    Orato* 

'^  ^o  ,  sotto  i*  invocazione  della  B.  V.    in 

hi  si  radunano  ne' giorni  festivi    alcun* 

^  èrsone  divote,    occupandosi  in    esercizi 

5'|i  pietà. 

Nella  piazza  medesima  in  cui  è  situa- 
la Chiesa  de*  Frari  si  trova  la 
SCUOLA  DELLA  PASSIONE  di  Mo- 
ro Signore  ;  la  qua/e  si  r?goia  a  norma 
Ile  Scuole  Grandi  ,  bin.hè  non  sia  di 
l  numero.  Prima  che  fosse  eretta  in 
esto  sito,  le  riduzioni  de' Confratelli 
le  /a  compongono,  si  facevano  in  5- 
iuliano.  Fu  consumata  dal  fuoco,  e 
fabbricata  negli  anni  1593. 
Le  pitture  tutte  dell'Oratorio,  dell* 
^Itare ,  e  della  stanza  saperiore ,  sono 
1  Palma,  di  Antonio  Cecchini ,  e  dei- 
Scaligero  , 

Alia  sinistra  di  questa  Scuola  e*  è  quel-» 
di  $,  Francesco.  Nella  stanza  inferio- 
veggonsi  Varj  Quid  ri   di    mano    molto 
ticà  .  Nella  superiore  sonovi  nove  pez- 
di  pitture,  tutte  opere  belle  dil   Por- 
tone. Vi  è  inoltre  un  Q^.adro    con    s. 
ancesco  nA  m-zro  ,  e  a'  iati   due  santi 
■scovi  Francescani  :  opera  bella  di  ma- 
antica  ,  ommessa  dal  Bv)schini  .    Die-» 
»  alia  Chiesa  dei  Frari ,  si  truova  quel» 
di 

T  S.  ROC- 


t!l 


S»  ROCCO,  fabbricata  negli  anni  1494 
dai  Confratelli  della  Scuola  di  questo 
Santo  (  di  cui  parleremo  fra  poco  )  sai 
pra  un  fondo,  conceduto  loro  da' Pad| 
Minori  Conventuali.  Questo  Tempio  cm" 
fu  rifatto  da' fondamenti  nelTanni  15081 
è  alquanto  diverso  dall'antico,  essendo 
stato  rinnovato    nel    presente    sscolo  ,   < 


'J,i 


pochi 


anni 


h  gli  è 


stata  eretta  una  son 


tuosa  ,  e  maestosa  facciata,    sul  modelle 
di  Bernardino  Macaruzzi  ,    che    fa    cora 
parire  lo  studio,  e  buon  gusto  de'noitr 
moderni  Architetti.    Il  solo  Aitar  m 
giore  ,  sopra  cui  è  collocato  il  Corpo 
s.  Rocco,  con  tutto  il  rimanente  de' 
vori  di  marmo,    conserva  la    sua    pri 
antichità . 

La  statua  del  detto  Santo,    che  sì 
de  in  questa  Cappella,    fu  scolpita    d 
insigne  Bartolommeo   Bergamasco  ;  le 
tre  due  de'  Santi  Sebastiano  e  Pantaieom 
sono  del   Mosca. 

Sei  sono  gli  altri  Altari,  fra  i  qui 
quelli  che  stanno  a' lati  ,  simili  tra  lo 
furono  eretti  di  fresco.  Per  fianco  à 
Cappella  maggiore  ewi  a  mano  sini 
r  Altare  ,  che  per  tavola  ha  un  pie 
quadro  di  Tiziano  con  Nostro  Sig 
Strascinato  da  un  manigoldo.  La  Tav 
dell'Altare  di  Nostra  Signora  Annunzia 


,  è  opera  del  celebre  Francesco  SoW^ 
;ne  di  Napoli  ;  quella  di  s.  Antonio  di 
deva,  è  di  Francesco  Trevisano  ori» 
ìario  di  Capodistria  ;  e  le  due  che  rap- 
;;s-.ntano  l'Invenzione  della  Croce,  ed 
miracolo  di  s.  FrancesCD  di  Paola  so- 
di Sebasrino  Rizzi  V-n^-ziano,  ulti- 
amente  defunto. 

Le  altr^  pitture  sparse  per  !a  Chiesa 
IO  del  Poj\lfnone,  dei  Tiri. retto,  di 
ziino,  de*  V^ivanni  ,  di  Antonio  Fu- 
ìani  ,  e  di  Giuseppi  Ai^geli, 
I  tregi  poi  ,  e  le  duv  ttatuc  di  D^V'd- 
c?  di  s.  Cecilia  rhe  'ornino  *'Oi^a- 
,  Sono  s  ngoiari  rp.re  d  Giovanni 
jarchiori  B^ilIunciSc  , 

Vi  Si  vede  ur.a  statua  pedestre  di  PeL 
grino  B  sei  o  da  Bergamo,  ch^i  militò 
tio  i'Alvìana:  e  la  Mi. Gloria  di  un  Ba» 
in:'  Ji  Francia.  Poco  ii^'antc  è  Ja 
;£CUOLA  DI  S.  ROCCO,-  la  quinta 
orbine  di  tempo  tra  le  Sjì  Scoie  Gran. 
I,  ma  la  prina  in  rirch  zza  ,  e  nobiltà 
livyri  .  L'  occasione  •\'  quesca  bella 
bbrica  n^icq'ie  dalla  tras!  .zone  'e!  Cor, 
;  di  s.  Ivocco  d^lla  Geraiania  io  Vine- 
a;  ii  quale  fu  prima  collocate  nciU 
ii:;Sa  di  s.  Giminiano  ,  dipoi  in  quella 
;  s.  Silvestro  ,  finalrnente  in  questa  .  Il 
ileo  di  detto  Santo  si  è  rcnduto  assai 
T  a  Cile- 


celebre,  per  essere  stata  liberata  ad    if^jmjj 

tercessione  di    lui    questa    Città    da    utip^ 

crudelissima  pestilenza  ,  siccome  si]eggfi„|| 

in    un*  Iscrizione    di    marmo    dell*  annjjgfo 

1657.  fatta  incidere  da    Domenico    Fer|jj  j 

ro ,  Guardiano  di    detta    Scuola,    tra    1  uj 

due  Finestre  della  Sala,    dove    il    prim'^gp 

lamo  si  unisce  al  secondo.  j,jj,(j, 

Q^'iesto  magnifico,  nobile,    e  maestos^jp»,.; 

edifizio  ,  costruito  sul   modello    di    Santi  (j^^^ 

Lombardo  figliuolo  di  Tullio,    ornato  tiji'u, 

dentro  ,  e  di  fuori  di  colonne,  cornici  jijj,, 

intagli,  e  figure,  fu  eretto  sopra  un  fon-j^j 

do,  che  i  Preti  di  s.  Pantal-one  conces  i„,j^ 

sero  ai  Confratelli  di  questa  Scuola  ,  cor  ^^^^ 

Stipulazione  firmata  l'anno  1516. 

La  Sala  grande  interiore  del  prime 
piano  è  tutta  dipinta  dal  Tintoretto  .  Le  ^^j 
scale  sono  magnifiche  ,  anch'  esse  arric' 
ckite  in  tutti  due  i  lati  di  pitture  squi 
Sit«  ,  del  medesimo  Tintoretto  ,  di  An- 
tonio Zanehi ,  e  di  Pietro  Negri;  due 
delle  quali  tra  le  altre  cose  ,  rappresen 
tano  al  ylvo  le  stragi  cagionate  dalla  pe^ 
stQ .  , 

Prima  pefò  di  montare  la  seconda  sca- 
la ,  bisogna  fermarsi  ad  ammirare  in  alto 
un  prezioso  quadro  di  Tiziano,  che  rap« 
presenta  M.  V".  annunziata  dall'  Angiolo  . 
Entrando  nella  Sala    superiore   sembra 

di 


,Q_U  .A  R  T  ^ .  Ili 

di  Vedere  una  Galleria  preziosa  di  piN 
'■  "':ure  5  e  d' intagli ,  mentre  tutto  ali' in- 
orno le  pareti  sono  coperte  di  Tele  del 
jrintoretto  ,  e  di  scolture  di  legno  con 
^""^Gìeroglifici  caprìcìosi  di  Francesco  Pian- 
■a  .  Meritano  ancora  singoiar  lode  i  bei 
33SSÌ  rilievi  altresì  in  le^no  ,  che  adorna- 
no gli  Armari  intorno  V  Altare,  rappre- 
entanti  la  Vita  di  s.  Rocco,  e  sono 
,''%pere  di  Giovanni  Melchiori  .  La  stessa 
^^"'^''icchezza  si  osserva  nella.  Sala  ,  detta  i" 
'^yAlbsrgo  ^  in  cui  distinte  $  e  ragguardevo- 
f'i'i  sono  le  pitture  dello  stesso  Tintoret- 
'^''to.  TiKti  i  Geroglifici  vengono  spiegati 
'^*'.n  un  Cartello  tenuto  tra  le  mani  della 
^'^"statua  di  Mercurio ,    collocata    nel    lato 

diritto  nell'ingresso  del  Salone. 
'J"     Nella  Cancelleria,  tre    compartìinentr 
^*'del  soffitto,    e  due    quadri    nella    Scuola 
''^'vecchia    sono    di    Giuseppe     Angeh*  .    li 
'"fGonfalsne  che  sta  nell'Albergo    terreno 
è  di  Lodovicfj  Caracci ,  e  nella  gran  vol- 
ta sop  a  la  scala  v'è  un  quadro  dì  Giro- 
lamo  Pellegrini  . 
'«1     Girando  a  sinistra  ,  dopo  un  breve  cam- 
mino, si  gìugne  alla  Chiesa  dedicata  ali' 
Apostolo  s.  Tommaso,  detta 

S.   TOM\',  Parrocchia  di  Preti,  fab- 
bricata negli  anni   917.  ,    dalla    Famiglia 
Miana,  secondo  il  Sansovino  i  indi  rifab- 
T  3  bri^ 


222  G  I  0  R'X  a  7^  a 
bricata  nei  135 S.)  e  rinnovata  poi  da 
fondamenti  a' nostri  giorni  sul  disegno  tU 
Francesco  Bognolo .  Aveva  la  Facciata 
di  marmo  sul  disegto  di  Baldissera  Lon^ 
ghena  ,  con  alquante  statue  &\  Francesco 
Cabianca .  Cinque  sono  gli  Altari,  con 
pitture  del  Palma  giovine,  e  del  Zuc- 
chi  .  ' 

Le  Reliquie  che  si  venerano,    sono  dijiu 
s.  Teodosia ,    de*  Santi    Abdone  ,    e    Sen- 
Tien  .  e  di  s.  Tommaso  . 

Di  rincontro  a  questa  Chiesa  c'è  una 
Scuola  assai  comoda,  sotto  i' indicazione 
di  s.  Aniano  ;  ed  è  dell'Arte  de'Calzo^ij) 
la):  ivi  ritrovasi  un  Quadro  d^l  Palmata; 
giovine  rappresentante  s.  Marco  chegua-jier 
risce  s.  Amano  .  |  ;^ 

\  % 


i 


Fine  de/  Sestiere  di  s,  Taoh ,         ^k 


SE. 


213 

SESTIERE    DI   S.    CROCE. 


Questo  Sestiere  prende  il  nome  dalla 
alesa  di  Santa  Croce  in  Luprio  ,  situata 
.  uno  de' confini  della  Città.  Il  perchè 
irmi  cosa  più  convsniente  ,  chr  il  Fo- 
istì»re  termini  colà  il  suo  Viaf^gio  ,  col 
•enderne  in  altro  luogo  più  comodo  il 
o  principio  .  Passato  pertanto  il  Venite 

Hìa/tro  ,  e  lasciando  a  mano  rrianca  la 
a  altre  volte  fatta,  che  conduce  al^'e- 
kra  di  /.  Vaolo  ,  tenga  il  suo  viaggio 
r  la  strada  ,  chiamata  la  Kt'gci  degli 
leziali ,  perchè  le  Botteghe  degli  Spe- 
ali  erano  quivi  1' una  dopo  l'altra  come 

liiga  ,  e  dopo  un  bneve  cammino  giu- 
lera  alla  Chiesa  vii 

S.  GASSIANO,  Parrocchia  di  Preti. 
icesi  a  che  qu.sta  sia  stata  fabbricata 
iticamente  dalle  fcimiglie  Michieli  e 
inotto;  che  fosse  prima  dedicala  a  s.. 
jcilia  ;  e  che  qaivi  abitassero  alcune 
loiaache  .  E  la  fu  consecrata  ai  2.5.  di 
uglio  negl    anni   1367.,    e  poi   rinnova- 

m  ptù  ampia  fjrma  verso  Jametà  del 
rCoIo  scorso  a  con  otto  Altari  assai    de- 
coro- 


^ 


224      e  I  0  R  'H  ^  T  ^ 

corosi ,  e  ricchi.  Fra  le  belle  pitture  dì, 
questa  Chiesa  ,  quelle  che  si  veggono  nella 
,    Cappella  maggiore  sono  tutte  opere    sti 
matissime  del  'Fintoretto ,    e    la    Tavola; 
con  s.  Giovambattista   ed    altri    Santi    èli 
lavoro    eccellente    del    Palma     vecchio 
Nella  Cappella  posta  a  sinistra    dell' Al-L 
tar  maggiore  vi  è  una  Tavola  di  Leandro 
Bassano  5    ed    il    soffitto    è    dipinto    dall 
Aliense,    e  da    Matteo    da    Verona.    Le 
altre  pitture  sono  del   Ponzone  ,  del  Fu- 
miani  ,  del  Rusca  ,  e  del  Zugno  .  Degno 
ancora  da  osservarsi  è  il  pulpito  di  mar 
n\o  posto  sopra  colonne    di    Serpentino  |,^^ 
Sopra  tutto  però  merita  particolare  osser 
vazions  la  Sagrestia  non  da  molto  abbel 
lita  a  spese  di   persona  divota;    mentre 
e  per  la  finezza  de*  marmi,  e  per  il  be. 
Quadro  del  Santo  Vescovo,  di  mano  dell 
Ba'tstra  ,  e  per  la  nobiltà  de' fregi  ,  e  peti.; 
la  vaghezza  del  disegno    può    veramsntJ,'^^' 
chiamarsi  distinta  . 

Vi  sono  Reliquie  di  s.  Cassiano    Mar 
tire  ,  di  s.  Lorenzo  ,  di  s.  G-cilia  ,  e  d 
5,  Dionigi    Areopagita.    Proseguendo    i 
cammino,  e  volr.endosi  a  mano    manca 
si  presenta  la  Chiesa  dedicata  a 

S.  MARIA  MATER  DOM[Nf  ,  Par 
rocchia  di  preti  ,  eretta  negli  anni  960 
4alla  Famiglia  Cappello  ;  rifatta  poi  nei 

J520»    • 


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1520.  sul  disegno    de' Lombardi,    termif 
'/jiata  del  celebre  Sansovino ,    e  ristaurata 
n  questi  ultimi  tempi.  Dicesi,  che  dap- 
Jrincipio  abbia  servito  ad  alcune    Mona- 
che sotto  la  tutela  di  s.    Cristina  .    Ella 
;  ricca  ,  e  assai  bella  ,  con  sette  Altari  , 
ra  i  quali  è  degno  da  osservarsi  il  mag. 
,icre  per    la    s«a  Tavola    eh' è    tutta    di 
inissirao    argento    dorato  ,    ove    in    varj 
;ompartimenti  si  vedono  molte  figure  di 
nezzo  rilievo,  che  rappresentano  la  Pa?, 
ione  di   Nostro  Signore  ;  e  al  dissopiai 
lodeci  Apostoli  dello  stesso    metallo  :   il 
utto  di  maniera  Greca  :  ed  anche  perla 
uà  Lapide  di    marmo    rosso,   sepra    cui 
i  consacra,    la  quale  è    antichissima,   e 
nostra  scolpite  le  seguenti  parole  : 
,        ^ru-e  Q,  F»  Serenai  ^ppolonìus 
\  Lìb.  isn  sìbì  . 

Nell'Altare  posto  alla  destra  del  mag. 
»lore    sono    riguardevoli    due     statue     di 
narmo  scolpite  di  mano    maestra:    e    le 
:re  figure  di  tutto  tondo    nella    Cappella 
jlella  famiglia  Trivisana  furono    scolpite 
la  Lorenzo  Bregno  ,  e  terminate  da  An- 
tonio Minelli  . 
Tra  le   preziose  pitture  di  cuivaador- 
"loa ,    bellissima  è  la  Cena    di  Cristo    del 
f  Palma  vecchio.  Famosa  pure -è  la  Tela, 
icjie  rè  di  rincontro,  rappresentante  r  ia- 


Le 

ne 


2i6     Gian  7^1  ^  T  ^ 

venzioH  della  Croce  ,  del  Tintoretto  ;  e 
va.  alle  stampe  in  fog'io  di  Giuseppa;  Ma- 
ria Mitelli,  le  qual  sramps  sr^no  per  lo 
più  di  tinta  rossa  .  Evvi  an  he  una  bella 
Tavola  con  s*  Ct  istma  di  Vieenzo  Cate- 
na .  Le  altre  pitture  sono  di  Dario  Va- 
rotari  ,  di  Niccoiò  Renien  ,  di  DanieilQ 
Vandich  ,  di  F:aiC£;sco  B  ssuola  .  Il  Ca- 
lìganno  dipinse  nella  Cappella  maggiore 
rAnnunziazione  ,  la  Natività,  ia  Cir-L 
concisione,  i'Adoiaz:one  de*  Magi  :  i^f^fh! 
questi  Qj-iadri  quindi  levati  si  conservano 
nella  Gtsa  del  Pievano.  Tra  i  pittori 
moderni  vi  d(p:nse  Antonio  Balestra,  il 
Cavalier  Niccolò  Earabini  ,  e  Pietro  Lon^ 
ghi  delia  Scuo'a  dJ   Balestra. 

Torcendo  alqu  mto  a  rn.^no  manca  vei(*  g.; 
so  il  Canal-Gande  j  si  giugni;  a;laCh.c«|p; 
sa  di  s.  E  siachio  ,  detto  vo'.^jarm  -  ne 

S.  STaE,  Pa  roc^h  a  di  Preti,  la  qua- 
le fu  prima  eretta  dalla  fr.miglia  ^^/Cor- 
»g  ,  che  si  estinse  negli  ann«  iZyó.  è  de- 
dicata a  s.  Cvtterina  .  In  vai;  teiii  i  fu 
risraurata  ,  ma  linalm^nte  negli  an  u  pas- 
sati fu  rii;d;lìcaia  in  augusta  fj:  ma  ,  colla 
facciata  tutta  di  marmo,  (a  spese  del 
Doge  Luigi  Mocenigo  qui  sepolto,  che 
finì  di  vivere  l'anno  l7''9.  )  ornata  di 
alcune  statua  scolpite  dal  Tor.tto,  dal 
Jarsia,  dal  Baratta,  e  dal  Gropelli  :  il 

tutto  ♦ 


n 


fcttò    sul    dis,-gao   di    Domenico  Rossi  é 
f  Ha  Sitte   Altari   di  pietre    fine  ,    fra    i 
iili  è  riguarrleyole  il  M^^.ggiore  ,  e  quel- 
3    del    Crocifìsso,    la    cui    Immagine  è 
?era  bel/a  del  Toretto  ;    di  cui    pure    è 
là  delle  Sfatu-  co/locate    nelle    qiattror 
f'.CGhie,  e  1^  aJtre  sono  del  Tarsia,  del 
;uratta,e  del  Gropelli  * 
;•  Le  pitture  degli   Altari  sono  tutte  rao-* 
,'erne  di  Jacop  ■■   Amigoni,    di  Francesco 
ligìio'i  ,  di   Antonio  Balestra  ,  di   Giu- 
•;ppe  Camerata  j   e    del    Cav.    Bambini  • 
ulie  basi  delle  colonne  maggiori  vi  era» 
o  dodeci   Ap  iJt^-li  ,*  opere  de' più    cele- 
ri pittori  d:-' nostri  tempi  :  cioèdelRic-* 
1,    del  Lazzarnl  j    del   P:«?eftta  ,    del 
!5=tlestra  ,  d.l  Pitton'  ,  del  B.iibierij    del. 
''^Ilsgrini  ,   del  M-arìotti  ,    del  Tiepolo  , 
el   Maniaco,  del   Triisani,    e  deirul- 
ertt  ;  ma  q   esce  furono  ulti -Damante  cqK 
►cate  s:pra  i   muri  lacerali  del  C'jro . 
Tra   !s  pitture  preziose  antiche  le  qua- 
Il    si     conservano    in    questa    Chi?sa  }    la 
eia  nella  Cappella  maggiore,    che    rap, 
iresetita  la  Flagellazione  ,    è    del  famoso 
iorgione  ;  quella  che   l'è    dirimpetto    è 
^.  mano    incerta  .Nella    Sagrestia    poi 
uella  che  sta    sull'Altare    è   di    Maffeo 
,  Verona  . 

!    Di  Ileliquie  ve  ne  ha   de'  Santi    Mar, 

tiri , 


1%%  G  t  0  Z'H  -i  T  ^ 
tiri  ,  Eustachio  e.Tsopista,  e  dei  Sartìcct 
Agapito  e  Teopisto  loro  figliuoli  ;  e  d 
S.  Giangi-isostomo  .  Tolgendosì  asm'stra 
dopo  alcuni  viottoli  ,  si.  truova  la  Chiesi 
dedicata  a  s.  Giovanni  pt'collato  ,  detfi 
dal  volgo 

S.  ZAN  DEÒOLA'  ,  Parrocchia  d 
Preti,  edificata  prima  dalla  famiglia  Vee 
niera  .  e  poscia  riedificata  e  abbellita  coi) 
sette   Altari . 

Vi  sono  alcune  pitture,  del    Cav,    Ri 
dolfi  ,   e  del   Brusaferro .    Le    altre    soncotti 
moderne,  del  Cav.  Bambini,    del  Pitto-p 
ni  a  del  Tarsia,  e  di  Antonio  Pellegrini 

Le  Reliquie  sono  di  s.  Filippo  Neri  : 
e  ài  s.  Giambattista  , 
■  In  questa  Parrocchia  è  1*  abitazione  peti  s 
ì  Mercatanti  Turchi,  detta  il  Fondacù 
d<i  Turchi  posseduto  dalla  famiglia  Ptsi- 
ro  j  che  vi  mantiene  un  Guardiana  ci 
onorevole  stipendio  .  Ne*  tempi  and  i  i 
questo  luogo  era  un  palazzo  de* Due!  ; 
Èst-rnsi  di  i^er rara  ,  Ritornando  ulquan' 
addietro  per  la  via,  che  vi  ci  ha  co::, 
dot'.i  ,  s'incontra  la  Chiesa  dedic-^.ra  a  s. 
Jacopo  Maggiore,  fratello  di  s.  Giovaa- 
ni,  detta  anticamente  s.  Giacomo  di  Lu» 
prio  ,  e  poi  s.  Giacomo  dallo  Rio,  e  fi- 
nalmente per  corruzione  di  voce 

S.  GIACOMO   DALL'  ORIO.    Par 

io(;^ 


zchii  ài  Preti  ,  eoa  sette  Altari  .  Q.us* 
Chiesa  d'aatìchissima  ed  oscura    ori- 
ne fu  ristaiirata  dalfe    famiglie    Badoa, 
2,5  e  Mula  negli  anni   1225."  Isdi  fu    ri. 
;4*-UJ'ata  più  Voits,    massime    nella    Cap- 
ila del  Ss.    Sagramsnto,    ©ve    si    vede 
ìtto    un    Tabernacolo    di    £bì    marrr^i , 
j  preziose  pitture  di  cui  va  adorna  so- 
di Paolo  Veronese  5  e  della  sua  Scuo- 
,  di  Francesco  Bassano  ,  del  Palma  gio- 
itale ,  di  Melchior  Colonna,  di  Lorenzo 
to  ,  del  Tizianello  3  di  Giovanni  Buotl- 
ansigli,  del  Padovanino  ,  del  Lazarini  3, 
t   Gio:   Battista  Pi rtoni  j  e  dsl  Guaranà  . 
i  Sagrestia  fu  tutta  dipinta  dai  Palma  , 
Paolo  Veronese  vi  dipinse  la    Cappella 
s.  Lorenzo  ,  e  il  soffitto  sopra  i'  Alta» 
!  della  Concezione  . 
Osservabile  è  il  pulpito  di    forma    et- 
;:  ngoiare    formato    di    fiaissimi    marmi  ^ 
SCenuto  da  u  1  solo  piede  .  Vi  è  una  co- 
lina ,  alta  cinque  braccia,  di  Verde  an- 
co ,  bellissima  . 

Qui  si  ventra  il  Corpo  del  Martire  s. 
sandio . 

In  questa  Chiesa  avea  antìcattlenfe  giù- 
{dizione  il  Patriarca  di  Grado,  confer* 
ata  per  sentenza  de'Giudici  delegati 
l  Gregorio  IX.  come  altresì  aveva  giù- 
idizione  nelle  Chiese  di  s.  Martino,  dì 
V  s.  Màt. 


43®         G  t  0  RHlAt  ^ 
§.  Matteo,  di  s.  Canzianoi    e  di  ^.   Sì 
vestro . 

Facendo  viaggio  &  man©  diritta  ,  ve 
il  Canal  Grande  sì  trova  la  Chiesa  d, 
«ata  a  s.  Simeone  Profeta,    detta  com; 
nemente 

Sé  SIMÈOM  GRANDE  j  Parroco^' 
di  Preti,  fabbricata  nel  967,  dalla  fam 
glia  Briotta  ,  essentio  Vescovo  di  Olivoj 
Pietro  Marusio  i  E*  antica  con  nove 
tan  ;  e  le  pitture  che  1*  adornano  so' 
éitì  Corona  9  del  Pasquetti ,  del  Cav.  Bai 
bini  j  del  Catena  ,  dei  Palma  giovane,^ 
la  Cena  di  N.  Signore  del  Tintorettc 
con   alcune  altre  moderne. 

Tra  ie  Reliquie  si  Venera  il  Sangig,, 
del  nostro  Salvatore  ,  il  Corpo  di  s.  S^  ; 
rneone  Profeta  ,  e  q-iello  di  s.  Ermolg  ' 
Prete  j  Martire;  i  qUalli  negli  anni  110^  1 
furono  recati  da  Costantinopoli  da  Ai  ^ ,, 
drea  Baldovino  9  e  da  Angelo  DrusJaj  ;j,. 
o  Drucento  ^  uomini  popolari  ^  che  li  t<^  !,'^J 
sero  da  una  Cappella  di  s.    Mano    po$j  b 


JlttO 

De 


allato  della  Chiesa  di  s.    Soffia,    ^1^1 
posero  in  questa  ,    untlquitus    sub   x*    f 
trìConis  vocabulo  fabbricata y  come  dice 
Dandolo  . 

Tenendo  W  cammino  a  mano  sinistra 
dopo  un  brieve  giro,  si  giugne  alla  Chit 
sa  de* santi  Apostoli  Simeone  9  Cìudr, 
chiamata  volgarmente 


1-  QVl1>lT.A.  231 

5,  SIMICN  PICCOLO,  per  distin. 
irla  dalla  precedente.  Parroeehia  di 
2ti  .  Anticamente  fu  fabbricata  dalla 
'iigiia  Foscan  :  e  nell'anno  1718.  fu 
tea  di  nucyo  da' fondamenti  in  forma 
colare  con  piccoli  Altari,  e  Giovanni 
lìfarotro  n^j  fi  l'Atcbitetto,  La  spesa 
*  fa  grandissima,  tratta  venne  co^Tas- 
lenza  del  Pievano  d'allora  D.  Gio; 
tista  Molin  dalle  pie  oiferts  de' Fé- 
Vi  sono  pitture  del    Bugoni    e    del 


rto?oni , 


Degna  ài    osservazione   è    la    Cupola , 

r  copre  questo  Tempio  tutta    foderata 

rame,  e  meritano  altresì  di  esse;eve- 

i  li  Sorter.anì ,  eh  ^  ad  imitazione  del - 

antiche    Romane    Catacombe    servono 

sepolcro  a'cadaveri  d.^'Fed-li,  in  mo- 

,  cbe  61   per  quella,  come  per  questi, 

>er  il  maestoso   Atrio,  che  gli  Serve  di 

:ciata  ben  si  vede  ,    che  si  è    tentato  , 

oche  in  piccola    f ^rma  ,    d'imitare    la 

bilra,  ed  il   gusto  degli  antichi    tempi 

Roma .    Non   i'.mgt    -.'a    questa   Chiesa 

Cortile  (\^\   Palazzo  Foscari  veggonsi 

E>inte  a  fresco    alcune    Sterie    Romane 

sai  sti-nate  di  Lattanzio  Camberà  , 

li  sunominato  Pi^-vano  eresse  nella  Ca- 

Parrocchiale  ,    a  benefìzio  de* suoi    Sa- 

'rdoti ,    una  buona  Libreria,  fornita   d; 

V  J  otti' 


25^        G  I  0  K'K^  T  ^4 
ottimi  L'bri ,    c-he  anch^    al    presenta    si 
?a  aumentando  . 

Dentro  alcuni  vicoli  ne!  Campo    della  passa 
Laua  è  la  Chiesa,  e  il  iMonasrero  di  Mo-fnel  i 
nache  Agostinj-ane  ,    sott^    i' invocazione 
de*  nomi  venerabili  di  Gesù  ^  e  di  Maria ^ 
ond'è  che  dal  volgo  si  chiama. 

IL  GESUMMARIA  .  La  istituzione  di 
questo  pio  Luogo  ebbe  principio  solamen 
te  negli  anni-  1622.  dalla  Nobii  Don^a 
Angela  Mar;a  Pasqualigo,  la  quale  insie- 
jxe  con  una  sUrA  sorella  di  nome  Lucia, 
figliuoli  uniche  di  Antonio  Pasqualigo, 
si  ritirarono  in  una  Casa  presa  a  pigio- 
ne da  una  persona  privata;  e  a  questa  ne 
aggiunsero  un'  altn?  ottenuta  dal  Magi- 
strato de' Signori  Provveditori  sopra  gli 
Ospitali,  per  ivi  f-iidare  una  Congrega- 
zione di  Donne  pie  „  Continuarono  senza 
Clausura  sino  all'anno  163 1.  in  cui  dila» 
tarono  il  Monistero  ,  e  diedero  principio 
alla  Chiesa,  che  ora  si  Vede.  Ebbero 
queste  la  buona  sorte  di  aver  la  Madre 
suor  Cherubina  Balbi,  Donna  di  santa 
vita  ,  Religiosi  del  Monistero  di  s.  An- 
drea ,  del  quale  era  stata  tre  volte  Ba- 
dessa ,  sotto  la  cui  direzione  diedero  prin- 
cipio alla  vita  claustrale  .  Nel  1647.  im- 
petrarono poi  dal  Sommo  Pontefice  Inno- 
cenzo X.  l'approvazione  della  Clausura. 

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La  Pasquaiiga,  Istìtutrice  di  opera  così 
anta,  finì  di  vivere  nel  iS'Si,  essendo 
cassata  a  vita  migliore  sua  sorella  Lucia 
lei  1633.  a'  4.  dì  Maggio  . 

La  Chiesa  è  piccola  con  tre  soli  Altari  » 

e  cui  Tavole  sono  di  Pietro  Mera.  Vi  è 

Itnche  una  Tela  di  Domenico  Tintofetto . 

Tenendo   il   cammino  a  mano    diritta, 

n    iopo  alcun  tratto  di  strada  ,  che    condu. 

^e  verso  un  Canale,  torcendo  quivi  a  si- 

liistra ,  si  trova  la  Chiesa  di    s.    Niccola 

Ha  Tolentino,  de'Chierici  Regolari  Tea* 

tini  o  Chietini  ,  detti  dal  volgo 

I  TOLENTINI.  Ebbe  principio  quest* 
Ordine  da  Giampietro  Caraffa  ,  il  quale 
.iopo  aver  rinunziato  il  Vescovado  di 
Chieti ,  essendo  venuto  ad  abitare  in  que- 
sta Città  ,  lo  introdusse  nella  sua  Casa  • 
Creato  poi  Cardinale  da  Paolo  IH.  asce- 
se al  Pontificato  negli  anni  1555.,  e  pre- 
se il  nome  di  Paolo  IV.  Questi  Chierici 
el  1591.  abbandonarono  il  primo  luogo 
diedero  principio  ad  una  gran  fabbrica 
sul  modello  di  Vicenzo  Scamozzi ,  famo- 
so Architetto.  Fu  posta  la  prima  pietra 
j'di- questa  Chiesa  da  Lorenzo  Priuli  Pa- 
triarca di  Venezia  sotto  il  Doge  Pasqua- 
le Cicogna.  In  questi  ultimi  anni  poi  fu 
eretta  la  facciata  esteriore ,  tutta  di  mar, 
sai  a  gran  colonnati  . 

V  3  La 


list 


-34      G  IO  nK^T  ^ 

La  Chiesa  è  spaziosa,  e  ornata  con 
nove  Altari .  fra  i  quali  il  maggiore  ha 
un  bel  Tabeinacolo  .  Fra  le  molte  pittii» 
re  che  in  essa  si  veggono,  meritano  os- 
servazione il  Quadro  sopra  il  Pulpito  eh* 
è  dei  Prete  Genovese*,  l'altro  con  s.  Gi^ 
rolarno  di  Giovanni  Lis ,  due  del  Boni- 
facio con  alcune  storie  di  s.  Giovambat- 
tista )  e  la  Tavola  nella  Cappella  di  Si 
Carlo  co*  due  Quadri  laterali  che  sono 
opere  del  Procaccino.  Le  altre  pitture 
sono  de!  Palma  gioviae,  del  Peranda , 
del  Damiani,  del  Padovanino ,  del  Fora- 
bosco, del  Giordano,  del  P-  Galleti,  del|jGl 
Zompini  5  e  del  Bortolons  . 

Quivi  giacciono  le  ossa  di  tre  Dogi 
della  famiglia  Cornato ,  Giovanni  creato 
nel  I624. ,  e  morto  nel  1630.  ,  Frances. 
co  di  lui  figliuolo  che  visse  soli  22.  gior- 
ni dopo  la  sua  elezione  nel  1656. ,  e 
Giovanni  il  quale  dopo  aver  sostenute  le 
pia  insigni  dignità  della  Repubblica  fu 
assunto  al  Trono  nell'anno  1709.,  e  ter» 
minò  di  vivere  nel   172*. 

Merita  pur  attenzione  il  superbo  Mau- 
soleo in  cui  giace  il  Patriarca  Gio:  Fran- 
cesco Morosini  alla  parte  destra  dsìl^ 
Cappella  maggiore  . 

Maestoso  è  il  Monistero  di  questi  Pa- 
dri 5  a  cui  aggiugne  oniamenco  una  bella 

e  co. 


ùil 


QVinrU.  J3S 

•  copiosa  Libreria^  Prendendo  il  cam. 
tniiio  a  mano  manca  ,  e  passato  il  ponte  , 
che  primo  s'incontra,  acpo  buona  pszza 
di  strada,  si  trova  in  una  gran  piazza  la 
^>|  (Chiesa  ,  e  il  Monastero  di  Monache  Ago» 
^i' jstiniane  ,  sotto  l'invocazione  di 
»>  S.  ANDREA,  detto  anticamente  <^tf/- 
ì'''-!/^  Zirada  ^  forse  dai  girar  delle  barche- 
'iiln  qnelio  stesso  luogo,  in  cui  è  situato, 
■-«!per  l' addietro  vi  era  uno  Spedale  di  po- 
jfij-vere  Vedove,  e  Cittadine.  Dopo  di  es- 
Mfsere  stato  destinato  ad  uso  di  Monache, 
J^-Ifu  il  Monastero  ing-andito,  e  ristaurata 
3;Mla  Chiesa:  e  sotto  il  Doge  Andrea  Dan- 
fdolo,  quelle  Religiose  si  obbligarono  al 
4\fQto  di  perpetua  Clausura. 
>!9J  La  Chiesa  ha  sette  Altari,  maestrevole 
^■niente,  e  riccamente  lavorati.  Si  vedono 
:f'  ai  lati  dell'  Aitar  maq.giore  ,  due  Q^aadri 
«del  Tintoretto.  La  Ta-ola  di  s.  Àgostì- 
•sjnoè  di  Paris  Bordone:  e  quella  di  s. 
Girolamo  è  di  Paolo Calliari  .  DcLe  due 
Tele  poi  sopra  il  Coro  delle  Monache  V 
una  è  òfiì  Tintoretto  ,  1'  altra  àA  Palma  . 
All'Aitar  maggior-,-  si  r^de  una  gran  mo- 
le di  pietre  macchiate  ,  eh- figura  il  mon, 
te  Tabor  ,  e  vi  ono  gei  figure  di  marmo 
bianchissima  assai  bsna  intese. 

Bellissima  è  pure  la  statua  di  s.  Andrea 
posta  sopra  il  suo  Altare  . 

Tra 


2.36         G  I  0  R^l  ^  T  ^4 

Tra  le  Reliquie  ve  ne  sono    di    s.    Sz 
fumino  Martire  j  e  di  s.  Maria    Cleofa 

Vi  si  legge  la  seguente   Iscrizione  del- 
la Principessa  Maria  ,  moglie  del    Doge 
Michele  Steno  : 
Heh  jacet  cù^puf   SerefjhsirjicC  Z).  Mari^ 

Vxorh  quond  im    Sertnìss*   isr    Excell* 
'    D.  D»  Mìchasli^   Steno  y    Olìm   Inc/yti 

Ducir   Vemticirum  ;    qu<e   obi'it    dk    4 

Mensis  Majì  1422.  lAnima  cujiu  re^ 
qukscant  in  pace  . 
Dopo  non  molta  strada,  in  una  Tsoletta 
unita  alla  Città  con  un  ponte  di  tavole  . 
si  vede  la  Chiesa  e  il  Monastero  di  Mo 
nache   Francescane  di 

S.  CHIARA  ,  la  cui  erezione  si  attri 
buisce  alle  famiglie  Poiana  ,  e  Bernard, 
negli  anni  1234.  Arse  questa  nel  secolo 
XVI.,  e  in  quell'incendio  pi^rirono  mol 
te  cos  ■  preziose  che  adornavano  il  Tem 
pio  antico,  ma  fu  in  brieve  riedificate' 
alla  manisra  moderna,  con  cinque  Alta  f- 
ri;  in  ciasc'ino  de*  quali  vi  sono  Tavole  (r; 
di  eccedenti  pennelli,  essendovene  du:  tit. 
tra  le  altrj  di  «ino  del  Palma  qiovlne  \> 
oltre  parecchia  belle  pitture  di  Pietre  iq 
Vecchia,  di  Mitteo  Ingoli  ,  dell'Alien  \ii 
se,  di  Pi>.*tro  Malotlibra,  e  del  Petreili , 

Q^iieste  Monache  conservano    un    Chio' 
do  tinto  del  Sangue  di  Gesù  Cristo    do^ 

nato 


rato  loro  l'anno  1262.  da  s.  Lodovico* 
Re  di  Francia:  come  anche  un  Anello 
dello  stesso  Santo ,  avente  per  Gemma 
una  particella  del  Legno  dalia  Santa 
Croce . 

Seguitando  il  cammino  già  preso,  pò- 
chi  passi  lontana  è  la  Chièsa,  e  il  Mo- 
nistero  di  Monache  Francescane  ,  che  il 
volgo  «hiama 

LA  CROCE  Df  VENEZIA,  da  cui 
prende  il  nome  il  Sestiere  ,  che  si  è 
:ì  scorso  finora.  Q^:i3Sta  fu  eretta  negli  an- 
pni  900.,  e  riedificata  l'anno  1590.  sotto 
'o-  ii  Dogi  Pasq.iah  Cicogna,  nel  qaal  tem- 
po fu  c^nced.'ta  a  queste  Monache,  in- 
sieme con  r  amministrazione  della  Par» 
rocchi.1,  e  consegrata  negli  anni  1600. 
Ha  otto  Altari,  fra  i  quali  quello  del- 
l' r  Annan:ciata  con  tutta  la  Cappella  é  di- 
3  pinto  dal  Pai  na  giovine  di  cui  ancora 
ì;  I  sono  molte  altre  pitture  sparse  qua  e  là 
:2  per  la  Chiesa;  e  quello  di  s.  Chiara  è 
)''i    dipinto  dal  Tmtoretto  ,  in   cui  sì  vede  il 

J  ritratto  del  Pontefice  Sisto  V.  Le  altre 
Tele  sano  di  Giovanni  Contarini,  del 
Vivarini ,  di  Paolo  Piazza ,  di  Andrea 
Vicentino,  del  Fialetti ,  di  Leandro  Bas- 
Sano ,  e  dt^ì  Piiotti  . 

Vi  si  conserva  il  Corpo  dì  San  Fiden- 
2io  « 

qui 


Cil 


Qui  giacciono  Je  ossa  tlcl  Doge  Do^ 
fenico  Morosini  5  che  morì  nel  1155. 

A  questo  Sesture  sono  unite  molte  Iso. 
le  circonvicine  -  le  quali  vedremo  dopo 
aver  visitato  il  Sestiere  di  Dorso  Duro  , 
eh' è  il  sesto  ed  ultimo,  così  detto,  se- 
condo il  Sansovino  ,  dalla  forma,  e  du- 
rezza del  f®ndo ,  il  quale  essendo  come 
scoglio  ,  avea  la  figura  di  un  Dorso  .  E 
quella  fu  l'ultima  parte  dslla  Città  eh? 
fosse  abitata  » 


Fw  de^  Sestlers  di  s»  Croce  * 


SE- 


2^9 

SESTIERE  DI  DORSO  DURO. 


oichè  nel  terminare  il  ^iro  deì  Séstld" 
\f9  delU  Croca  ;  ci  siamo  fermiti  presso 
laila  Parrocchia  di  s.  Pantaleone  ,  da  quel- 
Ila  continueremo  il  cammino  «ino  al  ter» 
tìiinare  il  Sestiere  di  Dono  Duro.  Vxo" 
Seguendo  adunque  la  strada  ,  dopo  «aver 
t#ICrepassato  il  Canale  ,  arrivasi  alla  Chie- 
sa di 
S-   PANTALEONE  ,    Parrocchia     di 

(Preti,  la  quale  ebbe  principio  negli  anni 
J025.  dalie  Famiglie  Signola  j    e  Dauia  ; 
e  fu  poi  rinnovata  dai  fondamenti    nella 
forma  che  ora  si  vede  .  Conservasi  anco- 
ra la  memoria  della  consecrazione    della 
yecchia  Chiesa  seguita  Tanno  1305. 
La  Chiesa  ha  nove  Altari  tutti    ricchi 
*  iJi  marmi,  e  adorni  flit   pitture.    Le    due 
Tele  di  s.  Pantaleone,  e  di  ':.  Bernardi- 
no sono  opere  insigni  di    Paolo    Verone- 
se e  Ve  «e  sono  del  Palma  giovine,    dei 
Vivarini  ,    del  Padoanlno,    di  cui  pure  è 
opera  singolare  la  Tavola  ,  eh' è  sull  Al- 
tare nella  Sagrestia,    del  Molinari  ,    del 
Sc^alla  5  del  Lazarinij  ^el  Bambini  ,  del 

Bale« 


'  ì4»  G  I  0  UH  ^T  ^ 
Balestra,  del  Trevisani,  del  Triva  ,  del 
Carlevaris  e  del  Gradici.  II  soffitto  del- 
ia Chiesa  è  opera  maravigliosa  del  Tu- 
miani  :  In  questa  Chi«sa  vedesi  una  Cap- 
pella fabbricata  colle  misure  precise  co- 
me quella  della  Santa  Casa  di  Loreto. 
Qui  giacciono  le  ceneri  di  Alvise  Grit- 
ti  ,  e  di  Martino  de' Bernardini ,  Pievani 
di  questa  Chiesa,  che  furono  Arcivesco- 
vi diCorfù.  ©i  rincontro  a  questa  Chis- 
sà vi  è  quella  di 

S.    MARGHERITA  ,   Parrocchia    di 
Preti;  fabbricata  sin©  dall' anno  5j7.  ^ot- 
to il  Doge    Pietro    Tradonico ,    da    Gè 
niano  Biisignacco  ,    Padre  di  Mauro    Ve 
scovo  V.  di  Olivolo  ,    secondo  il    Sansa 
vino,  e  riedificata  nel   1647.  sul  modello 
del  Lambranzi .    Sette    sono    gli    Altari, 
fra  i  quali  è    assai    nobile    il    maggiore 
Le  Pitture  sono  di  Giuseppe  Euzo  ,    del 
Petrelii  ,  del  Tlntoretto  di    Andrea    Vi 
cantino,  di  Pietro  Negri,  e  dì  Antonio 
Zanchi  .  Dinanzi  alla  Chissà  di  s.  Mar- 
gherita si  vede  una  piazza,  che  può  aver 
luogo    tra    le    maggiori    della    Città,    in 
fondo  alla  quale  giace  la  Scu^:>la  de'Pel- 
liciaj  j  che  prima  era  presso  alla    Chiesa 
de' Gesuiti:  e  fu  qui    trasportata    «juando 
que'Padri  fabbricarono  la  nuova  Chiesa  , 
per  dar  vista  alla  Facciata  •   Ella  è  dee 

€3 


S  K  S  T  ^yi ,  ^  24r 

fa  volgarmente  de^ Farotarl  à^C  Fari  ^  a 
Va]  ^  che  sono  una  specie  ài  animaletti 
simili  a*  Sorcj  ,  i  quali  hanno  bianca  M 
ventre  ,  e  cinet'icGÌo  il  dorso  ,  I  Venezia- 
ni chiamano  Fari  le  pelli  del  ventre,  e 
Dossi  quelle  della  schiena  ;  e  perciò  T 
Arte  de'  Veilicia}  viene  da  essi  detta  de' 
Vardtctrì .  In  questa  Scuola  vi  sono  due 
Quadri,  l'uno  di  Carletto  iìglìuolo  di 
Paolo  Veronese,  e  i' altro  del  Liberi. 
Pocchissimi  passi  lontano  è  il  gran  Tem- 
pio del  Convento  de*  Padri  Carmelitani 
detti   dal   volgo 

I  CARMINI  j  fa  cui  erezioae  si  rife-» 
risce  all'anno  f2S6.  Quattordici  sono  gii 
imitar),  sui  maggiore  de' quali  consecrato 
a  Nosi-ra  Signora  ,  eh  un  ricco  e  mae- 
stosp  Tabernacolo.  Di  non  minore  Stima 
si  è  l'altro  dedicato  alla  Vergine,  detta 
C\t\  Carmine  ;  pregievole  è  sopra  tutto 
quello  del  Crocifisso  ,  in  cyi  si  ammirano 
oltre  i  Porfidi  e  i  Serpentini  ,  e  due  La* 
stre  poste  sotto  le  basi  delle  Colonne  di 
una  pietra  rarissima  . 

La  Chiesa  è  in  tre  Navi  sostenute  da 
molte  colonne  )  intorno  alle  quali  ,  e 
dentro  e  fuori  ,  sono  in  gran  numero  le 
pitture  rappresentanti  azioni  di  varj  San^ 
ti,  e  mnssirìf^e  di  s.  Teresa,  e  del  Pro- 
feta Elia.  Queste  sono  del  Garbonzino^ 
X  del 


dèi  Varotari ,  del  Liberi  ,  del  Vicentino  i 
di  Pietro  Negri,  di  Pace  Pace,    dell' A- 
jiense  ^  di  Luca  Giordano  ,  di  Sebastiana 
Mazzoni  j  di  Alvise  dai  Frisò,  del  Pal- 
ina, di  Lorenzo  Lotto  ,  di  Érmano  Stroi- 
fi,    di    Cristoforo    Parmese  ,    di    Andrei 
Schiavonei  del  Bianchì,    di  Marco  figH- 
tiolo  di  Andrea  Vicentino,     deli' Enzo  j 
di  Benedetto  Diana  5  di  Lionardo  Coro- 
na, del   Prudenti,  del  Coriegliano  ,  e  del 
Tintoretto  ;  di  cui  vi  ha  ima  Tela  coUat 
Cìrconcisiorie  di  Nostro    Signol'e ,    nelU 
^uale  ha  talmente    imitato    la    mano     di 
Andrea  Schiavonej   ch-e    éa.  molti    vienrf 
creduta  delio  stesso  Schìavone.  II  soffit-» 
to  è  tutto  dipinto  da  Giambattista  Lam* 
bransi  ^  il  quale  fece   anche    altre    opertf 
sparse  per  la  Chiesa  i 

Varj  sono  i  Mausolei,  tra' qua  U^  ma* 
gilifico  è  quello  di  Jacopo  Foscarinì  Ca* 
valiere  e  Procuratore  dì  s-»  Marco  ,  che 
occupa  tutta  Ja  facciata  interiore,  corf 
bella  Iscrizione.  Altre  memorie  si  veg^ 
f;ono  di  alcuni  personaggi  delle  nobili 
famiglie,  Veniera  ^  Polani  *  Civrana  ,  e 
Goria  .  Vicino  alla  Cappella  di  s.  Pietra 
vi  è  il  Sepolcro  colla  statua  di  bronzo 
di  Monsignor  Lorenzo  Lauretto,  Vene- 
ziano, di  quest'Ordine,  Vescovo  di  A- 
«ìriaj  Oratore,  Filosofo,  e  Teologo  Insi 

gne, 


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S  E  S  T  ^  *^  24? 

*ri5,  che  fu  uno  dei  Padri  del    CoiìcìIìq 
di  Trento. 

Usciti  tosto  di  Chiesa  per  la  portala,. 
ecrale  per  cui  siamo  entrati,  si  vede  la 
Scuola  di  Nostra  Signora  del  Carmine, 
dove  si  conservano  ìe  ricche  suppelletti» 
li,  le  argenterie,  e  is  gioje  che  servono 
ad  ornar  l'Altare  che  è  nella  Chiesa,  e 
P^r  le  altre  sagre  funzioni  .  Vi  sono  aL 
cuns  pitture  moderne  ,  tra  le  quali  alcue 
n;?  del  Padoanino .  Q^ui  conviene  inter^, 
rompere  un  poco  l'incominciato  cammi* 
no,  e  tenendo  quella  via,  eh' è  di  rin* 
CGiitrs)  a  questa  Scuola,  dopo  alquanto  di 
strada,  si  giugne  alla  Chiesa  di 

S.  BARNABA  ,  Parrocchia  di  Preti . 
Antica  è  la  sua  fondazione;  arse  poi  nel 
Il 68.  ed  ora  è  interamente  fabbricata  da' 
fondamenti  sul  disegno  di  Lorenzo  Bo« 
schetti  valente  Architetto  .  Vi  sono  al. 
cune  pitture  del  Palma  giovine,  di  Da- 
rio Varotari  ,  di  Andrea  Vicentino  e  di 
^arco  suo  figliuolo,  di  Antonio  Zanchi  , 
.  Girolamo  Pellegrini  3  e  di  altri  pitto, 
:i   moderni  • 

Dalla  Chiesi  di  s.  Antonio  di  CasteL 
io  vi  sono  qui  state  trasportate  le  due 
palle  ,  una  di  Vittore  Carpaccio  rappre» 
sentante  il  Martirio  de*  diecimila  Martiri  , 
ì'jiitra  del  Bonifacio  con  la  Madonna  fr^ 


244        Gì  0  li  Ti  .AT  U 
gli  Angeli  in  aria  ,  e  nel  b.isso  li  5s.  Nic-  wvà 
<:ola  5  Stefano,  e  D®mejìico  .  .'  \xk 

Qui  giace  sepolto  Claudio  Ariosto ,  ni- 
pote del    famoso    Poeta  Lodovico    Ario- 
sto,    il  quale    fu    Ambaseiadore    per   gli 
Principi  d*Este  appresso  Pio  IV.,  Carlo  ^ 
V. ,  Filippo  IL,  e  appnsso  la  Repu|)bli-: 
ca  Veneziana  . 

Facendo  ritorno  alla    Chiesa    de' Padri 
Carmelitani,  e  seguendo  ii  corso  del  Ca- 
lciale ,  ci  si  presenta  una  piccola   Chiesa  , 
ma  adorna  5  con  un  solo  Altare  ,  dedica-     e  in 
ta  a  Nostra  Signora,  e  viene  detta  [ii  p; 

IL  SOCCORSO.  Fu  questa  consegrat* 
megli  anni  1É09.  sotto  ii  V>o%z  Lionardo  tata 
Donato  da  Monsignor  Lorenso  Pi^ezzato ,  ,  jutli 
Vescovo  di  Chioggia .  La  Tavola  dell' 
Altare  dipinta  da  Carlo  Calliari  figliuolo 
di  Paolo,  rappresenta  la  Vergine  Madre  ^ 
in  aria  sostenuta  dalie  nuvok' ,  e  sotto  di 
essa  molte  Donne  di  asperto  gentile  che, 
depongono  con  disprezzo  le  gioje  ,  e  gli 
tìri  che  le  adornavano,  e  io  proporziona-" 
ta  distanza  parecchie  altre  ,  che  per  is- 
fuggir  l'ozio,  si  applicano  a  varj  lavori . 
D'  intorno  alla  Chiesa  vi  sono  alcune 
pitture  del  Neydlingher,    e    dell'Enzo» 

Ansesso  alla  Chiesa  è  un  Conservato- 
rio ,  o  sia  Spedale  ,  in  cui  si  ricoverano 
alcune    povere   Femmine    di    pericolante 


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S  E  S  T  .4.  245 

mesta.    Volgendo  alquanto    a  sinistra  si 
ede  la  Chiesa  di 

S.  SEBASTIANO,  col  Convento  de 
'adri  Eremiti  di  s.  Girolamo,  detti  Gf» 
ommì?2Ì ,  i  qunii  vivono  sotto  la  Regola 
iel  B.  Pietro  Gambacorta  di  Pisa  ,  Tras- 
5  questo  luogo  la  sua  origine  da  alcuni 
ompagni  del  B.  Pietro,  ai  quali  una 
Gentildonna  della  famiglia  Trevisan  do- 
ò  il  fondo  per  fibbricars  un' ospizio  in- 
orno gli  anni  1391.  Co 'T< t'aerate  poi  moì- 
s  vicine  Case,  io  accrebbero  in  modo 
-i  poter  innalzare  un©  spazioso  Monaste- 
o,  e  una  non  piceiola  Chiesa.  Ma  gua- 
tata dal  tempo  la  prima  ,  fu  rifabbricata 
uclla,  che  al  presente  si  vede  negli  anni 

506.  colTarchitettura  di  S;b;istiano  Ser^ 
io;  e  il  Santovìno  vi  aggiunse  poi  la  fac- 
:jata  .    *  ' 

Ella  è  arriechita  di  preziose  pitture  , 
issando  quasi  tutta  ornata  dal  pennello 
U  Paolo  Calliari.   Il  so^Stto  della  Chiesa 

©pera  sua,  avendo  prina  in  età  di  an, 
ili  venticinque  dipmto  quello  della.  Sa- 
crestia. Vi  dip.'nse  p«re  a  fresco  la  ¥oI- 
a  della  Cappella  maggiore  rifitta  ,  non 
*nolti  anni  sono  da  Sebastiano  Ricci  ,  es 
endosi  coli' andare  del  teoipo  interam^n^ 
■e  perduta.  La  Tav-ola  dell' Aitar  mag - 
ji0;e  ,  quelle  ch-e  vi  sen3  aliati  j-Upor- 
X  3  teì^ 


Olii 


^46         G  I  0  K1<1  ^  T  U 

telU  dell'Organo  dentro  e  fuori,  lesto 

riette  che  sono  nsl  pulpito,  e  intorno  alici' 

sepolcro  di  Lorenzo  Donato  :  nelle  Cap- ni. 

pelle  minori ,  Cri5to  al  Giordano ,  e  Cro*  h\ 

cifisso  ,  e  una  piccola  Tela  sopra  una  tra*  !ctt 

ve  delia  Cappella   di    s.    Girolamo ,    con  Btn 

Nostra  Donna  ed  una  Santa,  e  col  ritrat- Cni 

to  di  un  Frate  ^  sono  tutte  opere    eccel-  nti 

Jenti  di  Paolo ,  alle  quali  si  deve  aggiiu  Loì; 

gnere  il  gran  Quadro  eh* è    nel    Refetto»  hiìd 

rio  di  questi  medesimi  Padri  ;  dipinto  nel  Jti 

J57©.  in  cui  si  scoprono  tutte  le    bellei-    C 

Zi  di  «ì  valente  pennello.  Né  dobbiamo  dii 

lasciare  inosservato  un  Quadretto  con    s.    \i 

Girolamo    neir  Eremo  ,    che    è    sopra    \%  ì\) 

porta  di  un  Oratorio    vicino   alla   Sagre*  For( 

Stia  ,  dello  stesso  eccellente    pittore  ,   il  ave 

quale  giace  sepolto  in  questa    Chiesa;    e  ili 

sopra  la  pietra  che  chiude  tJe    sue    ossa,  \ti 

Jeggesi  queit' Iscrisione  .^        ^  Cà? 

*Pao/o  Callìarì  Veromn.  V'iBorì  ce  Uberrimo  ne, 

J/7;7  hr>  Bexediólus  frater  pfeinpss .       Livi 

£t  sibi  posterìsque  .  di  1 

Dscessit  XIL  KaL  Majì    MùlXXXVllU  les 

Allato  dell'Organo  vi  è  ia     sua    effigie,   Sani 

lavoro  di  Matteo  Carneri ,  con  Ja  seguen»   iute 

\%  Iscrizione  ;  mar 

Vuolo  Callictrio  P^eronen*  TìBori  Viti 

lsl^atur<ff  yEmuIo ,  ^rtis  miracuh  l 

Sup:rstit&  Frathi  fama  viéluro.        iij 

OI- 


/ 


S  £  S  T  ^,  247    ' 

Oltre  le  accortnate  pitture,  ve  ne  sono 
u  Andrea  Schiavone  ,  di  Battista  Vero- 
ia  5  del  Palma  giovine,  del  Vicentino, 
icl  Bonifacio  ,  del  Tintoretto  ,  ài  Car- 
etto  figliuolo  di  Paolo,  del  Rizzi,  del 
^encovich  j  deli'ingoli;  e  nella  Cappella 
Clrasso  ve  ne  ha  una  di  Tiziano  .  La  Cen» 
l^ersionc  di  s.  Paolo  nella  Cappella  dei 
Lolini ,  fatta  a  Musaico  ,  fu  opera  di  Ar. 
Tiinio  Zuccate ,  valeote  Maestro  in  quel- 
ita professione  . 

i  Qui  si  venera  una  Spina  della  Corent 
fli  Nostro  Signore  . 

;  In  questa  Chiesa  vi  sono  le  Mamorie 
ili  Niccolò  Crasso,  che  prima  applicò  al 
"oro  ,  indi  alla  Navigazione,  in  cui 
4Vendo  perduta  ogni  sua  facoltà  ,  ritornò. 
ni  Foro  i  di  Melio  da  Cortona  ,  Genera* 
e  d'Infontcria  della  Repubblica,  in  una 
-appella  ov' è  la  statua  di  Maria  Vergi, 
Ile,  fatta  da  Tommaso  Lombardo:  di 
;^ivio  Podacataro  di  Cipro  ,  Arcivescovo 
ii  Leucosia  ,  celebrato  dal   Bcazianonel- 

Ic  sue  Poesie  volgari:  ne  fu  architetto  il 
lansoviBo  ;  di  Marcantonio  Grimani  Se* 
latort ,  nella  cui  Cappella  la  Tavola  di 
narmo  è  scolpita  dal  famoso  Alessandro 
/ittaria:  e  di  alcuni  altri. 

Dopo  un  breve  cammino  alla  sinistra 
il  s.  Sebastiano,  la  Chiesa  che  prifiia  |' 
ÌEContra  ha  per  Titolare 


5,4^        G  I  0  K'H  ^  T  ^ 

L'ANGIOLO  RAFFAELLO,  Parrcc 
chia  di  Preti  antichissima ,  e  forse  lase-U? 
conda  dop®  qiieìla  di  s.  Jacopo  di  Rial- i  a 
to .  Negli  anni  itoS,  rimase  consumata  [ipc 
dal  fuoco,  ma  fu  in  brieve  rifabbricata. 
Fu  poi  rinnovata  Tanno  léiS.  sotto  il 
Doge  Giovanni  Bsmbo  ,  nella  maniera  in 
cai  si  vede  al  presente,  con  nove  AIta-|5,  f 
ri  di  marmo  vagamente  disposti.  Lafac, 
ciata  è  ornata  con  pilastri  ,  coraieioni ,  ^;;,f 
e  statue  . 

Le  pitture  sono  delTAliense,  del   Bo*  , 
nifacio  ,  del  Palma  giovine  ,  di  Luigi  Ben. 
fatto,  e  di  Giuseppe  Salviati.  ' 

All'incontro  della  Chiesa  v'ha  un  pìc- 
colo Monistero  ,  ma  senza  Clausura,  in 
cui  vivono  alcune  Monache  Pinzochere, 
sotto  la  Regola  dì  s.  Francesco  d*  Assisi 
Ih  poca  distanza  si  scorge  la  Chiesa  di 
s.  Basilio,  detto  dal  volgo 

S.  BASEGIO,  Parrocchia  di  Preti", 
eretta  negli  anni  905.  dalla  famiglia  Nlo^ji 
lina.  Arse  nel  1106.,  e  £a  fabbiicara . 
Essendo  poi  caduta  per  un  Terremoto  nel 
134-7.  fu  in  miglior  forma  ristabilita.  Si 
vede  adorna  di  pitture  di  Pietro  Mera  , 
di  Marco  Vecellio,  di  Antonio  Gamba- 
rato,  di  Luigi  Vivarino,  dell'Angeli. 

Q_uivi  riposa  il  Corpo  di  s.  C:stanz« 
Anconitano  trasportato  d' Ancona  ,  di  cui 

parla 


S  E  S  T  ^ ,  149 

'•'*  la  s.  Gregorio  Papa  nel  primo  de'suoi 
•^  aloghi  al  cap.  5.,  e  quello  del  B.  Pis« 
'•'  Acotanto  Nobile  Veneziano.  Vi  so* 
''^inoltre  Reliquie  di  s.  Filbpo  Aposto= 
•'  ,  (li  s.  B:^siIio,  di  s.  E:;rto!omm^o  » 
'reo  lontana  da  questa  Chiesa  è  quel- 
la ;di 

•M.  NICCOLO',    Parrocchia    di  Preti  j, 

^^^'ta  di  Berso  Puro  dal  Dandolo,  e  de; 

'^'ì  \?idhoìi  dal  Sansovino  ;    il  quale    dice, 

:!ì  fu  eretta  da' Zancaruoli .  Anche  que- 

arse  negli  anni   1106.    nel    fatale    in- 

idio,    che    devastò   miseramente    gram 

te  della  Città,    Riedificata    più  volte 

iene  ancora  la  forma  antica;    solo    vi 

ì\'\  considerabile  la  Cappella  del  SS*  ài 

ente  erezione  ricca  di  marmi  ,  e  varp 

iciiamenti.  Fra  le  pitture  che    Tadorna'.. 

rimeritano  osservazione    alcuni    Quadri 

(  AndreaS-hiavone  ,  di  Carletto  figli'uo- 

di  Paolo  di  Paolo  Veronesi  ,  di  Luigi 

ifatto,  del  Montemezzano  3  del  Palma 

>v-inc  ,  del  Corona  ,  di  Andrea  Vicen- 

o ,  e  dei  Malombra  . 

/i   riposa  il  Corpo  di  s.  Nitheta  Mvir- 

5 .  I  contorni    di    questa    Chiesa    sono 

tanti  da  Pescatori  ,    che    si    chiamano 

^ccolottì  ,  ed  avevano  un  Capo  da  essi  e- 

■5]'to,  detto  volgarmente  Doge  dei  l'^iC' 

'■^i  Itti»  (Questi  in  akuns  funzioni  compa, 

ri- 


■■) 


riva  vestito  di  un  abito  partìco/are  .  Dijijii 
s.  Niccolò  si  passa  eoa  poco  viaggio  al Ip 
Chiesa,  e  al  iMonistcro  di  Monache  A  ^i 
ftiaiane  ,  Sotto  il  nome  à]  Ik^ì 

S.  MARTA.  Qiiesta  fu  edificata  dallij^; 
faiiiglia  de*  Salomoni,  la  quale  tuttaviuit; 
conserva  h  memoria  delia  pia  istituzic  ur: 
n?  ;  poiché  ciascuna  Badessa  nella  iiSiji 
nuova  elezione  è  solita  di  mandare  i  Hari 
più  vecchio  della  detta  famiglia  una^doij 
5 a  di  seta  .  |jsi 

La  Chiesa  è  stata  riedificata  in  gra 
parte,  con  s^tte  Altari  tutti  ricchi  ^i 
scelti  marmi  ;  e  vedesi  adorna  di  mol 
buone  pitture,  de*  Vivarini ,  di  Leand 
Bassano  ,  delia  Scuola  di  Paolp  ,  de!  Fi 
letti,  d§l  Montemezzan© ,  di  Matteo  li 
goli  ,  di  Antonio  Zanchi  ,  di  Santo  Pia 
^i  ,  del  Cav.  Bambini,  e  del  Ricchi, 
^o.ìitto  tutto  è  ©pera  del  Lambransi  . 

Fra  le  Reliquie  ve  ne  ha  di  $.  Ag 
pito ,  e  di  s.  Marta  o 

Ritornando  in  dietro  ,  ci  *$ì  prcfen 
la.  Chiesa  ,  e  [il  Monistero  di  Monaci 
«Carmelitane  di  s.  Teresa  ,  dette  p^-rc 
<dal  volgo 

LE. TERESE.    Queste  ebbero    princ 
pio  negli  anni   1645.  avendo  ottenuta 
permissione    dalT Eccellentissimo    Senat 
d' introdurre  in  questa  Città  l' Ordine  r   |,jj, 


Vi 

10, 

hi 
s, 

Stv'l 

ere! 


m 
m 

!l5l 


S  E  S  T  ^,  i$x 

igiofo  di  s.  Teresa  Carmelitana  j  prof-T- 
ato da  femmina*  Questo  luogo  era  pr- 
■^Wna.  abitato  da' Riformati  di  s.  Francesca, 
I  quale  fu  poi  da  queste  Reli.^iose  n-! 
667,  ingrandito,  «  ridotta  la  Chiesa  e 


iil'one,  e  del  Zancbi  ;  quella  poi  eh-    vc 

lesi  sopra  il  pulpito  è  di  Paris  Bordon- • 
?f3      Vi  si  ritrovano  i  Corpi    de' Ss.    Anso  ^ 
;^io,  Valerio  1  e  Quirino  Martìri  j  e  quel- 
'0.  o  di  s.  Massima.  Non  molto  lungi  da  g. 
li- Teresa  s'incontra  la  Chiesa  consacrata  a 
F|    S.  MARIA  MAGGIORE,   e  il  Mo- 
■!lstero  di  Monache  Francescane  .    Circa 
l'erezione  di  eUssta  Chiesa  sta  inciso  in 
ana  colonna  di  essa  ,  chi  sene  cominciò 
a  fabbrica  negli  anni  1497- •'  Vrrnàpìu'n 
btnus  templi  fuìt  anno    i497«  E    sulla  se- 
poltura ^i  Alvise  Malipiero  si  legge  che 
Re  fu  egli  il  fondatore  :  ^ire  suo  a  for^» 
damsntis    extruendum     curavit  ;   essendo 
morto  40.  anni  do]io ,  che  si  è  dato  prin- 
cipio a  quest'edifizio ,    come  accenna    Ja 
Sua  Iscrizione*  Un  Francesco  Mocenigo  , 
Senatore,    e    Procuratore    di    s. -Marco , 
lasciò  che  vi  fosse  fatta  una  Cappella;  e 
Tomra?.so    Canale    Bergamasco    beneficò 
questo  luogo. 


25^        G  I  0  R'H  ^  T  ^ 

La  Chiesa  è  ampia  con  undeci  Altari  *'i^' 
ed  è  ornata  di  belle  pitture  di  Gian  Bel 
lino  ,  di  Francesco  Alberti  ,   o  piuttostc 


colta  i 

Neil 


eleva  il  famosissimo  Quadro  delT  Arca  dS'^J 
Noè,  di  Jacopo  Bassano  :  opera  copiosis-  J 


di  Battista  del.  More  ,  del  Palma,  e  de''*f 
Bonifacio  .  Suir  Aitar  maggiore  vi  è  ì^"'"! 
Assunta  di  Paolo  Veronese,  e  T Annuii' ''^'f 
ziata  è  del  Palma;  le  Tele  ai  lati  son(!^^^'" 
'  del  Tintoretto,  e  la  volta  della  Gappel-J^" 
la  Jel^  Foller.  Nella  Cappella  alla  sinl '''J^J 
stra  c'è  il  famoso  s.  Giambattista  di  TI p 
Eiano,  e  una  bella  T®la  del  Palma  vec;f^' 
chio.  Vi  sono  altre  Tavole  di  Matte(^J''^ 
Ponrone,  di  Jacopo  Pisbolica,  di  PoU'|^''^' 
doro,  del  Padoanino,  e  in  fine  vi  sive-"^^ 

sima,  e  squisitissima  in  genere  di  animaf  "^^ 
li;  ma  questo  derubato  ultimamente,  «,^'^'1 
poi  ricuperato  al  presente  si. conserva  nel'- 
Palazzo  Ducale  rìelTAntisecreta.  Par-''" 
tendo  di  qua  si  giugne  alla  Chiesa  dedi""^" 
cata  a  tutti  i  Santi  ,  detta  perciò  , 

OGNI  SANTI,  di  Monache  Benedet-f 
tinc.  Erano  quesCe  Reliajiose  nel  Mo-'' 
nastero  di  s.  Nargherita  diTorcello,*  f"f^|? 
esteH'r'o  l'aria  molto  cattiva  si  trasie^*"^'^ 
rono  li  24.  Marzo  dell'anno  i47*»  \"f 
quesio  luogo,  ©ve  fatti  nnovi  acquistili' 
successivamente  ridussero  la  Chiesa  ed  iltf|' 
Monastero  a'  quella  magnificenza  che  orali- 
si     :1 


i  vede.  Papa  Sisto  IV.  gli  diede  la    fa« 
;o]tà  di   recitare  l'Offizio  Benedettino. 

Nella  Chiesa  sette  sono  gli    Altari  i  e 
[ra  questi  il  maggiore  ha  la  Tavola    con 
Ulti   i  Santi  dipinta  da    Paolo    Galliari; 
i  cui  pure  sono  la  portella    del    Taber- 
acolo  ,    e  quelle  al  di  dentro  ,    e    al  di 
ùori    dell'   Organo.    Le    altre    sono    dei 
s;,palnia  giovine,  del  Gav.  Liberi,  di  An- 
il|lrea  Vicentino,  di  Jacopo    Alberelli    aL 

vo  del  Palma  5  di  Pietro  Vecchia  j  ài 
Giuseppe  Enzo,  di  Pietro  Ricchi,  del 
Z^v.  Ridolfi  ,  e  di  Agostino  Littsrini  « 
1  soffitto  della  Cappella  vicina  alla  Sa« 
[restia  è  dei   Pellegrini. 

Vi  si  venerano  i  Corpi  di  s.  Maur'zio, 

di  s.  Demetiia.  Seguendo  il  cammino 
empre  a  sinistra,  si  truova  la  Chiesa  de» 
icata  ai  Ss.  Gervasio  e  Protasio,  Mar- 
iri  di  Mi'ano  ,  decapitati  nella  perseci!- 
ione  òì  N.rone  ,  detta  corrottamente 

S,  TROVASO,  Parrocchia  di  Preti. 
)uesta  è  una  fabbrica  molto  antica  ,  la 
ui  riedificazione  dal  Sansovino  si  nfsri, 
ce  all'anno  1028.  per  opera  delle  Fa, 
liglie  Barbariga  e  Caravella  :  ma  àìy^m 
;Uta  un  altra  volta  rovinosa  ,  fu  riedifi- 
jata  liei  •503.  in  forma  assai  eleg^tnte 
al  disegno  dei  Palladio,  con  dodeci  Al» 
ri. 

Y  Le 


Le  Tele  che  l'adornano,  sono  d!  Pie 
tro  Malombra,  del  Palma  giovine  ,  di  fa  " 
copò ,    e  di  Dora.  Tintoratto  ,  del  M;.: 
zoni  ,  di  Giovami   Bjllim,  di   BcmarJi: 
no  Prudenti,    che  ha  copiato    un    Cis'j? 
ftlla  colonna,  di  Tiziano,  di  SJ^occo  rsTarf 
coni,  di   Luigi  Benfatto  ,  di  Rosalba  Cair 
riera,  di  Girolamo  Pellegrini,    del    K 
soni  ,    del   Lazarini  ,    Nella  Tavola    su 
Aitar  delia  Cappella    Molina,    vi    è    i 
Santo  di  quella  famiglia. 

In  qaesta  Chiesa  riposano  i  Corpi    dil-'- 
Ss.  Epifanio  e  Gnsogono  Martiri.  [■; 

Q^uivi  giace  il  fim oso  Jacopo  da  Rivai' - 
Capitano  delle  Navi  ,  che  neL  1649-  - 
rortò  valorosamente  contra  i  Turchi 
r vendo  riportato  segnalata  vittoria  a!. 
Fnchie  .  Nel  recìnto  di  questa  Parrò  : 
chia  in  un  luogo  detto  Borgo  j,  Trovn 
si  vede  la  novissima  Chiesa  con  Mon 
stero  di  Monache  dette 

L*  FREMITE  di  s.  Trovaso  trasferi 
in. questo  luogo  da  s.  Marcuola  al  pr; 
cipio  dei  secolo  :  tanto  U  Chiesa  ,  eh- 
Monistero  è  sul  modello  del  Lambranz 
con  tre  Aitasi  di  fini  marmi.  Qu'  l'ip 
sano  i  Corpi  ds' Ss.  Agapito  M. ,  Basii 
M.  ,  Benedette  M.  ,  e  FilotnetoM.  tra; 
ti  da'Cimitsrj  di  Roma.  Vi  giace  pi 
anche  i.1  Corpo  della    Serenissima    Latu 

Cor- 


S  E  S  T  ^.  255 

C  rner  moglie  del  Doge  Giovanni ,    che 

f'ie  terminai*  i  suoi    giorni    saatamente 

^^  questo  luogo  ,  ove  inori  nel   1729.    La 

ii^iiisa  è  dedicata  ai  Santissimi  Nomi  di 

f  ;:^  ,  Maria  i  e  Giuseppe  Oltrepassando 

Chiesa  di  s.  Trovaso  in  poca  distanza 

:gl]a  di  X.  Maria  della  Canta  uffizià- 

ia'Ganonici  Lateranesi  ietta 

i.A   CARITÀ'.    (Questa  fu    eretta    da 

1  arco  Giuliani  sotto  il  Principato  di  Do- 

i^nico  Michele,  negli  anni   mp.  luogo 

«lebre  per  la  -consecrazione  che  di  qu^;- 

i|i  Chiesa    fece    ?p.    Alessandro    HI.    V 

no   1177.  con  elargizione  di    molte   Iry- 

jgenze  per  l'acquisto  delle  quali  il  Se» 

nissimo  Principe  Goilegìainiente  si  por- 

va  a  visitarla  ogn'anno  nei  ùi  3.  di  A^ 

ile. 

Questa  Chiesa  conserva  ancora  Tini* 
agine  di  grande  antichità.  Tr-dici  so-» 
►  gli  Altari,  tra  i  quali  distingut;sì 
iello  di  s.  Giorgio,  per  la  Tavola  eli 
armo  ,  e  per  le  hzW^  colonne  che  *  lo 
[ornano.  Di  rincontro  appare  la  Ca;'- 
Ila  magnifica  di  $.  Salvatore  ,  ricca  .ÙL 
►rfidi  e  Serpentini  J  ove  si  vede  unGri« 
J  di  br^zo  di  buona  mano.  Riguar- 
vole  pure  è  il  Coro  i  lavorato"  da  Ale^^-» 
Bdro  Brigajo  . 

^i  vcggoao  in  questa  Chiesa  molte  pri;-» 
Y  z      '   '  zio- 


3,' 

ìih 

egnò 
0  ffl 


iiezia 


iVj 


Vro 


156       ciQKn^^^r.i  ^,„j, 

xiose   pitture,    de*  Vivarini  s    ài    Vicenzlilio 
Gateni  ,  del  Conegliano  ,  della  ScuoLìd 
Tiziano  ,  di  Vittore  Carpaccio  ,  e  di  Gar 
letto  Galliari  ;  ma  sopra  tutto  la  TavoI4 
col  risorgimento  di  Lazzaro,    opera  sin 
golare  di  Leandro  Bassano .    Nel    Rcfi.>t| 
torio  di  questi  Canonici  vi    ha    un    Q^ua-uj', 
dro  di    Antonio    Zecchini  ,    opera    dellcjj|[ 
belle  di  questo  Autore.  H 

Vi  si    venera  il  Corpo    di    s.    Anìano  ,,fin,. 
che  succedette  a  s.  Marco  in  Alessandria 
con  molte  altre  Reliquie  •• 

Varie  sono  le    memorie    di    personaggi 
illustri,  le  cui  ossa    quivi    riposano.    Vi 
giacciono  due  Dogi  Barbarlghi  fratelli  ,  \l 
sec'olcri  dei  quali  occupano  tre  Volti,  c^j^fi 
vi  si  vedono  tre    belle    statue    in    pie^i.ij^^ 
N;:\  Vito  di  mezzo  vi  è  un  Altare  ^  al-  ^'^ 
la  cui  destra  è  situata  la  statua  di    mar-j^j^^ 
mo  di  uno  de' Dogi    ia    ginocchioni,    ed^Q 
alia  sin'stra  quella    dell'altro.    Sottto  iltj .^ 
pr  mo  Volto  vi  è  il    sepolcro    del    Doge 
Marco  che  visse  soli  nove  mesi  ;  e  raori 
nel  I486.  Sotto  il  terzo  Volto    giace    il 
fratello  successore,  che  visse  anni  15.,  e 
morì    Tanno  1501.  Nell'uno  e  nel    altro 
vi  è, la  statua  del  Doge  distesa  ^   e  sotto 
iuaga  Iscrizione  .  , 

/Di    rincontro    al    Mausoleo    dei    Dogi  ,  J 
B,4rbarighi,  vi  è  quello    del    Doge    Nic« 

colò 


S  E  S  T  ^.  ^57 

olò  da  Ponte  ,  Dottore  ,  che  fu  Usi  Cpn- 
ilìo  di  Trento  Legiito  per  la  Repubbli- 
la  ,  ove  dimostrò  la  sua  rara    prudenza  , 

il  suo  gran  seno.  Egli  ascese  al  Prin- 
ipato  nel  157S.  in  età  di  anni  87.,  e  ne 
jgnò  altri  sette  e  quattro  mesi ,  essen- 
o  morto  in  età  di  94.  anni  .  Architetto 
le  fu  Vincenzo  Scamozzi  ,  ma  il  busto 
lei  Doge  è  di  Alessandro  Vittoria  . 

Il  Monistero  di  qBesti  Canonici    fu    la 
f"^  [rima  opera  che  Palladio  facesse  in  Ve- 
iezia  ;  ma  incendiatosi     in    parte ,    poca 
osa  ne  resta  . 

Nel  mezzo  della  Chiesa  vi  è  il  sepol- 
ro  de:fta  Famiglia  Rossi  da  Parma  :  e 
i  giace  anche  Lazzero    Mocenigo,    che 

ori  combattendo  centra  i  Turchi  a*  Dar- 
anelli  nel   1657.  " 

Nel  primo  Chiostro  vi  è  il  sepolcro  dì 
Jriamonte  ,  celebre  Capitano  .  Vicina  al- 
a  Chiesa  è  la  Scuola  Grande  di  santa 
diaria  della  Carità,  detta  la 

SCUOLA  DELLA  CARITÀ',  la  pri- 
na  che  sia  stata  istituita  in  questa  Cit- 
ri  ,  come  dicemmo  altrove.  Ò,uivi  si  ve» 
..;  il  ritratto  del  Cardinale  Bessarione , 
enza  l'ornamento  d|lla  sagra  Porpora, 
;on  un  Cappuccio  nero,  come  usano  di 
■.ovx.2.rQ  i  Monaci  Basiliani  .  Egli  donò  a 
iVwSta  Confraternita  parte  àz\  Legno  deh 
Y  3  la 


258  G  I  O  K  Ji  .A  T  ^ 
la  Santa  CroCs  ,  della  Toiaaca  dì  Nòstra 
Signore,  e  molte  altre  Reliquie  preziosa; 
e  venerabili  ,  di  che  si  ved^  sotto  il  suo 
ritratto  una  rvlemona  ;  fra  lequali  ènioU 
to  stimata  per  la  sua  antich  tà  ,  e  per  is 
sue  iscrizioni  una  insigne  Tayela  Greca, 
la  quale  pecchi  anni  fa  fu  illustrata  con 
asrai  dotta  ed  erudita  dissertazione  dall' 
Abh,  Giambattista  Schioppalalb-i ,  e  pub- 
blicata colie  stampe  di  Modesto  Fenzo  . 

La  fabbrica  nello  stato  in  cui  si  truo^ 
va  al  presenta'  ,  fa  cominciata  negli  anni 
S3H'  n--l  mese  di  Aprile,  e  terminata 
nel  mese  di  Gennajo  1347.,  come  appa- 
re di  una  antica  Iscrizione,  scritta  in 
lingua  Viniziana  con  caratteri  Gotici  ,  e 
collocata  sopra^la  porta  di  questa  Scuo- 
la, leggesi  in  essa:  ,,  Al  nome  di  Dio 
j,  eterno,. e  della  B*ada  Vergine,  in  T 
,,  anno,  della  Incarnation.  d^l  Nostro.-, 
^,  Signor.  Mixer  Gesù  Ghristo.  MCCG* 
„  XLVIL  adi  XXV,  de  Zener.  io  di 
5',  della  Gonversion  de  s.  Polo,  cerca  ora. 
„  de  Bespero.  f».  gra  teraoioto.  in  Ve- 
„  nexia.  e  quasi  per  tatto  el  mondo,  e 
3,  caze.  molte  cinque  de  Gampanili.  « 
„  case,  e  camini.  eJaGlesia  de  s.  ISase* 
;,  jo.  e  fo.  sì  gran  spavento,  che  quasi. 
5>  tutta  la  zjnte.  pens.tVa.  de  morir,  e  no. 
5,  stc  la  Tera.  de  tremar,  cerca  di    XL. 

i3  e 


S  U  S  T  ^i ,  259 

e    può    driedo.    qujsto.    cornenza.    ana 
gran  mortalitad.  e  moria  la  sente,  de 
diverse  maiattie.    e    nasion.    e    aiguni. 
spudava  sangue,  per  la  bocca,  e    a    ai- 
guni vegniva  glauduXi.  sotto  li  scaii.  e 
ai  mescne,  e  algani.    vegnia.    lo    iwaX, 
del  carbon  per  ie  guaine,  e  pareva,  che 
questo,  mal.  se   piase.  Tua    dall'altro. 
2oè  li  san  ^alT  infermi.  Et  era  laseri- 
te.  in  tanto,  spavento,  che  eì  pare,  no 
voleva  andar  dal  fio.  ne  el  fio  dal    fa- 
re.   Durò,    questa,    mortalitads.    cerca 
mexi  VI.  e  Si  S€  dixeva.  comunemente, 
che  el  jera  luort».  una  delJe  ào    parte 
della  zente  dg  Venexia.  E    in    questo 
tempo  se  trova  esser  yarJiaa  de    que- 
sta Scola.  M«;xieri   Piero  Trevisan.    de 
Barbarla,  e  el  vie.  cerca    M.  xi    II.     e 
morì  elo  quondam;    e  cerca  ài^Y.^    di 
soi  compagni,  e  co    più   de    CGG.    ds 
queli  de  questa  Scoia,  e    io    la    Scoia. 
in  gran  derotta,   e    può.    adi    XX.    de 
Zugno.  fo  fatto.   Varàian.  P^/lixier  /aco- 
mo  Bon.    dalla    Zudecca.    Ancora,    iti 
questo,  anno.  ave.  li  Fedeli  Chnstiani. 
una  grandissima  grazia,  da  Mixirx-.  lo 
Papa,  che  in  zascaduna    parte,    che    li 
morìa  contriti,  de  li  soi  pecadi.  dal  di 
de  la  Asension.  de  Christo.  in  fin.    al 
di   de  3anta.    Maria    Ivladalena.    senxa 

33  pena 


i6o  G  I  0  H'K^  T  ^ 
„  pena  andase.  alla  gtóm  de  Vita.  Eter- 
„  na.  a  la  qual.  fin.  ne  cotìduga.  Io  oni- 
j,  potente  Dio.  Pare,  e  Fioi.  e  Spìrito 
5,  Sanilo.  Io  qual  vive,  e  regima,  in  secu, 
5,  la.  seculorum.  Amen.,,  Vedlesi  però  la 
SHcìdétta  Scuola  in  questi  ultimi  anni  ab- 
bellita internamente  con  pitture  ed  orna- 
ti,  ed  è  terminata  la  facciata  tutta  di 
marmo  di  bella  Architettura  di  Bernar- 
dino Macaruzzi  . 

Tra  le  pitture  adunque  di  cui  questa 
Scuola  va  adorna  ,  merita  attenzione  il 
bel  Q^uadro  posto  non  ha  molto  sopra  la 
porta  m.ig§iore  di  Alessandro  Varottari 
detto  il  Padoanino  rappresentante  le  Noz- 
ze di  Cana  ,  e  questo  era  per  T  avanti 
nei  Refettorio  del  Convento  di  s.  Gio: 
dì  Verdara  in  Padova,  ed  un  altro  sopra 
la  porta  di  una  Stanza  colla  B.  V.  che 
"va  al  Tempio  ,  ed  è  del  famoso  Tizia- 
no ;  le  altre  sono  di  Jacobello  del  Fio. 
re,  del  Cordella,  del  Fumiani  ,  del  Se- 
gala ,  del  Lazarini  ,  del  Balestra  ,  del 
Triva  ,  del  Marescbi ,  dell'Angeli,  del 
Guaranà  . 

Il  Soffitto  della  Scuola  è  curiosa  cosa 
a  vedersi»  Dicesi,  che  avendo  un  ct-rto 
Cherubino  Ottali  esibito  a' Confratelli  di 
ornarlo  nobilmente  a  proprie  spesj  ,  pur- 
ché gli  Usciassero  pone  il  dì  lui  nome^ 

fu 


S  E  S  T  ^,  i6i 

il  rigettato  il  progetto.  Che  però  essen- 
iosi  egli  ài  bel  nuovo  incaricata  del  la- 
oro  anclie  ssnza  quella  condizione ,  i 
Confratelli  accettarono  V  offerta .  Feca 
gli  pertanto  scolpire  gran  numero  di 
•herubini  forniti  di  otro  ale  per  ciaschs- 
uno  ,  acciò  senza  scrittura  alcuna  con- 
frvassero  a' posteri  la  memoria  del  suo 
ognome  .  E  questi  Cherubini  sì  veggono 
ncbe  al  presente  .  Poco  lontana  è  la 
])hiesa  de' Ss.  Vito  e  Modesto  dettavo!^ 
armente 

S.  VIO  ^  Parrocchia  di  Preti,  la  quale 
icesi  fabbricata  dalia  Famiglia  Magna 
egli  anni  917.  Ha  sette  Altari  ;  e  vi  si 
edono  pitture  di  Matteo  Ingoli  ,  di  Al- 
ise dal  Friso,  della  Scuola  di  Giovanni 
«eiiino,  della  Scuola  di  Paolo,  di  An- 
onio  Zanchi  ,  e  di  Girolamo  Brusaferro  • 

Non  è  Collegiata  come  le  altre  ,  aven- 
o  solo  il  Pievano  senza  Colieggio  di 
^reti  titolati  . 

Vi  giace  il  Corpo  della  B.  Contessa 
"agliapietra  ,  Nobile  Veneziano  con  que- 
ta  Iscrizione  posta  sópra  la  Cassa  che 
o  racchiude:  MCGCXII.  morì  la  B, 
^ontessa  fia  de  Mix  ter  'l>liccofò  Tctgiìapie^ 
ra  5  e  de  Madtmm  Lena  Taglìapietra  so 
Aare  »  Qui  pure  è  sepolta  la  celebre  Pit* 
rice  Kosalba    Carriera  ^   che    in   questa 


262        G  I  O  RT^  ^  T  a 

Secolo  rese  immortale  ii  suo  nome  ,  prU 
ma  colle  bellissime  sue  pitture  a  iDina- 
tura  ,  e  poi  con  quelle  fatte  a  pastelli  : 
e  vi  sono  Reliquie  ài  s.  Paolo,  e  de' Ss. 
Titolari  Vito  e  Modesto.  Proseguendo 
il  cammino  piti  retto  presentasi  la  Chie- 
sa di 

S.  GREGORIO.  Parrocchia  di  Preti  , 
cretto  dalla  Famiglia  Pasquasa  ,  ma  igno- 
to è  il  tempo  della  sua  fondazione  .  Que. 
Sta  fu  la  prima  di  Monaci  sotto  la  dire- 
zione di  un  Abbate  ;  indi  passata  in  Com- 
menda venia  conf:^rlta  dal  Papa;  ma  ul- 
timamente per  Pubblica  previdenza  estin- 
to il  titolo  Abaziale  fu  istituita  quelo  di 
Pievano  con  un  Capitolo  alla  guisa  delle 
altre  Parrocchie  .  Il  primo  Abbate  di 
questa  Chiesa  fu  Bartolommao  Paruta  in- 
vestito da  Papa  Calisto  III. 

Ha  sette  Altari  colle  Tavole  dipinte 
dal  Tintoretto  ,  dal  Renieri ,  da  Pietro 
Ricchi  ,  dalla  Scuola  del  Vivarini ,  dal 
Foler  ,  dall'Aliense,  dal  Cav,  Bambini, 
e  dal  Vicentino  . 

Anche  qui  si  vede  una  Memoria  di 
Marcantonio  Sragadino  ,  che  fu  scortica- 
to dai  Turchi  per  aver  difesa  valorosa- 
mente Famagosta  ^  essendo?!  m  tal  luogo 
le  sue  ossa;  e  nella  Chiesa  dei  Santi 
Giovanni  e  Paolo  c'è  un  onorevole    Ce- 

no« 


^  L  s  r  J.,  léf 

notafio  eretto  a  perpetua  gloria  di    Ero.e 
3sì   illustre*   In  poca  distanza  da  s.    Gre- 
gorio ,  e  è  lo 

SPEDALE  DEI  CATECUMENI,  in 
cui  sì  ricevono  gl'Infedeli,    che    deside- 
rano   di    essere    istruiti    nella    Reiigions 
Cristiana.  Sono  a  tal  fine   diritti  da  per- 
Sina  dì   probità  e    dottrina,    assistiti    à\ 
t'tio  il    necessario   alla    vita,    governati 
^da  Signori   pii  e  religiosi,    e    finalmente 
5  irnp-.egati  in  qualche  professione,  adatta- 
^ta  alìi  capacità,  e  al  talento  di  ciasche- 
duno . 

Questo  pio  luogo  venne  eretto  dopo  il 
Secolo  XVI.  La  Chiesa  ha  tre  Altari 
elegantemente  adornati  con  Tavole  di 
Leandro  Bassano  ,  e  di  Jacopo  Petrelli  . 
Il  Soflìtto  è  della  maniera  del  Palma  . 
Pochi  passi  lontana  dallo  Spedale  de' Ca- 
tecumeni è  la  Chiesa  di 

S,  MARIA  DELLA  SALUTE  j  uffi- 
ziata  da'  Chierici  della  Congregazione 
Somasca  .  Circa  1  origine  della  sua  ere- 
2 ione  convien  sapere  ,  che  negli  anni 
1630.  essendo  questa  Città  desolata  per 
la  strage  che  cagionavi!  la  peste,  il  Se- 
nato fece  voto  di  fabbricare  un  Tempi» 
ad  onore  di  s.  Marta  della  Salute  .  II 
perchè  nell'anno  seguente  1631^  ai  15. 
di  Marzo  j  dopo  celebrata  la  santa  Mes- 
sa, 


'  -264      Gioiui^r^^       , 

sa,  fu  gittata  dal  Principe  Niccolò  Coa"  i^^i 
tarini    insieme    col     Patriarca     Giovanni     ■ 
Tiepolo  ,    ia    prima    pietra    nelle    fonda  _ 
inenta    con    alcune    Medaglie    d'oro,    dj 
argento,  e  di  altro  metallo.  Fu  scelto  '< 
dar    principio  a  questa    gran    Fabbrica  i.  j' 
giono  dedicato  ali*  Annunziasione  di  No 
stra  Signora,  perchè  in  questo  medesime 
giorno  ebbe  il  suo  cominciamento  la  Cit- 
ta  .  Quindi  e,  che  si  legge  questo  motto  .| 
XJnde  origo  y  ibi  sctlus  »  163 1. 

Questo  gran  Tempio  è  fatto  sul  mo 
delio  dell'Architetto  Baldissera  Longhe 
na  Veneziano  5  con  spesa  degna  dei  Prin, 
cipe  .  Vi  si  ascende  per  una  Scalinata  di 
marmo  di  quindici  gradini  ,  che  corris-J 
ponde  alla  facciata  principale»  e  gira  in 
torno  ad  altre  due  facciate  minori  ch( 
r  adornano  al  di  fuori.  Le  suddette  fac< 
ciate  sono  tutte  di  marmo,  e  !a  princi- 
p:vle  viene  formata  da  quattro  colonne  di 
ordine  composito.  Nello  spazio  di  mez- 
zo vi  sono  d'ambì  i  lati  due  nicchie  1 
una  sopra  l'altra  divise  da  una  cornice 
adornata  di  festosi  e  di  altri  lavori ,  il 
tutro  di  vago  e  diligente  intaglio.  La 
porta  maggiore  è  fatta  a  volto,  con  due 
Statue  ch«  rappresentano  due  Sibille  es 
tcS2  negli  angoli  dallo  stesso  volto  for 
mari.  Le  altre  due  facciate  minori  songl^^ 


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!^  E  S  T  \A.  ^^<. 

1^1  'àmbi  i  Iati  della  già  descritta,  anche 
5se  fregiate  di  bellissimi  ornamenti,  e 
gure  ài  marmo  .  Vi  si  numerano  trs 
entro  e  fuori  più  di  125.  Statue  di  mar- 
10  . 

L'interiore  della  Chiesa  è  di  forma 
ircolare,  trattone  quella  parte  ,  che  con-i- 
rende  l'Aitar  maggiore  €d  il  Coro  .  tn 
lezro  alla  medesima  S'innalza  una  Gu-- 
bla,  o  sia  Rotonca  ottangolare,  soste- 
uta  da  otto  colonne  alte  piedi  trenta, 
on  i  loro  pJedestali  alti  piedi  dieci  ,  e 
5  basi,  e  i  capitelli  d'ordine  composita 
agamente  intagliati .  Sopra  le  mentova- 
J  colonne  va  girando  all'intorno  della 
upola  un  Gorniccione  composito  ador- 
ato di  balaustri  ,  e  di  otto  grandi  sta- 
ue  5  che  corrispondono  agli  angioli,  e 
i  capitelli  delle  stesse  colonne .  Sopra 
.  suddetto  Gorniccione  vi  è  una  eleva- 
ione  alta  trenta  piedi,  che  seguita  T^r» 
iae  ottangolare  ,  con  sedici    fìnestroni  , 

vien  terminata  da  un  altra  Cornice 
entellata  di  nuova  invenzione  .  Da  que- 
Ca  incomincia  la  gran  Cupo/a ,  che  ha 
sttantadue  piedi  di  diametro  ,  ecinquan- 
%  in  altezza  con  la  sua  Lanterna  alta 
ledi  trenta  . 

Tanto  la  Cupola  ,  quanto  il  rirnanente 
i  questo  magnifico    Tempio   san»    rico- 
Z  per» 


li£ 


perti  coi»  lastre  di  Piombo.  Nel  P'^^^ 
della  Chiesa  lastricato  a  disegno  ^\t>e|^fi^ 
lissimi  raarmii  e  che  circonda  la  giàdi^J 
scritta  Cupola,  vi  è  un'andito,  nel  q^^^' 
le  sono  situate  sei  Cappelle,  fatte  a  va'^,^ 
to  adornate  di  colonne,  e  pilastri  C|.,^5[ 
rintj  co' loro  Altari,  ciascuna  delle  qui^^^ 
Ji  corrisponde  ad  un  volto  della  medei; 
ma  Cupola  /  .j 

Il  volto  di  meZ&Q  Conc!uce  alla  ^^« 
pella.  dell'Aitar  maggiore,  che  è  di  i<* 
ma  semicircolare ,  e  di  bellissima  arcq. 
tettura  d'ordine  Corintio  e  Composito 
cen  sei  finestroni  per  parte  d'ordine  U 
tììco  e  Corintio  <  Nel  mezzo  di  essa  , 
posto  l'Altare  isolato  ,  di  marmo  di  Ca 
rara  3  con  rimessi  <  ed  ornati  di  rari  alt 
marmi,  e  bronzi  derati,  e  con  q^^*^^',;) 
colonne  Corintie  dello  stesso  marmo  ci 
sostengono  nn  Baldacchino  .  Aggiungor 
a»ir  Aitar  maggiore  l'ornamento  di  $ 
statue  al  naturale  di  fino  marmò ,  e  ' 
eccellente  lavoro.  Sopra  dì  esso  conse 
vasi  una  miracolosa  Immagine  di  Mar 
Vergine,  dipinta,  come  dicesi ,  da  s.  L 
ca ,  e  portata  da  Gandia  dal  Genera 
Morosini  che  viene  tenuta  in  grande  v^ 
nerazione.  Gli  altri  Altari  sono  eguaf 
mente  ricchi  di  marmi  e  dì  pitture  d 
Liberi ,  e  di  Viziano ,  che  sono  state  I 

vate 


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pj  S  E  S  T  ^.  267 

:,^:e  dalla  Chiesa  di  s.  Spirito;  del  Va^ 
..jjirari,  del  Prudenti,  del  Giordano;  ol- 
Ij  ,1  a  quelle,  che  sono  sparse  Is  Cappei- 
'j^ii  ,  dì  Antonio  Triva  .  lì  soffitte  della 
j  (<  ipola  è  di  Girolamo  Pellegrini.  Nella 
,J  grestia  ve  ne  sono  di  Tiziano ,  del  Va- 
]j.:  cari,  delSalvìati  ch*erano  as.  Spirito- 

è  la  Tela  del  Tintoretto  colle  Nozze 
Cana  Galilea,  ch'era  nel    Refettorio 

'  Padri  Grocif-ri  ;  e  nel  soffitto  vi  sono 

:uni  Quadri  di  Tiziano  tolti  da    detta 

hiesa   di  s.  Spirito  . 

All'Aitar  di  rincontro  a  quello    di   s. 

ntonio  da    Padova,    la    Tavola    con    s. 
reo  3  s.  Sebastiano  ed'altri  santi  è    di 

ziano  .  La  statua  poi  in  finissimo  mar- 

o  di  Carrara  rappresentante  s.    Girola- 

0  Mlatii  istitutor  dc'Somaschi  é    opera. 
Ila  di  Gìo:  Maria  Morlaiter  . 
Vi  si  conservano  i  Cerpi  de' Ss.    Cre- 

;eazione  ,  Fabiano,  e  Giusto  Mh/Ì,;  e 
e  una  insigne  Reliquia  di  s.  Antonio 
i  Padova  oltre  molte  altre  . 

1  Padri  Somaschi  hanno  eretta  per  lo- 
j  abitazione  una  bella  fibbrica  ,  che  cor- 
sponde  alla  magnificenza  del    Tempio  • 

lanno  essi  quivi  una  copiosa  e  nobile  Li- 

reria ,    arricchita  da    Niccolò    Bergonzi' 

>Jobile  Veneziano  di  buona    raccolta    di 

(iisegni  e  stampe  in  rame.  Fu  anche    di 

!  Z.  z  mola 


^6S         G  I  0  li  'X  AT  U 
molto  accresciuta  dal  P.    Pier    Caterino 
Zeno,  soggetto  illustre    di    questa    Gon- 
5  regazione  j  e  fratello  del    famoso    Apo- 
stolo Zeno.   Il  Padi-e  Niccolò    Petricelli 
operò  assai  a  benefìzio  di  essa  ^    e    dalla 
diligenza  e  buon  gusto  tanto    nelle    cosj 
letterarie,  come  in  quelle  à^i  architettu- 
ra àt\  P.  Francesco  Vecellio  ha  ricevuto 
l'ultimo  compimento  nel  materiale  à.t\\z 
^stanze,  e- nel    formale    de'Libri  .    Parte 
<ìella  facciata  del  Monastero  f  rma    così 
ridotta  a  suese  de' medesimi  PP-  la 

SCUOLA  DELLA  SANTISSIMA 
TRINITÀ'.  Questa  è  una  fabbrica  an- 
tica, la  quale  dicesi  fatta  per  opera  dei 
Cavalieri  Teutonici,  in  tempo  che  pas- 
savano per  Vinegia  come  scala  opportu- 
na per  andare  nella  Sorìa  ,  quando  c'era 
qualche  fervore  ne' Cristiani  per  l'acqui- 
sto di  Terra. Santa  :  cesoiata  poi  quella  oc- 
casione ,  coir  andare  del  tenrpo  restò  qua- 
si disfatto  ;  ma  fu  presto  ristaurata  dalla 
pubblica  pietà  i  ed  ora  serva  a  divote  per- 
sone ,  che  insegnano  s' giovanetti  i  fon- 
damenti principali  della  Dottrina  Cri- 
stiana . 

Ha  un  solo  Altare,  e  alcuni  Quadri 
del  Tintoretto,  di  Martino  de  VoS  ,  del 
Ponzone  ,  di  Antonello  à\  Messina,  àz\ 
l^4l.ilombra,  e  di  Giovanni  Bellino.  Non 

wol- 


Za    2>ouafie  c/c^ffc', 


ì  .,^«^i 


l\ 


.V'J 


Z^ca'uTa    ac  Ila       /Do  a  ano.    da    v_y^ta 


!    ana    da    ^.^jflar^ 


olia  strada  conduce  in  giro  attorno  una 
ngua  di  terra  ,  che  guarda  il    Porto    di 
'enegia  ,  sulla  quale  c'è    una    Fabbrica, 
Ltta  negfi  anni  1682.  sul  disegno  di  Giù- 
"jpe  Benoni  ,  che  si   chiama 
LA  DOGANA  DA  MARE,  GT  Ita- 
ani  la  chiamano  Z)#g4i?<<  dalla  voce  Do^ 
\a  y  che  per  1' addietro  significava  Botte , 
ora  significa  le  t/f j// _,  che  compongono 
a  Botte  .   Di  fatto  la  maggior  parte  del- 
e     mercanzie     poncvasi     nelle    D$ge    o 
{otti;  ond' è  che  il  luogo  ove  queste    si 
Il  ìponevano,  fu  detto  Dogana  . 

Per  dare  una  idea  della  fabbrica  si  ve- 
e  s«pra  un  bel  Colonnato  di  marmi  grez- 
i  una  Torncella  ,  sulla  cui  sommità  è 
lostenuto  da  più  statue  un  gran  Globo 
,i  rame  dorato',  sopra  questo  ,  rappresen, 
ante  il  Mondo ,  è  collocata  la  statua 
ella  Fortuna  ,  che  ad  ogni  soffio  di  ven- 
:o  si  aggira  . 

Fatto  li  giro  attorno  /a  Dogana  in 
juella  parte  che  risguarda  T  Isola  della 
Siudecca  ,  di  cui  parleremo  fra  poco,  sì 
ruova  la  Chiesa  dedicata  a  Santa  Maria 
iella  Umiltà  ,  detta 
L'  UMILTÀ',  e  il  Monlstero  di  Mo. 
ache  Benedettine  .  Era  essa  fabbrica  an- 
tica ,  ma  fu  poi  ristaurata  nei  tempo  , 
che  U  utfiziavano  i  Gesuiti»  cioè  prima 
Z  3  dell* 


■£70  G  I  0  HX  ^  T  ^ 
<3eiranno  1606.  in  cui  partirono  dalli 
Città,  e  da  tutto  lo  Stato:  e  allora  ia 
Chiesa  coli'  Abitazione  fu  data  a  queste 
Religiofi;  ,  le  quali  prima  abitavano  1' L 
soia  di  Servolo  ,'  e  si  trasferirono  in  que- 
sto luo§o  nslVsinno  1615.  a' 27.  di  Giu- 
gno.   . 

Vi  si  annoverano  sette  Altari  con  pit- 
ture  di  Marcantonio  del  Moro,  di  Pac- 
io  Veronese ,  il  quale  ha  dipinto  anchj 
tutto  il  soffitto:  di  Baldissera  di  Anna. 
del  Tintoretto  ,  e  di  Fabio  Canal  .  Fra 
tutte  queste  pitture  merita  particolar  at- 
tenzione la  Tavola  de'Ss.  Pietro  e  Pao- 
J05  del  celebre  Iacopo  da  Ponte  5  detto 
il  Bassano  .  D.cesi ,  che  venendo  rimpro^ 
yjgrato  il  Bas.ano  di  non  dipingere  ,  sa 
non  assai  di  rado,  figure  co' piedi  scopev- 
ti ,  forse  perche  non  sapeva  fargli  come 
si  conveniva  ,  volle  in  questa  Tavola  d'u 
iDostrare  il  contrario,  facendogli  scoper- 
ti,  e  grandi  .anche  quanto  bastar  poteva. 

Tra  Je  Reliquie  ve  ne  ha  di  s.  Leone 
Vescovo,  di  s.  Servolo,  e  di  s.  Anna. 

Vicino  alla  detta  Chiesa  vi  è  un  pic- 
colo Oratorio  dedicato  a  s.  Filippo  Ne- 
ri ,  in  cui  si  veggono  alcune  pitture  di 
Ermano  Stroifi,  e  di  D»m.  Bruni.  Senza 
mai  torcere  dalla  via  incominciata  si  giu- 
gne  alla  Ckiesa  .  detta 

LO 


m 

CI 


' 


S  E  S  T"  kA.  2*1 

LO  SPIRITOSANTO,*   ccJ  Monistero 

.  Monache  Agostiniane,  la  cui  erezio- 

:  non  è  à^\  tutto  certa  .  Sette  sono  gli 

Itari  5  tutti  riccamente  adornati;   fra  i 

lali  distinguesi    molto    quello    dedicato 

la  Vergine  Maria  della  Salute.  Le  Ta- 

ile  ,  che  gli  adornano  ,  sono  dipinte  dal 

intoretto  ,  dal  Giordano  ,  dal  Bellucci , 

1  Cav.  Bambini  ,  da  Gio:  Carlo  Loth  . 

La  porta  maggiore  della    Chiesa  nella 

irte  interiore  è    tutta    occupata    da    tre 

lausoìei  colle  Statine  ,  e  coli' Iscsizioni  , 

e  perpetuano  la  memoria  di  tre    Sena-» 

ri  della  famiglia  Parata  .  Il  primo  ,  che 

nel   mezzo  ,  rappresenta  il    Cavaliere  , 

Procuratore  Paolo  ^  famoso  per  le    Le. 

azioni,    e  dignità    sostenute,    e    molto 

m  per  la  sua  Storia  ,  che  comincia  dall' 

ino   1515.,  e  continua  sino  al   1572.  per 

i  quale  merita  giustamente  di  essere  ce- 

brato .  Morì    in    età    di    58.    anni    nel 

398.  a*6.  di  Dicembre.    Al  Jato  destro 

vede  quello  di    Andrea    suo    Fratello, 

:lu?tre    per    molti    Uffizj    sostenuti    con 

loria  ,•    e  morì  nel  1600.    a*  22.    di    No-, 

embre  in  età  di  anaì  67.  Ai  sinistro  poi 

quello  di  Marco,  figliuolo  di  Paolo  imi- 

atore  del    Padre,    e    del  Zio,    il    quale 

asso  da  questa  vita  in  età  di  53.  anni  a* 

12»  di  Luglio . 

Vi. 


^.71      G  1  0  nx  ^  T  u 

Vicina  a  questa  Chiesa  è  la  Scuola  dcf- 
lo  Spiritosanto  con  tre  Altari,  la  quale 
appartiene  ad  una  Confraternità  di  Sacer- 
doti «  di  altre  divote  persone.  Le  pittu- 
re sono  di  Polidoro  ,  e  àt\  Zompini  . 
Tenendo  la  stessa  via  si  presenta  lo  Spe- 
dale ,  e  la  Chiesa,  dedicata  alla  Transfi- 
gurazione  di   Nostro  Signore,  detta 

GL'INCURABILI.  Essendo  formata 
«^.apprìncipio  ài  tavole  negli  anni  15^1. 
incominciò  poi  ad  esser  Eibbricata  da 
Pietro  Gontarini,  che  fu  Vescovo  di  Paf- 
fo  ;  indi  rifatta  sul  modello  d^ì  Sansovi- 
no  per  opera  ài  Atonio  Gontarini  Cava» 
liere .  Il  soffitto  fu  fatto  per  lascito  di 
Lorenzo  Zantani ,  leggendovisi  queste  pa- 
role :  Venustissìmit  laqueari  a  ex  pio  Lau- 
rentìi  Zantani  legato  »  La  Cappella  però  ,  J 
e  l'Aitar  maggiore  sono  lavoro  de' nostri 
tempi  . 

In  questo  pio  Luogo  si  ricevono  quelle 
fanciulle  ,  che  sono  rimaste  senza  i  loro 
genitori  ,  e  di  queste  le  più  abili  vengo- 
no istruite  nel  canto  ,  e  nel  suono  per 
servigio  della  Chiesa  nelle  sagre  funzio- 
ni ,  come  si  fa  negli  altri  tre  Ospitali 
già  menzionati  ;  nel  qual  esercizio  rie- 
scono sì  perfettemente  ,  che  per  questo 
titolo  grande  è  in  tutto  r;inno  il  con- 
corso de'  Forastieri  1  non  essendovi  alcun 

pjr. 


!o 


L^i; 


S  E  S  T  ^i  M    ^  "ì-lì    ^ 

personaggio  cospicuo,  che  giunto  in  Vi- 
negia  ,  Sen  parta  senza  aver  onorato  col 
luo  intervento  anche  questo  Pio  luogo . 
Oltre  3  queste  sì  accettano  tutte  Je  per- 
sone povere  ,  afflitte  da  qualunque  sorta 
di  mali  incurabili  (  dalla  qual' opera  pia 
IO  Spedale  ha  preso  il  nome)  e  sono  trat- 
tate con  carità  per  tutto  il  corso  dell* 
inno,  e  in  modo  particolare  nt' primi 
giorni  del  mese  di  Aprile  *,  nel  qual  tem- 
50  gì*  infermi  concorrono  in  gran  nume- 
ro, essendo  specialmente  fra  gli  altri  ri- 
cevuti tutti  quelli ,  che  S-bben  di  Stato 
jstero  j  trovansi  oppressi  dal  Morbo  Cal- 
icò , 

1-a  Chiesa,  e  glix-^ltari  sono  adornati 

n  forma  assai    conveniente    al    culto    di 

Dio  ,  le  funzioni  Ecclesiastiche  sonofat- 

:e  da' Chierici  Somaschi  .    Vi  si   veggono 

ntture  del  Tintoretto,  del  Gio^-gione  da 

^Castelfranco ,  del     Prete    Genovese,    del 

'eranda  ,  del   Varotari  ,  del  Rothenamer  , 

3ell' Aliense  ,    di  Andrea  Vicentino,    dì 

:iuseppe  Enzo,  e  del   Cav.iier  Diaman- 

ni  .  La  Tavola  col  Crocifisso  è  di  Paolo 

J^eronese:    quella     dell'Annunziata     dei 

Salviatì  :  e  nella  Sagrestia  un    Quadretto 

on  mezze  figure  ,  un  ca    Opera    in    pub* 

Irlico  di  Andrea  Mantegna  . 

Den. 


^74        G  I  O  Fili  ^  T  ^  |. 

Dentro  il  riciiato  di  questo  Pio  luogo  y 
^i  è  Lin  Oratorio  assai  grande  e  spazio- 
so ,  frequentato  da  persone  divote  ,  degno 
■  di  esser  veduto  per  gli  ornamenti  di  cui 
^a  riccoj  e  per  la  nobiltà  della  fabbrica  . 
Più  innanzi  sullo  stesso  cammino  ,  sigiir 
gne  al/a  Chiesa  e  al  Convento  de' Padri 
Osservanti  dì  s.  Domenico,  detti 

I  GESUATI ,  circa  la  cui  erezione 
convien  sapere,  che  negli  anni  1473.  sot- 
to il  Principato  del  Doge  Niccolò  Mar- 
cello) questa  fu  edificata  da'Pcdri  che  si 
dicevano  Gesuats  ^  i  quali  solevano  pia- 
mente impiegarsi  ne' funerali  della  Cit- 
tà, e  nei!' accompagnare  al  sepolcro  i 
cadaveri  de'  fedeli  .  Essendo  poi  stata 
iSoppressa  quella  Religione  nel  1669.  dal 
pontefice  Clemente  IX.  il  luogo  fu  con- 
ceduto a*  Padri  Domenicani  Osservanti, 
che  presso  11  yolgo  ritennero  il  primiero 
nome . 

AI  presente  questi  Religiosi  hanno  con|5'''ir' 
molta  sollecitudine  fabbricato  un  nuovclilisio 
Tempio  sul  disegno  del  celebre  ArchiJtoJc 
tetto  Giorgio  Massari  ,  in  forma  nobilcJ'"'era 
e.  ricca,  i  cui  Altari  sono  intonacati  d 
Diaspro  di  Sicilia,  e  le  Tavole  di  querlt^Bni 
fiti ,  oltre  quella  del  Crocifissa,  del  Tin.pii 
foretto,  sono  de' primi  valenti  uomini  dejifolo  2 
mostri  dì,  cioè,  quella  di  s.    Pio    V.    diffitii, 

Seba- 


^11 

Pii 
nani 
^. 
nera 
(li  5. 

tih 
im 

tamei 
«per 
e' pi! 


Sebastiano  Ricci  ,  rultima  ch'egli  dipin-^' 
se;  l'altra  di  s.  Vicenzo  Ferrerio  da  tutti 
'Sommamente  iodata  ^  di  Giambattista; 
Piazzetta  ,  e  quella  colla  B.  V.  ed  alcu- 
ne  Sante  Domenicane ,  di  Giambattista 
TiepolettOj  che  vi  dipinse  ancora  tutt®> 
iil  soffitto  . 

Là  Tavola;  di  basso  rilievo  iri  marmo 
idi  s.  Domenico  è  opera  assai  stimata  dei 
MorJaiter  valente  Scultore  de'nosfri  tem- 
pi ^  di  cui  pur  sono  le  statue  ,  che  ador- 
nano all'incontro  tutta  la  Chiesa. 

Molte  sono  le  Reliquie  j  che  vi  s;  ve* 
rierano  5  fra  le  quali  si  conserva  il  Corpo 
di  s.  Mariano  Martire  « 

Questi  Religiosi  presentemente  vanno 
fabbricando  il  riuovo  Convento  sul  dise- 
gno dello  stesso  Giorgio  Massari  che  cer- 
tamente e  per  la  sodezza  della  fabbrica  * 
e  per  la  ben  intesa  architettura  sarà  uno 
de' più  nobili  e  migliori  della  Città  .  Es- 
si hanno  ancora  una  ricca  Libreria  ,  che 
di  giorno  in  giorno  vanno  Sempre  accre- 
scendo, cosicché  si  può  senza  dubbio  an* 
|j  noverare  tra  le  più  celebri  della  Città, 
massime  dopo  che  ebbero  la  sorte  di  po- 
ter enire  alia  loro  la  sce.'ta  e  copiósa: 
Biblioteca  deli' altrove  menzionato  Apo* 
sfolo  Zeno ,  ricca  non  tanto  di  Manos- 
crictJa  e  di  Opre  insigni,    ma    eziaridio 

di 


276        G  I  0  nitl^AT  u 
di  serie  complete  di  edizioni  pregevoHs< 
sime  ,  e  di  libri  rari  e  preziosi.  II  detto 
Apostolo  Zeno  è  qui  tumulato  appiè  del 
Coro  ,  con  bella  epigrafe  . 

L'ultima  Chiesa  che  rimane  a  vedersi 
nel  diritto  intrapreso  cammino,  e  l'ul 
lima  pure  di  questo  Sestiere,  è  quella  di 

SANT'  AGNESE,  Parrocchia  di  Pre 
ti .  Alcuni  la  dicono  fabbricata  dalla  Fa. 
miglia  Meliini ,  ora  Famiglia  dì  Firenze 
e  di  Roma,  ed  altri  dalla  Famiglia  dei 
Molini.  Fu  successivamente  ristaurata 
ma  ritenendo  1* antica  forma. 

Vi  sono  pitture  delFoller,  dell'Alien 
se  ,  del  Malombra  ,  della  Scuola  del  Da' 
miano,  di  Maffeo  Verona  ^  e  del  Padoa 
nino  . 

In  questo  Sestiere  si  comprende  risola 
delia  Giudecca,  che  si  vede  all' incoa 
tro ,  della  quale  perciò  parleremo  prima 
di  tutte  l'altre  . 


Fhì  dei  Sisthrì  dì  Dorso  Duro  * 


l 


ISO- 


277 


ISOLE 

Cìrconvcìna  alla  Citta 

DI     V  I  N  E  G  I  A 


i_ia  prirrìa  celle  Isole  che  si  presenta 
dopo  la  V  sita  del  Sestiere  di  Dorso  Du- 
ro ^  è  risola  della  Giudecca  ^  detta  vol- 
garmente 

LA     ZUECCA 

La  quale  chiamandosi  prima  Spìnalon- 
\ga  ,  prese  un  tal  nome  dall'cibitazione 
de' Giudei  ,  che  fu  loro  permessa  in  que- 
sto. luogo  ,  per  tenerli  segregati  da' Cri- 
stiani,  quando  si  trasferiranno  ad  abitare 
in  Vinegia  .  Li  primi  abitatori  peiò  fu- 
rono il  Ba'bolani,  Iscoli  ,  e  Selvi  ,  che 
nell'anno  865.  furono  banditi,  e  i  loro 
beni  confiscati  per  alcune  discordie  avu- 
\tt  con  altre  famiglie.  Indi  per  grazia 
ottenuta  loro  da  Lodovico  Re  vU'*Roma' 
ni,  ripatriati,  non  avendo  più  Casa,  gli 
fu  conceduto  poter  fabbricare  in  questa 
Isola . 

A  a  Si 


?ell: 

M 


^jÈ  ìsole  vicine 

Sì  vede  questa  piena  di  Ciaidini  j  e  diì 
Òrti,  ed  è  luogo  di  delizie  * 

Prendendo  il   principio  dalla  sua  partè|^ 
iVJeridionale  ,  vi  è  Ja  Chiesa  di 

SANT'EUFEMIA,  ch'eia  Parrod* 
ctiia  di  tutta  quest'Isola,  benché  in  essa 
altre  otto  sierto  le  Chiese.  Si  crede  £il> 
bricata  verso  T.anno  950.  dalla  famigliatjc^i 
Dente;  ed  altri  attribuiscono  la  sua  ere- 
zióne agl'tscolij  a*  Sei  vi,  e  à'Barbolanl 
Sopraddetti,  famiglie  estinte. 

fu  più  volte  restaurata  .    Ha  nove  AI 
tari,  le  cui  belle  l>itture  sono  di  Giroìa* 
mo  Pilotto  j  della    Scuola    di    Paolo  j    difel 
Eartolommeo  Vivarini,    dì  Luigi  Bsnfat-* 
to  ^  e  del   B'jgoni  . 

Vi  si  venera  il  dorpo  di  s.  Felìciànd 
Martire,  con  altre  Reliquie*  Proseguen* 
do  r  incominciato  j  cammino  ^  si  giugnef 
alta  Chiesa^  e  ài  Monistero  Sotto  il  no- 
me de'Ss»  Cosimo  e  Damiano,  che  il 
volilo  chiama  semplicemente. 

Sa  COSMO.  Ignota  è  la  fondazione  di 
questo  luogo;  né  altro  si  sa,  se  non  <;he 
nei^li  anni  1552.  quivi  si  trasferirono  le 
Monache ,  le  quali  abitavano  prima  1* 
Isola  di  s.  Secondo.  La  fabbrica  fu  poi 
ristaurata  nel  15S3.  in  forma  assai  como- 
da ,  e  bella  .  '  • 
Sei  sono  gii  Altari  ,   ricchi    di  marmi  7? 


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pari 


alla  Citta  di  Vìmgin ,  ajf 
^ag^mente  disposti.  Le  pitture  ^  che  gli 
domano  sono  del  Palma  giovine ,  del 
/intoretto,  e  à^X  Padoanino  »  Le  altre 
irròifitture ,  tutte  singolari,  sparse,  per  la 
1^i  >hìesa,  sono  del  Cav.  Liberi,  di  Paolo 
''arinato,  due  insigai  di  Sebastiano  Ric^ 
i  ,  di  Antonio  Molinari  ,  di  Girolamo 
f^ellegrini  ,  di  Angelo  Trevisani  ,  di 
Giambattista  Pittoni ,  ^  di  Giambactistg. 
ìriepolo , 

Vi  si  venerano  i  Corpi  de*  Ss.    Libera- 

,  Donato  ,  e  Illaria  Martiri .  L'  ordine 
el  cammino  cLjconduee  ala  Chiesa,  e 
1  Monastero  dedicato  a  s.  Maria  Mad- 
alena  ,  detta  dui  volgo 

LE  GOraVERTITE.  In  qussto  luogo 
estinato  originariamente  a  ricoverare 
Donile  peccatrici  convertite ,  onde  ne 
rese  il  nome  ,    di  presente    dopo    Tere- 

one  del  pio  luogo  delle  Penitenti  a  s. 
5iob  ,  non  vi  si  ricevono    che   fanciulle 

rgini  ,  che  qui  professano  la  regola    di 

Agostino.  La  Chiesa  che  fu  fabbricata 
opo  la  metà  del  XVL    Secolo  ,    non    è 

oito  grande  ,  ma  bastevolmente  ornata  • 
-i  sono  gli  Alrarì  ben  disposti,  adorni 
1  belle  e  vaghe  pitture  ,*  tra  le  quali  ve 
e  sono  alcune  dei  Palma  giovine  ,  di 
iUigi  Benfatto  ,  di  Baldissera  di  Anna  , 
li  Matteo  Ingoli,  e  della  Scuola  di  Ti. 
«iano,  A  a  2  §il|-» 


2.8o  Isole  vìcrm  ; 

SuUa  punta  Occidentale  di  quest'Isola    r; 
la  giace  la  Chiesa  dedicata  a' Ss.  Biagio,    [e 
e    Cataldo    col    Monistero     di    Monache 
Benedettine,  sotto  il  nome  di  i 

S.  BIAGIO.  Da  un  antica  Lapide  fie-  ^  Vi; 
ta  nella  muraglia  sotto  il  portico  della  jKacL 
Chiesa,  ricavasi,  che  quivi  fosse  ne' pri"  gio,c 
mi  tempi  uno  Spedale,  e  una  Cappella,  jtiao.! 
governati  da  un  Sacerdote  .  Ma  rimasto  \%y\\\ 
essendo  in  appresso  un  tal  luogo  abban.  jVen'' 
donato,  la  Beata  Giuliana  della  Famiglia  |!«o|q 
de'Gonti  diCoilalto,  che  soggiornava  in  jdrin 
Padova,  portossi  in  Venezia,  e  ottenu*  janip;:; 
tolo  ,  v'istituì  un  Ordine  di  Monache 
Benedettine  .  Mori  la  buona  Donna  negli  j 
anni  1260.  con  odore  di  santità:  e  iti 
fatti  trentacinque  anni  dopo  la  sua  mor- llf^^;; 
te  ,  f J  ritrovato  nel  Ctmiterio  ove  eralpaiL 
stata  seppellita,  il  suo  Corpo  incorrotto  .  lisila. 
Levata  perciò  da  qUii  luogo,  fu  trasferi- ?  jjcor, 
ta  sopra  un  Aitare  in  bel  sepolcro  dora-)!  liiiìza; 
to,  e  già  da  più  anni  la  Chiesa  la  vene-' mai; 
ra  fra  il  numero  dei  Beati.  E'ia  mentre,j  S, G 
vivea ,  ristaurò  ,  e  ingrandì  il  Monistero!  i,:,]: 
e  la  Chiesa,  adornandola  riccamente:  il^irCa- 
qual  beilo  esempio  fu  seguito  àà  quelle  5^"' ";!  5 
che  le  succedettero,  e  in  particolare  a'  ' 
nostri  tempi  ,  avendola  ried  ficata  da* 
fondamenti,  e  ridotta  nella  nobil  forma , 
ia  cui  al  presente  si  vede , 

Set. 


le,^!^  ; 


alla  Citta  dì  Fìm^ia 


2f  r 


Sstte  .fono  gli  Altari  composti  di  mar» 
^^■^Imi  iìni  ,  e  ricchi  di  preziose  pitture  ;  trd 
i|^)  e  quali  sono  eccellenti  quelle  di  Paris 
>3i  Bordone  ,  del  Pa'ina  giovine,  e  d.;!:' in- 
doli . 

Vi  si  coGserva  i'  Corpo  di  un    ?.    Eu- 

tachio  Martire,  e  un   Braccio  di  s.   Bia- 

[IO,  co-j  acre  Reliquie  .   ìsov^.  m-olto  lòn- 

ano  da  questo     Moniste ro    s:    ^.mmira    il 

n:igaifico   Palazzo  della  Nobile  Famiglia 

/endra-nino,    che    fu    da    priina    piccolo 

nogo  di   aeiizia  del   Doge    Andrea    Ven^ 

diramino:     poi  a  poco  a  poco  crebbe  ail* 

ìmpiezza.  e  nobiltà  presente,   ria  la  f-ic- 

uta  disegnata  dal  Sansovino  con    's.zz^.-^ 

nte    Arch.cettura ,    ampio    Cortile,    ed 

meni  Giariiini  j  in   capo  a'q'ali   c'è  una 

eggiar.nss-ma  fabbrica:   opera  del  fanos? 

aliadio  .  Seguendo  sempre  il  corso  d.^ll* 

.sola,  si  tru-jva  la  Chiesa    dedicata    a's, 

b    facopo  Maggiore  ,  fat-'Io  di  s.  Giovanili, 

jfFiZiata  di' Padri  S;rviri,  la  quale  chs:.- 

nasi 

S.  GIACOMO.  Q^U!;'S[:a  fa  primi  d^^rti 

Marta  Novjiia  per  ordine  di   r,larsUi3 

Carrara,  Signore  di   Padova,  il  quale 

nel    suo    Testamento    ìasCLÒ    cento    miia 

Ducati  per  impiega^-si  in  questa  iVihbrica  , 

iV:;ndola    in    o'cre    arricchita     di    alcuni 

pad  eri  .  Esecutori  del  Tesiamenta  furono 

A  a  3  i  Pro. 


di 


ì 

iti  Isole  vicine 

ì  Procuratori  di  s.  Marco,  £  quali  negli 
anni  1371.  la  fecero  consegrare  sotto  il  lt( 
nome  di  s.  Jacopo  e  s.  Daniello ,  e  la  na 
diedero  ad  abitare  ai  Padri  Serviti  .  cof 

Fa  poi  rifabbricata,  e  rimodernata  da-  Ali 
gli  stessi  Procuratori  in  nobile  forma  uà 
con  sette  bellissimi  Altari,  adorni  di  )ii] 
buone  pitture  ,  fra  le  quali  vi  sono  due 
Tavole  di  Girolamo  Piloto,  e  due  altre 
di  Girolamo  Brusafrrro .  N^^f/a  Sagrestia 
è  di  Dom.  Tintoretto  la  Tavola  in  cui 
si  rappresenta  la  Vergine,  s.  Agostino, 
s.  Filippo  Bsnizzi ,  il  ritratto  di  Marsi- 
ìì^  da  Carrara,  e  di  molti  Padri  dell* 
O.'dine  de' Servi  di  Maria.  \ 

Nel  Refettorio  5  e  massime  nel  Soffitto   1 
vi  sono  alcune  preziose  pitture  dì    Paolo-  ! 
Calliari ,  di  Benedetto  suo  fratello,  e  di 
Carlo  e  Gabriello  figliuoli  di  Paolo  .  SU-^ 
gue  ia  Chiesa  chiamata  i 

IL  REDENTORE  ,  uffiziata  da' Padri^ 
Cappuccini.  'Afflitta  questa  Città  dal  con. 
tagio  nel  1576.  ,  ^qcq  voto  il  Senato  d* 
innalzare  un  Tempio ,  e  di  dedicarlo  2 
Cristo  Redentore  .  Questo  nobile  ,  e  ric- 
co edilìzio  si  £qcq  nel  luogo,  in  cui  già-»  e^/, 
ceva  un  piccolo  Oratorio  di  Pad  i  Gap. 
Puccini,  sul  modello  del  celebre  Andrea  fc 
ì^alladio  .  La  facciata  è  tutta  ài  marmo,  jn?, 
sostenuta  da  colonne  Corintie  j  e    ornata 

di 


alU  Citta  dì  VìmgÌA .  i%i 
V\  cinque  statue  .  Si  ascende  per  una  mae* 
tosa  di  diciasette  gradini ,  pure  di  mar- 
Bo  ;  ed  entrando  per  una  gran  porta  tutta 
•operta  di  rame,  presentasi  agli  occhi  ì' 
iltar  maggiore  ,  tutto  di  pietre  fine  for- 
nato ,  sopra  cui  si  erge  una  Croce  con 
13  Crocifisso  à.\  bronzo  ,  di  Girolamo 
jarapagna  Veronese  ;  del  qua/e  sono  an- 
he  le  due  statue  di  s.  Marco  ,  e  di  s. 
'rancesco  dello  stesso  metallo  ,  coiiocate 
e*  lati  dell'Altare  . 

Nelle  molte  Nicchie  da  cui  tutta  la 
chiesa  è  adornata  ,  si  vedono  ài  chiaro- 
euro  le  Figure  de'  Vangelisti  ,  ^oMt  Si- 
ille  ,  de'  Profeti  ,  de'  Dottori  della  Ghie- 
i:  opere  del  Padre  Piazza  Cappuccino, 
opra  ia  porta  maggiore  interiormente 
'  è  una  mezza  Luna  ,  in  cui  pure  di 
biaroscuro ,  di  mano  del  detto  padre, 
1  vede  in  aria  il  Redentore,  s.  Marco, 

Rocco  ,  s.  Francesco  ,  s.  Teodoro  ,  e  la 

Ìede  col  Doge;  e  co' Senatori  \vi  atto  di 
ipplichevoli  ;  e  sotto  è  scritto  ;  Chrtsta 
tdemptorì  .  Cìvkatg  gravi  psstikntìa 
herata .  Senatus  ex  Doto .  Prid»  iSljoyi. 
ept,  ^n,  1576. 

,  Intorno  alla  mezza  Luna  :  TProtegam 
Wb^m    isttim  j    i^    salvcibo    sam   propter 

In  un  angolo  a  mano  diritta  sì    legge 

scoi- 


2§4  hole  "ìjkine 

scolpito  in  marmo  :    Djacs  tA/oyire    MùCS^': 
ft'go  5.  TS[of7Ìs  Maji  .An,  157^» 

Alla  sinistra:  Vrimarìus  Lapis  a]om\ 
n$  Trivìsam  'P^i^narcba  P^enetìar'im  • 

Dair altro  capo  della  Chiesa  a  diritta 
si  legge  :  Duce  Tascha/e  Ci  coma  .  5.  Kal.  - 
OH.   «592. 

Alla  sinistrai  Consscratum  a  Lauri  nt  io 
Triolo  Tatriarcha  F'e^etiarum  . 

Sei  sono  gli  Altari  in  sei  Cappelle j, 
tutte  di  fini  marmi  ,  con  belle  pitture 
del  Tìntoretto  3  di  Francesco  Bassano , 
del     Palma    giovine,    e    della    Scuola    di 


porta  di  Pietro  Vecchia  .   Nella  Sigresria  , 
e  nel  Conv.-nt3  ve  ne  sono  di  Carlo  Sa- 
raceni ,  del   Palina  5  di  G  ^ovanni  Beliino  ,,. 
del  P.  Piazza  detto  poi   {va  Cosimo  Cap-" 
puccino  ,  ^   di   Paolo  Veronese  . 
•    In  adempimento  del   Vote,  ed  in  me* 
moria  della  g'MZ'a  ricevuta  ,  visuasi  ogni'; 
anno  questa  Chiesa  nella  tev^a  Doinenica 
del   r/iese   di   Luglio,  in  cui  si   celebra  la 
festa  solenne  del   Redentore  del  Mondo. 
Do^po  questa  siegue  da  vedersi   la  Chiesa 
detta 

LA  CROCE  DELLA    ZITEGCA,    di 
Monache  Benedettine,    cir:a  la   cui  ori- 
gine in  uno  de' Piedestalli  delia    Cappe!-  iti 
la  maggiore  leggesi  :  Trim^^dh  ;  Cruci  k 

dna-     '"■' 


■^atce,  fundamsnta  ^  7.  Ki-iì,    Mai]  jaùl.t 

E   nel r  altro  :  y^dem  hanc  jinton.  Co?:- 
'-.   urbis  .Antìstes  .    7.  Kt/-  Mai}    die ^^ 

Sette  sono  gli  Altari  ricchi  di  marmi  > 
iscuno  de' quali  fa  maestosa  comparsa; 
tra  questi  il  maggior:  è  stato  rifor.ria- 

di  marmi  fini.  Le  p'tture  sono  di 
atteo  Ponzone  j  di  Pietro  Ricchi,  dei- 
Scuola  di  Tiziano,  di  Michele  Sobleoj 
di  Antonio  Zanchi .  In  uno  de'mìnoi-i. 
è  una  Tavola  con  s.  Benedetto,  e  àitri 
nti  ,  di  Sebastiano  Pvicci . 
Vi  riposano  i  Corpi  di  s.  Atanasio,  s^ 
Ha  B.  Eufemia  Giustiniani  .    Il    pnm<> 

questi  ,  che  vedesi  senza  capo  ,  ivi 
rtato  a  Venezia  da  un  certo  Merca*^ 
nre  di  cognome  Zotareili .  Riconosciu»». 

poscia  con  somma  diligenza  e  eoa 
ittissima  perquisizione:  dal  S:\nto  Pa* 
ia>*-ca  Lorenzo  Giustiniani ,  fu  C'olioc a*' 

in  questa  Chiesa  con  grandissiaia  poa* 
,  e  r-iDosro  dove  tuttavia  si  trova  ,  l-g" 
ndosi  dfffìsamente  la  Storia  di  questx 
•as'aziooj  scritta  nei  tempi  in  cui  av- 
nne ,  rìf-rita  da' celebri  Padri  Bollan* 
sti  sotto  il  giorno  f'.^?tivo  di  ques:3 
ian  Santo  della  Greca  Chiesa  ,'  il  CarpOk 
•i  della  B.  Eufemia  Giustiniani  che    fa 

Bades, 


2S6  alla  Citta  dì  Vtnegìn  , 
Badessa  Jii  questo  luogo  per  molti  anni 
ai  tempi  di  s.  Lorenzo  Giustiniani  di  cui 
era  consanguinea  ,  riposa  nel  chiostro 
tuttora  incorrotto  e  flessibile,  custodito 
con  somma  ven^razicne  da  queste  piq  ^i 
Religiose, 

In  una  Cappella  si  vede  ìa  statua  di 
Giustiniano  Giustiniani  ,  Commendatore 
«Iella  Religione  di  Malta,  colla  srua  Is- 
crizione sepolcrale  .  Nella  Cappella  del- 
la iamiglia  Merosini  vi  è  quella  del  Car- 
dinale GianfratHresco  Morosini  ,  chvi  tu 
Nungio  in  Francia  per  Sssto  V.,  e  Le^ 
gato,  essendo  stato  prima  Vescovo  ^\ 
Brescia . 

la  questa  medesima  Isola  della  Giudee», 
ca,  accostandosi  alla  parte  Orientale  ,  sì 
S;rov3  la  Chiesa  dedicata  alla  Presenta- 
zione della  Vergine,  ^etta 

LE  ZITELLE  .  L'istituzione  di  que- 
sta Chiesa,  e  del  pio  luogo  che  la  cirn- 
eco ia,  sjguì  perchè  vi  si  raccogliessero, 
^  fossero  educate  tutte  quelle  povere  gio- 
wanc-tte  anche  di  civile  e  nobile  condi- 
zione j  le  quali  per  la  naturale  avvenen- 
za potessero  essere  in  pericolo  di  mac* 
chiare  la  loro  onestà.  Queste  vengono 
educate  nel  lavoro  particolarmente  <ii 
bellissimi  accreditati  merli,  detti  voU 
garmentc   mèrli   à^  aria  y    un   fornimento 

4ei 


I 

ìsoie  vlchè  ai 7 

eì  quali  ascende  alle  volte  fino  alla  som* 
na  di  400.  e  più  Zecchini  0 

La  fabbrica  di  questo  Luogo  dicesi 
atta  da  Bartolommeo  i  Marchesi  ,  negli 
nni  1586.  come  si  legge  in  una  Iscri- 
ione  posta  a' lati  dell'Aitar  maggiore.* 
la  pia  Opera  *è  stata  istituita  da  alcti* 
e  Gentildonne  j  come  accenna  il  San* 
ovino . 

La  Chiesa  £j  coosegràtà  di  Francesca 
ai  baro  3  Coadiutore  del  Patriarca  iii 
quileja,  o  sia  "Patriarca  c/etto^  succes- 
>re  all'attuale  j  con  permissione  dell' 
•rdinario  i  Benché  questa  tìa.  piccola , 
Utavolta  è  decentemente  ornata  ;  ed  è 
chitettura  di  Andrea  Palladio»  Tre  so- 
sono  gli  Altari.  La  Tayola  del  fnag. 
"ore  è  di  Francesco  Bassano  i  quella  dell* 
Itare  a  diritta  è  dell*  Aliense  5  ai  cut 
ti  si  leggono  due  Iscrizioni  di  Federi- 
)  Contarini  Ptocuratore  di  s.  Marco, 
■iebrc  pel  suo  Mus^o  :  e  l'altra  a  sini* 
va  è  del  Palma  giovine:  e  sopra  la  por- 
vi è  un  Quadro  di  Pietro  Ricchi  .  Vi- 
'no  a  questa  Chiesa  era  pósto  il  sontuo- 
Palàgio  delli  Famiglia  Nani  adarnaC3 
ricche  3  e  prezióse;  suppellettili  ^  epic- 
ire  3  Ora  però  demolito  in  gran  parte, 
iridotto  ad  altro  uso  ^  essendosi  estinto 
el  Golonello  della  Famiglia  Nani . 

L' 


2Ì%         a//it  Città  di  Fìnegta  » 

L'ulc'ma  Cfiiesa,  che  compie  il  nume» 
j'o  d.ils  nove  della  Giudecca  ,  è  quella 
di  s»  Giovanni,  detta  comunemente 

S.  GIOVANNI  DELLA  ZUECGA, 
ijrT;2Ì.ita  un  tempo  da' Monaci  Camal'.lo- 
Jesi  .  Cinque  erano  £^Ii  Altari,  a  due  de 
quali  fecero  le  Tavole  il  Tintoretto  ,  e 
Giovanni  Bellino  . 

Al  presente  estinta  la  ConVentualità, 
e  il  IVIonastero  rivolto  ad  altri  usi  per 
le  pubbliche  nuove  providenze  ,  la  Ghie. 
sa  è  officiata  da  un  Cappellano. 

In  qu.'sta  Isola  vi  è  un  Collegio  go 
vernato  da  Padri  della  Congregazione  di 
Somasca  ,  ove  s' insegnano  a  Giovani  No 
bili  Viniziani  le  umane   Lettere. 

In  poca  distanza  della  Giudecca  vi  è 
una  altra  Isol^^ttaj  che  si  chiama 

S.  ANGELO.  Abitata  un  tempo  da 
Padri  Carmelitani  Osservanti ,  la  quale 
con  permissione  à^l  Principe  fu  loro  con 
ceduta  negli  anni  151S.  dalle  Monache 
delia  Croce  della  Giudecca  ,  che  ne  avea- 
no  il   dominio  . 

Q^ui  parimenti  per  mancanza  d'indivi- 
dui fu  soppresso  il  Convento  che  passò  a 
Pubbliche  disposizioni. 

Poiché  siamo  qi-unti  all'altro  capo  del- 
la Giudecca,  che  risguarda  verso  1' 0'. 
risntSj  passiamo  a  vedere  l'Isola  di 

S.  GIOR- 


7C  ^a/^ar  ~ . 


'■^<7ZO     c^i  a  (7 (7107^-0 


Isole  vk'we  229 

S.  GIORGIO  MAGGIORE;  ch^  è 
fivjsa  da  questa,  da  un  solo  Canale. 
'urte  le  Isole,  trattone  quella  della  Giu- 
?cca  ,  sono  Gonaprese  tìei  S.-sticrs  di  s. 
Jroce ,  perchè  così  Stanne  registrate  nelT 
ifizio  della  Sanità  . 

In  questa  nobile  e    deliziosa    Isolettaj 
le  ha  un  miglio    di    circuito ,    e    giace 
[rincontro  della  Piazza,  e  del  palazzo 
lucale,  vi  era  un*  antica  Chiesa  annessa 
la    Cappella    Ducale  ,    e    soggetta    alla 
yiurisdizione  de'Dogi.  Tribuno  Mimmo 
|he  fa  Doge  verso  la  fine  del  X.    secolo 
donò  ai   Monaci    Benedettini    neJi'an- 
to  9S2.  Impsratortbiis  ùominìs  VaiUio  ^ 
ms  tantino  fr  atri  bus  ,  p$pu/o  IXpmaio  ma^ 
ns  is^  pAcific'is  Imperatoribus  ^  anno  au-^ 
un  Imperli   eorum    post    obìtum  Joa»nU 
l'iwishii  P'IL  i  Mensis  Decembris  dh  io. 
\>7i.ìiol7oncf  IL  Rivoa/to  :  così  leggesi  nelU 
fonazione  . 
Oltre    alla    detta    Chiesa    eravi    anche 
la  Vigna  di  Domenico  Morosini ,    fra- 
nilo di  Giovanni  ,    che  negli    anni    97S. 
Ira  andato  nel!' Aquitania  con  Pietro  Or. 
bolo  Doge,    ora    veoerato    fra' santi,    e 
[on  Giovanni  Gradenlgo  per  vestire  l'a- 
lito Monacale  nel  Monister*    di    $.    Mi. 
|thele  di  Gossano  :  la  qua!  Vigoa    fa    do^ 
fata  a  questi  Monaci  dal  detto   Giovati- 
B  b  ni 


19 Ci        alia  Citta  ài  Vìnigìa  , 
ni  Morosini  .  Pare  ^  che  vicino    alla    \fj 
gns  fosse  un  Lago,  ed  un  Mulino  allofa 
rovinato,  di  ragione  del  Dogado  5  e  pepe  in 
ciò  si  legge  neila  Donazione    che    viealieUr 
permesso  di  fare  un' Aquimola  ad  uso  djaltra 
Monaci  ,  e  il  Doge  nninaccìa  pene  a  c^icns  ( 
volesse  levare  o  impedire  1* acqua  ai  M(^!gg;si 
niscero.  Dal  che  si  puà  di  passaggio  ra<jt  fu 
corre,  che  i  Veneziani    di    que'jdì ,   n^mr. 
avendo  per  ancora  dominio  in  Terra-feido 
ma,  doveano  aver  1*  uso  de' Mulini  anch  Oro 
in  queste  acque,  benché  il  flusso  e  riflurempi 
so  le  alzi  e    le    abbassi,    leggendosi    ujioiitc 
altra  Donazione  del   1210*  di  Marco  Niiioji, 
cola  Vescovo  di  Castello,    al   Monasteio,( 
di  ?«  Daiiiele ,  di  un  Lago  nsl  confine  ^agm) 
s.  Pietro  dì  Castello  col    suo    argine  ,511, 
con  tutto  il  i^ado  y  su    cui    vi    era    u«a^e 
Casa  di  legno,    e  due  Mulini,    ai    qua 
si    descrivono    per    confini    la     terra    d 
iVIonist«ro  di  s*  Daniele  ,  alcune  proprii 
tà  de' Parrocchiani  dis.  Pietra  di  Caste 
lo,    l'Arsenale  ,    ed    altre    Propietà    d 
Parrocchiani  di  s.  Martino,  e  di  s.  Bi 
gio .  La  bella  Ckiesa    che    ora    si    vede 
sul  disegno  del    celebre    Architett©    Al 
drea  Palladio,  è  una  dglle  più  nobili  » 
ben  intese  del/a    Città.    Nella    facciata 
tutta  di  marmo,    si  ergono    sette    stat^^Jo 
scolpite  da  Battista  Albanese  Vicentini 

cin 


.'•'  e' 
h 


I  IfoU  vìchs  29? 

mque  sulla  som  mira  del  nobile  Fronti- 
litio  ,  e  due  negl*  Intercolunrij ,  col'o- 
.te  in  à'di  nicchie.  Ai  Iati  poi  vi  seno 
(le  Urne,  una  di  Tibuno  Memmo.  e 
laltra  di  Sebastiano  Ziaui  ,  eolle  loro  t 
crizioni:  e  nel  mez^o  sapra  la  porta 
'ggssi  la  memoria  della  sua  fon  iasione  , 
fé  fu  nel  135^' 5  e  del  suo  int~r,..  com* 
amento  nal  i6iOj  sotto  il  Prìncipe  Lio- 
ardo  Donato  . 

•  Undici  sono  gli  Altari  di  questo  gran 
■•empio,  tra  i  quali  il  maggiore  che  à 
t)lato  ,  si  vede  composto  di  marm-  ore- 
osi  5  ort'^ato  di  quarcro  statile  »ii  bron- 
'"•jt }  (  opere  singo'i  i  di  GirolaiTìo  Cani» 
gna  )  rappresentanti  i  quattrf  Vaoge- 
ti  ,  che  sostengono  una  gran  Palla  di 
me  dorata  ,  simbolo  del  Mondo  ,  sopra 
ji  sta  in  pi  :di  il  Padre  Eterno  :  disegna 
ir  Afiense.  E'  de?no  di  csst^vazion^ 
Coro  di  questi  Monaci  ,  ove  con  ^A* 
C:i  .bil  maestria  ftt  ".nag fiata  la  v;ta  di  s» 
en-d:jtto  ,  dall' ••■>>  gne  Alberto  de  Bra- 
:  Fir-tnTT.ingo  j  gioving  di  25.  anni  ^ 
Le  pitture  sono  rutie  di  mano  maestra  . 
"el  primo  Altare  a  diritta  entrando  in 
hiesa,  vi  è  una  bella  Tav«.>ìa  di  Jacopo 
1  Ponte  detto  il  frassino.  Passato  il  se* 
5ndo  ,  in  cui  e*  è  un  Crocifìsso  intaglia- 
>  iu  legno  ci  Filippo  Erunslesco  5  si  vede 
Bh  %  nsl 


29  t  (^Uct  città  dì  P'heg'ci . 

nel  terzo  la  Tavola  di  Jacopo    Tinto'et- 

to  ;  di  cui  pure  è  quella  del  quarto  nella 

Crociera  ,  ornato  di  Colonne  di  marmo  |: 
<jreco  :  la  Tavola  dell'Altare  chesiegucif 
è  di  Sebastiano  Ricci  ,  moderno  pittore 

La  Tela  dell' Albero  delia  Religione    ài\\^^ 
s.  Benedetto  Con  picciole  figure  è  di  Pie 
tro  Malombra:    quelle  che    sono    ai    iati| 
deli*  Aitar    inaggiore    furono    dipinte    da 
Jacopo  Tintoretto  ,  il  quale  dipinse  anche 
ie  Tavole  de'  due    Altari    che    sieguono 
L'Immagine  di  f.  Giorgio    sepra    il    suo 
A/tare  è  dtl  Ponzòne  ,  ed  un  altra    pure[/n 
d     s.  Giorgio  che  sta  nel   Coro    deli' in- 
verno è  di  Vittore  Carpaccio.   Di  Giro, 
iamo  Campagna  è    la    Statua    di    Nostra 
Signora  ;  e  di  Leandro  Bassano  è  quello 
di  santa  Lucia . 

Nglla  Sagrestia  ci  sono  pitture  del 
Palma  giovine  ,  dei  Vivarini  ,  e  di  Maffeo 
¥erona  .  Hanno  pure  questi  Monaci  altre 
pitture  di  Jacopo  e  di  Domenico  Tinto- 
retto,  nella  Cappella  ds'Morri.  In  altri 
hioghf  ne  tengono  di  Rocco  Marconi, 
dei  Tintoretto,  del  Cervelli,  del  Lan. 
getti,  e  di  Lamberto  Lombardo»  Nel 
Refettorio  vi  è  la  gran  Tela  di  Paolo 
Calliari ,  rappresentante  Je  Nozze  di  Ca- 
na  in  Galilea  ,  con  cento  e  venti  figure 
in  circa,  «elle  quali  per  una  gran    parte 

si 


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fttiri; 


! 

' ^  ìsole  vicine  295 

i  riconoscono  le  persone  ritratte,  che  al 
empo  di  Paolo  erano  famose  .  Nella  figu- 
a  dello  Sposo  con  barba  nera  è  ritratto 
D.  Alfonso  d'  A  vaio  Marchese  del 
^asto  j  e  in  quella  che  gli  sta  vicina  in 
tto  di  struzzicarsi  i  denti,  è  dipinta  la 
^arches^na  di  Pescara  Vittoria  Colonna 
uà  moglie  .  Nella  Sposa  è  Ritratta  la 
lefina  di  Francia  moglie    di    Francesco 

j  e  ia  quello  che  gli  siede  a  canto  è 
(tratto  il  Re  medesimo.  NelT  altra  don- 
a  che  gli  è  vicina,  è  ritratta  la  Regi- 
L  Maria  d'Inghilterra  moglie  di  Arrigo 
III.  In  un'altra  figura  si  vede  il  ri- 
ratto di  Achmet  II.  Imp.  de' Turchi,  e 
capo  alla  prima  tavola  sta  ritratto 
!arl<i  V.  col  Tosone  al  collo .  Da  un 
Itro  canto  son  dipinti  due  Cardinali  che 
.  trovarono  in  Venezia  al  tempo  di  Pao« 
>:  e  vicini  sono  par  ritratti  alcuni  Mo« 
aci  di  questo  Monastero  .  Deesi  pur  no- 
:ire  il  concerto  di  suonatori  ,  che  si  ve- 
le in  questa  fimosa  opera  ;  perchè  in 
'ueilo  di  essi ,  che  suona  la  Viola  ,  Pao. 
>  fece  il  proprio  ritratto  ,  nel  secondo 
4'oi  Violone  ritrasse  Tiziano:  nel  terzo 
ol  Violino  il  Tiiuoretto,  e  nel  quarto 
'al   Flauto  il  Bassano . 

Anche  nella  Libreria,  ch'è  copiosa  ài 
ttimi  Libri,  vi  sono  pitture  di  Giovali'. 
B  b  3  la 


^94  ctUa  Citta  dì  ^'msgìa  » 
ni  Colli  da  Lucca,  e  di  Filippo  Ghersr- 
di ,  allievi  di  Pietro  da  Cortona,  e  di 
VariscQ  Baschenis  da  Bergamo;  ed  il  sof- 
fitto della  gran  Scala  fu  dipinto  da  Va- 
lentino le  Febbre ,  D.  Marco  Veneto , 
Decano  Gassiness  ,  ha  spiegete  qu-ste 
pitture  ne' suoi  Ve^uhn  morali.  Q^uesto 
fu  il  primo  Qjaadro  ,  ch«  il  Calliari  di- 
pitagesse  in  Vinegia  ,  ed  è  forse  il  più 
vago  ,  e  meglio  conservato  di  tutti  gli 
altri  . 

Molte  sono  le  Reliquie,  e  i  Corpi  de* 
Santi  che  si  venerano  in  questa  Chitsa  : 
cioè  i  Corpi  de' Santi  C^suna  e  Damia- 
no, portati  negli  anni  1154.;  quelli  di 
s.  Eutichio  Patriarca  di  Costantinopoli  , 
trasferito  nel  iza6,\  di  s.  Cosma  Con- 
fessore Anacoreta  Gandiotto,  traspo.tata 
di  Gandia  nel  1058.:  di  s.  Paolo  Marti- 
re per  aver  sostenuto  il  culto  dell'  Im-  ni 
magini,  trasiatato  da  Costantinopoli,  o'  pii 
secondo  alcuni  dall'Isola  di  Nas5o  ,  da' j^e 
Paolo  Abbate  dì  questo  Monistero  nelì 
anno  decimo  settimo  dei  Principato  di  Ma 
Arrigo  Daadoìoj  essendo  Pod-sva  di  Co- 
stantinopoli Marino  Storlado  ,  che  fu  nel 
1222.  Sopra  ogni  altro  però  è  degno  di 
particolar  venerazione  il  Corpo  del  Pro- 
tomartire s.  Scefaio  ,  che  da  Costantino- 
poli ia  trasfi-rito  in   Vinegia  nel    me, 

e  pesto 


Isole  Vicine  295 

e  posto  in  questa  Badia  di  s.  Giorgio, 
carne  si  ricava  da  alenai  Mss. ,  che  fu- 
rono pubblicati  dal  Signor  Muratori.  La 
Storia  di  questa  traslazione  si  racconta 
distesamente  dal  Dandolo, 

In  oltre  vi  sono  Reliquie  di  s.  PantJ- 
tone  ^  di  s.  Benedetto,  dis.  Felice  Pre» 
te  Martire,  di  s.  Luca,  ài  s.  Gerar-.ìo 
Sagredo  Veneziano  ,  Vescovo  di  Chonad  , 
-  Martire,  detto  1* -dposto'd  deli' Unghe- 
ria: di  s.  Ilarione  ,  e  molte  altre.  UltU 
riamente  ''i  furono  trasferiti  i  Corpi,  é 
!e  Reliquie  de' Santi  che  ♦'iposivano  nel- 
a  Chiesa  di  s.  Niccolò  del  Lido  ,  dopo 
a  soppressione  di  quella  Baàa, 

In  qu  sta  eh  -sa  si  veggono  ie  Memo- 
•ie  di  vaij  Dogi,  fra' quali  è  Lionardo 
Donato,  celebra  nella  Stor  a  «^  Andrea 
Morcsini  ;  il  quale  dopo  se.  anni,  e  sei 
uesi  di  Gov.rno,  m©rì  n^i  .i6 1  2.i.a  cosa 
3iu  s  ngoiare  ,  che  avvenisse  lel  ten>po 
!el  suo  Principato,  fu  ia  diiFerensa  chi 
jbbe  la  Rep-bblica  colla  Santa  S:de  .  II 
Vlausoleo  di  questo  Principe  è  situato  so^ 
pra  la  porta  maggiore. 

A!*a  sin  str:i  si  vgde  quello  di  Iv^arcan- 
onio  Mer-nm-  ,  col  suo  ritratto  scolpito 
;n  marmo,  norto  nel  1615,  dopo  aver 
■enuta  Ir^  Sede  Ducale  tre  anni,  e  tre 
,nesi  *s  il  tempo  dei  cui  Governo  fu  lieto 
:    tranquillo  .  t 


igS  etììa  Citta  di  Fì^icgìa  • 
Neir  andito  di  rincontro  alla  Porta  del 
Coro,  si  vede  la  memoria  del  Doge  Do. 
menico  Michele,  morto  nel  112S.  aven- 
do retto  il  Principato  undici  anni  .  (Que- 
sti a^  istanza  di  Papa  Calisto  si  portò 
con  dugento  legni  in  Joppe  assediata  da' 
Turchi  ;  e  presala  ,  donolla  a  Raimondo 
Patriarca  di  Gerusalemme  .  Egli  tolse 
airimpcrador  Greco  Emanuello,  che  gli 
avea  mossa  guerra.  Scio  (donde  fu  tras- 
f.rito  in  questa  Città  il  Corpo  di  s.  Teo- 
doro )  Samo  ,  Rodi,  Mctclino,  ed  altri 
luoghi,  e  tornato  vittorioso  a  Vinegia, 
rinunziò  il  Principato  . 

(^ui  appresso  vi  è  il  sepolcro  di  quel 
Piètr©  Monaco  ,  che  trasportò  da  C«stan- 
tinopsli  il  Gorpo  di  S.  Stefano  Pratomar» 
iire  nel  1 1 10. 

Dinanzi  all'Altare  della  Cappella  vi. 
«iaa  giacciono  sepolti  in  un  medesim® 
Avello  Sebastiano ,  e  Pietro  Zia'ni ,  pa- 
dre ,  e  figliuolo  ,  amendus  Dogi  ,  con  Ja- 
copo altro  figliuolo  di  Sebastiano:  Farni- 
glia  molto  benemerita  di  questo  Moni- 
Stero,  mentre  Sebastiano  Ziani  donò  ad 
esso  molte  case  nella  strada  ,  che  chia. 
masi  la  Merceria^  e  Pietro  suo  figliuolo, 
dopo  aver  rinunziato  al  Principato  ,  riti- 
rossi  ad  abitare  in  questo  luogo  . 
Sebastiano  Ziani  fu  il  primo  Doge  crea- 
*  co 


Isole  vh'i/ie  297 

ro  d^  iindeci  Nobili  ,  e  sotto  ói  im  fu 
ntrodotto  l'uso  di  g.^ttar  denari  al  po- 
)oIo  pQv  la.  piazza  nel  giorno  de  li  co- 
•onazione  a  constume  preso  dai  Greci  Im^ 
>e?-atori .  Sotto  il  suo  Principato  rico» 
'rossi  in  Venezia  Alessandro  III,  Ponte- 
ce  fuggendo  dalle  psrsecuzioni  di  Fede- 
ìco  Imperatore,  e  pertossi  ad  abitare 
lei  Palazzo  Patriarcale  5  ch'era  allora 
iella  contrada  di  s.  Silvestro,  accompa- 
gnato dal  Doge,  e  dalla  Signoria .  Se- 
;uita  poi  la  pace  coH'acccnnato  Impera- 
ore ,  accompagnato  venne  dal  Doge  a 
^oma  ,  insieme  collo  stesso  Imperatore, 

solennemente  ristabilito  nell'Apostoli- 
-a  Sede  . 

Molti  furono  gli  onori  ad  esfo  fatti 
lalla  Repubblica;  e  siccome  si  mostrava 
gli  gratissimo  al  Senato ,  volle  eterni 
lentrassegni  lasciarceli  della  ricono^enza 
ma  ,  e  amorevolezza  alla  Repubblica, 
vendole  donato  gli  Stendardi ,  le  Trom- 
le  ,  l'Ombrella  ,  il  Seggio,  la  Spada,  e 
1  Dominio  del  Mare  Adriatico,  come 
ifciisce  il  Sansovino  nella  sua  Fenszin  ^ 
ieir  edizione  del  1663.  alle  pag.  479.  e 
j59,  ,  e  con  più  precisione,  riguardo  al 
Mare,  alla  pag.  501.  oVe  narra,  che  es- 
endo  il  Doge  Ziani  ritornato  vincitore 
alla  giornata  fatta  in  mare  con  Ottone  ^ 

il 


^gS  alla  Citta  dì  Flncgìt. 
il  Papa  oltre  all'aver  concc-duto  al  Do- 
ge molti  prlvii;gj,  gli  ^^onò  un  aneli©, 
e  gli  disse:  TX^cevi  questo  o  Zianì  y  col 
quale  tu;  e  t  tuoi  sucd^ssori  userete  ogni 
finno  di  (posare  il  mjtre:  acciocché  i  po^  J 
steri  intendino  )  che  la  Signoria  d^  esso  i: 
mare  ,  acqnìsrata  da  voi  per  antico  pos 
sesso  i  e  per  r^igìon  di  gmrra  e  vostra  \  f, 
e  che  il  mare  è  sottocosto  al  vostro  Do 
minio  come  la  moglie  al  marito.  Di  cesi  N 
<:hs  in  questo  trinpo  fa  così  grande  il 
numero  de*  Forastleri  accorsi  in  Venezia  Pr 
che  si  contavana  più  di  cinque  mi|aper«  cr 
sone  graduate,  ci' è  A  tnbasciadori  ,  Priti-  cr 
cipl ,  Cardinali  ,  /arcivescovi ,  Prelati  ,  ed 
altri,  i  qm^li  tutti  aveano  il  loro  conve- 
piente  accompagnamento,  e  l' Imperatore 
aveva  una  Corte  degna  della  sua  persona^ 
^  della  sua  dignità  . 

Di  un  fatto  si  mernorabile  ne  viene 
fatta  menzione  da  molli  Autori ,  tra'qu- 
W  il  Meleto  nella  sua  Cronaca  ne  dà  un 
distinto  rag^'jaglio  ,  comj  pure  il  P^trar-^ 
ca  nel  s'io  libro  intitolato  ds  Gestìs  im^ 
p  erato  rum  . 

Morì  finalmente  q  'esto  Doge  pieno  di 
gloria  l'anno  sts'o  del  S'io  Principato, 
Jascianrio  al  pubblico  molte  ricchezze, 
alcuni  Stabili  alli  Monaci  di  s.  Giorgio, 
ed  entrata  non  piccola  da  dispensarsi  an-r 

nual- 


Isole  liane  29^ 

«talmente  alli  careeraCi",  per  cui  glisom« 
ministrano  una  tal  porzione  di  pane  al 
giorno  per  ciascheduno  . 

Sotto  il  Princijiat©  di  Pietro  Ziani  , 
che  regHÒ  ventiquattro  anni  ,  e  mori  nel 
1279,  si  ebbe  l'Iso/a  di  C;racli..  si  ae, 
quistò  Corfii ,  Modone  ,  Corone  j  Galli- 
poli ,  Nisia,  Andro,  ed  altri  l-joghi  • 
Vè-nnt  a?Ia  divozione  della  Repubblica 
Negropo-te  .  Si  edificò  il  Tempi©  di  s* 
Maria  dtVis  Vergini.  La  moglie  di  questo 
Principe  fu  Qo$t^''ZH  figliuola  di  Tan- 
credi Re  dì  Sicilia.  Appresso  il  SepoL 
ero  di  questi  due  Dogi,  riposano  due 
Prelati  dell'antichissima  Famiglia  Sanu- 
da ,  ameiidue  dello  stesso  nome,  Tuno 
dopo  l'altro  Vescovi  di  Concordia^ 

Nobile  e  sontifoso  è  il  Monistero  coni 
vaste  e  b««  ordinate  abiraz.oni,  ì  cui 
Cbiostri  sowo  bellissimi  e  n  colonnati ,  e 
prospettive  ,  e  con  Un ^  sra  a  veramente 
magnifica:  disegno  di  Raidissera  Lenghe- 
r.a.  Spaziosi  poi  sono  gli  Orti,  che  lo 
circondano,  la  cui  amenità  invita  il  Fo- 
rastiere  ,  e  i  Citt-^dmi  proprf  tutto  l'an- 
no a  godere  dw*/'a  soavità  di  quel  passeg- 
gio .  Non  molto  Jonr_^na  da  questa  è  T 
Isdla  detta 

LA  GRAZL^  , 

Nome  tratto  dalla  Chiesa  in  esja  eret- 
ta 


500  alla  Citta  dì  Fi  a  e  gì  a» 
ta  di  s.  Maria  delle  Grazie,  di  antica 
fonilaziontj  trovandosi  nominata  da  Aix* 
brogio  Contarini  nel  suo  viaggio  di  Porsia 
per  cagione  di  un  Voto  fatto  a  s.  Marzi 
òeWe  Grazie  nel  1477.  il  luogo  èbfllo, 
e  pel  site  5  e  per  la  fabbrica  .  Fu  primie- 
ramente posseduta  da  Monaci  Benedettini 
di  s.  Giorgio  maggiore  ,  e  chiamata  C»t- 
mamlla  ^  dai  quali  resa  essendosi  già  fà- 
Hìosa  per  una  imiìsaging  miracolosa  di 
Nostra  Signora  fu  conceduta  ne!  141 2. 
ai  Padri  Eremitani  della  Congregazione 
di  s.  Girolamo  di  Fiesole  ;  ma  soppresso 
quell'Ordine  da  Clemente  fX.  nel  secolo 
passato,  fu, data  a  Monache  Cappuccine 
nel  1671,  che  si  portarono  ad  abitarla 
sotto  la  direzione  di  Suor  Maria  Felice 
Spinelli,  morta  in  odore  di  Santità, 

La  Chiesa  è  tutta'  ornata  con  qualche 
pittura  di  Jacopo  Tintorctto  ,  dei  Palma, 
di  Bartolomineo  Scaligero,  del  Zanchi, 
del  Balestra  ,  e  di  Giovanni  Bellino  .  El* 
Ja  è  frequentata  nel  principio  di  ogni 
mese  cìjvi  particolar  divozione  ;  e  in  tutto 
Tanno  ancora  per  la  miracolosa  Imma- 
gine appunto  di  Maria  Vergine,  che  dis- 
pensa continue  grazie  a'  suoi  divoti  . 

Vi  sono  Memorie  àii  Luigi  Pisani  Car* 
dinaie,  che  moiì  nel  1571.:  di  \\x\  An- 
nibale da  Capova  Arcivescovo  di    Hapo* 

ÌÌ5 


Speli?. 


holt  licìne  %^i 

li,  e  Legato  Apostolico  presso    la    Sere- 
nissima Repubblica:    de' Cardinali    Ago* 
>tino  Vallerò  Vescovo  di  Verona  celebra 
Jer  lettere,  e  per   T  integrità  tii  sua  vita  , 
:he  morì  nel    1606. '5.  e  di  Pietro  Valiei:© 
\.^escovo  di  Padova,  la  cui    naorte    segui 
nel   16^29.  colle    loro    Immagini    scolpite 
latCav.  Eernino  .  Nel  mezzo  della  Cap- 
.^ella  maggiore  vi    è    un    sepolcro    senza, 
[scrizione  ,  iti  cui  credesi  esservi  riposto 
.1    B.    Cario    Runaena    ì'nstitutore    delia 
Congregazione  di  Fiesole  ,  passato  al  Cie- 
'o  in  questa  Isola  nel  Settembre  delTan- 
Ta   14:7.  lansìazi  alla  porta  della  Sagre- 
stia leggesi  pure  la  seguenti  Iscrizione  r 
Mario  W'tiìo  suavissìmo  Sabe Ilici 
Tletas  MàFL 
N«ii  molto  discosta  ia  questa  è  1*  feoi 
di 

S.  CLIMENTE  , 

Chiamata  da  alcuni  la  Madonna  di  Lo- 

eto  ,  perchè  nel  mezzo  d«Ua  Chiesa    vi 

eretta  una  Cappella  simile  a  quella  dì 

<>retcrj  iz  Fraacesco    Lazaroni    Pievano 

i  s.  Angelo  .  Q^uesta  Chi«sa  che  è  assai 

ella,  fu  fabbricata  da  Pietro  GatiUsa  3 

©pò  gli  anni    1x31.  ,    iasiesie    con    uno 

pedale  sotto    la    Giurisdizione    del    Pa- 

iarca  di    Grailo .    Levato    I^    Spedale  3, 

cfee  era    incomodo    ptr   ia    sua    distaiixaL 

C  r  dalla. 


302  alla  Citta  di  yinegid  . 
dalla  Città,  venne  in  potere  de* Canonia 
ci  Lateraaesi  )  chiamati  in  Vìnegia  della 
Carità  \  i  quali  vi  fabbricarono  un  Con- 
vento, e  vi  abitarono  siooal  143^'  ^^^J 
anno  1645.  con  permissione  pubblica  lU 
ottenuta  questa  Isola  da  Agostine^  da  Co- 
reggi© mediante  1'  esborse  di  Ducati  éióo.- 
dichiarando  averne  fatto  l'acquisto  per  1 
Romiti  Camaldolesi  di  Monte  Corona^ 
detti  dìKua^  che  al  preS3nte  T  abitano: 
e  nel  16464  agli  t.  di  Settembre  vi  si 
traslatò  con  solennità  una  Immagine  del- 
la B.  V.  che  si  conservava  nella  Chiesaf 
de*  detti  Canonici,  intagliata  di  tutto  ri- 
lievo in  un  trofico  di  Cipresso  »  insieme' 
Con  molte  altre  Reliquie  . 

La  facciata  della  Chiesa  è  stata  orna- 
ta con  pilastri  e  cornici  di  marmo  ,  dà 
Bernardo  Morosini ,  colle  memorie  delU 
gesta  di  Francesco  suo  Padre ,  di  Toffl^ 
maso  suo  Fratello,  e  colle  Immagini  di 
Nostra  Signo-ra  ,  di  s.  Benedetta,  e  dis^ 
Romualdo .  Nella  facciata  interna  vi  e 
iitì  nobile  Mausoleo  di  finì  marmi ,  erèt- 
to alla  memoria  di  Girolamo  Gradenigo 
Patriarca  di  Aquileja. 

Le  pitture  che  adornano  questa  Cnie^ 
sa.  Sono  del  Ruschi  j  di  Pietro  Vecchi» 
della  Scuoia  del  Malombra,  di  Demenu 
co  Tintorett»  ,  ^q\  Licino  ,  del  Padoani- 

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ha; 


Isole  vicine  303 

0  ,  di  Giuseppe  Enzo,  della  maniera 
el  Bassano,  del  Ricchi  9  di  Maffeo  Ve- 
ona ,  e  del  Lazzarini .  Nella  muraglia 
ìienorc  della  Chiesa  vedesi  una  lapide 
on  le  seguenti  parole:  Ts^Qn'  e  lecito  a 
lonne  entrar  qui  dentro  in  pina,  de  sco" 
retinica  V  ape  le ,  eccetto  h  fsstz  della  Z^/- 
ìt azione  ,  ^ssunvon$  ,  Q  l^ativìt^  di 
■farla  Ferging , 

Nella  Vigna  vi  sono  molti  Eremi  che 

srvono  al  soggiorno  di    questi    Menaci  5 

ir    al    ritiranficnt*    di     alcuni    Cavaberi. 

lassando  alquanto  oltre  si    trova    1'  Isola 

olla  Chiesa  di 

SANTO  SPIRITO, 
,  iiretta  da  Andrea  iondumiero,  che  fu 
3oi  Patriarca  di  Vtnezia  nel  Secolo  XV» 
.^d  al  presente  offìxiata  da  Padri  Fran* 
"escani  ,  nobile  per  1*  architettura  del 
Sansoyino .  Fu  luogo  cospicuo  rael  tempo 
eh'  era  abitato  da'  Canonici  Regolari  della 
,2ongregéi2i«ne  di  Santo  Spirito  ,  istituita 
nel  1454.,  poiché  era  ricco  di  beile  Sta- 
tue,  ài  Chiostri,  e  di  ampj  Giardini  s  e 
ornato  A^^Wq  opere  de' più  celebri  pittori . 
Ivja  soppressa  qusUa  Religione  nel  165Ó. 
da  Papa  Alessandro  Vi!,  e  venduti  tutti 
ì  suoi  beni  p?r  un  milisne  di  Ducati  j 
impiegati  nella  guerra  diCandia,  fu  dal 
■Senato  conceduta  alli  Benemeriti  Padri 
C  e  z  Mino- 


3'04  alici  Citta  di  Vììiegia  » 
Khnori  Osservanti  fuggiti  di  Candia  j  es- 
-sendo  stata  prima  spogliata  di  tutte  le 
Argenterie,  ricche  suppellettili ,  pitture, 
e  d'ogni  ornamento:  e  trasportato  il 
tutto  ad  ornare  la  Chiesa  di  s.  Maria 
della  Salute  . 

Al  presente  sì  vede  ornata  colle  snp- 
pellcciii  portate  da  Candia  da  que'  Pa- 
dri, e  con  pitture  non  ispregievoli  ,  ol- 
tre melte  insigbi  Reliquie.  Le  due  F. 
gure  di  marmo  collocats  sopra  l'Aitar 
maggiore,  e  quella  di  Mosè  posta  sopra 
la  Pila,  sono  di  Giammaria  Padovano  :  :; 
Niccolò  dall'  Arca  Shiavone  lavorò  il 
Presepio  in  terra  cotta  di  mezzo  rilievo 
colorito .  Benché  il  luogo  non  conservi 
l'antica  nobiltà,  si  riconosce  però  eh-  è 
stato  assai  bello,  ed  è  ancora  ameru"^. 
Passeremo  all'Isola  di 

S.  ELENA, 
E  ai  Monastero  òÀ  Monaci  Olivetani  , 
che  r  ebbero  nel  1407.  da  Paolo  Morosi- 
ni .  Dice  il  Satisovino  ,  cHò  della  Chiesi 
fu  fondatore,  e  autore  Alessandro  Borro. 
sTieo  Fiorentiao  ,  il  quale  vivea  in  questa 
Città  negli  anni  1420.  ,  perchè  qui  si  ve- 
dono alcune  M-morie  di  lui,  dalle  quali 
s\  ricava  che  egli  ,  e  suo  Fratello  Fieri 
jecgr^  Cappe /Um  ha» e  Hek/?ce  ;  e  perchè 
c'è  il  sepolcro  di  amendus  quessi  Fratel. 
Il  colle  Icro  Iscrizioni  .  . 


ìsole  vìchii  305 

Ma  la  fondazione  à\  questa  Chiesa  è 
nolto  più  antica,  essendo  stata  eretta  da 
Pietro  Ziani,  eletto  Doge  nel  1205,,  e 
terminata  nel  1211.:  onde  il  Ziani  ne  fu 
X  fondatore  ,  e  il  Borromeo  il  ristaura- 
tore  .  Riconosce  inoltre  questa  Chiesa 
per  suo  benefattore  Tommaso  Talenti  3 
Fiorentino  anch'  egli  che  i'^tst  molto 
ella  riedificazione  della  medesima;  il 
guaie  ancora  fece  ai  Padri  un  ricco  las- 
cito di  danaro,  e  vi  fu  seppellito  in  no. 
bile  Monumento  . 

Le  pitture  più  ecceli^nti  sono  la  Ta- 
vola dell'Aitar  maggiore  colla  vita  de' 
R*  Magi  ,  opera  preziosissima  di  Jacopo 
Palma,  ed  altre  di  Donato  Veneziano, 
e  di  Jacopo  Moranzone  .  E'b^^llo  il  Co- 
ro per  le  vaghe  prospettive,  che  sono  in 
cadaun  sedile  :  Opera  di  Fra  Sebastiano 
da  Rovigno  .  La  Sagrestia  pure  è  degna 
di  considerarione ,  il  di  cui  Pavimento 
è  tutto  lavorato  di  smalto  azzurro,  e 
bianco  . 

Qui  si  conserva  il  Corpo  di  s.  Elena 
Madre  di  Costantino  Imperatore:  il  qua- 
le dicesi  trasferito  da  Costantinopoli  per 
opera  di  Aicardo  Canonico  Regolare  nel 
1112.;  e  riposto  nella  Chiesa  de' Servi; 
indi  trasportato  nel  1208.  in  quella  de' 
Carmelitani;  e  di  là  finalmente  in  que« 
C  e  3  sta 


^o6        alla  dita  di  Fi  ne  già, 
§ta  Isola?  Vi  si  venera  inoltre  parte  d-l 
Capo  di  So  Jacopo    Appostolo,    Oltre    gli 
illustri  personaggi  di  cui  si    è    parlato  , 
vi  giacciono  Giovanni  Giustiniano  ,  e  suo 
figliuolo  Francesco  ,  aojcndue  Cavalieri ,     J  " 
autori  del  Suolo  della  Sagrestia  :   Vittore 
Cappella,  che  fu  Generale  ài  Mare  sor, 
to  il  Doge  Cristoforo  Moro  :  Luigi    Lo.       r 
redano  ,  che  fu  Proyeditore   dell*  Armati     ^jj 
contro    Alfonso    Re    di    Napoli:    pi;;tro     ^^^^ 
ILoredano,  e  Jacopo  suo  figliuolo,*  il  pri- 
mo  d«'quali  prese  Traà  nella  Dalmazia  ,       j 
ruppe  i  Genovesi  ,  sconfisse  i  Turchi  ,  e 
fa  Genì?rale  dell' Armata  sul    Pò    contra 
Filippo  Duca  di  Milano    avvelenato    da* 
nemici  l'anno  66,  della  sua  età;  e  Tal, 
tro  dopo   la    caduta    di    Costantinopoli  ,     "J 
sostenne  la  Grecia  contra  i  Turchi,  sot- 
tomise r  Isola  di  Rodi,    che  erasi  ribel- 
lata, e  fjce  altre    aziofli    descritte    neii' 
]^logio  sepolcrale  . 

Vi  riposano  parimenti  le  ossa  ,  e  si  leg- 
gono le  Memorie  di  Pietro  Balbi  eletto 
Generale  nel  1440.  per  le  cose  della  Mo^ 
rea  :  di  Antonio  Donato  ,  eh"  ebbe  chiaro  - 
nome  pei  suoi  maneggi?'  di  Francesco  Ji 
ivoisi,  Anabasciadore  del  Re  d'Iiighil- 
tijrra  ,  che  morì  nel  isix.^  e  finalmenie 
di  Domenico  A  leppo  j  Vescovo  diChisS;- 
mo  3  uomo  di  Lettere  ,  che  morì  nc-l  I5f>i»    j  !?■'' 


mi 
nielli 
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il'- 


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I 


Isole  vicine  307 

In  quest'  Isola  furono  eretti  dal  Pub- 
jlico  34.  Forni  di  beila  struttura,  ne' 
juali  si  cuoee  il  Biscotto  che  dee  servi- 
•e  al  manteiaimento  delle  Milizie  ,  e  di 
iltre  persone  destinate  al  pubblico  servi- 
gio .  Poco  più  oltre  è  Tlsyla  detta 
LA  CIRTOSA  , 
Era  quest'  Isola  formata  di  due  pezzi 
li  paludo  incolto  appartenenti  al  Vesc^' 
pdo  di  Castello ,  Marco  Niccola  Ves- 
bovo  Castellano  negli  anni  ti  19.  la  con- 
cedette a  certi  Caiioaiei  Regolari  ,  riser* 
/andosi  l' approvaziovie  de'  Priori.  Do» 
nenico  Franco  fu  il  primo  che  rifabbri- 
:ò  il  Monastero  e  la  Chiesa  ,  chiaman- 
Cola  s.  Antirea  del  Lido  .  Conservasi 
iella  muraglia  di  una  Cella,  ov'egli  è 
epolto  quest'Iscrizione; 

Domini cus  hrc  Frater  nostri  Ordìnts  du 
put  5  qui  hanc  construxìt  domum  ,  iti 
facQ  requie  scit  Beatus .  MCCIÌII, 


Questi  Canonici  vi  si  manttnnerc  sino 
ir  anno  l4£i.  nel  qua!  tempo  a  persu^* 
tione  di  s.  B marcino  da  Sier.a  fu  dal 
Senato  conceduta  l'Isola  ai  Certosini, 
bhe  dipoi  furono  lari^amente  favoriti  da* 
Patriarchi  Lorenzo  Giustiniano  ii  Santo  , 
I  Antonio  Stiriano. 

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113  0 


30S        a//a  Città  dì  y.njgia  . 

Il  luogo  è  ampio  .  Nobili  e  maesto-i 
sono  gli  Altari  della  Chiesa .  La  Tavola 
del  maggiore  fu  dipinta  con  viyi  colori 
da  Marco  Bastiti  nel  1510,  Q^ucsto  pit- 
tore fu  nei  tempi  di  Giovanni  ^eWì^o  , 
e  di  Vittore  Carpaccio,  e  Ja  pittura  di 
cui  parliamo  è  una  delle  sue  opere  più 
singolari.  Sulle  pareti  della  Chiesa,  alla 
parte  sinistra  vi  è  un  Ouadro  con  Cristo 
in  Croce  5  di  man©  di  Andrea  da  Mura- 
no .  Vi  sono  altre  pitture  di  Francesco 
Rinieri,  del  Palma  giovine,  di  Barto- 
iomme©  Vivarini ,  e  del  JVIaganza .  Le 
Tele  del  Refettorio  sono  tutte  del  Boni-. 
facio. 

Vi  si    venerano    molte    preziose    Reii. 
quìe,  principalnciente  dei  Santi  Apostoli ,    '; 
tutte  insigni,  trasportate  da    Candia    da 
Luigi  Grimanl  Arcivescovo,  e  donate    a 
questi   Monaci  con  altri  ricchi  arredi  . 

Quivi  giacciono  sepolti  molti  uomini  '""^^n 
chiari  per  valore  e  per  sangue:  cioè  Ja-  "''^ 
copo  Barbarigo  Proveditore  dell'Armata 
contro  il  Turco  nella  Morea  nel  J465., 
e  vi  morì  in  una  giornata,  come  attesti 
si  Sabellico  nell'ottavo  libro  della  Storia 
Veneziana:  Girolamo  Barbarigo,  che  tu 
da*  nemici  avvelenato  nelle  guerre  delli 
Romagna,  ed  altri  di  quest'illustre  Fa^ 
inizila;  tra  i  quali  Marco  ed  Agostano, 

ar.,- 


J  Tasi! 
(1  \h 

'pare. 


1 


Isole  vicina  3.09 

mendue  Dogi  l'uno  dopo  l'altro  ,  di  cui 
bbiamo  parlato  descnv-ndo  il  loro  Mau« 
oleo  ,  eretto  nella  Chiesa  della  Carità, 
ve  aveanò  le  abitasioni  :  Orsato  Giusti- 
iano  ,  che  succedette  nel  Generalato  a 
'ietro  Loredano  ,  e  morì  in  Modone  nei 
464.  le  cui  ceneri  sono  riposte  in  una 
lassa  di  marmo  nel  mezzo  ài  una  Gap» 
ella,  colla  statua  scolpita  da  Antonio 
)'entore:  Jacopo  Soranz®  Procuratove , 
'e  morì  nel  1551.,  e  fu  ripost»  nella 
aa  ornatissima  Cappella  ,  il  cui  Alrare 
di  marmo  da  mano  assai  gentile  scol- 
ilo :  Antonio  Soriano  Patriarca  di  Vine. 
ia  5  morto  nel  150S.  :  Giorgio  Nani  che 
iace  nella  sua  nobile  Cappella  :  Dionigi 
ontarini  celebre  Oratore  del  suo  tem- 
a:  L'.iigi  Grimani  Arcivescovo  di  Can« 
ia,  ehs  morì  nel  lóip.:  Giambattista 
ìrimani  Procuraror,  eletto  Capitano  Ge- 
erale  di  Mare  in  luogo  di  Giovanni  Ca* 
silo,  che  s'annegò  nelle  acque  di  Ps?i- 
i  Tanno  164S.  li  7.  di  iMarzo  :  Jacopo 
or?.nzo  sapientissimo  Senatore  ,  morto 
el  J649.,  e  Antonio  Vinciguerra,  uomo 
otto  ed  erudito,  che  fu  Oratore  per  la 
-epubblica  presso  al  Pontefice  Innocen- 
o ,  e  per  la  sua  eloquenza ,  e  perizia 
egli  affari,  molto  da  lui  onorato.  Q^ui- 
i  pure  in  una  cassa  conservossi  per  lun- 
go 


lìo        {tìla  citta  di  P'iifè Ola, 
go  tempo  il  Corpo  iinbalsimaco  di  ^  go- 
iStino  Baibtrigo,  che  morì  nella  battaglia 
«lavale    de'Gurzolari    nel    J57«-«     ^a    un^^ 
freccia,  cbe  lo  colpi  in  un  occhio  . 

V'i  giaccioao  pur  anco  le  ossa  de'  Do- 


gi Luigi   Pisani  morto  nel   174^- 


del 


éì  lui  successore  Pietro    Gfimani    morto 
X  annii  1752. 

S.  GIORGIO  IN  ALGA, 
Quest'  Isola  di  figura  quadrata  è    polita 
IVa  Lizza,  Fusina  ,  e  la  Città.    I  primi 
che    incominciassero    a    fiìbbricare     nel!^ 
medesima  furoso  ìGatigelij  fàm  glia  e$. 
tinta  nei  i20|.  che  vv  eresssro  una  Cap- 
pella dedicata  a  So  Giorgio,  detto  poi  in 
Algaj  p-^  essere  il  luogo  più  ch^  altro- 
ve fecondo  di  Alga  .    Ci  fu  poi  im    Mo  ' 
pasti^ro  non  si  sa  beiae  di    qual    Religio» 
nsr  .    Fu  esiandio  Commenda,   e    in    line 
divenne  Sede  de' Canonici  Regolari    qji» 
s^i  istituiti  ,  da' quali  uscì  il  nostro    San- 
to Patriarca  Lorenzo  Giustiniano  ,  il  che 
fu  nel  principio  del  sacolo  XV,  Essendo 
poi  soppressa  questa  Religione  nel  166% 
da  Clemente  IX.  occuparono  l'Isolettai 
P^dai  Minimi  dii  s.  Francesco  di  Paola. 
Al  presente  però  tro^^asi  abitata  da' Padri 
Carmelitani  Scalzi;    e    dopo    l'incendio  f/°3lle 


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seguito  negli  anni   17 '7-  firono  rifabbri* 
fati  sì  |a  Chiesa^  che  il  Monastero. 

Nel 


pj  fin  i 
'{150  h 


Nei  tempi  dr* Canonici  t^ella  Congre- 
azione  di  s.  Giorgio,  ad  cui  Ordine  ti2 
.  Lorenzo  Giustiniano  primo  Patriarca 
li  Vinegia  j  questo  luogo  era  molto  ber? 
eàuto,  di  belle  fibb  iche  ornato  e  nccc? 
li  un  ottima  libreria.  Vi  erano  anche 
llcune  i>itture  di  mano  maestra  ;  ma  q';e- 
te  ifi^ieme  con  tutto  il  resto  furono  ar^ 
e  dall'incendio  accennato,  trattane  unx 
ola,  che  ora  si  còaserva  nel  Retettono 
ti  questi  Padri  j  in  cui  si  rappresenta  U 
^foeiHssione  di  Cristo;  oprra  preziosa  di 
donato  ^iniziano.  Le  altre  pitture  sono 
fioderne  del  Cav.  Bambini,  diGio.  Ant.- 
eJiegrini,  e  dell' AB§elr.  Ptfc@  discosta 
;  V  Igoletta  di  , 

S.  ANGELO  Di  CONCORDIA  ^ 
.  Che  servì  un  tempo  per  abitazione  ds 
Frati  €armelitani  col  cappe!  bianco  del- 
a  Congregazione  ài  Mantova.  Indi  fu 
Bfasta  disabitata  per  la  incomodità  del 
itOs  e  per  la  intemperie  dsU'aria,  fu 
lestinata  dalla  Repubblica  alla^  fabbrica 
Iella  Polvere  di  Archibuso,-  ne'tsmpi  m 
;ui  quista  si  lavorava  a  guazio  ;  e  pc^- 
^  \q  risela  fu  detta  dipoi  s.  Angelo  del- 
la Polvere:  ma  nel  15^9*  ai  29.  Ji  Ago-* 
to  alle  ore  tre  dì  notte  restò  incendiataÈ 
[a  un  fulmine.  Rivolgendo  il  via5=|gi<S 
/etSG  la  parte    Orientale    èclla    Laguna, 

si 


312         aìU  Citta  dì  Vìnegìa  » 
SI  trova  dopo  lungo    tratto   di    cammino 
r  Isola  di 

S.  SECONDO, 

Abitata  da    Padri    Domenicani    Osser- 
vanti .  Fu  fabbricato  questo    luoga    neglì^ 
anni   1034.  dalla  famiglia  BafFa  ,    «  dato' 
ad  alcune    Monache    Benedettine,    dalle 
quali  trassero  origine    quelle    del    Mona- 
ster«    de    Ss.    Cesmo    e    Damiano     della 
Giudecca  .    II    medesimo    fu    riccamente 
dotato  nel  1029.  dal  Doge  Vitale  Falle- 
rò ,  Sino  all'anno   J237.   risola  si  deno- 
minò s.  Erasmo  ,  dalla  Chiesa  quivi    an- 
ticamente eretta  .  Ma  recato  a    Venezia 
il  Corpo  di  s.  Second©  JMartire  ,  da  Asti 
di  Lombardia  ,  opera  di  Pietro  Tiepolo  , 
figliuolo  del  D#ge  Jacopo,    e    quivi  col- 
locato ,  fu  dato    air  Isola  il    nome  ,    che 
tuttavia  conserva,  e  di  questa  traslazione 
se  ne  legge  nella  Chiesa  scolpita  la  Bie- 
snoria .    Ritiratesi    poi    le    Monache  ,   fu 
cGnc«duto  un    tal    luogo   a    questi    Padri 
nel  1534.  i  quali    dopo    1* incendi©,   eh 
lo  distrusse  in  gran  parte,  lo  rifabbrica-  j;jjj 
sono  nella  forma  in    cui    al    presente    si 
vede,  e  la  Chiesa  fu  consacrata  nel  160S. 
La  Tavola  dell'Aitar  aiaggiore    è   open 
del  Vivarini ,  so^ravvanzata  alle  fiamme  IP 
Girando  interno    alla    Città   dalla   parte!  r 
Orientale  fi  giugne  all'  Isola  dì  m-. 

S.  CRI-    ""^ 


Isole  rìcini  313 

S.  GPvISTOFORO  DELLA  PACE, 
Posta  fra  Venezia  e  Murano,  e  abitJt- 
ta  da*  padri  Eremitani  di  s.  Agostino, 
^bb^  anticamente  la  denominazione  da 
ux\^  Cappella  decJicata  a  s.  Onofrio,  che 
tuttavia  in  capo  àlT^rto  conservasi,  ed 
eravi  ancora  un  mulino  a  vento  per  co- 
modo pubblico .  Passata  poi  in  possesso 
di  uà  Cirto  Bartolommeo  dal  Verde  nel 
J353'i  e  quindi  a' Padri  dell'Ordine  di 
s.  Brigida  nell424.,  finalmente  nel  1436. 
fu  dal  Senato  conceduta  per  Ospìzio  al 
P.  Simone  da  Camerino  Eremitano  Ago- 
stiniano ,  Istitutore  delia  Congregazion? 
di  Monte  Grtone  .  Avendo  pei  questo 
Religioso  maneggiata,  e  conchiusa  la  pa- 
ca tra  la  Repubblica  ,  e  Francesco  Sforza 
Duca  di  Milano  ,  ebbe  in  dono  dal  Se- 
nato questo  lu©go  ,  dove  ajutato  da  raoite 
limosine  dei  pubblico  ,  e  de'  privati  ,  fab- 
bricò la  Chiesa  ed  il  Monastero,  e  la 
dedicò  a  s.  Criitoforo,  anzi  in  memoria 
del'a  pace  suddetta  fu  denominata  s. 
Cristoforo  delia  Pace,  e  sopra  un  angolo 
del  Convento  sì  reggono  le  Armi  della 
Repubblica  ,  e  del  Duca  Francesco  stret- 
tamente legate  con  una  catena  per  testi- 
ficare la  stabilita  unione  ,  e  concordia  . 
La  Tavola  della  Cappella  posta  al/a 
dritta  dell' Aitar  maggiore  è  una  delle 
D  d  opere 


ce. 


|U  ^l'ci  Citta  ài  Feniitt. 
òpere  singolari  di  Jacopo  da  Ponte  ,  det- i, 
to  il  BassAno,  e  perciò  è  stata  data  alle 
Stampe  da  Egidio  Sadeler.  (Quella  ,  eh' è 
à  mano  sinistra  nell* uscir  di  Chiesa  è 
opera  preziosa  di  Giovanni  Bellino.  Vi 
Sórto  ancora  altre  pitture  de'Vivarini  ,  di 
Francesco  Rizzo,  e  di  Marco  Vicen- 
tino* , 

Ma  rornmiento  pia  insigne  à\  questa 
Chiesa  è  il  Corpo  incorrotto  del  B.  Gra* 
zia  da  Catturo  j  che  morì  nel  rsoS.  reso 
già  celebre  per  W  molti  miracoli  da  essa 
ancor  vivente  operati.  Questo  Santo  Con- 
verso Servì  di  manuale  nella  fabbrica  del 
.Convento  j  e  visse  4©*  anni  in  continutf 
jìenitense  * 

Ormivi  si  conservano  le  nàenìorie  del  ce* 
lebre  Jacopo  Antonio  Marcello  ,  che  vis- 
se nel  tempo  di  Francesco  Foscarì ,  come 
pure  quelle  di  Luca  Scella  Arcivescovo 
di  2^ra  pòi  Vescovo  di  Padova  .  Esposti 
ancora  si  veggono  due  antichi  Stendardi 
donati  da  Franc-sco  Sforza  Duca  di  Mi- 
lano al  sópradetto  P.  Simone  da  Came- 
rino .  Poco  più  olcrs  verso  Murano  è  l' 
Isola  di 

_      ^.  MICHELE  . 

■EravI  in  questa   Isoletta  ,  ora  posseduta 
da  Monaci  Camaldolesi,  negli  antichissi- 
mi tempi  una  picciola  Chirsa  per  como- 
do 


voi' 


è 


Isole  tìcin$  315 

3o  de' Pescatori    dedicata    airArcang-Io 
;.!.  Micbeìs  ,    e  vi  si    mantenne    fino    alT 
inno  I2I2,  in  cui  Marco  Niccola  Vesco* 
^o  di  Castello  3    e    Buono    Vescovo    Tor? 
ellano  ottennero  col  mezzo  di    Alberto 
riore  di  Camaldoli  di  Verena,    che  un 
erto  Lorenzo  con  ^ue  altri  Monaci  ve- 
issero  a  stabilirsi  in  queste  acque,  eri. 
vesserò  in  dono  T  Isoletta  offerta    loro 
a  Buono,  che  la  dichiarò  inoltre  esente 
lal'a  sua  giurìsdigione  cui    apparteneva  j 
:onie  si  legge  nclT  Istromento    di    dsna- 
:ione  stipulato  per  mano  di  Maurino  No^ 
^ajo  ,  dei  m^se  di  Marzo  dell*  sopraddet- 
to anno.  Accresciute    poi    di    tempo    in 
^mpQ  le  rendite,  ed  eretto  il  Monaste- 
ro ,  e  la  Chiesa  nella  nobii  forma  ,  in  cui 
'eggonsi  ,  ora  può  annoverarsi  fra  le  più 
'icche,  e  degne  di  esser  vedute  .   Fu  go- 
vernata da  Priori,  e   da  Abbati  ,  fra'qua- 
ì  si  contano  Paolo  Venier  ,  che  fu  qua^i 
movo  fondatore  del  Monastero  ,    per    a- 
lyerlo  accresciuto  di  entrate  ,    ed  aver  in 
fesse  m.aggiormente  stabilita  la  pietà,  eia 
[peifcjzione    Monastica  ;    Maffeo    Gerardi 
poscia  Patriarca  di  Venezia,  e  Cardina* 
le,'  Pietro  Dona,  che  nobilitò    la    Ghie*? 
isa,'  ed  oltre  molti    altri,    il    dottissimo 
Pietro   Dolfìno  ,  Patrizio  Veneto  ,  ie  cui 
Epistole  Latine  stampate  nel  1524-  sono 
D  d  2-  dive? 


5i6         alla  Citta  di  Fincgu  . 
divenute  rarissime ,    e    si    coacervarlo    in 
'questo  Monastero  scritte   di    sua    propria 
Ulano  . 

La  Chiesa  è  ài  buona  architettura ,  e 
viene  da  alcuni  creduta  del  Serlio.  H 
Coro  posto  nella  parte  superiore  »  è  tutto 
di  finissimi  marmi ,  con  intagli  ,  e  rimes- 
si di  Porfidi  e  Sgrpentini,  D'arabi  i  latt 
dell'Aitar  maggiore  vi  sono  dueQ'udii, 
r  uno  de' quali  rappresenta  il  Vitello  d' 
oro  nel  deserto  ,  opera  del  Lazzari  ni  ; 
e  r  altro  ìl  Serpente  innalzato  da  Mo- 
sè  ,  del  Zansbi  j  di  cui  parimenti  sono  i 
due  Q^uadri  ,  che  si  v-ggon©  posti  tra  1q 
finestre  dalla  parte  dell'Epistola,  sicco- 
me del  LazsarJni  è  il  Martirio  di  s.  Bo- 
nifacio sotto  il  Coro .  La  Strage  ^legl* 
Innocenti  situata  sopra  la  Sagrestia  è  del 
Tarsia.  La  Risurrezione  all'Aitar  di  s^ 
Carlo  é  opera  del  Gonegliano  ,  di  cui  si' 
inilmente  è  la  Tavola  dell'Altare  n^lìa 
Sagrestia.  Le  pitture  dell' Organo  sono  di 
mano  di  Domf?nico  Campagnola  , 

Oltre  molti  Corpi  Santi,  ed  insigni 
Reliquie  che  vi  si  venerano,  ve  n'èuna 
del  Legno  della  s.  Croce,  eh;?  viens  già- 
dicata  la  più  grande  che  siavi  in  Vene, 
zia  dopo  quella  «he  conservasi  nella  Dii- 
cal  Basilica  di  s.  Marco,  Isggendosi  fuo- 
ri d^lla  Cappella  ove    essa    si    conserva  , 


,    Isole  vicim  377 

la  seguente  antÌGa  Iscrizione  ,  che  auto- 
rizza l'antichità  à-d  prodigioso  trasporti 
della  stessa  Reliquia  in  quest'  Isola  :  (  Mi 


rifìcù  deduBa    m&do 


^iisì'ìma  .    /i<inè 


pars*  hic/nsa  Cruci,  uiarist.  hi  e  Cùncurrit^ 
proni»  )  Sopra  la  porta  principale  vi  è  mi 
nobile  sepolcro  adornato  di  belle  statue, 
di  mano  delCav.  Eirnino,  er.^tto  in  me- 
moria di  Giovanni  Dellìno  V:^scovo  di 
Vicenza  creato  Cardinale  da  Clsmente 
Vlìr.  Sotto  l'Organo  è  posto  il  Corp:> 
àzì  B.  Eusebio  Osoriio  Spagnolo  ,  che  si 
f.^.:e  Monaco  in  q  ad  sto  Monastero  mcn- 
là  era  Ambasciadori  della  Corona  di 
Spagna  appresso  la  Repubblica  ,  e  l'Iscri- 
zione che  leggesi  sopra  il  suo  sepolcro 
fu  fatta  da  à[à&  Pio  Manuzio  .  Dall'al- 
tro lato  si  vede  J' Iscrizione  sepolcrale 
del  sopranominato  Pietro  Delfino  ,  che 
fu  l'ultimo  Geoerale  perpetuo  della  Gon- 
giegazioiie  CamalJoIese  raorto  nel  15^5. 
Hanno  questi  Monaci  un  bel  Moniste- 
ro  circondato  di  ai-neni  giardini  .  La  Li» 
breria  ,  nel  cui  sorlìtto  vi  è  uà  Quadro 
Gel  LazzarJni,  è  h^wQ  proveduta  di  Li.- 
bri,  molti  d-'quali  sono  stampati  ne^l 
Secolo  X^/.  ,  e  fra  questi  distinguesi  la 
B  blia  Sacra  stampata  in  pecora  della 
prima  edizione  di  Magonza  del  14.72.  da* 
primi  inventori  della  stampa.  Vi  si  tra, 
D  d  5  vana 


5iS  alla  Citta  dì  Fìnegta , 
vano  inoltre  molti  insigni  Codici  Greci , 
Latini ,  e  Italiani,  fra' quali  vi  è  l'Oif^ 
finale  della  famosa  Opera  di  Daniel  Bar- 
baro sopra  r  Architettura  di  Vitruvio  • 
Oltre  la  Libreria  vi  si  conservano  varj 
pezzi  di  antichità,  che  furon,o  ultima* 
m^nte  illustrati  con  particolare  Disser- 
tazione ,  e  vi  si  trova  ancora  quantità  di 
medaglie  antiche  ,  e  de'  Secoli  bassi ,  del- 
le quali  sì  va  formando  la  sene  pfr  un 
Museo  .  Nella  stessa  Libreria  vi  è  un 
Mappamodo  fatto  a  penna  in  Pergarne- 
ni ,  e  miniato  :  opaia  d'  un  Religioso  di 
questo  Monastero  iasigne  Cosmografo  ,  a 
cui  fu  nel  luo  tempo  ,  cioè  alla  metà  del 
Secolo  XV,  coniata  una  Medaglia  colla 
sua  efidgie  al  naturale,  e  d'intorno  vi  si 
ieggono  questa  parole  :  Fratir  Maurus 
SAnBì  Michaelh  Moriansnsh  de  f^e»6tiif 
Ordini s  Camaldulefisis  ,  Cosmographus  in, 
cemparabìlis  . 

Neil*  entrare  in  Chiesa  finalmente  a 
mano  sinistra  vi  è  una  porta  che  condu- 
ce ad  una  C.-ìppelIa  ricchissima  di  inar- 
mi,  di  cui  fu  Architetto  Guglielmo  Ber- 
gamasco ,  fabbricata  nel  Secolo  XVf. 
per  ordine  di  Margarita  Vitturi  i\iiani 
Gentildonna  Veneziana  .  Molte  altre  Iso- 
le sono  tra  Levante,  e  Scirocco,  una 
delle  qiAali  verso  il  Lido  è  quella  di 

i>\  FRAN- 


Isole  iklns  51$ 

§.  FRANCESCO  DEL  DESERTO, 

Donata  da  Jacopo  Michele  ai  Frati 
'*^  IVIinori  nell'anno  12,35»  sotto  il  giorno 
i»  (uarto  di  Marzo ,  e  abitata  dal  8.  Ber»? 
'ir  pardino  ,  che  diede  priacipio  al  Gonven- 
o  della  Vigna  .  Ora  questa  viene  posse" 
tt  iuta  da'  Riformati  dello  stesso  Ordine  , 
i  :he  ci  entrarono  nel  1460.  per  opera  del 
e!'  \  Niccolò  Erizzo  ,  e  con  Breve  di  Pio  II. 
ai  B'fanTi  conservata  da  antica  e  fondata 
D  :radÌ2Ìone  ,  che  ritornando  s.  Francesco 
le  klla  Scrìa,  e  dall'Egitto  entrasse  in 
i  luesce  Lagune  ne^li  anni  liio.  e  appro- 
!  iasse  a  quest'  Isolttta  ,  in  cui  colie  pro- 
{.  >rie  mani  vi  fabbricasse  una  piccola  Ca*? 
ì  panna,  ed  un  angusto  Oratorio,  che  tuf 
I    savia  si  conserva  . 

I        Nello  Stromfnto  di    donazione    si    ac- 
t    cenna  ,  che  in  quest'Isola  vi  era    fabbrl- 
\    :ata  per  l' addietro  una    Chiesa    dedicata 
li  B.  Franctis:o.  Super  quam  Ecclesia  E, 
I    Frftncisci  est  ^edificata  *  Lo  Stromento    è 
dell'anno    1233.    Ora    essendo    morto    s. 
Francesco    nel    1226.,    e    santificato    nel 
1129.   da  Gregorio  IX.  ella  e  una  mara- 
viglia il   ved-re  come  in  sì  brieve  tempo 
si  fosse  dilatato  quest'Ordine, 

La  Tavola  dell'Aitar  niaaglore  con  s. 
Francesco,  è  di  Andrea  Vicentino,  L^ 
Annunziata  negU  angoli  dell'Arco  dellq 

5t?SSQ 


320         alla  Citta  dt  ì^^negia» 
stesso    Altare  ,    è  di    Orazio  da    Casi'eL 
franco . 

S.  JACOPO  DI  PALUDO, 

Di  questa  Tsoletta  era  Padrone  Or";© 
Badoaro,  e  \x  donò  a  Giovanni  Trono 
che  vi  edificò  uno  Spedale  co'la  Chiesa 
consegrata  a  s.  Jacopo  p^r  ospizio  de* 
Pellegrini  .  Fu  abitata  da  Monache  dell* 
Ordine  Gisterciense  sino  all'anno  1427. 
in  cui  levate  via  per  esser  luogo  di-sagia^ 
to  e  lontano,  £a  conceduta  nel  1460.  ai 
Frati  Minori^  ma  vi  abita  un  solo  Sacer- 
dote . 

In  lontananza  di  un  miglio  ,  vicina  a 
Mazorbo  vi  è  un'  Isoletta  rovinata  dal 
flusso  del  Mare;  dove  per  l' addietro  e* 
era  un  Monastero  di  Monache  dell'Oidi* 
ne  di  s^  Benedetto,  col  nome  dis.  Nic* 
colò  della  Cavana  ,  unito  negli  anni 
1432,  al  Monastero  di  s.  Catterina  di 
Mazorbo»  Ora  questo  luogo  si  dinomina 
il  Monte  del  Rosario  da  unaChitsa  ctij 
fu  nuovamente  eretta  da  una  Conftater- 
nità  Laicale  della  Bjata  Vergine  del  Ro- 
sario . 

S.  ERASMO. 

E' un    Isaia    assai    grande  ,    copiosa    di 
Vigne  ed  Orti,  che  somministra  erbag:'. 
e  frutta  a  Vinegia.  E' Parrocchia  di  Pi  :- 
ti  ;  e  il  Parroco  viene  eletto    dagli    abi 
tanti  3  che  sono  Ortolini. 


zion 


li  ole  "vlche  3  2.1 

'  Nella  Cliiei-ì  il  Q^uadro  co!  Martirio 
ìi  s,  Erasmo  è  di  Domenico  Tintoretco  : 
alla  destra  dell'Aitar  naaggiore  il  Cri- 
to  in  Croce  con  altri  Santi  è  deli'  A- 
iiense  . 

Lungi  da  Venezia  non  più  di  un  mi- 
glio v'è  un  lung»  tratto  di  lido  che  for- 
jiia  uno  d»' Porti  della  Città,  guardato 
la  due  Castelli  dal  tempo  della  ioro  ere- 
ione  chiamati  Fecchl$  e  l'^woro  .  Sopra 
ina  parte  di  essa  lido  s'innalza  il  Moni- 
tero  ,  e  la  Chiesa  di 

S.  NICCOLO  DI  LIDO, 
Che  innanzi  d'ora  fu  so^^iorno  di  Mo- 
laci Benedettini ,  la  cai  erezione  si  ri» 
i  [ferisce  al  Doge  Domenica  Gcntarini  quivi 
Sepolto  negli  an»i  i044.  come  riferi&ca 
,' antica  Bolla  che  constivavasi  ueii'Ae* 
:hivio  del  Monastgro  in  cui  leggesi  :  'Ur-^ 
^anus  Ep,  Sòr,  Ser.  Dii  DiL  F/Zils.  Ma^^ 
ihdSO  ^b.  Mon,  SanFti  l^ìcoUd  ^  quoA  ì^ 
%hvalunsii  portus  littore  situm  est  i>^:> 
Trcefatum  Moncisterittm  Sancii  TSlico-aè 
guod  fé/,  memorile  Domliìciu  Ccntarenii,ì 
Venetiarum  Du:<  Una  cum  Dom'uiìco  Gra- 
densi  Vatriarcha  (^  i^ominìco  OlivolcrSiè 
Wj^pi scopo  isr>  cunei 0  Cloro  iS'VopuloV^nz. 
^^co  i'fi  littore  Bjvoa/tensi  portus  edipcaìi-^ 
dnm  concissit  is^'C,  Datum  Verona  VUU 
Uiis  Januar.  Ind.  IIIL  MLCXXXH. 

Fu 


332  alla  Citta  dì  Fìnsgìct , 
Fu  la  Chiesa  ne' tempi  seguenti  rinno» 
vata  in  beila  forma  ,  con  sette  ricchi  q 
nobili  Altari;  tra  i  quali  è  degno  dios-? 
servazione  il  maggiore  che  è  isolato  con- 
posto  di  marrni  finissimi,  rimessi  a  fo^ 
gliami  di  vai)  colori  ?• 

Le  pitture  che  adornano  questo  Teirj- 
pio  sono  di  Pietro  Vecchia,  di  CarlettQ 
Cai l' ari  j  di  Luigi  Scalamuzza ,  di  Pietro 
D^ìmiani  ,  di  Francesco  Paglia,  e  di  Gi- 
rolamo Pellegrini  .  Le  due  Tavole  della 
Sagrestia  ,  e  il  Quadro  del  Ref-ttoqQ 
sono  opsre  belle  di   Pietro  Mera  . 

Vi  riposava  il  Corpo  di  s.  Niccolò 
Vescovo  delie  Smirne,  con  molte  altre 
Reliquie,  ora  trasferite  a  s.  Giorgio  nia§^ 

Da  que=;to  Monistero ,  con  permissione 
d-^I  Pontefice  ,  fu  tratto  Niccolb  Giustir 
«iano  Monaco,  perchè  suscitasse  Ja  no- 
|>  le  famiglia  Giustiniana,  che  si  cstinse 
BL-lIa  guerra  di  Emmanuello  Impsrador? 
di  Costantinopoli  .  Questi  avendo  presa 
per  moglie  Anna  figliuola  del  Doge  Mi? 
chele,  e  ricevuta  di  hi  copiosa  prole 
(  tra  cui  fu  s.  Lorenzo  Giustiniano  )  se 
ne  ritornò  di  nuovo  al  Monastero,  ove 
fu  seppellito  colla  moglie  Anna,  essen- 
dosi acquistati  aniendue  per  la  santità 
della  vita  il  titolo  di  Beati;   e    le   loro 

Jm^ 


ìsole  iììci'ne  32^ 

ir.magini  si  veggono  poste  nel  Coro, 
olla  Figura  di  San  Niccolò  nel   mezzo. 

Quivi  pure  giace  sepolto  il  famoso  Sa- 

nguerra  Torello  j  che  aspirando  al  Dc^ 
•inio  di  Ferrara  ,  fu  fatto  prigione  da* 
'eneziani  5  e  condotto  a  Venezia  i  La 
X7,  Iscrizione  è  la  seguente:  Sepu/cfum 
làgKÌfici  Dominici  SalìngmrfdS  Tìnì  de 
'errarla  qui  obìit  dis  XX!^.  JuUi  MCC» 
iLIIL 

NelLl  facciata  esteriore  si  Vede  eretto 
h  sepolcro  colla  statua  di  marmo  ,  alla 
ismoria  di  Domenico  Contarini ,  Fon- 
retore  di  questo  luogo,  eletto  Doge  nel 
043.3  s  morto  nel  loji* 

(>ui  vicino  vi  è  un  maraviglioso  Pozzo 
i  acqua  dolce,  così  abbondante  che  ss 
e  proveggono  i  Navigli  che  escono  delU 
:  tra,  ed  è  quasi  un  prodigio  della  na- 
va  ,  perchè  mai  Venne  a  mancare  . 

Poco  discosta  è  la  Chiesa  di  s.  Marii 
Jsabetta  ,  Parrocchia  di  Preti  1  in  cui  vi 
a  due  belle  Tavole,  una  del  SalviaCi  , 
'  cvlrra  del   Pilotti  . 

In.  qualche  distanza  si  vede    un    Quar^ 
ere  per  comodo  alloggio  di  Quattro  mi- 
ci Soldati .  Vi  è  ancora  un  nobile  Palas- 
e  a  lato  dei  Monastero  in  cui  si   radu- 
^uo  in  alcuni  giorai  destinati  li  supremi 
V!&2Ì5trati  per  ogscjvare  1*  esperienza  d^i 

pubs 


314-        c^Ua  Citta  ài  Vìmgia .  L 

pubblici  Bombardieri.  Varie  poi  sono  le  f 
lapidi  sepolcrali  che  vi  s'incontrano» 
sotto  cui  giacciono  le  ceneri  di  alcuni 
uomini  illustri  di  Religione  Protestante . 
Poco  lontano  è  pure  il  Cimiterio  degli 
Ebrei,  ove  tutti  ^i  seppelliscono;  e  sì 
osservano  varie  Iscrizioni  ,  scolpite  ifl 
marmi  fini  * 

Quest'  Isola    sì    estende    in    lunghezza 
cinque  miglia,  e  termina  in 
MALAMOCCO, 
Citta    ne' tempi    passati,    e    ora    Terfa 
popolata.  Q_uivi  un  mezzo  secolo  fecero   p 
Ja  loro  residenza  cinque   Dogi  ;    e    q«ivi 
pure  sino  dal  640,    {i\    stabilita    la    Sede 
Vescovile  che  fu  poi  trasferita  ia  Chiog- 
gia  .  Gonciossiacchè  negli  anai  1105.  per 
grave  incendio,    e    per    le    innondazioni 
del  mare  che  sommerse    quelli    parte    di- 
Lido  ,    gli    abitanti    si    ricovraronO    alla 
megli©   nel    sito    in     cui     pres»nt«mente 
soggiornano,  che  era    priraa    una    lingua 
eli  terra  distante  un  naiglio  io  circa  dall 
antica  sprofondata  Città  .  Due  sole  sono 
le  Chiese  :  il  Duomo  ^  Parrocchia  di  Pre- 
ti ,  in  cui  si  veggono  du«  belle  pitture  > 
una  di  Bernaraiino    Prudenti,    l'altra    di 
Girolamo  Forabosco  .  La  seconda  Chiesa 
e  di  Monache,  dedicata  a  s.  Mariadella 
Orazione  3  ove  Pietro  Malombra    dipinse 

all' 


ititi  1 

di 

ilvito 

t!5:nt 

beli 

lOCCl 

li 

lea 

n  es 


alla  Ctttd  dì  Vìnegia  ,        J25 

lltari  maggiore  h  Natività  della  Vergi* 

'  ;  di  cui  purs  è  un  (Quadro  mobile  del 

(,.Ivatore  e  s.  Carlo.    La  Tela    poi    rap- 

essntante  il   Sattesimc)  di  Cristo  è  opc- 

bella  di  autore  incerto ,  creduta    però 

j1  Fiammingo*    Poco  lontana  da  Maìa- 

occa  è 

POVEGLIA  . 
Li  popoli  di  quest'Isola    furono    quelli 
ìQ  al   tempo    del    Re    Pipino,    il    qualis 
ileva  prendere  Venezia    col    mszzo    di 
1  esercito    condotto  sopra    alcune    Zat* 
re  ,  andarono  a  tagliare  quelle  funi  con 
quali  erano  insieme  legate  ,  e  così  ri- 
masero tutti  annegati  nel  Canale  ,  che  fu 
tii  dinominato  Canale  Orfano  . 
iQ^uest' [soletta  fu  smantellata  d'ordine 
|;bblico  ai  tempi  della  guerra  di  Ghiog, 
ja ,  ed  è  ora  famosa    per    un    Crocifìsaa 
ilracoloso  j    e  perciò    assai    frequentata  « 
Il  Chiesa  ove-^  venera  fu  in  questi    ul^ 
tiTii  ansi  risraurata  ,    e  abbellita  da    tim 
bnfraternità  di  persone    diyote .    Molt* 
fìO  le  pitture  che    l'adornano,  e  tutte, 

fittane  ia  Tavola  colla  i>.  V.,  cco'S^rt- 
Giuseppe  e  Francesco,  eh* è  del  Pat- 
i,  sono  moderne,  cioè  del  LeiCerim, 
41  Segala,  del  Cav.  Binabini,  del  Ca/. 
Izari,  di  Ang.  Trevisani,  del  PiaX^st.- 
)  ,  e  dell'Angeli  <, 


0?D 


3 le  hile  vtcìrte 

In  qiiesfo  luogo  abitava  per  l'addietri 
r  Abbate  Gav.  Giustiniani,  celebre  nf  11;  ^'' 
Repubblica  Letteraria.  \'^ 

S.  LAZZERO.  "" 

Ne' tempi  andati  si  curavano  in  questa 
Juogo  i  Lebbrosi:  ma  restò  del  tutto  ab- 
bandonato ,  quando  fu  trasfw'tita  ogni  coss 
nello  Sptdale  rie' Mendicanti  detto  di  f"^^'" 
Lazzero ,  nel  Sestiere  di  Castells.  Fi 
poi  conceduta  l'Isola  ad  alcuni  Padr^f 
Domenicani  fuggiti  di  Candia:.£d  oraè>''; 
Ospizio  di  alcuni  Monaci  Araieni  ,  ch^i^V: 
hansro  ridotto  in  assai  bella  forma,  sì  h^^  ' 
Chieda  ,  che  il  Monastero  ornandoli  di'|^'^ 
belle  fabbriche,  e  di  preziose  suppelIet'H' ^'' 
tili  in  guisa  ,  che  fra  poco  potrà  queste 'i^- 
luogo  annoverarsi  come  uno  de' più  bel-Jiti) 
li,  che  si  veggono  in  queste  Isole.  Pei'i^c 
fianco  di  quest'Isola  si  trova  il  d^o: 

Lazzeretto  vecchio,       m 

Nobile  edilìzio  ,  fabbricato  d'ordin«ielo 
pubblico  nel  1423.  per  cagione  della  pc'ifsp 
«te  ►  Quest' Isoletta  ne' tempi  anditi  sihd 
denominò  ?, Maria  in  Nazaret  dalla  Ghie 
sa  sotto  questo  titolo  eretta,  ed  ofSziata.  ,. 
dagli  Eremitani  di  s.  Agostino,  a'quafitJtut 
era  stata  concedica  innanzi  al  Secolo  X.iisìc 
Passati  poi  questi  in  Venezia,  rimase  unfetto 
tal  luogo  destinato  al  pubblico  servigio  Ji!.  ; 
e  ridotto  ad  uso  di  Lazzeretto,  come  aliiuo,- 

prs- 


ìj  aìU  Citta  dì  Vtnigtà*         317 

H^  ssnts  si  vede  .  Viene  retto  da  un  Prio. 
3  ;  e  ne*  tempi  lii  pz'^tt  ^  sono  stati  de« 
i  Dati  alla  cura  At%\\  appesati ,  e  Me- 
K(  :i,  e  Chirughi,  e  Sacerdof  ,  e  S  rvcn- 
0,1  ;  e  furono  provveduti  di  Medicine,  e 
ci<  ogni  altra  cosa  biSOgacYoJe  .  Dì  rin- 
Ji^iiìtro  V  è  i' 

LAZZERETTO  NUO\ro, 

3)   Fabbricato  parim^^nte  d*cr(^in«  Pubbli- 

j^i;  Tanno    14ÓS.    con    C?;ato    Caieere    ed 

,:j|a  Vi^na  serrata,    a  segno  che  da    }on, 

i;  |30    seosbra    un    Castello,    E' governato 

;    1  un  Priore,  e  vi  si    ©«servano    gli    or- 

,,;   ni  d^l  Vecchio.  (ì.i  si  pongono    so!a- 

v;   20ts  quelli  )  che  v-ngonQ  da  Paesi  sos- 

^  Itti  j  p-rchè  vi  facciano  la  Contumacia  , 

;l|Siccom?  le  disposizioni,    e  il    bell'or- 

\^c  oss;;rvàto  in  tal  proposito    meritano 

janàìssima  iode  ,    e  noi    f\\\    riferiremo 

\  Kello  che  §i  è  fatto  in    occasione    della 

ira  pestilenza,  che  afflisse  la  nos^ra  Git- 

■   nel    157^' 1    di  cui  fa    oarcict  ur    men, 

\y^z  il  Sansovino    nelle    s-ie    Cronach-. 

'.    tal  occasione    dunque    solevano    quivi 

vrtarsi   quelle  persone  ,    che    per    essersi 

scolate  cogli  appestati,    erano  in  sos* 

tro  di  aver  contratto  qualche    infezio- 

.  Ascendeva  il   loro  numero  a  sette  in 

:o  mille,  la  maggior    parte    poveri,   o 

jsrretti  ad  abbandtìnare    le    proprie    in- 

E  e  i'  f^tte 


$it  Tsoh  'vìcins 

fette  Sostanze  .  Venivano  mantenuti  a 
pubbliche  spese  per  la  spazio  di  ii.  gior- 
wi  tempo  stabilito  per  la  loro  contunaa- 
cia.  Il  gran  numero  eli  navigli  piccioli  e 
grandi,  disposti  tutti  all'intorno  di  que- 
sca  Isola  somigliavano  ad  un'armata  che 
asse«iiass?  una  marittima  Città  .  Innalzata 
vtidevasi  tina  Bandiera,  oltre  alla  qvìnle^ 
non  ei'a  lecito  di  passare,  ed  in  poca  di. 
stanza  stava  posta  la  Forca  per  castigare 
q!4;rlli  ,  ch:^  non  avessero  ubbidito  a*  pub- 
blici ordini.  La  mattina  ad  ora  conv* 
niente  comparivano  gli  Uffiziali  destina- 
ti dai  pubblico,  che  andando  di  barca  in 
|>i  ca  ,  dimandavano  se  vi  era  alcund  am- 
maiato,  e  trovandone,  li  condKcevano  al 
Lazzeretto.  Poco  dopo  venivano  altre 
tirchi  cariche  di  pane,  vino,  ed  altre 
provìsioni  ,  ch'erano  a  ciascheduno  egual- 
ITìente  distribu-te  con  maraviglioso  ordi- 
ne, e  silenzio.  N.^lT  avvicinarsi  della 
nc'tte  recitavano  ad  alta  vece  le  loro  ora» 
2ioni,  e  udivasi  una  grata  armonia  di 
Salmi,  e  d' altre  Lodi  diyine,  e  si  pas* 
sava  Ja  notte  in  altissimo  sil^-nzio.  L 
«no  ,  e  l'altro  di  questi  luoghi  è  soggetto 
al  Magistrato  della  Sanità  . 
S.  SERVOLO. 

i^uest*  Isola  è  la  più  lontana  dalla  par- 
te del  Lido.  Fu  priaaa  abitata  da  Móna' 

ci. 


cUa  Citta  dì  Fì}2?-gut  *         •s.tp 
ei  5  ella  negli  anni  Si 6.  furono    trasferiti 
Qeila  Badia  di  s.  Ilario  verso  le  Gamba- 
rare,  per  Consenso  di  Awgeio    Partlcipa- 
irio  T^oge   di  Vinegia .    A    qiesti    siicce- 
^;ett^ro    de*Frati  r    indi    quelle    ^4o^ache 
di  s.    Benedetto^    che    andaron©    poi    aci  . 
abitare   il  luogo    afìtico    ^e' Gesuiti,    or^.' 
netto  r  Umiltà.   Pascià  vi  furono    collo^  ? 
cate  altre  Monache  venute  dal  Regno  ^|^^' 
Candia  Tanno  1647,:  e  oggidì  è  abitata    ' 
na  Religiosi  Laici    della    Congregazione 
U  s.  Giovanni  di  Dio  >  i  €|uali  si  esì^rci- 
:aF5:>  nella  Chirurgia  a  benefìzio  de'pove<-^ 
•i  Soldati ,    ed  hanao    i   loro    Cappellani 
sacerdoti . 

Secondo  il    Sansovino    quivi    riposa    il 
I^orpo  di  s.  Leone  ,  Vescovo  di  Modons. 
"^i  sono  anche  le  Memorie  di  Michele 
soriano    Cavaliere  ,    e    Dottore   ,    uomo 
rkiarissimo  ài  que'dì.  A  quest'Isola  ap.- 
.Drodò  riraperatore    Ottone    IIL    quando 
i^erso  il  fine    del    Secolo    X.    pertossi    in 
.Venezia,  come  raccoHta  l'antico    Croni.    ' 
;ta    delle    cose    Veneziane  ,    appresso    il 
,]uale  si   legge,  che   1  '  Imperatore  co' suoi 
Baroni  Sa'ncfi  Sdrvuli  Ecclssictm  ^  qudd  non 
ìonge    CI   Bucìs    Valatio   sita    decernìtur , 
uppHcmì ,  (Questo  Scrittore  è  dei  XI.  Se- 
colo . 
Ma  è  temfo  di  passare  ad   altre    Isole  ; 
jE  e  3  mag? 


3  30  Isole  vicine 

magfiori ,  nékrii  ed  antiche  ,o  piuttosto 
Città;  il  cui  ingr<incliinento  derivò  dalla 
rovina  di  Aitino,  €  Ja  decadenza  dall' 
aumento  della  Città  di  ViBegia  -  Qeste 
sono  quelle  Isole  che  erano  innanzi  Aiti' 
no  5  e  che  io  coprivano,  delle  quali  così 
scrìve  Cassiodoro  .  ^dditur  ìllì  /itosi  (  par- 
la di  Aitino)  orda  pulcberrimus  ìnsula^ 
rum  <i  qui  amabili  militate  àìspositus  ^  Ì9^ 
a  pericuUs  vìndicat  nav')s  Ì3^  ditat  ma» 
gna  ubertAte  cnhotes .  (Jia^st^  seno  Tor» 
cello  5  Buy  ano  ,  Mazorbo  ,  e  Muran$  ;  che 
ora  si  considerano  come  Contrade  di  Vi- 
nt già  ,  benché  abbiano  un  Vescovo  ,  Ci 
porteremo  prima  &  Torcello,  Città,  che 
per  essere  stata  la  Sede  Vescovile  ,  e  per 
serbare  ancora  alcune  delle  vestigia  di  sua 
antichità  ,  merita  •!  primo  luogo  . 
TORGELLO. 
La  Città  di  Torce/Io  giace  nelle  La- 
gune dalla  parte  Orientale,  in  distanza 
di  cinque  miglia  da  Vinegia  .  Ella  è  pili 
antica  di  Vinegia,  perchè  fj  abitata  mol- 
to prima,  che  Attila  Re  degli  Unni  di- 
struggesse Aquilcja ,  Concordia,  e  Pado- 
va, psr  la  cui  rovina  i  popoli,  ch'eran* 
all'intorno  di  quella  P.nvia:ia,  la  quale 
chiamavisi  anticameot-rf  laJ^e'Uxìa  y  si  ri- 
fuggiaron.)  «n  qa^lle  Isole  ,  eh' eran-:*  sparw 
se  n£Ìle  Lagune,  dette  da*  Veneti  i  sat& 

Mari  y 


alici  Citta  dì  Fhegìa .         331 
iiirì  ^  i  quali  si  stindevaoo  da  AquUeja 
Ravenna. 

Anzi  qualche  resi  iuo  di  Anti^h:  Iscri- 
ioni  >  che  si  cruovano  ancora  inTorcel- 
I,  dimostra,  che  quei  iuogo;  fosss  abi- 
to anchs  prima,  che  o^lla  Veneti  Pro- 
ncia  si  d.lfondess;;  il  iunae  dèi  Vange*. 
»  ,  leggendosi  in  quc;lle  i  riti ,  ,e  le  su- 
irstizioni  deiridoi-ii-ria .  Di  f.al  sorca 
n  vestigio  se  ne  conserva  ìi'43  upa  Lapida 
il  Paiazzo  del  "Podista  neiu  Saia  terte-^ 
1,  la  quale  addita  una  donazicoe  di  uà 
»rto ,  e  di  un  Edifizio  ,  fatta  da  un  Li- 
erto  al  Collegio  de'Centonaj,  perchè 
3lle  rendite  di  que' fondi  f..>ss-ro  cele- 
'ate  l'esequie  al  suo  padrne,  e  a  se 
:esso,  con  larga  copia  di  rose  5  e  di  v.- 
ande . 

PATROCLUS 

sEcuras 

PIETAT£\4 

COL.  CEN^. 

HORTOS  CUM 

^DiFlClO  JUNCTCS 

VIVUS  DONA.YIT  UT 

EX  P.EDITU   toa.  LARGIUS 

ROS^  ET  ESC^ 

PATRONO  SUO  ET 

QUANDOQUE  SIBI 

PON£KEJ>JTUR, 

la 


^32^  ^soh  *vic2fje 

In  un  altre  Frammento  sopra  la  Porta 
^ella  Chiesa  0V5  si  battezza  ,  la  quale  è 
«iirimpetto  alla  Cattedrale  si  leggano 
queste  sole  parole  : 

HORTOS  MUNICIPIO  DEDI . 
Se  questo  luogo  era  abitato ,  noa  era 
p^và  molto  abbondante  di  abitatori ,  raen^ 
tre  ha  potuto  ricevere  i  Cittadini  Alti- 
nati  ;  una  parte  de*  quali  spinti  dal  ter- 
rò e ,  che  loro  avea  fatto  Attila  eolia 
pr.sa  e  desolazione  di  Aquilejaj  o  ne 
te  Tipi  forse  del  Re  Rotari,  si  ridussero 
in  questa ,  ed  in  altre  vicine  Isolette  , 
per  godere  fra  le  rovine  della  Venezia  , 
e  d'Italia,  tutta  la  sicurezza,  e  la  pa- 
ce .  Fu  perciò  di  aumento  all'abitazione 
dì  Torceiio,  e  dsiÌQ  vicine  Isole  di  Bu- 
rano  ,  MàZorbo  ,  Murano,  Costanziacog 
s  Amiano  la  decadenza  di  Aitino  . 

Torcello  ,  che  diventie  ia  Sede  del  Ve- 
scovo ,  prese  il  nome  di  Città,  e  le  al- 
tr*  furono  considerate  Contrade  di  quel- 
la 4  Oggidì  sussistono  ancora  le  prime  - 
i^uattro,  essendo  perite  o  sommerse  dalle 
acqie  le  due  ultime.  Scrive  il  Dandolo 
nel  Libro  5.  cap.  4.  part.  5.  ,  che  Aitino 
era  una  Città  grande  e  popolata,  la  qua- 
le avefa  sei  porte  .*  e  che  coloro  i  quali 
abitava*9o  a  ciascuna  Porta,  diedero  il 
«Olile  a  <juell' Isola  che  occuparono.  Ber-  , 

nardo 


alia  Citta  dì  Venegia ,  335 
riardo  Giustiniano  riferisce  lo  stesso  ^  ma 
come  stabilito  dalla  tradizione  ,  ut  fama. 
fsrt  f  dice  egli.  Egli  è  però  verisimile  , 
che  in  Torcello,  e  nelle  Isole  citconvi. 
cine  gli  Altinati  avessero  i  lor®  luoghi 
cii  delizie,  di  cui  Marziale  nel  quarto 
Libro  scrive,  chi  gareggiavano  colle  ams- 
nijsime   Ville  di  Bija  : 

^Emilia  Bajanis  ^It'mi  littoria  Vìllìs  is^c» 
e  queste  erano  rendute  più  belle  .dalla 
magnificenza  de*  T^mpj  ,  e  dalla  nobiltà 
degli  splendidi  EdiSzj ,  che  le  adornava^ 
no:  oltre  di  che  Cassiodoro  scrive,  co- 
me dicemmo,  che  l'ordine  di  queste  ì^o. 
ie  era  bell-ssimo  a  vedersi,  essendo  di» 
sposte  con  sì  amabile  utilità,  cke  copri- 
vano le  navi  da' pencoli,  e  arricchivano 
con  grande  abbondanza  i  coltivatori. 

In  queste  Isole  adunque  si  ritirarono 
gli  Altuiati  per  sottrarsi  al  furore  degli 
Unni,  che  sotto  la  condotta  di  Attila 
devastavano  la  Venezia.  Ma  o  non  fu 
del  tutto  dì-solato  Aitino,  o  fu  in  parte 
ripatato  dalle  sue  rovine,  mentre  in  esso 
rimase  il  Vescov©  eolle  cose  sue  più  sa- 
cre. Continuando  però  ad  essere  i'^^^^i.?",", 
tate  leCittà  della  VeaeJsia ,  ora  da'Lon** 
gobardi,  ora  dagli  Unni ,  conciossiacchè 
il  Re  Rotari  ,  che  cornine  ò  a  regnare 
negli    anni    641»    favorisse    TArianismo^ 

99Ì 


334  hole  vicine 

col  permettere  che  nùU  Città  a  ìui  ssg^ 
gette  vi  fossa  coi  V^-Scovo  Cattolico  an- 
cfie  l'Ariano:  P^olo  Vzico.Vi^  di  Aitino  , 
seguendo  l'esempio  degli  altri  V  scovi  a 
lui  v'Cint  j  1  q-niìi  Per  sottrarsi  «'tl'a    cru- 
deltà de*  J[^ongc bardi  av.ano  trasferite  nel- 
ie  Isole  le  loro  SiAi  ,    fassò   con    quella 
parte  del  suo  popolo  che  età    Cattolico,- 
sd  abitare  in  To  ctll©,  ed  ivi  stabilì    la 
sua  Sede,  avendo  partati  feco  i  Carpi  de*, 
Santi  Tepnisto  5  Tabra ,  e  Tabrata  ,  e  di 
j.  Liberale  5  insieme  con  tin    Braccio    di 
s.  Jacopo  Apostolo  ,  e  tutte  le    cose    pii 
preziose  della  Chieda  Altinatc  . 

Dopo  la  devad  nza  di  Aitino,  ebbej 
certamente  il  suo  nascimento  anche  Tre- 
yigi  :  e  forse  Io  à^y^  a  Tcodorlco  Rj 
degli  Ostragoti ,  ii  ^uaìe  tra  la  punta  de) 
Mare  Adriatico,  «  i  Monti  ed, fico  Ter* 
re  e  Fortezjce  ,  p«r  impedire  più  agevola 
mente  il  passo  ai  nuovi  Barbari.,  che  a^ 
velerò  voluto  assalire  T  Italia:  il  chj 
ebbe  p  incipio  nel  Consolato  di  Patrizn 
e  d*  Ipizio  >  che  fu  negli  ann  500.  o  nel 
cominctamtnto  dei  sesto  secolo,*  come 
pare  che  si  possa  inferire  da  Cassiodoro , 
il  quale  afferma  nella  sua  Cron^c™  ,  lui 
aver  rinnovate  molte  Città,  fabbricate, 
moltissime  Piax^e ,  e  fatte  opere  supe, 
fiori  glie  antiche  Romane .  li  perchè  a- 

r?ndo 


alia  Chta  di  Fhe^Ja.         ^p 
tsnio  la  necessità  costretti  gli    Altinati 
ad  abitare  dentro  le  acq'-e  ,    lungi    dalle 
loro  palidi;    né    vaìdn.'oisi  pù  della  ter- 
ra i  e  <lcl   loro  ampio    T.-'  ntorio    cHe    si 
dovea   stenJere    sino    a»     Munti   ,    come 
quel'o  che  nutriva    copiosa    gr^'ggic ,    ed 
era  celtibre  per  la  lina  Altaate  j  tenuta 
in  pregio,  com«  riferiscono  Columella    e 
Marziale  ,  ed  «ss-ndla  quello  stato    occu- 
pato   dalle  contiene  inondazioni   de' Bar- 
bari ,  che  per  tanti  aKni  avsano  flagellata; 
tutta  r  Italia  :  p.^t€  allora  es$-?r  edificato 
Trevigi  i  che  prima   non    p©t«va    esserlo 
stato;  S9  non  si  dicesse  che  A't-no  fosse 
Senra  territcirio  ,  il  che  viene  contradetta 
da    Columella    e    Mir«iale  ,'    oppure    che 
Trevigi  foss*  5tata  Città  degli  Altinati, 
ma  per  altro  fortunata  ,    perchè  sola    re- 
stasse   irnmune     dall'  impeto    d*  Attila  • 
Quindi  falise  sono  ie  Lapidi,  colle  quali 
si  vuol  jtrovire  che  Trevigi  fosJe    Muni- 
I  cipio  de'  Romani  \   seppure    questa    sorta 
di  Lapidi  non  sono  ricevute  con    troppa 
credulità  ,  o  non  vi  tia    chi    capricciosa- 
mente   iaterprtti    alcune    lettere     affatto 
corrotte  :  del  cui  fenere  è  quella    che    è 
stata  pubblicata  dall'Autore  delle  Memo- 
rie di  Benedetto  XI.  fa  quale  porta  qual- 
che carattere  di  falsità .    Quanto    poi    ai 
Tauiisani  oTarvisani  nominati  da  Plinio  j> 

questa 


3i6  Isole  ttìcmg 

Questi  efatìo  popoli  montani;  e  que' SoT.. 
dati  che  anchft  al  presente  registrati  si 
veggono  in  qualche  antico  Ruolo  ,  la  cut 
Patria  visne  accsnnata  Ciyn  queste  lettere 
TaRU.  oppure  TaRVISO,  erano  «li  Si 
fatta  montana  popolaaione  <r 

Passato  dunque  Paolo  Vescovo  di    Ai- 
tino in  Torct'llo,  ad  esso  succedette   un 
mese  dopo  Maurizio  o    Mauro ,    il   quale 
avendo  da  Severino  Papa    ottenuta    l'ap^ 
provazfone  delia  traslasioiie  della  swiSs- 
de  in^  Torcello  ,  vi  fabbricò  molte    Chic- 
se  ,  e  tra  queste  il  nobile    Monistero    di 
$.  Giovanni .  Molte  altre  ne  furono  edi« 
ficare  dal  successore  Giuliano    nelU    sua 
Diocesi  :  e  finalmente  Diodato  «he  fu  il 
quarto  Vescovo  ,  edificò  negli  anni    679.  , 
la  Cattedrale  dedicata  a  Nostra  Signora  »> 
nella  quale   collocò  i  Co-pi  di  s.   Eliodo- 
ro Alcinafe  amico  di  ^.  Grolamo,  eli  s- 
Liberale  Contessore,  e  de*  Santi    Tabra  , 
Tab-rata  j  e-Teon^sto  Vescovo  di  Aitino, 
tutti  e  tre  Martiri  ,  con  un    Braccio    di 
s.   [acopo.  E  qui  è  d*avertire,  che  i  Tri- 
vi giani    pretendono    di    possedere     questi 
santi  Corpi;  rti\  non  sono  cf>e  Corpi  ba.t-' 
tezzati  con  qassti   noiiTÌ ,  n^on  aTeodo  e$-    L 
si  alcun  antico  fondamento    né    Scrittore' 
che  ciò  favorisca  ,    quando    per  gli    Tor^ 
CQÌhpÀ  scanno  i  monymsnù,  gli  Scritto^ 


alU  Ckù  di  Vmìgta,  %n 
,  e  la  verisìmiituiline  j  che  colla  tras- 
«ione  della  ^^è.z  Vescovile  sia  seguita 
ache  quella  delle  cose  sagre  .  Ssnza  che 
L  tutto  questo  fa  fede  un  antico  Pro- 
;s$d  che  si  conserva  in  quella  Cancella- 
a;  il  quale  fu  fatt«  in  ©ccasione  di  una 
opolare  sollevazione  )  nata  coacro  un' 
Tete  ,  ìsdiziato  ch«  avesse  voluto  levare 
piedi  di  quel  «anco  Corpo  negli  anai 
364. 

'' j  Fu  rifabrbricata  la  Chiesa  Cattedrale  nel 

•'  «rincipi©  deir.u««ieeimo  secolo  ,  «ssendo 

'escovo  Orsa  figliuolo  del    Doge    Pietro 

•  rseolo,    che  «ra    veneriamo    fra' Santi- 

Ta  è  divisa  in  tre  Navi  j   e    quella    di 

lezzo  €  sostenuta  da  «Hciotto  alte  è  ben 

ranii  colonne  di  nrvarmo  Greco  .  Il  pa- 

'  .iment©  €  fatto  a  Mosaico;    e  le    pareti 

'  fiterne  e  Sono  intrecciate     eoa    vagHi    e' 

■  jldustriosi  lavori,  o  incrostate   di  marmi" 

I  ini  e  trasparenti.  Si  veggono   le  finestre 

fon  grossi  marmai  tutti    di   un    pezzo    in 

fjogo  ài  Vetri  5    e    col  mézzo    di    grossi 

^erni  si  aprono ,    e  ji   chiudono  ,    o    per 

Ijcar  il  lume  5  o  per  f»ir  bujo  alla  Ghie- 

'i:  e  il  colmo  è  tutto  coperto  di  piont- 

Jo  .  La  Kla  dell' acfljua    benedetta    è    un 

>aso  a'ntico  con  belle  figure  dinotanti  at- 

June  superstizioni  del    Gentilesimo,    ed. 

I'àe  appare  dalia  TayoU  qui  appasta  ;  neL 
%  F  f  la 


33'  J^^^^^  vìcstJg 

la  quale  ancora  si  vede  il  prospetto  <iel 
Atrio  di  questa  Chiesa,   in  cui  per    tr^j 
dizione  di  molti,  credcsi  che  anticamci^ 
te  S.  Lorenza    Giustiniano    abbia    t«nu|| 
Uà  GoQciiio  Provinciale  i  e  si  scorge  an 
che  un  ptzzo  di  parapetto  con    Basio-rjno, 
lievo  assai  stimato  per  la  sua    antichità} 
Era    il    Campanile    di    una    itraorrfinarj 
altezza;  ma  rovinato  da  un  fulmìjsc    nij 
gli  anni  1640^  non  fu  più  rimesso  nel  $\l|| 
antico  stato.  Sopra  la  Porta  delio  stesn 
è  stata  posta  la  seguente    Lipì^^e    «h» 
un  altra  Reliquia  deiranttcbità  dlquestV 

luogo  tì 

L.  AQUILIUS 

NAaCIiSUS 

AUGUST, 

BEL.  V.  S. 

Ouest*  antica  Cattedrale  è  grande  i  ma-i 

gninea  e  cospicua  per  gli  suoi    ornamffl' 

ti,  ma  molto  più  per  le  sagre  Rcliquie-Ji  in 

che  sono  i  corpi  già  accennati  dei  Santil 

Teonisto  ed  Eliodoro  Vescovi    Altìnatiiono 

dei  Santi  Tabra  e  T^brata  ,  di  s.  Libera*  Dii 

le  Confessore,  e  quello  di  $.    Fosca    cìifiu\ 

Sì  conserva  in  usa  nobile  Cappella  (^edi.  non 

cata  aiJa  stessa  Santa,  contìgua  alla  Chie'tri^ 

sa.  Vi  sono  inoltre  naolti  Corpìccioli  d«i|i, 

Santi  Innocenti,  le  Teste  di  s.  Teodorollh 

Martire ,  e  di  s.  Cecilia  Vergine  e  Mar-t^ 

tire  r    I  fii; 


lari 

Ne! 


m 

Ifil; 
KÌìi 

\m 

Oli 

Lu 

I  CU! 

ci"; 
ri/  ;■ 


^^  alla  <:hti  di  l^hegìtt ,        159 

tJ2 ,  alcune  Osi4  ài  s.  Ambrogio  Vcsco- 

-4  Ai  Milano,  e  di  s.  Niccolò    Vescovo 

•i'<l  Bari ,  con  una  porzione  della  s.  Croce. 

•MtNel  Capitolo  d-' Canonici,    l'Arcidia- 

'^'<|i3o  i  l'Arciprete,  e  il  Primicerio    for* 

no  le  tre  dignità  priacipali ,  oltre  al- 

qiidli  vi  sono  otto  Canonici  j  ed  altri 

eh?  non    h:nna    voto    aeJ    Cipitolo  j 

che  abb  ano  il    titolo,   e    le    insirgae 

•i^notiJcali  j  quàtcre  Slatto  Canonici  ,    ed 

:mìi  Ch'enei  ,    Ali*  Arcidiacono    negli 

'"^i  1301,  fu  unita  !a  Pieve  di  Salvatore 

Lido  minore,  volgarmente  ^etto    Lio 

Colo  ,  il  oQale  Si  disabitata  per  la  in- 

teperie  dc;U*gri;i.  L'Arciprete  esercita 

cura  Pino  cbale.  Le  tre    dignità,    e 

cinque  Can'>aivati  pui  antiche   sono    le 

ro  prebende  ;  e  tuu'    part^^àp'ino    delle 

istribuzioni  uhc  ritraggono  dalle  rendite 

I  dut  Prio  iif  .  Anche  la  Fabbrica  della_ 

blesa  ha  !e  sue  rendite,    le  quali    yeti'"* 

i>no  arnmi'ji$t  ate  é^  Laici. 

Dinmpstto  alia  Cattedrale  vi  e  il  luo- 

9  dove  s;  battezza  ,  cilcndo  Batùsterio 

lori  della  Chieia  secondo  il  rito  antico , 

:oat.>  arh'csso  di  colonne  di  marmi  ra- 

,  e  r«i  una  nobile    Rotonda.    La   Cap- 

eUa  di  s.  Fosca  ha  uaa  Cupola  cen  dieci 

olonne  di  fino  marmo,*  e  all' intorno    si 

ede  uo  bel  portico  adorno  pur  di  colonne  ? 

F  f  s  NelU 

i. 


340-  Iseh  Ttcin? 

Ne  la  stessa  Città  vi  sono  i  due  Prio- 
rati,  e  la  nobile  e  ricca  Badìa  di  $• 
Tommaso  di  M»=naci  Cistcrciensi  ,  volgar- 
mente chiamati 

I  BORGOGNONIjGiUspatronato  del- 
la Famiglia  de' Trevisani  Nobili  Veneti  , 
essendo  stata  fondata  prima  ^t\V  anno 
i2«6.  da  Marco  Trevisano,  cbe  abitava 
«eìU  Contrada  di  s.  Giovanni  Nuovo. 

Vi  sono  accora  doe  Monasterj  di  Mo- 
fiache  Benedettine.  L'uno  è  detto 

S.  GIOVANNI  DI  TORCELLO,  es- 
sendo la  Chiesa  dedicata  a  s.  Giovanni 
Vangelisia.  Questa  è  assai  bella,  cogli 
'Altari  di  fini  marmi:  tra  le  pitture  la 
Ta-'ola  con  un  Santo  Vescovo  a  mano 
sifiiscra  è  di  Dom^n-co  Tintoretto  .  Sie- 
guono  poi  tre  Qiadn  cogli  atti  di  un 
Santo  Martire  ,  di  Bartolommeo  Scali- 
gero . 

<^ui  si  ve  gì  ora  il  Corpo  dì  s.  B:irb,ira 
Vergine  e  Martire ,  che  trasferito  da  Nit 
comedia  a  Costantinopoli  negli  anni  5^5. 
fu  poi  trasportato  a  Vin-jgia  hcì^Ii  anni. 
1103.  ,  e  collocato  nilla  Chiesa  Ducalt 
di  s.  Marco:  indi  nel  IC09,  in  questa, 
Chiesa  di  s.  Giovanni  di  Torcello ,  S5». 
conio  il  Dandolo  . 

Vi  è  un  i/tro  Corpo  di  s.  Barbara  nella, 
Chiesa  che  fu  de* Padri  della  Compagnia 

di  , 


•■i  Gesù  in  Vinegia  ,  che  fu  trasferito  da 
Costantinopoli   negli    anni    1258.    Q^iiesCo 
là  è    di    un    altra    Vergine ,    di    nome 
en4   Earfeara  ,  ma  non  «iella  Martire    di 
<  comidia:  come  restò  dichiarato  negli 
nni  ié3o.  san  una  decisione   Apostolica 
.  favore  dì  qr.eite   Monache  ,    e  centra    i 
'^adri   Crociferi ,  i  quali  prima  della  loro 
-oppressione    aveano    in    custodia    questo 
Jorpo. 
L'altro  Monistero  viene  chiamato 
SANT'ANTONIO  DI  TORCELLO, 
Q^vesra  Chì-^sa  era  stata  data  dal  Vescovo 
"ad  un   certo  Prete  di  nome 
anni    i2?5.  ,    acciocché 
successori    celebrassero    in 
essa  gli   Umzj   dirini  ,  e  dovessero  presta- 
re ubbidienza  a  quella  Sede  .  Indi  per    ia 
morte  forse  di   questo   Sacerdote  fu    con- 
ceduta dallo    stesso    Vescovo    negli    anni 
1^46.  ad  Oliva   Abbadessa,  e  alle   Mona- 
che di  s.  Cipriano  di    Mestre ,    le     quali 
•ppr  timore  della  guerra  quivi  si    trasferi- 
rono ,    e    vi    fabbricarono    il    Monastero, 
cui  diedero  il  nome  di    s.  Antonio    Ere- 
mita .  Questa  concess  one    dal    mentovato 
Viscévn  fu  ad  esse  fatta  cen    obbliga    di 
contribuirgli  ©gni    anno    due    ampolle    di 
vino,    e    d'invitarlo    ogni    tre    anni    alla 
solennità  d«l  loro  Sànt«  Titolare,  dichia- 
F  f  3  rando 


Q^vesra  Chì-^sa  er; 
^  [Sref.ino  Natale  ai 
j!  teristoforo  negli 
f  ?§li  »  e  i  suoi  su 
'^  essa  gli  Umzj  di 
Il    -^  .  kk;4;^«^^   n   , 


-«4i  Jsoìe  vicine 

^^ndo  inoltre  ,  che  portandosi  il  Vescovo 
,«gni  a^ino  a  Grado  nell*  festa  di  s.  Er» 
inagora,  fossero  tenute  a  «largii  oSio  soii- 
,dos ^  ^à  una  Stuoja  per  5Uo  benefizio  nel 
viaggio  5  Ì3ry  prò  marcìattca  obohs  X^^^,  La 
Marcìatìca  era  forse  Jo  stesso j  che  il 
Marciagìum  ^  cioè  quel  diritto,  che  era 
dovuto  m  ,quei  tempi  al  Padrone  del 
/ondo^ 

La  Chiesa  è  molto  bene  ornata,  cogli 
Altari  assai  bsn  disposti;  evi  si  veggono 
-molte  pitture  di  valenti  wom'ni  ,  cioè  di 
Sant«  Peran4a  j  di  Matteo  Ponzone  ,  dslU 
ScuoU  ^i  Bonifacio,  dell' Aliense  :  ma 
seno  da  pregiarsi  assai  le  opere  di  Paol» 
Veroncsa,  che  molto  qui  afFaticossi  .  Egli 
Ila  dipinta  la  Tavola  ìeli*  Aitar  maggiore 
che  è  b^llisiima:  dì  cui  pure  5ono  i  (kie 
Profeti  ai  iati  del  detto  Altare.  L'Orga- 
no è  tuttd  mirabilmente  dipinto  dal  det- 
to: «  nella  Facciata  sinistra  d^Ila  Chiesa 
i  dieci  <^uadri  conctrncnti  la  vita  di  s. 
.batterica,  sono  tutte  opere  delio  stciS9 
eccellente  Maestro. 

Constryano  queste  Religiose  imo  dei 
.Cbiodi  ce* quali  fa  Crocifisse  Gesù  Cri- 
sto ,  e  il  C«rpo  di  s.  Cristina  Vergine  e 
Martire,  che  negli  aani  J432.  i^  /evAto 
dal  Monistero  ài  s.  Marco  di  Amiario, 
il  (luale.  distrutte  dal  tempo  y  fu  a  queste 
^^ito  da  Eugenio  17. 


mia  Citta  dì  Fineg'ta ,     .    343 
Oltre  ai  due  accennati  Mónisteri ,    nei 
mpi  andati  eranvenc  altri  tre.    Uno  di 
loBache  Benedettine,  il  quale  era  unito 
a  Moniiteto  di  s.  Matteo    di    Ma2<»s:bo  , 
le  è   dcìlo    stesso   Ordine  :    al    presente 
]  rò  di  esso  altro  nonrssta,  che  la  Chic- 
i  j   dedicata  a  s,  Marsber;ta.  Q^uesto  Me- 
sterò di  Monache  Bere 'aitine  ,  che.avea 
esa  per  titolare  s.  Margherita  ,  era  sot- 
la  giurisdiziane  dvll'  Abbate  della  Fo- 
ia   deirOrdine    Carnaldoltsì   ;    la    qual 
idìa  è  nella  Diocesi  di  Ceseda  :  ma  da 

010  II.  fu  levato  alia    giurisdizione   di 
eir  Abbate,  e  fà'io  soggetr»  al  Pxtriaf- 

di  Vincgift  negli  anni  1465.  Diccsi  , 
Le  queste  Monache  sieno  qus-'ie  ,  che 
anno  a  s.  Rocco ,  e  $.  Marf  herita  in 
intgia  . 

L'altro  Monistsro  di  s.  MichJe,  det- 
'  Volgarmente  s.  Ang.-lo  diZampanigo, 
;gli  anni  143^.  fu  ueito  a  quello  di  s. 
drìano  ch'era  nell*  Isola  di  Costaneia- 
),  ora  disviata  ;  e  al  prcs°-nte  si  vede 
dotto  in  una  piccola  ^^appella  di  ra^io- 
ì  d<lla  Famiglia  Malviona  di  Vinegia  . 

11  terrò  è  il  Priorato  di  s.  Pietro  ,vol« 
irniente  detto  di  Casacaiba  dsU'O  dine 
Jtì  Canonici  Rsgo)  .ri  di  s.  Agostino  , 
ai* è  anne^s^  ìA  Cip.tolo  della   Cattedra- 

j  insieìne  coli  altro  Priorato  dei  Mona- 

ci 


^44-  Jsele  Ttchie 

-ci  Olivetani  ,  eh* è  poco  d/sgiiinto  claìja 
Citta,  oeli' Isola  detta  dal  volgo  Monte 
dell' oro. 

Aniicarnente  1' abitazione  Vescovile  era 
assai  grande,  e  raagoifi'ci.  Fu  ristau  ata 
negli  anni  1563.  dal  Vtscov.o  GiovAnni 
Delfino  ;  rna  Cornando  a  perire  per  1*  in- 
giurie  dei  tempi,  «  per  essere  stata  tras- 
ierita  da'V  sovi  la  loro  Sade  in  Mura- 
no ,  onde  sottrarsi  al  B  cimenta  dèll'ia- 
ria,;  £iua  gr^ve  per  le  paludi  formate^ 
dalle  dcpos  2jJoni  dei  Fiumi,  ora  .è  ridotta 
in  forma  assai  ang;'s.^a  . 

Pa;ìa  in;l.;.-m"n2a  deiravia  sono  stati 
xostr^^tti  gii  Ab- tanti  ad  abbtndonare  la 
Cif^a  ,  coiicchè  elLièquasi  vuota;  degna 
peè  di  ess^Ci  veduta  p  r  gli  pochi  aT^.o. 
zi  che  SI  seggono  ancora  della  Sua  an- 
tichità ,  e  per  ramenità  de'iuoi  Orti. 
IS  Isola  ad  esSv  pm  vi   ina  è 

Questo  luo^o  -h'è  assai  popolate,  ha 
una  sola  Chiesi  Panec.hjate  dedicata  a 
s.  Martino,  assai  bella,  cogli  Altari  for- 
uitì  di  scelti  nu-nii  ,  tra' ?  q  =a]i  è  riguar- 
devole li  ma?»giore  ,  sopr^  .ni  sca  eretto 
HO  nobile  e  maestoso  Tcibernacolo .  JLe 
pitture?  eh.  i'aaor'Ki  *o  ,  so"^o  d  Santo 
Pcrànda,  di  Bernardino  Prude-n;  ,  ella* 
j33,atiicia  de' Bellini,  di  Gasparo  Diziani 

dei    •' 


tJÌA  Citta  di  Vlnegìct*  345 
-l  Fontebasso»  di  Giambattista  Tiepolo  , 
,  ^nl,  Zanchi  ,  e  di  Ang.  Trivisani  . 
Q^Lii  si  co  iservano  i  Corpi  dei  santo 
es-ovo  A]i*ano,  e  di  s.  Orso.,  l'uno  de* 
\^\  fi  martirizzato  in  Auguita  ,  e  T  ai- 
o  ia  Magoaza,  come  scrive  il  Dandolo 
•Ha  prinaa  Parte  al.  cap.  là,»  del  quarte 
'.bro.  Vi  si  venera  pure  il  Corpo  di  un 
Damenico  . 

Dentro  la  stessa  Isola  vi  sono  tre  Mo- 
ssieri di  Monache,  ed  uno  Spedale.  La 
=rza  Isola  è 

MAZORBO, 
Compost©  di    tre    Isolctte  ,    eongìunte 
on  ponti  di  legno.  Ebbe  un  tsmpo  cin- 
uè  Parrocchie  ,  e  oggidì  ne  ha    due    so- 
B  .  In  essa  vi  è  un  Priorato    subordinato 
Ila    giuiisiitione    de' Procuratori     di    s, 
vi  arco  .  Vi  sono    inoltre    quattro    M«na. 
terj  di  Sagre  Vergini,    Uno  dedicato    a 
.   Matteo:  ed  è  soggetto  al  Patr  arca  di 
/iRcgia .    Un  altro  detto  della    Valverde 
li  Monacfce  Cisterciensi  ,  che  fr.  fabbrica- 
lo   nella    Parrocchia    de' Santi    Cosmo    e 
iDaraiano,  sopra    un    fondo    conceduto    a 
queste  Monache  negli  anni    i^Ji.  dal  Ve- 
icovo  Egidio  del!'  Ordine  de'  Predicatori  . 
Il  terzo  di  s.  Niccolò  di  Monache  Bene- 
jèettine  fu  eretto  nel   1303.    e    nel    i433» 
fu  unit«  R  «[Uciio  di  s.  Catterina  ,  Il  quar^ 

to 


3  46  Iffle  ^ìcm$ 

«Co  è  abitato  da  alcune  Vergini. >  cchesen- 
g:*  Clausura  vivono  secondo  le  Regole 
delle  Monadi::  di  s.  Chiara  :  sei  qua!  sito 
per  r  addietro  vi  avea  uno  Spedals.,  che 
dei  tutto  abbandonato  diede  motivo  alla 
-icibbrica  del  dett^  piccolo  Monìsfero . 

<ili  abitanti  sono  pochi  pescatori ,  ed 
alcuni  Ortolani,  che  coltivano^uelìe  Vi- 
gne j  abbondanti  di  frutta  5  e  di  erbe* 
^La  quarta  Isola  vicina  più  delle  altre  a 
':;Vinesia  è  \ 

MURANO. 

Celebre  per  l'arte  Vetraria  qui  jntro- 
detta  nel  Secolo  XIII.  o^anìt  vitmriìs 
celeberrima  y  come  la  chiama  Pietro  Lam- 
'breccip  0  Eila.è  divisa  in  qu.itfo  Parroc- 
chie ,  e  numera  sei  mila  anime,  in  essa 
risiedei?  Veicovo  di  Torcsllo  per  la  sa- 
lubrità dcilVaria,  il  cui  Vescovado  ma- 
gnifico fu  eretto  dal  Vescovo  Giustinia* 
no  ,  e  fregiato  di  sagre  pitture  j,  e  di  altri 
45  rn  amen  ti  .  / 

Qui  VI  è  una  Confraternità  dicale  assai 
jricca  ,  sotto  il  titolo  di  s.  Giovanni;  e 
la  Badìa  di  s.  Cipriano,  che  dalla  santa 
.Sede  Apostolica  è  stata  unita  al  Patriar- 
cato di  Vinegia.  Q.we«ta  Chiesa  era  Ài 
Monache  ,  le  quali  prima  erano  in  Ma- 
lamocco  sotto  il  titolo  di  s.  Cipriano;  e 
/u  fabbricata  dalla  Famiglia   Gradenigo, 

sotto 


alla  Citta  dì  Vìnegìa  •  347 
tatto  il  Principato  di  Ordelaf'o  Fallerò, 
o  in  essa  furono  trasportate  /e  Re''quie 
di  questo  santo  Vescovo  ,  e  fimfiso  Mar» 
tire  di  Cartagine.  Vicino  èun  Collegio, 
ove  i  Padri  Somaschi  ammaestrano  nelle 
belle  lettere  i  Chierici  Veneti  soggetti 
alia  giurisdizione  del  Patriarca  di  Vene- 
zia,  ed  altri  Fanciulli  5  i"  quali  vengono 
diretti  da  soggetti  forniti  di  buon  gusto 
neir  amena  letteratura.^  Vi  è  ancora  un 
altro  Collegio,  sotto  la  giurisdizione  dei 
Vescovo  3  e  governato  da  Preti  ,  i  quali 
si  distioguono  egualmente  nell'istruzione 
ed  educazione  della  gioventù  o 

OItr«  la  Ka:iìa  di  s.  Cipriano ,  vi  sòno^ 
due  Chiese  Collegiate  tra  le  quattr©  Par- 
rocckiaìi  s  che  sono  di  Preti ,  trattane  la 
Chiesa  di  $.  Martino,  che  è  di  Monache  o 
Inoltre  nove  sono  i  Monasteri  o  Conven- 
ti :  UBO  de' Padri  Predicatori  assai  bello, 
2a  cui  Chiesa  dedicata  a  s.  Pietro  Martin 
re  è  nobile  ?  e  la  Libreria  è  copiosa  di 
buoni  Libri:  un  altro  delle  Dismesse:  e 
%\ì  altri  di  Monache  c- 

Tra  le  molte  Reliquie  dei  Santi  8  eh» 
si  venerano  in  Murano,  le  più  celebri 
sono  i  Corpi  dei  Santi  Gerardo  Sagredo 
Nobile  Veneziano,  e  Donato,  Vescovi 
amendue  ,  che  si  serbano  nella  Chiesa 
Iv'Iatricc  di  $.  Maria  Assunta,  la  quale  si 

chiama 


F"  %^t  ìsole  liicìne 

t;hiama  volgarmente  di  s.  Donato  i  il  ài 
cui  Corpo  5  come  riferisce  il  Dandolo  neLv 
Ja  sua  Cronaca,  fu  portato  da  Gcfalonia 
l'ann®  1116, 

Evvi  pure  una  Chiesa  dedicata  al  Pro- 
tomartire santo  wStefano ,  in  cui  si  coti» 
servano  arcuai  Cfjrpicciuoli  de*  Ss.  Inno-^ 
centi .  Fra  tutte  1»  mentovate  Isole  distìn- 
guevasi  questa  ^articolarmente  per  le  moi- 
re deliziose  fabbriche,  e  giardini  dei  Ve- 
nesjiaB!  ,  rhe  venìvan?^  ^uvì  a  divertirsi. 
Quin'ii  mei  ita  di  ess;  ve  osservato  il  Palaz» 
20  ,  che  ancora  suss'.stc  «d  è  vicino  a  5. 
Giacoma,  adornato  di  belle  pitture  a 
freseo  del  celebre  Pao\o  Veronese'  ^  come 
pure  queP?»  furto  fabbricare  dal  C^vaMer 
Gievanni  Cornare  ^erto  della  Cà  Gran» 
de,  la  cui  magnifica  Galleria  lunga  q.uasi 
un  mezzo  miglio  <i]]'ÌMtorn,  metti*  iaun 
altro  magr'ljGc  PaLìZzo  ,  edifìzio  un  tem- 
po assai  rigaardevole  per  le  molte  Statue  > 
e  le  singola'-i   pitture,  che  1'  anornavano. 

Vicina  a  Murano  vi  è  la  Chiesa  di  s. 
^^attia  fondata  da  Leonardo  Corraro  nelT 
anno  1155^  ch'era  prima  dì  Monache  ,  e 
fu  poscia  nel  1147.  data  da  Stetano  Na- 
tale Vescovo  di  Torccllo  ai  Monaci  Ca* 
iMaldoIssi .  O'iivi  si  conserva  incorrotto  il  ^ 
Corpo  del  Vcn.  Daniele  . 

Tre 


«//^  CìttM  dì  yìnegtn  .        %a% 
Tre  altre  Isole  si  vedevan®  aocora  nel- 
Diocesi  Torcellana,  cioè 
DSTANZIACO,  AJV^ÌANO,  E  LIDO 

MAGGORE, 

In  queste  risiedeva  un  Rettore  col    ti- 

to  di  Podestà:  ed  erano  celebri  per  la 

jquenza  degli  akitaiti,  e  per  gli  molti 

onasterj  .  Ora  coperte  dalle  acque  salse 3 

"'"iridotte  in  solitudine,    non  serbane    ve» 

mio  alcun*9  della  lore  antica  nobiltà. 

Nujr ostante  la    rovioa    di    queiti    luo- 

i  ,  la  Diocesi  «  assai   amnia  ,    stendea- 

^si  dalle  Ikole  a  la  T^frra  fenna    sino  al 

me  Livenjsa  :  ma  il    raese    è    pieno    di 

alli  ,  di  Fiumi,  di   Loghi  ,  e  di  Paludi  . 

iccsi  però,  che  in     essa    abitano    venti 

ila  anime    in    circa ,    abbracci  ndo    due 

ftllef late  ,  tredici    Chiese    Parrocchiali, 

ntiquattro  Monasteri    o    Conventi ,    tra 

onìini  e  Donce,  e  molte  Confraternite 

iche  ;  tra  ];•  qaali  tengono  il  primo  lu©-. 

j»  quella  di  s.  Ci ian:» battista  in  Murano, 

ella  di  s.  Albano  ifiBirano,  di  s.  Mar- 

lerita  in    Mazorbd,   e    di    s.    Fosca   in 

Porcello . 


ì^c  delle  Isole  emonvìciue  h  V'tmgta 
G  g  IN. 


INDICE  ALFÀBETTICO  DI   TUTT 
LE  CHIESE . 

Tìi/azzJ-Iso/e ,   è  Cose  'ì^iotahili  discritt 
mila  presente  Opera . 


LS  Ascensione 

S.  Angiolo 

S.  Ann» 

S.  Antonio  Abate 

L*^  Arsenale  - 

S.   Antonino 

SS»  Appostoli 

L'  Anconetta 

S.  Apponal 

S.   Agostino" 

S.  Andrea 

L*  Angelo  RafFael 

S,  AgRsse 

S.  Angelo  dì  Concordia 

S.  Antonio  di  Torccllo^ 

St  Aoiiano  Isola 


Brfl^' 


ni 


-??-' 


B 


roglio 

37 

.  EiS$Q 

5© 

Benedetto 

Jèi 

Bortoiameo 

7f 

Biagio 

93 

Bonaventura 

il?' 

Baldo 

V 

Z04 

.  Barnaba 

243 

Baseggia 

145 

1   Biagio 

280 

brgognoni  IsoU 

340 

arano  Isola 

>^^ 

! 

e 

1 

ortile  del  pala 

22Q 

3<5 

olonne  Due  in 

piazza 

38 

ampannìle 

44 

Kiesa  deirOratorlo 

75 

ìjiiew  degli  Armeni 

78 

ipuccine  di  Castello 

8^ 

1^  C  sic  stia 

134 

e  Capuccine  su 

Ile  fen^amcnte 

Nuove 

132 

1»  Canziaao 

i53 

1    '         ■       ^ 

§  %                    S, 

Gau  ' 

35» 

S.  Catterina  i5j 

Capucine  di  S.  Gir©U^10  175 

Carmelitani  Scalzi  179 

S.  Ccissiano  223 

S.  Chiara  %^6 

htf.  Croce  di  Venezia  ^37 

Li  Carmini  a4t 

Lii  C=.rità  255 

Le  Convertite  279 

L»  Croce  della  Zaecca    '  ^§4. 

S,  demente  liola  2©*^ 

Lai  Certosa  Isola  307' 

S.  Cristoforo  dcila  pa«e  3»3 

Gostanziaco  Iieia  349 


D 


S.  Domenico  9» 

La  Dogafia  di  Mare  2^9 


Le  Eremìte  254 

S,  Euf.mia  27! 

S,  Ei^tìa  Is<9la  304 

S*  Erasmo  IsoU  320 


S.  Fan- 


35 


S.  Fantiao  6% 

La  Fasice  $7 

La  Fava  7  5 

S,  Francesco  di  Paola  92, 

S.  Fraacesc®  deìla  Vigaa  -  115 

S,  Peli   e  j6s 

S.  F<  sca  JfQ 

Fenàace  delli  Tedescki  194. 

Li'Frari                                         -  209 

S,  Francesco  del  Deserto  319 


S.  Giuliaa*  77 

Gallo  79 

S.  Giaseppe  84 

S.  Gio:  in  Brtgora  105 

S.  Gio;  Novo  106 

S,  Giorgio  de'  Greci  i2a 

S.  Giorgio  de  ScbiaYoai  122, 

S,  G'o:  ds'Furlani  1.22 

S.  Giustina  '  13© 

SS.  Gi»;  e  Paolo      *  i35 

S.  Gio:  Grisostomo  153 

Li  Gesuiti  i5f 
G  g  3                       S,  Gt, 


*•  Gir«lamo  373 

^»  Giobbe  J74. 

^«  Geremia  17S 

^-  Giacomo  di  Rialti  ;i98 

^*  Gìo:  di  Rialto  aoa 

^*  Gio:  Evangelista  2*7 

^9     lio:  Decoiato  228 

S.  Giacomo  dall'Orio  22S 

|i  Gesù  e  Maria  152 

S.  Gregorio  %6z 

Li  Gcswati  274 

S.  Giacoapo  281 

S.  Gi«:  della  Zuecca  2SS 

^.  Giorgie  Isola  289 

Xia  Grazia  Isola  299 

S*  Giorgio  in  Alga  Is^Ia  310 

S,  Giacomo  di  Paludo  Isola  3^0 

^*  Giovaani  di  Torcello  Isola  340 


Gl'Incurabili  272 

fsolc  CirconViciae  alla  Città  di  Vene- 
zia.  277 


L 


Libreria  Piibblica  39 

Lag  letta-  '  .  5^ 

S.  Lu« 


:35J 

p  Lucca 

^$ 

\ 

.  Lo  re  Hzp 

Xi^ 

.Lucia 

aSjr 

.Leonardo 

JS4 

.  Lazzaro  Isola  ^ 

3i5 

. 

.azceretto  vecchio  ìsoh 

3^^ 

-azzerette  Nuovo  Isola 

327 

.ido  Maggiore  Iscla 

.34^ 

M 


.  Marco 

3 

.  Moise 

5* 

.  Maria  Zobenigo 

53 

.  Maurizio 

55 

ladonaa  deH*  Arsenale 

94 

.  Mar.tiBo 

?o* 

.  Maria  dei  Pianto 

13* 

.i  MeTséicanti 

>33 

Madonna  iella.  Pace 

?34 

L  Maria  Formosa 

147 

L  Marina 

149 

1'.  Maria  Nuova 

155 

'Madonna  d«i  Miracoli 

>56 

;.  Maria  della  Misericordia 

J66 

'ladonaa   dell'Orto 

J6$ 

u  Marcuola 

385 

;-,a  Maddalena 

19^ 

|,)t  Marcihano 

J93 

»*-^    ^ 

S.  Mat. 


35« 

S.  Mattio  di  Rialto 

2©l 

S.  Maria  Mater  Domini 

224 

S.  Malghsrita 

240 

S.  Marta 

150 

S.  Maria  Maggior 

Z5t 

S.  Maria  della  Salute 

26t 

S.  Michele  Isola 

314 

Malamoco  Isola 

3^4 

Mazzorbo  Isola 

345 

Murano 

346 

N 


S.  Niccolò  di  Castello  Sé 

S.  Nicoletto  dei  Frari  215 

S.  Niccolò  249 

S.  Niccolò  di  Lido  Isola  321 


O 


Ospitale  di  S.  Pietro  e  Paoli  J» 

di  S.  Antonio  87 

~—  della  Pietà  lo^ 

Ospitaletto  I45 

OgaJL  Santi  25* 


Pa- 


357 


Palazsro  Ducale                         C" 

25 

S.  Pa  er«  aa© 

5? 

S.  Pietro  di  Castello 

jj^ 

Le  Prigioni 

115 

S.  Provolo 

l'7 

Ponte  ài  Rialto 

19$ 

S.  Polo 

ao? 

S.  PantaleoHC 

239 

R 

S,  Roco  e  S.  Malgfeerita 

57 

S.  Rocco 

21S 

Il  Rgdentors 

2Si 

Scala  dei  Gigaati  2p 

Scala  deirExand-Collegi»  31 

Saie  del  Palazzo  3^ 

Stendardi  Tre  49 

S.  Stefano  5§ 

S.  Salvatore  '               69 

Scuola  di  S.  Fantino  ^S 

S.  Sepolcro  i©7 

S.  Sev 


35« 

S.  Severo 

.217 

Se  ola  di  S.  Marc* 

M4 

p—  di  S.  Orsola 

144 

di  S,  Barbara 

X48 

——della  Misericordia 

167 

i— —  di  S.  Gio:  Evangelisti^ 

ao8 

» della  Passione 

217 

•— —  di  S.  Rocco 

^'? 

— ^^^  della  Carità 

-57 

della  SS.  Trinità 

1^8 

S.  Soffia 

;^5 

Li     calzi 

179 

Li  Servi 

.^S.7 

S.  Silvestro 

%9^ 

S.  san 

%oS 

S.  òtae 

ai6 

Ss'iiQr  di  S.   Paol» 

1S4 

»— ^'-  di  S.  Croce 

12  3 

«•^'^  di  Castello 

86 

o"^ —  di  Dorso  Dur0' 

^Ì9 

^-  di  S.  Marco                        ^ 

^           '^ 

•— —  d)  Canalreggio 

^5$ 

S.  5in3on  Grarade 

aj» 

S.  Simon  piccola 

1131 

li  Soccorso 

.^44 

S.  Sebastiano 

245 

Li  Salute 

a6i 

Lo  Spinto  Santo 

271 

Santo  Spirito  Isol^t 

303 

^.  Secondo 

3«» 

Te- 

35> 


Tesoro  di  S.  Marco  i5 

Torre  del T  Orologio  4* 

S.  Teodoro             '  5» 

S.  Teraita  ^21 

S.  Toma  aao 

Li  Tolentini  «33 

Le  Terese  aso 

S.  Trovàso  a5J 


S.  Vitale  5« 

S.  Via  261 

L'Umiltà  2^9 


Zecca  ^         -"•^'      4  5 

S.  ZiCcari*  n^ 

La  Zuecca  "                    277 

Le  Zitslir  ^                           a36 


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