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CAVA L E R I E
DELLA CITTA
DI FERRARA.
CHE CONTENGONO
Il Castello di Gorgofervsa.
Il Monte di Feronia.
E r
Il Tempio d'A more.
In VeMtìa y ^pprejfo Dovienko y & Gio. Battijla
Guerra j fratelli, m. d. lxvii.
m '♦
I L
CASTELLO
DI GORGOFERVSA,
ET IL MONTE
DI PERONI A.
Ne* quali fi contengono le cofe d'arme fatte
in Ferrara nel Carneuale del
M D LXI.
AVENDOMI r.S.ri-
cercato a voler fcriuerle come
fianopajptti i Tornei fatti que
fti dì in Ferrara , & ejjendo io
defiderofo di femirla intera-
mente y non mi fon contenta-
to di queflo e ho uifio^che ho anche uoluto pigliar-
ne informatione da tutti quei piti intimi di quella
corte e ho conofciuto potermene dar maggior Ih-
me. & ho diftefoil tutto con quel modo e ho
faputo migliore . & ancora che F. S. quafi in
tutte le parti di quanto leggerà fia per reflare ,
con infinita marauiglia y &ftupefarfì di tante no^
uitàjchea chi 'non le vide con gli occhi proprij
potrebbono parere non molto credibili j nondime-
no leffere flati que fti f^ett acoli alla prefen-^^ di
^ 2 tutto
tutto il popolo 3 & di grandiffimo numero di fo^
reflieri , & di Signori :,& di Vr incipit la te[ìi-
monian'^a de quali porta feco fede maggiore del-
t ordinario ^ è cagione ci/ io non mi faticherò
punto in indurla a preftar credenza a quesia
mia fcrittura . la quale ho diuifa in due parti
chiamando tuna il CASTELLO di GOB^
GOFE\V S^, & t altra il M DISIATE di
F E B^O ISl^I ^ 3 ejfendo flate due le feHe prin-
cipali denominate daltuno j & dalt altro per le
venture y che ui fono occorfe . Mando ambedue
a V. S. pregandola ad accettarle infievie con
la pronta volontà ^ che è in me di farle feruitio
in ogni altra occaftone in eh ella mi troui buono ,
<& le bacio la mano . Di Ferrara il giorno di
Tafqua, M, D. LXI.
IL C ASTELLO DI
GORGOFERVSA.
OLENDO?/ Duca dtFcrrara nel
la [uà, fijìa del Carneuale dsU
L'Anno preferite fare un Torneo,
che oltre alla bellel^a dello Jpet'
t acolo haueffe una bella occajio^
ne di tre Mantenitoriy ordinò la
cofa dt quesla maniera .
Mentre chelaDomentca di Carneuale, nelle jian
!^ della Duchejfa inanzj cena fi fhceua una danl^
tra Dame , & Cauaheri , comparue una Regina, la
quale dopo haucr fatto dimandare udienza per un*
Araldoyacc'opagnata da una regal famiglia di uec-
chh & di damigelle , / cui ueftimentt erano di drappi
d'oro, et di creme (ino, entrò nella camera ouefidan^
:^aua,& parlò in lingua Araba^cfr parlato chebbe,
un [ho interprete fottentrò dichiarando quel ch'ella
hauea d&tto tn tal guifa . QueBa Regina Eccell.^'»
Vrincipe dice eh' e Aljarabtafigiiuola di Taccafiro
Redi Gaoga ne Ad armar tei, la quale ejfendo condot
ta a Africa dal manto fuo Colocauro Re dt Patica-
pca, ncll' entrar in quefa Prouincia per pajfarem
6 IL CASTELLO
j^kmagna capitò alhofco di Feroma,et che intende
do Colocauro , che al mote di ijnelbofco era un caflello
di uijìa maranighofz.et terrtb demone fi folcano ridur
re coloro chaueano defiderio diprouar/i, ^ d'acqm-
flarolorta,w.'Ìdò lei wanzj co tutti gli altri fuor che
un {oh fctddtero che ritenne fecOyCo dirle che efpedtto ,
chefijfe la rìgmgerebbepcr camino, ma che tardado
egltadarrtHareyet efsedo fi ella fermatale e/òpragiti
to lo fcudiero che le ha dato nmua.che co tutto che e-
gli co battendo a cfuel Caflellomofìrajfe ualorgradtfjl
modera flato coftretto a cedere alWflremafhrTLa d'un
Gigate che Chaueafinalmente uintOyetprefo fi come
haueafhttOi ^ uà fhcendo di molti altri, che refìano
prigioni in cjuel luogo incantato , oue tra molte Fate
Gorgofèrtifafii la [uà refidentia.Hora Principe beni
gnifjimo qutjia Regina ui ejpone,che hauendo intefò,
che nella corte uoTtra e un concorfo d'honoratijfimi
caualieri , e uenuta qua a narrarui il cafo accaduto^
Icy c^ afupplicarui,che uogltate mouerui a pietà del"
lafua miferia,(cr afitHorirla,accioch8 ella rihabbia
ilfuo SignorCy^ (ta confolata di uederlo liberato dal
lelafciue braccia di quelleAdaghe, (^ dice che quan
do la pietà non ui wuoua,& ch'ella per fua forte ria
non meriti d'ejfer aggradita dalla lieta fitccia, ò* be
nigna prefentia uoflra ^il debito almeno induca uoi
principalmente per laprofèjfione ^ di che teneteilno'
rne^et tnpeme ejuefli altri caualieri a cjuefta opera gh
rtofa, perche fhcendo/ìquefìo, oltre a /occorrere una
Dama afflitta j & abbandonata , &frr cofa degna
di
DI GORGOFERVSA. J
di uoiiUi mettete a tal imprefa che appartenendo aU
laliherattone di tanti altriy(y al ben publicoy d^ non
ejfendo anche rinfcita ad alcuno, nonpotrefte dipre-^
fente wtcrprender la più bella. Lacofiumadelca»
ftello della Fata Gorgojvrufa e compre fa in dodeci kg
gi latine dateci dal noHro fcudtero,delle qnaltfei ha
no riguardo a due Giganti ,& ann "Dracone, che ui
flanno alla guardia, ^ fei altre a qnei caualieri che
Ver caf) hauejfero da guardare ti luogo Ycabio di que
fit tremofiri.et le fei prime fono tali 7 lingua Italiana^
Chi ajfalirà gli horrendi Mofiri definfòri dell^
Rocca,& dell'arte Magica,&poiuolterà lafhccia,
refli offefo nell'honore .
Se alcuno nel e ontrajlare contrai Mojlri man-
cherà non per conto del ualor e dell'animo ^ ma per
ri jp etto delle fòrX^ del corpo ,fia punito con una eteV'^
na, & foautjfima prigione •
Atterrata Giganti,et cacciato ilTDracone tentifi
fé la Vittoria uoglia incoronare d una ghirlanda fh*
tale, chi dopo hauer combattuto ui s'apprefenta.
Il uin citare de i crudeli cufiodt del Cajìello non o$
tenendo la ghirlanda fucceda a cujìodi •
Jlfuccejfore fé non haura ceduto a un nuouo Ven^
turiero fìta continuamente alla guardia delcaUelle^
1 primi che faranno obligati alla guardia in luo"
go dell e fiere per uirtU,^ premio di Gorgofirufafiac
cendanofolamente delle più degne Dame del mondo»
é' di poi gli altri hakbiano di mano in mano la me^
(iefimaprerogatiua ,
^4 L9
8 ILCASTELLO
Le altre fa leggi flanno cos) ,
Coloro che Horrat?no u[[alire i Canalieri definfori
di Gorgojèrufa ,fkc€ndola» o a, cauallo,o afih,fiano
mualmcnte admeffi .
JcoTi-jbattenti pur che a cinque colpi dipicca,& et
fate di flocco combattano egregiamente.ancora che
non tur? e ano ti nimico, uadano liberamente aprono,'
re la forte , (dr rcflando uccifi^fian confolati didouer
lafciar un Trofèo delle armi loro con memoria del
•fatto che apparirà in una infcrittione ,
iFenturteriyChe nel menar le maninon flmoflre-
ranno ne audaci ne intrepidi fen^a chefiano regi/ira.
ti i nomi lorOyCaccianfì dall'entrata»
Che no s muefitghino altre entrate che quella che
fi e confittuita, & coloro che cercheranno di nafcofto
dafcendere quella parte del monte che e guardata
dalle torri fpoglianfi dell' armi,et getta/i dal dirupo.
Coloro che s" apprefentaranno alla ghirlanda, ^
non la confeguiranno.raccoglianji in una perpetua ,
^ giocondtffima prigione, §- h abbiano le loro armi,
accio che pojfano fott entrar e in luogo di quei difènfori
che ui monffero .
Chi otterrà la ghirlanda liberi tutti i prigioni .
Finito che fu quesio ragionamento il ^Duca ri/po-
fi, che non fi mancherebbe d'ogni poffibile aiu to alla
'K^eaina . La quale, dato che hebbef^y^raldo nella
tromba , fi partì con la fua compagnia . c^ dipoi fu
meffo ordine che i Caualiert fi trouaffero apparec-
chiati per porre a fine quella uentura mila prima
Do-
DI GOUGOFERVSA. 9
Domenica di Quattragefìma .
Etfrmachefiuemffca cjutji^effato r?on poten-
dofiuentrui ti giorno dtCarneptale per efer ti tempi
troppo corto , & non uokndofi lafctar paffare quel dt
fenza qualche cof^ d' arme , fi e am da quefia traien-
tione un Torneo per effo ultimo giorno di ^Carneuale,
nel^uale la %^egwafice intendere ch'ella hauea ha-
uuto per fpia , che alcuni Caualiert s'erano imbarca
ti y & calauanogiu per ti Pò . Et che duhitaua che
non uolejfero afalirla al partir fuo di qua . Le fu ri-
Jpojìochefi mett effe pur in procinto per andarfene ,
perche farebbe ajficurata per modo che non le furia
fhtto alcun oltraggiosa fi coartò la co fa di quefìa ma
niera . che la Regina con tutta lafua comitiua in bel
liffima pompa caualcò perla Giudee ca con Cameli
Cr timpani y CT dietro le uentuano otto e or furi ,fopra
i qualt erano il Duca y & tlS. Cornelio Bcntiuoglio,
il fignor Antonio Galeaz.zoBemiuoglto y ti conte Al
iènfo Efìenfe Contrario y il conte Htppoltto Efienfe
T affane y ti conte Camillo Montecuccoli , // conte Al
uarottOytl S, Marc Antonio Giliuclo . & ^ffi cor-
fieri erano accommodati con promofcide & tefìe er
collie' groppe per modo chepareuano Elefanti y &
ctafcuno de* Caualieri , che ut erano [opra yftaua rin
chiufo in un cafìello tutt inargentato in concerto del^
le uaghe cfr ricche coperte de gU Elefhnti y & s'era
finto che quefìt ammaltferuifjero non per ufo dtguer-
rayWa perfomieri , dr che le bagaglie della i ortefijfe
ro in que t cafielli ,&laReg ina hauea ordì hai o che
s'apV.atajjira
io IL CASTELLO
s^appiat afferò in queflo modo , perche non uolea chejl
uedeffero non hauen do animo difermjidilorofe non
in cafo di neceffità» Erano cogegnati cjuefìi cafidli i n
gmfa che in tinfubUofidmideano in dne parti : cfr i*ti
na ueniua a cadere dall'una banda , & Cabra dai-
t altra . & era ilmedeftmo delle tefie, de' colli, c^ del
refto . fiora giungendo tutta quefla comitiua a mez^a.
la Giudeca , comparuero alla bocca d*Hna slrada ot'*
to barche inargentate con una donzella per ciafcu^
na : ó* con un caualier a cauallo , con tal ordegno ,
che oue il cauallo portaua la barca pareua che fiffe
■portato da effa. 1 caualieri uefttti di bianco dr nero co
guarnimenti ricchtfs. & foperbi pennacchi erano il
S. Don^uilfinfo da Efle , ti S, Luigi Gonzaga , il
conte Giulio Efienfe T affane , il conte Per ante Ejìen
fé T affane , il conte Hercole Efienfe Contrario , ileo
ts H Ippolito Tur co 3 il Caualier Trotto, il S. Al^njì
no Trotto^ et moflrando quefìt Caualieri d*effergiun
ti a terra férma dando di ffrone a i caualli baluoro
no fuori delle naui . (& in quefla le genti deffa '^^gi
na fecero ala & diedero luogo a i caualieri occultati
[opragli Elefknti.iqualt in unfubitofbar ragliai e file
torri d'intorno ^ fimilmente lafciate cader le teHe,
i colli, (fr le groppe infieme con le coperte con che fi fin
geano gli Elefanti , comparuero uefìiti d'incarnata
& bianco con [oprane fie & piume mirabiltffime : (^
co cauallifirnitidi modo , che [opra ejfmon era piti
co fa alcuna di quelle che mofìrorono nelrappresetar
gli Elefanti. Quefii in un fubito s affacciorono à i ni-
mici^
DI GORGOFERVSA. II
mici,et quit4Ì cominciò il torneo che fu prima a due con
tra dueiCipofcia a quattro cantra quatro»Toi ejuando
gli otto da un a parte drgli otto dal!* altra fimojfero co
gli fiocchi alti tefla per tefiaper andarfiad incotrare,
la Regina comandò a ifuoi che Jifirmajfero : &jpin-
gendofttnanz.i dijfe agli auerfarij che alla brauura lo
Yofi richiedea , che più tojìo s'umjforo co quefli altri per
tentar di liberare Colocauro fio Signore, ouepotrebbo
no riportar gloria grandi jfima , che mùtterfì hora a ri
fihio di perder fi fenzji rtpntatione . Effi rtfpojfero che
tratti dalle uirtk et bdleT^efie et dalla nobiltà delfuo
lignaggio s'erano mofflper uenire àfoccorrerla contra
Gorgofèrufaima che à pena erano ufiiti dt barca, che
fenz.a che potejfero dir parola , erano flati affali ati da
i Cavalieri dt lei,ct che prouocattft defindeano con in-
finito lor difpiacerCy ueggendo che fhceano cofit diretta
mente oppofita ali intento con che sbrano partiti da
cafa ; figgiungendo che ben uedeano ch^effi erano fiati
tolti a [off etto : ^fiprofirfero difhr quanto piacea al
la Regina . laquale amatafiinanl^ , t Cauaìieridell'H
na banda et dell'altra ìl accompagnarono a due a due,
CJr feguendola paffeggiorno tutta quella bella ftrada
ch'era tanto piena dt perfone cofi in mafchera come
fimafcherate, & cofi di Gentil huomini fipra i caualli
come dt Gentildonne [opra carrette & cocchi , oltre
quelli or quelle che dall *un lato & dall'altro fiuedea-^
no allefineflre , che era cofa marauigliofa , d^ fipra-
uenuta la notte efft Cau alteri andarono a leuar la Dté
cheffa dal luogo oh era fiata a neder t abbattim^nto^é*
i'aciot»'
12 IL CASTELLO
taccompagnorono alpalal^ del Signor Don^^lfèrijò
claèfie: one fi ballò ^ fi fece una cena fontuofiffima.
Et ancora che fi douejfe mettere a fine la uttura del Co,
pe Ilo la prima Domenica di quattragefima^ nondi-
meno perche ti Duca di Mantoua & tlTrincipedi
Fiorenza doueana uenire a quesiafijla , ciò fi difiri
infino la feconda Domenica , nel cjual giorno ti detto
Duca con una belhjfima comitiua di Signori ijr di
[uoi Gentil huomini ui fi trono: ^ infieme::i furono
molti honorati perfonaggi di tutte le citta circonui^
cine .
Il luogo fi au a dicfuefta maniera 0 Era nel Cortile
maggiore che e dinazjii alla Piazza un Teatro capace
di diece mila perfine co' f mi gradi molto commodi , in
.meXo alquale era uno ampio sleccato , & in profpesto
fiaua un monte fopr a il quale era fin dato un camello
con cmque torri, due df:lle quali erano dinanzj in fui
piano, & tre di dietro fopr a la collina del monte; &
quella di mez.0 era affai maq^giore delle altre tanto che
aHanz.auafopra la cuppola della fiala gran d.e del Pa-
. laz.z,o,c^ tnfieme haueano le loro torrtcelle c^ cuppole,
nella fummita delle quali fflende ano palle di uetrogial
le , c^ turchine che fono t colon del Duca , & uifuen-
tolauanofopra bandiere de" medcfimi colori . Attor-
no alla merlatura delle torri Cy" lungo le cortine ue-
deanfi diuerfi bel! ìlfimiT rofi i , alcuni de'' quali ha-
ueano ti nome del Caualier e di chi già furono le armi
di cjfi Trofii . tra i quali ordinatamente appariuano
uaru wfcrittiom coucnienti al luogo cr alfiiggmo:&
dal
DI gorgofeRvsa. ij
à al cordone in fu dall'uno canto dalla porta erano due
tanole^ò' dalC altro due altre con parole fcritte m ar*
gento dtjfujepur nelpropofìto della materia . "Dal de*
flro lato [otto le due tauole nependxua una conjei leggi
notate in oro , (^ dal/ìmjìro lato pur [otto le due taua
le ne pendcua un* altra , con [et altre leggi medefima"
mente notate in oro . i^ fi come ilCaftello era tutto fin
to'diwarmo yCofì tutte le commijfur e del marmo era-
no d*oro : Q^ d'oro gli angoli , t cordoni er le circonfi-
renz^e delle merlature . Tra le due torri della colina,
correua una loggia di fette archi . de' cjuali quel dime
Zffera dì quattro Coloffi che fofeneuano ti Torrione
che ueniua a punto di me\o tra e{fe due torri . ^7 tra.
questi quattro Coloffi era una fèntanafituata in que-
fiagtiifay In fui piano jìaua un gran Conchile mari"
no cheferuiua di uafo,(^' atorno atorno ftauano dodici
Dei marini con le mani alle ginochia ò" « capi baffi
uerfo il centro del Conchile , &fopra le loro fh alle era'
no dodici Amorini co' uentri tefi (freon le bocche aper
te ,7:elme7odelConchilefiirgeuaun bello arbore fin^
to di corallo con dodici rami: da' quali ufciuano do-
dici fpilli che gittauano l'acqua nella bocca de gli
dimori . i quali la urinauano poi (opra la tejìa dì
quei dei marmi . Gli altri archi della loggia erano d'o
fera tofana fojfoltt da pilafiri . atorno à quali luce-
uano infiniti pecchi di criftallo: (ordinanti ui ftaua-
no colonne corrispondenti alla maniera dell'opera .
Grfopra il capitello diciafcuna erano figure che al-
ternatamente imitauauo\ ti marmo (^ ti bronco :
dr rappre-
tJ^ IL CASTELLO
^ rapprefentauano diuerfi amoro/t cafì di Gioue . S'a
torà la leggio, in fu gli archi eh* erano àinarrV' correda
un corridore a bafUuflri d'oro csr inargento . in cimA
éi i ijuali erano uà fi di tre dijpofitioni ^ g^anàeX^ di
uerfe che fplendeuano imitando il z^afiro , lofmeraldo
^ tlbaìajfo > & dentro iterano piantati arhor felli con
putti di color doro e4 d'argeto et co uaghijjimi fiori di
molte forti . Tra lun uafo ^ Cabro fi liedeano ^Ama
ri che ftauano tnfii un pie con Cale aperte , Cy* con lefk
celle in mano. & co fi nella hafe de ballaulirtycome
nelCorlo che ut era dtfopray& nel pomo dt meT^o di età
fcuno d'ejfi erano pofie bozS{e piene d'acque di pia colo"
ri, ó" alpare di queflo corridore pendevano tre tauole
ajjìjfe alle tre torri : nelle quali gii Amorini di mezjo
rtlteuo fcher'^auano infume , (^ nel meT^ di ciafiouno
arco della loggia pende uà una gran gioia di più bozj^
colltgate in fieme piene d acque diuerfament e colorite.
Di dietro la loggia erano tre cam , de quali quel di
mez^o moflraua dejfer una porta rujiica ^ & dentro di
ejfa in mezj) d un piano circondato da otto nicchi orna,
ti da ottofiatue con buchi attorno chiufi con le boTjLe^
ftrgeua un bagno con otto fitc eie , [opra gli angoli del^
le quali le Ntnjè tenendofile mani in cerchio^ & folle"
Mando le braccia foftentauano una cuppola di uetri di-
pinti . CT* quefio bagno era uiftoper la porta rufltca che
tra in bocca alCarco di me^o della loggia alquanto e-
wmente piHdellafintana;^^ fingeua un lontano gran
dijfimo , Gli altri due cam jhttt proportionatamen-
u erano ingmfa dt due i^donche ficcati in due collina
che
DI GORGpFERVSA. t$
fòperchianano alquanto quella jfipra laquale erano le
torri : ma per modo che ueniuano a riferire al fecondo
(^ al penultimo arco . dr perche dentro erano ajfai con
capii rendeuano ancor ejfi affai lontanamA . SofrA
quefiitre caui erano tre [affi che foHentauano unaga
lena dt colonnelle chiufe con le ut tr tate , (frfopra cta-e
fcuna colonnella flauaao in pie diuerfi ammaluzjzS»
che imitauano ti bronco & il marmo . (y quefla gak^
ria ueniua ad effer disficcata dalle torri di dietro dal
la loggia 3 & ìafoperchiaua • Dinanzi alln torre deU
la collina a man deslra erano due Veneri , ^ due al-
tre dinanzj aW altra del lato fmtfìro , ^fòpra ti me^
deftmo piano più sii a man deflra dalla banda della de
fìra torre fi fcorgeua un padiglione da giardino fìnta
di marmo , la cuppola del quale era piena dt boT^je^ ^
hauea in cimauna palladiuetro: fopralaquale era,
un* Amore con lafkcella in mano . & dt dietro alpa^
dialionefirgeua una piramide intagliata difegni hie*
roglfìci , GT dmanl^ dall'un fianco ò' dall'altro erano
due Apollini . c^ altrettanto era dalla banda della tor
refìntsìra. Aiedefimamente fopra quefio piano di^
nanzj alla loggia coreua un corridore di ballaufìrifìn
ti a*alabaftro : in fu i quali fedeuano gli Amortniyche
[opra le (palle ò* con le braccia reggeuano uafi imi''
ta?iti dtuerfc pietre pretiofe (^ piantati d herbe & di
arborfcellt carichi di uarie forti dt frutti ^ di fiori»
CT* quefia collina jlendeua qua fi due braccia che an*
dauanoa trouare due fòmmità delle torri fondate in
fu la pianura . Lungo le quali, kr^cia erano i ballate
Jlri
l6 i L e A S T E L LO
^ri che accomfagnaHano il medefìmo corridore che
flauadtnan^alU loggia »& nell entrar della porta
a man delira fi accende alla collina [opra una [caia
che par ea intagliata nelfaJfoJa quale nelmez.o no Ita-
uà a man mane a i & riufciua in fii il piano che era
tra il corridore (^ la loggia *&il corridore era aperto
nel mezjo ^ daua adito a entrar in un poggetto che
riufciuafifpralaportà •nel quale fiaua una Vittoria
doro che con ambe le mani progeua una bellifflma
ghirlanda di fiori di fina dr d'oro . & le braccia di
qtteFla ftatua erano congegnate di modo . che per mr^
tu di certi ordegni fi aiz.auano ogni uolta che fijfe
toccata una lamina di firro che era in fini piano . Cy*
il concerto era che tutti quei che ui sapprefientaife-
ro per ef[er coronati toccaffero col pie quesla lami -
na 3 accioche la ghirlanda fijfe folUuata dalle ma-
ni che lateneanoy ^ efii non potejfero confieguirla.
J nomi de* caualteri notati ad alcuni Trofit erano
tali .
Odoardi Tamifii Equitis Britanni •
Rodorici FlammA Equitis 'Batici .
Caroli zy^ltartp£ Eqmtis Aqmtani •
Dionyfit Argentari^ Equitis Celta. ,
Curadi 'Burq^enfis Equitis ZJindelici •
Volemacht T'hracis Equitis BifialtA .
* • ■ Jfinaelis Banani Equitis Terfit . ■
jilifdi,'Bargd<z Equitis Mauritania
Alarci StelU Eqmtis Calabri •
f"^'"Mejfitni Mutij Equitis Siculi*
DI GORGOFERVSA. I7
Lt irtfcrittiom posìe ne* breui dmanzi alCajlello tra
noqiieHe ,
Gorgofherufe. arces é* Artts magica .
Ltbertati captiu<z .
Virorum equorumg^ exuuU,
Teregrinorum heroum jpQlin •
Adamantinas career .
^ures. compedes .
Error irremeabilis ,
Laquei ifidtjfolhbiles .
Dulcss nodi .
Dulcia uincuia ,
Vtris honor perpetui •
Jocundijjìr/ja arriAntum uireta .
perenne animorum incendmrru .
^rdor wfenj%Uls ^ uehementiffimiu •
E alfa uerorum hommum hosfitia •
Inanis foltdorum procerfim aula .
Amori , lufibiu , otto .
Grattar um delitijs (y^ nido •
jMafcuU HÌrtutis tyrannidi •
LaboriofA tur tutù expuifioni '
A4iferi£ infciorum folatio .
Vit(& beatoYum umbratili .
Temporis ^ glortA filentto%
Latenti annorum dijpendiù •
Occulti^ uoluptatum r et ibt4^ >
'Bonis primo apparenttbi^ .
^elk du& tauok fcritte in argento dal lato deflro
B runa
l8 IL CASTELLÒ
Vuna hauea tale infcrittione ,
1)e captis regibtu Thejfalonico , Marroazgare,
Mìxino^ Cufchtbthey Magabaca^OtageriOy Samar^
chandcy Fratachala/Bifanagaure, MexitiflanOyA-
tabaltfa,Bacalao,VamaycOy HumbroySaragofo, Bor
deonCy GeUrio, Cherfinte, Lilybeo , Elb ingene, S le f-
uiciche,Colocauro .
Et t altra tale.
Deprofligatìsfeuerlifortitudinls dr temperane'
ti A MÌrtHtibpts,dej.j intromiffio [nani molili animi In-
XH/nullis alijs armls quàm hilaritate.Utitia.ajfabili
tate,hojpitioyharmoniayCorìt4ÌHÌjSyConcubitUy nulla ui,
nullo tmpetUt nulla molejìia , benigne y placide y co-
miter ,
Delle due tauolefcritte in argento dallato finijlro
Ima era in quejio modo .
Dignitati reception es , labori fedilia , [udori um-
hrdiypulueri aurétyfitifont&s , recreationi lufm yfom-
no fìratayUÌgUanti<z cantmycxercitio deambulatio^
nes 3 re fiatoni menfz , incitamento colloquia , Ve^
neri puelU ,folatio complexm yf celici tati concor-
dili .
Et ? altra in queflo •
^ujpicibpts tibi]s,cttharis , modulationibpts , lu -
disynatatdibm ^ptfcationibm , aucupijs , uenatiani^
hm^choreùybalneiSyfcenisyCarmimbmyCibarijS , pò-
culis y foporibus y amplexiba^ , ofculis , folis tepore ,
no[ils refiigeratione y nemorum amcenitate , autum
garritHinuorum murmurc, ueris eternit at e, folo ui^
rentif
DIGORGOFERVSA. ip
rentt , ccelo nitenti , commumhtis hmen^is, perpetua
iuuent a, alacri animo , uìnacijptntu , mente uacua^
mutuùflammis,uotii campar ibm ,
Lejèi leggi pofle nella tauola dal lato deflro erano
cojì notate .
Qui horribilia monUra arcis é' artis magic Apro
pugnacula inuaferit^dein terga dederit , honoris Ufi
rem e fio ,
Si quis aduerfm monftra non uirtute animi, fed
corporis uiribus deficentyfaauijfimi career io Aterni'
tatepunitor,
Trojlratis gigantihtis aut fitgato draconeanui»
Eloriafit fhtahhfiifertis,illfim a prAlto adeuntem co^
zonatura tentato,
ViElorfAHorum oppidi cuHodum corona fùgientc
cuflodiùm fùccedito .
Succejfor nifi notto peregrino cejferit prò portis op"
fidi in continua jìatione remaneto .
Trimijirarum loco addici GorgopherujA uirtute
ac prAr/iio in pr&clariorcs tantum flammas inciduU"
tOiCxinde alij eadem dignitateprdfianto .
Lefei leggi della tauolafimlìrafìauano in talguifa*
Q^ihtroes GorgopherufA propugnatore^ aggredì
uoluerint , equitesue pedttcsuefmt tllos impugnatura^
admittuntor .
Bellatores quinque pili, c^feptemgladij iEltbtis e»
gregie bellant&s , ^fihojlcm non fuperarinty adfor^
tem experiundam accedunto , occifi autemfpGliorum
^HA reliquerint trophAÌ eorum^ frfìt infcnpiA wc-
3 2 tfjoridt
^O IL CASTELLO
p^orUfolamen habento .
Hofpite^ neejtie acriter ri eque intrepide dimicari''
US negicBo eorum nomine ex aditu eijciuntor •
Addttm alif a conHituto ne uefligantor . quèdfi
mi montihm tnrrihpu muniti afcenfum occulte quéi,-'
fierintyarmis jp oliati defaxo detjciuntor .
Vbiferta non obtinuermt qui ad tlla accejferint^
titfuccumbentum defènforum uices fubeant , feruatis
armtò' perpetuo ò' tocundifs, carcere excipìuntor.
Coronarti pttahm ajfecutt^ captiuorurrt liberta-
tis uindex eHo •
Ejfendo foprauenuta la fera nel cominciar fi a ni"
grir ti giorno s'accejfero i lumi del Caftello ch'erano
di dietro a i u&tn ^ alle bijl^^donde ufciuanojpledo
ri inguifa di quei ch'^efcono da i rcjiejfi delle gioie, ^
fimilmente kfiicelle tenute in mano dagli Amori,cfr
e ofi ancora s^ acce fero ducento torchi di cera bianca
ch'erano a i fianchi del CaHello , ma però di ftori di
ej[o,& molte altre forti di lumi appiattati di dietro al
le torri, & di mano in mano tutte le cere chependeua
nofopra il teatro ;chepoteuano ejfer dafei cento tor-
chi tutti digrande'^(^ tale, che durauano [icuramen^
tefei hore,& ciafcuno era appefo confilo dA rame :t al
the illuogo ueniua adejferpoco impedito . & la' luce
era co fi grande^ che ben fi potè a dir e, eh e ini parca di
giorno.^ fhttofì notte in un tempo mede fimo fi uidero
comparire nello jleccato feifignori del capo ueftiti al
la Greca d'habiti lunghi di tele d*oro (jr di [età ere-
mtfina tutti m concertOych* erano ìlS, Luigi (jon^^-
DI GORGOFERVSA. 21
gayil Co. Hercole Sjienfe Taff.tl Conte Camillo Mon^
tecHCColt,iÌ S. Gio. Battifla Trotti^il S .Af are Anto
nioGtltuolo,dr ilCaO, Gioan Tomajb Lantluolo. (^
s'udirono diuerfe mufìcheftrepitofe come dt nacche^
re , cornetti C7' tromboni ufcire da cjaei tre cani delU
collina ch'erano dì dietro la loggia delle torri.percio-
chefingendofìche la fata Gorgofiruja Jhcejfe lafua re
fidentia in quello Caftello incantato y dentro ut erano
tutte le più e f eminate delitie che/tpotejfero tmagina"
re Ara le eguali erano intrattenuti quei miferiCaua-
Iteri che capitandoui^e^ non potendo ottener la ghir»
landa^ui rejlauano tncantati.cr pur a un tempo mede
fimo cominciorono a girar ^ a gittar diuerji fiochi
tre hellijf me girandole ch'erano nelle fommita delle
tre torri fin dai e [opra la collina* Et ecco all^impropti
fo un Nano ch'erafopra la torre fniflra pofla alla pia
nurayilquale fonò un corno tre uolteper rijpetto di tre
caualieri eh 'entrauano per la gran porta del teatro
che era direttamete oppofta a quella delcaflello. Que
ftt erano ti Duca, ti S, Cornelio Bentiuoglto.ò' il Con
te (^ lidio Eflenfe Tajfone, eh' erano a cauallo armati
all'antica con morioni & con feudi coperti dijpecchi
d'acciaio inpunta,che rendeuano un reflelfo grandi f
fìmo.& erano uefliti di ricchiffimt drappi bianchi tut
ti meffia oro^ij'fopra ti tutto con pennacchi foperbiffi
mi, c^ fmontati^f irono meo irati da i Signori delcam
pò & condotti alla tauola delle fei leg^i, fritta in oro
ch'era dal lato dtfìro della porta,oue dopò hauer lette
^if^^^^gh& ejfere fiati interrogati da ejfi /ignori, fi uo
B 5 leano
la IL CASTELLO
Uanoobligarfidiferuarleyfe ne contentorono3& at^
tono la mano deftra in alto infegno dell' obligo che ao
cettauano . c^ ritirati indietro ^ufcirono fuori dnegi-
ganti c'haueano in mezj) un dracone, eh e gittaua fùo
caper la bocca,etper la coda.per le orecchie,per le na
rict, &per tutte lepnnte dell'ale eh' erano grandijfi*
nte, et fi andavano fimtendo fecondo eh'eglt fìmouea,
J gigantiyoltre eh* erano due huomìni grandi affai piti
dell'ordinario.haueano congegnata pie dentro a cer*
te gambe futi e molto a propofito ,fipra le quali erana
aJfMefittti di e aminar e, ^ i loro pie erano nafcojìiper
modo che u^niuano a firmare la congiuntura delle gi
nocchia.^ la tefla lorofirmaua la gola^donde per cer
ti giragli uè de ano C7' pigliauano fiato, ^ in capo ha-»
ueano uua teflaccia co un cappello lungo fittto difcjua
me difirpei(jrfipra la carnagione haueano uno habi
tofiiccinto a mez^a cofiia di pelle di orfi^con una gran
nfazx.a nella deHray<:^ con unofiudo nella finiHrafo
fio in modo , che fipoteano porre ambe le mani alla
tna'^Ja.Cotra quello ch^era in fi la dejira andò il Da
cat&cotra quello ch'aera alla finterà andò il S, Cor^
nelio^^ il Conte (jtulto affati ildr^cone afiuono di tra
be fonate da trombetti uefìiti alla^ greca ch'erano fo^
fra il corridore dt mezjo del Camello , (^ lo fchermir
chefaceano queftt tre Caualieri da i colpi de' Giganti
che calauano con le maz.z,s fipra ltfiudt,& da t giri
del draconefii giudicato bellijfimo . Et perche la z.ujfa
duraua con mani fi fio pericolo della perdita di quei
tre mofiri cufiodi del caHello,t fiochi delle torri comin
ctororiQ
DI GORGOFERVSA. 1^
Ctarono a tirare et ardere in molto maggior fìtri a che^
prima, é* apparirono alle merlature delle torri di-'
uerfi nifi ho rrendtfzuti nelle più firane gai fesche fttcef
fé mai pittore chimera alcuna , ^ dal monte fi fenù
unagrandijfimaconcuffione connuuolt & tuoni per
aria . I Cauaìieri mojìrandofì tuttauia più coraggio
fi&foflenendj l* impeto di quelle beftte col fero il tem^
pò opportuno di ferir le, tal che i giganti ruinoronoa
terra, c^ non in uno inflante ìflejjo , ma con qualche
pocod'interuallol'un dopo l'altro,& come le maniere
d atterrarli furono diuerfe^cofieffi diedero il crollo ca
due modi l*un differente dall' altro, cofa tanto infolita,
quanto di marauiglwfa & flupenda rapprefentatio-
ne : & giacendo già tutti diftefi quanto erano lunghi,
gli fchiaui della Fatagli fir affinarono con le catene
alla porta, dr i /ignori del campo fecero legar l'uno a
una colonna & l'altro all'altra,lequali erano pianta
te dinanti adeffaporta. Tra tanto ilterz.o Caualiere
trauagliandofi intorno al dracone il mtfe ìnfitga, per
cloche era fatale ^ nonpotea effcre uccifoi^r nel riti
rarfi nella grotta del monte del castello che era in hoc
e a dellaporta,gitto infiniti razj (^Jparue là dentro,
& co fi tutti tre i caualterifalita la fiala della collina
fiérono incontrati dafei belltffime maghe uefttte di te»
la d^ argento tutta ornata di gioie, tre delle quali slac
ciorono le celate a i Cauaìieri drglie le leuorono di e a
pò dandole ad alcune feruenti che lefeguiuano da lun
gì : c^ con fotttìiffimi drappi riccamente c^ con gran
maeliranialauoratiafciugorono loro la fonte &l
B 4 guancie
^4 IL CASTELLO
guancte.(^ effi l*um doppo l* altro andorono per hauer
la ghirlanda porta dalle mani della Fntoria, laquak
haumdo aliate le braccia , dr non potendo ejft perciò
confeguirla^reflorono incantati . cfr ali" bora le tre al-
tre maghe andorono ad incontrarli con conditure ^
uinipretiofi condpicendolt [otto la loggia tra bdliffimt
gtouani: che parte giocauanoyparte cantauanoapie-.
na noce cannoni amorofe . (^finiti due madrigaletti
i mufici ch'erano dentro al bagno diedero ne' [oliti fito
ni ftrepitofì compartiti in tal modo , che douendo effer
frequentati per lungo jpatio erano interpofìi (jr uaria
ti , fi che non pot effer 0 uenire a noia.ficome la mufica
di quelle gioii arti che jiauano fotta la loggia era quan^
do con flauti, quando con leutiiquando con uiole, quan.
do con mei fole /j" quando con tutte ciò mefichiate in^
peme.o in tuttofo in buonaparte. Similmente le gir art
dole &i razS erano continui ifur io fi, in copia & uaria
tipermodojcherecauanofemprenuouo diletto. Sttut
te quejìe cofefìuedeuano ^ udiuano benijfimo dalli
fpettatoriitalche eccitauano un piacer inejìimahileJ
tre Caualiert dopo hauer fatto riuerenz^a a Gorgofèr%
fa furono accompagnati a fuonrdi trombe alpadiglio
ne di marmo dal latofinifiro ; ne co fi toflo ui furono
giunthche il Nano fonò tre uolte il corno yper l'appari
re che haueano pitto tre Caualiert , ch'erano il Caua^
lier T affane, US, Ficen':(o Flifco, ^ il S.Hercole Gi-
liuolì ueftiti con drappi neri co oro per dentro [opra tre
ginetti riccamente guarniti con tre paggipur a ca-
uallo adobbati delmedefimo colore accompagnato co
l'oro.
DI GORGOFERVSJV. 1$
foroy & haucano le celate ornate di pompo fi pennac-
chi in conc ertOyet fi mandauano inanzà tre Adori bta
e hi, t uno de quali era affair grande di aita, et dalle ha,
de hauea dtie ucrualm^nte piccioli ,& tutti tre hauea-
no le catene attorno alle braccia co capi [coperti , ^
con tre feudi che penderne loro dietro ali e fp alle, l uno
de* quali hauea cjHefìa inferiti ione ,
Pontem jktalem aduerfm quemque feruanto •
Valtro quefta .
Captos peregrinos adCypri Charita mittunto •
// terz.0 quefta .
Stattonem nunquam niflautoccifaut capti defe^
runto .
Et inanzj a quefti prigioni era una damigella in ha-
bito nero fì-egiato d'oro all'africana che parlò a ifì-
gnori del campo tn quefta guifa .
Effendo fatto prigione in queflo cafìello il Re Co-
locauro.Alfarabia fia conforte & mia [ignora r/fha
mandato attorno per cercare qualche e au ali ero che
uokffe pigliar la carica di ueriir qua a liberarlo . (^
ejfendomtio fmarrtta per camino fon capitata poco
difcoffo di qua al ponte del DeUino , oue ho trouato
quefti tre uittoriofì cavalieri contra un MauritanOy
^ due fuoi figliuoli, che fiueggono uenire me^o Sfo-
gliati (fr prefì. i quali fhceuano infinito ad ogni uen^
turtero che paffaffe per la . ^ quanti nepoteano ha -
uer uiui gli imb are anano uer fio Leuanteper mandar
li alla fata Ciprigna , fi come appare per le leggi eh*
ellaimpofie loro:0' cheuolfie che\fiJ[ero ficritte nelli
[e udì
^6 IL CASTELLO
fcudt e hanno dietro alle Jpalle . & ancora che ejfi cu
ualteri fanocojlrettia combattere a pie per ejfer re
fiatii loro caualli molto fiacchi per il detto conflitto
e' hanno hauuto poco ju y nondimeno mi hanno data
la fide di ìafciarui prima la ulta , chepartirpfenzjt
trarre dalle mani di Gorgofirufa il Re Colocauro .
La onde ejforto mi c^hauete la protettione della roC"
ca 5 che concfcendo una tanta rifolutione me lo diate
d* accordo fen"^ ucnire al cimento delle arme.St det
te qne^e parale dalla damigella , i [ignori del campo
in uece di rifponderle fcotettero il capo . ^ allhora i
trecauaUeri dtfcefero da cauallo,& fiirono condotti
da ejfijlgnori alla tauola delle fei leggi fcrit te in oro
dal latofmiHro della portafi comefenz.a più replicar
lo\mflirono condotti tutti gli altri, le quali fei leggi ap-
partenevano alla dififa delcaflello.che douea ejjerpre
fa da color Oj che e (pugnati i moflri^per non hauerpo»
luto hauer la ghirlanda yfijfero rimafi incantati cfr
ehligati a tal dififa , ^cofii trecauaUeri aizzata la
mano fi difcojìorono. c^ in quella ufcirono i tre definfo
ri,& C abbattimento fit a pie con la picca et con loftoc
co,(^poi che Ptm dopo V altro hebbe combattuto et fht
to totalmente ilfuo debito con intero compimentojjeb
bero cortefe ingrejfo a poter gir e a tentare la forte lo^
ro»<^ effi parimente incontrati dalle Maghe, come se
frefiirono tutti gli altri , & rima fi ine amati per non
hauer ottenuta la ghirlanda Mqu ale fiifolleuat a dal-
la Vittoria t^fice tlfilito cjf etto, re fior ono la dentro
in quelle delitte ^ tà' ài mano in mano tutti gU altri
uentuneri
DI GORGOFERVSA. 27
uenfurieri corfero la medefimafirtunaié' ui rimafs^
romaiche rende a una, helltjfima uifìa lo /penacelo di
tanti caualteri intramefftfia quelle belle giouani tra
fuom.canti, dan^e &fèH€:& tra mille dolciumi pia
ceri. In tanto per lafolita porta del teatro eccoti in ha
bit odi T{jgr ornante ilVerato hiflrione rartjfimo , ^
uer amente ti %j)fcio de' noftri tempi . ilquale feden-
do fopra un afinello accomodato inguifa di becco , te^
nendoficon la manofiniflra alle corna donde ufcitia
continuo fuoco iUeniua con la man deflra alta ^ mo-
ftraua d'ejfere in unprofindijfimo pen/ierOi& fpintofi
alianti fece per il campo alcuni jìr ani riuolgimenti et
poi dtfcefè, & lafciò andare errando il becco . ilqnak
hauea un gran cannone di fioco in cambio di coda,
chefempre lo tenea ifinto inanzì, per modo ch'era co
(ir etto a gir are attorno alNigromate, che già hauea
pop o\7 terra alcuni fegni magici etfntto un cerchio, in
mez.0 del quale piantato fi & posìoui dentro certi ca-
ratteri cominciò aparlare altamente di quefio modo»
O ombrerò Jpiriti,o deitàyche potete sfirz^are i cieli &
gli elementi^ 0 miei intimi famigliari ^ congiunti : 0
pojfan"^ fuperiori alle humane poffanT^^per quella uir
tu che e tn uoi , per li fegni che fon qm^c^ per le parole
con ch'io utnuoco.ufate incanti contra incanti;<^ co
flringete quejlo casi elio eh' è dtniéte a rifoluerfiin nie
te, O ombre, ojpiriti, 0 deità, che tardate uoiì ma poi
ch'toueggo che il chiamarui in generale non haftr^
za di conflrmgerui^uerrò alle uosire parttcolartpote
fià: dico le uofìre particolari & principali fopra tut»
tele
^8 IL CASTELLO
te le altre, Helles,Chele,Carcmos>iy^goceros dtsfktCy
dtfciogliete , annichilate cjuèslo caflello magicoiche e
la prigione del fiore de' caualieri del mondo . inuoco i
nomi Hoftri tremebodiii nomiuojlri ftipenori a ifegni:
i nomi uoftri-j chefi)no i nomi de" nomi . ne ueggoper
quefta uia alcun buonfiicceffo contro, ti cafiello •
Poi che non può qnesì'opra
Tiegar le deità che fon dtfopra ,
AiouapFlegetonte',
Et Oocito, & l(i Stigia , & Acheronte .
O Aletto, 0 Tififine , o Megera ,
O Elio, 0 Ocipete , o Celeno ,
Eurie horrende^pejitfire Harpie, rabbia delle rabbie^
ueneno de Ueneni,io ni [congiuro , che quando farà il
tempo debbiate comparire dinanz tamc in quella fir
nta che più uipiacerà . ^ dette (jnefìe parole fonò tre
uolte un campane Ilo, (:^ sfruzx,ò l'acqua che tenea tn
unuafetto di forma antica fopra certi pentagoni, ^
poi andò circondando il cerchio con un lanternino aa
cefo. & mentre che fi andana aggirando , uenne uno
^ ir ito pieno d.tfiioco che lofkcea andar fiirtofamente
dietro un filo difirro congegnato di modo , che quan-
do fi a mezjo, in quel punto che ti 1S[ igromante jonò ti
campanello,ritornò al luogo donde era partito,^ co-
lui fonado diffeyindietro,tnd.ietro:non e ancora ti tem
pò . Voco dtpoifitrajfe di fino uarie co fi magiche, ò*
ejfendofigli accollato il becco gli cauò delle corna dite
jhcellef^ le pofe in terra,^ gittando acqua fopra l'u
na,^ cera fopra l'altra : & preparando altre mate^
ne
DÌ G O R G O F E R V S À. 2^
rie ferfimil effato, incominciò coft .
Come que^' acqua ammorzaci
L'mfico chefifpenge, & C altro sfirz.il
A liqticfiirfi quejìa cera uerde ,
Che tuttajfidijperde ;
Cefi uada il Caftel Gorgofirufo .
Che perche fia confrfi ,
Jlfanc ano foli uerfiad aiutarmi ,
Hor mutate miei carmi.
Mutate in fimo gli in cantati marmi ,
Tojfono quejii accenti
Sueller alpi : firmar rapidi uenti;
Voltar dond*efcon la uerfo i cacumi
Jpiu ueloci fiumi:
Qtiejli accenti del del tiran la luna .
Et già la Fata bruna
Mutò ifodj dYltJfe con queft*armi •
Hor mutate mìei e a rmiy
Mutate in fimo gli incantati marmi •
Tre uolte quejìa polue ,
Che dijfipata in aria fi rifolue ;
Tre uolte quefii neri fiacchi Jpargo
Diprofindo letargo .
Qj4e(le tre effigie di color diuerfi
Giallty uer migli, ^ per fi
Vongo a l'un canto : e a l'altro uo uoltarmi •
Hor mutate miei carmi ,
Mutate infimo gli incantati marmi.
HorribiU Ariete
Balta
50 IL CASTELLO
BalT^ coipiefopra la te/a rete .
EtcoltHoflebtlfHono&quafimHta
Il mio tremendo e acuto ;
Et co i tuoipajfi languidi ^ incerti
J miei gagliardi & certi
Seconda , per poter foccorfo darmi*
Hor mutate miei carmi.
Mutate in fumo gli incantati marmi •
Quefta e una lunga chioma
Di quella Maga ria,che iguerrier doma*
E acctoche del fio hoflelfìa fiitto un fir accio
Con gran furor la flr accio •
Fcco ir f effìgie fen^a eh* io le tocche •
Seco tremar le rocche .
Certo che tutte conquaffarft par mi •
jfdor mutano miei carmi ,
Mutano infimo gli incantati marmi .
Ma uedendo ti T^igr ornante che il cafiello non/t
rifilueua , anzi che quel tremore fa fktto per rispetto
dellifpirttiincantatiyche s'erano moffi a dtfèfa delluo
go & aperdptione di lui^ritornò a dire, o Chaos,o Ere
hoyO Beate, ^feguitò intonando certi nomi caldei c^
non firn ben di dirli che dalla banda della porta del
teatro fi mojfero uarijfpiriti alti al pari del tetto del
Cortile,^ erano fpinit dal fioco per un filo di fèrro del
modo detto difopra, &fibttofifptccorono altri fpiriti
dalle torrt del caslello c^ portati fimdmente dalfio^
co cor fiero ad affrontarfitcontra quegli altri per modo
che nacque una horrenda zjiffa tra loro ; che nell'in^
contrarft,
DI GORGOFERVSA. 3!
eotrarfii altri fi urtavano inguifa, che uolaHanof4 al
to^ & quafìpiu non erano wftì , altri trappajfauana
uia dopo haaer dato l'incontro:(^ altri par euanojpe^
gnerfi nel primo accozjzjtrfi. Allhora ti Nigr ornante
cominciò a doler fi ^ a batter fi con le palme & dijfe,
poi che io conofco che la uirtu magica dt quejio catiel
lo e più pojfente che non è la mia,mifero me^ èpurfir^
z.a eh* IO al mio dtjpetto le ceda . Fnafola jperanz.a mi
reHa che e il ricorrere a Marte miojhutore^acciochc
egli mi fàccia uenirqua i più brani caualiert dell* uni
uerfo.i eguali combattendo contra i definfori, di Gorgo
firufa riportino uittoria contra di lei, c^fegltfcongtu
ri ò' le parole non mi uarranno in tutto , l'armi ^ i
fxtti al difetto di é^uefl a federata condurranno al
fuo fine il mio defiderio.^ detto cjuejiofi cauò del fieno
due tauole Caldaiche di Marte ^ delle tjualt l*una ern
di effio, l'altra della fina intelligenza» & poHe le in ter»
r a gridò cinque uolte Ares , dr poi di parte in parte
uoltandofi alle quattro parti del mondo cominciò a di
re.Deltoté regnator Oriontù: 0 tu Afis regnator Oc
cidentis:o tu ArBtce regnator Septentrionisio tu Ari
tarBice regnator Mertdtei congiungete infiememen^
tejpirito.anima^C^ corpo;congtungete inpeme fpirito^
carne, humore ^ ojfa: firmate Caualieri poffènti. tu
Deltoton da impeto alla colera , tu Afis dà uiuacità
alfiangue.tu AntarEltce leua la pigritia dagli huma
ri melancoltci , 0 ArBice tu particolarmente arma
quefli Caualieri di metalli impenetrabili.poi diffefeco
certe parole in baj[o mormorio ,& ritorni ad aizzar
la
^Z I L e A S T E L L O
la uoce 7 tal modo. Voi Calafkharet, MiXruach el, Az. ,
nfoparach, Lamhragad sfirzat e l'aere &U terra fi
che li fcongiurimiethahbianol* effetto lor [olito . Ne
cofitoftohcbbe detto queflo, ch'un jpirito accomodato
in un yaT^ uennt per un filo che ptegaua uerfi l'ango-
lo (imftro della porta del teatro oue era appiattato u n
mdnticello,& calò impetmfamentey ò'firendolo ta^^
perfe,e{ nell aprir fi ufctrono fluori grandtjfimifitochii
uÀrij&ingrandtfjima copiaict sudt un terribile ^re
pito.^ in quel punto ìfie\Jo ti Nigr ornante mormora
dofice alcuni figni con una bachetta uerfi) quella ban
day 0" aWora balz^oronofitora tre Caualteri a canal
lo [uperb amente guermti con drappi morelli Jparfl
d'oro (^ penne del color medefimo tutte cariche di tre
mole d'or anch'erano il S.Donr^<iy4lfhn[o da E^e^il Co
te Hercole Eftenfe Contrarij , cr il Conte Ferrante
Ejìenfe Tajfone:& allor apparire ti nigr ornante dif-
fi. Magnanimi [ignori non uipaiaflrano queflo cafi,
ne quefio fpettacolo. perche Adarte m ha eletti per [uoi
campioni contra quei definfiri che flanno la a quel
Caftello-.acctoche uoi riportiate contra di loro quella fi
lice uittorta , eh'* egli [uoi dare aifiioipiufituoritifi-
guaci. Itene adunque animo[amente .itene tnazjyCh^to
preueggioil certijfimo honore , che uoi [et e per confi-
guire in queflo punto. Hora hauendo que/ìi tre Caua-
lteri combattuto con tanti colpi quanti erano intima
ti: Q^ colmoflrare una brauura c^ una leggiadria de
gna di loro , non hauendo potuto hauer la ghirlanda ,
reflorono la dentro tncantati.SHCcejfero nellofiecca-
io il
DI GORGOFERVSA. J^
to il Conte Valla Strozza , il S, Camillo Turco» 07- il
Sig, Fuluio Qmfìelli con colori cremejìni tocchi d' ar~
gerito cjr à' oro i ciò erano ape ,& il Nana fice tifi
lito fegno , ^ prefupporrò da cjui innanT^ j che ciò
femore fi debba intendere , fidi (juei che uennero a
pie y come dtcjHeidacauallo . cfr neluemr eh' ejfiju^
ceano caminorono inazj alcuni tieftut alla "Terfian^
inpompofhabiti del loro colore , eh* erano tn loro com
pagnia . tcjualis'affacciorono a i (ignori del campo,
Cr uno di ejfi dijfe alcune parole nella ìingna di ^er-
fa : ò' un altro fruendo per interprete fo^giunfi
quefìo .
Signori i tre caualieri della Afefpotamia che ue^
dete là ,fono ftatt eletti dal So f per uenire a liberare
^rchipolemofuo creato fiiuorittj fimo , che h prigione
in ^uefìo Cafléllo . CT perche fono uenutifin qua per le
poste , combatteranno apie tn quel termine ìflejfo in
chef trouano , Et non più come prima a uno per uno»
ma in un tempo me de fimo i tre definfon combattette-
ro contro di ejfi ; ò'tfpcditi dal combattere conche
ftperorono di gran lunga la loro molto giouenile età,
& dalla prona della ghirlanda rimafero nel commvt
ne incanto .
Comparuepoiuna fkta portata da quattro /piriti
infernali ^ che gettauano fioco per le corna & per la
codafopra un richifflmo feggto coperta di4n*ombrel-
la . la quale guardo fifamente ti cajìcllo , (^ poi girò
ilcapouedendo f uedea alcuno^ crpoco dipoi enr-
tYando ti Signor ^IfinftnoT rotti armato a cauallo
C con
^4 IL CASTELLO
ton foprauefle cfr piume uerde & bianche & dar^
gemo ,la fitta [e glt uoltò parlandogli dt quejìa ma-
niera . ^^
Caualiere io fon la fata Emaroficay che per ejfer
fiata tradita da Gorgofèrtdfa , la cjuale conuerfando
meco rifacendomi l* amica 7f?i ha dtsfhtto ti miogtar
dtno j tal che refta urgro 0' deferto jenz.a che ptu ut
nengano i miei amanti j defederò ^ cerco uend.etta
Cóntro di lei , c^ prego ttoiyChe alfembiante m moftra
te cortefe c^ arditola uoler combattere centra qidci d.e
jènfort dell afta rocca : & a tentare dt leuar la coro-
na ^ infiemel incantagione , per che oltre alpiglia-
reilcarico dellarniagmsia querela i accettate unOi.
imprefa che appartiene alla fallite d'infinite perfine
di ualore & di finita ritenute la dentro da quella fce
lerata mia nimica.chs fottopreteUo di uoler difinder
il Cartello fi trafilila fico tra fuont y ^ canti j c^giuo
chi , & danze ^ c^ conmti , ^ tra mille altri filaz.-^
7^3&io miferafin qua dtfiiori beffata , cacciata dal
mio albergo, ^pYiuad\gnificcorfo,(crquafifin-
XAfperarila alcuna. llCauaherefice mo^ra col ca-
po di uoler pigliar e la pugnaper la . ^ toccato ti cor
fiero con lofprone apprejenicjfi al luogo ordinario, ó^
glifi mandato m contro unodedefinforidel cafìeilo
a cauallo coi quale fi ben fi portò bsmffimo non per
Ciò potè fcmjkre che non reflaffe incantato , tentato
chehcbbe la uentura della corona . ^Dtpoi uno Mere
ma a corMuffe il conte Scipione Sacrato, & d S. Aief .
fitndro ^yindnafi uefiiti dt roffo fiammeggiante con.
oro
DI GORGOFERVSA. ^J
oro in abbondato , ch'erano Cavalieri a ^ie , ^ (rum
to a melo del Teatrofiriuolfe a loro con cjuefte paro*
leSigliuohquefiù e ti luogo fatale che mi hauete uolti
to chUo m moflri . ^' ancora che contra core iihab^
bla condotti ad imprefa cefi pericolo fa (-r terribile y
nondimeno l'hauerui uedutt prontiffiint a ciò ; ^
moff, da defiderio tanto ardente , (^ tanto nobile ,
7n''ha dato Jperanz.a che fiate per riportarne uittoria
certiffima : c^ cofìper uofìro honore come per benefit
ciò del mondo , mtfon contentato d''accompa(Tnarui,
Hor gitene che Iddio fia con uoi , Et quefìipaìimen
te fecero il debito loro con tanta forila (^ con tal di*
fpofitione , che ancora chefèfferoben giovanetti , per
hauer la fhccia coperta non f irono conofcimi , ^ net
tentarla uenturafì trouorono ingannati . US. Gio^
uanìitStlua con colon gialli Cy- d'oro portato da fin
mofiro marino diede unafcrittura a Signori del cam
pò, t quali la fecero leggere ali zyiraldo loro ^ (jrla
foflanzji di effa era cjueSÌA . che ejfendo egli caualtere
Indiano, C^ conofcendo quante di jf e ulta fé gli appo
neano nel uia^io er defiderofo di uenir tojh per por--
re a fine quella tanta uentura , s*era preualfo delfit-
uor della fua Signora, per iiirtu della quale era arri^
uatoprefttfflmo di quella maniera . Egli fit admejfo
allaproua duellarmi cr duella (rhirlanda , ma non ef-
fendo riufcito nella feconda come nella prima , nella
quale hauea datofegno di molto coraggio fo , rejìò la
dentro nella compagnia de gli altri Caualien . Tra
tantQun hminofiUtaiicff fopra un Rinoceronti por^
C 2 taua
^6 IL CASTELLO
taua perla porta del Teatro unagiouanetta , la
quale fòrte g;r iddìi a: ^ a quella uoce cor fero a cauat
lo nello fìeccato il Conte Hippolito EUenfe Taffone
confopraucfìe CT* con cimieri di color nero c^ cCar^
gente ,& ti Conte Annibale Beuil acqua con colori
bianchi & a* argento , che nel ferrarjì adofjo a quell*
huomo feluaggto y egli fuggendo uiafi lafciò cader
dalle braccia lagioiunetta , la quale pregò quei Ca-
viaherijche dipoi che le haueano data una uita^fl
content afferò per cortefìa di dargliene un'altra a lei
■più cara di quella prefeut e , che era il tentar lafòrtu
ria per la Itberatione delfuo amante ^ che Haua rin~
chiufo nellcfhrz.e di quelle maghe. Ambi d'accordo uè
fiuti al conflitto con afjaltiho/ioratiffimi, ostentata
lafortefitrouorono nel termine in che erano gli altri.
Due quadrupedi infernali gitt andò dtuerfe forti di
fìioco portarono il S. lacomo Badoaro & M.onfìgncr
di Cofciardo genti Ihuomo Francefe uefìiti di ber etti
no molato con oro , con Plutone & Vroferpma ne ci -
tnim , & depoUi che gli hebbero , fi ddeguorono uia
con cento chioppi di calci . ^ quefli Caualieri a un
tempo medefimo la fecero a pie con non minor ua^
ghe'ìfy che animofità , &fiprouorono alla uentura,
laquale altraméte nofuccejfe loro,l^éne dipoi il Cap,
Becchino mfìito di giallo con oro dr argento fopr a un
e amelo , alla te fi a del quale era accomodato un lungo
rofìro d'uccello , c^ hauea didietro una lunga coda
di penne : é^ a fianchi due ale grandifjìme. co fa mot
tQ bizzarra ^ marautgliofa in uiBa . & un nano che
gli erA
DI GORGOFERVSA ^7
gli era inanz^i preferito ali* zyìr aldo del campo una
carta fcritta di quella maniera .
Ejfcndo comparfa nelle Mokcche , che e miopae
fé , la fuma che qna dentro fìtroua prigione un mio
fratello , ti quale dagiouanettofipartida e afa & art
daua -fkcendo per il mondo proue di fé per acquifiar
gloria ; ^ per ejf:r non meno robufìo cfr ualorofo che
gratiofo & gentile y qttefla Fata lo tiene in dclitie . h
per il defldcrio c*ho della ftia liberai ione ^per duh
bio d'ejferpreuentito da qualch'uno de ifkmofi Caua
lieriy de* quali intendo che di continuo e piena que-
fa nobilijjlma prouincia,fin montato Copra quefto uC
celiacelo , che mi ha portato qua in meno iungior"
no . ^ benché fa noi altri fi cofumi di combattere
foprafimili animali , nondimeno uedendo il notabile
uant aggio., ch'io haureicombattendouifopra , mi fon
Ytfòluto di pirla fecondo l'ufo do e qua introdotto : cfr
prouarfe a piede potrò trar afinequefta uentura,^
liberar miofiatello con tanti altri caualieri e* ho poi
intefo ejfer caduti nella mede/ima miferia. Et lette al
t amente quefte parole, il caualkrefcefe da quefto ani
male che manfuet amente s* inginocchiò et andò all'u
no et all'altro cimeto,ne potè ejfer più fortunato degli
altri : ancora che in battaglia fi fife moflrato deftra,
et ualorofo con uniuerfalfatisfhttione de' riguardati.
Entrò poi a cauallo ti Conte Onofito Beuilacqua con
foprauefte, & penne bianche^ et turchine con oro,che
condujfe feco un moflro di uifta horrenda co un breue
d petto che moftraua lui effer un miniftro di ^orgo -
C 3 fèrufa,
0
^S IL CASTELLO
prufa^ che s *oppcncJJè perjirada a i caualieri che uè
niuano a cjutl casi elio . ^ hauea legate le braccia di
notando d'cjfer ^ato uinto da cjuel caualierey // qua-
le fé ben fipce cono/cere per molto brano contra uno
de''definfori , non però ottenne la ghirlanda . Alcu-
ni ucfìitt da Turco con fiperbi habitt di broccato ac
compagnarono il fi gnor Federico Afiroglio uejlito di
giallo è* turchino con argento , & arriuati ali apre"
fenTa de' Signori del campo uno d' e fi parlò tn tal
maniera. Q^efto caualiere tu fu intendere che e del-
i* Arabia felice , & che cercando il fignor di Safira
fuo [ignore , per rtjpato del dominio ch'era injvflato
da cor fari, ^ hautndo udito eh' egli e prigione in Ita
Ha nel monte di FeroniaiUoltatofi a quejìe parti giun
to alle foci del 'jSQlo , tolfefiibito una fregata : c^ ue^
nendo gin per l^ Arcipelago 0- per ti Tirreno e fi-
nalmente giunto al porto che e qui uicino a quefìo ca
fìello. donde fmontato uiene a combattere nel termi"
ne in chefitrouaperla liberatione delfuofignore.St
dipoi che ejfo caualiere hebbe la licenzia fi prouò con
Farmi & con C andar allaghirlada^et la prima prò
uà fi con riufcita neramente ottima 3 mala feconda,
fi nana . Il f gnor e Scipione Silua in concerto bian^
co y (^ rancio , con argento uennefopra un barbaro .
dinanzi a cui erano quattro Adori a cauallo , ^ due
con due tampaniper ctafcuno: Qrfùcedire,chehauert
do tntefo , che moltifuoifignori erano dtjienuti nel e a
fìello delbcfco di Feronia ^ fenl^ altro indugio fé « V-
ra uenuto con animo ^ o di liberarli, o dt morire ,odi
refiare
DIGORGOFERVSA. 39
ttflare incantato , uolendo più toflo , 0 non uiuere
pw 3 0 rimaner in prigione con ejfi , che uiuere come
fiicea . Et [montato a pie^ & rtufcito gloriofamen-
te nello fteccato , non riufct dentro dal cajiello . Et
in quella che quejìo caualiere s*i?icantaua , una ma^
ga ufct fiort del caftello , ^ andò uerfo la porta del
Teatro: per la quale entrauano il Conte Fahio Fon"
tanella,^ ti Conte Coftanz^o Adomecuccoltjcjfi^uer
di, <:^ gialli con argento, che ueniuario a pie , cr dif-
fe loro . *T)eh foccorrciemi [ignori miei , che certo il
ualore che moslrate allaprefcntia, ^ la mi feria del
mio flato meritano, che uoi in quefia cccafione mi[ìa
te cortefì. Jofino una if^filice giouin&tta 3 che condu-
cendo meco un mio cubino , perche Itberajfe dt quefta
prigione A/eliglotto^cl/iO amo più che la propria ui'-
ta,non ho rihauuto C amante, (^ ho perduto ti cugi"
no . il quale neluenire alla prona della ghirlanda e
rima[o incantato la dentro, Dehpiacciam dt tentar
la[òrtunapir la [alute mia , C^pcr la uoflra gloria*
Jcaualieri pronti per [eruirla uenneroa corti batter e,
(^ attaccata la pugna la maga che gli hauea ingan-
nati dtlparueall'improtiifoinun fubito,^ r antro
nelcaflello . Finito il conflitto, nel quale non manco"
tono punto a quanto lorfi conueniua^firono cofldeln
[dalla ghirlanda, comperano stati da quella Fata].
Dipoi nell' arrtuare che fhceano a cattalloil Conte
Hip polito Turco GT ilcaualier Trotti con [oprane^
fle,^ penne bianche, nere, & mortile, con oro a[òr-
Xa-'^ana belli[flmagioHane ch'era tutta ingui[a d'un
C 4 vìQ^r^
4© IL CASTKLLO
moftro dalla gola in giù , dolendofì accerhamente
fiipplicò i Caualieri a motierjiapi&tà della [uà dij^ra
tia, dicendo loro» che era fiata troó format a tn quella
brutta fìgur a fer uno [degno di Cforgofèrufa:^ che
infin che i [uoi incanti durarebbono ^ ella era per ri^
wanerfimpre in quel wtfiro fiato, fi che uoleffero,&
[e non per rtifetto di lei^alrrìeno per debito dt canale-
ria por/ìa rifthto per dìo furi' arti magiche di quel
cafiello . Effenda ambidue mofflperquejìe preghiere
uennero alhjfato di quel certame , (ideila uentu-
rafhtale.et hauendo hauuta honore con lorgrandt[-'
[imo pregio in quello, hebbero dtgratia in quefta. Ap
paruepofeia una nane fornita cCarbori4i uek, di re
wii & di nocchieri di tutto punto : chettraua fuoco
per la poppa , & per la prora :per le corna dell'^an--
tenna , Q-r per la gabbia* [opra la qual nane erano il
ftgnor Hercole ^ra[auola , il fignor Camillo Mon-
tino , c^' il [gnor Nicolò Pigna in concert Oy bianco,
C^ nero con oro con una damigella , che ufiita fìtori
jèce un tal parlar a [gnor i del ca7npo. Queftifin tre
caualieri che uengono dall'* Ifile Fortunate »et Maca
rea lor [ignoragli haposìi in quefìa barca;et pigli art
do ildiritto di là a quejìo Monte di Feroniagli hafkt
to uenireper mari, per monti,<^ per piani [enz.a che
mai dt[montino : udendo fi in ciò d'un arte miraco^
lo fa y aceto che arrtuaffero più toflo , ^ con maggior
ageuoltT^a per fhr conofcere a ^orgofiru[a , che fi
trouano anche al mondo altri incanti , ^ altri caua
Iteri fuHoriti di Maghe [enT^ i fuot , Efpedtto queflo
ragto*
DI GORGOFERVSA. 4T
ragionamento t caualicri dtfcefi dalla bar e a mena-
rono le mani a un tem^o medefimo cori grandìjfimo
jptrito , (^ con modo bclltjjlmo . ct* dipoifalirono al-
la siatuafhtale: (^fcherntti non poterò piti ufcir del
caftello. Étfitjfeijnentemente il Conte Giofeppo Stroz.
^ concertato di morello con oro , ^ argento guida-
to da una Sirena , che caualcaua un Delfinio , entrò
a cauallo nello Beccato, & tentò la forte della batta-
glia, cjr della ghirlanda, c^ hatiuta, che hebht hma
projfera per ifuot degni meriti, hebb-; C altra atterfa,
'Di mano in mano ilfig» Annibale 'Bentiuoglw^CT ti
Conte Guido Calcagnino in habito bianco, CT incar-
nato ricamato d^oro fecero mojlra difc uenedo a pie ;
Cy' mandandofi inanz.i due giganti difr/ìfurata fa
tura , che erano legati y d^ per un paggio loro fi e ero
dir quefte parole» Ancora che que'fifignori in ^ueffa
lor uerde età nonffijjcro anche mejji a rifchio alcu-
no,nondimeno tratti da un generofi fvirtto ufcirono
di e afa loro per capitare a cjueslo A<fonte fatale , non
riguardando , che con la prima , dr peri co lofi loro
fifcita affronta/fero la prima, & laotudijfctleimpre
fa , che hoggidifia al mondo . Et perche nel e amino
qui apprejjò giungendo a un luogo detto ti paffo della
morte y ui trouoronocjuefi due giganti , che dguar-
dauano , hauendoh uinti , <dr pref yinfieme prefero
animo di fuperare quegli altri due, e he jntcndeuano
ejfere alla cusìodia di cjuefìo caftello . (^ hora effen-
doui in lor luogo quei caualtcri che n hanno riporta-
to mttoria,effi dicono a'ejfer pronti per frrc altrettan
t9
4^ IL CASTELLS
to cantra cjuefli de jìn fori y (guanto haurtbhorw jhti9
cantra o^uei mosiri . Impetrata ch^bbero Itcenz^a di
combatter e, non e /fendo flati uinti per gtouam che fi
fifjero, ne punto ributtati da (juei brani dejènfori nel
la terribil z^ujfayfurono prefi dalle Maghe fenl^ con
trajlo . La Fata ETnarofòca , che già hauea uifìo ti
fuo caualiere reflar prigione , andò inuifbilmente al
laparte didì&tro del e afte Ilo : c^ potè tanto co fuoi
fcongiun 5 che lo tiro a unafinesìrafopra ad un rio.
oue Cjfendo egli tuttauia me^o incantato,^ non ejjèn
do uifto da alcuno Ja futa il rapì, deportatolo alla fi-
ce del mare ilpofefopra una balena . ne Gorgofru^
fa ne fi ce altro rumor e, per che efendouigrandiffima
copia dt caualteri non s'auide ch'egli ui mancajfe ,
Emarofica duncjue faliiafopra la balena medefìma
la condujfe fiori del mare per arte magica fopr a l'a"
rena,attrauerfando t monti infin che giunge a qutfto
bofco di Veronia . 8ra cinesi a balena moftruofa , &
JpruX^aua in alto, ò' da lunge ac^ua la/ifaper le zja
ne y (^ per la coda : & in tanta copia , che ne parta
tutta piena.et la uifta diquelcaualierc accompagna
to da quella gwuinett a [opra quella fchtena era non
meno di lafcmia che di maraui^lta . Quefta maga
moftrando d! hauer posio l'ultimo rtfigioin quel fuo
amante, conuerfa a lui, etpojìogli un braccio al collo
gli par lo in tal noce. Sig.mio la cor te fi a chem'ufafte
quando portata qua dalli [giriti m trouai a cafojet ut
fupplicai a far gt ufi a uendetta per me contro quella
jc curata di Gorgofirufaiet la brauura,chemoftrafte
contro
DI GORGOFERVSA. 4J
contro i def?nfori del cafìtllo mi fpinf.ro n tentar tttt
te le tiie pojjihili co chiaro, CT quaft certo pencolo del
lauitamia per tr arni di quel luogo incantato , dal
quale n'o tanto per uirtli magica quato per l'ardente
affetto con che to ni amo ut leuahfhcertdoui calar giù
a quel rio che è di dietro alla rocca.hora tti ho condot
to quafepra quefo mio pefce fatale: & ut afficuro che
come non ho altra fi cura habitattone, che qucfa,fo-
pra la quale io fono, co fi non ho f data (peranzA infoc
corfo alcuno fuori che in uot.et ancor a.che colpefare,
che mpotrei perdere un^ altra uolta m'affiiga efìre^
mamèt e fìsche mi fent a fèndere il cor e y nondimeno ti
dffderio che ho di uendicarmiy c^' la fède^che quan-
ta mainepoffa haucr\tutta ho cdlocata nella uojìra
perfona,mi inducono à pregami, che uogliate di nuo
uo materni a rtfchioper ar/ior mio.Cy'fe i cieli ci fa-
ranno tanto fhuoreuolij che quefia mprcfa ci riefca ,
la dolciffima iuta, , che meneremo ìnfier/iefark tale ,
che non farà piacere al mondo ch'apparcggi il r:0-
ftro. 7^e hauetepunto a dubitar e, e he fé ben utfucce
da l'tmprefa dello fieccato.ui debba fallir quella del •
la ghirlanda, percioche ho fitte certe nuoue malie ;
che come ilualor uoslro a noi giouerà cantra quel de
(T li altri i cofloue non potrete uoi ,ftspplirò io con in-
canti contra incanti . Il Caurdicro baciata che
fhcbbe , c^futto cenno di andar uokntieri a metter
la uitaper fio feruitioy fnontò le^iadrarrunte dal-
la balena , c^faltato in pie, & can buona gratia d<*
Signori del campo affrontatof generofamente con
44 IL CASTELLO
Pauerftrio,é' i^^f honorat amente sbrigatofl , andò
al luogo desinato agli altri auenturiert,^^ un altra
uolta ui rima fé. Ne minor hellezz.a fit quella ch'era
nel concerto del Caualiere Gualègo, ti quale campar
uè a cauallo confoprauefìe , & penne uerdi piene di
ricami d'oro menando prigioni due centauri & uria
Sfinge i ch*era loro nel mezo. le code della quale era-
no con tefte di boz.z.e piene d'acque di colore ferpenti
no, che imitauano lefquame.et dentro ui erano lucer
ne acce fé, tal che il r inerberò di quel lucido colore era
uaghiffimoy & per effe code , c^ per il capo gittaua
fiioco. fimi l mente i centauri erario accommodati in
guifa,che riufciuano comodamente col moto de'piedi
didietro, & l'uno hauea una maX^a, che tutta ar-
dea,(:^ l'altro hauea in una fiacca, chegUpendeua al
collo,moltepalle,c^ andana gittandole in aria , oue
s^apriuanoconficoppij, ^fiiochidiuerfi. Il p aggio (l
fpinfie inanzi, ^ parlò a i Signori deputati in Ifpa^
gnuolo,^ la int erpr a at ione delle parole e quefta. Il
Caualiere della Rocca fidele mio Sìg.mi ha coman-
dato ch'io ui fiiciafiapere, ch*egli dopo l'ejfer andato
lungamente attorno per defiiderio di ueder del m'odo ,
capitò non è molto tempo alla corte di Francia , douc
perfida mala fior te s 'accefie ardentififiim amente nel ui
fio fioco dell'amor d'una D ama . la quale al giudi'
ciofiuo e la più bella,& Upiu meriteuole di quclpae-
fie.acon tutto eh' egli allhora cer caffè in modo conue^
neuole ali a grandeT^a di lei , di dar fiele a conoficere
ferfideltjfiimo fieruitore come le travet e neramente ,
mn
DI GORGOFERVSA. 45
non potè però mai ejfere da lei sitmatOy tal che meri-
t^jfe d'hauer parte della fua gratta,? er la qualcofa
efjendofi in quei giorni fparfa la fhma della flrana
uentura che è qui al monte dt Feronia.confiderata la
poca ftimajche uedeuajkre dtfefiejfo./l rifolue di uè-
nir in quefto luogo ajhr tal proua di [e , che chi lo uè-
dejjè non lo riputale indegno diferuir tal {ignora, &
ejfendofimejfo in camino fi trouò ajfalito parte per
mare, & parte per terra da queflt mojìri.i quali con
riuouijC^ diuerfi inganni il uoleano uccidere : ma fi'
nalmente hauendoli jktti prigioni e arrtuato qunoue
egli fi reputa per gratia frugolare da Dioiche a quan
to egli èperfhr ualorofamente fi trouino prefenti gin
dici tali, & fi confida ch'ejjì per loro cortefia gli Jh-
ranno gratta (quando egli ancora in ciò proui lafir
tuna co fi poco fkuoreuole , come tr.fino ad hora gli e
fiata) di mandar queHi moHri in Francia alla fua
fi gnor a confhrlefaperea che fine ilfuo infilice amO"
re l'ha condotto, Il Caualiere fimtlmentehebbe adito
al combattere , et all'entrar nelCaftello. & in quei
la inoprefa rimanendo con infinita gloria , refiò pri-
gione in quefl' altra Jl Cote Federico Monteuecchio,
il Conte Tomafo SacratOjCt ilfig.Leonello LauezMO
lo uè fitti ditanh, et di bianco con argento uennero a
pie feguendo tre donzelle bentffimo ornate fecondo i
mede fimi color i^ch' erano fopr a tre achinee riccamé
te guarnite, la prima delle quali dtffe uerfo i Signori
del campo , che effe erano mandate attorno dalla
hr fignora con quei tre Caualiert eh' elle haueuano
in
4^ 1 L e A S T £ L L O
inconfegnoyper trouar/ìprefefiti alle iwprefe fktfe
da ejfi . percioche la lor Signora gli hauea obliga^
ti agire a pie fin tanto che nonfijjer degni della faa
gratta ; hauendo promejfo dt fhrjho principale amari
te colui che rìafiijfe con maggior gloria : & che ueden
do ciafcun d.i loro che hoigi non era al mondo occafìo-
nepiH bella di c[t4efla,uentuano per porre a fine la uen
tura diqiiclCajlello . Tutti tre a un tempo medefimo
f or t atifi da u aloro fi cau alteri andorono da queftopa
r agone a quello che era più pericolofo , nelqualeheb'
èero lafirtuna contraria . XJidefi in queHafpuntar
un bcllijfimo carro all'antica tirato da due corfieri
tutto fir aito di Trofèi ò" d'arme da combattere yfo-
fra il quale era il Stg, Antonio Galeazzo "Bentiuo -
glio j (^ ilguidaua uno auriga all'' antica chefonaua
un corno lungo quafi come quello eh* uf ano gli Suìtl^
Xeri quando fono per dar la battaglia , ;/ quale dopo
hauer fonato parlò in tal modo nel luogo confueto»
Qji^efio caualiere uifkfapere che eglie uenuto di Tar
tana per con^batter del modo che fi cofluma nel (uo
paefi , ma hauendo udito qui apprejfo che le leggi
delCaJìelló uogltono che fi uenga al cimento dxWar^
me oapie oacauallo , cfr non altrimente ifie ri»
fhluto di balzar di que fio carro y Cy'feruare meffet^
to l'uflinza d^l luogo, egli dtfcefo dal carro ? (^ hauH
to nel campo tlbuonfuccejfo che de(id.erauainelU roc
ea non potè altrimente ottenere l'intento fuo . f^lttma
niente fluide un fumo con alcuni lampi difitoco dalla
i? ari da de fi r a del Teatro m fiorite alCaÙello j & a
un
DI GORGOFERVSA, 47
un tempo wedeJJmo fi finti un gran tuono . donde fi
fra i gradi otte erano leperfone cominciorono ad 4/7-
partrs con Hupore umuerpil d^ogriuno quattro fir^
penti alati grandt(fi?ni y che mofcrando diuclarepa
reua che tir afferò per aria un foperbo carro guidato
da una maga bellfflma & riccamente ornata : che
ui conducea dentro ti Conte Aìfònfi) Eftcnfi Contra-*
rijy ti Conte Ottauioda Tiene, ò' il Conte Aluarot-
to Chaueanofiudi in braccio di u:Jìa mirabile in con
certi roffi & gialli carichi d'oro . & giunta allapre
fen"^ de' /ignori deputati dirtl^ò la uoce a loro in
tal modo . Sapendo io che chi uolea confeguire la coro
na fatale di Gorgofkrufa,?j* mettere a fine una tanta
uenturajbtfognaua chefòffe non folo ualorofiffimo nel
l'armi^ ma liptu leale or ilpiu firmo di ciafcun altra
neW amar la fu a donna; CT defiderandofopra ogn'al
tra cofa di ueder difcioito ti Cafìclio di qaefìa maga
mia nimica y ho condotto fpr a ti mio carro per aria
dall' efrreme parti dell' Ethtopia tre Canalieri noma-»
il Contrafiulo , Gtgliandro , Aluornico , i quali fono
aiti indifferentemente a tal imprefa per ejjer ugual
mente nella ecccllenz^a del ualore CT* della lealtà, tal
che chi primo d'effi andera alla corona t la otterrà
fenz^a che la utttoriajlenda Is braccia in alto . & an
Cora che un folo di loro fiffe fiato a bafìanz ayè tanta
l'odio ch'io porto a cosici , che per maggior miaficu-
rez^T^gli ho uoluti tutti tre. Et acciochc combattano
da pan loro , ecco là tre cor fieri che ho fitto effer qua
t n un tnftantep€r tale effetto, Fmendofi queste paro -
le,per
48 IL CASTELLO
le, per la porta maeslra faltorono nel Teatro tre cor
fieri , [opra quali erano donz^elle ornate molto lafci^
uamente , Icquali difcefe da ejfiy cfr condottogli al car
ro , /' Caualieri difinontati ut afcefircfopra , <^- in un
punto mede fimo tutti trefimojjero contra i definfori,
^■(zittii colpi filiti con uiuacità , Cy" con impeto t a
kyche attr afferò ogni utHa, ejfendo accompagnati al
la porta dclcaflcllo , il Conte Aluarotto feguitato da
gli altri due Caualicri fuot compagni andò a prefiin-
tar fi dinanzi alla Vittoria , & porgendo la tefla ma
zi yla ghirlanda non ft allò , come hauea fatto fimpre
per l"tnanz.i ypercioch' egli non tocco la lamina che
ficea [olleuar le braccia y ma un^ altra chele ficea
aprire, la onde ejfa ufi dalle mani che la teneano &
uenne a refi are in fu le tempie dt effò Come , il quale
parue propriamente incoronato dalla Vittoria . Al"
Ihora in unfuhito la Girandola della g^ran torre get-
tò infiniti fiochi con uno [irepttofirwidabtle : ^ due
altre fubmtrorono con tanti raz,t ; che parca che tut^
to il cielo ardejfe . ó" in quello infante mede fimo ^per
e far acconTj a queflo cifato cento mortali ,fifent)
co fi gran terremoto y che moflrò che tutta la città rui
naj]e. necofitoflo s'udì queflo rumore tanto terribi
hyche fluide in un momento dijparire tutto il Cafìello
con tutti gli edificij , con tutti gli ornamenti , '^ con.
tutti i lumi non meno di quefto luogo, che del Teatro,
per Cloche ti tutto era congegnato di modo, che taglia
do fi cinque cor de principali , che furono tagliate [ubi
to a un momento prefiffo , in un punto ftejfo ruinaua .
Et
DI G O R G Ó f E R V S A. 4p
Et fhtta quefta ruìna cor/jparncro cento torchi , c^fi
uidtro t CaualUrifior dell' inca'fito > i quali effendofi
-per disfhrc ti Cajlcllo, prcjìamcntcCy' con tal gratta,
che la cofanon par uè mente t limultHaria, fi rtduffe-
rofopra un piccioljaffo elcuato, che a pena licapiua.
Et come la cofa in [e hebbe dell' in ufitato.c^ delnuo-
uo, & fi in effetto fìapenda.cofila uanctà de i colori,
cr /<? ricchez,z,a dc'drappt ch'erano dirafo, di ucllu-
roridi tele d'oro , & d'argento , cr di broccato confi^
gli ami :(:^ fiori, q^ intagli in uariegutfe,^ con [òtto-
coperte ben corriJpondenthQr la uarterà delle r/rjprc'
fé d'amore^et d honore, ^ delle penne altiffime pofle
per cimieri.con che i CaudUeri erano adornali fi uà
ga,^' bella oltra mi fura . pcraoche erano quiui tutti
raccolti in un drapelloic^ ciafcuno mofiraua la pom-
pa dellafuaperfina.'S'psrche tutti d'accordo hauea
no mtti concerti mollo diuerfì/rinfcirono cofibene.che
nons'haurebbe potuto tmagtnarc punto di uant ag-
gio. Hora sìandoi Caualieri di ifucfto m'odo dtfincan
tati, quello che era incoronato ddla ghirlanda andò
inanT^ con la comitìua di tutti gli altri: ò" fi^ accom-
pagnato da trombe, CT da tamburi con un rimbom^
bograndijftmo, cfr [alito che hebbero i gradi coperti
del fa co dcfiro,fii data la ghirlanda alla Sig.Lucre
tia Gonzaga , fiata e' hebbero riucrenz.a al Duca di
Aiantoa,a A4 adama Lucretia, al Cardinale j ^ ai
S.Do Fracefco da £fie:percioche la Duche(fa,et AAa
dama Leonora per ejfcr rndijpofte no poterò ircuarui
fi, ICaualteri fatto quefìo , accompagnarono le dame
D in
50 IL CASTELLO
infulafijla^ oue fonando iptjfari comincìorono apàf
feggiare : dipoi feguirono altre danz,e infino all'hora
della cena, la qualfii , & dt graffo , & di magro fon^
tuofilfima. Ma perche il Principe di Fiorenz.a douea
ijfer la Domemcafeguente tn Ferrara , i Caualieri
di quella città fi riflr in fero infteme : c^ conclufero ,
che fé ben egli non era giunto a t empo , c^ che già fi
fife fatto qvtefta fifla,la quale haueano apparecchia
ta con ior commodo , che rio dimeno fi doueffc honorar
lo con una nuoua fòggia di torneo , che fé fijfe pcfiihi-
iefife dtuerfada cjue fi' altra ^ma però dipendente
daeffa . Et neramente ^che mirabile fii la preftc'^z.a
con che concertarono quanto fi uedrà per le cofe in fi a
fcrttte : per Cloche quantunque Nnuentione da je fijfe
uagajC^graue,c^ degna dt tanto Principe, tn gratta
del quale s'era trouata, con tutto ciò il nfoiuerfi cofì
toflo y & ti uenire cofi con ordine , ^ cofifubit amen-
te ali* cffccutione y accrebbe marauiglta a maraui-
glia , et nefice riufcire mofpettacolo , che pochi al-
tri fecondo ti mio giudi ciò far anno per appareggiar-
lo . Dunque effendo i due Duchi tra dame,^ Signo-
ri in un palco eminente tn capo della fiala tn cui dopo
cenaficomtnciaua a danz^are, comparue uri Arai'
dolche chiesi a l'udient.aper ti Conte Nicolo E fi enfi
T afone Maggior domo fi appreffentò al Duca di Fer
rara con dirli che alcuni Caualieri ilfupplicauano a
uoler lafciare^che fipublicaffe un cartello: et hauuta
ch'egli nhebbe la Itcentia, ejfo cartello jii letto .
£t è qutfio »
EJfen-
DI CORGOFERVSA. JI
Effendofìnoi mojfi con firma intentiene di com^
battere cantra t definfirt delCajlello dt Gorgofirufa,
^ porre a fine tanta ucntur a, hauemo intero per ca^
mtnOy che tre cavalieri accelerati da trna maga fon
giunti poco fu.Cj' ti' hanno haptuto r/2onore,(jr perche
infieme eie fiato rcfirtOyChe dtjferojcheciò loro fucce^
derebbe, perche hifcgnaua in tate tmprefa effcr non
fola ualorofo^ma itpiii leale ctogn^uno aliafua dama:
fiamo qua per proiiar^ o a pie o a cauaìlo , con ogni
forte darme a loro^^ a chiunque uorrà dire in con-
trario ^ chèfc noi giungeuamo prima dt effi haurejfi^
mo riportata lapalma,per ejfer noi in amar le dame
noHrepitifideit , & piucoUanti di toro ^ & dt tutti
gli altri Caualieri àA mondo . tenendo noi per firmo
che quei trefiano riluciti non per ualore, ne per leal-
tà ^ ma per qualche affutia magica* fi come crede-
mo ancora , che quei, che Hauanc la dentro incan-
tati non habhtano fhtto il debito loro, e per propria
colpa , 0 per fialide della Fata . Et perche ìtoifiamo
giunti al monte dt Feroniaj otte era ti Camello , cifìa
mo firmati in tal luogo , oue fi aremo per tanto tempo
quanto bafteràai Caualieri che fino ufciti dell'in-
canto per poter uentre a ritrouarci . l^ Araldo, lato
chefitilcartelloydiènellatroml^a^C'fipartt, dr ti
JfaHofeguàtò in fino a dt chiaro ,
Da LI
IL MONTE
DI F E R O N I A.
R R I V A T o il Trincipe dì Fiorenz.4 >
or fopragmnta la domenica intima-
ta , i catidlieri f irono all' ordine dt tut-
'tl^S^iSi f^p^^^o peruenirea gli abbatt:msmi
^' "'^ ^rome[fi peni cartello publicato la fera
della jvHapajfata, & cjfendo ejfiin procinto per mo-
do , che già fi commciaua a empire ti teatro di
perfine , con un concorfi di tanti firejlieri nobili
do era una maramglta y ti tempo fi conturbò non
fenT^a cjualche poco dt pioggia . la eguale crebbe la
fera, c^uietò che non fi potejje far altro . (^ fcgmto
di male tn peggio per quattro giorni continui , ^
perche poi d Principe andò a ZJenetia , fi tardò in
fino alfiio ritorno , fi che non fi potè e^atuareqnan
to s'era prepara o fé non nella gtobbia della dome-
nica fegnente : che fit fegnalata della bellijjlmafi'
Uà i che fiuedrà . // luogo jìaua di quejìa maniera.
In capo del Teatro, ti quale s'è defcrtttodifipra»
era quel Adonte di Feronia , fepra che il Cafiello fu
fiondato . r^:a perche a!l*hora fcnmta fola-ncnte per
frr
DI F E R O N I , A. $^
jhrprosfcttnut : accioche le torri d'^ inz.i fijfero in
fil piano y et quelle di dietro più ali erta non appa-
riua^che la cojìa d'nnfafo.ei il re fio di dietro rileu^
uà pochìjjlr/io.hora che lo Jj^ett acolo dotte a ejpreprin
Cipalmente duella montagna , c^ non d^ altro , e^a fi
rìdutta in modo , che dinanz,i erano tre Collins fian^
cheggiate da due bofcht d'alberi alttjjimi^che decli-
na nana in due mt^i angoli , r^ nella facciata dinari
7^ ueniuano a fòrmarfi quattro grotte e barano al
piano . dietro le colme forj^eua un monte y che cre^
fcendo più alto fi fkceua alpeftre . dalla banda de-
lira pendea un dirupo [otto cui era una ma , che pa -
rea cauata con lo [carpello giù a terra per. ung irò
che haiica tre riuolgimenti , che finiuano nel bofco .
fopra ti dirupo era finta una coglierà parte nuda con
jajji acuti, parte usfiita d'alberi [e luatici,& tanto
montaua che ueniua, a fioper chiare la più alta merla,
tura del palaz.z.o.et dallafommitàfi uedeano trema*
lare diuerfi uir^ulti che mofiirauano dejfer fipra
un a pianura . dallato ftnillro il monte fòrmaua una,
picciola ualle ,percioche dalme^ alNfremità cala
uà afaibene , q- quella fammità era tant'alta &
cofi piena di grandi ò" diritti alberi chenon/ipoteà
fcorgerei tetti uicini . T^ello fghcmbo della ualle
era un prato che dal mcz.o indietro era circonda*
to da mirtclle , melar anzj , & cedri . & firmaua-
no qua fi una luna mofìrando ti con e ano uerfo il ti a,
tro^c-rdaduefajfipollialL corna loro ufcitmno due
fonti, che mano con tacito mormorio irrigando per
D 3 o'c'lifi
54 I L M O N T E
cblt(^m riui queltapiariHrafktta uerde da tutte quel-
f herbe y che (ì poterò hauere , non orarne la flagionc
affai più fredda del confiteto. diedro a queHo hofchet
t9 forgeua ti monte tanto alto » che togUeua la ut si a
della fommtà della chiefa maggiore che è in pia"^
za,&in Cima hauea una rocca , che mofrraua tre
torricelk imitaììdo co fi bene quelle y che fi ueggono
ne i luoghi ueri firmili a ejMcflo fimo , che fkceua una
mofira hetliljìma .percìoche le merlature erano in al
cune parti nocz^oguafte , (y tederà giuafèrpendo hm
go la [carpa delle mura . & la torrtcella di mel^ era
con uguale tntcruallo tra le due più bajfe , ^ dalcan
todefirontt?dea un ponticello quali fono quei che s'ai
ZAno y & ahhajjano . ^ perquesfo fi paffaua dalla
rocca a un precipitio > che montaua altijfimo , ^ fo-
fientaua una torre mcTjQ ruinata . tra quefloprecipi
tio y Qj' la cofìitra ad latofiniHro era finto un torren
tefeccùconfajfind IcttOyC^ dalle bande y ^ un gran
•pontefiataridditre archi Cattrauerjaua.daWun ca
fOy& dall* altro pauano dite maffe ingegnate con uè-
tri diuer fremente ccioriti , che rapprejentauand due
[cogli acuti di pietre mefchie lucideju la riuafìntflra
del torrente era alquato di piano donde fi f alma per
un angufto calle ucrfo la torre rumata*, or dalmtdefi
tnopianofiucniua difce?fdendoperuna lunga, et lar
ga, c^piaceuolepraday chefilafciaua la ualky ^ il
prato dì dietro, c^fitorceua uerfo il fìniflro fianco,et
[oauemente [i piegaua a terra . ^lla bocca di quejìa
ftrada matfira uedeajt un portone di marmi roT^i ,
&
DI FERONIA. 5^
C^ dall' un Uto,(y' l'altro dt ejfo compartuano due Ida
h rapprcftntanti due * Diane cacciatna indorate. (^
incontra la porta indentro Haua alquanto eleuatofo
fra una hafe un Tjìo Fan pur indorato, fu lafomn^i-
tà delle tre colline forgeuano ire lunghe ^g^glie con
tesledtbo'^e di uetro piene d'acque dei colori del
Duca, et due tutte piene di bucchi erano di dietro al'
la rocca L ugo la fìrada maejìra dall'una banda, et
da!l*altra,tra humilt uerdure erano alternatamente
ninfe , (^' fatiri con gli h abiti , r^ i colori che'imtta-
uano iluiuo , (^y" fi mi Ime nt e fé ne tudeano qua, ^ la
per l'altiffima cofttera che fncea jponda al torrente - ,
^ in capo della flrada oue era ti piano flaua un tem
pio foHentato da otto colonne, con una cuppola tutta
piena dt bucchi , ^ di boT^e . nel centro ìlauafopra
un quadro unajìatua fèmintle indorata , & lifctata
per modo y che il riuerbero d'oro nf.ettea molto da
lunge, or tra la flrada, & le tre agugUe uedeanfipa
fiondi rtlteuo chefonauano la Zampogna mentre le
pecorelle giuano pafcolando uerfo i due ritti del pra^
to , (jr alcune di effe per fòrz^a di certi ordegni erano
mojfe , sfatte b aizzare . (imilmente fagli alberi ap
partuano in uarij luoghi capriuolt,Qr cerui , ^ aU
Cime perfone appiatate in diuerfè parti fi to ti monte
alleiiolte urlauano,m'.tiiuano ,:^ annitrvAano:zt imi
tauanoil canto del rofignuob, dclcaponefo, et d\iL
tri fimth uccelli . T>inanz.i allz tre colline erano t-''fi
tre padiglioni a lifìe uerdiyCt bianchi t Htti tempeffati
à*oro , in cima a i quali erano tre palle d'oro brunito
. D ^ che
5d> IL MONTE
■ chereggeanotre pÀcciolc bandiere . Dmant.t apadi
gliom conginflo compartimento slauano otto baficloe
ueninano a ìafciar C adno Ubero aW entrar nelle por-
te de i padiglioni CT ì^^Hs quattro bocche delle grot^
'te.& ctafcunahaueadinanzj. un uolto di Medufa.
quafi firmato con tutta la tefia . & era ornata di bel
liffime cornici tutta inargentata d argento che parca
di majfa.fopra a queHe b a fi erano otto Palladi gran
Ai come gigant effe , inargentate , (^r hfctate dimo-
io che'ne rifultana ungrandijfimo r^fl^ffo . con la de
slra teneano l'Ioafra , cr haueano la palma della
, fmiFtra alla punta d uno feudo lungo alla Cjreca. Et
in queVti otto feudi erano btto caualten di più che me
zortlieuo armati in nane jvggie , perciochcy cornei
fadiglionifCofiquefteflatuc erano fiori della natura
del monte, ^ritre Mantenitori haueano fatto eri-
gere quefle Palladiyacctoche ogni uenturiero potejfe
combattere di quel modo che più gli piacejfe, toccan-
do quello feudo con tarme , del quale egli dimandaf-
fé y attaglia . ^ oltre che ciòferuiua molto a propoft"
toper rilpetto del cartello chaueafhtto offerta di com
battere con ogni forte darme^ dauapoi una uifta tan
io marauigliofa , che eccitaua la memoria de i tempi
heroici . Hauea ti primo fendo cominciandofi dal la
to destro uno armato da gicjlracon una lancia fo*
pralacofia y ilficondo uno da huomo d arme con
la lancia per correre a campo aperto, il ter^o uno
da huomo d arme a cauallo con lo fiocco nudo inma^
m y il quarto u'a altri) a canallo armato all'zy^ìba-
nefe*
D I F E R O N I A . 57
V ne fé . ilcfuìnto un da huomo cCarme a pie con tazz/t
in mano . tifejìo uno da huomo d'arme a pie con la
lancia in mano . ilfettinjo uno dafzntapie con la pi-
ca . l'ottauo ct* ultimo uno armato all' Alemana con
lo fpiedo . Stando ti luogo di qucfta maniera allapa-
rir del giorno cowparuero con dodici trombetti fci fi-
gnori del campo , ch'erano il Conte Girolamo Adonte
cuccali j // Conte Camillo Montecuccoli , // Caualiere
Bernieroy ti Conte Pirro Ruggieri , ilS, I^Aarc' ^n
ionio Giliuolt , (7 tlfignor Gtouan 'BattiTta Trotto.
^ fecero dar nelle trombe per lo fioccato , CT* [opra la
fommità del monte , gt ancora che i nuuoh andaffe-
ro conturbando ti tempo nonfen'^ gran pericolo di
pioggia , nondimeno non ft ti mc^ di , che il teatro
era tutto pieno . CT il cielo interamente fi rafferenò
^ cefsò iluento che prima hauea fcmprc fiiriofamcn
tejhtrato nelfopragtungere della notte . nelqualtcm
pos'accefsrot torchi del Teatro ch'erano in grandif
firn a copia . & di ejfi alternatamente uno ardeua &
l'altro nò : ac cloche uenendo il bifogno s'haueffe potU'
to in un fubito riaccendere quelli che erano interi
Cr produrre la fijìa quanto fi uolcjfe . Sopra il bo-
fico del fianco deliro jiauano cento fitcelle con mate^
ria (agenti preparate per rinfrefiarle a fin che con-
tinaajjero fempre . altrettante ri erano fiopra laco-
filerà , ma però più uerfiilr&rtodel palaz.2io : per-^
che quefli che fir untano meramente per lumi non tO"
gli(J[ero ti uerifimile alla montagna jìandoui per
dentro, cento altre fkcelle erano dal fianco finiUro
elsuate
58 I L M O N T E
eleuatefùori di queijpejjl alberi che oc e up aitano il dot
fi di quella banda . La cuppola del tempio , ; due fio
glii & le tre aguglie s'illnminorono per modo , che
quei uetri imitauano il refl^jfo de tfajfi lucidi coloriti
in dinerfeguife . *Da i bue e hi delle due aguglie ch^e-
rano di dietro alla rocca ufictuano linguette di fitoco
tal che pareanofommita di montagne che naturai-,
mente ardejfero . Similmente due cime del precipi-
tio ini uicino mandauano figari fìtoco artificiato. (j; la
torre ruinata che ini era di dietro par e a che tutta ar
dejfe per rijp dito delle trombe di fioco accommodate
aìlefineftrelle ^ alle fijfitre : donde ufictuano fiam-
me continue . ma cfuello che ueramtme rapprefenta-
uà un Mongibello , era che di dietro al montefipra
alcuni palchi eminenttffim pendenti uerfio lapiazj^a
(jr accor/smodati ingufia chepareano un nuuolone,
fiiceano un marauiglwfi incendio tre ghirlande , che
Jpingeuano infiniti groppi diraz.ifii ai cielo, i quali
dopo alcuni fi oppi '^ fi difcicgUeuano c^ fkcendo ua^
rij rikolgimemiper arì.t , (^ rendendo dtfie uane mo
flre,fiandauano a dtjperdere quando a un tc?yipo me
defilmo , quand.o lun dopo C altro con q'Aaiche inter*
uallo , hora tirando tutti aduna wa , (jr h^ra piglia
do camini diuerfi^- qua fi contrarij . Erano le cefi
in quesio termine quando fluide nficrre d'una grotta
ch'era fitto il precipitio molti pallori uesìitidi H^ani
habiti (jr molto uaghi , i quali fiaìendo entrorono nel
tempio : (^ diedero in un grandiffiimo fiuono di diuerfi
inriromerìttflrepttofi , &tra tanto un drappello dì
mnfi
DI PERONIA. 59
vinfi leggiadrijfimamente uefìtte yinfulprato aptc
di (jnel finiflro [affo , che faceua un fónte , oue era-
no alcuni br'ocht,^ marmi rozjj.che ^arenano ejfer
fatti apofìaper fermre tnuece difedia, dopo hauer
menate in giro tre carole , ftpofe a federe : ^ ce^an^
do la mufica deltcmpto cominciò a cantare tt arie [or
ti di canz^oni con arie diuerfe . Jn qpiefia com^ ar ne-
ro dalla fommità della montagna [ei trombetti be-
niffimo concertati , & s*udi all'impronifò un acuttfft-
mofuono che fece rimbombare lefpelonche et ilThea
tro . (^ dietro lormarchiauano a picciolpaffo il fi-
gnor Luigi Gonl^a^ayil Conte Hippoltto Turcoy^ il
Caualier Trotti , ch^erano i tre Mantenitori foper
hamente ueftiti di bianco c-r uerde con graffi ricami
d^oro c^ con belli jfimi pennacchi , c^ calando giù per
laflradamaejiragmntiinfitla pianura montorono
fui loro corfieri guarniti di ricchi'fime foprautflein
concerto , (jrpajfeggiato ti campo pur een gli iterati
fuoni delle trombe fi pofero a i padiglioni mandando
i caualli dentro alle grotte im tue in e . Foco dipoi per
la porta delT eatro ecco entrar la Lealtà in cofigrx _
uè Cy leggiadra uifia che recò riiter snT^a (jr diletta-
tione infinita a gli animi di tutti t riguardanti Ella
tutta uefltta di tabi d^ argento con un uelofottiltffimo
che la copriua dal capo mfino à ipie era [opra un car
rettino tutto inargentato fatto tnguifa del manico
dunagranfirfice . (^' uenti termini ilcìrcondauano
foilenendo una cornice ,• & neluacuo do era fra l'uno
tir mim & C altro pendmano f Uomini dt fiori dUar
gcnt9
6o I L M O N T E
gerito d" Mfita bianca , attorno fopr a la corrile e ue^
deanfi uentifànciullini ignudi che aliando le mani
fepra il lor capo foftentauano ifegni della fide , la me
tà delle quali erano due mani conqymte tnfieme mejfe
in un fiftonz.ino d'argento, c^ l'altra metà era una
mano aperta & diftefa , & quefìe erano pojìe alter-
natamente i' una fra me7^ l altra . Ttrauano il car-
rettino duce donz^dlc milite di tela d^ argento con
mantelUtti riccamente fregiati , Cr quattro» due per
handaytranoà i fianchi ac II a Lealtà ueftite ditela
d'oro con rnantelUtti in concerto , &portauano quat
trofi.endardi ah' antica i in cima a i quali era una
mano in atto ài fide . Dmanz^i caminauano diecefa-
cerdoti in habtto ufiato al tempo de* Gentili , ueflìti di
tab] a argento co'' colletti e haueano d'intorno Ivghe
frangie d^argento>& incapoportauano il Flaìnrae
inargentato con ueli aggroppati alla fronte che riufci
uano dietro le jp alle cr andaLtano giù infino a terra,
dietro il carrettino ueniuano fiopra corficn ornati di
bellijfime fioprauefle in concerto il Duca , // T^rincipe
di Fiorenza , // S, 'Tirro Gonz,aga, ^ il Sig. Vicen^o
Uitelli uè fitti d.i bianco con oro m copia grandiffima,
^fopra il tutto con pennacchi tanto eleuati a uaghi:
che con tanti uarij ordini forgeuano in alto , che rrn-
deuano una moftra bellijfima ó" afi^aipiu dell'ordina
rio , c^ nell' entrar ch\ffiificero , ifacerdoti comincio
reno a cantare a uoci piene in lode della Lealtà qne -
ftiuerfi.
T 14 di GioHC minifira & figlia fei
Ter
DI FERONIA. 6^
Terfttr che fermn fide
Icielt CfTgli clementi :
E afficttrar le genti
Si che con firmo cor mouano il piede .
O delmondo legame y a l^acqtte a t uenti
Tra ifidminttra Harmepm pojfentt
Forte, fé in te fi crede,
O intera mercede
Che ripon tra gli Dei
I degni : o sfirzia , o cieco infimo a i rei ,
Etpaffeggiato c^hehbero ti campo [iuoltorono alla ha.
da dejira deUeatro uerfo il mezjo ouefiauano il Car^
dinaie , Madama Lucretia , ti S, Don Francefco
da Efte , c^ tlSig. Federico Gonz^aga , c^fentendofi
unjtlentio uniuerfaleja Lealtà parlò in talguifa •
*Dapoi ch'èjparfo Chonorato fuono
Di quei tre caualier , chefìan su tali
Terprouar ad ognun , ch'^a le lor donne
Più firmi che colonne
San più d' ognun leali ,• '
i che la Le aita mede fm a fono
HofcieltoqueUt mtetprimifeguaci ,
Quejli mtet quattro protettorne l'opre
In che l' amor fi fcopr e
Veramente ueract .
Degni dt quella imprefa cfr di quel don9
C*ho dato lor y cui ne le quattro parti
'Delmondopar alcun hor non fi Hcds
Ne l'amorofafide .
et IL MONTE
Ofie hangtirigegni ^ l'arti .
Et gli ho qm : perche quel di eh'* io ragione
Et ch^effì amando han fatto chiaro femprt
Trotiin con [aldi corconfirri ignudi
A colpi horrendt & crudi
De tarme a tutte tempre .
Dopo quefte parole ti carrettino uoltò uerfo il mon
te, [opra dquale andòja Lealtà dtfcefa che ne fi , &
fti an dorano fimilment e ifacerdoti ^ le donzelle, c^"
fi pò fero tra lafirada maefira & le aguglte in luogo
capace di quante 'Deità 0- di quante altre perfine ut
itoueanogtre : le quali reflauano a rimirare ifucceffi
dei conflitti . ì quattro Caualieri Cun dopo l^ altro fé-
cero il debito cantra i Af antenitori con tanta firz^a
^ con tale attitudine che tutti i riguardanti erano
tutti intenti con gli occhi y& con lo ^iritoaimoui-
tnenti & a i colpi loro, effendofi tocchi tante uolte qua
te era il numero prefijfo, difcefì da cauolloy ilSig.
Tirro Go^aga^et il SigVicen'j^ Vitelli andarono a un
luodo del T eatro proffimo al monte ornato molto ma
gmficamente con le ombrelle fipr a lefedie , er quiui
fedettero, oue di mano in mano gli altri uenturierigi
rorono a porfi . Il Duca , er il Principe mutarono le
ucfie, t pennacchi , & i caualli , &prefo il color bian
co ^ uerde refìorono dalla banda de* Aiantenitori :
vel concerto de quali fi mifero per hauer a fhr alle uol
te l'ufficio loro ,fi come fecero con intera fatisfktticnc
di tutti U spettatori , Tra tanto i trombetti ch'erano
énful monte fi fecero fintirc , per rijpmo de nuoui ca-
naltert
DI F E R O N I A. &^
calieri che arriuauano^ ch'erano il Sìg- Cornelio
Bemiuoglto , // Sig. Guido '^Btnuucglw , ti Come ^l
finfo Eflenfe Centrar ij, ti Conti O tramo da ThicnCs
^ licite Aluarotto tHtttacauallo con riake/cfra
uejìe bianche c^ con [ìmili piume tutte cariche d ar-
gento ^d'orOii cjuali accor^pagnap/ano [u^more
ch'era [opra un carro difitcco , & tlfr-oco compartito
di ejueflo modo . H carro era cjuadro , (^ attorno ha-
uè a t ballauflri dorati i in cima a' cjuah erano palle
che gittauano fiammelle . la bafe era nelm(z.o & ha
uea cinque gradi ,gii angoli (^ t mez.t de quali fiìften
tauano dtuerfe facelle , che grandi erano al bajfo &
s'ajfottighauano quanto pui andauano in alto* Qu^s
fit erano fiochi chiari Cy' belli compofii cofifkttamen
te,chetndtfuaporauano odori fuauifflmi . In cima
uiHaual Amore tirato da quattro deflrieri leardi
che haueano le copertine di tela o^ argento cariche d'o
ro . Da circa cinquanta perfonaggi tn habiti Roma-
ni , Greci , (jr Barbari gtuano a pie legati 3 & carni
nauano inanz.i al carro tutti ueftiti di ricchiffimi
drappi all'antica , Et mentre fi gir aua il campo fi
fentiua ufcire del tempio l*alta armonia chefkceano
ipaflori ò" hora ejfi, hora le ninfificero potfcmpre la
mufiea in quel tempo che i concerti fiiceano la mofira
loro per lo sleccato ^ la uariorono con uociy et con in
ftromentidiuerfiper renderla più dilet tettole : fi come
par ime te ifitochi delle girandole, ancor a che cotinui,
firono fimpre uarij^et mai non recorono fiitietà.i* A-
more tioltatofi alla banda ds 1 Principi , ^ delle Da
mi
^4 1 L M O N T E
WS per uolermojirare che U Lealtà non poteuadtffi
nire cjualtfofferopiufideli in mare , [e non col me'Xo
della fuafòrT^a , & che egli per ciò douea ejfer giudice
competente , dijfe ^uefte parole .
Terche la Lealtà da l^amornafce
eh' e il cibo che la pafcc ,
Et tanto ella rinfir"^ dr/ìmantiene,
Quanto egli crefce & dura :
Cupido , qualfon io , che per le uene
Entrandola natura
^e l'alme raffigura ,
E in quello flato che più uuol più itene y
Si de prender la cura
Di terminar chi bene
Serui la-fède inuiolata & pura .
Dunque meritamente
Conduco quefii caualieri eletti ,
Che in quejìa parte [on tanto perfètti
Che tra tutta la olente
^ i tutto l'uniuerfi
Son primi in ogni usrfo :
Come Islro , & Nilo , & Gange / Iberofente . .
Etpercioche foche nobil fico c^ quanto
Si gentil cori accenda ,
Aiifido che portar debbano iluanto
S'auien che contri chi il contrario dic9
Il braccio lorfi fìcnda .
Hor colfegno felice
Chaueteper tnfegna
' ^ confirmar
DI FERONIA. ^5
A confìrmnr con protra di uoi degna
Quel che in parole t mosìro ,
Ite fecondo il confiteto uofiro .
Fimto c'*hebbe di dir quefìoy (^ ìnfìeme co iftoipri
giani andatofl a mettere al luogo deputato , t cinque
Caualienfimojfero l'un dopo l^ altro conftere'^ay ^
• l^^gi^dria alla profè/fione , dr rtputatione loro cor-
[ njpondenti . & i Mantenitori non mancarono difk
' re altretanto . Ejfendofi sf edito queflo abbattimene
' to apparuero due tamburini a pie con due , chefona^
nano il flauto alt Akmana, uefìiti di drappo rojfa
tempeflato d'oro . c-r di dietro feamuanoun uecchfCt Ji'tuJv
chauea una fórma quadra , come d^un pilaflro dal '
, collo a t pie ; er ungtouene al pari di lui ch'era den^ i'-hU*Ài>
\ tro a una palla la qualegÌTftauapur dal collo tnfino
a ipie\: (^ cefi il quadro yCome la palla, era tutto indo ♦
rato . CT perche feguiua un gtouanato ueslitodirojfa -^^N/it^
quajiin h ah ito di Diana cacciatrice c'o ale alle brac
cia.et alle gambe [opra un cauallo Sauro alato y a di
dietro ilfeguiua una donna fcal^ fcaptgliata uefti^ ^^rU^ h\^ '
ta della figlia , che imbianca con un corno di douitia ~
tiOto,r^ riuerfo ,fiuenne a figurar e, che quel quadro ,
07' la palla fignificauano ti finito, c^ l'infinito, Cr che
quelgiouanato a cauallo era il Defiderio : ^ quella
donna la Vouerta dalla quale ejfo fuol nafcere. Il Con
te Girolamo Criuello , ti Conte Antonio da T^hiene,
^ il S. Federico Miroglio uefi iti font no fame te di rof
fi con oro, & con pennacchi fimiglumtt andando ^
pit Hentuano con quefia inuentione , & ti Defiderio»
E come
é6 I L M O N T E
€ome quegli che fecondo ti motofuo fa crefcere, & di"
minuir ì* amore , uo le ti do che a Im apparterà effe a co*
vofcere t Le alt yft jirmò a meT^ dello (leccato con U
fhccia Molta a quei Signori alla bandafoltta : come
Voi fecero tutti glt altrt ; é'fkuellò in talgmfa .
Chi uuol ueder il Defiderio , glt occhi
^ me uolga : che infume
Vedrà dì amore ilfeme .
jimor dal moto miofemprefi crea ;
Come uento da un fato
Che poggi in alto fiato .
Se ben prima parca
Chefèffe Iteue , eufemia lena flato*
^t come fi raccende
Da la mia ardente fhce ,
Cofi s' agghiaccia y & sfkce
Se g li man e a il mgor , che da me prende :
Et quindi uicn che teme
Tra rifa , & pianto y c^- ffeme ,
Ne può faper chi ferm fi de intera
Se non quanto togli infegnOf
Jogli agu'^o l'ingegno :
Etpoiperchenonpera
Giunto eh' e al fin uiuo , c^rfuegliatoiltegno ,
Si e h'to corro, cjr l'allaccio
Oliando fi fcioglie ti nodo y
Che pitt férmo che chiodo
Stringe due con in un medefimo laccio ♦
Et U uoglie fo freme
U
DI PERONI A. 6j
Fo fé dolor le preme .
Et conofcendo quali^^ quanto t dr come
Siano da mefoff)mti ,
So che cjtieflt miei cinti
1)1 uero honor le chiome ,
Tartan di itera figli animi auinti.
Et fo che ti far ^n certo ,
Senz,a che perch'io il dica ,
JMe pigli la fktica,
A chi non e de colpi lor esperto .
Etfirz,afia chetreme
A queHefDrz.e eslreme ,
Dipoi i tre Cavalieri mojirato c^hehhero che inef-
jÈtto la fDrl(a loro era tremenda fìritiroronofotto l'o
hrella ouegii altricaualierifedeano . Venere che rap
prefentaua la belUl^afìado con due Amorini allegi
nochiafopra un gran Conchde dorato difiiori,& in -
argentato didentro portato da due caualli marini
conduci ilStg, Al fon fino Trotti ch'era a cauallo con
fopraue^e uerdi, c-r gialle con lauoribelltjfimi et oro ^
et co penne in confirmità.et per ejfer la bellezjzji l*og
gato , che fa mouere ìldefiderio uenne a prouarela
fua ragione in tal modo .
Et doue rimango io ?
*Doue riman la Dea de la belle'(z.a ,
Che precede al de/io ,
l^oi eh' è mojfo da quel fol che s* appresa ?
Et s^eifìjiende t^ allenta
Secondo che C oggetto
E z O meno
<?8 ILMONTE
Omenofms'auenta,
Quando più uago o mmfi rapprefefjta
D m anz.i a C intelletto :
Ter che a l'imperio mio non e [oggetto ì
Se uerfo megli amami
Dri^an de ilor defir l'acute piume ,
Et mtflanfempre auanti
J non [apro di cui qualfia il cojìume i
Qjiaifian ne t amor pronti
"Ben io giudicar deggio :
Che gli ho prouati , & conti,
E ogn'un colqual ti mio guerrier s'affronti
Tfiràfentendo ti paggio.
Che il meglio in ciò di tutti gli altri i ueggio . ^
Detto quefto affrontando fi un mantenitore contra
ejuejìo guerriero , che non men che bella dtfpcfnione
nell'arme^ moftrò hrauura grandifflma , fi fece, ^fì
fin) il conflitto : c^ fi diede luogo al Signor Annibale
Bentiuoglto, CjT al Conte Guido Calcagniniyche en^
trorono a pie con ricchi drappi , (jr cimieri bianchi
» , C^ gialli ornati d'argento ^ doro ,• (^ haueano [eco
(^ e €rM A la Concordia che uefltta di tela d'argento con una fi
prauejtadi broccato d*oro hauea nella man defir a il
caduceio di Mercurio , ^ fìatua fu ildorfi di due
buoi fatti molto artificiofiamente, guidati da duegio •
tiant grandi belli ugualmente, uefitti ugualmente in
conformità di colei , che conduceuano , con ale d'oro
alle Jpalle, GT con fhcelle m mano : & mvfirauano
d'efferegli amori reciprochi. Et perche la co fa ama -
DI FERONIA. 6p
tacche ci par helUciaftrmge uer amente ad ama"^
la quando ci corrisponde in amore, la Concordia fo-
flaft nel luogo [olito cercò dt dimoflrar questo cofi
parlando .
Quefla e una coppia di guerrieri egregia
Che il duplicato amor di ^de fregia .
lo Ufo che la Concordia fono : & tale ,
Chefenza l'opra mia ,
A la beltà non uale
Che per altri allettar tenti ogni uia»
eh' ancor ch'ella da fé poffente fia ,
Al fin uano e tlfuoftrale
S'ognhor fiocca la corda ,
Et con chi tocco uien mai non s'accorda •
£t fi fife de Cim l'affato immenfo
Senz.a l'altrui confenfo ,
L'alma quantunque ingorda ,
Sempre al piacer farebbe , ^ cieca , & fior da*
Aia quefti uinti con la deftra regia
%^ enderan la ragion per eh* io mi pregia .
St cofii due concordi Caualieri andarono a render
in ejfato le ragioni date m parole dalla\Concordia ,
dr tnfieme refiro cofi buon conto di fesche fi cero ejfer
d' accordo ognuno a commendarli . Si uidero pò»
fida ti Signor Antonio Galeal^o Bentiuogìio , ^ il
Signor Hercole Giliuolo concertati di nero , & d'ar-
gemo in habito molto graue , uenendo a pie , hauere
in mezj) di loro un Atlante chauea fipragli homeri
unafiatua,che era unagtouan&tta tutta uefiita d'oro
70 I L M O N T B
€on le braccia & i pie in guifa d'un termine , ^ con
un capitello corinthio tn tefta, (^ pofauafopra una
bafe quadra .(^ unRe dafpeitohomdo ^ ignudo
delle braccia ^ delle gambe ueniua incatenato con
quattro perfine alate ^ che r appr e fent auano i quat-
tro uenti : ò' mojìr auano lui ejfer Eolo Re loro : ^
quefìa era la figmficatione della Cojiantia fecondo
che s^tntefe dipoi y quando L'Atlante per dinotare ,
chela Lealtà pm fi conofce nel [offerire t martiri,
che neltronare cornjpondenT^ m amore , fi lafctò tn
tendere di quesla maniera •
Quando fi troua amor corrifpondente
Che non diede gì amai loco a i dtfturbi ,
O quanto e ageuolcofa che s'inurbi
Inpenfler lieti y e ognhoruijìia la mente ?
Afaquandojìuainalta & che conturbi
Le uele e i remi un tempeslofi uerno,
Etfia con pdf e infirfe ognigouerno ,
Chi (farà faldo agli afprt flutti & turbi ì
Quefla mriu della Cojiantia , quefla
Che mojlra quei che ne l'amar fon fòrti ,
Ne ipafihan mai fior della traccia torti
E propria mia, da me nafcty in merefla :
Ond'io benpojfofkrgti amanti accorti.
Ch'in CIO quefltguerr ter fono i più firmi.
Come ne Tarme : (^ non uarran glifchermi
^chi comrejfi con ualorfi porti .
L''tin: (2?- Paltro de'Caualieri combattendo cora^-^
giof amente mojlro di non cedere punto ad alcuno,
&
D t F E R O N I A . 71
(^ ^efferfòrtcdr colante con gli e fati iflejfi. Stfuf-
fequent emente la Pattentia trtbnendofi à'ejfer pia « pm^^€tJl*^f'^
che Htrtìiper efftr qnella che conferua la felicita del"
i*ammoy la oue la uirtufolamente la genera^ ^ «fg"-
gendoychela CoHanz^a era da meno della uirtU per
ejfer principio di effa,uoleua precederli digra lunga ,
intendendo ella ajfai meglio i termini delle foffcren^
z^e^che occorrono nella Lealtà. CT perciò comparite
[opra un camelo,che e animale che non uuolfopporta
refe non il pefo douuto , ueflita in habito da Dea con
un horologio da contrapefì attaccato al braccio ftni^
flrOyCr con un ramo di ciprejfo nella manfini^ra>m(i
ftrando ella difojìentare ti tempo calamitofo: c^ mo-
girando di umccrlo per rifpetto d'un ramo di palma
chauea nella deflra,Colui che menaua il camelo era
tutto afco[ò nella bambagia adattata , & colorita irt
modo , che par e a una numla , er ufcma fiorì di effli
una fiaccola di fiioco , ejfendo cjaeTta fìanchs'^a di
core quella chejhjplendere la nofira felicità nelle te"
nebre al dispetto della ria fèrtuna . // Stg. Hercole
Brafauola yilSig, Camillo Montini ,& tlS. Ntco^
lo Pigna concertati honoratamente di turchino , ó*
rojfoconoro erano a pie feguaci. dicojìei. la quale
giunto il tempo ch'ella parla/e cominciò co fi •
Seguaci miei dtfdice effer coflante
In ogni cofay a tutti t r/iodt, (^ fiempre^
Senz.a mutar mai tempre •
Come foglio , che tante
?ercoJfe,^talruina
E 4 Sofenté
72 ILMONTE
Sojlenta intorno prta che fi dtjìempre •
Et malfa chi fi fiacca, o troppo inchina *
Qual ramo da le piante
CadiiCo.c^fral, che il uento atterri ofchiante .
Ma la CoflariTLa e propria e^uella donde
Difponfi il petto perchefirteuenga»
Ne par che le conuenga
L^ effetto che s' afe onde
Nel nome , che uirtute
Vuol che da lungo , & ben oprar fi tenga .
E^ afimigliar con pregio, é^ confalute ,
Non s*hafaffoi nefionde ,
jMa quel moto che firn le tranquille onde .
Et fimiglianTLa tal da mefimoHra
Ter lo patir , che con mifure honeHe
E dt mia mano : c^ uefìe
Di doppia gonna , e'inojlra
Quei che fpogliatifòno
Va forti , ^ da nature empie , c^ fùnere •
Maggior de la Vmu s'ode il mio [nono ,
Ter che in ofcura chtofira
Eo di me chiara , & fpatiofa moHra .
Son quella , che i magnanimi conduce ^
Che fi come afentir quel chefia indegno
Dt lor tengono a [degno,
Cofifempreglt induce
Jlgenerofo core
eAflar ne" e a fi sfortunati alfegno.
Si ch'ioficorger potrò qual fia il migliore
Ter
DI FERONIA. 7J
Ter conferuar la luce
Di quella fé eh' al cieco tempo luce ,
Voi cui noto e che fiamma foffitr debba
Et che battaglia un alma y
InanXi ^^ * ^^^ uoflrafia la palma ,
Elfi andorono inanz.i con buon ordine c^ con fpìri^
to ttiuaee , c-rdati chiarifs.fegni della lor uiriu 3 ufici
rono dello fieccato . nel quale fiuccefiero a cauallo con
fompa honoratiffima il S. Don'zAlfinfio da Efie , ^
ilConte Giulio Sjlenfie T affine c'haueano ricchtfil^
mefiprauefte morelle cariche dì oro , ^ fioperbi pen*
fiacchi allafiggia medefima , ^fimandauanòinan
7^ t Honore , chefiopra un barbaro era uè fitto di ere
me fino con l'ale d'oro , coronato di lauro condiuerfie
forti di corone nel braccio dejìro : come di oro, di quer
eia , di gramegna , d* edera , & d'altre fi-onde , che
anticamente er ano premij honorati^ c^ gltprecedca
no diuerfe honorate mrtu in tal gufa . La Fortezza
tieUita di drappo uerde , la Alagnanimità di turchi
no , la Magnificenza a incarnato , la Clcmentia di
bianco , la Liberalità di giallo , ì'y^ffabilità di ran^
ciò . tutte uefìite come da '^nfit con coturni dì oro in
gamba y incoronate di fiori di fet a , & tutte erano a
federe fopra achtnee coperte fino a terra di drappi
confirmt con i lor colori . dinanzi alla Fortezza gi-
uà una donzella apiè con uno stendardo all'antica,
in cima al quale era un ramo di palma: dinanzi alla
Afagnammità un altra co una te fi a di Leone pur in
€ima a unoflendardo. dtnàl^ alla Magnficcza un
altra
74 IL M O N t E
altra con un a figurina di 'Tailade nel modo medefl^
fno .dinanz^i alla Cìementia un'altra con una tefta
d Eie fante. din an'^ alla Liberalità un altra con un
uafo ali* antica da daraccjua alle mani chependeua
alquanto . dinanTj all' ^/4ff abilità un altra con una
uite auiticchiata a un*arbofcello. c^ tntts quefte don
zelle erano benfuccinte con uejle de i colon delle pa^
trone loro . l'Honore intento ad effer ti primo nella
uitafiltce credme ejfere ajfaida più ch£ la Patien-
tia nel debito che appartiene a gli amanti , d" il tioL
fé dimoftrare quando acquetate le muftche alz^ò la uà
ce ejprimendo cofilafua int emione ,
Se il patir da l'honejìofi mifura ,
Et dalgiudicio altrui quel che conuiene
S'intende : & non dal proprio fol fallace ;
Come[enz.a l*honor , eh* io fon , s'ha jpens
D'haner del ben oprar giufla mifura ì
Chifuoi coni enti feco gode dr tace
E m affanni h uiuace ,
Si che mantien la fède
A donna , che crudele ma faggia uede ;
Et con atti gentili
Cerca del lungo amor degna mercede ;
Dafejgombrando ipenficrfifcht c-r tuli ,
Erge gli fp irti a l'alta mtaprefenzjt ,
Et chi da lunge mira ,
Non ne fi ara mai fenica ,
V erch\lla a fé le acute uifle tira.
Et ben che alcun del tttol mio fiferui
Che
DI FERONIA. 75
Che l'habbia iridegnamente , (^ ne fa efdufo
Colui che il mena, : tffendofpeffo il no
Pojìo in alto , eil mtg Iwr calcato mgiufi ,
1)1 tempi & luoghi crprenctptprotenii
Dijittoejfer diremo, ò' non già mio •
Non-fk mal ufo ch'io
Da me non fi a dt fi ima ,
£t che chi preme ti regno mio m'opprima ,
Cof la spada (^ toro
Pur che ben l'uf, tlCaualierfubuma .
Et s'è lafua , non e la colpa loro ,
Et s'iofijft bel manto a un color bruno >
Potrei firr/far lajìampa
ey^jfat prima tn ciafcuno ,
Che fi cjuelpato che a'amor auampa ,
Per oche (jmndt efconfembian^e ?' imprefe
Si fì^ effe ^ uiue ^pronte crdt tal prz.a ,
Che non che ogni atto . ogmpenfier fifopre .
E' tifico ufctto che e fior della fiorz.a
D'intorno splende & lunge , d° ^ pale fé
Chi mente ^ lingua c5- man fi ben adoprc.
Che conuenga che Copre
Guidagli fiano a l'honoratofeggio ,
Etne' premi però mai non uaneggio .
Se agli amanti leali
Prtfofiuor uedendo il meglio e il peggio ,
l^e ad alcun altro fan fentenz^e tali ,
Che a me y che ai meni ilguiderdon dfff^enjt»
A noi > che amor ò' ^rm^
Tregian,
^6 I L M O N T E
Fregian , prouar conuienfi
Et cfnesto y & eh' e ragion ch'io di uoi m*arme .
Atiei moflratem a me ne la tendone •
Fateuiper thonore
Quellhonor che u impone
V Honor mede fimo . hor uia con pronto core .
Et bene che fi fecero honore , ^ tanto, che l honor
mede fimo non feppe de/ìderarne punto di vantaggio.
Tirò afe gli occhi d'ognuno "Bellorofonte che stana
armato fopra un altijfimo feggio tutto carico difigu-
re dentro ^ di fiori dt mezjD rdieuo dorate , che dina
tauano uarie imprefejktte egregiamente . ^ Ufiggio
era dalmez.o ingiù nelle nuuole cofi bene acconcio ,
che parea che tarla Hejfa le portaffe * percioche hor a
fflringeuano, ^horapiu tn fdort fi allargauano, et
fàceuano di fé fórme diuerfiffime» Il Vegafo eragrari
deecceffiuamente y<^ fatto con arte mirabili] firn a,
(^ moflraua d'effer quegli che tiraffe , ma dentro dal
le nuuole ui erano dijpofli tanti huomint , chefucea-
no mouere ogni cofa beniffimo . L'auriga era d Giù-
dicio y c^ era una figura accommodata conff>ecchi
(fr uetri coloriti alternatamente: &t t uetriper di den
tro erano allur/tati . Qutfla era la Krtu piupoffente
deir honore ^^ più Propria delle buone attioni degli
amanti , f^ la rapprefentaua quel ualorofo Caualie'
re che appariua la in alto . & haueua infua compa-
gnia il Caualier Gualengo , il Si(Tnor Aleffandro
Lombardmo , & il Signor Gajparo Monte, ch'era-
no a cauallo con digmjftmefòprauejìe , ^ piume ma
nlU
DI PERONI A. 77
relle cjr bianche fparfe largamente à^oro (^ ctargen
to i^ qu ant a fvffe maggior la pojfanza della f^triu
che quella dell*Honore tn tal modo fii fatto chiaro da
'3ellorofinte
Vofciach'iofpenfìla Chimera horrenda.
Si piacqui alla f^irtu , ch'ella fefleffa
Subito tras firmò nelmiofembiante ,
E* acciochepm l'Imperio ftio fi flenda
Sul carro tratto dal defìrier uolante
In pompa trionfai meco s'è meffa .
£' infieme uuolche l'uniuerfo tntenda :
Et cloiofegno ne renda :
Come l'honor fi firme
*]Da i fhtti egregi . ct* effo dietro l'orme
De le mie figlie tn quefio locogiua :
T croche ilfuo dal moto lor derma .
Trutta la fpoglta e fua , ma l'alma e mia ,
Che in fi macchia non ha : ne a cofia ria
A4ai fi ritroua mifìa .
Ne a me conuien laficufia
Cam* a lui , che per gir con gente trifta ,
De l'altrui colpe fé rimorde &ficufia .
Se non s'appoggia a me cade : (^ confida
Lafiua ragion rimane
Benché congeftì e accenti bei s'induca :
8'infierent occhi & grande afpetto luca ,
Fero lefidifien\a mefion uane .
E'apefiarlenonin epiugiufia lance
Dt quella ch'i nd cor , non mlk guance :
QucHi
7^ ILMONTE
Quefiimiei caualier tanto cthonore
Son quanto di uirtu . fi che colfirro
Jì4ojìrar fpirto potranno : ^ ch'io non erro •
Al fin di quesìefarole i Canaheri fi jp infero con-
tro co firri eleuati in alto ,• c^ h maneggtorono con ta
fa uirtu che ben dtmosìrorom ejfer ueri fegnaci di
lei . EJp edita chefit la pugna sudi una tromba acu-
tijfima ,& a un tempo medefimofi mde la Gloria
che la fon aita , ta eguale uesìtt a fuccint amente di tela
d'oro ^ con l'alt confirmi alla uefla erafipra un car
ro fatto infirma quafì rotonda c^ tutto carico di bel
lifflmitrofii tratto da quattro e auallty i quali erano
accomm odati in guifi che rapprejentauano quattro
Adonoceronti . ^fei uejiiti di turchino con oro le era
no a fianchi fonando i tamburi. Dodici Caualieri uè
fiiti di color dtuerfi, ma però con habitic^ pennacchi
tìjolto pompofhuemuano in anzi a pie a due a due* &
i due primi haueano duehafte ben lunghe tutte cari-
che dt fuoco . Quejìt erano il Signor Marc Antonio
Cato , ti Signor lacomo Badoaro, ti Conte Federico
Ji^onteuecchioy U Come Valla Stroz^*, il Conte Co-
fianzo Montecuccoli , il Conte Fabio Fontanella , /'/
Signor Alberto Bendidio , il Signor Lanfranco Già
nella 3 il Signor Scipione Silua t ti Signor Girolamo
Forni, il Signor Gio, Tomafo Sarracco, & ti Signor
Gherardo Saracino • La Gloria infiri che rauuiua^
uà la uirtlt , & che per ciò le douea effèr propofta , fi
come appar neper qudlo che fi da Utfigntficato tn tal
noce.
7{0H
DI F E R O N I A# 7P'
Noncofitoflola contefa occorfa.
Tra uirtute (^ honor mhan fht to chiara
di alati mejfa^gier ch'io mando intorno ,
Che ratta qua fon con mie gemi cor fa .
tylccioche frouin che da me s' impara
^i giunger tuna ^ t altra j&fhr adorno
*J)i ueri meni , ^ doni un bel trofèo .
Che cenando infume fan lungo foggtorno ,
Et quefti non caddeo ,
Et quella non rejìò nuda con (corno ,
JSlafce la Gloria, dt eh* io fon f imago .
Chiunque non e uago ,
JSÌe s'erge e abbaca al gir de piedi fuol.
Ad a férme piante tien ne gli aln gradi ,
Benché quefttfon radi ,
B da me fi te Ito crpofto in fi a gli heroi
Di lauro in uita cinti , e tn ctel dtfielle :
Ctn grido da iprimierfegni agli Eoi •
Et ben fi dir an quelle
Anime augurile , ^ che a ragion celebro y
Che in amar prima ^ poi
^rod.e'^e han mojìro al par delprifco Tebro .
Gloriofiguerrier sfaldi Colojfi
A ch'io mi reggo y fomentate ti pondo
Chelafcioa iuojìri dojfi ,
Fate contra color che ne rimbomba
A i colpii' aria e il mondo
'Per queHa imprefa alfuon delle mie trombe .
Et fonando fecondo ti [olito le trombe foslentorono
quejìi
§0 I L M O N T E
i^tieHi caualieri a tre a tre la carica che la gloria ha
uea data loro fi che fi conobbe apertaméte che erano
flati degni dell*eletttone ch'ella haueafiitta di eJfi,Co
minciauano in queHo mezjì a comparire c^uattordeci
perfine y fette de II equali erano fi alz^e ueftite ali* anti-
ca di colori melanconici , & con le tefle difioperte ^
bajfe infine ricchifflmamente ueftite fecondo l'ufo
antico di fette principali prouincie del mondo con cap
pelli , morioni y ^ corone d'oro , che moHrauano pre
giograndiffimo. Le fette prime erano alla banda fini
flra , & qaefte altre fette alla deftra : c^ tirauano
una ruota dorata eleuata in alto & foffoltafopra due
altre ruote , delle quali lafiniflra era nera^^ la de-
flra inargentata \ Sopra la ruota di mez^Oy portata
dalle altre due , era la Fortuna tutta ignuda y fi non
daluentre alle ginocchia > che temua una uelagon^
fia di tela d'argento, & haueua dietro il Signor Hip
polito Cortile , ti Signor Camillo Turco , il Capitano
Becchino , ilSig. Leonello Laue'^olo , il Signor Fui
uio Qwiftelli y Cr ti Capitano Flippolito Gianluca, che
la fe^uiuano a pie uè fi iti di color diuerfi infiggie mol
tofintuofiy cfrper cimieri haueano uarie imprefe che
riguardauano alla granfir'^ della Fortuna y laqua
le moftrò chefi la mrtU (gl'amore doueano crefiere
per accidente alcuno efteriorey non la Gloria , ma ejfa
ne era la potijfima cagione. La onde uoltatafi con Ite
ta faccia ai fignori & alle dame produjfe gli argo-
menti fuoi con quefle parole •
Che
DI PERONI A. Si
' Che U Virtù ch*e fola
Da fé non bafliy& colfoccorfo crefca
^ncidio credo , cr Raffermo .
Non che per gloria ella maggior riefia •
Che ti celebrar y che inuola
Jnomi al tempo , ò" cantra lai Jk fchermo,
ZJien dafcrtttoriy ond*efca
Eterna fuma : & che perciò /lan giunti
Con cor tranquillo , & férmo
A principe non men faggio che firte .
Etflrtnger qutflt punti
Jn unetàfotto un medefmo clima
E proprio de la forte .
Ofirtunati mille uolte , (^ mille
Q^ei chan ftagion nafcendo ,
Che non bramar d* e [fer più tardi oprimi •
/ che tra me comprendo
1 beni.es' mali eslernij^macra e opima :
Che tefori,c^ fumile
Al mi fero, crfoperbo Jlion diedi
£t tra tante altre an etile
La Rema del mondo oppreffa mi/t ;
IS^on pur fi che degli anni
Trionfila virtù, ma braccia , & piedi
Le preflopercheforga.
Et s'io nonfiffì non haurebbe uanni
Ver at^arfiy o che mei fi
Toflofartan, ch'ellaffiegaffe iluolo,
Cofifi chefifcorga
F L*am9r
2t I L M O N T E
V amor pu bello : & che fi tenga falda
Tra uert canti , ^ rtfi
Con la uentura mia leuando il duolo»
'Et ^ueFli chan fi caldo
De l*un,& l'altro ardente zelo tipetto ,
Et fenton gioia tale .
Jlita merce Aa i martir tanto diuif.
Che il ben de talto polo
Con l'muidia non può fremer i affetto»
Faranno ogni arma fiale ,
Chefia per mio di fior uolta a i lor nifi,
"Riufciti auenturo[amente , & con ualore della lor
huona fortuna meriteuole^ hehbero l^ adito di gir e al-
Vhonorato Jeggio de gli altri . ne a pena m giunfero
chefitiidero entrare in campo la Prudenza yla (fé-
tjerofìtày l' Elocjuentiay la Sanità, l'^micttia, l'jlb-
bondan^a , & la Vrofperitày che con belli ffimi uefti^
menti cofj firmi alle nature loro^et cófegni Hieroglifi
ci in mano yfi come ejfi fitrono portati dalle donzelle
delle Finniche erano con H Honor ertene ano la deftra
a una fedia regale . Sopra la quale compariua con
fplendore grandijfimo la Felicità incoronata» d^ uè-
fitta dt doppio panno d'oro con corone d'oro , & ar»
me , & libri dì intorno in fui piano . Tyietro le ueni-
uà uno Hercole, che con una catena dorata^ che egli
haueua alcollo.conduceuail Dragone cufiode de^o
mi d'oro : che era difmifuratagrande^z^a» & foften
taua fra le alaccie fette alberi di pomi dzyAdamo ,
chepareano tutti impreffi cCuna [lampa medefima .
Et
DI FERONIA. 8^
Et qutUa era la iwprefa del Signor H ercole Pio, é*
del Signor Enea Pto , che erano à canallo con habiti
f^lendentijjlnn tutti doroy ^ con cimieri common"
denti di concerto alla ueslai&difigmficato alla Fé*
licita y la qudporfe la fua ragione per fhr uedere al
mondo ^ che la Fortuna mrrebhe ufur'parfttl titolo ^
er ti regno della ^irtlt , (fr ejfer la perptttone dell'a-
more: ma che ti congiungimento delle anioni uirtuo -
fi j ò' de beni fortuiti e proprio fuo,^ che ueramentc
leali fono quegli amanti , che ella fa degni delfuo no-^
me» Il che fece noto con queH a fumila .
Se la Fortuna uà con tanto orgoglio
E tanto fopra la Viriu s'auanz.a ,
Adarauiglia non mi e : perche mi e noto
Che di natura e uana: &per ufan^a
Gonfia la uela , ^ non riguarda a fcoglio
In che finger lapuo fallace noto .
Afa s'apre gli occhifcorgerà eh' a uoto
Tenta di trappajfar ne l* altrui regno,
Dalfuo come lontan cofìdiuerfo .
Et uedrà cheperuerfo
Non e l' Imperio fuo quando e fol pregno
'De i ben che fon fuor de l'human a pojfa»
Et fé quefii con quei chefian ne l'alma
Si congiungono in fiato alto , ^ ficuro ,
Qualdal profondo torreggiarne muro ,
Feiicità,nQnpiu Fortuna è l'alma
XJita, ch*a grafia taltien durei'ojfa .
j^epar che fin Firtu chiamar fi pofa •
S4 I^ MONTI
lo perche d\jfafon l'in tendo, & ^^ggo, -A"
Che in un e^ue^e due firz^e arto , & p^Jf^i^t^ *
Dunque da me uenendo il meglio tutto
Sarò de Chuom t ultimo fine : ^ punto
Di quanto a lefopreme altel^s aggiunge .
jE' ancor ch'io bafii ^pur non far an lunge
Quei beati Campion , c'han prefo ajfunto
Dtprouar in battaglia ^ fi che afciutto
1)'hoHiLfang w: il terren non fa , che in tutto
Ogni amante è fide l con figno aperto
Quando d'hauer ti mìo bel nome e certo .
JfiiiciCaualieri riufciti con quella filictta che al^
ttmprefa,& alualor deffa f ricercaua^fiirono r ac-
colli fotta l'ombrella .Et in queViafi fenti un gran-
dtfs. Crepito chefice rimbombare tutto ti Teatro •
Era queflo ftreptto il romore chefiiceuano uentiquat
trofituciulli ucHitt d'ormefino incarnato con fotiilif
fimi ucli tt rattuifopra , che imitai^, ano la r^rnagio -
ne, cinti a trauerfo,& coronati di uerdure, cr dijìori
difeta con ciufoli, cembali, cr tamburini,^ con afe
ornate in uanegmfe dififtoncin i uerdi , (^ dt tremo
le,&t dipànicellula metà de quali tiraua un carriuo
lo chiujo dinanz,(,a aperto dt dietro fotttlijfimamen
telauorato con oro,(^ argento tramezzato tra diuer
fìcoloriyiy' diuerfe tcflicciuole dorate , Sopra il quale
fedea un uecchio c'hauea nella man deflra una copa
lunga doro : & era uè f ito di broccato d'oro, (^ cre-
me (ino col capello in concerto : c^ con un mantello in
modo^che rappresétaua un GrecoLegisUtored' altra
m&tà
DI FERONIA. 8^
Tnetà de ifknciulligiua trefcado intorno a cjneflo cor
ritiolo . C^ quindi fi fi or gè uà che queHi era ti Genio :
fi come egli medefitmi ti dichiarò , quando dapoi , che
quefla turba puerile hebbefiitti i fiuoi giuochi , fimi"
fi a uolerfizr conofcere, che eglipreuedeua wfin dal'
lefufce qual fine ^ fi nella uita amorofia com2 nel re*
fio.douep hauer la gente: perfiaper beni/fimo Nncli-
nattone de gli animi d'ognuno , cr che perciò douea
in quefto litigio effer antepofio alla Felicità : r^ ac^
compagnato dalCaualier Ta[fone,dalSig. Ftcenz.o
FlifcOydal Conte Scipione Sacrato.Qr dal Signor A^
lejfandro Andriafi, ch'erano a pie con uè fi e bianche
molto leggiadre , cr tutte [parfe doroy & con cimieri
per tmprefie, che dtnotauano , che % buoni fi fkceana
cono/cere coi tempo , mito, che pi alla [olita banda
del Teatro , fece quefto ragionamento •
*Z)i fi bella pendice
tAla dolc* ombra uengì
Con agi.c^fifle a i lieti cori amie e .
Non ch*io contender uoglta
Con quella, che la copia
Da d'ogni ben -.perche cotefta uoglia
Kon e del Genio propia .
A^a per dir come fòglia
Naficer da me quel che il buon fine indice •
cy^lcun effer non potè ,
Che a quel gran colmo arriui ,
A che dri^ò Pintell&ttiue rote ,
Se gli atti ne fan fchtui:
S^ It MONTI
fero ch'orjde fi [cote ,
Le mojfe frinì e h abbia al penfiernimice .
1 parlo de l'innata
Viriu ciò e da fegutre.
Ter lafirza maggior y eh* indi e creata :
Non già deluan defire
C*ha natura inclinata
(Al piacer che men noia, (^piu difdice •
Quella polfent e Dea
Cheleuitefigilla,
Ter che dopo grandi , é" lungh*opre bea
E fi tardi tranquilla.
Che chi crefi:er douea
Non uede prima ch'ei non fta felice •
Ma perche fi^n preuiUi
Da me color, c'han geni
In quel che fitnno , & i bramati acquifii,
Sefian preflt , & fereni ,
O fé pur pigri (^ trifli ,
Conofco t frutti infin da la radice •
Et io però fapendo
Che queftì miei guerrieri
^ylrme cjr amor, a ch*to li piego, ^ fendo,
iletto han per mejìteri ,
Le imprefe lor commendo ,
Ohor mojìreranfu quefte arene aprìce .
Quanto i quattro Campioni fiffero ben dijpofli con
tarme in manOy(^ inclinati non folopernatura,ma
fer propria uirtu ajktti egregi ^ildmofrorono nel-
U
D T F E R O N I A .\a 87
la battaglia che fecero, partito chefii ti Genio.Q^par
titi ancora ejfi del campo ,fpHntarono quattro Cigni
grandi , ò' belli , ò' ornati d'un monile tutto conte^
jio dtgme, chaueano al collo: (^ tirauano una lilz.a,
intorno a cui erano fitte figurine dorate pofle peri
fette pianeti. et perche feguendo fi l'ordine loro, il Sole
che e ti quinto uentua a ejfere di dietro , c^ tre n'ha"
ueua dall'una hàda,ò' tre dall'altra^ effo in luogo op
fortunose he redeua bello il dtfegnOyfofìtntaua un Zo
diaco : ife^ni del quale erano di mezo rilieuo meffi a
oro. In quefìa ltlz.a fìauano le tre T arche con la conoG
chia,colfilo,c^ con lafurfice, c^ fecondo che dinota^
uan'd naft eretti uiuercé* H morire J' una era ueflita
di bian co, l'altra di uerde.et la ter^a di nero c^o drap
pi dt gran pr etto, c^ di molta uagh^a.^ dietro ad
effe erano a cauallo il Conte Hercole Ejìenfi Contrae
rij: il Conte Ferrate Efienfe Ta[fone,& ti Conte Hip
polito Efienfe T affane, de' quali parimente l'uno era
guarnito di bianconi* altro di uerde,c^ ti terzo di ne -
ro:et con pennaccht,i quali non meno che le uefie era
no pompoJi,(^ non meno fparfidt gran copia d'oro ,
et dargéto.quefìt erano i caualiert del Dejitno ejpref
fi da quelle treP archete quali per contendere contra
ti Genio per conto delpreuedere tfint , & le lealtà de
gli amanti ,p prefentarono nel luo^o [fatutto , ^ la
bianca hebbe il carico di ejporre quanto tn ciò feri'
€hiedea. cr quel che ella ejpojefit queHo»
U antmeder che il Genio
Loda comr a coki che i fi perfetta ,
£4 A noti
8S a. IL MONTI
^mt.donde il Dejiin fljh, s'afpetta ,
uinz^iperche digmdicar s arroga
2)^ U notitia e' ha ^fe narra molto
Col fèrro o con la toga
Chi ima & l'altro perfua uefie ha tolto ,
Speffo in errorfìa colto :
Ter che la Hrada^che da prima alletta
La ragion , ejferpuojpejjò interdetta.
Afille fiate in fui maggio occorre
Co fa che t pajfi non pur [cerna , & moTt^a, «
Jl^afiioljJ?eranz.a torre
A car/iin nuomi & chi con noi s'accoT^a
Contra lefìelle coT^a .
7s(jgioHa che la mente fìa corretta,
I^on che dafirz.a naturai ben retta.
Noi cheprefente habhiamfempre il fiituro»
Chi con le donne e in fu i deftrier uit torta
/iaurà con fin/Icaro ,
Jl^egliofappiam che un a p affata hifloria •
Et con foprema gloria
Faran, fé in lor noflra ragion Jl metta ,
Quefte man del nimico afpra uendetta .
t^lla profèrta di cjuefìe ultime parole Icuando i Ca
ualieri la man deflra in alfo, c^ dipoi con effia tmpu-
gnandoyet aizzando h slocchi,& affamando feramen
te i nemici tiolfero che fi uè de ffe , che in effetto erano
defiinati a riportar pregio dalle loro attioni . To^
fiiafòttentrarono a cauallo il Conte (^iofeppe Stro'^-
^jl Conte Annibale Beuil acqua set ti Come Onofrio
DI FERONIA. 8p
'Beuìlacqua , che uefttti magnificamente di turchina
C^ giallo con l'oro fiamejjp §- con penne in Jimiglian
z.a condticeano la Verità raffigurato da un Troteo,
ch'era accommodato in una per fona in talguifa, che
gittaua fioco per la bocca, & uerfaua acque per il fé
no 3 c^ hauea le gambe d* animai feluatico , Cv* /«^ co-
da di fer pente : c^ era portato fa un homero cfr tal^
tra di due Dei Marini . T)inanz.i, d'intorno , ^ di
dietro u erano a fargli compagnia Tritoni , Claudi
Forct, T^lereidi , Oceanittdt ,& altre detta delma^
re tante dell' un fe^o quante dell* altro . ò' alt arriuo
lorofifent) ungrandiffimo rimbomboper tifato che
diedero a i Conchtli tortuop . Troteo hauendo animo
dicomprobare che laVeritÀ conofceffefe Bejfa me"
gito di quel che poteffero far gli altn , & che per tan-
to a lui fiejfe ti decernere quali uer amente amaffero,
dtjfe co fi .
La^'^erità fiotto color diuerfi
Suol comparir : fi eh' è ftflejfo ti centro .
Et cangiando fi uà quel eh' e d'intorno •
Ne difcoperta mai pu» ben uederfi.
Se penetrata non e ben di dentro .
Vero bramando che riceuin fcorno
Non pur le ? arche , che uolean ualerfi
Di lei contr' altri, fienz,a darle il pregio ,
Afa tutte quelle Deità , chanprefia
Di condur Canali er da tutti i uerfii
Et definir chi fa l'amante egregio .
Ha me mandato , acctoche uenga refi
Cont9
90 IL MONTE
Conto di lei da me y e he ben conuerp
In uariegwfe i nari afpan porto :
Jlda fi compila fon [cmpr e ti me demo ,
iV^ in altro me , che in me ,giamat conuerjl.
S'io fon in fin me , in fiamme , m fiera torto ,
Di piedi & man , di braccia & gambe fcemo »
Se più noli e i miei uolti uolttfirfi
JSIonh eh* io non fi a talcjHalfempre fui,
JVe cjHcl che fon per tante fhccte muto •
*Delverfoflento la per fon a, eimmerfi
Ancor che pano t fentimemi altrui ^
Si dal profèndo gii ergo & li difcuto ,
Che non han loco ouejaluarpoter/i,
Et perciò cjHalt pan a* amor fincero
Conofco come agogni cofia il re fio :
Et non meno che t buon tutti tperuerp,
eh* io dica ti uer , io ch'in uerfono il uero
JHoUreran uero i miei nel mt^o a quefio
Teatro yp che poi dehban doler p
Quelli chefiano a lor e al uero auerp.
Et a punto ifuoi tanto ben corri fffofero alle fue parO'
kyche non p potè negare ch^efit nella z,ujfa non face fi-
fero ueramente il debito , U ultima deità p lOccapo
neyche uennefopra una gran palla inargentata por-
tata da uno che ut era dentro tutto naficofio, che tutta
nuda fior che daluentre a me'^a copta , coi rafoio m
mano 0- l'ale a i pie & la capillatura allafionte , pa
rea chefieffe in termine di precipitare ymn eh £ figgi"
re . ci' perche chi la perde p pente , & chi nonfipen-
te s'oftma.
DI FERONIA. 91
te s'opirja, & chi ne fi pente ne iojìina ejtupido,fi che
non [ente tn alcun modo la perdita }dopo ejfa uenìua-
nofiijfequentemente [una dopo l'altra la Tenitenz.a,
[O fi mattone j&la Stupidezz.a . la Tenìtenzjt uefli
ta di bertìno con capelli fj^ar fi per le ffalle (^ con un
uà fa rotto tn manoftaua /opra una mula : ^ fipra
un afino /' Oflinatione uesìita di color ferpentino con
unafirpe in mano : &fi)pra un bue la Stupidezjzji uè
fitta di tanè con le orecchie lunghe dr con un [affo in
mano . Etfeguiuano a pie il S. Francefco Ntgrifoli,
il Conte Tomafo Sacrato , (^ // S* Girolamo Fabia^
no con colore bertino y uerde ofcuro , cr tane con ar»
gemo et con oro in habtti dtfìima et di bellel^agran
dijfima 3 & haueano i cimieri con inuentiom corrijpo
denti al /oggetto , Apprefentatafil'Occafione nelmo
do ^ luogo [olito refe la r agione, perche fi*jfe uenutain
ultimo y che e tale .
VOccafionfonio,
Che l*horagiufla ho colto
Ferfkr f ufficio mio :
Che non douendo alcuno
Tiu comparire , aduno
Queflo drappel e ho tolto
1) al fior dt Caualteri:
Che douefarà uolto
Farà ftrage cotanta :
Che un fiume non fi uantél
Più de* rapidi carfari
Gorghi , con che ruina '
JDirfipi
p2 ILMONT»
Dirupi e incontri alteri
Che chi wif rende & tenga
Jlfin bramato ottenga ,
Si ch'io fia la %^eina
JDt tutte le uenture.
Che l'opre induce e affina :
Et che non nafca opera
Ciò che piace o fifpera ,
Terche per poche cure
O per la cieca uifta
Jo nonfia prefa , o pure
Trefa, lafciatofia
eh' io precipiti uia ,
J^on uuo prouar , ne uifta
Fiio chefaor de conflitti
Sia mia ragion , s*è trtfia
O s'è degna che uaglia.
Teroche a la battaglia
Conduco i^uefli inuttti
Spirti primi ne l'armt
Et ultimi defcritti ,
Ter hauer miei coftumi
Vari dagli altri numi .
Et contra lor uentarme
Ter uincer con parole
Quel c'han detto , non parme •
JWapoi che la lor gente
Non èftatapojfente
ji prouar , come fole
In
DI FERONlA. 95
In tutte altre contefe
A^aifempre ciò che uole»
Ho giudicato degno
Il tempo mi cjual uegno
u4fhrchefiapalefe
In uer co ifhttifiejfi
- Quanto uagltan mie imprefe .
Seuinco, cjuel confego
Ch'altri non ha : fé /ego
Lafciaguratnche mejji
Gii altrtfifon , non temo
Che uengan altri mejfi
Dopo me : fi che pojfa
^Icun hauer pm pojfa •
Hor m punto cfuafemo
Ter conchiuder chiamare
E tronco non che [cerno,
S'to uuo pigliare il punto
Ter far che fio. difgtunto
L'uno da C altro core •
Et che nafce c^ diuiene
Sommo col mio uigore •
E* a ejueflo crin s'attiene
La uiua noflrajpene .
Dimoflrato crebbero i Caualiiri colfemhiantey f^
con glt effetti cjuanto merit afferò di uenir acjuelci-
tnento w cefi degno Teatro , andarono a metter fi nel
la compagnia degli altri, ^ aun tempo mede fimo fi
mdero unir tutte UDsttà ch*srarfo infili mote ctfarfi
■r ' " ■ ' di
^4 II- MONTE
di ejfe due partile' l*tina utnnt aforfi allapunta del
ho/co del lato deflro, ^ l'altra alla punta delfmtjlroi
alla quale erano l^Honore , la Vtrtu , la Gloria , la
Fortuna , la Felicitai ti Genio , il Deflino , ^ la Veri
tày&al bofco dejiro la Lealtà^ H Amore , il Dejìde^
rio , la BelleTjLa ^ la Concordia , la ConHamia, c^ la
^Fatientia . & acciò che quefìefijfero otto come le al'
tre y l'Occa/tone che non hauea alcun luogo ordinato,
prefe hccafione di andare a pareggiar il numero col
metterfi dalla banda della Lealtà . nella quale fchie
ra meglio anche Jìaua che nell'altra,percioche le otto
della banda defira haueano riguardo a i mezj, coi
t^ualt s'opera: (^ le otto della fimflra conueniuano
infieme per rifletto de i fini che fi hanno nell'opera-
re. La diuìfione di queHe Deità fi fece afuon di trom
he i c^'poifubito s'apprefentò un'Araldo a i Caualie
ri che flauano tutti in/teme fitto le ombrelle , c^par
lo ad ejfi in talguifa .
Signori in un parer concorfe fino
Le uojìre Deità, ch*èfkrduefchierc
JDifeper modo che uoi parimente
'F\Jtirandoui ad ejfe in duefjuadroni
Z^i diuidiate.accioche fin fi ponga
ji differenl^ tante &fii difcordi .
Et uogiton che uoi tutti combattiate
JS/on a prefijfi colpi , e* ad uno ad uno ,
Afa chefifitccta una battaglia horrenda^
Si che nel fatto d'arme o ciafcunpera ,
O che una parte uincinicc refli .
ItJtefé
DI FERONIA. 9J
Jntefa c'hebbero Uuolomà delU Deità loro fi difuni^
tono . & una parte fi mi fé uerfo ti fianco defìro del
Teatro : l'altra uerfi ilfimjìro . non potendo rtufcir
ilfhtto darmefc non per la lunga del campo . (^fèr^
matifi tutti infilo c^ abbaffate a un tempo medefimo
le picche s andarono a ritrouar tefia per tejìa ordina
t amente (^ conprontezjz^a. ^ cjmui al paragone fini
de la brauura & leggiadria di ciafcuno di loro. Fat*
ti t colpi delle picche , cagatatele da banda s'auento
Tono adoffo con li fiocchi alti, cjr lofplendore delle Iti
cidtjfime arme , (^ il premer fi , Cy' percoterfiin diuer
fegutfe y cjr la uifia fòrmtdabde di cjuello Jpettacola
rapprefentauano una nera battaglia . Erano gta di
mala maniera att accatti (juan do s' udt un terribile
tuono fhtto da cento mortali di jpofli per cjuefìo eff&t-
tOi & fluide in un punto fleffo lampeggiare l'aria dal
tetto eminente fopr a la porta del Teatro : <^ ufctrc
un Gtoue frlmtnante fuor d'una gran nube ch'era iui
congegnata, lacuale aprendofi illuminò ogni coft
d mtornOytal che parea cheilctelo s'aprtffe . &fopra
una fola corda apena uifta, che giuatnfìno a cjuel
nuuolone ch'era tn cima alla motagna ,fldi(ìefe una
belliffima nuuola i in capo alla eguale era effo Gioue,
che giunto al meTo^ , effendogtà ognuno per maraui^
glia attonito , calò giù allungandofi fempre la nuuo»
lai& a meXjiria dopo hauer mandati dal fuo filimi
ne molti raztfentendoflogni co fa (jueta , uolfe le fut
paroU a i Caftahm &/ille Ditta m tal modo .
Ognté
^6 I L M O N T E
Ognun fi férmi . i uofìri Canalteri
Voi Detta fate tirare a dietro .
Ch'io uederli non uuo gire a trauerfi,
Tenetrando l'interno de i lor petti
Jidegiio di noi . ne dubbio e ch'io m inganni .
Et perche l'alme lor fino a me chiare
SenzA che uelo agli occhi miei le afionda ^
So che fin di ualor più ajfai che gli altri :
Ada nel ualor d ugual ualor : fi come
Nelfsruar a le dame fi ,fideli
Ttu di ciafcun, ma con la fide uguale •
Et dico eh' altro par non hanno al mondo •
Et quejla do per uh ima fieni en\a .
Jo chefionRede Cuntucrfi ^ Gioue
Dar la poffo & l^ uoglio in quefiaguifia .
Et benché uoi de uofìrt nomi ecce l fi
Glt ornafiegià , comefieguaci uoflri ,
^erchefiete Potenz^e mie mintflre
JSIullafittte y 5 io qual Signor [oprano
Non m'interpongo il miofiommo confienfio •
Jo per le lo r magnanime prodezze ,
Ter le imprefie leggiadre (jr tanto tlluflrf,
Chan mutato infieren quefto dififico ,
Di quei titoli Heffì con chefiono
Comparfiqualipriuilegfo tutti,
E intendo & uno che foli h abbiano il uanto
Di tener a ragion queftì cognomi .
Finite quefie parole i Caualteri in atti corte fi ficen*
cenni d'abbracciarfi:^ tra tanto Gioue per uirtu
dordegni
DI PERONI A. ^7
(^ordegni diuerfida qmlli che l'haueanojntto difetti
derc y afcffi in alto : c^ con tnfimto Hupore di tutti i
riguardanti entrò nehìtiuohne della montagna yche
mandana fiiochipiu firiofiche mai : ^ iut dijpar^
ue^é" (ìp^i^tirono parimente le Deità coCatialieri»
Ne il 'Duca fice fiir la cena già ordinata perche il
trotiarfi la Quattragefima troppo inanz.i uietò che
nonjifhcejfe conuito : accioche non s'hardcff^ injleme
a fare i halli con gli tntrattenimcf^tifolttt in tal ca-
fo . Gli abhattimenit fiir ano a cauallo con lo fioccosa
dpie con picca & sìoccOjCon l'az!^ , con la lancia,
C^ con io Ipiedo , cr per quello che fu detto da ognuno
nonfìgiofl'-ò , uè fi corfe a campo aperto , ne all'uH-
hanefe , anc^^ra che quefle tre altre forti darme fijfc
ro nellt feudi delle Palladi . perche in effetto il Tea^
tra era flato fkttoper lafifta dt Gorgofèrufa , ejr tan-
to pia/io uaciio utfiLifciò che fermffe a farla con lo
Fiocco a camallo f(^ con piccaci fiocco a pie: fiche
era capace a haftanza , ne itole a effcr maggiore .pC"
roche l'altezji.a de gradi oltre a t palchi fhttt fitora
di ejfi c^fopra i tetti era afoifcien"^ per le perfòne
degne dello fp et taccio . Et in cjttefiaftconda fifla gli
altri abbattimenti chefipotcrofkreapts non man-
corono d'effer fatti , Ada à noler disfare illuogo , c^
ridurlo alla, con u eniente ar^jpiezxa per quelle tre
fiìrt'idicaualeria che fitrono preterìrfeffe y era ma^
ntfdttura o^ affai più tempo dì quello c^hthhero que^
fii Canatieri , che fcmpre fletterò a dt per dì per ijpe
dirla » Et io per l^a^ettions con che ^m'hanno at^
G tr.^.tto
^8 J L M 0 K T E
bratto afe per cofìrare cofe darme c*hanno fktto cóÀ
tanta eccellenza m affaticherei di rimojirare che ef
fi haurebbonofaputo bemjfimo metterfì i(^ riufcire
in cjuelle tre e a'^; alerte dette difopra ^ fé non che fono
cofì ben conòfciuti y & tanti d'e/f hanno dimosìrat»
più ttolte nella medefima citta , ^ àltroue cjuanto uà
aliano in ciò, che non hamio punto bifogno dell opera
mia . Ma non refitrò già di dire , che mrrabdi fono
fiate cjutfìe due giornate con due biliffime , & dmer-
fijfimetnuentionii&cofibt'ne incatenate, the non
fi può ueder meglio . Io mi fon auedutò , che la pri-
ma conteneva la deferii none delP^itio , ^ defuot ef-
fètti . perciochequelCaflello , che già fi di mente ,
fi rifolue ih niente, & ti me de fimo h della Maluagi-
tà : nonefféndo alcuna cofa , che uer amente habbia
feffentia fé non il buono : & maggior pcrditione del
male e quella che^fh ti male, che non e quella che fa ti
bene : per effer piu oppofli tra fé due eftremt che fun
eftremo ,cfrdm(z.o, la onde un* altra maga uenne a
disfureglt incanti di Gorgofèrufa; il nome della qua -
le dinota eh* ella porta il Gorgone , che e quel uolto
borrendo che fhcea fìupefur le genti : diuenendoflu-
fidi coloro , che perdono tiutgore dell' intelletto : ^
reflando nella condilione defaffi , che e peggiore di
tjuella delle beflte . Quei giganti poi , quel drago ,
(juei moHri,X^ marini ^& ftluaggt ,& quelle ni'
gromantte mojirano la Soperbia , la Libidine, la "Be
Hiàlità, & la Malitia, la quale, fin che fi occultata
'con lefiaudiyfice parer ddttie di uer o dilato quelli
ch'erano
DI FERONIA. 9^
ch^ erano beni fhljl, ma poi di/coperta ieuò daWin-
canto coloro che u'eYano dentro: abhorrendogli huo-
mini dijpirito tlnitio, quando fìa palefi, ^ non com
parifca fitto il mantello della:Virtu ,wa perche la
Adaluia che non'fifirue della fiaude e negli huomi^
ni crudeli , &fitriofì, (^ può meglio ejfer abbattuta ,
che quando fi troua nell'altro [ito , i primi Caualie-
ri che entrarono tn tfteccato ben riportorono uittoria
de i giganti , ^ del drago, ma non poterò fchifhre le
nafcofte infidie della Fata . ha feconda inuentione e
Jìata intorno alla Vmu 3&ai fuoi effetti , ueggen^
do/ìli fine di e fa in perfmerar nell'amor pìefocon
giudicio . // qual amore e la radice di tutte le buone
operatiom. ^ quella montxgna alpeftre ornata d*a^
guglie, d*t dolly di por toni , di temptj, d'archi , dipon-
ti, & di roccljt, che fono tutte cofe mafficcie, ^ ben
fondate , hafignificato , che oue le apparenz^e, le uà-
ne dilettattom , (jr le tri/ìe opere fono labili , c^ cadti
che , fi che di leggiero uanno a terra , & a trauerfo ;
il ben che procede dalle attioni uirìuofe . ^ da t meri
ttefohdo. Dai firmi doffi di quefìa montagna di^
fiefero quei Cavalieri che uoleano mantenere con fir
me'^afhonorato loropropofito . Et [e bene di mano
tn mano nacquero uarie contefie circa la Lealta.ntn
dimeno erano piaceuoli fenici che ne figutffe dctri'
mento alcuno dei Caualteri.cfr tutte fi fiiceuànoper^
che la uerità meglio ficonofceffe. percioche nonr/^efio
nella uita agibile,che neìUftudij contemplatiui^quan
topiu la materia e difcujfa , c^ dibattuta , tanto piti
Cj z fif^if'
100 / L MONTE
fluiene in cognitione di ejfa . Dopo la h attaglia non
f^ perdetia la libertà , che e foccejfo proprio di quei
e hanno gittata uia il tempo ^ l'opera , quando dopo
hau.r cominciato a far bene non fi confirmano con
gli habiti buoni,ma divengono incontinenti, ^fi la-
nciano irretire dalfenfo negli agi .^ nelle delitiofe co
modita . Ma quim combattendcfi con firmo proponi
mento s' otteneua il conueniente premio i che CHono
re . & perofigiua a [edere in feggi belli (^ eleuati c^
coperti di [opra perfegno di maggior dignità . l'^e
quiuifì combatteua o a richiesta d'altri , e per uen^
detta , 0 per capriccio , oper inganno , come s'era fkt
to nella giornata, che rapprefentaua ilì^'^ttio, ma per
che il fine di quei che debitamente fi dee fnr e in alcu-
na imprefia è un filo , tutti uennero al conflittoper un
fi)l risfato . ne ufiorono ilmezo dell'arte magica , ma
de i termini della uiriìi ificjfa . (j? ho pigliato queflo
nome di Viri u largamente per quello che Conmene al
lau:tadeìbuo?7Ì Cfr de i ualorofii : fi come tutto ciò
che e rio et fi cirrato ho ccmprefo difiopra nel nome di
Vitio . Et non una maga e t ultima a comparire, dd
modo che fi ce ni primi mifier abili confimi , quando
pofe a fine qutlU uentura : ma Gioue che e il fine de*
fini , c^ l'ultimo punto del bene ^ ha impofiofine a que
fi e feconde imprefie cotanto magnanime: C" ci hafut^
to conofcerc che le noftrc pitiche non pojTono mai cefi-
fare , ancora che fiano con honefiofiudore ,fe Gioite
non ci foc corre , fi che a lui ne conuerta: & che -noi
non fi ano atti per mc^o alcuno morale a penetrare la
ucrità
DI FERONIA. lol
uerità 3 fé non con la illuminatione di lui medefimoy
il cui lume e l'ifiejfa uerìtà . Et mi pare che in quefla
cafo lapoejia de Gentili pojf a feruir ci in cjueftt fenft
miUerioftc^di ottima fìgmficat ione. Et quejio e qn^
io mi ha dittato la memoria delle cofi da me mjìe in
Ferrara nelle fijìe ftitte in qtiejìo Cametiale pajfa^
to dal Trincipe dì quella Città •
IL FINE.
0 3 JL
IL TEMPIO
D" A M O R E
N E L Q^V ALE
SI CONTENGONO
LE COSE D'ARME FATTE
IN fSRRARA
NELLE NOZZE
DEL DVCA ALFONSO
ET DELLA. REGINA
BARBARA D'AVSTRIA.
CRISSI a V. S*i Tornei
fatti in qHcfla Citta al CafleRo
di Gorgo ferufa j& al Monte
di Feronia j oltre a quello dellit
Bigina ^Ifarabia . & nelue^^
ro eh 'io credeua di non poter
piai più darle conto di fpett acolo 3 che auanT^aJJc
quei primi : ma perche il medefimo Vrlncipe che
ordinò quegli j ha fatto fare quefl^ altro y che fi
tilde a gli undeci di quefto mefe ^ non mi par più
firano fé le prefenti magnificen:^e j é^ nouitì
fojfano ejfere fiate tanto fnprriori alle altre ,
Etacciochey, S. vegga diche qualità fia flato,
in effetto queflo Torneo 3 il quale ho intefo chia^
marfi il TEMVIO D' ^MO Ps^E, mi fon
rìfoluto di defcriuerlo j & mandarglielo con quQ^.
fia mia: con dirle appreffo che $ ella fcorr era quel--_
lepajfate defcrittioni , ^h'io feci 4 fi che ne rin^ .
fi-efchi la memoria ; & dipoi leggerà quefl' altra ;
potrà conferire il tutto infieme -: & uedere con
quanta uarietà tutti iprincipij 3 & me^^i ^ &fini
fianò fiati gouerriati .' <$* quanto tra fé dinerfi
riufiiffcro gli apparati ,' come da due preludia fi
fia pajfato a foggepto graùijfvm 4&a «/|^ (m^
' ? 4 ne
perfettione diCanalerìa^che ha empiuto gli occhij
i^gli animi della maniera ch'ella conoscer a . ?v(c
simagini per premura ch'io hahhia hauuto in e-
(plicare ogni circoflanT^y & in affaticarmi di ejpri
mere ancora qualche fenfo^ che perciò io fi a arri^
nato al fegno di quella fatisfattione 3 che fu reca-
ta dalla rifla . della quale è re fa uiua , & ampia,
fede dalla tanta diuerfità j & nobiltà di foreflie-
rifen^^a quei della terra ^ che nifi trouò . che cer-
tamente io credo che non fi pojja a gran pe^^o
aggiungerui con l'efficacia della fcrittura . Illa
quello ch'io dijfi anche a bocca a V. 5". circa tordi
ne tenuto nell'altre duefeftcj le replico horapari^
mente . cioè ^ che per non parermi che fi potè/fero
difi^inguereyCt guardare i S ignori j&^Caualierijche
mi è occorfo di nominare ^gli ho raccontati a cafo
fecondo che i nomi loro mi cadeuano dalla penna,
le'bacio la mano j &le prego da 'I^j^ Si, Dio
ogni felicità •
Di Ferrara . Il giorno di issatale «
M.D.LXV.
IL TEMPIO
D' A M O R E
«^ VENDO io a defcriuere il
T orneo princìpaU fhtto dal Dn
e a di Ferrara nelle nozjiefuey ^
dtlU Trtncipejjà 5 a R b a-
R A d'Aujìria , ho giudicato ,
che per fkalttarne la cognitio"
ne ,Jt che fi pojfa tanto meglio e a
pire quello , che fi andrà leggendo , non fi a che bene
aprender prima la [ijìanz^a di quefìa inuentione ^
raccontarla fitto jìrcttijfima bremta : che anche d.^
qnefto modo 3 oltre alla maggtor intelligenza y ne [h
giura , che con ajfai pm gujìo fi potrà godere di que-
gli artifici]^ che fucctjfiudumente fi [coprir anno . Pri
wier amente e dafapere , che pi fatta la capata di
cento Caualieri tutti cortigiani o gentil huowtni Fer
rarefi ^ ^ per rtjpetto del Torneo fittto cinque dì
prma , di che parleremo nel fin di quefìo , ejfnda
alcuni di effi feriti , oltre qualche altro che non fi
trouaua fano^uene mancarono diece, (jr douen-
doui perciò ejfere gran numero di Venturieri, che
hauejfrro da combattere & a caHallo ^ a piedi fé
da,
106 IL TEMPIO
da credere , che fi fi a cercami* occafione di fhr na-^
fiere fet Alantenitoriy che con ipHon propofìto potejjè'
ra dt rai^ione ejfer tanti a punto , ^ non di più ne di
pieno* £t cape finto , che trouando/ial pie d un alpe
il Tempio dtsy^more, fei Maghe fi rifoIuAna dt an^-
dariti\ & che iteuiy& ali* apparir loranafcondendo^
fi quel Tempia 3 elle per dtffstto fi pongano afkr
un qualche habitatione per dimorarui, (^ impedire
che alcuno nm ui uada , affin che ^y^more , c,h.e fi e
moflro co(l jchiuo di effe , non habbia poi ad aggra"
dire gli altrty che m uerranno , Et tanto più uolen-
fieri ut fi firnjano , poi che hanno la aommodità di
Uarfem gioiofamente con quei , che ui uamo capi-»
tando , Et fktto che fi hanno gli alberghi proprij ,
foprarrÌMano feiCaualteri condotti dalla Fama; in^
contro à t quali andando le Maghe (^parlando lo-
roperperfuaderliàfiymarficonfecoy uiflo che fona
ffrel^ate y mandano ad affalir li da alcuni mofiri.
Airi ueggendo che quei Cauaheri non fi sbigottì fcono
punto y per afficwarfi de i progreffi loro\, prendono
partito di ccnucrtirU in uarie firme « Fatta queflo,
giungono fei altri Caualieri , che conducono f Idolo
di Diana tnfirme , c^ le Maghe conofcendo di non
poter trasformare quefìi altri i per effe-'' falui dalla
potenzia della Dea , che non gli haurebbe lafciati
perire , deliberano di ritornare ne i primi a [petti
queifii conuerfiy ^ mandarli à combattere ^on que-
fiifiidi Diana . & ejfi dtuenuti difìn fiori di quella,
piazj^ji , & per l'incarno in eh forano rimafi, non
fapcndOj
D AMORE. XCy
fapendo di hauer prefi una ingtufla protettione , fi
fatisfhno dell' occa/tonc data loro ditrouarfi fempre
in nuoHt battaglie : & refiano come faldt propugna
culi cÓtra chi uà al Tempio d^ Amore, Di cjuefìa ma
niera dato principio al torneare y cjuando tutti fono al
le mani, le Maghe che ueggono , che ifuoi non shar
ragliano in unfithtto quegli a/tri, udendo accertar/i
della uittoria pinno nafcere occorrenz^a , donde i f^e
furieri non filo fi $fic eh ma da i Mantenitori.ma uà
dano anche àperderfi nei bofchi contigui* Et di
mano in mano fempre che nuoui combattitori s^a"^
x.ujf ano coi loro Caualiert , gli ingannano in uari&
guife yòperfirz.a d' incantamenti , ò per fiaude ,• ^
il fanno dijperdere qua ^ la,& rimanere per uie oc
e ulte in potè (là di effe.Arriua alla fine una gran bart
da fotte tarco della Virtù c^ dell'Honore . per modo
che quello , che i particolari con diuerfi trionfi parte
c'ìpidiuirtu (^ A^honore non hanno potuto metterò
a fine , qt^esìa compagnia co lafcorta degli Idoli del
la Virtù delihonor tjìeffoy fi fidano di configmrlofen
z.a manco . Le Maghe a quesìo arriuo , mandano
da quei bofchi & monti i Caualieri , che ut teneuano.
Et ejfendofi attaccati tutti infieme , le Gratiefitn-
no apparire il uero Tempio d Amore, &dijpari^
relecajè delle Maghe; in luogo delle quali nafco'^
no ueHtbuli , che accompagnano il me de fimo Tem-^
fio, dal cui corridore la principale delle treGra^
ite parla in idioma Tede fio, & dice la cagione,
fir laquaU non fia andato pìH oltre il confitto, &
inficine
iq8 il tempio
infume fi fia dtfcoperto quel Tempio , attribuendo il
tutto alla uenuta della Sereniffima Bare ara
à'Aujìria . Et dipoi t Caualieri accoppiati f ne uan
no à quella uoltafen\a più altro impedimento, fopr a
chi uedremo , che in pale fé fi da campi dtuerfi da di
Iettare ifenfi . pcrcioche ui occorrono alpi , ualli , mo
ti yhofchij pianure , pacfi^ edificij , infcrittioni ^pro^
f^etiiue , pitiure , aguglie^fiaiue , lumi, refitffi , per-
fjnaggi.fere j r ecit amenti > incantagioni , nuuoli ,
tpiGm^ lampi t fulmini , tncendij , terremoti , canti »
fiiOni^ moftri ytrasfirmationi, riconuerttmenti ^in-
t.richh (kiluppi , triomphi , colojfty imprefe , mottzji-
uree, abbatttmentiy illufioniy<S' altre co fé dt copia &■
di uarietÀgrandiffima , oltre al gir are , al dtfcende-
re yalforgere , all'aprirfi,al chtuderfi, aWinghiot^
tirfij al perire & al nafiere dt più figga ti, Bt com
prenderemo ancora 3 che fi riferbano fitto quesii ut
lami fenttmenti reconditi da pafcer e t intelletto , ef--
fendo qufio Tempio cC Amore la fola entrata , don-
de s'afcende a t Tempij della Finii ^ dell^Honore,
che dietro ad effo ^ anno in dirupi eleuati. ^cono-
fcenàofi una teffuura , che par che hahhia tutte le
parti trafeflejfe corrijpondenti j kqualifiano piene-
di moralità ; quelle poche , ch'io potrò penetrare fé
non all' indentro i almeno fuperficialmente » non la-
faerò dt andare toccando a i luoghi firn» come me-
glio Capro .
Trovandosi il Giardino delle fianz.e
(HslLi Duchejfa e (fere un luogo ritirato, cinto di muri
uguali
d' amor e. 109
uguali ^ alt'ijjimi c^ capace affai più del Cortile vw
blico i il Dficafice tutto jpianarto ^ matonarlo, per
modo , che fen^a, altro pareua , che dafefieffi per
labelltJfimafirmaffHafijfeun uafo fatto a pofìaper
jpettaccli . 6^ fice fzibricarlo nelCwfiafcritta ma^
mera .'
Stava un Teat ro di me^o circolo uerfo le cor
mere difua AlteT^a , cht afcendeua a gradi tn quel
maggior numero , & con quella maggior f alita *che
ut hausam potuto capire » Et nell'altra metà e /a
quesìo projp'^to . Sorgeua infrante dalpia'no al tet-
to un Alpe dirupata , in cima a cui fi-óndeggiauano
da un capo all'altro abeti dìrittiffimt , & ordinati
in modo , ch'erano dipinti ugualmente , ^ pareua^
m tutti imprejfi dima flarf^pa : eccetto che nel me-
^ y ous yfjuntaua un grotto et fopra tigrotto unafum
mttà ecci'fpua tutta uejiita d'alberi difforme diuer-
fé y ma però indifferentemente di fegn alata grandez^
"^ . Ftancheggiauano flmilmente quejlo (patio due
altre Alpi congiunte a quella che era m fronte , ^
daltc'^augfdale • c^ arK'bed almeno ucrfo gli an-
goli fingcuano falfi nudi C-T fcofcejl . & dall'altra
?n2'tÀ uerfo il Teatro erano piene di bofcht fiiùffi'
mi y che cominciando da baffo afcendeuano prima a
colline yCy^ pGt per drittuya wfin ai [omn^o: & da
lontano appariuano capanne > torrioni , cafìclltytor
remi , penti yflr ade (^ altri oggetti ^ che per linee tor
tuofe dimoflrauano una lontananz^a mirabue,etfcor
genmfi dogn' intorno le parti efireme talm?.7ue
fituate.
ilO 1 L T E M P I Ò
fituate , che le confini della uifta erano rupi , eauér^
ne yfòreHe , & cielo aperto , & niente altro . pereto^
che fé ben le mura eccedeuano d'affai il termine dw
na alteT^ ordinaria, non per ^uefìofireflò di coprir
le tutte, fi che non appariffero in parte alcuna . anzi
con l'orditura del progetto fi afiefe ancora molto
più in fu de i merli , c^fopra il colmo de i tettificreb
he parimente con la machina, Inejuefla proportiona
ta concamtà cinta di dietro ^ dalle due bande dalle
u4lpi, crefceuafoauemente da terra una piaggia yche
terminaua in tefla , con un uallone , c-r haueafopra
M fé dalla defìra una montagna, c^ dalla fìniftra
un'altra : c^ nel me'^appanua parte pianura, par-
te humili collinette , parte bofchettini , & par te baffi
fiirgulti,7\[ella fkcciata di mez.ofoperchiaua il ual-
lone ; cr apprefjauafi all' y^ Ipe un Tempio di tutto to
do \ alquale fi faltua per alcuni gradi, c^ haueanel
bafamento un corridore , a cui corrifpondcua un al-
tro , che era uicino alla cuppola : & tra effa cr ti pia
ZIO erano un'ordine di uoltiy (^ un* altro difinefìre tut .
te contefie di crijìalli tocchi doro , (jr di colon uaria-
ti , Erano le cornici Qr le bafi dorate , er le colonne,
chefìauano a ipilaUritra uoho\et mito, che rapprese
tauano il lucido riuerbero d' uno fmalto uerde ; oltre
gli altri ornamtnti di pittura et ài rilieuo, di pecchi,
Cr di gioie di più colon concertavi con b e II ez,z.a trop-
po diffìcile da poter effere agguagliata 7 parte alcuna
dalle parole . Luceuagh nella cima una gran palla
W; cnHallo , ò'perchci miti erano cinque , rejlando
gfuel
D A M O R E. Ili
queldimez^oper ufo di portaynegU altri fi auano quat
no Hatue inargentate . le due dalla deìlra del Tem
piofiguratianfi per f appetito dinotato all'età , alla
uiuacitk , aluoler mouerfty ^ piti alle braccia dr al"
le gambe alate y & all'ejferpoftj tra dtde fiiochi finti,
l'uno dilatato [opra il piano, V altro di fiammella actt
ta : e?" per la %^agioney chauea un occhio fulo nel me
X.0 della fronte y dal cui braccio deftropendeua una mi
fura diritta, & dalfinìftro una torta. Le due daWal
tra banda fi dimofir auano per il Configlio , fìgmfica
to alla bifcià dt molti capi ': cjr per la %jfolHt ione che
fi fkcea conófcere ad un capo duna bifcia troncato
da molti altri . St auano [opra il baffo corridore di-
uerfi Amorini: parte de'^ualt haueua la benda agli
occhiy & parte a ipte.f^fopra l'alto uarij altri Amo
ri ni : la meta de canali haueua la benda degli occhi
Alquanto slegata ,fiche lafciaua parte della uifta tn
libertà y cr l^altra metà era parimente co ipie cfuafi
difciolti . Vnopoi reftdeuafopra la palla della cuppo
la fenz,a forte alcuna di benda . Le mani di cjueHe &
di tutte le altre flatue erano difobligatedaoqniim-
paccio , perche tutte doueanopot tener t torchi accefi,
*T>a i tre uoltt di me^pendeuano breui , che diceua^
no, che per cju) fi penetrala neifecreti d Amore.nt
iqualifi potè a uederei* animo della Donna amata»
& godere la grati a della medefima . Hauea il breue
pendente da quel di mel(o HiNC ad amo-
ri s A R e A N hSuno de gli altri due conteneua
•HiNC AD VIDENDVM AMANDAB
B O M I N A a
Ili 1 L T £ M P I O
i)OMiNAE Animvm.^ l'altro H I N e
AD FRVENDAM AMATAE D O M I-
KAE GRATI AM. zy4 mezjo alla conterà del--
VAlfe erano poflt due Tempij quadri finti di mar-
mi pur tjjìmi , con colonne ^ ornamenti di bron^o^et
ueniuano a comparire dì [opra al Tempio d Amo*
re , /' uno alla defira di chi [ale infi:ritto V l R t v-
Tis: ^ l* altro ali a JìniHr a, il cui titolo era H c-
K o R I s . ó'p^y tdna uiajìreita et erta deriuando
dal Tempio d Amore, s'imboccaua a quel della Vtr
tu . dalla quale fé ne (piccaua un'altra affai ageuoks
che per retta linea fi andana a congiungere a quel
deltHonore ,<:^ira il Tempio dimore , c^- l'una
lAontagna della piaggia Jpuntauano due [affi alti a
proporttone del reflo , & tra il medefimo ^ l'altra
tC appariuano due altri , ^7 tutti quattro erano orna
ti di piedefi alli in guifia d are antiche. Calando fi giù
tisrfo il teatro fiwr della piaggia, mila punta diftra
forgeua una altifis . piramide prima d'otto fitcc te > et
poi di rifalite quadre & nell'ultimo ritonde , con una
folafaltta , che andaua in giro infino all*cfiremità ,
tutta ornata di nicchi , di Nmfi uariamente colora^
te cfr di Trofèi , (^fipra ut era una palla di criflallo
intitolato Intendas aciem refle-
c T E N T . O mattano la bafc mifichi lucidiffimi,
(^ la circondaua un Labirinto di mirti , attaccato
alla Montagna c^hauea l'entrata per una larghife,
porta , All'incontro nell'altra punta rfefiorgcuau"
naltra fhtta in tutto ddla maniera medejìma,fie
non
DAMORE. ir^
fion che intorno alla hafe tn uece del Labirinto , uer^
deggiaua una [dna dt ciprejji . Et perche a i pie
delle ay^lpi erano pmi (jr ptu in su ginebrt (^ altri al
beri y nefegutua una uifìa di uane uerdure molto uà
ghe. Sopra le due Motagne erano finn dtuer fi pafto
re Ili, che mofìrauano di effer uagabondi. Venuta tho
ra della notte effendo già pieno tutto il Teatro di no
btltfs.fèrefterta dhuomint er di donne , oltre alla no
hiltà della terra , fi acce fero mille gran torchi di ce^
ra bianca , atti ciascuno di ejfi a durare otta hore : i
quali parte pende uanofopr a tutto ti campo del Tea
tro , par te erano tenuti in mano da tfudattpajìorel
li dr dalle Jlatue del Tempio cfr delle due Piramidi,
(^ con infiniti altri lumifi diede Jplendore alle gioie
^ a t crifialU , ^ fi acce fero dtuerfi fiochi per L*Al'
fi y & finalmente fopr a le are de i quattro fafl : tal^
che par ea che cacciate le tenebre , fi fife congiunto
un nuouo giorno arttfitiofo col p affato giorno del file,
fenTLa tntirpofitur a alcuna della notte . Foco dipoi
in compagnia della Uucheffa diAfantoua , dt Aia
dama Lucretta di Sfte , c^ della Vrtncipejfa dt Mot
fitta difcefi dalfuo appartamelo la Due beffa di Fer
rara ^accompagnata dal Cardinale Vercelli Legato
mandatole dal Papa , dal Cardinal Madruccio.che
ui era come perfonaggio dellLmperatore , dal Cardi
naie di Coreggto,che come uicmo à quefia Città^et a^
micifs.diquesloT^rincipe , ui fi era trasferito j et
dal cardinale di Efl e , Eraut fimilmente il Duca
diAiantoua ià cui piacque di uenire con U Sere'
H mfs.
114 ^ ^ TEMPIO
^ifs. confort e fiio, ai h onorare futile noz!^ , il
S.Do'i Fraicefco d^Sfle , ti S, Ce far e Gonz^agail
S.t^efpeltauoGonz^agay& quafi tutti gli altri SS.
di fAclla cafi Illttjìn/}. il Con, della Mirandola , i
Conti di Ni4mliiri'. , Cy- altri pinci fall SS, c^ Caua-
Iteri y(^ molte Dar/te honoratijfime . Haueuanoil
luogo loro appartatogli Ambasciatori , che uifitro-
uaronom que^o punto , chefitrono di Polonia , di Vi
negia , di Fiore nz^a, d' orbino, (^ di Lucca, non effen
do ancora arriuatigli altri , Stante l'apparateti
quesìa '^u.fa , tluederfiufcire tre Afaghe dalla por-
ta del Labirinto , & tre dalla porta della Selua , &
fììolti A<faghtfienderegiM qua c^ la dalle r oc eie al-
pe ftri ; c^ // uederfi girare tlT empio , or i quattro
Saffi illuminati,et ti uederfi per aria fuochi diuerJJfs,
^ fimilmente il fmtirfi tuoni ^ terremoti flrepi-
tofifs» tutto fu in unwftants medefimo .percioche nel
gire che uoìeuanofar quelle Aiaghe al tempio y Amo
reuiolento lajua hahitatione , & quei quattro orna'
menti carichi d'are acce fé , che ui erano à i fianchi,
et nonfiojftrfe che effe uiperuentljcro. donde e da ima
ginarfiche da quella uiclentia caufaffe ti terremoto,
C^ che dal dtfcendtre de i Ad aghi deriuafjero quei
tuoni c^ quei fiochi, quafiche haueffero di quella ma
mera ccmmoffa & sfirx.ata l'aria. Fatti quei cinque
giri s" apprefentar Orio alle facete di i riguardanti m
luogo del Tempio , di cui non renana dtfcoperto aU
tro che la cuppola , un njontefaffofo ; [opra cui erano
pajìorellt co i lumi accefi : (^ in luogo de i quattro fi^^fi
tlln-
DA MORE. IIJ
illuminati dalle are , quattro grotti nudi (y' incultiy
de' quali i due primi , che erano uicim alle due man
tagne,[iauano aperti ^ wofìrauano dentro la cauer
nòfità . Le Maghe accorte fi di quefla tanta mutatto
ne , dopo refferfifalutate infieme , cominciarono co i
gesìi afrr tra fé le marauiglie . dando anche agli al
tri molto da marauigltare , per cloche erano uecchie
decrepite y con uifisirauaganti-^ò' gozji.i c^ poppe
che pendeuano , ^ uefli fktte ^ pofle in dojfo injòg
gie difiifate cr flrane : tre delle quali erano gtalW^
^, C7 tre altre di leonatofqualltdo : c-r quelle ueniua
no dal Labirinto , c^ quejìe dalla Selua . c!r eia/cu-
na teneua nn [no fhnorito animale con una catena
d' argento , che pli (ra al collo . Le tre (rialle haiiea-
no una T eìl'jaaine . una Sfinqe , cr uno StruzXo . le
tre leonate una Tigre , una f^olpe , c^ un Cocodrillo,
et haueano qriefìi in delttie come animalucci gentili ,
Erano questi arnm.ilt compofii di modo , che olire al-
t andar jkcilmente , // che e però da credere che
fife dtnuenttone dijficdtfjima , alla corporatura, a
colori', cir ai moti s*a]]omigliauano tanto altiero,
chefetìonfiffe che il luogo (^ la^cttatione erano
di'cofe fittitie y farebbono. (lati creduti per uenf^
fimi . Tot che hebbero alquanto rimirato la coppola
del Tempio ^ le circonjìantie , fìi la prima la Aia
ga dalla Tigre, che con tuono ajp ero proruppe in qui
He parole .
Poi che il Tempio d* Amore ,
Che tn cimajpuntafire , a noi s' afe onde ;
Il6 T L T E M P I O
JSle fidìmofìra altronde , ^con noflrarte
uitt errar non fi può , ùrtamci à parte,
JE* habìtiam cjuefta parte :
Ter impedir , ci)* alcun mai non ut ucgna ,
Et chi uenir dufegna
ReHt pentito poi . Et d&tto quefto y fhtto
quattro pajfi uerfo la Montagna , che e dalla deftra
aleii^ dalla fìntfira al Tempio intonò :
Surga cjua dal profèndo
Surga su un tremebondo hofpitio a noi .
St in quello la Magha dalla Sfinge fi- ritirò a parte ,
^ le cjuattro Maghe che reftarono nelmel^ replica
reno con noci tridenti ,
Surga cjiià dal profondo ,
Surga su un tremebondo ho sfitto a noi .
1 Maghi parimente y ch'erano uenuti nella piag-
gia^ C^ fiauanoapie del Monte poHo tra i quattro
grotti , reiterarono le parole medefimein accenti
grauty c^ baffi y chepareua che uenifferoapunto dal
profondo . (^ fu quc (i a yOtto girandole y (^ altre forti
di fuochi ecceffim , che nella fiommita delle Alpi era-
no ordinatamente difpofte , cominciarono a ficop^ia-
re fiamme terribili \ che in uarij modi ficorreuano in
alto y per trautrfo. ^ per dirittura con uifta infolitaj
^ fienXa ojfendimento alcuno ne dello fpatacolo, ne
degli [gettatori .^ àun tempo ifieffio ficorfiero diuer-
fi TJemonietti fiopra montoni da un capo all'altro da
tjopremt tetti y gettando fitoco perla bocca , perle
cornata per U coda,e4per il bidente che havieano in
mano .
I
d'amore. 117
mano . Et quanto più andarono moltiplicando gli in
canti, tanto pili crebbero t{ìiochi,ò'la copia degli ffi
riti . La Maga dalla Sfinge cominciò ancor ejfa m
quefla guifa •
O tu che" l mondo annuuoli
Aquìlon rapidtjfimo ,
Scendi gtu ueloctjfimo ,
Dàjpirto a quefit fiati , che t*inuocano ,
O nimbi , ò uenti , ò nnuoli
Co fi il Sol , e ilferen mai non mnocano,
Cofi fempre fi nugoli;
Nimbi fu i Hojiri
potenti terghi
Portate inofirì
Soaui alberghi .
Et efclamando, profirfe queflì quattro ultimi uerfet^
ti , con l'auicinarfi alquanto alla Aiontagna fini^
flra a lei, Cy- deftra al Tempio. Subitole Maghe
fubintrarono gridando con mei alte .
Nimbi fu iuoftri
Votemi terghi
F or tate i nojiri
Soaui alberghi .
1 Maghi di nuouo riaffunfero iuerp mede fimi. ^ ark
Cora che quefla incantagione haueffe i Cori comuni,
^ le intentioni medefime , i mezj nondimeno e-
rano ajfat dtuerfi , (jr quafi contrarij : chedouel'u^
na Maga uolea che i fuoi alberghi fiurgejfero dalle
uifcera della terra , t altra dcfideraua che i fuoi ue^
H ^ mlfen
Il8 IL TEMPIO
mjfero portati per aria da ìontan paefslc^ difceri"
dejfero a^iu a kt.cofi entrando ejfa a furie malie tqnd
la della Ttgre ritornando a parlare dtjfe .
Col/angue dt Balena
Et con quello d Hiena ambe le palme
Ungetem , ^ le [alme conqiiafjate ,
Et una tnanXi L\iltra intorno andate
Con tanta fintate ,
Che la montagna, e' il bofcofin dal centr$
Ne rimbombi qua dentro
Tra ifajjì e't bronchi [noi,
Surga qua dal profindo
Surga su un tremebondo hoff)itio a noi •
^Ithora le Maghe , gT i Maghi parimente in ac-
centi Flrepito/ì ndtjfero infume gli tffejfi due uerfì,
S oc e effe dipoi la /Vlagha dalla Sfinge, la quale or di'
nò le fuefititurationi intonando cosi ,
Co tdorfiriuolgeteui
ji due a duepiegandoui :
Et le braccia aliar gandouì :
Et tra Hoi gli animali sH'nter pongano .
Et tre mite moueteui
Co i capi ingiù , fiche a bajfo fi pongano •
Tra tanto ariefiotcteui •
ISltmbi fiu i msìri^
Totem i ter ahi
Portate i nostri
Soaui alberghi »
Et mentre k compagne la obìditiano col fiir quante
ella
D A M O R E, Ily
ella hauea impo/ìo loro y uocifirando aframente ri"
attiro in compagnia de Maghi cju elle jìte parole, chs
nonfenza mijìeno doueano ejjlrjèntpre replicate do-
Po il fine dt ci afe hn a ordinai ione . Ec il tutto feguito
poi per ordine di causila maniera, la Maga dalla
Tigre dijfe .
Difio fiate le fiere
O nel cor ajpre, c^ fiere; & fate un cerchia
*De k manyConfotterc'jio dijpatofo
Furor pm che amorofo ,
Chefiaf nz.a ripofo .
Tofcia corcate in giro i umt ri a terra ,
Et rifrrte da terra
Fa te prone di uoi,
Surga qua dal profindo ,
Sur ga fu un tremebondo hofpitio a noi •
Jdne Con rijpofero congiuntamente cjmflt due uerfi
filiti . 'Poi la Magha dalla Sfinge dtlfe.
Croco e' aconito tolganfi.
Et altre herbe fitmifire.
Et cerafte peftifire ,
Et ardan tutte , falche uengan cenere •
Eti capelli fciolganfi.
Ter f congiurar s) ilrio figliuoldi Venere j^
Ch'egli , ^ la madre dolganfi»
Nimbi su iuojìri
Potenti terghi
Portate t noftri
Soam alberghi .
H 4 £,
Ilo IL TEMPIO
Et t due Cori replicarono y Nimbi con quelchefegue*
1)ìjfe tuttama la Adaga dalla Tigre .
/ uoglio un'afpra jlanz^a ,
Che Jia ne lafemhianz^a di tal faccia, ,
Ch'ogn'un efterrefhccia, ^ mandi fichi.
Et habbta per fuoi giochi
Strepiti , Cj' gridi fiochi .
Fatto d'acciari , e di diamanti fijft ^
Fin dagli ultimi abijjì ,
Oue Pluton più pim
Surga qua dal profindo ,
Surga su un tremebondo ho/pitto a noi .
Hidtjfero fimilmente i due Con , Surga col reflo che
ne mene . la Maga dalla Sfinge dimandò cofial-
foppofito .
Juoglio un dolce hofpìtio,
Conafpettiyche tirino
Afe quei , che li mirino ;
St che con canti , ^fuon , chefitor dilettino ,
Tenga coperto il uitio .
Ornati d'oro , & pien di fior ch'allettino ,
^a t ultimo fiolftitio,
JSlimbi sii i uoHri
Totenti terghi
Toriate i noflri
Soaui alberghi .
*KJJpofero tdue Cori medefimamente , Nimbi con
^uel che uien dietro . In quejìo punto t fiochi , che le
Maghe haueano fatti nel meT^ della piaggia per ar
derni
d'amore. ' 121
deruì quelle herbe , & quelle ferpi loro fi diUt arano
uerfo la Afontagna^cìoe era dalla banda ssella Afa-
ga dalla Tigre , tn lunga riga: &[h montarono fuo
chi altijjìmt confcoppij grandi , uarij , ^ frequenti •
Et in quellaparte tfitjfa aprendo/ila Montagna-, &
furgendo dalla cima due Torri , che ardeuano ne i
merli loro, et sfhuillauano in altOyCt per ogni uerfò,ui
de fi dall'altra banda pur in quel tempo medefimo
mouerfidi [opra talpe una nuuola groffljfima.che C9
me che ti uento la fpingejfe , fi andaua ampliando •
la quale diuennelarghtjfima,& con taltjgonfii,&'mo
uimenti , che parea che fijje in tutto naturale , calò
giti . Et tanta fu la ctrconfèrensia , che prefe tutta
quella Jponda dal fommo de il* alpi , infino al piano
della piaggia. Et nel calare lamppeggiaua, & tuo^
naua; & imitò alla fine ti tiro , & lo fìrepito del
fiUmtne. nel qual punto continuando fimilmente dal
l'altra parte le fiamme fatte dalle Maghe ^ ne fh
guì un fubito , i^Jpauentofò terremoto . Tra tanto U
girrandole ,J ^ altri uarij groppi dt fuoco ; & le tu-
multuationi de i Demonietti riemptuano Ilaria di ta
ti incendij , che coperchiauano tutta la uifta del Cie
lo : fi che a tanti non poteano ejfere gli occhi bafle»
uoli . i quali erano fimilmente trauiatt qua ,^lada
i nuoui obietti dell'apertura del Monte , delle nu'
bt , ^ delle operattoni , Et tanto più , poi che
dalla banda , ou ' era la Maga dalla Tigre , co-
minciauafii a uedere ti terribile palagio , ch'ella ha^
ne a inuocato , il quale con l'altel^fua moHraua di
foper'^
122 IL TEMPIO
^fòperchiare tutta la motaana , che fitrouaua m<:juel
laparte . Et come -Mtcflo fifcorfs dulUfommitk usr-
fo tlpia72o , cofi ali incontro un' alerò palagio , che per
toppoiìto era dclmofijfimo , ijuale a punto la AdA^a
daìl'A Sfinge ti dimandò y fi andana difcernendo dal
baijo ali* aito : ficondo che la ntiuola 3 che già tccca-
uà terra sfifolleuò & rt'ìirinf^ a poco a poco dilegua
do fi poi con fùria > & rtfoluendofi di la dall'api fenz.<t
ptu ejfer ueduta. Era lafìtuatione di ^uefìo palagio,
come fé fijfe flato pofio Copra quella Aiontagnai &
per modo che l'occupa[fc ingrand'lfi^a parte. Et
mentre che queHe cofe giuano diuolta in uoltafk^
cendofi y le due A4aghe in atto di parole fizmiUari di
cenano diparte in parte quello , chs tuttauiafi difcO"
priua . Uuna die e uà •
t^ola fu la filmila^
Etfcopta alto &fcìntilla .
Dicea l'altra :
Le nubi ffm lampeggiano ,
Et dalfiprerKo culmine
£' tratto a baffi) il filmine .
L*tinaptirdtceua.
Hor fi co??? prende
Che [edifiiio afcende .
V altra da i Juoi fegni conietturaua in quefia
TJtodo » •
Che il Palagio real cali hor augurio .
Jjuna ripìgliaua .
Ecco fiftn-gge
li
D*A M O R E. li^
7/ bofco , t*i monte ruggt ,
Et da Ut i^tfta fiC^ge .
V altra co?i uguale smulatione replicaua •
Ecco par chefiueggiano
Fremer i uenti , s'ogni montan tugurio •
L'unaproponeua tal partito .
Spogliamcinude , e in firme giouinili
Cangiam quefie fenili
Co ifuccht degli Eoi»
L* altra i' accettano, cofi,
Adutiamci oue fileggiano,
Tercioche , ceffati chefiirono ifiiochi , & [coperti af-
fiitto i due edfiiij yfifintirono dalfuno & dalÌ altro
mu fiche foauijfime di canti et difuoni : al cominciar
de' quali la Maga dalla Sfinge d>Jfe quelle ultime
parole i che dtmojìrauano yche la dentro fi halaffe &
fiftegiajfe . Et con firme allapetitione a ambe le Ma
ghe , ti palagio di diamanti hauea mufiche ftr spilo-
Jiffìme , ma però con molta armonia . di uoci ^ firo
memi dolci filmi erano quelle del palagio delle deli-
tie. Et quantunque poi fi fkccffiro uarie tr<.isfimatio
ni tnfiiccia de i riguardami ,- p^rue nondimeno che
la modestia comportafie , che quefla conuerficne del'
le Maghe uecchie, che fi mutarono in afpe-tti giouì
nili yfiffe più alpropofito dentro da quegli alberghi^
che nel pulpito . entrarono dunque dentro dìcendofi
dall'una banda ,
uilfin quÀ dal profindo
E [orto il tremebondo hosfitio apol*
124 ^ ^ TEMPIO
Et dall* altra .
Nimbi co i mjin
Votemi terghi
Ci date i nofiri
Soaui alberghi .
Et lafctarono tloro animali dinanzi alle forte , per
le quali erano entrate : percioche tre n'erano nelPe-
difitio della defìra, ^r tre in quello della fimjira . Et
continuando le mufiche ,gli ff citatori contemplare
no tra tanto le differentijfime bellezx,e dell'una &
deW altra habitattone . Jl Palagio della Maga dal
la Tigre ^ delle due compagne corrijpondendo alla
f reghiera fua.haue a tutta la facciata apunte di dia
manti, ^ le cornici & il contorno d^ acciaro, che
renàeuano due [orti di luflri di acuteX]^ & chiarel^
Via inejplicabtle . Et nelle due parti eftreme [uflenta-
uà due bellijfime torri . c^' tra le merlature erano
torchi inguifa di fhcelle , fi come uè n'erano altripa
rimente fojlenuti dalle flatue finte di bronzeo (^ di
rnarmo , cheflauano i tre nicchi compartiti nel me^
7j) della fiicciata , ^ a baffo ancora tra le colonnate,
per Cloche le porte haueuano dalle bande le colonne,
^fofìeneuano in cima altre flatue , che pur tenea-
no i lumi di qua ^ di la con le mani . per modo che
due flatue ueniuano ad ejfere ne i due uoti , che refla
uano tra porta & porta : (jT ad effer di qua e^ di la
da quella di meT^ , ^ perche fiei erano le colonne ,
altrettanto filarono le Hatue che loro fopraflauano,
A baffo refidenano Tlutom & Froferpina . Sopra le
colonne
D AMORE. 125
colonne dellaprimaportanracondia & la. Soper^
chieria , imitate a i ^ejìiy alfiioco , & all'arme , che
haueano apprejfo . Sopra quelle della feconda^ la Si^
fnulattone col mantello tirato a mez^a lafhccìa:^
la Falfità col rafno tenuto di nafcofto . Sopra quelle ^^1^4^
della ter\a Un fedeltà con un groppo , & «« paio di /Ll^l
firfici : c^ la Ver datone con un nodo al collo . Empi" ^1**^
uà ti primo nicchio la Soperbia con le corna : ti fe-
condo la Cupidigia con la lupa : ilterz,o l' Inutdta co
i denti in unferpe , L'altro pa lagio moflraua d'imi
tare alquanto ilfettC(onio di Settimio yfe non che no
era che di tre uolti , (^ haueua tre ordini di nfaltte,
in modo chefirmanano tre facciate . La prima in
fui piano nelle due ejìremttà haueua Tluto & Rhea,
che fono 'Deità delle ricchezj^e ,dr della terra, &
fvrmaua nella cornice diuerfifcher'^i , Cy- giuochi di
fnn e toiletti : (jr fopra di ejfa hauea piedeftaili , con
uafi pieni di fiori digutfe et colori dtuerfi. Etfedeuajl
nell'una punta l'Ocio , ^ nell'altra il Sonno con al-
cune figurine , che rapprejentauano quei chefogliono
fingerfiper cir confi ami loro . U altra facciata , che
era più all'indentro , hauea una, porta in mezj) , ó*
quattro nicchi due per banda ,* dentro ai quali fta^
uano quattro fìatue indorate co i lumi : & erano
la (jiouentH , la Sanità , l'iyAbondan'^a , & la Pro-
fperità dinotate co i fiori , col gallo , con Umiche , ^
col rostro. Et di fopra uagheggtauafi un belifftmo
corridore, che in uece dt ballaufìt era tutto fktto a
Termini, c^fofientaua due dijfolute ^llegrel^e
ò HtlarttÀ
Jló IL TEMPIO
ò Hilarità che uogliamo dire, lequali ut ornano pur
co i lumi y ma d'un certo modo , che parea che uolejfe
. ro balziate da quei Termini , La terl(a facciata fi
^lingeua tuttauìa più in dentro , & era fatta a log-
eie , conprojpati , che fingeuano arte & cani tonta
nijfimi . &fopra la loggia flauanoptu teììe bier-
re 3 che da lunghi colli rifo'^gcuano mandando dalle
bocche fiochi di uarieguifs : & pigliando in me^o
uno che hauea lafkccta humana & era nel reflo tut
to mofìruofo , Nel piano dt quella loggia appariua un
giardino bdhffmo , cinto da colonne di mifchi ofcu-
ri; & una Fieraftandoui ritta nel mtzxjo pareua
che con le poppe formaffs una fontana . / contorni , i
fregi , i capitelli, le baft, & altri Itnoghi comodi par e a
chefòffcro conteftì di rubini , 2^^firi , (yfmeraidi , c^
d'alt re pietre pretiofe di colon diuerfi . 'Tocofifia
te tnfu Pammiratione di qucTio nuotio pulpito , ^ in
fu t udire l'armonia , ch'indi ufciua . pcrcioche nuO'
ui apparecchi, &nuoueoccaJloni ttrarouo a fé con
inopinata celerità gli animi di ciafcuno . Erano que
Hit che diedero principio di nuouo (pjtt acolo , ifet e a
ualieridefìinfittadejferei Adantenitori , cioè ìlfì-
gnor Guido "Bentiueglio tlfg. Luigi Gonz.aga, il fg,
Annibale Bentiuoglio , ti Conte Camillo Aiontecuc
coli , // Conte Traila StroX^^i , & il fig. ^AleffandrQ
jìndriafi : concertati co ifei principali colon , tolto
ne d giallo per rifletto dell'oro , dt che tuttififerutro
no in gran copia . & prefero perciò ti nero , il bianco,
il turchino, il rofo , ilusrdst&tìmorcllo . Et uefìi-
ti ne-
D* A M O R E. 127
tirichijjlryi.irfìente del loro proprio colore fchiatot
che era tutto carico a'oro , cr con pennacchi in cori"
firmità fuperhi'JltrnjC ne uentHanoa pie con le uifie-
re alte c^ con gh feudi imbracciati , ciafcuno deo^HH
li haitma nelmezjì un njotto rijponde/Ue al colore c^
aUinterìttone di chi il portaua. Hauea il Nero,
Constanti pectore; tl'Bianco , A e-
o^ V A L I F I D E ; f/ Turchino , D v e £ N T E
S Y D E R £ : ti ^K^ojfo ,PrOFVSO SaN-
ovine: ti f^erde , Aperto Marte://
Alorello , Interiori animo. Il Sig,
Guido ucfttto tutto di nero haueaparticularmentejò
pra la edata un -^^tlàte.cheregea il mondo [opra le
(palle con (juel dato , M a i v s o P v s m o-
V E o . come che fiffè Maggior imprefa il cercare
do ecrìi fhcea di cornjpondere con le operai ioni al uà
fio animo fuo per honor di T)ama yòin feruhio del
fio Principe , che tlfoftenere il mondo tslejfo , (^ con
cjuesio ancora fi confacea la jèrmezX^ mojìrata per
l*ififcrtt!Ìone dello feudo , Q-rper la unione da quel co
lore . c^fi come egli combattendo affentit amente (fr
con ferocità et gratta fi fegnalò col fuo appartato con
certo , cofi etafcuno degli altri AL ant enitori alla ìeg
giadria, alla bramir a^ (^ ali* accori eT^a moftrò qua
tofijje degno del luogo ^ del motto y che s*hauea pre
fo . // Sig, Luigi era il uerde , ^^ fi col colore , com&^
con l'efpofitione del concetto dichiarò con molto gar-'
ho di uoler farla fiiori ueracemsnte allafcopsrta , ^
A tutto tranfito ,IIS. Annibale , che fini Bianco «5
holfi
^
^m^^
la8 IL TEMPIO
nolfe tralignar punto dal titolo , ^ color fuo :percÌ9
che la purità , cr equalità della htancheX^a ti mojlra
uano dun coHanttjfimo , (jr fincertffimo proponimen
to . Il Conte Camillo effendo ti Rojfo dinotaua alcolo^
re , & alla nota del hreue , che la nfolutione fua s'è-
ftendeua tam^oltre , che ne'cafld'honore profónder eb
he il [angue proprio. Il Conte Vali a per ejfer il Turchi
no non meno col colore ceruleo , che con lapojitura del
le parole fignificò, che piglierebbefempre quel diritto,
^ honorato e amino, al quale la fi e Ila fua tlchtamaf-
fe . // Sig,Alej[andro,come quegli che era il Morel-
lo per afftmigliarfi al color del core,^ imitare la fua
propofia, picea conofcere quanto la lealtà , c^ ferui-
in , che era in lui , uenijfe dall'interno dell'animo. Gi
uà inanT^ a paffi lenti , c^ tardi , & con afpato al-
tero la Fama , che li conduceua al Tempio d'Arno^
re. Quefta Famahauea gli orecchi y le bocche , (^
gli occhi y^le penne oltre le due granài ali di Gi-
ganteffa , come e a punto deforma . c-r in particola-
re gli occhi erano difpofìi in guifa , che per It lumi
congegnatiui dentro fkceuano C effetto del uiuo . c^
quel che e pai fi come fi dice , che pian piano ella fi
uà ebollendo , (^ di ptcciola dtuenta alttjfima ; cofi
quefta entrò digrande'^a dt dtece tn dodecipiè , c^
nell' andar perii campo del teatro ne crebbe da cir-^
cafei, ingrojfandofimilmente tutta a proportione .
^ neltarriuare mojfe il capo con grauità , c^ gira
fofatamente gli occhi , & la faccia uerfo la deftra^et
fai uerfo lafiniftra, commouendo infinitamente quei
chi
D AMORE. I2p
che la mirauam . & poi che doma hauere la uoct di
wetallo y mandò dalle fie hcche ti jltonc- delle t roM^m
hi, che fuori u*o^m afpettatwne rimbombo improui^
famemedogri intorno . RaddopptojTi la uaghel^a
delle uifie a/I' apparire , che fecero le jet Maghe tra"
mutate in fei helltffime gtouaniytujl.te di broccato
doro con maniche larghe di iteli di fifa, CT d'argen^
to fottiltfjìmi con frangte d'oro, ^hurichetri di tablt
turchino, & d'oro, er co^i ^acconciatura di tefìa tan-
topiu comparifiente , cjuanto che mueuano ancora
nella memoria cjud capelli canuti, ^ horridi, ^
{juei herettiniy ér cujfiotti che haueuano quando era^
no uecchte.fi come la rugofìtà di sjuegli altri uifìren*
dea tanto piu leggiadra la delicatura di cf^efii . ^'Jci-
te fiori delle porte loro , CT mandati uerfo le grotte
gli animali, che al limitare le attendutano,dtri:(z,a'
rono gli occhi uerfo i fudati Caualìeri . Et la Ai.i~
ga dal Cocodrillo uoltataft alle compagne panò fn
quefio termine .
Sorelle mie , ùtfigna prepararfi
Per impedir , che qnei
Che di là, uengon uerfo cjuefla piaggia ,
Non arrimno al Tempio ,
Che poi che Amor non degna
Uingrejfo noflro], e da tentar ogni cpr4
Cerche non fi dimosìri ad alcun altro .
Et accennando tutte che la propofta fijfe molta
conueniente , per ciò e he era anche con firme a ijueU
lo che la Maga dalla Tigre hansa datocché douefi
i fi
1^0 IL TEMPIO
fé fhrfi, la Maga dalla l^olpe feguitata dalle altn
andò uerfo i Caualieri , ^ i cjuali dijfe ,
Caualieri noi fete fuor di [Irada .
Non uedete qudVena
*T endice , che nasconde
ty^gli occhi uoflri il Tempio , ch*à la cima
^Kjlnce , & non altroue ì
O metter ali , ò minar bifogna .
Et quella dalla Sfinge cofifijttentrò .
Caualieri uentte qua con noi .
Honorate con gli alti affetti uoflri
Quejlo noftro humil tetto .
iVtf quella dalla Tefiuggine mancò di perjùaderli
colmezo delle commodttà , dicendo loro .
Deh ripo fate alquanto ,
Godete fin chel tempo ueH concede .
Sempre s ha copia di trauagli^ (^ pene .
St perckefil non ahandonauano alle par ole lorOyCer-
tarono col far che [abito fi giubilaffe dentro dal pa-
lagio deltttofo di trattenerli : ^ cefi [entendofi una
melodia [oauiffima , la Aiaga dalla Sfinge tornò
A dire •
Sentite come ogn\n dentro gioifca ,
Sentite il canto , e ilfuon ; fete fi fieri.
Che ricufar uogUate
L'ajfettuofo inulto?
Bt mentre mojìrauano di fkuellare co i Caualieri,
^ di far loro ueXz.i con diuerfi atti lufitngheuoli ;
itfciuadal corridore pofio nelmez.0 una mufica , che
per
d' A M O R E, IJI
per hauere le Hole , & ejfer dì uoci alte , dr chiare ,
^ compofla di maniera che per tlptuprofiriua lepa
Yole dìHefamcnte fèrf(a romperle ,faceua ajfai berL*
intendere ti concento , tlqualera quefìo •
O tioi di bella pò lue
Et di dolce fudor bagnati , ^ tinti j
O mi y eh* Amore a quefla piaggia hajpinti.
Ter che uojìro camin qua. non fiuolue t
'• // monte che girò mai non/ìjòlue ,
-' «5"^' che il Tempio fi [copra ,
Se prima non s*adopra
Jlmezo di noi l^injè ,
Che con foani , & chiare fiamme , ^ linfi
Gli amorofi pen/ìer guidiamo a l'opra.
Entrate qua tra rifo , (^ canto , cfr fiffa :
^ouenm cifiinefia
Dolor , ne pen/ìer egro,
Ne de fio ingordo , ^jìolto ,
Doue (rialzai non uerna .
*£foue U mente e uota , e ilfenfofciolto:
E* ti del [creilo e allegro :
Et Pnmauera eterna ;
Et[emprefre[ca guancia, , & gioia interna -
Ma ueggendo la Maga dal Cocodnllo , che le corte
Jie non giouauano punto, percioche già effi ul [embian
te, (^ a igefli mofìrauano di non curarle , & comin-
ciauano a mouer i pajfi uerfi il Tempio^ prifiluctte
difizr con la jhrzji , ^ col tradimento quello chi con
ìoccultoartifitio vongli hauea potuto [acceder e. et per
1 2 tant9
l^^ IL TEMPIO
tanto ordinò cefi a quella dalla Tigre ,
Fot che non gtoua n le lufinghe , mtntrc
Le compagne It tengono a parole
Tu Ipmp a hmproutfo
I Advjiri adoffo a loro ,
j^ll'hora t Cattalteri , che prima haueano dubitato
d) cfuakìoe tnfidte ^ fentttotl furore de t Mosìn che
gltafjaliuano i fi uoltarono rapidamtnte contra di
Uro . Qucfìt erano fei Ahflrt , che tutti mandauano
fiori dmer fi fuochi. Due Chimere che dalle bocche
gtttauano fanille : dn? Centauri con ma'^Cy ^fcu-
di che d'intorno ardeuano : cfr due Serpenti terribili
di due tesìeii^ di fi pih , che con quattro andaua-
no , c^ teneuano i due anteriori tanto eleuati , (^ f
fktt amente li maneg^iauano y che par e a che uolejfe-
ro auentarfta i CauaUeri per intaccarli nel uifo . c-r
fiiceuano uftirecon le linguette loro più lampi . Da i
tre fpatij ajfai. ampli che reflauano dalla defìra ira
ti Tempio, c^ /* Edifitto , per ejfer due grotti nd me-
7^ deltuno y ^ dell altro, uennero una Chimera, urL*
Ccntauro,et un Sèrpente.dagli altri trefpattj fìtuati
nel modo medefmo uennero gli altri tre Moftri con
lordine iflejfo . l candieri impugnati gli flocchi, c^
feruendofi de gli feudi loro y ér wuiatifi prontamen-
te contra cjuefte fifrtte befìiey moflrarono tanta ar-
diteX^a 5 che le fecero andar ritenute . la onde la
Adaga dal Cocodr ilio ò come più maluagia , ò perche
haucndo ella confgliato le compagne a foper chiare
quella honorat a compagnia ^ era anche in maggior
anfictà ,
d'amore. 1^3
éirìftetà , ^firtemente dnhitaua dtit eccidio loro o al
meno di qualche JìmflrofiiCccfjO, animò U altre coru
^ucfìe parole .
/ Mojìri fon frgati ,
Su tolìotmmantmente
Mutiamo t Caualieri
In [affi , tn Jpechi , m finti , & in arhufti ,
Se non , Jìam rumate .
St operò arttficiofamente che in fu l punto, che i M§
flrifìrittrauanOit Caualterifijfcro conuerttti in ^«e-
ftegmfe . Il Nero giunto al uacuo ch'era fi a ti Tem»
pio , & ti primo grotto , fi tramutato tn un tronco^
«f , da cui forgiUAno due rami in luogo delle due brac
eia, che tlCaualtero nel tr a s firmar fi folleuò in alto •
WBtanco fi inghiottito dal grotto wcino che s'aper*
fi y & g^fò fioco , col quale ti tirò a fé . Il Turchi-
rio feguitanUo la fua fiera entrò nella. ff)elonca del
fecondo grotto , la quale fubito fi chtufe . & tutto
^uefio auenne dalla banda de si r a tn un tempo me-
defimo . altrettanto ficcejfe dalla finiHra pur in
^uefi mftante y perche ti 'K^ojfo diuentò albore, il
Férde fi tranguggiato dalla fiamma , & ti Mo-
rello rima fé conuerfo tn [pelonca . Pofiia partite
le Maghe y& re fiati gli animi di quei del Teatro
tutti fofpefi , fi ficero duplicate mufiche fi dt uoci ,
dr dt ftromenti fiìaui nel palagio delttiofo , come di
juomfìrepiteuolt nelf altro . Toco dt poi le trep rime
ufcirono dalle porte dell'una banda , & le altre dalle
forte àalf altra ,figntficando all' elettone delle porte
1 ^ ino-
IJ4 IL TEMPIO
i nomi loro per rifletto degli animaHyChe ejfendo re-'
fiati dinanzj a i limitari , haueano fittto comfcere
qual fijfe la propria flariza dt eia/cuna di ejfe.c^ho
ra tanto più fi dtjìingueuano ipoi che fecondo che con
usrfiro qnei Cavalieri, giunte in e a fa fi prefero diuer
fé bande di f&ta , (^ d'oro . ^ quella che hauea tra^
mutato il 'ISfero la tolfe nera, quella dal "Bianco bian
ca . quella dal Turchino turchina , & cofi di mano
in mano fi cero le altre . & in fegno delle hauute uit-
torie le teneuano legate al braccio frnislro ,ftche fta
nano magnificamente fuentolando . tappar endo ef-
fe di quefia maniera j la ^Maga dalla Volpe dtede lo
ro quello auifo .
Fatto ho ffiar da i JWaghi
Se più uengan guerrieri a (jueflo Tempio^
JE' intendo che con fldoldt Diana,
Ne uengono parecchi .
^ cui rtjpofi quella dallo Stru'^o ,
Mutiamlt in animali , in fiondi , o in faffi •
Etui fifubitooppoHoda quella dalla Volpe in tal
maniera .
jQueHo nonfipuofitr^perche Diana
Li faluerebbe da o^li incanti nofiri ,
Qui la Maga dalla Tigre prefi tal efpediente^
Tamtam più tofio ne fior primi ut fi
ICau alter mutati :
Et con la fir^a andiam contra lafirzji.
Et nonpiacendo ciò a quella dalla Teflugginejeficù
quefio interrogatorio.
D AMORE, X^J
Et fé i nimici fijfero più firti t
Soggiungendo
Dehlitamoci a goder queUiripoft .
Mafubito ut s' affacciò la Maga dalla Tigre ^
replicando •
Chi non ha cor non opri*
St cimila dalla Tefluggtne*.
Il troppo cor ruina*
Et l" altra .
JUteglio e ben ruinar.che mal giacere •
Tra cut la Maga dalla Volpe s^tntromife , & dij[k &
Stj quando non uifijfe altro partito ,
Etcheuuoiche/ifkcciat DtJfelaMag^
dalla Tigre . c^ ella •
luò , che poi che fieno i guerrier mfiri
u4Xz.ujfati con quei, che qua uerranno »
Subito li fkcciam con qualche fi aude
Di fiaccar dal conflitto , e*in guift tale ,
Che a disperder fiuadan nella Selua ;^
Ouernel Labirinto*
Tufmorz.a alquanto la tua ardente uoglia^
Et tu rauuiua ti tuo gelato [angue .
Temprate infieme i difi:ordantt humori «
Lafctate a me condur tutta la tre fica .
Confirmarono , ^ commendarono tutte queflopare-^
re: fi come a tfitfurriy & al moto del capo fi potè con-
ietturare . ^ fia l'altre quella dalla S fino e non filo
il lodòjna dimofirò ancora quanto beneficio ne potep-
fe ficcedere : & in ogni euento qual rtfilutione fijfi
J 4 poi
r^6 IL TEMPIO
poi da -farp . (^ quel che ui aggiunfe del fm fi
u4nXìdi iifueflo modo tutti quei
Che refleran perduti
Dipot faranno gh amatori nojlri ,
Et Jèmpre fé co h^urem uitagioiofa •
Et fé ueranci a noia >
Totrem pofcta cangiarli a uoglia rtoBra •
iVf cefi toftohebbe finito di parlare che (t udì rim-
bombare la Fama^ la cjual aggiungendo marauiglie
a marauigUe mentre che le enfi pajfate (i andauano
fncendo , era ita in su tra il Tempio , & la cofia al-
pefire in modo tale , che era par fo che uifijfe uolata:
Cf^falt tanto alto, che col capo toccaua alcuni nuuo *
letti eminenti fopra il grotto , che forgeua nel me^o
della facciata dell' Alpe , talmente che ueniua ad ef
fer diritta al Tempio , nella cui cuppola parca che
aggiunge ffe co i pie . Et cofi oltre che uerifìcauafl
ch'ella habita nel fommo de i tetti y & che col capo
può ficcar fi tra i nuuoli, fit uerifimile che ejfendo ui^
gilanttjfima , & offeruarrice , er riportatrice delle
cofe degne dmotttia fi fèrmaffe quiui , potendo, ^
dalla natura del luogo ^^dai ueduti cafide'fuoi fé*
guaci jfhr concetto d'altri grandi , (^ infolitifuc^
ceffi. Al rimbombo della Fama comparueper la por
ta del Teatro ti trionfi di 'Diana con fet Caualierià
pie, la quale tra un'Idolo di marmo tocco doro in al-
cuni luoghi della uè fi a fatta da cacciatrice, co Parco
nell'una mano,6t gltfirali nell'altra: & con tre tefte,
la
d'amore. 137
la de(lra di cam , la (i/iìjìra dt Caudillo , <y«f //,? dt me
Z.0 d'htiomo --ufi t co con la barbai . tra pofla [opra un
triangolo firmato con cani or ri liem molto uaghi,Ó'
tirato da dne pantere , ò parche ella trionfhtia del^
ledne fue auerfarie , che fono f^tnere & Pallade:
per ejfer l'ièna ripugnante alla, virginità , i* altra al^
thabitatione delle felae , [oprala bafe del triangolo
trano le ffogUe del figliolo di Venere , ilcjiiale e la fi
lafirz.a della madre ^ & dietro all'idolo caminaua^
fio legati cincjHe Satiri come inimici della pudici^
tia . & haueano nelle deHre loro eleuate le armi di
TalUde : portandone ctafcuno una di ejfe . CT era^
no la coral^a , la celata , lo feudo dt Gorgone , /*^<«-
jia c^ la ctuetta . & nella punta dell'angolo ante"
fiore era ajfifo un breue con tal motto S e M-
P E R IDEM, quafi che i Caualieri che la fé*
guiuano dinotar uoleffero , che fi come ella con tutto
che h abbia tre firme ^ trefituattonifia 0 in cielo , ò
in terra, ànell'abijfo , è però una tjìejfa, cofi effi in
ogni forte dt firtuna faranno fempre tmedejimi^uer
fo la donna loro : 0 pur anche uerfo ti lor Principe . 0
chef come ella in tuttHuerfi e perpetuamente cru*
dele , cofl habbiano collocato i*amor in donna , che
non lafci mai i* tnueterata dr continua fua crudel-
là . Mentre queUi Caualtert marchtauano uerfo il
Tempio , lefet Maghe , che erano entrate, ufciro*
no in compagnia dtfei Aiaght principali uè flit idi
broccato m habito lungo drjpaciofi et dtgra maejìÀ
et richexjji.i eguali ir ano il cote Fuluio Rangone , i /
conte
1^8 iltempio
conte Hercok E sieri fé Taffone , il conte Antonio d^t
Thiene, ti conte Scipione S aerato y ti fig. Marco An
ionio GdiuoiOy&ilSig. Vicenzjo Flifio , che perche
il luogo finto una piaggia folinga non comportauafir
wa propria di fteccato , firrono introdotti per accom^
pagnare i Mantenitori , c^ poter poi ancora , come
r ice ultori di Caualieri eterni , ef^tre co^ ì Venturie»
ri,tal che fìtto cjuefla coperta feruiuano in effettoper
Adaejiridi campo» Le Adaghe tenendo una bachet-
ta d'oro per ciafcuna, girono dt lungo a percotere i
due tronconi d^ i quattro grotti . Calzarono inconti
nenie i Caualieri infii la piaggia » i cjualt alle per cof
fé delle bacheite fiitteaun momento mede/imo fitrono
nconuertiti nell'ejfer loro di prima. &poi che le Aia
ghegli hebbero acce fi al combattere , abbajfando ad
effi le uifiere , & ordina do che t Adaghiferuenti pre
fentajfero le picche & i Maghi principali gijfero fic-
co, il che ejfeqmrono prontamente y ti Trionfò andò A
pofarfiuerfoil Labirinto . Et i Caualieri Fenturie*
ri y che erano ti S. "B or fio Trotto y ti S. Frane e fico» Ca
flelltytlSig, Bartolomeo Profpera,ilS. Giulio Mar
7^ y tlfig. Gto. Frane e fico Franco , & ilfìg. Aleffan-
dro Canani yportando ì^ armi con che doueano com^
battere yilche ficero gli altri ancora ; & uefìttifion"
tuofiamente c^ con pennacchi ricchififiimi,fii come tut
ti gli altri y che andar ano yuenendo yftrono in diuer-
fie maniere concertati conjpefia & tilatura infintta,Jì
ipinfero anch' effi inanzj . & cofifiu attaccata la pU"
gna . & rotte le picche pofto mano a gli fiocchi fi me
naron»
1
D* A M OR E» IJ^
narono parecchi colpi. & ue^gendo le Jlfaghe che
il conflitto fé guitana , ne ejjendocerte da qualban^
da dotte Ifejpir are la uittona , perda che comhatteua
no tutti corraggiofamente y. ne per anche s* inclina^
uà punto ne dall' una par te ne dall' altra ^ delibe-
rarono dt mandar ad ejfecutione quello che già era
fiato ricordato dalla Maga dalla Folpe . la quale
per ciò mojfafi & fatto che le catene de i Satiri , che
erano legati all' Idolo di "Diana,/! difciogliejferoycan
so che efjì gettate a terra le armi di Falladefe nefitg
giffero rapidamente , parte uerfitl Labirinto , par-
te uer fola felua, per modo che tre dei Cau alteri fi
mltarono aperfeguttarli uerfo Cuna banda ouecor-'
reuano , cfr tre uerfò C altra. & entrando i Satiri
nella fólta de t bofchi , i Caualieri fimilmente u entra
rono , & iui reliarono perduti , I A^antenttari che
Ji trouauano hauer ubidito alle Maghe (^ dall'una,
banda erano refìati nell'incanto conceputo dalle
trasfirmationi , ne poteuano perciò conofiere fé gli
abbattimenti fòffera con querela ragtoneuole ò fen-
za, (Schedali' altra godeuano di trouarfì inluoga
oue hauejfero afìarfempre in sii C'armi & fur di con
tinuo dmerfe proue cantra Caualieri diuerfì , con He
to core fi accompagnarono cr rimafero confeco . //
Infero andò con quella dalla Tefluggme , ti Bianca
con quella dallo StruzS^Oyil Roffo con quella dalla
^olpe , & ti Morello con quella dal Cocodrillo . &
le tre prime co t lor Caualieri andarono nelle fi ae fa
lite delia banda defira , & le altre tre s*inuii''irQnopa
ri mente
140 II- TEMPIO
rimente co t loro mrfo cjuellc dJLt fìntjlra. Tra tatt"
to r Idolo fi tirato dalle Tanttre nel Lahtrt?ito . den
tro del cjuale era apprejjo alla Piramide una mujìca
dt tante uoci (^ ^r omenti tali, chefìfkcea henijftma
fentire con tutto che fiffe foauijfima . & fecondo che
l'Idolo ui fi condotto diede fuori imfrouifamente con
fomma rtcreaùone di ognuno . Era all'incontro
uri altr a mu fica nella Seluaappreffo l*altra T^ira-
mide y che cfuando riceuea il trionfò che uigiua , ma
daua unoflrepitofo fuono da fiato , percioche feconda
che i trionfi de i Caualiert entrauano hora nel Labi-
rinto y hora nella Selua : cefi hora in queUo ^ hora
in cjuellafìficettano mufìchedi nature tanto diuerfe,
che fltrono fer/^pre differentijftme , Entrò dipoi nel
teatro iltnonft delle Amai^oni , che erano due guer
riere uè H ite , & armate nella maniera che fé ne leg
gè •^ ciafcuna hauea uno flendardo • nell'uno de
quali era firitto , Si f i d v s . nell'altro C v r
s A E V A / c^uella dal Stfidus conduceua un'huo^
moWuftco conuerfo dal uentre in fu in un cane . l'al-
tra tema ancor effa un altro huomo conuerfo medefi
inamente dalme'^o in fu in una tigre . c-r dietro lo^
ro uemuano due gran Ciclopi carichi di uarie tnjè-
gne , che fgnificauano uittorie ottenute , 1 Caua^
beri autori di tutto cjueilo erano a pie , ilfig* Itr an-
ce fco P er onde Ilo y ilfig. H Ippolito Speda , tlfìg* /<«-
corno Caualett 0 y\^ il ftg. Camillo Riccio , che per
quello che dai mofìrt & motti fi uedea affai chia-
rameme , mleano dinotare , che quanto effi erano
fedeli ,
D* A M O R E. 141
fé Jeiì, tanto la donna lorofitrouaua crudele. La Fa
ma riguardando cjucfto nt*ouo fpeftacoloper annon-
tiarìo diede gagliardamente tlfegno dato prima , c^
che andò poi fempre dando di uolta tn uolia.ee all'ho
raufcironole Ma^he dalle porte confuete y tenendo
ciafcuna di ejfeilfito Caualteroper mano . CT datele
picche dai deputati Maghi , nejegi^i la battaglia^
che poi che fu ridotta a ferrati colpi di flocco, la A^a
ga dal Cocodrillo [copertala teit a dt Melufa crap
prefentatala all'afpato de t f'^enturieri li fece rejìare
attoniti . nel cjHal punto i Muntemtori parimente
cefarono dal combattere , & dtfubtto tutte le Ada-
ghe fcendendo d^lla piaggia s'auictnarono gratto fa-
mente (2r con utfi affabili a cjuei Caualiert nmafìin
cantati y ò" It condujfero uerfo la grande armonia
che ueniua dalla Selna , oue andarono a dtjperdcr/i:
C^ dietro ad cffifeguitarono le jlmaT^m co i moflri
(^ Ciclopi loro . yÉlfuono delle trombe della Fama fé
cefi dipoi uedere ti trionfi delle Ninfi trasfirmate,
■ tunatn M dar aneto co i pomi d'oro, l'altra tn Quer
eia con le ghiande d'oro, CfT erano le figlie conttjle
co feta et arte fottdiffma.col motto bipartito a punto
. come cjuello della precedente tmprefa .perctocheat-
torno aìfiiflo del primo albero era un breue che conte
neua Nvlla AfFABiLioR,d" anorno
alfifto del fecondo erauene un altro wfcrttto N v l
LA CRVDEI. lOR. t Caualfrt che a cauatto
lefegunauano , furono il Caualier Taffofie, ti S tier
cole Giliiiolo ,c^US, Gio. Battifia Trotto , t quali
dtmo^rauano
i4i IL tem:pio
'^imoflrat4ano che ancora, che all'affato la dorine
loro fife humanifs, €ra nondimeno di dentro afprtjji
ma, &firìgeuafi che quesledue Ninfe per cjualc he
magico accidente fijfero diuenute tali, Tre de Man
Tenitori ufcirono daJiiJpatij che erano tra igrottiycon
iefoprauefle de i caualli fuperbtffimamente concerta
te , ne meno uaghe ^ ricche erano quelle de i prefen
ti Venturieri , ^ de gli altri che dt mano in mano
tennero a cauallo, & affrotati chefìjùrono infieme^
dopo teferfia frette ^foriofe trappaffate toccati fu
€on [officiente numero di colpi , quattro Seluaggi ufci
fono della Selua & con groppo fi lunghi baflomfimi
fero ò per sfrondare quei due alberi , ò per rubarne i
pomi ^ le ghiande doro . (^ alle prime percome ufce
do uoci miferahilidal tronco di mez^o , che rappre^
Jentaua una tefta conuerttta, i Venturieri danzati
i cauallt alla uolra foro , It coftrmfero a lafciar l'tm
prefa ò'aritirarfila donde erano ufciti . (jrperfe-
guitandolt per mal trattarli , andarono nella comu^
ne prigionia, ^ afuono dì mufiche ui capitarono me
defim amente le due T^tnfi . Il fignor Cornelio 'Ben'
tiuogltoacauallo auifofcoperto ,col morione inte-
fla^ lo feudo in braccio^ ripercotendo tarla unfuhi
to c^ furio fio fuono della Fama , entrò folo ^ apunto
nella figgta de i Cnuaìiert di qu ei tempi che andaua
no cercando uenture.tantopiu che il trionfi della fua
dama molto accompagnaua quefla fua tntenttone*
Stana una fìatua dorata y che eratimagine duna
'^ionnagrauefopra un %jnoccronte , dietro a cui ne
ueniuan$
D* A M OR E. t^^
-uenìuano due altri , (^ Umo portaua m:a terra c,n*
ta dt terrapieni & belloardi , che tutta ardena^l'al^
trofoficneua un caftelio con quattro torri agii ango-
li e^ un tornane nel me^o *&jì come i Rinoceronti
erano tutti carichi di diucrfi trofèi di riUeuo , &gra
uati d'oro che pendeuano loro da i fianchi : co/lai ca
piteìlo ,fiprA cui era la detta imagine ,fe ne uedea-
no attaccati molti altri . ^ in fui piano dalla dejira.
era la celata di Pallade , ^ dalla fmiflra il pomo di
Venere : in dimoflratione eh' a lei erano confacrati
tutti quei conquijìi : é* anche cedcuano le due prime
'Dee l*una di belleTjLa , l'altra di ualor incomparabi
le . queHo Caualiero ò che moflrajje d'hauerfupera-
te quelle fiere ^pot caricatele di quelle due machi-
ne , lequali ò haueffe tolte con tarmi a chi prima le
hauea.òuolejfe che dmotaffero le proue fue yòpur
che intendere per il e ajì elio gli antichi fhtti diguer^
ra,& per la città i moderni: come chefia , cifiicea
conoficere che la donna fua hauea il colmo dogni ec-
cellenz.a , c^ ch\ra degna che tutte le opere glorio fc
fijfero a fuo honore , Et ch'egli particolarmente ha*
uea dedicato a lei fé & tutto ciò chefiicejfe . la onde
il motto mfijfo nella parte anteriore del capitello ab^
bracciaua quesie cir confi an^e con quefte due amplif
(ime parole , V K i omnia, combattendo egli
uigorofiamente , q^ con prontezj^ C^ con quelfienfia^
io termine che conueniua a quella forte darmi ^fal-
tò fuori della felua un Caualiero a cauallo , che cor-^
rendo uerfo la detta imagine che sera firmata ap-^
prejf9
144 I^ TEMPIO
prejfo al Labirimo , par uè che at^ffe la fpadaper
firtrla . & in ^aeìl'inftame il Venturiero girandofi
centra di lui , nel uenir che ficero mfieme alle mani
di scarnerò fecondo il [olito y fecondo tlcjuale entrane
do ti trionfò le tnufiche fott entrarono , Sottentrò fimil
mente, nonfenza tlfolito rumore della Fanta , il trio
fi del Griffone , che flaua^entro duna nuuoìa : la-'
cfuale al primo apparire non daua fegno d* altro che
di fé fiejfa , ma (riunta nel mez^o s'aperfe alla ffroui-
Uà (pianto s^abhcffò , chefimde in ejfa ilGrtjfone,
che tra le ali reggeua una figura di marmo candidif
fimo , che non hauea che il capo ^ tipetto . fopra cui
pendeua un core di porfido legato ad una catenella,
che gli era attaccata al collo , ^fevViua di monile*
nel rojìro dell* augello era il motto .Hoc sciat
ILLA, cioè che ella ha rapito ti core all'amante
fio . oche egli glie l'ha dato (pontaneamente ; ò par
che ejfo non cerei altro fiegio al petto, che ti uincoh
^ mantenimento della fide fignificata per il core :fi
come la catena per la firma circolare dinota oltre al
legame una perpetua con feruat ione ,òpure che ama
uerace mente ,fich*€ tale di dentro qualfi moflra di
fiori , er l^ apertura della nuuola rijponde ancora
a queflofentimento . Vennero a pie con cjueHa inuen
itone ti Sig. Paolo Antonio Trotto , ilftg. Agoftina
orienti , ilftgnor Francefco Betto,^il ftg. Herca
kdelfig, Francefco Putti :& mentre che fhceuano
co i Aiantemtori ti debito loro . fiuide c^fifent t da
una'^delle torri del palagio d'acciaro un lunghijfi-
D' A M O R E. 14 J
fffo corno fonato da un Mago. & in ^uejla le Maghe
dtfcefero nello Heccato , c^ con maniere gentili me-
narono nella felna t Vénturieriyche erano fiati incan
tati da colui, & dentro tra dtuerfe armonie furono col
Grifone loro allegramente riceuuti . Et rtfonando
laFama foprauenneà cauallo ti ftg, Gio. Tomafi
Saracco , che hauea il trionfò dell'amor contrarto :
fignipcato per due rote tuna inanl^ l'altra , ch^era^
no ttrate da quattro , che haueano le teUe di Delfino*
firfe perche ejueHo animale e poflo per tadulatione
che € F amor finto . cjuafi che la [uà donna non l'a^
mi 3 ò [e pur paia che l'ami y che in effetto finga da^
marlo. c^fopra ti piano , che era tra le due rotejìa-
uà un uafo all'antica sìrctto dt bocca ^ dal quale fior ^
geua un lungo ramo di uitefecca attorniato dalt ede-
ra : donde anche ftconofceua Cuno amor uiuace , &
l'altro efimto . ^ dt qua , (jr dt là erano due corni di
douitia Ì*uno pieno dt fuoco chiartjfimo , t altro di
fiimo dcn fi filmo , che era profi-.mo , cr al pie dique-
fio albero era il motto , che dtceua , Q^ o M a-
G I s I N s E Q^v o R , alludendo alle due rote,
la prima delle quaji e come la co fa amata , & quella
che la fegue € come l'amante . ma perche fempre
che quella che la fegue fi ffinga oltre , quella che le
è inanz.i uà ancor ejfa, tal che non e mai raggiunta ;
dt qui fi figura la dtfgtuntione de gli animi , che mai
non s'umfcono.per modo che quanto pm t amante cor
re dietro alla cofa amata, tanto pih ella fé ne uà frig-
gendo, &fe e Untamente feguitat a :fe ne uà anche
K A corfo
146 IL TEMPIO
a corfo lento . er ancora che fropri amente quella /«*
cide^z^a del fioco , & quella opacità del fumo dino^.
tajfcro affetti contrarij etiche tuttania Uà ne i ter'
mini del [oggetto isicffo ; nondimeno fi può an -
che a^giungcrui che egli uoleffe dirCy che con tut^
to che fòffe hauuito a fchim , ejjlndo ti fimo un [igni-
ficaio della fchifi'^ai egli non defiiìcua però d'arde-
re con lafiammafua immutabile, la quale immuta-
htlità s*ejprime per quella chiarella . Hor nel tem
pò che il Caualiero fla combat tendo^ efce dalla Sdua
un Afagofopraun Centauro. cu" dopo alcuni mormo-
ra di parole aprendo un libro grida m lingua flraua
ganttfs.& al grido fuo [corre per aria con firiagran
dtfi. unoSpirtto nero.et cofi paredo ch'egli ficcajfe un
folletto nel e au allo M Caualiero che ui erajoprafiipor
tuto con due o tre gran [ahi n el Labirinto , nel quale
andòfimilmente il trionfi . & qtii' la mu fica fece ru-
fiato effato . // trionfi del Coloffo di (jtoue che hauea
tre tesi e , q'4ella di me^o di Leone , la deflra di cane
braccoy & lafint[ìra di Lupo , come quello che era di
crandeT^a ecceffiua non meno da fie, chealfegno del
la Fama fii fice conoficere . Hauea fopr a libraccio de
ftro Orione , & [opra il finijiro Califìo : che mofira -^
uano a'effìr [egni celefli per hauer ciafeuno di effi u-
na ftella [opra ti capo . Et perche fi prefiupponea che
fèffero ancora fegni magici , haueano firi^a di far
wouere il Coloffo che li [oftentaua . dal cui collo pen^
deua un bilance . Et [opra le tre tefte era queHa in^
fcrittione : Non a e q^v o s y d e r £ • ^«^-
D AMORI. 147
fiche fé ben Gioueferha. ecfu.thtàyé'giuflitìa perpe*
tua, non re Ri però che ad altri non dia una fiellafòr^
funata, ò' ad altri una contraria, dr t CauaUert che
gli uenitumo dietro a cauallo.t ^nali erano tlftg. H.r
cole Putti , i-fig, Cjf4.ido 'Baldo Putti , & tlftg. Her-
cole Saracco , uokano ihfirtre che inferunU di Da-
ma i ò in ^.Itri loro difgmfitrouauano poco auentU"
rati , Aia pojjòno anche dir dtpiu che quello che non
e compartito a mifure uguali, e da loro [apportato
fi incarnente : tal che nonfkrà lofdegno che conofco'
no nelle donne loro, che non uadano purfer,7pre man
T^i in amarle , d^ in foffrire i tormenti che pr.:on per
la fola crudeltà dt ejfe , fi come mei Cohjfo regge
quelle due ftelle, anzi potrebbe interpretar fi che an -
Cora che elle non fiano uguali , ejfendone una propi-
tia i (^L* altra immica , che nondimeno in tutte lefòr
fune fiano 0 prospere , 0 auerfe , effi intendono dt ejfer
co'fì antemente i mede fimi : nella gutfa che cjuella ma
china porta ugualmente cjueiduc fcgnt cclefìi tanto
d; [eguali . Il fine de tloro abbattimenti fi e he fé i mo'
fri dt gambe ^ braccia , ^ tefìe htT^arriffime uennero
contra di laro , tre dal Labirinto , ^^ tre dalla Sei-
uà :. (y- afahti i Caualieri ritirandofi tutti infame
uerfo la Selua^et effendo infiflattfe li i vrarono dietro»
et all'entrare che fece il ColojTo i defìinattfuoniftibita
mente fi fent irono. Il conte Federico Mn-oltOy il conte
Gherardo Beuilaccjua, il conte Annibale Montecue
colo^et ilfìg,Curio Boldieriyuocifirando la filma, en-
trarono d^ poi a pie col Trionfò delle dcogne , le qua
K z ti
I4S IL TEMPIO
/; erano quattro , ^ ciafcuna di ejfe portaua itt
Ju la fchiena un uafo antico , che le era legato alcol*
lo , (^ da due forgeuano due hafitcciuole , all'una
delle quali era attaccata una ghirlanda di fiori , ^
ali* altra il Caduceo di Mercurio:^ da due altri uri
arhofcello di mirto , & uno d'oliua , co i motti attra-
utrfo , Ore tantvm. Tutti qutBtfegni fo-
no pofli per la piaceuoW^a . Et perche la Cicogna
€ timagine della garrulità col legar [de il collo, fi uen
ne a dimoHrare che il garrire era impedito , & che
perciò fiuoleadire il contrario , che e la fkcondia.
donde ne nafce che il motto h abbia il fuo luogo , per-
cioche la uoce di Ore uà cofi all' afpetto come al-
le parole :per modo che quefii Caualteri hanno pottf
to dire che le donne loro al fembiante , 0 al parlare ,
0 uer amente all'uno, ^all'altro fono affabili , ma
perche il motto , che e l'anima fupplifca a quello,
che non fiuede nel corpo dell'tmprefa, ui aggtun-
fero Tantvm. infirendo che tamoreuoleT^a di
effe non era che efiertore . Tot et fero ancora fignifi-
care che le donne loro pareffero di fuori ptetofe, con
tutto che di dentro fiffero difpietate . per effer
la Cicogna ti fimbolo della pietà, portando le Ci-
cogne ^iouanetfe i padri uecchi . fi come quando e-
rano polli fitrono portate da ejfi . Quattro fer più-
fcendo tortuofamente della Selua > c^ dtril^ndofi
uerfo quefie Cicogne , i Venturieri che già s* erano at-
taccati co i Mant enitori , fi moffero per difinderle .
Ò' fhcendo i ferpi qualche refiflen'^a , (^ infieme ri'
tirando
D* A M O R E. I4P
tirando nella Selaafècero , che anche i Venturieri coi
feguttarle ut entrarono . Et p affando oltre il Trion^
fò , che teneua dietro loro, uarij injìrumenti rnupca*
Hi fecondo il foltto ti riceuettero . Succejfe nel fi ^
voro flrepito della Fama ti Caualier Verniero col
Trionfi di Mercurio , che oltre alla leggiadria del-
ì Idolo y era terribile per riffeito di quattro Leoni
ritti, che tenendo una jpada ardente con la T^m--
fa deftra , tirauano con le fintare VAra , fipra cui
ftauano in par HI G erione dal capo humano barbu"
to , & che nel re/Io hauea il uentre dtferpente , (jr la
coda di fior pione , ^ l'Hippopotamo . in fit i dorfi
de i quali era un piano , che fiflenuto da quattro co-
lonnelle focene a un Afer curio» che tsnea in capo una
colomba . Da i due angoli anteriori pende ano cate^
ne auolte a i colli del moftro , ^ dell'animale . (^ da
i due pofìeriori firgeuano due uerghe . alt una del^
le quali erano appefi dne mani , c-r ciafcuna haue^-
uà un occhio nella palma , (^ alt altra due pie di
Giganti trappajfatì da freccie : con un breue pen^
dentei da queflo piano in cui era firmo Non a-
Livs ARDOR. Non Ut € dubbio che queftt Hìe^
roglifici tendono tutti alla bontà , ma non è pe-
rò che non pattfcano diuerfi interpretationi . Si
potrebbe dire , che fi come e domata la rabbia di
éjuei Leoni , ^ fono feriti quei pie dt Giganti che
fignificano impietà , cfr fi^^i^i^^^ ^l Gerione, &
tHtppopotamo che fi pongono per la fiaude , ò'per
l'infide Ita: cofi dall'altro canto ipenfierifiano aper-
K 3 ^^*
15© IL TEMPIO
ti,& cofìformi alle opere mamfefle , & chiare . tlche
i comprefo dalle due mani occhiate, & tanto più di^
notando Mercurio l'operare , ^ la Colomba la puri
tà . cjuafi che nell'amore egli fia A* animo fchi^tti^i^
tnoi ^ che come le dette cofe arguifcono unafana in-
tentione , e? libera da ogni rio ajfaio > tale a punto
fia /* ardor fuo . Et potrebbe anche intender fi per
quelle quattro fiere armate di quelle fpade ardenti ,
che egh ama a ÌL". [coperta , (^ non con afintia ne con
fmulations , ddk quali due parti ejfe fiere , (^ fha-
de mancar. 0 pffattc^ . ti quale amore pale fé corrtjpon
de ad uni^ rrente purtf. , & candida che e dichiara*
tada tutte Ciò che e fopra l Arafudetta . Et [ì come
lintelletto porge alla uolomàil proponimento fuo ^
^ la uolontk con foperationi manda fiori la natu^
radeWinteV^no.cofquti Leoni f tirano dietro quel-
lAra, • VotrMefi parimente credere ych e ejfendo la
uirtH del ben operare una fola , ^ il buon fine utu»
Colo , // che è dtmoflrato da tutte quefle cofe che s*U'
nifcono in JHercurio : egli medefimamente habbia
Hn fùlo amore y fi che non fìamai per amare altra
creatura , che quella ches'elejp per l'oggetto de i pen
fieri fuoi . & con quefta figurattone conuerrebbe un*
altro fenfo , che fi potrebbe dare alle quattro fiere
armate dt quella maniera : che farebbe che ilCaua-
iiero haucffe finito qualche utntura , nella quale ha-*
Uefje conqmftato quelle fpade ardenti, cr domati quei
L eoni ,^ che fi fife rifoluto dt jhr , che effi le por^
t ajfero in fegno dell ' amor Juo perpetuo, nella gui-^
fi»
D A M O R B. l$t
fa , che ìneslirigtiibilee la fiamma che effe manda^
no • Et fc ben tra i lofcht delie Maghe erario ani^
mali 3 c^ n7oftrt dtuerfì , ó" p\i forte dt iricantagro^
ni} do fide fi pot effe dif.rahere iVcnturieri da i Jidan
tenitori , c^ tirarli ne i ccrfìmuni ih carni ,• nondime^
noverche elle depredauano , & conuertiuano i?ì pro-
prio ufo tutto ciò che ueniua m pcteftà loro , ornando
gli alberi , t^ / tati Uimprefie , c^ trofèi fecondo che
fie n'andauano impatronendo : parue loro di fieruirfi
anche de i propri] trionfi de i Caualieri perduti cori'
tra nuoLt altri Venturieri y aceto che in difpregia
d Amore con quelle arti ifl^ffj con che quegli amanti
Jpc/wuno di conciliar fi la gratta di lui , ^ d'ap"
portargli grandel^a^JTtceJfero effetto tutto alì'oppofi"
to , con impedire tprogreffi d'aitrt amanti , ^q- leua-
re\le tante pompe ^ che giuano per dar orn amento ^
^ pregio a quel "Temuto . Spinfiero perciò fitor del-
la Selua le due (»y4maz,oni , che già tu erano pene-
trate ,c^ le ficero uenir infieme a tenz^one, ó' alle
arme . per modo che ilCaualiero che fitrouaua alle
mane con un Mant enitore , c^" che fieramente com^
batteua,uifio il termine in che erano q^efìe due guer-
riere y fi ficcò tra loro yCJr nel dipartirle reHò nella
Selua affatata ; (^ al feguire del fuo Mercurio heb-
he ti fkuoredella mufica confueta , ^l fiato che la
Fama diede alle fue bocche comparue il Trionfò di
TroteOyCondotto daiT>uca, che hauea fatto honore al
S,Ludouico Gueriero gentiNoucmu uenuto col Due a
di Mantona, col pigliarlo in fua compagnia . Era,
K 4 Troteó
15» IL TEMPIO
Proteo un gigante marino legato, & chiufo daluert"
tre ingiù in una grotta , che a i conchtli dorati, a i C9
Talli y & alle gioie moflrana dejfere cauata da [co-
gli y 0 dirupi di monte terminati col mare . o più toflo
d'ejfere fiata ornata di quella maniera dalle Ninfe
che lafeguita(4an0yle quali erano le compagne diCire
ne y che i'hamano nel mezjo : ejfendo ella ueftita di
broccato purpureo imitante Coftro degli antichi,ch*e
ra colore cauato dalle capparoccie marine, c^ le uefli
delle feguaci erano di cangiante turchmofiegiato d"o
roy che oltre alt effetto del mare , che doueua ejfer ri-
guardato y alludeua a i colori delle liuree di quefìo Fri
cipe.Ifiocchiy& altri ornaméti del e apogei delle brac
eia di uelifintjfimi a'oroy d'argento , e^ di feta erano
infinitiy (^ gratiofi alpojfibtle. Sedevano tutte quefie
/òpra i dorfi dt cinqmGlauciyche co' p&ttifquammoft,
dr barbe yé" chiome hifpidey é' co ifitfiiyér code dt fer
fé diflrauaganti maniere fitceano chiaramente uede
requalififijfero ,cfr maggiormente ancora poi che
tene ano in mano le [olite lor buccine . La grotta era
tirata da un emine ntijfimo Elefitnte caualcato dal
pafìore cy^rifleo : & hauea m fronte queTto motto •
Qvi SEMEL \ì^i .0'qui fii uer ameni e grande
V alter atione deluedere, dr dell'udire .percioche Fra
teomofìrandodi conuerttrfi in fuoco , & in acqua,
mandò gran copia dalla bocca dell'uno , ^ dell'ai-
tra con pochi ffimo interuallo . ò' [ubito fatte quefie
wutationi la ffoglia d'un drago crebbe /it,(^il na^
fcofi in modo cheparue ch'egli diueniffc drago. & le-
uat$
D* A M O R E. r5^J
ftato queflo alletto rimandò acqua & poi fioco , ^
rejìò nell'ultimo ti Proteo fcht etto , fi come era appar
fi da prima . (fr tra tanto fonando i Clauct quelle lo-
ro buccine , le Nmfi cantauano in uocipieng &foa^
utjfime que fi e parole .
Lafi y eh' a un alma fola unafol uolta
Si da con un fai cor , colante dura .
Et ben che in giro fi a fortuna uolta ,
£tn uarte fhcciefi dtmofìri ofcura;
Tinta non h pero già mai nefciolta :
Ma rejìa come pria legata &pura •
Ecco Froteo nel laccio , eccofifcorz.a :
Ecco rtman ne lafua prima fcor'^a •
Queflo ueniua a dichiarare la qualità dell' imtentto
ne, la quale era che Proteo fife l'emblema de II a fi de.
(^ nella guifa eh' egli fiotto le terribili firme efieriori
è un'ifte^o , ^ pur che fi tenga ben legato , qualfii da
principio , t al riefice nella fine ; fi può figurare fìmil^
mente , che chi da la fide ad altri fi che uer amente fé
gli aftrtnga , per uariatione difirtune , ancora che
tutte fiano maluagie , non e però mai per dtficiorfi.ne
per uariare tefientia propria , che è l'animo con che
s'è allaciato con altrui una\uoltafolaperfempre.Et
efiendo ti Duca & Trtncipe ^ caualier di Dama,
ancora che da quei uerfifipojfa cauare una interpre
fattone fiuperficiaky io nondimeno non fi qualfijfepre
ctfiamete f intento fu o, A-ia poi che ho cercato d^ejpor
re tutto il refio al meglio e' ho potuto comprédcre per
no laficiar quefiar parte fieni,a qualche forte di ejpo
fittone.
154 ^^ TEMPIO
fittone , io non reflerò di dire , che hauendo io ueduto
0- intefo che fempre che è occorfo a queflo Signore
dtpigliare tmprefa ha tolto [oggetti che riguardano
a firmel^a^o a coflanz^a, o a lealtà, o ad altre cofefì^
mili 3 mi pare di poter comeiturare $ che accenni
qualche [ho concetto , che uada. percjuesìo camtno,ct
può acconìodarfi tal generalità nonfolo ali* amore ca
ualerefco , ma ad ogni altro termine di uer a amici^
tia; & intéderficofa già ejj'ettuaia^o da effatuarfìyO
che cominci, ouerotuttauia continui nell^effcttuatio
ne • Aloslrarono i Caualieri fegnalat amente la fie^
rel^a ^ garb atura loro & con quanto fenno com»
battefero . &giuano tuttauiapiufeguitando , fé non
che cinque Centauri correndo fiiori del Labirinto fi
lanzarono a quelle Ninfe per rapirle da i dorfi de gli
Dei marini . Ada t Caualieriper ributtare una tan
ta infolen^ c-r conferuare la purità del Trionfi in"
molata , reprimendo c^ canuertendo in fuga i Cen*
tauri y Jp infero icaualli dietro a loro fin dentro del
luogo d'onde s'erano dipartiti : nel quale fi^ in quel
punto fatta una mufica di misura gentiìiffirKo, , col
raccetxarfi Arifco ^ tutta la comttiua . Indicò la
Fama ti trionfi d'Hebe , quando fluide la fatua du
na giouaneitafopra un^^Aquila^che con la dcftra
tenta una copa da bere . &per aggiunta hauea nel
iafiniftra unftrpe : ^ era feguitata da fi Harpie.
^ dal collo dall'Aquila pendeua il motto D fi
DVLCEDINE AMAROR. il Conte Hercolt
MontecuccoU , tlfig. Vejpcfiano Mancini, tlfg. .
Scipione
dVa m o r e* 1$$
Scipione Giìiuoh , ti fìrr, G IO, Francefco Alnz^Tard
hd^il S, Hercole Afuz.z.ar eli i conduttori a pts di
ejuefla tmpnfaper rispetto ddferpe che e poflo per il
uclerìo , douiarìo uoler dinotare che la dolctffìma be^
uandii lorofò'Je ueltnata da ^ualc/j" fiero accidente.
la cut acerbità fi accreficeua per il fugavo non di tre,
rna dtfa Harpte . quafiche elU oue fi fingono trefolo,
mente ,fijftro duplicate di numero , affinchè dupli-
caffè ancor a latrila egualità dellafciagura dteffì,
(^ ben che ui campcggiajf affai accornodatamin^e ,
che lo [degno della donna amata , o la morte , o par
titafna , o la CHfìodiafeH£r>jfi.rna tenutane dafuoi^o
altro impedimento fimilefvfff: cantone di conturbar-
li : nondimeno tltrtfloprcfagio delle Harpie, ^ dm
proutfa acutel^ del mo>fo ddferpepo[fo>2o ptu tofto
tefìtficarelo effetto della gehfia : t la quale per ogni
minima fojpuwne ci trajigetl core ^^ ci fu fempre
dubitare d'affaipcggio dt cjtiello ch^ fia neramente*
tal che co* fimi doloro fi promjìict augura C^ partorì-
fi:e temenz^e ^ p afflo nt continue i (^ tali che la mal
uagità delle tre Harpie non bafiaua ^fe elle non era
no al doppio. Ouero cheilfirpe, che è anche puflo
per la pruden'^ può darci da credere che con tatto
che cjuefli C au alter ifòfftro auedun, p r cjtfanio era
poffibile, per non incorrere in cjHakhe wf gratta , che
nondimeno le male fortune gU hanno di già fopra-
prefiy ofono loro uictne yficoms cjuegU augelli tnfir-
nalipar che fiano arriuati , o chsa- 'iiitoo tutta uia
a Hebs . la qual come Copiera di Gioue può inttrpre
tarfi
156 IL TEMPIO
tarfi per [oggetto delitiofo ^ aggradtbile . & perche
porgea il uafo da bere , potremmo conietturare , che
quando fijfero tnpA tatto del godere la gratta della
cofa amata , che apunto all' hor a [i tr oh afferò inter'
rotti . la onde nefegue maffìmamente di cjueflo mo-
do , che dalla dolcei^ ne uenga l* amaritudine . ^
fi per cagione di Hcbe che non s'eHende a nego^
ctj y come per la parola , Dulcedine , non fi può buO'
riamente pigliar altro fenfi) che quello d* amore . ^
perche l'amaritudine e la propria contrarietà del-
la dolcez,z.a, & lagelofìa dell'amante è più contra-
ria al finimento d^ amore , che non è l'odio della co--
fa amata y col detto motto .giudicherei che fiffe af-
fili meglio a intendere la gelofia , che affetto al-
cun* altro . Nel combattere chefaceuano coraggio
famente if untano dalla Selua le Maghe dalla Pol-
pe (^ dalCocodrillo , mouendofi con celerità uer~
fo di loro i é'^^slU dalla Volpe e la primiera che
dice .
Deh Caualier ceffate da lapugna •
Deh uemte più tofto nella felua :
IJenite ad aiutar una donuella ,
Che con alcuni [noi s^h ritirata
Sopra un dirupo . per fìiggir la fùria
D'un mojlro , che uorrebbe tranguggiarla •
V altra contra i mede fimi •
Affai più honor uifia
A faluar quefla Dama^
Che di belkij^a non ha pari al mondo *
Che
d'amore. IJ7
Che trauagìiarmi qua confine incerto :
Et anche per cagionfirfe leggiera .
J Caualieri cennando di uoler compiacerle, ^ però
auuiatip con [eco alla Selua , fono ra ccolti con U lo
ro inuentione dalle mufiche .Venendo il trionfi del
Camelo,nonperche egli trionfhjfe , ma perche era
trionfkto , & difubito rifonando la Famay uidefiquc
fio animale di grandezx^a molto efìraordinaria che
ttraua una bafe tutta htftoriata in maniera helliffi-
ma ; a i quattro angoli della quale flauano quattro
palle aperte , che mandauano fiochi continui. & nel
mezjo era un gran cauallo imbrigliato , che tenendo
ipie di dietro fopr a il piano mouea con non poca am
rniratione gli anteriori eleuati qua cfr la alto ^ baf
fo in più modi . cr era imprejfo nelfiontifpicio della
bafe , I N Q^v AM tartem velit,/^-
guitauano a cauallo quefla imprefa il conte Onofiio
'B euilacqua , tlftg. Gajparo Monte , ^ ilfig. Leo-
nardo ^uoglio . (^ come Caualieri in amorati non
poteano rimoftrar altro fé no che la donna loro li tra
uagliaua nella gui fa , che a letparea.percioche qua
le il morfo al cor fiere , tale ella era ad ejfi , donde an
che ui fi appropriaua il Camello per ejfer obediente a
fopporfi ai pefi,ne meno erano pronti i Caualteri a
entrare fotto ogni carica fecondo chela donna, che
era la legge loro , hauejfe uoluto . Tre Maghe fi Jpic
carono dalla Selua in quel punto , che erapiufiruéte
il confitto tra ejfi et t Màtenitort,chegià sperano ga
guardarne te colpiti^ gridads fma,Socorfo, l'altra
Cavalieri
148 IL TEMPIO
Caitaliert . & la ter^a , Aita. , a.it£i , tenevano dte^
tra ad ejfe tre Caaalien armati fiwr che le tefte , co i
brandi nudi in mano ^ con gli fendi imbracciati . i
quali , toccando i Venturieri i camalli cantra di lo^
ro s fi ritirarono deliramente nel gr offa della firefla,
ter modo che fecero Fufato inganno , c-r mouendo(iil
trÌ9nfi uerjo il luogo jflejjò, l'alto concento che n'ufct
moftrò d aggradirlo . Per quella concert atione e ha
titano a pie il Conte Ottauio Landi , /"/ conte ^Cefare
Sacrato, il [ìg, Rafhcle Rajponi,iìfig. Giani Pafi
qualetto^ilS Gio, Battifta Ad eia : c^ per l'indi^
tio che Henne dalle [onore mei della Fama fi notifica
il trionfi della Montagna . la quale reggeua ne Hit
fommità una Palma , & dall'una banda un Leone ^
(^ dalt altra un Agnello y chetando corcati moflra
nano dejfer legati ugualmente a qriel albero . attor-'
no a cuigiraua in un breueito ,Neq^ve hinc
N E Q_v E I N D E • d" a« Mago tenuto Uretto da,
due Morifiguiua dopo di ejfa ,• ^ con unauerga ucr
deggiante , ch'egli andaua fcotendo daua fegno di
farla camtnare per incanto , & perche ella dtnan-
'^parcafiane ^ ripiena di fiori ^ d' amenità y d*
dt dietro fpogliat a di fiondi ^ tutta fajfofa & horri
da yfirfeche coflui era figurato perii uecchio della
Montagna . nella cuipoteflàfitrouaua quel'monte^
che daltun canto era come un Paradifo terrefìre c^
dall'altro come un* Infimo, ò- potea dar la buona c^
la trtftafirtuna a uoglia fua , fecondo ti qualfignfi^
€ato , diranno quefit Canalien che la donna loro non
D' A M O R B. T49
gli trahe ^impaccio, percioche nonfìrìfolue d'ucci-^
derli , ns di wuificarli . ma, con la tepide'^afia Itfk
languire ct* struggere a poco a poco . cr dicono per "
ciò , che ne di cjnà ne di U , cioè che ella , che ha in
mano la ulta & morte loro , non porge ne quefla ne
cjnella ; & chefimilmente potendo col difdegno ma^
ntfi[ìo trafigerli , 0 con la manfitetudtne rìftauraYli»
i qujili due affetti appaiono per il Leone c^ peri A"
gnello y non uuole effer ne difdegnofa ne manfueta.^
fi compiaci di lafaarlt tra due , parendole di quefta
maniera di riportarne la palma . T)al quale albe-
ro fi pm ancora cauar concetto , che uoglta inferire,
che quefìt canalitri , neper molìrarfi d animo cjuie
io cjr alhgro , ti che e notato dall*(iyfgnello e? dalla
fari e lieta del monte ; ne perfhrgli iracondi ^ ad-
dolorati , // che fi comprende parimente per ti Leo»
ne ^ per la trìfìa parte del monte , neper fopporfi
er cedere a quesìa donna & furia uittoriofa di loro^
poffonogia mai placarla , ofepnr alquanto la piega-
no y ella inguifa della Palma r i forge pm che mai ^
torna tutta in fé sìcjfa • Alenate le mani uiuacemen
te'o^ con buon modo per debito fpatio, la Maga dallo
Stru'Xzjo difcendendo per la piaggia fi fu incontra a i
Venturieri con uno feudo di terfo acciaro , tlquale ri
lucendo alla fkccia loro 3 mofira d'abbagliargli, (^
in quello effa Maga con le compagne li raccoglie He»
t amente , menandogli nel Labirinto tra canti et*
fuonigentiliffimi: tra quali fìt mede/imamente con^
dotta la Montagna • Non era anche ben cheta U
melodia
l6ò IL TEMPIO
melodia del Labirinto, chel*acutijfima'uoce detta
Fatnafice rmolgeregli occhi di ognuno al trionfò del
fHeJperidi accompagnato a cauallo dal Conte Her
cole del conte Nicolò Sflenfe Tajfone , \dalftg. Al-
finfmo Trotto , dalfig. Alejfandro Lombardtno, &
dalfig. Antonio Maria Zer binati. Giaceua un
giardino di (Quattro comparti [opra il dorfo duna
balena , che da gltjptlli della fronte gittaua acque
cdorifire in copia abhondanttffima , tal che nejpruz,
TJiua largamente fi le quattro giouinette ignude con
uerfe in alberi » che furgeuano dal mez.o di ciafcun
(Quadro, fi anche le noueMufe , che per ornamento
del luogo erano finte di [cultura. Appoggiato al gran
Cedro eminente dalmez.0 de i quattro quadri colbre
uè infcritto , Modesta lice, ftaua un ,fie
ro T)r agone di lunghiffima coda auiticchtato a quel
fijìo : ^ di più tefle ritte & ritorte : dalle quali man
dana fiochi continui & terribili . &una Maga fe-
dendo [opra il capo di quefio moflruofi animale dino
taua di fkrlo caminare co la fola uirtu delle fimpltci
farole/Tata era la horrtbilttà,che ueniua dalui[ag
gio ^ da % fianchi di quefia Balena , c^rfrmilmente
dalla jpauentofia prefentia del Dragone : & dall^al -
tro canto cofifrhiua cr graue & benigna infiemefi
dtmofiraua la A'fagafignora del giardino tolto alle
figliuole d'Atlante , & reggitrice del tutto , che la
fofitura del motto ueniua da [e a dichiarar fi . perciò
che fé ben ella in tante grandez^ fi rendeua humile,
non per queBo gU ejfati feguaci della potenza fua
appariuattò
d'' a m o r h. i6i
apparluarìo leggieri ^ne conuenienti alla cjHalità et ti-
no jpir ito ripofato . 'iy4dHnque l'a/ce'^(zjt della donna
di ejaefit Caualiert fiponea per non mediocre, con tut
to che nelfcmhiante uoleffe far credere ti cotrano . //
uago,c^ feroce co batter e de i quattro Venturieri beh'
he quefio fine, che i quattro Leoniyche haueano tirato
l'Idolo di Mercurio, depofie le jpade ardenti , parte
uenendo ritti, e^ parte carponi fi lanz.arono comra di
ejfi. ^ fi come due dal Labirinto^ ^ due dalla Selua
fi erano dtpartiti,cofiqua,& là da due Caualieriper
tuna banda, x^ da due per P altra a urti di cor fieri ,
& a tiri di flocco quafiche fèjfe una cacciata fatta a
queffe fiere, furono coflretti a ripiattarfi . cfr in quel*
l'effato che per la gagltardia , c^ dtfpofitione di chi
rapprefentaua quegli ammali fii affai marauigliofo,
gli HortiHefperij andarono nel Labtrinto,nonfinz.a
le debite accoglienze della mufica . All'entrare che
fice il trionfi dell' Hidra magmficato dal rimbombo
della Fama utderfiin uartegutfe eleuarfii colli fiuoi ,
^ ufcire ume,et frequenti fiammelle di pm colori dal
lefue bocche : dr tfferle attaccato alla coda , che con-
firme al gran uentre fitrouaua lunghi jftma, un Gì»
gante dijìefo in terra , & legatole con ambi i pie , il
quale alfigno dell' augellaccio , che gli beccaua neU
l'apertura del petto ^ fi daua a conofcere per Ti-
tio . Sopra la fchiena dell' Hi dr a erano due nidi in
faro con dentro alcuni augelletti, & in su l'uno , dal
quale ufciua fiioco , Haua ti Pellicano con i* ali aper-
te in atto di uoler più toflo ardere , che abbandonare
L i figliuoli •
t6z IL TEMPIO
i figliuoli . & su i altro un^uoltoio , che fi per cote a
nel co[ìato,c^ mofiraua di uoler cibare colfitofangue
quel [noi animaletti, Sorgeua tra i'un mdo,(^ l'altro
una gamba dHippopotamo . in cima acni era una
tefia di Cicogna d'oro , q^ la cingeua nel mezj) ^ueHo
wottoìAiHl FERVS SI FERA, llfig, Leonel-
lo Laue7LuolOy& ilfg» Fuluio Quisiello , che ui era^
no dietro a pie ,per quello che fi può comprendere fi-
gnificauano che fé la donna farà crudele ad ejfi qual
era quell'augello a Tttio , crudeli faranno ancor ejfi
a loro medefimi : come erano quegli altri augelli col
gire nella fiamma , & firirfi uolont ari amente . ^
■l'affetto trtbmto alla donna e contrarto all'amore •
Cfr tutto pieno d'amore e il tribuito a questi amanti ,
poi che conuengono con chi fi rifolue di anteporre ilbe
ne altrui alla ulta propria . Et hieroglificamente il
capo dt Cicogna h la charità. della maniera che l^im
pietà e dinotata dalla gamba dell' H'ppopotamo, Fu
rono i f^enturieri con l'art fido della Jliaga dalla Te
jiuggtne difìolti dai Mantenttori co' quali fhceuano
ualorofamente la parte loro : perche ella fi finfe una
dama che fijfe nelle branche delle Harpie , che già
trion furono con Hebe . c^ cofi trouandofi nella boc^
ca della S dna y & e fclamandofirt emente , i Ventu-
rieri y che uidero che le Harpie erano in punto per
diiìorarla , fi uoltarono contra loro , c^ fitgandole
(i girono a perdere nella Selua ifiejfa , ne reflò di gir
ui l'Hidra parimente . la quale hebbe l'ufato hono-
tede glt alttjfimi fuoni della firefia. Retterando U
fhma
d' A M O R E . 16^
. fama ti grido [no , occuparono il campo k pie il con-'
te Tomafo Sacrato , ti fìgn, Hercole Brajamla.tl S»
Camillo Turco , tl[ìg* ayilfènfo ^endediOy ilfign.Ca
nttllo Aionttno,<^ ti fig, Nicolò Pigna,che haueam
iltrionfidelLai4reto.il quale era un bofchùttino di
lauri , fhtto mouere magicamente da un drapello di
Nmfi 3ofchereccte, che dentro utjìauano . ^ i con-
torni fuot erano da uaghtffima contestura . Tutti gli
alberi fumauanOi mandando da diuerfi tagli pro^
fùmtfoamjfimiy ò" in gran copia : i quali non osìante
. i fuochi precedenti , che pur non mancauano di ma^
' teriefulfiireeytrappajjarono doga' intorno aicircojià
fii: C^ moftrafìdo d ejfere fiati fdmmatuil che fi chia>
riua anche meglio al motto pò fio infrante , che dice-
uà , Qvo M I N vs V E R E B A R . Da quejìo Lati'
reto , aie entrata , & al caminare che fce , ufctrono
impromfameute lepri , conigli , & qualche altro fi"
mtle animalucccio . & uolarono da i rami diuerfefor
ti d* augellef ti, Cy" perche il lauro con tutto che fi pon-
ga per intatto dal filmine , era nondimeno filmina-
to , fi iteniua chiaramente ad intendere ^ che tanto
più ti colpo era acerbo , quanto più parca tmpojfbile
che douejfe uenire : CT meno perciò fi afpettaua ,
et quefto e commune ad ogni sfortunato fucce^o Ai chi
nons'haueffe hauuto temenz^a . (^particolarmente
fi può reftringere a un cafo d'amore , quale farebbe
fé oltre ad ogni nofir open fiero, la donna noslra ci ha-
ueffe datA\iinaripulfa:o per inopinato accidente ci
fijfe slata iettata* & gli accidenti fono il maritarfi
L z 0 il
1^4 '^ tEMPlO
f ti fhrjl monaca , o altra cofa fimile : che non può
inturamtnte fapere, chi non pojfiede iintentionedi
chi ha prefo ti [oggetto . Euui ancora la fiancheT^a
dell'animo , che dall'altra banda tanto piH refìfie a
efueHa amrfità , ^^anto meno ne duhiiaua. & e qta
fio uigore ajfai ben ef^rejfo per la naturale re/iflen^
7^ de i lauri medefimi , c-r per la dignità delle anti-
che corone impenalt . Rifcaldauanfi in diuerjèl^f'
fi t Venturieri , che s'erano di già attaccati infume y
quando una compao^ma di huominifeluaticiy armati
di fìzcelle, c^ di pallate , ajfalirono il Laureto per ab-
bruciarlo . centra i cjualtinuiandofii Caualteri , ejfi
tirarono fiirtofamente alla uolta loro quelle groffe pai
le , che al giunger che fnceano in terra fifpaccaua^
no gittando faoco , ne potendo perciò Jgomentirli,
fi andarono a paffl pigri uolgendo parte alla Selua,
(^ parte al Labirinto, dentro del cjuale entrò il "Bo-
fchetto , dapot che la metà de'f^enturiert col dar la
fìtgaa coloro ui fu arriuata. fi come T altra metà
tenne dietro al rcfto per la banda della Selua . Ne
punto ritardò la mufica a far il debito ufficio . Fece fi
vagheggiare con Capplaujo della Fama ti trionfò del
Tempio dell' Eternità. il quale era moltofottilmente,
Cir con ricchifs. lauori adornato . // portauano molti
Cigni.che gli erano d'intorno, et due affai grandi con
uifi humani caminauano inanimi , che all' affetto
Pìoflrauano d'ejfere Homero , c^ Virgilio . Sopra il
primo che fojienea il Tempio , ftauano dinanti ad
ejfo due jìatue , Cuna era alla deftra un'Orfa in pie ,
col
D* A M O R E. 16$
col pomo di Ventre Ari una \ampa:Cy' ilcintolino del^
la medefima a trauerfo , ^ Cupidme al piedeftallo .
l'altra era allafinifìra una Venere fogliata de* [noi
fegni , (jr del proprto figlinolo. Cj era appefo alla por
ta del Tempio Victrici . amotandofi per mio
credere , che cjuelt^Orfa hauejfefupcrata Venere . ^
finT^ dMio, 0 per crudeltà della donna fua , 0 per
Callufione del nome , che qualfi frjfe il pereto io noH
so i uolfe deificarla in c^uefìo modo cfueflo Caualie"
re . ti (juale uemuA a cauallo y c^ era il conte Toma"
fo Calcagnino . Se gli apprefentarono in quel punto
ch'egli arde a nelcoriflitto due gran Ad aghi, ccn hir'
fute ctglia, é- harbe lunghe, er bige, & tenendo l'u^
no la Califto del Trionfi del Coloffo , la cjuale era a
punto una Orfa mejfa cantra cjueff aìtra:^fimilr/jen
te tenendo t altro l'Orione del trionfi medefimo: di^
ceua l'uno y
T>a parte di CaLjìo : ecco Califlo .
Et l'altro diceua .
"Da parte d'Orione : ecco Orioni •
Et foggiungeua l'uno ,
Ctjji la fi ria hor hora :
%^eplicando l'altro .
Ceffi la fir^a hor hor de l'arme uofìre .
Et co fi con la uirtu dt quello incanto fecero ch*egU
defifleffe dalla pugna, et raccolto dalle Afaghefit con
dotto col fuo Tempio nella porta del Labirinto . dal
f^uai fi mandò un canto , C^fuono dolctffimo . Col
trionfi d'Harpocrate , 0- coi rifonante tndttto della
L 3 Fama
l66 IL TEMPIO
Fam^i fi ne uennero a pie US. Galea^o Giliuoloy ip
S. Jì^^Jiritio Zainbotto yil S. Galeotto t*y{uogaro»
US, Alberto Aiiogaro , qt US. Taolo Latwfo, Era
tortaio Harpocrate da una Hiena , (^ un altra gli
por tana inanl^ il Candelabro alC antica pieno di ra-^
tni illuminati da linguette dt fioco, col motto attra-
uerfatOy Tv mentem atqjv'e animvm.c/?^
uiene a dire auslhime illuflra l'aria,{^rper uariatio-
ne dt tempo non ceffa di Jphndere : la cfuale inflabili-
tà è dinotata dall' Hi ena ,&tuci allumi ttntellmo,
C^ ci rischiari t animo . per modo che ne la noftra in-
t emione che e di firtùrti fi cangi mai , ne s'abbajfd
mai l'animo noftro yChee di ftar falda in tutte le fir~
tune . (^ quefìa [offcrenXa e tejitficata majfimamen-
tèda H^irpocrate,che col duo alla bocca, accennane
do il Silenti 0 , uuoiinjèrire, che fi [apporti fenTLa ram
marico tutto quello che auiene , Ouero che come ti
Candelabro dinota il tempo della notte , & la Hie-
na la mutatione d,ell*ejfer di noftra ulta , & Harpo*
orate l' impedimento della reffiratione, cofi quefti
Caualieri uogliono far comfcere , che la donna loro li
tiene in continuo trauaglto di mente , c^ d'animo ,
fen'^ lafctar che giamat rejpirino . UHidra , che
dopo hauer triùnfhto di Tttio sera imbofi:ata nella
Selua , al pronto menare delle mani ^ che fziceuano i
Venturieri y fi dtft ano y & asfaltatili in gutfa molto
horribiky^^' di poi retrocedendo con lefue bocche pur
fempre uolte a i ui(ì loro , //" conduffe nel [olito ingan*
no . AndouHi parimente ti trionfi diqueHi^il quaU
d'amore. i6j
fu [aiutato da uario flreptto difuoni heniffimo concer
tatiJn tanta uarieta d'animali, capricciofafu utra^
mente la firma del trionfi delle Fiere y che dato cheb
he la Fama nelle trombe , fi fcoperfe di queìtama^
niera . // S. G tulio '?{jgrifioh , ti S. Giouan Bat-'
tifta Saracco } tlS. Giulio Aforo , Alihnfo Magno,
C^ il S. ^touanni Anghiara a pie , menauano [e*
co una donz^ella , che caualcaua un'Orfo, ^ con
due fili, & non con altro tenea dall' un lato un Bafili-
fio di mofiruofità inefpltcabile , chegittauafiwco . ^
un pefce dei marglatiale fktto con molti ptc , (^ con
ali quafi diptpifirello y & con la tesi a coronata di
punte di corna,^ con tre code di egualità molto (ìra^
ne : il ijuale da ambe le T^nne uerfa acqua in abbon^
dato . ti mot to pendente al collo dell' Or Jo era. Sic
IV DOM I N A . O c^^ la dama loro con la dolceT^a
degli occhi fuoi , & dell'angelica [uà fkuella affre^
najfe\i lor animi, per disf erati chefijjero: o che la te"
neffero per più orgogltofia, (^ cruda, che lepiudijpie"
tate fiere che firttrouano. La uia che fi tenne di difi-
giungere i Venturieri da t Aiantenitori , fu quefia •
che le Ninfi Marine , & le Bofchereccie , che erana
capitate ugualmente al Labirinto^ne efiono, CT man
dando fi tnanù i due Cigni da i ufi human: ^ch^ iuifi
wilmente giunfiro dopo di eJfe,cantando,Gr iagnan"
dofi affettuo[amente fknno col lufirghawle auto lo-
ro che queftì Caualieri fi incantino . Le parole del
canto , eh* era molto chiaro furono quejìe precfic .
L 4 Laffù
tét IL TEMPIO
Lajfo che morta e la ptetà per noi .
Nonuedete chefnce ajltlUasltlla
■ L'alma perglt occhi a tutte noi dijìtlla ?
jìrdiam del aofiro amor : ma tlfisro asfato
Da ijudy che più bramtam , piti ci tien Imge *
, ha fiamma eh' e nel putto ,
*]S(^oftro calar utfibiimente emurtge:
Etnoidanoidifgit4nge .
. Et s'al crtidel incendio non s* aggiunge
■ hadefiaiainuandolcefauilla.
Ahi y eh e di uita.in noi non fiafcintilla .
IQon e più fpirto in polfi , o [angue in uene :
Tanto ne jirugge famorofo fòco .
7S(e ci resia più fpene ,
Fot che il duol che ne sfitce a poco a poco.
Divietati, ut e un gioco .
Ada [e mtfere a uoi piacciam fi poco ,
Tu Morte uien , deh uien Morte , & tranquilla
J fofptriy onde il nofìro cor sfumila .
JMentre che ^uefìa Ballata era cantata dal Coro del
le Nwfè in mufica con firme alt" afflttt ione delfogget-
toje Maghe calarono giù dalla piaggia, & perfua"
dendo t Venturieri a non uoler effere la morte di quel-
le damejt conduffero uerfo il Coro medtfimo^nelqua.'
le effi dipoi fìirono introdotti.St tn quella che una par
te delle Ninfe gli accartl^aua , ^ l'altra a concor-
renza ufaua loro atti cortefifs. le Avarine comincia-'
Tono a cantare : ^ alternatamente rtjpofero le 'Bo^
fchcreccie . // che fu a pum o in quefìa guifa .
d'amore. i5p
N. M. Ne laftagton chepttt dtfcopretl Sole,
O piti manctenfopra la terra l'ombra ,
O HeHtr, off abitar commeta i bofchiz
Et nel tempo che nafce , o mor la notte,
O ti giorno e in corfo , o ti corfo e de leucite >
Non è diletto al par di qnelde l'onde •
N. B. Quando fiuede roffeggiar tra laonde.
Si che nefpunta , o uts^atìujfa ti Sole :
£t reftan uinte , o in libertà le fi e He :
E^ al'hor che i*ah alUrga oflrìnge inombra:
O che il dì già saggu Agita con la notte ;
Non e diletto al par dt quel de i bofchi •
K. M . Son fel^e di corali i noftri bofchi ,
Et le campagne qu&te(^ luci^onde ,
Ch'ai fiammeggiar de i lumi della notte,
E' a gh alti (^ baffi rai che mhra ti Sole ,
Scotano a l'aria d'ogn intorno ogni ombra.
Sembrando tn uiuo argento aurate fi elle .
K . M . Vincono t fiort di beltà U /Ielle ,
E'ognifimeraìdo i uerdeggianti bofchi ;
Che con gli air eri rami ^ la dolce ombra.
Che non tnuidia ti tremolar de l'onde,
Troncan la luce & lefaette al Sole :
Sembrando a mel^ ti giorno opaca notte •
K. M» Se neldt chiaro tenebrofa notte ,
£t fiero uento ti mar ffinge a le (Ielle ,
O nel L eon col Cane arrabbia ti Sole ;
Jn tfolatefon uirgultt & bofchi ,
Ouefenla timor d^ le\ tnfi'ondc
farei
170 IL TEMPIO
Farci ^ Tritoni ci godiamo a l ombra »
K.B. Portando t a ffrouerno horribil' ombra
Et neue cr ghiaccio & tempejiofa notte »
O ruinando a noi le torbid'onde ,
Ci dan V arena pìn benigne flelle :
Onefir de [^albergo rio de' bofchi ;
Satiri ^ Fauni ci godiamo al Sole .
K. M. xAncor che breue ^ tepidetto ti Sole ,
£' a chi [ojferuafìa noiofa^ l* ombra ;
Et degli Efliui honor sfiondati i bofi;hi
Jnfcoglio, 0 in alto mar cantiam la notte •
Voi quando ti di fu difpartr le fieli e.
Vari pefci cacciam tra litti é* onde .
N.B. Benché troppo ritardi a ufiir de tonde ,
Etpofcia tofio ut ritorni il Sole ,
Tal che il regno maggior fia delle ft elle ;
Jl canto al fico inganna , e* accorcia l'ombra •
Et poi che a l'alba fi ne uà la notte.
Varie fiere cacciamtrapoggié' bofichi .
N . M , Leualli,i piani &le montagne > e*; bofichi ,
E'i nudi e ampi de le mobil'onde ,
JSfelpoco refrigerio de la notte
JSlon han ripofioper l'ardente Sole :
IJnfindo herbofio , una, spelonca e t ombra
Che cifiouien ne l'infiammate fi eli e .
N.B. ayìrdano tutte a uoglia lor le /ielle
Adonti y colli ; pianure ^ uallt (^ bofichi t
ZJn*antrOiUna capanna , un finte y un'ombra t
Vn Tuficell&ttQ con lefiuefiefich'onde, .
Fa
d'amore. 171
Fatantafir'^ al dtfpi(^ato Sole ,
Che cifomen più che ben fredda notte •
N. M. In ben tranquilla (^ rtdggiadofa notte
^enfammo annouerar tutte le fi elle ,
Et quanti gran di [abbia sfèrci il Sole 9
Et quam e fòglie infeluin prati & bofchi ;
Quando gli habitator de le chiaronde
A celebrar togliemmo a fi bell'ombra •
N. B. Solido corpo uana^ fhllace ombr a
A gli occhi nofìriparue in cieca notte ,
Et fermo folco il fito equal dei onde :
E' ti lampeggiar del ciel , cadenti fi e Ile ;
QuatìdogU habitator de i uerdi bofchi
A celebrar togliemmo a fi bel Sole ,
N. M. er B . Afa prima accefo il Solfa da le felle ,
Che per loda r i bofchi é^ giorno & notte
Et l'onde ancor , dir fé nepoffa un'ombra .
Al finir fi dt quefìa conclufiione nel tempo che ella fi
andaua cantando da ambtdue i Cori , ognuno con"
giuntamentefe negli tra quelle ombre tfleffe , dall^
quali le Ninft fi erano leuate , Ct piegando fi le Fier^
pur a quella uolta j nuoue h armonie d* inftromenti
diedero cagione di nuouo diletto . L 'impetuofa fòr-
zji delle bocche della Fama dirr ìzjlo le uifte de t ri»
guardanti al trionfi d'Etna , & alfig. Hercole Fio
6nea Obtz.z.o y che a cauallo fitrouauano confeco .
Giaceua Q^fiemeua ineme Enceladofi fotta una Aio
tagnaaiprtfe. c^ pendeuangli capo , braccia, & ga
hefiiort di effa , (^ dalle fij[hr€ donde pende^anoyufcì
uam
172 I L T E M P I O
ftano continui globi & fpinti dt fiamma tiariamert"
te colorata , conprofpato non mm uago , che ttrri
biU .Dinanli^anafeàenào un fiume y che uerfaua
acqua urna dalla urnafiia , pofiagh fìtto ilgombito,
dondefifirmauaunno e ?l fóndo inargentato y alla
CUI bocca era uno fi:oglio che impediua l'ufi:ita.i^
fopra lo [cogito fhceuafi rimirar e unabdlijfima da-
migella , che al motto delle mani mofiraua di fitr gi-
re ifuella machuiA , nella cui fronte uedeuafimfcultty
Modo ^dsis. Dall'una banda del rio liana
no due trofit , & due altrt dall'altra : tutti, appefl a
quattro porte colonnate . Q^ejìt erano alcuni fegni
delle uirtìiyche uengono da buon con figlio or da gran
core, C^ erano perciò il Capo d'un Elefknte & d*u-
na Grue : & tpie d'un Leone ^ d'un Aquila . Do"
ucitero hauer riguardo alle dame loro con quel mot-
to . perciochepur che elle uolejfero jhHorirh,fì confida
uano che la fiamma in che ardono mente meno di
quello chefkceffe Encelado in Etna , e?* ilpefo degli
affanni, da chefifentonopiu aggrauati,che non era
quel Gigante da quella montagna yfì haueffero tan •
to a raddolcire , che nonfòfferoper affiigerlt : i^-r che
lo foglio y che e l'impedimento delle loro più degne
dr grandi operatiom , fi doueffefubito leuare , (2r U
filarle ufcire c^- apparire , ^ correre Uberamente
ogni uolta che effe damefò[fero corte fi ad ambedue
della fèliciffìma gratta loro» Nonfì farebbono cofito
fto diftaccatt dai fiero abbattimento in che mamffia
uano Hsro argumemo diarie & digenerofità , f non
eh:
d' a m o r e. 17^
thecorfero centra di loro cjuattro Satifi, due dal
Labirinto (^ due dalla felua . ^fonando corni acu
ttjftmi cercarono con l'efìerefhttione dtntormarli,
(^ non ^tou andò cfueflo , però che i Caualteri feguita
uano gli ajfaltt pm che mai ^ diedero di piglio ad al-
cuni ma'^afruflt , che haueano alla cintura , dalla
fommitÀ de cjuali pendeuano uarie catene, che negli
ultimi annellifofientauano dtuer fé palle di fèrro . ^
di cjuefia maniera cominciando a uoler percoterh
fiiYono fharra^liattin un [libito . ma tn guifa tale,
che l'uno dt' Caualieri ne cacciò due nella Selua^oue
andò anch' egli a reìlare : & àue altri ne caricò l*al
irò uerfo il Labirinto y doue egli parimente fé ne gì
infìeme con Etna . a cut nonfii fcarfa la mufica dun
cortefiffimo reccuimento . Rwfòrz^ando ben muamen
te la Fama le uoctfùe yfìfpinfero tnanz^i a cauallo ti
Canaher Riminaldo , ti conte (*y4'U(fandro Romeo
Cr il come Aluarotto col trionfò del Fulmine , ti qua
leflaua coricato [opra una tauola fatta (^ ornata
garbatamente (^foflenuta da un piano magnifìcen -
tiffimoper lefoperbefaltte meffe a figure ^fifìoni co
fperfì d'oro : cjualt erano ufate nelle confecrationi de
gU Imperatori ,^ di dietro erano fopra un*altro
piano alijuanto inferiore , dueflatue tn guifa dt due
Frouincte con le teHe turrite col giogo dorato al
collo , che le accoppiaua . Pendeuano d'intorno al-
la tauola l'arco u* Apollo , lo flocco di Marte , il
tridente di Nettuno , la claua d*Hercole & altre ar
we d'altre deità, (^ dalla porta anteriore ti motto
che
;I74 ^ ^ TBMPIO
'che dtcem , Speivgvm svave. ^ti-
ranano tutto quefìo co certo quattro firoctjjìmi Aqui
ioni, che ne t roHri portauano trami dell* Oltua, De
pofii li [degni della dama lor o , che pojfano afpettar
face lé-' tranquillità , c^ che tra tanto giocondo fia
il refrigerio della nobili fs.feruitu che fanno ^ poi che
tanto altamente Ihaueano impiegata , dimoftraro-
no confegno mente men chiaro , chefontuofo , tfudef
ti tre Cavalieri . Già per afaijpa tio sperano leggia-
dr amente & con debita ferocità trauagliati , quan
do eccoti che tre Centauri [aitando dal Labirinto ti
rano con le mani deflre uerfo l'horride barbe, ch'on-
deggiauano al petto , le corde degli archi , che tene-
uano eleuaticon leflniHre ; &[aettando più sìrali
contra i Venturieri , pajfano rapidamente nella Sel-
ua . Jndignatifii Cauaheri per tanto wfalto /prona
no i caualU a quella banda , & fùrtofam ente gli uan
no tuttauiaperfeguitandofn dentro de i pm denfial
beri di quei bojchi . né* quali ir appagando gli A qui
loni,fu di [ubito ripercojfa l'aria dall' h armonia •
NeU' apparire che [ce il trionfi di Cerere, che [opra
un uaghiffimo carro , tirato da due draghi , alle cui
bocche non mane auano mai fiamme nuoue , pare<t
che co i due tronconi ardenti giffe cercando la figliuo
la , apparuero pmilmente a cauallo al rimbomban-
te fuono della Fama ilfig» Antonio Galeaz.'^o 3 enti-
uogUo y ti conte. Guido Calcagnino , il conte Cefare
E(ien[e Taffone,^ il Capitano Hippoltto yianluca.
& fi dalla prt[entia della Dea , come dal motto, eh' e
rain
D AMORE.- 1-75
ta in un'ornamento del projpetto del carro : & conte
neua ,Sic te per T£Nebras,7/ ueni
uà a dichiarare , che fé Proferpinafit cercata dalla
madre ^er tutto il mondo , C7' anche al dif^ato de i
luoghi inacc€(fibiU , che cjuefil Caualieri in tutte le
auerfità , dinotate per le tenebre faranno indefijfi in
fegmtareper l' antichi ffìma traccia loro diferuire la
donna amata ^ dt obedirla , con Ctfporjì ad ogni
eHremo periglio a t cenni fuoi . Non erano ponto pi
gria dimenare It fiocchi ^ne punto mancauano di
fhr cono fere quanto f^ero degni di ejfcr fruitori di
dama^quando cjuattro Caualteri armati all'antica,
(^portando ma ingroppa quattro donne , che erano
(Quattro Adaghe , partendo della Selua s'inuiarotio
di galoppo uerfo il Labirinto . & all'hora gridando
le Aiagbe , Siamo le donne uojlre 0 Caualieri ^ i Ven
turiert , che f irono ingannati da ejfe (jr per nfpato
delle malìe , le credettero uer amente le donne da lo^
ro amate , tennero dietro a queHt , cheuia le porta-
uanofenl^ più punto fermarfe contrai AdantenitO'
ri , ò' ì draghigli andarono feguitando . i quali al-
ringrejTo dei Labirinto hebbero il replicato 3 ma non
mai fatieuole intrattenimento delle mu fiche . Comin
dando ti trionfò delle Sirene ad inacquar lo peccato
per Nntrata che fi cero a pie il Cote Hippolito Stro^^
^ , il conte Baldaffaro Macchiauelli , ilfig* Gir ola
mo Fabiano &ilfig. Diamante Diamanti, gonfiò
la Fama lefue esercitate mafcelle : c^* fi raffigurò in
unfubito ma larga Fontana^ dalcuimezjaoforgeua
un
175 IL r 1 u P t o
unfiislo ornato di più bocche , che in piugutfe finde-'
unno acqua continua . c^ quattro Sirene con tutto
che ui fi[fero dentro legate, noncejfauano però mai
di difperdere con le mani & con le code Inacqua , che
nufciua . la quale per ejfer odorofa erajpejfe uoltegit
tata uerfo chi l^aggradma . 'Due buoi che haueano
la faccia di leone ttrauano quefio leggiadro ^ alte-
Yo uafo . c^per il motto intorto aldatofkfto , che era
Corde tamen svavis, fìueniua a di-
z.iff'erare ilgrottefco di quefla firma d animale, per'
Cloche la uirtu della terra intefa per il bue e eccitata
dalla firza del Sole poflaper ti leone . c^fi come effa
uirtU y con tuttoché non appaia , potrà nondimeno
col tempo ejfer tirata alla circonfirenz^a : co/ila don-
va [erutta da queftt Caualieri , fé ben per anche non
da inditio alcuno dell'amor fuo , non e per quejìo che
dentro dell animo , che e gentiltffimo , ^ perciò at'
tijfimo ad accender fi ^ non Htano dormendo Itfpiri'
ti , che pò: ranno ejfer un di fuegliati . Et cofi pari -
mente quell'acqua che e confumata dalle Sirene mef
fé per la difiruttione , per poca cura che fé ne tenga,
non € che non habbia da ufcirne continuamente ,
della maniera che faranno le opere de gli amanti, le
quali quantunque fiano fiufiatorie ^ come gittate,
an deranno anche però feguitando colfoUto corfo fin
z^amai interromperfi , O che dalla donna flutfca
unagratia perpetua: della quale ancor che gli aman
ti non fi Ano partecipi confegnt ejleriori per efirinfe^
co impedimcnto,come di non poter parlare y 0 con-
ucrfart
D' A M O R 1, IJJ
uerfare con Ceco p.r nfpato di quMoe infortunio , o
per propria colpa di cjnét che n'hanno ìlgouerno/fiel-'
lagni fa che qucll^ Strene turbano hfitodtcjuell'ac^
ijua /non dimeno ffrédaj-iofìcundi pot:r goderla una
uolta^pot che ejfa dertua dal core, lì come t! finte dal*
le uifcere della. & effendo la gratta ti frutto del^
f amore : or ri ^^'^ animala fruttuofo yfi come la uio^
lentia futt a allagratia, a -fin che apparifca e il LeO"
ne , che pereto fra mila fuccta , cìr non altrou: , ne
farà nata la fud&tta fórma indicatrice di cfuelme^
defrmo y che e frgmfrcato dalla Fontana, 8t uoglio
credere , che i Cau alteri dt queHa fifla habbiano irt
un ifrcjfo trionfi moltiplicati i foggetti per dargli ti
debito corpo , c^T n^agnifrcarlo come conueniua , non
tjfendo quefre loro tnuentioni in guifa dt fimplici
imprefe , ma di pompe , con che uoleano compari-^
re al Tempio d'Amore , o per dar conto di loro
col mez.0 dt effe j o per honorarfene , o per lafciar*
gitele , 0 per qualch* altro loro proponimento . Che
poi che diuolta in uolta fr trottano trauiatt, fi che
non confeguifrono mai ti lor fine , non può preci"
famente faperfì . "Dall'apertura della Selua ujci^
rono i quattro dalle tefte di 'Delfrno , che haueano
menato il trionfi deli * Amor contrario . (^ come
amici delle Sirene fì dir t\z.aro no occultamente al''
la banda doue la Fontana s\ra pofataper metter-»
le in libertà . Di che aueduti fri Remuneri, che tra
tanto non erano refrati di dar chiaro fegno della lo"
roprodel^a, dtfrolfcro quei tali dalpre/ò camino yCo*
M frrtn-
1^8 IL TEMPIO
Prtnirendoli a ritornare nella Selua medeflma . nel"
la eguale perduti chefiirono i Caualieri , m fi perdei'
te parimente la Fontana ^^T con gran fìrtpitole fii
fktto honore dalla mufica. Ruppe , & foperchiò l'har
monta del bofco lo Hndorealtifs. della Fama, ^uan^
do ti trionfi dello Scoglio entrando nello fitccato di-
ntofiròun gran fajfo m un lago , in cut erano due
uaghe barchette . tuna uerfo ti fajfo , che parca bat*
luto da onde corucciate per la uifla cC alcuni fgonfii
d''acijua, eh* erano imitati bemjfimo . l'altra mutata
a un trancjHillijfimo porto finto con due torn , QT un
hto di mezj) tondo , Soffi auano dalle margini della*
go quattro teff e j tolte per li cjuattro uenti principa-
li: c^ fior geuafi intagliato nello foglio : I n v i r \ n-
Q^VE Parai vs. Ne fi ha da credere che l*in^
tento del Cauahere, il cfualefii ilfg- Bernardino '\Bo'
iarda x cauallo , potejfe cjfer altro , che cfuello che ap*
Yiua nel corpo della cofa , c-rnell* anima della medC"
fima , che piti apertamente la dichiaraua. Perciò*
che fife la forte , oprojfera , e auer fa farebbe fempre
turilo nell^una cjHanto nell'altra untsltffo . ^ fi pò-
tea hauer la mira tionfolo allaferuitu chefuceffe al-
la [uà dama^ ma anche ad ogni altra parte delle at*
ttoni , (jr de'penfìerfuoi. La Maga dalla Tefuggi-
ne comparendo con le compagne fi andò ad tnter^
forre tra t combattenti , che con maniere leggia-
dre, i^^ uiuaciffimecontinuauanol'afpro duello lo-
ro, cfr uoftatafi al l^enturtero additandogli ti Tcm-
fio dell' Burnita , chegtà hauea trionfino, & w quel
pHnt$
D* A M O R e. I7P
punto stra moftro in fu la bocca del Labirinto, ^ uo
tendo jhrgh credere che fijje qucld^iAmore , ch'egli
cercaua, gli parlò gratiofamentc m ^tteHa guifa «
ui che prender fiittca ,
Et metter ui a periglio
Cantra quel Caualiero ,
Per arrivar al T empio y
Se il Tempio là fi Scopre ?
Seruate i colpi, e'i pajjl
yi qualche altra uentura .
T^erò che ui afjlcura
Qjiella dolce pianura
La doue fitor de i [affi
SenXa contrailo uajfi .
Et circondato chef* dalle Maghe, che con lieti uiftil
rimirauano cefsò dal combattere,^ cennado di cont
piacerle andojfene a queluerfi.c^ nello ffarire chejè
ce quel T empio,egliJìmilmente difparue.etfeguendo
lo ti fuo Scoglio , conimelo la mufica a rendere a gli
afcoltatorigli ufati accenti. Girarono gh occhi dt tut
to il teatro alle altere uifìe dtfei ardnijfimi^et pomjro
Jìjfimt Caualieri , c^ allaftupenda moflra del trionfò
degli ArgonautiyCon terribile rifonamento de i me»
talli della Fama. Quefìi Venturieri, che erano US,
^Don ^Iftnfo di Effe, ti conte Ottauio da Thiene, ti
conte u4lfinfo Ejìenfe Contrario, il conte Hcrcole £-
fienfe Contrario,il conte Ferrante EJlenfe Tajfone,U
il conte Giulio Ejìenfe T afone, itolendo mojìrare co*
me propriamente caminajfero fitto una intentiom
M 1 t^ef^i^
iSo ILTEMPIO
iftejfay prefero un [oggetto, che dinotaua ejuanto fiffe-^
ro uniti in amare una iflejfa Dama . perciò che fin fé
ro dhauer hauuto da una Aiaga h abitante nei Col-
chi un Cartello fhtto per incanto , & di fjjerfene im-
fatroniti fitto quejle quattro conuent ioni .Che tutti
congiuntamente fi ano tenuti a fruire una donna
mede [ima , c^ non alcun altra . Che ancor che uno o
più di ijfi confegutfca la grafia fia ,gli altri uada-
no continuando nella prefa feruitu . Che chi haurà
guadagnato l'amor della donna fopporti con buorìu'
nimo , che gli altri cerchino ancor ttflejfo . Che ogni
amante eletto da lei uengafgnificato ài ejfer tale, col
riceuere tlpojfejfo della nane Heroica chiamata Ar
go . Et perche è da penfare , che era impcjfibile a
comprendere tutto quejìo in un motto, ne ar^che con
V aiuto di un gran corpo di cofe per grande che fi f-
fi a fi uede che 'e fiato introdotto a pofta quefiafirma
di patteggiare : ajfinche , oltre ai darfi occafione
di far mouere maidicamente uno Jpatacolo , che da
fi non haurebbe hanuto mouimento ragioneuole ,
fi uenga anche a par tur ir e una dificfa ,c^ fchiet^
ta defcrittione di tutto quello che [luuol fhr inten-
dere • Et parimente di quefia maniera , la delibe-
rata uolontà uerrà a fjfer cofìpalefe , come e fincera.
Staua adunque un uaghtfs, Cafiello tutto di puro
crtftallo con fiamme uiuacìjfime , che con infinita
tnarauiglia dentro gli riÈflendeuano , fopra uno
fmifurato fer pente dt fei tefte coronate , dr horrtbi-
h da fi ,c^a gli fiopij di fiochi intenfifs. che man^
dauano
D* A M O R E. l8l
dmano fuori . Quefli giua con due piedi grijfa'jni
foflentandt il Cajìsllo tra tfei colli . de'qu alt teneua
dne dinan^ , (^ dne daWtm lato , ^ due dall'altro ,
(^ alla quarta parte che era di diaro , aggiun^euA
con la coda , che con artific'ofu meo fi albana, ^ ah
hajfaua , (^ ragrìravia /> guife diusyjìjp.rtte . Sopra
la porta del Captilo era injcritto,
A R X in e a ntaìafe x ecmtibiis data a Colchide hi
fce paCÌis fiie frmatù , Et legtreuan fi dalla banda
d^jlra dn: pani, c-r aalUflnijìra due altri , che era^
no gUinjrajlntrt .
Q^oD or/j/jes con: unclim eidem domina neqtteul
iì alij infrrtitrc teneantur •
Q^ o D lice( unm aut plurcs eitis gratiam confi"
quautur. e iteri tn officio adh ne perjìflantj •
0^0 D ciHicuncjne dommx amorem hcratm fùe^
nt dqno animo jèraty (l reltqm eiitfdem firn fludwjim
Q^' o D qitiliba eh^as amator poffejfionc Argtts
nanis heroidz fignificetur ,
Seguiiana la barca degli zA'^gonaHti di che parla»
no quefìt patti, parendo chs tlCaHc'lo incantato qua
fi che fvjfeuna Calar/tita la fkcejfegirc , ^ ritorcere
douHnqae effjft piegajfe . ^ dtfotto , (^ dintorno gli
a ndauano fcherzando i delfìni,(jr moflrauano ad uri
certo rr.odoy che con lo jp ingerla le fncilttajf^ro il cor*
fi . il quale parea (imilmente yche fi agemlaffe per
un^aHra fi-efcayChc tenea gonfie parecchie jortt di
ueUy che erano di uelo d' argento: & accordate
ad antenne , che furgenano daluentre di quel legna
M l fottìi"
l8i IL TEMPIO
fottilmente latiorato con più rilieui aggradati ^oro ,
untuano gltjpatatori in ammirai wis continua. &
perche la Maga dei Colchico che cfusfia lS(aiie le
fijfe pervenuta alle mani, & fi trottaffe ejfcr in ef-
fètto quella diayfrgOy che fatalmente haueffe dura'
ta per tanti fecali , o chs pur ella n'haneffe fhttofh-
hricare una in un fiato da i fioi spiriti familiari ^
emulatione di quella antichi/firn a , fcorgeuanfi pen-
dere dalle due (pende fei foperbi trofèi che dimojìra-
nano di efferc le infegne de i principali di quegli He-
roi 9 che na'4Ìgarono in Colchi . Nella deftra erano
un rar>Q di quercia tutto rimondato eccato che nel-
la ci^t:.^ , cr dipoi due hajìe dorate col fèrro nella lor
fommìts . ^ImeXa ^^^ ''^zw^ Haua appefa la pelle
à*un A'^.ontom con lane d'oro , Cy* un tridente . aTu^
na d-lU hafte la pelle d'un Serpente , cr una sfada»
all'altra la pelle d'un Cinghiale, & un* arco . !Z\^ff/-
la [IniHra erano firmlr/tenteun ramo di pioppa ac^
concio in modo, che non uerdeggiaua che nella cima,
^ feguìtauano d^e hafle dorate , che parimente ha -
aeano in punta il fèrro, zy^Lmez^o del ramo uede-
fiafl attaccata la pelUdnn Leone , dr una ma'^a
groppofa. all' una dille due hafle la pelle à* un'Or-
Jo,ò' unajpada curua. all'altra la pelle d'una 'Tante
ra,^ un dardo. Et erano tutte quefìe pelli legate
ndtrauerfo , tal che le gambe, & tefte degli amma-
li medcfimi ueyiiuano a jìar pendenti , 1 molti capi
fi pongono per la diuifìone . & con tutto queUo fi co-
me quei fei colli del Serpente conuennero in pigliar
tr4
D* A M O R E. 18^
tra fé cjuel Ca'slelio , or reggerlo ugualmente, cojl
cjue^li Heroi fiirono (Raccordo in far quella nauiga-
none . Et a punto cjHtjli fet f^enturteri mofrano /'«-
nione tfttjfa . Spiccattfii fet Aiantenitort ardita^
niente , & con garbato termine da i fet larghi ua^
CHI che erano tra t cjuattro grotti , che come dtcem"
nto per rtsfato de gii Edtpcij pojli di cjuà , (^ di lag
er ael monte che apparne in luogo del Tempio uent-^
nano a firmare fet spanj . ^ Jopra l'apertura d^lla
piaggia tocchi i corridori uerfo ti campo , fìmoffero,
Cr ip in fero tnanz^i a un tempo mede fimo g b altri fei
Caualieri ferocemente , CT c<^'^ maniera gentdifjl"
ma» ò" inutfchtarafi una ùarta^ha tan^o fiiriofa,
guanto hentlfimococertatajlaijualeperò non tra che
per ti concerto on tmttajje anl^ prrctfamente wappre
Jèntajfe un uero confluto:n-l pih fruente bollore delle
arme uf trono da t bofcht dell una, et de It altra Pira^
midedodeci Caualtert a pie , fet per banda . (^ fi
fèffero per ajfalrare t Venturieri, 0 per oltraggiare
ti trionfò loro non può chiaramente faperfì . p^r-
fioche uenendo fiori di buon paffo con le arme ab^
bajjate , ejfi Venturieri girando di quàt& dt là con^
tra di loro : c-r tra tanto cejfandot JUfantenitori , ne
fegpti , che in cjui.lla mifchia andarono cjuà ,^ la a
capitare nel carcere uniuerfale di cjuei bofchi, (y- ti
caHello col fguuo dell a 'I^l^auc he^oica , cr colgra^
ttofo rincontro dei ri fonanti muna, (jT ColgittarfiO"
coperuenhe nella Selua . intonando Caria per jrc"
quentijfimt rimbombi madati dalla Fama con celeri
M é{ tà
184 II- TEMPIO
' tà y & impeto maggior ajfai àelconfuetOy ^' rifpon"
derido a quella intonatione uri' altra, che dalla parte
cppofua fi fcntiua , It saettatori da tutti i gradi pie-
garoHo t riguardi loro alla porta del teatro . per la
eguale uidero puntare due ^guglie tn paro fiftertta-
te da due terribtìilfimt Monoceromi,ciafcun di'* qua.
line pori aua una , portando fimilmente di qua (^ di
là da ejfa due trombetti uejliti all'antica con le trom
he ancora accommodatt della maniera medefima . i
eguali mentre le fnceuano nfonare,caminauano man
' ^ due Aquihfìn uefìiti fecondo thabtto che dauano
loro t Romani . (jr le Aq-4tle pojle in cima all'hasle ,
ch\Jfi haue ano, erano tu^te inargentate, MjflraHa-
no ìj j4guglie ejfcr fit tte di porfido , & la dejìra ha-
uea alcuni Hierogdfici che afccndeuano nella parte
dwanzj da baffo in alto in queflo moio , uno fceitro ,
una mano , che accenna col dito , cj- la parte antcrio
re del Leone . che uiene a dire, che l'honore indica la
uirtu . c^ nel£ ^guglia finiflra erano alla fronte fua
parimente la parte anteriore del Leone.unofcaraua
gioy^ unofc&Ciro che d/nota,che la uirtu genera l'ho
mre. Firntuafuccfjfiuamente dopo leayigugUetAr
co della Virtu,ei dcll'Honore infcrittofopra la porta
ViRTVTis ATQJVE HONORIS; i cui gran^
pilaFiri erano /òpra due altri Aionoceronti con le co^
lonne dmanz^i, or di dietro, cr da i fianchi, nelCuno,
es i* altro dt*quali erano due mcchi,tl defìro con la (la
tua della f^iotlanXa,et il finìflro con quella della Per
Jefieranz.afiaua nell'altro piano fopr a ì* angolo defiro
ante»
d'amohe. i8^
anteriore un* Apollo giouane dorato col capo cinto di
raigi ardenti, crfopra tlfiniflro un'altro Apollo at-
tempato co i raggi parimente che ardevano. Et dalLt
parte pojleriorcneli angolo de ftro (laua un Ertcpefin
tu diparagonCtattorno a cttt forgcuano ditierfe fiam-
melle . <jr nel fmtfiro uno Scita di marmo candidijfi
mo ^ che come (jue li' altro dtmojìrttua Carfura natu-
Yale del ìuo'-^o xofi ijitejì'altro per rijpctto dt! fioco chs
in c^nei paefi. e procurato per riparo le! gelo ira cin-
to fimilmente da alcune fiammelle . ^\el f^s\o ap-
pariuano emmeti laVirtuct t Honorc tanto appreso
Cuna all' altroché fi teneano un braccio »?/ collo, qAzl
la il deftro , cjr cjuefta il finfiro , Dentro dall'Arco
erano dipinte dall' U'i a banda peregrinatìoni dina-
uifindationi di città, (^battaglie d'effcrciti. ^ dal-
l'altra camp ag^n e , (^ collin: habitat e d.illc A'Lifi ,
C^ da Feho conmifure di sfira y ò* ^Itri inflrumenti
contemplatiui . St gilt da i cjuattro frontifpicij trtma
lauano diuerfi corone di lauro , di q'itraa , aedent
dr di altre fiondi , che erano già gli inditij delle ope-
ratiom uirtuofii, (^ honorate . magli ornamenti con
rilttui y & con ori, ^ le minute particolarità che fi
fhceuano uedere in più parti non fi potrJjbono già
mai compiutamente deficriuere . Lo [plendore delle
lucide arme d'una gran banda di Cavalieri che uè
niuano a pie per coffe improuifiamcnte lauiftadio-
gn'uno : quando fii uide ch'ejfi trionfarono in faccia
delle Maghe col fhr firmare in me"^ al campo cjuel-
l*arco chefihnHeuano madato mamji^ colpajjarui
fiotto
1S6 IL TEMPIO
fotto a due a due : <jr gi^^ fi TtradM^ano più oltre per
uedere di entrare nel Tempio darr,ore ,drdtla paf-
fare[a quelli che fono della f^rrtu & dell' Honore, quJi
dofi fent) un ecce(fli40 tumulto dt'H:; A-Lìjhc (jr de i
ALaghì [erueti che lefegmtauano.St quella dallaTi
gre riguardando qtiefìt Caua Iteri (y- ccnnando alle
compagne che elle parimente lì rimir afferò parlò ad
effe in qutflagmfa .
Jfento i ferito unafòr'^ terribile ,
Sento compagnie mie tutta commouermi .
Sufitriofamente riuoltiamocì
ji qne^i monti , doue parte uagano ,
T arte fon fhttt fiere yfiffiiS' arbori
JCaualieri , che uemano al Tempio •
A^a ti amlt in libertà purché et aiutino,
jilfnire di quefle parole quaffano le bacheite d^oro
con che erano ufcite di caja incontra alle alpi . & U
metà di efftfotto la fior t a della Allaga dalla Tigre
uà uerfo t grotti , che fono dalla banda fua : Q" ^*^l'
tra metà e condotta da quella dalla Sfinge all' altra
banda • & d.i fubtto da quelle goH e del uallone, che
e tra ifiprad&tti fti ffajtj entrano nella pia(^gia Ca-
uaheri a pie in gran numero d^ tanti a punto quanti
erano t f^enturien , (^ tra tutti riufcirono tn quella
quantità di che lo [ìeccato poteua effer capace . Co/ì
parlò la Maga dalla Tigre a quei che ufcirono dai
/ito lato»
Hor quefio è il giorno , queBo è il punto propria
In che Hi fiit e eternamente celebri.
La
D* A M O R E. 187
La Maga dalla Sfinge uerme mcdejìmamsnte dtcert
do a fuot .
Fòt dijvndete Amore ò* l^ deliti e
Dei mondo , (^ la fÈ licita perpetua ,
Su contra ejuet commun nimici . Vrtiamoli
( Soggiunfe un Mago , ch'era de* primi tra ifer"
uentt )
Sbarragli amoli adatto , di ffipt amoli :
Calchinfi , frachinfiy abbatarìjì , jlruaganjl .
Q^i U uelociljìme battiture de t tamburi, perciò che
co t Venturieri Ji trouaua buona copia di tamburini,
(jr t tocchi & ritocchi delle trombe fi della Fama, co
me di cjuet ehe fiauano alle A guglie, ^ le fiere mcf-*
fé de t Cat4alieriy & ti cigolare delle armerò' il riuer
bero della lucidel^a lorofinuano l'aria , le orecchie
C^ la uifta dellijpatatori in maniere diuerftljìme CT
maggiormente poi cjuando ajfrotatefi ambe le fchiere
dopo ti fòrte incontro & fiacalfo delle piche fiuenne
alpiriofo chiocco dellt fiocchi : che come chs/ì fkcejfe
una giornata , parea all'affidare de gli occhi ^ ai
parco trarre del fiato d^ ognuno , che rendejfero dub-
biof i riguardanti fé finto fijjs ti combattere , 0 pur
uero in effetto . Hor tn Cjufìo che di qua & di la fi
rincalz^auano or che crefcendo la battaglia > la tem
pefla de' colpi andana piufempre moltiplicando Con
uguale (jr dura pertinacia d^ambe le parti, talché
niente altro di uanta^gio porea asfe-ttar/i, che /^
mortalità non punto meno dell'ima banda , eh e del»
t altra, uidefìtn unUnjiantc che fu 0- giù per lapiag
già
lS8 IL TEMPIO
già correuano le Maghe feguitats da iferni loro con
aprire io Ir accia & dihatterfi , (^ (putrendo ejfe , ut-
defiin cj:iel punto mtdefijTto comparire le fei uecchte
f:,< pigliate che da principio compartiero y come che
qucjìe gì ariani fiffsro ritornate n? primi ajpetti loro»
£t ingefci pieni di fretta CT d: fpauerìto fiiggendofene
filla ualley cr afcendendofimilmente i Aiaghifnper
le pendici aìpeflri , diede dalla terra & dal cielo
tm'imp&ttiofifUmo terremoto & tuono y donde fi fece
una concuffione di tutto tlTeatro , c^ fcoppiarono
inconi inente le alpi dalla fommitàfiiocht& giri ^r
inuojylidifzicell: di tanti colori e^ modi ^ tn copra
cofi ejlrema (^fùricfa , che tutta la circunfèren'^
dell'aria non era altro che un ar fura ^ un auampo
altijfimo . Et tra tanto dinan"^ al monte , a i qnat^
tro grotti y cr all'uno &i'ahro edificio fhtto per incii
to fforfero dalla piaggia cinquanta fontane dÀf^m^
ma diftinte ugHalmentc ^funate i-/ firma darcoyft
come apunto portaua la pojitura da profpetto , c^
forgendo tutte in un momento ifeffoy and ^mno di^
ritte ffingendofì tanto in alto y che con le cm.e loro
s incorporarono con gli, altri fiochi , che fcorreua-
no degni intorno or s'eftendeuanoper tutte le cjnat^
tro bande di quefìo luogo ; pigliando dinerfl camini
fer retto y per obliquo , :y' perule ritorte , col ri ag-
giunger fi , c^ attrauerfarfi adàojfo in tanti affetti,
che per la uerità fi più di quello j che Cimagtnatio^
nepoteffefingerfi . Ì)alle alt iffime fontane nella gui^
fa che fuol dtfcenderc la neue granita fioucuano
uerfo
d'amore. i8p
uerfohfleccatofkkille mmutifime (^ ^ejfijs, (^g!i
iihbrufciamenti delle Alpi poi che erano crcfctuti
fin dt cfiicllo chefipotejfe uedere fi dijitllauano in una
fottìi tjjima pioggia difiioco , che a punto cjuandopa^
rea che uolejfe difcendere nel teatro ,fi dtslruggeua.
^ fimilmcme i cor fi delti spiriti y che tutti affocati fi
disficcauano dd colmo delh. u4lpi,& nel fitggire
uia sintoppaua-ao l'ano nell'altro , cadendo da gli
animaletti che uia li portavano , con tutto che uarij
C^fie^uentifDjfero (^ che agli intoppi che fkceua Uh
no nell'altro ygittajfero groppi & rigir amenti dtfiiu
co (^ fi tirajfero dietro Itrrighirofforifimtli alle code
dt Cometa ,* c^ fiintilaffero più uolte in piuguife, noti
jù però mai , che i riguardanti reflaffero ojjefi , ne
f:orreJfero anche pencolo alcuno d'ojfenfioue . Che
ben chepotejfero hauer da prima qualche fofpata
di /correrlo , [emendo ejfi tanti fi:oppij improuifi,
C^ ueggendo datanti lati tante fiaccole , che cen-
nauano diuenire allauolta loro ^fenz-a che foura^
ftaua un rojfeggiante coperchio di fiammelle (^ di
lampi che calando a 'terra gli haurebbe tutti arfi
^ [affocati y nondimeno s'accorfero inunfubito che
quelle materie combuftibdij & quegli impeti che le
menauano . non poteano pa([are un figno determi^
nato , or che perciò nemuano arimanereficurif-
fimi . per modo che quanto più lo spettacolo ha-
uea ajfai dell'horribiU c-^ niente del pericolofo , tan-
to più era bello & giocondo allt spettatori . d^ co fi
wemrg che con ineUtmAbik tranquillità d'animo,
che
ipo IL TEMPIO
che fi fcorgeua dall*hilarità degli occhi, ^ dalla dol
ce'sz^adel utfo ,ftaua»o agiatamente a contemplare i
aarij tffatt de i tanti Aiongibdli y pcfttm tutte le
(juattro paj^ti de* tati: cofe neramente tnfohte a ejfere
gtamai uedute : c^ che mandauano , ò' perdeisana
gli occhi dietro a t golfi delle fìtuille che in mezjo a
chiari , cr immen fi ardori ondeggiauano per taW'
pi/ffimo campo del ciclo • cejfarono cjuei uiui finti di
fiamma , che erano forti dintorno alla piaggia , (^
molti nonfic nauidero. An^i con lutto che dopo il di'
luu'iO di c^uefii incendi^ , qua fi che il mondo fijfe rtno'-
iellato y (^ fhttofifenTia proportione più bello delpri^
tno cjfer/uo , non appareffero più i due primi Edifi-
cij,n e quel moHte.ne quei quattro (jrotti, ma in luogo
loro ui fijfe un nuouo pr off etto uagOymagnifico, ^ ri-
jplendente alpoffibilc y perla tanta alter atione dei
fenfi occupati y (^ dfiratti in quegli altri oggetti non
ancora ben confumati , pochi ffimi fitrono quei che fu
queflo principio fi accorgeffero della mutatione del
pulpito : ancora che pur troppa differenza fitrouaffe
tra il pr e fi me , c^ il p affato : (^ che fiejchtfflma fi fi-
fe la memoria di quello che prima fi era utfo : et" ''^
fu gli occhi y & lumino fo fife quefio che in un fubito
eraficceduto . Tercioche in quel tempo che la piag-
gia ardea , chefìi breutjfimoy con artifitiofimouimen
tifarono annichilatigli Sdficij col refio che ui era fio-
pray (^ in luogo loro ui nacquero altre cofe , le quali
dapot chefirono confìderate,ficero che chiaramente
ficomprefi chemùuendopladmmtà le Maghe fidi
^erdejfero ,
d'amore. fpt
JperóìeJferOyC^ lifpiriti fimtìmente uia fc narìdajfiYO
disjhc(ndoijii€t luoghi rncartait: QJ;- miniìndo però fi
co una dufieriata fi-ma ui fuoco, ^r difìumme in cjuel
lo che fi d fpicc^,ti4.wo da Ut nife era della tèrra . don^
de caufa roìio ancora quegli thtorìarj^inti.Qr tncerf
di] , / cjuali fracidùppaHiiuo , & ft> v/ìo pt'Ciò ajfai
maggiori de t primi per lufr^a , che pare a che ti eie
lo , (§- l*H!2firrio Jhcijjero w qwfo fio . Jlnuouo pro'
fferto , chsdopo Caria frenata fmafiìfiflò , fit che
in luogo del wonte .che eratra t cjuanro Grotti ut-'
defun Tempio , ncn come il primo , f ben ejudlofi
helliffimo , ma un* altro che l'auanXaua di gran lun^
ga, G" che era di uifla d:jjtrentifìma, mofìrando me
defmament e altra fi abilità , che non tra nell'altro,
percioche in uece de t corridori poftt nel bafmento
haueua una galena ornata di colcn/.e dcppie,che per
colori rofft tirati in fu L'oro parca e he far/i me^gi affe-
rò . la cjuale tra i due uolti di mez.o hausa due l^eneri
dorate modtslifime. Cuna con la palla del cielo ^ l'al-
tra con quella della terra. cfo\hneua [opra Carchi^
traue più Amori inargentati di aà adhUa, c^ liberi
affatto d'ogni benda , & uefìiti , con le faci di foco
chiaro nelle mani . dietro a t quali n erano pan echi
altri ne t nicchi.^ altri tuttauiafopraglt aiti balli/M
fti della cuppola , ch*era tutta di criHallo. Gli oriygli
argenti , c^ le pietre di più colori haueuanoi proprij
luoghi tanto a propofito , che ben fconofcea che non
s'era jparmiata cofa alcuna.che alla delicatezza fi
richiedejfe , Sopra il uolto che era nel mez^o , Jorge^
ué
Ipi IL TEMPIO
UÀ una t molata, mfcritta .
Aàucntu Barbara .
^ue altre ft k^genano ne i due uolti , che aceowpa"
gnauano qud di mcTjo. ^ due altre /opra la cornice
diritte a cjueHe . A>//' una delle due infiriori era ,
Quod alpthus perpetuo uelatum . mli altra ,
Nuncmortaliunt oculis confpicuum,
H^uia tuna delle due fuperiori ,
Vtrtutcm atqtie Honorem feEìantihHS 0
Et haueuat* altra ,
^d Virtutem atcjue Honorem adìtus ,
^er Cloche e cofa chiara che tutto ti proponimento dì
auesiafifta e che i Caualieri' amando per jètt amente
gtungerebbono alla per jètttone della f^trtu (^ dell'Ho
fiore , alla quale per la uenuta della Principejfa
Barbara fi era aperta lontrata (:^ la firada
inacceffibtleper ilpaffato. Stauano due Piramidi in
uece de i dueCrotttpofìi all'una banda c^ all'altra
delT empio , che mojìrauano a^effereajfaipiu flabi^
li y che non erano leduedirt^(zAtenel Labirinto &
nella Selua . perciochefopra la bafepofaua una ma'
china quadrata , che crefceua in un triangolo quafl
perfètto j fé non che hauea alquanto dell acuto . cp'ol
tre di ciò rendeuanoglt ornamenti di fiat uè , di fpec"
chi , ctoroy d argento & di colori di [malto lucidi fs.
certa uaghezx.a , che fi conteneua ne i termini della
grauità . Tre erano le ftatue dell^una Piramide j la
prima col capo di lano é' col timone : la feconda con
lofcettro & con le uerghe : la tenji con una mano di
ritta
D AMÓRE. 1^^
ritta in mcLO aduna corona regale . Et tre erano /«
lìatue dell' abrada prttìoa con la patera : la feconda
con la cora\zjij (^ con iloafia: la terza con la btlan^
eia, con la fecure , f^ con un broncino da acqua . In
uece degli altri due Grotti, che già fiirono uicmi a i
palagi incantati appariuano duegra Simulacri fht
ti dtfcoltura.St quanto a quello della deftra del Tem
piofcoprtuanfìt Giganti fidminatt con cime di monti
rumate loro adojfo, (^ con le membra rotte, c^Jparfi
che tutt aura parte frmauano y parte mojìrauano di
mandar fioco . ò" alcuni teneano la boccale-;' gli oc^
chi aperti in figgi e horribili. c^ Gioue fimi Im ente ri-
poflo nella fommttà fi nefìaua in atto d'ira,^ di ui"
brare ti fitlmine, che hauea nella defìra.Et quanto a
quello ddlafimfìraxh'era all'incontro dell altro,' ue^
deuafi Fall ade, che medefim amente fiado in altofid-
mìnaua tarmata d^ Aiace, O ileo, la quale par ea che
hauejfe urtato in unoficoglio,^ che fi-ac affata, ei per-
coffa da i colpi della 'Dea ardeffe m diuerfie parti. Et
ancora che ftsfingcjfe F intaglio del marmo , non era
però che no s*imitaffe,e4 fhctffe difcernere ciò che hi fio
' gnaua molto acconciamente . Faceuano di fie mofira
foperbiffima due S^dtficij che erano in luogo di quegli
altri due incantattetfiper efferfktti duna marnerà
me de film a, come per ordine della contcfiura indie autt
no di effer uefìibuli dijptccati , che toglteffero il Tem-
pio nelme'^o. Alttffiimi, (^ ancora de i due preceden
ti erano quefii che hora apparuero . (^ dal mezjt in
[h coi nicchi, & ^Itrc manifatture imitauano h
^ meiÀ
\
194 IL TEMPIO
tnaà fiperiore dì ejfo Tempio . dr dai me^o ingiù la
metà inferiore che era a Galene ^ le cut colonne rof-
(eggtauano fmtlmente come quelle altre , & hauea-
no i contorni dorati^ (jr It fpecchi, (^ le gioie , ^ tut-
to tlreflo tn conformità . Et nellafomma cornice refi
deano t ballauìit fimili a quei della ciippola con figu-
re dorate [opra cariche di lumi, le quali erano pari-
mente (ofìenute dalle altre y che sì aitano più al baffo
^ anche a terra . per modo che non filo quefìi nuoui
JEdificij non haueano forma ne parte alcuna , che di
fimtglian^a s'autctna(fe punto a i primieri , ma le
altre cofe ancora uartauano tanto da quelle di pri-
m a i che pur tn un minimo conto non communicaua-
vo n iente infteme . Le figure poHe nel ueftibulo della,
defira del Tempio erano con queji' ordine , jìauanel
tiolto di me2^o un'apollo: ò' ne micchi della fnc-
ctata ti Dolore , // Tiacere , ^ lo Sdegno appoggia-
to ciafcuno col gombito fiopra un Termine , ^ coru
uno jpccchto attaccato al torchio che teneano con /'«
tia mano , ^ con unofquadro di piombo appefo al tor
chio che teneano con l'altra . Et all'attitudine fio-
la della perfona dinotauanoquefie tre paffiont . Et
fopra i balUuftt diritta al 'Dolore era la ForteT^a
col capo del Leone: c^ diruta al V lacere la ISl^atura
tutta piena di mammelle con due fieni l'un maggior
dell'altro: la Fortuna con la uela^et pofìa fiopra un da
do tra due corni di douittaj'un ptcctolo.et l'altro gra
de: c^ la Gloria con la tromba,^ con due corone alle
braccia funa di fiori/ altra d'oro»6t dir ita allo Sdt
gno
D AMORE. 1^$
gno la Alan fu et udì ne col dente d' defunte . Le pofìe
nel uefìibiilo della fimslra del Tempio erano fimtU
mente con tal disfojìtione . Staha nel mito dt m '-zj>
un Mere tir io .(frnei nicchi della fhcciata la '2\(>-
c e ffità col chiodo di diamante: la Commodita co due
rote,d^ un termine : c^ la Perjèttione col circolo . Et
fopra ihallauiit la Ginflitia con un cowpaffo, ^ uno
feudo con la ma'^a , Et diritte alla Commodita In
Veracità colfegno duna mano aperta , CT* duna lin-
gua nel meT^ di effa ; /* Affabilità col balteo di Vene^
re ,(cr la FiaceuoW^a con una ghirlanda diuite^^
di corimbi • (^ diritta alla Perjrttione l'Amicina co
Caftore,C^ V alluce . Et cjuantunque quegli altri due
pulpiti fèjfero flati bellijfimt , la belleT^a però di (juC'
fio ulttmo era con tanta grauita che fuperaua quelle
di prima - Et oue riera flato ueduto uno parte lafci"
uo parte formidabile , fi uide poi queflo , che parca
tutto uenerando , c^ pieno di maefia , tal che attra-
hcua^é^ uniua gli animi a fé con maniera troppo ine
jp he abile. Che ueramenteficome il magi fi ero deiro^
pera non può efprimerftìn carta , cofi /' effetti della
uenuUk , (^grandel^a chegeneraua : c^ della ma*
rauiglia , (^ riuerenzji , che nefeguiua , non potreb-
be mai tffer tanto uiuamente raccontatOyChe la lettn
ra appareggiajfein modo alcuno la certa , c^ piena
coment e'^a degli occhi , Cy' della mente di chiftro-
uò. Finiti tutti gli incendtjyi^ rtfchiarata l^ ariana-
uendo ; riguardanti empiuto l* animo, non già a bajìa
z.afatollo,della majpcttata utjìa del nuouo fpataco-
'2^ 1 lo:
lp(5 IL TEMPIO
!o: et ejfendo i Caualieri delle Adaghefen'^ queltécU
me che fin qm hauea loro impedita la nera luce : per
modo chefitrouaHano Uberi dall' ingano . et cejfando
però ttitti dal combattere, apparuero/òpra la galeria
del Tempio tre damigelle chefiteneano per mano, (3*
d'indi, ufcirono jplendort^che ptu chefiffepojfibde rap
prefentarono t raggi del Sole, (y' dt ragione quejle non
foteano ejfer altre che le tre Gratie, Quella di mel^,
fenz,a che altro /ilentio/ìfhc(Jfe,percioche l*am?mra
(ione in che p continuaua tenea ognuno qnictijfimo ,
dijfc ad alta uoce in lingua Alemana quelle parole .
// ampio d'amor e, che fin qui e [iato celato , ho^
ra fi [copre poi che la Regina Barbara rajferena
do il cielo ha girato gli occhifuoia quejìi luoghi. et per
ejuefla difcoperta cejfa ogni tmpediméto.a refla libe^
ro hngrejfo , & ti camino a i Tempii^ della f'^irtu , c^
dell' Honor e. & noi cefi dt rado uedure nelmondo^co^
me mimjlre dittine uentamo in queflo punio ad annon
tiarlo a uoi, che fa e tutti Caualieri di l^irtu, (^ a* ho -
vore :fie ben alcuni per la troppa firz.a dell'incanto fi
trouauanotrauiati dal loro prefofintiero.P7ntte,ucni
te tutti infiemcyche a tutti e datafiicurafacoltà di con
fegmreiuertuofi ,^ honorati intenti uoftri . *Dato
qutflo fi [enti incontinente dalla porta del Tempio
un concerto di mu fiche abbondante, & uario, ^ uà-
go ajfaipiu de gli altri, e he fii un fuautffimo condimcn
to. Qutfta a punto fii la canzjone che fi cantora qua-
le per mio parere ajfai acconciamente terminò lafi-
Ua colfggato delle No'^e .
G L o-
d'amore. ip7
Glorioso %^idolfi
Che [cefo dal Re al [angue uetuflo ,
(jiungefit il [acro augello a i Leon rubri .
O tu che fisi t utncttor d'Jldolfi) :
Et tu da cui fperar tanto i delubri ;
O l'un difi\ l^ altro d'honor onujìo ,
Cefare : (^ terzo di quel nome ^Auguflo :
O più che Magni , o Ferdinando , o Carlo,
O udì , di che più che dogn* altro i parlo ,
Vot ch'allungate Ibero a un nuouo Tlaufìro:
Et contra tlnouo Sol torcete flftro :
%^ifpingendo la Luna entro ilfuo clauflro ,
Ch*à un tempo a lei Jìntftro
Quinci ha la terra,et quindi ha il mar difgiunto:
O Au^ri regnator di Borea , <^
M.iratequalAlfinfo
E^ desinato dafrtal riffonfi
A trouarfitn tal punto
Con la Barbara uoflra in un congiunto .
Inclita genitrice
Del primo Imperator del globo noHro :
T>onne,che d'Ali, c^ pofcia , c^ pria fcendejfe i
1)onde tAtia progente ha la radice ,
Che tn tanti rami t Principi di Efie
A tanti foli in tante proue ha moflro .
Voi che ad altri arbor gijìe ,• ^ mi che iluoflro
Cognome ejueUa eccelfa pianta accoglie :
Si che cjuày là. Corone manda, & toglie ;
O Matcldi , 0 ludite , o Cuntgonde :
:^ 3 Oda
rpg IL TEMPIO
O da Partenopei Regiprodutte ;
Et da renata d* aurei Gigli fronde :
O mi prtemìere tutte
D* AldrQHandini,Othoni,& Guelfi.e' Henrichi^
*D'Hercoli, d*<iy4^i,c^ d'Ohiz.i,&d altronde;
Qual "Barbara s^ allaccia
^luoflro iyilfinfoper tufata traccia
Su quefli piani aprichi
Guardate in fin da i primi tempi antichi •
Voi che rayfqmla nera
^fe con nodo cop forte flringe
Quefìa bianca di nerelé" madre , c^ figlia ^
Noi tre dine torniam da Calta ff>era :
Et per co fi ei , eh* è il nodo , cfr eh' affi miglia
L'infinita bontà , che qua cifpinge
Et d*infolito ardor l*alme ne cinge ,
Dtfuelto i & fin/ò habbiam queluelo alpeflre
Et spianata la flrada erta , & filueftre ,
Che contendeanlagloria a gli occhi e* a ipaffi»
ty4 l'apparir dififerena uifìa.
Non di tenebre denfe , o d'ajpri [affi ,
E'' orma cofi triffa y
Ch'à un tratto non fi purghi eimparadifi*
Venite a noi: qui fon aperti ipaffu
Hebber gli Heroi Efìerift
Da quefìa piaggia t bei de fri immenfl
jil nofìro Tempio : e*i uifi
Gli affiffarfych* ancor ui Hanno inciftm
Qui le regie mriuf^iegano i uolt «
D* A M O R B« 1P5>
Han cjHÌ r antico nido ,
Che d'ogntntorrìo con [onoro grido
Va rimbombando Jori ,
Le donne , i Canalter , tarme , &gli amori •
£r m cjHelmez.0 chefìcantaua s'tnuiarono i Caualie
ri con njìejfo Arco trionfale della, Virtù ^ c^ dell' Fio
noreifalendo tutti Upiaggia,& appreffandoft al Te
■pio , Et al fine della mufica, (jr dell'atto che fhceua^
noiCaualieridiriuertreilTempw,folleuoJJÌ la Fa*
ma per modo che pareua che dirittamente fé ne uO"
laffe uerfo il cielo : (y- con actttijfimi , &freqHenti]fi'
rnirimbomhi delle fue trombe ftp art) dalla uijla del
T eatro pur fempr e rifonando y fin tantoché col fen-
tir fi diminuire, & andare tuttauia mancando dfa*
to per la lontanan2ia y hebbe fimi/mente la fèlla il
fuo debito fine . Aia non finì già ti popolo , ne la nobil
tày ne i Principi ifleffi, dt riguardare fiffamente tin^
fatiabile uaghe'^a di quel fìto , la qnale penetrane
tanto più ne i Centtmenti loroyijuanto che firicordau^
no che fucceffiuamente haueano ueduto tante muta^
tioniyò' occorren'{e dinatura y& rapprefentatione
dtuerfiffima ,& che in particolare [opra una piag-
gia medefima erano apparfe tre forti diprojpetto che
di uolta in uolta s^ auanz^arono fempre di belle'^z.a •
^ partitofi ogn uno con quefìtgraut , & allegri con^
cetti firefìò uniuerfalmente con fattsfhtttone tanto
maggiore, quanto che minore affai era fiatai* a^et*
tatione , fi perche non fifperaua che fi douejfe auan^
\are ne ilCajlello di Gorgofirufa,ne il Monte di Fé*
N 4 roma»
aOO IL TEMPIO
ronìa, come ancora per non ejferfi fenttto romore, ne
uijìo apparecchio alcuno, fé non dì un mefe prima che
la Prtncipeffa arrtuaffe . percioche il 'Duca ordinati
tre luoghi per tre forti di fp^tacolo: i quali fono nel^
le parti della Corte fua che è di circuito larghifflmo ,
ejfendouene due dentro , ^ uno circondato per ti piti
da effa ,fece che t lauon , <^ per conto delle fhbrichey
CJ per tutto il rejìo delle uarie inuentiom che ut con-
correuano fi cominciaffero tutti a un tratto mede fi -
moy col prender fi c^uelfolo (patio dt tanto tempo,cjuan
to hafì afe a ridurre ogni co fa alla compiuta perfittio
ve. Etcofione prima era il giardino dt cheparlajfi-
ma fin da principio , fi fitto t apparato per il pre-
ferite Torneo con quella maggior quantità d^ope-
rarij che uipotejfe capire , i quali , oltre che lauora-
uano giorno , c^ notte hebhero continui rinfrefca-
menti delle maefìranz.e della città j di tutto lo fta^
to y & d* altre fere ferie d'huomim principali nell'ar
te loro . Et nel termine del mefe ifìeffo in che fiattefe
a tutta quefa opera , fi edificò una fala di gran-
dezxA affai eflraordinaria . \la quale efendo quafi
fornita firtduffe con trauamentt allo fiato medefimo
che fi uolea 3 poi che per più magnificenza f fece
particolarmente per efer ufata per l'efato delle
vozj^e : cr dentro ut fi banchettò due uolte con quei
fèflont che fi coflumano qua in e a fi tali . uiccrefce-
uafi Nptnione che UT empio d Amore., c-r i concerti
condotttHt non potejfero riufctre cofs dt gran rilieuo ,
poi che in quei giorni a punto , er non prima fi /a-
brtca-^ .
D A M O R E. 2:)I
hrkdTom ^It Archi da S. Georaìo alla Pìaz^za per
l'entrata della Principeffa cfr altri ornamenti anco
ra fatti fuori della citta , <& in particolare fopra il
Tonte , che per opera di legnami, e Jìruttura che
n* ha poche pari. Et perche iononuoglio digredire
dalprefofoggetto non Barò a parlare altrimtnte di
c^Ht^a entrata , ne a raccontare come la Ducheffa
fijfe incontrata prima dal D v e a^ poi da Ma-
dama Lucretia fuaforella & condotta a Beluedere
con uarte forti dt barche uaghijfime c^ pompo/ij/i-
mamente adornate c^ come tuifijfe raccolta . ne di-
rò della maniera con che il Legato del Papa andò a
leuarla il dtfeguente nel quale ella entrò nella città :
CT* eon che bell'ordine fi {aiutata da quantità gran
difs. d'artiglieria dijposìa lungo le riue del Po : ta-
cendo parimente la coronai ione (^ tutte t altre ceri-
monie (fr la continua maffa di tanta nobiltà de Ba-
roni Feudatarij ^ genttChuomini dello Hat o ,ò'il
numero de i tantifirefìteri , che fluide tutto il giorno
daltun capo all'altro delle ftrade , di modo che per
rion dar fi oc e afone di e onte fa nel fkrfi precedere più
l*un che PaltrOyCome efolito di auenire oue e quanti-
tà di perfonaggi di talportatagiuano fenz^a diftin-
tione di luogo t^ tacendo ancoragli addobbamenti
de i cor fieri ^ altri caualli dipretio, ^le ricche uè
fli e^fòdre de i caualieri.et ilcocorfo delle carrette et
carozjz,e et de* cocchi carichi di Signore et géttldóne
tatofoperbaméte uejìite.percioche ildiflenderfifopra
£iò farebbe fuperfiuo.nofolo perche e lomano dal mio
fro^
aOl IL TEMPIO
proponintétOy ma. ancoraperfaperfiche efsedojtfatta
quejia entrata m que^a città che ha la Corte per tati
jècoli, & è cofì auez!^ a cofifimilt, il tutto farà pajfa
to perii debito termine. Afa per tratenitura di quefie
no'Xzje , oltre al Torneo che habbtamo defcritto, ^ al
precedete che fu ueduto nel Cortile in un Teatro qua
dro fatto a palchi uguali & capaciffimi ,& che era
di uenti Caualieri a cauallo j che con grande applau
fo di chi fa che coftfia torneare in tanto numero.com
batterono in croce c^ per angolo ^ inguìfe tanto uà
rie c^ interzate che no ?ni da l*aniryio di poter lo ejpU
care; era/I ancora per correre nellapial^Jetta a cam
pò aperto , la qualcofa d'arme come la più imttatri-
ce della guerra & c^J^ douea hauer concerti in con^
firmttàhonorattjfir/ii, s'era ritenuta nell'ultimo: con
riferua del reflo per li diece tdtmi giorni di Carne^
uale . magitmto unhora dopo il fine della fèjla taui"
fo della morte del Papa , dr partendof il difeguentt
il Duca c^ la Duchejfa di A'fantotia,& di mano in
mano i Cardinali , (^ altri Signori , ofijfe per quefia
parten'^ yO pur per rifletto della d&tta morte , non
fi fece più altro . £t perche fi fappia con che occafione
fi cer caffè d^ attaccare le future fi fìe con quefìe altre, e
dafapere che il giorno inanl^ al di delprefente Tor-
neo comparuero quattro perfonago^i uefìiti di drappi
d*oro in habitopompofiffimo alla Mauritana , &fe-
gmtatidibelUffima comitiuacon quattro trombetti
tnanzi pur uefliti in concerto , che entrando nella
gran Sala , ouesirafinito di cenare :^ fonando al
tamente.
D* A M O R E ♦ 20^
tamente ,ficerofhrpiaX{a ad ejfi A<lauritani , t qua
h giunti incapo (y' fatiti alcuni gradi s'apprefema-
ronoa i Principi & alle Principejfe . & parlato che
hebbe alquanto uno de i principali mll^ idioma di qud
pae fé yfott entrò un altro che dijfe in Italiano qual
jTìéte erano màd^ti da i lorfìgnori per Njfato che fi
conteneua nella frittura ch'egli hauea in mano , la.
quale era lafojìan'^ di quanto il fuo compagno ha^
uea efposlo. Et il Ducaprefa che i* hebbe la ridiede x
qmlmedefìmo che glie C hauea porta , ^ gli cenno
che la leggejfe . Et quella a punto che filetta , fi
quesìa .
Gli infiafcrittifei Caualieri di Afuritania hauett
do intefo infino dall*e(lremità del Nilo doue erano iti
alla uentura del Monte di Luna , che in breuefìdo
ueanofxre in qut fa città di Ferrar a le nozx^e della
Regina Barba r a d' Auslrta fi partirono di
la y accelerando il camino con ogni poffb ile diligen^
za per ejjerui a tempo , mojfi dalla grande'^a di tan
ta ^rmcipejfa t^ delgloriofiffimofanguefuo : (jr pa
rimente dal grado di Caualeria e' ha luogo antichiff
mo in quefla Corte ,• (^ tanto più e {fendo ancora fre-
fche nella memoria de Mauritam le proue fitte da
tanti Venturieri alCafello di (^orgofrufa (^ al Aio
te di Feronia . A^a difurbatt da uarij accidenti oc-'
corfi loro per f rada , dijfdandofi di poter giunger a
hora y hanno mandato tnanz^t i prtfntt loro perfo^
naggiacciocheuiarriuino mentre che farà ancora
infieme i'honorata compagnia che prefuppongono do
204 IL TEMPIO
uer ritrouarutfi: &fkcciam intendere a cìafcuno
Canaltere di effa^fìa di qual parte del mondo ejfer/t
uoglta , che faranno gli ultimi diece giorni di Qarne
ualein éjnefla città per mantenere tn giojlra chiù-
fa , in giojlra a campo aperto , ^ in ogni altra for-
te et arme , fi a pu cornea canallo , ^ fi ade/fi co-
me ad ogni altro che foffeper uenire , che le donne lo
rofonopm degne d'ejfer amate & feruite che alcu^
n altra . (^[e ui faranno alcuni che uogliano cor^
rere con praij yO portandone ejfi , o rimettendofi a.
quei che faranno portati da loro medefimi s^eshi-
bifcono pronti à furio : ojferendofì anche parati ari-
Ifondere adogmcjHereia d'zyf^ore ^che per tut'
tt quei giorni uoleffe ejfer combattuta appartata^
mente .
A^az^agafco II Trafìtto .
Jrfacafmo il Ter coffa .
Gra\amaldo il Verace .
Aiolocamhro il Sincero,
u4griponto il Fedele .
Gofmagarro il Cojìante .
Tubhcata che fu (jnefia sfida & accettata da i Cau4
beri circonflanti,fi diede nelle trombe: &t Maurita
ni y che haueano comphto aWaJfunto loro fé n andaro
no uia , Q^efta e la defcrittione ch'to hofhtto del Té
pio d timore, intorno al quale h aurei hauuto animo
di far qualche poco di difcorfo:fi come fici ancor a nel
la fine del Caflello di Gorgofirufa et del Mote di Fé-
ronia . ma oltre ch'io comprendea che fono ptu laten
tii
d' A M Ò R E. 105^
// ifecreti in quejìafijia che non furono in quelle al-
tre: per modo che non lepojfedendopiu che tanto ha"
urei temuto dt non riufcirne, toprefemìy che ilTDuca
hauea commandato alfig, Ptgnafuo Secretano, che
jhcejfe una breue dichiaratione del tutto : dr operai
tanto che col mtzjo dt uri ìntimo Cortigiano ri ho final
mente ritratto una copia , lacjuale non ho uoluto la-
fciar d aggiungere a quefia miafcrtttura , parendo
mi che cjuefìo fia un" ac ere feerie quel lume , creila
non haueua mfefìejfa .
ICaualteri di quefla Città rapprefentando le oc-
corrette di caualeria fimili a quelle dttimpi antichi,
fingono a'ejfer diuerfi erranti , che intefa la noua del
Tempio di Amore uadano a capitarui . La forila
delT empio co nfìjìeua in quefio, che erano due con-
giunti infìeme talmente y che non apparila che itpri
mo pofìo dinartzj. nel quale entrato che fi era ,fpaf-
fiiua nel fecondo. Cj- daefo a fcendendofì un'alpe,
che per rifletto della ualle non potea effer montata
da alcun altra parte .ftperueniua per erto c^ angu
fio calle al Tempio della Vtrtu : c^ da quefto per pia
na et (pattofafìrada s'ètraua in quello dell' Honore,
T^ìl'unofiuedeua Ì animo della cofa amata.et nel-
t altro fi godea la gratta della medefima.et come che
limprefafòjfe honoratiffima ^ deriuaffe dalualore,
tutti t Venturieri ui andauano con trionfi , chifolo et
chi accompagnato , fecondo che conueniuano nell'in-
tentione del fòggato y che prendeuano , Et effe n do
tre le uie che tendono alla felicità , l'una del conofar
il
ao5 IL TEMPIO
il male , l* altra dello fcht furio , la terza delfkr Uh*
ne , trefiirono parimente tprojpati chefiuidero , in
conformità de quah tre [ar anno ancora le parti del
frefente difcorfo , Ada per dichiaratione delfine di
que^i Caualieri , nel quale confifìe l'tntelltgenT^a del
reHo , € prima dafapere , che quesìa moffa loro e un
gire a pigliarfi ti premio della uirtuofa operatione d*a
more , che mene nominataferuitu fkrta alla dama;
il quale per ejfer cornfpondente a quello che fi opera,
è nohilijftmo dr certìfs. fi che cht ama lealmente ^
con retto gtudttio confegi4ifce alla fine drfenza man
co tlpoffeffo de It animo della donna : che è lagratia
fida . non ut effendo alcun dubio ,che lofpirito dtWin-
t eli etto , come parte diuina 3 che e però più perfitta^
mente guflabile , ha da effereprefirito. Diremo adan
que che figurando t amante che con la bellezjLa efìe-
rtore della fua donna pconfhccia quella di dentro,
C^ che pertanto mirahtlt fiano i concenti fuoi^^ an-
gelica l' human ttà ^ la beneuolenz.a che da lei deri
uano y tiene di ejfer beatificato dalla grafia in che el-
la fi rifiolua dt rtceuerlo . Quattro fono i gradi del fé
gno della buona effiHimatwne , il quale e ti premio
dt chi è hauuto in tftima : <^ chiamafi honore . L'u-
no eia loda generale di chtfia atto a \operare degna-
mente . come d* un giouane daf^ettatione , 0 duno
habituato alla uirtu qual farebbe un Senatore , 0 in
tta donna che fi conietturi , che fiele fi ffe lecito tratte
rebbe negotij ^gouerni con prudentta uirile . L*^/-
tro e maparttculare commendatione d$ qualche ope
ra
D* A M O R E. ^07
rafegnaìata . come d*tina imprefa d*arme , 0 cCam*
hafctaria condotta bene . // / erz.o e Ufgmficattone
della filtcità . come d'un cumulo dì eccellentijjìmi be
niproprij, ^ di larghe projfer uà dt fortuna , che in
uno fi congiungano . c^ Roma apunto facea trionfa-
re i Confali &gli Imperatori uittoriofiper effaltarli
confolennitày che li dmotaffe felici . Ilcjuarto è la bea
tificatione , che fi come dicemmo e tutta dello fpirito
Ó' non delle cofe materiali . Cy' ^uefìa 1 Gentili fimiU
mente fi sfhrT^rono di far cono fiere col diriz^^rc
Tempìj & inflttuirefiacrificij & confiacrarli all'im-
mortalità de gran Principi . Ma con la maniera,
rnedefima , con che gli huomini commodamente agio,
ti (^ Hirtuofiper elatione in fopremo grado , c^ alle
attioni quanto fia loro poffìb ile y fi chiamano filici.an
Cora che pano dt mediocre conditione di uita , fipO'
tra parimente a fimiglianz^a dunafommagrandez.
z.a , quale fu nelle dette confecrattont, arguire che
la diuotione de gli amanti beatifichi le donne loro,<^
che a uicenda lagratia dt quefìe uenga a fkre , che
quelli fiano beati , er nafcendo la corrijpondésa del-
1^ amore dalla conformità degli animi : i quali ofiono
pan da fi che e parità dt due amici io pari a propor
Itone , nella gui fa che ilfuperiore\dr tmfiriore s'ama
no mfieme ; nefigue che la co fa amata fi come ha co
feguito la dtuottone dell'amatore , cofi proportiona-
tamente ricompenfi lui con lagratia fina , Stfe la
donna con la propria utrtu accefe il caualiere ad
amarla , i mceffarÌQ chs egli msdefimammc confa
Ió8 IL TSMPÌO
firlA della uìrm , che e in lui , prouochi lei afkr at-^
trettanto , & egli cono/cera dhauer ottenuto l'tnten
tofuo y quando ella thabhia aggradito . ^ l'aggra-
dirlo e aprirgli f animo, fi che uogUa che i penetri
dell'una ^ dell'altro fìano comryiuni adamhidue .
Horapercioche dalla uirtu dell amante , che e Per^
fitta operatione j nafce l apertura dell animo della
donna , che e co fa perfètta , la quale non poteua e(fer
uiHa fé prima non fi diueniuafimile a lei, e fìnto che
dal Tempio a Amore fi faglia al Tempio della Vir
tu . Et perche lagratia che deriua dalla communio
ne de gli animi è ti premio , che la donna dà all'a-
mante , dal Tempio della Virtù jlpaffa al Tempio
dell Honore , ejfendo Ihonoreil medefimo , che e il
premio di ejfa uirtu.per modo che fi come la uirtu fèr
maua ì quattro gradi poflt difopra y cofil honore era
dilatato in loda , commendatane , fignificatione di
filicità ^ di beattficatione . la quale e l honore che
la donna fh ali amante col renderlo partecipe della
fuagratia. Glt inamor att Caualtert che uanno a que
ftt Tempijper confeguir ti frutto dell amore fé ne mo
Urano degni colfegno della uirtu , che hanno indi-
cato , 0 con Nccafione del far opere di ualore , o con
l'elpreffione della prontezjLa dell'animo: che è tn fhr
nefempre che/i prefenti loro l'opportunità . St di qm
e che tutti hanno feco uarij trionfi, i quali feruono
ancora alla tefificattont ddla feruitu che portano
alle donne loro, la quale dinotano con imprefe ^
motti : & con celebrare d nome di effe in quella pin
mti*
D A M O R E. top
magnìfica pompa , che pojfano . percioche non fi"
io con inatto del fhr trtotifhrle uoglwno figntficare ,
che elle fono filici ; ma con la dedicar tone de glia*
ntmi le dipingono per beate . Et fé hanno proponi'*
mento di beatificarle per (guanto porta la loro poffi^
htltày e ben ragione che elle fìmilmente li rèdano bea
ti . fi che era conueneuole che andando ejfi al Tem
pio delt Honore pcrueniffero prima a quelli che fona
dell'amore y& della Vtrtti,^ che fimtlmente ui
gtjfiro col trionfi della cofa amata . Et (juefto che
diciamo dell ' amore caualerefco e il medefimo nei
(oggetto delfermre tifino Signore, ^ del trauaglia"
re in ogni altra forte di Hit a nobile . nella ejuale fi
ricerca fimilmente che fi ponga amore alla cofia
che fi fh\ c^ alla perfiona uerfo che fi opra : ^ che
con /* accommodare t fenfi all'intelletto , c^ findarfi
[opra una buona ef^erien\a fiinefica huomo di ualo*
re , {^ di riputatione . A4a effendo due gli amori ra*
gioneuoli , ijualt in effetto bifogna che fiano <jueHi ,
che hanno da effere [cala alla firtu ,• due ancora fio'-^
no flati t Tempij d'Amore . ^ perche necejfaria»
mente dall'uno fi entra nell'altro , è (lato alpropofito
che arrìbi fi con^tungano tnfieme . Il primo era del*
i*Amor tmperfitto , che e ijmllo che ci conduce al fi"
condo , che è ilperfitto . Et per feruare f ordine delti
jpettacoli che efimilmente alpropofito per una or di-"
nata dichiaratione del tutto, porremo in prima ^uel*
io che prima fu uiflo : ti quale fu l'imperfitto , che era
fopra fina ptaggtaa pie et un* alpe, che ti fiancheg*
O giaua.
^lO IL TEMPIO
gtaua, tra auattro Saffi illuminati , che dmati^ ha-*
uea dalla de (ir a una Montagna , ^ dipoi una 'Ttra
Wide in un Labirinto:!:^ dalla Jìniftra un* altra Aio
tagna,etjìmilmeie tiri altra Piramide in una Selua.
Queftaìmperfittionc, c'hora defcrtuiamo.non è come
il- uitio j il quale e pnuattone dt ur/iu^ma come hm-
par areiche e lajìrada del fapere.e più propriamente
come il ben ajjucfkr/iper acqutsìar urih^.huo buono,
et ben [tcuro.percioche le co/e naiuralt ole altre dipo.,
CA tnduflrta fono dt tal qualtta, che uifinafcCjO quafi
ftnz,a altro fludio ut fi ne (ce maefiro . come ti uede^
rx j // correre , & altri fimilt . (^ quando fi par-
ta jf e di que II* amore , che e unafj&ttionarfii alla cofii
che piace, quefio ancora farebbe fimpltce parto della
natura . ma wtendendofi di quello che derma dalla
fioHra elettionCiChe e non fi)(o l'tnuaghirfi della dan-
nai ma ^l rtfoluerfi dt farle feruttu , & di moflrarfì
mertteuole dell'amor fuo, bijo(ina moderare gli affet-
ti , ^ eccellere in opere glorwfe . 0^ quanta è mag-
gior la fatica che ricerca una co fi nobil arte , tanto
e più honorato il fine : ^ più difficile il modo dt con-
Jèguirlo • C^ ouefo/ìo lunghe difficoltà , occorrono di-
UEY fi gradi d'imperfèttione , La onde que Ho primo
Tempio ha nella cima una palla di criHallo , che
fjr la fua rotondità y(jr lucideXz.a uuol dinotare la
pjtr a ragione deH'huomo .&uieperòJopra un^A-
morino fcnz^a hauerene abbendato gli occhi , ne le-
gati i pie . Gli occhi liberi fi pongono per quella mr-:^
tu naturale ^hé ttjh cqnof cere, dr proporre il bene ^ il
D* A M O 1. E. X^l
che facciamo col non lafciarci occupare da gli appe-f -,
tìtt, Ipte lihertfono tolftper cjuclla hahtlttay medtan .
re la (fuale fi cornine ta a gire per U debtti mtzj, al ben
conofciuto , ^ propoflo , Aia perche ^ueflo è un'a-
more bengtoi4amtto y fi mene afigmficare , che non e
adulto , ne ridotto al fito intiero con^pimemo , pereto
che eg Ufi fh compiuto con la continua correttione de
gli affetti , & con la piena efferienTa delle cofe del
mondo . (^ fi all' una .come all'altra fh mefltero di
lungo corfi) di tempo. Ada l' intendere ti bene y^tlno
Urlo : ò' ì! applicar mie operationt per aggi un gemi,
ferina hauer anche fatto altro • e la mmor imperfit- >
ttone per effir la più difcosia dalle tnarrgwri : (^ la .
pmpropinfjua che le altre al figno della perfèttione . .
(^ pereto prima che fi peruenga a quella palla di
enfiarlo in fono due ordini d' Amorini , il primo e
tip tu r 0^1.0 : CT d fecondo che più s'affina è il miglio-
re . I^ei primo fono gli Amortai , ce i legami parte
a gli occhi , & parte a i pie . donde fi comprendono
gli incontinenti , Qr gli inesperti . perciò che cjuei
che hanno legati gli oechty i^n^n i pie , mofìrana
la condii ione di coloro che per t impedimento delle
perturbationt non fi contengono , che non incelano
male , ma noi fanno però con mala intenttone . (^
ijHeilt che hanno legati i pie , C7 rion gli occhi , fiìno
m luogo di coloro che hanno compojlo [animo , fi
che la ragione non è impedita 3 ma non fanno an- ,
chela maniera del ben procedere, ISljW ordine _
fecondo fi ueggono gli amorini con le bende al-^
; i O 2 quanto
aia IL TEMPIO
quanto giù dagli occhi , (^ co ipìe alquanto in liher^ .
tà . che (s po^o per li continenti , c^ per gli intelli"
genti . Continenti fono coloro , che hauendo gli occhi
poco meno che difchiufì , conofcono tanto il bene , che
fi contengono da fitr il male : ma non però tanto
prontamente , che [emano fatùfrttioneneWaflener^
fene , Intelligenti diremo quegli altri, che hanno
tanta conofcenz.a dell^ufo dell'operare , che quando
farà leuato quel poco di nodo , che e loro a i pie ,
potranno confeguire la prattica. Euui poi nella ci-
nta quell* Amorino , che dicemmo hauere gli occhi,
(^ i pie in tutto liberi , il quale per conto d'ambedue
quepe parti e già tncammato uerfo la perfèttìone .
Stanno appreso all'entrata del Tempio daliuria ban
da t Appetito , ^7 la Ragione, cheferuono per la par
te del domare gli affati y donde la uifìa fi poffa ri-
fchiararcy & proporful buon fine : percioche la ra-
gione con tutto che fia una fola , ^ ha però un fol oc-
chio nelmezjQ della ff onte può effer diritta , cr torta
fecondo che [Appetito fé le accommoda . che quan-
do egli pa moderato , fi nel fioco Jparfo che e la cupi-
dità , come nelteleuato.che e t'irà, ella non s'offufche
rà, ne perciò uerrà a guajìare la fua dirittura : ma
fi, quando uenga turbata. Et dall'altra banda fi an -
milConfiglio , (^ la Rtfolutione . che dtmofìrano la
parte del poter ben effequireper arriuare al buon fi-
ne , nafcendo dall'ejfer copiofo di buoni partiti , &
prefìo nel ben rifoluerfi , tutti i buoni termini del be-
nt operare ydr tutti imali dal contrario. Et perche
qucflo
d'amore. 21^
^uefìo è twgrejfo ali* Amore , che h il principio delle
tJOìire operattoni , ha bifognato lafiiar cjMefiedtlfo-
fiticvi delCAniJVo nosiro nel puro flato loro* fi che
'l'Appaito.cr la "Ragione fiano quali conuerranno
in fi t ne : ^ fi ano ancora ti Configli) , ^ la Rifolu^
ttone fecondo che fi prenderanno o bene o male, Cjia^
ce cjHcfto Tempio fopra una piaggia mont'.{ofa per
inditto della difficoltà , che ut e a peruentrui . per^
cioche fé ben ejfo e imperfètto, non e però fecondo quel"
la forte d*tmperfi ttione , che uà a trauerfo , ma fe^
condo quella che ha da conuertirfi in meglio , c^ da
condurci a t Tempij della Firiu , ^ dell'honore . et
e perciò alpih dell'alpe .che è il grado , donde fi a"
fi end e a quet due Tempij . c^ ha l'alpe a i fianchi,
per la slertlità del luogo : che arguìfce ti poco numera
degli habitat ori . effendo pochiffimi coloro , a i quali
fila permejfo tarriuarui . Jl Labirinto , c^ la Set-
uà hanno molte fignificationi : ^ maffime quattro
importanti . le quali concernono cofì effentialmente
il foggettodi quefìo Tempio, che ui fono proprijjft'
me . Percioche ftanno ftori della piaggia : & fi
trouano in pianura apertiffima , per modo che il de^
uiare ò alt uno ò alt altra , e molto ageuole . & con*
uiene fimtlmente che fi ano nelle due punte eftreme :
fra le quali e necejfario , che chi uà a quel Tempio *
prima ui pajfi : e/fendo tutto il reflo ferrato dalle
alpi . & fé non fi piega o qua ,ola, e amina di lun^
go per la dritta (ìrada , fit^gendo quefte due male
ejìremità . ^ fé una di effe ti trattiene non e pofit
O j fibili
214 I 1- T E M P I O
ni;tl€ che uada più oltre . Due fom t primi difetti,
il poco amore fgnificato per ti Labirinto : cr ti trop-
po per la Selua. ejfendo l'uno ar?gujìo ,(!;' C altra a
urt'Certo modo infinita , Chi non eccita il uigore della
ragione fé ne resi a fenz^a rtfcaldarfi alle ovtre di
bontà y ò" di Malore : qt pereto ^jonftmctte a far co-
fa buona . & chi sfrenatamente s'infiammai non
" pone briglia ne ma a al fio cieco appettito; ó" cofi
- precipita ri ti male . Nel gir tu! t ama a cjuejìo Tem-
pio noi pojfiamo effr tolti di jìrada da due altri m-
' conuemenri. t cjuali confiftono nel 'mancar e, & ne iT ec-
cedere: che non e quanto all'amore ; ì7ia quanto all'p-
-peratione . come e lifinerchto timore , cr la temeri-
tà . fiche ne gli atu della fiirte'^aci ritiriamolo an
diamo inanzj indebitamente . ^ co fi ancora lafìupi
'•de'^a,(jr la difjolutione : ogni uolta che non fi fia
dfttnente per uirtu , ma per mal tifo : o che fi puffi
la mtfura ne i fenfìdel tatto , ^ del gusìo , c^ il me-
de fimo e nello (pendere quanto all'auaritta , ^ alla
frodigalitài Cr tutte le altre uirtu, che fono la regola
We* cofiumt,hanno quejìi due difordmt. Et cofi per la
fud&tta fimilitudtn: il Labirinto haura riguardo al
mancare ;(2r la Selua all'eccedere , Oltre di ctòper-
the t uttij fitnno male o a noi jìeffi o ad altrui ; quei ,
donde il male e principalmente ti noftro .come la ut-'
gliacchertaj'intemperantiaja tenacità^ lauanagh
w«,(^ altri cofi fitti ^ fn dinotati dal LabirintOyche
g una chmfura della ragione legata da t fin fi- & quei
che fiejìendono al damo d'altri^ C4ime l'hCCfdere , ti
rubare.
• D* A M O R E. ai^
ruhare, iltradire,& fimtlt derìuati dall'ingiusittia,
conmngono alla Selua , che emendo [&rf{a, termine
moftra Ceffata dell abbandonar ogni ritegno. Cy^per
la [ita opacità e pofia per tignar antia . ^ a punto
ogni malitagit.^. e cagionata dalfeffcr prtuo affatto
delfapere, che fé m Jùffe qualche lume dt rettitudine
non fi incorrerebbe mila trifiitia . La quarta dino-
fattone e per comodi due priricipij dell'operare prò*
dotti dai due fónti della prude ^n a . tuno e circa la
qualità de'coflurrìt,i quali q-f andò fono ben gouernati
dalla ragione , fi che i moti dev'animo non li torcano
dalla mediocrità > fi difccrne il miglior camino , ^
fiuuole entrare in effo. l'altro e intorno alle attio^
m. le quali quando fono bene intefe , fiche fi fitp^
pia conofcere le circoflanl^ , (jr cogliere le opporr-
t unità del tempo, & dèi luogo ^ CT della natura deU
le perfone, er dei figgati, dr dei me"^, fi tiene U
notuta degli agibili , ^ fi trattano acconciamente .
Quella prude tia che fpetta a i coflumi e impedita dal
Labirinto, che e ti carcere dell" anima: & queH oh
il nostro corpo . or quella che appartiene alle attio»
ni , è leuata dalla Selua , che e l'impenna delle co^
fé del mondo: non folo perche e pofia perlauita,
che e finz.a legg^ , cr fenz^a ufo di creanza , C^ di
negocj 3 ma ancora per la fòltel^a de' rami che to*
glie I rag^t dei Sole : ^ come dicemmo, era però una
figura di lL*icnoranz.a . il qual nome conuicne an -
Cora più al non hauereìa pr attica delle cofe ciudi,
che ai non effere huorno da, bene . Et fi come alia
O 4 uiriH
Zl6 I L T E M P I O
nirtìi fi caminaua con una fola chiare'^za ^ìmellet*
10, la cjuale feruiua per li coflumi , dr per le attioni :
^ uifii'però una fola palla dt crijìallo al fommo del
T'empio , cofi per effer ptu le uie donde s*ejce daldi^
ritto fentiero , ut fono jìate due palle di crijìallo m
cima alle due Piramidi, che mofìrano le due princi^
pali ejìremità. l'una del Labirinto , l altra della Sei
uà i Et perche ambedue le ragioni figurate per le
elue palle feprafiiano al male , fiche dt natura loro
ci jkc Ciano uederlo, stanno fopr a la punta delle Tira
midi \ col motto che w4ol dire che tu agul^t l'acume
della uijìa , che ti tutto reflatcrà tn (jitcl crtfiallo .
ciò e che oue cfuelie jìrade , & piante , ^ ftatue , ^
altre uaghe7z.e paiano belle ^(^ deflder abili , fco-
f riranno la propria firma loro, talché ft potrà ue-
dere quanto ellajta de firme, ^ da fùggtrfi. Et que^
fio uiene a dire che cht con efficacia dirt\z.a la men-
te fìta alle apparentte , finalmente le jquadra* d*
ftolen do premer ui non refi a punto ingannato .la ori"
de da quella palla fi difende in giro rttondo che e il
buon termtrie del difcorfo, ^ perche quimficade nel
male, non fi continua per hH e (fa maniera, ma fi ca-
la a gli angoli ottogorii. Qutfia caduta , che e dal fi-
to circolare a quel degli ottogoni,non e altro che ter-
rore che fi commette con hifcir e dalla buona maffi-
ma nella trilla . perctoche ordinariamente uè nefo^
no due . ^ tuna dice , non fkr qmfìo che e tenuto per
non da far fi , er donde te mfigutrà male . dice tal-
ira , fallo, perche hora te ne nerrà godimento , c^
foCSS'
d'amori. IJf
ficee dane poi ciò che fi uoglta . Fm che la prima do"
mina , l'huomo non pecca . mafifitbtto che lafecon^
da preuale. (fr pereto mentre ch'to dico , iluino nella
fibre acutiffima e pernttiofo , tofibricttante nolbeuo:
ma fottentrando con quell'altra propofitione , ti nino
in cjuefla arfiir ami darà dilcttatione inefitmabiUtio
fiitbondo tlbeuo : regolandomi [otto la generalità di
qneltermtne che tutti ifenfualt ^ fommi piaceri fi^
no da effere abbracciati . Et però ben chefipronott
tij uolgarmente quella fintentta , cheftuede il meglio
^ s elegge ilpeggto , non e per qtteflo che ella fi ca-
pifca . percioche mentre il meglio e ueduto , non e
mai Ufi: iato da banda ^ ma toHo che lapeggior uolon
tà occupa la utfta » l^affetto e tanto uehemente , comt
nella libidine , nella uendetta (^ m altre tali pajfio
ni , che non resla più nella mente uefitgto alcuno di
quel meglio che prima fi uedea :ofepur uirefia, la
firz^a de [peggio il calca di maniera col fuo ptè , che
itmpatronifie di quel luogo, ^ neh* apprenderli una
Ulta maluagia»come di barrateriaydi fiirti,d' ajfajfi'
namentt & d'altra lordura fimtle , eilmedefìmo.
che (e ben l'affetto non ha ufato di primo colpo la
fida uiolenz.a , come nell'amor lafiiuo & biella co-
lera 5 ha nondimeno a poco a poco prefo il poffef-
fi . per modo che quando queftì tali projirtfcono
detti fkmofi tn commendattone dell'honesià , fi^
no come ipapagallt , che parlano fcnz,a intende*
reti figmficato delle parole, fiche chi non ftà tut*-
tatiia con l'intelletto fuegltato & fianco fi lafcia uin^
cere
tlS 1 t T E M p^ r o
eere dall'appetito ^ dtfctnde coldefiderióy(jrpoi con
l*eiatione & profecuttone dell'ejfato delia migliar
parte della Piramide nella peggiore , tal che entra
nel Labirinto , o neHa Selua . In confirmtta di tut-
to ^Hefioytmifchtdellabafs cjuanto pmfono lucidi,
pmfigmficano [abbagiuimento della mijìurade* ui
ttj : che coir inerberò della rt splendente juperficte me
ne a celar fi a (Quella uiSìa, che non ut e umamente ajji
fa , Le Ninfe pofle nelle rifai ite delle Piramidi , co-
me quelle che fono prodotte dal mare , da iprati , da
tbofchi ^ da t rìfontt (i prendono per le cofè terrene,
che fono fhlfe maffre. della uera belle'^a . ^ i trofei
che ui fi anno appefi fono le fpoglie di cjuet che par ne
che Holeffero ben operare , ^ poi fi diedero ^tn preda
agli effetti del Labirinto CiT della Sdua . Et la capa
eijfìma entrata , ch^ è all'uno cr all'altra ,■ ctfx ce-
tìofcere cjueilo tfiejfoche fii detto della pianura, che e,
che fia molto faci le ti uolgerfi alla mala uia ^ l en-
trami . & i Ahrtt fanno per la qualità del Lab ir in
to: ^iCipreffiper^jttella della felna»' Similmente
quegli , come me}w rio , e alla deflra del Tempio : CT
qucfìa , come peggiore ■> e allafimHra ; Le due Man
tagne rapprefintaìw le due nite fkticofe nel male, per
ciQche alla fommttd .di ef[e[non ui e cofa buona, per
modo che quii che ni afcffidonofitrauaghano in uà-
fio» (y chip alfa tra ti Labirinto c^ la Selua, cr non
ifa ne all' uno ne ali* altra 9 ha animo d'indufiriar/ì
& non di lafctarfi portare dalla mera natura . poi
perchefaUta-laptaggia non per queflo camina al Té
^ . , pio.
D'^ a M d R E"« Itp
pio , fi torce alle Alontagne o dt qua , odi la ,& cofì
prende cure laboriofe : che fiol conduranno mai alla
VtrtH ne all' Honore . ò' pereto finge fi che [opra qtiC
He due Montagne fianodiuerfipaHorelli uagabon-
dt . Chi s'affanna per piacere alla donna [uà fé non
ha modificati ipmimenti uà errando nella Monta-
gna congiunta al Labirinto . Cy'fe non intende i ter^
mini di CauaUria u^ perdendo i paffi nt Ila Adonta'
gna contigua alla felua . Gli altri amori ,peròcht
il tutto e contefìo di maniera , che fi come diceua-
mo s*addatta alfiruire c^ la dama & ti patrone ^
ilpublico y (^ a fy/r ti debito nelle cofe priuate , d^ nel
refh della Ulta humana; pojfono parimente inten-
der/! traua^ltati (jr dtffettiut per lefìrade di quelle
due z\iontagne . Tra Uquaìi & il Tempio fono
quattro Sajfi illuminati : due dall'una banda Cy* due
dall'altra . & t lumi uengono da i fiochi fhtti dalle
are , che dinotano la chiarezjLa dell' intellato necef-
faria ali amore che ha da diuemreperfitto .perciò-'
chegh ott ufi hanno li jpiriti talmente ro'^t che man
cano della gentiltTji^a del cor e cr dilla uiuacitàdeU
l* ingegno , cfr in chi n'efenz.a nonfidefìano mai tpen
fieri amore/i: la onde quelli tali uihanno pochijfìma
parte . Sono ancora quefle are indicatrici della de-
dtttone dell'animo : la quale e ti prirrio prcfuppoflo
chefk t amante o tlferuitore o C amico quando fi met
te ad amare . Et queflo è lo spettacolo , che e l'ima--
gtne dello fchifhre il male, mediante fattenerfialbe
ne^coljkre che f amore d'tmperfittfi dtuengaperjèt^
io.
12t) IL TEMPIO
to . M4 perche nteglìo fi fappia operare yfeguita il
fecondo fpettacohy che e [imagine delconofcere il ma
le con la ejpltcatione del uitio . 7^ ut e dubbio che
pare cheprtma/tdoneffe conofcere tintale ò" pot [chi
furio : fi che quejìo che e il fecondo doma ejfer il fri'
mo ; nondimeno chi confiderà , che il uitio non fi cono
fcerebbe y fé prima non fi haaejfe gualche fcintilla di
uirth jfìche l'animo fiffe inclinato adeffo , giudiche-
rà che la uifia dell' t^lmor imperfètto e fata bcnpO'
fa tnan'^a quella della uitauitiofa . ^ fé ilTem-
pio[dell'zy4mor perfiito colreji(f chee Immagine del
fhr bene ,fiJfeflatopofto nel fecondo luogo , era poi fi
perfluo a riporui più qutfta rapprefentatione di che
hora parliamo . la quale non ha altrimente un Tem
pio , non conuenendo una tale habitat ione a cofa ria.
oltre che gli amori non conuenienti erano già colloca
ti nel Labirinto ^ nella Selua . Ma per difcende-
re alle particolarità del male operare , fi e fermato
fopra l'tftelfa piaggia un nuouo projpetto : il quale ha
dato occafione di fhr nafiere i Mantenitori & gli
abbatttrrìe/itide iVenturteri , altrimente btfogna-
uà che tutti fòfftro iti di lungo al Tempio dell' ^mo-
re più debile per entrare poi in quello del compiuto,
ne ut farebbe fato altro che una mafcher ala di
Trionfi . & pur douendo come caualiere andarui ar
muti , u i far Mono fiat e le arme di foue? chio fé non
hauejfero ha unto cagione a* adoperar le, Fiderò lifpst
tatort la piaggia circondata in tefla CT* dalle bande
della marnerà chabbiamo raccontato . & perche
il
D A M O R E. 221
il Labirinto & la Selua con le Tir amidi loro fono le
iflremità tra le quali , ofchtfrfi, o conofcafi il ntale, o
ftcciafi ti heneibifogna cheftmprepaffiamo col figgi
re ambedue'^ non hanno mai hauuto mutatione al-
cuna, Ilrefto che è nella piaggia , ^ che e tutto ti cor
pò delprojpetto , hafrtto di fé tre moftre . la prima e
quella che già erain pie le altre due/ìficero conmol
to artificio . Et quanto allaprefcnte è da dire , che
per -fare uerifimtli i mutamenti » perche fzittt fuor di
propoftto fé ben rende jfero marautglta.n'd però far eh
hono commendabili j e fiato necejjano a ricorrere al
la potenza che fupera la natura humana, &pertan
tofi efimo che per arte magica ti tutto fi riuerfi&
prenda altra fhccia . & ancora che fiotto quefte alle
gorie ui filano fienfi uoltt alla uita uirtuofa & tlluflre,
Cfr che perciò fi potejfe pigliare ogni parte m buon con
cetto y nondimeno file anche uoluto prima confiderà
re come quefte malie doue jfero imitar fi. Et oltre al-
te jfempio di tante altre fiat e poeticamente daficrttto-
rimoderni, che in ciò hanno giudicato dt poter buo-
namente fiegutre gli antichi, fi e hauuto riguardo
che non ut e alcuno incanto che concerna la noftra re
Itgione , ne che uada per ti termine deiproprij in can
tatori.anzÀ li ff) ir iti infernali che erano anche ap-
preffo i Gentili , i quali fi fìnge che corrano per aria,
fiono irrtfii ^ ficherniti , la oue le uere incantagioni
de i noftri uoglwno tutto toppofito . Ma fi uede che
quefte fiono cofie tolte dall'antico per fiola recr catio-
ne , ^ non per opera fihtta da douno . Et la con-
clufone
VT2r IL T E M P I X>
€hfionemedeJìma chiarirà che con tutto questo » U
inuentione e piena d' honefitjfimt ejfempij . ^ Schumi
ita alla pojfaìizjt delle utrtk Theologtche. Fwgefi
adunque la uenuta difei Maghe uecchiefo^ . al
€Hi apparire la fèfìa ha ti fuo prmctpio . & d$ quefte
ne fino tre che dinotano la dapocaggtne , Ftnconimen
z^&la hejltaUtà . che fono più tofto a danno di noi
fiejfl, chea* altri: & uengono perciò fiton del Labirin
to . & tre altre raffigurano la uwlenzji , lafiaude ^
41 tradimento , (jr per queflo rifirendo/ì all'operare
uerfi altri , efcono dalla Selua . Et quelle come che t
uitijftano più eflerton hanno ^h habtti giallazju,che
e colore aperto , ma non però fine ero, ^ qucTte come
che i uitij habhiano più dell'interno , portano le uefìe
leonatc > che è adulterattone di rojfo c^ nero : dr può
prenderfi per fegno di maluagità . Queflijei uittf ort
ginali tributtt a [et uccchu /ó^» per ridato del mal
habnoinueterato y fi dtjìinguono per li ftt ammaliy
che fono loro tribuiti . percioche le tre prime menano
la Testuggine , che è la tardità propria del d apoco :
la Sfinge , e he haucndo ti uifo lafciuo & le unghie ra
pactfirifirifce alia uùa incontinente: (^ lo StruzjLo,
-chehalepenne drr^on.uola:ccme chi ha Inanellato,
<:^ non fu/a : & affimiglta perciò ti beHtale . Le al-
tre tre conducono la tigre , che per la rabbia fua ha
Mlmolento : la Volpe , che efegnalata dalle fue frati
dolentie: & tlCocodrilloy che con l'allettare altri agi
re a lui tltradifce . St ragunano tnfieme nel uemr
fion del Labinmoi:^. della Stlua ,prtma che arri-
ii.j-- o uine
uim a IT empio , per effsr t uitij una mifiura di due
ejìremtfenz.a iaparticipatwne del nuTjo . Et perche
tuno Ulivo tira, l'altroi et non può flare che chi e efqui
fit amente Hit iofo in un brutto dijfetto non trapafft an
Cora a molti dltri : er che chi ha tmpnnctpal manca
mento non hahyia. tutti gh altri ^ e FiatoragtoneuoLe
che cfuefìe firme di uitjj princtpah uadano a metter fi
tn uno . \^ ejfendo ti nome d'amore fecondo ti fitono
della uoce uolgare grato ancora a quelli che attendo
no afatisfkre a t proprtf fenfi or alla mala tntentto- .
ne ; fi pone che cjuejìe Maghe uadano a qud ridotto .
de t due estremi: c-r che im fi congiungarjo per gire al\
Tempio d'Amore . neper ejjer accrefciute difirl^.
hanno per oda poter tanto , che ut. àrrmino . pereto.
che lauera forila e nella moltipltcatione delbtn&i\
che fa unita . Ja ouet moltimaliper le dtuerfità Joro,-;
ancora che ftano di compagnia y. non però pojfanm
mai unir fi , mancando ejfi delbuongiudtctOf che e
ti maefìro deli' untone, or per, quefio non ui e una Aia
ga alla quale tutte le altre rendano ubidiemA òal-,
meno portino rtuerenzji come a capo loro , Nonfop'
portò quello ragwneuole Amore, che i" appetito trra
tuonale ut hauejfe luogo ^ò'perciòfuelfe un monte ^ .
il fece girare dinanzi a gli occhi delle Maghe , per
modo che il Tempio uenne a celar fi . Ma perche la
ragione non e mai efitnta nel uitiofo :fi che può anche,
finalmente uoltarfi al b enei & la legge del^ mondo fi
fh fempr e intendere , cr il cteio tftef[ò mosìra d'alto •
f opera delfhbrtcatore & la f^raheUe^afia ; oltre.
c.ii ' che
«S4 I ^ ^ ^ M P l o
che la religione ^ la bontà diuina può più d*ogn*aU
tra cofa ,• ejìato conueniente che la cuppola riman-
ga dtfcoperta , fi che quello fpUndore che uiene dalla
fimmità refli ancora uiphtle . (girano medefima^
mente i quattro Saffi illuminati dr in luogo loro ap»
paiono quattro Grotti . che fono Ì*tnditio di quella rté
md€z.7a,che e tanto contraria allafemente delCA^
more & anche alla dedtttone degli animi, ^ co fine
fegue lapriuatione di quell* amore che e buono , 7)i
queFii Grotti, due fono chiufi y Ìuno dall'una ban-
daS altro l'altra, donde fi figura come quei della par
te del Labirinto , et quei della parte della Seluafìa
noefclufi dall'amor conueniente . (jr due altri pur
Vuno dt qua , l'altro di la yfono aperti : fi che firma-
no due Jpelonche per dinotare che alla fine quei che fio
no delLabirintOyO della Selua entrano in quelle aper
ture c^ dentro ui fifiepelifcono . £" maligno colui che
cerca di fare ch'altri nonpojfa participare di quel
bene che a lui e negato : & diffoluto quell'altro che in
fatisfuttione de' proprijfenfitrauia il buono dal bene
per ferutrfene al male, i quali due potenttfiìmi affati
fi dipingono in queHe Maghe : effendopoHa la metà
di effe per la peruerfità : (^ l* altra per la uoglia irre-
golata . tal che fono conuenute in non uolere ch'altri
peruenga a quel Tempio , & tn tentare dtfkr difper
dere i Venturieri per godere poi lafciu amente la loro
conuerfatione . c^ perche la maluagita e peggiore
della diffoluttone , fi efhtto che primieramente la
Maga dalla Ttgrc come la prima nell'ordine delk
fue
D*' A' M'O" RE. Ì2^
fue compagne y&poi anche per effer uìolcnta prordo-
chi li jpiriti del centro per far najcere un palagio fi'
wik alla fua (Qualità , ^ che dtpot la Maga dalla
Sfinge y che è la cor r ut te il a de^ co fiumi per la banda
fna tnuocht li fpirtti aerei per fkr portarci da' paefi
remotifs. un palagio che fi confkccta con lei . L'uno
afcende dalle ui fiera della terra, che è l'acute'^zjH
della trtjìitia . l'altro uiene portato d'alto a ùajfo, che
è l'ahufare i fenfi , ó' tirarli alla [or didelfa del mon
do . L'uno fi fit nafcere col mezjo delfiioco che riguar
da l* impeto del rio pen fiero. l'altro 'e condotto colmt"
Z.0 d'una nuuola.che afiìm?glta laperturbatwne del-
l'animo . Quella dalla Tigre uuole che ilfiuofia terri
bile, d^ pieno difirepittptr l'horrore, cfrper la confù^
fione che fono nelpe>tto dellificelerati.quella dallaSfin
gè uuole che tlfiuo habbta una uaga utfia , ^ che ri^
fuoni foauem ente per lefrJfe apparenz^e , che alletta"
no qU incontinenti . Quella dalla Ttffre (congiura
con le rime dapottola che fo'7liono prenderfine i con
e etti pieni di perplcffitny che e proprio del no . cjuella
dallaS finge piglia lo fdrucctolo acc^pa^nado l'humil
tafiua alla bajfe^z^a degli animi ejfeminati.oltre che
fiaua affai meglio che i ucrfi fijfero inufitati per la
qualità delncgocid,che e totalmetefiiori dell'ufo della
natura.et la replica fatta a t nimbi è ancora effa dt4
na maniera ìfolitai et cola curte'^a de'numerifirue
alla celerità che fi de fiderà. L'edificio della maluagi
tà ha nell'entrata VlutoneyetProferpina per dinotare
il centro della tcrra.che è la maggiore priuatione del
r ciele
2,26 IL TEMPIO
-fido che pojfa ejfere . donde fi dimcflra tanto più Ì4
perucrfltà .(jr nei ricchi fino la Soperbia , la Cupi-
digtiiy & l' Inuidta pofte per li tre capi che riguarda-
no que^e tre Afaghe . per cicche ^^m Ha dalla Tigre
cormiene con laSoperhia per ejfrre ordwartawente
cagione della tiiolenz,a . amphando/i i uittj leggieri
con L'entrare nei più gratti . & a punto la disfrena-
ta arahitione porta l'altere'^a dell'animo, dalla qua
le coluolerfirefiarefiperiore adalyct derma i* e sì in-
gdire chi nimpedifce quefto accrefcimento . Et
qu^ia dalla Volpe ha proporttone con la Cupidigia ,
jalendo occorrere che Panaro , che con lafua aridezr-
1^ nuoce filamcnte a fé Jlejfo , efca da i confini del-
l'auaritia: ^portato daldefiderio O/hauereper tut-
ti i modi a lui pojfibili , inganni , rubi , fhlfifìchi , c^
tenti altre Piie della fiaude : c-r di fimplice auaro fi
fiiccia anche ingiufto.Et e proprio che quejìo tale per
ejfer mie di core fi uolga alle Hrade occulte , fi co-
me ti foperho , che e di penfieri gagliardi , fi pieghi
alla uiolenX^, Et fimtlmente quella dal CocodriU
lo fi cor'fii con i'Inuidia che per ejfer una{fe4to inter-
no 3 che uàfiwpre più rodendo j ^ confumando, può
generare finalmente uno fcoppio : quale e quello del
fioco rinchiufo , ti quale fiirore può facilmente pro-
durre una tradigione cerne in alcuni competitori che
in fruire %jpiibliche ò Principi , l'hanno fatta a
oli amici, a i par enti y alla patria , ^ al patrone. St
ancora chcidijfoluti nella crapula, & nella luffuria
pojfano diucmre prodighila pot meit er fi ad offende-
Y$
D* A M O R E. 227
re altri, non e però ^ueflo cofi ordinario in queHa in-
temperie di [enfi come nelle t re dsttepajjlom dell'ani
mo.le quali come più acute fono più finitime alla tri-
ftitia . &fe ben ftra è acutiffima , & da quefìa fna
propria penurbattone trapala aWhomicidìo , non
perciò è punto mcma al trtsio proponimento ; perche
in effetto la fua tanta celerità , che toglie ildtfcorfo ,
dr che fiole caufarfì da prouocatione , (^ occorrere
necafiimpromfi, lieua infume la radice della mal-
u agita . Ala. ìì Iracondia 3 CT l^ Soperchitrta fono
poi come i?ijìr omenti , q^ non come origini della uio-
lenza : caperò fanno fotto la Soperbta , ^foprala
porta della Aiaga dalla Tigre . & l^ Simulatione^
(jr la Falftà meT^ne della fraude fotto la Cupidigia ,
Ò" [opra la porta della Maga dalla Volpe. ^ la Infe-
deltà,^ la Perditwne appropriate al tradimento fot
to Nnutdia, &fopra la porta della Aiaga dalCoco-
drillo. Ma perche tutti iuitij della trtjittiapojfono in
differentemente deriuare da animi foperbi.auari,^
tnmdi.ancora che queftì tre affetti fif ano diftinti nel .
lafudeita maniera,come nella più propria, nondtme
no per che s' haueffero da interpretare anche più lar^
gamenteyfi conjìituirono nel me^ della facciata del
Palagio . L'Edificio della fenfuoltta fi aua all'incon-
tro di queft'altro con tre altre porte, che riguardaua'
no quelle tre altre per poter anche occorrere y che da
queftiuitij fi trabocchi tn quegli altri, ancora che
come habbiamodetto\cw nonauenga cofi per l' or-
dinario . (^ dimoflraua le habitationi delle tre Ma
F 2 ghc
22.8 IL TEMPIO
ghe a ifegni delle trefkcciatey che rifdiuano furia fi
pra l'altra. percioche nellaprima erano fOcio, ^ ti
Sonno.che co ifèguaci loro arguifc^m la negligemta,
lojiare difcf opera to,^ tatto ijitello che appartiene al
la dapocagine . che tuene ad ejfere t appartamento
della Maga ddla Teftuggine. 'T^ellafeconda uede-
uà fi quattro beni eftenori,dHe dei corposo' due delln
fortuna^ la Gtouentu, la Samtà , t ylbhondantia, et
la Profferita . cr fopra ti corridore della medefimO'
■fhtto a termini fi jleggiau ano dMepaz.z.e Allegrie pO'
fteperli due piaceri più corporali , che fonodi "Bacca
Cr di tenere, (jr finte in guifa cheper/ignificare, che
ufcijfero dalle debite intfure dell' honefta , pareo, che
òalz^ajfro fiiori di quei termini fu'che erano . & dir
notauafi che cprcTlt piaceri cotaminauano quei quat
tro beni chepo(\ono feruire alla ZJiriu , (^ al Pltio fe-
condo che fino ufati . ''Toteua ancora ejfere Cuna Al-
legria per conto de i due beni del corpo, ^ l altra per
conto de i due della firtima . (^ non filo s* intende-
ranno i dtjfati dei fi nfi carnali y quali fimo fkcil".
mente ne t giouani fani , c^ ben. agiati, ma anco--
ra la prodigalità , l'infolenT^ , ^filmili uitij chepofi
fono regnare net utgorojl dell* animo , (^ della per-
fiona,dr pieni dirtcchcz.z.e, c^ accompagnati da for-
te fituoreuole. Per modo che queste fono commodita ,
che fienz^a la conueniente regola traportano chi le
pojfede , cfr il mandano a trauerfia come un tndo'
mito corfiero fcniLamorfio . & tutta quefla inconti'
^eri^ è afirttta all'albergo della Maga dalla Sfin^
d'amore. 225;
gè . T^eìla terza fkcciata flauano diuerfe tefle hiz.^
'j(arreyche mandauano fiochi di piti colori, il che e
prefò per la slrauaganz.a delle opinioni di coloro che
uitionofcnz^a legge : & per lì uarij mali ejfe-tti, che ne
nafcono , gT" perciò ui e nel mezjo uno , che ha lafkc-
cia humana, (fr il btiflo mosìmofi^che efegno cheftà
huomo all'apparenza, ma non a t coflumt. Et cjuejìa
parte peto ancora trihuirfi alle peruerfe fkntafie de gli
eretici che corropono la buona firma del uiuere.la on
de ui e una loggia che finge un paefe lontamjfimo
a dinotare il uolere trafcendere^ & allungar fi dalle
uere opinioni co i proprij capriccijfimili alleprojpet"
tiue che fono ombre della uerità . c^ ut e un giardino
che e bellijfimo : ma fi troua inaffatto , cr irriga-
to da accjua che èfce duna fiera : ^ chiufo a intorno
da colonne di mifchi ofcurt . La besiialità dimojìra-^
la in ijueflo modo occupa la fianca della Maga
dallo StruXzo . In fui piano dalle bande delle por-
te erano Plutone , Qr Rea^che perla ftgmfìcatione
delCimmonditie terrene r appr efent auano i^ origine
della Ulta corrotta . Et perche cjuefìo edificio ha ri-
guardo alla qualità de coftumiè attaccato al Labi
rinto.et l* altro per ejfer intorno alle maniere delNpe
rare e apprejfo alla Selua . Mota ejfendo la piaggia
fiztta h abitabile parendo alle Maghe che il rimaner
ui nella loro propria effigie uieterebbe che potejfe^
ro incannare quei che ui ccipit afferò : pero che il ui-
tio difcoperto è cofi laido > che non ui è animo huma-
vo che conofcendolo fé (7 li uoleffe già mai appr e fi
' l> ì fire,
2J0 IL TBMPIO
fare ^ fi rìfolnano di trasfigurarfi in gtoHani helliffi •
we . Et dtuennte quali defiderauarjo d'ejfere. allear-
rmo de t primi catialiert cercano dt torcerli dal lo-
ro prefi camino della mriu , col proporr e U uita deli
ttofa . ne giouando quefìo fi uoltano alla fòrl^ col
pirli affali are da dt^erflmofìri , chefignificano all' a
sfefto moltiphcità di nature : ti che e contrario alla
unione ey'fchiate'Xz.a della vtirtu . Et non ualendo
anche U jor\a , fi rtdaconoal rimedio d^ un incanto
che pi le tramutai toni , tignale e il peggiore di tutti
gli altri . per Cloche haueano cagione di\ temere che i
debill non hafiaìjero. Il mtio apporta due impedì^
menti principali : l^uno della cognittone : labro del-
la uolontà , & per efftrpiu ageuole la Hrada d'impe
dire la prima, che la feconda y le Maghe ufanoda
principio più tojìo quella , che quefla . & cofi tentano
d'offufcare la mente a t Caualieri con blandirli ^
proporre commodi, piaceri ^ metj atti a commoue^
retlfenfò .laqualuiaepiufkctleper la conuenien^
7^ che ha con la natura medefima , che e procliue a
gli agi ^ alle cofe che di primo colpo dilettano ^ ti-
rano afe l appesito. Et e quefla giocondità cofI natft
rale, che la ragtoaefpontaneamentefilafciafedurrc
^ingannare da effa . la quale ftrpendofh occulta-
mente kfueopcrattoni ^ pian piano ottenebratine
telletto . Stfhtta quefìa ottenebratione y fi genera l'i-
gnor anz^a. Sono appunto la cognttione ^ la uolontà i
dueprìncjpij dell'operare : ^ mancandone uno^i al
tro non rtlieua punto , per Cloche chi conofce & non
UHole
D AMORE, 2^1
'$ifioìe non può far nulla : & chi uuole ^ non conofce
fiónfachefkr/ì, Difegnano perciò le Aiaghe con
l'introduttione dell' ignoranz.a di rtmouere i Caualie
ri dalla cura del Tempio . Et pot ch'erano cofiauez.
Tj all*opere uirtuofe, che fimil partito non hausa luo-
go apprcffo dt loro , ne fegue che elle fi mettano per
uiolentarli , che e moffa dtfcoperta , Caperò più atta
adefferefchtfhta , con^e fi dice e jfer quella dell'ira,
cheperaffalirnepalefementepitidi legfrìero/i ripu-
gna a a lei , che al piacere , che e eome il nimico fecr e
to, ma ha nondimeno lafua particolar difficoltà^ che
e molto notabile . percioche con tutto che ui corra il
pericolo della uita , bifogna nondimeno porlo da h art-
dia , & non riguardarui pnnto . perche altramente
chi cedeffe fenica prima f-e/ijìeni: c^ far Nfìremo sfòr
zo non fi chiamerebbe uiolentato . St fi come cftteHi
Caualieri non fi lafciarono guadai^naYe dalle deli-
ite : c^ s'oppofcro con la rifolutione del contener fi c^r
difi'perare il piacere , co fi tri cjuc fi' altra occafione
non fi fgoment irono per l*horrtbtle rapprefentationc
della morte . CT fi rtfoluetrero d' affrontarla coluin-
cere cjuel dolore , che è genetattó dalla timidità . Et
fé prr la uirtu della moderatìone dell' animo fecero U
debita refijìenr^a comra le lafctutedelU Magfhe^
per la mrtu della fòrteT^a , detta tlualore , la ^ceró
fimdmente contra la furia de'mcflrt. cr quifìi fo-
no dm pnnriptj oppofii alle due prime pofjanXe dei ut
tio'J'Ufia deli'atiraere il fmfo alnonconuemente pia
cereri' altra del diltraerlo dai con'uenme difpiac&r>e.
? 4 Ver
%p. 1 t2 T E M P I ; O
Per la prona delle ajfettuofe parole , ^ larghe prof
me[fe non fìUuò a i Cauaiieriillume della uirtu . sS'
perciò accorgendo fi del rrì ale , tlfaggmano. ne anche
la uolonta loro uenne ad?[\ere sfòrz^atat poi che mUn
do , c5- non cedendo , fi ffinfiro inanai per non ef-
fer diflolti dal maggio che fkceano ,^dun<]HeilHÌ'
tio da fé non potsa più altro, poi chela conofcen'^^et
la uo^lia, per e (fere Ubera affatto , conueniuano nei
perfiguire t opera incominciata . Le Maghe per cjue
fio ueduta tantamriu uf trono l opera non piti del ni-
tic, che non era pm hafieuole.ma dell'arte magica, la
{juale fi finge che fopsrchi Ihumana poterla . ^ co-
fi t Cauaìuri jono tramutati di maniera , che anche
non ritengono fentimento alcuno: ejfendo dmenuti faf
fii& alberi : non fere ne altri ammali\ affinchè tan-
to pm fi ano difiofìi dalia-libertà delfintendereiCi del
'Uolere « Ejfendo per arriuare altri caaalieri , qt4€fte
Ada^he per f attitudine del male contra i progrejfi
del bene,Jpiano ijuefta uenuta : & per imper dirla fi
confiigliano mfieme . & fecondo gli affati de i proprij
uitij loro, propongono , CT difputano . fi come ancora
nelt altro parlamento che fecero à quei primi guer^
rieri , ciafcuna hebbe (ufficio conueniente alla parte
fina. Quella dalla inconttnentta nelt attacearp al fin
fo : quella dalla dapocagine in fiiggty^ la fhtica :
quella dal tradimento in m&ttere in operatione fian-
gumaYia la uiolentia ; cr i» affa lire di nafcoflo chi e
tn buon afide . ©- hora fimilmente quella dalla fau^
de ha sfiato, ^ prende la cura di tutto %l maneg-
gio
d'amore. 2?^
po degli inganni * ^ le altre tuttauia fknno il debi-
ti) loro , Et perche il tuttofo fi copre fiotto lo fittdo del-
la utrtH , quella dalla Tefluggine protegge la utltÀ
delibammo con laficufia dell' effere circonjpetta : ^
del presiedere i mali ejfiiti della temerità quella dalla
Tigre mantelleggia l! impeto f^o con l'habito della gc
nero fina . col dire di uolerepiu tofto ben ruinare, che
mal giacere , e fendo il fitmUe ne gUaltri uitij .pereto
che fauaro dice d'ejfer afifignato nellefpefie Qfr di [chi
fizre l'hauere ad incorrere tn latrocmtj ^ in rapine y&c
tn altre dtshonefià . ^ ti prodigo fi nant a difiirfidi
IprezJ^tore della rohbaper ejfer cor te fé ad ognuno et
guadagnarfii de gli amici . (fr il mede fimo Ùtle ten^
gonogli altri chefidtficoftano dalla conueniente me-
diocrità . la quale ancora che fia nel partir fi dall'u-
no ò' dall* altro eflremo dr non nel congiutjgerlt in-
fieme : come e de' colon partecipi del bianco cjr del
nero , nondimeno la Maga dalla TJolpe cerca di cor
reggere la dificrepantia delle due compagne cfireme,
f una gelata , l'altra ardente ; non eoi dìfìruggere
ì^una CT* l'altra praua qualità , ma con l'ordinare
che piglino tn fieme temperanza yfieruendofi a utcen
da dtl mancamento or dell* ecce fio loro . Et quefia e
la mediocrità dell'imprudente :per modo che ejfen-
do mtfichiato due uttij balz.a qua cjr lafenz.a termi'
fnine . come amene di chiquafi fiempre ff)armia cr
gualche uolta gttta utafiiori di propofito . o di chi
per hr dinar io dtfiìpa tlfiuo , c-r tn occafione impor-
tante , 0 tn ffefa leggiera fi ritira oltra modo ,
MedefitWii'
Ì^5 ^ ^ TEMPIO
Jliedejtmamente quefitt mediocrità delle Afagheh
tutta al contrario di cjuella che nafce dal retto giudi
ciò fecondo il quale non fi confiderà y che tanto fia
dall'una banda quanto dall'altra : ma che ti mezjo
tenga hora più uerfi; ti mancare hora più uerfi ti ere
fcere . percioche per pigliare uneffempio affai palpa-
bile» nel pelago ddVira non contitene che l*huomo s'al
teri tra due uguali mtfure tuna dt mera bonaccia^
ValtradÀ fiinofa tempesla , ejfendo alte ttolte lecito
l^ingolfkrfine i cortiCCÌy& alle uolte difdtceucle ilpaf
far tlfegno d'una Iteue dtmoflratione di colera . uà
riandò quefto uirtuofo rifentimentò con la uariatione
della caufa delt accender fi & della perfori a contra
che ci accendiamo fecondo la portata & l'ammodi
e fa : oltre alladiuerfità {htta da i tempi , da i luoghi,
C^ da qlt altri rispetti . // ricortuertire i Cau alteri
conuerfiper ualerfene contra i f^enturieri, non è al^
tro che un dimofìrare che il buono nelle mam del mal
uagioftrue al male . Due fané le forti del bene . /'«-
na di quello che e fempre tale , come l'integrità , la
prudenT^ , lafaptcntta ^ altre tali compiute quali-
tà, l altra dt quello che può effer inflr omento fi al
male , come al bene . quali fono le ricchelzj , lag a -
gliardia , la guerra & altre pOjfa?ìz.e , che din'XJa^
te al buon ufo producono buoni effetti : c^ applicate
alt ri fio : fknno l'oppofito . Quejlt Cau alien perche
tramutati dall' cffer loro di prtma perfirl(a ffjagi-
cÀ , non teneano più la notitia della fceleratezx.a
dtllc Maghe , ^crcdendofi di mantenere una giuHa
prote:iio/ìCy
D* A M O R E . 2J4
protei tione , qt ejfendo corraggtofi ^ intrepidi cfuart
to maififfero , per ejfer quesìa ^arte del ualore dmer
fa da cjuelU dt II' intendere , rimangono in fiato tale,
che fono come cjuel bene che può effer ahufato .fi che
uanno cantra tutti quei che s*tncaminano al Tem-
pio d^^more . Et ancora che t colori prendano di^
uerfeftgntficationi , nondimeno ufati in cafi ah ono-
re tutti fi accettano in huona parte , c^ con tutto que
fio le Aiaghe in conformità de"" proprij difitti di effe
(ideila pcruerfitàdel uttio peruertonoi reali fin fi
de colon con che t Caualiert erano campar fi . Che do
uè il Nero dinota la fi rmezjia 3 per rifletto che non
fi muta mai per altra qualità che entri nella fua: &
e atto ad unire : cr può anche alludere alla ft abilità
Crfolidez^a del globo della terra , chefx [ombra, la
AI aga dalla Tefiuggine fi fh compagna del Caua^
litro ueslno di nero . ilqaale colore come incapace
d'ognaltro & fimile à chi non fia da co fa alcuna e
hauutodalet tn luogo della dapoc.tgme . Il Ti meo
fé ben per la punta dr fichieitel^za fua è l'tnditio del-
la lealtà , non e però che la Ala^a dalla Sfinge per
lamoltiplicità de' colon , che ejjo può riceuere , ^
per ejfire difgregattuo , non s'accoilt al Cauahero
bianco , & noi toga per lejfato dell' incontmenz^a .
IlTurchinoche e ceruleo rapprefentando P altera
dell'aria appartiene alla diuinità. ma la Maga dal
lo Struz^Xo trasfirendolo alla profindità del mare,
che e pieno di moftrt CT* di moti Hrauaganti , fi met
te colCaualiero turchino: & fé ne naie per la be-
fiialità.
Z^6 IL TEMPIO
jìUlita . Il Rojfo y che per lojpargiinento delfangu^
è la nota delualorCy non (i prende dalla Maga dal
la Tigre , ch'elegge il Canaliero roJfo per la rifila-
ttone d'effondere ti proprio [angue y ma per la fola-
profèjTione durarlo ad altri: é" perciò l'appropria^
alla uiolenz^a * ll-ZJerde dimofìrat ore d'una libera
pronteUz^a , ijuale e nella uiuacità della uerdura del-
le herbe ^ degli alberiy e, creduto dalla Maga dalla
Volpe una co fa bella faper/icialmente, clr chepercjue
fio pojfafhctlmente ingannare . CT fhtta capata del
Caualiero uè rds imt erpreta per lafiaude . // Aio^
vello non orante che figntfichi l'interno del core . il
(jUyilefpaccato chefijfe , tale a punto fi ueder ebbe , U
/i/Ia7a dalCocoàrtllo hauHto riguardo alla natura
malamente malenconica s^ appiglia al Cau alter orna
r^llo : cr ha concetto dt tradimento . Ala ti tiitiofò
e come l'infirmo che conuerte in trtslo nutrimentà
tutti i cibi per fani che jtano . Qr non e però marati»
glia fé menti cofi fané rieficano cofimale nelhpinio-
ne di quefìe maluagte . Fanno arriuando di uolta in.
violtaVenturieri diuerfi : a i quali non gioua punto
che timprefie & intentioni loro pano a buon fine, per
cloche gli accidenti che fipr agiungono y che nonpoffo
no ejfer ui&tati ne preuifit dalla uirtu delllouomo , li
fitnno disìorre dalle battaglie CiT da i prefi camini:
C^ li difperdono ne i fólti bofchi che fono dall' una p un
fa ór dall'altra delproff&tto , firmando fi nell'una il
Labirinto & nell'altra la Selua , di che parlammo,
Éé in quello che concerne i mali affetti interiori fi fh
una
*T>' A M O R E. 257
tma mufìca di noci & d'if?flrowemifiaHÌ. & in (]ue
fia che s'ejìende alle ojfefejhtte ad altri fono le wufi'
eheftrepitofe . fi cerne f ir om cjuelle degli Edtficij ui-
Ctni a quello Q^ a quefia . Giunta finalmente una
gran banda di Caualteri che trionfhitano con I'zAy
co della Virtù er dell^Honere , le Maghe con tutto
che infiammino quei più cavalieri chepojfano centra
quejli altri , nondimeno confile da tanta pojfazjt mo
Hrano fegni chianffimi d'un* ultima ruina loro. Aia
fcr che tutta la fi)r\a che hauea ad abbattere le
A<faghe douea ejfere tì^yìmore , egli pero moffo a pie-
tà dell' indegna prigionia de fuoifeguacif cr rtfolhto
di caftigare non i Caualieri prigioni , che non m ha
ueano colpa , ma le prigioniere iftejfe , nonfit feguire
la pugna tra le duejyande che erano uenute a batta-
glia y ne porge fiore a quei delt^rco fudetto coi
disfauorire i nimiciloro : mauoltatof alle habita-
tioni delle Afaghe lefifconfindere colmaniffìareil
luogo della fia uera refdenz.a d^ concedere la pei e-
fià dell' entrarui ^ confhrlo intendere a tutti t Ca-
ualtert . Et fi come Gioue ò' Giunone haueano Aier
curio et In et fimilmente altri numi fferuiu ano dai
tri mez,ani cheannontiano ò mandano ad effetto gli
ordini loro, cofi Amore ha hauuto le Gratie per effe-
entrici &t mej]ai7giere dì quefìofuo proponimento, per
cioche la gratitudine yChe uuole che chi uer amente a-
ma uer amente fia amato fé la uirfu principale de II' a
fnore-.et la fola conferuatione de gli amati delle armci
tic a della quiete del módo.Stper hfoftto CmgratitH.
dine
aj8 IL TEMPIO
dine e contr attuerò amatore. & non contra chic
benejhttore & dtflruggitore del beneficio , ne contra
un finto amico , o uno che ci faccia bene nolfapendoyO
perfirz.a,operfine illicita; ne contra chi i arroga
dhauer meritato affai y&edi poca uaglia ,ohafat
topoco : ne infomma contra chi malamente ama^o
ha w.okntato o fraudato t amore . & come cjuella che
ntptc uè [degno troppo ragioneuole, i^ che causò la
feparatione delle fchiere angeliche , ceiefltali & in-
jèrnaliepiu nimica damare^ più contraria alla
carità y lacuale e la uirtu .delle uirtk , che non e la
ruutde'^Ja , la uiltà , tofìinattone , la crudeltà q^ la
natura a odiare dr d'ejfer empio : cfr ogni altra peg.
gtor di[pofitione,f^ di peggiori in [oggetto tale [e ne ri
trouauo . Afa per più int elligenl^a di cjuefìe Grat te,
Jìcomegratiffima e colei che per genero[a rtfilutione
^ non per profitto neper uanita aggradile lafir-
uitu dell'amante : ^ conofiiuta la cordiale inten-
tione di lui, uà più [empre auan^andolo : ^ dato
che gli ha tlpoffejfo della gratta [uà , mai più non [e
ne [epara , cofimgrattffima e cjuella che non ricono-
fce mai l^ amore dell' amante :ò che riceuuto che [hab
hia in gratta , insidiando per malignità la uentura
di effo, fi parta dall'amore . nella gutfa che ingrattf"
fimo [arebbe un codardo che dopo hauer benificato
un[uo amico ^efferesìato ricambiato dalrrtedefi-
mo, per tema che (juefìo tale crefiendo troppo non
riufetffe maggior di lui ^firiuolgeffe con ingegno &
con lejòrz^ejue a mali uffici} . & quanto più la brut'"
ta macchia
^S9
ta macchia di quefli ingrati e d ritterfi della pHrtfs*
fmcerita drfchiate^za degli amanti : & è ahhorri
ta dalli ff> triti gentili ,* tanto ptu la gratitudine gene
ra c^ fomenta [amore & mantiene lauita in parti-
colare or tn commane . Confiftendo adunque ti tut^
io nella gratiofa ricompenfa ,/i e fhtto che le Gratie
habhiano tutta la carica di far comparire iluero
Tempio d Amore , alla cm difcoperta fi cancellino
gli alberghi del uitio : ^ s introducano quei della uir
tu . / quali douendo formare ti terzo é' ultimo ^ma
colo di quei tre che proponejfimofln da principio y da
poi che habhiamo ragionato di quello della, uita di
me\o tra la mala cir la buona & della peffima , ho-
ra parleremo dell'ottima . Nd pajfaggio dal uitio
alla uir tu , er nella repentina purificatione di quelle
"^ degli incantefìmi ; d^ nello fioprirflla uirtU , non
poteafzrdi meno, che non fifenttffe un terribilifs.
terremoto cr intonamento : & che nonfiuedeffe una
gagìiardifs. fùria d'incendij , c^ che le Aiaghe uec^
chie conuerfe ingiouani no ritornajfero (^ appareffe
ro ne i fi Itti loro co [pati . In luogo dell'' Sdtfjìcto degli
animi contaminati che uia dijparue,nefuccejfe un* al
tro y\che era tutto all'oppofìto , d" cofi all' incontro oue
folca ejfere quello de gli atti tviTii ,fe ne utde un'altro
chedimojìraua ti contrario , c^ ambi quesìi erano
affai più alti de i due precedenti , per dinotare che fu
cendo ti uitio Cefiremo difuafòr'^ , Sfacendolo pa-
rimente la uirtìi , queflo e fuperiore a quello, & poi
(he nclpertienire al Tépio d'Amore bifognaua paffa
re tra
t!\0 IL TEMPIO
fé tra quefil due edifici} che gli feruiuano di portici
C^ galene , nonfolofegli affimigltauano , ma hebbe
ro ancora le imagmi della uirtu y fi che nelgtrui per
niez.0 fi coni emp lattano .percioche la uirtu y che me
diante l*operattone dell'amore è l'ultima in effere ap
prcfa^c^ ha perciò ilfuo Tempio dopo ejuello dell' À
more , dmenta la prima nelt effere riguardata . non
potendo io confegmre alcun fine y fé già non me l'ha
proposlo y fi che la cofa ultimamente effettuata e la
primieramente confederata: ^ la prima mejfa in
confideratione , e C ultima ad effett uarfe . L a part t
che era alla defira di chi uà ai Tempio , abbraccia
uà bordine degli affetti buoni , che nel medefemo luo
go fi erano ucduti rei» é"' perciò fiaua iy^pollo albaf
fo: come che effida Imforgeffero» c^ut e tnc^uefio
fenfo per la qualità fua alteratiua, oltreché e noto-
rio che ti Sole fh bene o malefecodo che fi accoppia a
tfì:gni del cielo o buoni o mah . ^ f a jf a to parimen-
te non e in fé ne commendabile , ne biafemeuole , ma
conuerfo in habito buo?io dtuiene uirtu , c^ rtefce ui-
tto fé fi torce al mal habito . Che nel uero noi non di-
remo'che la cupidità òt tra fea cofa honefta nefò"^
2^a y fé non in quanto defedereremo , òci carruccie-
remo conueneuolmente yofìdor deldouere . Tre fot-
tìo i principali affetti^ ti Dolore yil Piacere (jr lo Sde-
gno y c^ut erano perciò tutti tre, ^ perche ti T)o-
ìorefe tempra con la lortezxjt , CT* lo Sdegno con la
Aianfueiudine , quefte due uirtu parca che foffero
firmate dall'ano & dall' altro . é* majftme che
ambi
D AMORE. ^41
amùi flauano appoggiati a certi termini in certo mo
do y che pareo, che non mieterò ufcire oltre dt ejji: da
i cjuali le due uane Allegrie di che parlammo , mo-
Hrauano dt precipitare . cr tanto più fignificauano
^uesìo loro proponimento , poi che tenevano appefia
t torchi lo Jpecchio , che è tlpreuedere ; & lo [quadro
dt piombo , che è l'operare acconciamente , perciò^
che il uirtuofo torce la manopiu.Q^ meno fecodo che
eh pare che le ctrconffanze delle opcrationi Urtchie^
ciano . la onde la mtfura non e di firro. ma di piom-
bo , che è atto a piegar/ì. Il Piacere come tr.oderato
dalla pruden'^a appariua ancor effo nel modo de gli
altri due affati, & hauea [opra di [eia Natura,
la Fortuna , (jr la gloria : per ejfere con/tderato ne
ibenidelcorpOyne i fortuiti, c^" tn^r-^ei dell'animo,
inquanto che non prendendo noi tn ejjl foperchia
dtlettatione diuentiamo uirtucjì in ciafcuno dt loro .
/ due freni l*un marrgior deli' nitro dati alta TS[atU'
Y a esprimono la Tcmperantia : che e intorno a i
due fin fi più corporali che fino del mangiare y (y be-
re, (2r dei cotto . J due corni di douitia Fun picciolo
l'.Miro grande , che tene ano la Fortuna nelmez.0, di
notano ta Liberalità ,cheè tn dijìnbu front ordina-
ne del danaro : c^ la Afagnificentfji che confiflein
fare Ipefie grandi. Le due corone luna di fiori, l'altra
d'oro, fioftenute dallaGoria,fi pigliano per CAmbitio
ne moderatayCtper laMagnanimitàieffendo l'una de
ifolitt k onori. Cabra de t foprcmi . La parte fituata
éillafmtfira,^ che e incontro a queW altra , fecondo
2^ /-
44^ ^L TEMPIO
la cjHAle fi tronana ejfere precijameme conflrutta, uè
mua ad tri fir ir e, che le uirtuftrifpondom infteme. tal
che quanto alla corporatura delle ftanz^e loro fono tut
te una cofa tjìtffa : ma fidtfìtnguono poi nelle flatue
per rijpeito della loro uane^à.percioche nel genera-
le conuengono parimente : ejfendo tutte prodotte dal
rat 0' giudici 0 : ti cjuale con tantiuedire y (^ darp
al bene è capace d*ogni bontà: ò' f^on e mai eccellen-
te in domar una parte dell'appalto che non fia ti me
defimo in regolare egri altra . Et perche fé ben i
w ali trap affano dall'uno all'altro ^non però poffcno
mai ridurfi all' unità ^ idue alberghi de'uiitj fiirono
differenti:, ma quefli delle Vtrtuper ejfer tfje unifor-
mi j non fono punto dtuer/ì; talché la belle'^z.a loro fi
corrifponde ugualmente. Staua Mercurio al bajfo di
ijuefto Edificio , che per fprafìare alle fucende fi-
gnificante l'Effato.ficowe ^dl pollo che gli era alC in-
contro,rappr e fentaua i'y^ff^rto» Che doue dall'altra
banda uedeuafila uirtu tfìcfa maffimamente a i mo-
tidelC animo, da (jueHafiuedea cjuella che e partico-
larmente ne gli atti dell operare . le quali due parti
ancora che fano /otto ogni un tu , nondimeno alcu-
ne fono più proprie dell un a, & alcune più dell'altra ,
fi come anche (i mai ne i uitij. Sopraftauano a Mer-
curio la 'JSleceJJuàJa Commodi tà, (^ la Verfèttione,
come che da lui dcriuajjero , Sopra la Neceffità era
la Cjtujìttia,che e uer amente necefjaria nella uita ha
mana, non quella che e l'ojferuare le leggi , che uiene,
fid ejfere la medefima che e la. dabenagtne:et e un ab
braccia-
D AMORE. 14^
hraccìametìto di tutte le mrtu j mi quella che e turtU
particolare jp^ttanteanon uolere ne più ne meno dt
cjHcl che conmene f cofi nel contrattare , figntficato
per li compaio , come mlU cofe criminali dinotate
dallo feudo , cr dalla mal^a , che fono posìe per ar-
me antiche a dimoflratione d'uria naturale , (^ leg^
gitima dtfifi . Sopra la Perfèttione fi fcorgena C A-
micitia pcTujjtrcjuella che.ha più fèria che non ha I4
legge. & che rende perfetta ogni communanz^a ahuo
mini tracjHalifiritroiii , & per cffere la uera corri-
f^onden\a tra due animi tu lì e dato Caflore & 'Tol
luce , Forma li Ojmr/iodità che e dt me^o tra la Ne-
ceffità y Cy' la Per fèti ione tre itirtìi : fi come tre nefòr^
mò il l^iacere che nill'alt-'o 6dificio era tra il T)olo-
re,e^ lo Sdegno. O^efiefino la l-^eracità, che è difkt
ti,(^ dtitii cr ha perciò il fegno della mano con una
Un a uà che ut e impreffa : i* Affabilità , che e dt fitti
maffmamcme , or per quefto prende ilbalteo di Ve-
nir e, che fhceua aff^tÙQnarfquei che iltoccauano.et
la Piaceuol€zx.ay che e dt dcjtt^ (^r per notificare l'hi'
iarita d.el motte nature, ha Perciò la ahirlàda di tute,
GT di corimbi. ^ cjuefe tn non hanno propriamente
del necefiarìo , ne finno la Ulta ueraméte perfètta: ma
ben per i/conuerfire, c^ tr.tttare, ^ goder (ttn com-
pagnia fono ajfai commode. Apprejfo al Tempio ap^
partuano due Piramidi ben majficcie,c^ piene dtgra
uità , in uece de' due primi Grotti , che gli erano dalle
bande. Nell'una erano le tre parti principali della cit
tà,che dtsìribuifcono le altre: ne li* altra le treprtnct-
Q^ z pali»
244 ' ^ TEMPIO
pah , che fona diHribnite . Le diflribnenti eraml'd
Confvtlt ariane de III fiati , che per ciò.hauea il capo di
Janopoflo per la prndenza : ^ il umane, che fignifi-
ca ti gouerria ^ al eguale cRa douea cjjere applicata .
LaCreationc dt M-agiftrati , che ejfrnao di poteftÀ
maggiore , & minore ha lo f e et t no , CT le uerghe. c^.
la Dectfìone ds'cafi^ ardui ,nt'^!4^li ricercandojì Ix
mano regia fih. pojia ima niiino in una corona rega-
le. Le dSnbuite erano laRdigione con la pateì^a:che.
uiene adoperare che ifuefìo nome ferui anche pm am
piamente, la Aidnia che per la cm-a{sia,(^pcr tha-
fla notifica l'arme da difèfa , & da ojfefa.d^ la Giudi-
catura» lacjuale come ngitardatrice de II' ugnai! tà , fi
che ogn^uno habbìa tlfuojja la bilancia: et comepH-
nttrice de'ddincjttenti ha la fé cure: ^potpcr rifpeUo
dell'equità y che mitiga ti rigore degiudici^j cunlt , &
criminaliyha ilbronuno. da acqua , che dmata beni-
gnità, (^ quefìofiefnttoptr dar copimento alle uirtk
dtgli animi be moderati, che 'e l'aggiunta della cono,
fceni,a,& trattai ione dc'negocij., or de' maneggi pu-
blic ine*-qu ali il ualore ha campo largo da(patiare,et
da farfip.erò tanto meglio con.ofccre . Et fi come dal
Tepio delia Virtù fi douea poi gire in quello dell* Ho
rwre.cofi dalle imagini delle ZJtrtu dr. idue Edifici] fi
€ paffato alla rapprefiiuattone di quefii honari delle
cure ciuilt,nelle quali tutte le più fcgnalate projèffioni
hanno la parte loro . cr perche dicemmo che da quel
Tempio a queji' altro e ra una uia ageuole^ s'intende ,
che tanto fia appmto,per rifpata che cht è ben cofin-
mato.
D' A M O R E . '245:
ntato mediante l'' humtltà fuaja cjuale e ilmnprefu'^
mtrfi, Cy- vi preparar fi con deéirafifferenza allefti-
fiche, arriua alla confecuttmedtlU pr attica ciutle,
et delle dignità. Et il contrario il dimofìra ueggtndo"
fiche chi non adherifce a quei che pm fanno col gtrè
a ritrovargli yO col uaUrfi delì*occafione cjuando la
forte porti che fiano , ò uenfi^ino oue egli dimora ò
{habbia feco congiato in qualche carica ,fk nell'in^
ucterata ignoranz.a fpca Un' h abito tanto meno ac
commodubtle , quanto che e(Tii è pia accecato dalla fo
perbia . La onde tra le im^gmi della wrtu, (^ quel^
le degli honori fono pò fi i dvte Simulacri, che con l'at^
terrare tfiperbi , ejfaitano gli humilt : Cv" qi^efli fo~
no in cambio de gli altri due Grotti , che erano mei"
ni agli edtficij incantati, sfanno appunto fun con
tra l'altro con dite fennwenti con firmi . l'uno in cO'
fi temporali , che era di Giotie, che è col filmine con»
trai Giganti che gli haueano uoluto torre l'impe-'
rio . i'ahro di Pallade che fidmmavia l'armata di
OilcOyChe hauea uoluto uiolare ifuoi luoghi fieri, Ser
tìtua ancora quejìa maniera di efprimere l'humil^
ta per ammonnione a quei che pajfauano dalle uir-.
tu de' cofìumia quelle de* gouerni di fpecchiarfi in
quelli che fono flati d'animo , non grande , ma in--
folente , ^ che perciò hanno rumato . Et come che
tluenerare , (^ temere Tjìo fa il principio delle im~ .
portanti' operatwnt , (^ dell'entrare a i deffni cari-'
chi y e fiato bene che prima , che fi guardino le Pi-
ramidi fi a rimirata i'hiftoria, & il tnfio effito di co-
Q^ ^ lord
7^6 I L TE M P I O
loro che fono UatidisfrcXz.a:oridella diuinità. Con^
uiene parimente a chi umle ginger e ai Tempio cC A-
morelli rcnderjì trattabile, & fixrfi conofcerc per de*
gno della co fa amata. ti che t!4tto najce da animo gen
tde , & 'piante del ben operare, (jr chi è alloppofito ,
come non mcriteuoh' di giungermele reìcttato. Et pe--
rò tlfommo eterno Amore precipitò dal cielo, ^ cac-
€iò nelle perpetue tenebre del centro l' infinitamente
■difpcttofa foperbia i coms fio diritto contrario.
Quefìo Tempio che hora fii ueduto non era il primo ,
ma l* altro che flaua appiattato tra ejjo pnmo,cr tal
Ve , il ijuale gli girò dinanz.i per modo che fuelto ti
monte, rimafe libera la fritta , & l'entrata. Et
fi ragioneuole che fjfendofi purificata la fìrada , ^
fcoperte le figure della Ulta perfètta» tlTe^pìodel^
t Amore perfitto fvffe fimtlmente . La cuppola fua
era tutta di crislallo per dar affai maggior indicto
'di lume , che non daua una palla come fit cjuella del*
r altro Tempio . per cicche tutto il coperto , ^ non
una particella dousa cffcre luminofo . effendo tan-
ta la chiareT^a dell'intelletto nella perfèttione del
uiuere y che ha tutte le potenz.e già habituate all'o-
perare efcjmfitamente. Gli zyf mori che ui fanno
fipra y CT* d* intorno non fono fanciulli ignudi, ne
abbendati , ma giouani ueftiti , c-r adulti : accioche
di cjuepo modo, oltre che le lafctuie dell'appesito con-,
la grauità d.elleuefle fi moflrino leuate , ui fla N"
ta uigorofa . che e confiderai a. non quanto aldifcor-
fi rat tonale di quei, che fono in tale età : perciò-
che
D AMORE. 247
che ha poca efperief7z.a , or molta agitatione ,• donde
iàene a mancare del maturo ^ & fildo gmdttio : ma
e^uanto alu'tgore de gli anni iil(]Hale ha da effere il
panificato della foprema furila dt Amore . Et dal
fioco chiaro dtlle fhct e dichiarata (a purità de gli
amanti . Le due Veneri che jlanno di cjuà ^^ di là
dalU porta dinotano la uita attiua,& la contempla-
tiua i & pereto luna ha la palla della terra, che ho-
ra non [ente per la geografìa , ma per U attioni del
mondo . <jr P altra ha la palU del cielo , che non è po-
fta per Faftrologia, ma per tutta la contemplanons ,
che e ritirata da ne/odj ^ fi coment a dt /^ flelfa nel
reffaminare , CT* fapere la caufa di tutte le cofe che
pojfanohauerla . Ne ut ednhhio che efuefle due tute
s^auiuano l'una per l'altra ^e^ che la nera felicità
con/isìe nella congiurattone di ambe due. le cj^aliper
^Hefto.comc cjt4elle che i ueri amanti fi propongono fla
no loro dinanl^agli occhi^f^ hfiancheggtanó l'entra
re che fanno in quefìo beatifs. Tempio. Ne e dapreter
?n&trere che i Caualiert che diparte in parte uenne-
ro alla piaggia per trouare la flrada da gire in que^
fla hahitaiione d Amore , conduceuano trionfi, che
erano preludvj dell'effrejfione delle uirtu , che ulti-
mamente fi dtfcoperfero . le cjuali tutte fhceuano il
cumulo della felicità , ^ ad arriuarui bifognaua
prendere i debiti me^i . & ej:4efìi erano le w.rtu par-
ticolari, che [otto nane fguraiiont appanuano ordi^
natamente* cfr Cordine è fiato diuerfo da qi^ello de i
dne edificij, che hancuano riguardo a ifiggctti Jopra
Q^ 4 che
a4o iLTEMPro
che fi opera ; la oue in ijuejla altrafchierafimiraua
foUmente al gire fempre crefi;efjdo dalle fòrz^e , che
cfleriormente par e ano le più debili ^ alle ptu maro,-
uigliofe . & oltre che non ui pojfono hauer luogo le
dtjfer ernie ejfcnttali , ha bajìato a mofìrare nel cor/i
delle inuentiont , che ai fta flato cjtiefto dtfegno . Et
per arricchir 2 la fijìa di maggior numero di con-
certi fi fermarono da una principaluirtu alcune al-
tre fuefeguaci . per modo che i trionfi riufcirono uen*
ticinque y ferìT^a il primo ^ che hauea la Fama fo^
la lé'i* ultimo , che douendo porgere occafione di dar
fine a gli abbattimenti yfii d'una appartata manie-
ra . Sapremo fimiimente , che per tngarbare quefti
Trionfi to' ridurli alla firma caualerefca>fi fono
fiztti comparire col [oggetto, (^ ornamento di diuer-
fé imprefe . le quali ac e toc he con maggior dilettai io»
ne portajfero pin uarieia , fii fono frtte parte firn-
pltci y parte misi e , & di più fiorii di fimpltcità y ^
di mijìkra . Quanto alt amante y lafciandofii da han-
da gli impedimenti diuerfi y^ leuarie intentioni ^
& altri e afi particolari che poffono occorrere n%U
t amore-, (:^ pigltandofi fiolo la generalità^ fiono fim-^
plici in due modi : o per l'affetto , o per la uirtu che
fìa in lui . Perl*ajfato e timido y afflitto y dr difperatOy
0 in altro fimil termine , per la uirtu e rifioluto yfide^
kyCoJìateyet fiecodo altre tali proprietà. Circa ti mede
fimo Cono mifle ogniuolta c^habbiamo riguardo all' ti
na,et alt altra parte come farebbe a direyChe quanto
più egli e tormentato , tanto più fi a fermo in amare •
Quanto
D' A M O R E*- Ì4P
Quanto alia cofa amata fono fìmpltci parimente , a
per uirtufi del corpo come dell animo , oper ajfetto»
Per uirtu e bella , manerofa ^pudica & a altre fimi
li cjuahtà . per affetto è altera , dtfdegnofa , inejford
bde & in tali altri modi . Circa la medefima fonò
miflitome fé mlejfimo (lenificare che ella è affabile
di fiori et dentro dijpietata. Et appunto quefa difiiri.
tione d'affati (^ di uirtk ha una forte di contrapojiit
che tira fecofcherl^ Cfr allufioni molto al propofito *
per cloche non e che l'affetto & la uirtu fiano infume-
ripugnanti , effendo l'uno foggetto all'altra :^ que^
fìa moderatrice di quello ; ma fi fumi o apparire dif-
giunt amente ^acctoche dalla ampieT^a dtìlaff'ett9
appaia tanto piti e ind^ent emente iluigore della uirtu*.
le cutgrandezjLe ^ fhrT^ fono conofcmte nonfolo ne
tloropoffedttori: ma anche in quei iter fot quali (t
cflendono * Et le dette mtfìurefono frate di duefim^
plicità , 0 nell'amante j o nella cofa amata * Euume
poi un altra , che e per ri ff etto à'a'mbidue , a in par
tea m tutto . In parte come fé fi cffrtmeffe chela^
donna nofìra con la bellezza fua n'' accende , ouero
che ilftio efftr crudele et apporta affìiitione . In tut'
to y che fi comefitrouano tn lei btltà Cr fi^y^z^a in
fommo grado j cofi fono tn noi martire c^ f deità
quanto ejfer poffano . Et tanto bafii nel nofìro pro-
pofito per la materia dell'imprcfe. Intorno a t Trioni-
fi e da dire che pajfarono fecondo l'ordine fudet-
to . ti quale perche fia tanto meglio dtfcoperto > porre
mo fiotto fireittffima bnuttà ciaf cun fine a che effi mi
rauano
^50 IL TEMPIO
rauano ài mano in mano. La Diana con efferfent"
-pre la medefima con tutto che hahhia le ipoteca tnft-
non cfr la foperiore , per rifletto che il uerace non
ahbd(fa ne e fio ile cjuello che dice , ma il racconta fe-
condo che 'e in eff&tto , ccnuiene alla Veracità , Le
iyfmaz.oni per la ruùticità loro , Cy* per l'imprefa del
contrario mfirtfcono la Piace no le'^z^a . Le trasfirma
tioni difcoprono col motto iftejfo /' yljf abilità. La T)a
ma y poi che ha tutte le operationt delCaualtero a glo
ria fua yper la perfittione dell'amore conuieneal-
l' Amicitia . Il Gr fine alfegno del core che e fior del
petto dinota la Fedeltà. L* Amor contrario nella dt^
moflrattone dell' odio jh conofcere i Amore, il Colobo
di Gioite rapprefentando f effetto dell'una ftelia c^
dell* alt ra data dal moderatore del tutto , (ytenen-
do la bilancia , riguarda la GiuUttia , Le Cicogne
per la retnbutione dell'amore , che e ne* figliuoli
uerfo ipadriyfi prendono per la Ricompenfa li Ader
curio, hauendo la colomba che e capo di tutto ilrefto,
uuole efprimere i* integrità . // Proteo , perche refia
fempre ti medefimo , e la fine er ita . L Hibe col uà-
fo da bere , che è larga ejfufione : (^ con gli oppofiti
dell' Harpie y che guanto alla ingorda natura loro
hanno delVauaro : (^r cjt4anto ail'ejfetto del diflrugge
re fono prodighe ,fi ripone per la Liberalità , Il Ca-
ritelo porta il debito pefi c^ha ilCauallo imbrigliato,
^ perciò fi trasfirifce alla Temperami a . La Mon
ta<7na che haglt eftremi nel Leone & ne/i' Agnello:
tuno de* quali e troppo rifentitiuo: l'altro troppo fiffe
reme
D* AMORE. 1)1
renteinfeffna la njcdwcntà che è la Manfitctudine»
Le Hespcridi quanto più et dipingono F affettata di'
jpre'^aturadella Maga c^falterez!{a dell'tmpre-
fa {uà , che dertua da ambittone eccejfuia , tanto me
gho CI manififta U A1od({ìia, VHidra per ejfer
arditìjfima fcrue per l*yirdttezS{a . Il Laureto an^
Cora che fia fulminato , perche nondimeno tllatiro refi
Jìe al utrno c^ alfidr/jine , altra che incor ona i Ptinci
tori è ilfignale delia FortezS{a. Il Tempio dell'Eter-
nità per laftruttura de/l*optra , cheprefttppone orna
mento pubiicOy dignità p prema , jpefa grande^
ferp^uità , n'apporta la AlagnificenXa . V Har-
pocrate , perche menafeco ti Candelabro ^ rischia-
ra taria ,// confà con la Spìtndtde'^(^ . Le fiere,
tffendo f animo fir ino il centrano del gentile , danno
la cognitionc dilla Genitlezz^a . L'Etna per la gra-
tta defiderata allude alla Benignità, li Fulmine con
tiene le arme deposìe c^ t* alma pigliai a in uece iorOy
C^ cofi mene afignficare la Clementia, La Cerere
col gire per tenebre cr luoghi inaccefiibiii raffigura
la Intrepide^z^a , Le Sirene [e ben uanno dijpcrdert'
do i^accjua del finte » non rtfìaperò che ella non con-
tinui d ufcire . CT* perche la malafirtv.na che cerca
di impedire le uirtuofe attwni non fhfty che dcfflano
dt paltfarfi , rapprefentano la ''Fatientia . Lo Sco-
glio alia mofìra delie due barche ^ le quali folcano
ugualmente limare turbato c-r il tranquillo , dichia
ra la Alagnanimità . F^t finalmente gli Argonau-
ti , portando t trofii de tpnmi tìcroi , lLc f.f t: garo
ho
fjl IL TEMPIO
ito in Colcht , danno inditio chianfjlmo della Virth
herotca . Refta che per maggior ejpltcatione de i
detti trionfi fi ripongono i perdimenti loro . donde art
che appariranno tanto meglio le uirtu ^ t termini
della Ulta perfètta . / trionfi fono fempre fiati fatti
di/perdere da e ofe contrarte ad efji. & le contrarie^
tà ypereffcr pitti modi oppofìi alla tur tUi riu finirono
molto diuerfe . percioche per effempio affai capa-
ce a amplitudine noi prenderemo ildifegno , che fi
ha di acqwflare traglt altri quello slato conuenien-
te , che fi chiama felicità . ^ diremo che tufipoffono
opporre tutte le caufè : che fono quattro. Uuna è la
produttione dell'effetto, l' altra ^ il fine per rifPetto
del quale fi opera . la terza i la materia fopra che e
jhtta t operazione . la qu^irta j la fórma che fi da alla
cofafogg&tta » Laproduttionehquanto allapnmie
ra origine , ò alla propinqua , o al mezo . La primis
ra origine e Dio mede fimo ,fenz.a il quale chi penfe-
ramai dipoter far bene , fi trouerà fenza la caufk
Ole (fa del bene , ey queslafarà una fomma contra-
rieta . La propinqua origine e la uolontà dell' huo-
moi il quale fc non ladiri'^aneluifo delle difìcol"
tà , ma uogliaflarfene , non può confeguire niente di
buono. Jl mezo è ftnfìr omento delle profferita , il
quale quanto a gli affari del mondo et e pr e fiat a
per molto al propofito . ueggendof che neWeffercita-
re gli atti dell^ benificenza ; c^ neìl' abbracciare
& empire i maneggi priuati orpublici ; e neceffana
batter e fan ita , robba , feru ftori,amici é'feguito: e-r
WStti
D AMORE. 255
wefte conto ì^ e (fere fortunato neìU nobiltà snella robti
fìez.za , nel garbo della pcrfina & della parola , nel-
la moglie , nt figliuoli , tn amia che [campino, & ni-
tntct che muoiano : CT tn altri fimi li accidenti , ///-
ne , che è ejfa fi licita , può fimilmcnte contrariarci^
9gnt uùlca che uogltamo unafiorte di uita che non fio.
per noi . come che alcuno habhia ajfai piu attitudine
ti Ila cjuiete dille lettere ò della cafia , che al moto del-
ie arme 0 della Corte : 0 più a cfuefio , che a (jucUa-^^
nondimeno fi ponga allaprofijfione , che e meno per
hi . La materia > che confifie nelle ajf&ttiont deWa
ritmo & nelle arnioni domefttche & ciuili ; e ncflra
auerfaria ,fe ci commouiamo con troppo ardore : 0
non open amo ne a luogo neatempo ^ne congltaltri
debiti rifletti . La firma , che e tacccmmodamemo
di cjuefte paffiont ^ di qucfìe opere , non fiirà mai
putto , oue non fila rettitudine di giudicio . Cj tal cau
fa fecondo che sìa bene 0 male,fh che la precedente^
per la necejfaria congiunttone loro , fìia ancor efia 0
dell'una maniera 0 dell' altra , u^dunque uarte fu-
rono leguife nelle cjuali fi ficero andare a perdere
(juei trionfine i bofi hi contigui . Et le cofe che ueni'
nano fiion di effi per ingarinare i trionfhion , ufictua
no hora del Labirinto , hora della Selua , fecondo
che era più proprio che fi trouaffero 0 in (juello 0 m
(^uefia: ancora che per cofarfi affai funa et l'altra ha
hit at ione tn ejfere filuagge et i nculte.non poteano ha
uere m quefia parte molta differéz^aSt alcuni tncMi
pafic€tianad(ilUtfieffemcàtatricr,et dertuauano per
eii
aS4 ^ L TEMPIO
ciò dalla pi aggi a. l Satiri slegati fono cotra alla Dia.
na . perche come ufficiali di Tracco cir perciò cbrij cr
loijMaci ripugnano alla Veracità . // Capo di Afedw
fa [coperto alle Ama'^ni,ejfendo tutto feuerità c^fln
pidezj(^ j che e al rmerfo di chi fiole ricreare fé (^
altri m dolce conuerfatione con motti c-r rifihonefli
^ col dare e}' torre la burla , distrugge la Piaceuo-
leT^a . / Sellatici ojfendono le Trasfòrmationi ,
fer ejfcr la ruHicità nimica deli* Ajfahdità. IlCaua
iterepercujfare uhqI battere la Datila. et co fi fi unat
to che 'e ìa molatione dell' ylrìncttia . // Corno fi [uo-
na al Gridone tnfegno delio fi igottimento , che e op-
pofio allaprontezjz^a del core cr perciò alla fedeltà.
Lo Spinto trtalaag^io e nelcafo dell'Amor contrario,
poiché ilDimoniD e tutto ti male dell'Amore . l Aio
fri bi\arri uengono ai Colofjo di Clone , come che fa
no di firme dfcrepantifs. quali f fingono igrottefchi:
C^ che per tanto habbiariopofitura diuerfii dall' ugua
lez!la 0" dalla Giuflitia . 1 Serpi fi uoltano alle Ci-
cogne per ^opinione uolgare che fi ha . che le utperc
fiano ucci fé da i figliuoli nel partorire che li fiinno.la
oue t cicognini gta crefctutifono i fiflegno delle ma -
drt,&t per tato riefgue Poppofito della ricompéfa.Le
Ai^ìaz^oni danno fine al A4er cario .c^ èia cagione,
che hauendo rotta la compagnia non haueano hauu^
to f Integrità, I Centauri affali ano ti Proteo . ^per^
che fono di due nature : c^fitroua che nonferuaron o
la fide y diuengono il mancamento della Sincerità,
Le T>onc che implorano aiuto compartfcono all' He
bc.
d'amore. 255
he ,& ejfendo illihraìe non meno con filtrato nel [a
fere ufure circonfp ertamente U gratificatione , che
nel mncere la fouerchia cupidità del pigliare ^ del
ritenere ; è nato che per ejfer conferito ti benificioin
chi noi merita ^ fi faccia il contrario della Liberali-
tà . / Terficutori delle donne che figgono s'introdtt'
cono col Camelo , Qrfknno conofcere che bene intem^
per ante e colui , che perfatiare lafiia libidine mene
alla rapina :per modo che per mantenerfi diffoluto^
non (t cura di fhr fi federato » & di>fregiano perciò
la Temperantta. Lo Scudo d'acciaro s'affaccia al^
la Afontagna . c^ accecando la uifìa ; oltre che e
ferrigno , coft che non e la dolcel^a dell'animo ; al-
lude alLi fimtglianz^a dell'iracondia , che toglie lidi
fcorf) , c^ di cjueflo modo reietta la Adanfuetudtne,
I Leoni rnfiiltano le Hesferidi non per altro, che per
feruire al lignificato della foperbia . Ucjuale è ripu-
gnante alla Mode fila . La Damigella nel concert
to dell' fj idra gridando & temendo le Harpte non
s'affimiglia in conto alcuno alla virilità , ne all*Ar'
dtdtzXa . I Soperchiatori del Laureto commetto^
no optratione lontana dalla Fortezjz,a . / Maghi
che appaiono al Tempio dell' Eternità con L* me amo
del leuar lefirz^e , leuano il neruo della Magmficen-
\a , U Hidra , che ufict uerfo £ Harpocrate , con la
fua horribilità che e abhornta :e differentifs. dalla
Splendidel^ , Le Nmfi che fingono d'amare &fi>
no crudeli , cantano alla uenuta delle Fiere, ^per-
che quello che mofirano dp fuori non rijponde a quello
di
^$6 ILTEMPIO
éìt dintro , non conu erigono con la Gentile'^a . ISa-^
tirt fi dijhofcano all' Etna, ò' come caprtgni <^' di-
ffhcciiort del bene , ^ infrrtati con [introniamento
delfitono ^ co maTjLafiu^i , effrimenogli ejfetti di-
fcoHi dalla '^Benignità , 1 Centauri [ae^tando (juei
del Fulmine .perche (ì finge che fiano tali lungo le ri
uè delFlegeAonte , ouefhnnoftare t tiranni , con l'i^
magtne della tirannia uogliono cancellare la Clem?
tia , Le Donne , che al carro di Cerere fono mena-
te uia , hanno qualità troppo dtffimile da quella di
chi refifle a fune le auerfita : ^ per confequenz^a non
fi confanno punto con fJntrcpidez.za, J delfìni fi
mettono per dtfciorre le Sirene (^ ejfendo fimulato-
rt, doue che t uert uertuofì Con tuttoché le fortune fini
ftre filano di foprafi conferuano : ^ tfintt cagliono;
fanno difcer nere Uperuerfa mojìra della Patientta»
La A4aga facendo credert a chi conduce lo Scoglio^
chela fai fa flrada dell Honorefia lauera, rappre*
fenta l'ejpgie de gli honori non foltdi , (^pereto pro-
duttori della gonfiezza : & fi torto alla Magnani-
mità . ICaualieri oltraggiatori de gli argonauti
con la uillama che fanno a quel hellijfimo nauigio, la
<jualc non farebbe [tata in queHo concetto Je ueniua
dalle mani de utllaai ,/idiJcopronop€r da meno che
huomini. (y' perche gli Heroifonofoperiort alla na-
tura human a y amene che per queslo cafofifia riuer
fata laZJtrtu heroica, Hora ejfendo Arriuati di uoì-
ta in uolta quefii Trionfi , fa ragioneuole chefcmpre
ne t modifopradatifiandaffera dijferdendo :per na
fiere
d'amore 257
[cere? offerì (ione dalla natura dell' off endit or e coirà
ria all' off e fa . Aia poiché ieparticclan Finti non
hebbero mai forza di mettere a fine una tanta uentu
r a fiche l impedimento del Aiontefi Icuaje, c^ iltte^
ro Tempio con Feftintwne de uitij (3r tiiwficatione del
le Hirtuftueniffe a difcoprirefu neceffarij che alla fi-
na fif-icejfc comparire l'arco trionfale della Virtù et
dell' Honore tfìejfo : ricercando/i la totale uirtu adw
ne tjfedittone importante totale . Et fi come la Fa-
ma che prima entrò per effer^jaelLt che annontia tut
ti t grandi auenimenti\qHah fi fiano ,ncn fi fatta pri-
gione : ma non però haueua divinità alcuna^ la onde
non fali4Ò i Cauahert che lafegwuanochenonfofftro
coniisrfi -^ coflilprcfente Trionfo ,fe ben nonfìt la prò
pria cagione dell' annullare gli rncantr ,per Ceccellen
Tiafia non potè cffcre fiperato dalle A^aghe . Ada
per l' intelligenza di quefìo Arco, di che hor a parlia-
mo y non lafciercmo di dire , che oltre che la Virtù (^
C Honore ni erano in cim.a , Cr per la corriffonden-
"^ loro affai dichiarata nelle due Aguglte fi aitano in
atto d'abbracciamento , haueanoagl: angoli le loro
proprietà fìgnijlcatepcr quattro sìatue che fcrutuano
mtfteriofamente ali* una & ali altro. percioche t^^
pollo giouanetto dinotaua ilpreuedere che utene dal'
l'ingegno , ti quale fuol efftre uiuace in quell'età: tat •
tempatotl deliberare chenafce dal giudictocheper
la maturità appartiene a quegli anni : lo Setta l'or-
dinare : é' t Etiope hffeqiiire , per ejjere nell'una dì
^uefìe due copleffior/i che efièmatica la granita , che
%^ porta
253 IL TEMPIO
porta un imperio naturale: ::j* nell' altra che e coleri"
e a la prefìe^a che dà perfua natura laferuitli.ejfen
do tra gU hnomini alcuni che paiono nati per coman
dare,alcumper obedire. Et queftefono le quattro par
ti della prudenz^a da quale e uirtu principalifs.Stmil
mente Cj^pollo giouanetto eilLeuante : l'attempato
il Ponente : lo Scita la Tramontana : F Etiope il Me
'j(q giorno . donde fi dtmofìra la ddatatione dell'hono -
re . & infegno difflendore d' animo y^ d"opere,& di
dignità (fr di gloria, tutte quejìe quattro figure han^
no ilfiiocojchefi e cercato difarui intrauemrepiu che
Jì a flato pojfibile per la bella moHra chefit nel tempo
di notte. Sono poi a i nicchi de i fianchi la Vigilanza,
0" la Terfeueranz.a che fi pongono per le due firzje
potenti a far che ncfca colui che fi e mejfoper falire
alla uirtUyQralthonore. c^ le pitture chefìanno (òtto
VArco ejprimono gli effetti dell'una , & dell'altro .
Comparue quefto glortofo trionfò 3 che conteneua con
la perfittionc della Virtù tutte lepoffan'^, ^7 gli ef-
fiitifuoi col premio medefimo che nefegue . Et an-
cora che ilgiuslo abbracci ajfai: c^piu ti magnani-
mo'.c^ più ancora l'heroe-^ nondimeno ciafcuno de*
pajfati trionfi hauea la mira ad una fola uirtu , in
quanto chef confi derauaf parata dalle altre , c-r ut
niua a far e l' apparato fuofenz^a l'altrui compagnia.
Jl che fé ben non foc cede n eli' operare , hperò in potè-
flàdelìintellato a pigliarla in quefiagutfa. E^ fi-
milmente da auertire che nonfolo quanto alla quali-
tà delle uirtU , ma quanto alla dtf^ofitione de gouer-
ni.
b'amor.e ^5^
ni > ilmedeflmofentimentoftritroua ne dati trionfi,
fer cloche fi è tentato diperucnire al Tempio cjHando
con unfotcaualiero.cjuarjdo con più : ejfendo le firmi
dèi ben reggere (^ ben condurre alcuna co fa dueprin
ctpalr/jente-.l'una qHand.o ui e unfil dominatore : l^ul
tra quando ti tutto dipende dalla corporatura di p'n
tesìc congiunte infieme . wa ninno dì, quejlt modi h^
giouato , auLi quello , che e ilpreiìantijjlmo chiama^
to Arifiocratia , che confisìe nella fintentia c^ tiolon
tà di molti eccellenti/fimi , cj- chcfii dinotato da gli
Argonauti ynon ha confcguito qt^e fio fine . ò'ciò di^
moftra che tanta era la manifkttura, che in ciò firi^
chiedeua , che ne qt4efto ottimo mez.ofA bafteuoh . Et
fi piglia perciò una inuentione, che efopra lefòrz^e hn
mane : colfkrfiucnire uh intarsiente tlfudatc syfrca
Trionfiile .percioche arriua con ejj'o una gran ban-
da di Caualieri , che per gli Idoli della Virtù cr del^
t Honore firaffimiglia a quella firma di città , nella
quale tuttifijno u alerò fi (-r graduati o" fiU^-i uguale
mente • non ui potendo effer quagtufo più bella imagi
ne del bene eterno , che quefla. Mafie benfottilmin'
te uorremo riguardare alfi^ne della battaglia , chefii
la chiufura d'Sfiingolart abbattimenti, uedercmo che
ne il cumulo (^ compimento della Virr'ti efprcjjò per
quell'Arco y ne la ugualezS(a della filtcità indicata
dal mede fimo , ha fhtofionfindere le Aiaghe CT in-
trodurre gli ajpetti delle uirtìi ima fi la uenutadelU
Cratie . le quali fecero ftmilmente dislaccare la pu-
gna ffienzji che apparejfe , che i Venturieri fvjfsro
R z punto
l6o I L ■ T E M P I O
pM'ato Htnciton de nemici . La onde conchìuderemo^
che ben lafintma uirtu de' Caualteriprouocò l'aiuto
del Cielo : cofa che prima non era fiata affamata da
alcuno : ma che efjendo frali tutte te noftre operattoni'
fenT^ilfoccorfodi'Aino, le tre (jratie ^ che fotta lafit
itone di quelle d ^ more alludono alle 'Theoloaiche,
ùenneroper laperfittione del tutto .fiche ti tmiter fi-
in sii Li uera Hrada , dcarninarui (^ il giunger tu in
capOy h opera che cori qualche nofìra prouocatione de
riuada effe . Et perche qutfo mondo per la fomma
bontà c^ efquifitìffirfìa tur tu di Principi o di Prmci'
peffc y che itetelo ha conceduto a mortali , fi e ir Gua-
to nel corfo de*fecoti hauer gratta di riaccomodarfi
^ (hrfib etto y non e flato fiior ai propofito , che fipré
dat'occafione d-jlìa giunta della Regina Barba-
ra, col dire te Gratte , cheper fua cagione uengo-
no ad aprire ti camino della felicità. Et le beate fchie
re che hau^ano in loro compagnia non appariuano ,
tna s'udtuano dal Teryjpio che cantauano , per non
ejfere baftante l'occhio humano a fofferirle . Il canto
era /òpra la conq^nm itone di quefta Prmcipeffaet del
Principe di quejì a citta: mediante la quale fi con-
giungeuano le due cafc loro, l'una d^-^Aufìria : l'ai*
tradiEfìe. !^tperrifp-^io de gli Imperatori Auflria
et uiene afitruirne che l' Aquila Imperiale , che e ne-
ra h abbia ajìrùrto a fé la bianca , che e l'infegna di
quefi' altra cafa. Et tr Quando fi apunto quefìe due tan
to antiche (^ (rlorwfe col filo non mai interrotto.quan
tofipuQuedercper laluce dell'hifìoriayè aunenutOy
- che
d' A M O R E 26 1
the la Canz^one chefii cantata , habhiapotutofpana^
re con maeftà ■: poiché i figgati erano copaccompa-
gnati dalla gradezx.a»^ ficome s'induce che i primi
*Trincipi della flirpe d yiujìria raccolganoti Duca
uiìfifìfo come nouello tra loro . cefi le prime Princi-
pededicfuelladt EJìe ntlCefplicattone delle cjualt p
tocca la memoria de tlor genitori, fono indotte a rice
fiere la DuchejfaB a R b a R a, che e noua tra ef-
fe , (^ col celebrar fi li T empio ^ oue le mrtu regie han
no antichiffima refidenz^a yfiutene copertamente ad
èjìollere la dna di Ferrara retta da co fi lunga ferie
dt Signori d'un fraine iJìejfo:CT ornata per tanto t(m
pò daflondìffima Corte dt Caualieri . Ada la Faryia.
che hauendo notata della nobiltà dt (jHe(lolHogQ,f4i co
dttjfe i primi Caualteri y d^poi tu ff^rmò per reftare
tn parte , che apportala dt continuo marautglie tn^
follie y giunto d fine al tutto, fé ne nolo uerfo il Cielo,
perfi(rnificare che (juejìe cofe d arme , delle canali ella
era fata spettatrice meritauano de!]?re annontiate
doga intorno , CjT confacrate alt immortalità . Et
perche ti Caflello di Gor^oje>^ttfa contenne la deferii-
tionedeluitio: c^tl/i^onte di Feronia quella dilla
uìrtuifi e lioluto che queflo Tempio d Amore\ab-^
bracci le nature ^ conte fé deFCuno c^ dell'altra : &
che uenga à concludere non fola nella prcfigattone
delmtio^ma anche nell'cffaltatione della mrtu .
IL F I ?^ E'
. , R 3 TAVO-
TAVOLA
SOPRA IL CASTELLO
DI GORGOFERVSA.
"Y) I A L F A R A B I A di * rontc . Jf
•^^ nanzj al Diicad carte 5" De' Caualieri de' quadrupe
Di Alfarabia& eie' Caualie di infernali. ^6
ridatile per Icorta. ^. D'un Caualiere dalle Mo-
ro, n Iucche. 37
De' Caualieri che uennero Del Caualiere dal moftro
contra Alrarabia. io di Gorgoferufa. ^7
Del reatro. iz D'un caualiere dell'Arabia
Del Caicello di Gorgofera felice. ^8
fa. I4.i5."i6j.i7. Del Caualiere dai quattro
De' lumi. 20 Mori. ^8
Dimufìca. xi De' Caualieri della Maga
Di tre caualieri 'mantenito di Meiiglotto . ^^
ri. 21 De' Caualieri della gioua-
Di due Giganti Scd'undra ne trasformata in moltro
cone. 22.25 daGorgofer. ?9«4<^
Di razi& di girandole .25 Del Caualiere dalla Syre-
De' Caualieri della dami- na. 4t
gella d'Alfarabia. z$ De' Caualieri da i due Gì-
Del nigromante. 27 ganti. 41
De* Cauahcri del Nigro- De'Cauaìieri deli'lfoleFor
mante. ^2 runace. 4<>
De' Caualieri del Sofi . 55 Del Caualiere della Rocca
Della Fata Emarofoca. 54 fedele. 44
Del Caualiere della Fata De' Caualieri delle tre don
Emarofoca .f 54 gelle. 4f
De'Cauaìieri dell'Heremi D'un Caualiere di Tarta-
ra . j4 ria . 4^
D'unCaualierelndiano.j j De'Cauaìieri d'Ethio-
De' Caualieri del Rinoce- pia. 46.47.48-49
R 4 I CAVA-
I CAVALIERI DEL CASTELLO
DI GORGOFERVSA.
A Leflandro Andriafi . à
car. 34
Alfonso Duca di Fer-
rara, lò.ll.il. ^j
AJfonlb daE(te Marchele
di Montecchio . io. zi
AJfonlb Eilenle Contra-
rio. 9.46
Annibale Bentiiioglio. 4f
Annjbale Beuiiacc]ua. 36
Antonio Galeazzo Benti-
uoglio, 9.46
Camillo Guaiengo. 44
Camillo Montecuccoli. z i
Camillo Montino . 40
Camillo Turco. gj
Carlo cofciardo . ^6
Conte Aluarotto. 9.47
Cornelio Benciuoglio .
9.21.22
Coihnzo Montecucco-
li 39
Fabio Fontanella . 59
Federico Miroglio. 38
Federico Monteuecchio.45r
Ferrante Elienfe Tallo-
ne. IO.J2
Fuluio Qui frelli . 3^
Gio.Battiiìa Trotto, zi
Gio. Thomafo Lauezuo-
io . ZI
Giofeppe Strozzi . 41
Giouanni Silua . jj
Giulio Hiienfe Taflb-
ne. 10.24.22
Guglielmo Becchino . 3^
Guido Calcagnino . 41
HercoleBraiauola . 40
Hercole Eiknfe Contra-
rio . 10.32,
Hercole Efìenfe Tallo-
ne . 21
Hercole Giliuolo . 24
Hercole Tallone . 24
Hercole Trotto . io. 39
Hippolito Elìenfe Tallo-
ne . 9.36
Hippolito Turco. 10.39
Jacomo Badoaro . 36
Leonello Lauezolo. 45:
Luigi Gonzaga . 10.21.
Marco Antonio Giliuo-
lo. 9.21
Nicolò Pigna. 40
Onofrio Beuilacqua. (^7
Ottauio da Thiene . 47
Palla Strozzi. ^j
Scipione Sacrato* 34
Scipione Silua. 38
Thomafo Sacrato . 4J
Vicenzo Flifco. 24
TAVOLA
T A V O L Aj
ET CONCERTI
SOPRA IL MONTE
DI F E R O N I A.
concerti;* deir Occafione 91.91.9t
-T^ E LL' Amore 63 della Patientia J71:
•*-^ Della Bellezza 67 della Verità 89
della Concordia 69 della Virciì 7^
della Coltanza 70 dei Lumi S7'S^
del Defiderio 66 dei Mantenicori $9
del DelHno 88 del Monte di Fero-
della Felicità 83 nia 51.53. 54. js". 56
della Fortuna 83 della Mufica 5^'19
del Genio 8) delie Ninte 59
di Gioue 9f dei Fattori 58
della Gloria 78.79 dei Razi & Girando-
deli' Honore 73 le 58
della Lealtà 6o.6i.6a
t
I CAVALIERI DEL MONTE
DI F E R O N I A»
A Lberto Bendedio 78 Alfonfìno Trotto 6^
•"- Alellandro An- Alfonfó di Ette Marchefó
dria!ì 85 di Montecch.o. 7^
AlelVandro Lombardi- Annibale Bentiucglio 6$
no 76 Annibale Beuihcqiia 88-
Alfonso DucadiFer- Antonio da Thiene 6f
rara. 60 An t o ni O.Galeazzo Beoti-
Alfonlb Eflenfe Contra- uoglio. 69
rio 6j Camillo Gualengo 76
Camillo
T A V
Camillo Montecuccoli 57
Camillo Moncino 71
Camillo Turco 80
Conte Aluororto 63
Cornelio Bentiuoglio 6^
Coilanzo Montecucco-
li 78
Enea Pio 83
Fabio Fontanella 78
Federico Miroglio 6$
Federico Monteuecchlo 78
Ferrante Eftenfe Tailb-
ne 87
Francesco de' Medi
ci Principe di Fioren-
za 60
Francefco Nigrifolo p i
FuluioQuilìelli 80
Gafpar monte 76
Gherardo Saracino 78
Gio. Bartifta Trotto ^j
Gio.Thomafo Sarraco 78
Giofeppe Strozzi 88
Girolamo Fabiano 91
Girolamo Forni 78
Girolamo Criuello 6^
Girolamo Montecuc-
coli ^7
Giulio Eftenfe Taflone 7^
Guglielmo Becchino. 80
Guido Bentiuoglio 6^
OLA
Guido Calcagnino 6È
Hercole Bralauola 71
Hercole Eftenfe contra-
rio 8j
Hercole Giliuolo 69
Hercole Pio 8j
Hercole Taiìbne 8^
HercoIeTrotto 5:9
Hippolito Cortile 80
Hippolito Eiienfe Tafìb-
ne 87
Hippolito Gianluca 80
Hippolito Turco j9
lacomoBadoaro 78
Lanfranco Giannella 78
Leonello Lauezolo 80
Luigi Gonzaga ^9
Marc'Antonio Cato 78
Marc'Antonio Giliuolo 5:7
Nicolò Pi^na
7t
Onofrio Bevilacqua 88
OttauiodaThiene 6^
Palla Strozzi 78
Paolo Emilio Brenieri 57
Pirro Gonzaga 60
Pirro Ruggieri 57
Scipion Sacrato 85"
Scipion Silua 78
Thomafo Sacrato 91
Vicenzo Flifco Sf
Vicenzo Vitelli 60
IL FINE
TAVOLA
SOPRA IL TEMPIO
D- A M O R E.
AFFABILITÀ come di-
notata car.z5'o
AfFettOj & uirtù come fiano
repiignanti 249
Aifetco come diuenti uirtù,
& uitio i^9
Aftecti principali quali fia-
no. 240
Alberghi, & fìatue
dell'Abbondanza 125"
dell'AiFabilitd 195"
delle Allegrezze dilTo-
lute i2f
dell' Amicitia 195"
di Apollo 194
di Apollo giouanei85'
di Apollo attèpatoiS 5"
deir Appetito iii
dei ConfiglJo ut
della Commodità 195'
della Cupidigia 125'
del Dolore 194
della Falliti 115'
della Fortezza 194
della Fortuna 194
della Giouentii 12 >'
della Giuftitia 19^
della Gloria 194
<lella Infideltà 12^
della lauidia 12;
della Iracondia tif
della Manfuetudine] 19^
di Mercurio i^y
della Naturi 194.
della NecefHtà 19^
dell' Ocio i2f
della Perditione 125'
dellaPerfettione 19J
della Perfeueranza 184.
del Piacere 194
della Piaceuolezza 19^
della Profperità 125:
dellaRa^ione ii£
della Rilblutione ut
della Sanità 12^"
dello Sdegno 194
dellaSimulatione 12^
del Sonno i2f
delIaSoperbia l^f
della Soperchieria iif
della Veracità 19?
della Vigilanza 184
Alberghi de i uitij perche
viifFerenti 24^
Alberghi delle uirtù perche
uniformi
242.
Alpi che abbrucciano 189
Alpi uicine al Tempio d'A-
more 109
Amorini diuerlì 1 1 r
Amori
T A V
Amori ragioneuoìi due ne-
( ceilarii per Talire alla uir-
Amorino fenza benda, & co
i pie liberi che lignifichi
2 IO. 21 I
-Amorini co i legami parte a
gh occhi, & parceà pie,
chefignifichino zn
Amorini con le bende al-
quanto giù da gli occhi,
& co i pie alquanto in li-
bertà, quel che importi-
no 2[r.ii2
Amori ueftitij& adulti quel
che importino 246
Amore come dinotato 2^0
Amore diitrugge lehabita-
tioni delle Maghe 2^7
Amazoni diuife, come dino
tino il contrario dell'in-
tegrità 2^4
Amicitia 24 j. come dinota-
ta 2JO
Animali delle Maghe iis
Animali, Alberi, & altro,
coi loro fignificati.
Agnello iy8.if9
Aquiloni 174
Auoltoio 162
Bue 175
Camelo i^j
Capo di Cicogna 162
Caduceo di Mercurioi48
Capo d'Elefante 172,
O LA
CapodiGrue ijt
Capi di più forti iS'z
Candelabro - i^g
Ciclopi carichi di fpo-
glie 141
Cicogna 148
Cicogna eoi collo legato
Cigni co' uifi humani 164.
Colomba 1^0
Colli di ferpenti iS^
Corone di Lauro , di
Qiiercia,& d'Edera i8f
Crilhllo 2ro
Delfino 14^
Encelado 172,
Fiamma continua 14^
Fumo i^^
Gamba dell'Hippopota-
mo i6z
Gerione i^p
Ghirlanda di fiori 148
Harpie i^j
Harpocrate 166
Hebe i^S
Hiena 166
Flippopotamo 149
Lauro 16^
Leone H8.1j9.176
Leoni domati 1^0
Mano in una corona re-
gale i44
Mano che accenna col di
co 184
Mani occhiate ijo
Mercurio
T A V
Mercurb i^o
Mirto 148
Morlbdiferpi i^^
Oliiia 148
Parte anteriore del Leo-
ne 184
Parte diletteuole d' una
montagna 158
Parte inculta d'una mon-
tagna 158
Pellicmo 161
Pie di Giganti 149
Piedi Leone 171
Pie di Aquila 172
Proteo 1^5
Rami d'Oliua 17 +
Rote 14^
Satiri 1^7
Serpe ly^
Scarauagio 184
Scettro 184
Scoglio ijz
Statue turrite. 175
Apollo pofto per l'Affetto.
240. giouane che fignifi-
chi.2f7. attempato che
lignifichi. 25'7
Appetito,& Ragione co-
me dinotati, & perche
fiano infìeme daunaban
da del Tép. d'Amore 21 z
Aquile nera, & bianca co-
me congiiite infìeme 260
Aquilif^ri 184
"Arco de]laVirtib& dell'Ho
O L À
nore perche comparifcè
in fine. 2^7. perche non
poteire elìere fuperato
dalle Maghe.2f 7. fiia di-
chiaratione . 25'7. come
rapprefenti Ja perfetta
2^9
forma d'una città 2^9
Arditezza come dinotata '
Ariftocratia come dinota-
ta 2^9
Arte magica perche prefa
per fare i mutamenti ch^
fi uidero. 220. 221. tolta
per recreatione izi
Auaro & Prodigo come fi
coprano col màtello del-
la UirtÙ . 2^2
B ^
Beatificatione dell'amante
20^ '
Beatificatione della donna
amata 20^
Bene è di due forti, & quali
Beni efteriori,& quali 22,3
Benignità come dinotata
2f t
Blandirle ufate dalleMaghe
uerfo i Caualieri , & perì
che 230.2JI
C
Caduta dal fito circolare i
quel de gli ottogoni che
fi^nifichi ■■^l^
Can-
T A V
Candelabro all'antica i66
Capo di Medufa come di-
noti il contrario della
Piaceuolezza 25-4
Charitàvirtùdelle uirtÙ238
Cartello di disfida 204
Cafed'Aulhia, & di Elèe
antichifiìme i6o.z6i
Caiulieri Manrenitori 126
Caualieri conuerfi.i^^. per
che in arbori , & in falli ,
& non in animali. 252
Caualieri ricóuerfi.137. ciie
fìgnifichino. 2 ^4. come ri
feruino l'intrepidezza &
la coraggioficd & non la
conofcenza delle Ma-
ghe. 254
Caualieri che combattono
tuttiinfieme 107.187
Caualieri che s'inuiano al
Tempio. 191
Caualieri Venturieri difiol-
ti dalle Maghe dal prefo
camino 2^5
Caualieri contra il nauigio
de gU Argonauti come
dinotino il contrario del
lauircùheroica 1^6
Caualiere che batte una da-
ma perche dmoti il cótra
nodell'Amicitia 2^4
Centauri perche dinotino
il contrario della lìnceri-
%à 2^4
OLA
Centauri faettantì percht
il contrario delia clemen
tia 256
Colori de i Manrenitori co
i loro motti & (ìgnificati.
i27.i28.aItradichiaratio
ne loro. 2jf .236. appro-
priati alle Maghe & a i
fei uitij orÌ9^ìnahi^^.z^6
Commodicà qnali ui rtù for
mi 5 & dichiarane 1 loro
hieroglifìci. 243.244
Confecrationi d'Imperato-
ri 173
Configlio, & Rifolutione
perche porti dall'una bada
del Tempio d'Amore 212
Confukatione de gli flati
come dinotata 244
Continenti . & Intelligenti
come fignificati,& quali r
fiano 212
Corno Tuonato al Griffone
perche dinoti il contra-
rio della fedeltà. 2^4
Corni di douitia pofti da o-
gni banda della Fortuna,
che uogliano fignificar
24:
Corone due della gloriache
uogliano fignihcare 241
Corrifpódenz a dell'amore
onde nafcajSc fuoi effet-ri
207.208
Cuppola del Tempio d'A-
more
T A V
more perche rimanga di
fcopena neli'afcouderfi
del Tempio 214
CuppoladeiTénio d'Amor
perfetto perche tutta di
criitallo 146
Clementiacome dinotata
Creatione de'Magiftrati co
me dinotata 244
D
Damigella fpauentata per
leHarpie come dinotili
contrario dell'arditezza
zzs;
Decihone de i cafì ardui co
me dinotata 244
Delfìni come dinotino il co
trario della patientia i$6
Difl'olutochifia 224
Dolore , & Sdegno come fi
temprino 240
Donne imploratrici d'aiuto
come dinotino il contra-
rio della liberalità 2^4.
Donne rapite perche dino-
tino il contrario dell'in-
trepidezza 255
E
Edifìtii ueduti nell'ultimo
fpettacolo perche mag-
giori dei primi 2:59
Edifitio della Maga dalla
Sfìnge perche uenga da
OLA
alto d ballo , & perche
portato da una auuoJi .
2 2 5'.percheuago, &pjea
di cantij& luoni.2i).per
che ufa lo fdrucciolo nel
Tinuocare zzs
Edificio della Maga dalla Ti
gre perche uenga dal Ce
trOj& perche fatto uenip
col luoco. 21 j. perche ter
ribile.22 5". perche ufale
rimeda frottola nell'in-
uocare 22^
Edifitio della Maluagità.
21^. perche attaccato al-
laSelua 229
Edifitio della Séfiialità.izj
perche attaccato al Labi
rinto 229
Elefante caualcato da Ari-
Iteo 15"!
Elettione non fta nel male,
& come s'intenda il det-
to, che fi uede ij meglio ,
& s'elegge il peggio 2 16.
217
Etiope pollo all'Arco della
Virtù, & deli' Honore,
che importi. 257
F
Fama, 128. falifce in alro.i j^
perche non poteflefalua
re i Tuoi feguaci.ij 7. per-
che nel fine fé ne uolafle
uerfo il cielo 261
Fattu-
T A V
Tatturatloni delle Maghe.
1 17. Si. più oltre
Fedeltà come dinotata 168
Felicitàj& Tue uie. zo6. che
oppoftì pofia hauere3& lo
ro cólìderatione. 25'2.25' j
Ferrara come ellaltata dalle
Grafie i6i
Fine delie noftre operationi
è il primo confiderato , &
' l'ultimo effettuato 240
Forma di uita qual fia la più
- bella 2^9
Fortezza come dinotata. 151
come fia dinotato il iuo co
trarlo 2^5'
Forza del Tép.d' Amore2oj
Forza uiene dalla moltipli-
catione del bene 215
Fuochi diuerlì r 16. 121.188
Fuochi illuminati i quattro
Saffi delTép. d'Amore che
uogliono fic^nificare 219
G
Gétilezza come dinotata2f 1
Gioue col fulmine contrai
'''Giganti che cofa rportÌ245'
Giro circolare che fignifichi
zi6
Giudicatura come ditotata ,
&fuo ufficio 244
GiuiHtia come dinotata 250
Giuliitia come fi fia intefa,
' & dichiaratione de i fuoi
hicroglifici Z4i
OLA
dauci marini tfz
Gouerni, & loro forme priii
cipaU 258.259
Grafie 107
Gratie nutre d'Amore. 2^7.
perche habbiano hauuto
carica di far cópari re il ué-
roTép. d'Amore. ^^8.239.
perche diltruggeffero le
Maghe 259
Gratie d'Amore prefe perle
Teologiche, & perche zé^o
Grat itudine uirtn principa-
le dell'Amore 257
Groti aperti che fignifichi-
no 22^4
Grotti chiuSchefignifìchi-
no 224.
Grotti pofti alle bande del
Tép. d'Amore afcofojche fi
gnifichino 223.224
H
Habito nelTignoranza co-
me fi faccia 245
Hidra perche dinoti il con-
trario della fplédidezzaij^'
Honore, & quattro Tuoi gra
di. 206. 208. premio della
uirtù I 206
Imperfetrione d'Amore co-
me s'intenda. 209. 210. qua-
le fia la minore 21 £
I M P RESE
dell' Affabilità della donna.
141.& 148
od-
t A V
deir Amor coperco della
donna. 17*^
deli* Amoreftinto della dò
na. 145
deir Amorfinto della don-
na. 14^.161
deli* Amor uiuace dell'ama
te. 145
della Confecratione dell'a-
mante. 14^,144
della Coftantia dell'aman-
te.ii7.128.Tj7.144. t4^r47.
If^.r57.i6j. 156.171. 175.
176 177. 178.
della Crudeltà coperta della
donna, 148
della Crudeltà della donna.
1^7. I40.r4r. 144.147. 1^9.
163. i64.i65' . 166. léj'
della Di/giuntione de gli
amanti 14^
della Dolcezza amara deli'a
mante. 155
della Efcluljone inopinata
delTamante i6j
della FideJtà dell'amante .
140.141. 141. i44.i)-4.
della Forza della beltà della
donna 167
della Gelolìadell'amace if ^
della Glorificacione della
donna. 14^
della Piaceuolezza deliaco
na. 148
della Pietà elle iore della
donna. 148
della Rifolucione deli'aman
OLA
tecoftante 118. 17^
della Sciagura deiramate.i4j
della Sincerità dell'amante.
ii8. 141. 148.1^0
della Speranza dell'aman-
te. 174
della tepidezza della don-
na. i)-8.i5'9
deli' Vnione di più aman-
ti. I7P
Imprefe & loro confecratio-
ne. zj"©
Imprefe mille 25'o
Imprefe lìmplici 2^0
Inconcinenri & inefperti co-
me figiuhcati & quali fia-
no zu
Indici] di uirtu 208.209
Ingratiruciinecomes'intéda.
2^7.258. più nimica d'Amo-
re ch'ogn'altra mala quali-
tà 258
Integrità come dinotata 25 •
Inténcione de i Caualie-
ri . 20y.20^
Intrepidezza come dmota-
ta. 2jr
Iracondia & foperchieria in-
ftrumenci'dellauioléza 217
Ira & fue qualità i^i
L
Labirinto irr
Labirinto & Tuo fico & prò
prietà.ii J.214.Ì ! j . perche
poftoalla delira del Tem-
pio
218
Leoni còtra l'Hefperidi per
S che
T A V
che dinotino il cenerario
^ellamodeliia. zss
Liberalità come fignificata.
2,41. 2 jo. Tuo contrario co-
me dinotato, ijf
lu(ìnghe«& frodi delle Ma-
ghe 150. & 156
M
IVlaeflri di campo 158
Alagache molira lafalfattra
ila dell Honorc come fia «1
contrario delia magnanimi
tà i<^6
Maga dal Cocodrillo perche
conuenga con rinuidia zz6
Magidaila Sfinge che appar-
raniento hauefle & fua di-
chiaratione. 218.219
Jvlaga dalla Sfinge perche
prouochi iifpirici aerei 22 f
Maga dallo Struzzo che ap-
partamento hauefle & fua
dichiaratione 219
Mage dalla Teiluggine per-
che hauefle TOcio & il Son
no nel Tuo appartaméco.218
Maga dalla Tigre perche
prouochi lifpiriti dal cen-
tro per farnalcere un pala-
gio . 224 . perche uenga alla
loperbia 22^
Maga dalla Volpe perche co
uengaconla cupidigia226
M.ighe che prendono diuerfi
colori. J34
Maghe che rparifcono .
J90. 191
OLA)
Maghe uecchie ir^
Maghe uecchie fcapiglia-
te 188
Maghe uecchie tramutate in
giouani. 12^. 129. perche li
trasformino [in aipetti gio-
uanili. 2.0. quel che trattino
di fare conerà i Caualie-
ri. ^S^-'-^i
Maghe ufcite dal ^Labirinto
quel che lignifichino, & per
che ueitite di Giailazzo 222
Maghe ufcite.dalla Selua che
fignifich:no.& perche uelH-
tedileonato. 222
Maghi che leuano le forze
perche dinotino il cótrano
della magnificenza 257
Maghi& Maghe 114.11^
Maghi & Maghe feruéti che
multuano iS^.iS6
Maghi principali & loro uffi
ciò. 137-ijS
Maghi feruenti 1^8
Magnanimità come dinota-
ta 2^1
Magnificenza come dinota-
ta 2n
Maligno chi fia 224
Manfuetudinecome dinota-
ta. 2)-!
Malfime due ,' & come dalla
buona fi uada alla trilla 216
Mediocrità dell'imprudente
quale fia 253
Mediocrità quale Iia.233.del
J'jra. 2J4
Mcr-
T A V
Mercurio pofto per l'EfFer-
to. 24Ì
Militia come dinotata 244
Mifchi lucidi deile ba(ì delle
piramidi che uoglianolìgni
fìcare. 218
Modeftia come dinotata i j i
Montagna che s'apre 121
Montagne po(ie alle bande
del tempio che uogliano fi-
gnitìcare.icS. &c}uali (ìano
quelli che ui uanno eran-
do Zi 8.2 19
Molari bizarri come dinon-
no il contrario della giuih-
tia 2J4
Moftri diiierfì 1^2
Malica foaue perche nel La-
birinto, & iirepicofa perche
nellaSclua. 2j(5.2j7
Mii(ìche 12^.124. 1:50.1^^.195.
& altroue in più luoghi .
N
Natura perche porti due fre-
ni. 241
Ninfe bofchereccie 163
Ninfe che fingono d'amare,
perche dinotino li cótrario
dellagentilezza ly^
Ninfe compagne di Cire-
ne . 1^2
Ninfe Marine & Bofcherec-
cie. 168
Ninfe porte alle rifalite delle
Piramidi che uogliano fìgni
fìcare. 118
Nuuoia lii
OLA
O
Orione & Caliiiojfegni ce^e
Iti & magici J47
Oltro de gli antichi i^x
P
Palagio della Maga dallaTi-
gre . 124
Palagio della Maga dalla Sfiti
gè. i2i
Pallade col fulmine contri
l'armata d'Oiieo che cofa
importi. 245-
Palle di criftallo fopra le due
piramidi & loro lignifica-
to. 2l5
Parti principali della citti
che diliribuifcono cjuali fia
no 245
Parti principali della città
che fono diilribuJte 244
Patientia come dinotata 2^1
Perfecutori delle donne co-
me dinotmo il cótrario del-
la temperanza . iff
Pefcedel mar glatiale 1(5/
Piacerecomelì tempri .240,
come fia confiderato. 241
Piaceuolezza come dinota-
ta. 2?a
Piramidi. ii2.m^
Premio della uirtuofa opera-
tione di amore . loS
Profpecti tre conformi àlls
tre uie della felicità . 20f
Principi] dell'operare due &
quali . 2JO
Principi; oppoili alle due pri
S x me
T A V
mepoflanze deluitio 231
Proteo & fue trafmuutio-
ni ifi
prudenza & fue quattro par-
ti. 2^8
^Prudenza intorno ai coftu-
mi. 21^
Prudenza intorno a gli asi-
bili. "^ ""
R
21J
Ragione nel uitiofo come
non (Ì efiingua 215
Regina Barbara perche
delfeoccafione alle Gratie
di aprire la ftrada della feli-
cità 160
Religione come dinotata244
Ricòpéfa come dinorata.25'0
S
Satiri come ripugnati alla uè
racità.25'4. come fianoilcò
erario della benignità i$6
Selua.113 .11 4.fuo fito & pro-
prietà.21^. 214.21 j. perche
poftaalla (ìniftra del Tépio
d'Amore. 218
Seluatici come dinotino il co
.trario. dell' Affabilità 25r4
Serpi centrale cicogne per-
che fiano il contrario della
ricompenfa. 25'4
Seruitiì fatta al fuo (ignote è
(ìmile all'amore & come209
Settizonio di Settimio 12 j
SiGNiFlCATIONi di"
uerfe.
Adulacione (ìgnificata 147
OLA
Affanni graui 171
Animo quieto & allegro 159
Amor finto 145-
Amata 14J
Amante 145'
Carità 16 1
Coflanza 154
Delitie 158
Diidegno 159
Diuifione 1^7
Dolore 15:9
Facondia 148
Fede ij^
Fermezza 1J4
Fin buono 150
Fortuna finlH'ra 1^^
ForzadelSole 176?
F ranchezza d'animo 1 64.
Fraude 149
GarroJità 148
Gelofia ijjr
Homero 164
Honore indicate la uìrtù 185'
Impietà 149. r5z
Impediinento della refpira-
tione. 166
Impedimento dclÌQ degne
operationi lyz
Impudicitia 1^7
Immutabilità 146
Inditi) delle operationi uir-
tuofe & honorate j8 r
Infideltà 149
Inlhbilità 166
Iracondia 1S9
Lealtà i5'4
Manfuecudiné i S9
T A V O LA.
Mutatione dell'elfer di no-
ihauita i66
Obedienza ij7
Operare ijo
Opere manifefte occhia-
re tjo
Pace 174
Piaceuòlezza 148
Pietà 148
Prouincie 17J
Prudenza 1$^
Purità 150
Schifezza 146
Sdegni 174
Tempo della notte i66
Tranquilhca 174
Veleno 158
Venti principali 178
Virgiho 164
Virtù che uengono da buon
configlio & da gra core 171
Virtiìdel buon'operare 1^0
Virtù della terra 176
Virtù generate l'honore 184
Vittorie ottenute 140
Vnione 183
Simulacri pofti traleimagi-
ni delle uirtù & quelle de
gli honori . 24^
Sincerità come dinotata 2 jo
Soperbia dirittamente con-
traria all'amore z^6
Scita porto all'arco della Vir
tu &deirHonore che dino
ti 257.2^8
Scudo d'acciaro come dinori
.il contrario della maufuccu
dine ijj'
Specchio & fqiiadro di pioin
bo perche s'attribuifcono al
dolore & allo rdegno,& che
fignifichino 241
Spettacolo primo porto per
l'imagine dello fchifare il
male & artenerfi al bene 219
Spettacolo fecódo porto per
l'imagine del conofcere il
male 220
Spirito maluagio come con-
trario all'amore 2f4
Splendidezza come dinota-
ta. 2ft
T
Teatro 10^
Tempio d'Amore, no . doue
fi finga. ìo6. come giri .114.
perche daquefto fi faglia a
quel della uirtù 208
Tempio nouo d'Amore 19E
Tempi] d'amore due & per-
che . 209
Tempio dell'Amore imper-
fetto & fua fituatione . 209.
fua dichiaratione 210. per-
che giaccia foprauna piag-
gia montuofa 21 j
Tempio dell'Amorpcrfetto
& fua dichiaratione 246
Tempio uero d'Amore fa fpa
rire gli alberghi del uitio &
introduce quei della uir-
tù ^ 239
Tempio d Amore che cofa
concluda. i^t
Tem-
T A V O L A
Tempio della Virtù, ni. fua
falica& proprietà, zof .&
, come da quefto fi uada a
queldell'Honore. 208
Tempio dell'Honore.iii.fua
faliua& proprietà 20^
Temperantia come dinota-
ta ijo
Terremoti 1 14. 191
Terremoto perche fi faceffe
nella rifolutione degliiii-
cantefmi 259
Trionfi
òeìÌQ Amazoni 140
dell' Arco della Virtù & del
l'Honore 184
dell' Amor contrario 14J
de'gli Argonauti 179
dei Camelo 1^7
di Cerere 174
delie Cicogne 148
del Colofibdi Gioue 146
della Dama 142
di Diana 1^6
di Etna 171
della Fama 128
delle Fiere 167
del Fulmine 17^
del Griffone 144
di Harpocrate 166
di Hebe 1^4
deir Hefperidi 160
dell* Hidra 161
del Laureto 16^
della Montagna 158
di Mercurio 149
di Proteo iji
dello Scoglio 178
delle Sirene 175-
del Tempio dell'Eterni-
tà 1^4.
delle Trasformationi 141
Trionfi[poitati da i Caualieri
con che intentione . 208. Se
& che importino 248
Trofei appefi alle Piramidi
' che uogliano fignificare 218
Trombetti antichi 184
V
Vafo antico 14^
Venerare & temere Dio prin
cipio delle importanti ope-
rationi 24^
Venere con la palla del cielo
che fignifichi 247
Venere con la palla della ter
ra che fignifichi 247
Veracità come dinotata 2 5:0
Via di fai ire dalla Virtù al-
l'Honore. 244
Vigilanza & Perfeueraza 2^8
Virtù come fi rifpondano in-
fieme. 241
Virtù heroica come dinota-
ta if 2.
Virtù perche habbia^ il Tem-
pio dopo quello dell'Amo-
re 240
Viteattiua & comtemplati-
ua come cóuégjno infieme
& perche po(te nell'étraca
del Tempio dell'Amor per-
fetto i4/
Vitij che poflbno efler ne/i
ricchi
. v.r TAVOLA
ricc!i.& fortunati ,.8 Viti, h. due principali Impe-
Vici perche congiunti infie- dimcnti,& quali Ti
menonhabb.anoforza.zj Vicio non fi può conofcVre
VKijf.ior.gmal. comefigni fenza qualche fcincila di
iitaci.iii.non poflonoita- uirtu
re l'uno fenza l'altro 22j ^^®
NOMI DE'CAVALIERI
D EL TEMPIO D'AMORE.
^ Goftino' Adenti 144
Alberto Auogaro lóó"
AJeflandro Andnarì n^
AleflandroCanani i^g
Aldi;indro Lombardinoi^o
Aletìandro Romeo 17,
A ifonfino Trotto 160
Alfonso Duca di Ferra
ja
Alfonfo di E/ieMarc. di Mó
tecchio.
Alfonfo EftéreCótrario 179
Alfonfo Bendidio /e.
Alfonfo Magno ,^7
Annibale BentiuoglJo iz6
Annibale Montecuccoli 147
Antonio da Thiene i.g
Antonio Galeazzo Bentiuo
giio j
AntonioMariaZerbinatii^o
Baldaflare MacchiaueJli 17^
Bartholomeo Profpero 08
Bernardino Boiardo J7S
Bono Trotto /.g
Camillo Montecuccoii n6
Camillo Montino 16^
Camillo Turco
Camillo Riccio
Cefare Efrenfe TafTone
Celare Sacrato
Conte Aluarotto
Cornelio Bentiuoglio
Curio Buldieri
Diamante Diamanti
Federico Miroglio
,6;
140
J41
147
^7f
147
Ferrante Eftenfe TafTone 179
Francefco Berto
FrancefcoCaftelli
Francefco Perondello
FuIuioQuiftelli
FuluioRangone
Galeazzo Giliuolo
Galeotto Auogaro
Gafpare Monte
Gherardo Beuilacqua
Gio.Battifta Trotto
Gio. Batti fta Mela
Gio.Battifta Saracco ^^-.
Gio. Francefco Franco 1,3
Gio. Fracefco Muzzarelii^j-
Gio. Maria Riminaldo 17,
Gio, Tornalo Sarraco i ^ \
d'amo
144
140
M7
l6G
i66
iS7
H7
HI
1T8
167
TAVOLA
»• A M O R E .
Giouanni Anghiari i6j
Giouanni Palquaietto i$8
Guohrno Fabiano 175'
Giulio Eitenfe TalTone 179
Giulio Moro i6j
Giulio Aigrifoli i6j
Giulio Marxi 138
Guido Benciuoglio iz6
Guido Calcagnino 174
Guido Baldo Putti 147
HercoleBrafauola 16^
Hercole Eiiéf^ Cótrario 179
HercoleEilenfeTafTone 138
Hercole Elèen. Tali; del C.
Nicolò 160
Hercole Giliuolo 141
Hercole Taflbne 141
Hercole Pio 171
Hercole di Francefco Put-
ti 144
Hercole Montecuccoli 1^4
Hercole Muzzarelli i^S
Hercole Sarraco 147
Hippolito Gianluca 174
Hippolico Stronzi 175"
Hippolito Spécia 146
lacomo Càualetto 140
Leonardo Auoglio 157
Leonello Lauezuolo 6z
Lodouico Gueriero Manto
uano i5i
Luigi Gonzaga 116
Marco AntonioGiliuolo 15S
MauritioZambotto 166
Nicolò Pigna 165
Onofrio Beuilacqua i$j
OttauiodaThiene 179
OctauioLandi lyS
Palla Strozzi 116
Paolo Antonio Trotto 144
Paolo Emilio Breniero 149?
Paolo Latiofo 166
Pio Enea Obizzo 171
Rahele^^Rarponi 15-8
Seipion Giliuolo ijf
Scipion Sacrato 138
Tomafo Calcagnino '16^
Tomafo Sacrato 16^
Vefpefìano Mancini 154-
VicenzoFlifco ijS
T ^ PI NE
X-
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