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Full text of "Cavalerie della citta di Ferrara : che contengono Il castello di Gorgofervsa, Il monte di Feronia, et Il tempio d'Amore"

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CAVA  L  E  R I  E 

DELLA     CITTA 
DI     FERRARA. 

CHE  CONTENGONO 

Il  Castello   di  Gorgofervsa. 

Il    Monte    di    Feronia. 

E   r 

Il   Tempio    d'A  more. 


In  VeMtìa  y  ^pprejfo  Dovienko  y  &  Gio.  Battijla 
Guerra  j  fratelli,    m.  d.  lxvii. 


m  '♦ 


I    L 

CASTELLO 

DI    GORGOFERVSA, 
ET    IL    MONTE 

DI     PERONI  A. 

Ne*  quali  fi  contengono  le  cofe  d'arme  fatte 

in  Ferrara  nel  Carneuale  del 

M  D  LXI. 


AVENDOMI  r.S.ri- 
cercato  a  voler  fcriuerle  come 
fianopajptti  i  Tornei  fatti  que 
fti  dì  in  Ferrara ,  &  ejjendo  io 
defiderofo  di  femirla  intera- 
mente y  non  mi  fon  contenta- 
to di  queflo  e  ho  uifio^che  ho  anche  uoluto  pigliar- 
ne informatione  da  tutti  quei  piti  intimi  di  quella 
corte  e  ho  conofciuto  potermene  dar  maggior  Ih- 
me.  &  ho  diftefoil  tutto  con  quel  modo  e  ho 
faputo  migliore .  &  ancora  che  F.  S.  quafi  in 
tutte  le  parti  di  quanto  leggerà  fia  per  reflare  , 
con  infinita  marauiglia  y  &ftupefarfì  di  tante  no^ 
uitàjchea  chi  'non  le  vide  con  gli  occhi  proprij 
potrebbono parere  non  molto  credibili  j  nondime- 
no leffere  flati  que  fti  f^ett  acoli  alla  prefen-^^  di 

^        2  tutto 


tutto  il  popolo  3  &  di  grandiffimo  numero  di  fo^ 
reflieri ,  &  di  Signori  :,&  di  Vr incipit  la  te[ìi- 
monian'^a  de  quali  porta  feco  fede  maggiore  del- 
t  ordinario  ^  è  cagione  ci/  io  non  mi  faticherò 
punto  in  indurla  a  preftar  credenza  a  quesia 
mia  fcrittura  .  la  quale  ho  diuifa  in  due  parti 
chiamando  tuna  il  CASTELLO  di  GOB^ 
GOFE\V S^,  &  t altra  il  M DISIATE  di 
F  E  B^O  ISl^I  ^  3  ejfendo  flate  due  le  feHe prin- 
cipali denominate  daltuno  j  &  dalt altro  per  le 
venture  y  che  ui  fono  occorfe .  Mando  ambedue 
a  V.  S.  pregandola  ad  accettarle  infievie  con 
la  pronta  volontà  ^  che  è  in  me  di  farle  feruitio 
in  ogni  altra  occaftone  in  eh  ella  mi  troui  buono , 
<&  le  bacio  la  mano  .  Di  Ferrara  il  giorno  di 
Tafqua,  M,  D.  LXI. 


IL    C  ASTELLO   DI 

GORGOFERVSA. 


OLENDO?/  Duca  dtFcrrara  nel 
la  [uà,  fijìa  del  Carneuale  dsU 
L'Anno  preferite  fare  un  Torneo, 
che  oltre  alla  bellel^a  dello  Jpet' 
t acolo  haueffe  una  bella  occajio^ 
ne  di  tre  Mantenitoriy  ordinò  la 
cofa  dt  quesla  maniera . 
Mentre  chelaDomentca  di  Carneuale, nelle  jian 
!^  della  Duchejfa  inanzj  cena  fi  fhceua  una  danl^ 
tra  Dame ,  &  Cauaheri ,  comparue  una  Regina,  la 
quale  dopo  haucr  fatto  dimandare  udienza  per  un* 
Araldoyacc'opagnata  da  una  regal  famiglia  di  uec- 
chh  &  di  damigelle ,  /  cui  ueftimentt  erano  di  drappi 
d'oro, et  di  creme  (ino, entrò  nella  camera  ouefidan^ 
:^aua,&  parlò  in  lingua  Araba^cfr  parlato  chebbe, 
un  [ho  interprete  fottentrò  dichiarando  quel  ch'ella 
hauea  d&tto  tn  tal  guifa .  QueBa  Regina  Eccell.^'» 
Vrincipe  dice  eh' e  Aljarabtafigiiuola  di  Taccafiro 
Redi  Gaoga  ne  Ad  armar  tei,  la  quale  ejfendo  condot 
ta  a  Africa  dal  manto  fuo  Colocauro  Re  dt  Patica- 
pca,  ncll' entrar  in  quefa  Prouincia  per  pajfarem 


6  IL       CASTELLO 

j^kmagna  capitò  alhofco  di  Feroma,et  che  intende 
do  Colocauro ,  che  al  mote  di  ijnelbofco  era  un  caflello 
di  uijìa  maranighofz.et  terrtb  demone  fi  folcano  ridur 
re  coloro  chaueano  defiderio  diprouar/i,  ^  d'acqm- 
flarolorta,w.'Ìdò  lei  wanzj  co  tutti  gli  altri  fuor  che 
un  {oh  fctddtero  che  ritenne fecOyCo  dirle  che  efpedtto  , 
chefijfe  la  rìgmgerebbepcr  camino, ma  che  tardado 
egltadarrtHareyet  efsedo fi  ella  fermatale  e/òpragiti 
to  lo  fcudiero  che  le  ha  dato  nmua.che  co  tutto  che  e- 
gli  co  battendo  a  cfuel  Caflellomofìrajfe  ualorgradtfjl 
modera  flato  coftretto  a  cedere  alWflremafhrTLa  d'un 
Gigate  che  Chaueafinalmente  uintOyetprefo  fi  come 
haueafhttOi  ^  uà  fhcendo  di  molti  altri,  che  refìano 
prigioni  in  cjuel  luogo  incantato ,  oue  tra  molte  Fate 
Gorgofèrtifafii  la  [uà  refidentia.Hora  Principe  beni 
gnifjimo  qutjia  Regina  ui  ejpone,che  hauendo  intefò, 
che  nella  corte  uoTtra  e  un  concorfo  d'honoratijfimi 
caualieri ,  e  uenuta  qua  a  narrarui  il  cafo  accaduto^ 
Icy  c^  afupplicarui,che  uogltate  mouerui  a  pietà  del" 
lafua  miferia,(cr  afitHorirla,accioch8  ella  rihabbia 
ilfuo  SignorCy^ (ta  confolata  di  uederlo  liberato  dal 
lelafciue  braccia  di  quelleAdaghe,  (^  dice  che  quan 
do  la  pietà  non  ui  wuoua,&  ch'ella  per  fua  forte  ria 
non  meriti  d'ejfer  aggradita  dalla  lieta  fitccia,  ò*  be 
nigna  prefentia  uoflra  ^il  debito  almeno  induca  uoi 
principalmente  per  laprofèjfione  ^  di  che  teneteilno' 
rne^et  tnpeme  ejuefli  altri  caualieri  a  cjuefta  opera gh 
rtofa,  perche  fhcendo/ìquefìo,  oltre  a /occorrere  una 
Dama  afflitta  j  &  abbandonata ,  &frr  cofa  degna 

di 


DI       GORGOFERVSA.  J 

di  uoiiUi  mettete  a  tal  imprefa  che  appartenendo  aU 
laliherattone  di  tanti  altriy(y  al  ben  publicoy  d^  non 
ejfendo  anche  rinfcita  ad  alcuno,  nonpotrefte  dipre-^ 
fente  wtcrprender  la  più  bella.  Lacofiumadelca» 
ftello  della  Fata  Gorgojvrufa  e  compre  fa  in  dodeci  kg 
gi  latine  dateci  dal  noHro  fcudtero,delle  qnaltfei  ha 
no  riguardo  a  due  Giganti  ,&  ann  "Dracone,  che  ui 
flanno  alla  guardia,  ^  fei  altre  a  qnei  caualieri  che 
Ver  caf)  hauejfero  da  guardare  ti  luogo  Ycabio  di  que 
fit  tremofiri.et  le fei  prime  fono  tali  7  lingua  Italiana^ 

Chi  ajfalirà  gli  horrendi  Mofiri  definfòri  dell^ 
Rocca,&  dell'arte  Magica,&poiuolterà  lafhccia, 
refli  offefo  nell'honore . 

Se  alcuno  nel  e ontrajlare  contrai  Mojlri  man- 
cherà non  per  conto  del  ualor e  dell'animo  ^  ma  per 
ri jp etto  delle  fòrX^  del  corpo  ,fia  punito  con  una  eteV'^ 
na,  &  foautjfima  prigione  • 

Atterrata  Giganti,et  cacciato  ilTDracone  tentifi 
fé  la  Vittoria  uoglia  incoronare  d una  ghirlanda  fh* 
tale,  chi  dopo  hauer  combattuto  ui  s'apprefenta. 

Il  uin citare  de  i  crudeli  cufiodt  del  Cajìello  non  o$ 
tenendo  la  ghirlanda  fucceda  a  cujìodi  • 

Jlfuccejfore  fé  non  haura  ceduto  a  un  nuouo  Ven^ 
turiero  fìta  continuamente  alla  guardia  delcaUelle^ 

1  primi  che  faranno  obligati  alla  guardia  in  luo" 
go  dell  e  fiere  per  uirtU,^  premio  di  Gorgofirufafiac 
cendanofolamente  delle  più  degne  Dame  del  mondo» 
é'  di  poi  gli  altri  hakbiano  di  mano  in  mano  la  me^ 
(iefimaprerogatiua , 

^4        L9 


8  ILCASTELLO 

Le  altre  fa  leggi  flanno  cos) , 

Coloro  che  Horrat?no  u[[alire  i  Canalieri  definfori 
di  Gorgojèrufa  ,fkc€ndola»  o  a,  cauallo,o  afih,fiano 
mualmcnte  admeffi . 

JcoTi-jbattenti  pur  che  a  cinque  colpi  dipicca,&  et 
fate  di  flocco  combattano  egregiamente.ancora  che 
non  tur?  e  ano  ti  nimico,  uadano  liberamente  aprono,' 
re  la  forte ,  (dr  rcflando  uccifi^fian  confolati  didouer 
lafciar  un  Trofèo  delle  armi  loro  con  memoria  del 
•fatto  che  apparirà  in  una  infcrittione  , 

iFenturteriyChe  nel  menar  le  maninon  flmoflre- 
ranno  ne  audaci  ne  intrepidi  fen^a  chefiano  regi/ira. 
ti  i  nomi  lorOyCaccianfì dall'entrata» 

Che  no  s  muefitghino  altre  entrate  che  quella  che 
fi  e  confittuita,  &  coloro  che  cercheranno  di  nafcofto 
dafcendere  quella  parte  del  monte  che  e  guardata 
dalle  torri  fpoglianfi  dell' armi,et  getta/i  dal  dirupo. 

Coloro  che  s"  apprefentaranno  alla  ghirlanda,  ^ 
non  la  confeguiranno.raccoglianji in  una  perpetua  , 
^  giocondtffima  prigione,  §-  h abbiano  le  loro  armi, 
accio  che  pojfano  fott  entrar  e  in  luogo  di  quei  difènfori 
che  ui  monffero . 

Chi  otterrà  la  ghirlanda  liberi  tutti  i  prigioni . 

Finito  che  fu  quesio  ragionamento  il  ^Duca  ri/po- 
fi, che  non  fi  mancherebbe  d'ogni  poffibile  aiu  to  alla 
'K^eaina  .  La  quale,  dato  che  hebbef^y^raldo  nella 
tromba ,  fi  partì  con  la  fua  compagnia .  c^  dipoi  fu 
meffo  ordine  che  i  Caualiert  fi  trouaffero  apparec- 
chiati per  porre  a  fine  quella  uentura  mila  prima 

Do- 


DI       GOUGOFERVSA.  9 

Domenica  di  Quattragefìma . 

Etfrmachefiuemffca  cjutji^effato  r?on  poten- 
dofiuentrui  ti  giorno  dtCarneptale  per  efer  ti  tempi 
troppo  corto ,  &  non  uokndofi  lafctar  paffare  quel  dt 
fenza  qualche  cof^  d' arme ,  fi  e  am  da  quefia  traien- 
tione  un  Torneo  per  effo  ultimo  giorno  di  ^Carneuale, 
nel^uale  la  %^egwafice  intendere  ch'ella  hauea  ha- 
uuto  per  fpia ,  che  alcuni  Caualiert  s'erano  imbarca 
ti  y  &  calauanogiu  per  ti  Pò  .  Et  che  duhitaua  che 
non  uolejfero  afalirla  al  partir  fuo  di  qua  .  Le  fu  ri- 
Jpojìochefi  mett  effe  pur  in  procinto  per  andarfene  , 
perche  farebbe  ajficurata  per  modo  che  non  le  furia 
fhtto  alcun  oltraggiosa  fi  coartò  la  co  fa  di  quefìa  ma 
niera .  che  la  Regina  con  tutta  lafua  comitiua  in  bel 
liffima pompa  caualcò  perla  Giudee ca  con  Cameli 
Cr  timpani  y  CT  dietro  le  uentuano  otto  e  or  furi  ,fopra 
i  qualt  erano  il  Duca  y  &  tlS.  Cornelio  Bcntiuoglio, 
il fignor  Antonio  Galeaz.zoBemiuoglto  y  ti  conte  Al 
iènfo  Efìenfe  Contrario  y  il  conte  Htppoltto  Efienfe 
T affane  y  ti  conte  Camillo  Montecuccoli ,  //  conte  Al 
uarottOytl  S,  Marc  Antonio  Giliuclo .  &  ^ffi  cor- 
fieri  erano  accommodati  con  promofcide  &  tefìe  er 
collie' groppe  per  modo  chepareuano  Elefanti  y  & 
ctafcuno  de*  Caualieri ,  che  ut  erano  [opra  yftaua  rin 
chiufo  in  un  cafìello  tutt  inargentato  in  concerto  del^ 
le  uaghe  cfr  ricche  coperte  de  gU  Elefhnti  y  &  s'era 
finto  che  quefìt  ammaltferuifjero  non  per  ufo  dtguer- 
rayWa  perfomieri  ,  dr  che  le  bagaglie  della  i  ortefijfe 
ro  in  que  t  cafielli  ,&laReg  ina  hauea  ordì  hai o  che 

s'apV.atajjira 


io  IL       CASTELLO 

s^appiat afferò  in  queflo  modo ,  perche  non  uolea  chejl 
uedeffero  non  hauen do  animo  difermjidilorofe  non 
in  cafo  di  neceffità»  Erano  cogegnati  cjuefìi  cafidli  i  n 
gmfa  che  in  tinfubUofidmideano  in  dne parti  :  cfr  i*ti 
na  ueniua  a  cadere  dall'una  banda ,  &  Cabra  dai- 
t altra .  &  era  ilmedeftmo  delle  tefie,  de'  colli,  c^  del 
refto .  fiora  giungendo  tutta  quefla  comitiua  a  mez^a. 
la  Giudeca ,  comparuero  alla  bocca  d*Hna  slrada  ot'* 
to  barche  inargentate  con  una  donzella  per  ciafcu^ 
na  :  ó*  con  un  caualier  a  cauallo ,  con  tal  ordegno , 
che  oue  il  cauallo  portaua  la  barca  pareua  che  fiffe 
■portato  da  effa.  1  caualieri  uefttti  di  bianco  dr  nero  co 
guarnimenti  ricchtfs.  &  foperbi  pennacchi  erano  il 
S.  Don^uilfinfo  da  Efle ,  ti  S,  Luigi  Gonzaga  ,  il 
conte  Giulio  Efienfe  T  affane ,  il  conte  Per  ante  Ejìen 
fé  T affane ,  il  conte  Hercole  Efienfe  Contrario  ,  ileo 
ts  H  Ippolito  Tur  co  3  il  Caualier  Trotto,  il  S.  Al^njì 
no  Trotto^  et  moflrando  quefìt  Caualieri  d*effergiun 
ti  a  terra  férma  dando  di  ffrone  a  i  caualli  baluoro 
no  fuori  delle  naui .  (&  in  quefla  le  genti  deffa  '^^gi 
na  fecero  ala  &  diedero  luogo  a  i  caualieri  occultati 
[opragli  Elefknti.iqualt  in  unfubitofbar  ragliai  e  file 
torri  d'intorno  ^ fimilmente  lafciate  cader  le  teHe, 
i  colli,  (fr  le  groppe  infieme  con  le  coperte  con  che  fi  fin 
geano  gli  Elefanti ,  comparuero  uefìiti  d'incarnata 
&  bianco  con  [oprane fie  &  piume  mirabiltffime  :  (^ 
co  cauallifirnitidi  modo  ,  che  [opra  ejfmon  era  piti 
co  fa  alcuna  di  quelle  che  mofìrorono  nelrappresetar 
gli  Elefanti. Quefii in  un  fubito s  affacciorono  à  i ni- 

mici^ 


DI       GORGOFERVSA.        II 

mici,et  quit4Ì  cominciò  il  torneo  che  fu  prima  a  due  con 
tra  dueiCipofcia  a  quattro  cantra  quatro»Toi  ejuando 
gli  otto  da  un  a  parte  drgli  otto  dal!*  altra  fimojfero  co 
gli  fiocchi  alti  tefla  per  tefiaper  andarfiad  incotrare, 
la  Regina  comandò  a  ifuoi  che  Jifirmajfero  :  &jpin- 
gendofttnanz.i  dijfe  agli  auerfarij  che  alla  brauura  lo 
Yofi  richiedea ,  che  più  tojìo  s'umjforo  co  quefli  altri  per 
tentar  di  liberare  Colocauro  fio  Signore,  ouepotrebbo 
no  riportar  gloria  grandi jfima ,  che  mùtterfì  hora  a  ri 
fihio  di  perder  fi  fenzji  rtpntatione .  Effi  rtfpojfero  che 
tratti  dalle  uirtk  et  bdleT^efie  et  dalla  nobiltà  delfuo 
lignaggio  s'erano  mofflper  uenire  àfoccorrerla  contra 
Gorgofèrufaima  che à pena  erano  ufiiti dt  barca,  che 
fenz.a  che  potejfero  dir  parola  ,  erano  flati  affali ati  da 
i  Cavalieri  dt  lei,ct  che  prouocattft  defindeano  con  in- 
finito  lor  difpiacerCy  ueggendo  che  fhceano  cofit  diretta 
mente  oppofita  ali  intento  con  che  sbrano  partiti  da 
cafa  ;  figgiungendo  che  ben  uedeano  ch^effi  erano  fiati 
tolti  a  [off  etto  :  ^fiprofirfero  difhr  quanto  piacea  al 
la  Regina .  laquale  amatafiinanl^ ,  t  Cauaìieridell'H 
na  banda  et  dell'altra  ìl  accompagnarono  a  due  a  due, 
CJr  feguendola  paffeggiorno  tutta  quella  bella  ftrada 
ch'era  tanto  piena  dt  perfone  cofi  in  mafchera  come 
fimafcherate,  &  cofi  di  Gentil huomini  fipra  i  caualli 
come  dt  Gentildonne  [opra  carrette  &  cocchi ,  oltre 
quelli  or  quelle  che  dall  *un  lato  &  dall'altro  fiuedea-^ 
no  allefineflre ,  che  era  cofa  marauigliofa ,  d^ fipra- 
uenuta  la  notte  efft  Cau alteri  andarono  a  leuar  la  Dté 
cheffa  dal  luogo  oh  era  fiata  a  neder  t  abbattim^nto^é* 

i'aciot»' 


12  IL       CASTELLO 

taccompagnorono  alpalal^  del  Signor  Don^^lfèrijò 
claèfie:  one  fi  ballò  ^  fi  fece  una  cena  fontuofiffima. 
Et  ancora  che  fi  douejfe  mettere  a  fine  la  uttura  del  Co, 
pe  Ilo  la  prima  Domenica  di  quattragefima^  nondi- 
meno perche  ti  Duca  di  Mantoua  &  tlTrincipedi 
Fiorenza  doueana  uenire  a  quesiafijla ,  ciò  fi  difiri 
infino  la  feconda  Domenica ,  nel  cjual  giorno  ti  detto 
Duca  con  una  belhjfima  comitiua  di  Signori  ijr  di 
[uoi Gentil  huomini  ui  fi  trono:  ^  infieme::i  furono 
molti  honorati  perfonaggi  di  tutte  le  citta  circonui^ 
cine  . 

Il  luogo  fi  au  a  dicfuefta  maniera  0  Era  nel  Cortile 
maggiore  che  e  dinazjii  alla  Piazza  un  Teatro  capace 
di  diece  mila  perfine  co'  f mi  gradi  molto  commodi ,  in 
.meXo  alquale  era  uno  ampio  sleccato ,  &  in  profpesto 
fiaua  un  monte  fopr  a  il  quale  era  fin  dato  un  camello 
con  cmque  torri,  due  df:lle  quali  erano  dinanzj  in  fui 
piano,  &  tre  di  dietro  fopr  a  la  collina  del  monte;  & 
quella  di  mez.0  era  affai  maq^giore  delle  altre  tanto  che 
aHanz.auafopra  la  cuppola  della  fiala  gran  d.e  del  Pa- 
.  laz.z,o,c^  tnfieme  haueano  le  loro  torrtcelle  c^  cuppole, 
nella  fummita  delle  quali  fflende  ano  palle  di  uetrogial 
le ,  c^  turchine  che  fono  t  colon  del  Duca ,  &  uifuen- 
tolauanofopra  bandiere  de"  medcfimi  colori .  Attor- 
no alla  merlatura  delle  torri  Cy"  lungo  le  cortine  ue- 
deanfi diuerfi  bel! ìlfimiT rofi i ,  alcuni  de''  quali  ha- 
ueano ti  nome  del  Caualier  e  di  chi  già  furono  le  armi 
di  cjfi  Trofii .  tra  i  quali  ordinatamente  appariuano 
uaru  wfcrittiom  coucnienti  al  luogo  cr  alfiiggmo:& 

dal 


DI      gorgofeRvsa.        ij 

à  al  cordone  in  fu  dall'uno  canto  dalla  porta  erano  due 
tanole^ò'  dalC altro  due  altre  con  parole  fcritte  m  ar* 
gento  dtjfujepur  nelpropofìto  della  materia .  "Dal  de* 
flro  lato  [otto  le  due  tauole  nependxua  una  conjei  leggi 
notate  in  oro ,  (^  dal/ìmjìro  lato  pur  [otto  le  due  taua 
le  ne  pendcua  un* altra ,  con  [et  altre  leggi  medefima" 
mente  notate  in  oro .  i^  fi  come  ilCaftello  era  tutto  fin 
to'diwarmo  yCofì tutte  le  commijfur e  del  marmo  era- 
no d*oro  :  Q^  d'oro  gli  angoli ,  t  cordoni  er  le  circonfi- 
renz^e  delle  merlature .  Tra  le  due  torri  della  colina, 
correua  una  loggia  di  fette  archi .  de'  cjuali  quel  dime 
Zffera  dì  quattro  Coloffi  che  fofeneuano  ti  Torrione 
che  ueniua  a  punto  di  me\o  tra  e{fe  due  torri .  ^7  tra. 
questi  quattro  Coloffi  era  una  fèntanafituata  in  que- 
fiagtiifay  In  fui  piano  jìaua  un  gran  Conchile  mari" 
no  cheferuiua  di  uafo,(^'  atorno  atorno  ftauano  dodici 
Dei  marini  con  le  mani  alle  ginochia  ò"  «  capi  baffi 
uerfo  il  centro  del  Conchile ,  &fopra  le  loro  fh alle  era' 
no  dodici  Amorini  co'  uentri  tefi  (freon  le  bocche  aper 
te  ,7:elme7odelConchilefiirgeuaun  bello  arbore  fin^ 
to  di  corallo  con  dodici  rami:  da' quali  ufciuano  do- 
dici fpilli  che  gittauano  l'acqua  nella  bocca  de  gli 
dimori .  i  quali  la  urinauano  poi  (opra  la  tejìa  dì 
quei  dei  marmi .  Gli  altri  archi  della  loggia  erano  d'o 
fera  tofana  fojfoltt  da  pilafiri .  atorno  à  quali  luce- 
uano  infiniti  pecchi  di  criftallo:  (ordinanti  ui  ftaua- 
no colonne  corrispondenti  alla  maniera  dell'opera  . 
Grfopra  il  capitello  diciafcuna  erano  figure  che  al- 
ternatamente imitauauo\  ti  marmo  (^  ti  bronco  : 

dr  rappre- 


tJ^  IL        CASTELLO 

^  rapprefentauano  diuerfi  amoro/t  cafì  di  Gioue .  S'a 
torà  la  leggio,  in  fu  gli  archi  eh*  erano  àinarrV'  correda 
un  corridore  a  bafUuflri  d'oro  csr  inargento .  in  cimA 
éi  i  ijuali  erano  uà  fi  di  tre  dijpofitioni  ^  g^anàeX^  di 
uerfe  che  fplendeuano  imitando  il  z^afiro  ,  lofmeraldo 
^  tlbaìajfo  >  &  dentro  iterano  piantati  arhor felli  con 
putti  di  color  doro  e4  d'argeto  et  co  uaghijjimi  fiori  di 
molte  forti .  Tra  lun  uafo  ^  Cabro  fi  liedeano  ^Ama 
ri  che  ftauano  tnfii  un  pie  con  Cale  aperte ,  Cy*  con  lefk 
celle  in  mano.  &  co  fi  nella  hafe  de  ballaulirtycome 
nelCorlo  che  ut  era  dtfopray&  nel  pomo  dt  meT^o  di  età 
fcuno  d'ejfi  erano  pofie  bozS{e  piene  d'acque  di  pia  colo" 
ri,  ó"  alpare  di  queflo  corridore  pendevano  tre  tauole 
ajjìjfe  alle  tre  torri  :  nelle  quali  gii  Amorini  di  mezjo 
rtlteuo  fcher'^auano  infume  ,  (^  nel  meT^  di  ciafiouno 
arco  della  loggia  pende  uà  una  gran  gioia  di  più  bozj^ 
colltgate  in fieme piene  d acque  diuerfament e  colorite. 
Di  dietro  la  loggia  erano  tre  cam ,  de  quali  quel  di 
mez^o  moflraua  dejfer  una  porta  rujiica  ^  &  dentro  di 
ejfa  in  mezj)  d un  piano  circondato  da  otto  nicchi  orna, 
ti  da  ottofiatue  con  buchi  attorno  chiufi  con  le  boTjLe^ 
ftrgeua  un  bagno  con  otto  fitc eie , [opra gli  angoli  del^ 
le  quali  le  Ntnjè  tenendofile  mani  in  cerchio^  &  folle" 
Mando  le  braccia  foftentauano  una  cuppola  di  uetri  di- 
pinti .  CT*  quefio  bagno  era  uiftoper  la  porta  rufltca  che 
tra  in  bocca  alCarco  di  me^o  della  loggia  alquanto  e- 
wmente  piHdellafintana;^^  fingeua  un  lontano  gran 
dijfimo  ,  Gli  altri  due  cam  jhttt  proportionatamen- 
u  erano  ingmfa  dt  due  i^donche  ficcati  in  due  collina 

che 


DI       GORGpFERVSA.         t$ 

fòperchianano  alquanto  quella  jfipra  laquale  erano  le 
torri  :  ma  per  modo  che  ueniuano  a  riferire  al  fecondo 
(^  al  penultimo  arco .  dr  perche  dentro  erano  ajfai  con 
capii  rendeuano  ancor  ejfi  affai  lontanamA  .  SofrA 
quefiitre  caui  erano  tre  [affi  che foHentauano  unaga 
lena  dt  colonnelle  chiufe  con  le  ut tr tate ,  (frfopra  cta-e 
fcuna  colonnella  flauaao  in  pie  diuerfi  ammaluzjzS» 
che  imitauano  ti  bronco  &  il  marmo .  (y  quefla  gak^ 
ria  ueniua  ad  effer  disficcata  dalle  torri  di  dietro  dal 
la  loggia  3  &  ìafoperchiaua  •  Dinanzi  alln  torre  deU 
la  collina  a  man  deslra  erano  due  Veneri ,  ^  due  al- 
tre dinanzj  aW altra  del  lato  fmtfìro ,  ^fòpra  ti  me^ 
deftmo  piano  più  sii  a  man  deflra  dalla  banda  della  de 
fìra  torre  fi fcorgeua  un  padiglione  da  giardino  fìnta 
di  marmo ,  la  cuppola  del  quale  era  piena  dt  boT^je^  ^ 
hauea  in  cimauna  palladiuetro:  fopralaquale  era, 
un*  Amore  con  lafkcella  in  mano .  &  dt  dietro  alpa^ 
dialionefirgeua  una  piramide  intagliata  difegni  hie* 
roglfìci ,  GT  dmanl^  dall'un  fianco  ò'  dall'altro  erano 
due  Apollini .  c^  altrettanto  era  dalla  banda  della  tor 
refìntsìra.  Aiedefimamente  fopra  quefio  piano  di^ 
nanzj  alla  loggia  coreua  un  corridore  di  ballaufìrifìn 
ti  a*alabaftro  :  in  fu  i  quali  fedeuano  gli  Amortniyche 
[opra  le  (palle  ò*  con  le  braccia  reggeuano  uafi  imi'' 
ta?iti  dtuerfc pietre  pretiofe  (^  piantati  d herbe  &  di 
arborfcellt  carichi  di  uarie  forti  dt  frutti  ^  di  fiori» 
CT*  quefia  collina  jlendeua  qua  fi  due  braccia  che  an* 
dauanoa  trouare  due  fòmmità  delle  torri  fondate  in 
fu  la  pianura .  Lungo  le  quali,  kr^cia  erano  i  ballate 

Jlri 


l6  i    L       e    A    S   T    E    L    LO 

^ri  che  accomfagnaHano  il  medefìmo  corridore  che 
flauadtnan^alU  loggia  »&  nell  entrar  della  porta 
a  man  delira  fi  accende  alla  collina  [opra  una  [caia 
che  par  ea  intagliata  nelfaJfoJa  quale  nelmez.o  no  Ita- 
uà  a  man  mane  a  i  &  riufciua  in  fii  il  piano  che  era 
tra  il  corridore  (^  la  loggia  *&il  corridore  era  aperto 
nel  mezjo  ^  daua  adito  a  entrar  in  un  poggetto  che 
riufciuafifpralaportà •nel quale fiaua  una  Vittoria 
doro  che  con  ambe  le  mani  progeua  una  bellifflma 
ghirlanda  di  fiori  di  fina  dr  d'oro  .  &  le  braccia  di 
qtteFla  ftatua  erano  congegnate  di  modo .  che  per  mr^ 
tu  di  certi  ordegni  fi  aiz.auano  ogni  uolta  che  fijfe 
toccata  una  lamina  di  firro  che  era  in  fini  piano .  Cy* 
il  concerto  era  che  tutti  quei  che  ui  sapprefientaife- 
ro  per  ef[er  coronati  toccaffero  col  pie  quesla  lami  - 
na  3  accioche  la  ghirlanda  fijfe  folUuata  dalle  ma- 
ni  che  lateneanoy  ^  efii  non  potejfero  confieguirla. 
J  nomi  de*  caualteri  notati  ad  alcuni  Trofit  erano 
tali  . 

Odoardi  Tamifii  Equitis  Britanni  • 

Rodorici  FlammA  Equitis  'Batici . 

Caroli  zy^ltartp£  Eqmtis  Aqmtani  • 

Dionyfit  Argentari^  Equitis  Celta. , 

Curadi  'Burq^enfis  Equitis  ZJindelici  • 

Volemacht  T'hracis  Equitis  BifialtA . 
*  •  ■  Jfinaelis  Banani  Equitis  Terfit .  ■ 

jilifdi,'Bargd<z  Equitis  Mauritania 

Alarci  StelU  Eqmtis  Calabri  • 
f"^'"Mejfitni  Mutij Equitis  Siculi* 


DI     GORGOFERVSA.  I7 

Lt  irtfcrittiom  posìe  ne*  breui  dmanzi  alCajlello  tra 
noqiieHe  , 

Gorgofherufe.  arces  é*  Artts  magica . 

Ltbertati  captiu<z . 

Virorum  equorumg^  exuuU, 

Teregrinorum  heroum  jpQlin  • 

Adamantinas  career . 

^ures.  compedes . 

Error  irremeabilis , 

Laquei  ifidtjfolhbiles . 

Dulcss  nodi . 

Dulcia  uincuia , 

Vtris  honor  perpetui  • 

Jocundijjìr/ja  arriAntum  uireta . 

perenne  animorum  incendmrru . 

^rdor  wfenj%Uls  ^  uehementiffimiu  • 

E  alfa  uerorum  hommum  hosfitia  • 

Inanis  foltdorum  procerfim  aula . 

Amori ,  lufibiu ,  otto  . 

Grattar um  delitijs  (y^  nido  • 

jMafcuU  HÌrtutis  tyrannidi  • 

LaboriofA  tur  tutù  expuifioni  ' 

A4iferi£  infciorum  folatio . 

Vit(&  beatoYum  umbratili . 

Temporis  ^  glortA  filentto% 

Latenti  annorum  dijpendiù  • 

Occulti^  uoluptatum  r et ibt4^  > 

'Bonis  primo  apparenttbi^  . 
^elk  du&  tauok  fcritte  in  argento  dal  lato  deflro 

B        runa 


l8         IL       CASTELLÒ 

Vuna  hauea  tale  infcrittione , 

1)e  captis  regibtu  Thejfalonico ,  Marroazgare, 
Mìxino^  Cufchtbthey  Magabaca^OtageriOy  Samar^ 
chandcy  Fratachala/Bifanagaure,  MexitiflanOyA- 
tabaltfa,Bacalao,VamaycOy  HumbroySaragofo,  Bor 
deonCy  GeUrio,  Cherfinte,  Lilybeo ,  Elb  ingene, S le f- 
uiciche,Colocauro . 

Et  t  altra  tale. 

Deprofligatìsfeuerlifortitudinls  dr  temperane' 
ti  A  MÌrtHtibpts,dej.j  intromiffio  [nani  molili  animi  In- 
XH/nullis  alijs  armls  quàm  hilaritate.Utitia.ajfabili 
tate,hojpitioyharmoniayCorìt4ÌHÌjSyConcubitUy  nulla  ui, 
nullo  tmpetUt  nulla  molejìia ,  benigne  y  placide  y  co- 
miter , 

Delle  due  tauolefcritte  in  argento  dallato  finijlro 
Ima  era  in  quejio  modo . 

Dignitati  reception es ,  labori fedilia  ,  [udori  um- 
hrdiypulueri  aurétyfitifont&s ,  recreationi  lufm  yfom- 
no  fìratayUÌgUanti<z  cantmycxercitio  deambulatio^ 
nes  3  re  fiatoni  menfz  ,  incitamento  colloquia ,  Ve^ 
neri  puelU  ,folatio  complexm  yf celici  tati  concor- 
dili . 

Et  ?  altra  in  queflo  • 

^ujpicibpts  tibi]s,cttharis ,  modulationibpts ,  lu  - 
disynatatdibm  ^ptfcationibm  ,  aucupijs ,  uenatiani^ 
hm^choreùybalneiSyfcenisyCarmimbmyCibarijS ,  pò- 
culis  y  foporibus  y  amplexiba^ ,  ofculis  ,  folis  tepore , 
no[ils  refiigeratione  y  nemorum  amcenitate ,  autum 
garritHinuorum  murmurc,  ueris  eternit  at  e, folo  ui^ 

rentif 


DIGORGOFERVSA.        ip 

rentt ,  ccelo  nitenti ,  commumhtis  hmen^is,  perpetua 
iuuent a, alacri  animo ,  uìnacijptntu  ,  mente  uacua^ 
mutuùflammis,uotii  campar  ibm , 

Lejèi  leggi  pofle  nella  tauola  dal  lato  deflro  erano 
cojì  notate . 

Qui  horribilia  monUra  arcis  é'  artis  magic  Apro 
pugnacula  inuaferit^dein  terga  dederit ,  honoris  Ufi 
rem  e  fio , 

Si  quis  aduerfm  monftra  non  uirtute  animi, fed 
corporis  uiribus  deficentyfaauijfimi  career  io  Aterni' 
tatepunitor, 

Trojlratis  gigantihtis  aut  fitgato  draconeanui» 
Eloriafit  fhtahhfiifertis,illfim  a  prAlto  adeuntem  co^ 
zonatura  tentato, 

ViElorfAHorum  oppidi  cuHodum  corona  fùgientc 
cuflodiùm  fùccedito . 

Succejfor  nifi  notto  peregrino  cejferit  prò  portis  op" 
fidi  in  continua  jìatione  remaneto  . 

Trimijirarum  loco  addici  GorgopherujA  uirtute 
ac prAr/iio  in pr&clariorcs  tantum flammas  inciduU" 
tOiCxinde  alij  eadem  dignitateprdfianto  . 
Lefei  leggi  della  tauolafimlìrafìauano  in  talguifa* 

Q^ihtroes  GorgopherufA  propugnatore^  aggredì 
uoluerint ,  equitesue  pedttcsuefmt  tllos  impugnatura^ 
admittuntor  . 

Bellatores  quinque  pili,  c^feptemgladij  iEltbtis  e» 
gregie  bellant&s ,  ^fihojlcm  non  fuperarinty  adfor^ 
tem  experiundam  accedunto ,  occifi  autemfpGliorum 
^HA  reliquerint  trophAÌ  eorum^  frfìt  infcnpiA  wc- 

3     2         tfjoridt 


^O  IL       CASTELLO 

p^orUfolamen  habento . 

Hofpite^  neejtie  acriter  ri  eque  intrepide  dimicari'' 
US  negicBo  eorum  nomine  ex  aditu  eijciuntor  • 

Addttm  alif  a  conHituto  ne  uefligantor .  quèdfi 
mi  montihm  tnrrihpu  muniti  afcenfum  occulte  quéi,-' 
fierintyarmis  jp  oliati  defaxo  detjciuntor . 

Vbiferta  non  obtinuermt  qui  ad  tlla  accejferint^ 
titfuccumbentum  defènforum  uices  fubeant ,  feruatis 
armtò' perpetuo  ò'  tocundifs,  carcere  excipìuntor. 

Coronarti  pttahm  ajfecutt^  captiuorurrt  liberta- 
tis  uindex  eHo  • 

Ejfendo  foprauenuta  la  fera  nel  cominciar  fi  a  ni" 
grir  ti  giorno  s'accejfero  i  lumi  del  Caftello  ch'erano 
di  dietro  a  i  u&tn  ^  alle  bijl^^donde  ufciuanojpledo 
ri  inguifa  di  quei  ch'^efcono  da  i  rcjiejfi  delle  gioie,  ^ 
fimilmente  kfiicelle  tenute  in  mano  dagli  Amori,cfr 
e  ofi  ancora  s^  acce  fero  ducento  torchi  di  cera  bianca 
ch'erano  a  i  fianchi  del  CaHello ,  ma  però  di  ftori  di 
ej[o,&  molte  altre  forti  di  lumi  appiattati  di  dietro  al 
le  torri,  &  di  mano  in  mano  tutte  le  cere  chependeua 
nofopra  il  teatro  ;chepoteuano  ejfer  dafei  cento  tor- 
chi tutti  digrande'^(^  tale, che  durauano  [icuramen^ 
tefei hore,&  ciafcuno  era  appefo  confilo  dA  rame :t al 
the  illuogo  ueniua  adejferpoco  impedito .  &  la'  luce 
era  co  fi  grande^  che  ben  fi  potè  a  dir  e, eh  e  ini  parca  di 
giorno.^  fhttofì  notte  in  un  tempo  mede  fimo  fi  uidero 
comparire  nello  jleccato  feifignori  del  capo  ueftiti  al 
la  Greca  d'habiti  lunghi  di  tele  d*oro  (jr  di  [età  ere- 
mtfina  tutti  m  concertOych* erano  ìlS,  Luigi  (jon^^- 


DI       GORGOFERVSA.  21 

gayil Co. Hercole  Sjienfe  Taff.tl  Conte  Camillo  Mon^ 

tecHCColt,iÌ  S.  Gio.  Battifla  Trotti^il  S .Af are  Anto 

nioGtltuolo,dr  ilCaO,  Gioan  Tomajb  Lantluolo.  (^ 

s'udirono  diuerfe  mufìcheftrepitofe  come  dt  nacche^ 

re ,  cornetti  C7'  tromboni  ufcire  da  cjaei  tre  cani  delU 

collina  ch'erano  dì  dietro  la  loggia  delle  torri.percio- 

chefingendofìche  la  fata  Gorgofiruja  Jhcejfe  lafua  re 

fidentia  in  quello  Caftello  incantato y  dentro  ut  erano 

tutte  le  più  e  f eminate  delitie  che/tpotejfero  tmagina" 

re  Ara  le  eguali  erano  intrattenuti  quei  miferiCaua- 

Iteri  che  capitandoui^e^  non  potendo  ottener  la  ghir» 

landa^ui  rejlauano  tncantati.cr  pur  a  un  tempo  mede 

fimo  cominciorono  a  girar  ^  a  gittar  diuerji  fiochi 

tre  hellijf  me  girandole  ch'erano  nelle  fommita  delle 

tre  torri  fin  dai  e  [opra  la  collina*  Et  ecco  all^impropti 

fo  un  Nano  ch'erafopra  la  torre  fniflra  pofla  alla  pia 

nurayilquale  fonò  un  corno  tre  uolteper  rijpetto  di  tre 

caualieri  eh  'entrauano  per  la  gran  porta  del  teatro 

che  era  direttamete  oppofta  a  quella  delcaflello.  Que 

ftt  erano  ti  Duca,  ti  S,  Cornelio  Bentiuoglto.ò'  il  Con 

te  (^ lidio  Eflenfe  Tajfone, eh' erano  a  cauallo  armati 

all'antica  con  morioni  &  con  feudi  coperti  dijpecchi 

d'acciaio  inpunta,che  rendeuano  un  reflelfo  grandi f 

fìmo.&  erano  uefliti  di  ricchiffimt  drappi  bianchi  tut 

ti  meffia  oro^ij'fopra  ti  tutto  con  pennacchi  foperbiffi 

mi, c^  fmontati^f irono  meo  irati  da  i  Signori  delcam 

pò  &  condotti  alla  tauola  delle  fei  leg^i,  fritta  in  oro 

ch'era  dal  lato  dtfìro  della  porta,oue  dopò  hauer  lette 

^if^^^^gh&  ejfere  fiati  interrogati  da  ejfi /ignori,  fi  uo 

B     5  leano 


la         IL       CASTELLO 

Uanoobligarfidiferuarleyfe  ne  contentorono3&  at^ 
tono  la  mano  deftra  in  alto  infegno  dell' obligo  che  ao 
cettauano .  c^  ritirati  indietro ^ufcirono  fuori  dnegi- 
ganti  c'haueano  in  mezj)  un  dracone,  eh  e  gittaua  fùo 
caper  la  bocca,etper  la  coda.per  le  orecchie,per  le  na 
rict,  &per  tutte  lepnnte  dell'ale  eh' erano grandijfi* 
nte, et  fi  andavano  fimtendo  fecondo  eh'eglt  fìmouea, 
J gigantiyoltre  eh*  erano  due  huomìni  grandi  affai  piti 
dell'ordinario.haueano  congegnata  pie  dentro  a  cer* 
te  gambe  futi  e  molto  a  propofito  ,fipra  le  quali  erana 
aJfMefittti  di  e  aminar  e, ^  i  loro  pie  erano  nafcojìiper 
modo  che  u^niuano  a  firmare  la  congiuntura  delle  gi 
nocchia.^  la  tefla  lorofirmaua  la  gola^donde  per  cer 
ti  giragli  uè  de  ano  C7'  pigliauano  fiato, ^  in  capo  ha-» 
ueano  uua  teflaccia  co  un  cappello  lungo  fittto  difcjua 
me  difirpei(jrfipra  la  carnagione  haueano  uno  habi 
tofiiccinto  a  mez^a  cofiia  di  pelle  di  orfi^con  una  gran 
nfazx.a  nella  deHray<:^  con  unofiudo  nella  finiHrafo 
fio  in  modo ,  che  fipoteano  porre  ambe  le  mani  alla 
tna'^Ja.Cotra  quello  ch^era  in  fi  la  dejira  andò  il  Da 
cat&cotra  quello  ch'aera  alla  finterà  andò  il  S,  Cor^ 
nelio^^  il  Conte  (jtulto  affati  ildr^cone  afiuono  di  tra 
be fonate  da  trombetti  uefìiti  alla^ greca  ch'erano fo^ 
fra  il  corridore  dt  mezjo  del  Camello ,  (^  lo  fchermir 
chefaceano  queftt  tre  Caualieri  da  i  colpi  de'  Giganti 
che  calauano  con  le  maz.z,s  fipra  ltfiudt,&  da  t  giri 
del  draconefii giudicato  bellijfimo .  Et  perche  la  z.ujfa 
duraua  con  mani  fi  fio  pericolo  della  perdita  di  quei 
tre  mofiri  cufiodi  del  caHello,t  fiochi  delle  torri  comin 

ctororiQ 


DI     GORGOFERVSA.       1^ 

Ctarono  a  tirare  et  ardere  in  molto  maggior  fìtri a  che^ 
prima,  é*  apparirono  alle  merlature  delle  torri  di-' 
uerfi  nifi  ho  rrendtfzuti  nelle  più  firane  gai  fesche  fttcef 
fé  mai  pittore  chimera  alcuna  ,  ^  dal  monte  fi  fenù 
unagrandijfimaconcuffione  connuuolt  &  tuoni  per 
aria .  I  Cauaìieri  mojìrandofì  tuttauia  più  coraggio 
fi&foflenendj  l*  impeto  di  quelle  beftte  col  fero  il  tem^ 
pò  opportuno  di  ferir  le, tal  che  i  giganti  ruinoronoa 
terra,  c^  non  in  uno  inflante  ìflejjo ,  ma  con  qualche 
pocod'interuallol'un  dopo  l'altro,&  come  le  maniere 
d  atterrarli  furono  diuerfe^cofieffi  diedero  il  crollo  ca 
due  modi  l*un  differente  dall' altro, cofa  tanto  infolita, 
quanto  di  marauiglwfa  &  flupenda  rapprefentatio- 
ne  :  &  giacendo  già  tutti  diftefi  quanto  erano  lunghi, 
gli  fchiaui  della  Fatagli  fir affinarono  con  le  catene 
alla  porta,  dr  i /ignori  del  campo  fecero  legar  l'uno  a 
una  colonna  &  l'altro  all'altra,lequali  erano  pianta 
te  dinanti  adeffaporta.  Tra  tanto  ilterz.o  Caualiere 
trauagliandofi  intorno  al  dracone  il  mtfe  ìnfitga,  per 
cloche  era  fatale  ^  nonpotea  effcre  uccifoi^r  nel  riti 
rarfi  nella  grotta  del  monte  del  castello  che  era  in  hoc 
e  a  dellaporta,gitto  infiniti  razj  (^Jparue  là  dentro, 
&  co  fi  tutti  tre  i  caualterifalita  la  fiala  della  collina 
fiérono  incontrati  dafei  belltffime  maghe  uefttte  di  te» 
la  d^  argento  tutta  ornata  di  gioie,  tre  delle  quali  slac 
ciorono  le  celate  a  i  Cauaìieri  drglie  le  leuorono  di  e  a 
pò  dandole  ad  alcune  feruenti  che  lefeguiuano  da  lun 
gì  :  c^  con  fotttìiffimi  drappi  riccamente  c^  con  gran 
maeliranialauoratiafciugorono  loro  la  fonte  &l 

B     4         guancie 


^4  IL       CASTELLO 

guancte.(^  effi  l*um  doppo  l*  altro  andorono  per  hauer 
la  ghirlanda  porta  dalle  mani  della  Fntoria,  laquak 
haumdo  aliate  le  braccia ,  dr  non  potendo  ejft  perciò 
confeguirla^reflorono  incantati .  cfr  ali" bora  le  tre  al- 
tre maghe  andorono  ad  incontrarli  con  conditure  ^ 
uinipretiofi condpicendolt [otto  la  loggia  tra  bdliffimt 
gtouani:  che  parte giocauanoyparte  cantauanoapie-. 
na  noce  cannoni  amorofe .  (^finiti  due  madrigaletti 
i  mufici  ch'erano  dentro  al  bagno  diedero  ne' [oliti  fito 
ni ftrepitofì compartiti  in  tal  modo ,  che  douendo  effer 
frequentati  per  lungo jpatio  erano  interpofìi  (jr  uaria 
ti ,  fi  che  non  pot effer 0  uenire  a  noia.ficome  la  mufica 
di  quelle  gioii  arti  che  jiauano  fotta  la  loggia  era  quan^ 
do  con  flauti, quando  con  leutiiquando  con  uiole,  quan. 
do  con  mei  fole /j"  quando  con  tutte  ciò  mefichiate  in^ 
peme.o  in  tuttofo  in  buonaparte. Similmente  le  gir  art 
dole  &i  razS  erano  continui  ifur  io  fi, in  copia  &  uaria 
tipermodojcherecauanofemprenuouo  diletto.  Sttut 
te  quejìe  cofefìuedeuano  ^  udiuano  benijfimo  dalli 
fpettatoriitalche  eccitauano  un  piacer  inejìimahileJ 
tre  Caualiert  dopo  hauer  fatto  riuerenz^a  a  Gorgofèr% 
fa  furono  accompagnati  a  fuonrdi  trombe  alpadiglio 
ne  di  marmo  dal  latofinifiro  ;  ne  co  fi  toflo  ui  furono 
giunthche  il  Nano  fonò  tre  uolte  il  corno  yper  l'appari 
re  che  haueano  pitto  tre  Caualiert ,  ch'erano  il  Caua^ 
lier  T affane, US,  Ficen':(o  Flifco,  ^  il S.Hercole Gi- 
liuolì  ueftiti  con  drappi  neri  co  oro  per  dentro  [opra  tre 
ginetti  riccamente  guarniti  con  tre  paggipur  a  ca- 
uallo  adobbati  delmedefimo  colore  accompagnato  co 

l'oro. 


DI      GORGOFERVSJV.  1$ 

foroy  &  haucano  le  celate  ornate  di  pompo  fi  pennac- 
chi in  conc ertOyet fi mandauano  inanzà  tre  Adori  bta 
e  hi, t  uno  de  quali  era  affair  grande  di  aita, et  dalle  ha, 
de  hauea  dtie  ucrualm^nte  piccioli ,&  tutti  tre  hauea- 
no  le  catene  attorno  alle  braccia  co  capi  [coperti ,  ^ 
con  tre  feudi  che  penderne  loro  dietro  ali  e fp  alle, l  uno 
de*  quali  hauea  cjHefìa  inferiti  ione , 

Pontem  jktalem  aduerfm  quemque  feruanto  • 
Valtro  quefta . 

Captos  peregrinos  adCypri  Charita  mittunto  • 
//  terz.0  quefta . 

Stattonem  nunquam  niflautoccifaut  capti  defe^ 
runto . 

Et  inanzj  a  quefti  prigioni  era  una  damigella  in  ha- 
bito  nero  fì-egiato  d'oro  all'africana  che  parlò  a  ifì- 
gnori  del  campo  tn  quefta  guifa . 

Effendo  fatto  prigione  in  queflo  cafìello  il  Re  Co- 
locauro.Alfarabia  fia  conforte  &  mia  [ignora  r/fha 
mandato  attorno  per  cercare  qualche  e  au  ali  ero  che 
uokffe  pigliar  la  carica  di  ueriir  qua  a  liberarlo .  (^ 
ejfendomtio  fmarrtta  per  camino  fon  capitata  poco 
difcoffo  di  qua  al  ponte  del  DeUino ,  oue  ho  trouato 
quefti  tre  uittoriofì  cavalieri  contra  un  MauritanOy 
^  due  fuoi figliuoli,  che  fiueggono  uenire  me^o  Sfo- 
gliati (fr  prefì.  i  quali  fhceuano  infinito  ad  ogni  uen^ 
turtero  che  paffaffe  per  la  .  ^  quanti  nepoteano  ha  - 
uer  uiui  gli  imb  are  anano  uer fio  Leuanteper  mandar 
li  alla  fata  Ciprigna ,  fi  come  appare  per  le  leggi  eh* 
ellaimpofie  loro:0'  cheuolfie  che\fiJ[ero  ficritte  nelli 

[e  udì 


^6         IL       CASTELLO 

fcudt  e  hanno  dietro  alle  Jpalle .  &  ancora  che  ejfi  cu 
ualteri  fanocojlrettia  combattere  a  pie  per  ejfer  re 
fiatii  loro  caualli  molto  fiacchi  per  il  detto  conflitto 
e' hanno  hauuto  poco  ju  y  nondimeno  mi  hanno  data 
la  fide  di  ìafciarui  prima  la  ulta ,  chepartirpfenzjt 
trarre  dalle  mani  di  Gorgofirufa  il  Re  Colocauro . 
La  onde  ejforto  mi  c^hauete  la  protettione  della  roC" 
ca  5  che  concfcendo  una  tanta  rifolutione  me  lo  diate 
d*  accordo  fen"^  ucnire  al  cimento  delle  arme.St  det 
te  qne^e  parale  dalla  damigella  ,  i  [ignori  del  campo 
in  uece  di  rifponderle  fcotettero  il  capo .  ^  allhora  i 
trecauaUeri  dtfcefero  da  cauallo,&  fiirono  condotti 
da  ejfijlgnori  alla  tauola delle  fei  leggi fcrit te  in  oro 
dal  latofmiHro  della  portafi  comefenz.a  più  replicar 
lo\mflirono  condotti  tutti  gli  altri, le  quali  fei  leggi  ap- 
partenevano alla  dififa  delcaflello.che  douea  ejjerpre 
fa  da  color  Oj  che  e  (pugnati  i  moflri^per  non  hauerpo» 
luto  hauer  la  ghirlanda  yfijfero  rimafi  incantati  cfr 
ehligati  a  tal  dififa ,  ^cofii  trecauaUeri  aizzata  la 
mano  fi  difcojìorono.  c^  in  quella  ufcirono  i  tre  definfo 
ri,&  C abbattimento fit  a  pie  con  la  picca  et  con  loftoc 
co,(^poi  che  Ptm  dopo  V altro  hebbe  combattuto  et  fht 
to  totalmente  ilfuo  debito  con  intero  compimentojjeb 
bero  cortefe  ingrejfo  a  poter  gir  e  a  tentare  la  forte  lo^ 
ro»<^  effi parimente  incontrati  dalle  Maghe, come  se 
frefiirono  tutti  gli  altri ,  &  rima  fi  ine  amati  per  non 
hauer  ottenuta  la  ghirlanda  Mqu  ale  fiifolleuat  a  dal- 
la Vittoria  t^fice  tlfilito  cjf etto, re  fior  ono  la  dentro 
in  quelle  delitte  ^  tà' ài  mano  in  mano  tutti  gU  altri 

uentuneri 


DI  GORGOFERVSA.  27 
uenfurieri  corfero  la  medefimafirtunaié'  ui  rimafs^ 
romaiche  rende  a  una,  helltjfima  uifìa  lo  /penacelo  di 
tanti  caualteri  intramefftfia  quelle  belle giouani  tra 
fuom.canti,  dan^e  &fèH€:&  tra  mille  dolciumi  pia 
ceri.  In  tanto  per  lafolita  porta  del  teatro  eccoti  in  ha 
bit  odi  T{jgr  ornante  ilVerato  hiflrione  rartjfimo ,  ^ 
uer amente  ti  %j)fcio  de'  noftri  tempi .  ilquale  feden- 
do fopra  un  afinello  accomodato  inguifa  di  becco ,  te^ 
nendoficon  la  manofiniflra  alle  corna  donde  ufcitia 
continuo  fuoco  iUeniua  con  la  man  deflra  alta  ^  mo- 
ftraua  d'ejfere  in  unprofindijfimo  pen/ierOi&  fpintofi 
alianti  fece  per  il  campo  alcuni  jìr  ani  riuolgimenti  et 
poi  dtfcefè,  &  lafciò  andare  errando  il  becco .  ilqnak 
hauea  un  gran  cannone  di  fioco  in  cambio  di  coda, 
chefempre  lo  tenea  ifinto  inanzì,  per  modo  ch'era  co 
(ir  etto  a  gir  are  attorno  alNigromate,  che  già  hauea 
pop o\7 terra  alcuni fegni  magici  etfntto  un  cerchio,  in 
mez.0  del  quale  piantato  fi  &  posìoui  dentro  certi  ca- 
ratteri cominciò  aparlare  altamente  di  quefio  modo» 
O  ombrerò  Jpiriti,o  deitàyche potete  sfirz^are  i  cieli  & 
gli  elementi^  0  miei  intimi  famigliari  ^  congiunti  :  0 
pojfan"^  fuperiori  alle  humane  poffanT^^per  quella  uir 
tu  che  e  tn  uoi ,  per  li  fegni  che  fon  qm^c^  per  le  parole 
con  ch'io  utnuoco.ufate  incanti  contra  incanti;<^  co 
flringete  quejlo  casi  elio  eh' è  dtniéte  a  rifoluerfiin  nie 
te,  O  ombre,  ojpiriti,  0  deità,  che  tardate  uoiì  ma  poi 
ch'toueggo  che  il  chiamarui  in  generale  non  haftr^ 
za  di  conflrmgerui^uerrò  alle  uosire  parttcolartpote 
fià:  dico  le  uofìre  particolari  &  principali  fopra  tut» 

tele 


^8  IL       CASTELLO 

te  le  altre, Helles,Chele,Carcmos>iy^goceros  dtsfktCy 
dtfciogliete  ,  annichilate  cjuèslo  caflello  magicoiche  e 
la  prigione  del  fiore  de'  caualieri  del  mondo .  inuoco  i 
nomi  Hoftri  tremebodiii  nomiuojlri  ftipenori  a  ifegni: 
i  nomi  uoftri-j  chefi)no  i  nomi  de"  nomi .  ne  ueggoper 
quefta  uia  alcun  buonfiicceffo  contro,  ti  cafiello  • 
Poi  che  non  può  qnesì'opra 
Tiegar  le  deità  che  fon  dtfopra , 
AiouapFlegetonte', 

Et  Oocito,  &  l(i  Stigia ,  &  Acheronte . 
O  Aletto,  0  Tififine  ,  o  Megera , 
O  Elio,  0  Ocipete  ,  o  Celeno , 
Eurie  horrende^pejitfire  Harpie, rabbia  delle  rabbie^ 
ueneno  de  Ueneni,io  ni  [congiuro  ,  che  quando  farà  il 
tempo  debbiate  comparire  dinanz  tamc  in  quella  fir 
nta  che  più  uipiacerà  .  ^  dette  (jnefìe  parole  fonò  tre 
uolte  un  campane  Ilo, (:^  sfruzx,ò  l'acqua  che  tenea  tn 
unuafetto  di  forma  antica  fopra  certi  pentagoni,  ^ 
poi  andò  circondando  il  cerchio  con  un  lanternino  aa 
cefo.  &  mentre  che  fi  andana  aggirando ,  uenne  uno 
^  ir  ito  pieno  d.tfiioco  che  lofkcea  andar  fiirtofamente 
dietro  un  filo  difirro  congegnato  di  modo ,  che  quan- 
do fi  a  mezjo,  in  quel  punto  che  ti  1S[ igromante  jonò  ti 
campanello,ritornò  al  luogo  donde  era  partito,^  co- 
lui fonado  diffeyindietro,tnd.ietro:non  e  ancora  ti  tem 
pò .  Voco  dtpoifitrajfe  di  fino  uarie  co  fi  magiche,  ò* 
ejfendofigli  accollato  il  becco  gli  cauò  delle  corna  dite 
jhcellef^  le  pofe  in  terra,^  gittando  acqua  fopra  l'u 
na,^  cera  fopra  l'altra  :  &  preparando  altre  mate^ 

ne 


DÌ       G  O  R   G   O  F  E  R  V   S  À.  2^ 

rie  ferfimil  effato,  incominciò  coft . 
Come  que^' acqua  ammorzaci 
L'mfico  chefifpenge,  &  C altro  sfirz.il 
A  liqticfiirfi  quejìa  cera  uerde , 
Che  tuttajfidijperde  ; 
Cefi  uada  il  Caftel  Gorgofirufo . 
Che  perche  fia  confrfi , 
Jlfanc  ano  foli  uerfiad  aiutarmi , 
Hor  mutate  miei  carmi. 
Mutate  in  fimo  gli  in  cantati  marmi , 
Tojfono  quejii  accenti 
Sueller  alpi  :  firmar  rapidi  uenti; 
Voltar  dond*efcon  la  uerfo  i  cacumi 
Jpiu  ueloci fiumi: 

Qtiejli  accenti  del  del  tiran  la  luna . 
Et  già  la  Fata  bruna 
Mutò  ifodj  dYltJfe  con  queft*armi  • 
Hor  mutate  mìei  e  a  rmiy 
Mutate  in  fimo  gli  incantati  marmi  • 
Tre  uolte  quejìa  polue , 
Che  dijfipata  in  aria  fi  rifolue  ; 
Tre  uolte  quefii  neri  fiacchi  Jpargo 
Diprofindo  letargo . 
Qj4e(le  tre  effigie  di  color  diuerfi 
Giallty  uer  migli,  ^  per  fi 
Vongo  a  l'un  canto  :  e  a  l'altro  uo  uoltarmi  • 
Hor  mutate  miei  carmi , 
Mutate  infimo  gli  incantati  marmi. 
HorribiU  Ariete 

Balta 


50         IL       CASTELLO 

BalT^  coipiefopra  la  te/a  rete . 

EtcoltHoflebtlfHono&quafimHta 

Il  mio  tremendo  e  acuto  ; 

Et  co  i  tuoipajfi  languidi  ^  incerti 

J  miei  gagliardi  &  certi 

Seconda ,  per  poter  foccorfo  darmi* 

Hor  mutate  miei  carmi. 

Mutate  in  fumo  gli  incantati  marmi  • 

Quefta  e  una  lunga  chioma 

Di  quella  Maga  ria,che  iguerrier  doma* 

E  acctoche  del  fio  hoflelfìa  fiitto  un  fir  accio 

Con  gran  furor  la  flr  accio  • 

Fcco  ir  f  effìgie  fen^a  eh* io  le  tocche  • 

Seco  tremar  le  rocche . 

Certo  che  tutte  conquaffarft  par  mi  • 

jfdor  mutano  miei  carmi , 

Mutano  infimo  gli  incantati  marmi . 

Ma  uedendo  ti  T^igr ornante  che  il  cafiello  non/t 
rifilueua ,  anzi  che  quel  tremore  fa  fktto  per  rispetto 
dellifpirttiincantatiyche  s'erano  moffi  a  dtfèfa  delluo 
go  &  aperdptione  di  lui^ritornò  a  dire,  o  Chaos,o  Ere 
hoyO  Beate,  ^feguitò  intonando  certi  nomi  caldei  c^ 
non  firn  ben  di  dirli  che  dalla  banda  della  porta  del 
teatro  fi  mojfero  uarijfpiriti  alti  al  pari  del  tetto  del 
Cortile,^  erano  fpinit  dal  fioco  per  un  filo  di  fèrro  del 
modo  detto  difopra,  &fibttofifptccorono  altri fpiriti 
dalle  torrt  del  caslello  c^  portati  fimdmente  dalfio^ 
co  cor  fiero  ad  affrontarfitcontra  quegli  altri  per  modo 
che  nacque  una  horrenda  zjiffa  tra  loro  ;  che  nell'in^ 

contrarft, 


DI       GORGOFERVSA.       3! 

eotrarfii  altri  fi  urtavano  inguifa,  che  uolaHanof4  al 

to^  &  quafìpiu  non  erano  wftì ,  altri  trappajfauana 

uia  dopo  haaer  dato  l'incontro:(^  altri  par  euanojpe^ 

gnerfi  nel  primo  accozjzjtrfi.  Allhora  ti  Nigr  ornante 

cominciò  a  doler  fi  ^  a  batter  fi  con  le  palme  &  dijfe, 

poi  che  io  conofco  che  la  uirtu  magica  dt  quejio  catiel 

lo  e  più  pojfente  che  non  è  la  mia,mifero  me^  èpurfir^ 

z.a  eh* IO  al  mio  dtjpetto  le  ceda  .  Fnafola  jperanz.a  mi 

reHa  che  e  il  ricorrere  a  Marte  miojhutore^acciochc 

egli  mi  fàccia  uenirqua  i  più  brani  caualiert  dell* uni 

uerfo.i  eguali  combattendo  contra  i  definfori,  di  Gorgo 

firufa  riportino  uittoria  contra  di  lei,  c^fegltfcongtu 

ri  ò'  le  parole  non  mi  uarranno  in  tutto ,  l'armi  ^  i 

fxtti  al  difetto  di  é^uefl  a  federata  condurranno  al 

fuo  fine  il  mio  defiderio.^  detto  cjuejiofi  cauò  del  fieno 

due  tauole  Caldaiche  di  Marte ^  delle  tjualt  l*una  ern 

di  effio, l'altra  della  fina  intelligenza»  &  poHe  le  in  ter» 

r a  gridò  cinque  uolte  Ares  ,  dr  poi  di  parte  in  parte 

uoltandofi  alle  quattro  parti  del  mondo  cominciò  a  di 

re.Deltoté  regnator  Oriontù:  0  tu  Afis  regnator  Oc 

cidentis:o  tu  ArBtce  regnator  Septentrionisio  tu  Ari 

tarBice  regnator  Mertdtei  congiungete  infiememen^ 

tejpirito.anima^C^  corpo;congtungete  inpeme  fpirito^ 

carne,  humore  ^  ojfa: firmate  Caualieri poffènti.  tu 

Deltoton  da  impeto  alla  colera  ,  tu  Afis  dà  uiuacità 

alfiangue.tu  AntarEltce leua  la pigritia  dagli  huma 

ri  melancoltci ,  0  ArBice  tu  particolarmente  arma 

quefli  Caualieri  di  metalli  impenetrabili.poi  diffefeco 

certe  parole  in  baj[o  mormorio  ,&  ritorni  ad  aizzar 

la 


^Z  I    L       e    A     S    T    E    L    L    O 

la  uoce  7  tal  modo. Voi  Calafkharet,  MiXruach  el,  Az. , 
nfoparach,  Lamhragad  sfirzat  e  l'aere  &U  terra  fi 
che  li fcongiurimiethahbianol* effetto  lor [olito  .  Ne 
cofitoftohcbbe  detto  queflo,  ch'un  jpirito  accomodato 
in  un  yaT^  uennt  per  un  filo  che  ptegaua  uerfi  l'ango- 
lo  (imftro  della  porta  del  teatro  oue  era  appiattato  u  n 
mdnticello,&  calò  impetmfamentey  ò'firendolo  ta^^ 
perfe,e{  nell  aprir  fi  ufctrono  fluori  grandtjfimifitochii 
uÀrij&ingrandtfjima  copiaict  sudt  un  terribile ^re 
pito.^  in  quel  punto  ìfie\Jo  ti  Nigr  ornante  mormora 
dofice  alcuni figni  con  una  bachetta  uerfi)  quella  ban 
day  0"  aWora  balz^oronofitora  tre  Caualteri  a  canal 
lo [uperb amente  guermti  con  drappi  morelli  Jparfl 
d'oro  (^  penne  del  color  medefimo  tutte  cariche  di  tre 
mole  d'or  anch'erano  il  S.Donr^<iy4lfhn[o  da  E^e^il  Co 
te  Hercole  Eftenfe  Contrarij  ,  cr  il  Conte  Ferrante 
Ejìenfe  Tajfone:&  allor  apparire  ti  nigr  ornante  dif- 
fi.  Magnanimi  [ignori  non  uipaiaflrano  queflo  cafi, 
ne  quefio  fpettacolo. perche  Adarte  m  ha  eletti  per [uoi 
campioni  contra  quei  definfiri  che  flanno  la  a  quel 
Caftello-.acctoche  uoi  riportiate  contra  di  loro  quella  fi 
lice  uittorta ,  eh'*  egli  [uoi  dare  aifiioipiufituoritifi- 
guaci. Itene  adunque  animo[amente .itene  tnazjyCh^to 
preueggioil  certijfimo  honore ,  che  uoi  [et  e  per  confi- 
guire  in  queflo  punto. Hora  hauendo  que/ìi  tre  Caua- 
lteri combattuto  con  tanti  colpi  quanti  erano  intima 
ti:  Q^  colmoflrare  una  brauura  c^  una  leggiadria  de 
gna  di  loro ,  non  hauendo  potuto  hauer  la  ghirlanda , 
reflorono  la  dentro  tncantati.SHCcejfero  nellofiecca- 

io  il 


DI       GORGOFERVSA.  J^ 

to  il  Conte  Valla  Strozza ,  il  S,  Camillo  Turco»  07-  il 
Sig,  Fuluio  Qmfìelli  con  colori cremejìni tocchi d' ar~ 
gerito  cjr  à' oro  i  ciò  erano  ape  ,&  il  Nana  fice  tifi 
lito  fegno ,  ^  prefupporrò  da  cjui  innanT^  j  che  ciò 
femore  fi  debba  intendere ,  fidi  (juei  che  uennero  a 
pie  y  come  dtcjHeidacauallo .  cfr  neluemr  eh' ejfiju^ 
ceano  caminorono  inazj  alcuni  tieftut  alla  "Terfian^ 
inpompofhabiti  del  loro  colore ,  eh* erano  tn  loro  com 
pagnia .  tcjualis'affacciorono  a  i (ignori  del  campo, 
Cr  uno  di  ejfi  dijfe  alcune  parole  nella  ìingna  di  ^er- 
fa  :  ò'  un  altro  fruendo  per  interprete  fo^giunfi 
quefìo . 

Signori  i  tre  caualieri  della  Afefpotamia  che  ue^ 
dete  là  ,fono  ftatt  eletti  dal  So f  per  uenire  a  liberare 
^rchipolemofuo  creato  fiiuorittj fimo ,  che  h  prigione 
in  ^uefìo  Cafléllo  .  CT  perche  fono  uenutifin  qua  per  le 
poste ,  combatteranno  apie  tn  quel  termine  ìflejfo  in 
chef  trouano ,  Et  non  più  come  prima  a  uno  per  uno» 
ma  in  un  tempo  me  de  fimo  i  tre  definfon  combattette- 
ro contro  di  ejfi  ;  ò'tfpcditi  dal  combattere  conche 
ftperorono  di  gran  lunga  la  loro  molto  giouenile  età, 
&  dalla  prona  della  ghirlanda  rimafero  nel  commvt 
ne  incanto . 

Comparuepoiuna  fkta  portata  da  quattro  /piriti 
infernali  ^  che  gettauano  fioco  per  le  corna  &  per  la 
codafopra  un  richifflmo feggto  coperta  di4n*ombrel- 
la  .  la  quale  guardo  fifamente  ti  cajìcllo  ,  (^  poi  girò 
ilcapouedendo  f  uedea  alcuno^  crpoco  dipoi  enr- 
tYando  ti  Signor  ^IfinftnoT  rotti  armato  a  cauallo 

C         con 


^4  IL       CASTELLO 

ton  foprauefle  cfr  piume  uerde  &  bianche  &  dar^ 
gemo  ,la  fitta  [e  glt  uoltò  parlandogli  dt  quejìa  ma- 
niera .  ^^ 
Caualiere  io  fon  la  fata  Emaroficay  che  per  ejfer 
fiata  tradita  da  Gorgofèrtdfa ,  la  cjuale  conuerfando 
meco  rifacendomi  l*  amica  7f?i  ha  dtsfhtto  ti  miogtar 
dtno  j  tal  che  refta  urgro  0'  deferto  jenz.a  che  ptu  ut 
nengano  i  miei  amanti  j  defederò  ^  cerco  uend.etta 
Cóntro  di  lei ,  c^ prego  ttoiyChe  alfembiante  m  moftra 
te  cortefe  c^  arditola  uoler  combattere  centra  qidci  d.e 
jènfort  dell  afta  rocca  :  &  a  tentare  dt  leuar  la  coro- 
na ^  infiemel  incantagione  ,  per  che  oltre  alpiglia- 
reilcarico  dellarniagmsia querela i  accettate  unOi. 
imprefa  che  appartiene  alla  fallite  d'infinite  perfine 
di  ualore  &  di  finita  ritenute  la  dentro  da  quella  fce 
lerata  mia  nimica.chs  fottopreteUo  di  uoler  difinder 
il  Cartello  fi  trafilila  fico  tra  fuont  y  ^  canti  j  c^giuo 
chi ,  &  danze  ^  c^  conmti ,  ^  tra  mille  altri  filaz.-^ 
7^3&io  miferafin  qua  dtfiiori  beffata  ,  cacciata  dal 
mio  albergo,  ^pYiuad\gnificcorfo,(crquafifin- 
XAfperarila alcuna.  llCauaherefice mo^ra  col  ca- 
po di  uoler  pigliar  e  la  pugnaper  la .  ^  toccato  ti  cor 
fiero  con  lofprone  apprejenicjfi  al  luogo  ordinario,  ó^ 
glifi  mandato  m  contro  unodedefinforidel  cafìeilo 
a  cauallo   coi  quale  fi  ben  fi  portò  bsmffimo  non  per 
Ciò  potè  fcmjkre  che  non  reflaffe  incantato ,  tentato 
chehcbbe  la  uentura  della  corona  .  ^Dtpoi  uno  Mere 
ma  a  corMuffe  il  conte  Scipione  Sacrato,  &  d  S.  Aief . 
fitndro  ^yindnafi  uefiiti  dt  roffo  fiammeggiante  con. 

oro 


DI     GORGOFERVSA.  ^J 

oro  in  abbondato ,  ch'erano  Cavalieri  a  ^ie ,  ^  (rum 
to  a  melo  del  Teatrofiriuolfe  a  loro  con  cjuefte paro* 
leSigliuohquefiù  e  ti  luogo  fatale  che  mi  hauete  uolti 
to  chUo  m  moflri .  ^'  ancora  che  contra  core  iihab^ 
bla  condotti  ad  imprefa  cefi  pericolo  fa  (-r  terribile  y 
nondimeno  l'hauerui  uedutt  prontiffiint  a  ciò  ;  ^ 
moff,  da  defiderio  tanto  ardente ,  (^  tanto  nobile , 
7n''ha  dato  Jperanz.a  che  fiate  per  riportarne  uittoria 
certiffima  :  c^  cofìper  uofìro  honore  come  per  benefit 
ciò  del  mondo ,  mtfon  contentato  d''accompa(Tnarui, 
Hor gitene  che  Iddio  fia  con  uoi ,  Et  quefìipaìimen 
te  fecero  il  debito  loro  con  tanta  forila  (^  con  tal  di* 
fpofitione ,  che  ancora  chefèfferoben  giovanetti ,  per 
hauer  la  fhccia  coperta  non  f irono  conofcimi ,  ^  net 
tentarla  uenturafì  trouorono  ingannati .  US.  Gio^ 
uanìitStlua  con  colon  gialli  Cy-  d'oro  portato  da  fin 
mofiro  marino  diede  unafcrittura  a  Signori  del cam 
pò,  t  quali  la  fecero  leggere  ali  zyiraldo  loro  ^  (jrla 
foflanzji  di  effa  era  cjueSÌA  .  che  ejfendo  egli  caualtere 
Indiano,  C^  conofcendo  quante  di  jf  e  ulta  fé  gli  appo 
neano  nel  uia^io  er  defiderofo  di  uenir  tojh  per  por-- 
re  a  fine  quella  tanta  uentura ,  s*era  preualfo  delfit- 
uor  della  fua  Signora,  per  iiirtu  della  quale  era  arri^ 
uatoprefttfflmo  di  quella  maniera  .  Egli  fit  admejfo 
allaproua  duellarmi  cr  duella  (rhirlanda ,  ma  non  ef- 
fendo  riufcito  nella  feconda  come  nella  prima ,  nella 
quale  hauea  datofegno  di  molto  coraggio fo  ,  rejìò  la 
dentro  nella  compagnia  de  gli  altri  Caualien  .  Tra 
tantQun  hminofiUtaiicff fopra  un  Rinoceronti  por^ 

C    2         taua 


^6  IL       CASTELLO 

taua  perla  porta  del  Teatro  unagiouanetta  ,  la 
quale  fòrte  g;r  iddìi  a:  ^  a  quella  uoce  cor  fero  a  cauat 
lo  nello  fìeccato  il  Conte  Hippolito  EUenfe  Taffone 
confopraucfìe  CT*  con  cimieri  di  color  nero  c^  cCar^ 
gente  ,&  ti  Conte  Annibale  Beuil acqua  con  colori 
bianchi  &  a* argento ,  che  nel  ferrarjì  adofjo  a  quell* 
huomo  feluaggto  y  egli  fuggendo  uiafi  lafciò  cader 
dalle  braccia  lagioiunetta ,  la  quale  pregò  quei  Ca- 
viaherijche  dipoi  che  le  haueano  data  una  uita^fl 
content afferò  per  cortefìa  di  dargliene  un'altra  a  lei 
■più  cara  di  quella  prefeut e ,  che  era  il  tentar  lafòrtu 
ria  per  la  Itberatione  delfuo  amante  ^  che  Haua  rin~ 
chiufo  nellcfhrz.e  di  quelle  maghe.  Ambi  d'accordo  uè 
fiuti  al  conflitto  con  afjaltiho/ioratiffimi,  ostentata 
lafortefitrouorono  nel  termine  in  che  erano  gli  altri. 
Due  quadrupedi  infernali  gitt andò  dtuerfe  forti  di 
fìioco portarono  il  S.  lacomo  Badoaro  &  M.onfìgncr 
di  Cofciardo  genti  Ihuomo  Francefe  uefìiti  di  ber  etti 
no  molato  con  oro ,  con  Plutone  &  Vroferpma  ne  ci  - 
tnim ,  &  depoUi  che  gli  hebbero ,  fi  ddeguorono  uia 
con  cento  chioppi  di  calci .  ^  quefli  Caualieri  a  un 
tempo  medefimo  la  fecero  a  pie  con  non  minor  ua^ 
ghe'ìfy  che  animofità ,  &fiprouorono  alla  uentura, 
laquale  altraméte  nofuccejfe  loro,l^éne  dipoi  il  Cap, 
Becchino  mfìito  di  giallo  con  oro  dr  argento  fopr a  un 
e  amelo ,  alla  te  fi  a  del  quale  era  accomodato  un  lungo 
rofìro d'uccello ,  c^ hauea  didietro  una  lunga  coda 
di  penne  :  é^  a  fianchi  due  ale  grandifjìme.  co  fa  mot 
tQ  bizzarra  ^  marautgliofa  in  uiBa .  &  un  nano  che 

gli  erA 


DI     GORGOFERVSA  ^7 

gli  era  inanz^i preferito  ali* zyìr aldo  del  campo  una 
carta  fcritta  di  quella  maniera . 

Ejfcndo  comparfa  nelle  Mokcche ,  che  e  miopae 
fé ,  la  fuma  che  qna  dentro  fìtroua  prigione  un  mio 
fratello ,  ti  quale  dagiouanettofipartida  e  afa  &  art 
daua -fkcendo  per  il  mondo  proue  di  fé  per  acquifiar 
gloria  ;  ^  per  ejf:r  non  meno  robufìo  cfr  ualorofo  che 
gratiofo  &  gentile  y  qttefla  Fata  lo  tiene  in  dclitie .  h 
per  il  defldcrio  c*ho  della  ftia  liberai  ione  ^per  duh 
bio  d'ejferpreuentito  da  qualch'uno  de  ifkmofi  Caua 
lieriy  de*  quali  intendo  che  di  continuo  e  piena  que- 
fa  nobilijjlma  prouincia,fin  montato  Copra  quefto  uC 
celiacelo ,  che  mi  ha  portato  qua  in  meno  iungior" 
no .  ^  benché  fa  noi  altri  fi  cofumi  di  combattere 
foprafimili  animali ,  nondimeno  uedendo  il  notabile 
uant  aggio.,  ch'io  haureicombattendouifopra ,  mi  fon 
Ytfòluto  di  pirla  fecondo  l'ufo  do  e  qua  introdotto  :  cfr 
prouarfe  a  piede  potrò  trar  afinequefta  uentura,^ 
liberar  miofiatello  con  tanti  altri  caualieri  e* ho  poi 
intefo  ejfer  caduti  nella  mede/ima  miferia.  Et  lette  al 
t amente  quefte parole,  il  caualkrefcefe  da  quefto  ani 
male  che  manfuet amente  s* inginocchiò  et  andò  all'u 
no  et  all'altro  cimeto,ne  potè  ejfer  più  fortunato  degli 
altri  :  ancora  che  in  battaglia  fi  fife  moflrato  deftra, 
et  ualorofo  con  uniuerfalfatisfhttione  de'  riguardati. 
Entrò  poi  a  cauallo  ti  Conte  Onofito  Beuilacqua  con 
foprauefte,  &  penne  bianche^  et  turchine  con  oro,che 
condujfe  feco  un  moflro  di  uifta  horrenda  co  un  breue 
d  petto  che  moftraua  lui  effer  un  miniftro  di  ^orgo  - 

C     3         fèrufa, 

0 


^S  IL       CASTELLO 

prufa^  che  s  *oppcncJJè  perjirada  a  i  caualieri  che  uè 
niuano  a  cjutl  casi  elio .  ^  hauea  legate  le  braccia  di 
notando  d'cjfer  ^ato  uinto  da  cjuel  caualierey  //  qua- 
le  fé  ben  fipce  cono/cere  per  molto  brano  contra  uno 
de''definfori ,  non  però  ottenne  la  ghirlanda  .  Alcu- 
ni ucfìitt  da  Turco  con  fiperbi  habitt  di  broccato  ac 
compagnarono  il  fi  gnor  Federico  Afiroglio  uejlito  di 
giallo  è*  turchino  con  argento ,  &  arriuati  ali  apre" 
fenTa  de' Signori  del  campo  uno  d' e  fi  parlò  tn  tal 
maniera.  Q^efto  caualiere  tu  fu  intendere  che  e  del- 
i*  Arabia  felice ,  &  che  cercando  il  fignor  di  Safira 
fuo  [ignore ,  per  rtjpato  del  dominio  ch'era  injvflato 
da  cor  fari,  ^  hautndo  udito  eh'  egli  e  prigione  in  Ita 
Ha  nel  monte  di  FeroniaiUoltatofi  a  quejìe parti giun 
to  alle  foci  del  'jSQlo ,  tolfefiibito  una  fregata  :  c^  ue^ 
nendo  gin  per  l^  Arcipelago  0-  per  ti  Tirreno  e  fi- 
nalmente giunto  al  porto  che  e  qui  uicino  a  quefìo  ca 
fìello.  donde  fmontato  uiene  a  combattere  nel  termi" 
ne  in  chefitrouaperla  liberatione  delfuofignore.St 
dipoi  che  ejfo  caualiere  hebbe  la  licenzia  fi  prouò  con 
Farmi  &  con  C  andar  allaghirlada^et  la  prima  prò 
uà  fi  con  riufcita  neramente  ottima  3  mala  feconda, 
fi  nana .  Il  f gnor  e  Scipione  Silua  in  concerto  bian^ 
co  y  (^  rancio ,  con  argento  uennefopra  un  barbaro . 
dinanzi  a  cui  erano  quattro  Adori  a  cauallo ,  ^  due 
con  due  tampaniper  ctafcuno:  Qrfùcedire,chehauert 
do  tntefo ,  che  moltifuoifignori  erano  dtjienuti  nel  e  a 
fìello  delbcfco  di  Feronia  ^  fenl^  altro  indugio  fé  «  V- 
ra  uenuto  con  animo ^  o  di  liberarli,  o  dt  morire  ,odi 

refiare 


DIGORGOFERVSA.       39 

ttflare  incantato ,  uolendo  più  toflo ,  0  non  uiuere 
pw  3  0  rimaner  in  prigione  con  ejfi ,  che  uiuere  come 
fiicea .  Et  [montato  a  pie^  &  rtufcito  gloriofamen- 
te  nello  fteccato ,  non  riufct  dentro  dal  cajiello  .   Et 
in  quella  che  quejìo  caualiere  s*i?icantaua ,  una  ma^ 
ga  ufct  fiort  del  caftello ,  ^  andò  uerfo  la  porta  del 
Teatro: per  la  quale  entrauano  il  Conte  Fahio  Fon" 
tanella,^  ti  Conte  Coftanz^o  Adomecuccoltjcjfi^uer 
di,  <:^ gialli  con  argento,  che  ueniuario  a  pie ,  cr  dif- 
fe  loro .  *T)eh  foccorrciemi  [ignori  miei ,  che  certo  il 
ualore  che  moslrate  allaprefcntia,  ^  la  mi  feria  del 
mio  flato  meritano,  che  uoi  in  quefia  cccafione  mi[ìa 
te  cortefì.  Jofino  una  if^filice giouin&tta 3  che  condu- 
cendo meco  un  mio  cubino ,  perche  Itberajfe  dt  quefta 
prigione  A/eliglotto^cl/iO  amo  più  che  la  propria  ui'- 
ta,non  ho  rihauuto  C amante,  (^  ho  perduto  ti  cugi" 
no .  il  quale  neluenire  alla  prona  della  ghirlanda  e 
rima[o  incantato  la  dentro,  Dehpiacciam  dt  tentar 
la[òrtunapir  la  [alute  mia  ,  C^pcr  la  uoflra gloria* 
Jcaualieri  pronti  per [eruirla  uenneroa  corti  batter  e, 
(^  attaccata  la  pugna  la  maga  che  gli  hauea  ingan- 
nati dtlparueall'improtiifoinun  fubito,^  r antro 
nelcaflello .  Finito  il  conflitto,  nel  quale  non  manco" 
tono  punto  a  quanto  lorfi  conueniua^firono  cofldeln 
[dalla ghirlanda,  comperano  stati  da  quella  Fata]. 
Dipoi  nell' arrtuare che  fhceano  a  cattalloil  Conte 
Hip  polito  Turco  GT  ilcaualier  Trotti  con  [oprane^ 
fle,^  penne  bianche, nere,  &  mortile,  con  oro  a[òr- 
Xa-'^ana  belli[flmagioHane  ch'era  tutta  ingui[a  d'un 

C    4         vìQ^r^ 


4©         IL       CASTKLLO 

moftro  dalla  gola  in  giù ,  dolendofì  accerhamente 
fiipplicò  i  Caualieri  a  motierjiapi&tà  della  [uà  dij^ra 
tia,  dicendo  loro»  che  era  fiata  troó  format  a  tn  quella 
brutta  fìgur  a  fer  uno  [degno  di  Cforgofèrufa:^  che 
infin  che  i  [uoi  incanti  durarebbono  ^  ella  era  per  ri^ 
wanerfimpre  in  quel  wtfiro  fiato,  fi  che  uoleffero,& 
[e  non  per  rtifetto  di  lei^alrrìeno  per  debito  dt  canale- 
ria  por/ìa  rifthto  per  dìo  furi' arti  magiche  di  quel 
cafiello .  Effenda ambidue mofflperquejìe preghiere 
uennero  alhjfato  di  quel  certame ,  (ideila  uentu- 
rafhtale.et  hauendo  hauuta  honore  con  lorgrandt[-' 
[imo  pregio  in  quello,  hebbero  dtgratia  in  quefta.  Ap 
paruepofeia  una  nane  fornita  cCarbori4i  uek,  di  re 
wii  &  di  nocchieri  di  tutto  punto  :  chettraua  fuoco 
per  la  poppa ,  &  per  la  prora  :per  le  corna  dell'^an-- 
tenna ,  Q-r  per  la  gabbia*  [opra  la  qual  nane  erano  il 
ftgnor  Hercole  ^ra[auola ,  il  fignor  Camillo  Mon- 
tino ,  c^'  il  [gnor  Nicolò  Pigna  in  concert  Oy  bianco, 
C^  nero  con  oro  con  una  damigella ,  che  ufiita  fìtori 
jèce  un  tal  parlar  a  [gnor  i  del  ca7npo.  Queftifin  tre 
caualieri  che  uengono  dall'* Ifile  Fortunate »et  Maca 
rea  lor  [ignoragli  haposìi  in  quefìa  barca;et  pigli  art 
do  ildiritto  di  là  a  quejìo Monte  di  Feroniagli  hafkt 
to  uenireper  mari,  per  monti,<^  per  piani [enz.a  che 
mai  dt[montino  :  udendo  fi  in  ciò  d'un  arte  miraco^ 
lo  fa  y  aceto  che  arrtuaffero  più  toflo ,  ^  con  maggior 
ageuoltT^a  per  fhr  conofcere  a  ^orgofiru[a ,  che  fi 
trouano  anche  al  mondo  altri  incanti ,  ^  altri  caua 
Iteri  fuHoriti  di  Maghe [enT^  i  fuot ,  Efpedtto  queflo 

ragto* 


DI       GORGOFERVSA.         4T 

ragionamento  t  caualicri  dtfcefi  dalla  bar  e  a  mena- 
rono le  mani  a  un  tem^o  medefimo  cori  grandìjfimo 
jptrito ,  (^  con  modo  bclltjjlmo .  ct*  dipoifalirono  al- 
la siatuafhtale:  (^fcherntti  non  poterò  piti  ufcir  del 
caftello.  Étfitjfeijnentemente  il  Conte  Giofeppo  Stroz. 
^  concertato  di  morello  con  oro ,  ^  argento  guida- 
to da  una  Sirena ,  che  caualcaua  un  Delfinio ,  entrò 
a  cauallo  nello  Beccato,  &  tentò  la  forte  della  batta- 
glia,  cjr  della  ghirlanda,  c^  hatiuta,  che  hebht  hma 
projfera per  ifuot  degni  meriti,  hebb-;  C altra  atterfa, 
'Di  mano  in  mano  ilfig»  Annibale  'Bentiuoglw^CT  ti 
Conte  Guido  Calcagnino  in  habito  bianco,  CT  incar- 
nato ricamato  d^oro  fecero  mojlra  difc  uenedo  a  pie  ; 
Cy'  mandandofi  inanz.i  due  giganti  difr/ìfurata  fa 
tura ,  che  erano  legati  y  d^  per  un  paggio  loro  fi  e  ero 
dir  quefte parole»  Ancora  che  que'fifignori  in  ^ueffa 
lor  uerde  età  nonffijjcro  anche  mejji  a  rifchio  alcu- 
no,nondimeno  tratti  da  un  generofi  fvirtto  ufcirono 
di  e  afa  loro  per  capitare  a  cjueslo  A<fonte  fatale  ,  non 
riguardando ,  che  con  la  prima ,  dr  peri  co  lofi  loro 
fifcita  affronta/fero  la  prima,  &  laotudijfctleimpre 
fa ,  che  hoggidifia  al  mondo  .  Et  perche  nel  e  amino 
qui  apprejjò  giungendo  a  un  luogo  detto  ti  paffo  della 
morte y  ui  trouoronocjuefi  due  giganti ,  che  dguar- 
dauano  , hauendoh  uinti ,  <dr  pref  yinfieme  prefero 
animo  di  fuperare  quegli  altri  due,  e  he  jntcndeuano 
ejfere  alla  cusìodia  di  cjuefìo  caftello .  (^  hora  effen- 
doui  in  lor  luogo  quei  caualtcri  che  n  hanno  riporta- 
to mttoria,effi  dicono  a'ejfer  pronti  per frrc  altrettan 

t9 


4^  IL       CASTELLS 

to  cantra  cjuefli  de jìn fori y  (guanto  haurtbhorw  jhti9 
cantra o^uei mosiri .  Impetrata  ch^bbero  Itcenz^a  di 
combatter  e, non  e /fendo  flati  uinti  per  gtouam  che  fi 
fifjero,  ne  punto  ributtati  da  (juei  brani  dejènfori  nel 
la  terribil  z^ujfayfurono prefi dalle  Maghe fenl^  con 
trajlo .  La  Fata  ETnarofòca ,  che  già  hauea  uifìo  ti 
fuo  caualiere  reflar  prigione ,  andò  inuifbilmente  al 
laparte  didì&tro  del  e  afte  Ilo  :  c^  potè  tanto  co  fuoi 
fcongiun  5  che  lo  tiro  a  unafinesìrafopra  ad  un  rio. 
oue  Cjfendo  egli  tuttauia  me^o  incantato,^  non  ejjèn 
do  uifto  da  alcuno  Ja  futa  il  rapì, deportatolo  alla  fi- 
ce  del  mare  ilpofefopra  una  balena .  ne  Gorgofru^ 
fa  ne  fi  ce  altro  rumor  e, per  che  efendouigrandiffima 
copia  dt  caualteri  non  s'auide  ch'egli  ui  mancajfe , 
Emarofica  duncjue  faliiafopra  la  balena  medefìma 
la  condujfe  fiori  del  mare  per  arte  magica  fopr a  l'a" 
rena,attrauerfando  t  monti  infin  che  giunge  a  qutfto 
bofco  di  Veronia .  8ra  cinesi  a  balena  moftruofa ,  & 
JpruX^aua  in  alto,  ò'  da  lunge  ac^ua  la/ifaper  le  zja 
ne  y  (^  per  la  coda  :  &  in  tanta  copia ,  che  ne  parta 
tutta  piena.et  la  uifta  diquelcaualierc  accompagna 
to  da  quella gwuinett a  [opra  quella  fchtena  era  non 
meno  di  lafcmia  che  di  maraui^lta  .  Quefta  maga 
moftrando  d! hauer  posio  l'ultimo  rtfigioin  quel  fuo 
amante,  conuerfa  a  lui,  etpojìogli  un  braccio  al  collo 
gli  par  lo  in  tal  noce. Sig.mio  la  cor  te  fi  a  chem'ufafte 
quando  portata  qua  dalli  [giriti  m  trouai  a  cafojet  ut 
fupplicai  a  far  gt  ufi  a  uendetta  per  me  contro  quella 
jc curata  di  Gorgofirufaiet  la brauura,chemoftrafte 

contro 


DI  GORGOFERVSA.  4J 
contro i def?nfori  del cafìtllo mi  fpinf.ro n  tentar  tttt 
te  le  tiie  pojjihili  co  chiaro,  CT  quaft  certo  pencolo  del 
lauitamia  per  tr  arni  di  quel  luogo  incantato  ,  dal 
quale  n'o  tanto  per  uirtli  magica  quato  per  l'ardente 
affetto  con  che  to  ni  amo  ut  leuahfhcertdoui  calar  giù 
a  quel  rio  che  è  di  dietro  alla  rocca.hora  tti  ho  condot 
to  quafepra  quefo  mio pefce  fatale:  &  ut  afficuro  che 
come  non  ho  altra  fi  cura  habitattone,  che  qucfa,fo- 
pra  la  quale  io  fono,  co  fi  non  ho f data  (peranzA  infoc 
corfo  alcuno  fuori  che  in  uot.et  ancor  a.che  colpefare, 
che  mpotrei  perdere  un^ altra  uolta  m'affiiga  efìre^ 
mamèt  e  fìsche  mi  fent  a  fèndere  il  cor  e  y  nondimeno  ti 
dffderio  che  ho  di  uendicarmiy  c^'  la  fède^che  quan- 
ta mainepoffa  haucr\tutta  ho  cdlocata  nella  uojìra 
perfona,mi  inducono  à  pregami,  che  uogliate  di  nuo 
uo  materni  a  rtfchioper  ar/ior  mio.Cy'fe  i  cieli  ci  fa- 
ranno tanto  fhuoreuolij  che  quefia  mprcfa  ci  riefca , 
la  dolciffima  iuta, ,  che  meneremo  ìnfier/iefark  tale  , 
che  non  farà  piacere  al  mondo  ch'apparcggi  il  r:0- 
ftro.  7^e  hauetepunto  a  dubitar  e, e  he  fé  ben  utfucce 
da  l'tmprefa  dello  fieccato.ui  debba  fallir  quella  del  • 
la  ghirlanda, percioche  ho  fitte  certe  nuoue  malie  ; 
che  come  ilualor  uoslro  a  noi  giouerà  cantra  quel  de 
(T  li  altri  i  cofloue  non  potrete  uoi  ,ftspplirò  io  con  in- 
canti contra  incanti .  Il  Caurdicro  baciata  che 
fhcbbe ,  c^futto  cenno  di  andar  uokntieri  a  metter 
la  uitaper  fio  feruitioy  fnontò  le^iadrarrunte  dal- 
la balena ,  c^faltato  in  pie,  &  can  buona  gratia  d<* 
Signori  del  campo  affrontatof  generofamente  con 


44  IL       CASTELLO 

Pauerftrio,é'  i^^f  honorat amente  sbrigatofl ,  andò 
al  luogo  desinato  agli  altri  auenturiert,^^  un  altra 
uolta  ui  rima  fé.  Ne  minor  hellezz.a  fit  quella  ch'era 
nel  concerto  del  Caualiere  Gualègo,  ti  quale  campar 
uè  a  cauallo  confoprauefìe ,  &  penne  uerdi  piene  di 
ricami  d'oro  menando  prigioni  due  centauri  &  uria 
Sfinge i  ch*era  loro  nel  mezo.  le  code  della  quale  era- 
no  con  tefte  di  boz.z.e  piene  d'acque  di  colore  ferpenti 
no,  che  imitauano  lefquame.et  dentro  ui  erano  lucer 
ne  acce  fé, tal  che  il  r  inerberò  di  quel  lucido  colore  era 
uaghiffimoy  &  per  effe  code ,  c^  per  il  capo  gittaua 
fiioco. fimi l mente  i  centauri  erario  accommodati  in 
guifa,che  riufciuano  comodamente  col  moto  de'piedi 
didietro,  &  l'uno  hauea  una  maX^a,  che  tutta  ar- 
dea,(:^  l'altro  hauea  in  una  fiacca,  chegUpendeua  al 
collo,moltepalle,c^  andana gittandole  in  aria ,  oue 
s^apriuanoconficoppij,  ^fiiochidiuerfi.  Il p aggio (l 
fpinfie  inanzi,  ^  parlò  a  i  Signori  deputati  in  Ifpa^ 
gnuolo,^  la  int erpr a at ione  delle  parole  e  quefta.  Il 
Caualiere  della  Rocca  fidele  mio  Sìg.mi  ha  coman- 
dato ch'io  ui  fiiciafiapere,  ch*egli  dopo  l'ejfer  andato 
lungamente  attorno  per  defiiderio  di  ueder  del  m'odo , 
capitò  non  è  molto  tempo  alla  corte  di  Francia ,  douc 
perfida  mala  fior  te  s 'accefie  ardentififiim  amente  nel  ui 
fio  fioco  dell'amor  d'una  D  ama .  la  quale  al  giudi' 
ciofiuo  e  la  più  bella,&  Upiu  meriteuole  di  quclpae- 
fie.acon  tutto  eh' egli  allhora  cer caffè  in  modo  conue^ 
neuole  ali  a  grandeT^a  di  lei ,  di  dar  fiele  a  conoficere 
ferfideltjfiimo  fieruitore  come  le  travet  e  neramente , 

mn 


DI      GORGOFERVSA.  45 

non  potè  però  mai  ejfere  da  lei  sitmatOy  tal  che  meri- 
t^jfe  d'hauer  parte  della  fua gratta,? er  la  qualcofa 
efjendofi  in  quei  giorni  fparfa  la  fhma  della  flrana 
uentura  che  è  qui  al  monte  dt  Feronia.confiderata  la 
poca  ftimajche  uedeuajkre  dtfefiejfo./l  rifolue  di  uè- 
nir  in  quefto  luogo  ajhr  tal  proua  di  [e ,  che  chi  lo  uè- 
dejjè  non  lo  riputale  indegno  diferuir  tal  {ignora,  & 
ejfendofimejfo  in  camino  fi  trouò  ajfalito  parte  per 
mare,  &  parte  per  terra  da  queflt  mojìri.i  quali  con 
riuouijC^  diuerfi  inganni  il  uoleano  uccidere  :  ma  fi' 
nalmente  hauendoli  jktti  prigioni  e  arrtuato  qunoue 
egli  fi  reputa  per  gratia  frugolare  da  Dioiche  a  quan 
to  egli  èperfhr  ualorofamente  fi  trouino  prefenti  gin 
dici  tali,  &  fi  confida  ch'ejjì  per  loro  cortefia  gli  Jh- 
ranno  gratta  (quando  egli  ancora  in  ciò  proui  lafir 
tuna  co  fi  poco  fkuoreuole ,  come  tr.fino  ad  hora  gli  e 
fiata)  di  mandar  queHi  moHri  in  Francia  alla  fua 
fi  gnor  a  confhrlefaperea  che  fine  ilfuo  infilice  amO" 
re  l'ha  condotto, Il Caualiere  fimtlmentehebbe  adito 
al  combattere ,  et  all'entrar  nelCaftello.  &  in  quei 
la  inoprefa  rimanendo  con  infinita  gloria ,  refiò  pri- 
gione in  quefl' altra  Jl  Cote  Federico  Monteuecchio, 
il  Conte  Tomafo  SacratOjCt  ilfig.Leonello  LauezMO 
lo  uè  fitti  ditanh,  et  di  bianco  con  argento  uennero  a 
pie  feguendo  tre  donzelle  bentffimo  ornate  fecondo  i 
mede  fimi  color  i^ch'  erano  fopr  a  tre  achinee  riccamé 
te  guarnite,  la  prima  delle  quali  dtffe  uerfo  i  Signori 
del  campo ,  che  effe  erano  mandate  attorno  dalla 
hr  fignora  con  quei  tre  Caualiert  eh' elle  haueuano 

in 


4^  1    L       e    A    S    T    £    L    L    O 

inconfegnoyper  trouar/ìprefefiti  alle  iwprefe  fktfe 
da  ejfi .  percioche  la  lor  Signora  gli  hauea  obliga^ 
ti  agire  a  pie  fin  tanto  che  nonfijjer  degni  della  faa 
gratta  ;  hauendo  promejfo  dt  fhrjho principale  amari 
te  colui  che  rìafiijfe  con  maggior  gloria  :  &  che  ueden 
do  ciafcun  d.i  loro  che  hoigi  non  era  al  mondo  occafìo- 
nepiH  bella  di  c[t4efla,uentuano  per  porre  a  fine  la  uen 
tura  diqiiclCajlello .  Tutti  tre  a  un  tempo  medefimo 
f  or t atifi  da  u aloro  fi  cau alteri  andorono  da  queftopa 
r agone  a  quello  che  era  più  pericolofo ,  nelqualeheb' 
èero  lafirtuna  contraria .  XJidefi  in  queHafpuntar 
un  bcllijfimo  carro  all'antica  tirato  da  due  corfieri 
tutto fir aito  di  Trofèi  ò"  d'arme  da  combattere  yfo- 
fra  il  quale  era  il  Stg,  Antonio  Galeazzo  "Bentiuo  - 
glio  j  (^  ilguidaua  uno  auriga  all'' antica  chefonaua 
un  corno  lungo  quafi  come  quello  eh* uf ano  gli  Suìtl^ 
Xeri  quando  fono  per  dar  la  battaglia ,  ;/  quale  dopo 
hauer  fonato  parlò  in  tal  modo  nel  luogo  confueto» 
Qji^efio  caualiere  uifkfapere  che  eglie  uenuto  di  Tar 
tana  per  con^batter  del  modo  che  fi  cofluma  nel  (uo 
paefi  ,  ma  hauendo  udito  qui  apprejfo  che  le  leggi 
delCaJìelló  uogltono  che  fi  uenga  al  cimento  dxWar^ 
me  oapie  oacauallo ,  cfr  non  altrimente  ifie  ri» 
fhluto  di  balzar  di  que fio  carro  y  Cy'feruare  meffet^ 
to  l'uflinza  d^l luogo,  egli  dtfcefo  dal  carro  ?  (^  hauH 
to  nel  campo  tlbuonfuccejfo  che  de(id.erauainelU  roc 
ea  non  potè  altrimente  ottenere  l'intento  fuo .  f^lttma 
niente  fluide  un  fumo  con  alcuni  lampi  difitoco  dalla 
i?  ari  da  de  fi  r  a  del  Teatro  m  fiorite  alCaÙello  j  &  a 

un 


DI       GORGOFERVSA,         47 
un  tempo  wedeJJmo  fi  finti  un  gran  tuono .  donde  fi 
fra  i  gradi  otte  erano  leperfone  cominciorono  ad  4/7- 
partrs  con  Hupore  umuerpil  d^ogriuno  quattro  fir^ 
penti  alati grandt(fi?ni  y  che  mofcrando  diuclarepa 
reua  che  tir  afferò  per  aria  un  foperbo  carro  guidato 
da  una  maga  bellfflma  &  riccamente  ornata  :  che 
ui  conducea  dentro  ti  Conte  Aìfònfi)  Eftcnfi  Contra-* 
rijy  ti  Conte  Ottauioda  Tiene,  ò'  il  Conte  Aluarot- 
to  Chaueanofiudi  in  braccio  di  u:Jìa  mirabile  in  con 
certi  roffi  &  gialli  carichi  d'oro .  &  giunta  allapre 
fen"^  de'  /ignori  deputati  dirtl^ò  la  uoce  a  loro  in 
tal  modo .  Sapendo  io  che  chi  uolea  confeguire  la  coro 
na  fatale  di  Gorgofkrufa,?j*  mettere  a  fine  una  tanta 
uenturajbtfognaua  chefòffe  non  folo  ualorofiffimo  nel 
l'armi^  ma  liptu  leale  or  ilpiu  firmo  di  ciafcun  altra 
neW  amar  la  fu  a  donna;  CT  defiderandofopra  ogn'al 
tra  cofa  di  ueder  difcioito  ti  Cafìclio  di  qaefìa  maga 
mia  nimica  y  ho  condotto  fpr  a  ti  mio  carro  per  aria 
dall' efrreme parti  dell' Ethtopia  tre  Canalieri  noma-» 
il  Contrafiulo ,  Gtgliandro ,  Aluornico ,  i  quali  fono 
aiti  indifferentemente  a  tal  imprefa  per  ejjer  ugual 
mente  nella  ecccllenz^a  del  ualore  CT*  della  lealtà,  tal 
che  chi  primo  d'effi  andera  alla  corona  t  la  otterrà 
fenz^a  che  la  utttoriajlenda  Is  braccia  in  alto .  &  an 
Cora  che  un  folo  di  loro  fiffe  fiato  a  bafìanz  ayè  tanta 
l'odio  ch'io  porto  a  cosici ,  che  per  maggior  miaficu- 
rez^T^gli  ho  uoluti  tutti  tre.  Et  acciochc  combattano 
da  pan  loro ,  ecco  là  tre  cor  fieri  che  ho  fitto  effer  qua 
t  n  un  tnftantep€r  tale  effetto,  Fmendofi  queste  paro  - 

le,per 


48  IL       CASTELLO 

le,  per  la  porta  maeslra  faltorono  nel  Teatro  tre  cor 
fieri , [opra  quali  erano  donz^elle  ornate  molto  lafci^ 
uamente ,  Icquali  difcefe  da  ejfiy  cfr  condottogli  al  car 
ro ,  /'  Caualieri  difinontati  ut  afcefircfopra  ,  <^-  in  un 
punto  mede  fimo  tutti  trefimojjero  contra  i  definfori, 
^■(zittii  colpi  filiti  con  uiuacità  ,  Cy"  con  impeto  t  a 
kyche  attr afferò  ogni  utHa,  ejfendo  accompagnati  al 
la  porta  dclcaflcllo ,  il  Conte  Aluarotto  feguitato  da 
gli  altri  due  Caualicri  fuot  compagni  andò  a  prefiin- 
tar fi  dinanzi  alla  Vittoria ,  &  porgendo  la  tefla  ma 
zi yla ghirlanda  non  ft  allò ,  come  hauea  fatto  fimpre 
per  l"tnanz.i  ypercioch' egli  non  tocco  la  lamina  che 
ficea  [olleuar  le  braccia  y  ma  un^  altra  chele  ficea 
aprire,  la  onde  ejfa  ufi  dalle  mani  che  la  teneano  & 
uenne  a  refi  are  in  fu  le  tempie  dt  effò  Come ,  il  quale 
parue  propriamente  incoronato  dalla  Vittoria .  Al" 
Ihora  in  unfuhito  la  Girandola  della g^ran  torre get- 
tò  infiniti  fiochi  con  uno  [irepttofirwidabtle  :  ^  due 
altre  fubmtrorono  con  tanti  raz,t  ;  che  parca  che  tut^ 
to  il  cielo  ardejfe .  ó"  in  quello  infante  mede  fimo  ^per 
e  far  acconTj  a  queflo  cifato  cento  mortali  ,fifent) 
co  fi  gran  terremoto  y  che  moflrò  che  tutta  la  città  rui 
naj]e.  necofitoflo  s'udì  queflo  rumore  tanto  terribi 
hyche fluide  in  un  momento  dijparire  tutto  il  Cafìello 
con  tutti  gli  edificij ,  con  tutti  gli  ornamenti ,  '^  con. 
tutti  i  lumi  non  meno  di  quefto  luogo,  che  del  Teatro, 
per  Cloche  ti  tutto  era  congegnato  di  modo,  che  taglia 
do  fi  cinque  cor  de  principali ,  che  furono  tagliate  [ubi 
to  a  un  momento  prefiffo ,  in  un  punto  ftejfo  ruinaua . 

Et 


DI     G  O  R   G   Ó  f   E   R   V  S    A.  4p 

Et  fhtta  quefta  ruìna  cor/jparncro  cento  torchi ,  c^fi 
uidtro  t  CaualUrifior  dell' inca'fito  >  i  quali  effendofi 
-per  disfhrc  ti  Cajlcllo,  prcjìamcntcCy'  con  tal  gratta, 
che  la  cofanon  par  uè  mente  t  limultHaria,  fi  rtduffe- 
rofopra  un  piccioljaffo  elcuato,  che  a  pena  licapiua. 
Et  come  la  cofa  in  [e  hebbe  dell' in  ufitato.c^  delnuo- 
uo,  &  fi  in  effetto  fìapenda.cofila  uanctà  de  i  colori, 
cr  /<?  ricchez,z,a  dc'drappt  ch'erano  dirafo,  di  ucllu- 
roridi  tele  d'oro ,  &  d'argento ,  cr  di  broccato  confi^ 
gli  ami  :(:^  fiori,  q^  intagli  in  uariegutfe,^  con  [òtto- 
coperte  ben  corriJpondenthQr  la  uarterà  delle  r/rjprc' 
fé  d'amore^et  d  honore,  ^  delle  penne  altiffime  pofle 
per  cimieri.con  che  i  CaudUeri  erano  adornali  fi  uà 
ga,^'  bella  oltra  mi  fura  .  pcraoche  erano  quiui  tutti 
raccolti  in  un  drapelloic^  ciafcuno  mofiraua  la  pom- 
pa dellafuaperfina.'S'psrche  tutti  d'accordo  hauea 
no  mtti  concerti  mollo  diuerfì/rinfcirono  cofibene.che 
nons'haurebbe  potuto  tmagtnarc  punto  di  uant ag- 
gio. Hora  sìandoi  Caualieri  di  ifucfto  m'odo  dtfincan 
tati,  quello  che  era  incoronato  ddla  ghirlanda  andò 
inanT^  con  la  comitìua  di  tutti  gli  altri:  ò"  fi^  accom- 
pagnato da  trombe,  CT  da  tamburi  con  un  rimbom^ 
bograndijftmo,  cfr [alito  che  hebbero  i  gradi  coperti 
del  fa  co  dcfiro,fii  data  la  ghirlanda  alla  Sig.Lucre 
tia  Gonzaga ,  fiata  e' hebbero  riucrenz.a  al  Duca  di 
Aiantoa,a  A4  adama  Lucretia,  al  Cardinale  j  ^  ai 
S.Do  Fracefco  da  £fie:percioche  la  Duche(fa,et  AAa 
dama  Leonora  per  ejfcr  rndijpofte  no  poterò  ircuarui 
fi,  ICaualteri  fatto  quefìo ,  accompagnarono  le  dame 

D         in 


50  IL       CASTELLO 

infulafijla^  oue  fonando  iptjfari  comincìorono  apàf 
feggiare  :  dipoi  feguirono  altre  danz,e  infino  all'hora 
della  cena,  la  qualfii ,  &  dt graffo ,  &  di  magro  fon^ 
tuofilfima.  Ma  perche  il  Principe  di  Fiorenz.a  douea 
ijfer  la  Domemcafeguente  tn  Ferrara  ,  i  Caualieri 
di  quella  città  fi  riflr  in  fero  infteme  :  c^  conclufero , 
che  fé  ben  egli  non  era  giunto  a  t  empo ,  c^  che  già  fi 
fife  fatto  qvtefta  fifla,la  quale  haueano  apparecchia 
ta  con  ior  commodo ,  che  rio  dimeno  fi  doueffc  honorar 
lo  con  una  nuoua  fòggia  di  torneo ,  che  fé  fijfe  pcfiihi- 
iefife  dtuerfada  cjue fi' altra  ^ma  però  dipendente 
daeffa  .  Et  neramente ^che mirabile fii la preftc'^z.a 
con  che  concertarono  quanto  fi  uedrà  per  le  cofe  in  fi  a 
fcrttte  :  per  Cloche  quantunque  Nnuentione  da  je  fijfe 
uagajC^graue,c^  degna  dt  tanto  Principe, tn  gratta 
del  quale  s'era  trouata,  con  tutto  ciò  il  nfoiuerfi  cofì 
toflo  y  &  ti  uenire  cofi  con  ordine ,  ^  cofifubit amen- 
te ali* cffccutione  y  accrebbe  marauiglta  a  maraui- 
glia ,  et  nefice  riufcire  mofpettacolo ,  che  pochi  al- 
tri  fecondo  ti  mio  giudi  ciò  far  anno  per  appareggiar- 
lo .  Dunque  effendo  i  due  Duchi  tra  dame,^  Signo- 
ri in  un  palco  eminente  tn  capo  della  fiala  tn  cui  dopo 
cenaficomtnciaua  a  danz^are,  comparue  uri  Arai' 
dolche  chiesi  a  l'udient.aper  ti  Conte  Nicolo  E  fi  enfi 
T  afone  Maggior  domo  fi  appreffentò  al  Duca  di  Fer 
rara  con  dirli  che  alcuni  Caualieri  ilfupplicauano  a 
uoler  lafciare^che  fipublicaffe  un  cartello:  et  hauuta 
ch'egli  nhebbe  la  Itcentia,  ejfo  cartello jii  letto . 
£t  è  qutfio  » 

EJfen- 


DI       CORGOFERVSA.  JI 

Effendofìnoi  mojfi  con  firma  intentiene  di  com^ 
battere  cantra  t  definfirt  delCajlello  dt  Gorgofirufa, 
^  porre  a  fine  tanta  ucntur  a, hauemo  intero  per  ca^ 
mtnOy  che  tre  cavalieri  accelerati  da  trna  maga  fon 
giunti  poco fu.Cj' ti' hanno haptuto  r/2onore,(jr  perche 
infieme  eie  fiato  rcfirtOyChe  dtjferojcheciò  loro  fucce^ 
derebbe,  perche  hifcgnaua  in  tate  tmprefa  effcr  non 
fola  ualorofo^ma  itpiii  leale  ctogn^uno  aliafua  dama: 
fiamo  qua  per  proiiar^  o  a  pie  o  a  cauaìlo ,  con  ogni 
forte  darme  a  loro^^  a  chiunque  uorrà  dire  in  con- 
trario ^  chèfc  noi  giungeuamo  prima  dt  effi  haurejfi^ 
mo  riportata  lapalma,per  ejfer  noi  in  amar  le  dame 
noHrepitifideit ,  &  piucoUanti  di  toro  ^  &  dt  tutti 
gli  altri  Caualieri  àA  mondo .  tenendo  noi  per  firmo 
che  quei  trefiano  riluciti  non  per  ualore,  ne  per  leal- 
tà ^  ma  per  qualche  affutia  magica*  fi  come  crede- 
mo  ancora  ,  che  quei,  che  Hauanc  la  dentro  incan- 
tati non  habhtano  fhtto  il  debito  loro, e  per  propria 
colpa ,  0  per  fialide  della  Fata .  Et  perche  ìtoifiamo 
giunti  al  monte  dt  Feroniaj  otte  era  ti  Camello ,  cifìa 
mo  firmati  in  tal  luogo ,  oue  fi  aremo  per  tanto  tempo 
quanto  bafteràai  Caualieri  che  fino  ufciti  dell'in- 
canto per  poter  uentre  a  ritrouarci .  l^ Araldo,  lato 
chefitilcartelloydiènellatroml^a^C'fipartt,  dr  ti 
JfaHofeguàtò  in  fino  a  dt  chiaro , 


Da         LI 


IL    MONTE 

DI     F  E  R  O  N  I  A. 


R  R  I  V  A  T  o  il  Trincipe  dì  Fiorenz.4  > 
or  fopragmnta  la  domenica  intima- 
ta ,  i  catidlieri  f irono  all' ordine  dt  tut- 
'tl^S^iSi    f^p^^^o  peruenirea  gli  abbatt:msmi 
^'        "'^  ^rome[fi  peni  cartello  publicato  la  fera 


della  jvHapajfata,  &  cjfendo  ejfiin  procinto  per  mo- 
do ,  che  già  fi  commciaua  a  empire  ti  teatro  di 
perfine  ,  con  un  concorfi  di  tanti  firejlieri  nobili 
do  era  una  maramglta  y  ti  tempo  fi  conturbò  non 
fenT^a  cjualche  poco  dt  pioggia  .  la  eguale  crebbe  la 
fera,  c^uietò  che  non  fi  potejje  far  altro .  (^  fcgmto 
di  male  tn  peggio  per  quattro  giorni  continui ,  ^ 
perche  poi  d  Principe  andò  a  ZJenetia ,  fi  tardò  in 
fino  alfiio  ritorno ,  fi  che  non  fi  potè  e^atuareqnan 
to  s'era  prepara  o  fé  non  nella  gtobbia  della  dome- 
nica fegnente  :  che  fit  fegnalata  della  bellijjlmafi' 
Uà  i  che  fiuedrà  .  //  luogo  jìaua  di  quejìa  maniera. 
In  capo  del  Teatro,  ti  quale  s'è  defcrtttodifipra» 
era  quel  Adonte  di  Feronia ,  fepra  che  il  Cafiello  fu 
fiondato .  r^:a perche  a!l*hora  fcnmta  fola-ncnte  per 

frr 


DI      F    E    R    O    N    I , A.  $^ 

jhrprosfcttnut  :  accioche  le  torri  d'^  inz.i  fijfero  in 
fil  piano  y  et  quelle  di  dietro  più  ali  erta  non  appa- 
riua^che  la  cojìa  d'nnfafo.ei  il  re  fio  di  dietro  rileu^ 
uà  pochìjjlr/io.hora  che  lo  Jj^ett  acolo  dotte  a  ejpreprin 
Cipalmente  duella  montagna ,  c^  non  d^ altro ,  e^a  fi 
rìdutta  in  modo ,  che  dinanz,i  erano  tre  Collins  fian^ 
cheggiate  da  due  bofcht  d'alberi  alttjjimi^che  decli- 
na nana  in  due  mt^i  angoli ,  r^  nella  facciata  dinari 
7^  ueniuano  a  fòrmarfi  quattro  grotte  e  barano  al 
piano .  dietro  le  colme  forj^eua  un  monte  y  che  cre^ 
fcendo  più  alto  fi  fkceua  alpeftre .  dalla  banda  de- 
lira pendea  un  dirupo  [otto  cui  era  una  ma ,  che  pa  - 
rea  cauata  con  lo  [carpello  giù  a  terra  per.  ung  irò 
che  haiica  tre  riuolgimenti ,  che  finiuano  nel  bofco  . 
fopra  ti  dirupo  era  finta  una  coglierà  parte  nuda  con 
jajji  acuti,  parte  usfiita  d'alberi  [e luatici,&  tanto 
montaua  che  ueniua,  a  fioper chiare  la  più  alta  merla, 
tura  del  palaz.z.o.et  dallafommitàfi uedeano  trema* 
lare  diuerfi  uir^ulti  che  mofiirauano  dejfer  fipra 
un  a  pianura .  dallato  ftnillro  il  monte  fòrmaua  una, 
picciola  ualle  ,percioche  dalme^  alNfremità  cala 
uà  afaibene ,  q- quella  fammità  era  tant'alta  & 
cofi  piena  di  grandi  ò"  diritti  alberi  chenon/ipoteà 
fcorgerei  tetti  uicini  .  T^ello  fghcmbo  della  ualle 
era  un  prato  che  dal  mcz.o  indietro  era  circonda* 
to  da  mirtclle  ,  melar anzj  ,  &  cedri .  &  firmaua- 
no  qua  fi  una  luna  mofìrando  ti  con  e  ano  uerfo  il  ti  a, 
tro^c-rdaduefajfipollialL  corna  loro  ufcitmno  due 
fonti,  che  mano  con  tacito  mormorio  irrigando  per 

D     3         o'c'lifi 


54  I     L       M    O    N    T    E 

cblt(^m  riui  queltapiariHrafktta  uerde  da  tutte  quel- 
f  herbe y  che (ì poterò  hauere ,  non  orarne  la  flagionc 
affai  più  fredda  del  confiteto.  diedro  a  queHo  hofchet 
t9  forgeua  ti  monte  tanto  alto  »  che  togUeua  la  ut  si  a 
della  fommtà  della  chiefa  maggiore  che  è  in  pia"^ 
za,&in Cima hauea una  rocca ,  che  mofrraua  tre 
torricelk  imitaììdo  co  fi  bene  quelle  y  che  fi  ueggono 
ne  i  luoghi  ueri  firmili  a  ejMcflo  fimo ,  che  fkceua  una 
mofira  hetliljìma  .percìoche  le  merlature  erano  in  al 
cune  parti  nocz^oguafte ,  (y  tederà giuafèrpendo  hm 
go  la  [carpa  delle  mura .  &  la  torrtcella  di  mel^  era 
con  uguale  tntcruallo  tra  le  due  più  bajfe ,  ^  dalcan 
todefirontt?dea  un  ponticello  quali  fono  quei  che  s'ai 
ZAno  y  &  ahhajjano .  ^  perquesfo  fi  paffaua  dalla 
rocca  a  un  precipitio  >  che  montaua  altijfimo ,  ^  fo- 
fientaua  una  torre  mcTjQ  ruinata .  tra  quefloprecipi 
tio  y  Qj'  la  cofìitra  ad  latofiniHro  era  finto  un  torren 
tefeccùconfajfind  IcttOyC^  dalle  bande  y  ^  un  gran 
•pontefiataridditre  archi  Cattrauerjaua.daWun  ca 
fOy&  dall* altro pauano  dite  maffe  ingegnate  con  uè- 
tri  diuer fremente  ccioriti ,  che  rapprejentauand  due 
[cogli  acuti  di  pietre  mefchie  lucideju  la  riuafìntflra 
del  torrente  era  alquato  di  piano  donde  fi  f alma  per 
un  angufto  calle  ucrfo  la  torre  rumata*,  or  dalmtdefi 
tnopianofiucniua  difce?fdendoperuna  lunga,  et  lar 
ga,  c^piaceuolepraday  chefilafciaua  la  ualky  ^  il 
prato  dì  dietro,  c^fitorceua  uerfo  il  fìniflro  fianco,et 
[oauemente [i  piegaua  a  terra .  ^lla  bocca  di  quejìa 
ftrada  matfira  uedeajt  un  portone  di  marmi  roT^i , 

& 


DI       FERONIA.  5^ 

C^  dall' un  Uto,(y'  l'altro  dt  ejfo  compartuano  due  Ida 
h  rapprcftntanti  due  *  Diane  cacciatna  indorate. (^ 
incontra  la  porta  indentro  Haua  alquanto  eleuatofo 
fra  una  hafe  un  Tjìo  Fan  pur  indorato,  fu  lafomn^i- 
tà  delle  tre  colline  forgeuano  ire  lunghe  ^g^glie  con 
tesledtbo'^e  di  uetro  piene  d'acque  dei  colori  del 
Duca,  et  due  tutte  piene  di  bucchi  erano  di  dietro  al' 
la  rocca  L  ugo  la  fìrada  maejìra  dall'una  banda,  et 
da!l*altra,tra  humilt  uerdure  erano  alternatamente 
ninfe ,  (^'  fatiri  con  gli  h abiti ,  r^  i  colori  che'imtta- 
uano  iluiuo  ,  (^y"  fi  mi  Ime  nt  e  fé  ne  tudeano  qua,  ^  la 
per  l'altiffima  cofttera  che  fncea  jponda  al  torrente  - , 
^  in  capo  della  flrada  oue  era  ti  piano  flaua  un  tem 
pio  foHentato  da  otto  colonne,  con  una  cuppola  tutta 
piena  dt  bucchi ,  ^  di  boT^e .  nel  centro  ìlauafopra 
un  quadro  unajìatua  fèmintle  indorata ,  &  lifctata 
per  modo  y  che  il  riuerbero  d'oro  nf.ettea  molto  da 
lunge,  or  tra  la  flrada,  &  le  tre  agugUe  uedeanfipa 
fiondi  rtlteuo  chefonauano  la  Zampogna  mentre  le 
pecorelle giuano  pafcolando  uerfo  i  due  ritti  del  pra^ 
to ,  (jr  alcune  di  effe  per  fòrz^a  di  certi  ordegni  erano 
mojfe ,  sfatte  b  aizzare .  (imilmente  fagli  alberi  ap 
partuano  in  uarij  luoghi  capriuolt,Qr  cerui ,  ^  aU 
Cime  perfone  appiatate  in  diuerfè  parti  fi  to  ti  monte 
alleiiolte  urlauano,m'.tiiuano ,:^  annitrvAano:zt  imi 
tauanoil  canto  del  rofignuob,  dclcaponefo,  et  d\iL 
tri  fimth  uccelli .  T>inanz.i  allz  tre  colline  erano  t-''fi 
tre  padiglioni  a  lifìe  uerdiyCt  bianchi  t  Htti  tempeffati 
à*oro ,  in  cima  a  i  quali  erano  tre  palle  d'oro  brunito 
.  D     ^         che 


5d>  IL        MONTE 

■  chereggeanotre  pÀcciolc  bandiere .  Dmant.t  apadi 
gliom  conginflo  compartimento  slauano  otto  baficloe 
ueninano  a  ìafciar  C  adno  Ubero  aW  entrar  nelle  por- 
te  de  i  padiglioni  CT  ì^^Hs  quattro  bocche  delle  grot^ 
'te.& ctafcunahaueadinanzj.  un  uolto  di  Medufa. 
quafi  firmato  con  tutta  la  tefia  .  &  era  ornata  di  bel 
liffime  cornici  tutta  inargentata  d argento  che  parca 
di  majfa.fopra  a  queHe  b  a  fi  erano  otto  Palladi  gran 
Ai  come  gigant  effe  ,  inargentate ,  (^r  hfctate  dimo- 
io che'ne  rifultana  ungrandijfimo  r^fl^ffo .  con  la  de 
slra  teneano  l'Ioafra  ,  cr  haueano  la  palma  della 
,  fmiFtra  alla  punta  d uno  feudo  lungo  alla  Cjreca.  Et 
in  queVti  otto  feudi  erano  btto  caualten  di  più  che  me 
zortlieuo  armati  in  nane  jvggie ,  perciochcy cornei 
fadiglionifCofiquefteflatuc  erano  fiori  della  natura 
del  monte,  ^ritre  Mantenitori  haueano  fatto  eri- 
gere quefle  Palladiyacctoche  ogni  uenturiero potejfe 
combattere  di  quel  modo  che  più  gli  piacejfe,  toccan- 
do quello  feudo  con  tarme ,  del  quale  egli  dimandaf- 
fé  y attaglia .  ^  oltre  che  ciòferuiua  molto  a  propoft" 
toper  rilpetto  del  cartello  chaueafhtto  offerta  di  com 
battere  con  ogni  forte  darme^  dauapoi  una  uifta  tan 
io  marauigliofa ,  che  eccitaua  la  memoria  de  i  tempi 
heroici .  Hauea  ti  primo  fendo  cominciandofi  dal  la 
to  destro  uno  armato  da  gicjlracon  una  lancia  fo* 
pralacofia y  ilficondo  uno  da  huomo  d arme  con 
la  lancia  per  correre  a  campo  aperto,  il ter^o  uno 
da  huomo  d  arme  a  cauallo  con  lo  fiocco  nudo  inma^ 
m  y  il  quarto  u'a  altri)  a  canallo  armato  all'zy^ìba- 

nefe* 


D    I        F    E    R    O    N    I     A  .  57 

V  ne  fé .  ilcfuìnto  un  da  huomo  cCarme  a  pie  con  tazz/t 
in  mano .  tifejìo  uno  da  huomo  d'arme  a  pie  con  la 
lancia  in  mano .  ilfettinjo  uno  dafzntapie  con  la  pi- 
ca .  l'ottauo  ct*  ultimo  uno  armato  all'  Alemana  con 
lo  fpiedo .  Stando  ti  luogo  di  qucfta  maniera  allapa- 
rir  del  giorno  cowparuero  con  dodici  trombetti  fci  fi- 
gnori  del  campo ,  ch'erano  il  Conte  Girolamo  Adonte 
cuccali  j  //  Conte  Camillo  Montecuccoli ,  //  Caualiere 
Bernieroy  ti  Conte  Pirro  Ruggieri ,  ilS,  I^Aarc' ^n 
ionio  Giliuolt ,  (7  tlfignor  Gtouan  'BattiTta  Trotto. 
^  fecero  dar  nelle  trombe  per  lo  fioccato ,  CT*  [opra  la 
fommità  del  monte ,  gt  ancora  che  i  nuuoh  andaffe- 
ro  conturbando  ti  tempo  nonfen'^  gran  pericolo  di 
pioggia ,  nondimeno  non  ft  ti  mc^  di ,  che  il  teatro 
era  tutto  pieno  .  CT  il  cielo  interamente  fi  rafferenò 
^  cefsò  iluento  che  prima  hauea  fcmprc  fiiriofamcn 
tejhtrato  nelfopragtungere  della  notte .  nelqualtcm 
pos'accefsrot  torchi  del  Teatro  ch'erano  in grandif 
firn  a  copia .  &  di  ejfi  alternatamente  uno  ardeua  & 
l'altro  nò  :  ac cloche  uenendo  il  bifogno  s'haueffe potU' 
to  in  un  fubito  riaccendere  quelli  che  erano  interi 
Cr  produrre  la  fijìa  quanto  fi  uolcjfe .  Sopra  il  bo- 
fico  del  fianco  deliro  jiauano  cento  fitcelle  con  mate^ 
ria  (agenti  preparate  per  rinfrefiarle  a  fin  che  con- 
tinaajjero  fempre  .  altrettante  ri  erano  fiopra  laco- 
filerà  ,  ma  però  più  uerfiilr&rtodel  palaz.2io  : per-^ 
che  quefli  che  fir untano  meramente  per  lumi  non  tO" 
gli(J[ero  ti  uerifimile  alla  montagna  jìandoui  per 
dentro,  cento  altre  fkcelle  erano  dal  fianco  finiUro 

elsuate 


58  I     L       M    O    N    T     E 

eleuatefùori  di  queijpejjl  alberi  che  oc  e  up  aitano  il  dot 
fi  di  quella  banda  .  La  cuppola  del  tempio  ,  ;  due  fio 
glii  &  le  tre  aguglie  s'illnminorono  per  modo ,  che 
quei  uetri  imitauano  il  refl^jfo  de  tfajfi  lucidi  coloriti 
in  dinerfeguife .  *Da  i  bue  e  hi  delle  due  aguglie  ch^e- 
rano  di  dietro  alla  rocca  ufictuano  linguette  di  fitoco 
tal  che  pareanofommita  di  montagne  che  naturai-, 
mente  ardejfero .  Similmente  due  cime  del  precipi- 
tio  ini  uicino  mandauano figari  fìtoco  artificiato. (j;  la 
torre  ruinata  che  ini  era  di  dietro  par  e  a  che  tutta  ar 
dejfe  per  rijp  dito  delle  trombe  di  fioco  accommodate 
aìlefineftrelle  ^  alle  fijfitre  :  donde  ufictuano  fiam- 
me  continue .  ma  cfuello  che  ueramtme  rapprefenta- 
uà  un  Mongibello  ,  era  che  di  dietro  al  montefipra 
alcuni  palchi  eminenttffim  pendenti  uerfio  lapiazj^a 
(jr  accor/smodati  ingufia  chepareano  un  nuuolone, 
fiiceano  un  marauiglwfi  incendio  tre  ghirlande ,  che 
Jpingeuano  infiniti  groppi  diraz.ifii  ai  cielo,  i  quali 
dopo  alcuni  fi  oppi '^  fi  difcicgUeuano  c^  fkcendo  ua^ 
rij  rikolgimemiper  arì.t ,  (^  rendendo  dtfie  uane  mo 
flre,fiandauano  a  dtjperdere  quando  a  un  tc?yipo  me 
defilmo ,  quand.o  lun  dopo  C altro  con  q'Aaiche  inter* 
uallo ,  hora  tirando  tutti  aduna  wa ,  (jr  h^ra  piglia 
do  camini  diuerfi^- qua  fi  contrarij  .  Erano  le  cefi 
in  quesio  termine  quando  fluide  nficrre  d'una  grotta 
ch'era  fitto  il  precipitio  molti  pallori  uesìitidi  H^ani 
habiti  (jr  molto  uaghi ,  i  quali  fiaìendo  entrorono  nel 
tempio  :  (^  diedero  in  un grandiffiimo fiuono  di  diuerfi 
inriromerìttflrepttofi ,  &tra  tanto  un  drappello  dì 

mnfi 


DI       PERONIA.  59 

vinfi  leggiadrijfimamente  uefìtte  yinfulprato  aptc 
di  (jnel  finiflro  [affo ,  che  faceua  un  fónte ,  oue  era- 
no alcuni  br'ocht,^  marmi  rozjj.che  ^arenano  ejfer 
fatti  apofìaper  fermre  tnuece  difedia,  dopo  hauer 
menate  in  giro  tre  carole ,  ftpofe  a  federe  :  ^  ce^an^ 
do  la  mufica  deltcmpto  cominciò  a  cantare  tt  arie  [or 
ti  di  canz^oni  con  arie  diuerfe  .  Jn  qpiefia  com^ ar ne- 
ro dalla  fommità  della  montagna  [ei  trombetti  be- 
niffimo  concertati ,  &  s*udi  all'impronifò  un  acuttfft- 
mofuono  che  fece  rimbombare  lefpelonche  et  ilThea 
tro .  (^  dietro  lormarchiauano  a  picciolpaffo  il  fi- 
gnor  Luigi  Gonl^a^ayil Conte  Hippoltto  Turcoy^  il 
Caualier  Trotti ,  ch^erano  i  tre  Mantenitori  foper 
hamente  ueftiti  di  bianco  c-r  uerde  con  graffi  ricami 
d^oro  c^  con  belli  jfimi  pennacchi ,  c^  calando  giù  per 
laflradamaejiragmntiinfitla  pianura  montorono 
fui  loro  corfieri  guarniti  di  ricchi'fime  foprautflein 
concerto ,  (jrpajfeggiato  ti  campo  pur  een  gli  iterati 
fuoni  delle  trombe  fi pofero  a  i padiglioni  mandando 
i  caualli  dentro  alle  grotte  im  tue  in  e .  Foco  dipoi  per 
la  porta  delT  eatro  ecco  entrar  la  Lealtà  in  cofigrx  _ 
uè  Cy  leggiadra  uifia  che  recò  riiter snT^a  (jr  diletta- 
tione  infinita  a  gli  animi  di  tutti  t  riguardanti  Ella 
tutta  uefltta  di  tabi  d^ argento  con  un  uelofottiltffimo 
che  la  copriua  dal  capo  mfino  à  ipie  era  [opra  un  car 
rettino  tutto  inargentato  fatto  tnguifa  del  manico 
dunagranfirfice .  (^'  uenti termini  ilcìrcondauano 
foilenendo  una  cornice  ,•  &  neluacuo  do  era  fra  l'uno 
tir mim  &  C altro pendmano  f  Uomini  dt  fiori  dUar 

gcnt9 


6o  I    L       M    O    N    T    E 

gerito  d"  Mfita  bianca ,  attorno  fopr  a  la  corrile  e  ue^ 
deanfi uentifànciullini  ignudi  che  aliando  le  mani 
fepra  il  lor  capo  foftentauano  ifegni  della  fide ,  la  me 
tà  delle  quali  erano  due  mani  conqymte  tnfieme  mejfe 
in  un fiftonz.ino  d'argento,  c^  l'altra  metà  era  una 
mano  aperta  &  diftefa  ,  &  quefìe  erano  pojìe  alter- 
natamente  i' una  fra  me7^  l altra .  Ttrauano  il  car- 
rettino duce  donz^dlc  milite  di  tela  d^ argento  con 
mantelUtti  riccamente  fregiati ,  Cr  quattro»  due  per 
handaytranoà  i  fianchi  ac  II  a  Lealtà  ueftite  ditela 
d'oro  con  rnantelUtti  in  concerto ,  &portauano  quat 
trofi.endardi  ah' antica  i  in  cima  a  i  quali  era  una 
mano  in  atto  ài  fide .  Dmanz^i  caminauano  diecefa- 
cerdoti  in  habtto  ufiato  al  tempo  de*  Gentili ,  ueflìti  di 
tab]  a  argento  co''  colletti  e  haueano  d'intorno  Ivghe 
frangie  d^argento>&  incapoportauano  il  Flaìnrae 
inargentato  con  ueli  aggroppati  alla  fronte  che  riufci 
uano  dietro  le  jp alle  cr  andaLtano  giù  infino  a  terra, 
dietro  il  carrettino  ueniuano  fiopra  corficn  ornati  di 
bellijfime  fioprauefle  in  concerto  il  Duca ,  //  T^rincipe 
di  Fiorenza ,  //  S,  'Tirro  Gonz,aga,  ^  il  Sig.  Vicen^o 
Uitelli  uè  fitti  d.i  bianco  con  oro  m  copia  grandiffima, 
^fopra  il  tutto  con  pennacchi  tanto  eleuati  a  uaghi: 
che  con  tanti  uarij  ordini  forgeuano  in  alto ,  che  rrn- 
deuano  una  moftra  bellijfima  ó"  afi^aipiu  dell'ordina 
rio ,  c^  nell' entrar  ch\ffiificero ,  ifacerdoti  comincio 
reno  a  cantare  a  uoci piene  in  lode  della  Lealtà  qne  - 
ftiuerfi. 

T 14  di  GioHC  minifira  &  figlia  fei 

Ter 


DI       FERONIA.  6^ 

Terfttr  che  fermn  fide 

Icielt  CfTgli  clementi  : 

E  afficttrar  le  genti 

Si  che  con  firmo  cor  mouano  il  piede . 

O  delmondo  legame  y  a  l^acqtte  a  t  uenti 

Tra  ifidminttra  Harmepm  pojfentt 

Forte,  fé  in  te  fi  crede, 

O  intera  mercede 

Che  ripon  tra  gli  Dei 

I degni  :  o  sfirzia ,  o  cieco  infimo  a  i  rei , 
Etpaffeggiato  c^hehbero  ti  campo [iuoltorono  alla  ha. 
da  dejira  deUeatro  uerfo  il  mezjo  ouefiauano  il  Car^ 
dinaie ,  Madama  Lucretia  ,  ti  S,  Don  Francefco 
da  Efte ,  c^  tlSig.  Federico  Gonz^aga ,  c^fentendofi 
unjtlentio  uniuerfaleja  Lealtà  parlò  in  talguifa  • 

*Dapoi  ch'èjparfo  Chonorato  fuono 

Di  quei  tre  caualier ,  chefìan  su  tali 

Terprouar  ad  ognun ,  ch'^a  le  lor  donne 

Più  firmi  che  colonne 

San  più  d' ognun  leali  ,•  ' 

i  che  la  Le  aita  mede fm  a  fono 

HofcieltoqueUt  mtetprimifeguaci , 

Quejli mtet  quattro protettorne  l'opre 

In  che  l' amor  fi fcopr  e 

Veramente  ueract . 

Degni  dt  quella  imprefa  cfr  di  quel  don9 

C*ho  dato  lor  y  cui  ne  le  quattro  parti 

'Delmondopar  alcun  hor  non  fi  Hcds 

Ne  l'amorofafide  . 


et  IL      MONTE 

Ofie  hangtirigegni  ^  l'arti . 

Et  gli  ho  qm  :  perche  quel  di  eh'*  io  ragione 

Et  ch^effì  amando  han  fatto  chiaro  femprt 

Trotiin  con  [aldi  corconfirri  ignudi 

A  colpi  horrendt  &  crudi 

De  tarme  a  tutte  tempre . 

Dopo  quefte  parole  ti  carrettino  uoltò  uerfo  il  mon 
te,  [opra  dquale  andòja  Lealtà  dtfcefa  che  ne  fi ,  & 
fti  an dorano  fimilment e  ifacerdoti  ^  le  donzelle,  c^" 
fi  pò  fero  tra  lafirada  maefira  &  le  aguglte  in  luogo 
capace  di  quante  'Deità  0-  di  quante  altre  perfine  ut 
itoueanogtre  :  le  quali  reflauano  a  rimirare  ifucceffi 
dei  conflitti .  ì  quattro  Caualieri  Cun  dopo  l^  altro  fé- 
cero  il  debito  cantra  i  Af antenitori  con  tanta  firz^a 
^  con  tale  attitudine  che  tutti  i  riguardanti  erano 
tutti  intenti  con  gli  occhi  y&  con  lo  ^iritoaimoui- 
tnenti  &  a  i  colpi  loro,  effendofi tocchi  tante  uolte  qua 
te  era  il  numero  prefijfo,  difcefì  da  cauolloy  ilSig. 
Tirro  Go^aga^et  il  SigVicen'j^  Vitelli  andarono  a  un 
luodo  del  T eatro proffimo  al  monte  ornato  molto  ma 
gmficamente  con  le  ombrelle  fipr a  lefedie ,  er  quiui 
fedettero,  oue  di  mano  in  mano  gli  altri  uenturierigi 
rorono  a  porfi .  Il  Duca ,  er  il  Principe  mutarono  le 
ucfie,  t  pennacchi ,  &  i  caualli ,  &prefo  il  color  bian 
co  ^  uerde  refìorono  dalla  banda  de*  Aiantenitori  : 
vel  concerto  de  quali  fi  mifero  per  hauer  a  fhr  alle  uol 
te  l'ufficio  loro  ,fi  come  fecero  con  intera  fatisfktticnc 
di  tutti  U  spettatori ,  Tra  tanto  i  trombetti  ch'erano 
énful  monte  fi  fecero fintirc ,  per  rijpmo  de  nuoui  ca- 

naltert 


DI         F    E    R    O    N    I     A.  &^ 

calieri  che  arriuauano^  ch'erano  il  Sìg-  Cornelio 
Bemiuoglto ,  //  Sig.  Guido  '^Btnuucglw ,  ti  Come  ^l 
finfo  Eflenfe  Centrar ij,  ti  Conti  O tramo  da  ThicnCs 
^  licite  Aluarotto  tHtttacauallo  con  riake/cfra 
uejìe  bianche  c^  con [ìmili  piume  tutte  cariche  d  ar- 
gento ^d'orOii  cjuali  accor^pagnap/ano  [u^more 
ch'era  [opra  un  carro  difitcco ,  &  tlfr-oco  compartito 
di  ejueflo  modo .  H  carro  era  cjuadro ,  (^  attorno  ha- 
uè  a  t  ballauflri  dorati  i  in  cima  a'  cjuah  erano  palle 
che gittauano fiammelle .  la  bafe  era  nelm(z.o  &  ha 
uea  cinque  gradi  ,gii  angoli  (^  t  mez.t  de  quali  fiìften 
tauano  dtuerfe  facelle ,  che  grandi  erano  al  bajfo  & 
s'ajfottighauano quanto pui andauano in  alto*  Qu^s 
fit  erano  fiochi  chiari  Cy'  belli  compofii  cofifkttamen 
te,chetndtfuaporauano  odori  fuauifflmi .  In  cima 
uiHaual  Amore  tirato  da  quattro  deflrieri  leardi 
che  haueano  le  copertine  di  tela  o^ argento  cariche  d'o 
ro  .  Da  circa  cinquanta  perfonaggi  tn  habiti  Roma- 
ni ,  Greci ,  (jr  Barbari  gtuano  a  pie  legati  3  &  carni 
nauano  inanz.i  al  carro  tutti  ueftiti  di  ricchiffimi 
drappi  all'antica  ,  Et  mentre  fi  gir aua  il  campo  fi 
fentiua  ufcire  del  tempio  l*alta  armonia  chefkceano 
ipaflori  ò"  hora  ejfi,  hora le  ninfificero potfcmpre  la 
mufiea  in  quel  tempo  che  i  concerti  fiiceano  la  mofira 
loro  per  lo  sleccato  ^  la  uariorono  con  uociy  et  con  in 
ftromentidiuerfiper  renderla  più  dilet  tettole  :  fi  come 
par  ime  te  ifitochi  delle  girandole, ancor  a  che  cotinui, 
firono  fimpre  uarij^et  mai  non  recorono fiitietà.i* A- 
more  tioltatofi alla  banda  ds  1  Principi ,  ^  delle  Da 

mi 


^4  1    L       M    O    N    T    E 

WS  per  uolermojirare  che  U  Lealtà  non  poteuadtffi 
nire  cjualtfofferopiufideli  in  mare ,  [e  non  col  me'Xo 
della  fuafòrT^a ,  &  che  egli  per  ciò  douea  ejfer  giudice 
competente ,  dijfe  ^uefte  parole . 

Terche  la  Lealtà  da  l^amornafce 

eh' e  il  cibo  che  la  pafcc , 

Et  tanto  ella  rinfir"^  dr/ìmantiene, 

Quanto  egli  crefce  &  dura  : 

Cupido ,  qualfon  io ,  che  per  le  uene 

Entrandola  natura 

^e  l'alme  raffigura , 

E  in  quello  flato  che  più  uuol  più  itene  y 

Si  de  prender  la  cura 

Di  terminar  chi  bene 

Serui la-fède inuiolata  &  pura . 

Dunque  meritamente 

Conduco  quefii  caualieri  eletti , 

Che  in  quejìa  parte [on  tanto  perfètti 

Che  tra  tutta  la  olente 

^  i  tutto  l'uniuerfi 

Son  primi  in  ogni  usrfo  : 

Come  Islro ,  &  Nilo ,  &  Gange  /  Iberofente .  . 

Etpercioche foche  nobil  fico  c^  quanto 

Si  gentil  cori  accenda  , 

Aiifido  che  portar  debbano  iluanto 

S'auien  che  contri  chi  il  contrario  dic9 

Il  braccio  lorfi  fìcnda . 

Hor  colfegno  felice 

Chaueteper  tnfegna 
'  ^  confirmar 


DI       FERONIA.  ^5 

A  confìrmnr  con  protra  di  uoi  degna 
Quel  che  in  parole  t  mosìro , 
Ite  fecondo  il  confiteto  uofiro . 
Fimto  c'*hebbe  di  dir  quefìoy  (^  ìnfìeme  co  iftoipri 
giani  andatofl  a  mettere  al  luogo  deputato ,  t  cinque 
Caualienfimojfero  l'un  dopo  l^  altro  conftere'^ay  ^ 
•   l^^gi^dria  alla  profè/fione ,  dr  rtputatione  loro  cor- 
[   njpondenti .  &  i  Mantenitori  non  mancarono  difk 
'  re  altretanto .  Ejfendofi sf  edito queflo  abbattimene 
'  to  apparuero  due  tamburini  a  pie  con  due ,  chefona^ 
nano  il  flauto  alt  Akmana,  uefìiti  di  drappo  rojfa 
tempeflato  d'oro .  c-r di  dietro  feamuanoun uecchfCt  Ji'tuJv 
chauea  una  fórma  quadra ,  come  d^un  pilaflro  dal  ' 
,  collo  a  t  pie  ;  er  ungtouene  al  pari  di  lui  ch'era  den^  i'-hU*Ài> 
\  tro  a  una  palla  la  qualegÌTftauapur  dal  collo  tnfino 
a  ipie\:  (^  cefi  il  quadro  yCome  la  palla,  era  tutto  indo  ♦ 

rato .  CT  perche feguiua  un gtouanato  ueslitodirojfa  -^^N/it^ 
quajiin  h  ah  ito  di  Diana  cacciatrice  c'o  ale  alle  brac 
cia.et  alle  gambe  [opra  un  cauallo  Sauro  alato  y  a  di 
dietro  ilfeguiua  una  donna  fcal^  fcaptgliata  uefti^  ^^rU^  h\^  ' 
ta  della  figlia ,  che  imbianca  con  un  corno  di  douitia  ~ 
tiOto,r^  riuerfo  ,fiuenne  a  figurar  e, che  quel  quadro , 
07'  la  palla  fignificauano  ti  finito,  c^  l'infinito,  Cr  che 
quelgiouanato  a  cauallo  era  il  Defiderio  :  ^  quella 
donna  la  Vouerta  dalla  quale  ejfo  fuol  nafcere.  Il  Con 
te  Girolamo  Criuello ,  ti  Conte  Antonio  da  T^hiene, 
^  il  S.  Federico  Miroglio  uefi  iti  font  no  fame  te  di  rof 
fi  con  oro,  &  con  pennacchi  fimiglumtt  andando  ^ 
pit  Hentuano  con  quefia  inuentione ,  &  ti  Defiderio» 

E        come 


é6  I     L       M   O    N    T    E 

€ome  quegli  che  fecondo  ti  motofuo  fa  crefcere,  &  di" 
minuir  ì*  amore ,  uo  le  ti  do  che  a  Im  apparterà  effe  a  co* 
vofcere  t  Le  alt  yft  jirmò  a  meT^  dello  (leccato  con  U 
fhccia  Molta  a  quei  Signori  alla  bandafoltta  :  come 
Voi  fecero  tutti  glt  altrt  ;  é'fkuellò  in  talgmfa  . 
Chi  uuol  ueder  il  Defiderio ,  glt  occhi 

^  me  uolga  :  che  infume 

Vedrà  dì  amore  ilfeme . 

jimor  dal  moto  miofemprefi  crea  ; 

Come  uento  da  un  fato 

Che  poggi  in  alto  fiato . 

Se  ben  prima  parca 

Chefèffe  Iteue ,  eufemia  lena  flato* 

^t  come  fi  raccende 

Da  la  mia  ardente  fhce , 

Cofi  s' agghiaccia  y  &  sfkce 

Se  g  li  man  e  a  il  mgor ,  che  da  me  prende  : 

Et  quindi  uicn  che  teme 

Tra  rifa  ,  &  pianto  y  c^-  ffeme  , 
Ne  può  faper  chi  ferm  fi  de  intera 

Se  non  quanto  togli  infegnOf 

Jogli  agu'^o  l'ingegno  : 

Etpoiperchenonpera 

Giunto  eh' e  al  fin  uiuo ,  c^rfuegliatoiltegno , 

Si  e  h'to  corro,  cjr  l'allaccio 

Oliando  fi  fcioglie  ti  nodo  y 

Che pitt  férmo  che  chiodo 

Stringe  due  con  in  un  medefimo  laccio  ♦ 

Et  U  uoglie  fo freme 

U 


DI       PERONI      A.  6j 

Fo  fé  dolor  le  preme . 

Et  conofcendo  quali^^  quanto  t  dr  come 

Siano  da  mefoff)mti , 

So  che  cjtieflt  miei  cinti 

1)1  uero  honor  le  chiome , 

Tartan  di  itera  figli  animi  auinti. 

Et  fo  che  ti  far ^n  certo , 

Senz,a  che  perch'io  il  dica , 

JMe pigli  la  fktica, 

A  chi  non  e  de  colpi  lor  esperto . 

Etfirz,afia  chetreme 

A  queHefDrz.e  eslreme , 
Dipoi  i  tre  Cavalieri  mojirato  c^hehhero  che  inef- 
jÈtto  la  fDrl(a  loro  era  tremenda  fìritiroronofotto  l'o 
hrella  ouegii  altricaualierifedeano .  Venere  che  rap 
prefentaua  la  belUl^afìado  con  due  Amorini  allegi 
nochiafopra  un  gran  Conchde  dorato  difiiori,&  in  - 
argentato  didentro  portato  da  due  caualli  marini 
conduci  ilStg,  Al  fon  fino  Trotti  ch'era  a  cauallo  con 
fopraue^e  uerdi,  c-r  gialle  con  lauoribelltjfimi  et  oro  ^ 
et  co  penne  in  confirmità.et  per  ejfer  la  bellezjzji  l*og 
gato ,  che  fa  mouere  ìldefiderio  uenne  a  prouarela 
fua  ragione  in  tal  modo . 
Et  doue  rimango  io  ? 

*Doue  riman  la  Dea  de  la  belle'(z.a , 

Che  precede  al  de/io , 

l^oi  eh' è  mojfo  da  quel fol che  s* appresa  ? 
Et  s^eifìjiende  t^  allenta 

Secondo  che  C oggetto 

E     z         O  meno 


<?8  ILMONTE 

Omenofms'auenta, 

Quando  più  uago  o  mmfi  rapprefefjta 

D m anz.i  a  C intelletto  : 

Ter  che  a  l'imperio  mio  non  e  [oggetto  ì 

Se  uerfo  megli  amami 
Dri^an  de  ilor  defir  l'acute  piume  , 
Et  mtflanfempre  auanti 
J  non  [apro  di  cui  qualfia  il  cojìume  i 

Qjiaifian  ne  t  amor  pronti 
"Ben  io  giudicar  deggio  : 
Che  gli  ho  prouati ,  &  conti, 
E  ogn'un  colqual  ti  mio guerrier  s'affronti 
Tfiràfentendo  ti  paggio. 

Che  il  meglio  in  ciò  di  tutti  gli  altri  i  ueggio  .      ^ 

Detto  quefto  affrontando  fi  un  mantenitore  contra 

ejuejìo  guerriero ,  che  non  men  che  bella  dtfpcfnione 

nell'arme^  moftrò  hrauura grandifflma ,  fi  fece,  ^fì 

fin)  il  conflitto  :  c^  fi  diede  luogo  al  Signor  Annibale 

Bentiuoglto,  CjT  al  Conte  Guido  Calcagniniyche  en^ 

trorono  a  pie  con  ricchi  drappi ,  (jr  cimieri  bianchi 

»  ,        C^ gialli  ornati  d'argento  ^  doro  ,•  (^  haueano  [eco 

(^  e €rM  A     la  Concordia  che  uefltta  di  tela  d'argento  con  una  fi 

prauejtadi  broccato  d*oro  hauea  nella  man  defir  a  il 

caduceio  di  Mercurio ,  ^  fìatua  fu  ildorfi  di  due 
buoi  fatti  molto  artificiofiamente,  guidati  da  duegio  • 
tiant  grandi  belli  ugualmente,  uefitti  ugualmente  in 
conformità  di  colei ,  che  conduceuano ,  con  ale  d'oro 
alle  Jpalle,  GT  con  fhcelle  m  mano  :  &  mvfirauano 
d'efferegli  amori  reciprochi.  Et  perche  la  co  fa  ama  - 


DI       FERONIA.  6p 

tacche  ci  par  helUciaftrmge  uer  amente  ad  ama"^ 
la  quando  ci  corrisponde  in  amore,  la  Concordia  fo- 
flaft  nel  luogo  [olito  cercò  dt  dimoflrar  questo  cofi 
parlando . 

Quefla  e  una  coppia  di  guerrieri  egregia 

Che  il  duplicato  amor  di ^de  fregia . 
lo  Ufo  che  la  Concordia  fono  :  &  tale , 

Chefenza  l'opra  mia , 

A  la  beltà  non  uale 

Che  per  altri  allettar  tenti  ogni  uia» 

eh' ancor  ch'ella  da  fé  poffente  fia , 

Al  fin  uano  e  tlfuoftrale 

S'ognhor fiocca  la  corda , 

Et  con  chi  tocco  uien  mai  non  s'accorda  • 

£t  fi  fife  de  Cim  l'affato  immenfo 

Senz.a  l'altrui  confenfo , 

L'alma  quantunque  ingorda , 

Sempre  al  piacer  farebbe ,  ^  cieca ,  &  fior  da* 
Aia  quefti  uinti  con  la  deftra  regia 

%^  enderan  la  ragion  per  eh*  io  mi  pregia . 
St  cofii  due  concordi  Caualieri  andarono  a  render 
in  ejfato  le  ragioni  date  m parole  dalla\Concordia  , 
dr  tnfieme  refiro  cofi  buon  conto  di  fesche  fi  cero  ejfer 
d' accordo  ognuno  a  commendarli .  Si  uidero  pò» 
fida  ti  Signor  Antonio  Galeal^o  Bentiuogìio ,  ^  il 
Signor  Hercole  Giliuolo  concertati  di  nero ,  &  d'ar- 
gemo  in  habito  molto  graue ,  uenendo  a  pie ,  hauere 
in  mezj)  di  loro  un  Atlante  chauea  fipragli  homeri 
unafiatua,che  era  unagtouan&tta  tutta  uefiita  d'oro 


70  I     L        M    O    N    T    B 

€on  le  braccia  &  i  pie  in  guifa  d'un  termine ,  ^  con 
un  capitello  corinthio  tn  tefta,  (^  pofauafopra  una 
bafe  quadra  .(^  unRe  dafpeitohomdo  ^  ignudo 
delle  braccia  ^  delle  gambe  ueniua  incatenato  con 
quattro  perfine  alate  ^  che  r appr e fent auano  i  quat- 
tro uenti  :  ò'  mojìr auano  lui  ejfer  Eolo  Re  loro  :  ^ 
quefìa  era  la  figmficatione  della  Cojiantia  fecondo 
che  s^tntefe  dipoi  y  quando  L'Atlante  per  dinotare , 
chela  Lealtà pm  fi  conofce  nel  [offerire  t  martiri, 
che  neltronare  cornjpondenT^  m  amore  ,  fi  lafctò  tn 
tendere  di  quesla  maniera  • 

Quando  fi  troua  amor  corrifpondente 
Che  non  diede  gì  amai  loco  a  i  dtfturbi , 
O  quanto  e  ageuolcofa  che  s'inurbi 
Inpenfler  lieti  y  e  ognhoruijìia  la  mente  ? 

Afaquandojìuainalta  &  che  conturbi 
Le  uele  e  i  remi  un  tempeslofi  uerno, 
Etfia  con  pdf  e  infirfe  ognigouerno  , 
Chi  (farà  faldo  agli  afprt  flutti  &  turbi  ì 

Quefla  mriu  della  Cojiantia ,  quefla 
Che  mojlra  quei  che  ne  l'amar  fon  fòrti , 
Ne  ipafihan  mai  fior  della  traccia  torti 
E  propria  mia,  da  me  nafcty  in  merefla  : 

Ond'io  benpojfofkrgti  amanti  accorti. 
Ch'in  CIO  quefltguerr  ter  fono  i  più  firmi. 
Come  ne  Tarme  :  (^  non  uarran  glifchermi 
^chi  comrejfi  con  ualorfi  porti . 
L''tin:  (2?-  Paltro  de'Caualieri  combattendo  cora^-^ 
giof amente  mojlro  di  non  cedere  punto  ad  alcuno, 

& 


D  t     F    E    R    O    N    I     A  .  71 

(^  ^efferfòrtcdr  colante  con  gli  e  fati  iflejfi.  Stfuf- 
fequent emente  la  Pattentia  trtbnendofi  à'ejfer  pia  «  pm^^€tJl*^f'^ 
che  Htrtìiper  efftr  qnella  che  conferua  la  felicita  del" 
i*ammoy  la  oue  la  uirtufolamente  la  genera^  ^  «fg"- 
gendoychela  CoHanz^a  era  da  meno  della  uirtU  per 
ejfer  principio  di  effa,uoleua  precederli  digra  lunga  , 
intendendo  ella  ajfai  meglio  i  termini  delle  foffcren^ 
z^e^che  occorrono  nella  Lealtà.  CT  perciò  comparite 
[opra  un  camelo,che  e  animale  che  non  uuolfopporta 
refe  non  il  pefo  douuto ,  ueflita  in  habito  da  Dea  con 
un  horologio  da  contrapefì  attaccato  al  braccio  ftni^ 
flrOyCr  con  un  ramo  di  ciprejfo  nella  manfini^ra>m(i 
ftrando  ella  difojìentare  ti  tempo  calamitofo:  c^  mo- 
girando  di  umccrlo  per  rifpetto  d'un  ramo  di  palma 
chauea  nella  deflra,Colui  che  menaua  il  camelo  era 
tutto  afco[ò  nella  bambagia  adattata ,  &  colorita  irt 
modo ,  che  par  e  a  una  numla ,  er  ufcma  fiorì  di  effli 
una  fiaccola  di  fiioco ,  ejfendo  cjaeTta  fìanchs'^a  di 
core  quella  chejhjplendere  la  nofira  felicità  nelle  te" 
nebre  al  dispetto  della  ria  fèrtuna .  //  Stg.  Hercole 
Brafauola  yilSig,  Camillo  Montini  ,&  tlS.  Ntco^ 
lo  Pigna  concertati  honoratamente  di  turchino  ,  ó* 
rojfoconoro  erano  a  pie  feguaci.  dicojìei.  la  quale 
giunto  il  tempo  ch'ella  parla/e  cominciò  co  fi  • 
Seguaci  miei  dtfdice  effer  coflante 

In  ogni  cofay  a  tutti  t  r/iodt,  (^  fiempre^ 

Senz.a  mutar  mai  tempre  • 

Come  foglio  ,  che  tante 

?ercoJfe,^talruina 

E     4         Sofenté 


72  ILMONTE 

Sojlenta  intorno  prta  che  fi  dtjìempre  • 
Et  malfa  chi  fi  fiacca,  o  troppo  inchina  * 
Qual  ramo  da  le  piante 
CadiiCo.c^fral,  che  il  uento  atterri  ofchiante . 

Ma  la  CoflariTLa  e  propria  e^uella  donde 
Difponfi  il  petto  perchefirteuenga» 
Ne  par  che  le  conuenga 
L^  effetto  che  s' afe  onde 
Nel  nome ,  che  uirtute 
Vuol  che  da  lungo ,  &  ben  oprar  fi  tenga . 
E^  afimigliar  con  pregio,  é^  confalute , 
Non  s*hafaffoi  nefionde , 
jMa  quel  moto  che  firn  le  tranquille  onde . 

Et  fimiglianTLa  tal  da  mefimoHra 
Ter  lo  patir ,  che  con  mifure  honeHe 
E  dt  mia  mano  :  c^  uefìe 
Di  doppia  gonna ,  e'inojlra 
Quei  che  fpogliatifòno 
Va  forti ,  ^  da  nature  empie ,  c^  fùnere  • 
Maggior  de  la  Vmu  s'ode  il  mio  [nono , 
Ter  che  in  ofcura  chtofira 
Eo  di  me  chiara ,  &  fpatiofa  moHra . 

Son  quella ,  che  i  magnanimi  conduce  ^ 
Che  fi  come  afentir  quel  chefia  indegno 
Dt  lor  tengono  a  [degno, 
Cofifempreglt  induce 
Jlgenerofo  core 

eAflar  ne"  e  a  fi  sfortunati  alfegno. 
Si  ch'ioficorger  potrò  qual  fia  il  migliore 

Ter 


DI       FERONIA.  7J 

Ter  conferuar  la  luce 

Di  quella  fé  eh' al  cieco  tempo  luce  , 
Voi  cui  noto  e  che  fiamma  foffitr  debba 

Et  che  battaglia  un  alma  y 

InanXi  ^^  *  ^^^  uoflrafia  la  palma , 

Elfi  andorono  inanz.i  con  buon  ordine  c^  con  fpìri^ 

to  ttiuaee ,  c-rdati  chiarifs.fegni  della  lor  uiriu  3  ufici 

rono  dello fieccato .  nel  quale  fiuccefiero  a  cauallo  con 

fompa  honoratiffima  il  S.  Don'zAlfinfio  da  Efie ,  ^ 

ilConte  Giulio  Sjlenfie  T affine  c'haueano  ricchtfil^ 

mefiprauefte  morelle  cariche  dì  oro ,  ^  fioperbi  pen* 

fiacchi  allafiggia  medefima ,  ^fimandauanòinan 

7^  t  Honore ,  chefiopra  un  barbaro  era  uè  fitto  di  ere 

me  fino  con  l'ale  d'oro  ,  coronato  di  lauro  condiuerfie 

forti  di  corone  nel  braccio  dejìro  :  come  di  oro,  di  quer 

eia ,  di  gramegna ,  d* edera  ,  &  d'altre  fi-onde ,  che 

anticamente  er ano premij  honorati^  c^  gltprecedca 

no  diuerfe  honorate  mrtu  in  tal  gufa .  La  Fortezza 

tieUita  di  drappo  uerde ,  la  Alagnanimità  di  turchi 

no  ,  la  Magnificenza  a  incarnato ,  la  Clcmentia  di 

bianco ,  la  Liberalità  di  giallo ,  ì'y^ffabilità  di  ran^ 

ciò  .  tutte  uefìite  come  da  '^nfit  con  coturni  dì  oro  in 

gamba  y  incoronate  di  fiori  di  fet  a  ,  &  tutte  erano  a 

federe  fopra  achtnee  coperte  fino  a  terra  di  drappi 

confirmt  con  i  lor  colori  .  dinanzi  alla  Fortezza  gi- 

uà  una  donzella  apiè  con  uno  stendardo  all'antica, 

in  cima  al  quale  era  un  ramo  di  palma:  dinanzi  alla 

Afagnammità  un  altra  co  una  te  fi  a  di  Leone  pur  in 

€ima  a  unoflendardo.  dtnàl^  alla  Magnficcza  un 

altra 


74  IL       M    O    N    t    E 

altra  con  un  a  figurina  di  'Tailade  nel  modo  medefl^ 
fno  .dinanz^i  alla  Cìementia  un'altra  con  una  tefta 
d  Eie  fante. din  an'^  alla  Liberalità  un  altra  con  un 
uafo  ali* antica  da  daraccjua  alle  mani  chependeua 
alquanto .  dinanTj  all' ^/4ff abilità  un  altra  con  una 
uite  auiticchiata  a  un*arbofcello.  c^  tntts  quefte  don 
zelle  erano  benfuccinte  con  uejle  de  i  colon  delle  pa^ 
trone  loro .  l'Honore  intento  ad  effer  ti  primo  nella 
uitafiltce  credme  ejfere  ajfaida  più  ch£  la  Patien- 
tia  nel  debito  che  appartiene  a  gli  amanti ,  d"  il  tioL 
fé  dimoftrare  quando  acquetate  le  muftche  alz^ò  la  uà 
ce  ejprimendo  cofilafua  int emione , 
Se  il  patir  da  l'honejìofi  mifura , 

Et  dalgiudicio  altrui  quel  che  conuiene 

S'intende  :  &  non  dal  proprio  fol  fallace  ; 

Come[enz.a  l*honor ,  eh*  io  fon ,  s'ha  jpens 

D'haner  del  ben  oprar  giufla  mifura  ì 

Chifuoi  coni  enti  feco  gode  dr  tace 

E  m  affanni  h  uiuace , 

Si  che  mantien  la  fède 

A  donna ,  che  crudele  ma  faggia  uede  ; 

Et  con  atti  gentili 

Cerca  del  lungo  amor  degna  mercede  ; 

Dafejgombrando  ipenficrfifcht  c-r  tuli , 

Erge  gli  fp  irti  a  l'alta  mtaprefenzjt , 

Et  chi  da  lunge  mira , 

Non  ne  fi  ara  mai  fenica , 

V  erch\lla  a  fé  le  acute  uifle  tira. 
Et  ben  che  alcun  del  tttol  mio  fiferui 

Che 


DI        FERONIA.  75 

Che  l'habbia  iridegnamente ,  (^  ne  fa  efdufo 

Colui  che  il  mena,  :  tffendofpeffo  il  no 

Pojìo  in  alto ,  eil  mtg Iwr  calcato  mgiufi  , 

1)1  tempi  &  luoghi  crprenctptprotenii 

Dijittoejfer  diremo,  ò'  non  già  mio  • 

Non-fk  mal  ufo  ch'io 

Da  me  non  fi  a  dt  fi  ima , 

£t  che  chi  preme  ti  regno  mio  m'opprima  , 

Cof  la  spada  (^  toro 

Pur  che  ben  l'uf,  tlCaualierfubuma . 

Et  s'è  lafua ,  non  e  la  colpa  loro , 

Et  s'iofijft  bel  manto  a  un  color  bruno  > 

Potrei  firr/far  lajìampa 

ey^jfat prima  tn  ciafcuno , 

Che  fi  cjuelpato  che  a'amor  auampa , 

Per  oche  (jmndt  efconfembian^e  ?'  imprefe 
Si fì^ effe  ^  uiue  ^pronte  crdt  tal prz.a  , 
Che  non  che  ogni  atto  .  ogmpenfier  fifopre . 
E'  tifico  ufctto  che  e  fior  della fiorz.a 
D'intorno  splende  &  lunge ,  d°  ^  pale  fé 
Chi  mente  ^  lingua  c5-  man  fi  ben  adoprc. 
Che  conuenga  che  Copre 
Guidagli  fiano  a  l'honoratofeggio  , 
Etne'  premi  però  mai  non  uaneggio . 
Se  agli  amanti  leali 
Prtfofiuor  uedendo  il  meglio  e  il  peggio , 
l^e  ad  alcun  altro  fan  fentenz^e  tali , 
Che  a  me y  che  ai  meni  ilguiderdon  dfff^enjt» 
A  noi  >  che  amor  ò'  ^rm^ 

Tregian, 


^6  I    L       M    O    N    T    E 

Fregian ,  prouar  conuienfi 

Et  cfnesto  y  &  eh' e  ragion  ch'io  di  uoi  m*arme . 
Atiei  moflratem  a  me  ne  la  tendone  • 

Fateuiper  thonore 

Quellhonor  che  u  impone 

V  Honor  mede  fimo .  hor  uia  con  pronto  core . 
Et  bene  che  fi  fecero  honore ,  ^  tanto,  che  l  honor 
mede  fimo  non  feppe  de/ìderarne  punto  di  vantaggio. 
Tirò  afe  gli  occhi  d'ognuno  "Bellorofonte  che  stana 
armato  fopra  un  altijfimo  feggio  tutto  carico  difigu- 
re  dentro  ^  di  fiori  dt  mezjD  rdieuo  dorate ,  che  dina 
tauano  uarie  imprefejktte  egregiamente .  ^  Ufiggio 
era  dalmez.o  ingiù  nelle  nuuole  cofi  bene  acconcio , 
che parea  che  tarla  Hejfa  le  portaffe  *  percioche  hor  a 
fflringeuano,  ^horapiu  tn  fdort  fi  allargauano,  et 
fàceuano  di  fé  fórme  diuerfiffime»  Il  Vegafo  eragrari 
deecceffiuamente  y<^  fatto  con  arte  mirabili] firn  a, 
(^  moflraua  d'effer  quegli  che  tiraffe ,  ma  dentro  dal 
le  nuuole  ui  erano  dijpofli  tanti  huomint ,  chefucea- 
no  mouere  ogni  cofa  beniffimo .  L'auriga  era  d  Giù- 
dicio  y  c^  era  una  figura  accommodata  conff>ecchi 
(fr  uetri  coloriti  alternatamente:  &t  t  uetriper  di  den 
tro  erano  allur/tati .  Qutfla  era  la  Krtu  piupoffente 
deir honore  ^^ più  Propria  delle  buone  attioni  degli 
amanti ,  f^  la  rapprefentaua  quel  ualorofo  Caualie' 
re  che  appariua  la  in  alto .  &  haueua  infua  compa- 
gnia  il  Caualier  Gualengo ,  il  Si(Tnor  Aleffandro 
Lombardmo ,  &  il  Signor  Gajparo  Monte,  ch'era- 
no a  cauallo  con  digmjftmefòprauejìe ,  ^  piume  ma 

nlU 


DI        PERONI    A.  77 

relle  cjr  bianche  fparfe  largamente  à^oro  (^  ctargen 
to  i^ qu ant a  fvffe maggior  la  pojfanza  della  f^triu 
che  quella  dell*Honore  tn  tal  modo  fii  fatto  chiaro  da 
'3ellorofinte 

Vofciach'iofpenfìla  Chimera  horrenda. 

Si  piacqui  alla  f^irtu ,  ch'ella  fefleffa 

Subito  tras firmò  nelmiofembiante , 

E*  acciochepm  l'Imperio  ftio  fi  flenda 

Sul  carro  tratto  dal  defìrier  uolante 

In  pompa  trionfai  meco  s'è  meffa . 

£'  infieme  uuolche  l'uniuerfo  tntenda  : 

Et  cloiofegno  ne  renda  : 

Come  l'honor fi  firme 

*]Da  i  fhtti  egregi .  ct*  effo  dietro  l'orme 

De  le  mie  figlie  tn  quefio  locogiua  : 

T croche  ilfuo  dal  moto  lor  derma  . 

Trutta  la  fpoglta  e  fua ,  ma  l'alma  e  mia , 

Che  in  fi  macchia  non  ha  :  ne  a  cofia  ria 

A4ai  fi  ritroua  mifìa  . 

Ne  a  me  conuien  laficufia 

Cam*  a  lui ,  che  per  gir  con  gente  trifta , 

De  l'altrui  colpe  fé  rimorde  &ficufia . 

Se  non  s'appoggia  a  me  cade  :  (^  confida 

Lafiua  ragion  rimane 

Benché  congeftì  e  accenti  bei  s'induca  : 

8'infierent  occhi  &  grande  afpetto  luca , 

Fero  lefidifien\a  mefion  uane . 

E'apefiarlenonin  epiugiufia  lance 

Dt  quella  ch'i  nd  cor ,  non  mlk  guance  : 

QucHi 


7^  ILMONTE 

Quefiimiei  caualier  tanto  cthonore 
Son  quanto  di  uirtu .  fi  che  colfirro 
Jì4ojìrar  fpirto potranno  :  ^  ch'io  non  erro  • 
Al  fin  di  quesìefarole  i  Canaheri  fi  jp  infero  con- 
tro co  firri  eleuati  in  alto  ,•  c^  h  maneggtorono  con  ta 
fa  uirtu  che  ben  dtmosìrorom  ejfer  ueri  fegnaci  di 
lei .  EJp  edita  chefit  la  pugna  sudi  una  tromba  acu- 
tijfima ,&  a  un  tempo  medefimofi  mde  la  Gloria 
che  la  fon  aita ,  ta  eguale  uesìtt  a  fuccint  amente  di  tela 
d'oro  ^  con  l'alt  confirmi  alla  uefla  erafipra  un  car 
ro  fatto  infirma  quafì rotonda  c^  tutto  carico  di  bel 
lifflmitrofii  tratto  da  quattro  e auallty  i  quali  erano 
accomm  odati  in  guifi  che  rapprejentauano  quattro 
Adonoceronti .  ^fei  uejiiti  di  turchino  con  oro  le  era 
no  a  fianchi  fonando  i  tamburi.  Dodici  Caualieri  uè 
fiiti  di  color  dtuerfi, ma  però  con  habitic^  pennacchi 
tìjolto  pompofhuemuano  in  anzi  a  pie  a  due  a  due*  & 
i  due  primi  haueano  duehafte  ben  lunghe  tutte  cari- 
che dt  fuoco .  Quejìt  erano  il  Signor  Marc  Antonio 
Cato ,  ti  Signor  lacomo  Badoaro,  ti  Conte  Federico 
Ji^onteuecchioy  U  Come  Valla  Stroz^*,  il  Conte  Co- 
fianzo  Montecuccoli ,  il  Conte  Fabio  Fontanella ,  /'/ 
Signor  Alberto  Bendidio  ,  il  Signor  Lanfranco  Già 
nella  3  il  Signor  Scipione  Silua  t  ti  Signor  Girolamo 
Forni,  il  Signor  Gio,  Tomafo  Sarracco,  &  ti  Signor 
Gherardo  Saracino  •  La  Gloria  infiri  che  rauuiua^ 
uà  la  uirtlt ,  &  che  per  ciò  le  douea  effèr  propofta ,  fi 
come  appar neper  qudlo  che  fi  da  Utfigntficato  tn  tal 
noce. 

7{0H 


DI       F    E    R    O    N    I    A#  7P' 

Noncofitoflola  contefa  occorfa. 
Tra  uirtute  (^  honor  mhan  fht  to  chiara 
di  alati  mejfa^gier  ch'io  mando  intorno  , 
Che  ratta  qua  fon  con  mie  gemi  cor  fa . 
tylccioche  frouin  che  da  me  s' impara 
^i giunger  tuna  ^  t altra  j&fhr  adorno 
*J)i  ueri  meni ,  ^  doni  un  bel  trofèo . 
Che  cenando  infume  fan  lungo  foggtorno , 
Et  quefti  non  caddeo , 
Et  quella  non  rejìò  nuda  con  (corno  , 
JSlafce  la  Gloria,  dt  eh*  io  fon  f  imago . 
Chiunque  non  e  uago , 
JSÌe  s'erge  e  abbaca  al  gir  de  piedi  fuol. 
Ad  a  férme  piante  tien  ne  gli  aln  gradi , 
Benché  quefttfon  radi , 
B  da  me  fi  te  Ito  crpofto  in  fi  a  gli  heroi 
Di  lauro  in  uita  cinti ,  e  tn  ctel  dtfielle  : 
Ctn grido  da  iprimierfegni  agli  Eoi  • 
Et  ben  fi  dir  an  quelle 
Anime  augurile ,  ^  che  a  ragion  celebro y 
Che  in  amar  prima  ^  poi 
^rod.e'^e  han  mojìro  al  par  delprifco  Tebro . 

Gloriofiguerrier  sfaldi  Colojfi 
A  ch'io  mi  reggo  y  fomentate  ti  pondo 
Chelafcioa  iuojìri  dojfi , 
Fate  contra  color  che  ne  rimbomba 
A  i  colpii' aria  e  il  mondo 
'Per  queHa  imprefa  alfuon  delle  mie  trombe . 
Et  fonando  fecondo  ti  [olito  le  trombe foslentorono 

quejìi 


§0  I    L       M    O    N    T    E 

i^tieHi  caualieri  a  tre  a  tre  la  carica  che  la  gloria  ha 
uea  data  loro  fi  che  fi  conobbe  apertaméte  che  erano 
flati  degni  dell*eletttone  ch'ella  haueafiitta  di  eJfi,Co 
minciauano  in  queHo  mezjì  a  comparire  c^uattordeci 
perfine  y  fette  de  II  equali  erano  fi  alz^e  ueftite  ali*  anti- 
ca di  colori  melanconici ,  &  con  le  tefle  difioperte  ^ 
bajfe  infine  ricchifflmamente  ueftite  fecondo  l'ufo 
antico  di  fette  principali  prouincie  del  mondo  con  cap 
pelli ,  morioni  y  ^  corone  d'oro ,  che  moHrauano  pre 
giograndiffimo.  Le  fette  prime  erano  alla  banda  fini 
flra ,  &  qaefte  altre  fette  alla  deftra  :  c^  tirauano 
una  ruota  dorata  eleuata  in  alto  &  foffoltafopra  due 
altre  ruote ,  delle  quali  lafiniflra  era  nera^^  la  de- 
flra  inargentata  \  Sopra  la  ruota  di  mez^Oy  portata 
dalle  altre  due ,  era  la  Fortuna  tutta  ignuda  y  fi  non 
daluentre  alle  ginocchia  >  che temua  una  uelagon^ 
fia  di  tela  d'argento,  &  haueua  dietro  il  Signor  Hip 
polito  Cortile ,  ti  Signor  Camillo  Turco ,  il  Capitano 
Becchino ,  ilSig.  Leonello  Laue'^olo ,  il  Signor  Fui 
uio  Qwiftelli  y  Cr  ti  Capitano  Flippolito  Gianluca,  che 
la  fe^uiuano  a  pie  uè  fi  iti  di  color  diuerfi  infiggie  mol 
tofintuofiy  cfrper  cimieri  haueano  uarie  imprefe  che 
riguardauano  alla granfir'^  della  Fortuna y  laqua 
le moftrò chefi la mrtU  (gl'amore  doueano  crefiere 
per  accidente  alcuno  efteriorey  non  la  Gloria ,  ma  ejfa 
ne  era  la  potijfima  cagione.  La  onde  uoltatafi  con  Ite 
ta  faccia  ai  fignori  &  alle  dame  produjfe  gli  argo- 
menti fuoi  con  quefle  parole  • 

Che 


DI      PERONI    A.  Si 

'    Che  U  Virtù  ch*e  fola 

Da  fé  non  bafliy&  colfoccorfo  crefca 

^ncidio  credo ,  cr  Raffermo . 

Non  che  per  gloria  ella  maggior  riefia  • 

Che  ti  celebrar  y  che  inuola 

Jnomi  al  tempo ,  ò"  cantra  lai  Jk  fchermo, 

ZJien  dafcrtttoriy  ond*efca 

Eterna  fuma  :  &  che  perciò /lan  giunti 

Con  cor  tranquillo ,  &  férmo 

A  principe  non  men  faggio  che  firte . 

Etflrtnger  qutflt  punti 

Jn  unetàfotto  un  medefmo  clima 

E  proprio  de  la  forte . 

Ofirtunati  mille  uolte ,  (^  mille 

Q^ei  chan  ftagion  nafcendo , 

Che  non  bramar  d*  e [fer  più  tardi  oprimi  • 

/  che  tra  me  comprendo 

1  beni.es'  mali  eslernij^macra  e  opima  : 

Che  tefori,c^  fumile 

Al  mi  fero,  crfoperbo  Jlion  diedi 

£t  tra  tante  altre  an etile 

La  Rema  del  mondo  oppreffa  mi/t  ; 

IS^on  pur  fi  che  degli  anni 

Trionfila  virtù,  ma  braccia ,  &  piedi 

Le  preflopercheforga. 

Et  s'io  nonfiffì  non  haurebbe  uanni 

Ver  at^arfiy  o  che  mei  fi 

Toflofartan,  ch'ellaffiegaffe  iluolo, 

Cofifi  chefifcorga 

F        L*am9r 


2t  I     L      M    O    N   T    E 

V  amor  pu  bello  :  &  che  fi  tenga  falda 

Tra  uert  canti ,  ^  rtfi 

Con  la  uentura  mia  leuando  il  duolo» 

'Et  ^ueFli  chan  fi  caldo 

De  l*un,&  l'altro  ardente  zelo  tipetto , 

Et  fenton  gioia  tale . 

Jlita  merce  Aa  i  martir  tanto  diuif. 

Che  il  ben  de  talto  polo 

Con  l'muidia  non  può  fremer  i  affetto» 

Faranno  ogni  arma  fiale , 

Chefia  per  mio  di  fior  uolta  a  i  lor  nifi, 
"Riufciti  auenturo[amente ,  &  con  ualore  della  lor 
huona  fortuna  meriteuole^  hehbero  l^  adito  di  gir  e  al- 
Vhonorato  Jeggio  de  gli  altri .  ne  a  pena  m  giunfero 
chefitiidero  entrare  in  campo  la  Prudenza  yla  (fé- 
tjerofìtày  l' Elocjuentiay  la  Sanità,  l'^micttia,  l'jlb- 
bondan^a  ,  &  la  Vrofperitày  che  con  belli ffimi  uefti^ 
menti  cofj firmi  alle  nature  loro^et  cófegni  Hieroglifi 
ci  in  mano  yfi  come  ejfi  fitrono  portati  dalle  donzelle 
delle  Finniche  erano  con  H  Honor  ertene  ano  la  deftra 
a  una  fedia  regale .  Sopra  la  quale  compariua  con 
fplendore grandijfimo  la  Felicità  incoronata»  d^  uè- 
fitta  dt  doppio  panno  d'oro  con  corone  d'oro ,  &  ar» 
me ,  &  libri  dì  intorno  in  fui  piano  .  Tyietro  le  ueni- 
uà  uno  Hercole,  che  con  una  catena  dorata^  che  egli 
haueua  alcollo.conduceuail  Dragone  cufiode  de^o 
mi  d'oro  :  che  era  difmifuratagrande^z^a»  &  foften 
taua  fra  le  alaccie fette  alberi  di  pomi  dzyAdamo  , 
chepareano  tutti  impreffi  cCuna  [lampa  medefima . 

Et 


DI       FERONIA.  8^ 

Et  qutUa  era  la  iwprefa  del  Signor  H ercole  Pio,  é* 
del  Signor  Enea  Pto ,  che  erano  à  canallo  con  habiti 
f^lendentijjlnn  tutti  doroy  ^  con  cimieri  common" 
denti  di  concerto  alla  ueslai&difigmficato  alla  Fé* 
licita y  la  qudporfe  la  fua  ragione  per  fhr  uedere  al 
mondo  ^  che  la  Fortuna  mrrebhe  ufur'parfttl  titolo  ^ 
er  ti  regno  della  ^irtlt ,  (fr  ejfer  la  perptttone  dell'a- 
more: ma  che  ti  congiungimento  delle  anioni  uirtuo  - 
fi  j  ò'  de  beni  fortuiti  e  proprio  fuo,^  che  ueramentc 
leali  fono  quegli  amanti ,  che  ella  fa  degni  delfuo  no-^ 
me»  Il  che  fece  noto  con  queH a  fumila  . 

Se  la  Fortuna  uà  con  tanto  orgoglio 
E  tanto fopra  la  Viriu  s'auanz.a , 
Adarauiglia  non  mi  e  :  perche  mi  e  noto 
Che  di  natura  e  uana:  &per  ufan^a 
Gonfia  la  uela ,  ^  non  riguarda  a  fcoglio 
In  che  finger  lapuo  fallace  noto . 
Afa  s'apre  gli  occhifcorgerà  eh' a  uoto 
Tenta  di  trappajfar  ne  l* altrui  regno, 
Dalfuo  come  lontan  cofìdiuerfo . 
Et  uedrà  cheperuerfo 
Non  e  l' Imperio  fuo  quando  e  fol  pregno 
'De  i  ben  che  fon  fuor  de  l'human  a  pojfa» 
Et  fé  quefii  con  quei  chefian  ne  l'alma 
Si  congiungono  in  fiato  alto  ,  ^  ficuro , 
Qualdal profondo  torreggiarne  muro  , 
Feiicità,nQnpiu  Fortuna  è  l'alma 
XJita,  ch*a grafia  taltien  durei'ojfa . 
j^epar  che  fin  Firtu  chiamar  fi  pofa  • 


S4  I^       MONTI 

lo  perche  d\jfafon  l'in  tendo,  &  ^^ggo,  -A" 

Che  in  un  e^ue^e  due  firz^e  arto ,  &  p^Jf^i^t^  * 

Dunque  da  me  uenendo  il  meglio  tutto 
Sarò  de  Chuom  t  ultimo  fine  :  ^  punto 
Di  quanto  a  lefopreme  altel^s  aggiunge . 
jE'  ancor  ch'io  bafii  ^pur  non  far  an  lunge 
Quei  beati  Campion ,  c'han  prefo  ajfunto 
Dtprouar  in  battaglia  ^  fi  che  afciutto 
1)'hoHiLfang  w:  il  terren  non  fa ,  che  in  tutto 
Ogni  amante  è  fide  l  con  figno  aperto 
Quando  d'hauer  ti  mìo  bel  nome  e  certo  . 
JfiiiciCaualieri  riufciti con  quella  filictta  che  al^ 
ttmprefa,& alualor  deffa  f  ricercaua^fiirono  r ac- 
colli fotta  l'ombrella  .Et  in  queViafi  fenti  un  gran- 
dtfs.  Crepito  chefice  rimbombare  tutto  ti  Teatro  • 
Era  queflo  ftreptto  il  romore  chefiiceuano  uentiquat 
trofituciulli  ucHitt  d'ormefino  incarnato  con  fotiilif 
fimi  ucli  tt  rattuifopra ,  che  imitai^,  ano  la  r^rnagio - 
ne, cinti  a  trauerfo,&  coronati  di  uerdure,  cr  dijìori 
difeta  con  ciufoli, cembali, cr  tamburini,^  con  afe 
ornate  in  uanegmfe  dififtoncin  i  uerdi ,  (^  dt  tremo 
le,&t  dipànicellula  metà  de  quali  tiraua  un  carriuo 
lo  chiujo  dinanz,(,a  aperto  dt  dietro  fotttlijfimamen 
telauorato  con  oro,(^  argento  tramezzato  tra  diuer 
fìcoloriyiy'  diuerfe  tcflicciuole  dorate ,  Sopra  il  quale 
fedea  un  uecchio  c'hauea  nella  man  deflra  una  copa 
lunga  doro  :  &  era  uè f  ito  di  broccato  d'oro,  (^  cre- 
me (ino  col  capello  in  concerto  :  c^  con  un  mantello  in 
modo^che  rappresétaua  un  GrecoLegisUtored'  altra 

m&tà 


DI       FERONIA.  8^ 

Tnetà  de  ifknciulligiua  trefcado  intorno  a  cjneflo  cor 
ritiolo .  C^  quindi  fi  fi  or  gè  uà  che  queHi  era  ti  Genio  : 
fi  come  egli  medefitmi  ti  dichiarò ,  quando  dapoi ,  che 
quefla  turba  puerile  hebbefiitti  i  fiuoi giuochi ,  fimi" 
fi  a  uolerfizr  conofcere,  che  eglipreuedeua  wfin  dal' 
lefufce  qual  fine  ^  fi  nella  uita  amorofia  com2  nel  re* 
fio.douep  hauer  la  gente:  perfiaper  beni/fimo  Nncli- 
nattone  de  gli  animi  d'ognuno ,  cr  che  perciò  douea 
in  quefto  litigio  effer  antepofio  alla  Felicità  :  r^  ac^ 
compagnato  dalCaualier  Ta[fone,dalSig.  Ftcenz.o 
FlifcOydal Conte  Scipione  Sacrato.Qr  dal  Signor  A^ 
lejfandro  Andriafi,  ch'erano  a  pie  con  uè  fi  e  bianche 
molto  leggiadre ,  cr  tutte  [parfe  doroy  &  con  cimieri 
per  tmprefie,  che  dtnotauano ,  che  %  buoni  fi  fkceana 
cono/cere  coi  tempo ,  mito,  che  pi  alla  [olita  banda 
del  Teatro ,  fece  quefto  ragionamento  • 
*Z)i  fi  bella  pendice 

tAla  dolc*  ombra  uengì 

Con  agi.c^fifle  a  i  lieti  cori  amie  e . 
Non  ch*io  contender  uoglta 

Con  quella,  che  la  copia 

Da  d'ogni  ben  -.perche  cotefta  uoglia 

Kon  e  del  Genio propia . 

A^a  per  dir  come  fòglia 

Naficer  da  me  quel  che  il  buon  fine  indice  • 
cy^lcun  effer  non  potè , 

Che  a  quel  gran  colmo  arriui , 

A  che  dri^ò  Pintell&ttiue  rote , 

Se  gli  atti  ne  fan  fchtui: 


S^  It       MONTI 

fero  ch'orjde  fi  [cote , 
Le  mojfe  frinì  e  h  abbia  al  penfiernimice . 

1  parlo  de  l'innata 
Viriu  ciò  e  da  fegutre. 
Ter  lafirza  maggior y  eh* indi  e  creata  : 
Non  già  deluan  defire 
C*ha  natura  inclinata 
(Al  piacer  che  men  noia,  (^piu  difdice  • 

Quella polfent e  Dea 
Cheleuitefigilla, 

Ter  che  dopo  grandi ,  é"  lungh*opre  bea 
E  fi  tardi  tranquilla. 
Che  chi  crefi:er  douea 
Non  uede  prima  ch'ei  non  fta  felice  • 

Ma  perche  fi^n  preuiUi 
Da  me  color,  c'han  geni 
In  quel  che  fitnno ,  &  i  bramati  acquifii, 
Sefian  preflt ,  &  fereni , 
O  fé  pur  pigri  (^  trifli , 
Conofco  t  frutti  infin  da  la  radice  • 

Et  io  però  fapendo 
Che  queftì  miei  guerrieri 
^ylrme  cjr  amor,  a  ch*to  li  piego,  ^  fendo, 
iletto  han  per  mejìteri , 
Le  imprefe  lor  commendo , 
Ohor  mojìreranfu  quefte  arene  aprìce . 
Quanto  i  quattro  Campioni fiffero  ben  dijpofli  con 
tarme  in  manOy(^  inclinati  non  folopernatura,ma 
fer  propria  uirtu  ajktti  egregi  ^ildmofrorono  nel- 

U 


D  T     F    E    R    O    N    I    A  .\a  87 

la  battaglia  che  fecero,  partito  chefii  ti  Genio.Q^par 
titi  ancora  ejfi  del  campo  ,fpHntarono  quattro  Cigni 
grandi ,  ò'  belli ,  ò'  ornati  d'un  monile  tutto  conte^ 
jio  dtgme,  chaueano  al  collo:  (^  tirauano  una  lilz.a, 
intorno  a  cui  erano  fitte  figurine  dorate  pofle  peri 
fette  pianeti. et  perche  feguendo fi  l'ordine  loro, il  Sole 
che  e  ti  quinto  uentua  a  ejfere  di  dietro ,  c^  tre  n'ha" 
ueua  dall'una  hàda,ò'  tre  dall'altra^  effo  in  luogo  op 
fortunose  he  redeua  bello  il  dtfegnOyfofìtntaua  un  Zo 
diaco  :  ife^ni  del  quale  erano  di  mezo  rilieuo  meffi  a 
oro. In  quefìa  ltlz.a  fìauano  le  tre  T arche  con  la  conoG 
chia,colfilo,c^  con  lafurfice,  c^  fecondo  che  dinota^ 
uan'd  naft eretti  uiuercé*  H  morire J' una  era  ueflita 
di  bian  co, l'altra  di  uerde.et  la  ter^a  di  nero  c^o  drap 
pi  dt gran pr etto, c^  di  molta  uagh^a.^  dietro  ad 
effe  erano  a  cauallo  il  Conte  Hercole  Ejìenfi  Contrae 
rij:  il  Conte  Ferrate  Efienfe  Ta[fone,&  ti  Conte  Hip 
polito  Efienfe  T affane, de' quali  parimente  l'uno  era 
guarnito  di  bianconi* altro  di  uerde,c^  ti  terzo  di  ne  - 
ro:et  con  pennaccht,i  quali  non  meno  che  le  uefie  era 
no pompoJi,(^  non  meno  fparfidt  gran  copia  d'oro , 
et  dargéto.quefìt  erano  i  caualiert  del  Dejitno  ejpref 
fi  da  quelle  treP archete  quali  per  contendere  contra 
ti  Genio  per  conto  delpreuedere  tfint ,  &  le  lealtà  de 
gli  amanti  ,p  prefentarono  nel  luo^o  [fatutto ,  ^  la 
bianca  hebbe  il  carico  di  ejporre  quanto  tn  ciò  feri' 
€hiedea.  cr  quel  che  ella  ejpojefit  queHo» 
U antmeder  che  il  Genio 
Loda  comr a  coki  che  i  fi  perfetta , 

£4         A  noti 


8S         a.        IL      MONTI 

^mt.donde  il  Dejiin  fljh,  s'afpetta , 
uinz^iperche  digmdicar  s  arroga 

2)^  U  notitia  e' ha  ^fe  narra  molto 

Col  fèrro  o  con  la  toga 

Chi  ima  &  l'altro  perfua  uefie  ha  tolto , 

Speffo  in  errorfìa  colto  : 

Ter  che  la  Hrada^che  da  prima  alletta 

La  ragion  ,  ejferpuojpejjò  interdetta. 
Afille  fiate  in  fui  maggio  occorre 

Co  fa  che  t  pajfi  non  pur  [cerna ,  &  moTt^a,  « 

Jl^afiioljJ?eranz.a  torre 

A  car/iin  nuomi  &  chi  con  noi  s'accoT^a 

Contra  lefìelle  coT^a . 

7s(jgioHa  che  la  mente fìa  corretta, 

I^on  che  dafirz.a  naturai  ben  retta. 

Noi  cheprefente  habhiamfempre  il  fiituro» 

Chi  con  le  donne  e  in  fu  i  deftrier  uit torta 

/iaurà  con  fin/Icaro , 

Jl^egliofappiam  che  un  a  p  affata  hifloria  • 

Et  con  foprema gloria 

Faran,  fé  in  lor  noflra  ragion  Jl metta , 

Quefte  man  del  nimico  afpra  uendetta . 
t^lla  profèrta  di  cjuefìe  ultime  parole  Icuando  i  Ca 
ualieri  la  man  deflra  in  alfo,  c^  dipoi  con  effia  tmpu- 
gnandoyet  aizzando  h  slocchi,&  affamando  feramen 
te  i  nemici  tiolfero  che  fi  uè  de ffe ,  che  in  effetto  erano 
defiinati  a  riportar  pregio  dalle  loro  attioni  .  To^ 
fiiafòttentrarono  a  cauallo  il  Conte  (^iofeppe  Stro'^- 
^jl  Conte  Annibale  Beuil  acqua  set  ti  Come  Onofrio 


DI       FERONIA.  8p 

'Beuìlacqua ,  che  uefttti  magnificamente  di  turchina 
C^ giallo  con  l'oro  fiamejjp  §-  con  penne  in  Jimiglian 
z.a  condticeano  la  Verità  raffigurato  da  un  Troteo, 
ch'era  accommodato  in  una  per  fona  in  talguifa,  che 
gittaua  fioco  per  la  bocca,  &  uerfaua  acque  per  il  fé 
no  3  c^  hauea  le  gambe  d* animai  feluatico ,  Cv*  /«^  co- 
da di  fer pente  :  c^  era  portato  fa  un  homero  cfr  tal^ 
tra  di  due  Dei  Marini .  T)inanz.i,  d'intorno  ,  ^  di 
dietro  u  erano  a  fargli  compagnia  Tritoni ,  Claudi 
Forct,  T^lereidi ,  Oceanittdt  ,&  altre  detta  delma^ 
re  tante  dell' un  fe^o  quante  dell*  altro  .  ò'  alt  arriuo 
lorofifent)  ungrandiffimo  rimbomboper  tifato  che 
diedero  a  i  Conchtli  tortuop .  Troteo  hauendo  animo 
dicomprobare che laVeritÀ  conofceffefe  Bejfa  me" 
gito  di  quel  che  poteffero  far  gli  altn ,  &  che  per  tan- 
to a  lui  fiejfe  ti  decernere  quali  uer amente  amaffero, 
dtjfe  co  fi . 

La^'^erità  fiotto  color  diuerfi 

Suol  comparir  :  fi  eh' è  ftflejfo  ti  centro . 

Et  cangiando  fi  uà  quel  eh' e  d'intorno  • 

Ne  difcoperta  mai  pu»  ben  uederfi. 

Se  penetrata  non  e  ben  di  dentro  . 

Vero  bramando  che  riceuin  fcorno 

Non  pur  le  ?  arche  ,  che  uolean  ualerfi 

Di  lei  contr' altri,  fienz,a  darle  il  pregio , 

Afa  tutte  quelle  Deità ,  chanprefia 

Di  condur  Canali  er  da  tutti  i  uerfii 

Et  definir  chi  fa  l'amante  egregio . 

Ha  me  mandato ,  acctoche  uenga  refi 

Cont9 


90  IL       MONTE 

Conto  di  lei  da  me  y  e  he  ben  conuerp 
In  uariegwfe  i  nari  afpan  porto  : 
Jlda  fi  compila  fon  [cmpr  e  ti  me  demo , 
iV^  in  altro  me ,  che  in  me  ,giamat  conuerjl. 
S'io  fon  in  fin  me ,  in  fiamme ,  m  fiera  torto , 
Di  piedi  &  man ,  di  braccia  &  gambe fcemo  » 
Se  più  noli  e  i  miei  uolti  uolttfirfi 
JSIonh  eh*  io  non  fi  a  talcjHalfempre  fui, 
JVe  cjHcl  che  fon  per  tante  fhccte  muto  • 
*Delverfoflento  la  per  fon  a,  eimmerfi 
Ancor  che  pano  t  fentimemi  altrui  ^ 
Si  dal  profèndo  gii  ergo  &  li  difcuto  , 
Che  non  han  loco  ouejaluarpoter/i, 
Et  perciò  cjHalt  pan  a*  amor  fincero 
Conofco  come  agogni  cofia  il  re  fio  : 
Et  non  meno  che  t  buon  tutti  tperuerp, 
eh* io  dica  ti  uer ,  io  ch'in  uerfono  il  uero 
JHoUreran  uero  i  miei  nel  mt^o  a  quefio 
Teatro  yp  che  poi  dehban  doler p 
Quelli  chefiano  a  lor  e  al  uero  auerp. 
Et  a  punto  ifuoi  tanto  ben  corri fffofero  alle  fue parO' 
kyche  non  p  potè  negare  ch^efit  nella  z,ujfa  non  face  fi- 
fero  ueramente  il  debito ,  U ultima  deità p  lOccapo 
neyche  uennefopra  una  gran  palla  inargentata  por- 
tata da  uno  che  ut  era  dentro  tutto  naficofio,  che  tutta 
nuda  fior  che  daluentre  a  me'^a  copta ,  coi  rafoio  m 
mano  0-  l'ale  a  i  pie  &  la  capillatura  allafionte ,  pa 
rea  chefieffe  in  termine  di  precipitare  ymn  eh  £  figgi" 
re  .  ci' perche  chi  la  perde p pente ,  &  chi  nonfipen- 

te  s'oftma. 


DI       FERONIA.  91 

te  s'opirja,  &  chi  ne  fi  pente  ne  iojìina  ejtupido,fi  che 
non  [ente  tn  alcun  modo  la  perdita  }dopo  ejfa  uenìua- 
nofiijfequentemente  [una  dopo  l'altra  la  Tenitenz.a, 
[O fi  mattone  j&la  Stupidezz.a .  la  Tenìtenzjt  uefli 
ta  di  bertìno  con  capelli  fj^ar fi  per  le  ffalle  (^  con  un 
uà  fa  rotto  tn  manoftaua  /opra  una  mula  :  ^  fipra 
un  afino  /'  Oflinatione  uesìita  di  color  ferpentino  con 
unafirpe  in  mano  :  &fi)pra  un  bue  la  Stupidezjzji  uè 
fitta  di  tanè  con  le  orecchie  lunghe  dr  con  un  [affo  in 
mano .  Etfeguiuano  a  pie  il  S.  Francefco  Ntgrifoli, 
il  Conte  Tomafo  Sacrato ,  (^  //  S*  Girolamo  Fabia^ 
no  con  colore  bertino  y  uerde  ofcuro ,  cr  tane  con  ar» 
gemo  et  con  oro  in  habtti  dtfìima  et  di  bellel^agran 
dijfima  3  &  haueano  i  cimieri  con  inuentiom  corrijpo 
denti  al /oggetto ,  Apprefentatafil'Occafione  nelmo 
do  ^  luogo  [olito  refe  la  r  agione, perche fi*jfe  uenutain 
ultimo  y  che  e  tale . 

VOccafionfonio, 

Che  l*horagiufla  ho  colto 

Ferfkr  f  ufficio  mio  : 

Che  non  douendo  alcuno 

Tiu  comparire ,  aduno 

Queflo  drappel e  ho  tolto 

1)  al  fior  dt  Caualteri: 

Che  douefarà  uolto 

Farà  ftrage  cotanta  : 

Che  un  fiume  non  fi  uantél 

Più  de*  rapidi  carfari 

Gorghi ,  con  che  ruina  ' 

JDirfipi 


p2  ILMONT» 

Dirupi  e  incontri  alteri 

Che  chi  wif  rende  &  tenga 

Jlfin  bramato  ottenga , 

Si  ch'io  fia  la  %^eina 

JDt  tutte  le  uenture. 

Che  l'opre  induce  e  affina  : 

Et  che  non  nafca  opera 

Ciò  che  piace  o  fifpera , 

Terche  per  poche  cure 

O  per  la  cieca  uifta 

Jo  nonfia  prefa ,  o  pure 

Trefa,  lafciatofia 

eh' io  precipiti  uia , 

J^on  uuo  prouar ,  ne  uifta 

Fiio  chefaor  de  conflitti 

Sia  mia  ragion ,  s*è  trtfia 

O  s'è  degna  che  uaglia. 

Teroche  a  la  battaglia 

Conduco  i^uefli  inuttti 

Spirti  primi  ne  l'armt 

Et  ultimi  defcritti , 

Ter  hauer  miei  coftumi 

Vari  dagli  altri  numi . 

Et  contra  lor  uentarme 

Ter  uincer  con  parole 

Quel c'han detto ,  non  parme  • 

JWapoi  che  la  lor  gente 

Non  èftatapojfente 

ji  prouar ,  come  fole 

In 


DI         FERONlA.  95 

In  tutte  altre  contefe 

A^aifempre  ciò  che  uole» 

Ho  giudicato  degno 

Il  tempo  mi  cjual  uegno 

u4fhrchefiapalefe 

In  uer  co  ifhttifiejfi 
-  Quanto uagltan  mie  imprefe . 

Seuinco,  cjuel  confego 

Ch'altri  non  ha  :  fé /ego 

Lafciaguratnche  mejji 

Gii  altrtfifon ,  non  temo 

Che  uengan  altri  mejfi 

Dopo  me  :  fi  che  pojfa 

^Icun  hauer  pm  pojfa  • 

Hor  m  punto  cfuafemo 

Ter  conchiuder  chiamare 

E  tronco  non  che  [cerno, 

S'to  uuo pigliare  il  punto 

Ter  far  che  fio.  difgtunto 

L'uno  da  C altro  core  • 

Et  che  nafce  c^  diuiene 

Sommo  col  mio  uigore  • 

E* a  ejueflo  crin  s'attiene 

La  uiua  noflrajpene  . 

Dimoflrato  crebbero  i  Caualiiri  colfemhiantey  f^ 
con  glt  effetti  cjuanto  merit afferò  di  uenir  acjuelci- 
tnento  w  cefi  degno  Teatro ,  andarono  a  metter  fi  nel 
la  compagnia  degli  altri,  ^  aun  tempo  mede  fimo  fi 
mdero  unir  tutte  UDsttà  ch*srarfo  infili  mote  ctfarfi 
■r  '  "      ■  '  di 


^4  II-      MONTE 

di  ejfe  due  partile'  l*tina  utnnt  aforfi  allapunta  del 
ho/co  del  lato  deflro,  ^  l'altra  alla  punta  delfmtjlroi 
alla  quale  erano  l^Honore ,  la  Vtrtu ,  la  Gloria ,  la 
Fortuna ,  la  Felicitai  ti  Genio ,  il  Deflino ,  ^  la  Veri 
tày&al  bofco  dejiro  la  Lealtà^  H  Amore ,  il  Dejìde^ 
rio ,  la  BelleTjLa  ^  la  Concordia ,  la  ConHamia,  c^  la 
^Fatientia .  &  acciò  che  quefìefijfero  otto  come  le  al' 
tre  y  l'Occa/tone  che  non  hauea  alcun  luogo  ordinato, 
prefe  hccafione  di  andare  a  pareggiar  il  numero  col 
metterfi  dalla  banda  della  Lealtà  .  nella  quale  fchie 
ra  meglio  anche  Jìaua  che  nell'altra,percioche  le  otto 
della  banda  defira  haueano  riguardo  a  i  mezj,  coi 
t^ualt  s'opera:  (^  le  otto  della  fimflra  conueniuano 
infieme  per  rifletto  de  i  fini  che  fi  hanno  nell'opera- 
re.  La  diuìfione  di  queHe  Deità  fi  fece  afuon  di  trom 
he  i  c^'poifubito  s'apprefentò  un'Araldo  a  i  Caualie 
ri  che  flauano  tutti  in/teme  fitto  le  ombrelle ,  c^par 
lo  ad  ejfi  in  talguifa . 

Signori  in  un  parer  concorfe  fino 
Le uojìre Deità,  ch*èfkrduefchierc 
JDifeper  modo  che  uoi parimente 
'F\Jtirandoui  ad  ejfe  in  duefjuadroni 
Z^i  diuidiate.accioche fin  fi  ponga 
ji  differenl^  tante  &fii  difcordi . 
Et  uogiton  che  uoi  tutti  combattiate 
JS/on  a  prefijfi  colpi ,  e*  ad  uno  ad  uno , 
Afa  chefifitccta  una  battaglia  horrenda^ 
Si  che  nel  fatto  d'arme  o  ciafcunpera , 
O  che  una  parte  uincinicc  refli . 

ItJtefé 


DI       FERONIA.  9J 

Jntefa  c'hebbero  Uuolomà  delU  Deità  loro  fi  difuni^ 
tono .  &  una  parte  fi  mi  fé  uerfo  ti  fianco  defìro  del 
Teatro  :  l'altra  uerfi  ilfimjìro .  non  potendo  rtufcir 
ilfhtto  darmefc  non  per  la  lunga  del  campo .  (^fèr^ 
matifi tutti  infilo  c^  abbaffate  a  un  tempo  medefimo 
le  picche  s  andarono  a  ritrouar  tefia  per  tejìa  ordina 
t  amente  (^  conprontezjz^a.  ^  cjmui  al  paragone  fini 
de  la  brauura  &  leggiadria  di  ciafcuno  di  loro.  Fat* 
ti  t  colpi  delle  picche ,  cagatatele  da  banda  s'auento 
Tono  adoffo  con  li  fiocchi  alti,  cjr  lofplendore  delle  Iti 
cidtjfime  arme ,  (^  il  premer  fi ,  Cy'  percoterfiin  diuer 
fegutfe  y  cjr  la  uifia  fòrmtdabde  di  cjuello  Jpettacola 
rapprefentauano  una  nera  battaglia  .  Erano gta  di 
mala  maniera  att accatti  (juan do  s' udt  un  terribile 
tuono  fhtto  da  cento  mortali  di jpofli  per  cjuefìo  eff&t- 
tOi  &  fluide  in  un  punto  fleffo  lampeggiare  l'aria  dal 
tetto  eminente  fopr a  la  porta  del  Teatro  :  <^  ufctrc 
un  Gtoue  frlmtnante  fuor  d'una  gran  nube  ch'era  iui 
congegnata,  lacuale  aprendofi  illuminò  ogni  coft 
d mtornOytal  che parea  cheilctelo  s'aprtffe .  &fopra 
una  fola  corda  apena  uifta,  che  giuatnfìno  a  cjuel 
nuuolone  ch'era  tn  cima  alla  motagna  ,fldi(ìefe  una 
belliffima  nuuola  i  in  capo  alla  eguale  era  effo  Gioue, 
che  giunto  al  meTo^ ,  effendogtà  ognuno  per  maraui^ 
glia  attonito ,  calò  giù  allungandofi  fempre  la  nuuo» 
lai&  a  meXjiria  dopo  hauer  mandati  dal fuo  filimi 
ne  molti  raztfentendoflogni  co  fa  (jueta ,  uolfe  le  fut 
paroU  a  i  Caftahm  &/ille  Ditta  m  tal  modo . 

Ognté 


^6  I    L       M    O    N    T    E 

Ognun  fi  férmi .  i  uofìri  Canalteri 
Voi  Detta  fate  tirare  a  dietro . 
Ch'io  uederli  non  uuo gire  a  trauerfi, 
Tenetrando  l'interno  de  i  lor  petti 
Jidegiio  di  noi .  ne  dubbio  e  ch'io  m  inganni . 
Et  perche  l'alme  lor  fino  a  me  chiare 
SenzA  che  uelo  agli  occhi  miei  le  afionda  ^ 
So  che  fin  di  ualor  più  ajfai  che  gli  altri  : 
Ada  nel  ualor  d ugual  ualor  :  fi  come 
Nelfsruar  a  le  dame  fi  ,fideli 
Ttu  di  ciafcun,  ma  con  la  fide  uguale  • 
Et  dico  eh' altro  par  non  hanno  al  mondo  • 
Et  quejla  do  per  uh  ima  fieni  en\a . 
Jo  chefionRede  Cuntucrfi  ^  Gioue 
Dar  la  poffo  &  l^  uoglio  in  quefiaguifia . 
Et  benché  uoi  de  uofìrt  nomi  ecce l fi 
Glt  ornafiegià ,  comefieguaci  uoflri , 
^erchefiete  Potenz^e  mie  mintflre 
JSIullafittte  y  5  io  qual  Signor  [oprano 
Non  m'interpongo  il  miofiommo  confienfio  • 
Jo  per  le  lo  r  magnanime  prodezze , 
Ter  le  imprefie  leggiadre  (jr  tanto  tlluflrf, 
Chan  mutato  infieren  quefto  dififico  , 
Di  quei  titoli  Heffì  con  chefiono 
Comparfiqualipriuilegfo  tutti, 
E  intendo  &  uno  che  foli  h  abbiano  il  uanto 
Di  tener  a  ragion  queftì  cognomi . 
Finite  quefie  parole  i  Caualteri  in  atti  corte  fi ficen* 
cenni  d'abbracciarfi:^  tra  tanto  Gioue  per  uirtu 

dordegni 


DI       PERONI    A.  ^7 

(^ordegni  diuerfida  qmlli  che  l'haueanojntto  difetti 
derc  y  afcffi  in  alto  :  c^  con  tnfimto  Hupore  di  tutti  i 
riguardanti  entrò  nehìtiuohne  della  montagna yche 
mandana  fiiochipiu  firiofiche  mai  :  ^  iut  dijpar^ 
ue^é"  (ìp^i^tirono  parimente  le  Deità  coCatialieri» 
Ne  il  'Duca  fice  fiir  la  cena  già  ordinata  perche  il 
trotiarfi  la  Quattragefima  troppo  inanz.i  uietò  che 
nonjifhcejfe  conuito  :  accioche  non  s'hardcff^  injleme 
a  fare  i  halli  con  gli  tntrattenimcf^tifolttt  in  tal  ca- 
fo .  Gli  abhattimenit  fiir  ano  a  cauallo  con  lo  fioccosa 
dpie  con  picca  &  sìoccOjCon  l'az!^ ,  con  la  lancia, 
C^  con  io  Ipiedo  ,  cr  per  quello  che  fu  detto  da  ognuno 
nonfìgiofl'-ò ,  uè  fi  corfe  a  campo  aperto ,  ne  all'uH- 
hanefe ,  anc^^ra  che  quefle  tre  altre  forti  darme  fijfc 
ro  nellt  feudi  delle  Palladi .  perche  in  effetto  il  Tea^ 
tra  era  flato  fkttoper  lafifta  dt  Gorgofèrufa ,  ejr  tan- 
to  pia/io  uaciio  utfiLifciò  che  fermffe  a  farla  con  lo 
Fiocco  a  camallo  f(^  con  piccaci  fiocco  a  pie:  fiche 
era  capace  a  haftanza ,  ne  itole  a  effcr  maggiore  .pC" 
roche  l'altezji.a  de  gradi  oltre  a  t  palchi  fhttt  fitora 
di  ejfi  c^fopra  i  tetti  era  afoifcien"^  per  le  perfòne 
degne  dello  fp  et  taccio .  Et  in  cjttefiaftconda  fifla  gli 
altri  abbattimenti  chefipotcrofkreapts  non  man- 
corono  d'effer fatti ,  Ada  à  noler  disfare  illuogo ,  c^ 
ridurlo  alla,  con u eniente  ar^jpiezxa  per  quelle  tre 
fiìrt'idicaualeria  che fitrono  preterìrfeffe y  era  ma^ 
ntfdttura  o^ affai  più  tempo  dì  quello  c^hthhero  que^ 
fii  Canatieri ,  che  fcmpre  fletterò  a  dt  per  dì  per  ijpe 
dirla  »  Et  io  per  l^a^ettions  con  che  ^m'hanno  at^ 

G         tr.^.tto 


^8  J    L      M   0   K    T    E 

bratto  afe  per  cofìrare  cofe  darme  c*hanno  fktto  cóÀ 
tanta  eccellenza  m  affaticherei  di  rimojirare  che  ef 
fi  haurebbonofaputo  bemjfimo  metterfì  i(^  riufcire 
in  cjuelle  tre  e a'^; alerte  dette  difopra  ^  fé  non  che  fono 
cofì ben  conòfciuti  y  &  tanti  d'e/f  hanno  dimosìrat» 
più  ttolte  nella  medefima  citta ,  ^  àltroue  cjuanto  uà 
aliano  in  ciò, che  non  hamio  punto  bifogno  dell  opera 
mia .  Ma  non  refitrò  già  di  dire ,  che  mrrabdi  fono 
fiate  cjutfìe  due  giornate  con  due  biliffime ,  &  dmer- 
fijfimetnuentionii&cofibt'ne  incatenate,  the  non 
fi  può  ueder  meglio .  Io  mi  fon  auedutò  ,  che  la  pri- 
ma conteneva  la  deferii  none  delP^itio ,  ^  defuot  ef- 
fètti .  perciochequelCaflello  ,  che  già  fi  di  mente  , 
fi  rifolue  ih  niente,  &  ti  me  de  fimo  h  della  Maluagi- 
tà  :  nonefféndo  alcuna  cofa ,  che  uer amente  habbia 
feffentia  fé  non  il  buono  :  &  maggior  pcrditione  del 
male  e  quella  che^fh  ti  male,  che  non  e  quella  che  fa  ti 
bene  :  per  effer  piu  oppofli  tra  fé  due  eftremt  che  fun 
eftremo  ,cfrdm(z.o,  la  onde  un* altra  maga  uenne  a 
disfureglt  incanti  di  Gorgofèrufa;  il  nome  della  qua  - 
le  dinota  eh* ella  porta  il  Gorgone ,  che  e  quel  uolto 
borrendo  che  fhcea  fìupefur  le  genti  :  diuenendoflu- 
fidi  coloro ,  che  perdono  tiutgore  dell'  intelletto  :  ^ 
reflando  nella  condilione  defaffi ,  che  e  peggiore  di 
tjuella  delle  beflte .   Quei  giganti  poi ,  quel  drago , 
(juei  moHri,X^ marini ^& ftluaggt ,&  quelle  ni' 
gromantte  mojirano  la  Soperbia ,  la  Libidine,  la  "Be 
Hiàlità,  &  la  Malitia,  la  quale,  fin  che  fi  occultata 
'con  lefiaudiyfice  parer  ddttie di  uer o  dilato  quelli 

ch'erano 


DI       FERONIA.  9^ 

ch^  erano  beni  fhljl,  ma  poi  di/coperta  ieuò  daWin- 
canto  coloro  che  u'eYano  dentro:  abhorrendogli  huo- 
mini  dijpirito  tlnitio,  quando fìa  palefi,  ^  non  com 
parifca  fitto  il  mantello  della:Virtu  ,wa  perche  la 
Adaluia  che  non'fifirue  della  fiaude  e  negli  huomi^ 
ni  crudeli ,  &fitriofì,  (^  può  meglio  ejfer  abbattuta  , 
che  quando  fi  troua  nell'altro  [ito ,  i  primi  Caualie- 
ri  che  entrarono  tn  tfteccato  ben  riportorono  uittoria 
de  i  giganti ,  ^  del  drago, ma  non  poterò  fchifhre  le 
nafcofte  infidie  della  Fata .  ha  feconda  inuentione  e 
Jìata  intorno  alla  Vmu  3&ai  fuoi  effetti ,  ueggen^ 
do/ìli  fine  di  e  fa  in  perfmerar  nell'amor  pìefocon 
giudicio .  //  qual  amore  e  la  radice  di  tutte  le  buone 
operatiom.  ^  quella  montxgna  alpeftre  ornata  d*a^ 
guglie, d*t  dolly  di  por  toni ,  di  temptj,  d'archi ,  dipon- 
ti,  &  di  roccljt,  che  fono  tutte  cofe  mafficcie,  ^  ben 
fondate ,  hafignificato ,  che  oue  le  apparenz^e,  le  uà- 
ne  dilettattom ,  (jr  le  tri/ìe  opere  fono  labili ,  c^  cadti 
che ,  fi  che  di  leggiero  uanno  a  terra ,  &  a  trauerfo  ; 
il  ben  che  procede  dalle  attioni  uirìuofe .  ^  da  t  meri 
ttefohdo.  Dai  firmi  doffi  di  quefìa  montagna  di^ 
fiefero  quei  Cavalieri  che  uoleano  mantenere  con  fir 
me'^afhonorato  loropropofito .  Et  [e  bene  di  mano 
tn  mano  nacquero  uarie  contefie  circa  la  Lealta.ntn 
dimeno  erano  piaceuoli  fenici  che  ne  figutffe  dctri' 
mento  alcuno  dei  Caualteri.cfr  tutte  fi fiiceuànoper^ 
che  la  uerità  meglio  ficonofceffe.  percioche  nonr/^efio 
nella  uita  agibile,che  neìUftudij  contemplatiui^quan 
topiu  la  materia  e  difcujfa ,  c^  dibattuta ,  tanto  piti 

Cj     z         fif^if' 


100  /   L       MONTE 

fluiene  in  cognitione  di  ejfa .  Dopo  la  h attaglia  non 
f^  perdetia  la  libertà ,  che  e  foccejfo  proprio  di  quei 
e  hanno  gittata  uia  il  tempo  ^  l'opera ,  quando  dopo 
hau.r  cominciato  a  far  bene  non  fi  confirmano  con 
gli  habiti  buoni,ma  divengono  incontinenti,  ^fi  la- 
nciano irretire  dalfenfo  negli  agi  .^  nelle  delitiofe  co 
modita .  Ma  quim  combattendcfi  con  firmo  proponi 
mento  s' otteneua  il  conueniente premio  i  che  CHono 
re .  &  perofigiua  a  [edere  in  feggi  belli  (^  eleuati  c^ 
coperti  di  [opra  perfegno  di  maggior  dignità  .  l'^e 
quiuifì  combatteua  o  a  richiesta  d'altri ,  e  per  uen^ 
detta ,  0  per  capriccio ,  oper  inganno ,  come  s'era  fkt 
to  nella  giornata,  che  rapprefentaua  ilì^'^ttio,  ma  per 
che  il  fine  di  quei  che  debitamente  fi  dee  fnr  e  in  alcu- 
na imprefia  è  un  filo ,  tutti  uennero  al  conflittoper  un 
fi)l  risfato .  ne  ufiorono  ilmezo  dell'arte  magica ,  ma 
de  i  termini  della  uiriìi  ificjfa  .  (j?  ho  pigliato  queflo 
nome  di  Viri  u  largamente  per  quello  che  Conmene  al 
lau:tadeìbuo?7Ì  Cfr  de  i  ualorofii  :  fi  come  tutto  ciò 
che  e  rio  et  fi  cirrato  ho  ccmprefo  difiopra  nel  nome  di 
Vitio .  Et  non  una  maga  e  t ultima  a  comparire,  dd 
modo  che  fi  ce  ni  primi  mifier  abili  confimi ,  quando 
pofe  a  fine  qutlU  uentura  :  ma  Gioue  che  e  il  fine  de* 
fini ,  c^  l'ultimo  punto  del  bene  ^  ha  impofiofine  a  que 
fi  e  feconde  imprefie  cotanto  magnanime:  C"  ci  hafut^ 
to  conofcerc  che  le  noftrc  pitiche  non  pojTono  mai  cefi- 
fare  ,  ancora  che  fiano  con  honefiofiudore  ,fe  Gioite 
non  ci  foc corre ,  fi  che  a  lui  ne  conuerta:  &  che -noi 
non  fi  ano  atti  per  mc^o  alcuno  morale  a  penetrare  la 

ucrità 


DI       FERONIA.  lol 

uerità  3  fé  non  con  la  illuminatione  di  lui  medefimoy 
il  cui  lume  e  l'ifiejfa  uerìtà .  Et  mi  pare  che  in  quefla 
cafo  lapoejia  de  Gentili  pojf a feruir ci  in  cjueftt  fenft 
miUerioftc^di  ottima  fìgmficat  ione.  Et  quejio  e  qn^ 
io  mi  ha  dittato  la  memoria  delle  cofi  da  me  mjìe  in 
Ferrara  nelle fijìe  ftitte  in  qtiejìo  Cametiale  pajfa^ 
to  dal  Trincipe  dì  quella  Città  • 


IL      FINE. 


0    3         JL 


IL   TEMPIO 

D"  A  M  O  R  E 
N   E  L     Q^V  ALE 

SI      CONTENGONO 

LE  COSE  D'ARME  FATTE 
IN       fSRRARA 

NELLE  NOZZE 
DEL  DVCA  ALFONSO 

ET  DELLA.  REGINA 
BARBARA    D'AVSTRIA. 


CRISSI  a  V.  S*i  Tornei 

fatti  in  qHcfla  Citta  al  CafleRo 
di  Gorgo ferufa  j&  al  Monte 
di  Feronia  j  oltre  a  quello  dellit 
Bigina  ^Ifarabia .  &  nelue^^ 
ro  eh  'io  credeua  di  non  poter 
piai  più  darle  conto  di  fpett acolo  3  che  auanT^aJJc 
quei  primi  :  ma  perche  il  medefimo  Vrlncipe  che 
ordinò  quegli  j  ha  fatto  fare  quefl^ altro  y  che  fi 
tilde  a  gli  undeci  di  quefto  mefe  ^  non  mi  par  più 
firano  fé  le  prefenti  magnificen:^e  j  é^  nouitì 
fojfano  ejfere  fiate  tanto  fnprriori  alle  altre  , 
Etacciochey,  S.  vegga  diche  qualità  fia  flato, 
in  effetto  queflo  Torneo  3  il  quale  ho  intefo  chia^ 
marfi  il  TEMVIO  D' ^MO  Ps^E,  mi  fon 
rìfoluto  di  defcriuerlo  j  &  mandarglielo  con  quQ^. 
fia  mia: con  dirle  appreffo  che  $  ella  fcorr era  quel--_ 
lepajfate  defcrittioni ,  ^h'io  feci  4  fi  che  ne  rin^  . 
fi-efchi  la  memoria  ;  &  dipoi  leggerà  quefl' altra  ; 
potrà  conferire  il  tutto  infieme  -:  &  uedere  con 
quanta  uarietà  tutti  iprincipij  3  &  me^^i  ^  &fini 
fianò  fiati  gouerriati  .'  <$*  quanto  tra  fé  dinerfi 
riufiiffcro  gli  apparati ,'  come  da  due  preludia  fi 
fia pajfato a  foggepto graùijfvm 4&a «/|^  (m^ 

'  ?  4      ne 


perfettione  diCanalerìa^che  ha  empiuto  gli  occhij 
i^gli  animi  della  maniera  ch'ella  conoscer  a  .  ?v(c 
simagini  per  premura  ch'io  hahhia  hauuto  in  e- 
(plicare  ogni  circoflanT^y  &  in  affaticarmi  di  ejpri 
mere  ancora  qualche  fenfo^  che  perciò  io  fi  a  arri^ 
nato  al  fegno  di  quella  fatisfattione  3  che  fu  reca- 
ta dalla  rifla  .  della  quale  è  re  fa  uiua ,  &  ampia, 
fede  dalla  tanta  diuerfità  j  &  nobiltà  di  foreflie- 
rifen^^a  quei  della  terra  ^  che  nifi  trouò  .  che  cer- 
tamente io  credo  che  non  fi  pojja  a  gran  pe^^o 
aggiungerui  con  l'efficacia  della  fcrittura .  Illa 
quello  ch'io  dijfi  anche  a  bocca  a  V.  5".  circa  tordi 
ne  tenuto  nell'altre  duefeftcj  le  replico  horapari^ 
mente .  cioè  ^  che  per  non  parermi  che  fi  potè/fero 
difi^inguereyCt  guardare  i  S  ignori  j&^Caualierijche 
mi  è  occorfo  di  nominare  ^gli  ho  raccontati  a  cafo 
fecondo  che  i  nomi  loro  mi  cadeuano  dalla  penna, 
le'bacio  la  mano  j  &le  prego  da  'I^j^  Si,  Dio 
ogni  felicità  • 

Di  Ferrara  .   Il  giorno  di  issatale  « 
M.D.LXV. 


IL     TEMPIO 


D'  A   M    O   R   E 


«^  VENDO   io  a  defcriuere  il 
T orneo  princìpaU  fhtto  dal  Dn 
e  a  di  Ferrara  nelle  nozjiefuey  ^ 
dtlU  Trtncipejjà    5  a  R  b  a- 
R  A   d'Aujìria  ,  ho  giudicato , 
che  per  fkalttarne  la  cognitio" 
ne  ,Jt  che  fi  pojfa  tanto  meglio  e  a 
pire  quello ,  che  fi  andrà  leggendo ,  non  fi  a  che  bene 
aprender  prima  la  [ijìanz^a  di  quefìa  inuentione  ^ 
raccontarla  fitto  jìrcttijfima  bremta  :  che  anche  d.^ 
qnefto  modo  3  oltre  alla  maggtor  intelligenza  y  ne [h 
giura ,  che  con  ajfai  pm  gujìo  fi  potrà  godere  di  que- 
gli artifici]^  che  fucctjfiudumente  fi  [coprir  anno .  Pri 
wier  amente  e  dafapere  ,  che  pi  fatta  la  capata  di 
cento  Caualieri  tutti  cortigiani  o  gentil  huowtni  Fer 
rarefi  ^  ^  per  rtjpetto  del  Torneo  fittto  cinque  dì 
prma ,  di  che  parleremo  nel  fin  di  quefìo ,  ejfnda 
alcuni  di  effi  feriti  ,  oltre  qualche  altro  che  non  fi 
trouaua  fano^uene  mancarono  diece,  (jr  douen- 
doui perciò  ejfere  gran  numero  di  Venturieri,  che 
hauejfrro  da  combattere  &  a  caHallo  ^  a  piedi  fé 

da, 


106  IL      TEMPIO 

da  credere ,  che  fi  fi  a  cercami*  occafione  di  fhr  na-^ 
fiere  fet  Alantenitoriy  che  con  ipHon  propofìto  potejjè' 
ra  dt  rai^ione  ejfer  tanti  a  punto ,  ^  non  di  più  ne  di 
pieno*  £t  cape  finto ,  che  trouando/ial  pie  d  un  alpe 
il  Tempio  dtsy^more,  fei  Maghe  fi  rifoIuAna  dt  an^- 
dariti\  &  che  iteuiy&  ali* apparir  loranafcondendo^ 
fi  quel  Tempia  3  elle  per  dtffstto  fi  pongano  afkr 
un  qualche  habitatione  per  dimorarui,  (^  impedire 
che  alcuno  nm  ui  uada ,  affin  che  ^y^more ,  c,h.e  fi  e 
moflro  co(l  jchiuo  di  effe ,  non  habbia  poi  ad  aggra" 
dire  gli  altrty  che  m  uerranno ,  Et  tanto  più  uolen- 
fieri  ut  fi  firnjano  ,  poi  che  hanno  la  aommodità  di 
Uarfem  gioiofamente  con  quei ,  che  ui  uamo  capi-» 
tando ,  Et  fktto  che  fi  hanno  gli  alberghi  proprij , 
foprarrÌMano  feiCaualteri  condotti  dalla  Fama;  in^ 
contro  à  t  quali  andando  le  Maghe  (^parlando  lo- 
roperperfuaderliàfiymarficonfecoy  uiflo  che  fona 
ffrel^ate  y  mandano  ad  affalir  li  da  alcuni  mofiri. 
Airi  ueggendo  che  quei  Cauaheri  non  fi  sbigottì fcono 
punto  y  per  afficwarfi  de  i  progreffi  loro\,  prendono 
partito  di  ccnucrtirU  in  uarie  firme  «  Fatta  queflo, 
giungono  fei  altri  Caualieri ,  che  conducono  f  Idolo 
di  Diana  tnfirme ,  c^  le  Maghe  conofcendo  di  non 
poter  trasformare  quefìi  altri i  per  effe-''  falui  dalla 
potenzia  della  Dea ,  che  non  gli  haurebbe  lafciati 
perire  ,  deliberano  di  ritornare  ne  i  primi  a  [petti 
queifii  conuerfiy  ^  mandarli  à  combattere  ^on  que- 
fiifiidi  Diana .  &  ejfi  dtuenuti  difìn fiori  di  quella, 
piazj^ji ,  &  per  l'incarno  in  eh  forano  rimafi,  non 

fapcndOj 


D     AMORE.  XCy 

fapendo  di  hauer  prefi  una  ingtufla  protettione ,  fi 
fatisfhno  dell' occa/tonc  data  loro  ditrouarfi  fempre 
in  nuoHt  battaglie  :  &  refiano  come  faldt  propugna 
culi  cÓtra  chi  uà  al  Tempio  d^  Amore,  Di  cjuefìa  ma 
niera  dato  principio  al  torneare  y  cjuando  tutti  fono  al 
le  mani,  le  Maghe  che  ueggono ,  che  ifuoi  non  shar 
ragliano  in  unfithtto  quegli  a/tri,  udendo  accertar/i 
della  uittoria  pinno  nafcere  occorrenz^a ,  donde  i  f^e 
furieri  non  filo  fi  $fic  eh  ma  da  i  Mantenitori.ma  uà 
dano anche  àperderfi  nei  bofchi  contigui*  Et  di 
mano  in  mano  fempre  che  nuoui  combattitori  s^a"^ 
x.ujf ano  coi  loro Caualiert , gli  ingannano  in  uari& 
guife  yòperfirz.a  d' incantamenti ,  ò  per  fiaude  ,•  ^ 
il  fanno  dijperdere  qua  ^  la,&  rimanere  per  uie  oc 
e  ulte  in  potè  (là  di  effe.Arriua  alla  fine  una  gran  bart 
da  fotte  tarco  della  Virtù  c^  dell'Honore .  per  modo 
che  quello ,  che  i particolari  con  diuerfi  trionfi  parte 
c'ìpidiuirtu  (^  A^honore  non  hanno  potuto  metterò 
a  fine ,  qt^esìa  compagnia  co  lafcorta  degli  Idoli  del 
la  Virtù  delihonor  tjìeffoy  fi  fidano  di  configmrlofen 
z.a  manco  .  Le  Maghe  a  quesìo  arriuo ,  mandano 
da  quei  bofchi  &  monti  i  Caualieri ,  che  ut  teneuano. 
Et  ejfendofi  attaccati  tutti  infieme ,  le  Gratiefitn- 
no  apparire  il  uero  Tempio  d Amore,  &dijpari^ 
relecajè  delle  Maghe;  in  luogo  delle  quali  nafco'^ 
no  ueHtbuli ,  che  accompagnano  il  me  de  fimo  Tem-^ 
fio,  dal  cui  corridore  la  principale  delle  treGra^ 
ite  parla  in  idioma  Tede  fio,  &  dice  la  cagione, 
fir laquaU non fia andato  pìH oltre  il  confitto,  & 

inficine 


iq8  il     tempio 

infume  fi  fia  dtfcoperto  quel  Tempio ,  attribuendo  il 
tutto  alla  uenuta  della  Sereniffima  Bare  ara 
à'Aujìria .  Et  dipoi  t  Caualieri  accoppiati  f  ne  uan 
no  à  quella  uoltafen\a  più  altro  impedimento,  fopr a 
chi  uedremo ,  che  in  pale  fé  fi  da  campi  dtuerfi  da  di 
Iettare  ifenfi .  pcrcioche  ui  occorrono  alpi ,  ualli ,  mo 
ti  yhofchij  pianure ,  pacfi^  edificij ,  infcrittioni  ^pro^ 
f^etiiue ,  pitiure ,  aguglie^fiaiue ,  lumi,  refitffi ,  per- 
fjnaggi.fere  j  r ecit amenti >  incantagioni ,  nuuoli , 
tpiGm^  lampi  t  fulmini ,  tncendij ,  terremoti ,  canti  » 
fiiOni^  moftri  ytrasfirmationi,  riconuerttmenti  ^in- 
t.richh  (kiluppi ,  triomphi ,  colojfty  imprefe ,  mottzji- 
uree,  abbatttmentiy  illufioniy<S'  altre  co  fé  dt  copia  &■ 
di  uarietÀgrandiffima ,  oltre  al  gir  are ,  al  dtfcende- 
re  yalforgere ,  all'aprirfi,al chtuderfi,  aWinghiot^ 
tirfij  al  perire  &  al  nafiere  dt  più  figga  ti,  Bt  com 
prenderemo  ancora  3  che  fi  riferbano  fitto  quesii  ut 
lami fenttmenti  reconditi  da pafcer e  t intelletto  ,  ef-- 
fendo  qufio  Tempio  cC  Amore  la  fola  entrata ,  don- 
de s'afcende  a  t  Tempij  della  Finii  ^  dell^Honore, 
che  dietro  ad  effo ^ anno  in  dirupi  eleuati.  ^cono- 
fcenàofi  una  teffuura ,  che  par  che  hahhia  tutte  le 
parti  trafeflejfe  corrijpondenti  j  kqualifiano  piene- 
di  moralità  ;  quelle  poche ,  ch'io  potrò  penetrare  fé 
non  all' indentro  i  almeno  fuperficialmente  »  non  la- 
faerò  dt  andare  toccando  a  i  luoghi  firn»  come  me- 
glio Capro  . 

Trovandosi    il  Giardino  delle  fianz.e 
(HslLi  Duchejfa  e  (fere  un  luogo  ritirato,  cinto  di  muri 

uguali 


d'  amor  e.  109 

uguali  ^  alt'ijjimi  c^  capace  affai  più  del  Cortile  vw 
blico i  il  Dficafice  tutto  jpianarto  ^  matonarlo,  per 
modo  ,  che  fen^a,  altro  pareua ,  che  dafefieffi  per 
labelltJfimafirmaffHafijfeun  uafo  fatto  a  pofìaper 
jpettaccli .  6^  fice  fzibricarlo  nelCwfiafcritta  ma^ 
mera .' 

Stava  un  Teat  ro  di  me^o  circolo  uerfo  le  cor 
mere  difua  AlteT^a ,  cht  afcendeua  a  gradi  tn  quel 
maggior  numero ,  &  con  quella  maggior  f alita  *che 
ut  hausam  potuto  capire  »  Et  nell'altra  metà  e /a 
quesìo  projp'^to  .  Sorgeua  infrante  dalpia'no  al  tet- 
to un  Alpe  dirupata ,  in  cima  a  cui  fi-óndeggiauano 
da  un  capo  all'altro  abeti  dìrittiffimt ,  &  ordinati 
in  modo ,  ch'erano  dipinti  ugualmente ,  ^  pareua^ 
m  tutti  imprejfi  dima  flarf^pa  :  eccetto  che  nel  me- 
^  y  ous  yfjuntaua  un  grotto  et  fopra  tigrotto  unafum 
mttà  ecci'fpua  tutta  uejiita  d'alberi  difforme  diuer- 
fé  y  ma  però  indifferentemente  di  fegn alata grandez^ 
"^ .  Ftancheggiauano  flmilmente  quejlo  (patio  due 
altre  Alpi  congiunte  a  quella  che  era  m  fronte ,  ^ 
daltc'^augfdale  •  c^  arK'bed almeno  ucrfo  gli  an- 
goli fingcuano  falfi  nudi  C-T  fcofcejl .  &  dall'altra 
?n2'tÀ  uerfo  il  Teatro  erano  piene  di  bofcht  fiiùffi' 
mi  y  che  cominciando  da  baffo  afcendeuano  prima  a 
colline  yCy^ pGt per  drittuya  wfin  ai  [omn^o:  &  da 
lontano  appariuano  capanne  >  torrioni ,  cafìclltytor 
remi ,  penti  yflr  ade  (^  altri  oggetti  ^  che  per  linee  tor 
tuofe  dimoflrauano  una  lontananz^a  mirabue,etfcor 
genmfi  dogn' intorno  le  parti  efireme  talm?.7ue 

fituate. 


ilO  1    L      T    E    M    P   I    Ò 

fituate ,  che  le  confini  della  uifta  erano  rupi ,  eauér^ 

ne  yfòreHe ,  &  cielo  aperto ,  &  niente  altro .  pereto^ 
che  fé  ben  le  mura  eccedeuano  d'affai  il  termine  dw 
na  alteT^  ordinaria,  non  per  ^uefìofireflò  di  coprir 
le  tutte,  fi  che  non  appariffero  in  parte  alcuna .  anzi 
con  l'orditura  del  progetto  fi  afiefe  ancora  molto 
più  in  fu  de  i  merli ,  c^fopra  il  colmo  de  i  tettificreb 
he  parimente  con  la  machina,  Inejuefla  proportiona 
ta  concamtà  cinta  di  dietro  ^  dalle  due  bande  dalle 
u4lpi,  crefceuafoauemente  da  terra  una  piaggia yche 
terminaua  in  tefla  ,  con  un  uallone ,  c-r  haueafopra 
M  fé  dalla  defìra  una  montagna,  c^  dalla  fìniftra 
un'altra  :  c^  nel  me'^appanua  parte  pianura, par- 
te humili  collinette ,  parte  bofchettini ,  &  par  te  baffi 
fiirgulti,7\[ella  fkcciata  di  mez.ofoperchiaua  il  ual- 
lone ;  cr  apprefjauafi all' y^ Ipe  un  Tempio  di  tutto  to 
do  \  alquale  fi faltua  per  alcuni  gradi,  c^  haueanel 
bafamento  un  corridore ,  a  cui  corrifpondcua  un  al- 
tro ,  che  era  uicino  alla  cuppola  :  &  tra  effa  cr  ti  pia 
ZIO  erano  un'ordine  di  uoltiy  (^  un* altro  difinefìre  tut . 
te  contefie  di  crijìalli  tocchi  doro ,  (jr  di  colon  uaria- 
ti ,  Erano  le  cornici  Qr  le  bafi  dorate ,  er  le  colonne, 
chefìauano  a  ipilaUritra  uoho\et  mito, che  rapprese 
tauano  il  lucido  riuerbero  d' uno  fmalto  uerde  ;  oltre 
gli  altri  ornamtnti  di  pittura  et  ài  rilieuo,  di  pecchi, 
Cr  di  gioie  di  più  colon  concertavi  con  b  e  II  ez,z.a  trop- 
po diffìcile  da  poter  effere  agguagliata  7 parte  alcuna 
dalle  parole .  Luceuagh  nella  cima  una  gran  palla 
W;  cnHallo ,  ò'perchci  miti  erano  cinque ,  rejlando 

gfuel 


D     A    M    O    R   E.  Ili 

queldimez^oper  ufo  di  portaynegU  altri  fi auano  quat 
no  Hatue  inargentate .  le  due  dalla  deìlra  del  Tem 
piofiguratianfi  per  f  appetito  dinotato  all'età ,  alla 
uiuacitk ,  aluoler  mouerfty  ^  piti  alle  braccia  dr  al" 
le  gambe  alate y  &  all'ejferpoftj  tra  dtde  fiiochi  finti, 
l'uno  dilatato  [opra  il  piano,  V  altro  di  fiammella  actt 
ta  :  e?"  per  la  %^agioney  chauea  un  occhio  fulo  nel  me 
X.0  della  fronte  y  dal  cui  braccio  deftropendeua  una  mi 
fura  diritta,  &  dalfinìftro  una  torta.  Le  due  daWal 
tra  banda  fi  dimofir auano  per  il  Configlio ,  fìgmfica 
to  alla  bifcià  dt  molti  capi  ':  cjr  per  la  %jfolHt ione  che 
fi  fkcea  conófcere  ad  un  capo  duna  bifcia  troncato 
da  molti  altri .  St auano  [opra  il  baffo  corridore  di- 
uerfi  Amorini:  parte  de'^ualt  haueua  la  benda  agli 
occhiy  &  parte  a  ipte.f^fopra  l'alto  uarij  altri  Amo 
ri  ni  :  la  meta  de  canali  haueua  la  benda  degli  occhi 
Alquanto  slegata  ,fiche  lafciaua parte  della  uifta  tn 
libertà  y  cr  l^altra  metà  era  parimente  co  ipie  cfuafi 
difciolti .  Vnopoi  reftdeuafopra  la  palla  della  cuppo 
la  fenz,a  forte  alcuna  di  benda .  Le  mani  di  cjueHe  & 
di  tutte  le  altre  flatue  erano  difobligatedaoqniim- 
paccio ,  perche  tutte  doueanopot  tener  t  torchi  accefi, 
*T>a  i  tre  uoltt  di  me^pendeuano  breui ,  che  diceua^ 
no,  che  per  cju)  fi  penetrala  neifecreti  d  Amore.nt 
iqualifi  potè  a  uederei*  animo  della  Donna  amata» 
&  godere  la  grati  a  della  medefima .  Hauea  il  breue 
pendente  da  quel  di  mel(o  HiNC  ad  amo- 
ri s   A  R  e  A  N  hSuno  de  gli  altri  due  conteneua 

•HiNC        AD      VIDENDVM     AMANDAB 

B  O  M  I  N  A  a 


Ili  1    L      T    £    M    P    I    O 

i)OMiNAE   Animvm.^  l'altro  H  I  N  e 

AD      FRVENDAM       AMATAE       D  O  M  I- 

KAE    GRATI  AM.  zy4  mezjo  alla  conterà  del-- 
VAlfe  erano  poflt  due  Tempij  quadri  finti  di  mar- 
mi pur  tjjìmi  ,  con  colonne  ^  ornamenti  di  bron^o^et 
ueniuano  a  comparire  dì  [opra  al  Tempio  d  Amo* 
re ,  /'  uno  alla  defira  di  chi  [ale  infi:ritto  V  l  R  t  v- 
Tis:  ^  l*  altro  ali  a JìniHr  a,  il  cui  titolo  era  H  c- 
K  o  R  I  s  .    ó'p^y  tdna  uiajìreita  et  erta  deriuando 
dal  Tempio  d  Amore,  s'imboccaua  a  quel  della  Vtr 
tu .  dalla  quale  fé  ne  (piccaua  un'altra  affai  ageuoks 
che  per  retta  linea  fi  andana  a  congiungere  a  quel 
deltHonore  ,<:^ira  il  Tempio  dimore  ,  c^-  l'una 
lAontagna  della  piaggia Jpuntauano  due  [affi  alti  a 
proporttone  del  reflo  ,  &  tra  il  medefimo  ^  l'altra 
tC  appariuano  due  altri ,  ^7  tutti  quattro  erano  orna 
ti  di  piedefi  alli  in  guifia  d  are  antiche. Calando  fi  giù 
tisrfo  il  teatro  fiwr  della  piaggia,  mila  punta  diftra 
forgeua  una  altifis .  piramide  prima  d'otto  fitcc te  >  et 
poi  di  rifalite  quadre  &  nell'ultimo  ritonde ,  con  una 
folafaltta ,  che  andaua  in  giro  infino  all*cfiremità , 
tutta  ornata  di  nicchi ,  di  Nmfi  uariamente  colora^ 
te  cfr  di  Trofèi ,  (^fipra  ut  era  una  palla  di  criflallo 
intitolato  Intendas   aciem    refle- 
c  T  E  N  T .  O  mattano  la  bafc  mifichi  lucidiffimi, 
(^  la  circondaua  un  Labirinto  di  mirti ,  attaccato 
alla  Montagna  c^hauea  l'entrata  per  una  larghife, 
porta  ,  All'incontro  nell'altra  punta  rfefiorgcuau" 
naltra  fhtta  in  tutto  ddla maniera  medejìma,fie 

non 


DAMORE.  ir^ 

fion  che  intorno  alla  hafe  tn  uece  del  Labirinto ,  uer^ 
deggiaua  una  [dna  dt  ciprejji  .  Et  perche  a  i  pie 
delle  ay^lpi  erano  pmi  (jr  ptu  in  su  ginebrt  (^  altri  al 
beri  y  nefegutua  una  uifìa  di  uane  uerdure  molto  uà 
ghe.  Sopra  le  due  Motagne  erano  finn  dtuer fi  pafto 
re  Ili,  che  mofìrauano  di  effer  uagabondi.  Venuta  tho 
ra  della  notte  effendo già  pieno  tutto  il  Teatro  di  no 
btltfs.fèrefterta  dhuomint  er  di  donne ,  oltre  alla  no 
hiltà  della  terra ,  fi  acce  fero  mille  gran  torchi  di  ce^ 
ra  bianca ,  atti  ciascuno  di  ejfi  a  durare  otta  hore  :  i 
quali  parte  pende uanofopr a  tutto  ti  campo  del  Tea 
tro  ,  par  te  erano  tenuti  in  mano  da  tfudattpajìorel 
li  dr  dalle  Jlatue  del  Tempio  cfr  delle  due  Piramidi, 
(^  con  infiniti  altri  lumifi diede  Jplendore  alle  gioie 
^  a  t  crifialU ,  ^  fi  acce  fero  dtuerfi  fiochi  per  L*Al' 
fi  y  &  finalmente  fopr  a  le  are  de  i  quattro  fafl  :  tal^ 
che  par  ea  che  cacciate  le  tenebre ,  fi  fife  congiunto 
un  nuouo  giorno  arttfitiofo  col  p  affato  giorno  del  file, 
fenTLa  tntirpofitur a  alcuna  della  notte  .  Foco  dipoi 
in  compagnia  della  Uucheffa  diAfantoua  ,  dt  Aia 
dama  Lucretta  di  Sfte  ,  c^  della  Vrtncipejfa  dt  Mot 
fitta  difcefi  dalfuo  appartamelo  la  Due  beffa  di  Fer 
rara  ^accompagnata  dal  Cardinale  Vercelli  Legato 
mandatole  dal  Papa ,  dal  Cardinal  Madruccio.che 
ui  era  come  perfonaggio  dellLmperatore ,  dal  Cardi 
naie  di  Coreggto,che  come  uicmo  à  quefia  Città^et  a^ 
micifs.diquesloT^rincipe  ,  ui  fi  era  trasferito  j  et 
dal  cardinale  di  Efl e ,  Eraut  fimilmente  il  Duca 
diAiantoua  ià  cui  piacque  di  uenire  con  U  Sere' 

H         mfs. 


114  ^     ^        TEMPIO 

^ifs.  confort  e  fiio,  ai  h  onorare  futile  noz!^  ,  il 
S.Do'i  Fraicefco  d^Sfle ,  ti  S,  Ce  far  e  Gonz^agail 
S.t^efpeltauoGonz^agay&  quafi  tutti  gli  altri  SS. 
di  fAclla  cafi  Illttjìn/}.  il  Con,  della  Mirandola ,  i 
Conti  di  Ni4mliiri'. ,  Cy-  altri  pinci  fall  SS,  c^  Caua- 
Iteri  y(^  molte  Dar/te  honoratijfime  .  Haueuanoil 
luogo  loro  appartatogli  Ambasciatori ,  che  uifitro- 
uaronom  que^o  punto ,  chefitrono  di  Polonia  ,  di  Vi 
negia ,  di  Fiore nz^a,  d' orbino,  (^  di  Lucca,  non  effen 
do  ancora  arriuatigli  altri  ,  Stante  l'apparateti 
quesìa  '^u.fa ,  tluederfiufcire  tre  Afaghe  dalla  por- 
ta  del  Labirinto ,  &  tre  dalla  porta  della  Selua ,  & 
fììolti  A<faghtfienderegiM  qua  c^  la  dalle  r  oc  eie  al- 
pe ftri  ;  c^ // uederfi girare  tlT empio  , or  i  quattro 
Saffi  illuminati,et  ti  uederfi  per  aria  fuochi  diuerJJfs, 
^  fimilmente  il  fmtirfi  tuoni  ^  terremoti  flrepi- 
tofifs»  tutto  fu  in  unwftants  medefimo  .percioche  nel 
gire  che  uoìeuanofar  quelle  Aiaghe  al  tempio y  Amo 
reuiolento  lajua  hahitatione ,  &  quei  quattro  orna' 
menti  carichi  d'are  acce  fé ,  che  ui  erano  à  i fianchi, 
et  nonfiojftrfe  che  effe  uiperuentljcro.  donde  e  da  ima 
ginarfiche  da  quella  uiclentia  caufaffe  ti  terremoto, 
C^  che  dal  dtfcendtre  de  i  Ad  aghi  deriuafjero  quei 
tuoni  c^  quei  fiochi,  quafiche  haueffero  di  quella  ma 
mera  ccmmoffa  &  sfirx.ata  l'aria.  Fatti  quei  cinque 
giri  s"  apprefentar  Orio  alle  facete  di  i  riguardanti  m 
luogo  del  Tempio ,  di  cui  non  renana  dtfcoperto  aU 
tro  che  la  cuppola ,  un  njontefaffofo  ;  [opra  cui  erano 
pajìorellt  co  i  lumi  accefi  :  (^  in  luogo  de  i  quattro fi^^fi 

tlln- 


DA    MORE.  IIJ 

illuminati  dalle  are ,  quattro  grotti  nudi  (y'  incultiy 
de'  quali  i  due  primi ,  che  erano  uicim  alle  due  man 
tagne,[iauano  aperti  ^  wofìrauano  dentro  la  cauer 
nòfità .  Le  Maghe  accorte  fi  di  quefla  tanta  mutatto 
ne ,  dopo  refferfifalutate  infieme ,  cominciarono  co  i 
gesìi  afrr  tra  fé  le  marauiglie .  dando  anche  agli  al 
tri  molto  da  marauigltare ,  per  cloche  erano  uecchie 
decrepite  y  con  uifisirauaganti-^ò' gozji.i  c^  poppe 
che  pendeuano ,  ^  uefli  fktte  ^  pofle  in  dojfo  injòg 
gie  difiifate  cr  flrane  :  tre  delle  quali  erano  gtalW^ 
^,  C7  tre  altre  di  leonatofqualltdo  :  c-r  quelle  ueniua 
no  dal  Labirinto ,  c^  quejìe  dalla  Selua .  c!r  eia/cu- 
na teneua  nn  [no  fhnorito  animale  con  una  catena 
d' argento ,  che  pli  (ra  al  collo  .  Le  tre  (rialle  haiiea- 
no  una  T eìl'jaaine .  una  Sfinqe  ,  cr  uno  StruzXo .  le 
tre  leonate  una  Tigre ,  una  f^olpe ,  c^  un  Cocodrillo, 
et  haueano  qriefìi  in  delttie  come  animalucci  gentili , 
Erano  questi  arnm.ilt  compofii  di  modo ,  che  olire  al- 
t andar  jkcilmente ,  //  che  e  però  da  credere  che 
fife  dtnuenttone  dijficdtfjima ,  alla  corporatura,  a 
colori',  cir  ai  moti  s*a]]omigliauano  tanto  altiero, 
chefetìonfiffe  che  il  luogo  (^  la^cttatione  erano 
di'cofe  fittitie  y  farebbono.  (lati  creduti  per  uenf^ 
fimi .  Tot  che  hebbero  alquanto  rimirato  la  coppola 
del  Tempio  ^  le  circonjìantie ,  fìi  la  prima  la  Aia 
ga  dalla  Tigre,  che  con  tuono  ajp  ero  proruppe  in  qui 
He  parole . 

Poi  che  il  Tempio  d*  Amore , 

Che  tn  cimajpuntafire ,  a  noi  s' afe  onde  ; 


Il6  T     L       T    E    M    P    I    O 

JSle  fidìmofìra  altronde ,  ^con  noflrarte 

uitt  errar  non  fi  può ,  ùrtamci  à  parte, 

JE*  habìtiam  cjuefta  parte  : 

Ter  impedir ,  ci)* alcun  mai  non  ut  ucgna , 

Et  chi  uenir  dufegna 

ReHt  pentito  poi .  Et  d&tto  quefto  y  fhtto 

quattro  pajfi  uerfo  la  Montagna ,  che  e  dalla  deftra 
aleii^  dalla  fìntfira  al  Tempio  intonò  : 

Surga  cjua  dal  profèndo 

Surga  su  un  tremebondo  hofpitio  a  noi . 
St  in  quello  la  Magha  dalla  Sfinge  fi-  ritirò  a  parte , 
^  le  cjuattro  Maghe  che  reftarono  nelmel^  replica 
reno  con  noci  tridenti , 

Surga  cjiià  dal  profondo , 

Surga  su  un  tremebondo  ho  sfitto  a  noi . 
1  Maghi  parimente y  ch'erano  uenuti  nella  piag- 
gia^ C^  fiauanoapie  del  Monte  poHo  tra  i  quattro 
grotti ,  reiterarono  le  parole  medefimein  accenti 
grauty  c^  baffi  y  chepareua  che  uenifferoapunto  dal 
profondo .  (^  fu  quc (i a yOtto girandole y  (^  altre  forti 
di  fuochi  ecceffim ,  che  nella  fiommita  delle  Alpi  era- 
no ordinatamente  difpofte ,  cominciarono  a  ficop^ia- 
re  fiamme  terribili  \  che  in  uarij  modi  ficorreuano  in 
alto  y  per  trautrfo.  ^  per  dirittura  con  uifta  infolitaj 
^  fienXa  ojfendimento  alcuno  ne  dello  fpatacolo,  ne 
degli  [gettatori  .^  àun  tempo  ifieffio  ficorfiero  diuer- 
fi  TJemonietti  fiopra  montoni  da  un  capo  all'altro  da 
tjopremt  tetti y  gettando fitoco  perla  bocca ,  perle 
cornata  per  U  coda,e4per  il  bidente  che  havieano  in 

mano . 


I 


d'amore.  117 

mano  .  Et  quanto  più  andarono  moltiplicando  gli  in 
canti, tanto  pili  crebbero  t{ìiochi,ò'la  copia  degli  ffi 
riti .  La  Maga  dalla  Sfinge  cominciò  ancor  ejfa  m 
quefla  guifa  • 

O  tu  che" l  mondo  annuuoli 

Aquìlon  rapidtjfimo , 

Scendi  gtu  ueloctjfimo , 

Dàjpirto  a  quefit  fiati ,  che  t*inuocano , 

O  nimbi ,  ò  uenti ,  ò  nnuoli 

Co  fi  il  Sol ,  e  ilferen  mai  non  mnocano, 

Cofi  fempre  fi  nugoli; 

Nimbi  fu  i  Hojiri 

potenti  terghi 

Portate  inofirì 

Soaui  alberghi . 
Et  efclamando,  profirfe  queflì  quattro  ultimi  uerfet^ 
ti ,  con  l'auicinarfi  alquanto  alla  Aiontagna  fini^ 
flra  a  lei,  Cy-  deftra  al  Tempio.  Subitole  Maghe 
fubintrarono gridando  con  mei  alte . 

Nimbi  fu  iuoftri 

Votemi  terghi 

F  or  tate  i  nojiri 

Soaui  alberghi . 
1  Maghi  di  nuouo  riaffunfero  iuerp  mede  fimi.  ^  ark 
Cora  che  quefla  incantagione  haueffe  i  Cori  comuni, 
^  le  intentioni  medefime  ,  i  mezj  nondimeno  e- 
rano  ajfat  dtuerfi ,  (jr  quafi  contrarij  :  chedouel'u^ 
na  Maga  uolea  che  i  fuoi  alberghi  fiurgejfero  dalle 
uifcera  della  terra ,  t altra  dcfideraua  che  i  fuoi  ue^ 

H    ^         mlfen 


Il8  IL       TEMPIO 

mjfero  portati  per  aria  da  ìontan  paefslc^  difceri" 
dejfero  a^iu  a  kt.cofi  entrando  ejfa  a  furie  malie tqnd 
la  della  Ttgre  ritornando  a  parlare  dtjfe . 

Col/angue  dt  Balena 

Et  con  quello  d  Hiena  ambe  le  palme 

Ungetem ,  ^  le  [alme  conqiiafjate , 

Et  una  tnanXi  L\iltra  intorno  andate 

Con  tanta  fintate , 

Che  la  montagna,  e'  il  bofcofin  dal  centr$ 

Ne  rimbombi  qua  dentro 

Tra  ifajjì  e't  bronchi  [noi, 

Surga  qua  dal profindo 

Surga  su  un  tremebondo  hoff)itio  a  noi  • 
^Ithora  le  Maghe ,  gT  i  Maghi  parimente  in  ac- 
centi  Flrepito/ì  ndtjfero  infume  gli  tffejfi  due  uerfì, 
S  oc  e  effe  dipoi  la  /Vlagha  dalla  Sfinge, la  quale  or  di' 
nò  le  fuefititurationi  intonando  cosi , 

Co  tdorfiriuolgeteui 

ji  due  a  duepiegandoui  : 

Et  le  braccia  aliar gandouì  : 

Et  tra  Hoi  gli  animali  sH'nter pongano . 

Et  tre  mite  moueteui 

Co  i  capi  ingiù ,  fiche  a  bajfo  fi  pongano  • 

Tra  tanto  ariefiotcteui  • 

ISltmbi  fiu  i  msìri^ 
Totem  i  ter  ahi 
Portate  i  nostri 
Soaui  alberghi  » 
Et  mentre  k  compagne  la  obìditiano  col  fiir  quante 

ella 


D     A    M    O    R    E,  Ily 

ella  hauea  impo/ìo loro  y  uocifirando  aframente  ri" 
attiro  in  compagnia  de  Maghi  cju elle jìte  parole, chs 
nonfenza  mijìeno  doueano  ejjlrjèntpre  replicate  do- 
Po  il  fine  dt  ci  afe  hn  a  ordinai  ione .  Ec  il  tutto  feguito 
poi  per  ordine  di  causila  maniera,  la  Maga  dalla 
Tigre  dijfe  . 

Difio  fiate  le  fiere 

O  nel  cor  ajpre,  c^  fiere;  &  fate  un  cerchia 

*De  k  manyConfotterc'jio  dijpatofo 

Furor  pm  che  amorofo , 

Chefiaf  nz.a  ripofo . 

Tofcia  corcate  in  giro  i  umt  ri  a  terra , 

Et  rifrrte  da  terra 

Fa  te  prone  di  uoi, 

Surga  qua  dal  profindo , 

Sur ga  fu  un  tremebondo  hofpitio  a  noi  • 
Jdne  Con  rijpofero  congiuntamente  cjmflt  due  uerfi 
filiti .  'Poi  la  Magha  dalla  Sfinge  dtlfe. 

Croco  e'  aconito  tolganfi. 

Et  altre  herbe  fitmifire. 

Et  cerafte  peftifire , 

Et  ardan  tutte ,  falche  uengan  cenere  • 

Eti  capelli fciolganfi. 

Ter  f congiurar  s)  ilrio  figliuoldi  Venere  j^ 

Ch'egli  ,  ^  la  madre  dolganfi» 

Nimbi  su  iuojìri 

Potenti  terghi 

Portate  t  noftri 

Soam  alberghi . 

H    4        £, 


Ilo  IL       TEMPIO 

Et  t  due  Cori  replicarono  y  Nimbi  con  quelchefegue* 
1)ìjfe  tuttama  la  Adaga  dalla  Tigre . 

/  uoglio  un'afpra  jlanz^a , 

Che  Jia  ne  lafemhianz^a  di  tal  faccia, , 

Ch'ogn'un  efterrefhccia,  ^  mandi  fichi. 

Et  habbta  per fuoi  giochi 

Strepiti ,  Cj'  gridi  fiochi . 

Fatto  d'acciari ,  e  di  diamanti  fijft  ^ 

Fin  dagli  ultimi  abijjì , 

Oue  Pluton  più  pim 

Surga  qua  dal  profindo , 

Surga  su  un  tremebondo  ho/pitto  a  noi . 
Hidtjfero  fimilmente  i  due  Con ,  Surga  col  reflo  che 
ne  mene .  la  Maga  dalla  Sfinge  dimandò  cofial- 
foppofito . 

Juoglio  un  dolce  hofpìtio, 

Conafpettiyche  tirino 

Afe  quei ,  che  li  mirino  ; 

St  che  con  canti ,  ^fuon ,  chefitor  dilettino  , 

Tenga  coperto  il  uitio . 

Ornati  d'oro ,  &  pien  di  fior  ch'allettino , 

^a  t  ultimo  fiolftitio, 

JSlimbi  sii  i  uoHri 

Totenti  terghi 

Toriate  i  noflri 

Soaui  alberghi . 
*KJJpofero  tdue  Cori  medefimamente ,  Nimbi  con 
^uel  che  uien  dietro .  In  quejìo  punto  t  fiochi ,  che  le 
Maghe  haueano  fatti  nel  meT^  della  piaggia  per  ar 

derni 


d'amore.  '       121 

deruì  quelle  herbe ,  &  quelle  ferpi  loro  fi diUt arano 

uerfo  la  Afontagna^cìoe  era  dalla  banda  ssella  Afa- 

ga  dalla  Tigre ,  tn  lunga  riga:  &[h  montarono  fuo 

chi  altijjìmt  confcoppij  grandi ,  uarij ,  ^  frequenti  • 

Et  in  quellaparte  tfitjfa  aprendo/ila  Montagna-,  & 

furgendo  dalla  cima  due  Torri ,  che  ardeuano  ne  i 

merli  loro, et  sfhuillauano  in  altOyCt  per  ogni  uerfò,ui 

de  fi  dall'altra  banda  pur  in  quel  tempo  medefimo 

mouerfidi  [opra  talpe  una  nuuola  groffljfima.che  C9 

me  che  ti  uento  la  fpingejfe ,  fi  andaua  ampliando  • 

la  quale  diuennelarghtjfima,&  con  taltjgonfii,&'mo 

uimenti ,  che  parea  che  fijje  in  tutto  naturale ,  calò 

giti .  Et  tanta  fu  la  ctrconfèrensia ,  che  prefe  tutta 

quella  Jponda  dal  fommo  de  il*  alpi ,  infino  al  piano 

della  piaggia.  Et  nel  calare  lamppeggiaua,  &  tuo^ 

naua;  &  imitò  alla  fine  ti  tiro ,  &  lo  fìrepito  del 

fiUmtne.  nel qual punto  continuando  fimilmente  dal 

l'altra  parte  le  fiamme  fatte  dalle  Maghe  ^  ne  fh 

guì  un  fubito ,  i^Jpauentofò  terremoto .  Tra  tanto  U 

girrandole  ,J  ^  altri  uarij  groppi  dt  fuoco  ;  &  le  tu- 

multuationi  de  i  Demonietti  riemptuano  Ilaria  di  ta 

ti  incendij ,  che  coperchiauano  tutta  la  uifta  del  Cie 

lo  :  fi  che  a  tanti  non  poteano  ejfere  gli  occhi  bafle» 

uoli .  i  quali  erano  fimilmente  trauiatt  qua  ,^lada 

i  nuoui  obietti  dell'apertura  del  Monte ,  delle  nu' 

bt  ,  ^  delle  operattoni  ,    Et  tanto  più ,  poi  che 

dalla  banda  ,  ou  '  era  la  Maga  dalla  Tigre ,  co- 

minciauafii  a  uedere  ti  terribile  palagio ,  ch'ella  ha^ 

ne  a  inuocato ,  il  quale  con  l'altel^fua  moHraua  di 

foper'^ 


122  IL       TEMPIO 

^fòperchiare  tutta  la  motaana ,  che  fitrouaua  m<:juel 
laparte .  Et  come  -Mtcflo  fifcorfs  dulUfommitk  usr- 
fo  tlpia72o ,  cofi  ali  incontro  un' alerò  palagio ,  che  per 
toppoiìto  era  dclmofijfimo ,  ijuale  a  punto  la  AdA^a 
daìl'A  Sfinge  ti  dimandò  y  fi  andana  difcernendo  dal 
baijo  ali* aito  :  ficondo  che  la  ntiuola  3  che  già  tccca- 
uà  terra  sfifolleuò  &  rt'ìirinf^  a  poco  a  poco  dilegua 
do  fi  poi  con  fùria  >  &  rtfoluendofi  di  la  dall'api  fenz.<t 
ptu  ejfer  ueduta.  Era  lafìtuatione  di  ^uefìo  palagio, 
come  fé  fijfe  flato  pofio  Copra  quella  Aiontagnai  & 
per  modo  che  l'occupa[fc  ingrand'lfi^a  parte.  Et 
mentre  che  queHe  cofe  giuano  diuolta  in  uoltafk^ 
cendofi  y  le  due  A4aghe  in  atto  di  parole  fizmiUari  di 
cenano  diparte  in  parte  quello ,  chs  tuttauiafi  difcO" 
priua .  Uuna  die  e  uà  • 

t^ola  fu  la  filmila^ 

Etfcopta  alto  &fcìntilla . 
Dicea  l'altra  : 

Le  nubi  ffm  lampeggiano , 

Et  dalfiprerKo  culmine 

£'  tratto  a  baffi)  il  filmine . 
L*tinaptirdtceua. 

Hor  fi  co??? prende 

Che  [edifiiio  afcende . 
V altra  da  i  Juoi  fegni  conietturaua  in  quefia 
TJtodo  »  • 

Che  il  Palagio  real  cali  hor  augurio . 
Jjuna  ripìgliaua . 

Ecco  fiftn-gge 

li 


D*A    M    O    R    E.  li^ 

7/  bofco ,  t*i  monte  ruggt , 

Et  da  Ut  i^tfta  fiC^ge  . 
V altra  co?i  uguale  smulatione  replicaua  • 

Ecco  par  chefiueggiano 

Fremer  i  uenti ,  s'ogni  montan  tugurio  • 
L'unaproponeua  tal  partito . 

Spogliamcinude ,  e  in  firme  giouinili 

Cangiam  quefie  fenili 

Co  ifuccht  degli  Eoi» 
L*  altra  i' accettano,  cofi, 

Adutiamci  oue  fileggiano, 
Tercioche ,  ceffati  chefiirono  ifiiochi ,  &  [coperti  af- 
fiitto i due edfiiij  yfifintirono  dalfuno  &  dalÌ altro 
mu fiche  foauijfime  di  canti  et  difuoni  :  al  cominciar 
de'  quali  la  Maga  dalla  Sfinge  d>Jfe  quelle  ultime 
parole  i  che  dtmojìrauano  yche  la  dentro  fi  halaffe  & 
fiftegiajfe .  Et  con  firme  allapetitione  a  ambe  le  Ma 
ghe ,  ti  palagio  di  diamanti  hauea  mufiche  ftr spilo- 
Jiffìme  ,  ma  però  con  molta  armonia .  di  uoci  ^  firo 
memi  dolci  filmi  erano  quelle  del  palagio  delle  deli- 
tie.  Et  quantunque  poi  fi  fkccffiro  uarie  tr<.isfimatio 
ni  tnfiiccia  de  i  riguardami ,-  p^rue  nondimeno  che 
la  modestia  comportafie ,  che  quefla  conuerficne  del' 
le  Maghe  uecchie,  che  fi  mutarono  in  afpe-tti  giouì 
nili  yfiffe  più  alpropofito  dentro  da  quegli  alberghi^ 
che  nel  pulpito .  entrarono  dunque  dentro  dìcendofi 
dall'una  banda , 

uilfin  quÀ  dal  profindo 

E  [orto  il  tremebondo  hosfitio  apol* 


124  ^  ^      TEMPIO 

Et  dall* altra . 

Nimbi  co  i  mjin 

Votemi  terghi 

Ci  date  i  nofiri 

Soaui  alberghi . 
Et  lafctarono  tloro  animali  dinanzi  alle  forte ,  per 
le  quali  erano  entrate  :  percioche  tre  n'erano  nelPe- 
difitio  della  defìra,  ^r  tre  in  quello  della  fimjira .  Et 
continuando  le  mufiche  ,gli  ff  citatori  contemplare 
no  tra  tanto  le  differentijfime  bellezx,e  dell'una  & 
deW altra  habitattone .  Jl  Palagio  della  Maga  dal 
la  Tigre  ^  delle  due  compagne  corrijpondendo  alla 
f  reghiera  fua.haue  a  tutta  la  facciata  apunte  di  dia 
manti,  ^  le  cornici  &  il  contorno  d^ acciaro,  che 
renàeuano  due  [orti  di  luflri  di  acuteX]^  &  chiarel^ 
Via  inejplicabtle .  Et  nelle  due  parti  eftreme  [uflenta- 
uà  due  bellijfime  torri .  c^'  tra  le  merlature  erano 
torchi  inguifa  di  fhcelle ,  fi  come  uè  n'erano  altripa 
rimente  fojlenuti  dalle  flatue  finte  di  bronzeo  (^  di 
rnarmo ,  cheflauano  i  tre  nicchi  compartiti  nel  me^ 
7j)  della  fiicciata ,  ^  a  baffo  ancora  tra  le  colonnate, 
per  Cloche  le  porte  haueuano  dalle  bande  le  colonne, 
^fofìeneuano  in  cima  altre  flatue ,  che  pur  tenea- 
no  i  lumi  di  qua  ^  di  la  con  le  mani .  per  modo  che 
due  flatue  ueniuano  ad  ejfere  ne  i  due  uoti ,  che  refla 
uano  tra  porta  &  porta  :  (jT  ad  effer  di  qua  e^  di  la 
da  quella  di  meT^ ,  ^  perche  fiei  erano  le  colonne , 
altrettanto  filarono  le  Hatue  che  loro  fopraflauano, 
A  baffo  refidenano  Tlutom  &  Froferpina .  Sopra  le 

colonne 


D     AMORE.  125 

colonne dellaprimaportanracondia &  la.  Soper^ 
chieria  ,  imitate  a  i  ^ejìiy  alfiioco ,  &  all'arme ,  che 
haueano  apprejfo .  Sopra  quelle  della  feconda^  la  Si^ 
fnulattone  col  mantello  tirato  a  mez^a  lafhccìa:^ 
la  Falfità  col  rafno  tenuto  di  nafcofto  .  Sopra  quelle ^^1^4^ 
della  ter\a  Un  fedeltà  con  un  groppo ,  &  ««  paio  di  /Ll^l 
firfici  :  c^  la  Ver  datone  con  un  nodo  al  collo .  Empi"  ^1**^ 
uà  ti  primo  nicchio  la  Soperbia  con  le  corna  :  ti  fe- 
condo la  Cupidigia  con  la  lupa  :  ilterz,o  l' Inutdta  co 
i  denti  in  unferpe ,  L'altro  pa lagio  moflraua  d'imi 
tare  alquanto  ilfettC(onio  di  Settimio  yfe  non  che  no 
era  che  di  tre  uolti ,  (^  haueua  tre  ordini  di  nfaltte, 
in  modo  chefirmanano  tre  facciate  .  La  prima  in 
fui  piano  nelle  due  ejìremttà  haueua  Tluto  &  Rhea, 
che  fono 'Deità  delle  ricchezj^e  ,dr  della  terra,  & 
fvrmaua  nella  cornice  diuerfifcher'^i ,  Cy-  giuochi  di 
fnn  e  toiletti  :  (jr  fopra  di  ejfa  hauea  piedeftaili ,  con 
uafi  pieni  di  fiori  digutfe  et  colori  dtuerfi.  Etfedeuajl 
nell'una  punta  l'Ocio ,  ^  nell'altra  il  Sonno  con  al- 
cune figurine  ,  che  rapprejentauano  quei  chefogliono 
fingerfiper  cir  confi  ami  loro .  U  altra  facciata ,  che 
era  più  all'indentro ,  hauea  una,  porta  in  mezj) ,  ó* 
quattro  nicchi  due  per  banda  ,*  dentro  ai  quali  fta^ 
uano  quattro  fìatue  indorate  co  i  lumi  :  &  erano 
la  (jiouentH ,  la  Sanità ,  l'iyAbondan'^a ,  &  la  Pro- 
fperità  dinotate  co  i fiori ,  col  gallo ,  con  Umiche ,  ^ 
col  rostro.  Et  di  fopra  uagheggtauafi  un  belifftmo 
corridore,  che  in  uece  dt  ballaufìt  era  tutto  fktto  a 
Termini,  c^fofientaua  due  dijfolute  ^llegrel^e 

ò  HtlarttÀ 


Jló  IL       TEMPIO 

ò  Hilarità  che  uogliamo  dire,  lequali  ut  ornano  pur 
co  i  lumi  y  ma  d'un  certo  modo ,  che  parea  che  uolejfe 
.  ro  balziate  da  quei  Termini ,  La  terl(a  facciata  fi 
^lingeua  tuttauìa  più  in  dentro ,  &  era  fatta  a  log- 
eie ,  conprojpati ,  che  fingeuano  arte  &  cani  tonta 
nijfimi .  &fopra  la  loggia  flauanoptu  teììe  bier- 
re 3  che  da  lunghi  colli  rifo'^gcuano  mandando  dalle 
bocche  fiochi  di  uarieguifs  :  &  pigliando  in  me^o 
uno  che  hauea  lafkccta  humana  &  era  nel  reflo  tut 
to  mofìruofo ,  Nel  piano  dt  quella  loggia  appariua  un 
giardino  bdhffmo ,  cinto  da  colonne  di  mifchi  ofcu- 
ri;  &  una  Fieraftandoui  ritta  nel  mtzxjo  pareua 
che  con  le  poppe  formaffs  una  fontana  .  /  contorni ,  i 
fregi ,  i  capitelli,  le  baft,  &  altri  Itnoghi  comodi  par  e  a 
chefòffcro  conteftì  di  rubini ,  2^^firi ,  (yfmeraidi ,  c^ 
d'alt  re  pietre  pretiofe  di  colon  diuerfi .  'Tocofifia 
te  tnfu  Pammiratione  di  qucTio  nuotio  pulpito ,  ^  in 
fu  t udire  l'armonia ,  ch'indi  ufciua .  pcrcioche  nuO' 
ui apparecchi,  &nuoueoccaJloni  ttrarouo  a  fé  con 
inopinata  celerità  gli  animi  di  ciafcuno  .  Erano  que 
Hit  che  diedero  principio  di  nuouo  (pjtt  acolo ,  ifet  e  a 
ualieridefìinfittadejferei  Adantenitori ,  cioè  ìlfì- 
gnor  Guido  "Bentiueglio  tlfg.  Luigi  Gonz.aga,  il fg, 
Annibale  Bentiuoglio ,  ti  Conte  Camillo  Aiontecuc 
coli ,  //  Conte  Traila  StroX^^i ,  &  il  fig.  ^AleffandrQ 
jìndriafi  :  concertati  co  ifei principali  colon ,  tolto 
ne  d giallo  per  rifletto  dell'oro ,  dt  che  tuttififerutro 
no  in  gran  copia .  &  prefero  perciò  ti  nero ,  il  bianco, 
il  turchino,  il  rofo ,  ilusrdst&tìmorcllo .  Et  uefìi- 

ti  ne- 


D*   A    M    O    R    E.  127 

tirichijjlryi.irfìente  del  loro  proprio  colore  fchiatot 
che  era  tutto  carico  a'oro ,  cr  con  pennacchi  in  cori" 
firmità  fuperhi'JltrnjC  ne  uentHanoa  pie  con  le  uifie- 
re  alte  c^  con gh  feudi  imbracciati ,  ciafcuno  deo^HH 
li  haitma  nelmezjì  un  njotto  rijponde/Ue  al  colore  c^ 
aUinterìttone  di  chi  il  portaua.  Hauea  il  Nero, 
Constanti  pectore; tl'Bianco , A e- 
o^  V  A  L  I    F  I  D  E  ;  f/  Turchino  ,  D  v  e  £  N  T  E 

S  Y  D  E  R  £  :    ti  ^K^ojfo    ,PrOFVSO       SaN- 

ovine:  ti  f^erde ,  Aperto  Marte:// 
Alorello ,  Interiori  animo.  Il  Sig, 
Guido  ucfttto  tutto  di  nero  haueaparticularmentejò 
pra  la  edata  un  -^^tlàte.cheregea  il  mondo  [opra  le 
(palle  con  (juel  dato  ,  M  a  i  v  s  o  P  v  s  m  o- 
V  E  o .  come  che  fiffè  Maggior  imprefa  il  cercare 
do  ecrìi  fhcea  di  cornjpondere  con  le  operai  ioni  al  uà 
fio  animo  fuo  per  honor  di  T)ama  yòin  feruhio  del 
fio  Principe ,  che  tlfoftenere  il  mondo  tslejfo ,  (^  con 
cjuesio  ancora  fi  confacea  la  jèrmezX^  mojìrata  per 
l*ififcrtt!Ìone  dello  feudo  ,  Q-rper  la  unione  da  quel  co 
lore .  c^fi  come  egli  combattendo  affentit amente  (fr 
con  ferocità  et  gratta  fi  fegnalò  col  fuo  appartato  con 
certo ,  cofi  etafcuno  degli  altri  AL ant enitori  alla  ìeg 
giadria,  alla  bramir a^  (^  ali* accori eT^a  moftrò  qua 
tofijje  degno  del  luogo  ^  del  motto  y  che  s*hauea  pre 
fo .  //  Sig,  Luigi  era  il  uerde ,  ^^  fi  col  colore ,  com&^ 
con  l'efpofitione  del  concetto  dichiarò  con  molto  gar-' 
ho  di  uoler  farla  fiiori  ueracemsnte  allafcopsrta  ,  ^ 
A  tutto  tranfito  ,IIS.  Annibale ,  che  fini  Bianco  «5 

holfi 


^ 


^m^^ 


la8  IL        TEMPIO 

nolfe  tralignar  punto  dal  titolo ,  ^  color  fuo  :percÌ9 
che  la  purità ,  cr  equalità  della  htancheX^a  ti  mojlra 
uano  dun  coHanttjfimo ,  (jr  fincertffimo  proponimen 
to .  Il  Conte  Camillo  effendo  ti  Rojfo  dinotaua  alcolo^ 
re ,  &  alla  nota  del  hreue ,  che  la  nfolutione  fua  s'è- 
ftendeua  tam^oltre ,  che  ne'cafld'honore  profónder eb 
he  il  [angue  proprio.  Il  Conte  Vali  a  per  ejfer  il  Turchi 
no  non  meno  col  colore  ceruleo ,  che  con  lapojitura  del 
le  parole  fignificò,  che  piglierebbefempre  quel  diritto, 
^  honorato  e  amino,  al  quale  la  fi  e  Ila  fua  tlchtamaf- 
fe .  //  Sig,Alej[andro,come  quegli  che  era  il  Morel- 
lo  per  afftmigliarfi  al  color  del  core,^  imitare  la  fua 
propofia,  picea  conofcere  quanto  la  lealtà ,  c^  ferui- 
in ,  che  era  in  lui ,  uenijfe  dall'interno  dell'animo.  Gi 
uà  inanT^  a  paffi  lenti ,  c^  tardi ,  &  con  afpato  al- 
tero la  Fama ,  che  li  conduceua  al  Tempio  d'Arno^ 
re.  Quefta  Famahauea  gli  orecchi  y  le  bocche ,  (^ 
gli  occhi  y^le  penne  oltre  le  due  granài  ali  di  Gi- 
ganteffa  ,  come  e  a  punto  deforma .  c-r  in  particola- 
re gli  occhi  erano  difpofìi  in  guifa ,  che  per  It  lumi 
congegnatiui  dentro  fkceuano  C effetto  del  uiuo .  c^ 
quel  che  e  pai  fi  come  fi  dice ,  che  pian  piano  ella  fi 
uà  ebollendo ,  (^  di  ptcciola  dtuenta  alttjfima  ;  cofi 
quefta  entrò  digrande'^a  dt  dtece  tn  dodecipiè ,  c^ 
nell' andar  perii  campo  del  teatro  ne  crebbe  da  cir-^ 
cafei,  ingrojfandofimilmente  tutta  a  proportione . 
^  neltarriuare  mojfe  il  capo  con  grauità  ,  c^  gira 
fofatamente  gli  occhi ,  &  la  faccia  uerfo  la  deftra^et 
fai  uerfo  lafiniftra,  commouendo  infinitamente  quei 

chi 


D     AMORE.  I2p 

che  la  mirauam .  &  poi  che  doma  hauere  la  uoct  di 
wetallo  y  mandò  dalle  fie  hcche  ti  jltonc-  delle  t  roM^m 
hi,  che  fuori  u*o^m  afpettatwne  rimbombo  improui^ 
famemedogri  intorno .  RaddopptojTi  la  uaghel^a 
delle  uifie  a/I' apparire ,  che  fecero  le  jet  Maghe  tra" 
mutate  in  fei  helltffime  gtouaniytujl.te  di  broccato 
doro  con  maniche  larghe  di  iteli  di  fifa,  CT  d'argen^ 
to  fottiltfjìmi  con  frangte  d'oro,  ^hurichetri  di  tablt 
turchino,  &  d'oro,  er  co^i  ^acconciatura  di  tefìa  tan- 
topiu  comparifiente  ,  cjuanto  che  mueuano  ancora 
nella  memoria  cjud  capelli  canuti,  ^  horridi,  ^ 
{juei  herettiniy  ér  cujfiotti  che  haueuano  quando  era^ 
no  uecchte.fi  come  la  rugofìtà  di  sjuegli  altri  uifìren* 
dea  tanto  piu  leggiadra  la  delicatura  di  cf^efii .  ^'Jci- 
te  fiori  delle  porte  loro  ,  CT  mandati  uerfo  le  grotte 
gli  animali,  che  al  limitare  le  attendutano,dtri:(z,a' 
rono  gli  occhi  uerfo  i  fudati  Caualìeri .  Et  la  Ai.i~ 
ga  dal  Cocodrillo  uoltataft  alle  compagne  panò  fn 
quefio  termine . 

Sorelle  mie ,  ùtfigna  prepararfi 

Per  impedir ,  che  qnei 

Che  di  là,  uengon  uerfo  cjuefla  piaggia , 

Non  arrimno  al  Tempio , 

Che  poi  che  Amor  non  degna 

Uingrejfo  noflro],  e  da  tentar  ogni  cpr4 

Cerche  non  fi  dimosìri  ad  alcun  altro . 
Et  accennando  tutte  che  la  propofta  fijfe  molta 
conueniente ,  per  ciò  e  he  era  anche  con  firme  a  ijueU 
lo  che  la  Maga  dalla  Tigre  hansa  datocché  douefi 

i     fi 


1^0  IL       TEMPIO 

fé  fhrfi,  la  Maga  dalla  l^olpe  feguitata  dalle  altn 
andò  uerfo  i  Caualieri ,  ^  i  cjuali  dijfe  , 

Caualieri  noi  fete  fuor  di  [Irada  . 

Non  uedete  qudVena 

*T endice ,  che  nasconde 

ty^gli  occhi  uoflri  il  Tempio ,  ch*à  la  cima 

^Kjlnce ,  &  non  altroue  ì 

O  metter  ali ,  ò  minar  bifogna . 
Et  quella  dalla  Sfinge  cofifijttentrò . 

Caualieri  uentte  qua  con  noi . 

Honorate  con  gli  alti  affetti  uoflri 

Quejlo  noftro  humil tetto . 
iVtf  quella  dalla  Tefiuggine  mancò  di  perjùaderli 
colmezo  delle  commodttà  ,  dicendo  loro . 

Deh  ripo fate  alquanto  , 

Godete  fin  chel  tempo  ueH  concede . 

Sempre s  ha  copia  di  trauagli^  (^  pene . 
St  perckefil  non  ahandonauano  alle  par  ole  lorOyCer- 
tarono  col  far  che  [abito  fi  giubilaffe  dentro  dal  pa- 
lagio deltttofo  di  trattenerli  :  ^  cefi  [entendofi  una 
melodia  [oauiffima ,  la  Aiaga  dalla  Sfinge  tornò 
A  dire  • 

Sentite  come  ogn\n  dentro gioifca , 

Sentite  il  canto ,  e  ilfuon  ;  fete  fi  fieri. 

Che  ricufar  uogUate 

L'ajfettuofo  inulto? 
Bt  mentre  mojìrauano  di  fkuellare  co  i  Caualieri, 
^  di  far  loro  ueXz.i  con  diuerfi  atti  lufitngheuoli  ; 
itfciuadal  corridore  pofio  nelmez.0  una  mufica ,  che 

per 


d'  A    M    O    R    E,  IJI 

per  hauere  le  Hole ,  &  ejfer  dì  uoci  alte ,  dr  chiare , 
^  compofla  di  maniera  che  per  tlptuprofiriua  lepa 
Yole  dìHefamcnte  fèrf(a  romperle  ,faceua  ajfai  berL* 
intendere  ti  concento ,  tlqualera  quefìo  • 

O  tioi  di  bella  pò  lue 

Et  di  dolce  fudor  bagnati ,  ^  tinti  j 

O  mi  y  eh*  Amore  a  quefla  piaggia  hajpinti. 

Ter  che  uojìro  camin  qua.  non  fiuolue  t 
'•     //  monte  che  girò  mai  non/ìjòlue , 
-'     «5"^'  che  il  Tempio  fi  [copra , 

Se  prima  non  s*adopra 

Jlmezo  di  noi  l^injè , 

Che  con  foani ,  &  chiare  fiamme ,  ^  linfi 

Gli  amorofi  pen/ìer  guidiamo  a  l'opra. 

Entrate  qua  tra  rifo ,  (^  canto ,  cfr  fiffa  : 

^ouenm  cifiinefia 

Dolor  ,  ne  pen/ìer  egro, 

Ne  de  fio  ingordo ,  ^jìolto , 

Doue  (rialzai  non  uerna . 

*£foue  U  mente  e  uota ,  e  ilfenfofciolto: 

E*  ti  del  [creilo  e  allegro  : 

Et  Pnmauera  eterna  ; 

Et[emprefre[ca  guancia, ,  &  gioia  interna  - 
Ma  ueggendo  la  Maga  dal  Cocodnllo ,  che  le  corte 
Jie  non  giouauano  punto, percioche  già  effi  ul [embian 
te,  (^  a  igefli  mofìrauano  di  non  curarle ,  &  comin- 
ciauano  a  mouer  i  pajfi  uerfi  il  Tempio^  prifiluctte 
difizr  con  la  jhrzji ,  ^  col  tradimento  quello  chi  con 
ìoccultoartifitio  vongli  hauea  potuto  [acceder  e. et  per 

1     2  tant9 


l^^  IL       TEMPIO 

tanto  ordinò  cefi  a  quella  dalla  Tigre , 

Fot  che  non  gtoua n  le  lufinghe ,  mtntrc 

Le  compagne  It  tengono  a  parole 

Tu  Ipmp  a  hmproutfo 

I  Advjiri  adoffo  a  loro  , 
j^ll'hora  t  Cattalteri ,  che  prima  haueano  dubitato 
d)  cfuakìoe  tnfidte  ^  fentttotl  furore  de  t  Mosìn  che 
gltafjaliuano  i  fi  uoltarono  rapidamtnte  contra  di 
Uro .  Qucfìt  erano  fei  Ahflrt ,  che  tutti  mandauano 
fiori  dmer fi  fuochi.  Due  Chimere  che  dalle  bocche 
gtttauano  fanille  :  dn?  Centauri  con  ma'^Cy  ^fcu- 
di  che  d'intorno  ardeuano  :  cfr  due  Serpenti  terribili 
di  due  tesìeii^  di  fi  pih ,  che  con  quattro  andaua- 
no ,  c^  teneuano  i  due  anteriori  tanto  eleuati ,  (^  f 
fktt  amente  li  maneg^iauano  y  che  par  e  a  che  uolejfe- 
ro  auentarfta  i  CauaUeri  per  intaccarli  nel  uifo .  c-r 
fiiceuano  uftirecon  le  linguette  loro  più  lampi .  Da  i 
tre  fpatij  ajfai.  ampli  che  reflauano  dalla  defìra  ira 
ti  Tempio,  c^  /*  Edifitto ,  per  ejfer  due  grotti  nd  me- 
7^  deltuno  y  ^  dell  altro,  uennero  una  Chimera,  urL* 
Ccntauro,et  un  Sèrpente.dagli  altri  trefpattj  fìtuati 
nel  modo  medefmo  uennero  gli  altri  tre  Moftri  con 
lordine  iflejfo .  l  candieri  impugnati  gli  flocchi,  c^ 
feruendofi  de  gli  feudi  loro  y  ér  wuiatifi  prontamen- 
te contra  cjuefte  fifrtte  befìiey  moflrarono  tanta  ar- 
diteX^a  5  che  le  fecero  andar  ritenute .  la  onde  la 
Adaga  dal  Cocodr  ilio  ò  come  più  maluagia ,  ò  perche 
haucndo  ella  confgliato  le  compagne  a  foper chiare 
quella  honorat a  compagnia  ^  era  anche  in  maggior 

anfictà , 


d'amore.  1^3 

éirìftetà ,  ^firtemente  dnhitaua  dtit eccidio  loro  o  al 
meno  di  qualche  JìmflrofiiCccfjO,  animò  U  altre  coru 
^ucfìe  parole . 

/  Mojìri  fon  frgati , 

Su  tolìotmmantmente 

Mutiamo  t  Caualieri 

In  [affi ,  tn  Jpechi ,  m  finti ,  &  in  arhufti , 

Se  non ,  Jìam  rumate . 
St  operò  arttficiofamente  che  in  fu  l  punto, che  i  M§ 
flrifìrittrauanOit  Caualterifijfcro  conuerttti  in  ^«e- 
ftegmfe .  Il  Nero  giunto  al  uacuo  ch'era  fi  a  ti  Tem» 
pio ,  &  ti  primo  grotto  ,  fi  tramutato  tn  un  tronco^ 
«f ,  da  cui  forgiUAno  due  rami  in  luogo  delle  due  brac 
eia,  che  tlCaualtero  nel  tr  a  s firmar  fi  folleuò  in  alto  • 
WBtanco  fi  inghiottito  dal  grotto  wcino  che  s'aper* 
fi  y  &  g^fò  fioco ,  col  quale  ti  tirò  a  fé  .  Il  Turchi- 
rio  feguitanUo  la  fua  fiera  entrò  nella.  ff)elonca  del 
fecondo  grotto ,  la  quale  fubito  fi  chtufe  .  &  tutto 
^uefio  auenne  dalla  banda  de  si  r  a  tn  un  tempo  me- 
defimo .  altrettanto  ficcejfe  dalla  finiHra  pur  in 
^uefi  mftante  y  perche  ti  'K^ojfo  diuentò  albore,  il 
Férde  fi  tranguggiato  dalla  fiamma  ,  &  ti  Mo- 
rello rima  fé  conuerfo  tn  [pelonca  .  Pofiia  partite 
le  Maghe  y&  re  fiati  gli  animi  di  quei  del  Teatro 
tutti  fofpefi ,  fi  ficero  duplicate  mufiche  fi  dt  uoci , 
dr  dt  ftromenti  fiìaui  nel  palagio  delttiofo ,  come  di 
juomfìrepiteuolt  nelf  altro .  Toco  dt  poi  le  trep  rime 
ufcirono  dalle  porte  dell'una  banda  ,  &  le  altre  dalle 
forte  àalf  altra  ,figntficando  all' elettone  delle  porte 

1    ^  ino- 


IJ4  IL       TEMPIO 

i  nomi  loro  per  rifletto  degli  animaHyChe  ejfendo  re-' 
fiati  dinanzj  a  i  limitari ,  haueano  fittto  comfcere 
qual  fijfe  la  propria  flariza  dt  eia/cuna  di  ejfe.c^ho 
ra  tanto  più  fi  dtjìingueuano  ipoi  che  fecondo  che  con 
usrfiro  qnei  Cavalieri,  giunte  in  e  a  fa  fi  prefero  diuer 
fé  bande  di  f&ta ,  (^  d'oro .  ^  quella  che  hauea  tra^ 
mutato  il  'ISfero  la  tolfe  nera, quella  dal  "Bianco  bian 
ca .  quella  dal  Turchino  turchina ,  &  cofi  di  mano 
in  mano  fi  cero  le  altre .  &  in  fegno  delle  hauute  uit- 
torie  le  teneuano  legate  al  braccio  frnislro  ,ftche  fta 
nano  magnificamente  fuentolando .  tappar endo  ef- 
fe di  quefia  maniera  j  la  ^Maga  dalla  Volpe  dtede  lo 
ro  quello  auifo . 

Fatto  ho  ffiar  da  i  JWaghi 

Se  più  uengan  guerrieri  a  (jueflo  Tempio^ 

JE'  intendo  che  con  fldoldt  Diana, 

Ne  uengono  parecchi . 
^  cui  rtjpofi  quella  dallo  Stru'^o , 

Mutiamlt  in  animali ,  in  fiondi ,  o  in  faffi  • 
Etui  fifubitooppoHoda  quella  dalla  Volpe  in  tal 
maniera . 

jQueHo  nonfipuofitr^perche  Diana 

Li  faluerebbe da  o^li incanti  nofiri , 
Qui  la  Maga  dalla  Tigre prefi  tal  efpediente^ 

Tamtam  più  tofio  ne  fior  primi  ut  fi 

ICau alter  mutati  : 

Et  con  la  fir^a  andiam  contra  lafirzji. 
Et  nonpiacendo  ciò  a  quella  dalla  Teflugginejeficù 
quefio  interrogatorio. 


D     AMORE,  X^J 

Et  fé  i  nimici  fijfero  più  firti  t 
Soggiungendo 

Dehlitamoci  a  goder  queUiripoft  . 
Mafubito  ut  s' affacciò  la  Maga  dalla  Tigre ^ 
replicando  • 

Chi  non  ha  cor  non  opri* 
St  cimila  dalla  Tefluggtne*. 

Il  troppo  cor  ruina* 
Et  l" altra . 

JUteglio  e  ben  ruinar.che  mal  giacere  • 
Tra  cut  la  Maga  dalla  Volpe  s^tntromife ,  &  dij[k  & 
Stj  quando  non  uifijfe  altro  partito , 
Etcheuuoiche/ifkcciat  DtJfelaMag^ 

dalla  Tigre .  c^  ella  • 
luò ,  che  poi  che  fieno  i  guerrier  mfiri 
u4Xz.ujfati  con  quei,  che  qua  uerranno  » 
Subito  li  fkcciam  con  qualche  fi  aude 
Di  fiaccar  dal  conflitto ,  e*in  guift  tale  , 
Che  a  disperder  fiuadan  nella  Selua  ;^ 
Ouernel  Labirinto* 

Tufmorz.a  alquanto  la  tua  ardente  uoglia^ 
Et  tu  rauuiua  ti  tuo  gelato  [angue . 
Temprate  infieme  i  difi:ordantt  humori  « 
Lafctate  a  me  condur  tutta  la  tre  fica . 
Confirmarono ,  ^  commendarono  tutte  queflopare-^ 
re:  fi  come  a  tfitfurriy  &  al  moto  del  capo  fi  potè  con- 
ietturare .  ^  fia  l'altre  quella  dalla  S fino  e  non  filo 
il  lodòjna  dimofirò  ancora  quanto  beneficio  ne  potep- 
fe  ficcedere  :  &  in  ogni  euento  qual  rtfilutione  fijfi 

J    4        poi 


r^6  IL       TEMPIO 

poi  da  -farp .  (^  quel  che  ui  aggiunfe  del  fm  fi 

u4nXìdi  iifueflo  modo  tutti  quei 

Che  refleran  perduti 

Dipot  faranno  gh  amatori  nojlri , 

Et  Jèmpre  fé  co  h^urem  uitagioiofa  • 

Et  fé  ueranci  a  noia  > 

Totrem  pofcta  cangiarli  a  uoglia  rtoBra  • 
iVf  cefi  toftohebbe  finito  di  parlare  che  (t  udì  rim- 
bombare  la  Fama^  la  cjual  aggiungendo  marauiglie 
a  marauigUe  mentre  che  le  enfi  pajfate  (i  andauano 
fncendo ,  era  ita  in  su  tra  il  Tempio ,  &  la  cofia  al- 
pefire  in  modo  tale ,  che  era  par fo  che  uifijfe  uolata: 
Cf^falt  tanto  alto,  che  col  capo  toccaua  alcuni  nuuo  * 
letti  eminenti  fopra  il  grotto ,  che  forgeua  nel  me^o 
della  facciata  dell'  Alpe ,  talmente  che  ueniua  ad  ef 
fer  diritta  al  Tempio ,  nella  cui  cuppola  parca  che 
aggiunge ffe  co  i  pie .  Et  cofi  oltre  che  uerifìcauafl 
ch'ella  habita  nel  fommo  de  i  tetti  y  &  che  col  capo 
può  ficcar  fi  tra  i  nuuoli,  fit  uerifimile  che  ejfendo  ui^ 
gilanttjfima  ,  &  offeruarrice ,  er  riportatrice  delle 
cofe degne dmotttia  fi fèrmaffe  quiui ,  potendo,  ^ 
dalla  natura  del  luogo  ^^dai  ueduti  cafide'fuoi  fé* 
guaci  jfhr  concetto  d'altri  grandi ,  (^  infolitifuc^ 
ceffi.  Al  rimbombo  della  Fama  comparueper  la  por 
ta  del  Teatro  ti  trionfi  di  'Diana  con  fet  Caualierià 
pie,  la  quale  tra  un'Idolo  di  marmo  tocco  doro  in  al- 
cuni luoghi  della  uè  fi  a  fatta  da  cacciatrice,  co  Parco 
nell'una  mano,6t  gltfirali  nell'altra:  &  con  tre  tefte, 

la 


d'amore.  137 

la  de(lra  di  cam ,  la  (i/iìjìra  dt  Caudillo ,  <y«f //,?  dt  me 
Z.0  d'htiomo  --ufi t co  con  la  barbai .  tra  pofla  [opra  un 
triangolo  firmato  con  cani  or  ri  liem  molto  uaghi,Ó' 
tirato  da  dne pantere ,  ò  parche  ella  trionfhtia  del^ 
ledne  fue  auerfarie  ,  che  fono  f^tnere  &  Pallade: 
per  ejfer  l'ièna  ripugnante  alla,  virginità ,  i* altra  al^ 
thabitatione delle  felae , [oprala  bafe  del  triangolo 
trano  le  ffogUe  del  figliolo  di  Venere ,  ilcjiiale  e  la  fi 
lafirz.a  della  madre  ^  &  dietro  all'idolo  caminaua^ 
fio  legati  cincjHe  Satiri  come  inimici  della  pudici^ 
tia  .  &  haueano  nelle  deHre  loro  eleuate  le  armi  di 
TalUde  :  portandone  ctafcuno  una  di  ejfe  .  CT  era^ 
no  la  coral^a ,  la  celata ,  lo  feudo  dt  Gorgone ,  /*^<«- 
jia  c^  la  ctuetta  .  &  nella  punta  dell'angolo  ante" 
fiore  era  ajfifo  un  breue  con  tal  motto  S  e  M- 
P  E  R  IDEM,  quafi  che  i  Caualieri  che  la  fé* 
guiuano  dinotar  uoleffero ,  che  fi  come  ella  con  tutto 
che  h  abbia  tre  firme  ^  trefituattonifia  0  in  cielo ,  ò 
in  terra,  ànell'abijfo  ,  è  però  una  tjìejfa,  cofi  effi  in 
ogni  forte  dt  firtuna  faranno  fempre  tmedejimi^uer 
fo  la  donna  loro  :  0  pur  anche  uerfo  ti  lor  Principe .  0 
chef  come  ella  in  tuttHuerfi  e  perpetuamente  cru* 
dele ,  cofl  habbiano  collocato  i*amor  in  donna ,  che 
non  lafci  mai i* tnueterata  dr  continua  fua  crudel- 
là  .  Mentre  queUi  Caualtert  marchtauano  uerfo  il 
Tempio ,  lefet  Maghe ,  che  erano  entrate,  ufciro* 
no  in  compagnia  dtfei  Aiaght  principali  uè  flit  idi 
broccato  m  habito  lungo  drjpaciofi  et  dtgra  maejìÀ 
et  richexjji.i  eguali  ir  ano  il  cote  Fuluio  Rangone ,  i  / 

conte 


1^8  iltempio 

conte  Hercok  E  sieri  fé  Taffone ,  il  conte  Antonio  d^t 
Thiene,  ti  conte  Scipione  S aerato y  ti fig.  Marco  An 
ionio  GdiuoiOy&ilSig.  Vicenzjo  Flifio ,  che  perche 
il  luogo  finto  una  piaggia  folinga  non  comportauafir 
wa propria  di  fteccato ,  firrono  introdotti  per  accom^ 
pagnare  i  Mantenitori ,  c^ poter  poi  ancora ,  come 
r ice  ultori  di  Caualieri  eterni ,  ef^tre  co^  ì  Venturie» 
ri,tal  che  fìtto  cjuefla  coperta  feruiuano  in  effettoper 
Adaejiridi  campo»  Le  Adaghe  tenendo  una  bachet- 
ta  d'oro  per  ciafcuna,  girono  dt  lungo  a  percotere  i 
due  tronconi  d^  i  quattro  grotti .  Calzarono  inconti 
nenie  i  Caualieri  infii  la  piaggia  »  i  cjualt  alle  per  cof 
fé  delle  bacheite  fiitteaun  momento  mede/imo  fitrono 
nconuertiti  nell'ejfer  loro  di  prima.  &poi  che  le  Aia 
ghegli  hebbero  acce  fi  al  combattere ,  abbajfando  ad 
effi  le  uifiere ,  &  ordina  do  che  t  Adaghiferuenti  pre 
fentajfero  le  picche  &  i  Maghi  principali  gijfero fic- 
co, il  che  ejfeqmrono  prontamente y  ti  Trionfò  andò  A 
pofarfiuerfoil  Labirinto .  Et  i  Caualieri  Fenturie* 
ri  y  che  erano  ti  S.  "B  or  fio  Trotto  y  ti  S.  Frane  e  fico»  Ca 
flelltytlSig,  Bartolomeo  Profpera,ilS.  Giulio  Mar 
7^  y  tlfig.  Gto.  Frane  e  fico  Franco ,  &  ilfìg.  Aleffan- 
dro  Canani  yportando  ì^  armi  con  che  doueano  com^ 
battere  yilche  ficero gli  altri  ancora  ;  &  uefìttifion" 
tuofiamente  c^  con  pennacchi  ricchififiimi,fii  come  tut 
ti  gli  altri  y  che  andar  ano  yuenendo  yftrono  in  diuer- 
fie  maniere  concertati  conjpefia  &  tilatura  infintta,Jì 
ipinfero  anch' effi  inanzj .  &  cofifiu  attaccata  la  pU" 
gna .  &  rotte  le  picche  pofto  mano  a  gli  fiocchi  fi  me 

naron» 


1 


D*    A    M    OR    E»  IJ^ 

narono  parecchi  colpi.  &  ue^gendo  le  Jlfaghe  che 
il  conflitto  fé guitana  ,  ne  ejjendocerte  da  qualban^ 
da  dotte Ifejpir are  la  uittona ,  perda  che  comhatteua 
no  tutti  corraggiofamente  y.  ne  per  anche  s* inclina^ 
uà  punto  ne  dall' una  par  te  ne  dall' altra  ^  delibe- 
rarono dt  mandar  ad  ejfecutione  quello  che  già  era 
fiato  ricordato  dalla  Maga  dalla  Folpe .  la  quale 
per  ciò  mojfafi  &  fatto  che  le  catene  de  i  Satiri ,  che 
erano  legati  all' Idolo  di  "Diana,/!  difciogliejferoycan 
so  che  efjì gettate  a  terra  le  armi  di  Falladefe  nefitg 
giffero  rapidamente ,  parte  uerfitl  Labirinto ,  par- 
te uer  fola  felua,  per  modo  che  tre  dei  Cau  alteri  fi 
mltarono  aperfeguttarli  uerfo  Cuna  banda  ouecor-' 
reuano , cfr tre uerfò  C altra.  &  entrando  i  Satiri 
nella  fólta  de  t  bofchi ,  i  Caualieri  fimilmente  u  entra 
rono ,  & iui  reliarono perduti ,  I  A^antenttari  che 
Ji  trouauano  hauer  ubidito  alle  Maghe  (^  dall'una, 
banda  erano  refìati  nell'incanto  conceputo  dalle 
trasfirmationi ,  ne  poteuano  perciò  conofiere  fé  gli 
abbattimenti fòffera  con  querela  ragtoneuole  ò  fen- 
za, (Schedali' altra godeuano  di  trouarfì  inluoga 
oue  hauejfero  afìarfempre  in  sii  C'armi  &  fur  di  con 
tinuo  dmerfe  proue  cantra  Caualieri  diuerfì ,  con  He 
to  core  fi  accompagnarono  cr  rimafero  confeco .  // 
Infero  andò  con  quella  dalla  Tefluggme ,  ti  Bianca 
con  quella  dallo  StruzS^Oyil  Roffo  con  quella  dalla 
^olpe ,  &  ti  Morello  con  quella  dal  Cocodrillo .  & 
le  tre  prime  co  t  lor  Caualieri  andarono  nelle  fi  ae fa 
lite  delia  banda  defira ,  &  le  altre  tre  s*inuii''irQnopa 

ri  mente 


140  II-       TEMPIO 

rimente  co  t  loro  mrfo  cjuellc  dJLt  fìntjlra.  Tra  tatt" 
to  r Idolo  fi  tirato  dalle  Tanttre  nel  Lahtrt?ito .  den 
tro  del  cjuale  era  apprejjo  alla  Piramide  una  mujìca 
dt  tante  uoci  (^  ^r  omenti  tali,  chefìfkcea  henijftma 
fentire  con  tutto  che  fiffe  foauijfima .  &  fecondo  che 
l'Idolo  ui  fi  condotto  diede  fuori  imfrouifamente  con 
fomma  rtcreaùone  di  ognuno  .  Era  all'incontro 
uri altr a  mu fica  nella  Seluaappreffo  l*altra  T^ira- 
mide  y  che  cfuando  riceuea  il  trionfò  che  uigiua ,  ma 
daua  unoflrepitofo  fuono  da  fiato  ,  percioche  feconda 
che  i  trionfi  de  i  Caualiert  entrauano  hora  nel  Labi- 
rinto y  hora  nella  Selua  :  cefi  hora  in  queUo  ^  hora 
in  cjuellafìficettano  mufìchedi  nature  tanto  diuerfe, 
che fltrono  fer/^pre  differentijftme ,  Entrò  dipoi  nel 
teatro  iltnonft  delle  Amai^oni ,  che  erano  due  guer 
riere  uè  H  ite ,  &  armate  nella  maniera  che  fé  ne  leg 
gè  •^  ciafcuna  hauea  uno  flendardo  •  nell'uno  de 
quali  era  firitto ,  Si  f  i  d  v  s  .  nell'altro  C  v  r 
s  A  E  V  A  /  c^uella  dal  Stfidus  conduceua  un'huo^ 
moWuftco  conuerfo  dal  uentre  in  fu  in  un  cane .  l'al- 
tra tema  ancor  effa  un  altro  huomo  conuerfo  medefi 
inamente  dalme'^o  in  fu  in  una  tigre .  c-r  dietro  lo^ 
ro  uemuano  due  gran  Ciclopi  carichi  di  uarie  tnjè- 
gne ,  che  fgnificauano  uittorie  ottenute  ,  1  Caua^ 
beri  autori  di  tutto  cjueilo  erano  a  pie ,  ilfig*  Itr  an- 
ce fco  P  er  onde  Ilo  y  ilfig.  H  Ippolito  Speda ,  tlfìg*  /<«- 
corno  Caualett 0  y\^  il  ftg.  Camillo  Riccio  ,  che  per 
quello  che  dai  mofìrt  &  motti  fi  uedea  affai  chia- 
rameme ,  mleano  dinotare  ,  che  quanto  effi  erano 

fedeli , 


D*    A     M    O    R     E.  141 

fé Jeiì,  tanto  la  donna  lorofitrouaua  crudele.  La  Fa 
ma  riguardando  cjucfto  nt*ouo  fpeftacoloper  annon- 
tiarìo  diede  gagliardamente  tlfegno  dato  prima ,  c^ 
che  andò  poi  fempre  dando  di  uolta  tn  uolia.ee  all'ho 
raufcironole  Ma^he  dalle  porte  confuete  y  tenendo 
ciafcuna di ejfeilfito Caualteroper mano . CT  datele 
picche  dai  deputati  Maghi ,  nejegi^i  la  battaglia^ 
che  poi  che  fu  ridotta  a  ferrati  colpi  di  flocco,  la  A^a 
ga dal Cocodrillo [copertala teit a dt  Melufa  crap 
prefentatala  all'afpato  de  t  f'^enturieri  li  fece  rejìare 
attoniti .  nel  cjHal  punto  i  Muntemtori  parimente 
cefarono  dal  combattere ,  &  dtfubtto  tutte  le  Ada- 
ghe  fcendendo  d^lla  piaggia  s'auictnarono  gratto  fa- 
mente  (2r  con  utfi  affabili  a  cjuei  Caualiert  nmafìin 
cantati  y  ò"  It  condujfero  uerfo  la  grande  armonia 
che  ueniua  dalla  Selna ,  oue  andarono  a  dtjperdcr/i: 
C^  dietro  ad  cffifeguitarono  le  jlmaT^m  co  i  moflri 
(^  Ciclopi  loro .  yÉlfuono  delle  trombe  della  Fama  fé 
cefi  dipoi  uedere  ti  trionfi  delle  Ninfi  trasfirmate, 

■  tunatn  M dar  aneto  co  i  pomi  d'oro,  l'altra  tn  Quer 
eia  con  le  ghiande  d'oro,  CfT  erano  le  figlie  conttjle 
co  feta  et  arte  fottdiffma.col  motto  bipartito  a  punto 

.  come  cjuello  della  precedente  tmprefa  .perctocheat- 
torno  aìfiiflo  del  primo  albero  era  un  breue  che  conte 
neua  Nvlla  AfFABiLioR,d"  anorno 
alfifto  del  fecondo  erauene  un  altro  wfcrttto  N  v  l 
LA  CRVDEI.  lOR.  t  Caualfrt  che  a  cauatto 
lefegunauano  ,  furono  il  Caualier  Taffofie,  ti  S  tier 
cole  Giliiiolo  ,c^US,  Gio.  Battifia  Trotto ,  t  quali 

dtmo^rauano 


i4i  IL     tem:pio 

'^imoflrat4ano  che  ancora,  che  all'affato  la  dorine 
loro  fife  humanifs,  €ra  nondimeno  di  dentro  afprtjji 
ma,  &firìgeuafi  che  quesledue  Ninfe  per  cjualc  he 
magico  accidente  fijfero  diuenute  tali,  Tre  de  Man 
Tenitori  ufcirono  daJiiJpatij  che  erano  tra  igrottiycon 
iefoprauefle  de  i  caualli  fuperbtffimamente  concerta 
te ,  ne  meno  uaghe  ^  ricche  erano  quelle  de  i  prefen 
ti  Venturieri ,  ^  de  gli  altri  che  dt  mano  in  mano 
tennero  a  cauallo,  &  affrotati  chefìjùrono  infieme^ 
dopo  teferfia  frette  ^foriofe  trappaffate  toccati  fu 
€on [officiente  numero  di  colpi ,  quattro  Seluaggi  ufci 
fono  della  Selua  &  con  groppo  fi  lunghi  baflomfimi 
fero  ò  per  sfrondare  quei  due  alberi ,  ò  per  rubarne  i 
pomi  ^  le  ghiande  doro  .  (^  alle  prime  percome  ufce 
do  uoci  miferahilidal  tronco  di  mez^o ,  che  rappre^ 
Jentaua  una  tefta  conuerttta,  i  Venturieri  danzati 
i  cauallt  alla  uolra  foro  ,  It  coftrmfero  a  lafciar  l'tm 
prefa  ò'aritirarfila  donde  erano  ufciti .  (jrperfe- 
guitandolt  per  mal  trattarli ,  andarono  nella  comu^ 
ne  prigionia,  ^  afuono  dì  mufiche  ui  capitarono  me 
defim amente  le  due  T^tnfi .  Il fignor  Cornelio  'Ben' 
tiuogltoacauallo  auifofcoperto  ,col  morione  inte- 
fla^  lo  feudo  in  braccio^  ripercotendo  tarla  unfuhi 
to  c^  furio  fio  fuono  della  Fama ,  entrò  folo  ^  apunto 
nella  figgta  de  i  Cnuaìiert  di  qu  ei  tempi  che  andaua 
no  cercando  uenture.tantopiu  che  il  trionfi  della  fua 
dama  molto  accompagnaua  quefla  fua  tntenttone* 
Stana  una  fìatua  dorata  y  che  eratimagine  duna 
'^ionnagrauefopra  un  %jnoccronte ,  dietro  a  cui  ne 

ueniuan$ 


D*   A    M    OR    E.  t^^ 

-uenìuano  due  altri ,  (^  Umo portaua  m:a  terra  c,n* 
ta  dt  terrapieni  &  belloardi ,  che  tutta  ardena^l'al^ 
trofoficneua  un  caftelio  con  quattro  torri  agii  ango- 
li e^  un  tornane  nel  me^o  *&jì come  i  Rinoceronti 
erano  tutti  carichi  di  diucrfi  trofèi  di  riUeuo ,  &gra 
uati  d'oro  che pendeuano  loro  da  i fianchi  :  co/lai  ca 
piteìlo  ,fiprA  cui  era  la  detta  imagine  ,fe  ne  uedea- 
no  attaccati  molti  altri .  ^  in  fui  piano  dalla  dejira. 
era  la  celata  di  Pallade ,  ^  dalla  fmiflra  il  pomo  di 
Venere  :  in  dimoflratione  eh' a  lei  erano  confacrati 
tutti  quei  conquijìi  :  é*  anche  cedcuano  le  due  prime 
'Dee  l*una  di  belleTjLa  ,  l'altra  di  ualor  incomparabi 
le .  queHo  Caualiero  ò  che  moflrajje  d'hauerfupera- 
te  quelle  fiere  ^pot  caricatele  di  quelle  due  machi- 
ne ,  lequali  ò  haueffe  tolte  con  tarmi  a  chi  prima  le 
hauea.òuolejfe  che  dmotaffero  le  proue  fue yòpur 
che  intendere  per  il  e  ajì  elio  gli  antichi  fhtti  diguer^ 
ra,&  per  la  città  i  moderni:  come  chefia  ,  cifiicea 
conoficere  che  la  donna  fua  hauea  il  colmo  dogni  ec- 
cellenz.a  ,  c^  ch\ra  degna  che  tutte  le  opere  glorio fc 
fijfero  a  fuo  honore ,  Et  ch'egli  particolarmente  ha* 
uea  dedicato  a  lei  fé  &  tutto  ciò  chefiicejfe  .  la  onde 
il  motto  mfijfo  nella  parte  anteriore  del  capitello  ab^ 
bracciaua  quesie  cir confi an^e  con quefte due  amplif 
(ime  parole ,  V  K  i    omnia,  combattendo  egli 
uigorofiamente ,  q^  con  prontezj^  C^  con  quelfienfia^ 
io  termine  che  conueniua  a  quella  forte  darmi  ^fal- 
tò  fuori  della  felua  un  Caualiero  a  cauallo ,  che  cor-^ 
rendo  uerfo  la  detta  imagine  che  sera  firmata  ap-^ 

prejf9 


144  I^       TEMPIO 

prejfo  al  Labirimo  ,  par  uè  che  at^ffe  la  fpadaper 
firtrla .  &  in  ^aeìl'inftame  il  Venturiero  girandofi 
centra  di  lui ,  nel  uenir  che  ficero  mfieme  alle  mani 
di  scarnerò  fecondo  il  [olito  y  fecondo  tlcjuale  entrane 
do  ti  trionfò  le  tnufiche  fott entrarono ,  Sottentrò  fimil 
mente,  nonfenza  tlfolito  rumore  della  Fanta ,  il  trio 
fi  del  Griffone  ,  che  flaua^entro  duna  nuuoìa  :  la-' 
cfuale  al  primo  apparire  non  daua  fegno  d*  altro  che 
di  fé  fiejfa ,  ma  (riunta  nel  mez^o  s'aperfe  alla  ffroui- 
Uà  (pianto  s^abhcffò ,  chefimde  in  ejfa  ilGrtjfone, 
che  tra  le  ali  reggeua  una  figura  di  marmo  candidif 
fimo ,  che  non  hauea  che  il  capo  ^  tipetto .  fopra  cui 
pendeua  un  core  di  porfido  legato  ad  una  catenella, 
che  gli  era  attaccata  al  collo ,  ^fevViua  di  monile* 
nel  rojìro  dell*  augello  era  il  motto  .Hoc  sciat 
ILLA,  cioè  che  ella  ha  rapito  ti  core  all'amante 
fio  .  oche  egli  glie  l'ha  dato  (pontaneamente  ;  ò  par 
che  ejfo  non  cerei  altro  fiegio  al  petto,  che  ti  uincoh 
^  mantenimento  della  fide  fignificata  per  il  core  :fi 
come  la  catena  per  la  firma  circolare  dinota  oltre  al 
legame  una  perpetua  con feruat ione  ,òpure  che  ama 
uerace mente  ,fich*€  tale  di  dentro  qualfi  moflra  di 
fiori ,  er  l^ apertura  della  nuuola  rijponde  ancora 
a  queflofentimento  .  Vennero  a  pie  con  cjueHa  inuen 
itone  ti  Sig.  Paolo  Antonio  Trotto ,  ilftg.  Agoftina 
orienti , ilftgnor  Francefco  Betto,^il  ftg.  Herca 
kdelfig,  Francefco  Putti  :&  mentre  che  fhceuano 
co  i  Aiantemtori  ti  debito  loro .  fiuide  c^fifent  t  da 
una'^delle  torri  del  palagio  d'acciaro  un  lunghijfi- 


D'  A    M    O    R    E.  14 J 

fffo  corno  fonato  da  un  Mago.  &  in  ^uejla  le  Maghe 
dtfcefero  nello  Heccato ,  c^  con  maniere  gentili  me- 
narono  nella  felna  t  Vénturieriyche  erano  fiati  incan 
tati  da  colui, &  dentro  tra  dtuerfe  armonie  furono  col 
Grifone  loro  allegramente  riceuuti .  Et  rtfonando 
laFama  foprauenneà  cauallo  ti  ftg,  Gio.  Tomafi 
Saracco ,  che  hauea  il  trionfò  dell'amor  contrarto  : 
fignipcato  per  due  rote  tuna  inanl^  l'altra ,  ch^era^ 
no  ttrate  da  quattro ,  che  haueano  le  teUe  di  Delfino* 
firfe  perche  ejueHo  animale  e  poflo  per  tadulatione 
che  €  F amor  finto .  cjuafi  che  la  [uà  donna  non  l'a^ 
mi  3  ò  [e  pur  paia  che  l'ami  y  che  in  effetto  finga  da^ 
marlo.  c^fopra  ti  piano ,  che  era  tra  le  due  rotejìa- 
uà  un  uafo  all'antica  sìrctto  dt  bocca  ^  dal  quale  fior  ^ 
geua  un  lungo  ramo  di  uitefecca  attorniato  dalt ede- 
ra :  donde  anche  ftconofceua  Cuno  amor  uiuace ,  & 
l'altro  efimto .  ^  dt  qua ,  (jr  dt  là  erano  due  corni  di 
douitia  Ì*uno  pieno  dt  fuoco  chiartjfimo ,  t altro  di 
fiimo  dcn fi  filmo ,  che  era  profi-.mo ,  cr  al  pie  dique- 
fio  albero  era  il  motto ,  che  dtceua ,  Q^  o  M  a- 
G  I  s  I  N  s  E  Q^v  o  R ,  alludendo  alle  due  rote, 
la  prima  delle  quaji  e  come  la  co  fa  amata ,  &  quella 
che  la  fegue  €  come  l'amante .  ma  perche  fempre 
che  quella  che  la  fegue  fi  ffinga  oltre ,  quella  che  le 
è  inanz.i  uà  ancor  ejfa,  tal  che  non  e  mai  raggiunta  ; 
dt  qui  fi  figura  la  dtfgtuntione  de  gli  animi ,  che  mai 
non  s'umfcono.per  modo  che  quanto pm  t  amante  cor 
re  dietro  alla  cofa  amata,  tanto  pih  ella  fé  ne  uà  frig- 
gendo, &fe  e  Untamente  feguitat a  :fe  ne  uà  anche 

K         A  corfo 


146  IL       TEMPIO 

a  corfo  lento .  er  ancora  che  fropri amente  quella  /«* 
cide^z^a  del  fioco ,  &  quella  opacità  del  fumo  dino^. 
tajfcro  affetti  contrarij  etiche  tuttania  Uà  ne  i  ter' 
mini  del  [oggetto  isicffo  ;  nondimeno  fi  può  an  - 
che  a^giungcrui  che  egli  uoleffe  dirCy  che  con  tut^ 
to  che  fòffe  hauuito  a  fchim ,  ejjlndo  ti  fimo  un  [igni- 
ficaio  della  fchifi'^ai  egli  non  defiiìcua  però  d'arde- 
re con  lafiammafua  immutabile,  la  quale  immuta- 
htlità  s*ejprime  per  quella  chiarella  .  Hor  nel  tem 
pò  che  il  Caualiero  fla  combat tendo^  efce  dalla  Sdua 
un  Afagofopraun Centauro. cu"  dopo  alcuni  mormo- 
ra di  parole  aprendo  un  libro  grida  m  lingua  flraua 
ganttfs.&  al  grido  fuo  [corre  per  aria  con  firiagran 
dtfi.  unoSpirtto  nero.et  cofi paredo  ch'egli  ficcajfe  un 
folletto  nel  e au allo M Caualiero  che  ui  erajoprafiipor 
tuto  con  due  o  tre  gran  [ahi  n  el  Labirinto ,  nel  quale 
andòfimilmente  il  trionfi  .  &  qtii'  la  mu fica  fece  ru- 
fiato  effato .  //  trionfi  del  Coloffo  di  (jtoue  che  hauea 
tre  tesi  e ,  q'4ella  di  me^o  di  Leone  ,  la  deflra  di  cane 
braccoy  &  lafint[ìra  di  Lupo  ,  come  quello  che  era  di 
crandeT^a  ecceffiua  non  meno  da  fie,  chealfegno  del 
la  Fama  fii  fice  conoficere .  Hauea  fopr a  libraccio  de 
ftro  Orione ,  &  [opra  il  finijiro  Califìo  :  che  mofira  -^ 
uano  a'effìr  [egni  celefli  per  hauer  ciafeuno  di  effi  u- 
na  ftella  [opra  ti  capo .  Et  perche  fi  prefiupponea  che 
fèffero  ancora  fegni  magici ,  haueano  firi^a  di  far 
wouere  il  Coloffo  che  li  [oftentaua  .  dal  cui  collo  pen^ 
deua  un  bilance .  Et  [opra  le  tre  tefte  era  queHa  in^ 
fcrittione  :  Non   a  e  q^v  o  s  y  d  e  r  £  •  ^«^- 


D     AMORI.  147 

fiche  fé  ben  Gioueferha.  ecfu.thtàyé'giuflitìa  perpe* 
tua,  non  re  Ri  però  che  ad  altri  non  dia  una  fiellafòr^ 
funata, ò' ad  altri  una  contraria,  dr  t  CauaUert  che 
gli  uenitumo  dietro  a  cauallo.t  ^nali  erano  tlftg.  H.r 
cole  Putti ,  i-fig,  Cjf4.ido 'Baldo  Putti ,  &  tlftg.  Her- 
cole  Saracco ,  uokano  ihfirtre  che  inferunU  di  Da- 
ma i  ò  in  ^.Itri  loro  difgmfitrouauano  poco  auentU" 
rati ,  Aia  pojjòno  anche  dir  dtpiu  che  quello  che  non 
e  compartito  a  mifure  uguali,  e  da  loro  [apportato 
fi  incarnente  :  tal  che  nonfkrà  lofdegno  che  conofco' 
no  nelle  donne  loro,  che  non  uadano  purfer,7pre  man 
T^i  in  amarle ,  d^  in  foffrire  i  tormenti  che  pr.:on  per 
la  fola  crudeltà  dt  ejfe ,  fi  come  mei  Cohjfo  regge 
quelle  due  ftelle,  anzi  potrebbe  interpretar  fi  che  an  - 
Cora  che  elle  non  fiano  uguali ,  ejfendone  una  propi- 
tia i  (^L* altra  immica ,  che  nondimeno  in  tutte  lefòr 
fune  fiano  0 prospere ,  0  auerfe ,  effi  intendono  dt  ejfer 
co'fì  antemente  i  mede  fimi  :  nella  gutfa  che  cjuella  ma 
china  porta  ugualmente  cjueiduc  fcgnt  cclefìi  tanto 
d;  [eguali .  Il  fine  de  tloro  abbattimenti  fi  e  he  fé  i  mo' 
fri  dt  gambe  ^  braccia ,  ^  tefìe  htT^arriffime  uennero 
contra  di  laro ,  tre  dal  Labirinto ,  ^^  tre  dalla  Sei- 
uà  :.  (y- afahti  i  Caualieri  ritirandofi  tutti  infame 
uerfo  la  Selua^et  effendo  infiflattfe  li  i  vrarono  dietro» 
et  all'entrare  che  fece  il  ColojTo  i  defìinattfuoniftibita 
mente  fi  fent irono.  Il  conte  Federico  Mn-oltOy  il  conte 
Gherardo  Beuilaccjua,  il  conte  Annibale  Montecue 
colo^et  ilfìg,Curio  Boldieriyuocifirando  la  filma,  en- 
trarono  d^  poi  a  pie  col  Trionfò  delle  dcogne ,  le  qua 

K     z  ti 


I4S  IL      TEMPIO 

/;  erano  quattro  ,  ^  ciafcuna  di  ejfe  portaua  itt 
Ju  la  fchiena  un  uafo  antico ,  che  le  era  legato  alcol* 
lo ,  (^  da  due  forgeuano  due  hafitcciuole ,  all'una 
delle  quali  era  attaccata  una  ghirlanda  di  fiori ,  ^ 
ali* altra  il  Caduceo  di  Mercurio:^  da  due  altri  uri 
arhofcello  di  mirto ,  &  uno  d'oliua ,  co  i  motti  attra- 
utrfo ,  Ore   tantvm.   Tutti qutBtfegni fo- 
no pofli  per  la  piaceuoW^a  .  Et  perche  la  Cicogna 
€  timagine  della  garrulità  col  legar  [de  il  collo,  fi  uen 
ne  a  dimoHrare  che  il  garrire  era  impedito ,  &  che 
perciò  fiuoleadire  il  contrario ,  che  e  la  fkcondia. 
donde  ne  nafce  che  il  motto  h abbia  il  fuo  luogo ,  per- 
cioche  la  uoce  di  Ore  uà  cofi  all' afpetto  come  al- 
le parole  :per  modo  che  quefii  Caualteri  hanno  pottf 
to  dire  che  le  donne  loro  al  fembiante ,  0  al  parlare , 
0  uer  amente  all'uno,  ^all'altro  fono  affabili ,  ma 
perche  il  motto  ,  che  e  l'anima  fupplifca  a  quello, 
che  non  fiuede  nel  corpo  dell'tmprefa,  ui  aggtun- 
fero  Tantvm.  infirendo  che  tamoreuoleT^a  di 
effe  non  era  che  efiertore .   Tot  et  fero  ancora  fignifi- 
care  che  le  donne  loro  pareffero  di  fuori  ptetofe,  con 
tutto  che  di  dentro  fiffero   difpietate  .  per    effer 
la  Cicogna  ti  fimbolo  della  pietà,  portando  le  Ci- 
cogne ^iouanetfe  i  padri  uecchi .  fi  come  quando  e- 
rano  polli  fitrono  portate  da  ejfi .  Quattro  fer più- 
fcendo  tortuofamente  della  Selua  >  c^  dtril^ndofi 
uerfo  quefie  Cicogne ,  i  Venturieri  che  già  s*  erano  at- 
taccati co  i  Mant enitori ,  fi  moffero  per  difinderle . 
Ò'  fhcendo  i  ferpi  qualche  refiflen'^a ,  (^  infieme  ri' 

tirando 


D*    A    M    O    R    E.  I4P 

tirando  nella  Selaafècero ,  che  anche  i  Venturieri  coi 
feguttarle  ut  entrarono .  Et  p affando  oltre  il  Trion^ 
fò ,  che  teneua  dietro  loro,  uarij  injìrumenti  rnupca* 
Hi  fecondo  il  foltto  ti  riceuettero  .  Succejfe  nel  fi  ^ 
voro  flrepito  della  Fama  ti  Caualier  Verniero  col 
Trionfi  di  Mercurio ,  che  oltre  alla  leggiadria  del- 
ì Idolo  y  era  terribile  per  riffeito  di  quattro  Leoni 
ritti,  che  tenendo  una  jpada  ardente  con  la  T^m-- 
fa  deftra ,  tirauano  con  le  fintare  VAra  ,  fipra  cui 
ftauano  in  par  HI  G  erione  dal  capo  humano  barbu" 
to ,  &  che  nel  re/Io  hauea  il  uentre  dtferpente ,  (jr  la 
coda  di  fior  pione  ,  ^  l'Hippopotamo .  in  fit  i  dorfi 
de  i  quali  era  un  piano ,  che  fiflenuto  da  quattro  co- 
lonnelle focene  a  un  Afer curio»  che  tsnea  in  capo  una 
colomba  .  Da  i  due  angoli  anteriori  pende  ano  cate^ 
ne  auolte  a  i  colli  del  moftro ,  ^  dell'animale .  (^  da 
i  due  pofìeriori  firgeuano  due  uerghe  .  alt  una  del^ 
le  quali  erano  appefi  dne  mani ,  c-r  ciafcuna  haue^- 
uà  un  occhio  nella  palma ,  (^  alt  altra  due  pie  di 
Giganti  trappajfatì  da  freccie  :  con  un  breue  pen^ 
dentei  da  queflo  piano  in  cui  era  firmo  Non    a- 
Livs    ARDOR.  Non  Ut  €  dubbio  che  queftt  Hìe^ 
roglifici  tendono  tutti  alla  bontà  ,  ma  non  è  pe- 
rò che  non  pattfcano  diuerfi  interpretationi .    Si 
potrebbe  dire ,  che  fi  come  e  domata  la  rabbia  di 
éjuei  Leoni ,  ^  fono  feriti  quei  pie  dt  Giganti  che 
fignificano  impietà  ,  cfr  fi^^i^i^^^  ^l  Gerione,  & 
tHtppopotamo  che  fi  pongono  per  la  fiaude ,  ò'per 
l'infide  Ita:  cofi  dall'altro  canto  ipenfierifiano  aper- 

K     3         ^^* 


15©  IL       TEMPIO 

ti,&  cofìformi  alle  opere  mamfefle ,  &  chiare .  tlche 
i  comprefo  dalle  due  mani  occhiate,  &  tanto  più  di^ 
notando  Mercurio  l'operare ,  ^  la  Colomba  la  puri 
tà .  cjuafi  che  nell'amore  egli  fia  A* animo  fchi^tti^i^ 
tnoi  ^  che  come  le  dette  cofe  arguifcono  unafana  in- 
tentione  ,  e?  libera  da  ogni  rio  ajfaio  >  tale  a  punto 
fia  /*  ardor  fuo .  Et  potrebbe  anche  intender  fi  per 
quelle  quattro  fiere  armate  di  quelle  fpade  ardenti  , 
che  egh  ama  a ÌL".  [coperta ,  (^  non  con  afintia  ne  con 
fmulations  ,  ddk  quali  due  parti  ejfe fiere ,  (^  fha- 
de  mancar.  0  pffattc^ .  ti  quale  amore  pale  fé  corrtjpon 
de  ad  uni^  rrente  purtf. ,  &  candida  che  e  dichiara* 
tada  tutte  Ciò  che  e  fopra  l  Arafudetta  .  Et  [ì  come 
lintelletto  porge  alla  uolomàil  proponimento  fuo  ^ 
^  la  uolontk  con  foperationi  manda  fiori  la  natu^ 
radeWinteV^no.cofquti  Leoni  f  tirano  dietro  quel- 
lAra,  •  VotrMefi  parimente  credere ych e  ejfendo  la 
uirtH  del  ben  operare  una  fola ,  ^  il  buon  fine  utu» 
Colo ,  //  che  è  dtmoflrato  da  tutte  quefle  cofe  che  s*U' 
nifcono  in  JHercurio  :  egli  medefimamente  habbia 
Hn  fùlo  amore  y  fi  che  non  fìamai  per  amare  altra 
creatura ,  che  quella  ches'elejp  per  l'oggetto  de  i  pen 
fieri  fuoi .  &  con  quefta  figurattone  conuerrebbe  un* 
altro  fenfo ,  che  fi  potrebbe  dare  alle  quattro  fiere 
armate  dt  quella  maniera  :  che  farebbe  che  ilCaua- 
iiero  haucffe  finito  qualche  utntura ,  nella  quale  ha-* 
Uefje  conqmftato  quelle  fpade  ardenti,  cr  domati  quei 
L  eoni  ,^  che  fi  fife  rifoluto  dt  jhr ,  che  effi  le  por^ 
t  ajfero in  fegno dell  '  amor  Juo  perpetuo,  nella  gui-^ 

fi» 


D     A    M    O    R    B.  l$t 

fa ,  che  ìneslirigtiibilee  la  fiamma  che  effe  manda^ 
no  •  Et  fc  ben  tra  i  lofcht  delie  Maghe  erario  ani^ 
mali  3  c^  n7oftrt  dtuerfì ,  ó"  p\i  forte  dt  iricantagro^ 
ni}  do  fide  fi  pot  effe  dif.rahere  iVcnturieri  da  i  Jidan 
tenitori ,  c^  tirarli  ne  i  ccrfìmuni  ih  carni  ,•  nondime^ 
noverche  elle  depredauano  ,  &  conuertiuano  i?ì pro- 
prio ufo  tutto  ciò  che  ueniua  m  pcteftà  loro ,  ornando 
gli  alberi ,  t^  /  tati  Uimprefie ,  c^  trofèi  fecondo  che 
fie  n'andauano  impatronendo  :  parue  loro  di  fieruirfi 
anche  de  i  propri]  trionfi  de  i  Caualieri  perduti  cori' 
tra  nuoLt  altri  Venturieri  y  aceto  che  in  difpregia 
d  Amore  con  quelle  arti  ifl^ffj  con  che  quegli  amanti 
Jpc/wuno  di  conciliar  fi  la  gratta  di  lui ,  ^  d'ap" 
portargli grandel^a^JTtceJfero  effetto  tutto  alì'oppofi" 
to  ,  con  impedire  tprogreffi  d'aitrt  amanti ,  ^q-  leua- 
re\le  tante  pompe  ^  che  giuano  per  dar  orn amento  ^ 
^  pregio  a  quel  "Temuto .  Spinfiero  perciò  fitor  del- 
la  Selua  le  due  (»y4maz,oni ,  che  già  tu  erano  pene- 
trate ,c^  le  ficero  uenir  infieme  a  tenz^one,  ó'  alle 
arme  .  per  modo  che  ilCaualiero  che  fitrouaua  alle 
mane  con  un  Mant enitore ,  c^"  che  fieramente  com^ 
batteua,uifio  il  termine  in  che  erano  q^efìe  due  guer- 
riere y  fi  ficcò  tra  loro  yCJr  nel  dipartirle  reHò  nella 
Selua  affatata  ;  (^  al  feguire  del  fuo  Mercurio  heb- 
he  ti  fkuoredella  mufica  confueta ,  ^l  fiato  che  la 
Fama  diede  alle  fue  bocche  comparue  il  Trionfò  di 
TroteOyCondotto  daiT>uca,  che  hauea  fatto  honore  al 
S,Ludouico  Gueriero  gentiNoucmu  uenuto  col  Due  a 
di  Mantona,  col  pigliarlo  in  fua  compagnia .   Era, 

K     4         Troteó 


15»  IL      TEMPIO 

Proteo  un  gigante  marino  legato,  &  chiufo  daluert" 
tre  ingiù  in  una  grotta ,  che  a  i  conchtli  dorati,  a  i  C9 
Talli  y  &  alle  gioie  moflrana  dejfere  cauata  da  [co- 
gli y  0  dirupi  di  monte  terminati  col  mare .  o  più  toflo 
d'ejfere  fiata  ornata  di  quella  maniera  dalle  Ninfe 
che  lafeguita(4an0yle  quali  erano  le  compagne  diCire 
ne  y  che  i'hamano  nel  mezjo  :  ejfendo  ella  ueftita  di 
broccato  purpureo  imitante  Coftro  degli  antichi,ch*e 
ra  colore  cauato  dalle  capparoccie  marine,  c^  le  uefli 
delle  feguaci  erano  di  cangiante  turchmofiegiato  d"o 
roy  che  oltre  alt  effetto  del  mare ,  che  doueua  ejfer  ri- 
guardato y  alludeua  a  i  colori  delle  liuree  di  quefìo  Fri 
cipe.Ifiocchiy&  altri  ornaméti  del  e  apogei  delle  brac 
eia  di  uelifintjfimi  a'oroy  d'argento ,  e^  di  feta  erano 
infinitiy  (^ gratiofi alpojfibtle.  Sedevano  tutte  quefie 
/òpra  i  dorfi  dt  cinqmGlauciyche  co' p&ttifquammoft, 
dr  barbe yé"  chiome  hifpidey  é'  co  ifitfiiyér  code  dt  fer 
fé  diflrauaganti  maniere  fitceano  chiaramente  uede 
requalififijfero  ,cfr  maggiormente  ancora  poi  che 
tene  ano  in  mano  le  [olite  lor  buccine .  La  grotta  era 
tirata  da  un  emine ntijfimo  Elefitnte  caualcato  dal 
pafìore  cy^rifleo  :  &  hauea  m  fronte  queTto  motto  • 
Qvi   SEMEL  \ì^i  .0'qui  fii  uer  ameni  e  grande 
V  alter atione  deluedere,  dr  dell'udire  .percioche  Fra 
teomofìrandodi  conuerttrfi  in  fuoco ,  &  in  acqua, 
mandò  gran  copia  dalla  bocca  dell'uno ,  ^  dell'ai- 
tra  con  pochi ffimo  interuallo .  ò'  [ubito  fatte  quefie 
wutationi  la  ffoglia  d'un  drago  crebbe  /it,(^il  na^ 
fcofi  in  modo  cheparue  ch'egli  diueniffc  drago.  &  le- 

uat$ 


D*    A    M    O    R    E.  r5^J 

ftato  queflo  alletto  rimandò  acqua  &  poi  fioco ,  ^ 
rejìò  nell'ultimo  ti  Proteo  fcht etto ,  fi  come  era  appar 
fi  da  prima .  (fr  tra  tanto  fonando  i  Clauct  quelle  lo- 
ro buccine ,  le  Nmfi  cantauano  in  uocipieng  &foa^ 
utjfime  que  fi  e  parole . 

Lafi  y  eh' a  un  alma  fola  unafol  uolta 
Si  da  con  un  fai  cor ,  colante  dura . 
Et  ben  che  in  giro  fi  a  fortuna  uolta , 
£tn  uarte  fhcciefi dtmofìri  ofcura; 
Tinta  non  h  pero  già  mai  nefciolta  : 
Ma  rejìa  come  pria  legata  &pura  • 
Ecco  Froteo  nel  laccio ,  eccofifcorz.a  : 
Ecco  rtman  ne  lafua  prima  fcor'^a  • 
Queflo  ueniua  a  dichiarare  la  qualità  dell' imtentto 
ne,  la  quale  era  che  Proteo  fife  l'emblema  de  II  a  fi  de. 
(^  nella  guifa  eh' egli  fiotto  le  terribili  firme  efieriori 
è  un'ifte^o ,  ^  pur  che  fi  tenga  ben  legato ,  qualfii  da 
principio  ,  t  al  riefice  nella  fine  ;  fi  può  figurare  fìmil^ 
mente ,  che  chi  da  la  fide  ad  altri  fi  che  uer  amente  fé 
gli  aftrtnga ,  per  uariatione  difirtune ,  ancora  che 
tutte  fiano  maluagie ,  non  e  però  mai  per  dtficiorfi.ne 
per  uariare  tefientia  propria  ,  che  è  l'animo  con  che 
s'è  allaciato  con  altrui  una\uoltafolaperfempre.Et 
efiendo  ti  Duca  &  Trtncipe  ^  caualier  di  Dama, 
ancora  che  da  quei  uerfifipojfa  cauare  una  interpre 
fattone  fiuperficiaky  io  nondimeno  non  fi  qualfijfepre 
ctfiamete  f  intento  fu  o,  A-ia  poi  che  ho  cercato  d^ejpor 
re  tutto  il  refio  al  meglio  e' ho  potuto  comprédcre  per 
no  laficiar  quefiar  parte fieni,a  qualche  forte  di  ejpo 

fittone. 


154  ^^       TEMPIO 

fittone ,  io  non  reflerò  di  dire ,  che  hauendo  io  ueduto 
0-  intefo  che  fempre  che  è  occorfo  a  queflo  Signore 
dtpigliare  tmprefa  ha  tolto  [oggetti  che  riguardano 
a  firmel^a^o  a  coflanz^a,  o  a  lealtà, o  ad  altre  cofefì^ 
mili  3  mi  pare  di  poter  comeiturare $  che  accenni 
qualche  [ho  concetto ,  che  uada.  percjuesìo  camtno,ct 
può  acconìodarfi  tal  generalità  nonfolo  ali*  amore  ca 
ualerefco  ,  ma  ad  ogni  altro  termine  di  uer a  amici^ 
tia;  &  intéderficofa  già  ejj'ettuaia^o  da  effatuarfìyO 
che  cominci,  ouerotuttauia  continui  nell^effcttuatio 
ne  •  Aloslrarono  i  Caualieri  fegnalat amente  la  fie^ 
rel^a  ^ garb atura  loro  &  con  quanto  fenno  com» 
battefero  .  &giuano  tuttauiapiufeguitando ,  fé  non 
che  cinque  Centauri  correndo fiiori  del  Labirinto  fi 
lanzarono  a  quelle  Ninfe  per  rapirle  da  i  dorfi  de  gli 
Dei  marini .  Ada  t  Caualieriper  ributtare  una  tan 
ta  infolen^  c-r  conferuare  la  purità  del  Trionfi  in" 
molata  ,  reprimendo  c^  canuertendo  in  fuga  i  Cen* 
tauri  y  Jp infero  icaualli  dietro  a  loro  fin  dentro  del 
luogo  d'onde  s'erano  dipartiti  :  nel  quale  fi^  in  quel 
punto  fatta  una  mufica  di  misura  gentiìiffirKo, ,  col 
raccetxarfi  Arifco  ^  tutta  la  comttiua  .  Indicò  la 
Fama  ti  trionfi  d'Hebe ,  quando  fluide  la  fatua  du 
na  giouaneitafopra  un^^Aquila^che  con  la  dcftra 
tenta  una  copa  da  bere .  &per  aggiunta  hauea  nel 
iafiniftra  unftrpe  :  ^  era  feguitata  da  fi  Harpie. 
^  dal  collo  dall'Aquila  pendeua  il  motto    D  fi 

DVLCEDINE     AMAROR.    il  Conte  Hercolt 

MontecuccoU ,  tlfig.  Vejpcfiano  Mancini,  tlfg.  . 

Scipione 


dVa  m  o  r  e*  1$$ 

Scipione  Giìiuoh ,  ti fìrr,  G IO,  Francefco  Alnz^Tard 
hd^il  S,  Hercole  Afuz.z.ar eli i  conduttori  a  pts  di 
ejuefla  tmpnfaper  rispetto  ddferpe  che  e  poflo  per  il 
uclerìo  ,  douiarìo  uoler  dinotare  che  la  dolctffìma  be^ 
uandii  lorofò'Je  ueltnata  da  ^ualc/j" fiero  accidente. 
la  cut  acerbità  fi  accreficeua  per  il  fugavo  non  di  tre, 
rna  dtfa  Harpte .  quafiche  elU  oue  fi  fingono  trefolo, 
mente  ,fijftro  duplicate  di  numero ,  affinchè  dupli- 
caffè  ancor  a  latrila  egualità  dellafciagura  dteffì, 
(^  ben  che  ui  campcggiajf  affai  accornodatamin^e , 
che  lo  [degno  della  donna  amata ,  o  la  morte ,  o  par 
titafna ,  o  la  CHfìodiafeH£r>jfi.rna  tenutane  dafuoi^o 
altro  impedimento  fimilefvfff:  cantone  di  conturbar- 
li :  nondimeno  tltrtfloprcfagio  delle  Harpie,  ^  dm 
proutfa  acutel^  del  mo>fo  ddferpepo[fo>2o  ptu  tofto 
tefìtficarelo  effetto  della gehfia  :  t  la  quale  per  ogni 
minima  fojpuwne  ci trajigetl core  ^^  ci  fu  fempre 
dubitare  d'affaipcggio  dt  cjtiello  ch^  fia  neramente* 
tal  che  co*  fimi  doloro  fi  promjìict  augura  C^  partorì- 
fi:e  temenz^e  ^  p afflo nt  continue  i  (^  tali  che  la  mal 
uagità  delle  tre  Harpie  non  bafiaua  ^fe  elle  non  era 
no  al  doppio.  Ouero  cheilfirpe,  che  è  anche  puflo 
per  la  pruden'^  può  darci  da  credere  che  con  tatto 
che  cjuefli  C au alter ifòfftro  auedun,  p  r  cjtfanio  era 
poffibile,  per  non  incorrere  in  cjHakhe  wf gratta ,  che 
nondimeno  le  male  fortune  gU  hanno  di  già  fopra- 
prefiy  ofono  loro  uictne  yficoms  cjuegU  augelli  tnfir- 
nalipar che  fiano arriuati , o  chsa-  'iiitoo  tutta  uia 
a  Hebs .  la  qual  come  Copiera  di  Gioue  può  inttrpre 

tarfi 


156  IL       TEMPIO 

tarfi  per  [oggetto  delitiofo  ^  aggradtbile .  &  perche 
porgea  il  uafo  da  bere ,  potremmo  conietturare ,  che 
quando  fijfero  tnpA  tatto  del  godere  la  gratta  della 
cofa  amata ,  che  apunto  all'  hor  a  [i  tr  oh  afferò  inter' 
rotti .  la  onde  nefegue  maffìmamente  di  cjueflo  mo- 
do ,  che  dalla  dolcei^  ne  uenga  l* amaritudine .  ^ 
fi  per  cagione  di  Hcbe  che  non  s'eHende  a  nego^ 
ctj  y  come  per  la  parola ,  Dulcedine ,  non  fi  può  buO' 
riamente  pigliar  altro  fenfi)  che  quello  d* amore .  ^ 
perche  l'amaritudine  e  la  propria  contrarietà  del- 
la dolcez,z.a,  &  lagelofìa  dell'amante  è  più  contra- 
ria al  finimento  d^  amore ,  che  non  è  l'odio  della  co-- 
fa  amata  y  col  detto  motto  .giudicherei  che  fiffe  af- 
fili meglio  a  intendere  la  gelofia  ,  che  affetto  al- 
cun* altro  .  Nel  combattere  chefaceuano  coraggio 
famente  if  untano  dalla  Selua  le  Maghe  dalla  Pol- 
pe (^  dalCocodrillo  ,  mouendofi  con  celerità  uer~ 
fo  di  loro  i  é'^^slU  dalla  Volpe  e  la  primiera  che 
dice  . 

Deh  Caualier  ceffate  da  lapugna  • 

Deh  uemte  più  tofto  nella  felua  : 

IJenite  ad  aiutar  una  donuella  , 

Che  con  alcuni  [noi  s^h  ritirata 

Sopra  un  dirupo .  per  fìiggir  la  fùria 

D'un  mojlro ,  che  uorrebbe  tranguggiarla  • 
V  altra  contra  i  mede  fimi  • 

Affai  più  honor  uifia 

A  faluar  quefla  Dama^ 

Che  di  belkij^a  non  ha  pari  al  mondo  * 

Che 


d'amore.  IJ7 

Che  trauagìiarmi  qua  confine  incerto  : 

Et  anche  per  cagionfirfe  leggiera . 
J  Caualieri  cennando  di  uoler  compiacerle,  ^  però 
auuiatip  con  [eco  alla  Selua ,  fono  ra  ccolti  con  U  lo 
ro inuentione dalle  mufiche  .Venendo  il  trionfi  del 
Camelo,nonperche  egli  trionfhjfe ,  ma  perche  era 
trionfkto ,  &  difubito  rifonando  la  Famay  uidefiquc 
fio  animale  di  grandezx^a  molto  efìraordinaria  che 
ttraua  una  bafe  tutta  htftoriata  in  maniera  helliffi- 
ma  ;  a  i  quattro  angoli  della  quale  flauano  quattro 
palle  aperte ,  che  mandauano  fiochi  continui.  &  nel 
mezjo  era  un  gran  cauallo  imbrigliato ,  che  tenendo 
ipie  di  dietro  fopr  a  il  piano  mouea  con  non  poca  am 
rniratione  gli  anteriori  eleuati  qua  cfr  la  alto  ^  baf 
fo  in  più  modi .  cr  era  imprejfo  nelfiontifpicio  della 
bafe ,  I  N  Q^v  AM  tartem  velit,/^- 
guitauano  a  cauallo  quefla  imprefa  il  conte  Onofiio 
'B  euilacqua ,  tlftg.  Gajparo  Monte ,  ^  ilfig.  Leo- 
nardo  ^uoglio  .  (^  come  Caualieri  in  amorati  non 
poteano  rimoftrar  altro  fé  no  che  la  donna  loro  li  tra 
uagliaua  nella gui fa ,  che  a  letparea.percioche  qua 
le  il  morfo  al  cor  fiere ,  tale  ella  era  ad  ejfi ,  donde  an 
che  ui  fi  appropriaua  il  Camello  per  ejfer  obediente  a 
fopporfi  ai pefi,ne meno  erano  pronti  i  Caualteri  a 
entrare  fotto  ogni  carica  fecondo  chela  donna,  che 
era  la  legge  loro ,  hauejfe  uoluto .  Tre  Maghe  fi Jpic 
carono  dalla  Selua  in  quel  punto ,  che  erapiufiruéte 
il  confitto  tra  ejfi  et  t  Màtenitort,chegià  sperano  ga 
guardarne  te  colpiti^  gridads  fma,Socorfo, l'altra 

Cavalieri 


148  IL       TEMPIO 

Caitaliert .  &  la  ter^a ,  Aita. ,  a.it£i ,  tenevano  dte^ 
tra  ad  ejfe  tre  Caaalien  armati  fiwr  che  le  tefte ,  co  i 
brandi  nudi  in  mano  ^  con  gli  fendi  imbracciati .  i 
quali ,  toccando  i  Venturieri  i  camalli  cantra  di  lo^ 
ro  s  fi  ritirarono  deliramente  nel gr offa  della  firefla, 
ter  modo  che  fecero  Fufato  inganno ,  c-r  mouendo(iil 
trÌ9nfi  uerjo  il  luogo  jflejjò,  l'alto  concento  che  n'ufct 
moftrò  d aggradirlo  .  Per  quella  concert atione  e  ha 
titano  a  pie  il  Conte  Ottauio  Landi ,  /"/  conte  ^Cefare 
Sacrato, il [ìg,  Rafhcle Rajponi,iìfig.  Giani  Pafi 
qualetto^ilS  Gio,  Battifta  Ad  eia  :  c^  per  l'indi^ 
tio  che  Henne  dalle  [onore  mei  della  Fama  fi  notifica 
il  trionfi  della  Montagna .  la  quale  reggeua  ne  Hit 
fommità  una  Palma ,  &  dall'una  banda  un  Leone ^ 
(^  dalt altra  un  Agnello  y  chetando  corcati  moflra 
nano  dejfer  legati  ugualmente  a  qriel  albero  .  attor-' 
no  a  cuigiraua  in  un  breueito  ,Neq^ve  hinc 
N  E  Q_v  E  I  N  D  E  •  d"  a«  Mago  tenuto  Uretto  da, 
due  Morifiguiua  dopo  di  ejfa  ,•  ^  con  unauerga  ucr 
deggiante ,  ch'egli  andaua  fcotendo  daua  fegno  di 
farla  camtnare  per  incanto  ,  &  perche  ella  dtnan- 
'^parcafiane  ^  ripiena  di  fiori  ^  d' amenità  y  d* 
dt  dietro  fpogliat  a  di  fiondi  ^  tutta  fajfofa  &  horri 
da  yfirfeche  coflui  era  figurato  perii  uecchio  della 
Montagna .  nella  cuipoteflàfitrouaua  quel'monte^ 
che  daltun  canto  era  come  un  Paradifo  terrefìre  c^ 
dall'altro  come  un* Infimo,  ò-  potea  dar  la  buona  c^ 
la  trtftafirtuna  a  uoglia  fua ,  fecondo  ti  qualfignfi^ 
€ato ,  diranno  quefit  Canalien  che  la  donna  loro  non 


D'  A    M   O    R    B.  T49 

gli  trahe  ^impaccio,  percioche  nonfìrìfolue  d'ucci-^ 
derli ,  ns  di  wuificarli .  ma,  con  la  tepide'^afia  Itfk 
languire  ct*  struggere  a  poco  a  poco .  cr  dicono  per  " 
ciò  ,  che  ne  di  cjnà  ne  di  U ,  cioè  che  ella ,  che  ha  in 
mano  la  ulta  &  morte  loro ,  non  porge  ne  quefla  ne 
cjnella  ;  &  chefimilmente  potendo  col difdegno  ma^ 
ntfi[ìo  trafigerli ,  0  con  la  manfitetudtne  rìftauraYli» 
i  qujili  due  affetti  appaiono  per  il  Leone  c^  peri  A" 
gnello  y  non  uuole  effer  ne  difdegnofa  ne  manfueta.^ 
fi  compiaci  di  lafaarlt  tra  due ,  parendole  di  quefta 
maniera  di  riportarne  la  palma .  T)al  quale  albe- 
ro fi  pm  ancora  cauar  concetto  ,  che  uoglta  inferire, 
che  quefìt  canalitri ,  neper  molìrarfi  d animo  cjuie 
io  cjr  alhgro ,  ti  che  e  notato  dall*(iyfgnello  e?  dalla 
fari  e  lieta  del  monte  ;  ne  perfhrgli  iracondi  ^  ad- 
dolorati ,  //  che  fi  comprende  parimente  per  ti  Leo» 
ne  ^  per  la  trìfìa parte  del  monte ,  neper  fopporfi 
er  cedere  a  quesìa  donna  &  furia  uittoriofa  di  loro^ 
poffonogia  mai  placarla ,  ofepnr  alquanto  la  piega- 
no y  ella  inguifa  della  Palma  r i forge  pm  che  mai  ^ 
torna  tutta  in  fé  sìcjfa  •  Alenate  le  mani  uiuacemen 
te'o^  con  buon  modo  per  debito fpatio, la  Maga  dallo 
Stru'Xzjo  difcendendo  per  la  piaggia  fi  fu  incontra  a  i 
Venturieri  con  uno  feudo  di  terfo  acciaro ,  tlquale  ri 
lucendo  alla  fkccia  loro  3  mofira  d'abbagliargli,  (^ 
in  quello  effa  Maga  con  le  compagne  li  raccoglie  He» 
t amente ,  menandogli  nel  Labirinto  tra  canti  et* 
fuonigentiliffimi:  tra  quali fìt  mede/imamente  con^ 
dotta  la  Montagna  •  Non  era  anche  ben  cheta  U 

melodia 


l6ò  IL      TEMPIO 

melodia  del  Labirinto,  chel*acutijfima'uoce  detta 
Fatnafice  rmolgeregli  occhi  di  ognuno  al  trionfò  del 
fHeJperidi  accompagnato  a  cauallo  dal  Conte  Her 
cole  del  conte  Nicolò  Sflenfe  Tajfone ,  \dalftg.  Al- 
finfmo  Trotto ,  dalfig.  Alejfandro  Lombardtno,  & 
dalfig.  Antonio  Maria  Zer binati.  Giaceua  un 
giardino  di  (Quattro  comparti  [opra  il  dorfo  duna 
balena ,  che  da  gltjptlli  della  fronte gittaua  acque 
cdorifire  in  copia  abhondanttffima ,  tal  che  nejpruz, 
TJiua  largamente  fi  le  quattro giouinette  ignude  con 
uerfe  in  alberi  »  che  furgeuano  dal  mez.o  di  ciafcun 
(Quadro,  fi  anche  le  noueMufe  ,  che  per  ornamento 
del  luogo  erano  finte  di  [cultura.  Appoggiato  al  gran 
Cedro  eminente  dalmez.0  de  i  quattro  quadri  colbre 
uè infcritto , Modesta  lice, ftaua un ,fie 
ro  T)r agone  di  lunghiffima  coda  auiticchtato  a  quel 
fijìo  :  ^  di  più  tefle  ritte  &  ritorte  :  dalle  quali  man 
dana  fiochi  continui  &  terribili .  &una  Maga  fe- 
dendo [opra  il  capo  di  quefio  moflruofi  animale  dino 
taua  di  fkrlo  caminare  co  la  fola  uirtu  delle  fimpltci 
farole/Tata  era  la  horrtbilttà,che  ueniua  dalui[ag 
gio  ^  da  %  fianchi  di  quefia  Balena ,  c^rfrmilmente 
dalla  jpauentofia  prefentia  del  Dragone  :  &  dall^al  - 
tro  canto  cofifrhiua  cr  graue  &  benigna  infiemefi 
dtmofiraua  la  A'fagafignora  del  giardino  tolto  alle 
figliuole  d'Atlante ,  &  reggitrice  del  tutto ,  che  la 
fofitura  del  motto  ueniua  da  [e  a  dichiarar  fi .  perciò 
che  fé  ben  ella  in  tante  grandez^  fi  rendeua  humile, 
non  per  queBo  gU  ejfati  feguaci  della  potenza  fua 

appariuattò 


d''  a  m  o  r  h.  i6i 

apparluarìo  leggieri  ^ne  conuenienti  alla  cjHalità  et  ti- 
no jpir  ito  ripofato .  'iy4dHnque  l'a/ce'^(zjt  della  donna 
di  ejaefit  Caualiert  fiponea  per  non  mediocre,  con  tut 
to  che  nelfcmhiante  uoleffe  far  credere  ti  cotrano  .  // 
uago,c^  feroce  co  batter  e  de  i  quattro  Venturieri  beh' 
he  quefio fine, che  i  quattro  Leoniyche  haueano  tirato 
l'Idolo  di  Mercurio,  depofie  le  jpade  ardenti , parte 
uenendo  ritti, e^  parte  carponi  fi  lanz.arono  comra  di 
ejfi.  ^  fi  come  due  dal  Labirinto^  ^  due  dalla  Selua 
fi  erano  dtpartiti,cofiqua,&  là  da  due  Caualieriper 
tuna  banda,  x^  da  due  per  P  altra  a  urti  di  cor  fieri  , 
&  a  tiri  di  flocco  quafiche  fèjfe  una  cacciata  fatta  a 
queffe  fiere,  furono  coflretti  a  ripiattarfi .  cfr  in  quel* 
l'effato  che  per  la  gagltardia  ,  c^  dtfpofitione  di  chi 
rapprefentaua  quegli  ammali fii  affai  marauigliofo, 
gli  HortiHefperij  andarono  nel  Labtrinto,nonfinz.a 
le  debite  accoglienze  della  mufica .  All'entrare  che 
fice  il  trionfi  dell' Hidra  magmficato  dal  rimbombo 
della  Fama  utderfiin  uartegutfe  eleuarfii  colli  fiuoi , 
^  ufcire  ume,et  frequenti  fiammelle  di  pm  colori  dal 
lefue  bocche  :  dr  tfferle  attaccato  alla  coda ,  che  con- 
firme al  gran  uentre  fitrouaua  lunghi  jftma,  un  Gì» 
gante  dijìefo  in  terra ,  &  legatole  con  ambi  i  pie ,  il 
quale  alfigno  dell' augellaccio ,  che  gli  beccaua  neU 
l'apertura  del  petto  ^  fi  daua  a  conofcere  per  Ti- 
tio .   Sopra  la  fchiena  dell' Hi dr a  erano  due  nidi  in 
faro  con  dentro  alcuni  augelletti,  &  in  su  l'uno ,  dal 
quale  ufciua  fiioco ,  Haua  ti  Pellicano  con  i* ali  aper- 
te in  atto  di  uoler  più  toflo  ardere ,  che  abbandonare 

L         i  figliuoli  • 


t6z  IL      TEMPIO 

i figliuoli .  &  su  i  altro  un^uoltoio ,  che  fi  per  cote  a 
nel  co[ìato,c^  mofiraua  di  uoler  cibare  colfitofangue 
quel  [noi  animaletti,  Sorgeua  tra  i'un  mdo,(^  l'altro 
una  gamba  dHippopotamo .  in  cima  acni  era  una 
tefia  di  Cicogna  d'oro ,  q^  la  cingeua  nel  mezj)  ^ueHo 
wottoìAiHl  FERVS  SI  FERA,  llfig, Leonel- 
lo Laue7LuolOy&  ilfg»  Fuluio  Quisiello ,  che  ui era^ 
no  dietro  a  pie  ,per  quello  che  fi  può  comprendere  fi- 
gnificauano  che  fé  la  donna  farà  crudele  ad  ejfi  qual 
era  quell'augello  a  Tttio ,  crudeli  faranno  ancor  ejfi 
a  loro  medefimi  :  come  erano  quegli  altri  augelli  col 
gire  nella  fiamma ,  &  firirfi  uolont  ari  amente .  ^ 
■l'affetto  trtbmto  alla  donna  e  contrarto  all'amore  • 
Cfr  tutto  pieno  d'amore  e  il  tribuito  a  questi  amanti , 
poi  che  conuengono  con  chi  fi  rifolue  di  anteporre  ilbe 
ne  altrui  alla  ulta  propria .  Et  hieroglificamente  il 
capo  dt  Cicogna  h  la  charità.  della  maniera  che  l^im 
pietà  e  dinotata  dalla  gamba  dell'  H'ppopotamo,  Fu 
rono  i  f^enturieri  con  l'art  fido  della  Jliaga  dalla  Te 
jiuggtne difìolti  dai  Mantenttori  co' quali  fhceuano 
ualorofamente  la  parte  loro  :  perche  ella  fi  finfe  una 
dama  che  fijfe  nelle  branche  delle  Harpie ,  che  già 
trion furono  con  Hebe .  c^  cofi  trouandofi nella  boc^ 
ca  della  S dna y  &  e fclamandofirt emente ,  i  Ventu- 
rieri y  che  uidero  che  le  Harpie  erano  in  punto  per 
diiìorarla ,  fi  uoltarono  contra  loro ,  c^  fitgandole 
(i  girono  a  perdere  nella  Selua  ifiejfa ,  ne  reflò  di  gir 
ui  l'Hidra  parimente  .  la  quale  hebbe  l'ufato  hono- 
tede glt  alttjfimi  fuoni  della  firefia.  Retterando U 

fhma 


d'    A    M    O    R    E  .  16^ 

.  fama  ti  grido  [no ,  occuparono  il  campo  k  pie  il  con-' 
te  Tomafo  Sacrato ,  ti  fìgn,  Hercole  Brajamla.tl  S» 
Camillo  Turco ,  tl[ìg*  ayilfènfo  ^endediOy  ilfign.Ca 
nttllo  Aionttno,<^  ti  fig,  Nicolò  Pigna,che  haueam 
iltrionfidelLai4reto.il  quale  era  un  bofchùttino  di 
lauri ,  fhtto  mouere  magicamente  da  un  drapello  di 
Nmfi  3ofchereccte,  che  dentro  utjìauano .  ^  i  con- 
torni fuot  erano  da  uaghtffima  contestura .  Tutti  gli 
alberi  fumauanOi  mandando  da  diuerfi  tagli  pro^ 
fùmtfoamjfimiy  ò"  in  gran  copia  :  i  quali  non  osìante 
.  i  fuochi  precedenti ,  che  pur  non  mancauano  di  ma^ 
'  teriefulfiireeytrappajjarono doga' intorno  aicircojià 
fii:  C^  moftrafìdo  d  ejfere  fiati  fdmmatuil  che  fi  chia> 
riua  anche  meglio  al  motto  pò  fio  infrante ,  che  dice- 
uà ,  Qvo  M I N  vs  V E R E B  A  R  .  Da  quejìo  Lati' 
reto ,  aie  entrata ,  &  al  caminare  che  fce  ,  ufctrono 
impromfameute  lepri ,  conigli ,  &  qualche  altro  fi" 
mtle animalucccio .  &  uolarono  da  i  rami  diuerfefor 
ti  d*  augellef  ti,  Cy"  perche  il  lauro  con  tutto  che  fi  pon- 
ga per  intatto  dal  filmine ,  era  nondimeno  filmina- 
to , fi  iteniua  chiaramente  ad  intendere  ^  che  tanto 
più  ti  colpo  era  acerbo ,  quanto  più  parca  tmpojfbile 
che  douejfe  uenire  :  CT  meno  perciò  fi  afpettaua , 
et  quefto  e  commune  ad  ogni  sfortunato  fucce^o  Ai  chi 
nons'haueffe  hauuto  temenz^a  .  (^particolarmente 
fi  può  reftringere  a  un  cafo  d'amore ,  quale  farebbe 
fé  oltre  ad  ogni  nofir  open  fiero, la  donna  noslra  ci  ha- 
ueffe  datA\iinaripulfa:o  per  inopinato  accidente  ci 
fijfe  slata  iettata*  &  gli  accidenti  fono  il  maritarfi 

L     z         0  il 


1^4  '^       tEMPlO 

f  ti  fhrjl  monaca ,  o  altra  cofa  fimile  :  che  non  può 
inturamtnte  fapere,  chi  non  pojfiede  iintentionedi 
chi  ha  prefo  ti  [oggetto .  Euui  ancora  la  fiancheT^a 
dell'animo ,  che  dall'altra  banda  tanto  piH  refìfie  a 
efueHa  amrfità  ,  ^^anto  meno  ne  duhiiaua.  &  e  qta 
fio  uigore  ajfai  ben  ef^rejfo  per  la  naturale  re/iflen^ 
7^  de  i  lauri  medefimi ,  c-r  per  la  dignità  delle  anti- 
che corone  impenalt .  Rifcaldauanfi  in diuerjèl^f' 
fi  t  Venturieri ,  che  s'erano  di  già  attaccati  infume y 
quando  una  compao^ma  di  huominifeluaticiy  armati 
di  fìzcelle,  c^  di  pallate ,  ajfalirono  il  Laureto  per  ab- 
bruciarlo .  centra  i  cjualtinuiandofii  Caualteri ,  ejfi 
tirarono fiirtofamente  alla  uolta  loro  quelle groffe pai 
le ,  che  al  giunger  che  fnceano  in  terra  fifpaccaua^ 
no  gittando  faoco ,  ne  potendo  perciò  Jgomentirli, 
fi  andarono  a  paffl  pigri  uolgendo  parte  alla  Selua, 
(^  parte  al  Labirinto,  dentro  del  cjuale  entrò  il  "Bo- 
fchetto ,  dapot  che  la  metà  de'f^enturiert  col  dar  la 
fìtgaa  coloro  ui  fu  arriuata.  fi  come  T altra  metà 
tenne  dietro  al  rcfto  per  la  banda  della  Selua  .  Ne 
punto  ritardò  la  mufica  a  far  il  debito  ufficio  .  Fece  fi 
vagheggiare  con  Capplaujo  della  Fama  ti  trionfò  del 
Tempio  dell' Eternità. il  quale  era  moltofottilmente, 
Cir  con  ricchifs.  lauori  adornato .  //  portauano  molti 
Cigni.che  gli  erano  d'intorno, et  due  affai  grandi  con 
uifi  humani  caminauano  inanimi ,  che  all'  affetto 
Pìoflrauano  d'ejfere  Homero ,  c^  Virgilio  .  Sopra  il 
primo  che  fojienea  il  Tempio ,  ftauano  dinanti  ad 
ejfo  due  jìatue ,  Cuna  era  alla  deftra  un'Orfa  in  pie , 

col 


D*   A    M    O    R    E.  16$ 

col  pomo  di  Ventre  Ari  una  \ampa:Cy'  ilcintolino  del^ 
la  medefima  a  trauerfo ,  ^  Cupidme  al  piedeftallo . 
l'altra  era  allafinifìra  una  Venere  fogliata  de* [noi 
fegni ,  (jr  del  proprto  figlinolo.  Cj  era  appefo  alla  por 
ta  del  Tempio  Victrici  .  amotandofi  per  mio 
credere ,  che  cjuelt^Orfa  hauejfefupcrata  Venere .  ^ 
finT^  dMio,  0  per  crudeltà  della  donna  fua  ,  0  per 
Callufione  del  nome ,  che  qualfi  frjfe  il  pereto  io  noH 
so  i  uolfe  deificarla  in  c^uefìo  modo  cfueflo  Caualie" 
re  .  ti  (juale  uemuA  a  cauallo  y  c^  era  il  conte  Toma" 
fo  Calcagnino .  Se  gli  apprefentarono  in  quel  punto 
ch'egli  arde  a  nelcoriflitto  due  gran  Ad  aghi,  ccn  hir' 
fute  ctglia,  é-  harbe  lunghe,  er  bige,  &  tenendo  l'u^ 
no  la  Califto  del  Trionfi  del  Coloffo  ,  la  cjuale  era  a 
punto  una  Orfa  mejfa  cantra  cjueff  aìtra:^fimilr/jen 
te  tenendo  t altro  l'Orione  del  trionfi  medefimo:  di^ 
ceua  l'uno  y 

T>a  parte  di  CaLjìo  :  ecco  Califlo . 
Et  l'altro  diceua . 

"Da  parte  d'Orione  :  ecco  Orioni  • 
Et  foggiungeua  l'uno , 

Ctjji  la  fi  ria  hor  hora  : 
%^eplicando  l'altro  . 

Ceffi  la  fir^a  hor  hor  de  l'arme  uofìre . 
Et  co  fi  con  la  uirtu  dt  quello  incanto  fecero  ch*egU 
defifleffe  dalla  pugna,  et  raccolto  dalle  Afaghefit  con 
dotto  col  fuo  Tempio  nella  porta  del  Labirinto .  dal 
f^uai  fi  mandò  un  canto  ,  C^fuono  dolctffimo .  Col 
trionfi  d'Harpocrate ,  0-  coi  rifonante  tndttto  della 

L     3         Fama 


l66  IL       TEMPIO 

Fam^i  fi  ne  uennero  a  pie  US.  Galea^o  Giliuoloy  ip 

S.  Jì^^Jiritio  Zainbotto  yil  S.  Galeotto  t*y{uogaro» 
US,  Alberto  Aiiogaro ,  qt  US.  Taolo  Latwfo,  Era 
tortaio  Harpocrate  da  una  Hiena ,  (^  un  altra  gli 
por  tana  inanl^  il  Candelabro  alC  antica  pieno  di  ra-^ 
tni  illuminati  da  linguette  dt  fioco,  col  motto  attra- 
uerfatOy  Tv  mentem  atqjv'e  animvm.c/?^ 
uiene  a  dire  auslhime  illuflra  l'aria,{^rper  uariatio- 
ne  dt  tempo  non  ceffa  di  Jphndere  :  la  cfuale  inflabili- 
tà  è  dinotata  dall' Hi  ena  ,&tuci  allumi  ttntellmo, 
C^  ci  rischiari  t animo .  per  modo  che  ne  la  noftra  in- 
t emione  che  e  di  firtùrti  fi  cangi  mai ,  ne  s'abbajfd 
mai  l'animo  noftro  yChee  di  ftar  falda  in  tutte  le  fir~ 
tune .  (^  quefìa  [offcrenXa  e  tejitficata  majfimamen- 
tèda  H^irpocrate,che  col  duo  alla  bocca,  accennane 
do  il  Silenti  0 ,  uuoiinjèrire,  che  fi  [apporti fenTLa  ram 
marico  tutto  quello  che  auiene ,  Ouero  che  come  ti 
Candelabro  dinota  il  tempo  della  notte ,  &  la  Hie- 
na la  mutatione  d,ell*ejfer  di  noftra  ulta ,  &  Harpo* 
orate  l' impedimento  della  reffiratione,  cofi  quefti 
Caualieri  uogliono  far  comfcere ,  che  la  donna  loro  li 
tiene  in  continuo  trauaglto  di  mente ,  c^  d'animo  , 
fen'^  lafctar  che  giamat  rejpirino .  UHidra ,  che 
dopo  hauer  triùnfhto  di  Tttio  sera  imbofi:ata  nella 
Selua ,  al  pronto  menare  delle  mani  ^  che  fziceuano  i 
Venturieri  y  fi  dtft ano  y  &  asfaltatili  in  gutfa  molto 
horribiky^^'  di  poi  retrocedendo  con  lefue  bocche  pur 
fempre  uolte  a  i  ui(ì  loro ,  //"  conduffe  nel  [olito  ingan* 
no .  AndouHi  parimente  ti  trionfi  diqueHi^il  quaU 


d'amore.  i6j 

fu  [aiutato  da  uario  flreptto  difuoni  heniffimo  concer 
tatiJn  tanta  uarieta  d'animali,  capricciofafu  utra^ 
mente  la  firma  del  trionfi  delle  Fiere y  che  dato  cheb 
he  la  Fama  nelle  trombe ,  fi  fcoperfe  di  queìtama^ 
niera  .  //  S.  G tulio  '?{jgrifioh ,   ti  S.  Giouan  Bat-' 
tifta  Saracco  }  tlS.  Giulio  Aforo ,  Alihnfo  Magno, 
C^  il  S.  ^touanni  Anghiara  a  pie ,  menauano  [e* 
co  una  donz^ella  ,  che  caualcaua  un'Orfo,  ^  con 
due  fili,  &  non  con  altro  tenea  dall' un  lato  un  Bafili- 
fio  di  mofiruofità  inefpltcabile ,  chegittauafiwco .  ^ 
un  pefce  dei  marglatiale  fktto  con  molti  ptc ,  (^  con 
ali  quafi  diptpifirello  y  &  con  la  tesi  a  coronata  di 
punte  di  corna,^  con  tre  code  di  egualità  molto  (ìra^ 
ne  :  il  ijuale  da  ambe  le  T^nne  uerfa  acqua  in  abbon^ 
dato  .  ti  mot  to  pendente  al  collo  dell' Or Jo  era.  Sic 
IV  DOM I N  A  .  O  c^^  la  dama  loro  con  la  dolceT^a 
degli  occhi  fuoi ,  &  dell'angelica  [uà  fkuella  affre^ 
najfe\i  lor  animi,  per  disf  erati  chefijjero:  o  che  la  te" 
neffero  per  più  orgogltofia,  (^  cruda,  che  lepiudijpie" 
tate  fiere  che  firttrouano.  La  uia  che  fi  tenne  di  difi- 
giungere  i  Venturieri  da  t  Aiantenitori ,  fu  quefia  • 
che  le  Ninfi  Marine ,  &  le  Bofchereccie ,  che  erana 
capitate  ugualmente  al  Labirinto^ne  efiono,  CT  man 
dando  fi  tnanù  i  due  Cigni  da  i  ufi  human:  ^ch^  iuifi 
wilmente  giunfiro  dopo  di  eJfe,cantando,Gr  iagnan" 
dofi  affettuo[amente  fknno  col  lufirghawle  auto  lo- 
ro che  queftì  Caualieri  fi  incantino .    Le  parole  del 
canto ,  eh* era  molto  chiaro  furono  quejìe  precfic . 

L     4         Laffù 


tét  IL      TEMPIO 

Lajfo  che  morta  e  la  ptetà  per  noi . 

Nonuedete  chefnce  ajltlUasltlla 

■  L'alma  perglt  occhi  a  tutte  noi  dijìtlla  ? 
jìrdiam  del  aofiro  amor  :  ma  tlfisro  asfato 

Da  ijudy  che  più  bramtam ,  piti  ci  tien  Imge  * 
,  ha  fiamma  eh' e  nel  putto , 

*]S(^oftro  calar  utfibiimente  emurtge: 

Etnoidanoidifgit4nge . 
.  Et  s'al  crtidel  incendio  non  s* aggiunge 
■  hadefiaiainuandolcefauilla. 

Ahi  y  eh  e  di  uita.in  noi  non  fiafcintilla . 
IQon  e  più  fpirto  in  polfi ,  o  [angue  in  uene  : 

Tanto  ne  jirugge  famorofo  fòco . 

7S(e  ci  resia  più  fpene , 

Fot  che  il  duol  che  ne  sfitce  a  poco  a  poco. 

Divietati,  ut  e  un  gioco  . 

Ada  [e  mtfere  a  uoi  piacciam  fi  poco , 

Tu  Morte  uien ,  deh  uien  Morte ,  &  tranquilla 

J  fofptriy  onde  il  nofìro  cor  sfumila . 
JMentre  che  ^uefìa  Ballata  era  cantata  dal  Coro  del 
le  Nwfè  in  mufica  con  firme  alt"  afflttt  ione  delfogget- 
toje  Maghe  calarono  giù  dalla  piaggia,  &  perfua" 
dendo  t  Venturieri  a  non  uoler  effere  la  morte  di  quel- 
le damejt  conduffero  uerfo  il  Coro  medtfimo^nelqua.' 
le  effi  dipoi  fìirono  introdotti.St  tn  quella  che  una  par 
te  delle  Ninfe  gli  accartl^aua ,  ^  l'altra  a  concor- 
renza ufaua  loro  atti  cortefifs.  le  Avarine  comincia-' 
Tono  a  cantare  :  ^  alternatamente  rtjpofero  le  'Bo^ 
fchcreccie .  //  che  fu  a  pum  o  in  quefìa  guifa . 


d'amore.  i5p 

N.  M.  Ne  laftagton  chepttt  dtfcopretl  Sole, 
O  piti  manctenfopra  la  terra  l'ombra , 
O  HeHtr,  off  abitar  commeta  i  bofchiz 
Et  nel  tempo  che  nafce ,  o  mor  la  notte, 
O  ti  giorno  e  in  corfo ,  o  ti  corfo  e  de  leucite  > 
Non  è  diletto  al  par  di  qnelde  l'onde  • 

N.  B.  Quando  fiuede  roffeggiar  tra  laonde. 
Si  che  nefpunta ,  o  uts^atìujfa  ti  Sole  : 
£t  reftan  uinte ,  o  in  libertà  le  fi  e  He  : 
E^  al'hor  che  i*ah  alUrga  oflrìnge  inombra: 
O  che  il  dì  già  saggu  Agita  con  la  notte  ; 
Non  e  diletto  al  par  dt  quel  de  i  bofchi  • 

K.  M .  Son  fel^e  di  corali  i  noftri  bofchi  , 
Et  le  campagne  qu&te(^  luci^onde , 
Ch'ai  fiammeggiar  de  i  lumi  della  notte, 
E'  a  gh  alti  (^  baffi  rai  che  mhra  ti  Sole , 
Scotano  a  l'aria  d'ogn  intorno  ogni  ombra. 
Sembrando  tn  uiuo  argento  aurate  fi  elle . 

K .  M .  Vincono  t  fiort  di  beltà  U /Ielle , 

E'ognifimeraìdo  i  uerdeggianti  bofchi  ; 
Che  con  gli  air  eri  rami  ^  la  dolce  ombra. 
Che  non  tnuidia  ti  tremolar  de  l'onde, 
Troncan  la  luce  &  lefaette  al  Sole  : 
Sembrando  a  mel^  ti  giorno  opaca  notte  • 

K.  M»   Se  neldt  chiaro  tenebrofa  notte , 

£t  fiero  uento  ti  mar  ffinge  a  le  (Ielle , 
O  nel  L  eon  col  Cane  arrabbia  ti  Sole  ; 
Jn  tfolatefon  uirgultt  &  bofchi , 
Ouefenla  timor  d^  le\  tnfi'ondc 

farei 


170  IL      TEMPIO 

Farci  ^  Tritoni  ci  godiamo  a  l  ombra  » 

K.B.  Portando t a ffrouerno  horribil' ombra 
Et  neue  cr  ghiaccio  &  tempejiofa  notte  » 
O  ruinando  a  noi  le  torbid'onde , 
Ci  dan  V arena  pìn  benigne flelle  : 
Onefir  de  [^albergo  rio  de'  bofchi  ; 
Satiri  ^  Fauni  ci  godiamo  al  Sole . 

K.  M.  xAncor  che  breue  ^  tepidetto  ti  Sole , 
£'  a  chi  [ojferuafìa  noiofa^  l* ombra  ; 
Et  degli  Efliui  honor  sfiondati  i  bofi;hi 
Jnfcoglio,  0  in  alto  mar  cantiam  la  notte  • 
Voi  quando  ti  di  fu  difpartr  le  fieli  e. 
Vari  pefci  cacciam  tra  litti  é*  onde . 

N.B.  Benché  troppo  ritardi  a  ufiir  de  tonde  , 
Etpofcia  tofio  ut  ritorni  il  Sole , 
Tal  che  il  regno  maggior  fia  delle  ft elle  ; 
Jl  canto  al  fico  inganna ,  e*  accorcia  l'ombra  • 
Et  poi  che  a  l'alba  fi  ne  uà  la  notte. 
Varie  fiere  cacciamtrapoggié'  bofichi . 

N .  M ,  Leualli,i piani &le montagne >  e*;  bofichi , 
E'i  nudi  e  ampi  de  le  mobil'onde , 
JSfelpoco  refrigerio  de  la  notte 
JSlon  han  ripofioper  l'ardente  Sole  : 
IJnfindo  herbofio ,  una,  spelonca  e  t ombra 
Che  cifiouien  ne  l'infiammate  fi  eli  e . 

N.B.  ayìrdano  tutte  a  uoglia  lor  le  /ielle 

Adonti  y  colli  ;  pianure  ^  uallt  (^  bofichi  t 
ZJn*antrOiUna  capanna ,  un  finte  y  un'ombra  t 
Vn  Tuficell&ttQ  con  lefiuefiefich'onde,   . 

Fa 


d'amore.  171 

Fatantafir'^  al  dtfpi(^ato  Sole , 
Che  cifomen  più  che  ben  fredda  notte  • 
N.  M.   In  ben  tranquilla  (^  rtdggiadofa  notte 
^enfammo  annouerar  tutte  le  fi  elle , 
Et  quanti  gran  di  [abbia  sfèrci  il  Sole  9 
Et  quam  e  fòglie  infeluin  prati  &  bofchi  ; 
Quando  gli  habitator  de  le  chiaronde 
A  celebrar  togliemmo  a  fi  bell'ombra  • 
N.  B.  Solido  corpo  uana^ fhllace  ombr a 
A  gli  occhi  nofìriparue  in  cieca  notte , 
Et  fermo  folco  il fito  equal  dei  onde  : 
E' ti  lampeggiar  del  ciel ,  cadenti  fi  e  Ile  ; 
QuatìdogU  habitator  de  i  uerdi  bofchi 
A  celebrar  togliemmo  a  fi  bel  Sole , 
N.  M.  er  B .  Afa  prima  accefo  il  Solfa  da  le  felle , 
Che  per  loda  r  i  bofchi  é^ giorno  &  notte 
Et  l'onde  ancor ,  dir  fé  nepoffa  un'ombra  . 
Al  finir  fi  dt  quefìa  conclufiione  nel  tempo  che  ella  fi 
andaua  cantando  da  ambtdue  i  Cori ,  ognuno  con" 
giuntamentefe  negli  tra  quelle  ombre  tfleffe  ,  dall^ 
quali  le  Ninft  fi  erano  leuate ,  Ct  piegando  fi  le  Fier^ 
pur  a  quella  uolta  j  nuoue  h armonie  d* inftromenti 
diedero  cagione  di  nuouo  diletto .   L 'impetuofa  fòr- 
zji  delle  bocche  della  Fama  dirr  ìzjlo  le  uifte  de  t  ri» 
guardanti  al  trionfi  d'Etna ,  &  alfig.  Hercole  Fio 
6nea  Obtz.z.o  y  che  a  cauallo  fitrouauano  confeco . 
Giaceua  Q^fiemeua  ineme  Enceladofi fotta  una  Aio 
tagnaaiprtfe.  c^  pendeuangli  capo ,  braccia,  & ga 
hefiiort  di  effa ,  (^  dalle fij[hr€  donde  pende^anoyufcì 

uam 


172  I    L       T    E    M    P    I    O 

ftano  continui  globi  &  fpinti  dt  fiamma  tiariamert" 
te  colorata  ,  conprofpato  non  mm  uago ,  che  ttrri 
biU  .Dinanli^anafeàenào  un  fiume  y  che  uerfaua 
acqua  urna  dalla  urnafiia ,  pofiagh  fìtto  ilgombito, 
dondefifirmauaunno  e ?l fóndo  inargentato  y  alla 
CUI  bocca  era  uno  fi:oglio  che  impediua  l'ufi:ita.i^ 
fopra  lo  [cogito  fhceuafi  rimirar  e  unabdlijfima  da- 
migella ,  che  al  motto  delle  mani  mofiraua  di  fitr gi- 
re ifuella  machuiA ,  nella  cui  fronte  uedeuafimfcultty 
Modo  ^dsis.  Dall'una  banda  del  rio  liana 
no  due  trofit ,  &  due  altrt  dall'altra  :  tutti,  appefl  a 
quattro  porte  colonnate .  Q^ejìt  erano  alcuni  fegni 
delle  uirtìiyche  uengono  da  buon  con  figlio  or  da  gran 
core,  C^  erano  perciò  il  Capo  d'un  Elefknte  &  d*u- 
na  Grue  :  &  tpie  d'un  Leone  ^  d'un  Aquila .  Do" 
ucitero  hauer  riguardo  alle  dame  loro  con  quel  mot- 
to .  perciochepur  che  elle  uolejfero  jhHorirh,fì confida 
uano  che  la  fiamma  in  che  ardono  mente  meno  di 
quello  chefkceffe  Encelado  in  Etna  ,  e?*  ilpefo  degli 
affanni,  da  chefifentonopiu  aggrauati,che  non  era 
quel  Gigante  da  quella  montagna  yfì  haueffero  tan  • 
to  a  raddolcire ,  che  nonfòfferoper  affiigerlt  :  i^-r  che 
lo  foglio  y  che  e  l'impedimento  delle  loro  più  degne 
dr  grandi  operatiom ,  fi  doueffefubito  leuare ,  (2r  U 
filarle  ufcire  c^-  apparire ,  ^  correre  Uberamente 
ogni  uolta  che  effe  damefò[fero  corte  fi  ad  ambedue 
della  fèliciffìma gratta  loro»  Nonfì  farebbono  cofito 
fto  diftaccatt  dai  fiero  abbattimento  in  che  mamffia 
uano  Hsro  argumemo  diarie  &  digenerofità ,  f  non 

eh: 


d'  a  m  o  r  e.  17^ 

thecorfero  centra  di  loro  cjuattro  Satifi,  due  dal 
Labirinto  (^  due  dalla  felua .  ^fonando  corni  acu 
ttjftmi  cercarono  con  l'efìerefhttione  dtntormarli, 
(^  non ^tou andò  cfueflo ,  però  che  i  Caualteri  feguita 
uano gli  ajfaltt  pm  che  mai  ^  diedero  di  piglio  ad  al- 
cuni ma'^afruflt ,  che  haueano  alla  cintura ,  dalla 
fommitÀ  de  cjuali  pendeuano  uarie  catene,  che  negli 
ultimi  annellifofientauano  dtuer fé  palle  di  fèrro  .  ^ 
di  cjuefia  maniera  cominciando  a  uoler  percoterh 
fiiYono fharra^liattin un  [libito  .  ma  tn guifa  tale, 
che  l'uno  dt'  Caualieri  ne  cacciò  due  nella  Selua^oue 
andò  anch' egli  a  reìlare  :  &  àue  altri  ne  caricò  l*al 
irò  uerfo  il  Labirinto  y  doue  egli  parimente  fé  ne  gì 
infìeme  con  Etna .  a  cut  nonfii  fcarfa  la  mufica  dun 
cortefiffimo  reccuimento .  Rwfòrz^ando  ben  muamen 
te  la  Fama  le  uoctfùe  yfìfpinfero  tnanz^i  a  cauallo  ti 
Canaher  Riminaldo ,  ti  conte  (*y4'U(fandro  Romeo 
Cr  il  come  Aluarotto  col  trionfò  del  Fulmine ,  ti  qua 
leflaua  coricato  [opra  una  tauola  fatta  (^  ornata 
garbatamente  (^foflenuta  da  un  piano  magnifìcen  - 
tiffimoper  lefoperbefaltte  meffe  a  figure  ^fifìoni  co 
fperfì d'oro  :  cjualt  erano  ufate  nelle  confecrationi  de 
gU  Imperatori  ,^  di  dietro  erano  fopra  un*altro 
piano  alijuanto  inferiore ,  dueflatue  tn  guifa  dt  due 
Frouincte  con  le  teHe  turrite  col  giogo  dorato  al 
collo ,  che  le  accoppiaua .  Pendeuano  d'intorno  al- 
la tauola  l'arco  u*  Apollo  ,  lo  flocco  di  Marte  ,  il 
tridente  di  Nettuno ,  la  claua  d*Hercole  &  altre  ar 
we  d'altre  deità,  (^  dalla  porta  anteriore  ti  motto 

che 


;I74  ^    ^       TBMPIO 

'che  dtcem ,  Speivgvm  svave.  ^ti- 
ranano  tutto  quefìo  co  certo  quattro  firoctjjìmi  Aqui 
ioni,  che  ne  t  roHri  portauano  trami  dell*  Oltua,  De 
pofii  li  [degni  della  dama  lor  o ,  che  pojfano  afpettar 
face  lé-'  tranquillità ,  c^  che  tra  tanto  giocondo  fia 
il  refrigerio  della  nobili fs.feruitu  che  fanno  ^  poi  che 
tanto  altamente  Ihaueano  impiegata ,  dimoftraro- 
no  confegno  mente  men  chiaro ,  chefontuofo ,  tfudef 
ti  tre  Cavalieri .  Già  per  afaijpa  tio  sperano  leggia- 
dr amente  &  con  debita  ferocità  trauagliati ,  quan 
do  eccoti  che  tre  Centauri  [aitando  dal  Labirinto  ti 
rano  con  le  mani  deflre  uerfo  l'horride  barbe,  ch'on- 
deggiauano  al  petto  ,  le  corde  degli  archi ,  che  tene- 
uano  eleuaticon  leflniHre  ;  &[aettando  più  sìrali 
contra  i  Venturieri ,  pajfano  rapidamente  nella  Sel- 
ua  .  Jndignatifii  Cauaheri  per  tanto  wfalto /prona 
no  i  caualU  a  quella  banda  ,  &  fùrtofam  ente  gli  uan 
no  tuttauiaperfeguitandofn  dentro  de  i  pm  denfial 
beri  di  quei  bojchi .  né*  quali  ir  appagando  gli  A  qui 
loni,fu  di  [ubito  ripercojfa  l'aria  dall' h armonia • 
NeU' apparire  che  [ce  il  trionfi  di  Cerere,  che  [opra 
un  uaghiffimo  carro ,  tirato  da  due  draghi ,  alle  cui 
bocche  non  mane auano  mai  fiamme  nuoue  ,  pare<t 
che  co  i  due  tronconi  ardenti giffe  cercando  la  figliuo 
la ,  apparuero pmilmente  a  cauallo  al  rimbomban- 
te fuono  della  Fama ilfig»  Antonio Galeaz.'^o  3 enti- 
uogUo  y  ti  conte.  Guido  Calcagnino  ,  il  conte  Cefare 
E(ien[e  Taffone,^  il  Capitano  Hippoltto  yianluca. 
&  fi  dalla  prt[entia  della  Dea ,  come  dal  motto, eh' e 

rain 


D      AMORE.-  1-75 

ta  in  un'ornamento  del  projpetto  del  carro  :  &  conte 
neua  ,Sic  te  per  T£Nebras,7/  ueni 
uà  a  dichiarare ,  che  fé  Proferpinafit  cercata  dalla 
madre  ^er  tutto  il  mondo  ,  C7'  anche  al  dif^ato  de  i 
luoghi  inacc€(fibiU ,  che  cjuefil  Caualieri  in  tutte  le 
auerfità ,  dinotate  per  le  tenebre  faranno  indefijfi  in 
fegmtareper  l' antichi ffìma  traccia  loro  diferuire  la 
donna  amata  ^  dt  obedirla ,  con  Ctfporjì  ad  ogni 
eHremo  periglio  a  t  cenni  fuoi  .  Non  erano  ponto  pi 
gria  dimenare  It fiocchi ^ne  punto  mancauano  di 
fhr  cono  fere  quanto  f^ero  degni  di  ejfcr  fruitori  di 
dama^quando  cjuattro  Caualteri  armati  all'antica, 
(^portando  ma  ingroppa  quattro  donne ,  che  erano 
(Quattro  Adaghe ,  partendo  della  Selua  s'inuiarotio 
di  galoppo  uerfo  il  Labirinto  .  &  all'hora  gridando 
le  Aiagbe ,  Siamo  le  donne  uojlre  0  Caualieri  ^  i  Ven 
turiert ,  che  f  irono  ingannati  da  ejfe  (jr  per  nfpato 
delle  malìe ,  le  credettero  uer amente  le  donne  da  lo^ 
ro  amate  ,  tennero  dietro  a  queHt ,  cheuia  le  porta- 
uanofenl^  più  punto  fermarfe  contrai  AdantenitO' 
ri ,  ò'  ì  draghigli  andarono  feguitando .  i  quali  al- 
ringrejTo  dei  Labirinto  hebbero  il  replicato  3  ma  non 
mai  fatieuole  intrattenimento  delle  mu fiche .  Comin 
dando  ti  trionfò  delle  Sirene  ad  inacquar  lo  peccato 
per  Nntrata  che  fi  cero  a  pie  il  Cote  Hippolito  Stro^^ 
^ ,  il  conte  Baldaffaro  Macchiauelli ,  ilfig*  Gir  ola 
mo  Fabiano  &ilfig.  Diamante  Diamanti,  gonfiò 
la  Fama  lefue  esercitate  mafcelle  :  c^*  fi  raffigurò  in 
unfubito  ma  larga  Fontana^  dalcuimezjaoforgeua 

un 


175  IL     r  1  u  P  t  o 

unfiislo  ornato  di  più  bocche ,  che  in  piugutfe  finde-' 
unno  acqua  continua  .  c^  quattro  Sirene  con  tutto 
che ui  fi[fero dentro  legate,  noncejfauano  però  mai 
di  difperdere  con  le  mani  &  con  le  code  Inacqua ,  che 
nufciua .  la  quale  per  ejfer  odorofa  erajpejfe  uoltegit 
tata  uerfo  chi  l^aggradma .  'Due  buoi  che  haueano 
la  faccia  di  leone  ttrauano  quefio  leggiadro  ^  alte- 
Yo  uafo .  c^per  il  motto  intorto  aldatofkfto ,  che  era 
Corde  tamen  svavis,  fìueniua  a  di- 
z.iff'erare  ilgrottefco  di  quefla  firma  d  animale, per' 
Cloche  la  uirtu  della  terra  intefa  per  il  bue  e  eccitata 
dalla  firza  del  Sole  poflaper  ti  leone .  c^fi  come  effa 
uirtU  y  con  tuttoché  non  appaia  ,  potrà  nondimeno 
col  tempo  ejfer  tirata  alla  circonfirenz^a  :  co/ila  don- 
va  [erutta  da  queftt  Caualieri ,  fé  ben  per  anche  non 
da  inditio  alcuno  dell'amor  fuo  ,  non  e  per  quejìo  che 
dentro  dell  animo ,  che  e  gentiltffimo ,  ^  perciò  at' 
tijfimo  ad  accender  fi  ^  non  Htano  dormendo  Itfpiri' 
ti ,  che  pò:  ranno  ejfer  un  di  fuegliati .  Et  cofi  pari  - 
mente  quell'acqua  che  e  confumata  dalle  Sirene  mef 
fé  per  la  difiruttione ,  per  poca  cura  che  fé  ne  tenga, 
non  €  che  non  habbia  da  ufcirne  continuamente , 
della  maniera  che  faranno  le  opere  de  gli  amanti,  le 
quali  quantunque  fiano  fiufiatorie  ^  come  gittate, 
an deranno  anche  però  feguitando  colfoUto  corfo  fin 
z^amai  interromperfi ,  O  che  dalla  donna  flutfca 
unagratia  perpetua:  della  quale  ancor  che  gli  aman 
ti  non  fi  Ano  partecipi  confegnt  ejleriori  per  efirinfe^ 
co  impedimcnto,come  di  non  poter  parlare  y  0  con- 

ucrfart 


D'  A     M    O    R    1,  IJJ 

uerfare  con  Ceco  p.r  nfpato  di  quMoe  infortunio ,  o 
per  propria  colpa  di  cjnét  che  n'hanno  ìlgouerno/fiel-' 
lagni  fa  che  qucll^  Strene  turbano  hfitodtcjuell'ac^ 
ijua /non dimeno  ffrédaj-iofìcundi  pot:r goderla  una 
uolta^pot  che  ejfa  dertua  dal  core,  lì  come  t!  finte  dal* 
le  uifcere  della.  &  effendo  la  gratta  ti  frutto  del^ 
f  amore  :  or  ri  ^^'^  animala  fruttuofo  yfi  come  la  uio^ 
lentia  futt a  allagratia,  a -fin  che  apparifca  e  il  LeO" 
ne ,  che  pereto  fra  mila  fuccta ,  cìr  non  altrou: ,  ne 
farà  nata  la  fud&tta  fórma  indicatrice  di  cfuelme^ 
defrmo  y  che  e  frgmfrcato  dalla  Fontana,  8t  uoglio 
credere ,  che  i  Cau alteri  dt  queHa  fifla  habbiano  irt 
un  ifrcjfo  trionfi  moltiplicati  i  foggetti  per  dargli  ti 
debito  corpo ,  c^T  n^agnifrcarlo  come  conueniua ,  non 
tjfendo  quefre  loro  tnuentioni  in  guifa  dt  fimplici 
imprefe ,  ma  di  pompe ,  con  che  uoleano  compari-^ 
re  al  Tempio  d'Amore  ,  o  per  dar  conto  di  loro 
col  mez.0  dt  effe  j  o  per  honorarfene ,  o  per  lafciar* 
gitele ,  0  per  qualch* altro  loro  proponimento .  Che 
poi  che  diuolta  in uolta  fr trottano  trauiatt,  fi  che 
non  confeguifrono  mai  ti  lor  fine ,  non  può  preci" 
famente  faperfì .  "Dall'apertura  della  Selua  ujci^ 
rono  i  quattro  dalle  tefte  di  'Delfrno ,  che  haueano 
menato  il  trionfi  deli  *  Amor  contrario .  (^  come 
amici  delle  Sirene fì dir t\z.aro no  occultamente  al'' 
la  banda  doue  la  Fontana  s\ra  pofataper  metter-» 
le  in  libertà .  Di  che  aueduti fri  Remuneri,  che  tra 
tanto  non  erano  refrati  di  dar  chiaro  fegno  della  lo" 
roprodel^a,  dtfrolfcro  quei  tali  dalpre/ò  camino yCo* 

M        frrtn- 


1^8  IL       TEMPIO 

Prtnirendoli  a  ritornare  nella  Selua  medeflma  .  nel" 
la  eguale  perduti  chefiirono  i  Caualieri ,  m  fi  perdei' 
te  parimente  la  Fontana  ^^T  con  gran  fìrtpitole  fii 
fktto  honore dalla  mufica.  Ruppe ,  &  foperchiò  l'har 
monta  del  bofco  lo  Hndorealtifs.  della  Fama,  ^uan^ 
do  ti  trionfi  dello  Scoglio  entrando  nello  fitccato  di- 
ntofiròun  gran  fajfo  m  un  lago ,  in  cut  erano  due 
uaghe  barchette  .  tuna  uerfo  ti  fajfo ,  che  parca  bat* 
luto  da  onde  corucciate  per  la  uifla  cC alcuni  fgonfii 
d''acijua,  eh* erano  imitati  bemjfimo  .  l'altra  mutata 
a  un  trancjHillijfimo  porto  finto  con  due  torn ,  QT  un 
hto  di  mezj)  tondo  ,  Soffi auano dalle  margini  della* 
go  quattro  teff  e  j  tolte  per  li  cjuattro  uenti  principa- 
li: c^  fior geuafi  intagliato  nello  foglio  :  I  n  v  i  r  \  n- 
Q^VE  Parai  vs.  Ne  fi  ha  da  credere  che  l*in^ 
tento  del Cauahere,  il  cfualefii  ilfg-  Bernardino  '\Bo' 
iarda  x  cauallo  ,  potejfe  cjfer  altro ,  che  cfuello  che  ap* 
Yiua  nel  corpo  della  cofa ,  c-rnell* anima  della  medC" 
fima  ,  che  piti  apertamente  la  dichiaraua.  Perciò* 
che  fife  la  forte ,  oprojfera ,  e  auer fa  farebbe  fempre 
turilo  nell^una  cjHanto  nell'altra  untsltffo .  ^  fi  pò- 
tea  hauer  la  mira  tionfolo  allaferuitu  chefuceffe  al- 
la [uà  dama^  ma  anche  ad  ogni  altra  parte  delle  at* 
ttoni ,  (jr  de'penfìerfuoi.  La  Maga  dalla  Tefuggi- 
ne  comparendo  con  le  compagne  fi  andò  ad  tnter^ 
forre  tra  t  combattenti  ,  che  con  maniere  leggia- 
dre, i^^  uiuaciffimecontinuauanol'afpro  duello  lo- 
ro, cfr  uoftatafi  al l^enturtero  additandogli  ti  Tcm- 
fio  dell' Burnita ,  chegtà  hauea  trionfino,  &  w  quel 

pHnt$ 


D*  A    M    O    R    e.  I7P 

punto  stra  moftro  in  fu  la  bocca  del  Labirinto,  ^  uo 
tendo  jhrgh  credere  che  fijje  qucld^iAmore ,  ch'egli 
cercaua,  gli  parlò  gratiofamentc  m  ^tteHa  guifa  « 

ui  che  prender  fiittca , 

Et  metter ui  a  periglio 

Cantra  quel  Caualiero , 

Per  arrivar  al  T empio y 

Se  il  Tempio  là  fi  Scopre  ? 

Seruate i colpi,  e'i  pajjl 

yi  qualche  altra  uentura . 

T^erò  che  ui  afjlcura 

Qjiella  dolce  pianura 

La  doue  fitor  de  i  [affi 

SenXa  contrailo  uajfi . 
Et  circondato  chef*  dalle  Maghe, che  con  lieti  uiftil 
rimirauano  cefsò  dal  combattere,^  cennado  di  cont 
piacerle  andojfene  a  queluerfi.c^  nello  ffarire  chejè 
ce  quel  T empio,egliJìmilmente  difparue.etfeguendo 
lo  ti  fuo  Scoglio ,  conimelo  la  mufica  a  rendere  a  gli 
afcoltatorigli  ufati  accenti.  Girarono  gh  occhi  dt  tut 
to  il  teatro  alle  altere  uifìe  dtfei  ardnijfimi^et pomjro 
Jìjfimt  Caualieri ,  c^  allaftupenda  moflra  del  trionfò 
degli  ArgonautiyCon  terribile  rifonamento  de  i  me» 
talli  della  Fama.  Quefìi  Venturieri,  che  erano  US, 
^Don  ^Iftnfo  di  Effe,  ti  conte  Ottauio  da  Thiene,  ti 
conte  u4lfinfo  Ejìenfe  Contrario, il  conte  Hcrcole  £- 
fienfe  Contrario,il  conte  Ferrante  EJlenfe  Tajfone,U 
il  conte  Giulio  Ejìenfe  T  afone,  itolendo  mojìrare  co* 
me  propriamente  caminajfero  fitto  una  intentiom 

M     1         t^ef^i^ 


iSo  ILTEMPIO 

iftejfay  prefero  un  [oggetto,  che  dinotaua  ejuanto  fiffe-^ 
ro  uniti  in  amare  una  iflejfa  Dama .  perciò  che  fin  fé 
ro  dhauer  hauuto  da  una  Aiaga  h abitante  nei  Col- 
chi  un  Cartello  fhtto  per  incanto ,  &  di  fjjerfene  im- 
fatroniti  fitto quejle  quattro conuent ioni  .Che  tutti 
congiuntamente  fi  ano  tenuti  a  fruire  una  donna 
mede  [ima ,  c^  non  alcun  altra .  Che  ancor  che  uno  o 
più  di  ijfi  confegutfca  la  grafia  fia  ,gli  altri  uada- 
no  continuando  nella  prefa  feruitu  .  Che  chi  haurà 
guadagnato  l'amor  della  donna  fopporti  con  buorìu' 
nimo ,  che  gli  altri  cerchino  ancor  ttflejfo .  Che  ogni 
amante  eletto  da  lei  uengafgnificato  ài  ejfer  tale, col 
riceuere  tlpojfejfo  della  nane  Heroica  chiamata  Ar 
go  .  Et  perche  è  da  penfare  ,  che  era  impcjfibile  a 
comprendere  tutto  quejìo in  un  motto,  ne  ar^che  con 
V aiuto  di  un  gran  corpo  di  cofe  per  grande  che  fi f- 
fi  a  fi  uede  che  'e  fiato  introdotto  a  pofta  quefiafirma 
di  patteggiare  :  ajfinche  ,  oltre  ai  darfi  occafione 
di  far  mouere  maidicamente  uno  Jpatacolo ,  che  da 
fi  non  haurebbe  hanuto  mouimento  ragioneuole , 
fi  uenga  anche  a  par  tur  ir  e  una  dificfa  ,c^  fchiet^ 
ta  defcrittione  di  tutto  quello  che  [luuol  fhr  inten- 
dere  •  Et  parimente  di  quefia  maniera ,  la  delibe- 
rata uolontà  uerrà  a  fjfer  cofìpalefe ,  come  e  fincera. 
Staua  adunque  un  uaghtfs,  Cafiello  tutto  di  puro 
crtftallo  con  fiamme  uiuacìjfime ,  che  con  infinita 
tnarauiglia  dentro  gli  riÈflendeuano  ,  fopra  uno 
fmifurato  fer pente  dt  fei  tefte  coronate ,  dr  horrtbi- 
h  da  fi  ,c^a  gli  fiopij  di  fiochi  intenfifs.  che  man^ 

dauano 


D*    A    M    O    R    E.  l8l 

dmano  fuori .  Quefli  giua  con  due  piedi  grijfa'jni 
foflentandt  il  Cajìsllo  tra  tfei  colli .  de'qu  alt  teneua 
dne  dinan^ ,  (^  dne  daWtm  lato ,  ^  due  dall'altro , 
(^  alla  quarta  parte  che  era  di  diaro  ,  aggiun^euA 
con  la  coda ,  che  con  artific'ofu  meo  fi  albana,  ^  ah 
hajfaua ,  (^  ragrìravia  />  guife  diusyjìjp.rtte .  Sopra 
la  porta  del  Captilo  era  injcritto, 

A  R  X  in  e  a  ntaìafe  x  ecmtibiis  data  a  Colchide  hi 
fce  paCÌis  fiie  frmatù  ,  Et  legtreuan  fi  dalla  banda 
d^jlra  dn:  pani,  c-r  aalUflnijìra  due  altri ,  che  era^ 
no  gUinjrajlntrt . 
Q^oD  or/j/jes  con: unclim  eidem  domina  neqtteul 

iì  alij  infrrtitrc  teneantur  • 
Q^  o  D  lice(  unm  aut  plurcs  eitis  gratiam  confi" 

quautur.  e  iteri  tn  officio  adh  ne  perjìflantj  • 
0^0  D  ciHicuncjne  dommx  amorem  hcratm  fùe^ 
nt  dqno  animo  jèraty  (l  reltqm  eiitfdem  firn  fludwjim 
Q^'  o  D  qitiliba  eh^as  amator  poffejfionc  Argtts 

nanis  heroidz  fignificetur , 
Seguiiana  la  barca  degli  zA'^gonaHti  di  che  parla» 
no  quefìt patti, parendo  chs  tlCaHc'lo  incantato  qua 
fi  che  fvjfeuna  Calar/tita  la  fkcejfegirc ,  ^  ritorcere 
douHnqae  effjft  piegajfe .  ^  dtfotto ,  (^  dintorno  gli 
a  ndauano  fcherzando  i  delfìni,(jr  moflrauano  ad  uri 
certo  rr.odoy  che  con  lo  jp ingerla  le  fncilttajf^ro  il  cor* 
fi .  il  quale  parea  (imilmente  yche  fi  agemlaffe  per 
un^aHra  fi-efcayChc  tenea  gonfie  parecchie  jortt  di 
ueUy  che  erano  di  uelo  d' argento:  &  accordate 
ad  antenne ,  che  furgenano  daluentre  di  quel  legna 

M     l         fottìi" 


l8i  IL       TEMPIO 

fottilmente  latiorato  con  più  rilieui  aggradati  ^oro , 
untuano  gltjpatatori  in  ammirai wis  continua.  & 
perche  la  Maga  dei  Colchico  che  cfusfia  lS(aiie  le 
fijfe  pervenuta  alle  mani,  &  fi  trottaffe  ejfcr  in  ef- 
fètto quella  diayfrgOy  che  fatalmente  haueffe  dura' 
ta  per  tanti  fecali ,  o  chs  pur  ella  n'haneffe  fhttofh- 
hricare  una  in  un  fiato  da  i  fioi  spiriti  familiari  ^ 
emulatione  di  quella  antichi/firn  a ,  fcorgeuanfi  pen- 
dere dalle  due  (pende  fei  foperbi  trofèi  che  dimojìra- 
nano  di  efferc  le  infegne  de  i  principali  di  quegli  He- 
roi 9  che na'4Ìgarono  in  Colchi .  Nella  deftra  erano 
un  rar>Q  di  quercia  tutto  rimondato  eccato  che  nel- 
la ci^t:.^ ,  cr  dipoi  due  hajìe  dorate  col  fèrro  nella  lor 
fommìts .  ^ImeXa  ^^^  ''^zw^  Haua  appefa  la  pelle 
à*un  A'^.ontom  con  lane  d'oro ,  Cy*  un  tridente  .  aTu^ 
na  d-lU  hafte  la  pelle  d'un  Serpente ,  cr  una  sfada» 
all'altra  la  pelle  d'un  Cinghiale,  &  un* arco .  !Z\^ff/- 
la  [IniHra  erano  firmlr/tenteun  ramo  di  pioppa  ac^ 
concio  in  modo,  che  non  uerdeggiaua  che  nella  cima, 
^  feguìtauano  d^e  hafle  dorate ,  che  parimente  ha  - 
aeano in  punta  il  fèrro,  zy^Lmez^o  del  ramo  uede- 
fiafl attaccata  la  pelUdnn  Leone ,  dr  una  ma'^a 
groppofa.  all' una  dille  due  hafle  la  pelle  à*  un'Or- 
Jo,ò'  unajpada  curua. all'altra  la  pelle  d'una  'Tante 
ra,^  un  dardo.  Et  erano  tutte  quefìe  pelli  legate 
ndtrauerfo ,  tal  che  le  gambe,  &  tefte  degli  amma- 
li medcfimi  ueyiiuano  a  jìar  pendenti ,  1  molti  capi 
fi  pongono  per  la  diuifìone .  &  con  tutto  queUo  fi  co- 
me quei  fei  colli  del  Serpente  conuennero  in  pigliar 

tr4 


D*    A    M    O    R    E.  18^ 

tra  fé  cjuel  Ca'slelio ,  or  reggerlo  ugualmente,  cojl 
cjue^li  Heroi  fiirono  (Raccordo  in  far  quella  nauiga- 
none .  Et  a  punto  cjHtjli  fet  f^enturteri  mofrano  /'«- 
nione  tfttjfa .  Spiccattfii  fet  Aiantenitort  ardita^ 
niente ,  &  con  garbato  termine  da  i  fet  larghi  ua^ 
CHI  che  erano  tra  t  cjuattro  grotti ,  che  come  dtcem" 
nto  per  rtsfato  de  gii  Edtpcij  pojli  di  cjuà ,  (^  di  lag 
er  ael  monte  che  apparne  in  luogo  del  Tempio  uent-^ 
nano  a  firmare  fet  spanj  .  ^  Jopra  l'apertura  d^lla 
piaggia  tocchi  i  corridori  uerfo  ti  campo  ,  fìmoffero, 
Cr  ip  in  fero  tnanz^i  a  un  tempo  mede  fimo  g  b  altri  fei 
Caualieri  ferocemente ,  CT  c<^'^  maniera  gentdifjl" 
ma»  ò"  inutfchtarafi  una  ùarta^ha  tan^o  fiiriofa, 
guanto  hentlfimococertatajlaijualeperò  non  tra  che 
per  ti  concerto  on  tmttajje  anl^  prrctfamente  wappre 
Jèntajfe  un  uero  confluto:n-l  pih  fruente  bollore  delle 
arme  uf  trono  da  t  bofcht  dell  una, et  de It altra  Pira^ 
midedodeci  Caualtert  a  pie ,  fet  per  banda  .  (^  fi 
fèffero  per  ajfalrare  t  Venturieri,  0  per  oltraggiare 
ti  trionfò  loro  non  può  chiaramente  faperfì .  p^r- 
fioche  uenendo  fiori  di  buon  paffo  con  le  arme  ab^ 
bajjate ,  ejfi  Venturieri  girando  di  quàt&  dt  là  con^ 
tra  di  loro  :  c-r  tra  tanto  cejfandot  JUfantenitori ,  ne 
fegpti ,  che  in  cjui.lla  mifchia  andarono  cjuà  ,^  la  a 
capitare  nel  carcere  uniuerfale  di  cjuei  bofchi,  (y- ti 
caHello  col  fguuo  dell  a  'I^l^auc  he^oica ,  cr  colgra^ 
ttofo  rincontro  dei  ri  fonanti  muna,  (jT  ColgittarfiO" 
coperuenhe  nella  Selua  .  intonando  Caria  per  jrc" 
quentijfimt  rimbombi  madati  dalla  Fama  con  celeri 

M    é{         tà 


184  II-      TEMPIO 

'  tà  y  &  impeto  maggior  ajfai  àelconfuetOy  ^'  rifpon" 
derido  a  quella  intonatione  uri' altra,  che  dalla  parte 
cppofua  fi  fcntiua ,  It  saettatori  da  tutti  i  gradi  pie- 
garoHo  t  riguardi  loro  alla  porta  del  teatro .  per  la 
eguale  uidero  puntare  due  ^guglie  tn  paro fiftertta- 
te  da  due  terribtìilfimt  Monoceromi,ciafcun  di'* qua. 
line  pori  aua  una ,  portando  fimilmente  di  qua  (^  di 
là  da  ejfa  due  trombetti  uejliti  all'antica  con  le  trom 
he  ancora  accommodatt  della  maniera  medefima  .  i 
eguali  mentre  le  fnceuano  nfonare,caminauano  man 

'  ^  due  Aquihfìn  uefìiti  fecondo  thabtto  che  dauano 
loro  t  Romani .  (jr  le  Aq-4tle  pojle  in  cima  all'hasle  , 
ch\Jfi  haue  ano, erano  tu^te  inargentate,  MjflraHa- 
no  ìj  j4guglie  ejfcr  fit  tte  di  porfido ,  &  la  dejìra  ha- 
uea  alcuni  Hierogdfici  che  afccndeuano  nella  parte 
dwanzj  da  baffo  in  alto  in  queflo  moio ,  uno  fceitro  , 
una  mano ,  che  accenna  col  dito ,  cj-  la  parte  antcrio 
re  del  Leone .  che  uiene  a  dire,  che  l'honore  indica  la 
uirtu .  c^  nel£  ^guglia  finiflra  erano  alla  fronte  fua 
parimente  la  parte  anteriore  del  Leone.unofcaraua 
gioy^  unofc&Ciro  che  d/nota,che  la  uirtu  genera  l'ho 
mre.  Firntuafuccfjfiuamente  dopo  leayigugUetAr 
co  della  Virtu,ei  dcll'Honore  infcrittofopra  la  porta 
ViRTVTis  ATQJVE  HONORIS;  i  cui  gran^ 
pilaFiri  erano /òpra  due  altri  Aionoceronti  con  le  co^ 
lonne  dmanz^i,  or  di  dietro,  cr  da  i fianchi,  nelCuno, 
es  i* altro  dt*quali  erano  due  mcchi,tl  defìro  con  la  (la 
tua  della  f^iotlanXa,et  il  finìflro  con  quella  della  Per 

Jefieranz.afiaua  nell'altro  piano  fopr  a  ì*  angolo  defiro 

ante» 


d'amohe.  i8^ 

anteriore  un*  Apollo giouane  dorato  col  capo  cinto  di 
raigi  ardenti,  crfopra  tlfiniflro  un'altro  Apollo  at- 
tempato co  i  raggi  parimente  che  ardevano.  Et  dalLt 
parte  pojleriorcneli angolo  de ftro  (laua  un  Ertcpefin 
tu diparagonCtattorno  a  cttt forgcuano ditierfe  fiam- 
melle .  <jr  nel  fmtfiro  uno  Scita  di  marmo  candidijfi 
mo  ^  che  come  (jue li' altro  dtmojìrttua  Carfura  natu- 
Yale  del ìuo'-^o xofi ijitejì'altro per  rijpctto  dt! fioco  chs 
in  c^nei  paefi.  e  procurato  per  riparo  le!  gelo  ira  cin- 
to fimilmente  da  alcune  fiammelle  .  ^\el  f^s\o  ap- 
pariuano  emmeti laVirtuct  t Honorc  tanto  appreso 
Cuna  all' altroché  fi  teneano  un  braccio  »?/  collo,  qAzl 
la  il deftro ,  cjr cjuefta  il  finfiro ,  Dentro  dall'Arco 
erano  dipinte  dall' U'i a  banda  peregrinatìoni  dina- 
uifindationi  di  città, (^battaglie  d'effcrciti.  ^  dal- 
l'altra  camp  ag^n  e ,  (^  collin:  habitat  e  d.illc  A'Lifi  , 
C^  da  Feho  conmifure  di  sfira  y  ò*  ^Itri  inflrumenti 
contemplatiui .  St  gilt  da  i  cjuattro  frontifpicij  trtma 
lauano diuerfi  corone  di  lauro , di  q'itraa ,  aedent 
dr  di  altre  fiondi ,  che  erano  già  gli  inditij  delle  ope- 
ratiom  uirtuofii,  (^  honorate  .  magli  ornamenti  con 
rilttui  y  &  con  ori,  ^  le  minute  particolarità  che  fi 
fhceuano  uedere  in  più  parti  non  fi  potrJjbono  già 
mai  compiutamente  deficriuere  .  Lo  [plendore  delle 
lucide  arme  d'una  gran  banda  di  Cavalieri  che  uè 
niuano  a  pie  per  coffe  improuifiamcnte  lauiftadio- 
gn'uno  :  quando  fii  uide  ch'ejfi  trionfarono  in  faccia 
delle  Maghe  col  fhr firmare  in  me"^  al  campo  cjuel- 
l*arco  chefihnHeuano  madato  mamji^  colpajjarui 

fiotto 


1S6  IL       TEMPIO 

fotto  a  due  a  due  :  <jr  gi^^  fi  TtradM^ano  più  oltre  per 
uedere  di  entrare  nel  Tempio  darr,ore  ,drdtla  paf- 
fare[a  quelli  che  fono  della  f^rrtu  &  dell' Honore,  quJi 
dofi fent)  un  ecce(fli40  tumulto  dt'H:;  A-Lìjhc  (jr  de  i 
ALaghì  [erueti  che  lefegmtauano.St  quella  dallaTi 
gre  riguardando  qtiefìt  Caua Iteri  (y-  ccnnando  alle 
compagne  che  elle  parimente  lì  rimir  afferò  parlò  ad 
effe  in  qutflagmfa . 

Jfento  i ferito  unafòr'^  terribile  , 
Sento  compagnie  mie  tutta  commouermi . 
Sufitriofamente  riuoltiamocì 
ji  qne^i  monti ,  doue  parte  uagano , 
T  arte  fon  fhttt fiere  yfiffiiS'  arbori 
JCaualieri ,  che  uemano  al  Tempio  • 
A^a  ti  amlt  in  libertà  purché  et  aiutino, 
jilfnire  di  quefle parole  quaffano  le  bacheite  d^oro 
con  che  erano  ufcite  di  caja  incontra  alle  alpi  .  &  U 
metà  di  efftfotto  la  fior  t  a  della  Allaga  dalla  Tigre 
uà  uerfo  t grotti ,  che  fono  dalla  banda  fua  :  Q"  ^*^l' 
tra  metà  e  condotta  da  quella  dalla  Sfinge  all'  altra 
banda  •  &  d.i  fubtto  da  quelle goH e  del  uallone,  che 
e  tra  ifiprad&tti  fti  ffajtj  entrano  nella pia(^gia  Ca- 
uaheri  a  pie  in  gran  numero  d^  tanti  a  punto  quanti 
erano  t  f^enturien ,  (^  tra  tutti  riufcirono  tn  quella 
quantità  di  che  lo  [ìeccato  poteua  effer  capace .  Co/ì 
parlò  la  Maga  dalla  Tigre  a  quei  che  ufcirono  dai 
/ito  lato» 

Hor  quefio  è  il  giorno ,  queBo  è  il  punto  propria 
In  che  Hi  fiit  e  eternamente  celebri. 

La 


D*    A    M    O    R    E.  187 

La  Maga  dalla  Sfinge  uerme  mcdejìmamsnte  dtcert 
do  a  fuot . 

Fòt  dijvndete  Amore  ò*  l^  deliti  e 
Dei  mondo ,  (^  la  fÈ licita  perpetua , 
Su  contra  ejuet  commun  nimici .  Vrtiamoli 
(  Soggiunfe  un  Mago  ,  ch'era  de*  primi  tra  ifer" 
uentt  ) 

Sbarragli  amoli  adatto ,  di ffipt  amoli  : 
Calchinfi ,  frachinfiy  abbatarìjì ,  jlruaganjl . 
Q^i  U  uelociljìme  battiture  de  t  tamburi,  perciò  che 
co  t  Venturieri Ji  trouaua  buona  copia  di  tamburini, 
(jr  t  tocchi  &  ritocchi  delle  trombe  fi  della  Fama,  co 
me  di  cjuet  ehe  fiauano  alle  A  guglie,  ^  le  fiere  mcf-* 
fé  de  t  Cat4alieriy  &  ti  cigolare  delle  armerò'  il  riuer 
bero  della  lucidel^a  lorofinuano  l'aria ,  le  orecchie 
C^  la  uifta dellijpatatori  in  maniere  diuerftljìme  CT 
maggiormente  poi  cjuando  ajfrotatefi  ambe  le  fchiere 
dopo  ti  fòrte  incontro  &  fiacalfo  delle  piche  fiuenne 
alpiriofo  chiocco  dellt  fiocchi  :  che  come  chs/ì  fkcejfe 
una  giornata ,  parea  all'affidare  de  gli  occhi  ^  ai 
parco  trarre  del  fiato  d^  ognuno ,  che  rendejfero  dub- 
biof  i  riguardanti  fé  finto  fijjs  ti  combattere  ,  0  pur 
uero  in  effetto .  Hor  tn  Cjufìo  che  di  qua  &  di  la  fi 
rincalz^auano  or  che  crefcendo  la  battaglia  >  la  tem 
pefla  de'  colpi  andana  piufempre  moltiplicando  Con 
uguale  (jr  dura  pertinacia  d^ambe  le  parti,  talché 
niente  altro  di  uanta^gio  porea  asfe-ttar/i,  che  /^ 
mortalità  non  punto  meno  dell'ima  banda ,  eh  e  del» 
t  altra,  uidefìtn  unUnjiantc  che  fu  0-  giù  per  lapiag 

già 


lS8  IL      TEMPIO 

già  correuano  le  Maghe  feguitats  da  iferni  loro  con 
aprire  io  Ir  accia  &  dihatterfi ,  (^  (putrendo  ejfe ,  ut- 
defiin  cj:iel punto  mtdefijTto  comparire  le  fei  uecchte 
f:,< pigliate  che  da  principio  compartiero  y  come  che 
qucjìe  gì  ariani  fiffsro  ritornate  n?  primi  ajpetti  loro» 
£t  ingefci  pieni  di  fretta  CT  d:  fpauerìto  fiiggendofene 
filla  ualley  cr  afcendendofimilmente  i  Aiaghifnper 
le  pendici  aìpeflri  ,  diede  dalla  terra  &  dal  cielo 
tm'imp&ttiofifUmo  terremoto  &  tuono  y  donde  fi  fece 
una  concuffione  di  tutto tlTeatro ,  c^  fcoppiarono 
inconi  inente  le  alpi  dalla  fommitàfiiocht& giri  ^r 
inuojylidifzicell:  di  tanti  colori  e^  modi  ^  tn  copra 
cofi  ejlrema  (^fùricfa ,  che  tutta  la  circunfèren'^ 
dell'aria  non  era  altro  che  un  ar fura  ^  un  auampo 
altijfimo .  Et  tra  tanto  dinan"^  al  monte ,  a  i  qnat^ 
tro  grotti  y  cr  all'uno  &i'ahro  edificio  fhtto  per  incii 
to  fforfero  dalla  piaggia  cinquanta  fontane  dÀf^m^ 
ma  diftinte  ugHalmentc  ^funate  i-/ firma  darcoyft 
come  apunto  portaua  la  pojitura  da  profpetto  ,  c^ 
forgendo  tutte  in  un  momento  ifeffoy  and  ^mno  di^ 
ritte  ffingendofì tanto  in  alto  y  che  con  le  cm.e  loro 
s  incorporarono  con  gli,  altri  fiochi ,  che  fcorreua- 
no  degni  intorno  or  s'eftendeuanoper  tutte  le  cjnat^ 
tro  bande  di  quefìo  luogo  ;  pigliando  dinerfl  camini 
fer  retto  y  per  obliquo ,  :y'  perule  ritorte ,  col  ri  ag- 
giunger fi  ,  c^  attrauerfarfi  adàojfo  in  tanti  affetti, 
che  per  la  uerità  fi  più  di  quello  j  che  Cimagtnatio^ 
nepoteffefingerfi .  Ì)alle  alt iffime fontane  nella  gui^ 
fa  che  fuol  dtfcenderc  la  neue  granita  fioucuano 

uerfo 


d'amore.  i8p 

uerfohfleccatofkkille  mmutifime  (^  ^ejfijs,  (^g!i 
iihbrufciamenti  delle  Alpi  poi  che  erano  crcfctuti 
fin  dt  cfiicllo  chefipotejfe  uedere fi  dijitllauano  in  una 
fottìi tjjima  pioggia  difiioco ,  che  a  punto  cjuandopa^ 
rea  che  uolejfe  difcendere  nel  teatro  ,fi  dtslruggeua. 
^  fimilmcme  i  cor  fi  delti  spiriti  y  che  tutti  affocati  fi 
disficcauano  dd  colmo  delh.  u4lpi,&  nel fitggire 
uia  sintoppaua-ao  l'ano  nell'altro ,  cadendo  da  gli 
animaletti  che  uia  li  portavano ,  con  tutto  che  uarij 
C^fie^uentifDjfero  (^  che  agli  intoppi  che  fkceua  Uh 
no  nell'altro  ygittajfero groppi  &  rigir amenti  dtfiiu 
co  (^  fi tirajfero  dietro  Itrrighirofforifimtli  alle  code 
dt  Cometa  ,*  c^ fiintilaffero  più  uolte  in  piuguife,  noti 
jù  però  mai ,  che  i  riguardanti  reflaffero  ojjefi ,  ne 
f:orreJfero  anche  pencolo  alcuno  d'ojfenfioue  .  Che 
ben  chepotejfero  hauer  da  prima  qualche  fofpata 
di  /correrlo  ,  [emendo  ejfi  tanti  fi:oppij  improuifi, 
C^  ueggendo  datanti  lati  tante  fiaccole ,  che  cen- 
nauano  diuenire  allauolta  loro  ^fenz-a  che  foura^ 
ftaua  un  rojfeggiante  coperchio  di  fiammelle  (^  di 
lampi  che  calando  a  'terra  gli  haurebbe  tutti  arfi 
^ [affocati  y  nondimeno  s'accorfero  inunfubito  che 
quelle  materie  combuftibdij  &  quegli  impeti  che  le 
menauano .  non  poteano  pa([are  un  figno  determi^ 
nato  ,  or  che  perciò  nemuano  arimanereficurif- 
fimi  .  per  modo  che  quanto  più  lo  spettacolo  ha- 
uea  ajfai  dell'horribiU  c-^  niente  del  pericolofo ,  tan- 
to più  era  bello  &  giocondo  allt  spettatori  .  d^  co  fi 
wemrg  che  con  ineUtmAbik  tranquillità  d'animo, 

che 


ipo  IL      TEMPIO 

che  fi fcorgeua  dall*hilarità  degli  occhi,  ^  dalla  dol 
ce'sz^adel  utfo  ,ftaua»o  agiatamente  a  contemplare  i 
aarij  tffatt  de  i  tanti  Aiongibdli  y  pcfttm  tutte  le 
(juattro  paj^ti  de*  tati:  cofe  neramente  tnfohte  a  ejfere 
gtamai  uedute  :  c^  che  mandauano ,  ò'  perdeisana 
gli  occhi  dietro  a  t  golfi  delle  fìtuille  che  in  mezjo  a 
chiari ,  cr  immen fi  ardori  ondeggiauano  per  taW' 
pi/ffimo  campo  del  ciclo  •  cejfarono  cjuei  uiui  finti  di 
fiamma ,  che  erano  forti  dintorno  alla  piaggia ,  (^ 
molti  nonfic  nauidero.  An^i  con  lutto  che  dopo  il  di' 
luu'iO  di  c^uefii  incendi^ ,  qua  fi  che  il  mondo  fijfe  rtno'- 
iellato  y  (^  fhttofifenTia  proportione  più  bello  delpri^ 
tno  cjfer/uo ,  non  appareffero  più  i  due  primi  Edifi- 
cij,n  e  quel  moHte.ne  quei  quattro  (jrotti,  ma  in  luogo 
loro  ui  fijfe  un  nuouo  pr  off  etto  uagOymagnifico,  ^  ri- 
jplendente alpoffibilc y  perla  tanta  alter atione  dei 
fenfi  occupati  y  (^  dfiratti  in  quegli  altri  oggetti  non 
ancora  ben  confumati ,  pochi ffimi  fitrono  quei  che  fu 
queflo  principio  fi  accorgeffero  della  mutatione  del 
pulpito  :  ancora  che  pur  troppa  differenza  fitrouaffe 
tra  il  pr  e  fi  me ,  c^  il  p  affato  :  (^  che  fiejchtfflma  fi  fi- 
fe la  memoria  di  quello  che  prima  fi  era  utfo  :  et"  ''^ 
fu  gli  occhi  y  &  lumino fo  fife  quefio  che  in  un  fubito 
eraficceduto .  Tercioche  in  quel  tempo  che  la  piag- 
gia ardea ,  chefìi  breutjfimoy  con  artifitiofimouimen 
tifarono  annichilatigli  Sdficij  col  refio  che  ui  era  fio- 
pray  (^  in  luogo  loro  ui  nacquero  altre  cofe ,  le  quali 
dapot  chefirono  confìderate,ficero  che  chiaramente 
ficomprefi  chemùuendopladmmtà  le  Maghe  fidi 

^erdejfero , 


d'amore.  fpt 

JperóìeJferOyC^  lifpiriti  fimtìmente  uia  fc  narìdajfiYO 
disjhc(ndoijii€t  luoghi  rncartait:  QJ;-  miniìndo  però  fi 
co  una  dufieriata  fi-ma  ui  fuoco,  ^r  difìumme  in  cjuel 
lo  che  fi  d  fpicc^,ti4.wo  da  Ut  nife  era  della  tèrra  .  don^ 
de  caufa roìio  ancora  quegli  thtorìarj^inti.Qr  tncerf 
di]  ,  /  cjuali  fracidùppaHiiuo  ,  &  ft>  v/ìo  pt'Ciò  ajfai 
maggiori  de  t  primi  per  lufr^a  ,  che  pare  a  che  ti  eie 
lo  ,  (§- l*H!2firrio  Jhcijjero  w  qwfo  fio .  Jlnuouo  pro' 
fferto  ,  chsdopo  Caria  frenata  fmafiìfiflò  ,  fit  che 
in  luogo  del  wonte  .che  eratra  t  cjuanro  Grotti  ut-' 
defun  Tempio ,  ncn  come  il  primo ,  f  ben  ejudlofi 
helliffimo ,  ma  un* altro  che  l'auanXaua  di  gran  lun^ 
ga,  G"  che  era  di  uifla  d:jjtrentifìma,  mofìrando  me 
defmament  e  altra  fi  abilità  ,  che  non  tra  nell'altro, 
percioche  in  uece  de  t  corridori  poftt  nel  bafmento 
haueua  una  galena  ornata  di  colcn/.e  dcppie,che  per 
colori  rofft  tirati  in  fu  L'oro  parca  e  he  far/i  me^gi  affe- 
rò .  la  cjuale  tra  i  due  uolti  di  mez.o  hausa  due  l^eneri 
dorate  modtslifime.  Cuna  con  la  palla  del  cielo  ^  l'al- 
tra con  quella  della  terra.  cfo\hneua  [opra  Carchi^ 
traue  più  Amori  inargentati  di  aà  adhUa,  c^  liberi 
affatto  d'ogni  benda ,  &  uefìiti ,  con  le  faci  di  foco 
chiaro  nelle  mani .  dietro  a  t  quali  n  erano  pan  echi 
altri  ne  t  nicchi.^  altri  tuttauiafopraglt  aiti  balli/M 
fti  della  cuppola ,  ch*era  tutta  di  criHallo.  Gli  oriygli 
argenti ,  c^  le  pietre  di  più  colori  haueuanoi  proprij 
luoghi  tanto  a  propofito ,  che  ben  fconofcea  che  non 
s'era  jparmiata  cofa  alcuna.che  alla  delicatezza  fi 
richiedejfe ,  Sopra  il  uolto  che  era  nel mez^o ,  Jorge^ 

ué 


Ipi  IL      TEMPIO 

UÀ  una  t molata,  mfcritta . 

Aàucntu  Barbara . 
^ue altre ft  k^genano ne  i due uolti ,  che aceowpa" 
gnauano  qud  di  mcTjo.  ^  due  altre /opra  la  cornice 
diritte  a  cjueHe .  A>//'  una  delle  due  infiriori  era , 

Quod alpthus perpetuo  uelatum .  mli altra  , 

Nuncmortaliunt  oculis  confpicuum, 
H^uia  tuna  delle  due  fuperiori , 

Vtrtutcm  atqtie  Honorem feEìantihHS  0 
Et  haueuat*  altra , 

^d  Virtutem  atcjue  Honorem  adìtus , 
^er  Cloche  e  cofa  chiara  che  tutto  ti  proponimento  dì 
auesiafifta  e  che  i  Caualieri' amando  per jètt  amente 
gtungerebbono  alla  per jètttone  della  f^trtu  (^  dell'Ho 
fiore  ,  alla  quale  per  la  uenuta  della  Principejfa 
Barbara  fi  era  aperta  lontrata  (:^  la  firada 
inacceffibtleper  ilpaffato.  Stauano  due  Piramidi  in 
uece de i  dueCrotttpofìi  all'una  banda  c^  all'altra 
delT empio ,  che  mojìrauano  a^effereajfaipiu  flabi^ 
li  y  che  non  erano  leduedirt^(zAtenel  Labirinto  & 
nella  Selua .  perciochefopra  la  bafepofaua  una  ma' 
china  quadrata ,  che  crefceua  in  un  triangolo  quafl 
perfètto  j  fé  non  che  hauea  alquanto  dell  acuto  .  cp'ol 
tre  di  ciò  rendeuanoglt  ornamenti  di  fiat  uè ,  di  fpec" 
chi ,  ctoroy  d  argento  &  di  colori  di  [malto  lucidi fs. 
certa  uaghezx.a ,  che  fi  conteneua  ne  i  termini  della 
grauità .  Tre  erano  le  ftatue  dell^una  Piramide j  la 
prima  col  capo  di  lano  é'  col  timone  :  la  feconda  con 
lofcettro  &  con  le  uerghe  :  la  tenji  con  una  mano  di 

ritta 


D     AMÓRE.  1^^ 

ritta  in  mcLO  aduna  corona  regale .  Et  tre  erano  /« 
lìatue  dell' abrada  prttìoa  con  la  patera  :  la  feconda 
con  la  cora\zjij  (^  con  iloafia:  la  terza  con  la  btlan^ 
eia,  con  la  fecure ,  f^  con  un  broncino  da  acqua .  In 
uece  degli  altri  due  Grotti,  che  già  fiirono  uicmi  a  i 
palagi  incantati  appariuano  duegra  Simulacri  fht 
ti  dtfcoltura.St  quanto  a  quello  della  deftra  del  Tem 
piofcoprtuanfìt  Giganti  fidminatt  con  cime  di  monti 
rumate  loro  adojfo,  (^  con  le  membra  rotte,  c^Jparfi 
che  tutt aura  parte  frmauano  y  parte  mojìrauano  di 
mandar  fioco  .  ò"  alcuni  teneano  la  boccale-;'  gli  oc^ 
chi  aperti  in  figgi  e  horribili.  c^  Gioue  fimi  Im  ente  ri- 
poflo  nella  fommttà  fi  nefìaua  in  atto  d'ira,^  di  ui" 
brare  ti  fitlmine,  che  hauea  nella  defìra.Et  quanto  a 
quello  ddlafimfìraxh'era  all'incontro  dell  altro,' ue^ 
deuafi  Fall  ade, che  medefim  amente  fiado  in  altofid- 
mìnaua  tarmata  d^  Aiace, O ileo, la  quale  par ea  che 
hauejfe  urtato  in  unoficoglio,^  che  fi-ac affata, ei  per- 
coffa  da  i  colpi  della  'Dea  ardeffe  m  diuerfie  parti.  Et 
ancora  che  ftsfingcjfe  F intaglio  del  marmo ,  non  era 
però  che  no  s*imitaffe,e4  fhctffe  difcernere  ciò  che  hi  fio 
'  gnaua  molto  acconciamente  .  Faceuano  di  fie  mofira 
foperbiffima  due  S^dtficij  che  erano  in  luogo  di  quegli 
altri  due  incantattetfiper  efferfktti  duna  marnerà 
me  de  film  a, come  per  ordine  della  contcfiura  indie  autt 
no  di  effer  uefìibuli  dijptccati ,  che  toglteffero  il  Tem- 
pio  nelme'^o.  Alttffiimi,  (^  ancora  de  i  due  preceden 
ti  erano  quefii  che  hora  apparuero .  (^  dal  mezjt  in 
[h  coi  nicchi,  &  ^Itrc  manifatture  imitauano  h 

^  meiÀ 


\ 


194  IL       TEMPIO 

tnaà  fiperiore  dì  ejfo  Tempio .  dr  dai  me^o  ingiù  la 
metà  inferiore  che  era  a  Galene  ^  le  cut  colonne  rof- 
(eggtauano  fmtlmente  come  quelle  altre ,  &  hauea- 
no  i  contorni  dorati^  (jr  It  fpecchi,  (^  le  gioie ,  ^  tut- 
to tlreflo  tn  conformità  .  Et  nellafomma  cornice  refi 
deano  t  ballauìit  fimili  a  quei  della  ciippola  con  figu- 
re dorate  [opra  cariche  di  lumi,  le  quali  erano  pari- 
mente (ofìenute  dalle  altre  y  che  sì  aitano  più  al  baffo 
^  anche  a  terra .  per  modo  che  non  filo  quefìi  nuoui 
JEdificij  non  haueano  forma  ne  parte  alcuna ,  che  di 
fimtglian^a  s'autctna(fe  punto  a  i  primieri ,  ma  le 
altre  cofe  ancora  uartauano  tanto  da  quelle  di  pri- 
m  a  i  che  pur  tn  un  minimo  conto  non  communicaua- 
vo  n  iente  infteme .  Le  figure  poHe  nel  ueftibulo  della, 
defira  del  Tempio  erano  con  queji' ordine ,  jìauanel 
tiolto  di  me2^o  un'apollo:  ò' ne  micchi  della  fnc- 
ctata  ti  Dolore ,  //  Tiacere ,  ^  lo  Sdegno  appoggia- 
to ciafcuno  col  gombito  fiopra  un  Termine ,  ^  coru 
uno  jpccchto  attaccato  al  torchio  che  teneano  con  /'« 
tia  mano ,  ^  con  unofquadro  di  piombo  appefo  al  tor 
chio  che  teneano  con  l'altra .   Et  all'attitudine  fio- 
la  della  perfona  dinotauanoquefie  tre  paffiont .  Et 
fopra  i  balUuftt  diritta  al  'Dolore  era  la  ForteT^a 
col  capo  del  Leone:  c^  diruta  al  V lacere  la  ISl^atura 
tutta  piena  di  mammelle  con  due  fieni  l'un  maggior 
dell'altro:  la  Fortuna  con  la  uela^et  pofìa fiopra  un  da 
do  tra  due  corni  di  douittaj'un  ptcctolo.et  l'altro  gra 
de:  c^  la  Gloria  con  la  tromba,^  con  due  corone  alle 
braccia  funa  di  fiori/ altra  d'oro»6t  dir  ita  allo  Sdt 

gno 


D     AMORE.  1^$ 

gno  la  Alan  fu  et  udì  ne  col  dente  d' defunte .  Le  pofìe 
nel  uefìibiilo  della  fimslra  del  Tempio  erano  fimtU 
mente  con  tal  disfojìtione .  Staha  nel  mito  dt  m  '-zj> 
un  Mere  tir  io  .(frnei  nicchi  della  fhcciata  la  '2\(>- 
c  e ffità  col  chiodo  di  diamante:  la  Commodita  co  due 
rote,d^  un  termine  :  c^  la  Perjèttione  col  circolo  .  Et 
fopra  ihallauiit  la  Ginflitia  con  un  cowpaffo,  ^  uno 
feudo  con  la  ma'^a ,  Et  diritte  alla  Commodita  In 
Veracità  colfegno  duna  mano  aperta ,  CT*  duna  lin- 
gua nel  meT^  di  effa  ;  /*  Affabilità  col balteo di  Vene^ 
re  ,(cr  la  FiaceuoW^a  con  una  ghirlanda  diuite^^ 
di  corimbi  •  (^  diritta  alla  Perjrttione  l'Amicina  co 
Caftore,C^  V  alluce  .  Et  cjuantunque  quegli  altri  due 
pulpiti  fèjfero flati  bellijfimt ,  la  belleT^a  però  di  (juC' 
fio  ulttmo  era  con  tanta  grauita  che  fuperaua  quelle 
di  prima  -  Et  oue  riera  flato  ueduto  uno  parte  lafci" 
uo  parte  formidabile ,  fi  uide  poi  queflo ,  che  parca 
tutto  uenerando ,  c^  pieno  di  maefia ,  tal  che  attra- 
hcua^é^  uniua  gli  animi  a  fé  con  maniera  troppo  ine 
jp  he  abile.  Che  ueramenteficome  il  magi  fi  ero  deiro^ 
pera  non  può  efprimerftìn  carta ,  cofi  /'  effetti  della 
uenuUk ,  (^grandel^a  chegeneraua  :  c^  della  ma* 
rauiglia ,  (^  riuerenzji ,  che  nefeguiua ,  non  potreb- 
be mai  tffer  tanto  uiuamente  raccontatOyChe  la  lettn 
ra  appareggiajfein  modo  alcuno  la  certa ,  c^  piena 
coment e'^a  degli  occhi ,  Cy'  della  mente  di  chiftro- 
uò. Finiti  tutti  gli  incendtjyi^  rtfchiarata  l^  ariana- 
uendo  ;  riguardanti  empiuto  l*  animo,  non  già  a  bajìa 
z.afatollo,della  majpcttata  utjìa  del  nuouo  fpataco- 

'2^    1  lo: 


lp(5  IL       TEMPIO 

!o:  et  ejfendo  i  Caualieri  delle  Adaghefen'^  queltécU 
me  che  fin  qm  hauea  loro  impedita  la  nera  luce  :  per 
modo  chefitrouaHano  Uberi  dall' ingano .  et  cejfando 
però  ttitti  dal  combattere, apparuero/òpra  la  galeria 
del  Tempio  tre  damigelle  chefiteneano  per  mano, (3* 
d'indi,  ufcirono  jplendort^che  ptu  chefiffepojfibde  rap 
prefentarono  t  raggi  del  Sole,  (y'  dt  ragione  quejle  non 
foteano  ejfer  altre  che  le  tre  Gratie,  Quella  di  mel^, 
fenz,a  che  altro  /ilentio/ìfhc(Jfe,percioche  l*am?mra 
(ione  in  che  p  continuaua  tenea  ognuno  qnictijfimo , 
dijfc  ad  alta  uoce  in  lingua  Alemana  quelle  parole . 
//  ampio  d'amor  e, che  fin  qui  e  [iato  celato ,  ho^ 
ra  fi  [copre  poi  che  la  Regina  Barbara  rajferena 
do  il  cielo  ha  girato  gli  occhifuoia  quejìi  luoghi. et  per 
ejuefla  difcoperta  cejfa  ogni  tmpediméto.a  refla  libe^ 
ro  hngrejfo ,  &  ti  camino  a  i  Tempii^  della  f'^irtu  ,  c^ 
dell'  Honor e.  &  noi  cefi  dt  rado  uedure  nelmondo^co^ 
me  mimjlre  dittine  uentamo  in  queflo  punio  ad  annon 
tiarlo  a  uoi,  che  fa  e  tutti  Caualieri  di  l^irtu,  (^  a*  ho  - 
vore  :fie  ben  alcuni  per  la  troppa  firz.a  dell'incanto  fi 
trouauanotrauiati  dal  loro  prefofintiero.P7ntte,ucni 
te  tutti  infiemcyche  a  tutti  e  datafiicurafacoltà  di  con 
fegmreiuertuofi ,^  honorati  intenti  uoftri .  *Dato 
qutflo  fi  [enti  incontinente  dalla  porta  del  Tempio 
un  concerto  di  mu fiche  abbondante,  &  uario,  ^  uà- 
go  ajfaipiu  de  gli  altri, e  he  fii  un  fuautffimo  condimcn 
to.  Qutfta  a  punto  fii  la  canzjone  che  fi  cantora  qua- 
le per  mio  parere  ajfai  acconciamente  terminò  lafi- 
Ua  colfggato  delle  No'^e . 

G  L  o- 


d'amore.  ip7 

Glorioso  %^idolfi 

Che  [cefo  dal  Re  al  [angue  uetuflo , 

(jiungefit  il  [acro  augello  a  i  Leon  rubri . 

O  tu  che  fisi t  utncttor  d'Jldolfi)  : 

Et  tu  da  cui  fperar  tanto  i  delubri  ; 

O  l'un  difi\  l^ altro  d'honor  onujìo , 

Cefare  :  (^  terzo  di  quel  nome  ^Auguflo  : 

O più  che  Magni ,  o  Ferdinando ,  o  Carlo, 

O  udì  ,  di  che  più  che  dogn*  altro  i  parlo , 

Vot  ch'allungate  Ibero  a  un  nuouo  Tlaufìro: 

Et  contra  tlnouo  Sol  torcete  flftro  : 

%^ifpingendo  la  Luna  entro  ilfuo  clauflro , 

Ch*à  un  tempo  a  lei  Jìntftro 

Quinci  ha  la  terra,et  quindi  ha  il  mar  difgiunto: 

O  Au^ri  regnator  di  Borea ,  <^ 

M.iratequalAlfinfo 

E^  desinato  dafrtal  riffonfi 

A  trouarfitn  tal  punto 

Con  la  Barbara  uoflra  in  un  congiunto . 

Inclita  genitrice 

Del  primo  Imperator  del  globo  noHro  : 

T>onne,che  d'Ali,  c^  pofcia ,  c^  pria  fcendejfe  i 

1)onde  tAtia  progente  ha  la  radice , 

Che  tn  tanti  rami  t  Principi  di  Efie 

A  tanti  foli  in  tante proue  ha  moflro . 

Voi  che  ad  altri  arbor  gijìe  ,•  ^  mi  che  iluoflro 

Cognome  ejueUa  eccelfa  pianta  accoglie  : 

Si  che  cjuày  là.  Corone  manda,  &  toglie  ; 

O  Matcldi ,  0  ludite ,  o  Cuntgonde  : 

:^    3  Oda 


rpg  IL       TEMPIO 

O  da  Partenopei  Regiprodutte  ; 
Et  da  renata  d*  aurei  Gigli  fronde  : 
O  mi  prtemìere  tutte 

D*  AldrQHandini,Othoni,&  Guelfi.e'  Henrichi^ 
*D'Hercoli,  d*<iy4^i,c^  d'Ohiz.i,&d  altronde; 
Qual  "Barbara  s^  allaccia 
^luoflro  iyilfinfoper  tufata  traccia 
Su  quefli  piani  aprichi 
Guardate  in  fin  da  i  primi  tempi  antichi  • 
Voi  che  rayfqmla  nera 

^fe  con  nodo  cop  forte  flringe 
Quefìa  bianca  di  nerelé"  madre ,  c^  figlia  ^ 
Noi  tre  dine  torniam  da  Calta  ff>era  : 
Et  per  co  fi  ei ,  eh*  è  il  nodo ,  cfr  eh' affi  miglia 
L'infinita  bontà  ,  che  qua  cifpinge 
Et  d*infolito  ardor  l*alme  ne  cinge , 
Dtfuelto  i  &  fin/ò  habbiam  queluelo  alpeflre 
Et  spianata  la  flrada  erta ,  &  filueftre , 
Che  contendeanlagloria  a  gli  occhi  e* a  ipaffi» 
ty4  l'apparir  dififerena  uifìa. 
Non  di  tenebre  denfe ,  o  d'ajpri  [affi , 
E'' orma  cofi  triffa  y 

Ch'à  un  tratto  non  fi  purghi  eimparadifi* 
Venite  a  noi:  qui  fon  aperti  ipaffu 
Hebber  gli  Heroi  Efìerift 
Da  quefìa  piaggia  t  bei  de  fri  immenfl 
jil  nofìro  Tempio  :  e*i  uifi 
Gli  affiffarfych*  ancor  ui  Hanno  inciftm 
Qui  le  regie  mriuf^iegano  i  uolt  « 


D*    A    M    O    R    B«  1P5> 

Han  cjHÌ  r antico  nido  , 

Che  d'ogntntorrìo  con  [onoro  grido 

Va  rimbombando  Jori , 

Le  donne ,  i  Canalter ,  tarme ,  &gli  amori  • 
£r  m  cjHelmez.0  chefìcantaua  s'tnuiarono  i  Caualie 
ri  con  njìejfo  Arco  trionfale  della,  Virtù  ^  c^  dell'  Fio 
noreifalendo  tutti  Upiaggia,&  appreffandoft  al  Te 
■pio ,  Et  al  fine  della  mufica,  (jr  dell'atto  che  fhceua^ 
noiCaualieridiriuertreilTempw,folleuoJJÌ  la  Fa* 
ma  per  modo  che  pareua  che  dirittamente  fé  ne  uO" 
laffe  uerfo  il  cielo  :  (y-  con  actttijfimi ,  &freqHenti]fi' 
rnirimbomhi  delle  fue  trombe  ftp  art)  dalla  uijla  del 
T  eatro  pur  fempr  e  rifonando  y  fin  tantoché  col  fen- 
tir  fi  diminuire,  &  andare  tuttauia  mancando  dfa* 
to  per  la  lontanan2ia  y  hebbe  fimi/mente  la  fèlla  il 
fuo  debito  fine .  Aia  non  finì  già  ti  popolo ,  ne  la  nobil 
tày  ne  i  Principi  ifleffi,  dt  riguardare  fiffamente  tin^ 
fatiabile  uaghe'^a  di  quel  fìto ,  la  qnale  penetrane 
tanto  più  ne  i  Centtmenti  loroyijuanto  che  firicordau^ 
no  che  fucceffiuamente  haueano  ueduto  tante  muta^ 
tioniyò' occorren'{e  dinatura y&  rapprefentatione 
dtuerfiffima  ,&  che  in  particolare  [opra  una  piag- 
gia medefima  erano  apparfe  tre  forti  diprojpetto  che 
di  uolta  in  uolta  s^ auanz^arono  fempre  di  belle'^z.a  • 
^ partitofi ogn  uno  con  quefìtgraut ,  &  allegri  con^ 
cetti  firefìò  uniuerfalmente  con  fattsfhtttone  tanto 
maggiore,  quanto  che  minore  affai  era  fiatai*  a^et* 
tatione  ,  fi  perche  non  fifperaua  che  fi  douejfe  auan^ 
\are  ne  ilCajlello  di  Gorgofirufa,ne  il  Monte  di  Fé* 

N     4         roma» 


aOO  IL       TEMPIO 

ronìa,  come  ancora  per  non  ejferfi  fenttto  romore,  ne 
uijìo  apparecchio  alcuno,  fé  non  dì  un  mefe  prima  che 
la  Prtncipeffa  arrtuaffe .  percioche  il  'Duca  ordinati 
tre  luoghi  per  tre  forti  di  fp^tacolo:  i  quali  fono  nel^ 
le  parti  della  Corte  fua  che  è  di  circuito  larghifflmo , 
ejfendouene  due  dentro  ,  ^  uno  circondato  per  ti  piti 
da  effa  ,fece  che  t  lauon ,  <^  per  conto  delle  fhbrichey 
CJ  per  tutto  il  rejìo  delle  uarie  inuentiom  che  ut  con- 
correuano  fi  cominciaffero  tutti  a  un  tratto  mede  fi - 
moy  col  prender  fi  c^uelfolo  (patio  dt  tanto  tempo,cjuan 
to  hafì  afe  a  ridurre  ogni  co  fa  alla  compiuta  perfittio 
ve.  Etcofione  prima  era  il  giardino  dt  cheparlajfi- 
ma  fin  da  principio ,  fi  fitto  t  apparato  per  il  pre- 
ferite Torneo  con  quella  maggior  quantità  d^ope- 
rarij  che  uipotejfe  capire  ,  i  quali ,  oltre  che  lauora- 
uano  giorno ,  c^  notte  hebhero  continui  rinfrefca- 
menti  delle  maefìranz.e  della  città  j  di  tutto  lo  fta^ 
to  y  &  d*  altre  fere  ferie  d'huomim  principali  nell'ar 
te  loro  .  Et  nel  termine  del  mefe  ifìeffo  in  che  fiattefe 
a  tutta  quefa  opera ,  fi  edificò  una  fala  di  gran- 
dezxA  affai  eflraordinaria .  \la  quale  efendo  quafi 
fornita  firtduffe  con  trauamentt  allo  fiato  medefimo 
che  fi  uolea  3  poi  che  per  più  magnificenza  f  fece 
particolarmente  per  efer  ufata  per  l'efato  delle 
vozj^e  :  cr  dentro  ut  fi  banchettò  due  uolte  con  quei 
fèflont  che  fi  coflumano  qua  in  e  a  fi  tali .  uiccrefce- 
uafi  Nptnione  che  UT  empio  d  Amore.,  c-r  i  concerti 
condotttHt  non  potejfero  riufctre  cofs  dt  gran  rilieuo , 
poi  che  in  quei  giorni  a  punto ,  er  non  prima  fi  /a- 

brtca-^  . 


D     A    M    O    R    E.  2:)I 

hrkdTom  ^It  Archi  da  S.  Georaìo  alla  Pìaz^za  per 
l'entrata  della  Principeffa  cfr  altri  ornamenti  anco 
ra  fatti  fuori  della  citta  ,  <&  in  particolare  fopra  il 
Tonte ,  che  per  opera  di  legnami,  e  Jìruttura  che 
n*  ha  poche  pari.  Et  perche  iononuoglio  digredire 
dalprefofoggetto  non  Barò  a  parlare  altrimtnte  di 
c^Ht^a  entrata  ,  ne  a  raccontare  come  la  Ducheffa 
fijfe  incontrata  prima  dal  D  v  e  a^  poi  da  Ma- 
dama Lucretia  fuaforella  &  condotta  a  Beluedere 
con  uarte  forti  dt  barche  uaghijfime  c^  pompo/ij/i- 
mamente  adornate  c^  come  tuifijfe  raccolta .  ne  di- 
rò della  maniera  con  che  il  Legato  del  Papa  andò  a 
leuarla  il  dtfeguente  nel  quale  ella  entrò  nella  città  : 
CT*  eon  che  bell'ordine  fi  {aiutata  da  quantità  gran 
difs.  d'artiglieria  dijposìa  lungo  le  riue  del  Po  :  ta- 
cendo  parimente  la  coronai  ione  (^  tutte  t altre  ceri- 
monie  (fr  la  continua  maffa  di  tanta  nobiltà  de  Ba- 
roni Feudatarij  ^  genttChuomini  dello  Hat  o  ,ò'il 
numero  de  i  tantifirefìteri ,  che  fluide  tutto  il  giorno 
daltun  capo  all'altro  delle  ftrade ,  di  modo  che  per 
rion  dar  fi  oc  e  afone  di  e  onte  fa  nel fkrfi  precedere  più 
l*un  che  PaltrOyCome  efolito  di  auenire  oue  e  quanti- 
tà di  perfonaggi  di  talportatagiuano  fenz^a  diftin- 
tione  di  luogo  t^  tacendo  ancoragli  addobbamenti 
de  i  cor  fieri  ^  altri  caualli  dipretio,  ^le  ricche  uè 
fli  e^fòdre  de  i  caualieri.et  ilcocorfo  delle  carrette  et 
carozjz,e  et  de* cocchi  carichi  di  Signore  et  géttldóne 
tatofoperbaméte  uejìite.percioche  ildiflenderfifopra 
£iò farebbe  fuperfiuo.nofolo  perche  e  lomano  dal  mio 

fro^ 


aOl  IL       TEMPIO 

proponintétOy  ma.  ancoraperfaperfiche  efsedojtfatta 
quejia  entrata  m  que^a  città  che  ha  la  Corte  per  tati 
jècoli,  &  è  cofì  auez!^  a  cofifimilt,  il  tutto  farà  pajfa 
to perii  debito  termine.  Afa  per  tratenitura  di  quefie 
no'Xzje ,  oltre  al  Torneo  che  habbtamo  defcritto,  ^  al 
precedete  che  fu  ueduto  nel  Cortile  in  un  Teatro  qua 
dro  fatto  a  palchi  uguali  &  capaciffimi  ,&  che  era 
di  uenti  Caualieri  a  cauallo  j  che  con  grande  applau 
fo  di  chi  fa  che  coftfia  torneare  in  tanto  numero.com 
batterono  in  croce  c^  per  angolo  ^  inguìfe  tanto  uà 
rie  c^  interzate  che  no  ?ni  da  l*aniryio  di  poter  lo  ejpU 
care;  era/I  ancora  per  correre  nellapial^Jetta  a  cam 
pò  aperto ,  la  qualcofa  d'arme  come  la  più  imttatri- 
ce  della  guerra  &  c^J^  douea  hauer  concerti  in  con^ 
firmttàhonorattjfir/ii,  s'era  ritenuta  nell'ultimo:  con 
riferua  del  reflo  per  li  diece  tdtmi giorni  di  Carne^ 
uale .  magitmto  unhora  dopo  il  fine  della  fèjla  taui" 
fo  della  morte  del  Papa  ,  dr  partendof  il  difeguentt 
il  Duca  c^  la  Duchejfa  di  A'fantotia,&  di  mano  in 
mano  i  Cardinali ,  (^  altri  Signori ,  ofijfe  per  quefia 
parten'^  yO  pur  per  rifletto  della  d&tta  morte ,  non 
fi  fece  più  altro  .  £t  perche  fi fappia  con  che  occafione 
fi  cer  caffè  d^  attaccare  le  future  fi  fìe  con  quefìe  altre,  e 
dafapere  che  il  giorno  inanl^  al  di  delprefente  Tor- 
neo comparuero  quattro  perfonago^i  uefìiti  di  drappi 
d*oro  in  habitopompofiffimo  alla  Mauritana ,  &fe- 
gmtatidibelUffima  comitiuacon  quattro  trombetti 
tnanzi  pur  uefliti  in  concerto ,  che  entrando  nella 
gran  Sala ,  ouesirafinito  di  cenare  :^  fonando  al 

tamente. 


D*    A    M    O    R    E  ♦  20^ 

tamente  ,ficerofhrpiaX{a  ad  ejfi  A<lauritani ,  t  qua 
h  giunti  incapo  (y' fatiti  alcuni  gradi  s'apprefema- 
ronoa  i  Principi  &  alle  Principejfe .  &  parlato  che 
hebbe  alquanto  uno  de  i  principali  mll^ idioma  di  qud 
pae fé  yfott entrò  un  altro  che  dijfe  in  Italiano  qual 
jTìéte  erano  màd^ti  da  i  lorfìgnori  per  Njfato  che  fi 
conteneua  nella  frittura  ch'egli  hauea  in  mano ,  la. 
quale  era  lafojìan'^  di  quanto  il  fuo  compagno  ha^ 
uea  efposlo.  Et  il  Ducaprefa  che  i* hebbe  la  ridiede  x 
qmlmedefìmo  che  glie  C  hauea  porta ,  ^  gli  cenno 
che  la  leggejfe  .  Et  quella  a  punto  che  filetta  ,  fi 
quesìa . 

Gli  infiafcrittifei  Caualieri  di  Afuritania  hauett 
do  intefo  infino  dall*e(lremità  del  Nilo  doue  erano  iti 
alla  uentura  del  Monte  di  Luna ,  che  in  breuefìdo 
ueanofxre  in  qut fa  città  di  Ferrar  a  le  nozx^e  della 
Regina  Barba  r  a  d' Auslrta  fi  partirono  di 
la  y  accelerando  il  camino  con  ogni  poffb  ile  diligen^ 
za  per  ejjerui  a  tempo ,  mojfi  dalla  grande'^a  di  tan 
ta  ^rmcipejfa  t^  delgloriofiffimofanguefuo  :  (jr  pa 
rimente  dal  grado  di  Caualeria  e' ha  luogo  antichiff 
mo  in  quefla  Corte  ,•  (^  tanto  più  e  {fendo  ancora  fre- 
fche  nella  memoria  de  Mauritam  le  proue  fitte  da 
tanti  Venturieri  alCafello  di  (^orgofrufa  (^  al  Aio 
te  di  Feronia  .  A^a  difurbatt  da  uarij  accidenti  oc-' 
corfi  loro  per  f  rada ,  dijfdandofi  di  poter  giunger  a 
hora  y  hanno  mandato  tnanz^t  i  prtfntt  loro  perfo^ 
naggiacciocheuiarriuino  mentre  che  farà  ancora 
infieme  i'honorata  compagnia  che prefuppongono  do 


204  IL       TEMPIO 

uer  ritrouarutfi:  &fkcciam  intendere  a  cìafcuno 
Canaltere  di  effa^fìa  di  qual parte  del  mondo  ejfer/t 
uoglta ,  che  faranno  gli  ultimi  diece  giorni  di  Qarne 
ualein  éjnefla  città  per  mantenere  tn  giojlra  chiù- 
fa  ,  in  giojlra  a  campo  aperto ,  ^  in  ogni  altra  for- 
te et  arme ,  fi  a  pu  cornea  canallo ,  ^ fi  ade/fi  co- 
me ad  ogni  altro  che  foffeper  uenire  ,  che  le  donne  lo 
rofonopm degne  d'ejfer  amate  &  feruite  che  alcu^ 
n  altra .  (^[e  ui  faranno  alcuni  che  uogliano  cor^ 
rere con  praij yO portandone  ejfi ,  o  rimettendofi a. 
quei  che  faranno  portati  da  loro  medefimi  s^eshi- 
bifcono  pronti  à  furio  :  ojferendofì  anche  parati  ari- 
Ifondere  adogmcjHereia  d'zyf^ore  ^che  per  tut' 
tt  quei  giorni  uoleffe  ejfer  combattuta  appartata^ 
mente  . 

A^az^agafco     II  Trafìtto . 

Jrfacafmo        il  Ter  coffa  . 

Gra\amaldo   il  Verace . 

Aiolocamhro  il  Sincero, 

u4griponto       il  Fedele . 

Gofmagarro  il  Cojìante . 
Tubhcata  che  fu  (jnefia  sfida  &  accettata  da  i  Cau4 
beri  circonflanti,fi diede  nelle  trombe:  &t  Maurita 
ni  y  che  haueano  comphto  aWaJfunto  loro  fé  n  andaro 
no  uia  ,  Q^efta  e  la  defcrittione  ch'to  hofhtto  del  Té 
pio  d timore, intorno  al  quale  h aurei  hauuto  animo 
di  far  qualche  poco  di  difcorfo:fi  come  fici  ancor  a  nel 
la  fine  del  Caflello  di  Gorgofirufa  et  del  Mote  di  Fé- 
ronia .  ma  oltre  ch'io  comprendea  che  fono  ptu  laten 

tii 


d'    A    M    Ò    R    E.  105^ 

//  ifecreti  in  quejìafijia  che  non  furono  in  quelle  al- 
tre: per  modo  che  non  lepojfedendopiu  che  tanto  ha" 
urei  temuto  dt  non  riufcirne,  toprefemìy  che  ilTDuca 
hauea  commandato  alfig,  Ptgnafuo  Secretano,  che 
jhcejfe  una  breue  dichiaratione  del  tutto  :  dr  operai 
tanto  che  col  mtzjo  dt  uri  ìntimo  Cortigiano  ri  ho  final 
mente  ritratto  una  copia ,  lacjuale  non  ho  uoluto  la- 
fciar  d aggiungere  a  quefia  miafcrtttura ,  parendo 
mi  che  cjuefìo  fia  un"  ac  ere  feerie  quel  lume  ,  creila 
non  haueua  mfefìejfa . 

ICaualteri  di  quefla  Città  rapprefentando  le  oc- 
corrette  di  caualeria  fimili  a  quelle  dttimpi  antichi, 
fingono  a'ejfer  diuerfi  erranti ,  che  intefa  la  noua  del 
Tempio  di  Amore  uadano  a  capitarui .  La  forila 
delT empio  co nfìjìeua  in  quefio,  che  erano  due  con- 
giunti  infìeme  talmente  y  che  non  apparila  che  itpri 
mo  pofìo  dinartzj.  nel  quale  entrato  che  fi  era  ,fpaf- 
fiiua  nel  fecondo.  Cj-  daefo  a  fcendendofì  un'alpe, 
che  per  rifletto  della  ualle  non  potea  effer  montata 
da  alcun  altra  parte  .ftperueniua  per  erto  c^  angu 
fio  calle  al  Tempio  della  Vtrtu  :  c^  da  quefto  per  pia 
na  et  (pattofafìrada  s'ètraua  in  quello  dell' Honore, 
T^ìl'unofiuedeua  Ì animo  della  cofa  amata.et  nel- 
t  altro  fi  godea  la  gratta  della  medefima.et  come  che 
limprefafòjfe  honoratiffima  ^  deriuaffe  dalualore, 
tutti  t  Venturieri  ui  andauano  con  trionfi ,  chifolo  et 
chi  accompagnato ,  fecondo  che  conueniuano  nell'in- 
tentione  del  fòggato  y  che  prendeuano  ,  Et  effe n do 
tre  le  uie  che  tendono  alla  felicità ,  l'una  del  conofar 

il 


ao5  IL      TEMPIO 

il  male ,  l* altra  dello  fcht furio ,  la  terza  delfkr  Uh* 
ne ,  trefiirono  parimente  tprojpati  chefiuidero ,  in 
conformità  de  quah  tre [ar anno  ancora  le  parti  del 
frefente  difcorfo ,  Ada  per  dichiaratione  delfine  di 
que^i  Caualieri ,  nel  quale  confifìe  l'tntelltgenT^a  del 
reHo ,  €  prima  dafapere ,  che  quesìa  moffa  loro  e  un 
gire  a  pigliarfi  ti  premio  della  uirtuofa  operatione  d*a 
more ,  che  mene  nominataferuitu  fkrta  alla  dama; 
il  quale  per  ejfer  cornfpondente  a  quello  che  fi  opera, 
è  nohilijftmo  dr  certìfs.  fi  che  cht  ama  lealmente  ^ 
con  retto  gtudttio  confegi4ifce  alla  fine  drfenza  man 
co  tlpoffeffo  de It animo  della  donna  :  che  è  lagratia 
fida  .  non  ut  effendo  alcun  dubio  ,che  lofpirito  dtWin- 
t  eli  etto ,  come  parte  diuina  3  che  e  però  più  perfitta^ 
mente guflabile ,  ha  da  effereprefirito.  Diremo  adan 
que  che  figurando  t amante  che  con  la  bellezjLa  efìe- 
rtore  della  fua  donna  pconfhccia  quella  di  dentro, 
C^  che  pertanto  mirahtlt  fiano  i  concenti  fuoi^^  an- 
gelica l' human ttà  ^  la  beneuolenz.a  che  da  lei  deri 
uano  y  tiene  di  ejfer  beatificato  dalla  grafia  in  che  el- 
la fi  rifiolua  dt  rtceuerlo .  Quattro  fono  i  gradi  del  fé 
gno  della  buona  effiHimatwne ,  il  quale  e  ti  premio 
dt  chi  è  hauuto  in  tftima  :  <^  chiamafi  honore .  L'u- 
no eia  loda  generale  di  chtfia  atto  a  \operare  degna- 
mente .  come  d* un  giouane  daf^ettatione ,  0  duno 
habituato  alla  uirtu  qual farebbe  un  Senatore ,  0  in 
tta  donna  che  fi  conietturi ,  che  fiele  fi ffe  lecito  tratte 
rebbe  negotij  ^gouerni  con  prudentta  uirile .  L*^/- 
tro  e  maparttculare  commendatione  d$  qualche  ope 

ra 


D*  A    M   O    R    E.  ^07 

rafegnaìata .  come  d*tina  imprefa  d*arme ,  0  cCam* 
hafctaria  condotta  bene .  //  /  erz.o  e  Ufgmficattone 
della filtcità  .  come  d'un  cumulo  dì  eccellentijjìmi  be 
niproprij,  ^  di  larghe  projfer uà  dt  fortuna ,  che  in 
uno  fi  congiungano  .  c^  Roma  apunto  facea  trionfa- 
re i  Confali  &gli  Imperatori  uittoriofiper  effaltarli 
confolennitày  che  li  dmotaffe felici .  Ilcjuarto  è  la  bea 
tificatione ,  che  fi  come  dicemmo  e  tutta  dello  fpirito 
Ó'  non  delle  cofe  materiali .  Cy'  ^uefìa  1  Gentili fimiU 
mente  fi  sfhrT^rono  di  far  cono  fiere  col  diriz^^rc 
Tempìj  &  inflttuirefiacrificij  &  confiacrarli  all'im- 
mortalità  de  gran  Principi .  Ma  con  la  maniera, 
rnedefima ,  con  che  gli  huomini  commodamente  agio, 
ti  (^  Hirtuofiper  elatione  in  fopremo grado ,  c^  alle 
attioni  quanto  fia  loro  poffìb ile  y  fi  chiamano  filici.an 
Cora  che  pano  dt  mediocre  conditione  di  uita ,  fipO' 
tra  parimente  a  fimiglianz^a  dunafommagrandez. 
z.a  ,  quale  fu  nelle  dette  confecrattont,  arguire  che 
la  diuotione  de  gli  amanti  beatifichi  le  donne  loro,<^ 
che  a  uicenda  lagratia  dt  quefìe  uenga  a  fkre ,  che 
quelli fiano  beati ,  er nafcendo la corrijpondésa del- 
1^ amore  dalla  conformità  degli  animi  :  i  quali  ofiono 
pan  da  fi  che  e  parità  dt  due  amici  io  pari  a  propor 
Itone ,  nella gui fa  che  ilfuperiore\dr  tmfiriore  s'ama 
no  mfieme  ;  nefigue  che  la  co  fa  amata  fi  come  ha  co 
feguito  la  dtuottone  dell'amatore  ,  cofi  proportiona- 
tamente  ricompenfi  lui  con  lagratia  fina  ,  Stfe  la 
donna  con  la  propria  utrtu  accefe  il  caualiere  ad 
amarla ,  i  mceffarÌQ  chs  egli  msdefimammc  confa 


Ió8  IL       TSMPÌO 

firlA  della  uìrm ,  che  e  in  lui ,  prouochi  lei  afkr  at-^ 
trettanto ,  &  egli  cono/cera  dhauer  ottenuto  l'tnten 
tofuo  y  quando  ella  thabhia  aggradito .  ^  l'aggra- 
dirlo e  aprirgli  f  animo,  fi  che  uogUa  che  i  penetri 
dell'una  ^  dell'altro  fìano  comryiuni  adamhidue . 
Horapercioche  dalla  uirtu  dell  amante ,  che  e  Per^ 
fitta  operatione  j  nafce  l  apertura  dell  animo  della 
donna ,  che  e  co  fa  perfètta ,  la  quale  non  poteua  e(fer 
uiHa  fé  prima  non  fi  diueniuafimile  a  lei,  e  fìnto  che 
dal  Tempio  a  Amore  fi  faglia  al  Tempio  della  Vir 
tu .  Et  perche  lagratia  che  deriua  dalla  communio 
ne  de  gli  animi  è  ti  premio ,  che  la  donna  dà  all'a- 
mante ,  dal  Tempio  della  Virtù  jlpaffa  al  Tempio 
dell Honore ,  ejfendo  Ihonoreil  medefimo  ,  che  e  il 
premio  di  ejfa  uirtu.per  modo  che  fi  come  la  uirtu  fèr 
maua  ì  quattro  gradi  poflt  difopra  y  cofil  honore  era 
dilatato  in  loda  ,  commendatane ,  fignificatione  di 
filicità  ^  di  beattficatione .  la  quale  e  l honore  che 
la  donna  fh  ali  amante  col  renderlo  partecipe  della 
fuagratia.  Glt  inamor att  Caualtert  che  uanno  a  que 
ftt  Tempijper  confeguir  ti  frutto  dell  amore  fé  ne  mo 
Urano  degni  colfegno  della  uirtu ,  che  hanno  indi- 
cato ,  0  con  Nccafione  del  far  opere  di  ualore ,  o  con 
l'elpreffione  della  prontezjLa  dell'animo:  che  è  tn  fhr 
nefempre  che/i prefenti  loro  l'opportunità .  St  di  qm 
e  che  tutti  hanno  feco  uarij  trionfi,  i quali  feruono 
ancora  alla  tefificattont  ddla  feruitu  che  portano 
alle  donne  loro,  la  quale  dinotano  con  imprefe  ^ 
motti  :  &  con  celebrare  d  nome  di  effe  in  quella  pin 

mti* 


D     A    M    O    R    E.  top 

magnìfica  pompa  ,  che  pojfano .  percioche  non  fi" 
io  con  inatto  del  fhr  trtotifhrle  uoglwno  figntficare  , 
che  elle  fono  filici  ;  ma  con  la  dedicar tone  de  glia* 
ntmi  le  dipingono  per  beate .  Et  fé  hanno  proponi'* 
mento  di  beatificarle  per  (guanto  porta  la  loro  poffi^ 
htltày  e  ben  ragione  che  elle  fìmilmente  li  rèdano  bea 
ti .  fi  che  era  conueneuole  che  andando  ejfi  al  Tem 
pio  delt  Honore  pcrueniffero  prima  a  quelli  che  fona 
dell'amore y& della  Vtrtti,^  che  fimtlmente  ui 
gtjfiro  col  trionfi  della  cofa  amata  .  Et  (juefto  che 
diciamo  dell  '  amore  caualerefco  e  il  medefimo  nei 
(oggetto  delfermre  tifino  Signore,  ^  del  trauaglia" 
re  in  ogni  altra  forte  di  Hit  a  nobile  .  nella  ejuale  fi 
ricerca  fimilmente  che  fi  ponga  amore  alla  cofia 
che  fi  fh\  c^  alla  perfiona  uerfo  che  fi  opra  :  ^  che 
con  /*  accommodare  t  fenfi  all'intelletto ,  c^  findarfi 
[opra  una  buona  ef^erien\a  fiinefica  huomo  di  ualo* 
re ,  {^  di  riputatione .  A4a  effendo  due  gli  amori  ra* 
gioneuoli ,  ijualt  in  effetto  bifogna  che  fiano  <jueHi , 
che  hanno  da  effere  [cala  alla  firtu  ,•  due  ancora  fio'-^ 
no  flati  t  Tempij  d'Amore .  ^  perche  necejfaria» 
mente  dall'uno  fi  entra  nell'altro ,  è  (lato  alpropofito 
che  arrìbi  fi con^tungano  tnfieme .  Il  primo  era  del* 
i*Amor  tmperfitto ,  che  e  ijmllo  che  ci  conduce  al  fi" 
condo ,  che  è  ilperfitto  .  Et  per  feruare  f  ordine  delti 
jpettacoli  che  efimilmente  alpropofito  per  una  or  di-" 
nata  dichiaratione  del  tutto,  porremo  in  prima  ^uel* 
io  che  prima  fu  uiflo  :  ti  quale  fu  l'imperfitto ,  che  era 
fopra  fina  ptaggtaa  pie  et  un*  alpe,  che  ti  fiancheg* 

O        giaua. 


^lO  IL       TEMPIO 

gtaua,  tra  auattro  Saffi  illuminati ,  che  dmati^  ha-* 
uea  dalla  de  (ir  a  una  Montagna ,  ^  dipoi  una  'Ttra 
Wide  in  un  Labirinto:!:^  dalla  Jìniftra  un* altra  Aio 
tagna,etjìmilmeie  tiri  altra  Piramide  in  una  Selua. 
Queftaìmperfittionc,  c'hora  defcrtuiamo.non  è  come 
il-  uitio  j  il  quale  e  pnuattone  dt  ur/iu^ma  come  hm- 
par areiche  e  lajìrada  del fapere.e  più  propriamente 
come  il  ben  ajjucfkr/iper  acqutsìar  urih^.huo  buono, 
et  ben  [tcuro.percioche  le  co/e  naiuralt  ole  altre  dipo., 
CA  tnduflrta  fono  dt  tal  qualtta,  che  uifinafcCjO  quafi 
ftnz,a  altro  fludio  ut  fi  ne  (ce  maefiro .  come  ti  uede^ 
rx  j  //  correre  ,  &  altri  fimilt  .  (^  quando  fi  par- 
ta jf  e  di  que  II*  amore  ,  che  e  unafj&ttionarfii  alla  cofii 
che  piace,  quefio  ancora  farebbe  fimpltce  parto  della 
natura  .  ma  wtendendofi di  quello  che  derma  dalla 
fioHra  elettionCiChe  e  non  fi)(o  l'tnuaghirfi  della  dan- 
nai ma  ^l  rtfoluerfi  dt  farle  feruttu ,  &  di  moflrarfì 
mertteuole  dell'amor  fuo,  bijo(ina  moderare  gli  affet- 
ti ,  ^  eccellere  in  opere  glorwfe .  0^  quanta  è  mag- 
gior la  fatica  che  ricerca  una  co  fi  nobil  arte ,  tanto 
e  più  honorato  il  fine  :  ^  più  difficile  il  modo  dt  con- 
Jèguirlo  •  C^  ouefo/ìo  lunghe  difficoltà ,  occorrono  di- 
UEY fi  gradi  d'imperfèttione ,  La  onde  que  Ho  primo 
Tempio  ha  nella  cima  una  palla  di  criHallo ,  che 
fjr  la  fua  rotondità  y(jr  lucideXz.a  uuol  dinotare  la 
pjtr a  ragione  deH'huomo  .&uieperòJopra  un^A- 
morino  fcnz^a  hauerene  abbendato  gli  occhi ,  ne  le- 
gati i  pie .  Gli  occhi  liberi  fi  pongono  per  quella  mr-:^ 
tu  naturale  ^hé  ttjh  cqnof cere, dr  proporre  il  bene  ^  il 


D*  A    M    O    1.    E.  X^l 

che  facciamo  col  non  lafciarci  occupare  da  gli  appe-f  -, 
tìtt,  Ipte  lihertfono  tolftper  cjuclla  hahtlttay  medtan  . 
re  la  (fuale  fi  cornine  ta  a  gire  per  U  debtti  mtzj,  al  ben 
conofciuto ,  ^  propoflo ,  Aia  perche  ^ueflo  è  un'a- 
more bengtoi4amtto  y  fi  mene  afigmficare ,  che  non  e 
adulto ,  ne  ridotto  al  fito  intiero  con^pimemo  ,  pereto 
che  eg  Ufi  fh  compiuto  con  la  continua  correttione  de 
gli  affetti ,  &  con  la  piena  efferienTa  delle  cofe  del 
mondo .  (^  fi  all' una  .come  all'altra  fh  mefltero  di 
lungo  corfi)  di  tempo.  Ada  l' intendere  ti  bene  y^tlno 
Urlo  :  ò'  ì!  applicar  mie  operationt  per  aggi  un  gemi, 
ferina  hauer  anche  fatto  altro  •  e  la  mmor  imperfit-  > 
ttone  per  effir  la  più  difcosia  dalle  tnarrgwri  :  (^  la  . 
pmpropinfjua  che  le  altre  al  figno  della  perfèttione . . 
(^  pereto  prima  che  fi  peruenga  a  quella  palla  di 
enfiarlo  in  fono  due  ordini  d' Amorini  ,  il  primo  e 
tip  tu  r  0^1.0  :  CT  d  fecondo  che  più  s'affina  è  il  miglio- 
re .  I^ei  primo  fono  gli  Amortai ,  ce  i  legami  parte 
a  gli  occhi ,  &  parte  a  i  pie .  donde  fi  comprendono 
gli  incontinenti  ,  Qr  gli  inesperti .  perciò  che  cjuei 
che  hanno  legati  gli  oechty  i^n^n  i  pie  ,  mofìrana 
la  condii  ione  di  coloro  che  per  t  impedimento  delle 
perturbationt  non  fi  contengono ,  che  non  incelano 
male ,  ma  noi  fanno  però  con  mala  intenttone .  (^ 
ijHeilt  che  hanno  legati  i  pie ,  C7  rion  gli  occhi ,  fiìno 
m  luogo  di  coloro  che  hanno  compojlo  [animo  ,  fi 
che  la  ragione  non  è  impedita  3  ma  non  fanno  an- , 
chela  maniera  del  ben  procedere,    ISljW  ordine  _ 
fecondo  fi  ueggono  gli  amorini  con  le  bende  al-^ 
;  i  O     2         quanto 


aia  IL    TEMPIO 

quanto  giù  dagli  occhi ,  (^  co  ipìe  alquanto  in  liher^ . 
tà .  che  (s  po^o  per  li  continenti ,  c^  per  gli  intelli" 
genti .  Continenti  fono  coloro ,  che  hauendo  gli  occhi 
poco  meno  che  difchiufì ,  conofcono  tanto  il  bene ,  che 
fi  contengono  da  fitr  il  male  :  ma  non  però  tanto 
prontamente ,  che  [emano  fatùfrttioneneWaflener^ 
fene ,  Intelligenti  diremo  quegli  altri,  che  hanno 
tanta  conofcenz.a  dell^ufo  dell'operare ,  che  quando 
farà  leuato  quel  poco  di  nodo ,  che  e  loro  a  i  pie , 
potranno  confeguire  la  prattica.  Euui  poi  nella  ci- 
nta quell*  Amorino ,  che  dicemmo hauere  gli  occhi, 
(^  i  pie  in  tutto  liberi ,  il  quale  per  conto  d'ambedue 
quepe  parti  e  già  tncammato  uerfo  la  perfèttìone  . 
Stanno  appreso  all'entrata  del  Tempio  daliuria  ban 
da  t  Appetito ,  ^7  la  Ragione,  cheferuono  per  la  par 
te  del  domare  gli  affati  y  donde  la  uifìa  fi  poffa  ri- 
fchiararcy  &  proporful  buon  fine  :  percioche  la  ra- 
gione con  tutto  che  fia  una  fola ,  ^  ha  però  un  fol  oc- 
chio nelmezjQ  della  ff onte  può  effer  diritta ,  cr  torta 
fecondo  che  [Appetito  fé  le  accommoda .  che  quan- 
do  egli  pa  moderato ,  fi  nel  fioco  Jparfo  che  e  la  cupi- 
dità ,  come  nelteleuato.che  e  t'irà,  ella  non  s'offufche 
rà,  ne  perciò  uerrà  a  guajìare  la  fua  dirittura  :  ma 
fi,  quando  uenga  turbata.  Et  dall'altra  banda  fi  an  - 
milConfiglio ,  (^  la  Rtfolutione .  che  dtmofìrano  la 
parte  del  poter  ben  effequireper  arriuare  al  buon  fi- 
ne ,  nafcendo  dall'ejfer  copiofo  di  buoni  partiti ,  & 
prefìo  nel  ben  rifoluerfi ,  tutti  i  buoni  termini  del  be- 
nt  operare  ydr  tutti  imali  dal  contrario.  Et  perche 

qucflo 


d'amore.  21^ 

^uefìo  è  twgrejfo  ali* Amore ,  che  h  il  principio  delle 
tJOìire  operattoni ,  ha  bifognato  lafiiar  cjMefiedtlfo- 
fiticvi  delCAniJVo  nosiro  nel  puro  flato  loro*  fi  che 
'l'Appaito.cr  la  "Ragione  fiano  quali  conuerranno 
in  fi  t  ne  :  ^  fi  ano  ancora  ti  Configli) ,  ^  la  Rifolu^ 
ttone  fecondo  che  fi  prenderanno  o  bene  o  male,  Cjia^ 
ce  cjHcfto  Tempio  fopra  una  piaggia  mont'.{ofa  per 
inditto  della  difficoltà  ,  che  ut  e  a  peruentrui .  per^ 
cioche  fé  ben  ejfo  e  imperfètto, non  e  però  fecondo  quel" 
la  forte  d*tmperfi  ttione ,  che  uà  a  trauerfo ,  ma  fe^ 
condo  quella  che  ha  da  conuertirfi  in  meglio ,  c^  da 
condurci  a  t  Tempij  della  Firiu ,  ^  dell'honore .  et 
e  perciò  alpih  dell'alpe  .che  è  il  grado ,  donde  fi  a" 
fi  end  e  a  quet  due  Tempij .  c^  ha  l'alpe  a  i  fianchi, 
per  la  slertlità  del  luogo  :  che  arguìfce  ti  poco  numera 
degli  habitat  ori .  effendo  pochiffimi  coloro ,  a  i  quali 
fila  permejfo  tarriuarui .  Jl  Labirinto ,  c^  la  Set- 
uà  hanno  molte  fignificationi  :  ^  maffime  quattro 
importanti .  le  quali  concernono  cofì  effentialmente 
il  foggettodi  quefìo  Tempio,  che  ui  fono  proprijjft' 
me  .  Percioche  ftanno  ftori  della  piaggia  :  &  fi 
trouano  in  pianura  apertiffima ,  per  modo  che  il  de^ 
uiare  ò  alt  uno  ò  alt  altra ,  e  molto  ageuole .  &  con* 
uiene  fimtlmente  che  fi  ano  nelle  due  punte  eftreme  : 
fra  le  quali  e  necejfario ,  che  chi  uà  a  quel  Tempio  * 
prima  ui  pajfi  :  e/fendo  tutto  il  reflo  ferrato  dalle 
alpi .  &  fé  non  fi  piega  o  qua  ,ola,  e  amina  di  lun^ 
go  per  la  dritta  (ìrada ,  fit^gendo  quefte  due  male 
ejìremità .  ^  fé  una  di  effe  ti  trattiene  non  e  pofit 

O     j         fibili 


214  I    1-       T    E    M    P    I    O 

ni;tl€  che  uada  più  oltre .  Due  fom  t  primi  difetti, 
il  poco  amore  fgnificato  per  ti  Labirinto  :  cr  ti  trop- 
po per  la  Selua.  ejfendo  l'uno ar?gujìo ,(!;' C altra  a 
urt'Certo  modo  infinita ,  Chi  non  eccita  il  uigore  della 
ragione  fé  ne  resi  a  fenz^a  rtfcaldarfi  alle  ovtre  di 
bontà  y  ò"  di  Malore  :  qt  pereto  ^jonftmctte  a  far  co- 
fa  buona  .  &  chi  sfrenatamente  s'infiammai  non 
"  pone  briglia  ne  ma  a  al  fio  cieco  appettito;  ó"  cofi 
-  precipita  ri  ti  male .  Nel  gir  tu!  t  ama  a  cjuejìo  Tem- 
pio noi  pojfiamo  effr  tolti  di  jìrada  da  due  altri  m- 
'  conuemenri.  t  cjuali  confiftono  nel 'mancar e,  &  ne iT ec- 
cedere: che  non  e  quanto  all'amore  ;  ì7ia  quanto  all'p- 
-peratione .  come  e  lifinerchto  timore  ,  cr  la  temeri- 
tà .  fiche  ne  gli  atu  della  fiirte'^aci  ritiriamolo  an 
diamo  inanzj  indebitamente .  ^  co  fi  ancora  lafìupi 
'•de'^a,(jr  la  difjolutione  :  ogni  uolta  che  non  fi  fia 
dfttnente  per  uirtu ,  ma  per  mal  tifo  :  o  che  fi  puffi 
la  mtfura  ne  i  fenfìdel  tatto ,  ^  del  gusìo ,  c^  il  me- 
de fimo  e  nello  (pendere  quanto  all'auaritta ,  ^  alla 
frodigalitài  Cr  tutte  le  altre  uirtu,  che  fono  la  regola 
We*  cofiumt,hanno  quejìi  due  difordmt.  Et  cofi  per  la 
fud&tta  fimilitudtn:  il  Labirinto  haura  riguardo  al 
mancare ;(2r  la  Selua  all'eccedere ,  Oltre  di  ctòper- 
the  t  uttij  fitnno  male  o  a  noi  jìeffi  o  ad  altrui  ;  quei , 
donde  il  male  e  principalmente  ti  noftro  .come  la  ut-' 
gliacchertaj'intemperantiaja tenacità^  lauanagh 
w«,(^  altri  cofi  fitti  ^  fn  dinotati  dal  LabirintOyche 
g  una  chmfura  della  ragione  legata  da  t fin  fi-  &  quei 
che  fiejìendono  al  damo  d'altri^  C4ime  l'hCCfdere ,  ti 

rubare. 


•  D*    A    M    O    R    E.  ai^ 

ruhare,  iltradire,&  fimtlt  derìuati  dall'ingiusittia, 
conmngono  alla  Selua ,  che  emendo  [&rf{a,  termine 
moftra  Ceffata  dell  abbandonar  ogni  ritegno.  Cy^per 
la  [ita  opacità  e  pofia  per  tignar antia .  ^  a  punto 
ogni  malitagit.^.  e  cagionata  dalfeffcr  prtuo  affatto 
delfapere,  che  fé  m  Jùffe  qualche  lume  dt  rettitudine 
non  fi  incorrerebbe  mila  trifiitia  .  La  quarta  dino- 
fattone  e  per  comodi  due  priricipij  dell'operare  prò* 
dotti  dai  due  fónti  della  prude  ^n  a  .  tuno  e  circa  la 
qualità  de'coflurrìt,i  quali  q-f  andò  fono  ben  gouernati 
dalla  ragione ,  fi  che  i  moti  dev'animo  non  li  torcano 
dalla  mediocrità  >  fi  difccrne  il  miglior  camino  ,  ^ 
fiuuole  entrare  in  effo.  l'altro  e  intorno  alle  attio^ 
m.  le  quali  quando  fono  bene  intefe ,  fiche  fi  fitp^ 
pia  conofcere  le  circoflanl^  ,  (jr  cogliere  le  opporr- 
t  unità  del  tempo,  &  dèi  luogo  ^  CT  della  natura  deU 
le  perfone,  er  dei  figgati,  dr  dei  me"^,  fi  tiene  U 
notuta  degli  agibili ,  ^  fi  trattano  acconciamente . 
Quella  prude tia  che  fpetta  a  i  coflumi  e  impedita  dal 
Labirinto,  che  e  ti  carcere  dell"  anima:  &  queH  oh 
il  nostro  corpo  .  or  quella  che  appartiene  alle  attio» 
ni ,  è  leuata  dalla  Selua  ,  che  e  l'impenna  delle  co^ 
fé  del  mondo:  non  folo  perche  e  pofia  perlauita, 
che  e  finz.a  legg^ ,  cr  fenz^a  ufo  di  creanza ,  C^  di 
negocj  3  ma  ancora  per  la  fòltel^a  de'  rami  che  to* 
glie  I  rag^t  dei  Sole  :  ^  come  dicemmo,  era  però  una 
figura  di  lL*icnoranz.a  .  il  qual  nome  conuicne  an  - 
Cora  più  al  non  hauereìa  pr  attica  delle  cofe  ciudi, 
che  ai  non  effere  huorno  da,  bene .  Et  fi  come  alia 

O     4  uiriH 


Zl6  I    L       T    E    M    P    I    O 

nirtìi  fi  caminaua  con  una  fola  chiare'^za  ^ìmellet* 
10,  la  cjuale  feruiua  per  li  coflumi ,  dr  per  le  attioni  : 
^  uifii'però  una  fola  palla  dt  crijìallo  al  fommo  del 
T'empio ,  cofi  per  effer  ptu  le  uie  donde  s*ejce  daldi^ 
ritto  fentiero ,  ut  fono  jìate  due  palle  di  crijìallo  m 
cima  alle  due  Piramidi,  che  mofìrano  le  due  princi^ 
pali  ejìremità.  l'una  del  Labirinto ,  l altra  della  Sei 
uà  i  Et  perche  ambedue  le  ragioni  figurate  per  le 
elue  palle  feprafiiano  al  male ,  fiche  dt  natura  loro 
ci  jkc Ciano  uederlo,  stanno  fopr a  la  punta  delle  Tira 
midi  \  col  motto  che  w4ol  dire  che  tu  agul^t  l'acume 
della  uijìa  ,  che  ti  tutto  reflatcrà  tn  (jitcl  crtfiallo  . 
ciò  e  che  oue  cfuelie  jìrade ,  &  piante ,  ^  ftatue ,  ^ 
altre  uaghe7z.e  paiano  belle ^(^  deflder abili ,  fco- 
f riranno  la  propria  firma  loro,  talché  ft potrà ue- 
dere  quanto  ellajta  de  firme,  ^  da  fùggtrfi.  Et  que^ 
fio  uiene  a  dire  che  cht  con  efficacia  dirt\z.a  la  men- 
te fìta  alle  apparentte ,  finalmente  le  jquadra*  d* 
ftolen  do  premer  ui  non  refi  a  punto  ingannato  .la  ori" 
de  da  quella  palla  fi  difende  in  giro  rttondo  che  e  il 
buon  termtrie  del  difcorfo,  ^  perche  quimficade  nel 
male, non  fi  continua  per  hH  e  (fa  maniera,  ma  fi  ca- 
la a  gli  angoli  ottogorii.  Qutfia  caduta ,  che  e  dal  fi- 
to  circolare  a  quel  degli  ottogoni,non  e  altro  che  ter- 
rore che  fi  commette  con  hifcir  e  dalla  buona  maffi- 
ma  nella  trilla  .  perctoche  ordinariamente  uè  nefo^ 
no  due  .  ^  tuna  dice ,  non  fkr  qmfìo  che  e  tenuto  per 
non  da  far  fi ,  er  donde  te  mfigutrà  male .  dice  tal- 
ira  ,  fallo,  perche  hora  te  ne  nerrà  godimento ,  c^ 

foCSS' 


d'amori.  IJf 

ficee  dane  poi  ciò  che  fi  uoglta .  Fm  che  la  prima  do" 
mina ,  l'huomo  non  pecca  .  mafifitbtto  che  lafecon^ 
da  preuale.  (fr  pereto  mentre  ch'to  dico ,  iluino  nella 
fibre  acutiffima  e  pernttiofo ,  tofibricttante  nolbeuo: 
ma  fottentrando  con  quell'altra  propofitione ,  ti  nino 
in  cjuefla  arfiir  ami  darà  dilcttatione  inefitmabiUtio 
fiitbondo  tlbeuo  :  regolandomi  [otto  la  generalità  di 
qneltermtne  che  tutti  ifenfualt  ^  fommi piaceri fi^ 
no  da  effere  abbracciati .  Et  però  ben  chefipronott 
tij  uolgarmente  quella  fintentta ,  cheftuede  il  meglio 
^  s  elegge  ilpeggto  ,  non  e  per  qtteflo  che  ella  fi  ca- 
pifca .  percioche  mentre  il  meglio  e  ueduto ,  non  e 
mai  Ufi: iato  da  banda  ^  ma  toHo  che  lapeggior  uolon 
tà  occupa  la  utfta  »  l^affetto  e  tanto  uehemente ,  comt 
nella  libidine ,  nella  uendetta  (^  m  altre  tali  pajfio 
ni ,  che  non  resla  più  nella  mente  uefitgto  alcuno  di 
quel  meglio  che  prima  fi  uedea  :ofepur  uirefia,  la 
firz^a  de  [peggio  il  calca  di  maniera  col  fuo  ptè ,  che 
itmpatronifie  di  quel  luogo,  ^  neh* apprenderli  una 
Ulta  maluagia»come  di  barrateriaydi  fiirti,d'  ajfajfi' 
namentt  &  d'altra  lordura  fimtle  ,  eilmedefìmo. 
che  (e  ben  l'affetto  non  ha  ufato  di  primo  colpo  la 
fida  uiolenz.a  ,  come  nell'amor  lafiiuo  &  biella  co- 
lera 5  ha  nondimeno  a  poco  a  poco  prefo  il  poffef- 
fi  .  per  modo  che  quando  queftì  tali  projirtfcono 
detti  fkmofi  tn  commendattone  dell'honesià  ,  fi^ 
no  come  ipapagallt ,  che  parlano  fcnz,a  intende* 
reti  figmficato  delle  parole,  fiche  chi  non  ftà  tut*- 
tatiia  con  l'intelletto fuegltato  &  fianco  fi  lafcia  uin^ 

cere 


tlS  1    t      T   E   M    p^  r   o 

eere  dall'appetito  ^  dtfctnde  coldefiderióy(jrpoi  con 
l*eiatione  &  profecuttone  dell'ejfato  delia  migliar 
parte  della  Piramide  nella  peggiore  ,  tal  che  entra 
nel  Labirinto ,  o  neHa  Selua .  In  confirmtta  di  tut- 
to  ^Hefioytmifchtdellabafs  cjuanto  pmfono  lucidi, 
pmfigmficano [abbagiuimento della  mijìurade*  ui 
ttj  :  che  coir  inerberò  della  rt  splendente  juperficte  me 
ne  a  celar  fi  a  (Quella  uiSìa,  che  non  ut  e  umamente  ajji 
fa  ,  Le  Ninfe  pofle  nelle  rifai  ite  delle  Piramidi  ,  co- 
me quelle  che  fono  prodotte  dal  mare ,  da  iprati ,  da 
tbofchi  ^  da  t  rìfontt  (i prendono  per  le  cofè  terrene, 
che  fono  fhlfe  maffre.  della  uera  belle'^a  .  ^  i  trofei 
che  ui  fi  anno  appefi  fono  le  fpoglie  di  cjuet  che  par  ne 
che  Holeffero  ben  operare ,  ^  poi  fi  diedero  ^tn  preda 
agli  effetti  del  Labirinto  CiT  della  Sdua  .  Et  la  capa 
eijfìma  entrata ,  ch^  è  all'uno  cr  all'altra  ,■  ctfx  ce- 
tìofcere  cjueilo  tfiejfoche  fii  detto  della  pianura,  che  e, 
che  fia  molto  faci  le  ti  uolgerfi  alla  mala  uia  ^  l  en- 
trami .  &  i  Ahrtt  fanno  per  la  qualità  del  Lab  ir  in 
to:  ^iCipreffiper^jttella  della  felna»'  Similmente 
quegli ,  come  me}w  rio ,  e  alla  deflra  del  Tempio  :  CT 
qucfìa ,  come  peggiore ■>  e  allafimHra  ;  Le  due  Man 
tagne  rapprefintaìw  le  due  nite  fkticofe  nel  male,  per 
ciQche alla fommttd .di ef[e[non ui e  cofa  buona,  per 
modo  che  quii  che  ni  afcffidonofitrauaghano  in  uà- 
fio»  (y  chip  alfa  tra  ti  Labirinto  c^  la  Selua,  cr  non 
ifa  ne  all'  uno  ne  ali*  altra  9  ha  animo  d'indufiriar/ì 
&  non  di  lafctarfi  portare  dalla  mera  natura  .  poi 
perchefaUta-laptaggia  non  per  queflo  camina  al  Té 
^  .  ,  pio. 


D'^  a    M    d    R    E"«  Itp 

pio  ,  fi  torce  alle  Alontagne  o  dt  qua ,  odi  la  ,&  cofì 
prende  cure  laboriofe  :  che  fiol  conduranno  mai  alla 
VtrtH  ne  all'  Honore .  ò' pereto  finge  fi  che  [opra  qtiC 
He  due  Montagne  fianodiuerfipaHorelli  uagabon- 
dt .  Chi  s'affanna  per  piacere  alla  donna  [uà  fé  non 
ha  modificati  ipmimenti  uà  errando  nella  Monta- 
gna congiunta  al  Labirinto .  Cy'fe  non  intende  i  ter^ 
mini  di  CauaUria  u^  perdendo  i  paffi  nt  Ila  Adonta' 
gna  contigua  alla  felua  .   Gli  altri  amori  ,peròcht 
il  tutto  e  contefìo  di  maniera  ,  che  fi  come  diceua- 
mo  s*addatta  alfiruire  c^  la  dama  &  ti  patrone  ^ 
ilpublico  y  (^  a  fy/r  ti  debito  nelle  cofe  priuate ,  d^  nel 
refh  della  Ulta  humana;  pojfono  parimente  inten- 
der/! traua^ltati  (jr  dtffettiut  per  lefìrade  di  quelle 
due  z\iontagne  .   Tra  Uquaìi  &  il  Tempio  fono 
quattro  Sajfi  illuminati  :  due  dall'una  banda  Cy*  due 
dall'altra .  &  t  lumi  uengono  da  i  fiochi  fhtti  dalle 
are ,  che  dinotano  la  chiarezjLa  dell' intellato  necef- 
faria  ali  amore  che  ha  da  diuemreperfitto  .perciò-' 
chegh  ott  ufi  hanno  li  jpiriti  talmente  ro'^t  che  man 
cano  della  gentiltTji^a  del  cor  e  cr  dilla  uiuacitàdeU 
l* ingegno ,  cfr  in  chi  n'efenz.a  nonfidefìano  mai  tpen 
fieri  amore/i:  la  onde  quelli  tali  uihanno  pochijfìma 
parte .   Sono  ancora  quefle  are  indicatrici  della  de- 
dtttone  dell'animo  :  la  quale  e  ti  prirrio  prcfuppoflo 
chefk  t amante  o  tlferuitore  o  C amico  quando  fi  met 
te  ad  amare .  Et  queflo  è  lo  spettacolo ,  che  e  l'ima-- 
gtne  dello  fchifhre  il  male,  mediante  fattenerfialbe 
ne^coljkre  che  f  amore  d'tmperfittfi  dtuengaperjèt^ 

io. 


12t)  IL      TEMPIO 

to .  M4  perche  nteglìo  fi  fappia  operare  yfeguita  il 
fecondo fpettacohy  che  e  [imagine  delconofcere  il  ma 
le  con  la  ejpltcatione  del  uitio .  7^  ut  e  dubbio  che 
pare  cheprtma/tdoneffe  conofcere  tintale  ò"  pot  [chi 
furio  :  fi  che  quejìo  che  e  il  fecondo  doma  ejfer  il  fri' 
mo  ;  nondimeno  chi  confiderà ,  che  il  uitio  non  fi  cono 
fcerebbe  y  fé  prima  non  fi  haaejfe  gualche  fcintilla  di 
uirth  jfìche  l'animo fiffe  inclinato  adeffo , giudiche- 
rà che  la  uifia  dell'  t^lmor  imperfètto  e  fata  bcnpO' 
fa  tnan'^a  quella  della  uitauitiofa  .  ^  fé  ilTem- 
pio[dell'zy4mor perfiito  colreji(f  chee  Immagine  del 
fhr  bene  ,fiJfeflatopofto  nel  fecondo  luogo ,  era  poi  fi 
perfluo  a  riporui  più  qutfta  rapprefentatione  di  che 
hora  parliamo .  la  quale  non  ha  altrimente  un  Tem 
pio  ,  non  conuenendo  una  tale  habitat  ione  a  cofa  ria. 
oltre  che  gli  amori  non  conuenienti  erano  già  colloca 
ti  nel  Labirinto  ^  nella  Selua  .  Ma  per  difcende- 
re  alle  particolarità  del  male  operare ,  fi  e  fermato 
fopra  l'tftelfa  piaggia  un  nuouo  projpetto  :  il  quale  ha 
dato  occafione  di  fhr  nafiere  i  Mantenitori  &  gli 
abbatttrrìe/itide  iVenturteri ,  altrimente  btfogna- 
uà  che  tutti  fòfftro  iti  di  lungo  al  Tempio  dell' ^mo- 
re più  debile  per  entrare  poi  in  quello  del  compiuto, 
ne  ut  farebbe  fato  altro  che  una  mafcher  ala  di 
Trionfi .  &  pur  douendo  come  caualiere  andarui  ar 
muti ,  u  i  far  Mono  fiat  e  le  arme  di  foue?  chio  fé  non 
hauejfero  ha  unto  cagione  a*  adoperar  le, Fiderò  lifpst 
tatort  la  piaggia  circondata  in  tefla  CT*  dalle  bande 
della  marnerà  chabbiamo  raccontato  .  &  perche 

il 


D     A    M    O    R    E.  221 

il  Labirinto  &  la  Selua  con  le  Tir  amidi  loro  fono  le 
iflremità  tra  le  quali ,  ofchtfrfi,  o  conofcafi  il  ntale,  o 
ftcciafi  ti  heneibifogna  cheftmprepaffiamo  col  figgi 
re  ambedue'^  non  hanno  mai  hauuto  mutatione  al- 
cuna, Ilrefto  che  è  nella  piaggia ,  ^  che  e  tutto  ti  cor 
pò  delprojpetto  ,  hafrtto  di  fé  tre  moftre  .  la  prima  e 
quella  che  già  erain  pie  le  altre  due/ìficero  conmol 
to  artificio .  Et  quanto  allaprefcnte  è  da  dire  ,  che 
per -fare  uerifimtli  i  mutamenti  »  perche  fzittt  fuor  di 
propoftto  fé  ben  rende jfero  marautglta.n'd  però  far  eh 
hono  commendabili  j  e  fiato  necejjano  a  ricorrere  al 
la  potenza  che  fupera  la  natura  humana,  &pertan 
tofi  efimo  che  per  arte  magica  ti  tutto  fi  riuerfi& 
prenda  altra  fhccia .  &  ancora  che  fiotto  quefte  alle 
gorie  ui  filano  fienfi  uoltt  alla  uita  uirtuofa  &  tlluflre, 
Cfr  che  perciò  fi  potejfe  pigliare  ogni  parte  m  buon  con 
cetto  y  nondimeno  file  anche  uoluto  prima  confiderà 
re  come  quefte  malie  doue jfero  imitar  fi.  Et  oltre  al- 
te jfempio  di  tante  altre  fiat  e  poeticamente  daficrttto- 
rimoderni,  che  in  ciò  hanno  giudicato  dt  poter  buo- 
namente fiegutre  gli  antichi,  fi  e  hauuto  riguardo 
che  non  ut  e  alcuno  incanto  che  concerna  la  noftra  re 
Itgione ,  ne  che  uada  per  ti  termine  deiproprij  in  can 
tatori.anzÀ  li  ff)  ir  iti  infernali  che  erano  anche  ap- 
preffo  i  Gentili ,  i  quali  fi  fìnge  che  corrano  per  aria, 
fiono  irrtfii  ^  ficherniti ,  la  oue  le  uere  incantagioni 
de  i  noftri  uoglwno  tutto  toppofito .  Ma  fi  uede  che 
quefte  fiono  cofie  tolte  dall'antico  per  fiola  recr catio- 
ne ,  ^  non  per  opera  fihtta  da  douno  .  Et  la  con- 

clufone 


VT2r  IL      T    E    M    P    I   X> 

€hfionemedeJìma  chiarirà  che  con  tutto  questo  »  U 
inuentione  e  piena  d' honefitjfimt  ejfempij  .  ^  Schumi 
ita  alla  pojfaìizjt  delle  utrtk  Theologtche.  Fwgefi 
adunque  la  uenuta  difei  Maghe  uecchiefo^ .  al 
€Hi  apparire  la  fèfìa  ha  ti  fuo  prmctpio .  &  d$  quefte 
ne  fino  tre  che  dinotano  la  dapocaggtne ,  Ftnconimen 
z^&la  hejltaUtà .  che  fono  più  tofto  a  danno  di  noi 
fiejfl,  chea*  altri:  &  uengono  perciò  fiton  del  Labirin 
to .  &  tre  altre  raffigurano  la  uwlenzji ,  lafiaude  ^ 
41  tradimento  ,  (jr  per  queflo  rifirendo/ì  all'operare 
uerfi  altri ,  efcono  dalla  Selua  .  Et  quelle  come  che  t 
uitijftano  più  eflerton  hanno  ^h  habtti  giallazju,che 
e  colore  aperto ,  ma  non  però  fine  ero,  ^  qucTte  come 
che  i  uitij  habhiano  più  dell'interno ,  portano  le  uefìe 
leonatc  >  che  è  adulterattone  di  rojfo  c^  nero  :  dr  può 
prenderfi per  fegno di  maluagità  .  Queflijei  uittf  ort 
ginali  tributtt  a  [et  uccchu  /ó^»  per  ridato  del  mal 
habnoinueterato  y  fi dtjìinguono  per  li  ftt  ammaliy 
che  fono  loro  tribuiti .  percioche  le  tre  prime  menano 
la  Testuggine ,  che  è  la  tardità  propria  del  d apoco  : 
la  Sfinge ,  e  he  haucndo  ti  uifo  lafciuo  &  le  unghie  ra 
pactfirifirifce  alia  uùa  incontinente:  (^  lo  StruzjLo, 
-chehalepenne  drr^on.uola:ccme  chi  ha  Inanellato, 
<:^  non  fu/a  :  &  affimiglta  perciò  ti  beHtale .  Le  al- 
tre  tre  conducono  la  tigre ,  che  per  la  rabbia  fua  ha 
Mlmolento  :  la  Volpe ,  che  efegnalata  dalle  fue  frati 
dolentie:  &  tlCocodrilloy  che  con  l'allettare  altri  agi 
re  a  lui  tltradifce .  St  ragunano  tnfieme  nel  uemr 
fion  del  Labinmoi:^. della  Stlua  ,prtma  che  arri- 
ii.j--  o  uine 


uim  a  IT  empio ,  per  effsr  t  uitij  una  mifiura  di  due 
ejìremtfenz.a  iaparticipatwne  del  nuTjo .  Et  perche 
tuno  Ulivo  tira,  l'altroi  et  non  può  flare  che  chi  e  efqui 
fit amente  Hit iofo  in  un  brutto  dijfetto  non  trapafft  an 
Cora  a  molti  dltri  :  er  che  chi  ha  tmpnnctpal  manca 
mento  non  hahyia.  tutti gh  altri  ^  e  FiatoragtoneuoLe 
che  cfuefìe  firme  di  uitjj  princtpah  uadano  a  metter  fi 
tn  uno .  \^  ejfendo  ti  nome  d'amore  fecondo  ti  fitono 
della  uoce  uolgare grato  ancora  a  quelli  che  attendo 
no  afatisfkre  a  t  proprtf  fenfi  or  alla  mala  tntentto-  . 
ne  ;  fi  pone  che  cjuejìe  Maghe  uadano  a  qud  ridotto . 
de  t  due  estremi:  c-r  che  im  fi  congiungarjo  per  gire  al\ 
Tempio  d'Amore  .  neper  ejjer  accrefciute  difirl^. 
hanno  per  oda  poter  tanto ,  che  ut.  àrrmino .  pereto. 
che  lauera  forila  e  nella  moltipltcatione  delbtn&i\ 
che  fa  unita .  Ja  ouet  moltimaliper  le  dtuerfità  Joro,-; 
ancora  che  ftano  di  compagnia  y.  non  però  pojfanm 
mai  unir  fi ,  mancando  ejfi  delbuongiudtctOf  che  e 
ti  maefìro  deli' untone,  or  per, quefio  non  ui  e  una  Aia 
ga  alla  quale  tutte  le  altre  rendano  ubidiemA  òal-, 
meno  portino  rtuerenzji  come  a  capo  loro ,  Nonfop' 
portò  quello  ragwneuole  Amore, che  i" appetito  trra 
tuonale  ut  hauejfe  luogo  ^ò'perciòfuelfe  un  monte  ^ . 
il  fece  girare  dinanzi  a  gli  occhi  delle  Maghe ,  per 
modo  che  il  Tempio  uenne  a  celar  fi .   Ma  perche  la 
ragione  non  e  mai  efitnta  nel  uitiofo  :fi  che  può  anche, 
finalmente  uoltarfi  al  b  enei  &  la  legge  del^  mondo  fi 
fh  fempr  e  intendere ,  cr  il  cteio  tftef[ò  mosìra  d'alto  • 
f  opera  delfhbrtcatore  &  la  f^raheUe^afia  ;  oltre. 
c.ii  '  che 


«S4  I    ^      ^  ^    M    P    l    o 

che  la  religione  ^  la  bontà  diuina  può  più  d*ogn*aU 
tra  cofa  ,•  ejìato  conueniente  che  la  cuppola  riman- 
ga dtfcoperta ,  fi  che  quello  fpUndore  che  uiene  dalla 
fimmità  refli  ancora  uiphtle .  (girano  medefima^ 
mente  i  quattro  Saffi  illuminati  dr  in  luogo  loro  ap» 
paiono  quattro  Grotti .  che  fono  Ì*tnditio  di  quella  rté 
md€z.7a,che  e  tanto  contraria  allafemente  delCA^ 
more  &  anche  alla  dedtttone  degli  animi,  ^  co  fine 
fegue  lapriuatione  di  quell* amore  che  e  buono ,  7)i 
queFii  Grotti,  due  fono  chiufi  y  Ìuno  dall'una  ban- 
daS  altro  l'altra,  donde  fi  figura  come  quei  della  par 
te  del  Labirinto ,  et  quei  della  parte  della  Seluafìa 
noefclufi  dall'amor  conueniente  .  (jr  due  altri  pur 
Vuno  dt  qua ,  l'altro  di  la  yfono  aperti  :  fi  che  firma- 
no due  Jpelonche  per  dinotare  che  alla  fine  quei  che  fio 
no  delLabirintOyO  della  Selua  entrano  in  quelle  aper 
ture  c^  dentro  ui  fifiepelifcono .  £"  maligno  colui  che 
cerca  di  fare  ch'altri  nonpojfa  participare  di  quel 
bene  che  a  lui  e  negato  :  &  diffoluto  quell'altro  che  in 
fatisfuttione  de' proprijfenfitrauia  il  buono  dal  bene 
per  ferutrfene  al  male,  i  quali  due  potenttfiìmi  affati 
fi  dipingono  in  queHe  Maghe  :  effendopoHa  la  metà 
di  effe  per  la  peruerfità  :  (^  l* altra  per  la  uoglia  irre- 
golata .  tal  che  fono  conuenute  in  non  uolere  ch'altri 
peruenga  a  quel  Tempio  ,  &  tn  tentare  dtfkr  difper 
dere  i  Venturieri  per  godere  poi  lafciu  amente  la  loro 
conuerfatione .  c^  perche  la  maluagita  e  peggiore 
della  diffoluttone  ,  fi  efhtto  che  primieramente  la 
Maga  dalla  Ttgrc  come  la  prima  nell'ordine  delk 

fue 


D*'  A'    M'O"  RE.  Ì2^ 

fue  compagne  y&poi  anche  per  effer  uìolcnta  prordo- 
chi  li  jpiriti  del  centro  per  far  najcere  un  palagio  fi' 
wik  alla  fua  (Qualità  ,  ^  che  dtpot  la  Maga  dalla 
Sfinge  y  che  è  la  cor  r  ut  te  il  a  de^  co  fiumi  per  la  banda 
fna  tnuocht  li fpirtti  aerei  per  fkr  portarci  da'  paefi 
remotifs.  un  palagio  che  fi  confkccta  con  lei .  L'uno 
afcende dalle ui fiera  della  terra,  che  è  l'acute'^zjH 
della  trtjìitia  .  l'altro  uiene portato  d'alto  a  ùajfo,  che 
è  l'ahufare  i  fenfi ,  ó'  tirarli  alla  [or didelfa  del  mon 
do .  L'uno  fi  fit  nafcere  col  mezjo  delfiioco  che  riguar 
da  l* impeto  del  rio  pen fiero. l'altro  'e  condotto  colmt" 
Z.0  d'una  nuuola.che afiìm?glta  laperturbatwne del- 
l'animo  .  Quella  dalla  Tigre  uuole  che  ilfiuofia  terri 
bile, d^  pieno  difirepittptr  l'horrore,  cfrper  la  confù^ 
fione  che  fono  nelpe>tto  dellificelerati.quella  dallaSfin 
gè  uuole  che  tlfiuo  habbta  una  uaga  utfia ,  ^  che  ri^ 
fuoni  foauem  ente  per  lefrJfe  apparenz^e ,  che  alletta" 
no  qU  incontinenti .  Quella  dalla  Ttffre  (congiura 
con  le  rime  dapottola  che  fo'7liono  prenderfine  i  con 
e  etti  pieni  di  perplcffitny  che  e  proprio  del  no .  cjuella 
dallaS finge  piglia  lo  fdrucctolo  acc^pa^nado  l'humil 
tafiua  alla  bajfe^z^a  degli  animi  ejfeminati.oltre  che 
fiaua  affai  meglio  che  i  ucrfi  fijfero  inufitati  per  la 
qualità  delncgocid,che  e  totalmetefiiori  dell'ufo  della 
natura.et  la  replica  fatta  a  t  nimbi  è  ancora  effa  dt4 
na  maniera  ìfolitai  et  cola  curte'^a de'numerifirue 
alla  celerità  che  fi  de  fiderà. L'edificio  della  maluagi 
tà  ha  nell'entrata  VlutoneyetProferpina  per  dinotare 
il  centro  della  tcrra.che  è  la  maggiore  priuatione  del 

r         ciele 


2,26  IL       TEMPIO 

-fido  che  pojfa  ejfere .  donde  fi  dimcflra  tanto  più  Ì4 
perucrfltà  .(jr  nei  ricchi  fino  la  Soperbia ,  la  Cupi- 
digtiiy  &  l' Inuidta  pofte  per  li  tre  capi  che  riguarda- 
no que^e  tre  Afaghe  .  per  cicche  ^^m  Ha  dalla  Tigre 
cormiene  con  laSoperhia  per  ejfrre  ordwartawente 
cagione  della  tiiolenz,a .  amphando/i  i  uittj  leggieri 
con  L'entrare  nei  più  gratti .  &  a  punto  la  disfrena- 
ta  arahitione  porta  l'altere'^a  dell'animo,  dalla  qua 
le  coluolerfirefiarefiperiore  adalyct  derma  i*  e  sì  in- 
gdire  chi  nimpedifce  quefto  accrefcimento  .     Et 
qu^ia  dalla  Volpe  ha  proporttone  con  la  Cupidigia , 
jalendo  occorrere  che  Panaro ,  che  con  lafua  aridezr- 
1^  nuoce  filamcnte  a  fé  Jlejfo ,  efca  da  i  confini  del- 
l'auaritia:  ^portato  daldefiderio  O/hauereper  tut- 
ti i  modi  a  lui  pojfibili ,  inganni ,  rubi ,  fhlfifìchi ,  c^ 
tenti  altre  Piie  della  fiaude  :  c-r  di  fimplice  auaro  fi 
fiiccia  anche  ingiufto.Et  e  proprio  che  quejìo  tale  per 
ejfer  mie  di  core  fi  uolga  alle  Hrade  occulte ,  fi  co- 
me ti  foperho  ,  che  e  di  penfieri  gagliardi ,  fi  pieghi 
alla  uiolenX^,  Et  fimtlmente  quella  dal  CocodriU 
lo  fi  cor'fii  con  i'Inuidia  che  per  ejfer  una{fe4to  inter- 
no 3  che  uàfiwpre  più  rodendo j  ^  confumando, può 
generare  finalmente  uno  fcoppio  :  quale  e  quello  del 
fioco  rinchiufo ,  ti  quale  fiirore  può  facilmente  pro- 
durre una  tradigione  cerne  in  alcuni  competitori  che 
in  fruire  %jpiibliche  ò  Principi ,  l'hanno  fatta  a 
oli  amici,  a  i  par  enti y  alla  patria ,  ^  al  patrone.  St 
ancora  chcidijfoluti  nella  crapula,  &  nella  luffuria 
pojfano  diucmre  prodighila  pot  meit  er fi  ad  offende- 

Y$ 


D*  A    M    O    R    E.  227 

re  altri, non  e  però  ^ueflo  cofi  ordinario  in  queHa  in- 
temperie di  [enfi come  nelle  t  re  dsttepajjlom  dell'ani 
mo.le  quali  come  più  acute  fono  più  finitime  alla  tri- 
ftitia .  &fe  ben  ftra  è  acutiffima  ,  &  da  quefìa  fna 
propria  penurbattone  trapala  aWhomicidìo ,  non 
perciò  è  punto  mcma  al  trtsio  proponimento  ;  perche 
in  effetto  la  fua  tanta  celerità ,  che  toglie  ildtfcorfo , 
dr  che  fiole  caufarfì  da  prouocatione ,  (^  occorrere 
necafiimpromfi,  lieua  infume  la  radice  della  mal- 
u agita  .  Ala.  ìì Iracondia  3  CT  l^  Soperchitrta  fono 
poi  come  i?ijìr omenti ,  q^  non  come  origini  della  uio- 
lenza  :  caperò  fanno  fotto  la  Soperbta ,  ^foprala 
porta  della  Aiaga  dalla  Tigre .  &  l^  Simulatione^ 
(jr  la  Falftà  meT^ne  della  fraude  fotto  la  Cupidigia , 
Ò"  [opra  la  porta  della  Maga  dalla  Volpe. ^  la  Infe- 
deltà,^ la  Perditwne  appropriate  al  tradimento  fot 
to  Nnutdia,  &fopra  la  porta  della  Aiaga  dalCoco- 
drillo.  Ma  perche  tutti  iuitij  della  trtjittiapojfono  in 
differentemente  deriuare  da  animi foperbi.auari,^ 
tnmdi.ancora  che  queftì  tre  affetti fif  ano  diftinti  nel . 
lafudeita  maniera,come  nella  più  propria,  nondtme 
no  per  che  s' haueffero  da  interpretare  anche  più  lar^ 
gamenteyfi  conjìituirono  nel  me^  della  facciata  del 
Palagio .  L'Edificio  della  fenfuoltta fi aua  all'incon- 
tro di  queft'altro  con  tre  altre  porte, che  riguardaua' 
no  quelle  tre  altre  per  poter  anche  occorrere  y  che  da 
queftiuitij  fi  trabocchi  tn  quegli  altri,  ancora  che 
come  habbiamodetto\cw  nonauenga  cofi per  l' or- 
dinario .  (^  dimoflraua  le  habitationi  delle  tre  Ma 

F     2         ghc 


22.8  IL       TEMPIO 

ghe  a  ifegni  delle  trefkcciatey  che  rifdiuano  furia  fi 
pra  l'altra. percioche  nellaprima  erano  fOcio,  ^  ti 
Sonno.che  co  ifèguaci  loro  arguifc^m  la  negligemta, 
lojiare  difcf opera  to,^  tatto  ijitello  che  appartiene  al 
la  dapocagine .  che  tuene  ad  ejfere  t appartamento 
della  Maga  ddla  Teftuggine.  'T^ellafeconda  uede- 
uà  fi  quattro  beni  eftenori,dHe  dei  corposo'  due  delln 
fortuna^  la  Gtouentu,  la  Samtà ,  t ylbhondantia,  et 
la  Profferita .  cr  fopra  ti  corridore  della  medefimO' 
■fhtto  a  termini  fi jleggiau ano  dMepaz.z.e  Allegrie  pO' 
fteperli  due  piaceri  più  corporali ,  che  fonodi  "Bacca 
Cr  di  tenere,  (jr finte  in  guifa  cheper/ignificare,  che 
ufcijfero  dalle  debite  intfure  dell' honefta ,  pareo,  che 
òalz^ajfro  fiiori  di  quei  termini  fu'che  erano  .  &  dir 
notauafi  che  cprcTlt  piaceri  cotaminauano  quei  quat 
tro  beni  chepo(\ono  feruire  alla  ZJiriu  ,  (^  al Pltio fe- 
condo che  fino  ufati .  ''Toteua  ancora  ejfere  Cuna  Al- 
legria per  conto  de  i  due  beni  del  corpo, ^  l  altra  per 
conto  de  i  due  della  firtima .  (^  non  filo  s*  intende- 
ranno i  dtjfati  dei  fi  nfi  carnali  y  quali  fimo  fkcil". 
mente  ne  t  giouani  fani ,  c^ ben.  agiati,  ma  anco-- 
ra  la  prodigalità ,  l'infolenT^ ,  ^filmili  uitij  chepofi 
fono  regnare  net  utgorojl  dell* animo ,  (^  della  per- 
fiona,dr  pieni  dirtcchcz.z.e,  c^  accompagnati  da  for- 
te fituoreuole.  Per  modo  che  queste  fono  commodita , 
che  fienz^a  la  conueniente  regola  traportano  chi  le 
pojfede ,  cfr  il  mandano  a  trauerfia  come  un  tndo' 
mito  corfiero  fcniLamorfio .  &  tutta  quefla  inconti' 
^eri^  è  afirttta  all'albergo  della  Maga  dalla  Sfin^ 


d'amore.  225; 

gè .  T^eìla  terza  fkcciata  flauano  diuerfe  tefle  hiz.^ 
'j(arreyche  mandauano  fiochi  di  piti  colori,  il  che  e 
prefò  per  la  slrauaganz.a  delle  opinioni  di  coloro  che 
uitionofcnz^a  legge  :  &  per  lì  uarij  mali  ejfe-tti,  che  ne 
nafcono ,  gT"  perciò  ui  e  nel  mezjo  uno ,  che  ha  lafkc- 
cia  humana,  (fr  il btiflo  mosìmofi^che  efegno  cheftà 
huomo  all'apparenza,  ma  non  a  t  coflumt.  Et  cjuejìa 
parte  peto  ancora  trihuirfi  alle  peruerfe  fkntafie  de  gli 
eretici  che  corropono  la  buona  firma  del  uiuere.la  on 
de  ui  e  una  loggia  che  finge  un  paefe  lontamjfimo 
a  dinotare  il  uolere  trafcendere^  &  allungar  fi  dalle 
uere  opinioni  co  i  proprij  capriccijfimili  alleprojpet" 
tiue  che  fono  ombre  della  uerità .  c^  ut  e  un  giardino 
che  e  bellijfimo  :  ma  fi  troua  inaffatto ,  cr  irriga- 
to da  accjua  che  èfce  duna  fiera  :  ^  chiufo  a  intorno 
da  colonne  di  mifchi  ofcurt .  La  besiialità  dimojìra-^ 
la  in  ijueflo  modo  occupa  la  fianca  della  Maga 
dallo  StruXzo .  In  fui  piano  dalle  bande  delle  por- 
te  erano  Plutone ,  Qr  Rea^che  perla  ftgmfìcatione 
delCimmonditie  terrene  r appr efent auano  i^  origine 
della  Ulta  corrotta .  Et  perche  cjuefìo  edificio  ha  ri- 
guardo alla  qualità  de  coftumiè  attaccato  al  Labi 
rinto.et  l* altro  per  ejfer  intorno  alle  maniere  delNpe 
rare  e  apprejfo  alla  Selua  .  Mota  ejfendo  la  piaggia 
fiztta  h abitabile  parendo  alle  Maghe  che  il  rimaner 
ui  nella  loro  propria  effigie  uieterebbe  che  potejfe^ 
ro  incannare  quei  che  ui  ccipit afferò  :  pero  che  il  ui- 
tio  difcoperto  è  cofi laido  >  che  non  ui  è  animo  huma- 
vo  che  conofcendolo  fé  (7  li  uoleffe  già  mai  appr  e  fi 

'    l>      ì  fire, 


2J0  IL       TBMPIO 

fare  ^  fi rìfolnano  di  trasfigurarfi  in  gtoHani  helliffi  • 
we .  Et  dtuennte  quali  defiderauarjo  d'ejfere.  allear- 
rmo  de  t  primi  catialiert  cercano  dt  torcerli  dal  lo- 
ro prefi  camino  della  mriu ,  col  proporr  e  U  uita  deli 
ttofa  .  ne  giouando  quefìo  fi  uoltano  alla  fòrl^  col 
pirli  affali  are  da  dt^erflmofìri ,  chefignificano  all' a 
sfefto  moltiphcità  di  nature  :  ti  che  e  contrario  alla 
unione  ey'fchiate'Xz.a  della  vtirtu .  Et  non  ualendo 
anche  U jor\a ,  fi  rtdaconoal  rimedio  d^ un  incanto 
che  pi  le  tramutai  toni ,  tignale  e  il  peggiore  di  tutti 
gli  altri .  per  Cloche  haueano  cagione  di\  temere  che  i 
debill  non  hafiaìjero.  Il  mtio  apporta  due  impedì^ 
menti  principali  :  l^uno  della  cognittone  :  labro  del- 
la uolontà  ,  &  per  efftrpiu  ageuole  la  Hrada  d'impe 
dire  la  prima,  che  la  feconda  y  le  Maghe  ufanoda 
principio  più  tojìo  quella ,  che  quefla .  &  cofi  tentano 
d'offufcare  la  mente  a  t  Caualieri  con  blandirli  ^ 
proporre  commodi, piaceri  ^  metj  atti  a  commoue^ 
retlfenfò  .laqualuiaepiufkctleper  la  conuenien^ 
7^  che  ha  con  la  natura  medefima ,  che  e  procliue  a 
gli  agi  ^  alle  cofe  che  di  primo  colpo  dilettano  ^  ti- 
rano afe  l  appesito.  Et  e  quefla giocondità  cofI  natft 
rale,  che  la  ragtoaefpontaneamentefilafciafedurrc 
^ingannare  da  effa .  la  quale  ftrpendofh  occulta- 
mente kfueopcrattoni  ^  pian  piano  ottenebratine 
telletto .  Stfhtta  quefìa  ottenebratione  y  fi  genera  l'i- 
gnor  anz^a. Sono  appunto  la  cognttione  ^  la  uolontà  i 
dueprìncjpij  dell'operare  :  ^  mancandone uno^i  al 
tro  non  rtlieua  punto ,  per  Cloche  chi  conofce  &  non 

UHole 


D     AMORE,  2^1 

'$ifioìe  non  può  far  nulla  :  &  chi  uuole  ^  non  conofce 
fiónfachefkr/ì,   Difegnano  perciò  le  Aiaghe  con 
l'introduttione  dell' ignoranz.a  di  rtmouere  i  Caualie 
ri  dalla  cura  del  Tempio  .  Et  pot  ch'erano  cofiauez. 
Tj  all*opere  uirtuofe,  che  fimil partito  non  hausa  luo- 
go apprcffo  dt  loro ,  ne  fegue  che  elle  fi  mettano  per 
uiolentarli ,  che  e  moffa  dtfcoperta ,  Caperò  più  atta 
adefferefchtfhta  ,  con^e  fi  dice  e jfer  quella  dell'ira, 
cheperaffalirnepalefementepitidi  legfrìero/i  ripu- 
gna a  a  lei ,  che  al  piacere ,  che  e  eome  il  nimico  fecr  e 
to,  ma  ha  nondimeno  lafua  particolar  difficoltà^  che 
e  molto  notabile .  percioche  con  tutto  che  ui  corra  il 
pericolo  della  uita ,  bifogna  nondimeno  porlo  da  h art- 
dia  ,  &  non  riguardarui  pnnto .  perche  altramente 
chi  cedeffe  fenica  prima  f-e/ijìeni:  c^  far  Nfìremo  sfòr 
zo  non  fi  chiamerebbe  uiolentato .  St  fi  come  cftteHi 
Caualieri  non  fi  lafciarono  guadai^naYe  dalle  deli- 
ite  :  c^  s'oppofcro  con  la  rifolutione  del  contener  fi  c^r 
difi'perare  il  piacere ,  co  fi  tri  cjuc  fi' altra  occafione 
non  fi  fgoment irono  per  l*horrtbtle  rapprefentationc 
della  morte  .  CT  fi  rtfoluetrero  d' affrontarla  coluin- 
cere  cjuel dolore ,  che  è  genetattó  dalla  timidità  .  Et 
fé  prr  la  uirtu  della  moderatìone  dell'  animo  fecero  U 
debita  refijìenr^a  comra  le  lafctutedelU  Magfhe^ 
per  la  mrtu  della  fòrteT^a ,  detta  tlualore ,  la  ^ceró 
fimdmente  contra  la  furia  de'mcflrt.  cr  quifìi  fo- 
no dm  pnnriptj  oppofii  alle  due  prime  pofjanXe  dei  ut 
tio'J'Ufia  deli'atiraere  il  fmfo  alnonconuemente pia 
cereri' altra  del  diltraerlo  dai  con'uenme  difpiac&r>e. 

?     4  Ver 


%p.  1     t2     T     E     M     P     I  ;  O 

Per  la  prona  delle  ajfettuofe  parole ,  ^  larghe  prof 
me[fe  non  fìUuò  a  i  Cauaiieriillume  della  uirtu .  sS' 
perciò  accorgendo  fi  del  rrì  ale ,  tlfaggmano.  ne  anche 
la  uolonta  loro  uenne  ad?[\ere  sfòrz^atat  poi  che  mUn 
do ,  c5-  non  cedendo ,  fi  ffinfiro  inanai  per  non  ef- 
fer  diflolti  dal  maggio  che  fkceano  ,^dun<]HeilHÌ' 
tio  da  fé  non potsa più  altro,  poi  chela  conofcen'^^et 
la  uo^lia,  per  e  (fere  Ubera  affatto ,  conueniuano  nei 
perfiguire  t  opera  incominciata .  Le  Maghe  per  cjue 
fio  ueduta  tantamriu  uf trono  l  opera  non  piti  del  ni- 
tic, che  non  era  pm  hafieuole.ma  dell'arte  magica,  la 
{juale  fi  finge  che  fopsrchi  Ihumana  poterla .  ^  co- 
fi  t  Cauaìuri  jono  tramutati  di  maniera ,  che  anche 
non  ritengono  fentimento  alcuno:  ejfendo  dmenuti  faf 
fii&  alberi  :  non  fere  ne  altri  ammali\  affinchè  tan- 
to pm  fi  ano  difiofìi  dalia-libertà  delfintendereiCi  del 
'Uolere  «  Ejfendo  per  arriuare  altri  caaalieri ,  qt4€fte 
Ada^he  per  f  attitudine  del  male  contra  i  progrejfi 
del  bene,Jpiano  ijuefta  uenuta  :  &  per  imper dirla  fi 
confiigliano  mfieme .  &  fecondo  gli  affati  de  i  proprij 
uitij  loro,  propongono ,  CT  difputano .  fi  come  ancora 
nelt altro  parlamento  che  fecero  à  quei  primi  guer^ 
rieri ,  ciafcuna  hebbe  (ufficio  conueniente  alla  parte 
fina. Quella  dalla  inconttnentta  nelt  attacearp  al  fin 
fo  :  quella  dalla  dapocagine  in  fiiggty^  la  fhtica  : 
quella  dal  tradimento  in  m&ttere  in  operatione  fian- 
gumaYia  la  uiolentia  ;  cr  i»  affa  lire  di  nafcoflo  chi  e 
tn  buon  afide .  ©-  hora  fimilmente  quella  dalla  fau^ 
de  ha  sfiato,  ^  prende  la  cura  di  tutto  %l maneg- 
gio 


d'amore.  2?^ 

po  degli  inganni  *  ^  le  altre  tuttauia  fknno  il  debi- 
ti) loro  ,  Et  perche  il  tuttofo  fi  copre  fiotto  lo  fittdo  del- 
la utrtH ,  quella  dalla  Tefluggine  protegge  la  utltÀ 
delibammo  con  laficufia  dell' effere  circonjpetta  :  ^ 
del  presiedere  i  mali  ejfiiti  della  temerità  quella  dalla 
Tigre  mantelleggia  l!  impeto  f^o  con  l'habito  della  gc 
nero  fina  .  col  dire  di  uolerepiu  tofto  ben  ruinare,  che 
mal  giacere ,  e  fendo  il  fitmUe  ne  gUaltri  uitij  .pereto 
che  fauaro  dice  d'ejfer  afifignato  nellefpefie  Qfr  di  [chi 
fizre  l'hauere  ad  incorrere  tn  latrocmtj  ^  in  rapine y&c 
tn  altre  dtshonefià  .  ^  ti  prodigo  fi  nant  a  difiirfidi 
IprezJ^tore  della  rohbaper  ejfer  cor  te  fé  ad  ognuno  et 
guadagnarfii  de  gli  amici .  (fr  il  mede  fimo  Ùtle  ten^ 
gonogli  altri  chefidtficoftano  dalla  conueniente  me- 
diocrità .  la  quale  ancora  che  fia  nel  partir  fi  dall'u- 
no ò'  dall* altro eflremo  dr  non  nel  congiutjgerlt in- 
fieme  :  come  e  de'  colon  partecipi  del  bianco  cjr  del 
nero ,  nondimeno  la  Maga  dalla  TJolpe  cerca  di  cor 
reggere  la  dificrepantia  delle  due  compagne  cfireme, 
f  una  gelata  ,  l'altra  ardente  ;  non  eoi  dìfìruggere 
ì^una  CT*  l'altra  praua  qualità ,  ma  con  l'ordinare 
che  piglino  tn  fieme  temperanza  yfieruendofi  a  utcen 
da  dtl  mancamento  or  dell*  ecce  fio  loro .  Et  quefia  e 
la  mediocrità  dell'imprudente  :per  modo  che  ejfen- 
do  mtfichiato  due  uttij  balz.a  qua  cjr  lafenz.a  termi' 
fnine  .  come  amene  di  chiquafi  fiempre  ff)armia  cr 
gualche  uolta  gttta  utafiiori  di  propofito  .  o  di  chi 
per  hr  dinar  io  dtfiìpa  tlfiuo ,  c-r  tn  occafione  impor- 
tante ,  0  tn  ffefa  leggiera  fi  ritira  oltra  modo  , 

MedefitWii' 


Ì^5  ^    ^       TEMPIO 

Jliedejtmamente  quefitt  mediocrità  delle  Afagheh 
tutta  al  contrario  di  cjuella  che  nafce  dal  retto  giudi 
ciò  fecondo  il  quale  non  fi  confiderà  y  che  tanto  fia 
dall'una  banda  quanto  dall'altra  :  ma  che  ti  mezjo 
tenga  hora più  uerfi;  ti  mancare  hora  più  uerfi  ti  ere 
fcere .  percioche  per  pigliare  uneffempio  affai  palpa- 
bile»  nel  pelago  ddVira  non  contitene  che  l*huomo  s'al 
teri  tra  due  uguali  mtfure  tuna  dt  mera  bonaccia^ 
ValtradÀ  fiinofa  tempesla ,  ejfendo  alte  ttolte  lecito 
l^ingolfkrfine  i  cortiCCÌy&  alle  uolte  difdtceucle  ilpaf 
far  tlfegno  d'una  Iteue  dtmoflratione  di  colera  .  uà 
riandò  quefto  uirtuofo  rifentimentò  con  la  uariatione 
della  caufa  delt  accender  fi  &  della  perfori  a  contra 
che  ci  accendiamo  fecondo  la  portata  &  l'ammodi 
e  fa  :  oltre  alladiuerfità  {htta  da  i  tempi ,  da  i  luoghi, 
C^  da  qlt  altri  rispetti .  //  ricortuertire  i  Cau alteri 
conuerfiper  ualerfene  contra  i  f^enturieri,  non  è  al^ 
tro  che  un  dimofìrare  che  il  buono  nelle  mam  del  mal 
uagioftrue  al  male .  Due  fané  le  forti  del  bene  .  /'«- 
na  di  quello  che  e  fempre  tale ,  come  l'integrità ,  la 
prudenT^ ,  lafaptcntta  ^  altre  tali  compiute  quali- 
tà, l altra  dt  quello  che  può  effer  inflr omento  fi  al 
male ,  come  al  bene .  quali  fono  le  ricchelzj  ,  lag  a  - 
gliardia ,  la  guerra  &  altre  pOjfa?ìz.e ,  che  din'XJa^ 
te  al  buon  ufo  producono  buoni  effetti  :  c^  applicate 
alt  ri  fio  :  fknno  l'oppofito  .  Quejlt  Cau  alien  perche 
tramutati  dall' cffer  loro  di  prtma  perfirl(a  ffjagi- 
cÀ  ,  non  teneano  più  la  notitia  della  fceleratezx.a 
dtllc  Maghe ,  ^crcdendofi  di  mantenere  una  giuHa 

prote:iio/ìCy 


D*    A    M    O    R    E  .  2J4 

protei  tione ,  qt  ejfendo  corraggtofi  ^  intrepidi  cfuart 
to  maififfero ,  per  ejfer  quesìa  ^arte  del  ualore  dmer 
fa  da  cjuelU  dt II' intendere ,  rimangono  in  fiato  tale, 
che  fono  come  cjuel  bene  che  può  effer  ahufato  .fi  che 
uanno  cantra  tutti  quei  che  s*tncaminano  al  Tem- 
pio d^^more .  Et  ancora  che  t  colori  prendano  di^ 
uerfeftgntficationi ,  nondimeno  ufati  in  cafi  ah  ono- 
re tutti  fi  accettano  in  huona parte ,  c^  con  tutto  que 
fio  le  Aiaghe  in  conformità  de""  proprij  difitti  di  effe 
(ideila  pcruerfitàdel  uttio  peruertonoi  reali  fin  fi 
de  colon  con  che  t  Caualiert  erano  campar  fi .  Che  do 
uè  il  Nero  dinota  la  fi  rmezjia  3  per  rifletto  che  non 
fi  muta  mai  per  altra  qualità  che  entri  nella  fua:  & 
e  atto  ad  unire  :  cr  può  anche  alludere  alla  ft abilità 
Crfolidez^a  del  globo  della  terra  ,  chefx  [ombra,  la 
AI aga  dalla  Tefiuggine  fi  fh  compagna  del  Caua^ 
litro  ueslno  di  nero .  ilqaale  colore  come  incapace 
d'ognaltro  &  fimile  à  chi  non  fia  da  co  fa  alcuna  e 
hauutodalet  tn  luogo  della  dapoc.tgme  .  Il  Ti  meo 
fé  ben  per  la  punta  dr  fichieitel^za  fua  è  l'tnditio  del- 
la lealtà ,  non  e  però  che  la  Ala^a  dalla  Sfinge  per 
lamoltiplicità  de'  colon ,  che  ejjo  può  riceuere ,  ^ 
per  ejfire  difgregattuo ,  non  s'accoilt  al  Cauahero 
bianco ,  &  noi  toga  per  lejfato  dell' incontmenz^a  . 
IlTurchinoche  e  ceruleo  rapprefentando  P altera 
dell'aria  appartiene  alla  diuinità.  ma  la  Maga  dal 
lo  Struz^Xo  trasfirendolo  alla  profindità  del  mare, 
che  e  pieno  di  moftrt  CT*  di  moti  Hrauaganti ,  fi  met 
te  colCaualiero  turchino:  &  fé  ne  naie  per  la  be- 

fiialità. 


Z^6  IL       TEMPIO 

jìUlita .  Il  Rojfo  y  che  per  lojpargiinento  delfangu^ 
è  la  nota  delualorCy  non  (i prende  dalla  Maga  dal 
la  Tigre ,  ch'elegge  il  Canaliero  roJfo per  la  rifila- 
ttone  d'effondere  ti  proprio  [angue  y  ma  per  la  fola- 
profèjTione  durarlo  ad  altri:  é"  perciò  l'appropria^ 
alla  uiolenz^a  *  ll-ZJerde  dimofìrat ore  d'una  libera 
pronteUz^a ,  ijuale  e  nella  uiuacità  della  uerdura  del- 
le herbe  ^  degli  alberiy  e,  creduto  dalla  Maga  dalla 
Volpe  una  co  fa  bella  faper/icialmente,  clr  chepercjue 
fio  pojfafhctlmente  ingannare .  CT  fhtta  capata  del 
Caualiero  uè  rds  imt erpreta  per  lafiaude .  //  Aio^ 
vello  non  orante  che  figntfichi  l'interno  del  core  .  il 
(jUyilefpaccato  chefijfe ,  tale  a  punto  fi  ueder  ebbe ,  U 
/i/Ia7a  dalCocoàrtllo  hauHto  riguardo  alla  natura 
malamente  malenconica  s^  appiglia  al  Cau  alter  orna 
r^llo  :  cr  ha  concetto  dt  tradimento .  Ala  ti  tiitiofò 
e  come  l'infirmo  che  conuerte  in  trtslo  nutrimentà 
tutti  i  cibi  per  fani  che  jtano  .  Qr  non  e  però  marati» 
glia  fé  menti  cofi fané  rieficano  cofimale  nelhpinio- 
ne  di  quefìe  maluagte .  Fanno  arriuando  di  uolta  in. 
violtaVenturieri  diuerfi  :  a  i  quali  non  gioua  punto 
che  timprefie  &  intentioni  loro  pano  a  buon  fine,  per 
cloche  gli  accidenti  che  fipr  agiungono  y  che  nonpoffo 
no  ejfer  ui&tati  ne  preuifit  dalla  uirtu  delllouomo ,  li 
fitnno  disìorre  dalle  battaglie  CiT  da  i  prefi  camini: 
C^  li  difperdono  ne  i  fólti  bofchi  che  fono  dall' una  p  un 
fa  ór  dall'altra  delproff&tto ,  firmando  fi  nell'una  il 
Labirinto  &  nell'altra  la  Selua ,  di  che  parlammo, 
Éé  in  quello  che  concerne  i  mali  affetti  interiori  fi  fh 

una 


*T>'    A    M    O    R    E.  257 

tma  mufìca  di  noci  &  d'if?flrowemifiaHÌ.  &  in  (]ue 
fia  che  s'ejìende  alle  ojfefejhtte  ad  altri  fono  le  wufi' 
eheftrepitofe  .  fi  cerne  f ir om  cjuelle  degli  Edtficij  ui- 
Ctni  a  quello  Q^  a  quefia  .  Giunta  finalmente   una 
gran  banda  di  Caualteri  che  trionfhitano  con  I'zAy 
co  della  Virtù  er  dell^Honere ,  le  Maghe  con  tutto 
che  infiammino  quei  più  cavalieri  chepojfano  centra 
quejli  altri ,  nondimeno  confile  da  tanta  pojfazjt  mo 
Hrano  fegni  chianffimi  d'un* ultima  ruina  loro.  Aia 
fcr  che  tutta  la  fi)r\a  che  hauea  ad  abbattere  le 
A<faghe  douea  ejfere  tì^yìmore ,  egli  pero  moffo  a  pie- 
tà dell' indegna  prigionia  de  fuoifeguacif  cr  rtfolhto 
di  caftigare  non  i  Caualieri prigioni ,  che  non  m  ha 
ueano  colpa  ,  ma  le  prigioniere  iftejfe ,  nonfit  feguire 
la  pugna  tra  le  duejyande  che  erano  uenute  a  batta- 
glia y  ne  porge  fiore  a  quei  delt^rco  fudetto  coi 
disfauorire i nimiciloro  :  mauoltatof  alle  habita- 
tioni  delle  Afaghe  lefifconfindere  colmaniffìareil 
luogo  della  fia  uera  refdenz.a  d^  concedere  la  pei  e- 
fià  dell' entrarui  ^  confhrlo  intendere  a  tutti  t  Ca- 
ualtert .  Et  fi  come  Gioue  ò'  Giunone  haueano  Aier 
curio  et  In  et  fimilmente  altri  numi  fferuiu ano  dai 
tri  mez,ani  cheannontiano  ò  mandano  ad  effetto  gli 
ordini  loro,  cofi  Amore  ha  hauuto  le  Gratie  per  effe- 
entrici  &t  mej]ai7giere  dì quefìofuo proponimento,  per 
cioche  la  gratitudine  yChe  uuole  che  chi  uer  amente  a- 
ma  uer  amente  fia  amato  fé  la  uirfu  principale  de  II' a 
fnore-.et  la  fola  conferuatione  de  gli  amati  delle  armci 
tic  a  della  quiete  del  módo.Stper  hfoftto  CmgratitH. 

dine 


aj8  IL       TEMPIO 

dine  e  contr  attuerò  amatore.  &  non  contra  chic 
benejhttore  &  dtflruggitore  del  beneficio ,  ne  contra 
un  finto  amico ,  o  uno  che  ci  faccia  bene  nolfapendoyO 
perfirz.a,operfine  illicita;  ne  contra  chi  i arroga 
dhauer  meritato  affai  y&edi  poca  uaglia  ,ohafat 
topoco  :  ne  infomma  contra  chi  malamente  ama^o 
ha  w.okntato  o  fraudato  t amore .  &  come  cjuella  che 
ntptc uè  [degno  troppo  ragioneuole,  i^  che  causò  la 
feparatione  delle  fchiere  angeliche ,  ceiefltali  &  in- 
jèrnaliepiu  nimica  damare^  più  contraria  alla 
carità  y  lacuale  e  la  uirtu  .delle  uirtk  ,  che  non  e  la 
ruutde'^Ja  ,  la  uiltà  ,  tofìinattone ,  la  crudeltà  q^  la 
natura  a  odiare  dr  d'ejfer  empio  :  cfr  ogni  altra peg. 
gtor  di[pofitione,f^  di  peggiori  in  [oggetto  tale  [e  ne  ri 
trouauo .  Afa  per  più  int  elligenl^a  di  cjuefìe  Grat  te, 
Jìcomegratiffima  e  colei  che  per genero[a  rtfilutione 
^  non  per  profitto  neper  uanita  aggradile  lafir- 
uitu  dell'amante  :  ^  conofiiuta  la  cordiale  inten- 
tione  di  lui,  uà  più [empre  auan^andolo : ^  dato 
che  gli  ha  tlpoffejfo  della  gratta  [uà ,  mai  più  non  [e 
ne  [epara ,  cofimgrattffima  e  cjuella  che  non  ricono- 
fce  mai  l^  amore  dell'  amante  :ò  che  riceuuto  che  [hab 
hia  in  gratta ,  insidiando  per  malignità  la  uentura 
di  effo,  fi  parta  dall'amore .  nella  gutfa  che  ingrattf" 
fimo  [arebbe  un  codardo  che  dopo  hauer  benificato 
un[uo  amico  ^efferesìato  ricambiato  dalrrtedefi- 
mo, per  tema  che  (juefìo  tale  crefiendo  troppo  non 
riufetffe  maggior  di  lui  ^firiuolgeffe  con  ingegno  & 
con  lejòrz^ejue  a  mali  uffici} .  &  quanto  più  la  brut'" 

ta  macchia 


^S9 

ta  macchia  di  quefli  ingrati  e  d  ritterfi  della  pHrtfs* 
fmcerita  drfchiate^za  degli  amanti  :  &  è  ahhorri 
ta  dalli  ff>  triti  gentili  ,*  tanto  ptu  la  gratitudine  gene 
ra  c^ fomenta  [amore  &  mantiene  lauita  in  parti- 
colare or  tn  commane .  Confiftendo  adunque  ti  tut^ 
io  nella gratiofa  ricompenfa  ,/i  e  fhtto  che  le  Gratie 
habhiano  tutta  la  carica  di  far  comparire  iluero 
Tempio  d Amore ,  alla  cm  difcoperta  fi  cancellino 
gli  alberghi  del  uitio  :  ^  s  introducano  quei  della  uir 
tu  .  /  quali  douendo  formare  ti  terzo  é'  ultimo  ^ma 
colo  di  quei  tre  che  proponejfimofln  da  principio  y  da 
poi  che  habhiamo  ragionato  di  quello  della,  uita  di 
me\o  tra  la  mala  cir  la  buona  &  della  peffima ,  ho- 
ra  parleremo  dell'ottima .   Nd  pajfaggio  dal  uitio 
alla  uir  tu ,  er  nella  repentina  purificatione  di  quelle 
"^  degli  incantefìmi  ;  d^  nello  fioprirflla  uirtU ,  non 
poteafzrdi  meno,  che  non  fifenttffe  un  terribilifs. 
terremoto  cr  intonamento  :  &  che  nonfiuedeffe  una 
gagìiardifs.  fùria  d'incendij ,  c^  che  le  Aiaghe  uec^ 
chie  conuerfe  ingiouani  no  ritornajfero  (^  appareffe 
ro  ne  i  fi  Itti  loro  co  [pati .  In  luogo  dell'' Sdtfjìcto  degli 
animi  contaminati  che  uia  dijparue,nefuccejfe  un* al 
tro  y\che  era  tutto  all'oppofìto ,  d"  cofi  all' incontro  oue 
folca  ejfere  quello  de  gli  atti  tviTii  ,fe  ne  utde  un'altro 
chedimojìraua  ti  contrario  ,  c^  ambi  quesìi  erano 
affai  più  alti  de  i  due  precedenti ,  per  dinotare  che  fu 
cendo  ti  uitio  Cefiremo  difuafòr'^ ,  Sfacendolo  pa- 
rimente la  uirtìi ,  queflo  e  fuperiore  a  quello, &  poi 
(he  nclpertienire  al  Tépio  d'Amore  bifognaua  paffa 

re  tra 


t!\0  IL        TEMPIO 

fé  tra  quefil  due  edifici}  che  gli  feruiuano  di  portici 
C^  galene  ,  nonfolofegli  affimigltauano ,  ma  hebbe 
ro  ancora  le  imagmi  della  uirtu  y  fi  che  nelgtrui  per 
niez.0  fi  coni emp lattano  .percioche  la  uirtu  y  che  me 
diante  l*operattone  dell'amore  è  l'ultima  in  effere  ap 
prcfa^c^  ha  perciò  ilfuo  Tempio  dopo  ejuello  dell' À 
more ,  dmenta  la  prima  nelt effere  riguardata .  non 
potendo  io  confegmre  alcun  fine  y  fé  già  non  me  l'ha 
proposlo  y  fi  che  la  cofa  ultimamente  effettuata  e  la 
primieramente  confederata:  ^  la  prima  mejfa  in 
confideratione ,  e  C ultima  ad  effett uarfe .   L a  part  t 
che  era  alla  defira  di  chi  uà  ai  Tempio ,  abbraccia 
uà  bordine  degli  affetti  buoni ,  che  nel  medefemo  luo 
go  fi  erano  ucduti  rei»  é"' perciò fiaua  iy^pollo  albaf 
fo:  come  che  effida  Imforgeffero»  c^ut  e  tnc^uefio 
fenfo per  la  qualità  fua  alteratiua,  oltreché  e  noto- 
rio che  ti  Sole  fh  bene  o  malefecodo  che  fi  accoppia  a 
tfì:gni  del  cielo  o  buoni  o  mah .  ^  f  a jf a to  parimen- 
te non  e  in  fé  ne  commendabile ,  ne  biafemeuole ,  ma 
conuerfo  in  habito  buo?io  dtuiene  uirtu ,  c^  rtefce  ui- 
tto  fé  fi  torce  al  mal  habito .  Che  nel  uero  noi  non  di- 
remo'che  la  cupidità  òt  tra  fea  cofa  honefta  nefò"^ 
2^a  y  fé  non  in  quanto  defedereremo  ,  òci  carruccie- 
remo  conueneuolmente  yofìdor  deldouere  .   Tre  fot- 
tìo i  principali  affetti^  ti  Dolore yil  Piacere  (jr  lo  Sde- 
gno  y  c^ut  erano  perciò  tutti  tre,  ^  perche  ti  T)o- 
ìorefe  tempra  con  la  lortezxjt ,  CT*  lo  Sdegno  con  la 
Aianfueiudine ,  quefte  due  uirtu  parca  che  foffero 
firmate  dall'ano  &  dall' altro  .  é*  majftme  che 

ambi 


D     AMORE.  ^41 

amùi  flauano  appoggiati  a  certi  termini  in  certo  mo 
do  y  che  pareo,  che  non  mieterò  ufcire  oltre  dt  ejji:  da 
i  cjuali  le  due  uane  Allegrie  di  che  parlammo ,  mo- 
Hrauano  dt  precipitare .  cr  tanto  più  fignificauano 
^uesìo  loro  proponimento ,  poi  che  tenevano  appefia 
t  torchi  lo  Jpecchio ,  che  è  tlpreuedere  ;  &  lo  [quadro 
dt  piombo ,  che  è  l'operare  acconciamente ,  perciò^ 
che  il  uirtuofo  torce  la  manopiu.Q^  meno  fecodo  che 
eh  pare  che  le  ctrconffanze  delle  opcrationi  Urtchie^ 
ciano .  la  onde  la  mtfura  non  e  di  firro.  ma  di  piom- 
bo ,  che  è  atto  a  piegar/ì.  Il  Piacere  come  tr.oderato 
dalla  pruden'^a  appariua  ancor  effo  nel  modo  de  gli 
altri  due  affati,  &  hauea [opra di  [eia  Natura, 
la  Fortuna  ,  (jr  la  gloria  :  per  ejfere  con/tderato  ne 
ibenidelcorpOyne  i  fortuiti,  c^" tn^r-^ei dell'animo, 
inquanto  che  non  prendendo  noi  tn  ejjl  foperchia 
dtlettatione  diuentiamo  uirtucjì  in  ciafcuno  dt  loro . 
/  due  freni  l*un  marrgior  deli' nitro  dati  alta  TS[atU' 
Y  a  esprimono  la  Tcmperantia  :  che  e  intorno  a  i 
due  fin  fi  più  corporali  che  fino  del  mangiare  y  (y  be- 
re,  (2r  dei  cotto  .  J  due  corni  di  douitia  Fun  picciolo 
l'.Miro  grande ,  che  tene  ano  la  Fortuna  nelmez.0,  di 
notano  ta  Liberalità  ,cheè  tn  dijìnbu front  ordina- 
ne del  danaro  :  c^  la  Afagnificentfji  che  confiflein 
fare Ipefie grandi.  Le  due  corone  luna  di  fiori,  l'altra 
d'oro,  fioftenute  dallaGoria,fi pigliano  per  CAmbitio 
ne  moderatayCtper  laMagnanimitàieffendo  l'una  de 
ifolitt  k onori.  Cabra  de  t  foprcmi .  La  parte  fituata 
éillafmtfira,^  che  e  incontro  a  queW altra ,  fecondo 

2^    /- 


44^  ^L       TEMPIO 

la  cjHAle  fi  tronana  ejfere  precijameme  conflrutta,  uè 
mua  ad  tri fir  ir  e, che  le  uirtuftrifpondom  infteme.  tal 
che  quanto  alla  corporatura  delle  ftanz^e  loro  fono  tut 
te  una  cofa  tjìtffa  :  ma  fidtfìtnguono  poi  nelle  flatue 
per  rijpeito  della  loro uane^à.percioche nel  genera- 
le conuengono  parimente  :  ejfendo  tutte  prodotte  dal 
rat 0'  giudici 0  :  ti  cjuale  con  tantiuedire  y  (^  darp 
al  bene  è  capace  d*ogni  bontà: ò'  f^on  e  mai  eccellen- 
te in  domar  una  parte  dell'appalto  che  non  fia  ti  me 
defimo  in  regolare  egri  altra  .  Et  perche  fé  ben  i 
w ali trap affano  dall'uno  all'altro  ^non  però  poffcno 
mai  ridurfi  all' unità  ^  idue  alberghi  de'uiitj  fiirono 
differenti:,  ma  quefli  delle  Vtrtuper  ejfer  tfje  unifor- 
mi j  non  fono  punto  dtuer/ì;  talché  la  belle'^z.a  loro  fi 
corrifponde  ugualmente.  Staua  Mercurio  al bajfo  di 
ijuefto  Edificio ,  che  per  fprafìare  alle  fucende  fi- 
gnificante  l'Effato.ficowe  ^dl pollo  che  gli  era  alC in- 
contro,rappr  e  fentaua  i'y^ff^rto»  Che  doue  dall'altra 
banda  uedeuafila  uirtu  tfìcfa  maffimamente  a  i  mo- 
tidelC  animo,  da  (jueHafiuedea  cjuella  che  e  partico- 
larmente ne  gli  atti  dell  operare  .  le  quali  due  parti 
ancora  che  fano  /otto  ogni  un  tu  ,  nondimeno  alcu- 
ne fono  più  proprie  dell  un  a, &  alcune  più  dell'altra , 
fi  come  anche  (i  mai  ne  i  uitij.  Sopraftauano  a  Mer- 
curio la  'JSleceJJuàJa  Commodi tà,  (^  la  Verfèttione, 
come  che  da  lui  dcriuajjero  ,  Sopra  la  Neceffità  era 
la  Cjtujìttia,che  e  uer  amente  necefjaria  nella  uita  ha 
mana,  non  quella  che  e  l'ojferuare  le  leggi ,  che  uiene, 
fid  ejfere  la  medefima  che  e  la.  dabenagtne:et  e  un  ab 

braccia- 


D     AMORE.  14^ 

hraccìametìto  di  tutte  le  mrtu  j  mi  quella  che  e  turtU 
particolare  jp^ttanteanon  uolere  ne  più  ne  meno  dt 
cjHcl  che  conmene  f  cofi  nel  contrattare ,  figntficato 
per  li  compaio ,  come  mlU  cofe  criminali  dinotate 
dallo  feudo ,  cr  dalla  mal^a  ,  che  fono posìe per  ar- 
me antiche  a  dimoflratione  d'uria  naturale ,  (^  leg^ 
gitima  dtfifi .  Sopra  la  Perfèttione  fi  fcorgena  C A- 
micitia  pcTujjtrcjuella  che.ha  più  fèria  che  non  ha  I4 
legge.  &  che  rende  perfetta  ogni  communanz^a  ahuo 
mini  tracjHalifiritroiii ,  &  per  cffere  la  uera  corri- 
f^onden\a  tra  due  animi  tu  lì  e  dato  Caflore  &  'Tol 
luce ,  Forma  li  Ojmr/iodità  che  e  dt  me^o  tra  la  Ne- 
ceffità  y  Cy'  la  Per  fèti  ione  tre  itirtìi  :  fi  come  tre  nefòr^ 
mò  il  l^iacere  che  nill'alt-'o  6dificio  era  tra  il  T)olo- 
re,e^  lo  Sdegno.  O^efiefino  la  l-^eracità,  che  è  difkt 
ti,(^  dtitii  cr  ha  perciò  il  fegno  della  mano  con  una 
Un  a  uà  che  ut  e  impreffa  :  i*  Affabilità  ,  che  e  dt  fitti 
maffmamcme ,  or  per  quefto  prende  ilbalteo  di  Ve- 
nir e, che  fhceua  aff^tÙQnarfquei  che  iltoccauano.et 
la  Piaceuol€zx.ay  che  e  dt  dcjtt^  (^r  per  notificare  l'hi' 
iarita  d.el  motte  nature,  ha  Perciò  la  ahirlàda  di  tute, 
GT  di  corimbi.  ^  cjuefe  tn  non  hanno  propriamente 
del  necefiarìo , ne  finno  la  Ulta  ueraméte  perfètta:  ma 
ben  per  i/conuerfire,  c^  tr.tttare,  ^  goder  (ttn  com- 
pagnia fono  ajfai  commode.  Apprejfo  al  Tempio  ap^ 
partuano  due  Piramidi  ben  majficcie,c^ piene  dtgra 
uità ,  in  uece  de' due  primi  Grotti ,  che  gli  erano  dalle 
bande.  Nell'una  erano  le  tre  parti  principali  della  cit 
tà,che  dtsìribuifcono  le  altre:  ne  li*  altra  le  treprtnct- 

Q^  z        pali» 


244  '     ^       TEMPIO 

pah ,  che  fona  diHribnite  .  Le  diflribnenti  eraml'd 
Confvtlt  ariane  de  III  fiati ,  che  per  ciò.hauea  il  capo  di 
Janopoflo  per  la  prndenza  :  ^  il  umane,  che  fignifi- 
ca  ti  gouerria  ^  al  eguale  cRa  douea  cjjere  applicata  . 
LaCreationc dt  M-agiftrati ,  che  ejfrnao  di  poteftÀ 
maggiore ,  &  minore  ha  lo  f e  et  t  no ,  CT  le  uerghe.  c^. 
la  Dectfìone  ds'cafi^  ardui  ,nt'^!4^li  ricercandojì  Ix 
mano  regia  fih.  pojia  ima  niiino  in  una  corona  rega- 
le. Le  dSnbuite  erano  laRdigione  con  la pateì^a:che. 
uiene adoperare  che  ifuefìo nome  ferui  anche pm  am 
piamente, la  Aidnia  che  per  la  cm-a{sia,(^pcr  tha- 
fla  notifica  l'arme  da  difèfa ,  &  da  ojfefa.d^  la  Giudi- 
catura»  lacjuale  come  ngitardatrice  de  II' ugnai!  tà  ,  fi 
che  ogn^uno  habbìa  tlfuojja  la  bilancia:  et  comepH- 
nttrice  de'ddincjttenti  ha  la  fé  cure:  ^potpcr  rifpeUo 
dell'equità  y  che  mitiga  ti  rigore  degiudici^j  cunlt ,  & 
criminaliyha  ilbronuno.  da  acqua ,  che  dmata  beni- 
gnità, (^  quefìofiefnttoptr  dar  copimento  alle  uirtk 
dtgli  animi  be  moderati,  che  'e  l'aggiunta  della  cono, 
fceni,a,&  trattai  ione  dc'negocij.,  or  de' maneggi  pu- 
blic ine*-qu  ali  il  ualore  ha  campo  largo  da(patiare,et 
da  farfip.erò  tanto  meglio  con.ofccre .  Et  fi  come  dal 
Tepio  delia  Virtù  fi  douea  poi  gire  in  quello  dell*  Ho 
rwre.cofi  dalle  imagini  delle  ZJtrtu  dr.  idue  Edifici] fi 
€ paffato  alla  rapprefiiuattone di  quefii  honari  delle 
cure  ciuilt,nelle  quali  tutte  le  più  fcgnalate  projèffioni 
hanno  la  parte  loro .  cr  perche  dicemmo  che  da  quel 
Tempio  a  queji' altro  e  ra  una  uia  ageuole^  s'intende , 
che  tanto  fia  appmto,per  rifpata  che  cht  è  ben  cofin- 

mato. 


D'   A    M    O    R    E  .  '245: 

ntato  mediante  l'' humtltà  fuaja  cjuale  e  ilmnprefu'^ 
mtrfi,  Cy-  vi  preparar  fi  con  deéirafifferenza  allefti- 
fiche,  arriua  alla  confecuttmedtlU  pr attica  ciutle, 
et  delle  dignità.  Et  il  contrario  il  dimofìra  ueggtndo" 
fiche  chi  non  adherifce  a  quei  che  pm  fanno  col  gtrè 
a  ritrovargli  yO  col  uaUrfi  delì*occafione  cjuando  la 
forte  porti  che  fiano ,  ò  uenfi^ino  oue  egli  dimora  ò 
{habbia  feco  congiato  in  qualche  carica  ,fk  nell'in^ 
ucterata  ignoranz.a  fpca  Un' h abito  tanto  meno  ac 
commodubtle ,  quanto  che  e(Tii  è  pia  accecato  dalla  fo 
perbia  .  La  onde  tra  le  im^gmi  della  wrtu,  (^  quel^ 
le  degli  honori  fono  pò  fi  i  dvte  Simulacri,  che  con  l'at^ 
terrare  tfiperbi ,  ejfaitano  gli  humilt  :  Cv"  qi^efli  fo~ 
no  in  cambio  de  gli  altri  due  Grotti ,  che  erano  mei" 
ni  agli  edtficij  incantati,  sfanno  appunto  fun  con 
tra  l'altro  con  dite  fennwenti  con  firmi .  l'uno  in  cO' 
fi  temporali ,  che  era  di  Giotie,  che  è  col  filmine  con» 
trai  Giganti  che  gli  haueano  uoluto  torre  l'impe-' 
rio .  i'ahro  di  Pallade  che  fidmmavia  l'armata  di 
OilcOyChe  hauea  uoluto  uiolare  ifuoi  luoghi  fieri, Ser 
tìtua  ancora  quejìa  maniera  di  efprimere  l'humil^ 
ta  per  ammonnione  a  quei  che  pajfauano  dalle  uir-. 
tu  de'  cofìumia  quelle  de*  gouerni  di  fpecchiarfi  in 
quelli  che  fono  flati  d'animo ,  non  grande ,  ma  in-- 
folente ,  ^  che  perciò  hanno  rumato .  Et  come  che 
tluenerare ,  (^  temere  Tjìo  fa  il  principio  delle  im~ . 
portanti' operatwnt ,  (^  dell'entrare  a  i  deffni  cari-' 
chi  y  e  fiato  bene  che  prima ,  che  fi  guardino  le  Pi- 
ramidi fi  a  rimirata  i'hiftoria,  &  il  tnfio  effito  di  co- 

Q^    ^  lord 


7^6  I    L       TE    M    P    I    O 

loro  che  fono  UatidisfrcXz.a:oridella  diuinità.  Con^ 
uiene  parimente  a  chi  umle  ginger  e  ai  Tempio  cC  A- 
morelli  rcnderjì trattabile,  &  fixrfi  conofcerc per  de* 
gno  della  co  fa  amata. ti  che  t!4tto  najce  da  animo  gen 
tde ,  &  'piante  del  ben  operare,  (jr  chi  è  alloppofito , 
come  non  mcriteuoh'  di  giungermele  reìcttato.  Et  pe-- 
rò  tlfommo  eterno  Amore  precipitò  dal  cielo, ^  cac- 
€iò  nelle  perpetue  tenebre  del  centro  l' infinitamente 
■difpcttofa  foperbia  i  coms  fio  diritto  contrario. 
Quefìo  Tempio  che  hora  fii  ueduto  non  era  il  primo , 
ma  l* altro  che  flaua  appiattato  tra  ejjo  pnmo,cr  tal 
Ve ,  il  ijuale  gli  girò  dinanz.i  per  modo  che  fuelto  ti 
monte,  rimafe  libera  la  fritta  ,  &  l'entrata.  Et 
fi  ragioneuole  che  fjfendofi  purificata  la  fìrada ,  ^ 
fcoperte  le  figure  della  Ulta  perfètta»  tlTe^pìodel^ 
t  Amore  perfitto  fvffe  fimtlmente .  La  cuppola  fua 
era  tutta  di  crislallo  per  dar  affai  maggior  indicto 
'di  lume ,  che  non  daua  una  palla  come  fit  cjuella  del* 
r  altro  Tempio .  per  cicche  tutto  il  coperto ,  ^  non 
una  particella  dousa  cffcre  luminofo .  effendo  tan- 
ta la  chiareT^a  dell'intelletto  nella  perfèttione  del 
uiuere  y  che  ha  tutte  le  potenz.e  già  habituate  all'o- 
perare efcjmfitamente.  Gli  zyf mori  che  ui  fanno 
fipra  y  CT*  d*  intorno  non  fono  fanciulli  ignudi,  ne 
abbendati ,  ma  giouani  ueftiti ,  c-r  adulti  :  accioche 
di  cjuepo  modo,  oltre  che  le  lafctuie  dell'appesito  con-, 
la  grauità  d.elleuefle  fi  moflrino  leuate  ,  ui  fla  N" 
ta  uigorofa .  che  e  confiderai  a.  non  quanto  aldifcor- 
fi  rat  tonale  di  quei,  che  fono  in  tale  età  :  perciò- 

che 


D     AMORE.  247 

che  ha  poca  efperief7z.a ,  or  molta  agitatione  ,•  donde 
iàene  a  mancare  del  maturo  ^  &  fildo  gmdttio  :  ma 
e^uanto  alu'tgore  de  gli  anni  iil(]Hale  ha  da  effere  il 
panificato  della  foprema  furila  dt  Amore .    Et  dal 
fioco  chiaro  dtlle  fhct  e  dichiarata  (a  purità  de  gli 
amanti .  Le  due  Veneri  che  jlanno  di  cjuà  ^^  di  là 
dalU porta  dinotano  la  uita  attiua,&  la  contempla- 
tiua  i  &  pereto  luna  ha  la  palla  della  terra,  che  ho- 
ra  non  [ente  per  la  geografìa ,  ma  per  U  attioni  del 
mondo  .  <jr  P altra  ha  la  palU  del  cielo ,  che  non  è  po- 
fta  per  Faftrologia,  ma  per  tutta  la  contemplanons , 
che  e  ritirata  da  ne/odj  ^  fi  coment  a  dt  /^  flelfa  nel 
reffaminare ,  CT*  fapere  la  caufa  di  tutte  le  cofe  che 
pojfanohauerla .  Ne  ut  ednhhio  che  efuefle  due  tute 
s^auiuano  l'una  per  l'altra  ^e^  che  la  nera  felicità 
con/isìe  nella  congiurattone  di  ambe  due. le  cj^aliper 
^Hefto.comc  cjt4elle  che  i  ueri  amanti  fi  propongono fla 
no  loro  dinanl^agli  occhi^f^  hfiancheggtanó  l'entra 
re  che  fanno  in  quefìo  beatifs. Tempio. Ne  e  dapreter 
?n&trere  che  i  Caualiert  che  diparte  in  parte  uenne- 
ro  alla  piaggia  per  trouare  la  flrada  da  gire  in  que^ 
fla  hahitaiione  d Amore ,  conduceuano  trionfi,  che 
erano  preludvj  dell'effrejfione  delle  uirtu ,  che  ulti- 
mamente fi  dtfcoperfero .  le  cjuali  tutte  fhceuano  il 
cumulo  della  felicità  ,  ^  ad  arriuarui  bifognaua 
prendere  i  debiti  me^i .  &  ej:4efìi  erano  le  w.rtu  par- 
ticolari, che  [otto  nane  fguraiiont  appanuano  ordi^ 
natamente*  cfr Cordine  è  fiato  diuerfo da qi^ello de i 
dne  edificij,  che  hancuano  riguardo  a  ifiggctti  Jopra 

Q^    4         che 


a4o  iLTEMPro 

che  fi  opera  ;  la  oue  in  ijuejla  altrafchierafimiraua 
foUmente  al  gire  fempre  crefi;efjdo  dalle  fòrz^e ,  che 
cfleriormente  par  e  ano  le  più  debili  ^  alle  ptu  maro,- 
uigliofe  .  &  oltre  che  non  ui  pojfono  hauer  luogo  le 
dtjfer ernie  ejfcnttali ,  ha  bajìato  a  mofìrare  nel  cor/i 
delle  inuentiont ,  che  ai  fta  flato  cjtiefto  dtfegno .  Et 
per  arricchir 2  la  fijìa  di  maggior  numero  di  con- 
certi fi  fermarono  da  una  principaluirtu  alcune  al- 
tre  fuefeguaci .  per  modo  che  i  trionfi  riufcirono  uen* 
ticinque  y  ferìT^a  il  primo  ^  che  hauea  la  Fama  fo^ 
la  lé'i* ultimo ,  che  douendo porgere  occafione  di  dar 
fine  a  gli  abbattimenti  yfii  d'una  appartata  manie- 
ra .  Sapremo  fimiimente  ,  che  per  tngarbare  quefti 
Trionfi  to'  ridurli  alla  firma  caualerefca>fi  fono 
fiztti  comparire  col  [oggetto,  (^  ornamento  di  diuer- 
fé  imprefe .  le  quali  ac  e  toc  he  con  maggior  dilettai  io» 
ne  portajfero  pin  uarieia ,  fii  fono  frtte  parte  firn- 
pltci  y  parte  misi  e ,  &  di  più  fiorii  di  fimpltcità  y  ^ 
di  mijìkra  .  Quanto  alt  amante  y  lafciandofii  da  han- 
da  gli  impedimenti  diuerfi  y^  leuarie  intentioni  ^ 
&  altri  e afi  particolari  che  poffono  occorrere  n%U 
t amore-,  (:^ pigltandofi  fiolo la  generalità^ fiono fim-^ 
plici  in  due  modi  :  o  per  l'affetto ,  o  per  la  uirtu  che 
fìa  in  lui .  Perl*ajfato  e  timido y  afflitto y  dr  difperatOy 
0  in  altro  fimil  termine ,  per  la  uirtu  e  rifioluto  yfide^ 
kyCoJìateyet  fiecodo  altre  tali  proprietà.  Circa  ti  mede 
fimo  Cono  mifle  ogniuolta  c^habbiamo  riguardo  all' ti 
na,et  alt  altra  parte  come  farebbe  a  direyChe  quanto 
più  egli  e  tormentato ,  tanto  più  fi  a  fermo  in  amare  • 

Quanto 


D'  A    M    O    R    E*-  Ì4P 

Quanto  alia  cofa  amata  fono  fìmpltci  parimente ,  a 
per  uirtufi  del  corpo  come  dell  animo ,  oper  ajfetto» 
Per  uirtu  e  bella ,  manerofa  ^pudica  &  a  altre  fimi 
li  cjuahtà  .  per  affetto  è  altera ,  dtfdegnofa  ,  inejford 
bde  &  in  tali  altri  modi .  Circa  la  medefima  fonò 
miflitome  fé  mlejfimo (lenificare  che  ella  è  affabile 
di  fiori  et  dentro  dijpietata.  Et  appunto  quefa  difiiri. 
tione  d'affati  (^  di  uirtk  ha  una  forte  di  contrapojiit 
che  tira  fecofcherl^  Cfr  allufioni  molto  al  propofito  * 
per  cloche  non  e  che  l'affetto  &  la  uirtu  fiano  infume- 
ripugnanti ,  effendo  l'uno  foggetto  all'altra  :^  que^ 
fìa  moderatrice  di  quello  ;  ma  fi  fumi  o  apparire  dif- 
giunt amente  ^acctoche  dalla  ampieT^a  dtìlaff'ett9 
appaia  tanto  piti  e  ind^ent  emente  iluigore  della  uirtu*. 
le  cutgrandezjLe  ^  fhrT^  fono  conofcmte  nonfolo  ne 
tloropoffedttori:  ma  anche  in  quei  iter  fot  quali  (t 
cflendono  *  Et  le  dette  mtfìurefono  frate  di  duefim^ 
plicità ,  0  nell'amante  j  o  nella  cofa  amata  *  Euume 
poi  un  altra  ,  che  e  per  ri  ff  etto  à'a'mbidue ,  a  in  par 
tea  m  tutto .  In  parte  come  fé  fi  cffrtmeffe  chela^ 
donna  nofìra  con  la  bellezza  fua  n'' accende ,  ouero 
che  ilftio  efftr  crudele  et  apporta  affìiitione  .  In  tut' 
to  y  che  fi  comefitrouano  tn  lei  btltà  Cr  fi^y^z^a  in 
fommo  grado  j  cofi  fono  tn  noi  martire  c^  f  deità 
quanto  ejfer  poffano  .  Et  tanto  bafii  nel  nofìro  pro- 
pofito per  la  materia  dell'imprcfe. Intorno  a  t  Trioni- 
fi  e  da  dire  che  pajfarono  fecondo  l'ordine  fudet- 
to .  ti  quale  perche  fia  tanto  meglio  dtfcoperto  >  porre 
mo fiotto fireittffima  bnuttà  ciaf cun  fine  a  che  effi  mi 

rauano 


^50  IL       TEMPIO 

rauano  ài  mano  in  mano.  La  Diana  con  efferfent" 
-pre  la  medefima  con  tutto  che  hahhia  le  ipoteca  tnft- 
non  cfr  la  foperiore ,  per  rifletto  che  il  uerace  non 
ahbd(fa  ne  e  fio  ile  cjuello  che  dice ,  ma  il  racconta  fe- 
condo che  'e  in  eff&tto ,  ccnuiene  alla  Veracità ,  Le 
iyfmaz.oni  per  la  ruùticità  loro ,  Cy*  per  l'imprefa  del 
contrario  mfirtfcono  la  Piace  no  le'^z^a  .  Le  trasfirma 
tioni  difcoprono  col  motto  iftejfo  /'  yljf abilità.  La  T)a 
ma  y  poi  che  ha  tutte  le  operationt  delCaualtero  a  glo 
ria  fua  yper  la perfittione  dell'amore  conuieneal- 
l' Amicitia  .  Il  Gr  fine  alfegno  del  core  che  e  fior  del 
petto  dinota  la  Fedeltà.  L*  Amor  contrario  nella  dt^ 
moflrattone  dell'  odio  jh  conofcere  i  Amore,  il  Colobo 
di  Gioite  rapprefentando  f  effetto  dell'una  ftelia  c^ 
dell* alt  ra  data  dal  moderatore  del  tutto ,  (ytenen- 
do  la  bilancia ,  riguarda  la  GiuUttia  ,  Le  Cicogne 
per  la  retnbutione  dell'amore ,  che  e  ne*  figliuoli 
uerfo  ipadriyfi  prendono  per  la  Ricompenfa  li  Ader 
curio,  hauendo  la  colomba  che  e  capo  di  tutto  ilrefto, 
uuole  efprimere  i* integrità  .  //  Proteo ,  perche  refia 
fempre  ti  medefimo ,  e  la  fine er ita .  L  Hibe  col  uà- 
fo  da  bere ,  che  è  larga  ejfufione  :  (^  con  gli  oppofiti 
dell' Harpie  y  che  guanto  alla  ingorda  natura  loro 
hanno  delVauaro  :  (^r  cjt4anto  ail'ejfetto  del  diflrugge 
re  fono  prodighe  ,fi  ripone  per  la  Liberalità ,  Il  Ca- 
ritelo porta  il  debito  pefi  c^ha  ilCauallo  imbrigliato, 
^  perciò  fi  trasfirifce  alla  Temperami  a  .  La  Mon 
ta<7na  che  haglt  eftremi  nel  Leone  &  ne/i' Agnello: 
tuno  de* quali  e  troppo  rifentitiuo:  l'altro  troppo fiffe 

reme 


D*    AMORE.  1)1 

renteinfeffna  la  njcdwcntà  che  è  la  Manfitctudine» 
Le  Hespcridi  quanto  più  et  dipingono  F affettata  di' 
jpre'^aturadella  Maga  c^falterez!{a  dell'tmpre- 
fa  {uà ,  che  dertua  da  ambittone  eccejfuia ,  tanto  me 
gho  CI  manififta  U  A1od({ìia,  VHidra  per  ejfer 
arditìjfima  fcrue  per  l*yirdttezS{a  .   Il  Laureto  an^ 
Cora  che  fia  fulminato , perche  nondimeno  tllatiro  refi 
Jìe  al utrno  c^ alfidr/jine ,  altra  che  incor  ona  i Ptinci 
tori  è  ilfignale  delia  FortezS{a.  Il  Tempio  dell'Eter- 
nità per  laftruttura  de/l*optra ,  cheprefttppone  orna 
mento  pubiicOy  dignità  p prema  ,  jpefa  grande^ 
ferp^uità ,  n'apporta  la  AlagnificenXa .   V  Har- 
pocrate ,  perche  menafeco  ti  Candelabro  ^  rischia- 
ra taria ,//  confà  con  la  Spìtndtde'^(^  .   Le  fiere, 
tffendo  f animo  fir  ino  il  centrano  del  gentile ,  danno 
la  cognitionc  dilla  Genitlezz^a .   L'Etna  per  la  gra- 
tta defiderata  allude  alla  Benignità,  li  Fulmine  con 
tiene  le  arme  deposìe  c^  t*  alma  pigliai  a  in  uece  iorOy 
C^  cofi  mene  afignficare  la  Clementia,  La  Cerere 
col  gire  per  tenebre  cr  luoghi  inaccefiibiii  raffigura 
la  Intrepide^z^a ,  Le  Sirene  [e  ben  uanno  dijpcrdert' 
do  i^accjua  del  finte  »  non  rtfìaperò  che  ella  non  con- 
tinui d  ufcire .  CT*  perche  la  malafirtv.na  che  cerca 
di  impedire  le  uirtuofe  attwni  non  fhfty  che  dcfflano 
dt  paltfarfi ,  rapprefentano  la  ''Fatientia  .  Lo  Sco- 
glio alia  mofìra  delie  due  barche  ^  le  quali  folcano 
ugualmente  limare  turbato  c-r  il  tranquillo ,  dichia 
ra  la  Alagnanimità .   F^t  finalmente  gli  Argonau- 
ti , portando  t  trofii  de  tpnmi  tìcroi ,   lLc  f.f  t:  garo 

ho 


fjl  IL       TEMPIO 

ito  in  Colcht ,  danno  inditio  chianfjlmo  della  Virth 
herotca  .  Refta  che  per  maggior  ejpltcatione  de  i 
detti  trionfi  fi  ripongono  i  perdimenti  loro .  donde  art 
che  appariranno  tanto  meglio  le  uirtu  ^  t  termini 
della  Ulta  perfètta  .  /  trionfi  fono  fempre  fiati  fatti 
di/perdere  da  e  ofe  contrarte  ad  efji.  &  le  contrarie^ 
tà  ypereffcr  pitti  modi  oppofìi  alla  tur  tUi  riu finirono 
molto  diuerfe  .  percioche  per  effempio  affai  capa- 
ce a  amplitudine  noi  prenderemo  ildifegno  ,  che  fi 
ha  di  acqwflare  traglt  altri  quello  slato  conuenien- 
te ,  che  fi  chiama  felicità .  ^  diremo  che  tufipoffono 
opporre  tutte  le  caufè  :  che  fono  quattro.  Uuna  è  la 
produttione  dell'effetto,  l' altra  ^  il  fine  per  rifPetto 
del  quale  fi  opera .  la  terza  i  la  materia  fopra  che  e 
jhtta  t operazione  .  la  qu^irta  j  la  fórma  che  fi  da  alla 
cofafogg&tta  »  Laproduttionehquanto  allapnmie 
ra  origine ,  ò  alla  propinqua ,  o  al  mezo .  La  primis 
ra  origine  e  Dio  mede  fimo  ,fenz.a  il  quale  chi  penfe- 
ramai  dipoter far  bene ,  fi  trouerà  fenza  la  caufk 
Ole  (fa  del  bene ,  ey  queslafarà  una  fomma  contra- 
rieta  .  La  propinqua  origine  e  la  uolontà  dell' huo- 
moi  il  quale fc  non  ladiri'^aneluifo  delle  difìcol" 
tà ,  ma  uogliaflarfene ,  non  può  confeguire  niente  di 
buono.  Jl  mezo  è  ftnfìr  omento  delle  profferita  ,  il 
quale  quanto  a  gli  affari  del  mondo  et  e  pr  e  fiat  a 
per  molto  al  propofito .  ueggendof  che  neWeffercita- 
re  gli  atti  dell^  benificenza  ;  c^  neìl' abbracciare 
&  empire  i  maneggi  priuati  orpublici  ;  e  neceffana 
batter  e  fan  ita ,  robba ,  feru  ftori,amici  é'feguito:  e-r 

WStti 


D     AMORE.  255 

wefte  conto  ì^  e  (fere  fortunato  neìU  nobiltà  snella  robti 
fìez.za ,  nel  garbo  della  pcrfina  &  della  parola ,  nel- 
la moglie ,  nt  figliuoli ,  tn  amia  che  [campino, &  ni- 
tntct  che  muoiano  :  CT  tn  altri  fimi  li  accidenti ,  ///- 
ne ,  che  è  ejfa  fi  licita ,  può  fimilmcnte  contrariarci^ 
9gnt  uùlca  che  uogltamo  unafiorte  di  uita  che  non  fio. 
per  noi .  come  che  alcuno  habhia  ajfai  piu  attitudine 
ti  Ila  cjuiete  dille  lettere  ò  della  cafia  ,  che  al  moto  del- 
ie arme  0  della  Corte  :  0 più  a  cfuefio ,  che  a  (jucUa-^^ 
nondimeno  fi  ponga  allaprofijfione ,  che  e  meno  per 
hi .  La  materia  >  che  confifie  nelle ajf&ttiont  deWa 
ritmo  &  nelle  arnioni  domefttche  &  ciuili  ;  e  ncflra 
auerfaria  ,fe  ci  commouiamo  con  troppo  ardore  :  0 
non  open  amo  ne  a  luogo  neatempo  ^ne  congltaltri 
debiti  rifletti .  La  firma  ,  che  e  tacccmmodamemo 
di  cjuefte  paffiont  ^  di  qucfìe  opere ,  non  fiirà  mai 
putto  ,  oue  non  fila  rettitudine  di  giudicio .  Cj  tal  cau 
fa  fecondo  che  sìa  bene  0  male,fh  che  la  precedente^ 
per  la  necejfaria  congiunttone  loro  ,  fìia  ancor  efia  0 
dell'una  maniera  0  dell' altra  ,  u^dunque  uarte  fu- 
rono leguife  nelle  cjuali  fi  ficero  andare  a  perdere 
(juei  trionfine  i  bofi hi  contigui .  Et  le  cofe  che  ueni' 
nano  fiion  di  effi per  ingarinare  i  trionfhion ,  ufictua 
no  hora  del  Labirinto ,  hora  della  Selua  ,  fecondo 
che  era  più  proprio  che  fi  trouaffero  0  in  (juello  0  m 
(^uefia: ancora  che  per  cofarfi  affai  funa  et  l'altra  ha 
hit at ione  tn  ejfere  filuagge  et  i  nculte.non  poteano  ha 
uere  m  quefia  parte  molta  differéz^aSt  alcuni  tncMi 
pafic€tianad(ilUtfieffemcàtatricr,et  dertuauano  per 

eii 


aS4  ^    L       TEMPIO 

ciò  dalla  pi  aggi  a.  l  Satiri  slegati  fono  cotra  alla  Dia. 
na  .  perche  come  ufficiali  di  Tracco  cir  perciò  cbrij  cr 
loijMaci  ripugnano  alla  Veracità .  //  Capo  di  Afedw 
fa  [coperto  alle  Ama'^ni,ejfendo  tutto  feuerità  c^fln 
pidezj(^  j  che  e  al  rmerfo  di  chi  fiole  ricreare  fé  (^ 
altri  m  dolce  conuerfatione  con  motti  c-r  rifihonefli 
^  col  dare  e}'  torre  la  burla  ,  distrugge  la  Piaceuo- 
leT^a  .  /  Sellatici  ojfendono  le  Trasfòrmationi , 
fer  ejfcr  la  ruHicità  nimica  deli*  Ajfahdità.  IlCaua 
iterepercujfare  uhqI  battere  la  Datila. et  co  fi  fi  unat 
to  che  'e  ìa  molatione  dell' ylrìncttia  .  //  Corno  fi  [uo- 
na  al  Gridone  tnfegno  delio  fi  igottimento ,  che  e  op- 
pofio  allaprontezjz^a  del  core  cr  perciò  alla  fedeltà. 
Lo  Spinto  trtalaag^io  e  nelcafo  dell'Amor  contrario, 
poiché  ilDimoniD  e  tutto  ti  male  dell'Amore  .  l  Aio 
fri  bi\arri  uengono  ai  Colofjo  di  Clone ,  come  che  fa 
no  di  firme  dfcrepantifs.  quali  f fingono  igrottefchi: 
C^  che  per  tanto  habbiariopofitura  diuerfii  dall' ugua 
lez!la  0"  dalla  Giuflitia  .  1  Serpi  fi  uoltano  alle  Ci- 
cogne per  ^opinione  uolgare  che  fi  ha .  che  le  utperc 
fiano  ucci  fé  da  i  figliuoli  nel  partorire  che  li  fiinno.la 
oue  t  cicognini  gta  crefctutifono  i  fiflegno  delle  ma  - 
drt,&t  per  tato  riefgue  Poppofito  della  ricompéfa.Le 
Ai^ìaz^oni  danno  fine  al  A4er  cario  .c^  èia  cagione, 
che  hauendo  rotta  la  compagnia  non  haueano  hauu^ 
to  f  Integrità,  I  Centauri  affali  ano  ti  Proteo .  ^per^ 
che  fono  di  due  nature  :  c^fitroua  che  nonferuaron  o 
la  fide  y  diuengono  il  mancamento  della  Sincerità, 
Le  T>onc  che  implorano  aiuto  compartfcono  all' He 

bc. 


d'amore.  255 

he  ,&  ejfendo  illihraìe  non  meno  con  filtrato  nel  [a 
fere  ufure  circonfp ertamente  U  gratificatione ,  che 
nel  mncere  la  fouerchia  cupidità  del  pigliare  ^  del 
ritenere  ;  è  nato  che  per  ejfer  conferito  ti  benificioin 
chi  noi  merita  ^  fi  faccia  il  contrario  della  Liberali- 
tà .  /  Terficutori  delle  donne  che  figgono  s'introdtt' 
cono  col  Camelo ,  Qrfknno  conofcere  che  bene  intem^ 
per  ante  e  colui ,  che  perfatiare  lafiia  libidine  mene 
alla  rapina  :per  modo  che  per  mantenerfi  diffoluto^ 
non  (t  cura  di  fhr fi  federato  »  &  di>fregiano  perciò 
la  Temperantta.  Lo  Scudo  d'acciaro  s'affaccia  al^ 
la  Afontagna .  c^  accecando  la  uifìa  ;  oltre  che  e 
ferrigno ,  coft  che  non  e  la  dolcel^a  dell'animo  ;  al- 
lude alLi  fimtglianz^a  dell'iracondia ,  che  toglie  lidi 
fcorf) ,  c^  di  cjueflo  modo  reietta  la  Adanfuetudtne, 
I  Leoni  rnfiiltano  le  Hesferidi  non  per  altro,  che  per 
feruire  al  lignificato  della  foperbia  .  Ucjuale  è  ripu- 
gnante alla  Mode  fila .  La  Damigella  nel  concert 
to  dell'  fj idra  gridando  &  temendo  le  Harpte  non 
s'affimiglia  in  conto  alcuno  alla  virilità ,  ne  all*Ar' 
dtdtzXa  .  I  Soperchiatori  del  Laureto  commetto^ 
no  optratione  lontana  dalla  Fortezjz,a .   /  Maghi 
che  appaiono  al  Tempio  dell'  Eternità  con  L*  me  amo 
del  leuar  lefirz^e ,  leuano  il  neruo  della  Magmficen- 
\a ,   U Hidra ,  che  ufict  uerfo  £  Harpocrate ,  con  la 
fua  horribilità  che  e  abhornta  :e  differentifs.  dalla 
Splendidel^ ,  Le  Nmfi  che  fingono  d'amare  &fi> 
no  crudeli ,  cantano  alla  uenuta  delle  Fiere,  ^per- 
che quello  che  mofirano  dp  fuori  non  rijponde  a  quello 

di 


^$6  ILTEMPIO 

éìt  dintro ,  non  conu erigono  con  la  Gentile'^a .  ISa-^ 
tirt  fi  dijhofcano  all' Etna,  ò' come  caprtgni  <^' di- 
ffhcciiort  del  bene ,  ^  infrrtati  con  [introniamento 
delfitono  ^  co  maTjLafiu^i ,  effrimenogli  ejfetti  di- 
fcoHi  dalla  '^Benignità ,  1  Centauri  [ae^tando  (juei 
del  Fulmine  .perche (ì finge  che  fiano  tali  lungo  le  ri 
uè  delFlegeAonte  ,  ouefhnnoftare  t  tiranni ,  con  l'i^ 
magtne  della  tirannia  uogliono  cancellare  la  Clem? 
tia ,  Le  Donne ,  che  al  carro  di  Cerere  fono  mena- 
te uia ,  hanno  qualità  troppo  dtffimile  da  quella  di 
chi  refifle  a  fune  le  auerfita  :  ^  per  confequenz^a  non 
fi  confanno  punto  con  fJntrcpidez.za,  J  delfìni  fi 
mettono  per  dtfciorre  le  Sirene  (^  ejfendo  fimulato- 
rt,  doue  che  t  uert  uertuofì  Con  tuttoché  le  fortune  fini 
ftre  filano  di  foprafi conferuano  :  ^  tfintt  cagliono; 
fanno  difcer nere  Uperuerfa  mojìra  della  Patientta» 
La  A4aga  facendo  credert  a  chi  conduce  lo  Scoglio^ 
chela  fai  fa  flrada  dell  Honorefia  lauera,  rappre* 
fenta  l'ejpgie  de  gli  honori  non  foltdi ,  (^pereto  pro- 
duttori della  gonfiezza  :  &  fi  torto  alla  Magnani- 
mità .  ICaualieri  oltraggiatori  de  gli  argonauti 
con  la  uillama  che  fanno  a  quel  hellijfimo  nauigio,  la 
<jualc  non  farebbe  [tata  in  queHo  concetto  Je  ueniua 
dalle  mani  de  utllaai  ,/idiJcopronop€r  da  meno  che 
huomini.  (y' perche  gli  Heroifonofoperiort  alla  na- 
tura human  a  y  amene  che  per  queslo  cafofifia  riuer 
fata laZJtrtu  heroica,  Hora  ejfendo  Arriuati di  uoì- 
ta  in  uolta  quefii  Trionfi ,  fa  ragioneuole  chefcmpre 
ne  t  modifopradatifiandaffera  dijferdendo  :per  na 

fiere 


d'amore  257 

[cere?  offerì  (ione  dalla  natura  dell' off endit  or  e  coirà 
ria  all' off  e  fa  .  Aia  poiché  ieparticclan  Finti  non 
hebbero  mai  forza  di  mettere  a  fine  una  tanta  uentu 
r  a  fiche  l  impedimento  del  Aiontefi  Icuaje,  c^  iltte^ 
ro  Tempio  con  Feftintwne  de  uitij  (3r  tiiwficatione  del 
le  Hirtuftueniffe  a  difcoprirefu  neceffarij  che  alla  fi- 
na  fif-icejfc  comparire  l'arco  trionfale  della  Virtù  et 
dell' Honore  tfìejfo  :  ricercando/i  la  totale  uirtu  adw 
ne  tjfedittone  importante  totale  .  Et  fi  come  la  Fa- 
ma che  prima  entrò  per  effer^jaelLt  che  annontia  tut 
ti  t  grandi  auenimenti\qHah  fi  fiano  ,ncn  fi  fatta  pri- 
gione :  ma  non  però  haueua  divinità  alcuna^  la  onde 
non  fali4Ò  i  Cauahert  che  lafegwuanochenonfofftro 
coniisrfi  -^  coflilprcfente  Trionfo  ,fe  ben  nonfìt  la  prò 
pria  cagione  dell' annullare  gli  rncantr  ,per  Ceccellen 
Tiafia  non  potè  cffcre  fiperato  dalle  A^aghe .  Ada 
per  l' intelligenza  di  quefìo  Arco,  di  che  hor a  parlia- 
mo y  non  lafciercmo  di  dire ,  che  oltre  che  la  Virtù  (^ 
C  Honore  ni  erano  in  cim.a ,  Cr  per  la  corriffonden- 
"^  loro  affai  dichiarata  nelle  due  Aguglte  fi  aitano  in 
atto  d'abbracciamento ,  haueanoagl:  angoli  le  loro 
proprietà  fìgnijlcatepcr  quattro  sìatue  che  fcrutuano 
mtfteriofamente  ali*  una  &  ali  altro. percioche  t^^ 
pollo giouanetto  dinotaua  ilpreuedere  che  utene  dal' 
l'ingegno ,  ti  quale  fuol  efftre  uiuace  in  quell'età:  tat  • 
tempatotl  deliberare  chenafce  dal  giudictocheper 
la  maturità  appartiene  a  quegli  anni  :  lo  Setta  l'or- 
dinare :  é'  t  Etiope  hffeqiiire ,  per  ejjere  nell'una  dì 
^uefìe  due  copleffior/i  che  efièmatica  la  granita ,  che 

%^  porta 


253  IL      TEMPIO 

porta  un  imperio  naturale: ::j*  nell' altra  che  e  coleri" 
e  a  la  prefìe^a  che  dà  perfua  natura  laferuitli.ejfen 
do  tra  gU  hnomini  alcuni  che  paiono  nati  per  coman 
dare,alcumper  obedire.  Et  queftefono  le  quattro  par 
ti  della  prudenz^a da  quale  e  uirtu  principalifs.Stmil 
mente  Cj^pollo  giouanetto  eilLeuante  :  l'attempato 
il  Ponente  :  lo  Scita  la  Tramontana  :  F Etiope  il  Me 
'j(q  giorno .  donde  fi  dtmofìra  la  ddatatione  dell'hono  - 
re .  &  infegno  difflendore  d' animo  y^  d"opere,&  di 
dignità  (fr  di  gloria,  tutte  quejìe  quattro  figure  han^ 
no  ilfiiocojchefi  e  cercato  difarui  intrauemrepiu  che 
Jì a  flato  pojfibile  per  la  bella  moHra  chefit  nel  tempo 
di  notte.  Sono  poi  a  i  nicchi  de  i  fianchi  la  Vigilanza, 
0"  la  Terfeueranz.a  che  fi  pongono  per  le  due  firzje 
potenti  a  far  che  ncfca  colui  che  fi  e  mejfoper  falire 
alla  uirtUyQralthonore.  c^  le  pitture  chefìanno  (òtto 
VArco  ejprimono  gli  effetti  dell'una ,  &  dell'altro . 
Comparue  quefto  glortofo  trionfò  3  che  conteneua  con 
la  perfittionc  della  Virtù  tutte  lepoffan'^,  ^7  gli  ef- 
fiitifuoi  col  premio  medefimo  che  nefegue .  Et  an- 
cora che  ilgiuslo  abbracci  ajfai:  c^piu  ti  magnani- 
mo'.c^ più  ancora  l'heroe-^  nondimeno  ciafcuno  de* 
pajfati  trionfi  hauea  la  mira  ad  una  fola  uirtu ,  in 
quanto  chef  confi derauaf  parata  dalle  altre ,  c-r  ut 
niua  a  far  e  l' apparato  fuofenz^a  l'altrui  compagnia. 
Jl  che  fé  ben  non  foc cede  n eli' operare ,  hperò  in  potè- 
flàdelìintellato  a  pigliarla  in  quefiagutfa.  E^  fi- 
milmente  da  auertire  che  nonfolo  quanto  alla  quali- 
tà delle  uirtU ,  ma  quanto  alla  dtf^ofitione  de  gouer- 

ni. 


b'amor.e  ^5^ 

ni  >  ilmedeflmofentimentoftritroua  ne  dati  trionfi, 
fer  cloche  fi  è  tentato  diperucnire  al  Tempio  cjHando 
con  unfotcaualiero.cjuarjdo  con  più  :  ejfendo  le  firmi 
dèi  ben  reggere  (^  ben  condurre  alcuna  co  fa  dueprin 
ctpalr/jente-.l'una  qHand.o  ui  e  unfil  dominatore  :  l^ul 
tra  quando  ti  tutto  dipende  dalla  corporatura  di  p'n 
tesìc  congiunte  infieme  .  wa  ninno  dì,  quejlt  modi  h^ 
giouato ,  auLi  quello ,  che  e  ilpreiìantijjlmo  chiama^ 
to  Arifiocratia ,  che  confisìe  nella  fintentia  c^  tiolon 
tà  di  molti  eccellenti/fimi ,  cj-  chcfii  dinotato  da  gli 
Argonauti  ynon  ha  confcguito  qt^e  fio  fine .  ò'ciò  di^ 
moftra  che  tanta  era  la  manifkttura,  che  in  ciò  firi^ 
chiedeua ,  che  ne  qt4efto  ottimo  mez.ofA  bafteuoh .  Et 
fi  piglia  perciò  una  inuentione,  che  efopra  lefòrz^e  hn 
mane  :  colfkrfiucnire  uh  intarsiente  tlfudatc  syfrca 
Trionfiile  .percioche  arriua  con  ejj'o  una  gran  ban- 
da di  Caualieri ,  che  per  gli  Idoli  della  Virtù  cr  del^ 
t  Honore  firaffimiglia  a  quella  firma  di  città ,  nella 
quale  tuttifijno  u  alerò  fi  (-r  graduati  o"  fiU^-i  uguale 
mente  •  non  ui  potendo  effer  quagtufo  più  bella  imagi 
ne  del  bene  eterno ,  che  quefla.  Mafie  benfottilmin' 
te  uorremo  riguardare  alfi^ne  della  battaglia ,  chefii 
la  chiufura  d'Sfiingolart  abbattimenti,  uedercmo  che 
ne  il  cumulo  (^  compimento  della  Virr'ti  efprcjjò  per 
quell'Arco  y  ne  la  ugualezS(a  della  filtcità  indicata 
dal  mede  fimo ,  ha  fhtofionfindere  le  Aiaghe  CT  in- 
trodurre gli  ajpetti  delle  uirtìi  ima  fi  la  uenutadelU 
Cratie  .  le  quali  fecero  ftmilmente  dislaccare  la  pu- 
gna ffienzji  che  apparejfe ,  che  i  Venturieri  fvjfsro 

R     z  punto 


l6o  I    L  ■    T    E    M    P   I    O 

pM'ato  Htnciton  de  nemici .  La  onde  conchìuderemo^ 
che  ben  lafintma  uirtu  de'  Caualteriprouocò  l'aiuto 
del  Cielo  :  cofa  che  prima  non  era  fiata  affamata  da 
alcuno  :  ma  che  efjendo  frali  tutte  te  noftre  operattoni' 
fenT^ilfoccorfodi'Aino,  le  tre  (jratie  ^  che  fotta  lafit 
itone  di  quelle  d ^ more  alludono  alle  'Theoloaiche, 
ùenneroper  laperfittione  del  tutto  .fiche  ti  tmiter fi- 
in  sii  Li  uera  Hrada  ,  dcarninarui  (^  il  giunger  tu  in 
capOy  h  opera  che  cori  qualche  nofìra  prouocatione  de 
riuada  effe .  Et  perche  qutfo  mondo  per  la  fomma 
bontà  c^  efquifitìffirfìa  tur  tu  di  Principi  o  di  Prmci' 
peffc  y  che  itetelo  ha  conceduto  a  mortali ,  fi  e  ir  Gua- 
to nel  corfo  de*fecoti  hauer  gratta  di  riaccomodarfi 
^  (hrfib  etto  y  non  e  flato  fiior  ai  propofito ,  che  fipré 
dat'occafione  d-jlìa  giunta  della  Regina  Barba- 
ra, col  dire  te  Gratte ,  cheper  fua  cagione  uengo- 
no  ad  aprire  ti  camino  della  felicità.  Et  le  beate  fchie 
re  che  hau^ano  in  loro  compagnia  non  appariuano , 
tna  s'udtuano  dal  Teryjpio  che  cantauano ,  per  non 
ejfere  baftante  l'occhio  humano  a  fofferirle .  Il  canto 
era /òpra  la  conq^nm  itone  di  quefta  Prmcipeffaet  del 
Principe  di quejì a  citta:  mediante  la  quale  fi  con- 
giungeuano  le  due  cafc  loro,  l'una  d^-^Aufìria  :  l'ai* 
tradiEfìe.  !^tperrifp-^io  de  gli  Imperatori  Auflria 
et  uiene  afitruirne  che  l' Aquila  Imperiale ,  che  e  ne- 
ra h  abbia  ajìrùrto  a  fé  la  bianca ,  che  e  l'infegna  di 
quefi' altra  cafa.  Et  tr  Quando  fi  apunto  quefìe  due  tan 
to  antiche  (^  (rlorwfe  col  filo  non  mai  interrotto.quan 
tofipuQuedercper  laluce  dell'hifìoriayè  aunenutOy 
-  che 


d'    A    M    O    R    E  26 1 

the  la  Canz^one  chefii  cantata ,  habhiapotutofpana^ 
re  con  maeftà  ■:  poiché  i figgati  erano  copaccompa- 
gnati  dalla  gradezx.a»^  ficome s'induce  che  i primi 
*Trincipi  della  flirpe  d yiujìria  raccolganoti  Duca 
uiìfifìfo  come  nouello  tra  loro  .  cefi  le  prime  Princi- 
pededicfuelladt  EJìe  ntlCefplicattone  delle  cjualt  p 
tocca  la  memoria  de  tlor genitori,  fono  indotte  a  rice 
fiere  la  DuchejfaB  a  R  b  a  R  a,  che  e  noua  tra  ef- 
fe ,  (^  col  celebrar  fi  li  T  empio  ^  oue  le  mrtu  regie  han 
no  antichiffima  refidenz^a  yfiutene  copertamente  ad 
èjìollere  la  dna  di  Ferrara  retta  da  co  fi  lunga  ferie 
dt  Signori  d'un  fraine  iJìejfo:CT  ornata  per  tanto  t(m 
pò  daflondìffima  Corte  dt  Caualieri .  Ada  la  Faryia. 
che  hauendo  notata  della  nobiltà  dt  (jHe(lolHogQ,f4i  co 
dttjfe  i primi  Caualteri  y  d^poi  tu  ff^rmò  per  reftare 
tn  parte ,  che  apportala  dt  continuo  marautglie  tn^ 
follie  y  giunto  d  fine  al  tutto,  fé  ne  nolo  uerfo  il  Cielo, 
perfi(rnificare  che  (juejìe  cofe  d arme ,  delle  canali  ella 
era  fata  spettatrice  meritauano  de!]?re  annontiate 
doga  intorno ,  CjT  confacrate  alt  immortalità .  Et 
perche  ti  Caflello  di  Gor^oje>^ttfa  contenne  la  deferii- 
tionedeluitio:  c^tl/i^onte  di  Feronia  quella  dilla 
uìrtuifi  e  lioluto  che  queflo  Tempio  d  Amore\ab-^ 
bracci  le  nature  ^  conte  fé  deFCuno  c^  dell'altra  :  & 
che  uenga  à  concludere  non  fola  nella  prcfigattone 
delmtio^ma  anche  nell'cffaltatione  della  mrtu . 

IL       F    I    ?^    E' 

.      ,  R    3        TAVO- 


TAVOLA 

SOPRA  IL  CASTELLO 

DI    GORGOFERVSA. 


"Y)  I   A  L  F  A  R  A  B  I A    di  *     rontc .  Jf 

•^^  nanzj  al  Diicad  carte  5"   De'  Caualieri  de'  quadrupe 

Di  Alfarabia&  eie' Caualie        di  infernali.  ^6 

ridatile  per  Icorta.      ^.    D'un  Caualiere  dalle  Mo- 
ro, n  Iucche.  37 
De' Caualieri  che  uennero   Del  Caualiere  dal  moftro 
contra  Alrarabia.        io        di  Gorgoferufa.  ^7 
Del  reatro.                      iz   D'un  caualiere  dell'Arabia 
Del  Caicello  di  Gorgofera        felice.                           ^8 
fa.                I4.i5."i6j.i7.   Del  Caualiere  dai  quattro 
De' lumi.                       20        Mori.                         ^8 
Dimufìca.                      xi    De'  Caualieri  della  Maga 
Di  tre  caualieri 'mantenito       di  Meiiglotto  .            ^^ 
ri.                               21    De' Caualieri  della  gioua- 
Di  due  Giganti  Scd'undra       ne  trasformata  in  moltro 
cone.                     22.25        daGorgofer.          ?9«4<^ 
Di  razi&  di  girandole  .25   Del  Caualiere  dalla  Syre- 
De'  Caualieri  della  dami-       na.                               4t 
gella  d'Alfarabia.       z$   De' Caualieri  da  i  due  Gì- 
Del  nigromante.            27       ganti.                          41 
De*  Cauahcri   del  Nigro-  De'Cauaìieri  deli'lfoleFor 
mante.                       ^2        runace.                        4<> 
De' Caualieri  del  Sofi .  55    Del  Caualiere  della  Rocca 
Della  Fata  Emarofoca.  54       fedele.                         44 
Del   Caualiere  della  Fata  De' Caualieri  delle  tre  don 
Emarofoca  .f               54       gelle.                          4f 
De'Cauaìieri  dell'Heremi   D'un  Caualiere   di  Tarta- 
ra .                               j4        ria .                              4^ 
D'unCaualierelndiano.j j    De'Cauaìieri  d'Ethio- 
De' Caualieri  del  Rinoce-       pia.            46.47.48-49 

R    4        I  CAVA- 


I    CAVALIERI    DEL    CASTELLO 

DI     GORGOFERVSA. 


A   Leflandro  Andriafi  .  à 
car.  34 

Alfonso  Duca  di  Fer- 
rara, lò.ll.il.  ^j 

AJfonlb  daE(te  Marchele 
di  Montecchio  .  io. zi 
AJfonlb  Eilenle  Contra- 
rio. 9.46 
Annibale  Bentiiioglio.  4f 
Annjbale  Beuiiacc]ua.  36 
Antonio  Galeazzo  Benti- 
uoglio,  9.46 
Camillo  Guaiengo.  44 
Camillo  Montecuccoli.  z  i 
Camillo  Montino .  40 
Camillo  Turco.  gj 
Carlo  cofciardo .  ^6 
Conte  Aluarotto.  9.47 
Cornelio    Benciuoglio . 

9.21.22 
Coihnzo  Montecucco- 
li 39 
Fabio  Fontanella  .  59 
Federico  Miroglio.         38 
Federico  Monteuecchio.45r 
Ferrante  Elienfe  Tallo- 
ne.                              IO.J2 

Fuluio  Qui  frelli .  3^ 

Gio.Battiiìa  Trotto,     zi 
Gio.  Thomafo  Lauezuo- 

io .  ZI 


Giofeppe  Strozzi .  41 

Giouanni  Silua  .  jj 

Giulio  Hiienfe   Taflb- 

ne.  10.24.22 

Guglielmo  Becchino  .  3^ 
Guido  Calcagnino  .  41 
HercoleBraiauola  .  40 
Hercole  Eiknfe  Contra- 
rio .  10.32, 
Hercole  Efìenfe  Tallo- 
ne .  21 
Hercole  Giliuolo  .  24 
Hercole  Tallone  .  24 
Hercole  Trotto  .  io.  39 
Hippolito  Elìenfe  Tallo- 
ne .  9.36 
Hippolito  Turco.  10.39 
Jacomo  Badoaro .  36 
Leonello  Lauezolo.  45: 
Luigi  Gonzaga .  10.21. 
Marco  Antonio  Giliuo- 
lo. 9.21 
Nicolò  Pigna.  40 
Onofrio  Beuilacqua.  (^7 
Ottauio  da  Thiene  .  47 
Palla  Strozzi.  ^j 
Scipione  Sacrato*  34 
Scipione  Silua.  38 
Thomafo  Sacrato .  4J 
Vicenzo  Flifco.  24 

TAVOLA 


T  A  V  O  L  Aj 

ET     CONCERTI 

SOPRA    IL    MONTE 

DI      F  E  R  O  N  I  A. 

concerti;*  deir  Occafione  91.91.9t 
-T^  E  LL' Amore  63  della  Patientia  J71: 
•*-^  Della  Bellezza  67  della  Verità  89 
della  Concordia  69  della  Virciì  7^ 
della  Coltanza  70  dei  Lumi  S7'S^ 
del  Defiderio  66  dei  Mantenicori  $9 
del  DelHno  88  del  Monte  di  Fero- 
della  Felicità  83  nia  51.53. 54.  js". 56 
della  Fortuna  83  della  Mufica  5^'19 
del  Genio  8)  delie  Ninte  59 
di  Gioue  9f  dei  Fattori  58 
della  Gloria  78.79  dei  Razi  &  Girando- 
deli'  Honore  73  le  58 
della  Lealtà         6o.6i.6a 

t 

I   CAVALIERI    DEL    MONTE 

DI      F   E   R   O    N   I    A» 

A    Lberto  Bendedio     78  Alfonfìno  Trotto            6^ 

•"-   Alellandro   An-  Alfonfó  di  Ette  Marchefó 

dria!ì                             85  di  Montecch.o.            7^ 

AlelVandro  Lombardi-  Annibale  Bentiucglio     6$ 

no                                 76  Annibale Beuihcqiia       88- 

Alfonso  DucadiFer-  Antonio  da  Thiene         6f 

rara.                           60  An  t  o  ni  O.Galeazzo  Beoti- 

Alfonlb  Eflenfe   Contra-  uoglio.                         69 

rio                            6j  Camillo  Gualengo         76 

Camillo 


T    A    V 

Camillo  Montecuccoli  57 
Camillo  Moncino  71 

Camillo  Turco  80 

Conte  Aluororto  63 

Cornelio  Bentiuoglio  6^ 
Coilanzo  Montecucco- 
li 78 
Enea  Pio  83 
Fabio  Fontanella  78 
Federico  Miroglio  6$ 
Federico  Monteuecchlo  78 
Ferrante  Eftenfe  Tailb- 

ne  87 

Francesco  de' Medi 
ci  Principe  di  Fioren- 
za 60 
Francefco  Nigrifolo        p  i 
FuluioQuilìelli  80 
Gafpar  monte                76 
Gherardo  Saracino         78 
Gio.  Bartifta  Trotto        ^j 
Gio.Thomafo  Sarraco  78 
Giofeppe  Strozzi  88 
Girolamo  Fabiano          91 
Girolamo  Forni              78 
Girolamo  Criuello     6^ 
Girolamo  Montecuc- 
coli                            ^7 
Giulio  Eftenfe  Taflone  7^ 
Guglielmo  Becchino.     80 
Guido  Bentiuoglio        6^ 


OLA 

Guido  Calcagnino  6È 
Hercole  Bralauola  71 
Hercole  Eftenfe  contra- 
rio 8j 
Hercole  Giliuolo  69 
Hercole  Pio  8j 
Hercole  Taiìbne  8^ 
HercoIeTrotto  5:9 
Hippolito  Cortile  80 
Hippolito  Eiienfe  Tafìb- 
ne  87 
Hippolito  Gianluca  80 
Hippolito  Turco  j9 
lacomoBadoaro  78 
Lanfranco  Giannella  78 
Leonello  Lauezolo  80 
Luigi  Gonzaga  ^9 
Marc'Antonio  Cato  78 
Marc'Antonio  Giliuolo  5:7 


Nicolò  Pi^na 


7t 


Onofrio  Bevilacqua  88 

OttauiodaThiene  6^ 

Palla  Strozzi  78 

Paolo  Emilio  Brenieri  57 

Pirro  Gonzaga  60 

Pirro  Ruggieri  57 

Scipion  Sacrato  85" 

Scipion  Silua  78 

Thomafo  Sacrato  91 

Vicenzo  Flifco  Sf 

Vicenzo  Vitelli  60 


IL     FINE 


TAVOLA 

SOPRA    IL   TEMPIO 

D-  A    M     O     R    E. 


AFFABILITÀ  come  di- 
notata car.z5'o 

AfFettOj  &  uirtù  come  fiano 
repiignanti  249 

Aifetco  come  diuenti  uirtù, 
&  uitio  i^9 

Aftecti  principali  quali  fia- 
no. 240 

Alberghi,  &  fìatue 
dell'Abbondanza       125" 
dell'AiFabilitd  195" 

delle  Allegrezze  dilTo- 
lute  i2f 

dell'  Amicitia  195" 

di      Apollo  194 

di  Apollo  giouanei85' 
di  Apollo  attèpatoiS  5" 
deir  Appetito  iii 

dei     ConfiglJo  ut 

della  Commodità  195' 
della  Cupidigia  125' 

del     Dolore  194 

della  Falliti  115' 

della  Fortezza  194 

della  Fortuna  194 

della  Giouentii  12 >' 

della  Giuftitia  19^ 

della  Gloria  194 

<lella  Infideltà  12^ 

della  lauidia  12; 


della  Iracondia  tif 
della  Manfuetudine]  19^ 

di      Mercurio  i^y 

della  Naturi  194. 

della  NecefHtà  19^ 

dell'  Ocio  i2f 

della  Perditione  125' 

dellaPerfettione  19J 

della  Perfeueranza  184. 

del    Piacere  194 

della  Piaceuolezza  19^ 

della  Profperità  125: 

dellaRa^ione  ii£ 

della  Rilblutione  ut 

della  Sanità  12^" 

dello  Sdegno  194 

dellaSimulatione  12^ 

del     Sonno  i2f 

delIaSoperbia  l^f 

della  Soperchieria  iif 

della  Veracità  19? 

della  Vigilanza  184 

Alberghi  de  i  uitij  perche 

viifFerenti  24^ 

Alberghi  delle  uirtù  perche 


uniformi 


242. 


Alpi  che  abbrucciano     189 
Alpi  uicine  al  Tempio  d'A- 
more 109 
Amorini  diuerlì            1 1  r 
Amori 


T    A    V 

Amori  ragioneuoìi  due  ne- 
(     ceilarii  per  Talire  alla  uir- 

Amorino  fenza  benda, &  co 
i  pie  liberi  che  lignifichi 

2  IO. 21  I 

-Amorini  co  i  legami  parte  a 
gh  occhi,  &  parceà  pie, 
chefignifichino         zn 

Amorini  con  le  bende  al- 
quanto giù  da  gli  occhi, 
&  co  i  pie  alquanto  in  li- 
bertà, quel  che  importi- 
no 2[r.ii2 

Amori  ueftitij&  adulti  quel 
che  importino  246 

Amore  come  dinotato  2^0 

Amore  diitrugge  lehabita- 
tioni  delle  Maghe      2^7 

Amazoni  diuife,  come  dino 
tino  il  contrario  dell'in- 
tegrità 2^4 

Amicitia  24 j. come  dinota- 
ta 2JO 

Animali  delle  Maghe      iis 
Animali,  Alberi,  &  altro, 
coi  loro  fignificati. 
Agnello  iy8.if9 

Aquiloni  174 

Auoltoio  162 

Bue  175 

Camelo  i^j 

Capo  di  Cicogna  162 
Caduceo  di  Mercurioi48 
Capo  d'Elefante        172, 


O    LA 

CapodiGrue  ijt 

Capi  di  più  forti         iS'z 
Candelabro      -        i^g 
Ciclopi  carichi  di  fpo- 
glie  141 

Cicogna  148 

Cicogna  eoi  collo  legato 

Cigni  co'  uifi  humani  164. 
Colomba  1^0 

Colli  di  ferpenti  iS^ 
Corone  di  Lauro  ,  di 
Qiiercia,&  d'Edera  i8f 
Crilhllo  2ro 

Delfino  14^ 

Encelado  172, 

Fiamma  continua  14^ 
Fumo  i^^ 

Gamba  dell'Hippopota- 
mo  i6z 

Gerione  i^p 

Ghirlanda  di  fiori  148 
Harpie  i^j 

Harpocrate  166 

Hebe  i^S 

Hiena  166 

Flippopotamo  149 

Lauro  16^ 

Leone  H8.1j9.176 
Leoni  domati  1^0 

Mano  in  una  corona  re- 
gale i44 
Mano  che  accenna  col  di 
co                                184 

Mani  occhiate  ijo 

Mercurio 


T     A     V 

Mercurb  i^o 

Mirto  148 

Morlbdiferpi  i^^ 

Oliiia  148 

Parte  anteriore  del  Leo- 
ne 184 
Parte  diletteuole  d' una 
montagna               158 
Parte  inculta  d'una  mon- 
tagna                     158 
Pellicmo                    161 
Pie  di  Giganti             149 
Piedi  Leone  171 
Pie  di  Aquila             172 
Proteo                        1^5 
Rami  d'Oliua             17  + 
Rote  14^ 
Satiri  1^7 
Serpe  ly^ 
Scarauagio  184 
Scettro                       184 
Scoglio  ijz 
Statue  turrite.            175 
Apollo  pofto  per  l'Affetto. 
240.  giouane  che  fignifi- 
chi.2f7.  attempato  che 
lignifichi.                   25'7 
Appetito,&  Ragione  co- 
me dinotati,  &  perche 
fiano  infìeme  daunaban 
da  del  Tép. d'Amore  21  z 
Aquile  nera,  &  bianca  co- 
me congiiite  infìeme  260 
Aquilif^ri  184 
"Arco  de]laVirtib&  dell'Ho 


O    L    À 

nore  perche  comparifcè 
in  fine.  2^7.  perche  non 
poteire  elìere  fuperato 
dalle  Maghe.2f  7.  fiia  di- 
chiaratione .  25'7.  come 
rapprefenti  Ja  perfetta 
2^9 
forma  d'una  città       2^9 

Arditezza  come  dinotata  ' 

Ariftocratia  come  dinota- 
ta 2^9 

Arte  magica  perche  prefa 
per  fare  i  mutamenti  ch^ 
fi  uidero.  220.  221.  tolta 
per  recreatione         izi 

Auaro  &  Prodigo  come  fi 
coprano  col  màtello  del- 
la UirtÙ  .  2^2 

B  ^ 

Beatificatione  dell'amante 

20^  ' 

Beatificatione  della  donna 

amata  20^ 

Bene  è  di  due  forti,  &  quali 

Beni  efteriori,&  quali    22,3 
Benignità  come  dinotata 

2f  t 

Blandirle  ufate  dalleMaghe 

uerfo  i  Caualieri ,  &  perì 

che  230.2JI 

C 

Caduta  dal  fito  circolare  i 

quel  de  gli  ottogoni  che 

fi^nifichi  ■■^l^ 

Can- 


T    A    V 

Candelabro  all'antica  i66 

Capo  di  Medufa  come  di- 
noti il  contrario  della 
Piaceuolezza  25-4 

Charitàvirtùdelle  uirtÙ238 

Cartello  di  disfida         204 

Cafed'Aulhia,  &  di  Elèe 
antichifiìme        i6o.z6i 

Caiulieri  Manrenitori   126 

Caualieri  conuerfi.i^^.  per 
che  in  arbori ,  &  in  falli , 
&  non  in  animali.      252 

Caualieri  ricóuerfi.137.  ciie 
fìgnifichino.  2  ^4. come  ri 
feruino  l'intrepidezza  & 
la  coraggioficd  &  non  la 
conofcenza  delle  Ma- 
ghe. 254 

Caualieri  che  combattono 
tuttiinfieme       107.187 

Caualieri  che  s'inuiano  al 
Tempio.  191 

Caualieri  Venturieri  difiol- 
ti  dalle  Maghe  dal  prefo 
camino  2^5 

Caualieri  contra  il  nauigio 
de  gU  Argonauti  come 
dinotino  il  contrario  del 
lauircùheroica         1^6 

Caualiere  che  batte  una  da- 
ma perche  dmoti  il  cótra 
nodell'Amicitia       2^4 

Centauri  perche  dinotino 
il  contrario  della  lìnceri- 
%à  2^4 


OLA 

Centauri  faettantì  percht 
il  contrario  delia  clemen 
tia  256 

Colori  de  i  Manrenitori  co 
i  loro  motti  &  (ìgnificati. 
i27.i28.aItradichiaratio 
ne  loro. 2jf  .236.  appro- 
priati alle  Maghe  &  a  i 
fei  uitij  orÌ9^ìnahi^^.z^6 

Commodicà  qnali  ui  rtù  for 
mi  5  &  dichiarane  1  loro 
hieroglifìci.         243.244 

Confecrationi  d'Imperato- 
ri 173 

Configlio,  &  Rifolutione 
perche  porti  dall'una  bada 
del  Tempio  d'Amore  212 

Confukatione  de  gli  flati 
come  dinotata  244 

Continenti .  &  Intelligenti 
come  fignificati,& quali       r 
fiano  212 

Corno  Tuonato  al  Griffone 
perche  dinoti  il  contra- 
rio della  fedeltà.        2^4 

Corni  di  douitia  pofti  da  o- 
gni  banda  della  Fortuna, 
che  uogliano  fignificar 
24: 

Corone  due  della  gloriache 
uogliano  fignihcare    241 

Corrifpódenz  a  dell'amore 
onde  nafcajSc  fuoi  effet-ri 
207.208 

Cuppola  del  Tempio  d'A- 
more 


T  A  V 
more  perche  rimanga  di 
fcopena  neli'afcouderfi 
del  Tempio  214 

CuppoladeiTénio  d'Amor 
perfetto  perche  tutta  di 
criitallo  146 

Clementiacome  dinotata 

Creatione  de'Magiftrati  co 
me  dinotata  244 

D 

Damigella  fpauentata  per 
leHarpie  come  dinotili 
contrario  dell'arditezza 
zzs; 

Decihone  de  i  cafì  ardui  co 
me  dinotata  244 

Delfìni  come  dinotino  il  co 
trario  della  patientia  i$6 

Difl'olutochifia  224 

Dolore  ,  &  Sdegno  come  fi 
temprino  240 

Donne  imploratrici  d'aiuto 
come  dinotino  il  contra- 
rio della  liberalità  2^4. 

Donne  rapite  perche  dino- 
tino il  contrario  dell'in- 
trepidezza 255 
E 

Edifìtii  ueduti  nell'ultimo 
fpettacolo  perche  mag- 
giori dei  primi  2:59 

Edifitio  della  Maga  dalla 
Sfìnge  perche  uenga  da 


OLA 

alto  d  ballo  ,  &  perche 
portato  da  una  auuoJi  . 
2  2  5'.percheuago,  &pjea 
di  cantij&  luoni.2i).per 
che  ufa  lo  fdrucciolo  nel 
Tinuocare  zzs 

Edificio  della  Maga  dalla  Ti 
gre  perche  uenga  dal  Ce 
trOj&  perche  fatto  uenip 
col  luoco. 21  j. perche  ter 
ribile.22 5".  perche  ufale 
rimeda  frottola  nell'in- 
uocare  22^ 

Edifitio  della  Maluagità. 
21^.  perche  attaccato  al- 
laSelua  229 

Edifitio  della  Séfiialità.izj 
perche  attaccato  al  Labi 
rinto  229 

Elefante  caualcato  da  Ari- 
Iteo  15"! 

Elettione  non  fta  nel  male, 
&  come  s'intenda  il  det- 
to, che  fi  uede  ij  meglio  , 
&  s'elegge  il  peggio  2 16. 
217 

Etiope  pollo  all'Arco  della 
Virtù, &  deli'  Honore, 
che  importi.  257 

F 

Fama, 128. falifce  in  alro.i  j^ 
perche  non  poteflefalua 
re  i  Tuoi  feguaci.ij 7. per- 
che nel  fine  fé  ne  uolafle 
uerfo  il  cielo  261 

Fattu- 


T    A    V 

Tatturatloni  delle  Maghe. 

1 17. Si.  più  oltre 
Fedeltà  come  dinotata  168 
Felicitàj&  Tue  uie.  zo6.  che 

oppoftì  pofia  hauere3&  lo 

ro  cólìderatione.  25'2.25' j 

Ferrara  come  ellaltata  dalle 

Grafie  i6i 

Fine  delie  noftre  operationi 

è  il  primo  confiderato ,  & 
'  l'ultimo  effettuato  240 
Forma  di  uita  qual  fia  la  più 
-     bella  2^9 

Fortezza  come  dinotata. 151 

come  fia  dinotato  il  iuo  co 

trarlo  2^5' 

Forza  del  Tép.d' Amore2oj 
Forza  uiene dalla  moltipli- 
catione  del  bene  215 
Fuochi  diuerlì  r  16. 121.188 
Fuochi  illuminati  i  quattro 

Saffi  delTép. d'Amore  che 

uogliono  fic^nificare  219 
G 
Gétilezza  come  dinotata2f  1 
Gioue  col  fulmine  contrai 
'''Giganti  che  cofa  rportÌ245' 
Giro  circolare  che  fignifichi 

zi6 
Giudicatura  come  ditotata , 

&fuo  ufficio  244 

GiuiHtia  come  dinotata  250 
Giuliitia  come  fi  fia  intefa, 
'  &  dichiaratione  de  i  fuoi 

hicroglifici  Z4i 


OLA 

dauci  marini  tfz 

Gouerni,  &  loro  forme  priii 
cipaU  258.259 

Grafie  107 

Gratie  nutre  d'Amore.  2^7. 
perche  habbiano  hauuto 
carica  di  far  cópari  re  il  ué- 
roTép. d'Amore.  ^^8.239. 
perche  diltruggeffero  le 
Maghe  259 

Gratie d'Amore  prefe  perle 
Teologiche,  &  perche  zé^o 

Grat  itudine  uirtn  principa- 
le dell'Amore  257 

Groti  aperti  che  fignifichi- 
no  22^4 

Grotti  chiuSchefignifìchi- 
no  224. 

Grotti  pofti  alle  bande  del 

Tép. d'Amore  afcofojche  fi 

gnifichino  223.224 

H 

Habito  nelTignoranza  co- 
me fi  faccia  245 

Hidra  perche  dinoti  il  con- 
trario della  fplédidezzaij^' 

Honore,  &  quattro  Tuoi  gra 
di.  206.  208.  premio  della 
uirtù  I  206 

Imperfetrione  d'Amore  co- 
me s'intenda. 209. 210. qua- 
le fia  la  minore  21  £ 

I  M  P   RESE 

dell'  Affabilità  della  donna. 
141.&  148 

od- 


t    A    V 

deir  Amor   coperco  della 

donna.  17*^ 

deli*   Amoreftinto  della  dò 

na.  145 

deir  Amorfinto  della  don- 
na. 14^.161 
deli*  Amor  uiuace  dell'ama 

te.  145 

della  Confecratione  dell'a- 
mante.  14^,144 
della  Coftantia    dell'aman- 
te.ii7.128.Tj7.144.  t4^r47. 

If^.r57.i6j. 156.171.  175. 

176  177.  178. 
della  Crudeltà  coperta  della 
donna,  148 

della  Crudeltà  della  donna. 

1^7. I40.r4r. 144.147.  1^9. 

163.  i64.i65' .  166.  léj' 
della  Di/giuntione   de    gli 

amanti  14^ 

della  Dolcezza  amara  deli'a 

mante.  155 

della  Efcluljone  inopinata 

delTamante  i6j 

della  FideJtà   dell'amante  . 

140.141. 141.  i44.i)-4. 
della  Forza  della  beltà  della 

donna  167 

della  Gelolìadell'amace  if  ^ 
della  Glorificacione   della 

donna.  14^ 

della  Piaceuolezza  deliaco 

na.  148 

della  Pietà  elle  iore  della 

donna.  148 

della  Rifolucione  deli'aman 


OLA 

tecoftante  118. 17^ 

della  Sciagura  deiramate.i4j 
della  Sincerità  dell'amante. 

ii8. 141. 148.1^0 
della  Speranza  dell'aman- 
te. 174 
della  tepidezza  della  don- 
na.                         i)-8.i5'9 
deli'  Vnione  di  più  aman- 
ti.  I7P 
Imprefe  &  loro  confecratio- 
ne.                               zj"© 
Imprefe  mille                  25'o 
Imprefe  lìmplici              2^0 
Inconcinenri  &  inefperti  co- 
me figiuhcati  &    quali  fia- 
no  zu 
Indici]  di  uirtu         208.209 
Ingratiruciinecomes'intéda. 
2^7.258. più  nimica  d'Amo- 
re ch'ogn'altra  mala  quali- 
tà 258 
Integrità  come  dinotata  25  • 
Inténcione  de  i  Caualie- 

ri .  20y.20^ 

Intrepidezza  come  dmota- 
ta.  2jr 

Iracondia  &  foperchieria  in- 
ftrumenci'dellauioléza  217 

Ira  &  fue  qualità  i^i 

L 

Labirinto  irr 

Labirinto  &  Tuo  fico  &  prò 
prietà.ii  J.214.Ì  !  j  .  perche 
poftoalla  delira  del  Tem- 


pio 


218 


Leoni  còtra  l'Hefperidi  per 
S         che 


T     A     V 

che  dinotino   il  cenerario 
^ellamodeliia.  zss 

Liberalità  come  fignificata. 
2,41.  2  jo. Tuo  contrario  co- 
me dinotato,  ijf 

lu(ìnghe«&  frodi  delle  Ma- 
ghe 150. &  156 
M 

IVlaeflri  di  campo  158 

Alagache  molira  lafalfattra 
ila  dell  Honorc  come  fia  «1 
contrario  delia  magnanimi 
tà  i<^6 

Maga  dal  Cocodrillo  perche 
conuenga  con  rinuidia  zz6 

Magidaila  Sfinge  che  appar- 
raniento  hauefle  &  fua  di- 
chiaratione.  218.219 

Jvlaga  dalla  Sfinge  perche 
prouochi  iifpirici  aerei  22 f 

Maga  dallo  Struzzo  che  ap- 
partamento hauefle  &  fua 
dichiaratione  219 

Mage  dalla  Teiluggine  per- 
che hauefle  TOcio  &  il  Son 
no  nel  Tuo  appartaméco.218 

Maga  dalla  Tigre  perche 
prouochi  lifpiriti  dal  cen- 
tro per  farnalcere  un  pala- 
gio .  224 .  perche  uenga  alla 
loperbia  22^ 

Maga  dalla  Volpe  perche  co 
uengaconla  cupidigia226 

M.ighe  che  prendono  diuerfi 
colori.  J34 

Maghe  che  rparifcono  . 
J90. 191 


OLA) 

Maghe  uecchie  ir^ 

Maghe  uecchie  fcapiglia- 
te  188 

Maghe  uecchie  tramutate  in 
giouani.  12^.  129.  perche  li 
trasformino  [in  aipetti  gio- 
uanili. 2.0. quel  che  trattino 
di  fare  conerà    i   Caualie- 

ri.  ^S^-'-^i 

Maghe  ufcite  dal  ^Labirinto 
quel  che  lignifichino,  &  per 
che  ueitite  di  Giailazzo  222 
Maghe  ufcite.dalla  Selua  che 
fignifich:no.&  perche  uelH- 
tedileonato.  222 

Maghi  che  leuano  le  forze 
perche  dinotino  il  cótrano 
della  magnificenza  257 
Maghi&  Maghe  114.11^ 
Maghi  &  Maghe  feruéti  che 
multuano  iS^.iS6 

Maghi  principali  &  loro  uffi 
ciò.  137-ijS 

Maghi  feruenti  1^8 

Magnanimità  come  dinota- 
ta 2^1 

Magnificenza  come  dinota- 
ta 2n 

Maligno  chi  fia  224 

Manfuetudinecome  dinota- 
ta. 2)-! 

Malfime  due  ,'  &  come  dalla 
buona  fi  uada  alla  trilla  216 

Mediocrità  dell'imprudente 
quale  fia  253 

Mediocrità  quale  Iia.233.del 

J'jra.  2J4 

Mcr- 


T     A     V 
Mercurio  pofto  per  l'EfFer- 
to.  24Ì 

Militia  come  dinotata     244 
Mifchi  lucidi  deile  ba(ì  delle 
piramidi  che  uoglianolìgni 
fìcare.  218 

Modeftia  come  dinotata  i  j  i 
Montagna  che  s'apre  121 
Montagne  po(ie  alle  bande 
del  tempio  che  uogliano  fi- 
gnitìcare.icS.  &c}uali  (ìano 
quelli  che  ui  uanno  eran- 
do  Zi  8.2  19 

Molari  bizarri  come  dinon- 
no il  contrario  della  giuih- 
tia  2J4 

Moftri  diiierfì  1^2 

Malica  foaue  perche  nel  La- 
birinto, &  iirepicofa  perche 
nellaSclua.  2j(5.2j7 

Mii(ìche  12^.124. 1:50.1^^.195. 
&  altroue  in  più  luoghi . 
N 
Natura  perche  porti  due  fre- 
ni. 241 
Ninfe  bofchereccie         163 
Ninfe  che  fingono  d'amare, 
perche  dinotino  li  cótrario 
dellagentilezza  ly^ 
Ninfe   compagne  di   Cire- 
ne .                                        1^2 
Ninfe  Marine  &  Bofcherec- 
cie.                               168 
Ninfe  porte  alle  rifalite  delle 
Piramidi  che  uogliano  fìgni 
fìcare.                           118 
Nuuoia                         lii 


OLA 


O 


Orione  &  Caliiiojfegni  ce^e 
Iti  &  magici  J47 

Oltro  de  gli  antichi  i^x 
P 

Palagio  della  Maga  dallaTi- 
gre .  124 

Palagio  della  Maga  dalla  Sfiti 
gè.  i2i 

Pallade  col  fulmine  contri 
l'armata  d'Oiieo  che  cofa 
importi.  245- 

Palle  di  criftallo  fopra  le  due 
piramidi  &  loro  lignifica- 
to. 2l5 

Parti  principali  della  citti 
che  diliribuifcono  cjuali  fia 
no  245 

Parti  principali  della  città 
che  fono  diilribuJte       244 

Patientia  come  dinotata  2^1 

Perfecutori  delle  donne  co- 
me dinotmo  il  cótrario  del- 
la temperanza  .  iff 

Pefcedel  mar  glatiale     1(5/ 

Piacerecomelì  tempri  .240, 
come  fia  confiderato.     241 

Piaceuolezza  come  dinota- 
ta. 2?a 

Piramidi.  ii2.m^ 

Premio  della  uirtuofa  opera- 
tione  di  amore .  loS 

Profpecti  tre  conformi  àlls 
tre  uie  della  felicità  .      20f 

Principi]  dell'operare  due  & 
quali .  2JO 

Principi;  oppoili  alle  due  pri 
S    x        me 


T     A     V 

mepoflanze  deluitio     231 

Proteo  &  fue  trafmuutio- 
ni  ifi 

prudenza  &  fue  quattro  par- 
ti. 2^8 

^Prudenza intorno  ai  coftu- 
mi.  21^ 

Prudenza  intorno  a  gli  asi- 
bili.  "^      "" 


R 


21J 


Ragione  nel  uitiofo  come 
non  (Ì  efiingua  215 

Regina  Barbara  perche 
delfeoccafione  alle  Gratie 
di  aprire  la  ftrada  della  feli- 
cità 160 
Religione  come  dinotata244 
Ricòpéfa  come  dinorata.25'0 

S 
Satiri  come  ripugnati  alla  uè 
racità.25'4.  come  fianoilcò 
erario  della  benignità  i$6 
Selua.113 .11 4.fuo  fito  &  pro- 
prietà.21^. 214.21  j.  perche 
poftaalla  (ìniftra  del  Tépio 
d'Amore.  218 

Seluatici  come  dinotino  il  co 
.trario.  dell' Affabilità     25r4 
Serpi  centrale  cicogne  per- 
che fiano  il  contrario  della 
ricompenfa.  25'4 

Seruitiì  fatta  al  fuo  (ignote  è 
(ìmile  all'amore  &  come209 
Settizonio  di  Settimio     12  j 

SiGNiFlCATIONi     di" 

uerfe. 
Adulacione  (ìgnificata    147 


OLA 

Affanni  graui  171 
Animo  quieto  &  allegro  159 

Amor  finto  145- 

Amata  14J 

Amante  145' 

Carità  16 1 

Coflanza  154 

Delitie  158 

Diidegno  159 

Diuifione  1^7 

Dolore  15:9 

Facondia  148 

Fede  ij^ 

Fermezza  1J4 

Fin  buono  150 

Fortuna  finlH'ra  1^^ 

ForzadelSole  176? 

F  ranchezza  d'animo  1 64. 

Fraude  149 

GarroJità  148 

Gelofia  ijjr 

Homero  164 
Honore  indicate  la  uìrtù  185' 
Impietà  149. r5z 
Impediinento  della  refpira- 

tione.  166 

Impedimento  dclÌQ  degne 

operationi  lyz 

Impudicitia  1^7 

Immutabilità  146 
Inditi)  delle  operationi  uir- 

tuofe  &  honorate  j8  r 

Infideltà  149 

Inlhbilità  166 

Iracondia  1S9 

Lealtà  i5'4 

Manfuecudiné  i  S9 


T    A    V     O      LA. 


Mutatione  dell'elfer  di  no- 
ihauita  i66 

Obedienza  ij7 

Operare  ijo 

Opere  manifefte  occhia- 
re tjo 
Pace                                174 
Piaceuòlezza  148 
Pietà                                148 
Prouincie                         17J 
Prudenza                         1$^ 
Purità                               150 
Schifezza                        146 
Sdegni                             174 
Tempo  della  notte          i66 
Tranquilhca                    174 
Veleno                              158 
Venti  principali               178 
Virgiho                            164 
Virtù  che  uengono  da  buon 
configlio  &  da  gra  core  171 
Virtiìdel  buon'operare    1^0 
Virtù  della  terra               176 
Virtù  generate  l'honore  184 
Vittorie  ottenute             140 
Vnione                            183 
Simulacri  pofti  traleimagi- 
ni  delle  uirtù  &  quelle  de 
gli  honori .                     24^ 
Sincerità  come  dinotata  2  jo 
Soperbia  dirittamente  con- 
traria all'amore              z^6 
Scita  porto  all'arco  della  Vir 
tu  &deirHonore  che  dino 
ti                             257.2^8 
Scudo  d'acciaro  come  dinori 
.il contrario  della maufuccu 


dine  ijj' 

Specchio  &  fqiiadro  di  pioin 
bo  perche  s'attribuifcono  al 
dolore  &  allo  rdegno,&  che 
fignifichino  241 

Spettacolo  primo  porto  per 
l'imagine  dello  fchifare  il 
male  &  artenerfi  al  bene  219 

Spettacolo  fecódo  porto  per 
l'imagine  del  conofcere  il 
male  220 

Spirito  maluagio  come  con- 
trario all'amore  2f4 

Splendidezza  come  dinota- 
ta. 2ft 
T 

Teatro  10^ 

Tempio  d'Amore,  no  .  doue 
fi  finga.  ìo6.  come  giri  .114. 
perche  daquefto  fi  faglia  a 
quel  della  uirtù  208 

Tempio  nouo d'Amore   19E 

Tempi]  d'amore  due  &  per- 
che .  209 

Tempio  dell'Amore  imper- 
fetto &  fua  fituatione  .  209. 
fua  dichiaratione  210.  per- 
che giaccia  foprauna  piag- 
gia montuofa  21  j 

Tempio  dell'Amorpcrfetto 
&  fua  dichiaratione       246 

Tempio  uero  d'Amore  fa  fpa 
rire  gli  alberghi  del  uitio  & 
introduce  quei  della  uir- 
tù ^  239 

Tempio   d  Amore  che  cofa 

concluda.  i^t 

Tem- 


T    A    V    O    L    A 


Tempio  della  Virtù,  ni.  fua 
falica&  proprietà,  zof  .& 
,  come  da  quefto  fi  uada  a 
queldell'Honore.  208 

Tempio  dell'Honore.iii.fua 
faliua&  proprietà  20^ 

Temperantia  come  dinota- 
ta ijo 
Terremoti  1 14. 191 
Terremoto  perche  fi  faceffe 
nella  rifolutione  degliiii- 
cantefmi  259 
Trionfi 
òeìÌQ  Amazoni  140 
dell'  Arco  della  Virtù  &  del 
l'Honore  184 
dell'  Amor  contrario  14J 
de'gli  Argonauti  179 
dei  Camelo  1^7 
di  Cerere  174 
delie  Cicogne  148 
del  Colofibdi  Gioue  146 
della  Dama  142 
di  Diana  1^6 
di  Etna  171 
della  Fama  128 
delle  Fiere  167 
del  Fulmine  17^ 
del  Griffone  144 
di  Harpocrate  166 
di  Hebe  1^4 
deir  Hefperidi  160 
dell*  Hidra  161 
del  Laureto  16^ 
della  Montagna  158 
di  Mercurio  149 
di      Proteo  iji 


dello  Scoglio  178 

delle  Sirene  175- 

del     Tempio  dell'Eterni- 
tà 1^4. 
delle  Trasformationi      141 
Trionfi[poitati  da  i  Caualieri 
con  che  intentione .  208.  Se 
&  che  importino         248 
Trofei  appefi  alle  Piramidi 
'  che  uogliano  fignificare  218 
Trombetti  antichi  184 

V 
Vafo  antico  14^ 

Venerare  &  temere  Dio  prin 
cipio  delle  importanti  ope- 
rationi  24^ 

Venere  con  la  palla  del  cielo 
che  fignifichi  247 

Venere  con  la  palla  della  ter 
ra  che  fignifichi  247 

Veracità  come  dinotata  2  5:0 
Via  di  fai  ire  dalla  Virtù  al- 
l'Honore.  244 

Vigilanza  &  Perfeueraza  2^8 
Virtù  come  fi  rifpondano  in- 
fieme.  241 

Virtù  heroica  come  dinota- 
ta if  2. 
Virtù  perche  habbia^  il  Tem- 
pio dopo  quello  dell'Amo- 
re 240 
Viteattiua  &  comtemplati- 
ua  come  cóuégjno  infieme 
&  perche  po(te  nell'étraca 
del  Tempio  dell'Amor  per- 
fetto                              i4/ 
Vitij  che  poflbno  efler  ne/i 
ricchi 


.    v.r  TAVOLA 

ricc!i.&  fortunati         ,.8  Viti,  h.  due  principali  Impe- 

Vici  perche  congiunti  infie-  dimcnti,&  quali           Ti 

menonhabb.anoforza.zj  Vicio  non  fi  può  conofcVre 

VKijf.ior.gmal.  comefigni  fenza  qualche  fcincila  di 

iitaci.iii.non  poflonoita-  uirtu 

re  l'uno  fenza  l'altro     22j  ^^® 

NOMI     DE'CAVALIERI 

D  EL   TEMPIO   D'AMORE. 


^  Goftino' Adenti       144 
Alberto  Auogaro      lóó" 
AJeflandro  Andnarì  n^ 

AleflandroCanani  i^g 

Aldi;indro  Lombardinoi^o 
Aletìandro  Romeo  17, 

A ifonfino  Trotto  160 

Alfonso  Duca  di  Ferra 
ja 

Alfonfo  di  E/ieMarc.  di  Mó 
tecchio. 

Alfonfo  EftéreCótrario  179 
Alfonfo  Bendidio  /e. 

Alfonfo  Magno  ,^7 

Annibale  BentiuoglJo  iz6 
Annibale  Montecuccoli  147 
Antonio  da Thiene  i.g 

Antonio  Galeazzo  Bentiuo 
giio  j 

AntonioMariaZerbinatii^o 
Baldaflare  MacchiaueJli  17^ 
Bartholomeo  Profpero  08 
Bernardino  Boiardo  J7S 
Bono  Trotto  /.g 

Camillo  Montecuccoii  n6 
Camillo  Montino  16^ 


Camillo  Turco 
Camillo  Riccio 
Cefare  Efrenfe  TafTone 
Celare  Sacrato 
Conte  Aluarotto 
Cornelio  Bentiuoglio 
Curio  Buldieri 
Diamante  Diamanti 
Federico  Miroglio 


,6; 

140 

J41 
147 

^7f 

147 


Ferrante  Eftenfe  TafTone  179 


Francefco  Berto 
FrancefcoCaftelli 
Francefco  Perondello 
FuIuioQuiftelli 
FuluioRangone 
Galeazzo  Giliuolo 
Galeotto  Auogaro 
Gafpare  Monte 
Gherardo  Beuilacqua 
Gio.Battifta  Trotto 
Gio.  Batti  fta  Mela 
Gio.Battifta  Saracco  ^^-. 
Gio.  Francefco  Franco  1,3 
Gio.  Fracefco  Muzzarelii^j- 
Gio.  Maria  Riminaldo  17, 
Gio,  Tornalo  Sarraco      i  ^  \ 

d'amo 


144 
140 

M7 
l6G 
i66 
iS7 
H7 
HI 
1T8 
167 


TAVOLA 


»•  A    M  O   R   E  . 

Giouanni  Anghiari  i6j 

Giouanni  Palquaietto     i$8 
Guohrno  Fabiano  175' 

Giulio  Eitenfe  TalTone  179 
Giulio  Moro  i6j 

Giulio  Aigrifoli  i6j 

Giulio  Marxi  138 

Guido  Benciuoglio  iz6 

Guido  Calcagnino  174 

Guido  Baldo  Putti  147 

HercoleBrafauola  16^ 

Hercole  Eiiéf^  Cótrario  179 
HercoleEilenfeTafTone  138 
Hercole  Elèen.  Tali;  del  C. 
Nicolò  160 

Hercole  Giliuolo  141 

Hercole  Taflbne  141 

Hercole  Pio  171 

Hercole  di  Francefco  Put- 
ti 144 
Hercole  Montecuccoli  1^4 
Hercole  Muzzarelli  i^S 
Hercole  Sarraco  147 
Hippolito  Gianluca  174 
Hippolico  Stronzi  175" 


Hippolito  Spécia  146 

lacomo  Càualetto  140 

Leonardo  Auoglio  157 

Leonello  Lauezuolo  6z 
Lodouico  Gueriero  Manto 

uano  i5i 

Luigi  Gonzaga  116 
Marco  AntonioGiliuolo  15S 

MauritioZambotto  166 

Nicolò  Pigna  165 

Onofrio  Beuilacqua  i$j 

OttauiodaThiene  179 

OctauioLandi  lyS 

Palla  Strozzi  116 

Paolo  Antonio  Trotto  144 

Paolo  Emilio  Breniero  149? 

Paolo  Latiofo  166 

Pio  Enea  Obizzo  171 

Rahele^^Rarponi  15-8 

Seipion  Giliuolo  ijf 

Scipion  Sacrato  138 

Tomafo  Calcagnino  '16^ 

Tomafo  Sacrato  16^ 

Vefpefìano  Mancini  154- 

VicenzoFlifco  ijS 


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