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S.S.Tictro cA- CaJtc//o
Forestiero illuminato ■
INTOE.NO lE COSE PIÙ» RARE E CURIOSE
i^NTICHE, E MODERNE CITTÀ DI VENEZIA / ^^/ ^
L DELV ISOLE CIRCONVICINE ~ ^-^
Con la descrizione ideile Chiese, Moni- steri j Ospedali , Tesoro di s. Mar- co , Arsenale, Fabbriche piìbbli- che , Pitture celebri. Fun- zioni, e Divertimenti 5 e di quanto v' è di più riguardevole.
Opera adornata dì vedute In Rame T PARTE PRIMA
IN VENEZIA/ M D C e e V I.
Presso Giacomo 5? torti
Con Lìc\m:i ds* Stiperhrh '
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3 SESTIERE DI S. MARCO.
A artendosi dall'albergo il Forastiere, potrà portarsi alla CHIESA DUCALE DI S. MARCO. La Tràsksione del •Corp.o di S. -Marco E vangelista ^a Ahs- sandiia in questi luoghi , la quale iegu\ nel nono Secolo allora quando i .Saraeini infestavano 1' Egitto , è stata la cagione delia fabbrica di c[uesto gran Tempio . A questo si è dato principio i'arxnoSzS. se- condo gii Storici yeneziani , sotto ii go- verno di Giovanni Pariicipazio a spese di Giustiniano suo fratello, avendo egli così ordinato per suo testamento ; e la prima pietra fu gittata coU'impronto di una Croce da Orso Eadoaro Vegeovo Olivoletise. 1 in questo tempo appunto «bbe^ principio la dignità di "Primksrk ^ che è il Prelato di q^iesta Chiesa , a cui JnnocenZio IV, digda Je insegùe Episco- pali , come scrive Paolo Morosini nella 5ua Storia aila pag, 65. Ma ripigliando la nostra descrizione, dopo l'incendio av- venuto negli anni ^76, fu rifabbricata in forma pi» ampia, come si vede oggidì, A a dal
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dal Doge Pietro Orseoio , annoverato pò scia a* nostri tempi fra'Saati . Nell'anno 1071, sotto il Doge Domenieo Selvo co- minciossi ad ornarla di M«saico, ed ab bellirla con marmi, colonne e pietre fi nìssime trasportate d'Atene, e da varj altri luoghi dell* Oriente i e fa consacra- ta negli anni 1085. sotto Vitale Fallerò -
Questo Tempio è formafo secondo il rito dell'antica Cristianità , essendo divi so in quattro parti . La prima di queste è il Fe^tìbolo j o sia qu^lT Atrio, il qua le circonda una gran parte del Tempio «i
La seconda è il Grembo , o come di- ciamo , la J<[ave d^Iia ihiesa ; e questa in alcuni Tempi era tagliata per mezza da una parete, ch^ giuugeva sino al Pul pito, owQxo zW ^mbofie secondo i Gre- ci j per separare gli Uomini, dalle Don ne, che andavano alla sinistra, e gli al tri alla destra: in altri però pernon da- re quell'aspetto deforme al sacro Tem pio , il luogo delle Femmine era poste in alto nel fondo di esso , e vi sì ascen deva con scale vicine alla Porta mag giore , come appunto vedesi nel nostro ^scendendosi in questo luogo per quelle due picciole Porte che sono ai'Iati del la maggiore , rimanendo libera tutta U Nave per gli uomini . E'inoltre da os
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servarsi 5 chs dall'una e dall'altra parte della Nave vi erano due Portici divisi da arehi e colonne , che si chiamavano Je Ale 5 come appare in questo Tempio.
La terza parte o sia V ,Amhond <^ che significa luogo eminente , viene circonda- to da un muro 5 a cui si ascende per al- cuni gradini , e in esso %\ veggono due Pulpiti, cioè uno dalla parte del Vange- lo , di figura ottangolare, sostenuto da i^, colonne, alte 6. piedi in circa, e diviso in due piani, nel più basso de* quali si legge k Pistola , e si fanno le Prediche ne* giorni più solenni, e nel più alto si legge rEv?.ngeIio : ed un altro dalla parte della Pistpla , di forma pure ottangolare, sostenuto da no'/e colonne di finissimo marmo . In questo si presen« tava ai popolo il Doge dopo la sua crea- zione : nella sera del Giovedì Santo e nella Vigilia dell' Ascensione si mostra il Sangue miracoloso di Gesù Cristo , con altre insigni Reliquie : e vi stanno i Mu* £jci a cantare i divini Uffizj . Viene chi^» mato volgarmente il BìgoKxo .
La quarta parte della Chiesa è il San- tuario , chiamato dai Latini il San8a ^im^oYum -i il Luogo segreto^ ed ii Tri-- bunale . Nei mezzo vi è l'Aitar grande posto sotto una volta di Serpentino , se- A i' ' ' ste.
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tenuta da quattro colonne di marmo òi» anco lavorate di figure di tutto rilievo ^ alte un palmo, rappresentanti le Storie Sacre dei Testamento vecchio e Huevo é Vicino al parapetto dell' Altare vi sono li quattro Evangelisti, e ì quattro dotto- ri latini' 5 di bronzo, eccellente lavoro del Sansovino. .Dinanzi a questo Alta- re , dove si mette il Pallio , vi è il pa» yapetto di argento dorato , con figure greche scolpito • Sopra il suddetto Alta- re nelle principali solennità sogliono es- porsi preziosissimi addobbi e sacre sup- pellettili di vasi 5 candellieri , e bacini , la maggior parte di oro 9 che lo rendono assai pomposo e magnifico . Degna di particolar osservazione è la Tavola , det- ta volgarmente Pala , posta sopra V Alta- re , ch'è porzione di quella dell'Aitar maggiore di S, Sofia di Costantinopoli , fatta nella suddetta Città Tanno 97^* e trasportata in Venezia Tanno i205, sot- to il Doge Ordelafo Fallerò ^ indi col- locata sopra un tale Altare, e negli an- ni 1209. sotto il Principato di. Pietro ;^iani riabbellita da Angiolo Faliero Pro- curatore delia Chiesa , che vi aggiunse varj ornamenti di Gioje e di Perle, Fi* mlraente Tanno 1345» essendo Doge An- drea Dandolo 3 $i restauri) di nuovo, &
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vi si accrebbero diverse ai tre gemme pre- gievolissime . Ella è tutta di lamine à* oro massiccio , con jSgure alja <3reca di Basso rilievo, intorno alle quali informa di nicchie si veggono varj lavori fregiati di Rubini, di Diamanti , di SmeraUi, e Perle . Ma non si seiìopre se non nelle maggiori solennità. *^
La mensa di questo Aitare è fors;,ata ^a un Cassone di marmo, che ne rinchiu- de cn* altro di bronzo , in cui ^ino dall* anno 1094. conserVijii il Corpo del glo- rioso Evangelista S, Marco , che vi fu posto ii -8. Ottobre dell'anno stesso, co- me lo attesta il Dandolo nelle sue Cro- niche ; e in un antico Messale scritto a penna in carattere Gotico , che ha molte miniature, e si trova nel Tesoro, vedesi in una di esse rappresentato il fatto del- ia deposizione dei santo Corpo sotto a ■questo Altare 3 fatta col mezzo dì alcuni Prelati alla presenza d^ Doge .
Dietro a questo Altare in qualche àì^ stanza 3 è situato quello , in cui ronser- vasi la Santissima Eucaristia, dinanzi sa miale oltre a sei colonne, che io ador- nano kt-sralmente, 5e ne veggono quattro di finissimo s trasparente Alabastro ^ 2k\tQ piedi S., d'inestimabile prezzo'* Al di dentro ve ne son<> due dì Serpentiso , ^
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il Parapetto è di Porfido . La porticella del Santuario è di bronzo , coh figure ài mezzo rilièvo : opera di Jacopo Sanso- vino .
Q^uesta Cappella Ducale è serrata da un Parapetto che con 8. cok>rTàe sosten- ta un bel Corfiicione largo piedi 3.; il tutto composto di Porfido , di Serpenti» no j e di altri marmi preziosi . Sopra det« to Cornicione sta nel rne^zo collocata uni Croce di argento massiccio, e aitati di essa vi stanna errette 14. Figure di marmo , grandi al naturale , che rappre- sentino la B. Vergine, S. Marco e li XII Ap33toii .
Sotto i due poggioli , che sono d'ambi i iati della Cappella si veggono alcuni Bassi-rilievi di bronzo , di mano di Jaco- pa Sansovino , esprimenti il miracoli ed il martirio di S. Marco. Di sopra veg, gonsi due Corridori con due Organi . II primo posto a maao destra senza nome dell'Amore, è ornato ne' portelli colle immagini di S. Marco, S. Teodoro, S. Qirolamo , e S. Francesco dipinte da Gentil Bellino. L* altro a mano sinistra fu fatto da orbano da Venezia , e Fran- cesco Tacconi Cremonese vi dipiitse 1* anno 1490. la Natività del Signore coli' Adorazione dei Ma§i , e la Risurrezione ,
Alia
Alla parte destra deli' Altare del SS, Sacramento si entra ia Sagrestia psr una porta fatta ài bronzo, e di busso rilie' vo , con belle Figure che rappresentano la Morte e Risurrezione del Redentore , cogli Evangelisti e Profeti: disegno del Sansovino, il quale ancora ci pese negli angioli il suo ritratto , con quello di Ti^ 2Ìano j e dell' Aretine^ poeta, allora suoi- strettissimi amici . La Volta di questa Sagrestia è lavorata di Musaico minutìs* Simo j e perfettissimo massime per ia prò» prietà delle Figure , che si dicono esser di'lla scuola di Tiziano ; Opera molto stimata di Marco Luciano Rizzo , dì pre- te x^lberto Zio, e di Franc^jsco Zuccate j che terminò Tanno 1551. \
Sono dcìgni di ammirazione in'partico-» lare li due piccioli quadri di S, Girola»» mo maestrevolmente effigiaci.
Le spalliere di Noce che sono all' ip- torno lavorate di varj rimessi , esprimono, alcuni fatti relativi al protettore S. Mar- co.
Q^uivi in poca distanza vi è una por- ta , per cui discendendo una scala si an- dana sotto il Coro, dove anticamente ^elebravansi li divini Uffiz), ed un taZ luogo riceveva il lume da sei finestre poste nel bsssamentOj che- form^ il suddect^r
Coro »
Coro . Un tal luogo cliiamavasi sotto Con. Cessione, Ma d®poctó vi penetrò l'acqua in maniera , che più non si è potuto abi- tare 3 fu chiuso come al presente si ve. de •
Uscendo dall'altra porta minore della Sagrestia , si trova il terzo Altare , de- dicato a S. Pietro Apostolo, tutto di marmo j con una Immagine di meirzo ri* lievo dello stesso Santo .
Dicendendo alquanti scalini nella Cro- ciera delia Chiesa , alla destra della Cap- pella maggiore vi è il quarto Altare de- dicato a Nostra Signora, oVe si venera una sua Immagine miracolosa, fatta, co- me sì dice, per mano di Se Luca: Im- magine, che gl'Imperadori di Costanti- nopoli portavano seco nelle spedizioni militari , siccome scrivono gli Autori Greci . Fu trasportata a Venezia dal Do- ge Arrigo Dandolo, in occasione della conquista di Costantinopoli fatta dai Ve. jneti uniti a' Francesi Tanno 1203.
Nella stessa Crociera, vedesi un pie, colo Altare dedicato all' Apostolo S. Paolo, colla di lui Statua di marmo.
Poco distante è situata una Cappella , che sta per lo più chiusa, ove riposa il corpo di Sant'Isidoro Martire, che fu |>ortato dall'Isola di Chio dal Doge Do,
me*
uieniGo Michele nell'anno lii$»\ come attesta la Iscrizione , che si legge nella stessa Cappella ; e fu riposto in un Se* polcro di inarmo con sopra la sua Ssa* tua 3 ed altre figure di basso rilievo •
Volgendosi dalT altro iato della Chie- sa che riguarda il Cortile del Palazzo Ducale 5 a simsCra della Cappella mag* giore , vi sta T Altare consegnato a S* Clemente con tre figure di marmo di tutto rilievo *
Andando air ingiù, divede quello di S, Jacopo Apostolo con i:na figura di marmo , eretto dal sopraddetto Doge Cristoforo Moro , Alla sinistrar di questo Altare in mezZo il pilastro del Parapetn to s si scorge una piccola Cesta di mar- mo, dinanzi a cui sta sempre accesa una lampada^ in memoria dell'Apparizione, che negli anni 1094.^ fece da quel luogo l'Evangelista S. Marco: miracolo , di cui vien fatta solenne commemorazione ogni anno, celebrandosi ai 25. di Giugno \z festa di una tale Apparizione *
Vicino pure ritrovasi uh altro Altare ornato di belle Colonne, in cui si corir. serva parte del Legno della SSma. Croce-
Gli Archi di questa gran fabbrica con. tengono un Corridore a mezz'aria orna- to di colonnelle, che circonda tutta la
Chifn
Chiesa , e per cui d'ogni parte vi sì puè camminale d'intorno.
Neil* uscir di Chiesa per la porta late- rale che conduce alla Piazzetta 5 sì eri- Èra nella Cappella del Battisterio , la quale un tempo era Una parte del Vesti- bolo ; perchè secondo il rito antico il Battisterio stava fuori del tei«pio . In essa vi è un Altare isolato con sopra un" Immagine di Mi V* in pietra viva di tut» to rilievo 5 ed una Croce d'argento an« tichissima, appoggiata ad una cattedra di jTiarmo sopra cui sedeva S. Marco iit Alessandria: Nel mez^o della Cappella si vede una grande Urna coperta ài b:on« so , che serve di sacro fonte batCesima' Je , ed ha nella cima una statua parimen- ti di bronzo dì 5. Giambattista. Alla parte destra dell'Aitare suiTalto del uiu» IO spicca una testa di pietra, e sotto di essa si Veggon due Lapidi crédute della prigione in cui fu decollato S. Giambat- tista; e vi si scorgono sopra alcune goc, eie di sangue ; queste pietre furono reca- re a Venezia da! Doge Vitale Michele l'anno 1097. dopo la spedizione di Tiro « J sepolcri, che vi si veggono , sono, uno del Dsge Giovanni Soranzo , creato J"an, 510 13 12, sotto di cui fu ricuperato Ne» gropotate ; l'altro dietro il Battisteri© j
del
^el Doge Andrea Dandolo ,' il quale re^ gnò dopo Tanno 1342. e fu iì primo tra i Nobili Veneziani,, che ricevessero Is laurea dottorale. Ég^i* fu Podestà f^i Trìe^ ste , ed ebbe in f^udo da quel Vescovo- il Castello e territorio di Siparo. Venne destinato Pro veditore nélT Armata dei Vene2iaai Contro Martino della Scala » Pu Scrittore de* suoi tempi molf© accre- dicato , avendo r^^istrato nella sua Cro- xiica Bon sol-o j fatti più meDiGràbìIl del- la sua Patria , ma ancora compendiati gir Annali àt\ T^iondo. Sotto il suo Princi- pato si rinnovò la Guerra coi Genovesi : si f<fce sentire in Venezia un gran terre* aioto 3 che gìttò a terra diversi Campa- "i^^ 5 Chiese, e molte altre fabbriche» e fu desolata l'Italia tutta da fiera pesti- lenza, che durò per sei mesi , della qua- le iJ boccaccio rie scrisse tm curioso rac= conto^; e Sopra la porta della Scuola dèlia Carità^ fu^ posta quella iscrizione , che tuttavia si vede, dove sta descrìtto un <^si lagrimevole successo . _ Alla destra della C^^ppella sì veggono alcune colonne di Serpentino, chedìccn- M trasportate di Gerusalemme dal tempio ci Salomone .
Quinrli ci entra in altra Cappella ( det- ta del Cardinal Zsiio) che occupa un' B altra
altra parte àsì Vestfbolo. Questa Cap» pella è serrata dairalto al basso con due gran porte di Bronzo lavorate a trafori : runa iri fàccia ali* Altare, l'altra per ^anCo riguardante il Battisterio . ©irim» petto alla prima vi è un Altare di brón, zo Con statua di M. V. sedente 3 e il Bambino in braccio : alle parti due sta- tue pure di b'onzo al naturale ; il cibo* rio di scipra è appoggiato su qiraetfò co- lonne Similmente di bronzo lavorate con gran diligenza^ con le insegne della Fa- miglia Zeno 6 Nel mezzo delia Cappella vi sta Un cassone di brortzo circondato 4a sei figure rappresentanti Sei Virtù; sopra del quale giace il predetto Cardi» naie itì abito episcopale tutto di bronzo • Egli era nipote del Pontefice Paolo li. Veneto, Camerlingó di S, C. è Vescovo? di Padova 5 ove morì ranrio 1501. aven- do lasciato nel suo Testamento una grati somma di So'dó, e quantità di argento JavoratO alla sua Famiglia , ad alcune Chiese 3 e specialmente alla Repubblica 4 che per gratitudine gli eresse un sì bel moTiUicento ; ■ ed in memoria di così il* lustre soggetto , 11 Doge con la Signoria soleva ogni anno itìtervetìire nella Chiesa di S. Marco nel Mes0 di Maggio ai so- lenni suoi Funerali , Nella volta di que«
sta
§ti Cappella vedesi figurata in mosaico h Storia dell'Evangelista S. Marco.
Prima però di uscire dal Tempio sono degne da osservarsi le tante Opere anti. che e moderne fatte a Mosaico , che adornano tutte le Cupole s'Nicchie , VoU te, ed Archi, nel qual lavoro si è im. piegato molto tempo , e si è spsso , e si spende tuttavia gran • somma di danaro » Con tali figure si rappresentano molte Storie del Vecchio e del Nuovo Testa, mento , in campo di oro e con tale rie» chezza , che veramente sorprende . Sotto alle dette Storie è scritto in versi il loro sign ficato , e si leggono ancora varie Profezie del famoso Abate Gioachino* Dicesi , che ì due Frati sopra la porta del Tesoro, preveduti da lui molto pri- ma ^he venissero al mondo, rappresenti- no S. Domenico 5 e S. Francesbo , e Io Stesso di molti altri simboli curiosissimi si racconta .
Il Pavimento ancora di questo augusto Tempio lastricato con minutissime pietre di va;) colori, e lavorato con vaga in» Venzione di fogliami , di animali ec. di* nota parecchie cose future , ed alcuni av* vertimtnti , come per esempio li due Galli, che portano una Volpe, dicesi , che fossero interpretati per Carlo Vili, e Lo^ B % dovì%
tìovico Xìl. Re di Francia, che porta- rono fuori dello Stato di Milano Lodo- vico Sforza astutissimo Principe de' loro eempi , paragonato per ia sua accortezza alia Volpe. Li due Leoni posti nell'a» equa molto pingui e nutriti, e gli altri ^tie smunti, cbs stanno in terra, signi- Scano che il commercio di mare porta sl'ó stato ricchezze maggiori di quello delia. Terraferma .
Le Parti interne della Chiesa sono tut- te coperte di finissimi marmi, ridotti in tavole zsscii grandi , che con le loro vene e macchie fanno alcune corrispondenze di curiosi lavori. Fra le altre però si EOtano nella Crociera alla parte sinistra «fue tavole di marmo bianco con alcuni tramezzi neri , tenute per cosa maravi- gliosa ; perciocché nei congiun^ersi dslT una tavola all'altra, le vene della pietra formano l'effigie di un'uomo disegnato da tutti i lati con tanto artiiizio , ch& Alberto Magno credette di doverne fare menzione come di cosa mirabile n^lla sua Opera delle Meteore .
A mano sinistra ritrovasi mi picciolo ziltare detto il capitelio , in cui è posta l'immagine di un Crocifisso, ch'era an- ticamente nella Piazza in quel luogo ap- punto dove si vede al presente il primo 5 te.n dariio . fi*
Fitiaimente siccome nel soffitto dìque«<' sta Chiesa, così nei Atrio ancora si veg- gono diverse sacre Istorie del Vecchio e Nuovo Testamento fatte a Mosaico. Fra tutte però si lodano dagli intenden- ti l'albero dell'ascendenza di M. V. po- sto sopra la Cappella di S. Isidoro; le nozze di Cana Galilea: le opere dell' A- pocaiissi dei fratelli Zuccati : il Giudi- gio di Salomone, ed il S. Marco vestito in abito Pontificale in atto di riguardare il Cielo , che si vede sopra la porta mag- giore , che conduce nell'Atrio, opera as- sai rinnomata dei fra teili Zuccati , in lo- de dei quali fu apposta la seguente Iscri, zìone : Vbi dilige nter ìnspexerJs , arterri" que ac laborem Francisci Ì3^ Valerli Zuc* eati Fenetorum fratruìTt agnoverìs ; tum dernum judicato MDXLV. Chi volesse poi averne in tal proposito una più estesa e distinta descrizione, potrà per ciò che fpetta alla spiegazione delle loro Istorie ed Iserizioni , ricavarla dai libro stampa- to in Venezia l'anno ij?5 3. in quattro toraet*ti in quarto, che ha. p^er tilolo :, La Chiesa Ducale di S. Marc^ colh notizh del suo innalzamento , spiegazione ds\ Mo* saicì ed Iscrivevi is'C, ^ e' pi-r quello ri- guarda alia cognizione esatta degli Au- tori Musaicisti 3 e del loro progrèsso e B 3 me»
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j!iieiito particolare , potrà ritrovarla fieli* altro libro ultimaniente pur stampato in tenerla intitolato: Def/a Vtttura Fenc- ziana , e deih Open pubbliche d& Vm$^ ztani Maestri , Lib, V, Opera data alla luce da Antonio Marta Tianet ti ^ ove alla pag, 561. dà iè necessarie notizie di detti Musaici ,
^ Il Tesoro a S. Marco che è stato dei più rinomati, per le a-venute circostan- ze si pu6 considerare coipe un santuario, ricco di molte preziose insigni Reliquie • Le principali sono, un'Ampolla del San- gue miracolose a uscito da un'Jmmagine di GesucristOj crocifisso dagli Ebrei in Beritò negli anni del Signore 675. sotto 1* Impèrio di Costantino cognominato Co* pronimo ? del qual fatto prodigioso sene fa menzione da molti celebri scrittori , e insino nella j. Azione del secondo Concilio Niceno.
Uno dei chìo(|i coi quali Gesù Cristo fu crocifisso in croc^ ♦ Una Spina della Coróna del Redentore . Un pezzo della Colonna 3 a cui fu hg^to lo stesso nostro Rendentore per essere flagellato . Parte della veste di Maria Vergine . Porzione del Cranio delPrecurspre S. Giambatti. Sta . Parte del Braccio di S. Luca . Un Braccio di So Magno con melt^ altre e
tut-
^T R I M U. 19
tutte Insignì Reliquie . Trovasi pure uà Codice degli Bv-aogelj scritti in lettera (d*oro di mano di S. Giovanni Crisosto- mo, e l'Evangelio di S» Marco scritto da lui medesimo, che si ebbe in dono dalle Monache di Aquileja , presso le^ quali era- conservato qual prezioso depo- sito da lungo tempo. Finalmente nelT anno 1732-. vi furono collocate le ossa della destra gamba di S. Pietro Orseolo , fu Doge di Venezia , in una casssta di argento di eccellente lavoro , Parte di que- sto Tesoro suole ogni anno espoisi nelle solennità sopra T Altare magg ore con ammirazione , e piacere dei risguardauti • Uscendo fuori della stanza di questo Tesoro merita particolare osservazione il bellissimo quadro fkrto a mosaico sopra la porta , che rappresenta S, Girolamo • Lavoravano in un tempo stesso in mo- saico quattro celebri artefici , cioè Fran- cesco Zuccato , Bartolomeo Bozza. Do- tnenico Bianchini detto il Rossetti , e Gio. Antonio Bianchini . Per decidere idunque chi fosse dì loro più eccellente, ordinarono li Procuratori di S, Marco , :he far dovesse ogni uno la figura di uà r. Girolamo. Q^uindi il Cuccato, che Io ece coir assistenza e consiglio di Tizia- § l(io , ne riportò la preminenza 3 e per suo
ono«»
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onore fu posta T opera sulla porta addet- ta . Gii altri due si conservano, comesi è detto nella Sagrestia , ed il quarto fu relegato a nome della Repubblica al Du- ca di Savoja .
Uscendo dal Tempio fermiamoci a con- siderare il suo Atrio, ch'è lungo i85. piedi, largo i8., aito 22. Le Volte di questo sono lavorare tutte a Mosaico con varie storie del Tescainento Vecchio iii campo di oro j con maravigliosa vaghez- za.
In quesco Atrio , vi sono le Sepoltura di alcuni Dogi . Il primo che vedesi a cnano destra dt-'Ua porta maggiore è ii Sepolcro di Vitale Fallerò, creato Dogi; l'anno 1084. sotto il di cui governo i Veneziani ottennero il Dominio della Dalmazia, e dellaCroazia , e lui ancora fu oltre modo onorato da Arrigo Impe, radore , che venuto a Venezia volle te nergli alla Fonte una Figliuola, in segno di grande stima ed amore . Merita osssr vazione l'Epitaffio di questo Doge, per essere il più antico monumento j che del le cose Veneziane siasi conSi'rviito , ed e il seguente : Qi^ih ritaiìs Falàdro de ZJ^lL nis Fenetìe Dux anno Domini 1096. (f? secondo è Marino Morosini , che giac ivi. un cassiDne di marmo con rarie ant
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Jie figure di Apostoli. Cessò egli dì ivere Tanno 1252. ed ha la seguente scrizione : H:c roqulesch Dominus Mct. inus Maurocenus Dux . Sotto il di lui overno i Veneziani presero l'armi con- ro il tiranno Ezelino J in Gandia si fab« sricò h città chiamata Canèa, e si man- iarono alcuni Nobili in queirisola per stabilirvi una Colonia; furono eletti due :ignori i perchè custodissero la città di Venezia in tempo di notte, l'uno di qua
r altro di là dei Canal grande ," e di- :isi che sotto il medesimo si diede prin, ipio ad appendere nella Chiesa di S. (lirco gli scudi con l'Arme Gentilizie ei Dogi, che poscia per la loro mole© ;randez2a recando danno alla fabbrica. Urano levati e trasportati altrove . Il erzo è Bartolomeo Gradenigo ', nel cui smpo furono mandati alcuni Magistrati , governare le Isole di Povegia , di Pe- estrina, e .di Majamocco . Nel terzo se- )olcro giace il Doge Bartolomeo Grade- 1130 che morì Tanno I343. come appa- isce dalla Gotica iscrizione che v'èsot- iJ)posCa<, Quivi pure giace sepolta la Prin- >ipessa Felice Falier Donna illustre de' Luoi tempi, e che fa moglie di Vital VIichele creato Doge Tanno i®96.-
Le quattro porte inferiori sono di pu-
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rissimo metallo j somigliante air oro; tut he
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U ornate di Varie Immagini di Santi colle teste e mani rimesse dì fino argen sico to : e la maggiore ha scolpiti alcuni ca- ratteri latini indicanti i nomi d^i Sant in essa rappresentati J nell'altra porta ; sinistra si veggono dei caratteri Grez\ molto antichi . Tutte e due però sono de- gne di particolare osservazione .
Fra queste porte si veggono 8 colonne dì Serpentino , le quali furono trasportai|i)ellt te da Gerusalemme : e dicesi che fossei idi quelle che ornavano il famoso Tempio m di SaloAione . i m
Usciti di Chiesa, merita Ja Facciau|m(i di questo gran Tempio che ne conside riamo la richezza e la maestria. Vedesi questo sollevato sopra le altre fabbriche be circonvicine, Con cinque Cupole situate li in forma di Croce » e coperte tutte di piombo a ^ |ìi;
Sette porte di bronzo danno l'ingres- so nsir Àtrio di questo Tempio, cinque nella facciata principale verso Ponente i una al lato destro verso settentrione ; e r altra verso mezzogiorno . In una d^ quelle della Facciata principale , cioè neL Ja seconda dalla parte dell* Orologlio , ieg- gesi Ja seguente Iscrizione : MCCC. Ma" ^ìst^r Bsrtuclus ^Aurifef^ FemtUT msfecit .
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Sopra le cinque porte anteriori dtììà 'acciata sì ergono cinque Archi^ iridu" ìriosameflte Javorati^ e dipinti à Morf ifcico . . Sono questi Archi Sostenuti cfa due òr- ini di colonne al numero di 292. poste una sopra V altra ; con regola però noa unto confìjsà 3 ma ricca. Nel primo or- line Ss ne contano 128. nel secondo i<54o Ira le quali dai iati della porta princi- [ale ve ne Sono ott6 di Porfido di molta ellezza e valore; e le altre tutte di liàrmi rarissimi. Q^iivi però è da osser» arsi che le colonne di marmi scelti e^ reztosi di questo niagriificd Tempio si inno ascendere tra piccole e grandi al umero di cinquecento. I Sópra questi Archi si ergono altri cin^ uè Archi sostenuti dà un* altro ordine i colonne , di nùrfiefo considerabile j itt'e . di Porfido , di molta stima esingo-, re bellezza . Di questi Cinque Archi su- prióri che sono piani e fermati sui mu- ì ^ quello di mez^o supera col giro e 3lfa punta tutti gli altri, E qui osser- isi, che questi aVcHi Sono congiunti in- ^me con varj £regj lavorati a festoni a )gliami di marmo, intagliati e ornati di irle figure di Profeti. Sopra la punta di ascuno di detti Archi sta pósta una
Statua
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Statua grande di marmo; e la Statua ,^, eretta sopra quella di mezzo, rappresen- ^^'' ta S. Marco, cen tre Angioli psr parte ^ «"; Fra r uno e Taltro Arco sta in oltveiff piantata una Nicchia in forma di Cam-|i^^'^^^ panile, con sotto una Figura di marmo :ìoF e queste sono al numero di sei , quattro i? ^e ^elìe qn;ili sono quelle in cui stanno i|^'-^^ quattro Vangelisti *, e sotto le altre due 5 jp. destra vi sta un Angiolo, e a sinistrala Vergine Annunziata , Sulla fronte di que-j sta Facciata distendesi una Loggia sco- perta circondata da molte colonnelle an numero di 564* che gira intorno alla Chie- sa da tre Iati .
In fronte dell' Arco maggiore che so prasta alla Loggia scoperta, f il quale per dar lume alla Chiesa, è in figura di fej «estrone ) vi è un bellissimo Leone dii bronzo dorato, alto 4 piedi e largo 7.; simboleggiante S. Marco . Gli altri quat- tro Archi contigui a questo , sono tutt 1-avorati a Mosaico: e le Pitture rappre sentano varj Mister) dì Gesù Cristo .
Lo stesso ordine di Archi, e di Cari telii continua pure dalle parti laterali e da quella di S. Basso vi sono scolpiti in Figure dì marmo le tre Virtù Teolo-j ^' gali*, come dalla pane del Palazzo , due ■''j delle Cardinali, cioè ia Giustizia , e lì f^ Fortezza . ^ ^'^
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Notisi per ultimo, che le parti este- iori di questo celebre Tempio sono^tut« £ incrostate di finissimi marmi , fra li uali ve ne sono molti coli antico mo- . ogramma, di modo che qualunque par- ile s? ne consideri attentamente, nulla si eoe che non sia oggetto di ammirazio- le e di stima. Passando dalla Chiesa at Palazzo Ducale per la porta ^detta della >r^/r, a n?.ano sinistra nell'angolo del nuro , che forma la. stanza del Tesoro l veggono quattro figure c^i Porfido , che appresentano quattro persone vestite al- a maniera dei Turchi o Saraceni , le luali dice la volgar tradizione, che ten- ato T.bbiano di rubare il Tesoro. Qiiì^ì ;">tto vi è un sedile di marmo, e nella nferiore in mezzo a due puttini sì leg- ?^ono li seguenti versi , che possono ser- vire di saggio della volgar poesia dei pri- mi temni .
L' Om pò far e die 1*1 pensar Elega que?o che il pò incontrar.
Contisiuo è poi ]f
PALAZZO DUCALE, edifizio gran^
!^e e m,aestcso , di antica architettura. Tutta la sua Facciata è di marmi ressi e bianchi , distinti in piccioli quadri , ed è sopra 105. pilastrnnj e 300. colonne tra C den-
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cìentró e fuori; ch^ fontìario i potici esterni ed incerili che lo cìrcòridaria.
Avverta qui il Forestiere 5 che le basi delle colonne sono sotterra , esse rida sta- to idnalzato il piano della ?^:a2za j per allontanare le innodazioni delle acque E questa è la cagione ancora j^ per cui fUrontì sotterrati più gradini, peri q[uai£ siscendevàsi ali* Angi|)orto" del Tempio di So Marco» Lo spazio fra gii Archi sot«' toposti a questa gran mole era a unten pò aperto 5 e^ non murato come si 7ede al presente ^ cosicché standosi nella Piag- na poteva ognuno Vedere T interno Oóf- tiJe ed entrarvi pe regni pafte «•
Di sopra , st mezz' aria cor ie un Poi- giuólo' cori Parapetto 5 formata di mol- tissime colonnette, coi Sù'òi Afchi .acuti alla' Tedesca 5' dà cui procede là fortez-» sa dì questa grari Fabbrica . ,
Da iridi in su, la Facciata è soda iU\ fio' al colmo 3 il quale era coperto di Piómbo; ma negl'anno i474. si è Coper- to di rame «
In questo riìagriifico Edilizio si entra; per otto' òorte j^ quattro^ delle quali sóno; Terso il CanaLle, e Vetiigono' dette ^ite \, é\ìs nelle Facciate, cioè Julia Piazza el ^jlla Piazzetta,' e Je altre due Sono co marti alla Chiesa e al Falàaso^
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DsiJa Porta principale j ora detta deL h Carta j £u cominciato il lavoro , ch^ vi $1 scorge al presente , nell'anno I439» nel tempo del Doge Francesco Fosean , Sotto cui fu restaurata questa gran Fab- brica, essendo stata gqastata per l'ad- idÌ!?tro da varj iacendj . Enltrando p^r «questa Porta , si arriva ad un , .
COIiTILE vago e spazioso , nel cui mezzo vi sono due gran Pozgi con boc« che di bronzo 5 intagliate di fogliami e di figure. Opera di Niccolò dei Conti*
In questo Cortile si vedono alcuns Statue dì marmo al naturale » Quelle che sono più degne ài p^rticoiar osservazio=« ne 5 sono quella Togata eh' è posta fra. due Valliate , la quale è di un qualche Oratore Romano , come si può congettu. rare dal Rotoli di carta che ha nella si* nistra 5 e dal Coffanetto da tenere le car* te, Scrive lo Stringa j che questa Statua è quella di Cicerone, che so|ea stare so* pra la porta dello Studio àii Atene,
L'altra Valliata ^ posta di sotto a queL la Togata i è di Marco Aurelio, essendo il Pallio l'abito de' Filosofi , che da lui fi assunto 5 quando giunse all'età di do* dici anni, come si ha da Giulio Capitò» Jino. Queste due Statue sono bellissime; § vengono addotte dall' erudittimo Otta«« C % Vio
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YÌo Ferrari nel suo Trattato /)5 r^ vSft'Ja' ria, in prova del modo con, cui gli an- tichi Romani portavano la Toga ed il Pallio.
Vi è un'altra Statua Palliata ài uomo barbaro. Un'altra di donna ch'era senza il braccio destro, e le £\i aggiunto ,^ te- nente uno Scettro. Quell'altra col Cor- nucopia credesi rappresentare 1* Abbon- danza. Ed altre due sono tenute per Pal- lade 5 e la Fortuna .
Alcune di queste Statue furono recate da Atene, e da altri luoghi della Gre^ eia , e donate al Pubblico da Federico Contarinì Procuratore di S. Marco j che morì nel 1603. avendo lasciato un Museo di Medaglie, Statue, ed Intagli antichi , ch'era celebre #er tutta 1' Europa <MoN te altre Statuir "dello stesso Federigo Goa- earini si conservano nella Sala per cui si entra nella pubblica Libreria , di cui a suo luogo ragioneremo*
Nella stessa Facciata scuopresi la Sta- tua di Francesco Maria della Rovere Du- ca di Urbino, che fu eletto Capitano ge- nerale delle armi della Repubblica neli* anno 1523. Questa fu fritta ia Pesaro, e Eiandata a Venezia da Francesco Maria lir. ultimo Duca di Urbino.
Heir altra Facciata risguardante la Sca.
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fa vi sono due altre Statue di Adamo e di Eva ; Opere di Aadrea Riccio Pàdor vano, fatte con molta maeitria . Asceii* diamo ora f^r questa ,
SGALA veramente reale , detta del Giganti, tutta di bianco m.ti^fiì-o, lavora- to a strafori . Sopra il stio pia.io si alza- no due Colessi j dì marmo fino , rappre- sentanti l'uno Marte, i'aitro Nettuno, a dinotare il doppio Dominio della i^- pubblica iti Terra ed in Mare . Sono Ope- re del Sansovino; e qui faron3 c,5Ìio:atJ negli ansi i^65.
A piedi di essa Scala v.-ggonsi uno per parte due Piedestalii di marmo tenenti due canestri di Nespole, co-Ile quali vie- ne simboleggiata l'attenzione con cui si vuole che lo spirito della Nobile gioven- tù si vada maturando , conducendoia pis* so a passo per varj Magistrati , in cui n renda istruita delle materi- à:ti Gov^j:- no, e acquisti sperienza e merito prima di esser amji;Sia agli affari più ioip^r- tanti e reconditi .
Salendo nelCDrridore di rincontro alla Scala, leggesi un'Iscrizione a caratteri rossi in Campo dorato , in memona di Arrigo III. tve di Francia , e prima di Polonia, il quàle nell'anno 1574. passò per Venezia ^ andando in Francia a ri« G 1 cevs»
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et vere U Corona di quel ^egno per la, n or?e di Carlo IX. Suq fìatello j come a rrove si è detto ,; e gradì di accettare Il titolo offertogli dal Senato di Nobile Veneto e d'esser ascritto nel lib.o d* ero .
All'intorno del primo piano del Pa- la22Q vi sono yarj Tribunali di Magi- Sti'ati . Volgendosi a sinistra ritrovasi un^ Gippella eretta ad onore dì S. Niccolò ' da Doge Pietro Ziani, e rifabbricata ed ornata dal Doge Andrea Gritti che si ve- de dipinto a fresco da Tiziano 3 e vi si ain niranp altre belle Pitture.
5alit^ 1^ Scala ^ei Giganti y si trova in pQca distanza un'altra Scala c@perta che coiduceya all'ex Collegio, nelle Stanze Peccali , e nella gran 5aJa dell'ex Mag-j giqr Consiglio. Vedesi questa Scala ador^ n^ta di Stucchi da Alessandro Vittoria; e di varie Storie dipinte a fresco fra i yanì degli Stucchi , da Batista Fr?in?o ?
Egli è un gran diletto il mirare ia | ogni Stanza di questo Palazzo Pitture de^li uomini più celebri in quest'Arte» quali furono Giovanni Bellino, Tiziano Vecelli 5 Paolo Calliari, Jacopo Tinto- re|:to, Jacopo da Ponte detto il Bassano , Jacopo Palma il Giovane, Giovanni Gon- tarino j GarietCo Calliari figliuolo dì Pao» ■ lo,
io , Marco Vecellio nipote di Tiziano « Antonio Vassilacchi detto V Aliense d* «Milo j Leandro e Francesco da Ponte ) 'Leandro Fiammingo, il Cavalier Liberi ; ed altri , le cui Opere sono state descrit- |te in dettaglio da Antonio Maria Zanet- ti . nel suo libro Intitolato , La 'Pittura Veliezianoi is^c> Si faranno qui solamente osservare iìFóvdspere quei luoghi princi- pali di questo ricco Palazzo che sono pia l"agguardevoIi ^ e perciò più degni dell' sosservazione dei risguardanti .
Montando adunque la Scala che abbia- mo osservato essere adorna di Stucchi e di Pitture, si arriva nella.
SALADELL'EXANTI-COLLEGIO, che il volgo chiamava la Sala delle quat- tro Torte i per esser queste in numero di quattro , colonnate dal Palladio , e figu- rate con grande maestria da Giulio del Moro . Per una di queste Porte sì entra neirex. AN TI-^COLLEG IO , ornato si- milmente di Stucchi messi a oro , e di Pitture eccellenti , Q^uindi si passa nel EX-COLLEGIO, dove risiedeva il Doge :oi Consiglieri , Capi dì 40* , e Savj , 5^u€sta Sala reale ha il Palco di bellìssi- 713 Pitture ornato , in vago compartimen- o d*oro: Opere di Carletto Calliari , di Tiziano , e del Tintoretto . Vicino ai 2oliegi© vi è la gran d
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SALA DEL EX-PREGADI VEC^ CHIO tutta ornata di bslle Pitture del TintoretCo, di Jacopo Palma j-di Mirco Vecellio, e di Tommaso Dolab-Ha . Da questa si passa in una piccola Stanza , detta la .
SALA DELLE STATUE, perchè era fregiata colie immagini di yarj Impera* dori Romani di scultura antica ^ e diot- timo maestro , le quali furono levate e poste altrove: questa serviva di Cappella alla Serenissima Signoria, per ascoltare la Messa ad ora di Terza .
Ritornando indietro per la Sala delle quattro Porte, si arriva alle Stanze delT EX-EGGELSO CONSÌGLIO DI DIECI, illustri per le singolari e delicate Pittu- re i fra le quali è degno di osservazione un Ovato dipinto da Paolo Calliari nel Soffitto della Sala ove si radunava questo Consiglio . In esso si vede Giove fulml- «ante alcuni vizj , rappresentati sotto urna, ne sembianze , che sono i delitti sogget* ti al giudizio di questo Consiglio ', e il Genio alito che sta presso Giove con un libro scritto, simboleggia il Geaio dL|an questo augusto Consesso col volume de |f,J. suoi Decreti . Ej^.
Appresso la Scala che discende vicino alla Porta per cui si entra nella Sala del
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•Maggior Consi^'.ìio, vi son,o quattro Sale rano fornite di htW^ armi di ogni g-- ere , dette perciò.' la
SALE DELL' AP.MAMEMTO DEL ÌXCOMSIGLIO DI DIECI . Q^ust^ anno una delle loro Porte di Cedro ài Vlente Libano, fatto condurre in Cipro ^
di là in Venezia da Giambattista Ra- ntisio . Si guardav?.no le Armi eoa dili-
nte cura da un Cittadino stipendiato , 1 quale doveva farle pulire perchè si man- enessero lucide e nette: e veniva ^l-t-- o un Gentiluomo alia loro custodia coi itolo di Vrowedttora alle Sals . In quc- ci sono molte cose degne di esser ve- lute, cor.e la Statua di Francesco No- elio da Carrara ultimo Signore di Pado- a , quella di Gilberto o Alberto da Cor-^ eggio che fu Generale de.le Armi della lepubblica , e quella dd Serenissimo D^ e Francesco Morosini .
Scendendo da questo luogo, e cammi- ando à diritta si va in una. SALA eh * i diceva de//o Scudo, perchè in essa «i ppendevano ie Armi {gentilizie del D.>- ;g regnante., Qjiesta Sala ultimamente fa istaurata e abbi'lìita con alcune Catti? geografiche di sommo" pregio » Oui:iJi assandosi ad un altra che conduce in un?, Sali^ria , rutta dipinca a fresco dal Pa-
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àx^ dosn^o Piazza Cappuccino, sì eiitr: In uq*al5r3 spaziosa Saja » ornata di ec ceUencj Pitture J nella quale i Dogi b^n chett£|S?ano cogli Ambasciadori de* PripcilJ Ì5Ì , e la Serenissima Signoria, tie'giqrn Bì3p Marco, cjeir Ascensione , de" Ss. Vi to g Modesto, e di So Stefano» Da que* sta Sala si passa ijeile camere do^e abita f/a ij Doge, nelle quali norj era lecito lutti l'entrare. Tornando indietro peri stessa parte, si arriva nella grande eVicl") £Ì3ièsima =
SALa ÙtU EX-MACGiiQR CÓNSÌ IGJ^jOs molto ammirabile e per la sv^^l estensione, essendo lunga 150, piedi, ffll larg^ 7-$., e per 1^ nobiltà degTintagl ^Ijg r adornano ^ tutti ricoperti di on li^ilsimp^ e per la quantità ed eccelle gt tlelie Pitture. Nelle pareti che Son# |i5pra il Cortile , si vedono rappresentate ifft'A ^torié di Alessandro III, e di Federigi Is Jmperadore , e le imprese del Doge Se bastiano ZJani : Opere tutte di Carlo ( Gabriello Calliari , di Leandro e Fran Cesco d^ Popte, di Iacopo e Domenict Tihtòretto, di Paolo Fiammingo, dìAn drea Vicentino , e di Francesco Ziiccari Nell'altro Iato della Sala che guard, r Isola di S. Giorgio, è stato rappresen tato l'acquisto di Costantinopoli per re
Stituire
itUire nella SèÀe Imperiale il Giovane lessiò Angelo Còftinerio eoi Padre Isa- ó,^ il quale era àtato àcéecàfo e postcS priliooe dà Suo Fratello Alessio ; O^" '^iVQ eccelfenti di Giovanni Cbefe dito- ne,- Jei Vicentino ^ di Dorriéfìico Tin*^ cretto i di Jacopo Palma , di FràrìcesccS t Ponte i e di Antonio Aliense 0 Nel variò tfa le due Finestre che guar- ano sòpi'a la Piazza , è di^info dà Pao- ► Veronese il ritorno in Città del Doge lidrea Contàrini vittorióso de'Cenové^ : fa qua! cosa viene confermala da tins iJcrjzione posta alla tìlemOfia dello steS° ì) Doge *
M0 nuild ténehU Sas^ , qtium Jd" nùenses proiltgat^erim .... ^opra il Trono del t5oge vedesì figufa« |i la Gloria Gè leété con una innumera» ile molti tucìine di Beati : Òpera sìngo= ire di Jacopo Rebusti j detto il Tirsta?- ef tò .'
ìi Soffittò d^i questa ncbile^ala, è aftf- iìfabile per la rfccfieèza delTóroj pef r infagii 5 e per le prezióse P'^ttìre di àoloj di Francesco da Pónte ? del Tiii» 'retto s di Jacopo Paltna ^ e ^a alctinl ttiì dì ciuà si passa nella. W-
SALA tìÉLL'ÉX-SqÙftlNIOs ìsU volgarmenre ièlle Se? ùiình i ^^.^'^ A
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ladurava 1' Eccellentissimo 5«enato in tsm- po che stava ridotto il Mas^gior Consi pjio, per far T eiezione è\ alcuni Uffizi) la quale (doveva esser poi approvata (la* voti del Maf^f^ior Consiglio. In qticsta sopra van*3 Tele viene rappreserttata la rotta di Pipino Re d* Italia con altre Sto- yj? , da Jacopo Palma, dal Vicentino^ dà Domenico Tintoretto , da Santo Pe- janda, e da Francesco Terzi, e sopra il Soglio del Doge v' è il Giudizio univer- sale dipinto da Jacopo Palma. La presi^ di Zara è di mano del Tintoretto , ed imo de' più bei quadri di questo Auto^ re . r
L'.Quadi'o die fia, per soss^etto la Vitto^ ila riportata dal Doge MicMeli sopra un Califfo d' Esitto nel principio del XII'
secolo, è di Santo Peranda . Un fatt^ particolare della battaglia esige una par titolar attenzione. Q^uest'è l'azione d rn Veneziano di nome Marco ^ il qua Je avendo perduto il proprio stendardi strappa dalla testa di un Capitano EgÌ2Ì< il turbante , Io spiega , lo attacca a uni picca, e lo inalbera t^r svo Stendardo Indi per renderlo più osserv?.biIe , tagli: nn braccio ?rl barbaro , e col di lui san jzue forma snllà itela àe\ turbante un cer chic. Narrasi per tanto che quest'azio
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ile vigorosa insieme e feroce abbia dato il nome di Barbaro ai discendenti di Marco ^ la cui famiglia era numerosa fra gli ex-Patrizj Veneti, e che forse per questo fatto portava nelle sue Armi un lurbante spiegato con un cerchio in mez-. so color di sangue *
É*parimente riguardevole il sofStto di juesta gran Sala per li lavori fatti ad Arabesco, per la ricchezza dell* oro e 3er la preziosità delle Pitture . Dalla par- ie della Scala leggesi un' Tscrizione posta Illa gloriosa memoria del Doge Frances- :o Morosini , Conquistatore del Regno li Morea. L* Architettura esteriore di iuesto grande Édi^zio è fatta alla Goti^ :a . Tutto il Palazzo è coperto di lami- e di piombo, e i luminali che si veg^ iono sopra il tetto servivano per dar /u^ le alle stanze dette sotto i piombi^ ove i custodivano i prigionieri di Stato . Sot- 0 terra poi del Palazzo in una grande rofondità , vi erano le prigioni Atitz t ozzi i destinate per quelli che erano coi^- inti de* più enormi ed atroci mis^fatti. ha. discendendo dal PaUszo , ed uscen- o per la porta maggiore , si trova il BROGLIO, eh' è q,uel luogo della Piaz. a , dove si adunavano in cadauna mar- na i No&ilij per fare i lor© Uffizj : n:I D qnal
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q»ual tempo a ninno era lecito T entrarci «g
Dirimpetto al Broglio, verso la Porta ove si entra nel Battisterio, si veggono due Pilastri quadri lavorati aUa Soriana j con lettere di quella Lingua, i quali,, secondo il Sansovino, servirono di Balau- stri ad una ÓQÌÌe Porte dèh Città dij| Acri, ma espugnata questa G'ttà da Loj renzo Tie.poìo, chs fu poi Doge circa ' anno izs^'y egli li tra^iferì in Venezia con altre preziose antichità, fra le quali eranvi ancora le quattro figure di poì^cÌo|5 collocate qui vicino nelP angolo che vien formato dalle mura dei sagro Tempio , Nel fondo dì questa Piazza verso il Mi^ re * sorgono
DUE^GOLONNE, di Granito, ber grosse ed alte . Queste furono recate dal- la Grecia nel principo del Dogado di Se bastiano Ziani , insieme con un' altra, quale nello scaricarsi cadde in acqua, n< fu più possibile di trarnela fuori. Le al tre due stettero per molti anni stese su terreno, ma finalmente furono alzate d un Architetto Lombardo, chiamato Nic colò Barattiero . Nd mezzo di esse si eseguiscono le Sentenze? capitali, lequal) nei tempi andati si solevano eseguire n' Ja Piazza di S. Giovanni in Bragola . Sulla sommità di una di queste Color
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E vec!esi un Lione alato di metallo, In- igna di q'iella Repubb!ica> il quale ri- aarda colla taccia il Mare \ qussi per inotare che sta v-gliante alla custodia il suo Dominio. Nell'aìtra poi v' è la tatua di S. Teodoro , avente nella sini- ca una Lancia, e nella de<rra unoSsu- 0-: AH'injoprro del Palazzo Ducale er*. esi una gran Fabbrica, eh' è la
LlBREAld PUBBLICA; ia cai Fac lata è di Pietra Istriana , con alte e elle Colonne , ed ornata di varie Figu- e di b.'lissimo intaglio. Gli Archi oad'
sosten ta , sono SiJci. Sopra Ja Cor- ice si 'eego'ìo varj Festoni , sostenuti da >utti ignua! , lavorati squisitamente . U etto è attorniato da un Po^giuclo con ,5. Statue di marmo, che rappresentano arie D-icà fivoios:; Op-re f.irte di ec** lellenti Sgùhori. Il disegno è del Sanso^ rino 4
S.?tto il Portico di qiiesto nobil Edilì- zio si ascenda una Stala , fregiata di Jtucchi dal V ttoria, e dì belle Pitture hi Franco, e da Battista del Moro , per :ui non è p'nto dissimile da quella del Palazzo Ducale che g»jicfa al Collegio. 5^u:-sta conduce nelle stanze, dove ma- gistralmente risiedevano i Procuratori di Supra ^ Citra^ e^MJ/rra; de' quali parlere- D i mo a
40 G I 0 Rli^ T ^
mo a suo luogo . Ora per questa medesi- ma Scala si monta nella pubblica
LIBRERIA, il cui Atrio è ridotto in f:)rma di Museo ricco di molte Statue 5 Bjsti, Teste, Bassi-rilievi, Are, ed Is, crizioni Greche e Latine, lasciate alla Repubblica psr la maggior parte da Do* menico Grimani Cardinale di S. Chiesa, altre da Giovanni Grimani Patriarca d' Aquileja, ed altre da Federico Contarini Pi-ocuratore di S. Marco .
Quivi si conservano Libri singolari e in gran copia : ed una tale raccolta eb- b:: principio dopo Ja morte del Cardina- le Bessarione , che fu prima Arcivescovo «li Nicea, indi Patriarca di Costantino^ P^li.
(Questi avendo raccolti con grandissi- ma diligenza, fatica e spesa una gran cjMintità di Codici Greci in qualsivoglia scienza, e considerando che niun altro Ijogo era più sicuro e comodo della Cit- tà di Venezia per depositarli a pubblica utilità , ne fece un libéralissimo dono al S.nato, e ciò principalmente in ricono- scimento del grande onore che aveva ri- cevuto dalla Repubblica , da cui era stato aggregato tra i suoi Nobili . Di ^ tutto qiesto ne fa testimonianza ia Iscrizione posta sopra la Porta della stessa Libre*
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TRIM^. 41
ria ) a memoria eterna di quel dotto uomo f sopra colonne di Serpentino e Misichio •
Chiunque desiderasse di sapere il ^nu* mero e la qualità de* Codici, legga l' In- dice che ne ha pubblicato il Tcmmasini , e quello ultimamente stampato a spese pubbliche in due volumi in foglio conte- nenti i Codici sì Greci, come Latini. Tra questi sono degni di considerazione
Libri di S. Agostino de .Trìnitate ^ scritti in Greco ed in Latino , /eOrazjo' ni di T e mi suo y e la Bìhiìoteca dfFoz^o\ tutte due queste Opere in Greco. ^ Del le Opere scritte in Latino è stimabile molto Ja Commintaziom di S, agostino sopra h Tìstol^ di S, Tao/o .
Furono poi fatti da altri ragguardevoj li Uomini Letterati varj lasciti di Libri , icome in questi ultimi tempi ne furono lasciati dal N. U. Giambattista Recanai- ti, e dalla cura degli Eccellentissimi Si- gnori Procuratori, deputati alla soprain- tendenza della Libreria , viene questa giornalmente accresciuta. Oltre alla co- pia e alla preziosità de* Libri: potrà qui. vi ammirare ancora il Forastìere le cele- bri Pitture di Paolo Galliari , del Salvia- tì^ del Varo tari , di Battista Franco ec, circondate di grotteschi, fogliami, ed altri ornamenti .
D 3 Spie-
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Spiccano pure tieli* Atrio sopraccenna» to non pochi presiosi , e rarissimi moiiuf menti d'antichità che l'adornano,' come meglio si può vedere, e conoscer la lo- ro eccellenza dalU erudita Opera del Museo Ferteto , data in luce in questa Git» tà da' Signori Zanetti ^ ed universalmente applaudita per tutta l'Europa, essendosi in essa associati non pochi Personaggi cos- picui. Ella è divisa in due Tomi in fo- glio Imperiale , ove si contano da circa cento srtampe esprimenti Statue, Busti, Bassi Rilievi , Tripodi , Are , ec. con al- trettante stampe delle loro sposizioni t Medaglie , Fregi, ed altro che di più magnifico possa vedersi . Queste antichità sono lavori de' più bei tempi della Scol- tura, e sembrano asportate dalla Grecia. Fra le più riguardeyoli contano la Leda e la statua dell'Abbondanza, che sono una per parte della porta,* il Sileno , e V Agrippina moglie di Germanico che so- no nelle due nicchie maggiori; due Al. tari antichi triangolari di finissimo lavo- ro, i quali han servito al culto di Bac- co, ognuno de'quali sostiene un* urna an. tica di graziosa forma. Sopra la porta della Libreria ewi un gran Basso^rilievo rappresentante il Sagrifìzio detto Su*ove- tautUìai dai tre animali «he vi $*immo-
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T R I M ^ . 43
lavano. Veggonsi pure alcune tavole di Konzo e di marmo con iscriziom greche ì latine. Ma sopra tutto bisogna ossert i^are con attenzione il Ganimede antico greco, che si crede opera di Fidia . Scen- dendo dalla Libreria; alla destra di essa vi é la .
ZECCA, Fabbrica fortissima, di cui fu Architetto per ordine pubblico il San^ sovino .
La porta principale al primo incontro è opera dello Scatnozzi , e dimostra la sodezza dell' edifizio . Neil' ingresso stan- no poste due grandi Statue di marmo, che rappresentano due Giganti in atto minaccioso , miiab Imente scolpiti . L' una fu fatta da Tiziano Aspetti, l'altra più bella da Girolamo Campagna .
Dopo r ingresso si truova un Cortile attorniato da 25. Fucine o Botteghe, do- ve si fondono i Metalli e si coniano Je Monete . Nel mezzo di questo sta situa- to un Pozzo di forma ottangolare , sulla cui cima siede un Appollo scolpito dal Danese, il quale tiene in mano alcune Verghe d'oro, psr significare che roto nasce dalle viscere della Terra per virtù del Sole, figurato dagb. Antichi in Apol.. lo. E qui non sarà fuor di proposito bre* vemcnte alcuna cosa accennare intorno
alla
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alla principal moneta , che in questo luo- go si conia , detta Zecchino. Fu dunque battuto il Zecchino per la prima volta sotto il Dogado di Giovanni Dandolo negli anni, 1284. e fu denominato Duca» to d' oro . La parte j ossia decreto con cui fu deliberato di coniarlo , leggesi ancora in uno de' pubblici antichi Libri, chia« xn^it© VraElus -i nella maniera seguente: 1184. Ultimo OBohrls . IntQr Quadraginta C^ùta futt pars quod debeat laborari mo^ nsa auri communis er. , e valeva decem 0^0 grossos • Fino al 1543. si chiamò £)«- cato d^ oro ^ indi cominciò a denominarsi anche negli atti pubblici col nome di Zecchino.
Per due Scale j poste di rincontro 1* una all'altra si ascende a varj luoghi, deputati per diversi Ministri . Uscendo dalla Zecca nella gran Piazza , si consi- dera attentamente T altissima Torre del CAMPANILE. Questa è una macchia na così eminente', che secondo il parere de* Viaggiatori supera in altezza quella di Bologna, di Vienna, e di Argentina; xna tanto più mirabile si è la struttura di questa gran mole , quanto che , sebbene sia innalzata sopra un terreno palustre , tuttavolta non ha mai f^tto moto ?.lcuno di cedere , o di piegare ,
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Le sue fondamenta furono gittate nel rempo di Pietro Tribuno Doge l'anno ?88. ; ma non si alzarono sopra queste le Tiura , se non sotto il Doge Domenico Morosini l'anno 1148. Nel 1400. poi arse a cima eh* era di legno, ia quale fu ri- fatta di pietra .
Neil' interno di questo Campanile vi !è un* altra Torre che arriva sino alle Cam- sane : e fra le mura à^Wt due Torri vi è ina salita sì larga, che tre persone al pa- ri possono camminare ; ed è così piana che si potria fare a cavallo . Nel fine del- ia salita la Fabbrica è fatta in Arco con grosse ed alte Colonne di marmi prezio- 5! , ove stanno appese le Campane . Di qui si ascende per un* altra scala che por- ta ad un Poggiuolo , il quale circonda sferiormente tutto il Campanile ; e' vi si cammina d* intorno comodamente , essen- do cinto da Colonne dì bronzo. Nelle quattro facciate di questo Poggiuolo sono scolpiti Leoni di marmo di grandezza no- tabile, sopra cui comincia a ristringersi proporzionatamente sino alla cima in Pi» ramide »
Sulla sommità è collocato un Angiolo in piedi, tutto coperto di Rame, quale sopra un perno di ferro aggirasi al sof- fiare del vento a
Tutta
46 GionH^T^
Tutta questa gran fabbrica è alta 332. piedi . Pa terra sino al primo s 1 )lo del- le Campane, 164. piedi ; dalle Campane fino air Angiolo, 152: e T Angiolo è alto 16^ Appiè del Campanile 5 di rincontro alla Porta del Palazzo Dicale , fu fab- bricata una stanza con una Loggia dinan- zi 1 e dicesi comunemente la
LOGGETTA, la cui facciata è tutta ornata di marmi , con trentadue Colonne tra grandi e piccole; e in quattro Nic- chie sono collocate altrettante Statue di bronzo , rappresentanti favolose Deità , sopra le quali si veggono tre (^jadri di basso rilievo: il tutto disegnato dal cele- bre Sansovino* Il nobil Rastrello di b-on-^ zo f è lavoro eccellente di Antonio Gai. Tutto questo Edilìzio fu ai nostri giorni risraurato e abbellito .
Dentro la Stanza il cui Palco è ornato di Pitture del L.b^ri^ i tratteneva uno degli Eccellentissimi Procuratori di S, Marco, con Uomini dell'Arsenale arma- ti ^mtte le volte , e per tutto il tempo che stava convocato il Maggior Consiglio : e ciò .per Decreto dell* Eccellentissimo Senato dell'anno 1658. Passi ora il Fora^ attere a considerare la gran .
PIAZZA DI S. MARCO, la q'^ale senza punto di esagerazione può essere
an*
J^/vciu-aàes ^Vèu-i/e^
^^-rociiraàe ^y\uoi>e
T KI M 0. 4T
Innoveratà fra le più .belle di Europa. J^uesta rendesi oltre modo ragguardevole »er fAbbricbe singolari che la circondano \on Portici, Colonnati, Statue j Corni- :idni ; ed altri ornamenti , sicché rassem- irà un nobile e maestoso Teatro , Stende- ;i in lunghezza 2S0. passi, e no. inJai*- ;he22a . Dall'uno de' suoi lati, e iroè dal- la parte del Campanile, è cinta da nove 'alazzi che ne rappresentano un solo 'y :olla facciata tutta di marmo, distinta in tre ordini, Dorico , ionico , e Corin- Itio , sostenuta da molti Archi che for- lano un grande Angiporto , il quale gira :utto air intorno i sino ali* estremità dd- la Piazza . Queste si chiamano le Vrocu^ ^atie l^uoie 3 c^ e»àno ab tate d.ign-Ec' icellentissimi Procuratori di S. Marco : (Opera principiata l'anno 15S3, sul mo- dello del Sansovino, di cui sono i tre [primi archi dalia testatura della libreria dirimpetto al Campanile, f seguenti lo. sino ai 13. inclusive sono dello Scarno* zio , i susseguenti sono di Francesco di Bernardino; poi di Marco della Carità al quale nel 1^40. fu sostituito il Longhena che visse fino al 16S2,
Dall'altro lato , cioè dirimpetto alle Tslove ^ sì veggono ìeTrocuratteFecchìe ^ abitate da varj ordini di persone ,* fabbri- ca
4^ G I 0 RH^T ^ ^
ea che ha, come l'altra, esteriormsnM » uno stesso disegno, ma di Ordine Tos- co, sostenuta da 57. Pilastri chs forma- no un Angiporto corrispondente all'al- tro,* e fu opera di un certo Mastro Buo* no, che soleva chiamarsi Porri) diS^M.i-^ ria sul principio del 1500. , nel cui tem. pò Gominciò a decadere T antica barbara maniera di Architettura, introducendosl i principi del buon gusto, che coli' os- servazione delle Greche e Romane anti- che fabriche andò di giorno in giorno crescendo, e fu condotto a quel grado di perfezione , in cui si vede al presente . Tutta questa gran Piazza e stata lastri^ cata di Selci nell'anno 17^3.; come si sono lastricate di poi le strade pubbli- che, con grandissimo comodo degli abi- tanti, e con non minore ornamento della Città . Contigua alle Vrocuraùe Fecchh è la
TORRE DELL'OROLOGIO, posta sopra Pilastri di marmo, di Architettnra antica, ma tutta vaga, fabbricata T anno 3495. col disegno di Carlo Rinaldi da Regio, celebre Matematico. Ella è alta piedi 82. e larga i^. per o^^ni Facciala posta in quadro , sostenuta da un grand' Arco che rassembra un Portone. Sopra': 'Arco vi è la mostra deli' Orologio ,. cfes
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coir Indice nota le Ore: e vi sì vetfe an. ^he il moto del Sole e della Luna per l'i dodici segni del Zodiaco .
Sopra li Mostra siede una Immagine di Maria Vergine j di tuttd rilievo , gran- de al naturale e dorata , posta fra due porticene. Appiè di lei gira d'into^nto mezzo Cerchio, su cui posano quaC* Statue 5 cioè un Angiolo in atto di suo-^
Inare la Tromba : e i tre Re Magi , grandi quasi al naturale ; i quali col girarci delfa stesso Cerchio uscendo fuori di una delle Porticelle , s* inchinano all' Immagine , eà ■ntrano per 1* altra j dopo diche, le Por» ticelle si serrano amendue da se stesse : moto e artifizio fatto tutto con ruote; il quale però non si lascia^ vedere se non nel tempo che dura la fiera dell' Ascea- lione , immediatamente dopo il battere deir ore «
Sulla sommità della Torre vi sono due Statue di bronzo, chiamate volgarmente- ì Morì , nel cui mezzo è sostenuta una Campana grossa sopra un palo di ferro.» salla quale le due Statue battono le ore con un martello per una , snodandosi daj mezzo in su con arte mirabile . Restano
vedersi per ultimo i
T|IE STENDARDI, posti dirimpetta Ila 'facciata della Chiesa > i cui Piede-
5© G 1 0 K'H.AT U stali di bronzo , scolpiti a mezzo riliev© sono stati squisitamente lavorati da Ales- sandro Leopardi sotto il Principato à-A Doge Leonardo Loredàno negli anni 1505- come dimostra r Iscrizione apposta ^ So- pra di questi si appendono nei giorni più solenni tre grandi Bandiere dipinte r: colori . Prossima alla Chiesa di "S» Mr co per fianco alla dritta della Sagrisi vi è una Cappella 3 detta di
s. Teodoro, eh- fu ii primo pi-.-
tettore della Città j fabbricata, come ci- cesij da Narsete, Condottiere genera:e' delle armi di Giustiniano e Giustino il. di lui Figliuolo, in Italia, quando ebbe vittoria de* Goti negli anni 564»
Nel Cortile ov' è situata questa C r- pella , vi è l'abitazione dei Canonici de - l^a Chiesa di S. Marco ; detta perciò ycl- garmente Canonica , Uscendo con brev^ cammino , e continuando il viaggio ver- so la Piazza di S. Marco, ia quel luogo che si denomina la Vìazzetta d^ìl^Erb:-, è collocata la Chiesa di
S. B/^SSO, la quale nel!' anno 1076. . edificata dalla Famiglia Elia. Arse qi^ - sta tìel 1 106. , e -poi nel 167T./ ma fub a tosto rifabbricata, e ridotta in forma mi- gliore per quanto ha permesso ia ristrfi- tezza del sito» Ha cinque Altari ricchi
di
marmi e ben disposti, l'Aitar di S* rancesco ha la tavola di finissimo mar- io di Carrara a mezzo rilievo , opera sai studiata; nelT Aitar opposto esimi- la statua di S. Antonio: e ,in quello el Ss» Sagramsnto ergesi un nobile Ta- ernacolo , Nella mezza luna sopra detto Itare sta dipinta la Crocifissione di Gè» ù Cristo di mano del Capra Milanese : nel vano di detta Cappella alla destra eir Aitar maggiore, vi è un Quadro rande, in cui il Molinari rappresentò il martìrio del santo Vescovo. Gasparo Di- lani dipinse la gran tela con losposali- io ài S. Catterioa .
La Piazzetta dell* Erbe che le sta in= unzi , è adornata di un bel Selciato, '.Ito due pi'idi in circa da terra , perirti- liendqre il Pozzo dalle acque salse : al }U?Je incomodo essendo qualche volta sog- getta qu-sta Città , la pubblica vigilanza la posto opportuno , r medio con molti P^ozzi o Cisterne pubbich^, f tie dap. pertutto a comodità particolarmente de' Poveri . Attraversando tutta la Piazza dal* la parte delle Procuratie Nove , passando fatto quel Loggiato si trova la Chiesa detta L'ASCENSIONE, che anticamente di, rominavasi S. Maria in Broglio» Questa fu fabbricata a spese del Pubblico , e con* E % segna
.5* G I o nx ^ '^,^
segnata ai Cavalieri Templari ; ma estìn- to quest'Ordine Militare, la Chiesa ri- tornò sotto la tutela del Principe , e sot- to la cura de' Procuratori di Supra che la concedettero ad una Confraternità di persone divote *, la quale riedificoUa. ca- duta per la vecchiezza , e la ridusse in forma assai bella , ergendovi tre Altari di fino marmo , e ornando le pareti di l)Uone Pitture ; fra le quali il Lazzarini ne fece una , in cui rappresentasi il Tri- onfo di Gesù Cristo in Gerusalemme .
Di Reliquie si venera il Corpo di S. Bonifazio Martire , con alcune altre „ Avanzando con poco cammino a sinistra sì vede la Chiesa di
S. MOISE', Parrocchia dì Preti J la quale viene considerata tra le più anti- che di questa Città, mentre la sua pri- ma fondazione fu fatta nell'anno 79^» daJla Famiglia Scopara . Fu riedificata V anno 1632. Ha sette Altari di marmi fini , ed è ornata di Pitture dei più ce- lebri Autori ; cioè del Tintoretto , del Liberi, del Diamantinì , del Cav, Bam- bini , del Brusaferro , del Molinari , d' Antonio Pellegrini, e di altri. All'Al- tare nella Sagrestia è degno d'ammira- zione il Parapetto di bronzo. Vi si rap- presenta con quantità di piccole figurine
la
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1 sepoltura di Cristo : Opera rara de* tra- ili Roccatagliata . ^' I Vi sono molte Reliquie , tra le quali if flcune de* Ss. Innocenti, di S, Luca Van» elista, di S. Gervaso, de* santi Teodo-
0 e Basso , e di S. Vittore primo Tito- are , ed altre .
Vi giacciono le ossa di Bernardo Gior.
'jio, famoso per i bei versi che scrisse in
Lingua Latina. La facciata ài questa Chiesa ricca ài armi » e ornata di molte Statue , fu fat-
a con grande spesa per un lascito di incenzo Fini Procuratore di S. Marco,
01 disegno di Alessandro Tremignone . opra la Porta sinistra in Chiesa si vede
an nobile mausoleo del Canonico Ivano- vich , uomo celebre nelle lettere . Con» tinuando il cammino diritto , arrivasi aU la Chiesa volgarmente chiamata
S. MARIA ZOBENIGO, Parrocchia di Pf eti j eretta ne' principi delia fonda- zione di Vinegia, rifabbricata la seconda volta delia Famiglia Zobenìgo ojubanica , sda cui prese il nome, e rinnovata nel i63o. sul modello di Alessandro Sardi da varie altre nobili Case . La facciata ch'è tutta di marmo va* ^gamente ornata d'intagli e di Statue, isul modello di Giuseppe Benoni celebre E 3 Ar-
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Architetto, fu eretta per legato del Ca- valiere Antonio Barbaro» che mori nell' anno 1^7^.
Ella è una delle Matrici y ed ha sotto (jret ^i se altre ti-edici Chiese. Queste Chie» se Matrici erano le Battesimali ; e Fio- doardo le chi^m^Titoiz Battesimali ^ per^ che il Batfesimo non si dava se non in alcune Chiese » che dal Vescovo erano de* stinate a» tal uffizio: Je quali prima era- no dette Vievi , e le subordinate Titoli minori^ mentre le sole Vescovili erano le vere Matrici , Anzi nei primi tempi , anche nelle grandi Città, vi era una sola FoBte battesimale, il che si osserva in^ molte Città d' Italia e così battezzava il solo Vescovo , il quale pure solo ri-» conciliava i Penitenti all'Altare, e solo offeriva il sagrosanto Sagrifizip ne* primi secoli del Cristianesimo, In questa Ghie^ sa 3 il cui Titolare è la Ss. Vergine An- nunziata, vi sono sette Altari : e fra le preziose Pitture ve ne ha del Tintqret- to , di Giulio dal Moro, del Palma gio- vine, di Antonio Zanchi , del Salvìatì , «ili Carlo Loth , e d'altri moderni • Fra le Reliquie che vi si venerano, le prin^. cipali sono, i Corpi de' Ss. Martiri Ana- stasio e Vincenzo, Antonio ed Eugenio, come pure il Corpo di S. Pellegrino M. , .; ed
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è un* insigne ùel Beato Gregorio Bar- ;>arigo fu Cardinale e Vescovo di Pa^o* pa , nato in questa Parrocchia , 4i cui si jrede pure un'eccellente Statua collocata jiopra un* Altare , opera del Morlaiter . I Giacciono quivi le ossa di Sebastiano Foscai-'ini Filosofo, e di Girolamo Moli- no Poeta ftaliano . Poco più oltre si tro- VSL la Chi-'sa di
: S. MAURIZIO, Parrocchia di Preti, Fabbricata dalla Famiglia Candiana , che si crede essere la Sanuda, Ha sette AU tari adorni di raarmi e di pitture , e la Cappella maggiore è assai vaga ed orna- "^ , Vi si Conserva la Reliquia di S. Mau- rizio Martire , che comparisce ancora tin- ta di sar'gue •
Qui giace sepolto Giambattista Guari- ti, Poeta insigne, che morì Tanno 1612, Vicino al Campanile vi sono due antiche fscrizioni Romane di un certo CajoNii»- merio trasportate da Pola. La Pittura a fresco che vedesi sul muro al di fuori iella Chiesa , colla Madonna , S. Seba- stiano , e S. Rocco, è in molta venera* zione , ed è di mano di Oi-azio da Ca- stelfranco ,
Fuori di questa Chiesa ertesi contigua !a Scuola degli Albanesi o Epiroti , una delle più antiche Confraternite della Cit*
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tà, la quale merita di esser veduta pel- le varie Pitture di mano antica . fiopra l'ingresso, in alto vedesi scolpita in mar^ mo a basso rilievo la Città di Scutarì Capitale dell'Albania , con le memorie degli assedj sostenuti Tanno 1474., e 1478. Giunti dopo brieve cammino nella Piazza di santo Stefano, e volgendo a sinistra verso il fine della medesima , pre- sentasi a vedere la Chiesa di
S. VITALE, detta S. Fidala Parroc. chia di Preti , fabbricata a proprie spese dal Serenissimo Doge Vitale Fallerò V anno 1084. Divenuta cadente per la gran- de antichità , fa rifabbricata dai fonda- menti* in questi ultimi scorsi anni colle limosine di persone divote , La Facciata però tutta di marmo fu innalzata col di- naro lasciato per testamento dal Doge Carlo Contarini ài cui è posto il simo- lacro e quello della Dogaressa sua mo- glie in due nicchie nella stessa Facciata La Tavola dell'Aitar maggiore è Opera rara di Vittore Carpaccio. Le due Sta- tue al naturale che spalleggiano detto Al- tare , sono di Antonio Gai. All'Aitar dell'Annunciata il mezzo rilievo e le due Statue ai Iati sono opere belle di An- \ tonio Tarsia. Negli Altari minori visone le Tavole dipinte nel secolo corrente (Ja-
elì
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li eccellenti pennelli del Pellegrini , de! iazzetta 5 del Trevisano, del Rizzi, e sHa Lama . Q^aivi è sepolto Lorenzo larcello, che si sagrificò per la Repul>- ica ai Dardanelli Tanno 1656. essendo apitan Generale .
Tralasciando per ora la Chiesa di S. j Itefano, e proseguendo il viaggio a ma- o sinistra s* incontra la Chiesa de' SS, ROCCO E MARGHERITA, de- icata un tempo a S. Susanna. Questa ra prima della Confraternita di S, Roc- o , da cui fu rinunziata quando i Con- Jitelli scelsero il nuovo sito in cui si :de al presente la magnifica Scuola gran- fi di S. Rocco vicino ai Padri Minori conventuali nel Sestiere di S, Tao/o, di ui parleremo a suo luogo.
Li questa Chiesa vi sono cinque Alta» i, tra cui il Maggiore è di marmi fini. >lla è ornata di belle Pitture del Mon- smszzano, di Matteo Ingoli , e di Gi- oiamo Pilotti j ma sopra tutte èingran- e venerazione un' Im.magine di Nostra ignora, la quale era prima nella Cat- edrale di Misistrà Città delia Morea , etta anticamente Sparta, donata da Fran- esco Barbaro , che fu Proveditore in Iparta Tanno i54f. Seguitando sempre a
Iinistra, dopo non molto cammino , è la Ihlesa di
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S. SAMUELE , Parrocchia di Preti. Fu fabbricata dalla pietà di due nobili Famiglie Boldu e Soranzo nell'anno looo. Si cominciò poi a restaurare nell'anno i6So. j ond'è ridotta in istato molto de- cente , essendo anche ornata di buone e Squisite Pitture del Cav. Liberi, e del Cav. Bambini. Vi si venera pure un Brac- cio colla mano di S. Valentino Prete , e un Dito di S. Spiridione. Ritornando in« di.e|:ro , si trova il Monastero e la Chiesa di,
S, STEFANO Protomartire, Illa è sta- ta terminata negli anni 13^5. ornata poi di marmi e di statue ne' secoli posterie* ri. Ha molti Altari: e nel Maggiore sorge un maestoso Tajbernacolo , ricco di marmi con belle colonne , circondato dal' Je statue de' dodici Apostoli , grandi q':a- si al naturale, scolpite da Vittorio Gatr, bello ^ Gii altri Altari sono pur tutti ric- chi di marmi, e con beile pitture, del Palm'a vecchio, del Corona, del Foler, del Lorsnzetti, del Diziani , del Brusa- fero ; di Gian Antonio Pellegrini ; ma fra tutte si distingue la Tavola colla na» scita della B. Vergine, e nell'alto una Gloria: opera insigne del Cavalier Barn- ,bini^
In questa Chiesa giacciono sepolti mol»
ti
T n I M .4.^ 59
;i Uomini celebri. Sotto J* Organo ripo- ano le ossa di Giambattista Beltrando jo, ''rancese , Prete Cardinale del Titolo di >. Gfìsogono, morto in questa Città nel ì^icembre 1560, Le ceneri di Marina iorgio Filosofo dottissimo, facondo O. e!jratore> e Senatore illustre, che sostenne n©Ite legazioni e corresse alcune Leggi )er Decreto del Senato, giacciono in un •icco Sepolcro con una lunga Iscrizione • Così pure quel/e di Antonio Cornato,' inch'egli Filosofo celebre dell'Universi- tà di Padova . Sopra la porta maggiore si ^ede un Mausoleo con statua Equestre di Domenico Contarinì f die ottenne dal ^e di Francia d'inquaftare i Gigli nel i|5U0 Stemma gentilizio . Nel Chiostro so- ra la porta per fianco si vede il sepol- cro di i^ndrea Contarini eletto Doge nel 13^7» e morto nel 1382, sotto il quale ell'anno 1380. fu adoperata da'Vene- iani per la prima volta l' artiglieri^i • nsorta essendo la guerra contro i Geno- esì , che occuparono Ja Città di Chiog- gia , vi andò il medesimo Doge in qua- ità di Genera^Ie , ed Ammiraglio dell* ■Armata navale fu Vittorio Pisani , Quivi assalirono ambedue con ^ran valore lì Genovesi, che rimasti essendo vinti e sconfìtti , fu ricuperata la Città li 22. di
. Giù-
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Giugno dell'anno 13 So. con grandissima gloria (lel Doge Contarini , che con- dusse in trionfo alla Patria da cin- que mila e più Genovesi prìgionieii . Sopra il sepolcro suddetto leggesi in let- tere gotiche questo Epitaffio 4 Htc sacè^- *Ar:dreas stirph Coat arena ..*.. Nelms?- 20 della Chiesa giace sepolto il gran Prìr.* cipe Francesco Morosini, valorosìssirno Capitano , e Conquistatore della Morea , morto l'anno 1694. sul cui sepolcro si Veggono le Armi , e Trofei di bronz- . Sopra la Porta che corrisponde al Cor - vento si Vede la statua di marmo di Bar* tolommeo di Alviano, Capitano di gran- ^'ardire e valore > il quale perciò fa col- mato di moiri onori 5 e morto nel 15 '5' fu lodato con Orazione funebre da An- drea Navagero Nobile Veneziano , ch'era giovine di grand* eloquenza .
Uscendo quindi , e passato un ponte , si vede la Chiesa dedicata alT Arcangelo S« Michele, che dicesi volgarmente
S. ANGIOLO, Parrocchia di Preti, a^ica , mentre si tiene fondata negli an- ni 920. Ha nove Altari assai ben dispo- sti, e fabbricati con scelti marmi, ado- ni di belle pitture, tra i quali quello del Santìssimo Sagramento è fornito di tre statue del celebre Mauro; di cui pure è
oper^
opera insigne , la statua di marmo rap- presentante s. Giambattista 5 collocata so« ra il Battisterio di questa Chiesa, che a la Conca di Piera del Paragone , tut- a di iin pezzo. Lateralmente all'Altare suddetto vi è un Quadro nraride comin- ciato dà Tiziano , e terminato dal Pal- ma . Q^uello , che vedesi dall'alto, e rap- presenta li tre Angioli adorati d Abra- mo, è di Sebastiano Rizzi. Il Quadro «opra la pòrta del Campo con la Cena di Gesù Cristo è del Tintoretto , l'altro eoa la Beata Vergine, ed alcuni santi è del ZambelUno .
In questa Chiesa è Sepolto Carlo Ar- senio Nobile Bergamasco , che tradusse in lingua Bergamasca il Tasso .
Vi si venerano, il Corpo di S. Cle« mente Martire, il Capo di S. Gordiano, quello di S. Fedele, e quello di S. Re- sti tu to MM. ec.
Vicino alla detta Chiesa Vedesi un O- ratorio molto antico , eretro nello stesso anno 920, dalla famiglia Molesini , ora detta Morcsini i che lo dedicò ali* An- giolo Gabriello, e lo diede in custodia a quattro Monaci, da'quali fu tenuto sino all'anno 1007. Questo al presente è di' venuto Confraternita degli Zoppi, sotto l'invocazione della B. Vergine Annua- F ziata •
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xiata . Ha un solo Altare, ma, ricco di marmi ; e il luogo è fornito di beile pit- ture di Antonio Trivaj di Pietro Rie» chi , e di Domenico Bevefense . Segui- tando il cammino diritto, si truova ncn molto lontana la Chiesa di
S. BENEDETTO, che il volgo dice s. Benetto , fabbricata dalle antichissime famiglie de'Caloprini ede'Falieri, negli anni 1175. la cura della quale fu data al T Abbate de' Monaci Cistcrciensi di s. Mi- chele Arcangelo di Brondolo . Ma demo- lito il detto Monistero a cagione delle guerre, passò il governo di questa Chiesa ai Canonici Regolari del Monistero di s. Spirito dell'Ordine di s. Agostino^ di Chiozza , i quali per cura delle anime mantenevano due Sacerdoti Secolari . Fi- nalmente l'anno 1437. nel mese di Mar- zo, sotto il Pontificato di Eugenio IV. 5 essendo Patriarca di Vinegia s» Lorenzo Giustiniani , fu eretta in Parrocchia di Sacerdoti Secolari . Divenuta poi cadente fu riedificata da' fondamenti negli anni 16 19. in assai vaga forma con sette Al- tari , dalla pietà di Giovanni Tiepolo Patriarca, Riguardo alle pitture vi è una bella Tavola di Sebastiano Mazzoni !^-:c- rentino, ed altre del Pilotti , e del Tie- poletto V Ma più di tutto merita osserva^
zions
?:ione il bell.^simo altare ài s. Sebastiano :on colonne di verde antico , la cui Palla Fu dipinta da Bernardo Strozzi j detto il Prets Genovese ,
Fra le coss sue ragguardevoli è degna jdi essere osservata la Cappella della fa- miglia Contarini , ricca di finissimi mar- mi, e di varj monumenti .
Veneransi il Dito pollice di s. Bene- 'detto , i Corpi di s. Vito M. , di s. Fer- mo, di s. Anseinoo.j di s. Viviano, e di s. S.ìbina MM. , di s. Giraldo M. , di s. |Gregorio Vescovo : de' Ss. Tiburzio e aleriano ; di s. Vitale, di s. Felice , e Idi s. Vittoria MM. Dopo non molto cam- mino si truova la Chiesa di
S. PATERNI A NO , Parrocchia di Preti la quale dicesi fibbricata circa Tanno 1200. dalle famiglie Bancanica , Andrear- da , Fabiana e Muazza . V^olf,endo a si- nistra , dopo trascorsi alcuni vicoli , si iugne alla Chiesa dedicata al Vangeli- sta .
S. LUCA, Parrocchia di Preti, fab- bricata dalle famiglie Pizzamana e Dan- dola Verso l'anno 1146. . Essendo poi ro- vinosa per l'antichità, fu rinnovata da' fondamenti in vaga e moderna forma , con nove Altari adorni ài ricchi marmi» lì sito di questo Tempio e nel mezzo F2 dellii
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64 Giòn^^Ta
della Città:- che perciò nella pia2za cfi? gli è contigua, vedesi piantato un Albe- ro, cui a certi tempi si appende un? Stendardo dell'Arte dei Pittori.
Fta le molte belle Pitture , vi è la Ta- vola della Cappella maggiore, opera iri^ sìgne di Paolo Calliari, detto il Vero- nese , Nei lati dello stesso Altare vi sono due Quadri : in uno vi è la Cena di Cri- sto N'. S. con una figura in piedi barbata rappresentante Pietro Aretino; e nell'al- tro, Pilato che si lava le mani , d*AIvi« «e Benfatto nipote di Paolo. Il soffitto ài questa Chiesa di bellissima Architst. tura fu dipinto a fresco da Domenico Bruni, con bellissima Architettura.
Vi si venerano una Spina di N. S., il Capo di S. Gregorio Nazianzeno , e quel, lo di s. Adriano M., un D.to di s. Agne- se ec.
In questa Chiesa giacciono le ceneri di parecchi Uomini Letterati, fra i quali il famoso Pietro Aretino cognominato F/rf- gello dei Vriìscipì per il suo licenzioso mordacissimo modo di scrivere . In un medesimo sepolcro furono posti Lodovico Dolce posta Tragico e Traduttore di molte Opere Latine nell'Italiana favella; Pionigi Atanagi da Cagli, grande Osser* yatore delle regole della lingua Toscana,
e
t Alfonso UUoa Spagnuolo , Scrittore ^ella Vita di Carlo V. e di Ferdinando |. Imperadore . In un altro sepolcro giace Girolamo Ruscelli , che scrisse del modo \\ comporre Versi. Evvi sepolto ancora i' Aromatari Medico, e Scrittore celebre \i Medicina. II. Palazzo di GasaGriTia- ni posto a lato di questa Chiesa è insigne lavoro dell' Architetto Michele di s. Mi- chele . Ritornando addietro , dopo non Uingo cammino, vi è la Chiesa di
S. FANTINO , Parrocchia di Preti sretta negli anni 966. dalla Nobile Fa^ miglia Pisani , e poi rifatta dai fonda- menti nel secolo sedicesimo , con beJ/a
soda Architettura , creduta comune^ mente del Sansovino, ( di cui è cartola maestosa Cappella maggiore) tutta inoro* stata di marmi , con cinque Altari . Q^uel- \o in cui si conserva 1' AugustissimD Sa- cramento , è tutto di finissime pietre j e il rendono mirabile le Figure di bronzo _, i rimessi di varj colon, e gi' intagli ch^ vi si veggono ,
Del Palma giovine è la Ta'ola di Cri»
Ìsto morto; come pure un* altra gran Tela vicina alla Porta maggiore colia B. V. 3 un Doge , e la Serenissima Signoria . Le altre Pitture sono parimente di valenti Maestri , cioè à^ì Peranda , di.Cesare deì- f 3 le
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le Ninfe, di Andrea Vicentino , e di A], berto Calvetti ; ma tra queste distinguesi molto la Crocifissione di Gesù Cristo, opjra insigne di Leonardo Corona da Murano*, e un Q^uadro nella Sagrestia colia Bsaca Vergine > e col Bambino , di mano di Gian Bellino.
Vi sono i Corpi di s. Lucido , e di s. Marcellina MM.
Nella medesima pìcciola Piazza sì ve- de T Oratorio dedicato a s. Girolamo, che vien dettò
SCUOLA DI S. FANTINO, per es- sere dalla Chiesa di questo Titolo poco lontana. Questa è una fabbrica di vaga e ricca prospettiva sul modello di Aks- sandrtìt. Vittoria j con due facciate di mar. mo. I Fratelli di questa Confratetnità , con esempio di ammirabile carità, s'im. piegano nelT assistere a que' miserabili , che p2r le colpe commesse vengono dalla Giustizia condannati a morte •
Vi sono due Altari, l'uno tutto di pietra del Paragone, ornato di bellissi- me Figure di Bronzo, opere del suddet- to Vittoria : l'altro dedicato a s. Girola- mo, di cui vi è l'Immagine scolpita in marmo dallo stesso Vittoria . Nella\sala superiore tutto il soffitto è dipinto dai Palma, La Tavola dell'Altare con No-
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|tro Signore, e s. Girolamo è opera in* [igne del Tintoretto 3 di cui vi è la stam- ìntagliata da Agostino Carazzi . I [uadri che rappresentano la Passione di Tristo 5 sono tutte opere di Leonardo Co- Iona : trattone quello j in cui Pilato Io lostra al popolo , che è di Baldissera di nna. Nel soffitto di questa stanza ve- lesi una Tela che rappresenta T Assun- ;ione di Nostra Signora , con altre Sto- rie 5 nelle quali si veggono dipinti al na- turale i Ritratti di alcuni amici del Pit- tore , cioè di Tiziano*, di Alessandro 'ittoria , e di alcuni celebri Musici : >pera del Palma giovine , il quale vi ha lipinto anche se stesso colla sua moglie . Dair altra parte nella stessa Piazza ve* idesi il
NUOVISSIMO TEATRO, dstto L^4. ÌFE'Ì^ICE y incominciato neli* anno 1791., |cd in mesi dieciott« condotto al suo ter- mine . Una Nobile Società di persone a proprie spese lo fece fabbricare dietro il disegno , ed assistenza del giovine Archi- tetto Antonio S^lva Veneziano allievo dell* erudito Tommaso Temanza . La fron- te sul Campo , che dapprima vuol essere considerata, corrisponde, alla principale entrata di terra colla Loggia Corintia in« feriormente, ed alle Saie di cornane adu,
nanza
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nanza al piano superiore. Entrando nella detta Loggia, e di Jà rettamente progre- dendo alcun poco, si ritrova una capace porta, die da ingresso all'atrio interno? del Teatro. Facile, ed ampia scalla in | tre rami divisa in una fronte si esibisce f alla dolce salita , due dei quali mettono ! all'androne dei palchetti, del così det* to , Ve-piano ^ ed il ramo di mezzo con- duce alla Cavea, ossia Platea del Teatro . Questa Cavea è conformata di un Semi- circolo prolungato alcun poco curvamen. te . Degno di osservazione si è il Forni- ce che coperchiai! Teatro , che con equa- bile curvatura piacevolmente si distende, il che dovrebbe non poco giovare allo spandimento, e raccoglimento del suo- no. Ampio e capace si è il Palco Sce^ nico, e grossa muraglia sostenuta sopra l'apertura del palco da un arco che pren- dale mosse sui muri esterni del Teatro separa la Scena dalla Platea, per rende- re così meno gravosi i danni che da fa- tale incendio, cui per propria costituzio- ne pur troppo vanno soggetti gli edifiz/ di questa natura , potessero provenire , e \ per una maggior cautela sono pure state formate due torri laterali al palco mede- simo, sulle quali stanno continuamente disposte delle ingegnose macchine Idrau- liche
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iche a questo flagello in qualche manie'
provveditrici . Tutto il vaso óqì Tea- o , e lo Sipario sono stati dipinti dal ivalier Fontanesi di Reggio , opera del
nnello de! quale è pure una porzione ^lle Scene, e T altra parte è stata fat-
da Pietro Gonzaga Veneziancr . La irte postica dell' edifizio che con-ispon>
all'entrata d'acqua marita pur di es- »r£ riguardata, ed una bella e giudizio-, i slmplicità congiunta ad unagranlezza
parti e inagnifìcenza d' irfsieme si scor- ;rè spazziare p^r ogni lato della fab-- rica .
Seguitando il cammino per la strada €tta Ca//e dei Fabbri ^ si giugne alU hiesa consegrata alla Trasfigurazione di Móstro Signore , detta
S. SALVATORE, Parrocchia di ?re-
. Dicesi , che questo Tempio sia s!:at-> abbricato nel secolo VII. dalle famiglia ralatazzì e Cctrosi , antichissime . Lìì "hiesa che al presente si vede fucomin* iata negli anni 1506. da Giorgio Spa- enti eccellente Architetto ; ma dopoal- ;uni anni essendo egli morto, ne intra» )rese il lavoro Tullio Lombardo, che ri- ormò il disegno dello Spaventi , e fa empiuta l'anno 1534. coli* assistenza di acopo Sansovino, che dls-gnò l'Altare
deli'
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<ìeir Anunziata , e la Porta laterale, che vedesi interiormeate col bassamento dell' Organo. Nel 1569. fu fatto il Coro, (nel 1741. per improvviso incendio ab- bruciato) opera dello Scamozio, essen- dovi stato chiamato in quei tempo anccr gÌGvJtretto per aprire ie tre Cuppole , che prima eran chiuse, e farvi le tre Lanter- ne che ora si veggono. Si ammira questo Tempio come eccellentissima opera, e fjrse la più perfetta e corrispondente nel- le sne parti di quante altre si veggano in genere di Architettura in tutto il rimav yi:nte della Città.,
Contiene tredici Altari ; nel Maggio-: ti vi è una Tavola di Tiziano, sotto cui, ne sta un'altra di fino argento con Fi-i, g'irine di basso rilievo alte un piede, *la! qù\\e però non si scuopre se non nei gior- j (lì più solenni. Un'altra Tavola di Ti-! ;5Ìano collMnnunziata è sopra un altro A'taie; ed è la famosa che fu intagliatali in rame da Cornelio Corre, e che Tizia- 1 no stesso credette essere opera cosi ps'-j fjtta , che appiè di essa vi scrisse: TL tianus fé eh , fech .
Nella Cappella del Santissimo Sacra» mento lavorata di finissimi marmi , la cui Tribuna è fatta a Musaico , si vede un Q ladro di Giovanni Bellino, rappresen- tante
\ tante Gesù Cristo in EmmauS: La Tavo- la dell'Altare di s. Antonio Abbate è opera del Pa!n:a giovine . AI Battisrerio , ii s. Giambattista è di Niccolò Rinieri. Le porte'le dell' Organo sono di Frances- co Vecelli fratello di Tiziano: di cui "'.ire sono, il Salvatore che dà L^ bene- .-irione, in un'Ovata della Sagrestia; e iuori di essa, il s. Leonardo che libera alcuni Prigioni; opera fatta a fresco. Vi sono poi altre pitture del Bonìfa- i ciò , di Polidoro, del Pilotto , del P.=« renda , del Brusaferro , del Giordano , di Pietro Mera , di Natalino da Murano ,' del Piazzetta, del Diziani , del Fonte- basso, e del Maggioto, Si veggono i"i S?^: questo Tempio alcune statue che sono '" tutte di mano maestra . cioè del Sanso- vino, di Alessandro V^ittoria , di Tom- li'"., maio Lon:bardo, di Da-iese Catanea , di •"i Jacopino Colonna , di Girolamo Campa- ''^ gna, di Giniio dal Moro, e del Seba- '"^ stiani .
*|i Evvi II Corpo dì s. Teoàoro, che fu ^ il primo Protettore della Città; ii qua! " ix acquistato da Jacopo D.indolo negli anni 1256. quando sconfìsse la Città di ^fi! Mes^mbria ; poiché allora il trasse fuori 3"' della Chiesa di s. SofHa , e lo condusse i* a Costantinopoli , d'onde poi Mtìrco Dìd - i-k) portello a V:ne§-:2 .
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Sopra il Eattisterio sorge il bel depo- sito in fino marmo di Carrara che occu- pa tutta la facciata ài questa parte di Crociera , eretto alia memoria di tre Cardinali di Casa Cornar© : Marco , Fran- cesco, e Andrea, sepolti in questa Chie^ sa. Architetto ne fu Bernardino Contin ; di cui è pure l'altro bel deposito nell' alti^ parte della Crociera per entrar in Sagrestia , eretto alla memoria della Re. gina Cornar» di Cipro. Nel basso rilie- vo sopra la porta vedesi la rinuncia che essa Regina fa della Corona di Cipro -al Doge Agostin BArbarigo ; e le sue cene- ri che prima eran nella Chiesa de' Ss. Apostoli, sono dinanzi la porta della Sa- grestia con quest'Iscrizione
D. O. M.
CATHERINE CORNELIA,
GYPRI, HIEROSOLYMORUM,
AC ARMENIA REGIN.^
CINERES.
Vi sono pure i Mausolei del Doge Fran-» Cesco Veniero , che morì nell'anno I557«*» con due figure di marmo assai belle , ope- re del Sansovìno ; quello de' Fratelli Lo* renzo e Girolamo Priuii , che S'accedet- tero nel Dogr^Ao a Fr?.n:eSco Veniero,
cret-
eretto con singolare struttura, s diricai inateria , con pietra del Paragone , e co- lonne con Capitelli di bronzo; eseguito da Cesare Franco in 17. anni; e qu,^i]o pure di Andrea Delfino Procuratore di s. Marco , e di Benedetta Pisani sua mo* glie, nel cui rnsszo sta collocata una fi. gura del Salvatore, grande al naturale, sco/pità in finissimo marmo da Giulio dal Moro .
La bella facciata di questo tempio , fcon colonne e statue fu eretta nel 1665. ^er un lascito di Jacopo Galli , ricchis- simo mercatante; sul disegno del Lon- ghena .
Fuori della porta laterale che mett- tielia Merceria, vedesi affissa nel mura a sinistra una pietra di marmo rappresene tante una testa Papale, ed una mano in atto di benedire , e rajrimemora il sog- giorno che sì crede aver fitto in queste^ iuogo per una notte il Pontefice Ales- sandro IIL l'anno 1177.
L'abitazione poi dei Canonici-, non è punto inferiore alla Chiesa. Fu ordinata da Tullio Lombardo , e corrpitita da San^ te di lui nipote. La Sagrestia, il Refet- torio, le Scale, i Cortili, ed ogni aitrii Cosa spirano maestà e decenza . Nella io» ro L breria corre- voce, che ci sia un
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Manoscritto di s. Efrem Siro . Il Refet* torio ed i Chiostri sono ambedue ricca- meate abbelliti di colonne e di altri or- rtamenti . Nelle due mezze lune d'ambi ì lati del secondo chiostro si veggono es- presse a fresco le beneficenze usate a que- sti Canonici da due Pontefici Eugenio IV. Condulmerò , e Gregorio XII. Cor- nero, come apparisce dalle apposte Iscri- zioni .
Nel Chiostro interiore si vede la Te« Sta di Marmo del celebre Architetto TuU iio Lombardo « Continuando il c'amino do* pò Dochi passi si ritrova la Chiesa di ^ si EARTOLOMMEO, Parrocchia M Preti 5 fabbricata la prima volta dalla fjp miglia Orseola l'anno 84». Fu poi rifai;* ta negli anni 1070. dal Doge Domeiiicc Selve . Nello stato in cui al presente il attrova, fu ridotta da Giovanni Tiepolc
i'ratriarca , che visse dall'anno 1619. sinc al 1632, Ha otto Altari fatti di marmi fini , tra i quali bellissimo è il Maggio re .. Tra le pitture singolari di cui vj adorna, tutte di buona n^iano , sì distin- guono quelle del Palma giovine nellj Cappella maggiore ; di cui pure è la grat Tela rappresentante la Storia del Serpenj te di Bronzo. Ammiransi pure due Qua • èri ai iati deli' Organp, òel/issime opere
di
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\ Fra St:l)à§tìano ò,t\ Piomba . Le aler» fono dì mano del Corona., à^X Peranda, lei Malombra, del Vecchia ec.
Vi feono liiolte Reliquie , fra le quali dna Gamba di s. Bartolommeo Titolar-^ .
Sopra la Sagrestia è collocato un Ora- torio, ove adunasi una Confraternità di parsone divote. (Questo ha un Altare, la cui Tavola è del Palma, le altre pitture d'intorno sono di Matteo Ingoli e di' Arrigo Falange .
Il Fondaco dei Signori Tedeschi 'V\c\^ no riconosce qussta Chiesa per sua Par- rocchia: end' è che in e^sa si veggono Sepolcri di molti Tedeschi Cattolici con Geroglifici ed Iscrizioni. Volgendosi a parte destra nslTuscire di Chiesa, e te- nendo il camniiao verso la via detta 3 ^5- gli Staoneri , si ritrova la
CHIESA DEI PRETI DELL'ORA- TORIO, dedicata a s. Maria dì Conso, lazione , e a s. Filippo Neri , Questa eb*» be principio nell'anno 1480. da una mi» racolosa Immagine di Nostra Signora la quale fu di stimolo alla pietà dei Pedali di ergerle una Cappella con un Altare . Continuò in tale stato fino all'anno 1662. in cui li 22. Novembre fu conceduta dall' Eccellentissimo Senato ai Preti dell' Ora. ,'| iprio di s.'Filippo Neri , che Taggrandi- G % rono j
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rono , e fecervi tre Aitari . Ma €SSc?n^a questa troppo angusta al concorso dti po- polo , fu eretta in seguito dopo il ijor. la nuova Chiesa , che al presente si vede con sette Cappelle e altrettanti Altari , tutti di fini marmi j le colonne dei quali hanno i Capitelli , e le Basi di bel Me. tallo . D' intorno vedesi , ornata di otto Statue di marmo bianco j e sono lavoro iÌQÌ Signor Torretti ; e al di sopra siveg* gono rappresentate in bassi rilievi le azio-» ni più singolari del loro Patriarca s. Fu lippo. Sopra ogni altra cosa però è de* gna di essere considerata la Cappella mag- giore, fatta sul modello di Giorgio Mas- sari, celebre Architetto. L'Altare è iso* laro Con maestoso e nobile Tabernacolo , ai lati del quale si veggono due Angioli ginocchioni : Opere distinte del Signor M:>rlalter.
Le pitture che adornano gli Altari di questo Tempio , tutte di Autori moder^ Sii , sono la Tavola di s. Filippo Neri , di Giambattista Piazzetta ; quella col Cristo in Croce . di Gregorio Lazzari* kì ; quella di s. Anna , di Giambattista Tiepolo ", qwella di s. Francesco di Sa- Ics , delrAmigoni; e quella del E. Gre« gorio Barbarigo , è dipinta del celebre Cignaroli ; di cui pure vi è uca bella Ta^
vola
vola della B. V. , e s. Filippo ne IT Ora- torio vicino alla Chiesa.
Vi sì venerano otto corpi di santi Mar» tiri, che riposano sotto le Mense di cia- scun Altare; una Spina delia Corona del Salvatore J una porzione notabile di Ca- pelli della Santissima Vergine , riposta in un bellissimo Reliquiario di argento, or- nato di alcune gioje ; sei grandi Reli- quiari, pure di argento, con Reliquie di s. Filippo, di s. Francesco di Sales, del B. Gregorio Barbarigo , di s. Marnante 5 de' Ss. Innocenti, di s. Anna ec.
Q;aivi giace il celebre Pittore Giam- battista Piazzetta nel sepolcro della ca. sa Albrizzi , tra l'Altare della B. V. , e quello del B. Barbarigo .
Dalla Chiesa de' Padri dell'Oratorio , ritornando addietro per la stessa via, detta deg/ì Stctgmri ^ giugnesi a quella di
S. GIULIANO, eretta prima dall' an- tica Famiglia Balbi, e poi nel 1554. ri- fabbricata in gran parte per opera di Tom- masino Ravenna Medico eccellente ; qui sepolto , e la cui statua ài bronzo è pò» sta sulla porta maggiore con un' Iscrizio. ne, sul disegno del Sansovino . Ha sett-e Altari ricchi di marmi : ma tra questi è stimabile quello della Scuola Aqì Mercieri per ie due statue che gli stanno ai Iati 5 G 3 lap-
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rappresentanti s. Daniello, e s. Catteri- na , scolpite da Alessandro Vittoria.
Tra le molte pitture , che adornano questa Chiesa ^ meritano particolare os» servazione la Tavola con Cristo morto, e alcuni altri santi, di mano di Paolo Veronese, di cui pure è la Cena nella Cappella del Sacramento; Taitra Tavola con Nostra Signora sedente , e con li Ss. Giovarjni Evangelista, e Giuliano: è opera rariss- na del Cordella ; e il bel Quadro sopra una delle minori porte con s. Girolamo nel deserto , è di Leandro Bassano . Ve ne sono poi di Vittore Bel- liniano, del Palma giovine, del Corona,, del Trevisani, e del Tiepolo.
Riposano in qaesta Chiesa il Corpo di S. Paolo primo Eremita, recato da Co- stantinopoli da Jacopo Lanzuolo negli anni 1240.; ma senza il Capo eh* è in Roma : il Corpo di s. Germano Marti. re, con alcune Reliquie di s. Giuliano, ed altre . Uscendo di Chiesa per la por- ta maggiore , e passato il Ponte detto cisi Ferali che n'è di rincontro, in un sito' alquanto rimoco vi è la
CHIESA DEGLI ARMENI, dedica- ta all' Invenzione della Croce di Nostro Signore . Fu questa fabbricata nei tempi andati dalla Nazione Armena, stabilita- si
si in questa Città per occasione del frut- tuoso commercio coi lofo Porti i e poi rifabbricata in forma mìg/iore verso 1* ari- no 1691. da Gregorio Ghiroch Mirman Armeno Persiano , con tré Altari . Q^uj. vi si venera parte del Legno della santa Croce . Partendo di qua , e traversando la via detta dei Fabbri , si truova in una piccola Piazza chiamata Campo fusaio ^ la Chiesa di
S. GALLO, Jt^ei tempi antichi questa era situata al Campanile di s. Marco n«l- la gran Piazza , e chiamavisi Spedale dì s. Marco fondato dalla pietà del santa Doge Pietro Orseolo . Fu poi da qu^l liiogo trasportata ove al presente sì tre--: uà, affine di allargare la Piazza, com" si ricava da un'Iscrizione ch*era collo-, cata sopra la Porta. Ha tre Altari; nel maggior de*quali evvi Ja Tavola col Sal- vatore, s. Marco, e t. Galfo, opera del Tintoretto. Le aUre sono del Cahrttti , del Segala, e ad Pitoni.
Fine del Sestiere d* s* Marco »
SE
SESTIERE DI CASTELLO
Xn questo secondo gicrrno potrà il Fore- stiere portarsi prima di ogni altra cosa alla visita della
CHIESA dedicata a s. Pietro Aposto- Io, Questa fu fabbricata ^ come si ha dal Sansovino, negli anni 841. da Orso Par- ticipazio Vescovo, ma poi ristaurata^^in varj tempi, e abbellita. Lorenzo Priuli , che fu Cardinale, e Patriarca negli anni 2596., le rinnov* la Facciata, facendola tutta di marmo sul disegno di Francesco Smeraldi, con tre porte collocate fra pi- lastri Corinti * Giovanni Tiepolo Patriar- ca XIX, la riedificò dai fondamenti sul modello di Giovanni Grapiglia nel léii, ; e in nove anni la ridusse alla forma in cui ora si trova . Finalmente Monsignor Marco Graienigo , creato Patriarca nelT anno ^715* > ne fece il lastrico di fini marmi .
Questo Tempio è fatto in Crociera con Tribuna nel mezzo coperta di piombo, cui gira intorno un Poggiuolo ; ed è ret- ta da quattro Archi so^teouti da gran <;o-
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lonns Corintie coi suoi pilastri . Hi da- dici Aitari . Q^^iello della Cappella mag- giore, isolato, di marmo fino, fu eretto di ordine pubblico negli anni 1649. pef Voj-o fatto nella Guerra di Candia contro il Turco, e dedicato a s. Lorenzo Giu- stiniani, primo Patriarca diVinegia. So- pra questo Altare sta collocato il corpo dei detto Santo in un* Urna , sostenuta da varj Angioli, e circondata da Statue di s. Pietro, di s. Paolo, di s. Marco; e di s. Giovanni; e sopra TUrna vedesi collocata nel mezzo la statua dello stes« so s, Lorenzo; scolp.ta come tutte Ìq a.U tre figure d^AV eccellente scalpello di Clemente Moli Bolognese . L'Architetto poi di sì nobil struttura fu Baldassare Longhena; sul dui modello ancora fufor^ mata la bella Cappella del Cardinal Venr draminOj ornata di fini marmi con var) intagli , e con otto statue rappresentanti diverse Virtù : opere di IVIichele Unghe- ro . Tra le pitture che zdornano questo Tempio , è degna da osservarsi la Tavola di s. Giovanni Evangelista coi Ss, Pie- tro e Paolo: opera insigne di Paolo Ve-» ronese . Il gran Quadro posto sopra la Sedia Patriarcale nel coro , rappresentan- te s. Lorenzo Giustiniano in atto di dis- pensar elemosins a moltissinii poveri chi»
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io circondano, è opera insigne di Gre= gorio Laz2arini, la più celebrata delle ^ue opere . Vi sono poi altre pitture di valenti Maestri , del Malombra , del Ba- saiti, del Liberi, di Pietro Ricchi Luc- chese j di Francesco Rusca , del Giorda- no, del Tizianello , del Padovani no , del Bellucci j di Girolamo Pellegrini . Oltre alle pittare, degna è da vedersi la Ta- vola di Musaico all'Altare di tutti i Santi, lavoro di Erminio Zuccato , col Cartone del Tintoretto.
Vedesi in questa Chiesa affissa ad una colojjna sopra alquanti gradini una Cat- tedra di marmo ripiena nel postergale di caratteri Orientali antichissimi , rappre- sentante la Cattedra di s^. Pietro , svila quale sedette in Antiochia . Q^uesra fu do- nata dall' fmperator Greca Mi'^hele HI» figliuolo di TeofiJo , a Giustiniano Par^ ticipazio , non già a Pietro I. Gradenico jnei 1310. eonie asserisce con grave ana- cronismo U moderna iscrizione appostavi .
Oltre il Corpo di s. Lorenzo Giusti- niani , vi si conservano ancora queJU d^l 3anti Sergio e Bacco Martiri ,
In questa Chiesa sono sepolti molti uomini illustri per sangue e pietà, come si può vedere dalle molte i'scrizioni. Ritornando per il ponte di legno si trovi lt>
SPEDALE DEI SANTI PIETRO E PAOLO, destinato al ricovero degF In- fermi SI nazionali j «he forastieri . Di ciò visi truovano Memorie sino dall'anno iiSi., e nel 1368* fu accolto sotto la protezione del Principe* Iti esso vi sono tre Altari, ed è diretto da* Governatori , sei Nobili 5 e ssi Cittadini , uno dei qua- li Con titolo di Priore abita in una co- moda Casa , annessa allo stesso Spedale » Vi è un Sacerdote che n'è il Cappella* no per celebrar loro la Messa , ed altri due col titolo di Mansionari é Dopo un brieve cammino si arriva alla Chiesa con* secrata a
S* ANNA, di Monache Benedettine <, Essendo questa in istato rovinoso , fu co- minciata a rifabbricarsi dai fondamenti nel 1634* sul modello di Francesco Con- tin 5 mentre era Abbadessa Maddalena Gabriella Marcello* Alla spesa sì della Chiesa come del Monastero vi concorse il Pubblico cfSn rilevante somma di de« nato 5 sicché iu brevissimo tempo si vide il tutto finito. Le quattro Maestranze «2eir Arsenale, cioè Callafatti , Rerrieri, Marangoni , e Se^adori , per voto di essè- re stati preservati dalla peste Tanno 1630, fecero a loro spese T Aitar Maggiore, Posseggono- qui^ste Pveligiose unparapetto
d'Ai/
'14 pìok'ìi^TZi
«3' Aitare fatto di ricamo da due figlie del famoso TintorettO quivi Monache 5 i-appresen tante la Passione di Cristo di- pinta dal loro genitore nella scuola disi Rocco , opera Veramente ànomiràbiie , e ricamata a perfezione t si espone sola* mente nella settimana Santa.
Ha citlqùè Altari , tutti di ricchi mar- mi . Tra le pitture di cui vanno adórni 5 vi è una Tavola colla SantissiRna Trini- tà, la Beatissima Vergine j un Angieló in Ai^ia , e a basSo s. Gioachino è s. An* na : opera celebre del Tintoretto ^-Le aU tre sono delio Scaligef^ , dei Lorenzetti » à^ì Vecchia, del Rusca , e di Michele Nevdlinghei- . Poco discosta è la Chiesa j e il Monistero di Monache Sa/esiane di
S. CmsEPPE, fabbrica antica, ma vaga ed ampia, tn essa vi sono otto Al- tari , cui nulla manca per renderli orna- ti e belli. La Cappella maggiore fu fat- ta ristaurare dà Girolamo Cri mani , Ca- valiere e Procuratore di s. Marco j e Pa- dre Al .Marino che fu poi Doge. La Ta^ voU dell'Altare è di Paolo Calliari . ìtì questa Cappella si vede il Ritratto in jTsarmo di detto Girolamo con una lunga Iscrizione. Ricco, di ben inteso lavóro ^ e tutto di marmi fini è il Mausoleo dei Doge Marino Grimani , nel cui GoverDo
fu
fa terminata la Fortezza di Palma j itt» comÌHciata negli anni 1593. sotto il P^i^"- Cipato di Pasquale Cicogna . Dalla parte destra negl'lntercolunn] é collocata là sua Immagine di marmò, giacente sopra un sepolcro, con una Tavola al di sotttì di Bronzo , e con figure di basso rijis'f vo , che rappresentano la sua creazione $ leggendosi queste parole : Ì?rincìpatus vlr- iute parti Memoria sempiterna, MùXCV» VL KaL Majì ^tatis LXIh Alla parte sinistra sopra un'altra Urfta, è posta 1' Immagine di Morosina Morosihi Consor- te del Doge, fatta da lui coronare €©n ■gran pompa, come dimostrano le memo* rie, che vi si veggono appese , con queste parole : Dtadematìs imposiìì hUarltas pu» blica . MDXCyiL IV, Is^on, Majì , ^tà^ tìs LXII, Nella parte poi superiore vi è Una Tavola di marmi coi due Principi ^ che adorano la Beatissima Vergine . Tut- ta la magnifica opera è di Girolamo Cam- pagna celebre Scultore .
La Tavola ^i s. Michele Arcingelo è del Tintoretto : e quella della Trasfigu-^ razione del Signore è dì Paolo CaLlliari s di cui è pure la famosa Tavola dell'Ai* tar maggiore rappresentante T adorazio^ dei Pastori al Presepio, e s. Girolanro. Nostro Signor deposto dslia Croce, hdu H piRlo
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pinto da Parasio Michele : Cristo mortd colle Marie, s. Giovanni, e s. Gioachi- no 5 è del Palma giovine: il Padre Eter- nò coti s. Agostino ec« è del Peranda , e nella Sagrestia vi è una B. V. di Gio- vanni Bellino i
In Questa Chiesa si venera il Corpo di s. Claudio 5 e di s. Pietro Martire , e ud:e porzione della Veste di s. Giuseppe. Pi» innanzi verso il Mare vi è la Chiesa de» dicata a
.^; NICCOLO' Di BARI, detto s.lSlic^ colò dì Castello. Chiesa antica, di buon disegno, e nobile Architettura , con Cu-^ pola ^ e tre Altari,» La Tavola dell' An- nunciata è di Francesco Veceliio fratel- lo ài Tiziano, e l'altra con Cristo li" sorgente i e s. Giuseppe, è bell'opera di Pietro Ricchi i E' annesso a questa Chie» sa il Seminario Ducale , qui trasportata dalia Chiesa de* Ss» Filippo, e Giacomo» Sì Ja Chiesa 5 che il Seminario diretti vengono da' Padri Soniaschi , quanto alla pietà, e alle lettere, ed erano sopraveglìa» ti dialla ProCuratia di Supra , Alla gene- rosa pietà d©l Cardkial Giambattista Ze- no, e del Doge Niccolò da Pòrité deve- si lo stabilimento di questo luogo istitui- fb per la buona educazione de' Chierici della Ducal Basilica di s. Marco * Vici- nissimo è
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L^eSPITALE DIS. ANTONFO, ov^
elvero Scuola dsi Marina) , luogo, fabbricai^ to per Votd della Repubblica , quando col soccorso prestato da gran numero di Marina} fu difesa la Città di ScUtari da«» gli assalti de* Turchi. Qui si mantengo» no molti Marinaj benemeriti ) che aven. do consumata la loro età in quell" impie- o pericoloso , aon sono più in ist^o di servire, né loro avanza con che sostenta^- re la propria vita . Nel medesimo sit^ vi è il Monistero delle
CAPPUCCINE DI CASTELLO , eret- to r anno 1668. dalla pietà di Francesco Vendramino, Nobile Veneziano; il qua- le essendo padrone di quel luogo», io do"!* nò a queste buone Religiose , che col lo- ro virtuoso tenor di vita penitente reca- no un grande ornamento alla nostra Cit* tà- Negli anni poi 1675. hanno fabbri^ cata la Chiesa con un Altare , dedicato ^ir Immacolata Concezipn di Maria Ver- gine , la CU! Tavola fu dipinta da Gre« goci^ Lazzarini , Le altre .^pitture sono, di Ssbastian Ricci da Belluno il Battesi- mo di Cristo , la Cena cogli Apostoli , e l'Annunciata; ài Gio: Antonio Pel- legrini la Manna caduta nel Deserto : di Bartolommeo Letterini il Cristo preSQ peli* Orto, la sua Flagellazione, e Co? H 2 rona-?
ronazicne : di Glambutisca Tiepolo il Sof- Etto , adornato e compito da Girolamo Colonna Mingozzi . (^uivi sono educate senza spesa alcune Figli-e per legato la- sciato al Monastero dal Piissimo Fonda- tore . Poco più oltre si truova la . Chie- sa, e il Monistero di
S. ANTONIO ABBATE , detto /. [Antofiio di Caste/lo . Fu questo nei primi tempi uno Spedale ; in cui essendovi una Ifumagine di nostra Signera, grande era si concorso de' Fedeli, a cagione de* con- tinui miracoli c'ne Iddio operava per T intercessione della sua Santissima Madre : che perciò a lato di questo Spedale fu eretta upa Chiesa di tavole, e réll* anno 1346. un'altra di pietra , come si leggs in una Lapide scritta in lingua Viìnezia- na , vicina alla Sagrestia, Fu poi ristau- rata nei tempi seguenti dalla nobile Fa- Eiiglia Grimani Galergi , leggendosi nel- la facciata queste paroit^ : Vetrus Grima" Kus Vrior VngaridS ~ Indi fu data ad offi- ciare ai Canonici Regolari di s. Salva- tore ; ma lincersziati questi per le emana. te pubbliche previdenze, passò la Chie- sa, coli' annesso Monistero sotto 1* imme- diato Juspatronato Pubblico, ed era prc» . yisionalmente olficiata da un Cappellano •
Po;Ìici sono gli Altari di qut;sta Chie-» '
sa
sa con opere dei pie eccellenti Pittori , cioè del Bonifacio, di Vittore Carpac- cio , e di Jacopo Palma . Nella Cappella del Doge Landò , la Tavola è di Marco Vecellio . Neir Altare della B. V. vi è lina Pittura di Marco Croce : in quello ilei Santissimo Sagramento ha dipinto Pie- tro Malombra, e il s. Michele nella Cap- -peila gjesso alla Sagrestia è di Pietro Mera • . Qui si veggono molte Memorie di varj Homi ni celebri in Amii e in Lettere . Tra questi , di Antonio Grimani Doge , ^ di Pietro suo Figliuolo, Prior di Un- gheria : di Vittorio Pisani che valorosa- mente difese la libertà delia Repubblica nella perigliosa guerra coi Genovesi : di Niccolò Cappello che fu prode Capitano Generale della Repubblica contro Baja- zette negli anni 149^. : di Pietro Pas- fjualigo prestantissimo Cavalier, celebre Dottore ed eccellente Oratore . molto perciò scimato in vita, ed onorato dopo ia morte da Francesco Re di Francia . Giace quivi ancora il Doge Pietro Lan- dò che fu Principe Tanno 153S., sotto cui fu fitta la guerra .contro Solimano per Mare nella Dalmazia, e l'alleanza con Carir» V. , e col Pontefice contra il Turco, Pietro Bembo fu fatto Cardina- le da Paolo IH.
H 3 Vi
Vi Sii venera una Spina .della Corcjoa òi N. Si.^norej e una Mano di s, Anto- Ilio Abbate .
Sul fine del S2«olo passato arse perde» plorabil caso la Libreria di questi Cnno- nici , copiossima di Manoscritti in per- gamena, donati in gran parte da Dome- nico Gardijfjale Grimani ; tra i quali (jran- vi molti Originali : non senza gran dolo- re j' e danno considerabile della R'f pub- blica Letteraria . Ritornando addi ttro , '€d uscendo versa il Canale, detto Iliadi Castello , si trova la Chiesa dedicata al patriarca •
vS. DOMENICO, e il Convento abU %to dai Padri Predicatori . Qjaestn fab- brica fu eretta e detata da Marino Zor« zi, che in vita era detto il Santo ^ ne- gli anni 1311., e I-istaurata negli anni 1590. in modo che fa accresciuta, della metà. Ha undeci Altari , nobili e rie, chi per /a finezza de* marmi, e pel dise- gno, ornati di buone statue e pitture, tra Je quali si distinguono quelle del Pal- ma giovine, del Malombra, deli' Alien- se , di Maffeo da Verona , di M kco Ve- cellio, e del Fialetti . All'Altare mag- giore vi sono quattro Angeli d? bronzo gettati da Bartolommeo Bregantino , che sostengono \\ Tabernacolo J ma al pre-
sen-
- gente sono posti in quattro nicchie nel
■' presbiterio con un cancelliere in mano . Una preziosa Reliquia si venera , che
' è una porzione non pirciola del Le|no
^i della s. Croce. .
^'1 Nella Sagrestia è stata eretta di fresco ia statua di Benedetto XIIT. -^ommo Pon- tefice ,• in memoria di aver egli preso 1' 'Abito dei Predicatori , e consumato qui l'anno della sua approvazione , Opera ài Francesco Cabianca ?
Merita molta attenzione il Chiostro vi- cino alla Chiesa, in cui si leggono va-» rie Iscrizioni di uomini illustri . A Nic- colò Massa Filosofo , e Medico insigne fu
•■ l'eretto un Mausoleo colla sua effigie di marmo da Maria sua Figlinola; U cui scultura è di Alessandro Vittoria ; di cui è pure il bel deposito eretto alla memo- ria del Padre Ccstabile Cenerai dell'Or- bine morto in questo Monastero. Legge- si ancora la memoria di Appollcnio MaS' sa suo nipote, anch* egli Medico , e Fila«- sofo eccellente . In poca distanza vi è il monumento di Cesare Alberghetti cele- bre Giureconsulto: e omettendo gli al- tri a studio di brevità, avverto solamen- te, qui ancora giacere Ja famosa Cassan- dra Fedeli Vcnezianar, benché di origine Milanese •
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9% G I 0 Kls[ yi T ^>£ in questo Convento fa la sua residea- »a il Padre Inquisitore del s. Uffizio , e si porta a s* Marco nei giorni determi» nati , dove si fa il Tribunale dei s. Uffi» . sic . Di rincontro , ma oltre al Canale » si vede la Chiesa de' Padri Minimi sotto l'invocazione di
S. FRANCESCO DI PAOLA. Era questa nel suo principio dedicata a s- Bar- tolommco ; ma essendo piccola , e per 1* antichità poi cadente , la nobile Famiglia Q^uerini detta deììs Papozze la riedificò! in forma più ampia , e più decorosa , co- me appare delle due Iscrizioni ; che scoN pite in marmo sono ai due Iati della Cap- pella maggiore-, Tuna dell'anno 155S., i' altra del 1584. i dalle quali si ricava, \ che questa Famiglia non solamente fece ' fabbricare la Chiesa , ma il vicino Ospi- ] tale ancora , nel quale sono mantenute ! alcune povere Vedove, ed è Giuspatro- nato della medesima Fanjiglia. Insegui- ta poi fu perfezionata la Chiesa, e mol- to yi contribuì la carità di D. Cesare Caraffa, nipote del Pontefice Paolo IT. Ella è adornata di bellissimi marmi , e di buone pitture del Palma giovine , del Tintoretto , e dei Malombra. II soffitto fu fatto a spesa di D. Cesare Caraffa 5 ed è di mano di Giovanni Gootarini .
Vi
Vi si venerano i Corpi de' Ss» Giacin- :d ed Ippolito Martiri . Continuando la strada chi guida verso la Piazza , si trOd 72L la Chiesa di
^ 3. BIAG'O. Parrocchia di Preti, edi- ìcata negli anni 1052. dalie famìglie Elia i Bsnzoni . Ha cinque Altari decorosa- r. Inaente ornati, e vi si venera un Braccio polla Mano di s. Biagio Martire.
Nei Cempi andati i Sacerdoti del Rito jreco ebbero una Cappella in que$.ta Ghie- a , prim:ì che fabbricassero quella di s. Siorgio; il che diede motivo al Sansovi- lo di scrivere, che questo Tempio fosse di essi, prima che divenisse Parrocchia li Preti: ma accadendo loro sovente di non p-ìter celebrar la loro Liturgia, o dì iover farla in ora inopportuna , perchè i Sàcefdori Latini volevano far prima i lo- o Uilìzj ; ed essendo inoltre angusta la piccola Ghesa per la moltitudine dei Greci che concorrevano in questa Città , fu loro perinjsso dal Pontefice Leone X. di fabbricarne una sotto i' invocazione di s. Giorgio Martire, esente dalla giurisdi- zione dell' Ordinario , di cui ragionere- mo a suo luogo .
Nella Piazza eh' è dinanzi a questa Ghi- sa, che oggi il si sta rifabbricando si ve, ^e una vasta fàbbrica con varj piani eh?
^4 CI 0 n.'K^T j[
fematio un'altezza straordinaria. Que^- sia racchiude molti pubblici Magazzini y nei quali si custodisce il Biscotto per gli Soldati j Marinai , e Galeotti .
Sai conine di questa piccola Piazzavi k un canale diritto , lungo il quale voU gendo il camm «a , si eiugne ad un Ora, torio, dedicato alla Beata Vergine^ e chiamasi
LA MADOMNA DELL' ARSENA, LE . In questo yi è un solo Altare , ni a jben ornato , U cui Tavola fu dipinta da Bartolommeo Scaligero : ed è sotto là cu- stodia dello Spedale della Pietà . Passato il Ponte ievatojo che gli è contiguo , si entra in una Piazza non molto grande , .ove si vede il prospetto deli*
ARSENALE. Questo luogo ch'è non lolaraente un grande ornamento della Cit« tà di Vinegia , era una fortissima difesa di tutti gii Stati della Repubblica , ed il sostegno eziandio deir Italia tutta, e del- la Cattolica R«IlgÌGne , vedesi formato a foggia di una Fortezza , cinto dapperrut- jo di alte mura, e bagnato intorno dalle ^cque : Fortezza veramente IS^avaie *
In qual t«mpo preciso abbia avuto prin- cipio questa gran fabbrica , ella non è cosa del tutto certa. Scrive il San^ovi- po^ eh? r Arsenale ebbe connnciamentQi
coll^
^^//ecà ei.
i ediita e^jté?
ic'c/utci c'.jtc/-io>rc' (j/e/r ^ Cr^c
I
»fla Città, ma chs avanti gli anni 1304* ra situato altrove. Nel che Questo Scrit- ire ya molto lungi dal vero . Impercioc- de 5 come scrive il Marcello nelle Vite ;i Dogi ^ questo fu di molto accre^ciu- » e dilatato sotto i! Doge Giovanni So- nzó, che fu creato negli anni 1312.;- le certo che più di un Secolo avanti sa ben grande 9 poiché viene chiamato' tt confini in Donazione fatta nelTanna Ilo. da Mai co Niccola Vescovo di_^Ca= ello ai Monastero di s. Daniele ► Eg?i dunque molto verisinaile, che questa irtezJza abbia alvuto princìpio nei primi coli della Repubblica; poiché i primi itatóri di queste. Isole avearro bisogno m solamente di barche per passare la erra-ferma , ma di grossi naviglj ancora r varcare il mare .
Melire Sono le Città cbe non arrivano' avere tre miglia di giro, come ha que- 0 Ariìenale. E' un' Isola perfetta, corn- ista c\i molte Isole i ed è tutta circon- ta da grosse e ben alte mura , sopfi i in proporzionate distanze si vedono .recchie Torricelle , in ciascuna delle jali idi tempo di notte Vegliano Sentì- iHe, i^er guardaffo da ogni funesto ac- idente 5 ed in particolare dal fuoco,- Jaasi n'el mezzo d^' Arsenale è collo-'
càta
95 G I O K'HlAT U
tata «n alta Torre ^ le cui Sentinelle a ogni ora della notte hanno debito ci chiamare a horrle tutte le Guardie dell altre Torri , peJf sapere se vegliano . Da* V ora prima pòi della notte sino ali spuntar del giorno, gira al dì fuori tu to alTincentro dell'Isola una squadra e uomini armati di picche e di schioppi non solamente per tenerne lontano chii chessia j ma per chiamare ancora coli Voce le Sentinelle , onde assicurarsi eh non sieno addormentate .
Due Sóli sono gl'ingressi heli'^Arsen? le, l'uno dall'altro poco lontani. li pi mo diremo essere quello di Mare, dot de escono, e per dove entrano le Navi e gli altri Legni . Questo è custo<lit© d due Torri quadrate , che gli stanno d lati ; ed è attraversato da un ponte < legno, il quale giugnendo sino all'acqi mediante un Ingraticolato , o sia Rastre lo di forti legni di quercia, impedisc che nulla vi entri ó esca fuori , seprin non si apre il Ponte . Sopra lo stesso Pei te veglia la notte un altro Corpo di gua dia 5 destinato ad osservare , che non i si accosti alcuno in tutto quel tempo siccome in fatti non é permesso, s'è ne ad una Barca , Ja quale verso le due oi dopo Ja sera, per ^dine del Governo
con-
3j;onduce alcuni Uffiziali per inteiiìlere s© d:i abbisognassero di qualche cosa; i quali Diivate la risposta , partano prontamen» ali ;e .
ty II secondo ingresso di Tena è collo- rn :ato nella Piazza , detta (T^/Tipo àell^ Jtf" i?pi ■ e«/r/«? , in cui si Vede un Ponte di mar-, cliicno, che guida ad un -Portone, fabbri, :o! :ato liegli anni 1475' sotto il Doge Pa» ci ìquale Malipi.ro, per opera di Girolamo ^annpagna Architetto Veronese . Nel fron- e!i ospizio della gran Porta v-^ è un Leone 'di '.lato 5 e sopra quello la statua dis. Giù» ;tina, grande al naturale . Il detto Po»' te è tutto circondato da un Rastrello ( |;tabile , coi bastoni di bonzo, in figura din picche» E' partito da otto Colonne di ■narmo bianco, sopra ciascuna delle quali ;(|i 3osa una statua, pure dì marmo, rappre- ientante una qualche Virtù ; tutte lavo» ate da valenti Scultori . I Leoni che so-- ,t no ai lati, avanzi preziosi deirantichi- Dj i:à , fanno testimonianza del Veneto va- ore , che gli ha trasportati in questa Cit- ila da riniotissimi paesi ; come apprJre dal- l'Iscrizioni di bronzo, che si leggono lìotto ad essi ,
, Dirimpetto al mentovato Ponte, nel ifondo della Piazzuola che abbiamo detto :fsergli dinanzi, fjdesi un'altro ricinto I con
fi G I 0 Klsi^f J-
é©n varie colonne di marmo , ed un ra- strello di ferro, il quale serve di stanza noturna alle Sentinelle che cdstodiscor.o il già descritto Portcfìe o-
Gli Artefici che ogni giorno entpno a lavorare neli' Arsenale sono due mila m circa , i quali tutti vengono diretti dai loro Capi, di noti poca numero. Alle Fonderie , e ai Fonditori soprintendono^, gli AlberGhetti , Famì-lie benemerita _, dì antico servigic^^ che hi prodotti mai sempre Uomini Valenti rielle Meccani- che, ed inventori di nuove Artiglierie 4 (guanto al lavoro delle Vele, s'introiu-, cono Dorine, le quali a togliere ogni sorta di scandalo alb-rganò in un *^j>S^ disgiunto affatto dagli uomini , custodite da donne attempate di buona fama , e colla sopraintendenza di un Ministro di età matura. A tutti i mentovai Operàf si debbono aggiugner quelli che impi"- gansi nel filare il Canape , nel formarne le Corde , e di quelle comporre le Go« mene: alla qual cosa è destinato un luo- go cK h bensì dentro il circuito dell* Ar sertale; nìa separato da esso in modojll che cori quello non ha comunicazione ve- runa. Q^uesto" luogo è diretto da un Ma-, gistrato suo proprio , separato dal ]^eg-i gimsnto 3 e dai l'adroni dell'Arsenale*!
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a i suoi particolari xMìrJstn, e faìamt'» ji volgarmente ia Tana , ''-■'.
Il Magistrato sopra T Artiglieria ha iurJsiizione nelT Arsen?.!? , avendo Fon- eris , depositi di Cannoni di bonzo , e 3i ferro , di Palle , di Bombe ^ c'i aprre- tam-nti militari di ogni genere^ e di Jafnitro. Ha pure Fonditori, Carreri , Fabbri, Torrtitori, ed altri U Viziali uni^ :amente dipendenti da esso.
Ma ritornando alla gran Volta, a maoo sinistra si trova una sraaza terrena , dopo ui ve ne ha tre , o quattro altre di me- [diocie grandezza, nelle quali sono alcu- mì Ministri deputati alla Scrittura del Jinaneggio ed economia di questo luogo . ìAscenuenio una scala di marmo si entra [in una gran Sala, in cui radunasi il Ma- [g'Straro coni^posto di sei Nobili , di un Notajo . Scendendo la scala , ed entran?» do di nuovo nella spaziosa Volta , si 'truova un alta, gran porta eh* è la secon* da per cui si entra nell'Arsenale. Sopra questa porta si vede scolp'ta di rilievo V Immagine della Beatissima Vergine in fno marmo; opera del Sansovino .
Ora tanto è il numero delle cose che
sì affacciano, e che sono degne ài &s%t»
re attentamente osservate, che in dirle
|iitte non se ne verrebbe giammai a c^-?
l % pò?
^o. Si accenneranno pertanto le più no- tabili, con quell'ordine a* è con quella brevità eh' è possibile.
Al sinistro lato sì vede una Porta che per una scala di marmo conduce in al- cuni Saloni detti comunemente le Sals vecchie f le cui pareti sono tutte maestre- volmente guernite dall'alto al basso con grand* arte, simetria , e bellezza di mol- te sorti d'arme, e di archibugj colie lo- ro baionette per servigio de' soldati j e in numero da poter armare ao. mila uomi- ni» Le dette Sale si veggono anche ador- ne colle Immagini, e colle Armature di molti illustri Capitani , disposte ancor queste con bella simetria .
Usciti da questa Porta , sopra cui si osserva un Busto con Iscrizione In mir* ano bianco , rappresentante il Conte di Konigsmavk, un t^mpv:> Generale di sbar- co della Repubblicai prenderemo la stra- da a mano diritta, e passeremo quel Poh» te di legno che chiude l'ingresso nelT Arsenale dalla parte del Mare . Là si ve- dono Ancore di varia grandezz' ; e do- po un bneve cammino si truova una Can- tina che da tre bocche versa il Vino in gran copia, per dissetare a pubbiichespe» 6e tutta quella moltitudine di Opera}. Dirimpetto alla Cantina sono colloca,
te
te U Fucine de' Fj.bbri , in cui si lavo» ; ,j|i-ano coarinuamente tutti quegli ordigni
stromeìiti di ferro , che abbissgnano alìe Navi 5 ed aile Galee.
Continuando il cammino s'incontrano molte Fonderie di Canaoni e rylortaj a bomba. Pia ìnrìa.nzì sono altre Saie , dn. te le Sa/2 nuovi per esser state rinnova, te; simili a quelle che abb-amo descrit- te , con sotto varj Magazzini , ripieni di Cannoni , di Mortai di bronzo , e di Pal- le di ogni grandezza. Q^nvi oltre la gran quantità di fucili colie lar baionette, ó.ì pistoUe , ed altre arme proprie a guerni- rc 30, mila soldati, son degne ài esser, vazione le belle e differenti figure che I forma la disposizione di queii* arme , rap- presentando esse colla loro simetria , e cornici j e architravi, e cascate, e altri -ornanieti in gran numero. Sopratutto bi- sogna ammirare la facilità di poter levar qiiell'arm.e per nettarle, e di rimetterle cadauna al loro sito senza punro guasta» re né l'ordine, né la disposizione. Vi sono pure de' Trofei qua e là sj tutte le facciate, che meritano di esser conside« rati per il loro diverso e grazioso buon ordine . Fra le arme che sono in uso e moderne ve n'ha alcune di antiche, che furono riportate da'Veneziaai nelle bai;- I 3 taglie
taglie centra il Turco. Nella maggior^ di queste Sale è sempre stato Tuso di trattare con magnifiche Colezioni i Prin- cipi Fofastieri , che vengono ad onorare colle loro visite l'Arsenale, Nel passag- gio per la Città di Vin^gia del Re Ar- rigo in., e nella Volta eh* è sotto le fi- n2Stre di detta Sala , mentrecchè fu trat-» tato con una Colezione accompagnata da Sinfonie , fu fabbricata di tutto punto una Galea, e sotto gli occhi suoi Jancì^-!- ti all'acqua .
La galleria che conduce nelle altre Sa- le , ha tutte le pareti coperte di una gran jquantità di 5able colie loro guardie d* licciaro per servizio de' soldati Schiavoni • Frequentissime sono le volte che in lin- |gua Veneziana chiamansi Squeri , sotto le quali si lavorano le Nayi , ed ogni altra sorta di Legni grossi e sottili , in nume- ro assai grande , per servigio del gover, rio in pace ed in guerra .
Molti sono ancora i vasti ed alti Con» jieryatoj degli Alberi , dei Timoni , e dei Remi di ogni grandezza , per Navi , Galee, ed altri Legni minori, li quali si trovano sparsi qua e là in varj luoghi • Altrove si veggono le Raffinerie dei Sal- nitri, i Depositi dei Salnitri grezzi e rftlHijatì ; quelli delle PalU , delie Bom>
fee,
SECOTiD^, 103
|)s , delle Granate 5 ec, ; le Officine del Tornitori , ì Ma'';;a2zini dei letti da Can- none alla Navarola , e da Campagna, le Botteghe dei Carreri , dei Reraa) , dei Segatori , e di centinaja di altri Artefici . Il .Signor di Argensone che vide que- sto Arsenale, benché avvezzo a veliere cose grandi e magnifiche , essendo Mini- stro di un Re Signore di un gran Regno e conquistatore di Regni, lo chiamò uo Tesoro, e disse, ch'era la più maravh gliosa cosa che sì pofesse vedere in tutto ^ il rimanente del mondo. Questa brieve ' sì > ma pienissima lode , data da un Uo- mo sarissimo , e di quella Nazione , che ha datralle stampe grossi volumi, pieni di vaghi disegni, colla descrizione dei suoi Arsenali, e che si dà il vanto di es* sere inventore di nuovi Militari artifiz) : la lode , dico di un Uomo savissimo di tal Nazione, può ben persuadere che sia- no somme la magnificenza, la politezza , il regolamento, e la spesa con cui era maneauto Questo luogo dalla Repubblica • Passiamo ora alla Tana y eh' è il luogo dove si fanno le Gomene. Questo è un gran Salone lungo quattrocento pertiche • Nella sua larghezza è separato da due t ordini dì pilastri , che sostengono un graq favolata, su cui si ripone la Canapa,
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Dopo non Jungo cammino si trova ri già accennato luogo dove si lavorano le Vele ; e continuandosi il viaggio , attra- versato di nuovo il Ponte dell'ingresso marittimo , si arriva alla descritta Porta di terra . Da questo .luogo è poco lonta. na la Chiesa di
• S. MARTINO, Parrocchia di Preti, il tempo della cui fondazione è affatto incerto. E* noto solo, che fu rinnovata dai fondamenti sul modello dì Jacopo Sansovino dalla famiglia Valaresso . Ha noye Altari , adorni di marmi , e di bel- le Pitture, fra le quali i due Q^uadri del- la Cappella maggiore sono di Jacopo Pal- ma . V'ha pure delle Pitture di Girola- mo da s. Croce, e del Segala, ed il Sof- fitto è dipinto dal Guaranà .
Vi si venerano porzione della Veste di s. Martino, e parte dei Precordj di s. Filippo Neri. Agli undeci dì Novembre , giorno in cui si celebra la festa del det- to Santo, viene la Scuola di s. Giovan- ni Vangelista per visitare questa Chiesa , portando con divota Processione l'insi- gne Reliquia della Gamba del medesimo Santo.
Giace in questa Chiesa il Doge Fran- cesco Erizzo, morto negli anni 1645., sotto il cui Governo fu restituita in Ro»^*
ma •:
ira l'Iscrizione dei fatti seguiti tra in Repubblica, P.ipa Alessandro III. , e Fs- Merigo I. Imp.
Ili qualche distanza vi è un picciolo spedale dedicato a /. Gìa'nhittUsta , che 'u destinato per abitazione di alcuni po- hi mercatanti , dell'Arte della Seta, aduti in miseria. Ha una Cappella con lue Altari , nell'uno dei quali si vede il etto Santo che battezza il Redentore,
nell'altro la Santissima Vergine col aiubino Gisù , amendue di Jacopo Pal- la. Vi è innolcre io Spedale detto U là di Dio, nel quale sono collocate v^e- ove, e Donne povere di civile condì» ione, e vi comanda il Doge.
Contiguo a questo luogo vi è un Ora- )rio con due Altari, che serve alfus.-:*
un certo nu.nero di Terziarie Dome> .cine, dette Tizzocberg ^ le quaii sì fìbw ricarono in questi ultimi tempi un pic«» dIo Monistero , sotto il titolo di s. Ma- a'del Rosario, Ritornando addietro , e- cendo la strada che conduce a s. Mar- >, per la parte che risguarda il mare ,
truova !a Chiesa di /. Gtovanijl Bat. rta detta pnpo'arm^nte
S. GIOVANNI IN BPvAGOLA, no- e corrotto dall'antica voce Omhrì^lct ^ m cui era nominata la presenti Cantra-. i . Parrocchia di Preti . '
$o6 G I 0 n^ ^ T ^ Questa Chiesa dicesi fabbripau neij'an* ; fio 817. da Giovanni Talonico , Ha tre» dici Altari con pitture di eccellenti Mae- stri ; tra queste ve ne sono dei Palnia giovine, del Carpaccio, di Paris Bordo- ne , e di Battista daConegliano, il quale nella Tavola dell* Aitar maggiore, ove Cristo è battezzato da s» Giarnbattista, dipinse nell'alto di un colle il Castello di Co.nsg'isno -stia Patria; oltre a quelle di Lionardo Corcoa , del Vivarini, di Daii5r:nico , e di Francesco Maggiotti 5 e 4?] Marieschi .
QjJi si venera il Corpo di s. Giovanni Limosinarlo, che visse Tanno €10., e fu Patriarca di Alessandria, collocato sopra un Altare ìj una Cassa scolpita, e dora^ fa; jl quale fu levato da Costantinopoli ^ <2 portato ^n Vinegia da Rinaldo Daniel- fa , dopo che i Labini presero ia seconda fralta quella Città, perchè J'Imperadore Alessio negò di pagare ai Veneziani-, e , ^i Francesi la grossa somma di danaro che aveva loro promessa, per essere ri^ posto n^lla Sede Imperiale con 5116 Pa- dre Isacco. Vi sono pure Reliquie, di s, Giambattista, portate dal Levante ran- no 992. da Domenico Badoaro Vescovo di Ólivolo , e quelle di s. Valentino M. • Il Pievano di questa Chiesa ha ia fa?
^oj-
tolta, di licenziar Dottori , e di dar lo- ro la Laurea j sino dall'anno 1470. psr ^privilegio concedutogli da Paolo II. del- la Famìglia Barbo Veneta Patrizia, il quale nacque in questa Parl-occhia, Par- tendo di qui i ed uscettdo verso la Lagu- na s'incontra la Chiesa ^ chiamata
IL SEPOLCRO, dedicata al Redeiì- fofe del mondo in memoria della sua se- poltura . Circa l'erezione di questo luo- go si ha i che una Matrona per nome Élé- na Vioni lasciò il fondo ove al pres^rite è situato il Monistero^ affinchè fosseroi quivi ricevute le Don;ie pellegrine, chi intraprend v-no- il viaggio della Terra Santa. Ora in questo luogo negli anni I47I. coii l'assistenza dei Nobili Anto* nio Gìustinian , e Pietro Usnago si rico- verarono due Donne illustri, di Famiglie nobili e doviziose, l'una vedova chiama* ta Polissena Premarina, l'altra donzella detta Beatrice Reniera , le quali avsano Voto di dedicarsi a Dio se S'Carrìpavano» dalle inani dei Turchi quando presero Negroponteò Di là pertanto fuggite, e ritiratesi in quest' Albergo ^ vedendolo destinato alle Pellegrine ^ che andavano alla visita del Santo Sepolcro di Gesijk Cristo j stabilirono di farne uno , il qua-* Is fosse simile a quello diGarusalemnse *
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Tot ^ G I O RlSIiU T a Il perchè fabbricarono una spezie di motì« te, o sia Grotta, di marmi grezzi, che occupa una parte della Chiesa , sotto cui si vede un Sepolcro, ed un Altare soste- nuto in aria da quattro Angioli, arric- chito di marmi preziosi-, ove è posta e adorata un'Immagine miracolosa di Ge- sù Crocifisso i L'Iscrizione che si legge sulla porta della Cappella, dimostra che questa Grotta fu eretta nei 1484. , tredi- ci anni dopo la presa di Nigroponte. Tre sono gli Altari di questi Chiesa; e le pitture che meritano osservazione , so* ro : la Tela dell'Aitar rnaggiore dipinta cai Palma giovine, le due Latera-i da Le- andro Bassano , l'altra Tela della Presenta-» zione di Nostra Signora al Tempio , del Peranda , ed il Soffitto dipinto dal Eu- geni.
Qui si venera il Corpo di s. Aurelia Martire.
Fuori del/a Grotta si veggono due sta- tue , l'una dì Girolamo Contarini , insi- .gae Guerriero; Taltra di Giambattista Peranda, celebre Filosofo e Medico : coti . altre Memorie ; tra le quali s^ legge W'i' Iscrizione di Andrea, e di Gasparo Grot- ta , che ampliarono questa Chiesa. Sopra la porta di mezzo nell'entrare in Chiesa si vede una statua ^ che rappresenta Cri»
sto
l^to risorto, fatta dall' accreditato Seul* Itors Coradino .
Tommaso Filologo da Ravenna fé co« Struire la porta maggiore sulla fondamene. ta che guarda il mare , e sopra vi fé col- locare la sua statua in marmo di tutta grandezza, con iscrizione al di sotto. Fuori poi della detta porta maggiore al sinistro lato verso Castello, si truova il Monstsro, in cui morì in onore di San- tità, oltre molte altre, la B. Chiara Bj-' gni, Cittadina Veneziana . Allato diritto J poi verso s. Marco, vi è una casa di me- diocre grandezza, ia quale serviva di libitazione al Confessore delle Monache , I in altri tempi fu l'alb-rgo del fuTio33 Francesco Petrarca, filosofo e Posta Fia- 'entino, quando a nome dei Principi à.i Villano venne Ambasciadore alla Repub- ilica di Vinegìa . Passato il vicino Pon- e, comparisce lo Spedale, e la Chiesa ledicata alla B. Vergine della Visitazio- le-, comunemente chiamato LO SPEDALE DELLA PIETÀ'. Di uesto fa institutore F. Petruccio di Assi^ i dell'Ordine dei Minori, e Maestro di Urtalo da Sassoferrato , che lo cosfrusjs rimieramente in un vicolo presso a s* 'ranc«sco della Vign^, il quale ancant [tiene il nome delia Tìeth ì ed era go»
116 G j 0 nH ^ T a '
vernato dai Confratelli delia Scuola di s. Francesco .
In questo si ricevono continuamente tutti quegl' infelici Bambini , che dai Ge- nitori vengono esposti. La Chiesa mo- derna, di figura ovale, ricca di marmi , e maestosa ,' fu fabbricata pochi anni fa sul dis.gno òqÌ valente , e accreditato Giorgio Massari ; e la priiria pietra fu posta con gran solennità dal Serenissimo Doge Pietro Grimani , e nelle sue fonda- menta furono sparse molte Medaglie col motto: ex ore znfantlutn is^ /adenti utn Ella ha cinque Altai-i, di cui il Mag- giore ha un nobile Tabernacolo di pietre | ionissime, con figure, ed altri ornamen- 1 ti . La Palla di detto Altare è invenzio- i ne del Piazzetta , e da esso più che sboz- zata , lya poi per la di lui morte termi- nata dal suo discepolo Giuseppe Angeli. , Le quattro laterali sono del Maggiotto,' deir Angeli , del Cappella , e del Mari- netti , ed il bel soffitto è di mano ,di Giambattista Tiepolo .
(Questo Spedale viene governato da al- cuni Nobili , Cittadini > « Mercatanti del- la Città, ed ha molte rendite) le quali però non bastano alTeccessiva spesa an- nuale. Anche nellsu ^appella di questo- Pio Luogo si Sente una Musica eccellen-J
te
te cHe viene eseguita bravamente dalle donzelle^ che sono qui educate. Quello
ter altro in cui esso si distingue dagli Itri , si è, che ne' giorni solenni sì siiol are un concerto di stromenti la maggior parte da fiato che realmente è ammira. bile. E' composto di Violoni, Violette, Trombe marine , pomi da caccia, Oboe, Traversie, Flauti . Timpani, e di un* Ar- pa che di tratto in tratto suona a' voce sola COLI delicatamente , ed è così unis- sona cogli stromenti, che non si può sen^ tire cosa né più" armoniosa, né più per- fetta in questo genere..
Restano le donzelle in questa specie di conservato)', sì in questo come . negli altri, sino a tanto che gli venga l'in» jcontro di qualche onesto collocarnsnto ^ che sia da' Governatori de* Luoghi appro- ^ato , e accade sovente che qualcuno di lUQÌlì che odono la lor musica si com^ piacciano del loro canto a segno di spa» jarle ,, e particolarment* quando abbiano inche qualche sorta di avvenenza a Inque- >to caso lo sposo fa conoscere ai Gover- natori lo stato suo, e la sua facoltà ^ dj :ui essi ne prendono informazione per ilevare se sìa legittimo, s'egli sia di suoni costumi, e se una figliuola possa operare di esser ben Toliocata 3 e ailoia . li % gli
112 G I 0 ni<i ^ T ^
gli si accorda T allieva che ricerca in is- posa . Alcune ancara si distinguono taL mente coi suoi talenti. in questa profes- sione , che gli vengono fatti molti rega- li > e sovente si fanno uno stato eomodo , Mz non è permesso a veruna di poter do- po sortita montare sul Teatro; anzi pri- ma di uscire dal Pio Luogo, s'impegna- no con giuramento di osservar questo pat- to . Tutte le altre vengono assistite da buDae Maestre perchè approfittino nei la- vori , nei quali riescono mirabilmente . Seguitando il cammino, detto Riva degit Scbiavonl^ si giugne ad un Portone, per cui si entra in un gran Cortile, do?' è la Chiesa di
S. ZACCARIA , e il Monistero di M':)nache, tutte di nascita Nobile, dell' O line di s. Benedetto. La Chiesa fu edi- lic;ata la prima volta negli anni 817. da Giastiniano Participazìo ch'era Duca dei- fa Venezia ', e Ipato Console Imperiale ; f^r la qual'erezione contribuì ancora 1* Irnperadore di Costantinopoli Leone Ar- meno , che regnò dall'anno 813. sino ali* ^io, avendovi donato il Corpo di s. Zac* caria Profeta Padre di s. Gio: Battista , e molte, altre Reliquie, come "si legge nel Testamento del sopradetto Doge Par- ticìpazio, che racc<Anancla.i>regare Iddio
per
SECOHD^. 173
per r Imperatore suddetto come benefat- tore • Largamente ancora beneficò quest' insigne Monastero Ingelfreddo Conte di Verona con suo Testamento segnato ne- gli anni 914. in cui lascia gran parte dei suoi beni : Monìsterio s, Zaccaria 'Puel^ larum , i^ui est construBum in finibus Ve^ Tiixìarum non longe a Va latto de Hivoal* to , sanBum Ì3^ venerabile locum . La Chiesa fu poi rifabbricata sotto il Doge Foscari nel 1-457. e arricchita di suppel- lettili ttttte prezioze; sicché per la strut- tili tutte preziosa ; sicché per la struttu- ra, per la squisitezza de' marmi 5 e per la copia di rare pitture , può annoverarsi tra le più belle della Città .
Ha nove Altari, il Maggiore de* quali eh' è isolato, è tutto composto di Porfi- do e di Serpentino. Le due Tavole , cioè quella al secondo Altare alla sinistra, e l'altra al secondo Altare dietro la Cap- pella maggiore, sono opere delle più sti- mare di Gian Bellino. Ella è ricca in- oltre di pitture eccellenti di Paolo Ve« Ironese , del Palma giovine , deli' Alien- Ise, del Cav. Celesti, del Calyetti , del Fumiani , del Cav. Bambini, del Baie- 'ètra, di Angelo Trevisani, e di Giusep- pe Salviati . Ma il (Quadro assai bello , e ciic merita una particolar osservazione j K 3 è
114 G I O R K[ :A r ^
è quello che sta nella Sagrestia custoàito in un armajo, che è di mano di Paolo Veronese , in cui si rappresenta la Bea- ta Vergine su. di un piedestallo che tiene il bambin Gesù 5 con s. Giuseppe, s. Gio: Bartista, s. Girolamo in abito da Cardi- nale , s. Francesco , e s. Catterina .
La- facciata è di architettura antica, vaga , ben'intesa , e di fini marmi , ere duta opera di Martin Lombardo ; nel cui mezzo vi è la statua di .§. 2^accaria » grande ni naturale, scolpita da Alessan. dro Vittoria , celebre Architetto e Scul- tore; di cui vicino alla Sagrestia è si- tuato un piccolo Mausoleo, con tre figu- re , rappresentanti le Professioni che lo rendettero celebre j cioè la Pittura , V Architettura > e la Scultura , e nel mez- zo il suo Ritratto da lui stesso scolpito •
Oltre i Corpi di s. Pancrazio > e di s. Sabina , donati a questa Chiesa del Pon- tefice Benedetta IIL, si venerano pure quelli di s. Zaccaria, di s. Gregorio Na- zianzeno , di s. Lizerio , di s. Tarasio , e dei santi Nereo ed Achileo , coix moU te altre insigni Reliquie .
Questo Monastero possedeva del terre- no , che giugneva sino alla piazza di s. Mirco ; ma perchè Sebastiano Ziani Do- ge volle ampliare la Piazza, fu loro con-»
Tue c/es /'n.v/u
Ì^.Ata Jc^//c- .J^YOt^ut
J4^
•acamblato in tante possessioni sul Tre- sano .
Fuori della Chiesa c'è ^ la Cappella eì Santìssimo, adornata di Pittur- del alma . Ritornando suflla Kìva degli SchtA- 7nf per la stessa Porta, che ci ha eon-
tti nel Cortile di s. Zaccaria , e pas- ito un piccolo Ponte , si scorge un Por- ico tutto di marmo, cen sette Volti o irchi, ben alti , in ordine Toscano . Nel lezEo vi è una gran Porta, e dall'uno,
dair altro lato alcuni Fiaestroiii con oppie e grosse Ferrate. Ques'c^edifizio jrte , di marmi industriosamente con- iuntij e tutto coperto di piombo » con- iene
LE PRIGIONI, le quali essendo pri. la sotto il Palazzo Ducale , per delibs- azione del Senato negli anni 15S9. sot- 3 il Doge Pasquale Cicogna , furono tras- ortate in questo luogo . Fu poi termàna* i questa gran Fabbrica negli anni 1602. ominciata da Antonio dal Ponte , e cotn» iuta da Antonio Contin di lui nipote ^ otto il Doge Marino G rimani . Per una caia di pietra si ascende ad una Sala , his serviva d'aftio al Collegio di sei 4obili , chiamato i/ Colhgio dei Signori li biotte al Crìmi/jale : ai quali fra gli Itri loro uiSzj j spettava t\ giudicare quei
da*
ti6 G I 0 tv^u r u
delinquenti , che erano accusati , e con* vinti di furto 3 e di simili colpe.
Ma perchè tra il palazzo pubblico , e} le prigioni passa un Canale , si è fattdji un Ponte di comUà^icazione nella parte'; più alta àQÌU due fabbriche, chiuso dai amendue i Iati, e coperto di sopra, per; cui dalie Prigioni passano i Rei a pre- sentarsi ai loro Giudici, ed ai Ministri , pei' essere esaminati : il perchè viene chia- mato ,.T*(?»re ^e/ jo/^/Vi.
Usciti dal Cortile delle Prigioni, ci asceremo di passare il Ponte , detto delia spaglia , per non entrare nel Sestiere di s. Marco di cui abbiamo già favellato ; mentre ci resta»*5o molte cose da dire del Sestìire di Castello , in cui siamo , Pren». dendo adunque la strada contigua, e voi-, gendosi a destra ^ si truova la Chiesa de-, dicata a s. Giovanni Vangelista che per ordine dì Domiziano fu posto nell'Olio bollente , detta perciò s. Giovanni in Olio , ma volgarmente
S. GIOVANNI NOVO, Parrocchia-di Preti. Fu questa eretta dalia Famiglia Trivisaea , con cinque Altari; fu rifab- bricata sul modello di ^Matteo Luchesi ,. essendo dalle ingiurie del tempo quasi' cadente . La Tavola del Maggiore era del Bassano, Vi si conserva una bella Tavo*
la
SECOViD^. 117
rappresentante i Ss. Cosmo e Damia- di Girolamo Dante allievo del Tizia-
'Vi sono Reliquie di s. Cosmo, di s. 'am'ano, di s. Marghet;ita , di s. Barba- I . Ritorcendo il cammino un poco ad- • elro verso s. Zaccaria, si giugne alla «hiesa Parrocchiale di j. Profo/d , detta i.I volgo
S. PR070L0 , Giuspatronato delle
ionache di s. Zaccaria, che vi tengono
'i.e Cappellani. Fu questa rifabbricata
;gli anni 1389. come si ricava da un'
crizione , da Amatleo Buonguadagni ,
icecancelliere.nel Comune di Vinegia i
i poi rinnovata negli anni 1642. dalle
; praddette Monache sotto il Doge Fran-
sco Erizzo . Gli Altari di moderna
ezione sono ricchi di scelti marmi, e
belle pitture. La Tavola dell'Aitar
aggiore con Cristo deposto di Croce è
)era singolarissima di Santo Peranda :
iella con la Madonna , s. Giuseppe , e
uè Angioletti che formano una Croce ,
opera bella del Cav. Liberi : quella co-n
Procolo che battezza , è di Gregorio
azzarini . Le altre pitture sono del Pai..*
;a giovine, e defl' Aliense . Corto viag-
o conduce alla Chiesa Parrocchiale di
5. SEVERO3 Giuspatronato delle Mo%
nagbe
I
yi8 O 1 0 KVi^ T ^ Miche di s. Lorenzo , che la fanno iifli ziare da quattro Cappellani . Ella è mol to antica, essendo stata prima edificati dal Doge Angiolo Participazio negli an ni 820. Ma nel .i 106. arse 'con molte al. tre , come scrive il Dandolo ,* onde fi poi rinnovata . In questa Chiesa vi sonc^ cinque Altari. II Quadro in cui rappre.j sentasi la Passione di Gesù Cristo à ope-, ra singolare del Tiutoretto , come pure quello dell'Assunta, vicino ad una dt;lle Porte. Vi è per altro chi il primo Io crede di Lazzaro Sebastiani . Le due Te- le poi sopra le due Porte laterali della maggiore, sono di Vicenzo Catena, e lì| quattro Evangelisti nella Cappella alla destra , del Palma giovine , In vicinanza di questa Chiesa vi è il Palazzo di Casa Ottoboni 5 in cui venne alla luce il Pon- tefice Alessandro Vili, di questa fami-^ ^lia. PciCG distante è la Chiesa di
S.LORENZO, ed il Monastero di Mo- nache Benedettine, tutte di nascita No- bile. L'erezione dell* uno, e dell'altra fu fatta negli anni 809. dal Doge An-, giolo Participazio, quegli stesso che fab- bricò la Chiesa di s. Severo. Ma nel S4r. Orso Participazio nipote dello stesso Do- ge ) essendo Vescovo Olivolese, diedj questo luogo ad alcune JV^onache Bene^
ttine j delle quali elesse Badessa Rod .na sua Sorella, lasciando Joro con suo stamento la Chiesa di s. Lorenzo e dì Severo, con tutte le Case onde erano» •condats . Il Tempio pero che in oggi vede , e il Monastero furono rinnovati Ji fondamenti , e ridotti in forma no- le , ed ampia , sotto il Doge Pasquale Vcogna Verso l'anno I59D. sul modello Si non Sorella «
La Chiesa è ben grande, ma viene di* ^''^a nel mezzo da muraglie , e da can- ili di ferro, che formano come due liese, l'una interiore per le Monache j altra esteriore pel Popolo . L'Aitar •aggiore , che è situato nel mezzo del jempOj ha due faccia ugualmente bsl- , una delle quali è volta di dentro yer- il Coro delle Monache, e l'altra di ori. Il disegno fu di Girolamo Campa- la celebre Scultore , e l'opera di Giam- aria Canareggio . In esso ergesi un Ta- rnacolo assai alto, e ricco sopra modo belle pietre preziose con figure di brori* ), ed altri varj ornamenti cb* Io ren- )no molto magRÌtlco , Altri sei poi sono i Altari nel restante della Chiesa este- ore , tu'ti di marmi fini , e di eceei* nti^ pittare adorni , di mano del Palma orine . dei P,^rai;da , di Phtro Mera,
di
tJ6 ^ a I 0 K H ^ T ^
Flaminio Floriano, di Domenico TintjC tettò, e del Pilotto.
Unita alla Chiesa è una Cappella d^ dìcaCa a S.Sebastiano, con tre Altari non ordinario laverò , e con Pitture d Palma giovine, di Michele Sobleo, ' Giambattista Mercato , e di Carlo Cr Velli. Vi ripesano i Corpi di s. Candii da, di s. Babaro, di s. Paolo Vescov e M. , del B. Lione Bembo, e del f Giovanni Pievano di s. Giovanni Deco! lato: e vi sì venerano due Spine dell< Corona del Signore , e una Reliquia d S. Lorenzo . Q^uivi è sepolto il tanto rin nomato Marco Polo detto il Milione; celebre per la scoperta dì nuovi paesi fat- ta prima dì Cristoforo Colombo . Uscen- do da questa Chiesa , e seguitando il cam- mino lun^o il Canale , arrivasi a
S. GIORGIO DEI GRECI, questo» sontuoso e ricchissimo Tempio, eon no»i bile architettura, e presn'osa facciata tut-i ta di marmo , ©pera insigne del Smso-^ Viriti, fu 'eretto dalla Nazione Greca, ^ con Privilegio ài Leone X. che la esen- tò dalla giurisdizione deU* Ordinario ne- £»Ii anni 1514. ai 3. di Giugno ; indi con- fermò i loro antichi Riti con un ampis- simo Breve, dato sotto ii iS. Maggiry Del t^iii il qsale fu poi cotifsfRjnrà 4^
CU-
:^Iemente Vili. E'ofl5ciata da Greci Cat. olici, e serve per Je persone dì quella alligazione, cht abitano in questa Città, 5"'er cagione del commercio del Levante , ■ ^^ vi si fanno moltissime singolari fun- i)t;ioni Secondo il rito della Chiesa Greca . Cfi Vi sono Reliquie di s. Basilio, di s. 2R(!' befano , di s. Liberale, ed altre. Non coriQoIto lungi da questa Chiesa è collocato IM Seminario della Greca Nazione, in ;col ui si allimenta ed ammaestra buon «u- lellbero di giovanetti Greci per Testamene il lo di Tommaso Flangini di Gorfù, il rifl (uale fondò ancora in poca distanza uno ne (Spedale per la stessa Nazione , racco- fattaandatì avendo ambidue questi luoghi alla en'^?aterna cura del Principe. Proseguendo ni I viaggio a mano diritta, si trova la
Chiesa di iti S. ANTONINO; Parrocchia di Pre- ij fabbricata verso i*anno Boo. dalla Fa- •lìglia PartìcipaZia 5 poi ristaurata, e per osi dire rinnovata rteiranno i58o. per ura e diligenza del Pievano Niccolò ^runsllj. Ha sette Altari, «il maggiore ei quali è maestoso con colonne, e figu- ? di marmo. Nobile poi è la. Cappellai edicatà a s. Saba, eretta dalla Famiglia ;'iepo^o ornata di stucchi, e di belle pit- uite , sul ctìi Altare che è tutto di fini L Kiar-
i;
Hi G I 0 KX U TU marmi i riposa il Corpo di detto Santo Vestito alla Gi-eca ^ portato da Costanti-' tiopoli l'anno 911* da Centranìco Patii zio Veneto j è si fa la festa alli 5. dì Decertibre * Vi si cot\5etvà ancóra una «rocetta , con la quale il Santo bened cendo risanava gT Inférmi i Là statua d Alvise Tiepolo che vi si vede èd§i cele- bre Alessandro Vittoria 0
Le pitture di questa Chiesa, óltre à Qiieile del Palma giovine, Sono dell' Eu- 20 j di Pietro Vecchia, e di Lazzaro Se- bastiani à
Vi. si vertéràriò Reliquie di s. Maria Cjeofa , di s. Spiridione VeS<:ovo ^ ed al- tre. Non molto distante è un Oratorio ^ dettò volgarmente
S. GIORGIO DEGLI SCHIAVÒNÌ. Questo è governato dalla Nazione Illi- rica j che.rtegli antìi 1551* lo rifabbrica dai fondamenti i L'interno è ricco dì pre- ziose pitture ^ fatte da Vittore Carpaccio ; e ve ne ha una dell' Aliense , il quale pure dipinse il Gonfalone di questa Con- fraternità é Poco discostà dair accennato Oratorio è la Chiesa di Sé Giovanni del Tempio i detta
S. GIOt^ANNi DÈI FtJRLANI , posseduta un Tempo dai Cavalieri Tem- plari ; ma dopo ehe fu estìnto queir Or-
ufo line da Clemente V. ad istanza di Filip, >o Re di Francia , fu conceduta a quelli .jìi R.odi . Ella è ampia con sette Alta^ i, adorna di belle pitrure del Palma , eli'Aliense, di Giovanni Bellino, di vlafFeo Verona , del Ponzone , e di Da« io Varotari padre di Alessandro. Di h i giunge alla Chiesa di
SANTA TERNITA, Parrocchia di ^retì . Questa fu fondata dalle Famiglie lei Gelsi, e dei Sagredi sotto il Doge 'ietro Barbolano o sia Genttanico nel il. secolo, e ristaurata poscia più di una olta, ed anche in questi ultimi anni . ria sette Altari j alcuni dei quali sono icchi di marmi j e massime quello d«I Srocifisso . Molte poi sono le belle pit* ure che V adornano , del Conegliano , del ?alraa giovine , di Girolamo da Santa- ZcocQ i delTAIiense , di uno Scolaro del alma, e del Fialettì , ed un Quadro di /ittore Carpaccio rappresentante la Co-? onazior,s di M. V.
Nella Gappella dj s. (Gerardo Sagredo , •he fu Vescovo di Ungheria, martiriz. sarò negli anni 1071. , si conserva una nsigne Reliquia di questo Santo : ed ol- re a questa vi si venera il Corpo di s, nastasio Martire portato da Costantino* pji Tanno 1200. da un Nobile VenetQ L a dejl^
tu G 1 0 nvi ^ T ^
d«Ila Famiglia Valaresso . Passando uà piccolo ponte si entra in una piazra, in fondo a cui è collocata Ja Chiesa di /• Maria C<^hfte y chiamata
LA CELESTIA. Fu incominciata la Chiesa dalla Famiglia Gelsi nel 1199.5 e terminata nel 1239. sotto il Doge Jacopo Tiepolo. Il Monastero a quella annesso consegnato venne alle Monache Cìstei- ciensi , essendo Vescovo Castellano Pietro Pino ; e perchè quella che in detto Mo- nastero fu costituita Superiora si chiama- va Gelestia , pres- pure anche il nome di s. Maria della Celestia il Monastero . Neil* anno 1569. succeduto essendo uri terribile incendio nelT Arsenale , che ro- vinò parte della Chiesa e del Monastero , furono costrette le Monache a ritirarsi ai- le Case paterne. Ma pochi giorni dopa fu dal Senato conceduto loro il Mcn - stero di s. Jacopo della Giudecca lino alla nuova riedificazione dell'incendiato . L'anno 1574» l'Abadessa Angiola Gia- denigo con le altre Religiose accompa- gnate da Monsignor Patriarca ritornaro. no con grandissima divozione alla Chie- sa ; e al riedificato loro Monastero,
Nella Vecchia Chiesa eravi il deposito ^el Doge Lorenzo Gelsi, che lasciò dì vivere l'anno 1365. La presente è fatta
a
crociera ampia e maestosa sul modelle» li Vincenzo Scamozzio . Ha nove Alta, i tutti ricchi 'di marmi fini, e di belle jitture , che sono di Domenico Tinto» •etto, di Andrea Vicentino, del Tinel» i, di Paris Bordone, di Jacopo Palma, ielFoller, di Maffeo Verona, e di altri «
Vi si conserva il Corpo di s. Caloan» !ro, e di s. Stefano, e reliquie di s. Lo- renzo . Con poco viaggio si giugde alia Chiesa di
S. FRANCESCO DELLA VIGNA , e I Convento abitato dai Frati Minori Os- servanti di s. Francesco d'Assisi . Questo luogo fu prima un Ospitale, nel quaile si portavano psr risanarli que&I* infermi , che non sapevano come mantenersi . La Chie- è una delle più belle e magnifiche della Città . Negli anni 1:^.53. per testa- mento di Marco Ziani figlio del Doge Pietro, ebbero quei Religiosi 1* eredità ^' di tutto quel fondo , sopra cui era una picciola Chiesa, eretta da quell'illustre ed antica famiglia ad onore di San Marco Vangelista, la quale come quella ch'era fondata in una Vigna , dicevasi San Mar ^ co della Vigna* Quindi è che a! presen- i te nell'Orto grande di queste Convento vedesi unaCàppelletta dedicata a s. Mair- co .
L 3 Ncir
ii6 ^ G 1 0 mi ^ T ^
Nell'anno seguente 1^54. presero quet Padri r investitura di quel luogo , con lettere del Pontefice Alessandro IV. -, e pel 1534' li 15' di Agosto sotto il Prin-? cipato di Andrea Gritti , cominciarono a fabbricare il Convento colJa nuova Chie- sa sul disegno del Sansovino, La grave e maestosa facciata ^ del Palladio. Ella è tutta di marmo, d'ordine Composito, con giudiziosi e proporziqnati comparti-? menti. NegTintercolunnj di essa, in due fiicchie sono collocate due statue di bro«- ?o , di forma gigantesca ,' opere lodatis- sime di Tisiano Aspetti Padovano. V una di queste rappresenta il Profeta Mei- gè , col motto : Ministra Vmbrarum ; V altra s. Paolo, ^ottQ cui sta scritto : Dis- p&nsatorì iucìs , Al di sopra delle nic- chie, in una 'i legge: ^decedè ad hoc i e neir altra ISle deseras sphìtuah * Ne- gli spazj tra le Colonne ^minori da un la» to è scritto: Islon sm9jugi exteriorì\ e tiair altro: lateriorìqué bello. Nel mez- 20 del Frontispizio è scolpita un' Aquila con questa parola : "^enovabitur . Nel fre- gio poi stanno registrate queste: Deo ^ utrìuTqud Templi edificatori isr>2iepara- tori .
Ha dicianove Altari* tutti ornati di ??iarmi fini , ed alcuni anche di belle sta-?
tue,
;5, e di bassi rilievi, la maggior parte il Ales andrò Vittoria » insigne Scultore , L'eccellenti Pitture di cui va ricca, so- <io fra l'altre la Tavola colIa3» Vergi- ne, s. Antonio e s. Bernardo, del Sal- ;'iati i quella colla visita d^i Re Magi, del Zuchero ; l'altra n^Ua Cappella deU la famiglia Giustiniana con Nostro Si- gnore, s. Giuseppe, s. Giovanni, e altri Santi, di Paolo Veronese ; e l'altra psiri- menti di Paolo, colla Risurrezione di Nostro Signore. Sotto il Pulpito vi è un (Quadro col Martirio di s. Lorenzo, ope- ra pregievole e rara di Girolamo da San- ta-Croce - Nella Sagrestia si vede una Palla dipinta a olio Sulla muraglia ; sin. gelare lavoro di Paolo, e dirimpetto a questa una ve n' è ancora con tre Santi ^ di Giacobello del Fiore .
Ve n' ha poi del Bastiti , di Battista Foraneo , di Domenico Tintoretto , di Montemezzano , di Parrasio Michele , dei Palma giovine , di Andrea Vic-ntino , del Peranda, di Pietro Mera, e dell' Angeli .
In quel sito dove dalla Chiesa si passa nei Chiostri del Convento , e verso la Sagrestia j si vede la Cappella Santa ^ dedicata alla Concezione di Maria Ver^ §ine , con pitture di Giovanni Bellino ^ * ^ Qui
ì2$ Gip K^^T ^ ■-
Qui le Reliquie dei Santi sono in nume» rosi vasi serbate .
In questa Chiesa giacciono le ossa ài parecchj Uomini illustri. Quattro sono' i Dogi colle loro Iscrizioni e Mausolei'. Il primo è Andrea Gritti , creato negli anni 1523. , e morto nel 1538. sotto il cui Governo i Veneziani ricuperarono Bre- scia , eh* era stata tolta dai Francesi agli Spiagnuoli .
Il secondo è Marcantonio Trevisano ,' ^che durò nel Governo due soli anni j e morì nel 1555.
Francesco Contarini è il terzo, che tenne il Principato quindeci mesi , e mo- ri santamente orando d* innanzi l'Imma- gine di un Crocifìsso negli anni 1624* li 12. Decembre .
Il quarto è Marcantonio Giustiniano, creato nel 1683., e morto dopo quattro anni. di Governo .
Tre altri poi non hanno per ancota ve- runa memoria. Questi sono Antonio G ri. mani 5 creato negli anni 1521.3 e morto ] quattordeci mesi dopo .
II ^secondo è Niccolò Sagredo , che I tenne dieciotto mesi il Governo, avci> dolo assunto nel 1674.
Luigi Contarini è il terzo, creato nel.; 1676. , e morto nel 16S3.
MoN
^ SECOXD^. i29_
ifliej Moltissimi sono inoltre i Procuratori i iìenatari , ed i Nobili che giacciono qui ipplti ; le cui Iscrizioni per brevità si alasciano. Vi riposano anche le ossa del enerabi/e F. Matteo da Bassi della Mar- ì Anconitana, Minor Osservante, che 1 il primo Fondatore de.i Cappuccini , e lori in Vinegia l'anno 1552. nella Casa el Pievano di San Moisè, predicando fi annualmente .
Nel Cimiterio , o Campo-santo dietro i Coro , giacciono le ceneri di E^aniello •arbaro , eletto Patriarca di Aquileja.
Sul modello della Chiesa è ancora la agrestia , ornata con tre Altari: e una Tavola di questa fu dipinta a fresco da *aolo Veronese .
E' bello e comodo il Convento. Han- »o questi Padri una buona Libreria , ac-. resciuta poch'anni fa dal R. P. Giovan- i degli Agostioij uomo doto ed erudii :o .
Nella piazza eh' è avanti la Chiesa , da in lato evvi la Scuola del Sancissimo No- ne di Gesù, e dirimpetto a quella, il ;JPalaz2o in cui abitava il Nunzio di Sua !jSantità , donato alla s. Sede dalla Repub- lica sotto il Pontificato di Sisto V. in ambio del Palazzo dato dalla s. Sede la Repubblica in Roma per abltazions
13© G I 0 RVi .A T ^ è.QÌ suoi Ambasciadori . Questo Palazzaj era abitato da Andrea Gritti prima eh? ' fosse eletto Doge .
Altri due Oratori vi sono in questa pìaz^| za, l'uno della Confraternità delle sagre Stimate, e l'altro della Scuola di s. Fran, Cesco ; in cui vi sono quattordici Quadri di mario di Girolamo da Santa Croce, tutti concernenti la Vita dello stesso San. to ; e due altri nei iati dell' Altare , ope- re singolari dei Tintoretto . In poca di^ §tan2a è la Chiesa Parrocchiale di
SANTA GlUSTfNA , col monistero' di Monache Agostiniane . Dicesi <;hepri*' ma fosse tenuta una tal Chiesa dai Padri* di s. Brigida j i quali furono poi licen- *' >iati . Negli anni 1450. essendo le Mo--' nache degli Angioli di Murano dell' Oi- ' dine Agostiniano, in grandissimo nume-l ro , ne furono di quelle levate molte, ed | ottenuto un tal Monastero conservarono ^ ristesse prerogative. La Chiesa non è molto grande; ma è assai bene aggiusta- " ta con cinque Altari . Tra questi il Mag- giore è ricco di Porfidi e Serpentini , tiel cui Tabernacolo eh* è preziosissiflio , sono rimesse Agate, Corniole, e Corali , e al- tre somiglianti rarissime Pietre. La Ta- vo a è del Palma giovine; e le altre spar- |e per Ja Chiesa, sono del Ponzone, de|
dovaninò , delT Aliens? , del Vecchia^
I Rusca^ di Éaldissera d*Anna, del
mimberti , del Liberi , di Marco Ve-
<llio, del ^Contarino, del Perànda 3 e
Pietre Mera <,
In questa Chiesa conservasi aneli,* ti
etra , cfie per antica tradizione si t"é-
• esser duella , su cui genuflessa orò s--
iustina prima di essere martirizzita ; il
e si ricava dal/e Lezioni di questa Sari-
nel Ere-fiario Benedettino ^ e da uni
crizione posta in detta Chiesi tra due
Itari , nella quale sì leggono le seguen«
parole : Tràditum est rtoh'is db dnùquis^
dubitata successione hànc esse iilam pe^
am ^ in qua Justìna Virgo tmprzssìt vé^
tgìum ienu-fie:àonìs sudS prò oradom hd-
ta ante martyriUfn , Guam hic reponi
dmut ad Fi de/i u^ devotionem ja6i» di^
X, ^uiusti .
Nobile, e tutta di marmo è la Pac- ata dei sagro Tempio, eretta negli an« 164^. dalla Famiglia Soranzp , sui di- _no di Baldissera Longhena. Nel sita ■à dtgno è la statua di mezza figura dì ioranni Soranzo j e rie'due lati quellt Girolamo , e di Francesco < Partendo di s. Giustina , e incàmmi- hdosi per un viottolo angusto verso la iguna, in quella parte cbc richiamale
Fondamente nuove , si truova »I Chiesa dedicata a
S. MARIA DEL PIANTO, detta 1$ Cappuccine sullt Fondamente nuove , che sono Eremite Agostiniane. Questa ebbe principio r anno 1649. sotto il Doge Fran- cesco Molino , e terminossi tótto il Do» gè GJoianni Pesaro l'anno 1658. per un Voto fatto dal Senato in occasione della guerra di Candyi , come appare, dall' Is« crizione affìssa per ordine pubblico sopra la Porta. "La Chiesa è fabbricata con ele- ganza , di forma ottangolare , di Ordine Corintio sul modello ^i Francesco Con. tin , con sette Altari ricchi di scelti mar» mi* Le belle pitture che Tadorùano sono di Luca Giordano, la Tavola dell'Aitar maggiore , del Rusca , di Pietro Ricchi , del Celesti, del Vecchia , e del Liberi la Tavola dell'Annunziata.
C'è un Crocifisso scolpito in legno da Alberto Durerò»
Si venera in questa Chiesa il Corpo di e» Fausto M.' Continuando la me^desin^: Strada delle Fondamente nuove ^ si glugm ad un alto ponte di marmo , sopr»\ ui Canale ch'entra nella Città. Ora lascia to il Ponte , e seguendo il corso di que Canale, troverassi la Chiesa^ e Io Spe dale di s* JLaz$ro detto comunemente
I MIN.
J/c/.-//u/ c/c\.- Jte'u/M/i^. , <■/ ..vvv
^'o-u^,,
Roridamente nuove , si truova al Chiesa
Canale cn encra ncii* v-»w.-. JMà lasciai to il Ponte ) e seguendo il corso di qua Canale, troverassi la Chiesa^ e Io S^è dale di s* Laz$ro detto comunemente
1 I^EN.
! MEDICANTI, la eui erezione si ferisce al principio del XVII. secolo* h questo luogo ogni cosa è magnifica « à Facciata esteriore tutta è di marmo , i itta per legato dì Jacopo Galli Merca- mte riccbissioio , n?gU iinni 1673, Pèt* I n portone si entra in un Atrio grande i uadrato , il qua!- dà ingresso alla Chie- ■» . La divisione ch'è tra l'Atrio , e la Chiesa) è formata da due Mausolei di la'rmi fini, ove si veggono in mezzo ri- levo le segnalate ihiprese di Luigi Mo- enigo, valoroso Capitano Generale dell' IJLrmata Navale nella difesa di Candia, llof) due statue, che rappresentano la For- ™ezzà e la Prudenza . Lo stesso Mausoleo ;orrisponde con un'altra faccia nell'in-* eriore della Chiesa, nel cui mezzo sta retta ia statua , grande al naturale j di lUesto prode Guerriero, scoltura eccel* ente di Giusto Corte Fiammingo ; il tut- o sul disegno di Giuseppe Sardi Archi- etto Veneziano j e le figure furono scoi* jaite da Giuseppe Belloni .
Quivi si conserva il Corpo di s. Mili- tone Martire , uno dei Quaranta il più giovine: oltre a molte altre insigni Re- iquie . Nella piazza vicina , detta ;7C<rw* pò dei Saliti Giovanni e 'Paolo , sta situa. ta ia Confraternità , o sia
M SCUO-
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SCUOLA GRANDE DI S. MAR'COì
ÒuMta fu fabbricata negli anni M^?- so- pra un terreno concedutole dai Padri del, rOrdiiie di Si Oomerìieo , ma rimase in- cendiata- in gran parte, negli anni .1485- Fu poi riedificata in forma più nobile nel Ì49Ò. còlla Facciata esterióre, ingegno- samente incrostata con figure scolpite dà Eartòlomnìeo Bergamasco y e con bassi ri- lievi di Tui'liò Lonlbardo j valenti Scul- tóri i . .
Fra Questa Scuòla di s. Marco, e la Chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo ritrova- si la Cappella dedicata alla Santissimi Vergine del/a Vdce i come appare erAY .Epigrafe Templum Vach , detta irolgar. niente
LA MADONNA DELLA PACE . in questa conservasi V Immàgine di Nostra Signora cfie aveva nella sua ab'taÉìone s. Giovanni Damasceno, gran difensóre del culto dell' Immagini contra l'empio Leo- ne ìsauricó ; il quale per togliere all'Emi iii^^gini il culto, accusò questo Sansto va- loroso Scrittore di tradimento al Signor? di Damasco . Ora questi avendo data fede alle false lettere di Lione, fece troncare al Santo la mano diritta; ma gli fu i»f brieve destituita con un. insigne miracol tb , avendo invocato 1* ajuto di MariI
è
fholo Juxì CAiL'.
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^ SCUOLA GRANDE DI S. MARCdi
Òue^ta fu fabbricata negli anni 1438. so-
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al Santo la mano diritta ; rna gli fu i-f brievé restituita con un insigne miraco. ife, avendo invocato T ajùto di Maria
^'ergine . Fu questa santa Immagine tras? lortata da Costantinopoli in Vinegia per ipera di Paolo Morosini negli ^ùni iZ^9<> a quale fu poi donata negli anni 1503» i Padri Predicatori : che I? tollocarono l^corosamente in questa Cappella. Prima di allontanarsi però da una tale appella deve il Forasciere fermarsi sul iminare della portc^ , che è dirimpetto illa statua del Generale Bartolomn^eo Gol^ eqni , e . dirittamente guardando vtdrà otto Ji panza del Cavallo comparirgli V ngiolo del Campanile di s. Marco, il he fa conoscere quanto da un luogo ali* Itro sia maggiore l'altezza del terreno, alla Cappella delia B. Vergine deUa Ta. e si passa alla Chiesa dei SANTI GIOVANNI, E PAOLO, e 1, Convento dei Padri dell'Ordine dei redicatori , il cui ampio fondo fu ad ssi donato dal poge Jacopo -Tiepolo , nelPanno 1234., tredici anni dopo Is, niorte di S.Domenico. Si dice, cheque. Sti Padri fabbricassero prima un Oratorio dedicato a s. Daniello Profeta , ma di poi ajutati con molte liroosine poterono ergere quel gran Tempio che al presente si vede, e fu consacrato l'anno i43Qt Quindici sono qU Altari, tra i quali ii piaggiore può dirsi dei più maestosi , e M % dei "
il6 \G I 0 K 'n ^ T ^'
dei più ricchi della Città, composto di marmi fini, con un Tabernacolo eminen- te, Collocato sotto un Arco sostenuto da dieci grandi colonne , e con due Angio- li ai Iati/ ciascuno dei quali ha nella mani una cassetta dorata con entto le Re- liquie dei Santi Giovanni e Paolo. Ar« chitettura di Matteo Garmero .
La Cappella di Nostra Signora de/Ro' sario , è degna di particolare osservazio- ne, essendo uno dei più doviziosi e fre- quentati santuari della Città. Il suo Al- tare è isolato con una cupola sostenuta da quattro eolonne di raarmi finissimi. Nel mezzo in sito eminente vi è la sta- tua d-lla Beata Vergine con alcune altre ai lati di marmo, di Alessandro Vitto- ria, e di Girolamo Campagna, che fu V Architetto dell'Altare. All'intorno di, questo sono rappresentati in marmo fino a basso ^-ilievo i quindeci Mister) del Rosario: favoro dei più celebri Scultori dei nostri tempi .
Anche ia Cappella e l'Altare del San- to Patriarca Domenico è molto elegante , e per la ricchezza dei marmi , e per il getto dei bronzi del Mazza Bolognese , e per il soffitto dipinto da Giambattista Piazzetta .
Molte sono le eccellenti pitture di ce-.
le*
jbri Autori , che adornano in ogni lato uesto gran Tempio. Una però sopra cut- 2 si distingue, e deve esser veduta e^ mmirata dal Forastiere . Q^uesta è la £a.> Tesissima Tavola di s. Pietro Martire, ipima dall'incomparabile Tiziano, che eramente è un capo d'opera, e che sen- a esagerazions si può dire il più b^I uadro che sia in Venezia . Le altre pit- ure sono del Vivarini , del Garpacpio , i Gian Bellino, dei BuoiiconsigU , di acopo e di Donsenico Tintoretto , di 'aoJo Veronese, di Lorenzo Lotto, del .barconi , del Bonifaccio , di Marco Ve- ellio, di Lorenzino , del Verona, dì .Sandro Bassano , del Palma giovine, dei Corona, del Vicentino , delP^randa, del- 'AJabardi, del Padovanino , del Liberi, lei Vecchia, del Celesti, di Pietro Me- a, del Fiale.tti , dell' Ingoli, del Laz- :arini , e del Negri .
Moiri, e moltissimi sono i Personaggi Uustri , Je cui memorie si conservano in Itìesto Tempio . Ventidue sono i Dogi be si annoverano sepolti, parte nella
hiesa , e parte nei Chiostri. Il primo \ì questi è Jacopo Tiepolo che fu eletto ;)oge l'anno 1129. donatore dei foPxdi, opra cui è fabanc.ita la Chiesa , e il
onvento ; come appare da un' Iscriziong M 3 se-
n? Q IO nn^T ^
sepolcrale , eretta ad esso , e a Lorcnj^ii suo Figliuolo, che fu pure Doge, posta) fuori della porta maggiore , la quale cq« |iiincia :
Omnia prdssentis dennavlt pr^edìa Tenh i pli Dux Jacobus is^c.
Morì questo Pirincipe negli anni 1^51» flppo averne regnato venti .
Q^Li ivi ancora fu collocato il Doge Lo- renzo Tiepolo , figliuolo di Jacopo, il guale fu eletto Doge negli anni 1268., e niorx nel 1273.
Il terzo Doge è Ranieri Zeno , che "VUSQ ayanri Lorenzo Tiepolo , e mancò^ ^i vita li 18. Luglio dell'anno J268.
Giovanni Dandolo è il quarto , innalza* ^Q al Principato nel principio dell'anno xiSo. , e rnorto nel 1289. come dice L* Iscrizione pòsta sul suo Sepolcro nel pri- mo Chiostro .
Marino ZQr«i è il quinto , che morì li 14. L^Jglio i3»4«j ma non si sa il sito j 4ella sua sepoltura. Marino Fallerò che j jnì di vivere negli anni 1355. fu posta i HeIl'4trÌQ avanti la Cappella della Ma% ^pnna della Pace, Né di Giovanni Del- jjno , né 4i Marco Cornaro si ha veruna ine^iipria, benché si dicano posti nella Gf'Pf^lU maggiore. Mori il primo li n.
Lu"
I
tiglio nell'anno 1361. , e il secpn4o li . Gennajò del 1367, Michele Morosini , che mori quattrq lesi dopo Ja sua creazione ai 15, di Ot» Dbre del I382. è seppellito nella CappeL a maggiore. Antonio Veniero di lui suc^ essere , che resse la Repubblica dieciot- o anni , e morì li 23. Novembre nel 1400. ella nostra Salute , giace vicino alla Cappella del Rosario , sopra la cui porta n una lunga Iscrizione leggonsi le cose ccadute nel suo Governo .
Verso la metà della Chiesa giace in uti
ntico sepolcro Tommaso Mocenigo che
u dichiarato Doge nel 1413. essendo pasa
ato a miglior vita li 3. Aprile deri423«
j, [Contiene il suo Elogio le illustri sue
iirzionie
i| Dopo questo si truova l'Urna di Pas-» male Malipiero posto nel muro vicino Ila Sagrestia , su cui giace stesa la sua tatua.. Questi fu sostituito al Doge Fran. tesco Foscari , ed ebbe un paciBco e feli- cissimo Prineipato , in cui visse tranquil- lamente quattro anni, sei mesi, e sei giorni , avendo lasciato di vivere li 5, Viaggio del 1463.
Pietro Mocenigo, che tenne il Cover- to un anno e due mesi, e passò a vita ttigUore li 25, Febbraio del 1476. ha il
SUQ
t»
I40 G I 0 K K ^ T .A. suo Mausoleo, ricco, di marmi e di sta- tue , di mano di Pietro Lombardo sopra la porta maggiore , ed occupa quasi tutta ]a facciata interna della Chiesa. La vita di questo Principe fu Scritta in latino da Coriolano Cepione a lui contempcra- | neo .
Evvi parimente il sepolcro di Giovanni Mocenigo , fratello di Pietro , fatto di marmo fino con belle figure sul disegno di Tullio Lombardo . Questi fu innalzato alla dignità di Doge negli anni 1477. tempo in cui per gravissima pestilenza morivano sino persone 30©. al giorno . Finì di vivere ai 4. di Novembre del 1485.^
Dopo questo siegue il Mansoleo di Lio- nardo Loredano , situato nella Cappella maggiore, di iell* architettura con sua statua sedente, di Girolamo Campagna, e con altre figure , 1' una significante la Potenza dell'armi Veneziane, l'altra la Lega di Cambrai ; e due altre simbo-leg- ianti l'Abbondanza e la Pace. Fu il primo che offerì volontario alia Patria nei pericolosi tem^ della Lega di Cimbrai , due suoi figliuoli , Luigi e Bernardo , mandandoli con due Compagni* a Pado- va per difesa di quella Città; dal qual virtuoso esempio mosso il fiore dei No-
bJi
SECOISIQU. I41
'" W della gioventù Venezi.'^n^ , raccoid ''fisciino quanti più potè amici, e fami- ari atti ali* uso dell'armi, aftdò a Pa-N va in soccorso della Patria . M«rì qur- > Principe negli anni 1519-} dopoav-jr- regnato diecinove, e Andrea Navage* uomo nobilissimo , e molto eloquente "'te r orazione funebre in sua lode. Alla porta maggiore vsdesi eretta la moria di Luigi Mocenigo , morto i^3. iugno 1577» insieme con quella di Lo» Bana Marcello sua Moglie , e ài Giò*» inni Bembo, morto li 19. Marijo T61S, ^Gli ultimi Dogi sono Bertuci e Siiy»» to Valieri , padre e figliuolo,, coila Do- ressa moglie di Silvestro , collocai.^ tti e tre in un magnifico Mausoleo » rtuci fu el-jrto al Dogada ai 15^ àk ugno del 1656, , e undeci giorni dopoi sua creazione, cioè alli 26. dello st^s-» mese, seguì la celebre Vittoria^ d-elt* rraata Navale V-neziana contro li Tur*» i alla bocche dei Dardanelli ; Tre altri Priacipi furono quivi seDoTti. ii|gU avelli di loro frimfglie ,* e sono j Sì^ stian Mocenigo morto I' anno 1731, ancesco Loredaio morto Tanno 1752^ 'vise Mocenigo, ottavo Doge di sua Fa- glia , morto., ne ir anno 1768. iiCrande innoltre è ii nur^tra-ér Mau~
, so-
ifi \ G I 0 HX^^. T ^ ^ Solei , di Sca5U2 , e d' Isciisioni di UotriH ni illustri. Cinque sono le statue Eque- stri poste per ordine del Senato ad ono- re 4ei §uoi Condottieri d'arme. L' una è fuori delJa Chiesa in mi'zzo alla piar. za, tutta di bronzo, maggiore del natu- rale , e di singoJar pregio , il cui Artefi- ce fu Andrea Verrocchio Fiorentino , e rappresenta Bartoiommeo Colleone da Ber- gamo , che mancò di vita nel 1475.. Que? sti £\:^ Capitan Generale delle armi della I^epubblica , a cui morendo lasciò 200, fn la Ducati, oltre gli argenti, gioje e mjbili di gran valore ordinando nel suo T-stamento di essere rappresentato sopra f^ii Cavallo di bronzo, e posto nell^ piar- la di s. Marco in memoria della sua fe- àw'ltàp Per il che qualche tempo dopo la §ui morte fu fatta la suddetta statua e ^'icsta è collocata nel luogo dove al pre- gente si vede dirimpetto alla Scuola dis. Marco . Scrisse la V'ita di questo celebre | Capitano Pietro Spino suo Compatriota., In Cbiesa è l'altra di Niccola Orsino, Conte di Petigliano, che mori Tannai J509. " ^
La terza è di Lionardo da Prato , Ca- Taliere di Rodi, e singoiar Condottiere^ delle milizie della Repubblica, il quale ii morì combattendo.
La
La quarta è fii Pompeo Giustiniani
^inovese. chs morì nel 1616. sul Lison-
:;, ferito da palla di moschetto che lo
<ilse nelle reni : le cui singolari aziotit
slleggono nella sua Iscrizione sepolcrale *
ìLa quinta è di Orazio Bigiioni Perù-
snò, che morì in una zuffa cogli Au-
rìaci negli anni 1617.
'Non deve esser passato sotto silenzio
" onigi di Naldo da Bersigh^/la ^ Gapi-
110 di Fanteria 5 celebrato dalle Storia «
( liesti difese Padova j e morì gloriosa-
:i;nte in setvigiò pubblico in età di 45^
ilni ri'el Ì50S. i oppresso dalle veglie e
lille fatiche sostenute i Ad esso il Sj^
'to ì^ose una statua Pedestre, non rnol-
'■ discostà da quella del Petigliano con
!a bella iscrizione .
^Nelia Cappella j detta de' Morti ^ giac- bno Matteo Giustiniano Goate di Car- so ^ e O.loàrdo vrindsor Barone Ingle- . Nell'altra Cappella vicina vi sono le sa di altri uòmini illustri . Dentro un Urna di fino niarnio vicirid l'Aitar di S. Vicenzo fu ripostala f5el- di Marcantonio B*agadinó , fatto scor« rare da Mustafa in Famagosta. ove S3- nne Un lungo assedio, nel Ì57i»j é ivi ancora si vede il suo ritratto scóU \to in marmo coirÌscrizk>ne .
Vi
f
T44 G I 0 K'H ^ T U
Vi sono iti oltre le Memorie di Barto« lommeo Bragadino, di Girolamo Canale, \ e di Luigi Trevisano dotto Filosofo , e perito nelle Lingue Greche e Latine , che morì nel 1528., essendo appena giun- te all' età di 24. anni .
Sopra la porta della Sagrestia son& po- sti i ritratti di Tiziano, del Palma. vec- chio , e del giovane. Ne' lati della Porta si leggono due Iscrizioni dì Lodovico Com'ano di i^nversa, e di Arrigo Stuerto Inglese , ed una recente che rammemora Ja venuta in Venezia dì Pp^ Pio VI , e il di lui soggiorno ia questo Monastero Prossima alia Chiesa , e dentro il recin- to di un Cortile o Cimiterio vi è la
SCUOLA DI S. ORSOLA , Vergine e Martire, col suo A/tare. In otto Tele che cuoprono tutto il giro della Cappel- la interiore , si osserva descritta con vi- vi colori da Vittore Carpaccio la vita ed il martìrio di questa Santa ,* il cui Ca« pò con altre Reliquie quivi riposa . Nella prima si veggono gli Ambasciatori del Re d'Inghilterra, che chiedono al Re Padre sua Figlia in Isposa del Principe Inglese . Nella seconda Tela il Re Pa- dre gli accomiata. Nella terza li me(^e- simi Ambasciatori sono incontrati nel 1 itomo che fanno dal Principe , e si veg- gono
)fìo conJotti diflnanai al suo Re . Nel«
quarta si vede il Principe Inglese , chg ende congedo dal Re suo Padre, ed ' altra parte vi 'è uno SchifFo apparec- liato per ricevere il Principe, eia Prin* pessa Orsola* Nella quinta sta dipinta
Città di Roma , appresso alle cui mu* \ si vede Papa Ciriaco , ai piedi del lale prostrati sì mirano li due Princìpi )osi per ricevere la benedizione. Nella sta Te/a entro nobile stanza giace nrl tto la gloriosa s. Orsola, a cui un An« ilo annunzia il martirio. Nella settima
vede la Nave con le Sante Vergini unta nel Porto éi Colonia, ed assedia-
da moiri soldati. Nella ottava vi è il lartirio glorioso di essa Santa, e delle argini sue compagne . Finalmente nelU
vola dell'Altare si ammira la Gloria
quelle Anime santificante. Partendosi \ q'.:esto luogo , e volgendo a sinistra ,
truova immediatamente la Chiesa, det^
LO SPKDALITTO, o sia lo Spsda^
dei Satìtì Gìbianni eT'aoh, fabbricato
gli anni 1530. da Gualtieri Chirurgo^
pra un fonilo ottsnuro da' Padri di s.
>Gmenico che g'i sono vicini . Q^ucsti
:hi-'sa prima della fine dello scaduto Seco^
3 fu rimcdernua con jettg Altari j uói-»
. N for?
14^ G 1 0 nx -^ T ^
formi di Architettura, e ricchi di marmi Le pitture sono del Cav. Celesti , d: Ermanno Stroifi , di Niccolò Renieri , d Damian® Mazza , di Matteo Panzone , d Francesco Rusca , del Lotti, del Moli nari, e del Cav, Perugino,
NelTanno 1674. è stata erètta la fac ciata esteriore, tHtta di marmi, con Co lonne, Cornisi, Nicchie , Status sul di segno di Baldissera Longhena , a spese d Eartolommeo Corniani , che lasciò quas tutte le sue facoltà a questo Pio Luogo come appare da uà Iscrizione sopra 1 Porta -
Annesso alla Chiesa è lo Spedale, i cui sono accolti tutti i Febbricitanti si no alla loro guarigione , uomini e fenr mine , in luoghi però separati gli ut dalle altre ,* come pure tutti i Pellegrir per tre giorni , e in certo numero g Orfanelli; finattantochè i maschi sien impiegati in qualche professione onde poi sano mantenersi , e le femmine collocai in matrimonio, o ne* Monasteri consegri te al Signore .
Ritornando addietro per quella med« sima strada che ci ha condotti, e^ pr( seguendo il cammino a sinistra ^ si giugnf per la via della Ca/fe lunga , in una graj piazza ove sts situata la Chiesa di
S. MA'
SMCOT^D^i. 147
S. MAPvIA FORMOSA , Parrocchia di Jl'r«ti . La sua fondazione è assai antica, jdtientre si crede essere stata la prima che e, dm queste Isole si dedicasse a Nostra Sì- loii.nora. Tre volte fu ristaurata, primie- amente da' figliuoli di Marino Patrizio» 3C ssendd Vescovo Olivolese Damenico , fi- nCo'.liuolodi Giovanni Appello eh: lisciedetta dilagli anni %66, sino all' 877.: indi da ìisdi'ao'o Barbetta nel ii7S«j e finalmente c:asferso la fine dello scaduto Secolo, fu ri- lotta a questa perfezione in cui si vede il presente. Gli adornamenti d' Intagli e li Pitture , fatti dalla pietà di Turiao , iijrennone Mercatante, dimostrano eviden- cernente l'amore che egli portava alla sua Parrocchia , vedendosene in ricco Maa^ ioIjo nella Cappella maggiore la sua me.* moria, e il ritratto scolpito in fino max-- mo . Ha qu£Sta Chiesa dodeci Altarfj ji.D(|arricchiti di scelti marmi e di belle pit-» jpojjture ; di cui le più celebri sono del Tiri- ocititoreito , del fi^'iuolo di Paris Bordone ^ jwfiidel Palma Vecchio, di Leandro Bassano * idi Lionardo Corona, del Vivarini , di ;,;i1j Baldissera di Anna, e del Passignano ^ jjroima marita dist:nta osservazione la famo» j.jgjjSissima tavola di Bombardieri , opera ia- ijiaisìgne del Palma vecchio, in cinque conn : parti. Al di sopra Cristo morto 141 brac N 2 cid
1*8 e I 0 RJl .d T ^
ciò alla madre; dai lati Ss. "ÌIìq', Batti- ita*, Domenico, Setastiano, ed Antonio Abbate: nel mezzo s, Barbara.
Vi si, venerano i Corpi de' Santi Satur- nino e Nicomede Prete , col Capo di s. Romano Martire j chs furono portati in Vincgia nel principio dei decimo secolo da Pietro Tribuno Vescovo Olivolense ♦
Poco distante da questa Chiesa è posto il bel Palazzo della famiglia Grimani i ftsl cui cortile oltre molti e molti pezzi di aatichità 3 e d'iscrizioni degnq di essere osservate, si veJe Ja singolare Statua eoi lessale di Mario Agrippa che tiene per la coda un Delfino, il primo fri Romani, che ottenesse l'onore 6.q\\2^ G> ona Rostrata , lavoro eccellente sì per ia rarità cbt per la sua bellezza , di antica ^* cnc ssi.mo Maestro, Contigua ali'ac^ .g^nnata Chiesa vi è la
^CaOLA DI S. BARBARA, o sia Cintrat^rnità de Bombardieri \ nella cui iaia inferiore sia cretto un Altare dedi» ; Cito alla Santa, colla Tavola dipinta dal Tintoretto \ e nella superiore molti sono gli ornamenti che la rendono bella , e ricca .
Vi si coHServa il Corpo «li una santa Barbara . recato di Candia negli anni 1670 < e <|uivi depositato . In poca distanza $ì ?
troy^
trova la Chiesa dedicata a s. Leone Pa» "ì? pa , detta volgarmente "•^ S. LIO , Parrocchia ài Preti, eretta dalla famiglia Badoaro , indi rinnovata '/* del tutto per essere una delle più antiche '.' della Città, mentre fu prima col titolo } di Santa Croce in Luprio , poi con quel- '^' lo di Santa Catterina , e finalmente ri, * fabbricata neiranno iioo. fu dedicata al '^flSommo Pontefice Leone IX. in memoria Idi essersi pochi anni avanti la sua morte Tasfsrito in questa Dominante , ove ce- Jebrò un Concilio Provinciale nella Du- cal Chiesa di s. Marco, e allora conce- dette Tuso del Pàllio, ed il poter por- tare Ja Croce avanti al Vescovo , ed a' Successori suoi .
La Tavola dell* Aitar maggiore è ope- ra di Jacopo Palma-, quella di s. Jacopo 'Apostolo è dì Tiziano , e l'altra che rap- presenta Gesù Cristo sul Calvario, è di mano di Pietro Vecchia.
Vi si conservano il Corpo di s. Fausti- na M», quello di s. Margherita, un pez- »o di cranio di Demetrio Greco , e altre Relìquie .
Uscendo per la porta maggiore, e pro- Seguendo il cammino per alcuni viottoli , si giugne alla Chiesa di
SANTA MARINA , Parrocchia di N 3 Preti 3
preti , la quale amicamente fa dedicata ^^ Santi Alessio e Liberale, Ma essendo stato da Costantinopoli trasferito in que- sta Città il Corpo di detta Santa , ella fu presa per Titolare della Chiesa .
Ha sette Altari decentemente ornati ò\ marmo; e le Pitture sono di Paris Bordone 5 di^aidissera di Anna , di Giam- battista Lorenzetti , e del Cavaliere Ce- lesti *
Q^aivi si custodisce il Corpo di Santa Marina , e le Reliquie di s. Libsrale ) e di altri .
Vi riposano le ossa di due Principi , Michele Steno, e Niccolò Marct^Uo . Lo Steno fu eietto Doge n^gli anni 1400. , e moli nel 14I3. Nt;l tsrzo anno del suo Dogado ebbero i Veneziani una vittoria sopra Tarmata navale d«* Genovesi: ot- tennero Padova , Vicenza 5 Feltre , Bel- luno, e Bassano . Fu ridotto in potere de* Veneziani anche il Polesine di Rovigo ; e fecesi acquisto di Zara . Sopra il Sepol- cro di qussto Doge sono appese le chia- vi della Città di Padova, Vicenza, e Verona ec.
Niccolò Marcello fu fatto Doge nel 1473» > e dopo un anno e quattro mesi di Governo passò a vita migliore , nel qual tempo fu liberato Scutari dall'assedio de* Turchi .
In un Iato della Cht-Si c'è la Sr.itua Equestre di Taddeo della Volpe da Imo. la; che fu Gondottiere delle armi d^-lla Repubblica ; col cui consiglio ( dice la sua Iscrizione ) fu ricuperata Padova dal- le mani di Massimiliano , nei giorno di Santa JVIarin.^ ; il quale p;;r deLb^razions pubblica è celebrato solsnnemsnte ogni anno, come di felicissimo principio della ricuperazione deil* la^peri-o della Terra- ferma .
Non molto lontaoo da questa Chiesa è posto in una stretta v^a il Palazzo Con- tarini , ora abitato dai Nobii Cappello. Nel Cortile di questo Palazzo fitta nella muraglia si legge in barbari caratteri scolpiti in marmo la seguente Iscrizione del famoso Doge Andrea Contarini, che visse ne' perigliosi tempi delia guerra di Chioggia i
Hic sacer Andreas stirpsContannctmara^ tur Dux , patrìce pricibus senior qui fa- nua ^ civer Marto tuos jundens Ì3^ v'^Bor classe potnus ^missam J^encto Clugìam pacemquQ reduxit*
Intorno a questa Iscrizione è cosa degna di ossstvazione , che siccome era stata apparecchiata per essere posta sopra il di
lui
jui anello , COSI poi non ci fu messa » perchè inerendo quest'insigne difensore della Patria, cavit ne eius sepukro ^ quod ad hnnc usque dìem vhiturjuxta ttmp/um D. Stephano dicatum ^ u/ia Ducìf insì' gnìa , ulUve gentìs nosttds affigerentur ^ Zi9 nomen quìdem ibi tam magni Ducis /«- scriptum vidóas isrc, siccome racconta il Cardinale Gasparo Contarini . (de Veneti Republ. L b- i, ) Jacopo Contarini tutta* vii nel p^tssato s'jcolo fece aggiugnere al trjppo modesto sepolcro quelle memorie, e quegli adornamenti , che ben si conve silvano a tanto , e si nobil Principe , neL Chiostro di santo St«;fano vicino alla por* ta che mette in Chiesa»
Fhe d^l S$stkrs dì Caste/h
SE,
»5J
SESTIERE DI CANALREGIO.
LiA prima GHiesa che in questo giorno isiterà il Forastieré per incamminarsi a ^ ^edere il Sestiere di Cardai Fregio ^ è de- icata a
S. GIOVANNI CRISOSTOMO, Par^ occhia di Preti . Q^uesta fu fabbricata legli anni 1375. sul modello di Tullio .ombardo , dopo un grande incendio che onsumò r antica Chiesa , fabbricata dall' Uro Iato della presente.
Ha sette Altari, e alcune pitture di Giovanni B-llino, di F. Sebastiano dal 'lombo che vi fece la Tavola dell'Aitar Maggiore, del Vivarini , di Gio: Cario
oth 5 del Cavaliere Diamantini, e dì Sartolommsd Letterini . La Tavola in «armo rappresentante i dodeci Apostoli \ì mezzo rilievo è opera bella di Tullio
ombardo .
Vi SI conserva un Braccio di San Gian: crisostomo, con altre Reliquie. In poca
|ii$tanza si ritrova la Chiesa di S. CANZIANO, Parrocchia di Preti,
la cui prima erezione si attribuisce alla Famiglia ^ena ; ma ora e riformata e^l abbellita con setts Altari • Era questa Chiesa soggetta alla giurisdizione imme* diata del Patriarca di Grado , come era- no altresì quelle di s. Martino 5 di 5. Ja- , copo i« Luprio ^ di s. Matteo 3 di s. Sil- vestro.
Le pitture sono di mano di Giuseppe Enzo, di Niccolò Renieri , del Segala 5»].^ (del Lctterini, e dell'Angeli.
Vi jè il Corpo di s. Massimo Vescovo di Reggio nella Cappella della Famigliai; Vidmann, la quale è ornata di scelti mar- ^i mi. Vedesi collocato questo Corpo sopra il suo Aitare in una cassa di marmo > ed è incorrotto, ayet^do ij solo capo disgi- ^^ unto dal busto , e ciò perchè fu un tem- po rubata, e poi restituito, come si leg- gè nelle Croniche di Venezia . h questo santo Capo manca solo l'occhio sinistro , che gli fu estratto nel suo martirio per co- mando di Diocleziano Imprradore . Nella bocca vi si scorge ancorrubiconda la lin. giaa ; ed apparisce ancora nel mento la barba. Oltre a questo santo Corpo si con- servano il Capo di $. Venerando Marti- re , ed altre Reliquie .
Sono degne di osservazione le Memorie ^ella Famiglia Vidmann, esistenti nella
Cap-
r É n z ^, 9$f
sppelh di s. MàSsiino, nella q'^iiìs ì^
Itare j Is Statue, egli ornamenti, tin- ì è lavoro di Clemente Meli : di Gio» inni Vitturi 3 che fu Provveditore delìef
mi Venete nel Friuli conerà i Teces- li : e di Tiberio Tinelli , celebre pit-
re j che fu fatta Cavaliere òa L':igi IIII. di Francia: e del rinoroatis imo enator Flaxin.G C^rnaro , marto in que- a Parrocchia, Coi brjeVe camraiRo sì iugn- alla Chiesa , detta
S. MAPvIA NUOVA j Parròcchia di reti , Questa era prinsa posseduta da* 'lonaci Benedettini ; ma nìgli anni 1299» ji eretta in Parrocchia. Fu poi rifabbrì- '"lata nel 1555., ed è pressoché sirsile di ' [rchitettura a quella di s. Canziano =-
Ha sette Altari , ne! primo de' quali u Distra la Tavola con s, Girolamo èope- It di Tiziano ; e negli altri vi sono pìt- are di Rocco Marconi, del Bonifacio y !i Polidoro , di Monteraezzano , del Co- ona , del Padovanino , del Segala, e di ^ilippo Zanimberti . L' Altare di Sr Vit- bre ba !a Tavo'a di Mosaico: opera de' rateili Zuccatì sui disegno di Bonifazio » •iella Cappella della B, V. vi si conser- a una porzione del Sangue miracolosa i Barutti , donato dal Doge Niccolò ilbntarini, chs fu qui?i sepolto l'anno
1620^
j5é G 1 0 li 7\[ ^T ^d 1630. Vi è ancora una Spina delJa Cor«l* tìi^ e reliquie di s. Filippo Neri , ed altre*
Quivi giace Fortunato Spira da Viter- 'Ìjo, uomo dottissimo, Ja cui IsGrizione è la seguente*
Fortumus Spira ^ omnì Htérarum laude TrcestantìssìmUs beh situm est ,
Vicinissima a questa Chiesa si truovà ' > quella di s. Maria de Miracoli ^ detta co* m une mencie
LA MADONNA t)Et lV1ÌRACOLl;[; con Monastero di Monache Francescane .[ <2^uesta ebbe principio da un Capitelli coli' Immagine di Nostra Signora , laqua-'l le fu con particolare venerazione frequen* ^ tata dal popolo per alcuni miracoli , oP-*|' rati dal Signore ad intercessionp delia sa Santissima Madfe ; cosicché in breve t- . posi raccolsero più di trenta mila Di-* cari di iimosiiie dalla pietà .de' Fedeli* Con questi verso Tanno I4S0. si compt" th il fondo Sopra cui è fabbricata la Ghie-. sa che oggi si vede sul modello di Pietro Lombardo; e poco dopo si ùcfz acquisto della Corte Barozza pel Monastero, cui '/cannerò ad abitare negli anni 1490.3100" ne Religiose levate da quello di s. Chi? ra di durano *
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Là Chiesa dentro e fuori è tutta in-r rostata di marmi fini , e nella facciata Steriore è adornata di porfidi eserpenci- ij con molta industria disposti . V è un' mmagìne di Nostra Signora , scolpita dal elebre Pirgotele . Sotto l'Organo stanno uè Fanciulli di marmo che fjrono por- ui da Ravenna in Venezia eccellente ivoro di greco antico Maestro , che di- esi essere il famoso Scultore Prasitele- Jelle vicinanze di questa Chiesa sclev* bitare il famoso Tiziano Véceilio da ladore, fregio ed onore dell' Arte Pit» jresca *
Bello tra gli Altari è il Maggiore, la
i Tavola è tutta di marmo , vagamene
lavorata . Le pitture sono di Giovanni
llino, di Pietro Vecchia j di Pier-Ma^
Penaccbi ; e tra i moderni, diGiam-
lattista Pittoni , e di Giulia Lama ,
Vi si conserva il Corpo ài s. Teodora lartire, con molte altre Reliquie , Poco ngi si truova la Chiesa dedicata agli Impostoli , detta percjò SANTI APOSTOLI , Parrocchia ài reti. Questa dicesi fabbricata da/le fa- lielie Erizzo e Cornare negli anni 830. :ia divenuta cadente fu ristaurata e in- randita, cosicché può dirsi quasi rirtn&- atii ilei tutto .
O Dode=.
Dodeci sono gli Altari tutti ricctii ai Sei marmi , con pitture della Scuola di Tiziano, di Cesare da Gonegliano, di P^olo Calliari , di Giovanni Gontarini , di MontenteEZario 5 delTAIiense, di Baf, bisserà di Anna, del Prete Genovese , di Domenico Maggiottos di Fabbio Canal, del Po/azzo , del Marietti, e di Gio: Battista Tiepolo«
Si conservano i Corpi de' Ss. Fausto tf ireneo, e 'Reliquie di s. Tiburzio Mar- tire 3 e di s. liariòne primo Monaco del* la Siria .
Molti personaggi il/ustrì della Famii Cfòfnara giacciono in questa Chiesa , le cui Memorie tono nell'antica Cappella r>' delfa stessa famiglia ^ tra le quali vi « f" qu-I/a di .Marco, pronipote del Dog^^'- Marco, Padre di Catterina Regina <^'-- Cipro, che visse nel Dogado due anni ^ irezzo , e morì nel 1365.1 quefle di Giorgio 3 fratello della Regina, e Pad./ di Marco e Francesco Cardinali ; queìlv. di Girolamo, Jacopo e Giovanni, nipoti |: della stessa. Eranvi collocate ancora lei' ceneri di questa Regina, ma essendosi - dovuto disfare la Chiesa, furono traspor- tate in quella di s* Salvatore , che abbi-. TiiO veduta nel Sestiere di s. Marco.
Ouivi si truovano inoltre i sepolcri di ^
GÌ3='
T K R Z ^, 159
osanni Vender Daiksn Nobile Sasso* ; e di due altri illustri Forestieri eoa ghe Iscrizioni .
in fondo alla piazza ove giace questa uitfsa, vi è la Scuola dell\Ang2oIo Cu" oda bitì adornata, ia Tavola del cui al^ ^ è di Seb^iStiano Rizzi. Dopo brieve ornino si arriva alla Chiesa de' Padri iìh Compagnia di Gs$ù. , detta da^ olgo
I GESUITI. Questa fa fabbricata sot^ ) il titolo di s» Maria y da Pietro Gus^ mi negli anni 1148. sopra un suo terre- D, insieme con uno Spedale vicino, e ata ai Padri Crociferi, colle terre ed :que ch^; vi erano d' intorno j e fi poi
forata da Buonavere Giausoni , come si gg^ nell'i Cronaca di Andrea D.indolo » A se questa Chiesa nel i5«3., essen- 3si abbruciato nel terspp stesso tutto ■jalto ; ma fu j-ifabbrìcata in forma più rnpia insieme col Collegio , da Luigi >ai-dano che fu poi Gran Cancelliere di ^en&zia -
Sopp'cssa poi la Religione dei Croci- eri da Alessandro VII.» i Gesuiti che bilAVano prima a s. Maria dell'Umiltà, bbero dal Pubblico qiesto luogo nel 657., e vi rifecero la Chiesa e la Casa Vofessa in questi ultimi temjBi , in ma-? P 2 nis«
Tf o O I 0 K7<1 ^ T U ^ ^ tàtxdi vaga e ricca, sì perla qualità , cha' per la copia degli ornamenti, sovvenuti però largamente da varj Patrizi , e pri- vati j e in particoìar modo dalla Patrizia piissima famiglia Manin .
Q^uesta è fatta a crociera , in capo di cui si erge l'Aitar maggiore, ordinato da Fra Giuseppe Pozzo, Laico Carmeli- tano Scalzo, con dieci colonne a chioc-. ciola , rimasse di verde antico , e due fi-'! gure , cioè il Padre Eterno, e il Verbo emanato sopra un Globo , il tutto di pie- ira fina; il Tabernacolo con rimessi di Lapislazzoli ed altri nobilissimi lavori ; d^ì quai magnifico Altare tutta la scul- tura è di Giuseppe Torretti . La statua di s. Ignazio è di Pietro Barata; quella della Madonna sopra un Altare, di An- drea Aquila Trentino .
Meritano di essere considerate. le pit- ture di questo Tempio ; tra le quali fi- mosa è la Tavola dei Martirio di s. Lo- renzo dipinta da Tiziano , che va all- stampe intagliata da Cornelio Corte . Ve n ne sono del Palma giovine, del Tinto, fc: retto , ài:ì Cavaìier Liberi , del Balestra , del Dorigni , e del Giordano.
La facciata di questo Tempio è una delle più regolari, e etile più ben ador. ile di questa Città, sul modello di Dos
me-
I
T E K Z Id. ^ i6r
imico Rossi. Il primo ordine delle co- jnne è assai ricco, veggendosi tra gli tercolunnj delle nicchie , ove son col- cate delle statue di marmo di buoni au- ri, come Io sono anche quelle che stan- ) sulle cornici. Sopra al frontone poi sono degli Angioli, ed in mezzo ad si un bel gruppo pur in marmo , che ppresenta T Assunzione di Maria Ver- ine .
La facciata interna è adoi-nata con un sbile Mausoleo di Priamo eia Lezze , tto di scelti marmi , e di buona archi- ìttura . Nsl mezzo vi è l'Urna colla :atua dello stesso Priamo; nel mancfl to sta l'Immagine di Giovanni suo fi- liuolo ; e nel diritto ci è quella di Au- rea figliuolo di Giovanni . In altra parre della Chiesa fu eretto •r ondine d^j Senato il Deposito di Ora- io Farnesii , che militò a servigio delia repubblica circa la metà del XVII. sc- olo . Un altro assii bello se ne scorge del >oge Pasquale Cicogna , che regnò dal 585. Sino al 1595' Il suo Corpo però lace in Santa Maria della Carità, Nel loverno di questo Principe si godè una età pace j nel qual tempo si ornò la iittà di nobili e sontuosi E difizj e sacri O 3 e prò-
tSi G 1 0 K'ìl ^ T .4 e profani, e pubblici e privati: Sì sono fabbricate le Prigioni , si eresse il grati Ponte di 'Rialto, che cominciito nei 1587., terminaasi nel 1591. : furono fon- <dati nuovi Tempjj e se ne rinnovarono <iegli antichi : nella Pianura di Palmada fu fatta la Fortezza di Palma nel Friuli , in distanza di circa dieci miglia dalla! Città diU<linc?, i cui fondamenti si pian* Carono ai 7. di Ottobre del 1593. Ebbero anche principio sotto questo Doge le Fon damentg nuovi , che da s. Ftancesco delle Vigna si estendono sino ai Gesuiti . Fi terminato il Tempio dedicato al Reden tore della Giudecca , Furono fondate J< Chiese dei Santi Francesco di Paola, Niccola di PP. Teatini. Si diede com pimento aile Trocuratie ^ ove si raduna vano i Procuratori, Si ornarono di ec celienti pitture, e di altri fregj le sai del palazzo della Ragione , e fu post neir Atrio della pubblica Libreria quei bei Museo di Statue antiche , lasciate i dono alla Repubblica dal Patriarca d Aquileja Giovanni Grimani .
Si conserva in questa Chiesa , che m nta per la sua bellezza, e ricchezza di essere veduta, il Corpo di una s. Barb ra, una Spina della Corona di N. S. t il Cape ài s. Gregorio Nasianzeno.
Sop»
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T E K Z ^f , X65
Soppressi i PP. Gesuiti nel i773« passò la Chiesa sotto il Regio JuspatroKat» Pubblico , e si son posti ad officiarla un Rettore con varj altri Religiosi,
Vicina a questa Chiesa è la Scuola dei ^^^Sarti y sotto l'invocazione ^i s. Barbara. La Tavola deU' Altare è rarissima ppera del Bonifacio; nella Sala di sopra vi è «n prezioso Quadro colla B. V. ed altri rD'Santi del Giorgione^ e in questa Scuola hnj^vi sono alcune pitture del Tintoretto , che Sibbsne siano le prime Opere che ei dipinse, sono però piene di spirito.
Dall'altro canto della Chiesa èWScuo» la delti Eotta} , in cui si ammira un bel Quadro del Palma , levato dalla Chiesa de* Gesuiti , quando disfecero il Coro, che attraversava l'antico Tempio.
Dirimpetto alla Casa Professa de'Ge* sa!i^ suiti e* è uno Spedaktto ^ dove si ricove- m rano alcune poveve Femmine . La sua liiej Chiesuola è tutta dipinta dal Palma gio- vine , che vi rappresentò r istituzione del- lo Spedale , e la creazione del Doge Ci- cogna , con altre divcte pitture . Non molto lontana dalla Chiesa de'PP. Ce- di suiti , è quella di
!)3i S. CATTERINA, di Monache Ago-
el stiniaoe , di antichissima fondazione . Fu
prima abitazione di certi Romiti;, che si
ch;a«
i64 G I O RJl .A T ^ chi aliavano Frati S accetti del Monte SU ?iai» Estinto poi un tale Istituto fu com- perato un tal fondo da Giovanni Bianco , e donato alle Monache Agost;iniane. No- bile , ricco , e di considerabile estensio, ne si è il Monastero , che ben giustamen* te può annoverarsi fra li più insigni del- la Città.
La Tavola dell'Aitar maggiore è ope- ra cons?;rvatissima ed eccellente di Paolo Veronese, e vedesi tra le stampe di Ago- stino Garacci . L'altra con Tobia, e T Angiolo è bellissima e singoiar opera di Santo Zago , Scolaro di Tiziano , benché da alcuni creduta di esso Tiziano ; e fu intagliata dal le Febr^i . V*ha pure delle pitture del Tintoretto , del Palma giovi. Me, di Andrea Vicentino, del Foler , àQÌ Vecchia, e del Brusaferro .
Qui tra le mo!te Reliquie si venera il Corpo di s. Cosimo Martire , ed un Brac- cio di s. Alessio, portato dall'Isola Sta- Jimene a Venezia da Marco Minotto ne gli anni 1279.
Nel Parlatorio sopra la porta che mei:" te in Clausura si legge in bella pietra cH Berdiglio incisa la memoria della yisi- fatta dal Sommo Pontefice Pio VI. aii.. Badessa di questo Monastero, D. Maria Luigia Rezzonico , nipote del Sommo
Pon,
i T E n z .A. i<r5
l.uteiìce Clemente Xllf. Volgendo il
rimino a mano manca e dopo pò castra^
si truova la Chiesa di
S, SOFIA , o sia della s. Scipìema ^
.Ljcchia di Preti, la quale ebbe prin*
«pio l'anno roio. dalla famiglia Gr^fus*
ina» Ella è di struttura antica , con set-
; Altari, ed ornata di eccellenti pittu-
. F'a le quali si distinguono la Cena
Piolo, che è sopra la porta della Sa»
, icn'a, e la Tavola di s. Paolo primo
ignita dipinta da Gentile da Fabriano ,
iz £\ Maestro dei Bellini nella pittura .
e altre sono di Domenico Tintoretto,
Francesco e Leandro Bassano , del Pal-
- giovine, del Corona, di Baldisseradi
ja , del Segala , del Trevisani , e di
y, m. Enzo.
Contigua a questa Chiesa è la Scuola li Tìttori , in cui si trovano alcune pit- a-e del Palma, del Prete Genovese, e ei Liberi . Tenendo il cammino che nel- uscire di questa Scuola volge a diritta , i giugne alla Chiesa di S. FELICE , Parrocchia di Preti , la uals ebbe principio ne^U anni gèo,, e ì rimodernata prima della metà del se- do decimosesto . Riguardevoli sono al- une pitture in essa collocate, del Tin- Ox^etto , del Cavaliere Passignano Fioren^
tino 3
$Ì8So , del Manaigo , e dei Ruschi. Lei statue che adornano Ja Cappella pesta 4, sinistra nelF entrare in Chiesa, sono del ^celebre Giulio dal Moro.
Quivi si venera il Corpo di s. Trifone^
Nella Scuola d£:*GentHrieri , posta a ^anco delia Chiesa, c'è una Tavola di, ^Giovanni Bellino. Torcendo ?l diritta s' incontra l'Abazia detta
S. MARIA DI MISERICORDIA fondata negli anni 939. da Cesare à€\ ^imIj, detto anche KAndreardi ; 1$ qualq primieramente fu abitazione ài certi Ro^ miti 3 e poi di Frati gotto la direzione ài un Priore; ma reso questo luogo affatj to diserto di abitatori per cagione della pestilenza, e rimasto il solo Priore dell Famiglia Donato^ ebbe questi licenza da Pontelice di poter fare Testamento, i cui lasciò quel fondo in qualità di Gip^jj patronato alla Famiglia Moro 0
La sua facciata è fornita di marmi ^\ statue ^colpite da Clemente Moli , q\ servono di ornamento ad un S^-polcro d CJasparo Moro , Dentro la Chiesa in un altro antico Sepolcro giace Jacopo Moro ,J' mentovato dal Sabellico nel quinto libr9»}||^ jdella seconda Deca. |l
I Priori di questo luogo sono stati ono-ft, t-ati d^ Clemente Vili, della Mitra e dejjj.^
. i f È H z ^' t6r
■'^Istoraie, a richiesta di Girolamo Savi- Sj, iì quale fu Priore, e morì di veleno ^^« gli fu posto nel Calice; come ram* ; ;2mora l'epigrafe posta sotto alla sua' ^"'j poi tura .
'* ''Giambattista àn CoBegliano dipinse la Hissima tavola vicina alla porta che va I Priorato, ed è quslla coirAngelo -ifFaello; Damiano Mazza fece quella s. Pietro e S. Paolo, ed uscendo di liesa, ci sono alla diritta s\ Giacnbat-- ta 5 e s. Marco j ài mano del Bonifa-»
f iQqivi SI serl)a una Iteliquià insigne <!i ' Martino. JPoco lontano è uno Spedaletto , sog-
tta 3 questa Badìa , [va cui sono rico^
rate alcune povere Donne . Parliamo
a dellx .
SCUOLA Ì)ELL A MISERICORDIA ,
a delle sei Grandi ^ che abbiamo ac- nate nel descrivere quella di s. Teo-
ro nel Sestiere di Sc Marco « Questa è
to la protezione ài Maria Vergine del.
Misericordia ^ la cui istituzione viene eribuita dal Sansovino alla Scuola dei ercatanti ^ della quale avremo a par- re • La faSbtica cospicua ed ampia che ora
vede 3 fatta sul modello di Pietre Lom-*
i6S G 1 0 K'ìl~^T ^ bardo da Jacopo Sansevino , benc!hè ne! esteriore fienxii ornamenti, ebbe priic pio Don prima dell'anno 2534. in circa sotto il Guardianato di Francesco FaletL ^y famoso ed eccellente Oratore, e Cai*, Sidico « [
La Stanza terrena è magnihcamenu,^ adornata di marmi e di statue , e la T^j^ vola dell' Altare ora trasportata nella stan« { za a parte sinistra sopra la prima scala 4, opera di Paolo Veronese, ma ritoccr^'' poscia dal Padovanino , e pubblicata co stampe di Agostino Caracci . L'Alb- àQÌÌ^ Scuola è tutto dipinto da Dome co Tintoretto. Sulle scale dipinsero jk, Zanchi , il La^ariai , il Cav. :,Bambirr|, A. Pellegrini, Ambrogio Bono, e Pao' Pagano-. II Mareschi poi f.ce una P^- còlla Madonna di Misericordia . Nor.^. molto lontana è la Chiesa , detta àd.\\. volgo * j
LA MADONNA DELL'ORTO, de- dicata anticamente a s. Cristoforo, chi fu eretta nell'anno 1371* col Monastenfl abitato prima da ^rsLiiUmìtìati ; ReligiOj ,„ ne che fu soppressa da s. Pio V, poi da. ' Canonici Secolari detti di s. Giorgio Juj Alega, che vestivano di colore azzurrojj à^ì cui numero fu s. Lorenzo Giustinia- ni . Sopprcsio però anche questo Ord inef
d.\
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r E n X ji. s6p
^^ Il clemente X. entrarono negli ann-l tjT» ai servigio delia Chitsa , e ad abi- re il Monastero, i Monaci dtlTOrdin® isterciense . Ma lieenziati ancor questi questi ultimi anni, e passata la Chie- sette il Pubblico Juspatronato , furon© >sti ad officiarla un Rettore con altri 'licerdoti é La Chiesa è ampia , e éì ornata strutti ^.ra , con quindeci Altari . Nella faccia'=> ' I. si Veggono molti ornamenti antichi di ^ jarmi , con intagli e statue . Fra le bel" "I pitture che l'adornano , veggonsi nellS appella maggiore due Quadri bislunghi ir incomparabile Jacopo Robusti, det- il Tintoretto. In uno de' quali ha rap- esentato l'estremo Giudizio , nell'altro Vitello d'oro adorato dagli Ebrei . Rac« bnta su tale 'proposito il Cav. Ridolfi Ila vita di questo Pittore che volle di- ingere le dug mentovate Tele per soli cati 200. mosso al lavoro soltanto da ngente desiderio di acqnistar fama . L' i>rgano altresì è dipinta dalla sressa ma- o. Veggonsi inoltre due belle Tavole, una con s. Giovambattista ed altri San- i del Conegliano ; l'altra con s. Lo- ?R2o del Palma vecchio. Vi sono poi Icuni Quadri di Gio: e di Gentile Bel- .ni , la famosa Tavola del Pordenone eoa P s. Lo-
I. Lorenzo Giustiniani . Un Quac?r© ià Gentil Btilliiio rappresentante s. Lorenzi Giustiniani con alcuni Chierici ; e li aìl tre pitture sono di Domenico Tintoret to , del Ponzone s dei Mera, di Dome nicò VandicJi 3 del Rosa Bresciani j e de Molinari .'
Vi si venerano, Reliquie di s. Tonj liiaso Apostolo j e di s. Cristoforo , e s Veds formato da Gasparo Moranzone cej Jtbre Scultore nel 1470. il Colosso cW { posto suir Aitar rtiaggiore par rappresen- tare quest'ultimo Santo.
In questa Chiesa giacciono molti Ùo*
mini illustri ; Era i quali Valerio Orsini
che fu Generale delle Armi Veneziane;
e il Vescovo Marzio de'Mar>)i che vi^
se in Firenze al tempo di Alessandro
Duca, in gran posto ^ e poi morì in
tato infdJic* nella Villa di Chirigr>ag<
sotto Mestre i Vi giacciono pure il Tmj
toretto famoso pittore j e nel Chiostri
Alessandro Leopardo esimio scultore .
Nella Cappella della Casa Contarini
è rìmrni^gine di Gasparo Contarini ; Scrii
tore delle cose Venete , scolpita ia mai
irto dalTinsic^ne Alessandro Vittoria , c(
rne pure quelle di Tommaso e di Luigi
Contarini .
XSti ricco e Nobile Mausoleo è stac(
frc
I
T E R Z ^, i7f
e tto al Conte Girolamo Gavazza , d\
^roiamo L°oni Gavazza de' Conti di San*
netto, ricco di marmi, colonne, in-
Ij , figure diligentemcme lavorate da
33fcsto Corte Fiammingo, e da Francesco
krioìi , se non che il ritratto d-1 detta
ibiluomo fu opera .del Carrarino, sul
^«1 ^2^no di Giuseppe Sardi ralente Archi^
to ,
!Jontigua a questo Tempio è la Scuola Mercatanti ^ eretta prima negli anni S{|i9. nella piazza ove giace la Chiesa Padri Minori Conventuali , detti i ari i e pai trasferita in questo luogo 147&. , come appare da un'Iscrizione quivi si legge. Nella Stanza terrena Tavola dell'Altare è opera eccelcnte [acopo Tintoretto , come di lui pure 'altra Tavola nella gran Sala . Su! pri» ramo della Scala vi è un (ìuadro del negliano . Nell'Albergo ve n'ha uno P^olo Vcroacse . Le altre pitture sono Dom. Tintqretto , di cui pure è il sof- o, di Benedetto Caliari ^ è,^\ Palm^ 'vine , deirAliensc^ e di Giovanni da logna .
ìegue da vedersi Ja Chiesa dedicata ^ Lodovico Vescovo , detta j. ALVISE, col Monister© di Mona. Agostiniane , la cui fondazione vieni^
172 G 1 0 nx ^T ^ ,
posta negli anni 138S. per open ci-ll| Nobile famiglia Veniero . Cinque sn' gli Altari, con diverse Pitture di V : Tintoretto, del Paoluzzi , di Alessio Ji^ lanese , delia Scuola di Paolo , e di qui'.'l^ ia àQi Bonifizio , del Foiler , del Pia^^^, eetta , del Tiepohtto, e di Font^basso,
Vi si venera il Corpo ài s. Felice cfflj altre Reliquie . *^
Prossima è la Scuola detta di x. ^^\^ set in cai ci sono alcuas opere del Ti%^ toretto, di Marco di Tiziano , e di Mai] co Veglia . Dietro a questa Chiesa vie quella di
S. BONAVENTaRA, di Francesca Riformati, stabilitisi in questo luogo anno 161^,
La jCHicsa ha tre soli Altari, con Pii ture del Tintoretto, dei Pilotti , e di Anj giolo Gàrzo,si, Vi sono psrò altre Teli, di Maiceo Ingoli da Ravenna, del Tm' toretto , di Leandro Bassano , d;lìa S- 'o la di Paolo, del Pilotti , e del Fial i Giacciono quivi le ossa del Doge Ca.l.. Contarini che morì negli anni 165S. do.^ pò aver tenuto il Governo un soìoanro nel qual tempo i Veneziani ebbero l'i signe Vittoria ai Dardanelli, e pres.; Tenedo , e Scalimene nelT Arcipela^' Pochi passi lontana è la Chiesa di
S, Gì-
S. GIROLAMO , c-I Monistero di Mo- che Agostiniane , ia cji fondazione si ferisce all'anno 1300, L amo 1703. ar- l'uno e r altro i e $« n*è fatvà 4.i nuo- r erezione, m vaga e raiy''ov iTornna , n cinque Altari m^es'iost, e ricchi di armi e ài sratue . £' ù.na che in que-» 5 Monastero ripo*as>e il corpo del B. ,-.ctro Gambacorti da Pisa. Le pict^^e ao del Trevisano, del Brusaferro , del lelchion , e del Vecchia . Vicina è la Scuoia òÀ s. Girolr.no ^ con ■He Pitture di Giovanni B-Iluio , di Vit- re Carpaccio, e del Vivarini . In poca stanza sono
LE CAPPUCCINE DI S. GIROLA-
10, le quali riconoscono il ioroprinci-
o da Angiola Crasso , che negli anni
5c3. in compagnia ài alcune altre buo-
Ji femmine ritirossi a vivere in una c*%
!i vicina alla Chiesa di s. Giusti-ia . Da
bla poi si trasferirono in quel s'ito deL
Città che si chiama Ouimavalle\ do-
con permissione del Principe fabbri,
'irono una Chiesa ed un Monistero. Ot-.
annero poi dal Pontefice Paole' V. la
ilausura : ed accresciute di ramerò pas.
jirona a qu-ito luogo come più conve-
iente , negli anni 1614.
La Chiesa eh' è dedicata a Santa Ma^
P 2 ria
?74 G I 0 nx ^ r ^
ria Madre del K^demorcy he tre Ali. celle Tavole tutte di man© del Palma i Ella fu eonsegrata da Giovanni Tiepolò Patriarca l'anno 1623.1 come appare dall' Iserìzione posta sopra Ja porta .
Poco lungi da questo luogo si truova I Óipizio delle Vinzocìnre di Santa Maricè^ dti Servii le quali si governano religio samente 5 tenendo Figliuole in cducaria^i ne. L'ordine del c^Himino conduce all^p Chiesa di
S. GIOBBE , uffiziata da Frati Fran. CiScani Minori Osservanti. Scrive l' E* gnazio i che Cristoforo Moro fabbrica questo Convento sopra un fondo di suaii. ragione : al quale s. Bernardino da Siena che fu Promotore con s. Giovanni da CapistranOj dell'Osservanza della Regola ài s. Francesco, avea prima predetto chs sarebbe stato eletto Doge , come in fatti $cguì . '
La Chiesa ha tredici Altari , tra i qua- : li due con Tavola di marmo; 9 quella ,1 dell;». Cappella Grimani è opera di An« | %Qìùo Rnscelli Fiorentino. .|
Fra \ù pitture si distinguono le due T«iVoIe , in cui gareggiano Vettor Car4 l'accio e Giovanni Bellino , li due pii^ celebri pittori di qugì tempi . La prima 4el Carpaccio u^pKienta la JB. V. ch« |
T E K Z ^, 175
,. ^ferisce il Bamb no Gesù al vecchio SU ;3! jteone ; la seconda con la B. V. , i» S ^ PR ìstiano e s. Giobbe, del Bellino, fu la dai -ima Tavola a olio da esso dipinta ; e ccome venne allora assai stimata da' ioni Maestri , così al presenta è tenuta j grati considerazione . Vi sono inoltre eir altre beile pitture di Paris Bordane , Girolamo Savoldo , del Basalti > dì ìlllarletto Calliari figliuolo di Paolo, del
livarini j ad Mazzoni , e del Zucchi. aijQuanto alle memorie degli uomini il. Atri: dinanzi all' Aitar maggiore giace iMpoito il Doge Moro , sopra ia cui La- pide sepolcrale si legge quest* Iscrizione ,
JìChristophorus Mauro Pkinceps MCCCCLXK. Mensis Septembris ,
Vi sono inoltre alcune Memorie della ^miglia Pesaro; ed un nobile Mausoleo etto a Renato da Voyer de Paulmy ante di Argenson , che fu Ambasriado- Straordinario del Re Cristianissimo ligi XIV. alla Repubblica nel 1651. irto prima di fare il suo ingresso , Lo ultore fu Claudio Peravu Fianccse,
ÌNcl Chiostro giace D.^a Morosi ni T>o* ressa, moglie di Niccolò Tron , che ^cedette nel Do§ado a Cristoforo Mo^
I
176 G I 0 R ^l ./L T ^ ro . Ivi pure giace Pietro Lorudano chs fu Doge dal 1567. al 1570.
Fuori di questa Chiesa vi sono quatrro Oratorj cei suoi Altari : quello dei Bar- e arno li del Tragitto di Mestre , sotto 1* in- vocazione di s» Anùrea Apostolo', quello ^q\\2ì Confraternita di s* Bernardino ', uno della Scuola della Santhsima Vergine ; \ì cui soffitto fu dipiato da Alvise dal Fri- 50 , ed uà© del Profitta s. Giobbe .
Vicino è un piccolo Spedale , per ri- coverare alcune povere femmine, fabbri*» cato dal Doge Moro ; in cui ci sono va- rie pitture di Giovanni Ballino , e del Pilotai .
Da)!* altto lato della Fondamenta ve- desi nuovamente eretta al principio del presente secolo una non grande, ma ben ornata Chiesa sotco il titolo del Vatro^ cinlo della Santissima Vergine . fabbrica* ta ^er us© ed amministrazione de' Sagra- menti al contiguo ampio Conservatorio , ove dimorano parecchie penitenti Donne , che sottratte dal peccato , quivi in di- screta austerità compensano i disordini del viver passato. Fu autore di questa santa impresa Regìnaldo Bellini piissimo Sacerdote della Gongregainone dell' Ora- torio . Promotori ne furono con gioss sborsi di soldo ^ ^ con saggi consigli u
san.
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santo Patriarca Giovanni Badoarc, e Pao* io €ont;irini Nobile Sacerdote; k se.'le- citU'.iini rie' quali furono benedette dalla Prov'> -fnza con frequenti e copiosi sassi- à] j Gontin':'ati anche a' giorni nostri , me- dia*! t^ i quali si potè pe'pétuir il iuog» ad oso dell'istituto, accresct^r^ il nume- ro delle postulanti , e con graotliose e dilatate fabbriche prové^ere a qual'.'^iqus' loro necessità .
La b^à om^tz Chiesa con tre bei Al- tari posssrie a-'.-nagg:.or suo spiri timle de- coro tre Corp^ 6;jr.£Ì , ti altre m.ire in-, signi Reliquie. li. C^a ervatotis poi èf. governato cor ©ttsme 'vg§i :-* una scelta. Congregazione di Bcelesi astici , di No-» b:li . £ di Cittadiri = Qjìyì. pure it poca distanza è il camime n.^'orto degi» Eb"-?! »^ chiarDs.to Ghetto, ové so-a« co'ì?:<leiabil-à Je loro Sinagoghe ^ e le <Scuo;c: ?Ì nuir,€«* ro di sette' , in cui fanno le loro finzio- ni. (Questi prima ch-^ si ridu-s^Sier^ ìw questo luog>3, abitavano n«ir Isola à-. Spi-^ y^Jonoa f che poi fu da essi sìinoiTiin-ata Giudecc^ , di cui Parlsr«mc trattando del- le Iso'e ; uè potevano p^r ant'chi D>-cre- ti del ^249. abitare in V'negia per più: tempo di quindici giorni, e sempre por* tando in mezzo del pstto un segno di Cela gialla: ma ne^li anni 1416. fu loro
per-
J7l G I 0 KH ^ÌT U permesso di abitare ir ^^(?rro ; e perc^jè fossero conosciuti «lai Cristiani, era sti» to loro ©rdinato di portare il cappella i-osso. Continuaido il camino ?i treva la Chiesa di
v5. GEREMIA Profeta, Parrocchia dì P^eti 5 della quale furono principali Fon-' ditori Marco To?elIo , ( o Marco Tor- Ceìio , come si legge in alcuni Manoscrit^ ti ) e Bsrtofommeo suo figliuolo, nej |?rir?cipio del secolo XI. , second® il Dan- 4o]a . Mi essendo ridotta in stato cdden* $?, se n' è intrapresa pochi anni fa una| auoya fabbrica assai nobile e decorosa sul Budello del Sig. Abbare D. Carlo Cor^. I?:llinj di Brescia , il cui compartimen to , allorché sarà terminata, comprenda f-ì quattordici Altari di scelti marmi ^gtte de* quali già esistono con belle pit tare del Tiepoletto , del Co/onna Miai §ozri 5 e del Chiorzotto ; e nella Sagre ftia vi si conserva una Palla di man«i delio Schiavone . Fra gli altri però di- gtingyesi il Hobilissimo Altare eretto pc legato del -fu March, di Montallegre , che per molti anni fu Ambaseiatcre dsi Re Cattolico alla Serenissima Repubbìi» ca , e qui sepolto appiedi dell* Altare . Cin- que lunghe iscrizioni rappresentano le Ca- riche , e le Onorificenre che fregiarono questo rinomato Minisp-o •
T t K Z ZAé ^ i7P fi,S tTeneransi in questa Chiesa H Corpo \i j,j §• Magno, e un Braccio di s. Bartelómio :[]e acquistò Marco Tosello da alcuni Ga- ,j[j ojeri di Benevento; il quale avendo rii- igato colle sue navi in Puglia insiemi ol suo figliuolo Bartolomme© j l'ottenne mìo {^ precìhus y come dice il Dando- o, e ritornati in Vinegia , Io rìposcri iella Chiesa di s* Geremia Profeta df un fusvant principale f fu^ddterer > Gon- inuando il cammiao verso un altro coto- ne della Città, si truova la Ghiesa di ^'J. Maria in l>^azare(te j detta comune- isi Heste
^^. i SCALZI, perchè uffiziatà dai Padri
^^^; armehtani Scalzi, che traggono la Jo ♦
^ > istituzione da s. Teresa . Q^ussti Re.
giosi ottennero dal Senato di poter fab-
ricare la Chiesa col lor© Convento so-
ra alcuni fondi di Francesco Veniero ,
a essi comperati con tutti gli orti e
tirreni che discorrevaiiò dal Canal-gran-
ì sino alla Lasjuna eh' è di rincontro a
Giobbe; e alla metà del XVII« secolo
eressero la Chiesa senza vsrun onn-
ento.
Dopé alcuni anni cominciarono a fon- ivi un nuovo Tempio, e il fecero as- i sontuoso e magnifico , con ricchi Ai- ri j adorni di scelti e prsziosi jnarmi,
e di
r
,80 G I 0 K'H ^ T a e di statue sul modello di BaldisseraLon.' ghena .
Qiiesta Chiesa ha tre Cappelle per p?-> te tutte nobilissime e adorne de'piùscc ti marmi, ricche di colonne, e di p's- ziose sculture che attraggono l'ammi' zione de'risguardiriri . L'artefice de.» Cappella maggiore fu il Viviani , ma po-j.; sterormente la nobilitarono sul medellc» di Fra Giuseppe di s. Antonio, Laico : Architetto di questa Religione, di e puree l'Architettura deiTAltare di Teresa, e di quello della Beata Vergi- li famcso Bartel Fiammingo vi scolp; ; G o'. Battista, Bernardo Falconi s. S: stiano , e il Baldi s. Teresa .
Vi sono alcune insigni pitture di G EeHino , del Cav. Cairo, di Michele ^ biec, del Cav. Bambini , del Las^jari del Dorigny , di Giuseppe e Domen Valeriaiii . Tra i Pittori moderni che di pinsero in questa Chiesa , si distingucn', Giambattista Tiepolo, che dipinse ilSoiij fìtto, ed il Colonna Mingozzi che f?C" gli ornati , e le architetture del me: mo , e delle volte di altre due Cappt La facciata di questo Tempio, t di marmo fino di Carrara, fu fatta a spcj "se d-l _Conte Girolamo Gavazza sul d.seji gno del Sardi ; la quale per vaghezza d!
Co-
T E t Z U. t%i
j/onfie , di Statue , e d'Intaglj , viene sta 6on ragione tra le più nguardevo- del/a Città .
Giace in questa Chiesa lepolto il Do- I Carlo Ruzzini che finì di vivere Tan*
% 1735.
^' Vi sono Reliquie di s. Teresa , di $. ovanni della Croce , ed altre : Poco di-
*ijinte da quella degli Scalzi j è ia Chie* Parrocchiale di 'S. LUCIA, coIMonistero di Monache iggsriniane. Questa fa eretta nel 1191. tto r invocazione de/ia Forgine xAn-aun- ^t^\ ma essendosi poi qtii trasferito il )rpo di s» Lucia, fu presa per Titolare està Sanca : della cui traslazione «is corre dire , che questo Corpo fu priaia Ila Sicilia recato in Costantinopoli sot- l'LTiperio di Basilio Porfirogenito , e Costantino suo figliuolo) ma nella di- lione delio spoglio di Costantinopoli « • toccò ai Veaeziani ; e mandato ia negia dal Doge Arrigo Dandolo , fu sto in s. Giorgio maggiere i Chiesa che ora era soggetta aila giurisdizione ài e perciò egli vi eleggeva T Abbate , me scrive il Rannusio . Fu poi IcTato quella, e portato in qu;fsta nel 1226. iS. di Gennajo; sotto il cui titolo sì ficg 8VtovameaC€ il T«g)?io cpl Mont^
stero. In s. Giorgio rimase un braccii per cagione di un miracolo che sesi mentre 1 Abbate voJIe baciarlo. Neil anni 1609. fu riJotta nella forma in a /u^ T,V, P'-esente, sul disegno del ce iebre Palladio. Della sua erezione e cor, segragione , e della traslazione del Coi PO di Santa Lucia si /eggono le Meme ne sopra le Porte.
Nove sono gli Altari. Il maggiore col sua Cappella , ove sta eretto un mae stoso labernacolo, ricco di finissimi mai mi, con rimessi di vsrj colori, e ornat di hgure ó:ì bronzo, fu fatto dal Cavalie" re Lionardo Mocenig. , H cui ritratt, SCO può f^a A/essandro Vittoria , fu post-B nella stessa Cappella. Alla sinistra d^ questa e e la Cappella ài s.. Lucia co. ricco Aitare, sopra cui riposa il Corp* di detta Santa ni bel Sepolcro, erettoci Donato Baglioni, Nobile Fioretino , do, ve lascio memoria di se stesso, di Uv\ ^. 1 ""^"^"^.'"^ padre, ài suo fratello C mulo, della sua moglie Catterina Guic- ciardini , e della madre Costanza Goc
a^/gi^i^^'/^'/tf ^'^'' alla destra dal/,; t.,P n» ^" fabbricata da Niccolò Pee-' te s, o Perez, Genti/uemo di Anversa.! Giovanni Tiepolo, allora Primicerio 7/4
chi iri
r £ 2^ z c^. ^ isj
N-lDucale di s. Marco, e poi Patriarca, „ I Isse l'Aitar© dedicato all' Aspetrazio- li [del Parto di Nostra Signora. Monsiw jji or Giorgio Pc'arco che fu Conressorc ^ [le Monache , fece V Oratorio vicino |.j a Sagrestia , d-dicato a s. Girolamo,
I i arricchì di sante Reliquie . jji J-e pitture sona del Palma giovine , per jp jmaggior parte, di L;;andro Sassano, jj,' 1 Bonif;»cio , di Mattea Ingoli , di Maf- .^, p Verona di cui pure sono alcuni qua- ^jj |i nella Scuola vicina, e del Pilotti . ^j, ;Pocbi passi lungi da s. Lucia, giocala , ' diesa e il Monastero di Monache Dor
lenicane, àetv.j ^, ;ìL corpus domini. La Chiesa e .onastero del!^ Monache óqì Corpus BQ" jni fu la prima yo'ta fibbricato di ta- le dir-impetco al Ma^u.<5--«ro di saiata \ì^^ circa Tanno 1366, ; indi fu rie«» ^caco di pietra. Nell'anno 1395. due relle di Tonmaso Tomnasmi con Tas» ftenza del B. Fra Gì)*. Domenico da orenza Domenicano, fc e Urono il Me- sterò di Monache Domeni:ane ,c II Pa- iarca s. Lor-.-nzo Giustiniani vi pose la ima pietra . Ciduto poi , secondo il i\jo«ino nel 14.10. per la furia di un rbine , fa per la maggior parte rinno- vto. Indi fu rifabbricata la Cappella
maggiore, ed abbellita con varj ornamen- ti : e alla metà della Chiesa fa eretto da Giorgio Q^iaerini un nobile Altare , arric- chito d'intagli, e éii figure. Le più in, signi pitture sono la Tavola di s. Pietro Martire , e altri Santi , opi;ra benissimo conservata del Gonegliano , e du5 altri Quadri l'uno con s. Domenico, che git- ta i Libri nel fuoco, e l'altro in due compartimenti all'Altare del Crocifisso j che rappresenta la Gena degli Apostoli : opere singolari di Sebastiano Ricci . Ve n* ha per altro anche del Palnaa giovine, e ve ne sono di Lazzaro Sebastiani , deU lo Scaligero, del Molinari, del Fumia*» »i 5 dei Salviati, e dell' Ingoli.
Sopra h porta maggiore c'è un bel Mausoleo di Agostino e Marco Gradeni- go Patriarchi di Aquileja, e di Daniel-. Ij Gradenigo loro congiunto. j
Qui pure giacciono sepolti il Vescovoj Tommasini ,, morto negli anni i44^'> e! Fantino Dandolo Vescovo di Padova.
Vi sono Reliquie di s. Fausto Marti- re , di $. Maria Maddalena , di s. Vene» randa, e di s. Catterina da Siena.
■Ritornando addietro, e facendo noti poca strada per i luoghi ài già descritti sì truova la Chiesa di
5. LIONARDO, Parrecchia 4i Pife'»
• ti ,
T E n Z ^. ^ ig5
, antica e fondata sino dall' anno 1205.
'■I^esa cadente per l'antichità fu in que-
^* :i ultimi anni riedificata quasi del tutto
spese di G. Battista Adami gùtator di Ca^
ittsri f nella forma moderna. Vi si di-
ingue r Aitar dedicato a s. Leonardo
alla Scuola grande della Carità che sì
lorta processionalmente ogni anno il dì
Novembre in ricognizione di aver
'''J^iFUto principio in questa Ghissa l'anno
!26o.
In mezzo alla Chiesa giacciono le 0$-.
a, del Principe D. Gasparo Altieri, fu ipote del Sommo Pontefice Clcmen- e X.
Tiene alcune belle pitture , delTAliew- 2j di Dom. Tintorettoj e fra le Reli- uie, quelle di s. Lionardo, di s. Bene- etto, ed altre .
In poca distanza è situata la Chiesa, edicata ai Santi Ermagorti e Fortunato , ietta dal vo'^o
i S. MARCUOLA, Parrocchia di Pre. i , che si crede una delle più antiche Iella Città , eretta da quelle genti che ler tema de' Longobardi fuggirono in que« te Paludi . Ai gio^-ni nostri è stata ri- 'abbricata da' Fondamenti con nove Al- ari , tutti adorni di bei marmi e sta, tue.
qs Vi
ite G I 0 KH^T a
Vi sano pitture del Tintoretto , de) 1 Camerata, del Crosato , e d'altri, [a
Vi si conservano Reliquie di $. Gianviif battista, di s. Fortunato, di 5. Ermago-Pa ra , di s. Andrea Apostolo, e di $. Teo doro Vescovo e Martire , n
Negli anni iii/. arse questa Chiesa , cin re^tò illesa dair incendio la Reliquia del- re la Mano di s. Giambattista ,' Così il Dan-dr dolo ncirundecimo Capo del IX. Libro :r£ il quale scrive ancora, che in un vaso di bell'intaglio c'erano altr? Reliquie de Corpo dello stesso s» Giambattista oltre 1 sua mano, con alcune particeli? dell'Are di pietra , che i Veneziani portarono d Sebaste. Vitale Michele , Vescovo di Ca- stello , visitò queste Reliquie; e trovate* le nei loro Vaso, 1* espose al popolo; e col mezzo di esJs furono dal Signore ope-* rati alcuni miracoli . i
Nel farsi la strada che conduce da Marcuola in quella , che volgarmente d cesi Rio Terra , $i truo^a una Cappell ufSziata da Preti , detta
V ANCONETTA , eretta in onore de la tantissima Annunziata, Q^ui sono de gilè da Vedersi alcune pitture di Daniel, Jo Vandich , di Domenico Tintoretto, di Jacopo PcCrelli , di Filippo Bianchi, di Giambattista Rossi , e di Lionardq Corona • Pa
T E n z ..i. lìf
d( Da K?« T$rra volgenrosi a mano man- a, giace la CHi^sa co.isigrata al 'l>J^oms ìin klla I^ergìne Anni£:'!ziata ; uiHsiata d» '2?9 ^adri Serviti j detta p-rciò Ie( I SERVI. Or;sU fn eretta da Gio- snni Avaneo Cutadinq Vsaezjino , che i3)iin es?a è anche sepolto , nell'anno i?j6, lieiiei qual tempo furono ricevuti quesn'^^i- DìD ili. Ella è graqde a tal segno, che hr h ?entidue Altari .
ifli Le pitture che l'adornano sono di ec- « :ellenti Maestri, cioè di Jacopo ^ di Do- .'fl nenico Tmroretto, e della sua Scuola; Ire lei Salviati, della Scuola di Tiziano, e è iel Bof:ifacio » Ve ns sono di Lionardo Ci Corona, di Baldìssera di Anna, di Giro- iti lamo da s. Croce, del Cav. Liberi, di ; Giuseppe VaUriani , di Giuseppe Galitn- )9| bergh , di Sebastiano Mazzoni , dì Rocco Marconi, del Segala, del Camerata, di Polidoro 5 dei Manai^o , del Gavalier Bain^ ni, dei Piazzì^tta , di Benedetto Diana bl Bonifacio, dsl Sim ;l , di Gregorio azzarini , e del Palazzo . Nel R<ìferono di questi Padri si vede- una gran Tela rappresentante Gristo convitato da Simone il Fansto , colla emmina peccatrice ai suoi piedi; opera ingoiare di Paolo Calliari Veronese i ma fi secolo passato fu spedita in dono daU
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iS8 G I f^ nv^^r ji
la Repubblica a! Re di Francia, veden dosene ora un'altra dipinta dal Zanchi
Avvi Reliquie di s» Andrea Apostolo,^? di s. Gioranni Papa «Martire, di s. Ma ria Cleofe , e di s. Luca .
Nell'Altare deJla Sagrestia riposa ili Corpo del B. Bonaventura Terniello , deirOrdine dei Servi, trasferito da Urli- ne in Vinegia negli anni 1509. da An- drea Lorcdano, che fu ivi Luegotenente . J^
In «[U€«ta Chiesa due sono i Mausolei c©ll« lors Iscrizioni. L'uno è del Doge {5 Andrea Vendramino , che ascese alla Du- cal Sede nel 1476., e morì nel 147S. , dopo aver regnato uà anno e otto m?si • Mausoleo nobilissimo per compositura , e quantità di statue in marmo assai ben in< | tese ; dal Temanza è creduto opera del | famoso Alessandro Leopardo .
L'altro è del Doge Francesco Dona- to , eletto ai 4. di Novembre del 154S. , e morto nell'ottavo anno del suo Prin- cipato , avendo regnato sette anni, e sei Kiesi .
Vicino alla Sagresti^i vi è il Sepolcro di Giovanili Emo, Cavaliere, colla sua Statua , il quale morì . trovandosi ai go- J y«rno delle Armi nella guerra contro i- Tunesini . *
Nei due Iati dell* Altare di s. Maria
Mad-
«;,.- T 1 K Z ^ * ^ ì%^
cji, ladJalesa si leggono due rscrlzio^ì , cfie ppresiintano ivi sepolta Verde della Sca-> , figliuola di Mastino della Scala Si- lore di Verona, e moglie di Niccolò Este Duca di Ferrara , morta negli an- 1574. Sopra la statua di saata Mari» fadJalena si vede appeso un Grocifiss» nuto in gran considerazione ; app è del .jPah si conserva lo stilo, con cui fu fe- ji.jlto per assassinio Fra Paolo Sarpi Teo- jllgo della Serenissima Repubblica . Qjae- jjJo Altare de/la Maddalena 5 nobile, cle- ijnte, prezioso, con la bellissima status ; m essa Santa , ia eretto per ordine dei jlt-ocuratori di C/fr<« Gommi ssarj di detta , fcrrf^j ed è opera di Guglielmo Berga- .1* 1 asco .
"I Sotto il Pulpito si legge una Memo- jla di Cristoforo Quadrio , Filosofo e Me- lico , e di Sinveone suo figliuolo: eden- ico la Parta maggiore alla diritta, se ns ,j»ggs una di Rinaldo di liroderodc Si- ' Inorc Olandese .
.■Vicino alla porta, c!ie trascorre nel «hiostro, sì legge un Iseritione di un ilebre Medico, pubblica Professore di ledicina in Padova, Ai nome Sant9rÌ9 <e Santorì ^ che morì nel 1636. Nel Chiostro pure li veggono, molte Jtre Urne Sepolcrali colle loro Meni®» •Cj che si omettono per brevità.
la questo Convento ha fatta la sua re- sidenza il Teologo della Repubblica, che da più di un secol© soleva essere eletto di questa Religione , in riconoscimento e memoria del famoso Fra Paolo , Sarpi,*^ Jc cui ceneri giacciono quivi sepolte . >' Pochi anni fa una parte di questo Con- " vento, dalla parte d;4 Rip , rimase in-f' cendiata , e con esso perì nelle fiamme la dovi.Jsi^sa lor Bibliotccca ; ma di nuo- vo fuj-iparat© e rìstaurato .
Quivi vicine erano due Scuole , una de* Tintori , e 1* altra de' Barbieri , con belle pitture , ma dall'incendio medesimo re* itarono consamate .
In poca discanta è V ilu^ Scuo/a df/U Vergine KAnnun%iata ^ che ha pitture a' tempera mofto antiche, ed il soffitto con htì grotteschi e fogliami a chiaro scuro. Contigua .pure a questa Chiesa è ia Scuola dù Lucchesi , detta T Oratorio del Volto Santo di Lucca ; eretta da alcune Famiglie Lucchesi , le quali tenendo ie parti Guelf*., dovettero fuggire da Luc- ca , di cui era fuco Signor Castruccio degli Antelminelli (così viene detto da*, Cortusj nelle Joro Storie ) Aa Lucca, Ca- pitano della fazione Ghibellina . Fece questi molte guerre in Toscana contro i fiorentini j poiché dai Lucchesi fu eletto
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apitano gcneraU- r\'A 13 16., avendo scac« ^ato Hai Domingo di Lueca Ugocciene illa Fagiuola , che teneva prigione Ca- raccio per farjjli tagliare il capo . Aven-^^ ) per: ò perduta cfuesti, Lucchesi la spe- nza di ritornare alla Patria, si ricove- rono in Venezia, doVe furono accolti il pubblico . QufSte famiglie eran© gli maJi, Ridolfi, Arborsani , Sandelli 1/ omasini j Garzoni , Martini 5 Po"ggio , repinì , Fantinelli i GuiiiÌ€Ìoni 9 Pi$a- ellij Lamberti, Bonirardi , Paruta ,- Ru* idj'lldeilij Micheli, Malpighi, e diverse 5ljfitre eh' ebbero la Cittadinanza Origina- la di «questa Città* Col progresso del jjmpo fecero vsoire dalla Toscana da /^ pOi e più Artefici $ cioè Filatoj, Tinto- !!, e Tessitori j che in'.;rodussero Tarte ìtHa seta. Li Mercatanti di Stoffa abi- ivano in calle della Biscia, i Tintori s Giovanni Grisóstomo ^ e i Tessitori in iri « Stabilita in tal guisa in Venezia jJluesta nazione^ che tutto giorno andava Ijirescetìdo , ebbero i Lucchesi molti pri- Jilegj ^ e tanto si arricchirono , che fece*» \o fabbricare ntolti VìÌìzzì , marìtaronGT p loro figliuole, in Nobili Venetiànl j e llcr n; di loro furono eziandio aggregati dia Veneta Nobiltà «■ In quest'Oratorio vi sonò alcune pittu-
i^t G 1 Ó nl'l .A T ^ re del Tintoretto , e «li Pietro Riectif Lucchese , e Niccolò Semitscolo antic pittore del I370. yi dipinte la stona da Voltò Santo. Rivolgìcndo il passo vers^ la strada di H^J Terra , si truova la Chis sa detta '
LA MADDALENA j Parrocafiia d,g Preti, edificata dalla Famiglia Baffa, se- cond® il Sansovino , Resa cadente per ly antichità fu in questi ultimi anni liedi-» fìcata da' fondam«i«ti in vaghissima for| ina di Vant&on sul modello di Tomma$a% Tematìra qui sepolto. [;
Vi sono Reliquie di s. Pio Martire , di ' £. Pantalone ^ ed altre .
Parteindo a cammino diritto dalla Mad\ dfthna^ e trapassando un ponte di pic4 tra, si entra in una piazza, ov' è la Ghìe*» sa di
S. FOSCA i Parrocchia di Preti , eret ta nel secolo IX. e riedificata nel 1297 ina div^enuta cadente per Tantìchità, fi l'innovata vers© la metà dello scaduto se colo. E* grande e spaziosa > con sette Al tari i e tra Jc pitture che 1* adornano Ve ne ha una di Vittore Carpaccio e» s. Pietro, s. Paolo j s. Sebastiano , s. Cri Stoforo e s. Rocco .
Torcendo a dritta, si giugne alla Chie- sa dedicai» ^ /, ^_arp/i/ei ^ett^ cpr^^tt**
.''
S. MARCILI ANO , Parrocchia di Pre- 1 (Questi fu eretta Tanh© 1133. dalla miglia Bocchi; naa ritrovandosi in i$- b di raìnaeciàrc qualche rovina , fu fab- cata da'fondanienci dopo la metà del ij Jsato secoio * Ba sette Altari bsn discosti , con pit* e di Tiziano, de' due Tintoretti , del- [iliense , del Cavaliere Passìg^ano , di rt. Letterjai, del Mólinari ^ del Eals-
, a, 5 e de' Rizzi i
"iJui si venera un Immagine di Nostra nora , che dicesi venuta in queste par- come si Narr;^ della santa Gasa diL#«
^ìnì dsl Séstìert^ dì Càml.:^€gi9é
SIE,^
SESTtERE Dì SAK I^AOLC DETTO S. POLO.
V-^Angiando Tordine, che tengono i tunì altri Scrittori nel condurre il Fo^ stìere per la Città di Vinegia; parmi ci per mostrargli di seguito le cose più d gne di osservazione, che si ritrovano ! questo Sestiere i sia spedìente il farlo r tornare nei"ia piazza di j. Eortolomrnei è quivi condurlo a vedere prima di cgi altra cosa
IL FONDACO DEI TEDESCHI, v cìno a questa Chiesa , cosi detto per e $er là Sede j e il fondo dielli MercatJ* ti di quella Nazione • Ella è una f^ brica assai vasta ^ che guarda sopra ii C nal-Grande ; nel cui mezzo ha un si zioso Cortile , quadro , circondato da < lonne e da portici; e gira 512. piedi avendo ali* intorno^ e nel corpo di eSS ventidue Botteghe , e dugento stanze
Nei tempi andati era luogo della S gnoria , secondo ii Sanióvino ; ma fu P< concedoto aXh Nazione Aic^Kama a'^ai
4»
i Mercatanti VencziaRi portando da ssandria Je Sp;2ierie a Vinegia , ne nivano a tutta ia Cristianità . Imper- ché recando qui in allora i Tedeschi loro merci j e tornando colle Spezie- in Germania, facevano in questa Git- pn traffico considerabilissimo, ed au» f( iitavano di mo'to con questa negozia- le l'entrate pubbliche provenienti dal- gabelle naturali di tali generi. crive lo stesso Sansovino, che questo daco ari© neg/i anni I5i4« nel mese ^gnnajo , ( o sia negli anni i5i3») ta Io stile di Vinegia) che comincia- la incendio di notte in Rialto, e aju- f dai venti Boreali , non potendo ri- [iarvi alcuna diligenza umana , diste- p-r lunghissimo tratto, abbrucciò 1» frequentata, e la più ricca parte del- ittà . Aggiugnir poscm questo Scrito- , che fu rifatto dalla Repubblica sot. .1 Principato di Lionardo Loredano , cui tempo arse , e che fu poi ampia- te itllargato . k questa bella fabbrica fu dipìnta la iata che guarda sopra la strada , da- iano con gran lode ,* e dalla parte che [rda il Canale , vi dipinse Giorgio da tclfranco , detto il Giorgione . la quc*» opera il Tiziano imitò sommamente R a la
196 G I 0 n'K^T u
la maniera di Giorgione ; ed una Imm gine del Salvatore di mano pure di T 2Ìano si vede qui nella stanra de* Co vitti , nella quale vi s©no ancora pittu ài Paolo, ed una di Jacopa Tintoretto
Veduto questo luogo j menta molta o; seriazione il gran
PONTE DI RIALTO, tutto dì ma Rio, di un solo Arco, il cui raggio èal to piedi 22. avendone 70, à\ giro, e 43 di larghezza. Questo spazio di 43. pi^^ è il piano sopra cui si cammina, che vi ne diviso in tre vie , per le quali si as cende , e si discende dal Fante . Tale di, visione è formata da due ordini di Bot teghe, tutt^ di marmo, fatt^ a volta, coperte di piombo ; cosicché essendone dodeci da una parte e dodeci dall' alt::. , lasciano un passaggio nel mezzo eh' e iH più spazioso, e due alle parti, che s^;^ spalleggiati dai Iati esteriori di Balani; m di marmo .
Nei quattro angoli formati dall' Arco , sono «colpite quattro Figure di basso vr- lUvo , da Girolamo Campagna, rappre-j sentanti T una l'Angiolo Gabriello, che annunzia la Vi'rgine , l'altra la Vergine Annunziata , la terza s. Marcd Evange- lista , e r ultima il Martire s. Teodoro , Protettori della Qttà. Nel mezzo dell*
Arco
O
I c\^/a c/c'/ . vi'///.' e// ^y/ni//:-
Q^V ^4 KT ^. 197
co è lo Stema del Doge Pasquale Ci- gna. : sotto cui fu fabbricato il Ponte , cnio avuto principio nell'anno 1588. , fine nel 1591.; la cui lunghezza dal iccipio della salita fino all'ultimo gra- no della discesa è di piedi ^187. Sino all'anno 1164. la Città era divi- dal Canal-grande, ne v'era alcun Pon- , che la congiugnesse. In quell'anno ; fa fatto uno di legno, il quale si liamava // Tonte della Monetti , perchè •ima si tragittava il Canale con barche > ai Barcaiuoli pagavasi una moneta che . diceva Ouartarolo ; ed era la quarta arte di un soldo pel loro nolo. Verso i metà del XVI. secolo , siccome dice [ Sansovino , si trattò di farlo di mar- no, ed essendosi perciò formati varj mo- .elli , ( fra i quali uno ne fece il famo« o Palladio ) quello del Sansovino, pre- valse agli altri. Ma sopravvenuta la guer- a del Turco l'anno 1570. una tale im- jresa rimase imperfetta. Terminata quel- a gtìcrra, ji ripigliò il trattato, e nelT inno 1588. si pose mano all'opera sul Ticdello di Antonio detto dal Ponte , cui raolto convenne soffrire per parte de' suoi rmoli, che aspiravano ad ,un tale lavoro 1 affermando, che l'Arco non era ben fian- cliesSi^to , le fondamenta non bene asso, Pv 3 ^à-
f9S G 1 0 KX ^T ^ iikte , e molte altre inventando dilSco!-» tà . Ma eletti essendo dall' Eccellentissi-, mo Senato varj Nobili col titolo di Pro- vcdìtori , i ^uali soprainfendessero a quel- la fabbrica, si prosegui poi felicemente il lavoro, e r esito dimostrò quanto fosse degno di lode, e d'iinmortal fama il va- lente Architetto, che lo cominciò, e Io condusse a perfezione nello spazio di tre anni. Passato il detto Ponte si entra nel Sestier di s. Polo , al quale benché altri diano principio dalLa Chiesa di s. Paolo da cui prende il nome , io la darò da. quella di s. Jacopo Maggiore, Apostolo, e Martire, Frateìlo ài s. Giovanni, \2^ quale vien detta
S. GIACOMO di RIALTO, che si tiene essgre la più antica, e la prima Chiesa che sia stata fabbricata in queste Is-^le . Entinopo Candiotto l'anno 421. dicesi che la fabbricasse di tavole , eoa alcune case vicine, che poi da incendio accidentale restarono abbruciate . Quattro» anni dopo fu fatta ài pietra, e consecra- ta da* Vescovi ài Padova. Aitino, Tre* viso, ed Udcraso » Ella fu poi rifabbrica- ta, e ristaurata più volte, e ridotta coi-* cinque^ Altari . Nel maggiore formatQ di marmi bianchi finissimi, c'è la statua di 5. Jacopo, del celebre Alessandro Vittpr
ria»
ia . L'Altare di f. Antonio Abbate è domo di Colonne di Serpentino , e l" mmagine del Santo che è di Bronzo , li fatta da Girolamo Campagna, coli* Itre figure postevi pef ornamento dell' \Itarc»
Le pitture cobo di Alvise dal Friso , di Domenico Tintoretto , del Palraa giovi, le , di Marco Vecellio, di Pietro Ma» ombra , e di Giambattista Rossi .
Vi si legge un'Iscrizione che contiene là Memoria di un'Indulgenza perpetua, ;onceduta da Alessandro III.
Uscendo di questa Chiesa per la por- a raaggiore, sono degne di osservazione e fabbriche ond'è circondata. Contiguo ,1 Ponte di Rialto si vede un bel Palar- lo , detto del Camerlingo , tutto incro* itato di p:^fra, di assai bene intesa strut- ura , archi iettato da Guglielmo Berga- nasc9. Qitsto luogo è creato in ogni uà stanza di pitture de* Maestri più fa- ttosi ; cioè < i Domenico Tintoretto, del ^alma, di ^aolo Calliari , e della sm Jcuola, di N),arc<» di Tiziano, di Pietri Ci' Mera, dei B • i fac'o , di Giovanni Buon» consigli, d /a PO B-llo , d.-l Vivarini . ie! Malom-) , *1i Donatello , di Alvise lai Friso . di Battista dal Moro , delU scuola di Parrasio Michele , di Baldis-
' sera
^ ^eo ^ G I 0 HH^ T U ^'i-a di Anna , del Loreiizino ^ e di ^Jtri .
In torno alla piaxza di Rialto girano alcuni portici,; sopra cui sono varie voL «e e stanze del Dominio, e di alcune persone private. Di là da questa piazza si veggono le Fabbriche Nuove, eretta sul Canal grande a utile del 'Governo per opera del Sansovino .
Partendo da 8. Jacopo per l'ampia stra- da tutta fornita di ricche Botteghe di Ore- fici , e volgendo a mano manca , dopo non molti passi è la Chiesa di s. Giovali, ssl Limosioarie, conoiciuta sotto il ne^ me di
S. GIOVANNI DI RIALTO , Par- rocchìa di Pf«ti . Il Tempio è antico, fat- to già dalla famiglia de' Trivisani . Con- fumata dall'Incendio Tanno 1513. fu po- chi anni dopa ridotta nella forma in cui ora si vede, dal Principe Anarea Gritti j essendo questa Chiesa Giuspatronato del Doge .
Ha cinque Altari, e molte pitture in- tigni , cioè del Pordenone , del Cav. Ri- dolfi Scrittore delie Vite de* Pittori , di, Dorn. Tinteretto, di Damiano Maffzaj delTAliense, di Tiziano suH' Aitar mag giore , di Lionardo Corona, di Marca Vcccilio, di Maffeo Verona, e del Bò-
nifa-
ficcìo . La Gappola era stata dipinta a esco dal Pordenone, oia or non vi ri-
angono che alcuni puttini da' lati àM.
Itare .
Dirimpetto alia Chiesa di s. Giovanni^ nssrrata fra certi viottoli giace la Chie- di s. Matteo Apostolo , detto
S. MATTIO DI RIALTO, Parroe- 3ia di Preti. Negli anni 1155. Lionar- o Gornaro offerì a Dio, e ad Arrigo .bandolo Patriarca di Grado, un fondo i cui da eiso, e da' vicini fu eretta que- la Chiesa: la quale fu poi ristaurata nel 4'?5« > e verso Tanno 1730. fu ri fabbri- ita da' fandanienti in elegante forma.
Vi fono alcune pitture del Zugno , del- 'Angeli, del Bugoni , e del Guaranà.
Fra le Reliquis , ve n'è appunto Mna i s. Matteo Apostolo .
Proseguendo per poco tratto di strada "' jl cammino ^ e torcendo alquanto a sini- tra , si trova la Chiesa di
S. SILVESTRO, molto antica^ eret- a dalla Famiglia Andreardi detti Cìulj , r consegrata in parte dal Pontefice A Ics- ;andro III. negli anni 1177. In questa i *atriarchi di Grado aveano giurisdizio- e ; mentre vi consegravano Vescovi , be« bcdìccano Abati, « ordinavano Chieri- ci \ anzi poco lungi da essa avevan® il
loro
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%à o Palazzo, dove allogg ò il mentovila IO Pontefice quando venne z Venezia, e «iove solevamo abitare anche gli ultimi Pa^f' triarchi .
Nel secolo prossimo passato fa riitau-f" rata, e ridotta in più vaga forma, con otto Altari, il Maggiore de' quali ha Hn bel Tabernacolo, ornato con varie figU" re, del celebre Arrigo iVIijyring .
Molte sono le pitture , 4el Tfntoret- to, della Scuola di Tiziano, del Palma- )«' vecchio, di Antonio Bellucci, di Carlof Lotto, di Girolimo da Santa-Groce , del Pilotti , dei Lazarini , <ii Damiano Maz-iE sa, delPonzone, delCav. Bambini, dclf Marchesini , del David , del Cav, Cele- sti , del Dofigny , e del Zugno . Ma fra I tutte merita particolare osservazione il I' famoso Quadro colla visita de' Re Magli» tii mano di Paolo Veronese, che si v-d^ f^ tra le stampe di Carlo Sacchi . ,
Vi si conserva una Spina della Coro*' [i na di Nostro Signore con tre altre Re- ^' liquie . In poca distanza si trova la Chie- sa di s. Apollinare Vescovo di Ravenna , ;'i s Confessore , detto dal volgo i'i
S. APONALE, Parrocchia di Preti. Questa fu eretta negli anni 1034., con i otto Altari, dalla pietà di Alessandro ìì ^ievolo da Ravenna ^ che perciò la voj^
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IVA
reti
ì dedicata a s. Apollinare Protettore di toVj 5tta Città . Ha molte pitture di Andrea », :hiavonej di Luigi Benfatto j del Pai. iPl a giovine, del Padóvanino j del Mariot* ) di Giambattista TiepolOj e di Giù. m o dal Moro *
cod Seguendo il cammino, senga tòrcer»^ a diritta, ne a manca ^ si entra in una ran piazza, sulla quale è situata la Chie- di s. Paolo , detto
S* POLO, che dà il nome a tutto il liiilestiere , Parrocchia di Preti. Fu eret- irli . negli anni 837. da* Dogi Pietro e Gio- (i« inni Tradonico ; ma venne in granpar- vt' migliorata: e poi riedificata nel léod. [ef 'a nove Altari, fra i quali quello del i;.jl§iamento è stato adornato nel princl- f[]|0 ài questo secolo da Francesco Avo- dro, ricco Mercatante, e per ricchez- |i di marmi si distingue quello di s. Gio/ 'èpomuceno ,
il Palma giovine, Paolo Piazza, che ti poi l'Abito di Cappuccino, Luigi hfatto, il Cav. Bambini, il Camerata ^ iuseppe Salviati , A ng. Trevisani ,Gram» teista Tiepoloj e Gian Dom. Tiepolo pinsero varie Tele , che V abbelliscono « Assai stimata però è la Tavola di Paio- » Veronese , cogli Sponsali deila B. V. cui si deve aggiugnefe quella dell' As«
suri*
siinta^ e la Gena degli Apostoli, sopra i Banco del SS, amendue opere singola: del Tintoretto.
Sopra la porta del Campanile, si scof gono due Lioni scolpiti in marmo *, T uut de' quali vol-jndo stringere colle zann; una serpe 3 si sente laorsicato da quella e ne dà stgno di dolore; T altro invist. lieta 5 fa mostra di uri Capo umano : og getti degni di considerazione . Sotto que ste due figure si leggts la seguente xqzxì Iscrizione :
MCCCLXXIL di XXL^ de Decmhrh fu fati» questo ^champanil y jìend$ Tre ^urador lo noheh Hom9 Mìser Fslìpo Dan do/o .
Nella piazza ov*è questo Tempio era costume per il passato di tenervi il Mer cato generale delia Città ogai SabbatoJ Hia poi fu ordinato di farlo per mag- gior comodo nella grai» Piazza di Sa» Marco .
Avvicinandosi verso l'altro capo del^ la Piazza di s. Polo, dopoun brieve cam-! mino, ti troTa il piccolo Tempio di s- Ubaldo , detto volgarmente
S. BOLDO, Parrocckia di Preti . Q^if; sto fu fabbric^ato dalle Famiglie Giusta é, Trona, che lo dedicarono a s. Agata,] «ome appare da varie memorie; ma cj- '
lido Stata eretta negli anni 15x8. uns ;atua sull'Altare del detto Santo, Is hiesa in progresso di tempo fu dinomi^ Ita di s. Ubaldo alcuni secoli^ minac, andò rovina, fa aggiorni nostri rinno- Ita dai fondamenti colle limosine dei voti in forma assai elegante . Ls pitture che vi si trovano, sono di ceco Marconi, di Gaetano Zompinl , liia migliore Scuola di Paolo , del Piaz*^ i, e di Francesco Pittoni . .^
Ci sono alcune Reliquie, tra cui la pit» ■ signe è quella di s. Agata Vergine e [artìre , portata da Costantinopoli sot- / il Principato di Arrigo Dandolo . Viag- ,0 brieve guida alla Chiesa di S. AGOSTINO, Parrocchia di Preti « bbricata, secondo il Sinsqvjno, negli mi looi. da Pietro Martusio Vescovo iivolese , della famiglia Qulntavalie . Ri" ase incendiata nel 1109., e nel 1634.,' a fu in brieve , dopo cinque anni , fab- icata sul modello di Francesco Con-
Ha cinque Altari, tra i quali assai b?N c il maggiore, per la naateria , e pel
voro, la cui Tavola è di Bernardiifìo
-udenti. Bello pure èl* Altare, che già* alla sinistra del maggiore *, e la Ta-
la di questo fu dipinta dai Gavaliec S Li-
-:ì G I C HX -^ T ^4 L i>eri . Le altre pitture sono lei M: rMTx , dì Paris Bordone , àtì No§?.ri , dei Zj^gno .
Q^J ripesa il Corpo ài s. Marco Mi tire . Vicino a un angolo dalla parte dietro cii qucita Chiesa si vedeva p: cr-lìa colonna eretta ic ir.en-.oria delia t. mosi congiura di Boea:ondo Tiepolo , e cui co:à era il Palagio . I caratteri in e: sa scojpJti , dicevano:
X>i Baiarnù^'ìte fu questo terrer.o , 4 m p:r lo so iniquo tradìtTJsnto posto m a mu^.e pTf altrui spavento , acciò lo vea.i tutti Z''? stmpitemo MCCCX.
Lo Stringa pone la suddetta Iscrizio r.e alquanto diversa :
De Eagiamonte T té poh fu (luesto t; re^o i t mo è posto in coman ^iCcioccb^ s à c'dschidun spavento per sempre , e sc-/' pr^ mai
Ti il mille tresiJìto ^ è die se ^4 mezo il mese d^lìe ceriesa BagÌAmoTìte passe ^ il Tonte E pfr esso fu fatto el Cc^sc^io diese . Poco destante è la Chiesa di santo S< fano Confessore , detta volgarmente
S. STIN, Parrocchia di Preti, erei negli ami 1295. sotto i! Principato Poge Pietro Ziani j da Giorgie Zirì(
ni
, di Alatceo Ingoii , del Molinài
Cretense , e Patrizio Veneto , co ai»
ips.re da un' hcrizicne : ma più Foitehj
[aurata. Ha sett^ A':a."
del Tmtorstto, di G
ro.
con pittU'
inio Pilot-
del
izzanni, s dei PoJazzo ,
Avvi R-'iquie di s^nro Stjfino Tito e e 5 di s. Liberala, di s. Agnese, di s^ tterina j e dis. Antipa Martire . fa pò- distanza si vsde il Priorato Laica- di
S.GI07AN\\I VANGELISTA, isti- to negli anni 790. dalla faraiglia Ba- ira. La Cb'esa che viene uffìzisci da
ìnsionarj , ha cinque Altari. La Tavo-- del maggiore è del CaVr Liberi j e di 'Ho alla sinistra è di Andrea Vicenti- . Vi sono altre pitttre dell' Ahense, Pietro Vecchia, di Montem-zzano , e
I; Maneschi . Oltre la sepoltura della
miglia Baioara ; c'è un Mausoleo con tua di Giannandrea Badoaro, ( opera
ila di Danese Citaneo ) a cui si attri^
lisce l'invenzione della GalcEzza, che tempi andati era molto utile nelle baN
«!i£ di mare. Vi si vede anche il s$>
Icro di Angiolo Bido^ro Senatore , e ore dello stesso luogo, succeduto al atoraro Giannandrea . Vicinissi-T.a ai
itto Priorato è la
^ % SGU©.
SCUOLA DI S. GIOl^ANNI VAM GELISTA , una delle sei grandi, di cu abbiamo altrove parlato . Questa è la se Conda, che sia stata stabilita in Vinegia poiché negli anni 1261. ebba piiacipit nella Chiesa di s. ApoUinare . Ottenutt poi dalla famiglia Badoara un terreno, Confratelli edificarono T Albergo che cor molta nobiltà fu terminato nel 1307. dopo il quale nel 1348. avendo posta ma no alla fabbrica del rimanente, ridusse ro la detta scuola nel 1405. nella forma magnifica in cui ora si vede ; con una Sala , che in lunghezza è di 64. piedi j e di 24. in larghezza, ed è sì riccamente fregiata di marmi e pitture, che poco <? nulla vi rimane degli antichi ornamantì Ella è ricca di suppellettili, e di altre cose di molto prezzo . Le sue rehdit sono copiosa ; e tutte vanno impiegat ogni anno in opere di pietà.
E' celebre in questa Scuola una Croc formata del Legno delia Santa Croce Nostro Signore , donata sino dall' ann 1369, a questa Scuola da Filippo Mass ri Cavaliere , e Gran-Cancellisre del Re §no di Cipro, da lui ricevuta in dono da Pier Tommaso Patriarca di Costanti* jsopoli .
Xutte le pitture ond'è ornata la def
ta
OXJ^KT^^. 209
Scuola , sono di eccellenti IViaestri , 'pè di Dona» Tintoretro , di Gentile nino, del Carpaccio, del Palma gio- ie , di Tiziano , del Peranda , di Laz- ro Sebastiani, del iMansueti , di Bene- tto Diana, del Guaranà, e del Ma. '"Ischi . Ma merita distinta osservazio- neir Albergo ove sorge l'Altare del- SS, Grece , il Quadro a sinistra che ^presenta la Piazza di s. Marco , qua- era prima del 1500. opera singolare di ■ì entil Bellino, il quale ncliaSala mag* ore dipinse il miracolo della Croce ca- lta in acqua nella solennità di S. Lo- nzo .
Ritornando addietro sino alla Chiesa santo Stefano Confessore, basta pas- re du2 ponti per entrar nelU piazza , dentro il Tempio eretto ad onore di ostra Signora Gloriosa , ulTìziato dal idri Minori Conventuali dell* Ordine di Francesco, che il volgo chiama I FKARI . Nel luogo in cui giace lesto Tempio , che è uno dei maggiori rlla Città, fu anticamente vn\ Badìa Monaci Bianchi, secondo il Sansovi- >. La sua erezione viene riferita all' ^no 1234. otto sali anni dopo la rnort* s. Francesco. L'Architetto di que- a Chiesa fu Niccolò Pisano , quello S 3 stes»
t!rin3
m. kìi Carpa iina( C(
^19 G I 0 l{^ \Ar Jt stesso j che fabbricò il famoso TempioJiHa di s. Antonio di Padava , mentre si at» fendeva all'assedio di Padova.
Sedici sono gli Altari, trai quali quel- lo dì s. Antonio di Padova, tutto di finì Cw njarmi , è stato eretto sul disegno del celebre Longhena , Gli altri sono arric^ chiti di preziose pitture , e di alcun? iopere di rinomati Scultori. L'Angiolo jiella Cappella di s. Marco è di Jacopo Padovano, Alessandro Vittoria fece la(t!iel! bilia statua di s. Girolamo all' Altare ora dedicato a s. Giusappe da Copertino, la di cui Tavola fu dipinta cfa Giuseppa Nogari : e di Giuseppe Porta, detto 5"^/- %'iait y f la Tavola sull'Altare vicino, I0V2 in una cassa di njarmo riposa il Cor». pò di s. Teodoro Martire , Il s, Giam- i).ittjsta , che si vede sopra l'Altare deL la Nazione Fiorentina , fu scolpito da' Ponatello ; e sopra ia porta della Sagre ftia, da un lato si vede s. Girolamo, 5 dair altro s. Francesco, opera dei Sanso S^ino ^
Ma parliamo delle pitture .Famosa è j|i h gran Tavola di Tiziano nella GappeL jiii^ ìa maggiore , rappresentante l' Assunzione |;i di Nostr» Signora. Dello stesso eccel- lente pennello è laTavoU posta suli'AL «are dell* Conoessione % che appartiene. ìi\l
031
spillila famiglia Pesaro. Quella di s. Gat» rerina è del Saiviati . L? altre Tele del- a detta Cappella maggiore sono di Ab-
el|drea Vicentino . Nella Cappella della Casa Cornerà , la Tavola è del Vivari- ni . Quella che si vede nella Cappella del Collegio de* Milanesi j è di Vittore carpaccio; cve pure vi sono due Tele , una del Tizianello, e l'altra di Giovan- ni Contarìni . Nella Cappella di s. Mi* :hele ve n*è una di Bernardino Licini , ^i sono altre Tele del Catena , del Pe- ra n da , delVivarini, del Palma , dell' A- liense , di Giuseppe Saiviati ; di Pietro Negri, del Vicentino, del Cav. Eambì- li , del Nogari , di Francesco Rosa, e iel Zompini . I Quadri sopra la porta maggiore sono opere di Flaminio Floria- no della Scuola di Tiziano . Nella Sa. srestia vi sono alcune opere singolari di Giovanni Bellino, e una del Bassano, Dentro il Convento poi vi sono pitture di Girolamo Romano, di Daniello Van- dich , di Bernardino Prudenti ^ di Barto- ommeo Scaligero, di Pietro Vecchia, di Andrea Vicentino, di Maffeo Vero» a, di Giulio Carpioni , della Scuola di Padoanino, e di alctini altri.
Oltre le Reliquie di s. Teodoro, e di 1» Antonio Abbate i se ne venera un^
Nel
212 G I 0 KH^ T ^ ^ molto insigne à^cì Sangue prezioso ài Gesù Cristo portata da Costantinopoli da Melchiore Trevisano j e donata a que- niro $ti Padri Tanno i4S«. la quale si espone p alla pubblica adorazione nella quinta Do nienica di Quaresima ; e tutto il restan-^ilso te delTanno conservasi nella Sagrestia lanci in luogo molto decentemente ornato , q-\i\ ricco di finì marmi. Osservabile ancora è il Campanile di questa Chiesa , che per la sua altezza e sodezza si tiene inferio- liaiw re di poco a quello di s. Marco .
Molte sono le Memorie di Uomini il- lustri, che si veggono in questo gran Tempio, Nella Cappella Trevisana si legge un' Iscrizione ài Melchiore Trevi- sano poco fa accennato .
Appiè dell* Altare del Crocifisso giac- ciono le ossa del famoso pittore Tizia- no Vecelli da Pieve dì Cadore , che nacque nel i477«j e morì di peste nel 1576. in età di 59. anni . Egli fu sep- {lioi pellito colle insegne di Cavaliere , e co- ib gli onori della sepoltura 5 avvegnaché in que' tempi luttuosi fosse vietato il far fu- nerali : e vi è la seguente Iscrizione :
Qui gi^cs il Gran Tiziano de Fece Ut
Emulator de Zensì ^ e degli spelli.
In ricco sepolcro di marmo giace Ja- copo de Pesaro Vescovo à\ Baffo , che fu
Gene*
O^U .A n T ^. 213
neraìe di v-nti Galee di Papa Ales- ndro VI. conerà il Turco per gli affari Ila Morea .
Nella Cappella maggiore in un Mau- leo ornato di figure di marmo , riposa ancesco Foscari , che fu eletto Doge l 1423. , e regnò 34. anni. Di ricoiitro al Foscari vi è il sepol- 0 del Doge Niccolò Tron , colla sua
lol^irsagìne di marmo, appiè della quale leggono le cose accadute nei suo Co- rno , e rendesì testimonianza aire sue
m rtù . Q^uesti succedette al' Doge eri- oforo Moro sulla fine dell'anno i47^'^* ^
■i\-l morì nel J473' I Ricco e maestoso è ii Mausoìeo dì
3C'|iovaani Pes?.»o Doge , colla sua statuat dente sotio Baldacchino, tutto compo* o di finissimi marmi, e ornato di moL ì statue , era le quaii vi sono quattr^:^ lori che lo sostengono j architettui-a del' onghena delle più vaghe che si \?ed;Ln> Ha Città sul gusto del secolo X7U. Juesti ottenne il Principato negli anni ^58. , e regnò dieciotto mesi . Le sUi.- irtù vengono descritte nelle apposte lUn. he Iscrizioni .
Dirimpetto a questo gran Mausoleo sta: retta la memoria di Americo d'Este Principe di ModeiT-a , che fu CoadCitiere ielle armi della Repubblica.
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%n^ G I 0 11% ^ T .4 Vicino alla porta allato al Coro pìaejp^ il Doge Francesco Dandoio . (Questi as» cese al Principato nel mese dìGennaja, correndo gli anni del Signore 1328. chq*^^° secondo lo stile comune sono 1329., morì ne-1 giorno primo di Novembre delf|^.
J339.
Htì luogo chiamato il Capitolo inan»^,^^ tico sepolcro giace Giovanni Gradenigo" chs fu D(5ge nsl J355, , e nel Chiostro si vede il sepolcro di Giacomo Contari* ni creato Doge nel 1275. > e dicci anni 4oyo rinunciò il Dogado »
Vi sono inoltre le sepolture di Mel-f^'"' chior* Trevisano, che fu Generale d'ar mi doglia Repubblica.: di Paole Savelio, ' Principe Romano, con statua equestre , jj';' cfiJ negli anni 1405. morì nel Padova* |'P' m, militando contra i Carraresi : diBe"*^F' |]:detto da Pesaro, sapra la porta deiU-p S^ìgrestia; di Jacopo Marcello, sotto MV ig'ix statua si legge una lunga Iscrizione ?' r" ài Marco Zeno, Vescovo di Torcello :* p à\ Pietro Miani Vescovo di Vicenza : di r^'^ Girolamo Veniero : di Lodovico Fosca- ■ l'ini, Proeuratore di $• Marco, che fece , '' quattordeci Ambascerie per la Repub» p^ tlica: di Ferigo Cornaro , nella Cappe!- '"'> la dedicata a s. Marco, il quale nella guerra co* Genovesi sovvenne la Città
ci,-
l'era in gran penuria di viveri j la cv • femoria è celebrata dal Sabellìco nella 5 larta Deca .
, Sì legge ancora un* rscrisione di Fran^
I :sco Bernardo ^ giovane di vivacissimo
jgegno : di Benedetto Brugnolo Veio-
, t$e , celebre Letterato : e di Modesta
il Pozzo, detta Moderata Fonte j Dot.
erudita de'suoi tempi j la quale giàcj
1 Chiostro .
Fuori di uaa porta sulle pareti della liesa , c'è una memoria del celebre ióvanni Pierio Valeriane di Belluno , di Fra Urbano Bolxanio pur da Bell i- ( suo Zio ch'era stato HlasStro di al* ni Gentiluomini della famiglia Cor- ro *
Questi Padri il cui Convento è molte? ipio, hanno di fresco eretta Una Li- eria, ricca di ottimi, e squisiti Libri * nnesso a questo Convento se ne CruoVa altro con una piccola Chiesa , detta Niccolò della Latucca ^ o óra Volgar- ;nte
S.NrCGOLETTO DEI FRARI, uìK- ita pure da Padri Minori Conventuali | quale è un tesoro di pitture antiche '•più celebri Autori . Questa Chiesa col .)nvento furono fatti fabbricare da] Sf- kcre Niccolò Lion Proeurator di %,
Vxzxccs ^ uno de' liberatori della Patria (ji mentre col mezzo di Beltrando Berga^io, masco suo famigliare scoperse la congiu«uij ra del Doge Faliero . Egii li eresse peij^G gratitudine di essersi ricuperato da gra^ip; ^. e infermità, mediante poca Latucca. ^j clic di noite potè avere da quelli, ch»iij custodivano l'orto de' Frari , e volle dft $(; nominarlo S.Niccolò della Latucca. Q«'|tr giace il suo Corpo come si rileva da b Lapide sepolcrale. Qnesto Convento è, Giuspatronato della Procuratia di VUra^
Tre erano gli Altari , che in essa fu? reno dapprincipio eretti, essendone poi stati aggiunti altri due . Fra le Tavole di detti Altari, una ve n'ha con Cristo Crocifisso, e colle Marie, che si ere'. opera di Donato Veneziano; e altre d.: sono di Paolo Franceschi , detto WViam'. TTììngo y"\n una delle quali vi è s. Gio- vanni che predica nel Deserto, e ncll altra Cristo morto. Le altre Tele che adornano questa Chiesa sono di Paolo Calliari, di cui pure è tutto il Soffitto; di Benedetto suo fratello, di Carletto figliuolo di Paolo, di Luigi Benfatto, del Palma giovine , del Fumiani , del Cav. Bambini, e del Piatti i e le portel- le dell'Organo sono del Fiammingo.
Vi si venera il Corpo di s. Gorgoni» Martire con- elitre Reliquie #
Contiguo al Convento vi è un Orato*
'^ ^o , sotto i* invocazione della B. V. in
hi si radunano ne' giorni festivi alcun*
^ èrsone divote, occupandosi in esercizi
5'|i pietà.
Nella piazza medesima in cui è situa- la Chiesa de* Frari si trova la SCUOLA DELLA PASSIONE di Mo- ro Signore ; la qua/e si r?goia a norma Ile Scuole Grandi , bin.hè non sia di l numero. Prima che fosse eretta in esto sito, le riduzioni de' Confratelli le /a compongono, si facevano in 5- iuliano. Fu consumata dal fuoco, e fabbricata negli anni 1593. Le pitture tutte dell'Oratorio, dell* ^Itare , e della stanza saperiore , sono 1 Palma, di Antonio Cecchini , e dei- Scaligero ,
Alia sinistra di questa Scuola e* è quel-» di $, Francesco. Nella stanza inferio- veggonsi Varj Quid ri di mano molto ticà . Nella superiore sonovi nove pez- di pitture, tutte opere belle dil Por- tone. Vi è inoltre un Q^.adro con s. ancesco nA m-zro , e a' iati due santi ■scovi Francescani : opera bella di ma- antica , ommessa dal Bv)schini . Die-» » alia Chiesa dei Frari , si truova quel» di
T S. ROC-
t!l
S» ROCCO, fabbricata negli anni 1494 dai Confratelli della Scuola di questo Santo ( di cui parleremo fra poco ) sai pra un fondo, conceduto loro da' Pad| Minori Conventuali. Questo Tempio cm" fu rifatto da' fondamenti nelTanni 15081 è alquanto diverso dall'antico, essendo stato rinnovato nel presente sscolo , <
'J,i
pochi
anni
h gli è
stata eretta una son
tuosa , e maestosa facciata, sul modelle di Bernardino Macaruzzi , che fa cora parire lo studio, e buon gusto de'noitr moderni Architetti. Il solo Aitar m giore , sopra cui è collocato il Corpo s. Rocco, con tutto il rimanente de' vori di marmo, conserva la sua pri antichità .
La statua del detto Santo, che sì de in questa Cappella, fu scolpita d insigne Bartolommeo Bergamasco ; le tre due de' Santi Sebastiano e Pantaieom sono del Mosca.
Sei sono gli altri Altari, fra i qui quelli che stanno a' lati , simili tra lo furono eretti di fresco. Per fianco à Cappella maggiore ewi a mano sini r Altare , che per tavola ha un pie quadro di Tiziano con Nostro Sig Strascinato da un manigoldo. La Tav dell'Altare di Nostra Signora Annunzia
, è opera del celebre Francesco SoW^ ;ne di Napoli ; quella di s. Antonio di deva, è di Francesco Trevisano ori» ìario di Capodistria ; e le due che rap- ;;s-.ntano l'Invenzione della Croce, ed miracolo di s. FrancesCD di Paola so- di Sebasrino Rizzi V-n^-ziano, ulti- amente defunto.
Le altr^ pitture sparse per !a Chiesa IO del Poj\lfnone, dei Tiri. retto, di ziino, de* V^ivanni , di Antonio Fu- ìani , e di Giuseppi Ai^geli, I tregi poi , e le duv ttatuc di D^V'd- c? di s. Cecilia rhe 'ornino *'Oi^a- , Sono s ngoiari rp.re d Giovanni jarchiori B^ilIunciSc ,
Vi Si vede ur.a statua pedestre di PeL grino B sei o da Bergamo, ch^i militò tio i'Alvìana: e la Mi. Gloria di un Ba» in:' Ji Francia. Poco ii^'antc è Ja ;£CUOLA DI S. ROCCO,- la quinta orbine di tempo tra le Sjì Scoie Gran. I, ma la prina in rirch zza , e nobiltà livyri . L' occasione •\' quesca bella bbrica n^icq'ie dalla tras! .zone 'e! Cor, ; di s. Ivocco d^lla Geraiania io Vine- a; ii quale fu prima collocate nciU ii:;Sa di s. Giminiano , dipoi in quella ; s. Silvestro , finalrnente in questa . Il ileo di detto Santo si è rcnduto assai T a Cile-
celebre, per essere stata liberata ad if^jmjj
tercessione di lui questa Città da utip^
crudelissima pestilenza , siccome si]eggfi„||
in un* Iscrizione di marmo dell* annjjgfo
1657. fatta incidere da Domenico Fer|jj j
ro , Guardiano di detta Scuola, tra 1 uj
due Finestre della Sala, dove il prim'^gp
lamo si unisce al secondo. j,jj,(j,
Q^'iesto magnifico, nobile, e maestos^jp»,.;
edifizio , costruito sul modello di Santi (j^^^
Lombardo figliuolo di Tullio, ornato tiji'u,
dentro , e di fuori di colonne, cornici jijj,,
intagli, e figure, fu eretto sopra un fon-j^j
do, che i Preti di s. Pantal-one conces i„,j^
sero ai Confratelli di questa Scuola , cor ^^^^
Stipulazione firmata l'anno 1516.
La Sala grande interiore del prime piano è tutta dipinta dal Tintoretto . Le ^^j scale sono magnifiche , anch' esse arric' ckite in tutti due i lati di pitture squi Sit« , del medesimo Tintoretto , di An- tonio Zanehi , e di Pietro Negri; due delle quali tra le altre cose , rappresen tano al ylvo le stragi cagionate dalla pe^ stQ . ,
Prima pefò di montare la seconda sca- la , bisogna fermarsi ad ammirare in alto un prezioso quadro di Tiziano, che rap« presenta M. V". annunziata dall' Angiolo . Entrando nella Sala superiore sembra
di
,Q_U .A R T ^ . Ili
di Vedere una Galleria preziosa di piN '■ "':ure 5 e d' intagli , mentre tutto ali' in- orno le pareti sono coperte di Tele del jrintoretto , e di scolture di legno con ^""^Gìeroglifici caprìcìosi di Francesco Pian- ■a . Meritano ancora singoiar lode i bei 33SSÌ rilievi altresì in le^no , che adorna- no gli Armari intorno V Altare, rappre- entanti la Vita di s. Rocco, e sono ,''%pere di Giovanni Melchiori . La stessa ^^"'^''icchezza si osserva nella. Sala , detta i" '^yAlbsrgo ^ in cui distinte $ e ragguardevo- f'i'i sono le pitture dello stesso Tintoret- '^''to. TiKti i Geroglifici vengono spiegati '^*'.n un Cartello tenuto tra le mani della ^'^"statua di Mercurio , collocata nel lato
diritto nell'ingresso del Salone. 'J" Nella Cancelleria, tre compartìinentr ^*'del soffitto, e due quadri nella Scuola ''^'vecchia sono di Giuseppe Angeh* . li '"fGonfalsne che sta nell'Albergo terreno è di Lodovicfj Caracci , e nella gran vol- ta sop a la scala v'è un quadro dì Giro- lamo Pellegrini . '«1 Girando a sinistra , dopo un breve cam- mino, si gìugne alla Chiesa dedicata ali' Apostolo s. Tommaso, detta
S. TOM\', Parrocchia di Preti, fab- bricata negli anni 917. , dalla Famiglia Miana, secondo il Sansovino i indi rifab- T 3 bri^
222 G I 0 R'X a 7^ a bricata nei 135 S.) e rinnovata poi da fondamenti a' nostri giorni sul disegno tU Francesco Bognolo . Aveva la Facciata di marmo sul disegto di Baldissera Lon^ ghena , con alquante statue &\ Francesco Cabianca . Cinque sono gli Altari, con pitture del Palma giovine, e del Zuc- chi . '
Le Reliquie che si venerano, sono dijiu s. Teodosia , de* Santi Abdone , e Sen- Tien . e di s. Tommaso .
Di rincontro a questa Chiesa c'è una Scuola assai comoda, sotto i' indicazione di s. Aniano ; ed è dell'Arte de'Calzo^ij) la): ivi ritrovasi un Quadro d^l Palmata; giovine rappresentante s. Marco chegua-jier risce s. Amano . | ;^
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i
Fine de/ Sestiere di s, Taoh , ^k
SE.
213
SESTIERE DI S. CROCE.
Questo Sestiere prende il nome dalla alesa di Santa Croce in Luprio , situata . uno de' confini della Città. Il perchè irmi cosa più convsniente , chr il Fo- istì»re termini colà il suo Viaf^gio , col •enderne in altro luogo più comodo il o principio . Passato pertanto il Venite
Hìa/tro , e lasciando a mano rrianca la a altre volte fatta, che conduce al^'e- kra di /. Vaolo , tenga il suo viaggio r la strada , chiamata la Kt'gci degli leziali , perchè le Botteghe degli Spe- ali erano quivi 1' una dopo l'altra come
liiga , e dopo un bneve cammino giu- lera alla Chiesa vii
S. GASSIANO, Parrocchia di Preti. icesi a che qu.sta sia stata fabbricata iticamente dalle fcimiglie Michieli e inotto; che fosse prima dedicala a s.. jcilia ; e che qaivi abitassero alcune loiaache . E la fu consecrata ai 2.5. di uglio negl anni 1367., e poi rinnova-
m ptù ampia fjrma verso Jametà del rCoIo scorso a con otto Altari assai de- coro-
^
224 e I 0 R 'H ^ T ^
corosi , e ricchi. Fra le belle pitture dì, questa Chiesa , quelle che si veggono nella , Cappella maggiore sono tutte opere sti matissime del 'Fintoretto , e la Tavola; con s. Giovambattista ed altri Santi èli lavoro eccellente del Palma vecchio Nella Cappella posta a sinistra dell' Al-L tar maggiore vi è una Tavola di Leandro Bassano 5 ed il soffitto è dipinto dall Aliense, e da Matteo da Verona. Le altre pitture sono del Ponzone , del Fu- miani , del Rusca , e del Zugno . Degno ancora da osservarsi è il pulpito di mar n\o posto sopra colonne di Serpentino |,^^ Sopra tutto però merita particolare osser vazions la Sagrestia non da molto abbel lita a spese di persona divota; mentre e per la finezza de* marmi, e per il be. Quadro del Santo Vescovo, di mano dell Ba'tstra , e per la nobiltà de' fregi , e peti.; la vaghezza del disegno può veramsntJ,'^^' chiamarsi distinta .
Vi sono Reliquie di s. Cassiano Mar tire , di s. Lorenzo , di s. G-cilia , e d 5, Dionigi Areopagita. Proseguendo i cammino, e volr.endosi a mano manca si presenta la Chiesa dedicata a
S. MARIA MATER DOM[Nf , Par rocchia di preti , eretta negli anni 960 4alla Famiglia Cappello ; rifatta poi nei
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1520. sul disegno de' Lombardi, termif '/jiata del celebre Sansovino , e ristaurata n questi ultimi tempi. Dicesi, che dap- Jrincipio abbia servito ad alcune Mona- che sotto la tutela di s. Cristina . Ella ; ricca , e assai bella , con sette Altari , ra i quali è degno da osservarsi il mag. ,icre per la s«a Tavola eh' è tutta di inissirao argento dorato , ove in varj ;ompartimenti si vedono molte figure di nezzo rilievo, che rappresentano la Pa?, ione di Nostro Signore ; e al dissopiai lodeci Apostoli dello stesso metallo : il utto di maniera Greca : ed anche perla uà Lapide di marmo rosso, sepra cui i consacra, la quale è antichissima, e nostra scolpite le seguenti parole : , ^ru-e Q, F» Serenai ^ppolonìus \ Lìb. isn sìbì .
Nell'Altare posto alla destra del mag. »lore sono riguardevoli due statue di narmo scolpite di mano maestra: e le :re figure di tutto tondo nella Cappella jlella famiglia Trivisana furono scolpite la Lorenzo Bregno , e terminate da An- tonio Minelli . Tra le preziose pitture di cuivaador- "loa , bellissima è la Cena di Cristo del f Palma vecchio. Famosa pure -è la Tela, icjie rè di rincontro, rappresentante r ia-
Le
ne
2i6 Gian 7^1 ^ T ^
venzioH della Croce , del Tintoretto ; e va. alle stampe in fog'io di Giuseppa; Ma- ria Mitelli, le qual sramps sr^no per lo più di tinta rossa . Evvi an he una bella Tavola con s* Ct istma di Vieenzo Cate- na . Le altre pitture sono di Dario Va- rotari , di Niccoiò Renien , di DanieilQ Vandich , di F:aiC£;sco B ssuola . Il Ca- lìganno dipinse nella Cappella maggiore rAnnunziazione , la Natività, ia Cir-L concisione, i'Adoiaz:one de* Magi : i^f^fh! questi Qj-iadri quindi levati si conservano nella Gtsa del Pievano. Tra i pittori moderni vi d(p:nse Antonio Balestra, il Cavalier Niccolò Earabini , e Pietro Lon^ ghi delia Scuo'a dJ Balestra.
Torcendo alqu mto a rn.^no manca vei(* g.; so il Canal-Gande j si giugni; a;laCh.c«|p; sa di s. E siachio , detto vo'.^jarm - ne
S. STaE, Pa roc^h a di Preti, la qua- le fu prima eretta dalla fr.miglia ^^/Cor- »g , che si estinse negli ann« iZyó. è de- dicata a s. Cvtterina . In vai; teiii i fu risraurata , ma linalm^nte negli an u pas- sati fu rii;d;lìcaia in augusta fj: ma , colla facciata tutta di marmo, (a spese del Doge Luigi Mocenigo qui sepolto, che finì di vivere l'anno l7''9. ) ornata di alcune statua scolpite dal Tor.tto, dal Jarsia, dal Baratta, e dal Gropelli : il
tutto ♦
n
fcttò sul dis,-gao di Domenico Rossi é f Ha Sitte Altari di pietre fine , fra i iili è riguarrleyole il M^^.ggiore , e quel- 3 del Crocifìsso, la cui Immagine è ?era bel/a del Toretto ; di cui pure è là delle Sfatu- co/locate nelle qiattror f'.CGhie, e 1^ aJtre sono del Tarsia, del ;uratta,e del Gropelli * ;• Le pitture degli Altari sono tutte rao-* ,'erne di Jacop ■■ Amigoni, di Francesco ligìio'i , di Antonio Balestra , di Giu- •;ppe Camerata j e del Cav. Bambini • ulie basi delle colonne maggiori vi era» o dodeci Ap iJt^-li ,* opere de' più cele- ri pittori d:-' nostri tempi : cioèdelRic-* 1, del Lazzarnl j del P:«?eftta , del !5=tlestra , d.l Pitton' , del B.iibierij del. ''^Ilsgrini , del M-arìotti , del Tiepolo , el Maniaco, del Triisani, e deirul- ertt ; ma q esce furono ulti -Damante cqK ►cate s:pra i muri lacerali del C'jro . Tra !s pitture preziose antiche le qua- Il si conservano in questa Chi?sa } la eia nella Cappella maggiore, che rap, iresetita la Flagellazione , è del famoso iorgione ; quella che l'è dirimpetto è ^. mano incerta .Nella Sagrestia poi uella che sta sull'Altare è di Maffeo , Verona .
! Di Ileliquie ve ne ha de' Santi Mar,
tiri ,
1%% G t 0 Z'H -i T ^ tiri , Eustachio e.Tsopista, e dei Sartìcct Agapito e Teopisto loro figliuoli ; e d S. Giangi-isostomo . Tolgendosì asm'stra dopo alcuni viottoli , si. truova la Chiesi dedicata a s. Giovanni pt'collato , detfi dal volgo
S. ZAN DEÒOLA' , Parrocchia d Preti, edificata prima dalla famiglia Vee niera . e poscia riedificata e abbellita coi) sette Altari .
Vi sono alcune pitture, del Cav, Ri dolfi , e del Brusaferro . Le altre soncotti moderne, del Cav. Bambini, del Pitto-p ni a del Tarsia, e di Antonio Pellegrini
Le Reliquie sono di s. Filippo Neri : e ài s. Giambattista , ■ In questa Parrocchia è 1* abitazione peti s ì Mercatanti Turchi, detta il Fondacù d<i Turchi posseduto dalla famiglia Ptsi- ro j che vi mantiene un Guardiana ci onorevole stipendio . Ne* tempi and i i questo luogo era un palazzo de* Due! ; Èst-rnsi di i^er rara , Ritornando ulquan' addietro per la via, che vi ci ha co::, dot'.i , s'incontra la Chiesa dedic-^.ra a s. Jacopo Maggiore, fratello di s. Giovaa- ni, detta anticamente s. Giacomo di Lu» prio , e poi s. Giacomo dallo Rio, e fi- nalmente per corruzione di voce
S. GIACOMO DALL' ORIO. Par
io(;^
zchii ài Preti , eoa sette Altari . Q.us* Chiesa d'aatìchissima ed oscura ori- ne fu ristaiirata dalfe famiglie Badoa, 2,5 e Mula negli anni 1225." Isdi fu ri. ;4*-UJ'ata più Voits, massime nella Cap- ila del Ss. Sagramsnto, ©ve si vede ìtto un Tabernacolo di £bì marrr^i , j preziose pitture di cui va adorna so- di Paolo Veronese 5 e della sua Scuo- , di Francesco Bassano , del Palma gio- itale , di Melchior Colonna, di Lorenzo to , del Tizianello 3 di Giovanni Buotl- ansigli, del Padovanino , del Lazarini 3, t Gio: Battista Pi rtoni j e dsl Guaranà . i Sagrestia fu tutta dipinta dai Palma , Paolo Veronese vi dipinse la Cappella s. Lorenzo , e il soffitto sopra i' Alta» ! della Concezione . Osservabile è il pulpito di forma et- ;: ngoiare formato di fiaissimi marmi ^ SCenuto da u 1 solo piede . Vi è una co- lina , alta cinque braccia, di Verde an- co , bellissima .
Qui si ventra il Corpo del Martire s. sandio .
In questa Chiesa avea antìcattlenfe giù- {dizione il Patriarca di Grado, confer* ata per sentenza de'Giudici delegati l Gregorio IX. come altresì aveva giù- idizione nelle Chiese di s. Martino, dì V s. Màt.
43® G t 0 RHlAt ^ §. Matteo, di s. Canzianoi e di ^. Sì vestro .
Facendo viaggio & man© diritta , ve il Canal Grande sì trova la Chiesa d, «ata a s. Simeone Profeta, detta com; nemente
Sé SIMÈOM GRANDE j Parroco^' di Preti, fabbricata nel 967, dalla fam glia Briotta , essentio Vescovo di Olivoj Pietro Marusio i E* antica con nove tan ; e le pitture che 1* adornano so' éitì Corona 9 del Pasquetti , del Cav. Bai bini j del Catena , dei Palma giovane,^ la Cena di N. Signore del Tintorettc con alcune altre moderne.
Tra ie Reliquie si Venera il Sangig,, del nostro Salvatore , il Corpo di s. S^ ; rneone Profeta , e q-iello di s. Ermolg ' Prete j Martire; i qUalli negli anni 110^ 1 furono recati da Costantinopoli da Ai ^ ,, drea Baldovino 9 e da Angelo DrusJaj ;j,. o Drucento ^ uomini popolari ^ che li t<^ !,'^J sero da una Cappella di s. Mano po$j b
JlttO
De
allato della Chiesa di s. Soffia, ^1^1 posero in questa , untlquitus sub x* f trìConis vocabulo fabbricata y come dice Dandolo .
Tenendo W cammino a mano sinistra dopo un brieve giro, si giugne alla Chit sa de* santi Apostoli Simeone 9 Cìudr, chiamata volgarmente
1- QVl1>lT.A. 231
5, SIMICN PICCOLO, per distin. irla dalla precedente. Parroeehia di 2ti . Anticamente fu fabbricata dalla 'iigiia Foscan : e nell'anno 1718. fu tea di nucyo da' fondamenti in forma colare con piccoli Altari, e Giovanni lìfarotro n^j fi l'Atcbitetto, La spesa * fa grandissima, tratta venne co^Tas- lenza del Pievano d'allora D. Gio; tista Molin dalle pie oiferts de' Fé- Vi sono pitture del Bugoni e del
rto?oni ,
Degna ài osservazione è la Cupola ,
r copre questo Tempio tutta foderata
rame, e meritano altresì di esse;eve-
i li Sorter.anì , eh ^ ad imitazione del -
antiche Romane Catacombe servono
sepolcro a'cadaveri d.^'Fed-li, in mo-
, cbe 61 per quella, come per questi,
>er il maestoso Atrio, che gli Serve di
:ciata ben si vede , che si è tentato ,
oche in piccola f ^rma , d'imitare la
bilra, ed il gusto degli antichi tempi
Roma . Non i'.mgt -.'a questa Chiesa
Cortile (\^\ Palazzo Foscari veggonsi
E>inte a fresco alcune Sterie Romane
sai sti-nate di Lattanzio Camberà ,
li sunominato Pi^-vano eresse nella Ca-
Parrocchiale , a benefìzio de* suoi Sa-
'rdoti , una buona Libreria, fornita d;
V J otti'
25^ G I 0 K'K^ T ^4 ottimi L'bri , c-he anch^ al presenta si ?a aumentando .
Dentro alcuni vicoli ne! Campo della passa Laua è la Chiesa, e il iMonasrero di Mo-fnel i nache Agostinj-ane , sott^ i' invocazione de* nomi venerabili di Gesù ^ e di Maria ^ ond'è che dal volgo si chiama.
IL GESUMMARIA . La istituzione di questo pio Luogo ebbe principio solamen te negli anni- 1622. dalla Nobii Don^a Angela Mar;a Pasqualigo, la quale insie- jxe con una sUrA sorella di nome Lucia, figliuoli uniche di Antonio Pasqualigo, si ritirarono in una Casa presa a pigio- ne da una persona privata; e a questa ne aggiunsero un' altn? ottenuta dal Magi- strato de' Signori Provveditori sopra gli Ospitali, per ivi f-iidare una Congrega- zione di Donne pie „ Continuarono senza Clausura sino all'anno 163 1. in cui dila» tarono il Monistero , e diedero principio alla Chiesa, che ora si Vede. Ebbero queste la buona sorte di aver la Madre suor Cherubina Balbi, Donna di santa vita , Religiosi del Monistero di s. An- drea , del quale era stata tre volte Ba- dessa , sotto la cui direzione diedero prin- cipio alla vita claustrale . Nel 1647. im- petrarono poi dal Sommo Pontefice Inno- cenzo X. l'approvazione della Clausura.
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La Pasquaiiga, Istìtutrice di opera così anta, finì di vivere nel iS'Si, essendo cassata a vita migliore sua sorella Lucia lei 1633. a' 4. dì Maggio .
La Chiesa è piccola con tre soli Altari »
e cui Tavole sono di Pietro Mera. Vi è
Itnche una Tela di Domenico Tintofetto .
Tenendo il cammino a mano diritta,
n iopo alcun tratto di strada , che condu.
^e verso un Canale, torcendo quivi a si-
liistra , si trova la Chiesa di s. Niccola
Ha Tolentino, de'Chierici Regolari Tea*
tini o Chietini , detti dal volgo
I TOLENTINI. Ebbe principio quest* Ordine da Giampietro Caraffa , il quale .iopo aver rinunziato il Vescovado di Chieti , essendo venuto ad abitare in que- sta Città , lo introdusse nella sua Casa • Creato poi Cardinale da Paolo IH. asce- se al Pontificato negli anni 1555., e pre- se il nome di Paolo IV. Questi Chierici el 1591. abbandonarono il primo luogo diedero principio ad una gran fabbrica sul modello di Vicenzo Scamozzi , famo- so Architetto. Fu posta la prima pietra j'di- questa Chiesa da Lorenzo Priuli Pa- triarca di Venezia sotto il Doge Pasqua- le Cicogna. In questi ultimi anni poi fu eretta la facciata esteriore , tutta di mar, sai a gran colonnati .
V 3 La
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-34 G IO nK^T ^
La Chiesa è spaziosa, e ornata con nove Altari . fra i quali il maggiore ha un bel Tabeinacolo . Fra le molte pittii» re che in essa si veggono, meritano os- servazione il Quadro sopra il Pulpito eh* è dei Prete Genovese*, l'altro con s. Gi^ rolarno di Giovanni Lis , due del Boni- facio con alcune storie di s. Giovambat- tista ) e la Tavola nella Cappella di Si Carlo co* due Quadri laterali che sono opere del Procaccino. Le altre pitture sono de! Palma gioviae, del Peranda , del Damiani, del Padovanino , del Fora- bosco, del Giordano, del P- Galleti, del|jGl Zompini 5 e del Bortolons .
Quivi giacciono le ossa di tre Dogi della famiglia Cornato , Giovanni creato nel I624. , e morto nel 1630. , Frances. co di lui figliuolo che visse soli 22. gior- ni dopo la sua elezione nel 1656. , e Giovanni il quale dopo aver sostenute le pia insigni dignità della Repubblica fu assunto al Trono nell'anno 1709., e ter» minò di vivere nel 172*.
Merita pur attenzione il superbo Mau- soleo in cui giace il Patriarca Gio: Fran- cesco Morosini alla parte destra dsìl^ Cappella maggiore .
Maestoso è il Monistero di questi Pa- dri 5 a cui aggiugne oniamenco una bella
e co.
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QVinrU. J3S
• copiosa Libreria^ Prendendo il cam. tniiio a mano manca , e passato il ponte , che primo s'incontra, acpo buona pszza di strada, si trova in una gran piazza la ^>| (Chiesa , e il Monastero di Monache Ago» ^i' jstiniane , sotto l'invocazione di »> S. ANDREA, detto anticamente <^tf/- ì'''-!/^ Zirada ^ forse dai girar delle barche- 'iiln qnelio stesso luogo, in cui è situato, ■-«!per l' addietro vi era uno Spedale di po- jfij-vere Vedove, e Cittadine. Dopo di es- Mfsere stato destinato ad uso di Monache, J^-Ifu il Monastero ing-andito, e ristaurata 3;Mla Chiesa: e sotto il Doge Andrea Dan- fdolo, quelle Religiose si obbligarono al 4\fQto di perpetua Clausura. >!9J La Chiesa ha sette Altari, maestrevole ^■niente, e riccamente lavorati. Si vedono :f' ai lati dell' Aitar maq.giore , due Q^aadri «del Tintoretto. La Ta-ola di s. Àgostì- •sjnoè di Paris Bordone: e quella di s. Girolamo è di Paolo Calliari . DcLe due Tele poi sopra il Coro delle Monache V una è òfiì Tintoretto , 1' altra àA Palma . All'Aitar maggior-,- si r^de una gran mo- le di pietre macchiate , eh- figura il mon, te Tabor , e vi ono gei figure di marmo bianchissima assai bsna intese.
Bellissima è pure la statua di s. Andrea posta sopra il suo Altare .
Tra
2.36 G I 0 R^l ^ T ^4
Tra le Reliquie ve ne sono di s. Sz fumino Martire j e di s. Maria Cleofa
Vi si legge la seguente Iscrizione del- la Principessa Maria , moglie del Doge Michele Steno : Heh jacet cù^puf SerefjhsirjicC Z). Mari^
Vxorh quond im Sertnìss* isr Excell* ' D. D» Mìchasli^ Steno y Olìm Inc/yti
Ducir Vemticirum ; qu<e obi'it dk 4
Mensis Majì 1422. lAnima cujiu re^ qukscant in pace . Dopo non molta strada, in una Tsoletta unita alla Città con un ponte di tavole . si vede la Chiesa e il Monastero di Mo nache Francescane di
S. CHIARA , la cui erezione si attri buisce alle famiglie Poiana , e Bernard, negli anni 1234. Arse questa nel secolo XVI., e in quell'incendio pi^rirono mol te cos ■ preziose che adornavano il Tem pio antico, ma fu in brieve riedificate' alla manisra moderna, con cinque Alta f- ri; in ciasc'ino de* quali vi sono Tavole (r; di eccedenti pennelli, essendovene du: tit. tra le altrj di «ino del Palma qiovlne \> oltre parecchia belle pitture di Pietre iq Vecchia, di Mitteo Ingoli , dell'Alien \ii se, di Pi>.*tro Malotlibra, e del Petreili ,
Q^iieste Monache conservano un Chio' do tinto del Sangue di Gesù Cristo do^
nato
rato loro l'anno 1262. da s. Lodovico* Re di Francia: come anche un Anello dello stesso Santo , avente per Gemma una particella del Legno dalia Santa Croce .
Seguitando il cammino già preso, pò- chi passi lontana è la Chièsa, e il Mo- nistero di Monache Francescane , che il volgo «hiama
LA CROCE Df VENEZIA, da cui prende il nome il Sestiere , che si è :ì scorso finora. Q^:i3Sta fu eretta negli an- pni 900., e riedificata l'anno 1590. sotto 'o- ii Dogi Pasq.iah Cicogna, nel qaal tem- po fu c^nced.'ta a queste Monache, in- sieme con r amministrazione della Par» rocchi.1, e consegrata negli anni 1600. Ha otto Altari, fra i quali quello del- l' r Annan:ciata con tutta la Cappella é di- 3 pinto dal Pai na giovine di cui ancora ì; I sono molte altre pitture sparse qua e là :2 per la Chiesa; e quello di s. Chiara è )''i dipinto dal Tmtoretto , in cui sì vede il
J ritratto del Pontefice Sisto V. Le altre Tele sano di Giovanni Contarini, del Vivarini , di Paolo Piazza , di Andrea Vicentino, del Fialetti , di Leandro Bas- Sano , e dt^ì Piiotti .
Vi si conserva il Corpo dì San Fiden- 2io «
qui
Cil
Qui giacciono Je ossa tlcl Doge Do^ fenico Morosini 5 che morì nel 1155.
A questo Sesture sono unite molte Iso. le circonvicine - le quali vedremo dopo aver visitato il Sestiere di Dorso Duro , eh' è il sesto ed ultimo, così detto, se- condo il Sansovino , dalla forma, e du- rezza del f®ndo , il quale essendo come scoglio , avea la figura di un Dorso . E quella fu l'ultima parte dslla Città eh? fosse abitata »
Fw de^ Sestlers di s» Croce *
SE-
2^9
SESTIERE DI DORSO DURO.
oichè nel terminare il ^iro deì Séstld" \f9 delU Croca ; ci siamo fermiti presso laila Parrocchia di s. Pantaleone , da quel- Ila continueremo il cammino «ino al ter» tìiinare il Sestiere di Dono Duro. Vxo" Seguendo adunque la strada , dopo «aver t#ICrepassato il Canale , arrivasi alla Chie- sa di S- PANTALEONE , Parrocchia di
(Preti, la quale ebbe principio negli anni J025. dalie Famiglie Signola j e Dauia ; e fu poi rinnovata dai fondamenti nella forma che ora si vede . Conservasi anco- ra la memoria della consecrazione della yecchia Chiesa seguita Tanno 1305. La Chiesa ha nove Altari tutti ricchi * iJi marmi, e adorni flit pitture. Le due Tele di s. Pantaleone, e di ':. Bernardi- no sono opere insigni di Paolo Verone- se e Ve «e sono del Palma giovine, dei Vivarini , del Padoanlno, di cui pure è opera singolare la Tavola , eh' è sull Al- tare nella Sagrestia, del Molinari , del Sc^alla 5 del Lazarinij ^el Bambini , del
Bale«
' ì4» G I 0 UH ^T ^ Balestra, del Trevisani, del Triva , del Carlevaris e del Gradici. II soffitto del- ia Chiesa è opera maravigliosa del Tu- miani : In questa Chi«sa vedesi una Cap- pella fabbricata colle misure precise co- me quella della Santa Casa di Loreto. Qui giacciono le ceneri di Alvise Grit- ti , e di Martino de' Bernardini , Pievani di questa Chiesa, che furono Arcivesco- vi diCorfù. ©i rincontro a questa Chis- sà vi è quella di
S. MARGHERITA , Parrocchia di Preti; fabbricata sin© dall' anno 5j7. ^ot- to il Doge Pietro Tradonico , da Gè niano Biisignacco , Padre di Mauro Ve scovo V. di Olivolo , secondo il Sansa vino, e riedificata nel 1647. sul modello del Lambranzi . Sette sono gli Altari, fra i quali è assai nobile il maggiore Le Pitture sono di Giuseppe Euzo , del Petrelii , del Tlntoretto di Andrea Vi cantino, di Pietro Negri, e dì Antonio Zanchi . Dinanzi alla Chissà di s. Mar- gherita si vede una piazza, che può aver luogo tra le maggiori della Città, in fondo alla quale giace la Scu^:>la de'Pel- liciaj j che prima era presso alla Chiesa de' Gesuiti: e fu qui trasportata «juando que'Padri fabbricarono la nuova Chiesa , per dar vista alla Facciata • Ella è dee
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S K S T ^yi , ^ 24r
fa volgarmente de^ Farotarl à^C Fari ^ a Va] ^ che sono una specie ài animaletti simili a* Sorcj , i quali hanno bianca M ventre , e cinet'icGÌo il dorso , I Venezia- ni chiamano Fari le pelli del ventre, e Dossi quelle della schiena ; e perciò T Arte de' Veilicia} viene da essi detta de' Vardtctrì . In questa Scuola vi sono due Quadri, l'uno di Carletto iìglìuolo di Paolo Veronese, e i' altro del Liberi. Pocchissimi passi lontano è il gran Tem- pio del Convento de* Padri Carmelitani detti dal volgo
I CARMINI j fa cui erezioae si rife-» risce all'anno f2S6. Quattordici sono gii imitar), sui maggiore de' quali consecrato a Nosi-ra Signora , eh un ricco e mae- stosp Tabernacolo. Di non minore Stima si è l'altro dedicato alla Vergine, detta C\t\ Carmine ; pregievole è sopra tutto quello del Crocifisso , in cyi si ammirano oltre i Porfidi e i Serpentini , e due La* stre poste sotto le basi delle Colonne di una pietra rarissima .
La Chiesa è in tre Navi sostenute da molte colonne ) intorno alle quali , e dentro e fuori , sono in gran numero le pitture rappresentanti azioni di varj San^ ti, e mnssirìf^e di s. Teresa, e del Pro- feta Elia. Queste sono del Garbonzino^ X del
dèi Varotari , del Liberi , del Vicentino i di Pietro Negri, di Pace Pace, dell' A- jiense ^ di Luca Giordano , di Sebastiana Mazzoni j di Alvise dai Frisò, del Pal- ina, di Lorenzo Lotto , di Érmano Stroi- fi, di Cristoforo Parmese , di Andrei Schiavonei del Bianchì, di Marco figH- tiolo di Andrea Vicentino, deli' Enzo j di Benedetto Diana 5 di Lionardo Coro- na, del Prudenti, del Coriegliano , e del Tintoretto ; di cui vi ha ima Tela coUat Cìrconcisiorie di Nostro Signol'e , nelU ^uale ha talmente imitato la mano di Andrea Schiavonej ch-e éa. molti vienrf creduta delio stesso Schìavone. II soffit-» to è tutto dipinto da Giambattista Lam* bransi ^ il quale fece anche altre opertf sparse per la Chiesa i
Varj sono i Mausolei, tra' qua U^ ma* gilifico è quello di Jacopo Foscarinì Ca* valiere e Procuratore dì s-» Marco , che occupa tutta Ja facciata interiore, corf bella Iscrizione. Altre memorie si veg^ f;ono di alcuni personaggi delle nobili famiglie, Veniera ^ Polani * Civrana , e Goria . Vicino alla Cappella di s. Pietra vi è il Sepolcro colla statua di bronzo di Monsignor Lorenzo Lauretto, Vene- ziano, di quest'Ordine, Vescovo di A- «ìriaj Oratore, Filosofo, e Teologo Insi
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*ri5, che fu uno dei Padri del CoiìcìIìq di Trento.
Usciti tosto di Chiesa per la portala,. ecrale per cui siamo entrati, si vede la Scuola di Nostra Signora del Carmine, dove si conservano ìe ricche suppelletti» li, le argenterie, e is gioje che servono ad ornar l'Altare che è nella Chiesa, e P^r le altre sagre funzioni . Vi sono aL cuns pitture moderne , tra le quali alcue n;? del Padoanino . Q^ui conviene inter^, rompere un poco l'incominciato cammi* no, e tenendo quella via, eh' è di rin* CGiitrs) a questa Scuola, dopo alquanto di strada, si giugne alla Chiesa di
S. BARNABA , Parrocchia di Preti . Antica è la sua fondazione; arse poi nel Il 68. ed ora è interamente fabbricata da' fondamenti sul disegno di Lorenzo Bo« schetti valente Architetto . Vi sono al. cune pitture del Palma giovine, di Da- rio Varotari , di Andrea Vicentino e di ^arco suo figliuolo, di Antonio Zanchi , . Girolamo Pellegrini 3 e di altri pitto, :i moderni •
Dalla Chiesi di s. Antonio di CasteL io vi sono qui state trasportate le due palle , una di Vittore Carpaccio rappre» sentante il Martirio de* diecimila Martiri , ì'jiitra del Bonifacio con la Madonna fr^
244 Gì 0 li Ti .AT U gli Angeli in aria , e nel b.isso li 5s. Nic- wvà <:ola 5 Stefano, e D®mejìico . .' \xk
Qui giace sepolto Claudio Ariosto , ni- pote del famoso Poeta Lodovico Ario- sto, il quale fu Ambaseiadore per gli Principi d*Este appresso Pio IV., Carlo ^ V. , Filippo IL, e appnsso la Repu|)bli-: ca Veneziana .
Facendo ritorno alla Chiesa de' Padri Carmelitani, e seguendo ii corso del Ca- lciale , ci si presenta una piccola Chiesa , ma adorna 5 con un solo Altare , dedica- e in ta a Nostra Signora, e viene detta [ii p;
IL SOCCORSO. Fu questa consegrat* megli anni 1É09. sotto ii V>o%z Lionardo tata Donato da Monsignor Lorenso Pi^ezzato , , jutli Vescovo di Chioggia . La Tavola dell' Altare dipinta da Carlo Calliari figliuolo di Paolo, rappresenta la Vergine Madre ^ in aria sostenuta dalie nuvok' , e sotto di essa molte Donne di asperto gentile che, depongono con disprezzo le gioje , e gli tìri che le adornavano, e io proporziona-" ta distanza parecchie altre , che per is- fuggir l'ozio, si applicano a varj lavori . D' intorno alla Chiesa vi sono alcune pitture del Neydlingher, e dell'Enzo»
Ansesso alla Chiesa è un Conservato- rio , o sia Spedale , in cui si ricoverano alcune povere Femmine di pericolante
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mesta. Volgendo alquanto a sinistra si ede la Chiesa di
S. SEBASTIANO, col Convento de 'adri Eremiti di s. Girolamo, detti Gf» ommì?2Ì , i qunii vivono sotto la Regola iel B. Pietro Gambacorta di Pisa , Tras- 5 questo luogo la sua origine da alcuni ompagni del B. Pietro, ai quali una Gentildonna della famiglia Trevisan do- ò il fondo per fibbricars un' ospizio in- orno gli anni 1391. Co 'T< t'aerate poi moì- s vicine Case, io accrebbero in modo -i poter innalzare un© spazioso Monaste- o, e una non piceiola Chiesa. Ma gua- tata dal tempo la prima , fu rifabbricata uclla, che al presente si vede negli anni
506. colTarchitettura di S;b;istiano Ser^ io; e il Santovìno vi aggiunse poi la fac- :jata . * '
Ella è arriechita di preziose pitture , issando quasi tutta ornata dal pennello U Paolo Calliari. Il so^Stto della Chiesa
©pera sua, avendo prina in età di an, ili venticinque dipmto quello della. Sa- crestia. Vi dip.'nse p«re a fresco la ¥oI- a della Cappella maggiore rifitta , non *nolti anni sono da Sebastiano Ricci , es endosi coli' andare del teoipo interam^n^ ■e perduta. La Tav-ola dell' Aitar mag - ji0;e , quelle ch-e vi sen3 aliati j-Upor- X 3 teì^
Olii
^46 G I 0 K1<1 ^ T U
telU dell'Organo dentro e fuori, lesto
riette che sono nsl pulpito, e intorno alici'
sepolcro di Lorenzo Donato : nelle Cap- ni.
pelle minori , Cri5to al Giordano , e Cro* h\
cifisso , e una piccola Tela sopra una tra* !ctt
ve delia Cappella di s. Girolamo , con Btn
Nostra Donna ed una Santa, e col ritrat- Cni
to di un Frate ^ sono tutte opere eccel- nti
Jenti di Paolo , alle quali si deve aggiiu Loì;
gnere il gran Quadro eh* è nel Refetto» hiìd
rio di questi medesimi Padri ; dipinto nel Jti
J57©. in cui si scoprono tutte le bellei- C
Zi di «ì valente pennello. Né dobbiamo dii
lasciare inosservato un Quadretto con s. \i
Girolamo neir Eremo , che è sopra \% ì\)
porta di un Oratorio vicino alla Sagre* For(
Stia , dello stesso eccellente pittore , il ave
quale giace sepolto in questa Chiesa; e ili
sopra la pietra che chiude tJe sue ossa, \ti
Jeggesi queit' Iscrisione .^ ^ Cà?
*Pao/o Callìarì Veromn. V'iBorì ce Uberrimo ne,
J/7;7 hr> Bexediólus frater pfeinpss . Livi
£t sibi posterìsque . di 1
Dscessit XIL KaL Majì MùlXXXVllU les
Allato dell'Organo vi è ia sua effigie, Sani
lavoro di Matteo Carneri , con Ja seguen» iute
\% Iscrizione ; mar
Vuolo Callictrio P^eronen* TìBori Viti
lsl^atur<ff yEmuIo , ^rtis miracuh l
Sup:rstit& Frathi fama viéluro. iij
OI-
/
S £ S T ^, 247 '
Oltre le accortnate pitture, ve ne sono u Andrea Schiavone , di Battista Vero- ia 5 del Palma giovine, del Vicentino, icl Bonifacio , del Tintoretto , ài Car- etto figliuolo di Paolo, del Rizzi, del ^encovich j deli'ingoli; e nella Cappella Clrasso ve ne ha una di Tiziano . La Cen» l^ersionc di s. Paolo nella Cappella dei Lolini , fatta a Musaico , fu opera di Ar. Tiinio Zuccate , valeote Maestro in quel- ita professione .
i Qui si venera una Spina della Corent fli Nostro Signore .
; In questa Chiesa vi sono le Mamorie ili Niccolò Crasso, che prima applicò al "oro , indi alla Navigazione, in cui 4Vendo perduta ogni sua facoltà , ritornò. ni Foro i di Melio da Cortona , Genera* e d'Infontcria della Repubblica, in una -appella ov' è la statua di Maria Vergi, Ile, fatta da Tommaso Lombardo: di ;^ivio Podacataro di Cipro , Arcivescovo ii Leucosia , celebrato dal Bcazianonel-
Ic sue Poesie volgari: ne fu architetto il lansoviBo ; di Marcantonio Grimani Se* latort , nella cui Cappella la Tavola di narmo è scolpita dal famoso Alessandro /ittaria: e di alcuni altri.
Dopo un breve cammino alla sinistra il s. Sebastiano, la Chiesa che prifiia |' ÌEContra ha per Titolare
5,4^ G I 0 K'H ^ T ^
L'ANGIOLO RAFFAELLO, Parrcc chia di Preti antichissima , e forse lase-U? conda dop® qiieìla di s. Jacopo di Rial- i a to . Negli anni itoS, rimase consumata [ipc dal fuoco, ma fu in brieve rifabbricata. Fu poi rinnovata Tanno léiS. sotto il Doge Giovanni Bsmbo , nella maniera in cai si vede al presente, con nove AIta-|5, f ri di marmo vagamente disposti. Lafac, ciata è ornata con pilastri , coraieioni , ^;;,f e statue .
Le pitture sono delTAliense, del Bo* , nifacio , del Palma giovine , di Luigi Ben. fatto, e di Giuseppe Salviati. '
All'incontro della Chiesa v'ha un pìc- colo Monistero , ma senza Clausura, in cui vivono alcune Monache Pinzochere, sotto la Regola dì s. Francesco d* Assisi Ih poca distanza si scorge la Chiesa di s. Basilio, detto dal volgo
S. BASEGIO, Parrocchia di Preti", eretta negli anni 905. dalla famiglia Nlo^ji lina. Arse nel 1106., e £a fabbiicara . Essendo poi caduta per un Terremoto nel 134-7. fu in miglior forma ristabilita. Si vede adorna di pitture di Pietro Mera , di Marco Vecellio, di Antonio Gamba- rato, di Luigi Vivarino, dell'Angeli.
Q_uivi riposa il Corpo di s. C:stanz« Anconitano trasportato d' Ancona , di cui
parla
S E S T ^ , 149
'•'* la s. Gregorio Papa nel primo de'suoi •^ aloghi al cap. 5., e quello del B. Pis« '•' Acotanto Nobile Veneziano. Vi so* ''^inoltre Reliquie di s. Filbpo Aposto= •' , (li s. B:^siIio, di s. E:;rto!omm^o » 'reo lontana da questa Chiesa è quel- la ;di
•M. NICCOLO', Parrocchia di Preti j,
^^^'ta di Berso Puro dal Dandolo, e de;
'^'ì \?idhoìi dal Sansovino ; il quale dice,
:!ì fu eretta da' Zancaruoli . Anche que-
arse negli anni 1106. nel fatale in-
idio, che devastò miseramente gram
te della Città, Riedificata più volte
iene ancora la forma antica; solo vi
ì\'\ considerabile la Cappella del SS* ài
ente erezione ricca di marmi , e varp
iciiamenti. Fra le pitture che Tadorna'..
rimeritano osservazione alcuni Quadri
( AndreaS-hiavone , di Carletto figli'uo-
di Paolo di Paolo Veronesi , di Luigi
ifatto, del Montemezzano 3 del Palma
>v-inc , del Corona , di Andrea Vicen-
o , e dei Malombra .
/i riposa il Corpo di s. Nitheta Mvir-
5 . I contorni di questa Chiesa sono
tanti da Pescatori , che si chiamano
^ccolottì , ed avevano un Capo da essi e-
■5]'to, detto volgarmente Doge dei l'^iC'
'■^i Itti» (Questi in akuns funzioni compa,
ri-
■■)
riva vestito di un abito partìco/are . Dijijii s. Niccolò si passa eoa poco viaggio al Ip Chiesa, e al iMonistcro di Monache A ^i ftiaiane , Sotto il nome à] Ik^ì
S. MARTA. Qiiesta fu edificata dallij^; faiiiglia de* Salomoni, la quale tuttaviuit; conserva h memoria delia pia istituzic ur: n? ; poiché ciascuna Badessa nella iiSiji nuova elezione è solita di mandare i Hari più vecchio della detta famiglia una^doij 5 a di seta . |jsi
La Chiesa è stata riedificata in gra parte, con s^tte Altari tutti ricchi ^i scelti marmi ; e vedesi adorna di mol buone pitture, de* Vivarini , di Leand Bassano , delia Scuola di Paolp , de! Fi letti, d§l Montemezzan© , di Matteo li goli , di Antonio Zanchi , di Santo Pia ^i , del Cav. Bambini, e del Ricchi, ^o.ìitto tutto è ©pera del Lambransi .
Fra le Reliquie ve ne ha di $. Ag pito , e di s. Marta o
Ritornando in dietro , ci *$ì prcfen la. Chiesa , e [il Monistero di Monaci «Carmelitane di s. Teresa , dette p^-rc <dal volgo
LE. TERESE. Queste ebbero princ pio negli anni 1645. avendo ottenuta permissione dalT Eccellentissimo Senat d' introdurre in questa Città l' Ordine r |,jj,
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igiofo di s. Teresa Carmelitana j prof-T- ato da femmina* Questo luogo era pr- ■^Wna. abitato da' Riformati di s. Francesca, I quale fu poi da queste Reli.^iose n-! 667, ingrandito, « ridotta la Chiesa e
iil'one, e del Zancbi ; quella poi eh- vc
lesi sopra il pulpito è di Paris Bordon- • ?f3 Vi si ritrovano i Corpi de' Ss. Anso ^ ;^io, Valerio 1 e Quirino Martìri j e quel- '0. o di s. Massima. Non molto lungi da g. li- Teresa s'incontra la Chiesa consacrata a F| S. MARIA MAGGIORE, e il Mo- ■!lstero di Monache Francescane . Circa l'erezione di eUssta Chiesa sta inciso in ana colonna di essa , chi sene cominciò a fabbrica negli anni 1497- •' Vrrnàpìu'n btnus templi fuìt anno i497« E sulla se- poltura ^i Alvise Malipiero si legge che Re fu egli il fondatore : ^ire suo a for^» damsntis extruendum curavit ; essendo morto 40. anni do]io , che si è dato prin- cipio a quest'edifizio , come accenna Ja Sua Iscrizione* Un Francesco Mocenigo , Senatore, e Procuratore di s. -Marco , lasciò che vi fosse fatta una Cappella; e Tomra?.so Canale Bergamasco beneficò questo luogo.
25^ G I 0 R'H ^ T ^
La Chiesa è ampia con undeci Altari *'i^' ed è ornata di belle pitture di Gian Bel lino , di Francesco Alberti , o piuttostc
colta i
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eleva il famosissimo Quadro delT Arca dS'^J Noè, di Jacopo Bassano : opera copiosis- J
di Battista del. More , del Palma, e de''*f Bonifacio . Suir Aitar maggiore vi è ì^"'"! Assunta di Paolo Veronese, e T Annuii' ''^'f ziata è del Palma; le Tele ai lati son(!^^^'" ' del Tintoretto, e la volta della Gappel-J^" la Jel^ Foller. Nella Cappella alla sinl '''J^J stra c'è il famoso s. Giambattista di TI p Eiano, e una bella T®la del Palma vec;f^' chio. Vi sono altre Tavole di Matte(^J''^ Ponrone, di Jacopo Pisbolica, di PoU'|^''^' doro, del Padoanino, e in fine vi sive-"^^
sima, e squisitissima in genere di animaf "^^ li; ma questo derubato ultimamente, «,^'^'1 poi ricuperato al presente si. conserva nel'- Palazzo Ducale rìelTAntisecreta. Par-''" tendo di qua si giugne alla Chiesa dedi""^" cata a tutti i Santi , detta perciò ,
OGNI SANTI, di Monache Benedet-f tinc. Erano quesCe Reliajiose nel Mo-'' nastero di s. Nargherita diTorcello,* f"f^|? esteH'r'o l'aria molto cattiva si trasie^*"^'^ rono li 24. Marzo dell'anno i47*» \"f quesio luogo, ©ve fatti nnovi acquistili' successivamente ridussero la Chiesa ed iltf|' Monastero a' quella magnificenza che orali- si :1
i vede. Papa Sisto IV. gli diede la fa« ;o]tà di recitare l'Offizio Benedettino.
Nella Chiesa sette sono gli Altari i e [ra questi il maggiore ha la Tavola con Ulti i Santi dipinta da Paolo Galliari; i cui pure sono la portella del Taber- acolo , e quelle al di dentro , e al di ùori dell' Organo. Le altre sono dei s;,palnia giovine, del Gav. Liberi, di An- il|lrea Vicentino, di Jacopo Alberelli aL
vo del Palma 5 di Pietro Vecchia j ài Giuseppe Enzo, di Pietro Ricchi, del Z^v. Ridolfi , e di Agostino Littsrini « 1 soffitto della Cappella vicina alla Sa« [restia è dei Pellegrini.
Vi si venerano i Corpi di s. Maur'zio,
di s. Demetiia. Seguendo il cammino empre a sinistra, si truova la Chiesa de» icata ai Ss. Gervasio e Protasio, Mar- iri di Mi'ano , decapitati nella perseci!- ione òì N.rone , detta corrottamente
S, TROVASO, Parrocchia di Preti. )uesta è una fabbrica molto antica , la ui riedificazione dal Sansovino si nfsri, ce all'anno 1028. per opera delle Fa, liglie Barbariga e Caravella : ma àìy^m ;Uta un altra volta rovinosa , fu riedifi- jata liei •503. in forma assai eleg^tnte al disegno dei Palladio, con dodeci Al» ri.
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Le Tele che l'adornano, sono d! Pie tro Malombra, del Palma giovine , di fa " copò , e di Dora. Tintoratto , del M;.: zoni , di Giovami Bjllim, di BcmarJi: no Prudenti, che ha copiato un Cis'j? ftlla colonna, di Tiziano, di SJ^occo rsTarf coni, di Luigi Benfatto , di Rosalba Cair riera, di Girolamo Pellegrini, del K soni , del Lazarini , Nella Tavola su Aitar delia Cappella Molina, vi è i Santo di quella famiglia.
In qaesta Chiesa riposano i Corpi dil-'- Ss. Epifanio e Gnsogono Martiri. [■;
Q^uivi giace il fim oso Jacopo da Rivai' - Capitano delle Navi , che neL 1649- - rortò valorosamente contra i Turchi r vendo riportato segnalata vittoria a!. Fnchie . Nel recìnto di questa Parrò : chia in un luogo detto Borgo j, Trovn si vede la novissima Chiesa con Mon stero di Monache dette
L* FREMITE di s. Trovaso trasferi in. questo luogo da s. Marcuola al pr; cipio dei secolo : tanto U Chiesa , eh- Monistero è sul modello del Lambranz con tre Aitasi di fini marmi. Qu' l'ip sano i Corpi ds' Ss. Agapito M. , Basii M. , Benedette M. , e FilotnetoM. tra; ti da'Cimitsrj di Roma. Vi giace pi anche i.1 Corpo della Serenissima Latu
Cor-
S E S T ^. 255
C rner moglie del Doge Giovanni , che
f'ie terminai* i suoi giorni saatamente
^^ questo luogo , ove inori nel 1729. La
ii^iiisa è dedicata ai Santissimi Nomi di
f ;:^ , Maria i e Giuseppe Oltrepassando
Chiesa di s. Trovaso in poca distanza
:gl]a di X. Maria della Canta uffizià-
ia'Ganonici Lateranesi ietta
i.A CARITÀ'. (Questa fu eretta da
1 arco Giuliani sotto il Principato di Do-
i^nico Michele, negli anni mp. luogo
«lebre per la -consecrazione che di qu^;-
i|i Chiesa fece ?p. Alessandro HI. V
no 1177. con elargizione di molte Iry-
jgenze per l'acquisto delle quali il Se»
nissimo Principe Goilegìainiente si por-
va a visitarla ogn'anno nei ùi 3. di A^
ile.
Questa Chiesa conserva ancora Tini* agine di grande antichità. Tr-dici so-» ► gli Altari, tra i quali distingut;sì iello di s. Giorgio, per la Tavola eli armo , e per le hzW^ colonne che * lo [ornano. Di rincontro appare la Ca;'- Ila magnifica di $. Salvatore , ricca .ÙL ►rfidi e Serpentini J ove si vede unGri« J di br^zo di buona mano. Riguar- vole pure è il Coro i lavorato" da Ale^^-» Bdro Brigajo .
^i vcggoao in questa Chiesa molte pri;-» Y z ' ' zio-
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xiose pitture, de* Vivarini s ài Vicenzlilio Gateni , del Conegliano , della ScuoLìd Tiziano , di Vittore Carpaccio , e di Gar letto Galliari ; ma sopra tutto la TavoI4 col risorgimento di Lazzaro, opera sin golare di Leandro Bassano . Nel Rcfi.>t| torio di questi Canonici vi ha un Q^ua-uj', dro di Antonio Zecchini , opera dellcjj|[ belle di questo Autore. H
Vi si venera il Corpo di s. Anìano ,,fin,. che succedette a s. Marco in Alessandria con molte altre Reliquie ••
Varie sono le memorie di personaggi illustri, le cui ossa quivi riposano. Vi giacciono due Dogi Barbarlghi fratelli , \l sec'olcri dei quali occupano tre Volti, c^j^fi vi si vedono tre belle statue in pie^i.ij^^ N;:\ Vito di mezzo vi è un Altare ^ al- ^'^ la cui destra è situata la statua di mar-j^j^^ mo di uno de' Dogi ia ginocchioni, ed^Q alia sin'stra quella dell'altro. Sottto iltj .^ pr mo Volto vi è il sepolcro del Doge Marco che visse soli nove mesi ; e raori nel I486. Sotto il terzo Volto giace il fratello successore, che visse anni 15., e morì Tanno 1501. Nell'uno e nel altro vi è, la statua del Doge distesa ^ e sotto iuaga Iscrizione . ,
/Di rincontro al Mausoleo dei Dogi , J B,4rbarighi, vi è quello del Doge Nic«
colò
S E S T ^. ^57
olò da Ponte , Dottore , che fu Usi Cpn- ilìo di Trento Legiito per la Repubbli- la , ove dimostrò la sua rara prudenza ,
il suo gran seno. Egli ascese al Prin- ipato nel 157S. in età di anni 87., e ne jgnò altri sette e quattro mesi , essen- o morto in età di 94. anni . Architetto le fu Vincenzo Scamozzi , ma il busto lei Doge è di Alessandro Vittoria .
Il Monistero di qBesti Canonici fu la f"^ [rima opera che Palladio facesse in Ve- iezia ; ma incendiatosi in parte , poca osa ne resta .
Nel mezzo della Chiesa vi è il sepol- ro de:fta Famiglia Rossi da Parma : e i giace anche Lazzero Mocenigo, che
ori combattendo centra i Turchi a* Dar- anelli nel 1657. "
Nel primo Chiostro vi è il sepolcro dì Jriamonte , celebre Capitano . Vicina al- a Chiesa è la Scuola Grande di santa diaria della Carità, detta la
SCUOLA DELLA CARITÀ', la pri- na che sia stata istituita in questa Cit- ri , come dicemmo altrove. Ò,uivi si ve» ..; il ritratto del Cardinale Bessarione , enza l'ornamento d|lla sagra Porpora, ;on un Cappuccio nero, come usano di ■.ovx.2.rQ i Monaci Basiliani . Egli donò a iVwSta Confraternita parte àz\ Legno deh Y 3 la
258 G I O K Ji .A T ^ la Santa CroCs , della Toiaaca dì Nòstra Signore, e molte altre Reliquie preziosa; e venerabili , di che si ved^ sotto il suo ritratto una rvlemona ; fra lequali ènioU to stimata per la sua antich tà , e per is sue iscrizioni una insigne Tayela Greca, la quale pecchi anni fa fu illustrata con asrai dotta ed erudita dissertazione dall' Abh, Giambattista Schioppalalb-i , e pub- blicata colie stampe di Modesto Fenzo .
La fabbrica nello stato in cui si truo^ va al presenta' , fa cominciata negli anni S3H' n--l mese di Aprile, e terminata nel mese di Gennajo 1347., come appa- re di una antica Iscrizione, scritta in lingua Viniziana con caratteri Gotici , e collocata sopra^la porta di questa Scuo- la, leggesi in essa: ,, Al nome di Dio j, eterno,. e della B*ada Vergine, in T ,, anno, della Incarnation. d^l Nostro.-, ^, Signor. Mixer Gesù Ghristo. MCCG* „ XLVIL adi XXV, de Zener. io di 5', della Gonversion de s. Polo, cerca ora. „ de Bespero. f». gra teraoioto. in Ve- „ nexia. e quasi per tatto el mondo, e 3, caze. molte cinque de Gampanili. « „ case, e camini. eJaGlesia de s. ISase* ;, jo. e fo. sì gran spavento, che quasi. 5> tutta la zjnte. pens.tVa. de morir, e no. 5, stc la Tera. de tremar, cerca di XL.
i3 e
S U S T ^i , 259
e può driedo. qujsto. cornenza. ana gran mortalitad. e moria la sente, de diverse maiattie. e nasion. e aiguni. spudava sangue, per la bocca, e a ai- guni vegniva glauduXi. sotto li scaii. e ai mescne, e algani. vegnia. lo iwaX, del carbon per ie guaine, e pareva, che questo, mal. se piase. Tua dall'altro. 2oè li san ^alT infermi. Et era laseri- te. in tanto, spavento, che eì pare, no voleva andar dal fio. ne el fio dal fa- re. Durò, questa, mortalitads. cerca mexi VI. e Si S€ dixeva. comunemente, che el jera luort». una delJe ào parte della zente dg Venexia. E in questo tempo se trova esser yarJiaa de que- sta Scola. M«;xieri Piero Trevisan. de Barbarla, e el vie. cerca M. xi II. e morì elo quondam; e cerca ài^Y.^ di soi compagni, e co più de CGG. ds queli de questa Scoia, e io la Scoia. in gran derotta, e può. adi XX. de Zugno. fo fatto. Varàian. P^/lixier /aco- mo Bon. dalla Zudecca. Ancora, iti questo, anno. ave. li Fedeli Chnstiani. una grandissima grazia, da Mixirx-. lo Papa, che in zascaduna parte, che li morìa contriti, de li soi pecadi. dal di de la Asension. de Christo. in fin. al di de 3anta. Maria Ivladalena. senxa
33 pena
i6o G I 0 H'K^ T ^ „ pena andase. alla gtóm de Vita. Eter- „ na. a la qual. fin. ne cotìduga. Io oni- j, potente Dio. Pare, e Fioi. e Spìrito 5, Sanilo. Io qual vive, e regima, in secu, 5, la. seculorum. Amen.,, Vedlesi però la SHcìdétta Scuola in questi ultimi anni ab- bellita internamente con pitture ed orna- ti, ed è terminata la facciata tutta di marmo di bella Architettura di Bernar- dino Macaruzzi .
Tra le pitture adunque di cui questa Scuola va adorna , merita attenzione il bel Q^uadro posto non ha molto sopra la porta m.ig§iore di Alessandro Varottari detto il Padoanino rappresentante le Noz- ze di Cana , e questo era per T avanti nei Refettorio del Convento di s. Gio: dì Verdara in Padova, ed un altro sopra la porta di una Stanza colla B. V. che "va al Tempio , ed è del famoso Tizia- no ; le altre sono di Jacobello del Fio. re, del Cordella, del Fumiani , del Se- gala , del Lazarini , del Balestra , del Triva , del Marescbi , dell'Angeli, del Guaranà .
Il Soffitto della Scuola è curiosa cosa a vedersi» Dicesi, che avendo un ct-rto Cherubino Ottali esibito a' Confratelli di ornarlo nobilmente a proprie spesj , pur- ché gli Usciassero pone il dì lui nome^
fu
S E S T ^, i6i
il rigettato il progetto. Che però essen- iosi egli ài bel nuovo incaricata del la- oro anclie ssnza quella condizione , i Confratelli accettarono V offerta . Feca gli pertanto scolpire gran numero di •herubini forniti di otro ale per ciaschs- uno , acciò senza scrittura alcuna con- frvassero a' posteri la memoria del suo ognome . E questi Cherubini sì veggono ncbe al presente . Poco lontana è la ])hiesa de' Ss. Vito e Modesto dettavo!^ armente
S. VIO ^ Parrocchia di Preti, la quale icesi fabbricata dalia Famiglia Magna egli anni 917. Ha sette Altari ; e vi si edono pitture di Matteo Ingoli , di Al- ise dal Friso, della Scuola di Giovanni «eiiino, della Scuola di Paolo, di An- onio Zanchi , e di Girolamo Brusaferro •
Non è Collegiata come le altre , aven- o solo il Pievano senza Colieggio di ^reti titolati .
Vi giace il Corpo della B. Contessa "agliapietra , Nobile Veneziano con que- ta Iscrizione posta sópra la Cassa che o racchiude: MCGCXII. morì la B, ^ontessa fia de Mix ter 'l>liccofò Tctgiìapie^ ra 5 e de Madtmm Lena Taglìapietra so Aare » Qui pure è sepolta la celebre Pit* rice Kosalba Carriera ^ che in questa
262 G I O RT^ ^ T a
Secolo rese immortale ii suo nome , prU ma colle bellissime sue pitture a iDina- tura , e poi con quelle fatte a pastelli : e vi sono Reliquie ài s. Paolo, e de' Ss. Titolari Vito e Modesto. Proseguendo il cammino piti retto presentasi la Chie- sa di
S. GREGORIO. Parrocchia di Preti , cretto dalla Famiglia Pasquasa , ma igno- to è il tempo della sua fondazione . Que. Sta fu la prima di Monaci sotto la dire- zione di un Abbate ; indi passata in Com- menda venia conf:^rlta dal Papa; ma ul- timamente per Pubblica previdenza estin- to il titolo Abaziale fu istituita quelo di Pievano con un Capitolo alla guisa delle altre Parrocchie . Il primo Abbate di questa Chiesa fu Bartolommao Paruta in- vestito da Papa Calisto III.
Ha sette Altari colle Tavole dipinte dal Tintoretto , dal Renieri , da Pietro Ricchi , dalla Scuola del Vivarini , dal Foler , dall'Aliense, dal Cav, Bambini, e dal Vicentino .
Anche qui si vede una Memoria di Marcantonio Sragadino , che fu scortica- to dai Turchi per aver difesa valorosa- mente Famagosta ^ essendo?! m tal luogo le sue ossa; e nella Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo c'è un onorevole Ce-
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notafio eretto a perpetua gloria di Ero.e 3sì illustre* In poca distanza da s. Gre- gorio , e è lo
SPEDALE DEI CATECUMENI, in cui sì ricevono gl'Infedeli, che deside- rano di essere istruiti nella Reiigions Cristiana. Sono a tal fine diritti da per- Sina dì probità e dottrina, assistiti à\ t'tio il necessario alla vita, governati ^da Signori pii e religiosi, e finalmente 5 irnp-.egati in qualche professione, adatta- ^ta alìi capacità, e al talento di ciasche- duno .
Questo pio luogo venne eretto dopo il Secolo XVI. La Chiesa ha tre Altari elegantemente adornati con Tavole di Leandro Bassano , e di Jacopo Petrelli . Il Soflìtto è della maniera del Palma . Pochi passi lontana dallo Spedale de' Ca- tecumeni è la Chiesa di
S, MARIA DELLA SALUTE j uffi- ziata da' Chierici della Congregazione Somasca . Circa 1 origine della sua ere- 2 ione convien sapere , che negli anni 1630. essendo questa Città desolata per la strage che cagionavi! la peste, il Se- nato fece voto di fabbricare un Tempi» ad onore di s. Marta della Salute . II perchè nell'anno seguente 1631^ ai 15. di Marzo j dopo celebrata la santa Mes- sa,
' -264 Gioiui^r^^ ,
sa, fu gittata dal Principe Niccolò Coa" i^^i tarini insieme col Patriarca Giovanni ■ Tiepolo , ia prima pietra nelle fonda _ inenta con alcune Medaglie d'oro, dj argento, e di altro metallo. Fu scelto '< dar principio a questa gran Fabbrica i. j' giono dedicato ali* Annunziasione di No stra Signora, perchè in questo medesime giorno ebbe il suo cominciamento la Cit- ta . Quindi e, che si legge questo motto .| XJnde origo y ibi sctlus » 163 1.
Questo gran Tempio è fatto sul mo delio dell'Architetto Baldissera Longhe na Veneziano 5 con spesa degna dei Prin, cipe . Vi si ascende per una Scalinata di marmo di quindici gradini , che corris-J ponde alla facciata principale» e gira in torno ad altre due facciate minori ch( r adornano al di fuori. Le suddette fac< ciate sono tutte di marmo, e !a princi- p:vle viene formata da quattro colonne di ordine composito. Nello spazio di mez- zo vi sono d'ambì i lati due nicchie 1 una sopra l'altra divise da una cornice adornata di festosi e di altri lavori , il tutro di vago e diligente intaglio. La porta maggiore è fatta a volto, con due Statue ch« rappresentano due Sibille es tcS2 negli angoli dallo stesso volto for mari. Le altre due facciate minori songl^^
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1^1 'àmbi i Iati della già descritta, anche 5se fregiate di bellissimi ornamenti, e gure ài marmo . Vi si numerano trs entro e fuori più di 125. Statue di mar- 10 .
L'interiore della Chiesa è di forma ircolare, trattone quella parte , che con-i- rende l'Aitar maggiore €d il Coro . tn lezro alla medesima S'innalza una Gu-- bla, o sia Rotonca ottangolare, soste- uta da otto colonne alte piedi trenta, on i loro pJedestali alti piedi dieci , e 5 basi, e i capitelli d'ordine composita agamente intagliati . Sopra le mentova- J colonne va girando all'intorno della upola un Gorniccione composito ador- ato di balaustri , e di otto grandi sta- ue 5 che corrispondono agli angioli, e i capitelli delle stesse colonne . Sopra . suddetto Gorniccione vi è una eleva- ione alta trenta piedi, che seguita T^r» iae ottangolare , con sedici fìnestroni ,
vien terminata da un altra Cornice entellata di nuova invenzione . Da que- Ca incomincia la gran Cupo/a , che ha sttantadue piedi di diametro , ecinquan- % in altezza con la sua Lanterna alta ledi trenta .
Tanto la Cupola , quanto il rirnanente i questo magnifico Tempio san» rico- Z per»
li£
perti coi» lastre di Piombo. Nel P'^^^ della Chiesa lastricato a disegno ^\t>e|^fi^ lissimi raarmii e che circonda la giàdi^J scritta Cupola, vi è un'andito, nel q^^^' le sono situate sei Cappelle, fatte a va'^,^ to adornate di colonne, e pilastri C|.,^5[ rintj co' loro Altari, ciascuna delle qui^^^ Ji corrisponde ad un volto della medei; ma Cupola / .j
Il volto di meZ&Q Conc!uce alla ^^« pella. dell'Aitar maggiore, che è di i<* ma semicircolare , e di bellissima arcq. tettura d'ordine Corintio e Composito cen sei finestroni per parte d'ordine U tììco e Corintio < Nel mezzo di essa , posto l'Altare isolato , di marmo di Ca rara 3 con rimessi < ed ornati di rari alt marmi, e bronzi derati, e con q^^*^^',;) colonne Corintie dello stesso marmo ci sostengono nn Baldacchino . Aggiungor a»ir Aitar maggiore l'ornamento di $ statue al naturale di fino marmò , e ' eccellente lavoro. Sopra dì esso conse vasi una miracolosa Immagine di Mar Vergine, dipinta, come dicesi , da s. L ca , e portata da Gandia dal Genera Morosini che viene tenuta in grande v^ nerazione. Gli altri Altari sono eguaf mente ricchi di marmi e dì pitture d Liberi , e di Viziano , che sono state I
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:,^:e dalla Chiesa di s. Spirito; del Va^ ..jjirari, del Prudenti, del Giordano; ol- Ij ,1 a quelle, che sono sparse Is Cappei- 'j^ii , dì Antonio Triva . lì soffitte della j (< ipola è di Girolamo Pellegrini. Nella ,J grestia ve ne sono di Tiziano , del Va- ]j.: cari, delSalvìati ch*erano as. Spirito-
è la Tela del Tintoretto colle Nozze Cana Galilea, ch'era nel Refettorio
' Padri Grocif-ri ; e nel soffitto vi sono
:uni Quadri di Tiziano tolti da detta
hiesa di s. Spirito .
All'Aitar di rincontro a quello di s.
ntonio da Padova, la Tavola con s. reo 3 s. Sebastiano ed'altri santi è di
ziano . La statua poi in finissimo mar-
o di Carrara rappresentante s. Girola-
0 Mlatii istitutor dc'Somaschi é opera. Ila di Gìo: Maria Morlaiter . Vi si conservano i Cerpi de' Ss. Cre-
;eazione , Fabiano, e Giusto Mh/Ì,; e e una insigne Reliquia di s. Antonio i Padova oltre molte altre .
1 Padri Somaschi hanno eretta per lo- j abitazione una bella fibbrica , che cor- sponde alla magnificenza del Tempio •
lanno essi quivi una copiosa e nobile Li-
reria , arricchita da Niccolò Bergonzi'
>Jobile Veneziano di buona raccolta di
(iisegni e stampe in rame. Fu anche di
! Z. z mola
^6S G I 0 li 'X AT U molto accresciuta dal P. Pier Caterino Zeno, soggetto illustre di questa Gon- 5 regazione j e fratello del famoso Apo- stolo Zeno. Il Padi-e Niccolò Petricelli operò assai a benefìzio di essa ^ e dalla diligenza e buon gusto tanto nelle cosj letterarie, come in quelle à^i architettu- ra àt\ P. Francesco Vecellio ha ricevuto l'ultimo compimento nel materiale à.t\\z ^stanze, e- nel formale de'Libri . Parte <ìella facciata del Monastero f rma così ridotta a suese de' medesimi PP- la
SCUOLA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ'. Questa è una fabbrica an- tica, la quale dicesi fatta per opera dei Cavalieri Teutonici, in tempo che pas- savano per Vinegia come scala opportu- na per andare nella Sorìa , quando c'era qualche fervore ne' Cristiani per l'acqui- sto di Terra. Santa : cesoiata poi quella oc- casione , coir andare del tenrpo restò qua- si disfatto ; ma fu presto ristaurata dalla pubblica pietà i ed ora serva a divote per- sone , che insegnano s' giovanetti i fon- damenti principali della Dottrina Cri- stiana .
Ha un solo Altare, e alcuni Quadri del Tintoretto, di Martino de VoS , del Ponzone , di Antonello à\ Messina, àz\ l^4l.ilombra, e di Giovanni Bellino. Non
wol-
Za 2>ouafie c/c^ffc',
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Z^ca'uTa ac Ila /Do a ano. da v_y^ta
! ana da ^.^jflar^
olia strada conduce in giro attorno una ngua di terra , che guarda il Porto di 'enegia , sulla quale c'è una Fabbrica, Ltta negfi anni 1682. sul disegno di Giù- "jpe Benoni , che si chiama LA DOGANA DA MARE, GT Ita- ani la chiamano Z)#g4i?<< dalla voce Do^ \a y che per 1' addietro significava Botte , ora significa le t/f j// _, che compongono a Botte . Di fatto la maggior parte del- e mercanzie poncvasi nelle D$ge o {otti; ond' è che il luogo ove queste si Il ìponevano, fu detto Dogana .
Per dare una idea della fabbrica si ve- e s«pra un bel Colonnato di marmi grez- i una Torncella , sulla cui sommità è lostenuto da più statue un gran Globo ,i rame dorato', sopra questo , rappresen, ante il Mondo , è collocata la statua ella Fortuna , che ad ogni soffio di ven- :o si aggira .
Fatto li giro attorno /a Dogana in juella parte che risguarda T Isola della Siudecca , di cui parleremo fra poco, sì ruova la Chiesa dedicata a Santa Maria iella Umiltà , detta L' UMILTÀ', e il Monlstero di Mo. ache Benedettine . Era essa fabbrica an- tica , ma fu poi ristaurata nei tempo , che U utfiziavano i Gesuiti» cioè prima Z 3 dell*
■£70 G I 0 HX ^ T ^ <3eiranno 1606. in cui partirono dalli Città, e da tutto lo Stato: e allora ia Chiesa coli' Abitazione fu data a queste Religiofi; , le quali prima abitavano 1' L soia di Servolo ,' e si trasferirono in que- sto luo§o nslVsinno 1615. a' 27. di Giu- gno. .
Vi si annoverano sette Altari con pit- ture di Marcantonio del Moro, di Pac- io Veronese , il quale ha dipinto anchj tutto il soffitto: di Baldissera di Anna. del Tintoretto , e di Fabio Canal . Fra tutte queste pitture merita particolar at- tenzione la Tavola de'Ss. Pietro e Pao- J05 del celebre Iacopo da Ponte 5 detto il Bassano . D.cesi , che venendo rimpro^ yjgrato il Bas.ano di non dipingere , sa non assai di rado, figure co' piedi scopev- ti , forse perche non sapeva fargli come si conveniva , volle in questa Tavola d'u iDostrare il contrario, facendogli scoper- ti, e grandi .anche quanto bastar poteva.
Tra Je Reliquie ve ne ha di s. Leone Vescovo, di s. Servolo, e di s. Anna.
Vicino alla detta Chiesa vi è un pic- colo Oratorio dedicato a s. Filippo Ne- ri , in cui si veggono alcune pitture di Ermano Stroifi, e di D»m. Bruni. Senza mai torcere dalla via incominciata si giu- gne alla Ckiesa . detta
LO
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CI
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S E S T" kA. 2*1
LO SPIRITOSANTO,* ccJ Monistero
. Monache Agostiniane, la cui erezio-
: non è à^\ tutto certa . Sette sono gli
Itari 5 tutti riccamente adornati; fra i
lali distinguesi molto quello dedicato
la Vergine Maria della Salute. Le Ta-
ile , che gli adornano , sono dipinte dal
intoretto , dal Giordano , dal Bellucci ,
1 Cav. Bambini , da Gio: Carlo Loth .
La porta maggiore della Chiesa nella
irte interiore è tutta occupata da tre
lausoìei colle Statine , e coli' Iscsizioni ,
e perpetuano la memoria di tre Sena-»
ri della famiglia Parata . Il primo , che
nel mezzo , rappresenta il Cavaliere ,
Procuratore Paolo ^ famoso per le Le.
azioni, e dignità sostenute, e molto
m per la sua Storia , che comincia dall'
ino 1515., e continua sino al 1572. per
i quale merita giustamente di essere ce-
brato . Morì in età di 58. anni nel
398. a*6. di Dicembre. Al Jato destro
vede quello di Andrea suo Fratello,
:lu?tre per molti Uffizj sostenuti con
loria ,• e morì nel 1600. a* 22. di No-,
embre in età di anaì 67. Ai sinistro poi
quello di Marco, figliuolo di Paolo imi-
atore del Padre, e del Zio, il quale
asso da questa vita in età di 53. anni a*
12» di Luglio .
Vi.
^.71 G 1 0 nx ^ T u
Vicina a questa Chiesa è la Scuola dcf- lo Spiritosanto con tre Altari, la quale appartiene ad una Confraternità di Sacer- doti « di altre divote persone. Le pittu- re sono di Polidoro , e àt\ Zompini . Tenendo la stessa via si presenta lo Spe- dale , e la Chiesa, dedicata alla Transfi- gurazione di Nostro Signore, detta
GL'INCURABILI. Essendo formata «^.apprìncipio ài tavole negli anni 15^1. incominciò poi ad esser Eibbricata da Pietro Gontarini, che fu Vescovo di Paf- fo ; indi rifatta sul modello d^ì Sansovi- no per opera ài Atonio Gontarini Cava» liere . Il soffitto fu fatto per lascito di Lorenzo Zantani , leggendovisi queste pa- role : Venustissìmit laqueari a ex pio Lau- rentìi Zantani legato » La Cappella però , J e l'Aitar maggiore sono lavoro de' nostri tempi .
In questo pio Luogo si ricevono quelle fanciulle , che sono rimaste senza i loro genitori , e di queste le più abili vengo- no istruite nel canto , e nel suono per servigio della Chiesa nelle sagre funzio- ni , come si fa negli altri tre Ospitali già menzionati ; nel qual esercizio rie- scono sì perfettemente , che per questo titolo grande è in tutto r;inno il con- corso de' Forastieri 1 non essendovi alcun
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S E S T ^i M ^ "ì-lì ^
personaggio cospicuo, che giunto in Vi- negia , Sen parta senza aver onorato col luo intervento anche questo Pio luogo . Oltre 3 queste sì accettano tutte Je per- sone povere , afflitte da qualunque sorta di mali incurabili ( dalla qual' opera pia IO Spedale ha preso il nome) e sono trat- tate con carità per tutto il corso dell* inno, e in modo particolare nt' primi giorni del mese di Aprile *, nel qual tem- 50 gì* infermi concorrono in gran nume- ro, essendo specialmente fra gli altri ri- cevuti tutti quelli , che S-bben di Stato jstero j trovansi oppressi dal Morbo Cal- icò ,
1-a Chiesa, e glix-^ltari sono adornati
n forma assai conveniente al culto di
Dio , le funzioni Ecclesiastiche sonofat-
:e da' Chierici Somaschi . Vi si veggono
ntture del Tintoretto, del Gio^-gione da
^Castelfranco , del Prete Genovese, del
'eranda , del Varotari , del Rothenamer ,
3ell' Aliense , di Andrea Vicentino, dì
:iuseppe Enzo, e del Cav.iier Diaman-
ni . La Tavola col Crocifisso è di Paolo
J^eronese: quella dell'Annunziata dei
Salviatì : e nella Sagrestia un Quadretto
on mezze figure , un ca Opera in pub*
Irlico di Andrea Mantegna .
Den.
^74 G I O Fili ^ T ^ |.
Dentro il riciiato di questo Pio luogo y ^i è Lin Oratorio assai grande e spazio- so , frequentato da persone divote , degno ■ di esser veduto per gli ornamenti di cui ^a riccoj e per la nobiltà della fabbrica . Più innanzi sullo stesso cammino , sigiir gne al/a Chiesa e al Convento de' Padri Osservanti dì s. Domenico, detti
I GESUATI , circa la cui erezione convien sapere, che negli anni 1473. sot- to il Principato del Doge Niccolò Mar- cello) questa fu edificata da'Pcdri che si dicevano Gesuats ^ i quali solevano pia- mente impiegarsi ne' funerali della Cit- tà, e nei!' accompagnare al sepolcro i cadaveri de' fedeli . Essendo poi stata iSoppressa quella Religione nel 1669. dal pontefice Clemente IX. il luogo fu con- ceduto a* Padri Domenicani Osservanti, che presso 11 yolgo ritennero il primiero nome .
AI presente questi Religiosi hanno con|5'''ir' molta sollecitudine fabbricato un nuovclilisio Tempio sul disegno del celebre ArchiJtoJc tetto Giorgio Massari , in forma nobilcJ'"'era e. ricca, i cui Altari sono intonacati d Diaspro di Sicilia, e le Tavole di querlt^Bni fiti , oltre quella del Crocifissa, del Tin.pii foretto, sono de' primi valenti uomini dejifolo 2 mostri dì, cioè, quella di s. Pio V. diffitii,
Seba-
^11
Pii nani ^. nera (li 5.
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tamei «per e' pi!
Sebastiano Ricci , rultima ch'egli dipin-^' se; l'altra di s. Vicenzo Ferrerio da tutti 'Sommamente iodata ^ di Giambattista; Piazzetta , e quella colla B. V. ed alcu- ne Sante Domenicane , di Giambattista TiepolettOj che vi dipinse ancora tutt®> iil soffitto .
Là Tavola; di basso rilievo iri marmo idi s. Domenico è opera assai stimata dei MorJaiter valente Scultore de'nosfri tem- pi ^ di cui pur sono le statue , che ador- nano all'incontro tutta la Chiesa.
Molte sono le Reliquie j che vi s; ve* rierano 5 fra le quali si conserva il Corpo di s. Mariano Martire «
Questi Religiosi presentemente vanno fabbricando il riuovo Convento sul dise- gno dello stesso Giorgio Massari che cer- tamente e per la sodezza della fabbrica * e per la ben intesa architettura sarà uno de' più nobili e migliori della Città . Es- si hanno ancora una ricca Libreria , che di giorno in giorno vanno Sempre accre- scendo, cosicché si può senza dubbio an* |j noverare tra le più celebri della Città, massime dopo che ebbero la sorte di po- ter enire alia loro la sce.'ta e copiósa: Biblioteca deli' altrove menzionato Apo* sfolo Zeno , ricca non tanto di Manos- crictJa e di Opre insigni, ma eziaridio
di
276 G I 0 nitl^AT u di serie complete di edizioni pregevoHs< sime , e di libri rari e preziosi. II detto Apostolo Zeno è qui tumulato appiè del Coro , con bella epigrafe .
L'ultima Chiesa che rimane a vedersi nel diritto intrapreso cammino, e l'ul lima pure di questo Sestiere, è quella di
SANT' AGNESE, Parrocchia di Pre ti . Alcuni la dicono fabbricata dalla Fa. miglia Meliini , ora Famiglia dì Firenze e di Roma, ed altri dalla Famiglia dei Molini. Fu successivamente ristaurata ma ritenendo 1* antica forma.
Vi sono pitture delFoller, dell'Alien se , del Malombra , della Scuola del Da' miano, di Maffeo Verona ^ e del Padoa nino .
In questo Sestiere si comprende risola delia Giudecca, che si vede all' incoa tro , della quale perciò parleremo prima di tutte l'altre .
Fhì dei Sisthrì dì Dorso Duro *
l
ISO-
277
ISOLE
Cìrconvcìna alla Citta
DI V I N E G I A
i_ia prirrìa celle Isole che si presenta dopo la V sita del Sestiere di Dorso Du- ro ^ è risola della Giudecca ^ detta vol- garmente
LA ZUECCA
La quale chiamandosi prima Spìnalon- \ga , prese un tal nome dall'cibitazione de' Giudei , che fu loro permessa in que- sto. luogo , per tenerli segregati da' Cri- stiani, quando si trasferiranno ad abitare in Vinegia . Li primi abitatori peiò fu- rono il Ba'bolani, Iscoli , e Selvi , che nell'anno 865. furono banditi, e i loro beni confiscati per alcune discordie avu- \tt con altre famiglie. Indi per grazia ottenuta loro da Lodovico Re vU'*Roma' ni, ripatriati, non avendo più Casa, gli fu conceduto poter fabbricare in questa Isola .
A a Si
?ell:
M
^jÈ ìsole vicine
Sì vede questa piena di Ciaidini j e diì Òrti, ed è luogo di delizie *
Prendendo il principio dalla sua partè|^ iVJeridionale , vi è Ja Chiesa di
SANT'EUFEMIA, ch'eia Parrod* ctiia di tutta quest'Isola, benché in essa altre otto sierto le Chiese. Si crede £il> bricata verso T.anno 950. dalla famigliatjc^i Dente; ed altri attribuiscono la sua ere- zióne agl'tscolij a* Sei vi, e à'Barbolanl Sopraddetti, famiglie estinte.
fu più volte restaurata . Ha nove AI tari, le cui belle l>itture sono di Giroìa* mo Pilotto j della Scuola di Paolo j difel Eartolommeo Vivarini, dì Luigi Bsnfat-* to ^ e del B'jgoni .
Vi si venera il dorpo di s. Felìciànd Martire, con altre Reliquie* Proseguen* do r incominciato j cammino ^ si giugnef alta Chiesa^ e ài Monistero Sotto il no- me de'Ss» Cosimo e Damiano, che il volilo chiama semplicemente.
Sa COSMO. Ignota è la fondazione di questo luogo; né altro si sa, se non <;he nei^li anni 1552. quivi si trasferirono le Monache , le quali abitavano prima 1* Isola di s. Secondo. La fabbrica fu poi ristaurata nel 15S3. in forma assai como- da , e bella . ' • Sei sono gii Altari , ricchi di marmi 7?
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pari
alla Citta di Vìmgin , ajf ^ag^mente disposti. Le pitture ^ che gli domano sono del Palma giovine , del /intoretto, e à^X Padoanino » Le altre irròifitture , tutte singolari, sparse, per la 1^i >hìesa, sono del Cav. Liberi, di Paolo ''arinato, due insigai di Sebastiano Ric^ i , di Antonio Molinari , di Girolamo f^ellegrini , di Angelo Trevisani , di Giambattista Pittoni , ^ di Giambactistg. ìriepolo ,
Vi si venerano i Corpi de* Ss. Libera-
, Donato , e Illaria Martiri . L' ordine el cammino cLjconduee ala Chiesa, e 1 Monastero dedicato a s. Maria Mad- alena , detta dui volgo
LE GOraVERTITE. In qussto luogo estinato originariamente a ricoverare Donile peccatrici convertite , onde ne rese il nome , di presente dopo Tere-
one del pio luogo delle Penitenti a s. 5iob , non vi si ricevono che fanciulle
rgini , che qui professano la regola di
Agostino. La Chiesa che fu fabbricata opo la metà del XVL Secolo , non è
oito grande , ma bastevolmente ornata • -i sono gli Alrarì ben disposti, adorni 1 belle e vaghe pitture ,* tra le quali ve e sono alcune dei Palma giovine , di iUigi Benfatto , di Baldissera di Anna , li Matteo Ingoli, e della Scuola di Ti. «iano, A a 2 §il|-»
2.8o Isole vìcrm ;
SuUa punta Occidentale di quest'Isola r; la giace la Chiesa dedicata a' Ss. Biagio, [e e Cataldo col Monistero di Monache Benedettine, sotto il nome di i
S. BIAGIO. Da un antica Lapide fie- ^ Vi; ta nella muraglia sotto il portico della jKacL Chiesa, ricavasi, che quivi fosse ne' pri" gio,c mi tempi uno Spedale, e una Cappella, jtiao.! governati da un Sacerdote . Ma rimasto \%y\\\ essendo in appresso un tal luogo abban. jVen'' donato, la Beata Giuliana della Famiglia |!«o|q de'Gonti diCoilalto, che soggiornava in jdrin Padova, portossi in Venezia, e ottenu* janip;:; tolo , v'istituì un Ordine di Monache Benedettine . Mori la buona Donna negli j anni 1260. con odore di santità: e iti fatti trentacinque anni dopo la sua mor- llf^^;; te , f J ritrovato nel Ctmiterio ove eralpaiL stata seppellita, il suo Corpo incorrotto . lisila. Levata perciò da qUii luogo, fu trasferi- ? jjcor, ta sopra un Aitare in bel sepolcro dora-)! liiiìza; to, e già da più anni la Chiesa la vene-' mai; ra fra il numero dei Beati. E'ia mentre,j S, G vivea , ristaurò , e ingrandì il Monistero! i,:,]: e la Chiesa, adornandola riccamente: il^irCa- qual beilo esempio fu seguito àà quelle 5^"' ";! 5 che le succedettero, e in particolare a' ' nostri tempi , avendola ried ficata da* fondamenti, e ridotta nella nobil forma , ia cui al presente si vede ,
Set.
le,^!^ ;
alla Citta dì Fìm^ia
2f r
Sstte .fono gli Altari composti di mar» ^^■^Imi iìni , e ricchi di preziose pitture ; trd i|^) e quali sono eccellenti quelle di Paris >3i Bordone , del Pa'ina giovine, e d.;!:' in- doli .
Vi si coGserva i' Corpo di un ?. Eu-
tachio Martire, e un Braccio di s. Bia-
[IO, co-j acre Reliquie . ìsov^. m-olto lòn-
ano da questo Moniste ro s: ^.mmira il
n:igaifico Palazzo della Nobile Famiglia
/endra-nino, che fu da priina piccolo
nogo di aeiizia del Doge Andrea Ven^
diramino: poi a poco a poco crebbe ail*
ìmpiezza. e nobiltà presente, ria la f-ic-
uta disegnata dal Sansovino con 's.zz^.-^
nte Arch.cettura , ampio Cortile, ed
meni Giariiini j in capo a'q'ali c'è una
eggiar.nss-ma fabbrica: opera del fanos?
aliadio . Seguendo sempre il corso d.^ll*
.sola, si tru-jva la Chiesa dedicata a's,
b facopo Maggiore , fat-'Io di s. Giovanili,
jfFiZiata di' Padri S;rviri, la quale chs:.-
nasi
S. GIACOMO. Q^U!;'S[:a fa primi d^^rti
Marta Novjiia per ordine di r,larsUi3
Carrara, Signore di Padova, il quale
nel suo Testamento ìasCLÒ cento miia
Ducati per impiega^-si in questa iVihbrica ,
iV:;ndola in o'cre arricchita di alcuni
pad eri . Esecutori del Tesiamenta furono
A a 3 i Pro.
di
ì
iti Isole vicine
ì Procuratori di s. Marco, £ quali negli anni 1371. la fecero consegrare sotto il lt( nome di s. Jacopo e s. Daniello , e la na diedero ad abitare ai Padri Serviti . cof
Fa poi rifabbricata, e rimodernata da- Ali gli stessi Procuratori in nobile forma uà con sette bellissimi Altari, adorni di )ii] buone pitture , fra le quali vi sono due Tavole di Girolamo Piloto, e due altre di Girolamo Brusafrrro . N^^f/a Sagrestia è di Dom. Tintoretto la Tavola in cui si rappresenta la Vergine, s. Agostino, s. Filippo Bsnizzi , il ritratto di Marsi- ìì^ da Carrara, e di molti Padri dell* O.'dine de' Servi di Maria. \
Nel Refettorio 5 e massime nel Soffitto 1 vi sono alcune preziose pitture dì Paolo- ! Calliari , di Benedetto suo fratello, e di Carlo e Gabriello figliuoli di Paolo . SU-^ gue ia Chiesa chiamata i
IL REDENTORE , uffiziata da' Padri^ Cappuccini. 'Afflitta questa Città dal con. tagio nel 1576. , ^qcq voto il Senato d* innalzare un Tempio , e di dedicarlo 2 Cristo Redentore . Questo nobile , e ric- co edilìzio si £qcq nel luogo, in cui già-» e^/, ceva un piccolo Oratorio di Pad i Gap. Puccini, sul modello del celebre Andrea fc ì^alladio . La facciata è tutta ài marmo, jn?, sostenuta da colonne Corintie j e ornata
di
alU Citta dì VìmgÌA . i%i V\ cinque statue . Si ascende per una mae* tosa di diciasette gradini , pure di mar- Bo ; ed entrando per una gran porta tutta •operta di rame, presentasi agli occhi ì' iltar maggiore , tutto di pietre fine for- nato , sopra cui si erge una Croce con 13 Crocifisso à.\ bronzo , di Girolamo jarapagna Veronese ; del qua/e sono an- he le due statue di s. Marco , e di s. 'rancesco dello stesso metallo , coiiocate e* lati dell'Altare .
Nelle molte Nicchie da cui tutta la chiesa è adornata , si vedono ài chiaro- euro le Figure de' Vangelisti , ^oMt Si- ille , de' Profeti , de' Dottori della Ghie- i: opere del Padre Piazza Cappuccino, opra ia porta maggiore interiormente ' è una mezza Luna , in cui pure di biaroscuro , di mano del detto padre, 1 vede in aria il Redentore, s. Marco,
Rocco , s. Francesco , s. Teodoro , e la
Ìede col Doge; e co' Senatori \vi atto di ipplichevoli ; e sotto è scritto ; Chrtsta tdemptorì . Cìvkatg gravi psstikntìa herata . Senatus ex Doto . Prid» iSljoyi. ept, ^n, 1576.
, Intorno alla mezza Luna : TProtegam Wb^m isttim j i^ salvcibo sam propter
In un angolo a mano diritta sì legge
scoi-
2§4 hole "ìjkine
scolpito in marmo : Djacs tA/oyire MùCS^': ft'go 5. TS[of7Ìs Maji .An, 157^»
Alla sinistra: Vrimarìus Lapis a]om\ n$ Trivìsam 'P^i^narcba P^enetìar'im •
Dair altro capo della Chiesa a diritta si legge : Duce Tascha/e Ci coma . 5. Kal. - OH. «592.
Alla sinistrai Consscratum a Lauri nt io Triolo Tatriarcha F'e^etiarum .
Sei sono gli Altari in sei Cappelle j, tutte di fini marmi , con belle pitture del Tìntoretto 3 di Francesco Bassano , del Palma giovine, e della Scuola di
porta di Pietro Vecchia . Nella Sigresria , e nel Conv.-nt3 ve ne sono di Carlo Sa- raceni , del Palina 5 di G ^ovanni Beliino ,,. del P. Piazza detto poi {va Cosimo Cap-" puccino , ^ di Paolo Veronese . • In adempimento del Vote, ed in me* moria della g'MZ'a ricevuta , visuasi ogni'; anno questa Chiesa nella tev^a Doinenica del r/iese di Luglio, in cui si celebra la festa solenne del Redentore del Mondo. Do^po questa siegue da vedersi la Chiesa detta
LA CROCE DELLA ZITEGCA, di Monache Benedettine, cir:a la cui ori- gine in uno de' Piedestalli delia Cappe!- iti la maggiore leggesi : Trim^^dh ; Cruci k
dna- '"■'
■^atce, fundamsnta ^ 7. Ki-iì, Mai] jaùl.t
E nel r altro : y^dem hanc jinton. Co?:- '-. urbis .Antìstes . 7. Kt/- Mai} die ^^
Sette sono gli Altari ricchi di marmi > iscuno de' quali fa maestosa comparsa; tra questi il maggior: è stato rifor.ria-
di marmi fini. Le p'tture sono di atteo Ponzone j di Pietro Ricchi, dei- Scuola di Tiziano, di Michele Sobleoj di Antonio Zanchi . In uno de'mìnoi-i. è una Tavola con s. Benedetto, e àitri nti , di Sebastiano Pvicci . Vi riposano i Corpi di s. Atanasio, s^ Ha B. Eufemia Giustiniani . Il pnm<>
questi , che vedesi senza capo , ivi rtato a Venezia da un certo Merca*^ nre di cognome Zotareili . Riconosciu»».
poscia con somma diligenza e eoa ittissima perquisizione: dal S:\nto Pa* ia>*-ca Lorenzo Giustiniani , fu C'olioc a*'
in questa Chiesa con grandissiaia poa* , e r-iDosro dove tuttavia si trova , l-g" ndosi dfffìsamente la Storia di questx •as'aziooj scritta nei tempi in cui av- nne , rìf-rita da' celebri Padri Bollan* sti sotto il giorno f'.^?tivo di ques:3 ian Santo della Greca Chiesa ,' il CarpOk •i della B. Eufemia Giustiniani che fa
Bades,
2S6 alla Citta dì Vtnegìn , Badessa Jii questo luogo per molti anni ai tempi di s. Lorenzo Giustiniani di cui era consanguinea , riposa nel chiostro tuttora incorrotto e flessibile, custodito con somma ven^razicne da queste piq ^i Religiose,
In una Cappella si vede ìa statua di Giustiniano Giustiniani , Commendatore «Iella Religione di Malta, colla srua Is- crizione sepolcrale . Nella Cappella del- la iamiglia Merosini vi è quella del Car- dinale GianfratHresco Morosini , chvi tu Nungio in Francia per Sssto V., e Le^ gato, essendo stato prima Vescovo ^\ Brescia .
la questa medesima Isola della Giudee», ca, accostandosi alla parte Orientale , sì S;rov3 la Chiesa dedicata alla Presenta- zione della Vergine, ^etta
LE ZITELLE . L'istituzione di que- sta Chiesa, e del pio luogo che la cirn- eco ia, sjguì perchè vi si raccogliessero, ^ fossero educate tutte quelle povere gio- wanc-tte anche di civile e nobile condi- zione j le quali per la naturale avvenen- za potessero essere in pericolo di mac* chiare la loro onestà. Queste vengono educate nel lavoro particolarmente <ii bellissimi accreditati merli, detti voU garmentc mèrli à^ aria y un fornimento
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ìsoie vlchè ai 7
eì quali ascende alle volte fino alla som* na di 400. e più Zecchini 0
La fabbrica di questo Luogo dicesi atta da Bartolommeo i Marchesi , negli nni 1586. come si legge in una Iscri- ione posta a' lati dell'Aitar maggiore.* la pia Opera *è stata istituita da alcti* e Gentildonne j come accenna il San* ovino .
La Chiesa £j coosegràtà di Francesca ai baro 3 Coadiutore del Patriarca iii quileja, o sia "Patriarca c/etto^ succes- >re all'attuale j con permissione dell' •rdinario i Benché questa tìa. piccola , Utavolta è decentemente ornata ; ed è chitettura di Andrea Palladio» Tre so- sono gli Altari. La Tayola del fnag. "ore è di Francesco Bassano i quella dell* Itare a diritta è dell* Aliense 5 ai cut ti si leggono due Iscrizioni di Federi- ) Contarini Ptocuratore di s. Marco, ■iebrc pel suo Mus^o : e l'altra a sini* va è del Palma giovine: e sopra la por- vi è un Quadro di Pietro Ricchi . Vi- 'no a questa Chiesa era pósto il sontuo- Palàgio delli Famiglia Nani adarnaC3 ricche 3 e prezióse; suppellettili ^ epic- ire 3 Ora però demolito in gran parte, iridotto ad altro uso ^ essendosi estinto el Golonello della Famiglia Nani .
L'
2Ì% a//it Città di Fìnegta »
L'ulc'ma Cfiiesa, che compie il nume» j'o d.ils nove della Giudecca , è quella di s» Giovanni, detta comunemente
S. GIOVANNI DELLA ZUECGA, ijrT;2Ì.ita un tempo da' Monaci Camal'.lo- Jesi . Cinque erano £^Ii Altari, a due de quali fecero le Tavole il Tintoretto , e Giovanni Bellino .
Al presente estinta la ConVentualità, e il IVIonastero rivolto ad altri usi per le pubbliche nuove providenze , la Ghie. sa è officiata da un Cappellano.
In qu.'sta Isola vi è un Collegio go vernato da Padri della Congregazione di Somasca , ove s' insegnano a Giovani No bili Viniziani le umane Lettere.
In poca distanza della Giudecca vi è una altra Isol^^ttaj che si chiama
S. ANGELO. Abitata un tempo da Padri Carmelitani Osservanti , la quale con permissione à^l Principe fu loro con ceduta negli anni 151S. dalle Monache delia Croce della Giudecca , che ne avea- no il dominio .
Q^ui parimenti per mancanza d'indivi- dui fu soppresso il Convento che passò a Pubbliche disposizioni.
Poiché siamo qi-unti all'altro capo del- la Giudecca, che risguarda verso 1' 0'. risntSj passiamo a vedere l'Isola di
S. GIOR-
7C ^a/^ar ~ .
'■^<7ZO c^i a (7 (7107^-0
Isole vk'we 229
S. GIORGIO MAGGIORE; ch^ è fivjsa da questa, da un solo Canale. 'urte le Isole, trattone quella della Giu- ?cca , sono Gonaprese tìei S.-sticrs di s. Jroce , perchè così Stanne registrate nelT ifizio della Sanità .
In questa nobile e deliziosa Isolettaj le ha un miglio di circuito , e giace [rincontro della Piazza, e del palazzo lucale, vi era un* antica Chiesa annessa la Cappella Ducale , e soggetta alla yiurisdizione de'Dogi. Tribuno Mimmo |he fa Doge verso la fine del X. secolo donò ai Monaci Benedettini neJi'an- to 9S2. Impsratortbiis ùominìs VaiUio ^ ms tantino fr atri bus , p$pu/o IXpmaio ma^ ns is^ pAcific'is Imperatoribus ^ anno au-^ un Imperli eorum post obìtum Joa»nU l'iwishii P'IL i Mensis Decembris dh io. \>7i.ìiol7oncf IL Rivoa/to : così leggesi nelU fonazione . Oltre alla detta Chiesa eravi anche la Vigna di Domenico Morosini , fra- nilo di Giovanni , che negli anni 97S. Ira andato nel!' Aquitania con Pietro Or. bolo Doge, ora veoerato fra' santi, e [on Giovanni Gradenlgo per vestire l'a- lito Monacale nel Monister* di $. Mi. |thele di Gossano : la qua! Vigoa fa do^ fata a questi Monaci dal detto Giovati- B b ni
19 Ci alia Citta ài Vìnigìa , ni Morosini . Pare ^ che vicino alla \fj gns fosse un Lago, ed un Mulino allofa rovinato, di ragione del Dogado 5 e pepe in ciò si legge neila Donazione che viealieUr permesso di fare un' Aquimola ad uso djaltra Monaci , e il Doge nninaccìa pene a c^icns ( volesse levare o impedire 1* acqua ai M(^!gg;si niscero. Dal che si puà di passaggio ra<jt fu corre, che i Veneziani di que'jdì , n^mr. avendo per ancora dominio in Terra-feido ma, doveano aver 1* uso de' Mulini anch Oro in queste acque, benché il flusso e riflurempi so le alzi e le abbassi, leggendosi ujioiitc altra Donazione del 1210* di Marco Niiioji, cola Vescovo di Castello, al Monasteio,( di ?« Daiiiele , di un Lago nsl confine ^agm) s. Pietro dì Castello col suo argine ,511, con tutto il i^ado y su cui vi era u«a^e Casa di legno, e due Mulini, ai qua si descrivono per confini la terra d iVIonist«ro di s* Daniele , alcune proprii tà de' Parrocchiani dis. Pietra di Caste lo, l'Arsenale , ed altre Propietà d Parrocchiani di s. Martino, e di s. Bi gio . La bella Ckiesa che ora si vede sul disegno del celebre Architett© Al drea Palladio, è una dglle più nobili » ben intese del/a Città. Nella facciata tutta di marmo, si ergono sette stat^^Jo scolpite da Battista Albanese Vicentini
cin
.'•' e' h
I IfoU vìchs 29?
mque sulla som mira del nobile Fronti- litio , e due negl* Intercolunrij , col'o- .te in à'di nicchie. Ai Iati poi vi seno (le Urne, una di Tibuno Memmo. e laltra di Sebastiano Ziaui , eolle loro t crizioni: e nel mez^o sapra la porta 'ggssi la memoria della sua fon iasione , fé fu nel 135^' 5 e del suo int~r,.. com* amento nal i6iOj sotto il Prìncipe Lio- ardo Donato .
• Undici sono gli Altari di questo gran ■•empio, tra i quali il maggiore che à t)lato , si vede composto di marm- ore- osi 5 ort'^ato di quarcro statile »ii bron- '"•jt } ( opere singo'i i di GirolaiTìo Cani» gna ) rappresentanti i quattrf Vaoge- ti , che sostengono una gran Palla di me dorata , simbolo del Mondo , sopra ji sta in pi :di il Padre Eterno : disegna ir Afiense. E' de?no di csst^vazion^ Coro di questi Monaci , ove con ^A* C:i .bil maestria ftt ".nag fiata la v;ta di s» en-d:jtto , dall' ••■>> gne Alberto de Bra- : Fir-tnTT.ingo j gioving di 25. anni ^ Le pitture sono rutie di mano maestra . "el primo Altare a diritta entrando in hiesa, vi è una bella Tav«.>ìa di Jacopo 1 Ponte detto il frassino. Passato il se* 5ndo , in cui e* è un Crocifìsso intaglia- > iu legno ci Filippo Erunslesco 5 si vede Bh % nsl
29 t (^Uct città dì P'heg'ci .
nel terzo la Tavola di Jacopo Tinto'et-
to ; di cui pure è quella del quarto nella
Crociera , ornato di Colonne di marmo |: <jreco : la Tavola dell'Altare chesiegucif è di Sebastiano Ricci , moderno pittore
La Tela dell' Albero delia Religione ài\\^^ s. Benedetto Con picciole figure è di Pie tro Malombra: quelle che sono ai iati| deli* Aitar inaggiore furono dipinte da Jacopo Tintoretto , il quale dipinse anche ie Tavole de' due Altari che sieguono L'Immagine di f. Giorgio sepra il suo A/tare è dtl Ponzòne , ed un altra pure[/n d s. Giorgio che sta nel Coro deli' in- verno è di Vittore Carpaccio. Di Giro, iamo Campagna è la Statua di Nostra Signora ; e di Leandro Bassano è quello di santa Lucia .
Nglla Sagrestia ci sono pitture del Palma giovine , dei Vivarini , e di Maffeo ¥erona . Hanno pure questi Monaci altre pitture di Jacopo e di Domenico Tinto- retto, nella Cappella ds'Morri. In altri hioghf ne tengono di Rocco Marconi, dei Tintoretto, del Cervelli, del Lan. getti, e di Lamberto Lombardo» Nel Refettorio vi è la gran Tela di Paolo Calliari , rappresentante Je Nozze di Ca- na in Galilea , con cento e venti figure in circa, «elle quali per una gran parte
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' ^ ìsole vicine 295
i riconoscono le persone ritratte, che al empo di Paolo erano famose . Nella figu- a dello Sposo con barba nera è ritratto D. Alfonso d' A vaio Marchese del ^asto j e in quella che gli sta vicina in tto di struzzicarsi i denti, è dipinta la ^arches^na di Pescara Vittoria Colonna uà moglie . Nella Sposa è Ritratta la lefina di Francia moglie di Francesco
j e ia quello che gli siede a canto è (tratto il Re medesimo. NelT altra don- a che gli è vicina, è ritratta la Regi- L Maria d'Inghilterra moglie di Arrigo III. In un'altra figura si vede il ri- ratto di Achmet II. Imp. de' Turchi, e capo alla prima tavola sta ritratto !arl<i V. col Tosone al collo . Da un Itro canto son dipinti due Cardinali che . trovarono in Venezia al tempo di Pao« >: e vicini sono par ritratti alcuni Mo« aci di questo Monastero . Deesi pur no- :ire il concerto di suonatori , che si ve- le in questa fimosa opera ; perchè in 'ueilo di essi , che suona la Viola , Pao. > fece il proprio ritratto , nel secondo 4'oi Violone ritrasse Tiziano: nel terzo ol Violino il Tiiuoretto, e nel quarto 'al Flauto il Bassano .
Anche nella Libreria, ch'è copiosa ài ttimi Libri, vi sono pitture di Giovali'. B b 3 la
^94 ctUa Citta dì ^'msgìa » ni Colli da Lucca, e di Filippo Ghersr- di , allievi di Pietro da Cortona, e di VariscQ Baschenis da Bergamo; ed il sof- fitto della gran Scala fu dipinto da Va- lentino le Febbre , D. Marco Veneto , Decano Gassiness , ha spiegete qu-ste pitture ne' suoi Ve^uhn morali. Q^uesto fu il primo Qjaadro , ch« il Calliari di- pitagesse in Vinegia , ed è forse il più vago , e meglio conservato di tutti gli altri .
Molte sono le Reliquie, e i Corpi de* Santi che si venerano in questa Chitsa : cioè i Corpi de' Santi C^suna e Damia- no, portati negli anni 1154.; quelli di s. Eutichio Patriarca di Costantinopoli , trasferito nel iza6,\ di s. Cosma Con- fessore Anacoreta Gandiotto, traspo.tata di Gandia nel 1058.: di s. Paolo Marti- re per aver sostenuto il culto dell' Im- ni magini, trasiatato da Costantinopoli, o' pii secondo alcuni dall'Isola di Nas5o , da' j^e Paolo Abbate dì questo Monistero nelì anno decimo settimo dei Principato di Ma Arrigo Daadoìoj essendo Pod-sva di Co- stantinopoli Marino Storlado , che fu nel 1222. Sopra ogni altro però è degno di particolar venerazione il Corpo del Pro- tomartire s. Scefaio , che da Costantino- poli ia trasfi-rito in Vinegia nel me,
e pesto
Isole Vicine 295
e posto in questa Badia di s. Giorgio, carne si ricava da alenai Mss. , che fu- rono pubblicati dal Signor Muratori. La Storia di questa traslazione si racconta distesamente dal Dandolo,
In oltre vi sono Reliquie di s. PantJ- tone ^ di s. Benedetto, dis. Felice Pre» te Martire, di s. Luca, ài s. Gerar-.ìo Sagredo Veneziano , Vescovo di Chonad , - Martire, detto 1* -dposto'd deli' Unghe- ria: di s. Ilarione , e molte altre. UltU riamente ''i furono trasferiti i Corpi, é !e Reliquie de' Santi che ♦'iposivano nel- a Chiesa di s. Niccolò del Lido , dopo a soppressione di quella Baàa,
In qu sta eh -sa si veggono ie Memo- •ie di vaij Dogi, fra' quali è Lionardo Donato, celebra nella Stor a «^ Andrea Morcsini ; il quale dopo se. anni, e sei uesi di Gov.rno, m©rì n^i .i6 1 2.i.a cosa 3iu s ngoiare , che avvenisse lel ten>po !el suo Principato, fu ia diiFerensa chi jbbe la Rep-bblica colla Santa S:de . II Vlausoleo di questo Principe è situato so^ pra la porta maggiore.
A!*a sin str:i si vgde quello di Iv^arcan- onio Mer-nm- , col suo ritratto scolpito ;n marmo, norto nel 1615, dopo aver ■enuta Ir^ Sede Ducale tre anni, e tre ,nesi *s il tempo dei cui Governo fu lieto : tranquillo . t
igS etììa Citta di Fì^icgìa • Neir andito di rincontro alla Porta del Coro, si vede la memoria del Doge Do. menico Michele, morto nel 112S. aven- do retto il Principato undici anni . (Que- sti a^ istanza di Papa Calisto si portò con dugento legni in Joppe assediata da' Turchi ; e presala , donolla a Raimondo Patriarca di Gerusalemme . Egli tolse airimpcrador Greco Emanuello, che gli avea mossa guerra. Scio (donde fu tras- f.rito in questa Città il Corpo di s. Teo- doro ) Samo , Rodi, Mctclino, ed altri luoghi, e tornato vittorioso a Vinegia, rinunziò il Principato .
(^ui appresso vi è il sepolcro di quel Piètr© Monaco , che trasportò da C«stan- tinopsli il Gorpo di S. Stefano Pratomar» iire nel 1 1 10.
Dinanzi all'Altare della Cappella vi. «iaa giacciono sepolti in un medesim® Avello Sebastiano , e Pietro Zia'ni , pa- dre , e figliuolo , amendus Dogi , con Ja- copo altro figliuolo di Sebastiano: Farni- glia molto benemerita di questo Moni- Stero, mentre Sebastiano Ziani donò ad esso molte case nella strada , che chia. masi la Merceria^ e Pietro suo figliuolo, dopo aver rinunziato al Principato , riti- rossi ad abitare in questo luogo . Sebastiano Ziani fu il primo Doge crea- * co
Isole vh'i/ie 297
ro d^ iindeci Nobili , e sotto ói im fu ntrodotto l'uso di g.^ttar denari al po- )oIo pQv la. piazza nel giorno de li co- •onazione a constume preso dai Greci Im^ >e?-atori . Sotto il suo Principato rico» 'rossi in Venezia Alessandro III, Ponte- ce fuggendo dalle psrsecuzioni di Fede- ìco Imperatore, e pertossi ad abitare lei Palazzo Patriarcale 5 ch'era allora iella contrada di s. Silvestro, accompa- gnato dal Doge, e dalla Signoria . Se- ;uita poi la pace coH'acccnnato Impera- ore , accompagnato venne dal Doge a ^oma , insieme collo stesso Imperatore,
solennemente ristabilito nell'Apostoli- -a Sede .
Molti furono gli onori ad esfo fatti lalla Repubblica; e siccome si mostrava gli gratissimo al Senato , volle eterni lentrassegni lasciarceli della ricono^enza ma , e amorevolezza alla Repubblica, vendole donato gli Stendardi , le Trom- le , l'Ombrella , il Seggio, la Spada, e 1 Dominio del Mare Adriatico, come ifciisce il Sansovino nella sua Fenszin ^ ieir edizione del 1663. alle pag. 479. e j59, , e con più precisione, riguardo al Mare, alla pag. 501. oVe narra, che es- endo il Doge Ziani ritornato vincitore alla giornata fatta in mare con Ottone ^
il
^gS alla Citta dì Flncgìt. il Papa oltre all'aver concc-duto al Do- ge molti prlvii;gj, gli ^^onò un aneli©, e gli disse: TX^cevi questo o Zianì y col quale tu; e t tuoi sucd^ssori userete ogni finno di (posare il mjtre: acciocché i po^ J steri intendino ) che la Signoria d^ esso i: mare , acqnìsrata da voi per antico pos sesso i e per r^igìon di gmrra e vostra \ f, e che il mare è sottocosto al vostro Do minio come la moglie al marito. Di cesi N <:hs in questo trinpo fa così grande il numero de* Forastleri accorsi in Venezia Pr che si contavana più di cinque mi|aper« cr sone graduate, ci' è A tnbasciadori , Priti- cr cipl , Cardinali , /arcivescovi , Prelati , ed altri, i qm^li tutti aveano il loro conve- piente accompagnamento, e l' Imperatore aveva una Corte degna della sua persona^ ^ della sua dignità .
Di un fatto si mernorabile ne viene fatta menzione da molli Autori , tra'qu- W il Meleto nella sua Cronaca ne dà un distinto rag^'jaglio , comj pure il P^trar-^ ca nel s'io libro intitolato ds Gestìs im^ p erato rum .
Morì finalmente q 'esto Doge pieno di gloria l'anno sts'o del S'io Principato, Jascianrio al pubblico molte ricchezze, alcuni Stabili alli Monaci di s. Giorgio, ed entrata non piccola da dispensarsi an-r
nual-
Isole liane 29^
«talmente alli careeraCi", per cui glisom« ministrano una tal porzione di pane al giorno per ciascheduno .
Sotto il Princijiat© di Pietro Ziani , che regHÒ ventiquattro anni , e mori nel 1279, si ebbe l'Iso/a di C;racli.. si ae, quistò Corfii , Modone , Corone j Galli- poli , Nisia, Andro, ed altri l-joghi • Vè-nnt a?Ia divozione della Repubblica Negropo-te . Si edificò il Tempi© di s* Maria dtVis Vergini. La moglie di questo Principe fu Qo$t^''ZH figliuola di Tan- credi Re dì Sicilia. Appresso il SepoL ero di questi due Dogi, riposano due Prelati dell'antichissima Famiglia Sanu- da , ameiidue dello stesso nome, Tuno dopo l'altro Vescovi di Concordia^
Nobile e sontifoso è il Monistero coni vaste e b«« ordinate abiraz.oni, ì cui Cbiostri sowo bellissimi e n colonnati , e prospettive , e con Un ^ sra a veramente magnifica: disegno di Raidissera Lenghe- r.a. Spaziosi poi sono gli Orti, che lo circondano, la cui amenità invita il Fo- rastiere , e i Citt-^dmi proprf tutto l'an- no a godere dw*/'a soavità di quel passeg- gio . Non molto Jonr_^na da questa è T Isdla detta
LA GRAZL^ ,
Nome tratto dalla Chiesa in esja eret- ta
500 alla Citta dì Fi a e gì a» ta di s. Maria delle Grazie, di antica fonilaziontj trovandosi nominata da Aix* brogio Contarini nel suo viaggio di Porsia per cagione di un Voto fatto a s. Marzi òeWe Grazie nel 1477. il luogo èbfllo, e pel site 5 e per la fabbrica . Fu primie- ramente posseduta da Monaci Benedettini di s. Giorgio maggiore , e chiamata C»t- mamlla ^ dai quali resa essendosi già fà- Hìosa per una imiìsaging miracolosa di Nostra Signora fu conceduta ne! 141 2. ai Padri Eremitani della Congregazione di s. Girolamo di Fiesole ; ma soppresso quell'Ordine da Clemente fX. nel secolo passato, fu, data a Monache Cappuccine nel 1671, che si portarono ad abitarla sotto la direzione di Suor Maria Felice Spinelli, morta in odore di Santità,
La Chiesa è tutta' ornata con qualche pittura di Jacopo Tintorctto , dei Palma, di Bartolomineo Scaligero, del Zanchi, del Balestra , e di Giovanni Bellino . El* Ja è frequentata nel principio di ogni mese cìjvi particolar divozione ; e in tutto Tanno ancora per la miracolosa Imma- gine appunto di Maria Vergine, che dis- pensa continue grazie a' suoi divoti .
Vi sono Memorie àii Luigi Pisani Car* dinaie, che moiì nel 1571.: di \\x\ An- nibale da Capova Arcivescovo di Hapo*
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Speli?.
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li, e Legato Apostolico presso la Sere- nissima Repubblica: de' Cardinali Ago* >tino Vallerò Vescovo di Verona celebra Jer lettere, e per T integrità tii sua vita , :he morì nel 1606. '5. e di Pietro Valiei:© \.^escovo di Padova, la cui naorte segui nel 16^29. colle loro Immagini scolpite latCav. Eernino . Nel mezzo della Cap- .^ella maggiore vi è un sepolcro senza, [scrizione , iti cui credesi esservi riposto .1 B. Cario Runaena ì'nstitutore delia Congregazione di Fiesole , passato al Cie- 'o in questa Isola nel Settembre delTan- Ta 14:7. lansìazi alla porta della Sagre- stia leggesi pure la seguenti Iscrizione r Mario W'tiìo suavissìmo Sabe Ilici Tletas MàFL N«ii molto discosta ia questa è 1* feoi di
S. CLIMENTE ,
Chiamata da alcuni la Madonna di Lo-
eto , perchè nel mezzo d«Ua Chiesa vi
eretta una Cappella simile a quella dì
<>retcrj iz Fraacesco Lazaroni Pievano
i s. Angelo . Q^uesta Chi«sa che è assai
ella, fu fabbricata da Pietro GatiUsa 3
©pò gli anni 1x31. , iasiesie con uno
pedale sotto la Giurisdizione del Pa-
iarca di Grailo . Levato I^ Spedale 3,
cfee era incomodo ptr ia sua distaiixaL
C r dalla.
302 alla Citta di yinegid . dalla Città, venne in potere de* Canonia ci Lateraaesi ) chiamati in Vìnegia della Carità \ i quali vi fabbricarono un Con- vento, e vi abitarono siooal 143^' ^^^J anno 1645. con permissione pubblica lU ottenuta questa Isola da Agostine^ da Co- reggi© mediante 1' esborse di Ducati éióo.- dichiarando averne fatto l'acquisto per 1 Romiti Camaldolesi di Monte Corona^ detti dìKua^ che al preS3nte T abitano: e nel 16464 agli t. di Settembre vi si traslatò con solennità una Immagine del- la B. V. che si conservava nella Chiesaf de* detti Canonici, intagliata di tutto ri- lievo in un trofico di Cipresso » insieme' Con molte altre Reliquie .
La facciata della Chiesa è stata orna- ta con pilastri e cornici di marmo , dà Bernardo Morosini , colle memorie delU gesta di Francesco suo Padre , di Toffl^ maso suo Fratello, e colle Immagini di Nostra Signo-ra , di s. Benedetta, e dis^ Romualdo . Nella facciata interna vi e iitì nobile Mausoleo di finì marmi , erèt- to alla memoria di Girolamo Gradenigo Patriarca di Aquileja.
Le pitture che adornano questa Cnie^ sa. Sono del Ruschi j di Pietro Vecchi» della Scuoia del Malombra, di Demenu co Tintorett» , ^q\ Licino , del Padoani-
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Isole vicine 303
0 , di Giuseppe Enzo, della maniera el Bassano, del Ricchi 9 di Maffeo Ve- ona , e del Lazzarini . Nella muraglia ìienorc della Chiesa vedesi una lapide on le seguenti parole: Ts^Qn' e lecito a lonne entrar qui dentro in pina, de sco" retinica V ape le , eccetto h fsstz della Z^/- ìt azione , ^ssunvon$ , Q l^ativìt^ di ■farla Ferging ,
Nella Vigna vi sono molti Eremi che
srvono al soggiorno di questi Menaci 5
ir al ritiranficnt* di alcuni Cavaberi.
lassando alquanto oltre si trova 1' Isola
olla Chiesa di
SANTO SPIRITO, , iiretta da Andrea iondumiero, che fu 3oi Patriarca di Vtnezia nel Secolo XV» .^d al presente offìxiata da Padri Fran* "escani , nobile per 1* architettura del Sansoyino . Fu luogo cospicuo rael tempo eh' era abitato da' Canonici Regolari della ,2ongregéi2i«ne di Santo Spirito , istituita nel 1454., poiché era ricco di beile Sta- tue, ài Chiostri, e di ampj Giardini s e ornato A^^Wq opere de' più celebri pittori . Ivja soppressa qusUa Religione nel 165Ó. da Papa Alessandro Vi!, e venduti tutti ì suoi beni p?r un milisne di Ducati j impiegati nella guerra diCandia, fu dal ■Senato conceduta alli Benemeriti Padri C e z Mino-
3'04 alici Citta di Vììiegia » Khnori Osservanti fuggiti di Candia j es- -sendo stata prima spogliata di tutte le Argenterie, ricche suppellettili , pitture, e d'ogni ornamento: e trasportato il tutto ad ornare la Chiesa di s. Maria della Salute .
Al presente sì vede ornata colle snp- pellcciii portate da Candia da que' Pa- dri, e con pitture non ispregievoli , ol- tre melte insigbi Reliquie. Le due F. gure di marmo collocats sopra l'Aitar maggiore, e quella di Mosè posta sopra la Pila, sono di Giammaria Padovano : :; Niccolò dall' Arca Shiavone lavorò il Presepio in terra cotta di mezzo rilievo colorito . Benché il luogo non conservi l'antica nobiltà, si riconosce però eh- è stato assai bello, ed è ancora ameru"^. Passeremo all'Isola di
S. ELENA, E ai Monastero òÀ Monaci Olivetani , che r ebbero nel 1407. da Paolo Morosi- ni . Dice il Satisovino , cHò della Chiesi fu fondatore, e autore Alessandro Borro. sTieo Fiorentiao , il quale vivea in questa Città negli anni 1420. , perchè qui si ve- dono alcune M-morie di lui, dalle quali s\ ricava che egli , e suo Fratello Fieri jecgr^ Cappe /Um ha» e Hek/?ce ; e perchè c'è il sepolcro di amendus quessi Fratel. Il colle Icro Iscrizioni . .
ìsole vìchii 305
Ma la fondazione à\ questa Chiesa è nolto più antica, essendo stata eretta da Pietro Ziani, eletto Doge nel 1205,, e terminata nel 1211.: onde il Ziani ne fu X fondatore , e il Borromeo il ristaura- tore . Riconosce inoltre questa Chiesa per suo benefattore Tommaso Talenti 3 Fiorentino anch' egli che i'^tst molto ella riedificazione della medesima; il guaie ancora fece ai Padri un ricco las- cito di danaro, e vi fu seppellito in no. bile Monumento .
Le pitture più ecceli^nti sono la Ta- vola dell'Aitar maggiore colla vita de' R* Magi , opera preziosissima di Jacopo Palma, ed altre di Donato Veneziano, e di Jacopo Moranzone . E'b^^llo il Co- ro per le vaghe prospettive, che sono in cadaun sedile : Opera di Fra Sebastiano da Rovigno . La Sagrestia pure è degna di considerarione , il di cui Pavimento è tutto lavorato di smalto azzurro, e bianco .
Qui si conserva il Corpo di s. Elena Madre di Costantino Imperatore: il qua- le dicesi trasferito da Costantinopoli per opera di Aicardo Canonico Regolare nel 1112.; e riposto nella Chiesa de' Servi; indi trasportato nel 1208. in quella de' Carmelitani; e di là finalmente in que« C e 3 sta
^o6 alla dita di Fi ne già, §ta Isola? Vi si venera inoltre parte d-l Capo di So Jacopo Appostolo, Oltre gli illustri personaggi di cui si è parlato , vi giacciono Giovanni Giustiniano , e suo figliuolo Francesco , aojcndue Cavalieri , J " autori del Suolo della Sagrestia : Vittore Cappella, che fu Generale ài Mare sor, to il Doge Cristoforo Moro : Luigi Lo. r redano , che fu Proyeditore dell* Armati ^jj contro Alfonso Re di Napoli: pi;;tro ^^^^ ILoredano, e Jacopo suo figliuolo,* il pri- mo d«'quali prese Traà nella Dalmazia , j ruppe i Genovesi , sconfisse i Turchi , e fa Genì?rale dell' Armata sul Pò contra Filippo Duca di Milano avvelenato da* nemici l'anno 66, della sua età; e Tal, tro dopo la caduta di Costantinopoli , "J sostenne la Grecia contra i Turchi, sot- tomise r Isola di Rodi, che erasi ribel- lata, e fjce altre aziofli descritte neii' ]^logio sepolcrale .
Vi riposano parimenti le ossa , e si leg- gono le Memorie di Pietro Balbi eletto Generale nel 1440. per le cose della Mo^ rea : di Antonio Donato , eh" ebbe chiaro - nome pei suoi maneggi?' di Francesco Ji ivoisi, Anabasciadore del Re d'Iiighil- tijrra , che morì nel isix.^ e finalmenie di Domenico A leppo j Vescovo diChisS;- mo 3 uomo di Lettere , che morì nc-l I5f>i» j !?■''
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Isole vicine 307
In quest' Isola furono eretti dal Pub- jlico 34. Forni di beila struttura, ne' juali si cuoee il Biscotto che dee servi- •e al manteiaimento delle Milizie , e di iltre persone destinate al pubblico servi- gio . Poco più oltre è Tlsyla detta LA CIRTOSA , Era quest' Isola formata di due pezzi li paludo incolto appartenenti al Vesc^' pdo di Castello , Marco Niccola Ves- bovo Castellano negli anni ti 19. la con- cedette a certi Caiioaiei Regolari , riser* /andosi l' approvaziovie de' Priori. Do» nenico Franco fu il primo che rifabbri- :ò il Monastero e la Chiesa , chiaman- Cola s. Antirea del Lido . Conservasi iella muraglia di una Cella, ov'egli è epolto quest'Iscrizione;
Domini cus hrc Frater nostri Ordìnts du put 5 qui hanc construxìt domum , iti facQ requie scit Beatus . MCCIÌII,
Questi Canonici vi si manttnnerc sino ir anno l4£i. nel qua! tempo a persu^* tione di s. B marcino da Sier.a fu dal Senato conceduta l'Isola ai Certosini, bhe dipoi furono lari^amente favoriti da* Patriarchi Lorenzo Giustiniano ii Santo , I Antonio Stiriano.
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30S a//a Città dì y.njgia .
Il luogo è ampio . Nobili e maesto-i sono gli Altari della Chiesa . La Tavola del maggiore fu dipinta con viyi colori da Marco Bastiti nel 1510, Q^ucsto pit- tore fu nei tempi di Giovanni ^eWì^o , e di Vittore Carpaccio, e Ja pittura di cui parliamo è una delle sue opere più singolari. Sulle pareti della Chiesa, alla parte sinistra vi è un Ouadro con Cristo in Croce 5 di man© di Andrea da Mura- no . Vi sono altre pitture di Francesco Rinieri, del Palma giovine, di Barto- iomme© Vivarini , e del JVIaganza . Le Tele del Refettorio sono tutte del Boni-. facio.
Vi si venerano molte preziose Reii. quìe, principalnciente dei Santi Apostoli , '; tutte insigni, trasportate da Candia da Luigi Grimanl Arcivescovo, e donate a questi Monaci con altri ricchi arredi .
Quivi giacciono sepolti molti uomini '""^^n chiari per valore e per sangue: cioè Ja- "''^ copo Barbarigo Proveditore dell'Armata contro il Turco nella Morea nel J465., e vi morì in una giornata, come attesti si Sabellico nell'ottavo libro della Storia Veneziana: Girolamo Barbarigo, che tu da* nemici avvelenato nelle guerre delli Romagna, ed altri di quest'illustre Fa^ inizila; tra i quali Marco ed Agostano,
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Isole vicina 3.09
mendue Dogi l'uno dopo l'altro , di cui bbiamo parlato descnv-ndo il loro Mau« oleo , eretto nella Chiesa della Carità, ve aveanò le abitasioni : Orsato Giusti- iano , che succedette nel Generalato a 'ietro Loredano , e morì in Modone nei 464. le cui ceneri sono riposte in una lassa di marmo nel mezzo ài una Gap» ella, colla statua scolpita da Antonio )'entore: Jacopo Soranz® Procuratove , 'e morì nel 1551., e fu ripost» nella aa ornatissima Cappella , il cui Alrare di marmo da mano assai gentile scol- ilo : Antonio Soriano Patriarca di Vine. ia 5 morto nel 150S. : Giorgio Nani che iace nella sua nobile Cappella : Dionigi ontarini celebre Oratore del suo tem- a: L'.iigi Grimani Arcivescovo di Can« ia, ehs morì nel lóip.: Giambattista ìrimani Procuraror, eletto Capitano Ge- erale di Mare in luogo di Giovanni Ca* silo, che s'annegò nelle acque di Ps?i- i Tanno 164S. li 7. di iMarzo : Jacopo or?.nzo sapientissimo Senatore , morto el J649., e Antonio Vinciguerra, uomo otto ed erudito, che fu Oratore per la -epubblica presso al Pontefice Innocen- o , e per la sua eloquenza , e perizia egli affari, molto da lui onorato. Q^ui- i pure in una cassa conservossi per lun- go
lìo {tìla citta di P'iifè Ola, go tempo il Corpo iinbalsimaco di ^ go- iStino Baibtrigo, che morì nella battaglia «lavale de'Gurzolari nel J57«-« ^a un^^ freccia, cbe lo colpi in un occhio .
V'i giaccioao pur anco le ossa de' Do-
gi Luigi Pisani morto nel 174^-
del
éì lui successore Pietro Gfimani morto X annii 1752.
S. GIORGIO IN ALGA, Quest' Isola di figura quadrata è polita IVa Lizza, Fusina , e la Città. I primi che incominciassero a fiìbbricare nel!^ medesima furoso ìGatigelij fàm glia e$. tinta nei i20|. che vv eresssro una Cap- pella dedicata a So Giorgio, detto poi in Algaj p-^ essere il luogo più ch^ altro- ve fecondo di Alga . Ci fu poi im Mo ' pasti^ro non si sa beiae di qual Religio» nsr . Fu esiandio Commenda, e in line divenne Sede de' Canonici Regolari qji» s^i istituiti , da' quali uscì il nostro San- to Patriarca Lorenzo Giustiniano , il che fu nel principio del sacolo XV, Essendo poi soppressa questa Religione nel 166% da Clemente IX. occuparono l'Isolettai P^dai Minimi dii s. Francesco di Paola. Al presente però tro^^asi abitata da' Padri Carmelitani Scalzi; e dopo l'incendio f/°3lle
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seguito negli anni 17 '7- firono rifabbri* fati sì |a Chiesa^ che il Monastero.
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Nei tempi dr* Canonici t^ella Congre- azione di s. Giorgio, ad cui Ordine ti2 . Lorenzo Giustiniano primo Patriarca li Vinegia j questo luogo era molto ber? eàuto, di belle fibb iche ornato e nccc? li un ottima libreria. Vi erano anche llcune i>itture di mano maestra ; ma q';e- te ifi^ieme con tutto il resto furono ar^ e dall'incendio accennato, trattane unx ola, che ora si còaserva nel Retettono ti questi Padri j in cui si rappresenta U ^foeiHssione di Cristo; oprra preziosa di donato ^iniziano. Le altre pitture sono fioderne del Cav. Bambini, diGio. Ant.- eJiegrini, e dell' AB§elr. Ptfc@ discosta ; V Igoletta di ,
S. ANGELO Di CONCORDIA ^ . Che servì un tempo per abitazione ds Frati €armelitani col cappe! bianco del- a Congregazione ài Mantova. Indi fu Bfasta disabitata per la incomodità del itOs e per la intemperie dsU'aria, fu lestinata dalla Repubblica alla^ fabbrica Iella Polvere di Archibuso,- ne'tsmpi m ;ui quista si lavorava a guazio ; e pc^- ^ \q risela fu detta dipoi s. Angelo del- la Polvere: ma nel 15^9* ai 29. Ji Ago-* to alle ore tre dì notte restò incendiataÈ [a un fulmine. Rivolgendo il via5=|gi<S /etSG la parte Orientale èclla Laguna,
si
312 aìU Citta dì Vìnegìa » SI trova dopo lungo tratto di cammino r Isola di
S. SECONDO,
Abitata da Padri Domenicani Osser- vanti . Fu fabbricato questo luoga neglì^ anni 1034. dalla famiglia BafFa , « dato' ad alcune Monache Benedettine, dalle quali trassero origine quelle del Mona- ster« de Ss. Cesmo e Damiano della Giudecca . II medesimo fu riccamente dotato nel 1029. dal Doge Vitale Falle- rò , Sino all'anno J237. risola si deno- minò s. Erasmo , dalla Chiesa quivi an- ticamente eretta . Ma recato a Venezia il Corpo di s. Second© JMartire , da Asti di Lombardia , opera di Pietro Tiepolo , figliuolo del D#ge Jacopo, e quivi col- locato , fu dato air Isola il nome , che tuttavia conserva, e di questa traslazione se ne legge nella Chiesa scolpita la Bie- snoria . Ritiratesi poi le Monache , fu cGnc«duto un tal luogo a questi Padri nel 1534. i quali dopo 1* incendi©, eh lo distrusse in gran parte, lo rifabbrica- j;jjj sono nella forma in cui al presente si vede, e la Chiesa fu consacrata nel 160S. La Tavola dell'Aitar aiaggiore è open del Vivarini , so^ravvanzata alle fiamme IP Girando interno alla Città dalla parte! r Orientale fi giugne all' Isola dì m-.
S. CRI- ""^
Isole rìcini 313
S. GPvISTOFORO DELLA PACE, Posta fra Venezia e Murano, e abitJt- ta da* padri Eremitani di s. Agostino, ^bb^ anticamente la denominazione da ux\^ Cappella decJicata a s. Onofrio, che tuttavia in capo àlT^rto conservasi, ed eravi ancora un mulino a vento per co- modo pubblico . Passata poi in possesso di uà Cirto Bartolommeo dal Verde nel J353'i e quindi a' Padri dell'Ordine di s. Brigida nell424., finalmente nel 1436. fu dal Senato conceduta per Ospìzio al P. Simone da Camerino Eremitano Ago- stiniano , Istitutore delia Congregazion? di Monte Grtone . Avendo pei questo Religioso maneggiata, e conchiusa la pa- ca tra la Repubblica , e Francesco Sforza Duca di Milano , ebbe in dono dal Se- nato questo lu©go , dove ajutato da raoite limosine dei pubblico , e de' privati , fab- bricò la Chiesa ed il Monastero, e la dedicò a s. Criitoforo, anzi in memoria del'a pace suddetta fu denominata s. Cristoforo delia Pace, e sopra un angolo del Convento sì reggono le Armi della Repubblica , e del Duca Francesco stret- tamente legate con una catena per testi- ficare la stabilita unione , e concordia . La Tavola della Cappella posta al/a dritta dell' Aitar maggiore è una delle D d opere
ce.
|U ^l'ci Citta ài Feniitt. òpere singolari di Jacopo da Ponte , det- i, to il BassAno, e perciò è stata data alle Stampe da Egidio Sadeler. (Quella , eh' è à mano sinistra nell* uscir di Chiesa è opera preziosa di Giovanni Bellino. Vi Sórto ancora altre pitture de'Vivarini , di Francesco Rizzo, e di Marco Vicen- tino* ,
Ma rornmiento pia insigne à\ questa Chiesa è il Corpo incorrotto del B. Gra* zia da Catturo j che morì nel rsoS. reso già celebre per W molti miracoli da essa ancor vivente operati. Questo Santo Con- verso Servì di manuale nella fabbrica del .Convento j e visse 4©* anni in continutf jìenitense *
Ormivi si conservano le nàenìorie del ce* lebre Jacopo Antonio Marcello , che vis- se nel tempo di Francesco Foscarì , come pure quelle di Luca Scella Arcivescovo di 2^ra pòi Vescovo di Padova . Esposti ancora si veggono due antichi Stendardi donati da Franc-sco Sforza Duca di Mi- lano al sópradetto P. Simone da Came- rino . Poco più olcrs verso Murano è l' Isola di
_ ^. MICHELE .
■EravI in questa Isoletta , ora posseduta da Monaci Camaldolesi, negli antichissi- mi tempi una picciola Chirsa per como- do
voi'
è
Isole tìcin$ 315
3o de' Pescatori dedicata airArcang-Io ;.!. Micbeìs , e vi si mantenne fino alT inno I2I2, in cui Marco Niccola Vesco* ^o di Castello 3 e Buono Vescovo Tor? ellano ottennero col mezzo di Alberto riore di Camaldoli di Verena, che un erto Lorenzo con ^ue altri Monaci ve- issero a stabilirsi in queste acque, eri. vesserò in dono T Isoletta offerta loro a Buono, che la dichiarò inoltre esente lal'a sua giurìsdigione cui apparteneva j :onie si legge nclT Istromento di dsna- :ione stipulato per mano di Maurino No^ ^ajo , dei m^se di Marzo dell* sopraddet- to anno. Accresciute poi di tempo in ^mpQ le rendite, ed eretto il Monaste- ro , e la Chiesa nella nobii forma , in cui 'eggonsi , ora può annoverarsi fra le più 'icche, e degne di esser vedute . Fu go- vernata da Priori, e da Abbati , fra'qua- ì si contano Paolo Venier , che fu qua^i movo fondatore del Monastero , per a- lyerlo accresciuto di entrate , ed aver in fesse m.aggiormente stabilita la pietà, eia [peifcjzione Monastica ; Maffeo Gerardi poscia Patriarca di Venezia, e Cardina* le,' Pietro Dona, che nobilitò la Ghie*? isa,' ed oltre molti altri, il dottissimo Pietro Dolfìno , Patrizio Veneto , ie cui Epistole Latine stampate nel 1524- sono D d 2- dive?
5i6 alla Citta di Fincgu . divenute rarissime , e si coacervarlo in 'questo Monastero scritte di sua propria Ulano .
La Chiesa è ài buona architettura , e viene da alcuni creduta del Serlio. H Coro posto nella parte superiore » è tutto di finissimi marmi , con intagli , e rimes- si di Porfidi e Sgrpentini, D'arabi i latt dell'Aitar maggiore vi sono dueQ'udii, r uno de' quali rappresenta il Vitello d' oro nel deserto , opera del Lazzari ni ; e r altro ìl Serpente innalzato da Mo- sè , del Zansbi j di cui parimenti sono i due Q^uadri , che si v-ggon© posti tra 1q finestre dalla parte dell'Epistola, sicco- me del LazsarJni è il Martirio di s. Bo- nifacio sotto il Coro . La Strage ^legl* Innocenti situata sopra la Sagrestia è del Tarsia. La Risurrezione all'Aitar di s^ Carlo é opera del Gonegliano , di cui si' inilmente è la Tavola dell'Altare n^lìa Sagrestia. Le pitture dell' Organo sono di mano di Domf?nico Campagnola ,
Oltre molti Corpi Santi, ed insigni Reliquie che vi si venerano, ve n'èuna del Legno della s. Croce, eh;? viens già- dicata la più grande che siavi in Vene, zia dopo quella «he conservasi nella Dii- cal Basilica di s. Marco, Isggendosi fuo- ri d^lla Cappella ove essa si conserva ,
, Isole vicim 377
la seguente antÌGa Iscrizione , che auto- rizza l'antichità à-d prodigioso trasporti della stessa Reliquia in quest' Isola : ( Mi
rifìcù deduBa m&do
^iisì'ìma . /i<inè
pars* hic/nsa Cruci, uiarist. hi e Cùncurrit^ proni» ) Sopra la porta principale vi è mi nobile sepolcro adornato di belle statue, di mano delCav. Eirnino, er.^tto in me- moria di Giovanni Dellìno V:^scovo di Vicenza creato Cardinale da Clsmente Vlìr. Sotto l'Organo è posto il Corp:> àzì B. Eusebio Osoriio Spagnolo , che si f.^.:e Monaco in q ad sto Monastero mcn- là era Ambasciadori della Corona di Spagna appresso la Repubblica , e l'Iscri- zione che leggesi sopra il suo sepolcro fu fatta da à[à& Pio Manuzio . Dall'al- tro lato si vede J' Iscrizione sepolcrale del sopranominato Pietro Delfino , che fu l'ultimo Geoerale perpetuo della Gon- giegazioiie CamalJoIese raorto nel 15^5. Hanno questi Monaci un bel Moniste- ro circondato di ai-neni giardini . La Li» breria , nel cui sorlìtto vi è uà Quadro Gel LazzarJni, è h^wQ proveduta di Li.- bri, molti d-'quali sono stampati ne^l Secolo X^/. , e fra questi distinguesi la B blia Sacra stampata in pecora della prima edizione di Magonza del 14.72. da* primi inventori della stampa. Vi si tra, D d 5 vana
5iS alla Citta dì Fìnegta , vano inoltre molti insigni Codici Greci , Latini , e Italiani, fra' quali vi è l'Oif^ finale della famosa Opera di Daniel Bar- baro sopra r Architettura di Vitruvio • Oltre la Libreria vi si conservano varj pezzi di antichità, che furon,o ultima* m^nte illustrati con particolare Disser- tazione , e vi si trova ancora quantità di medaglie antiche , e de' Secoli bassi , del- le quali sì va formando la sene pfr un Museo . Nella stessa Libreria vi è un Mappamodo fatto a penna in Pergarne- ni , e miniato : opaia d' un Religioso di questo Monastero iasigne Cosmografo , a cui fu nel luo tempo , cioè alla metà del Secolo XV, coniata una Medaglia colla sua efidgie al naturale, e d'intorno vi si ieggono questa parole : Fratir Maurus SAnBì Michaelh Moriansnsh de f^e»6tiif Ordini s Camaldulefisis , Cosmographus in, cemparabìlis .
Neil* entrare in Chiesa finalmente a mano sinistra vi è una porta che condu- ce ad una C.-ìppelIa ricchissima di inar- mi, di cui fu Architetto Guglielmo Ber- gamasco , fabbricata nel Secolo XVf. per ordine di Margarita Vitturi i\iiani Gentildonna Veneziana . Molte altre Iso- le sono tra Levante, e Scirocco, una delle qiAali verso il Lido è quella di
i>\ FRAN-
Isole iklns 51$
§. FRANCESCO DEL DESERTO,
Donata da Jacopo Michele ai Frati '*^ IVIinori nell'anno 12,35» sotto il giorno i» (uarto di Marzo , e abitata dal 8. Ber»? 'ir pardino , che diede priacipio al Gonven- o della Vigna . Ora questa viene posse" tt iuta da' Riformati dello stesso Ordine , i :he ci entrarono nel 1460. per opera del e!' \ Niccolò Erizzo , e con Breve di Pio II. ai B'fanTi conservata da antica e fondata D :radÌ2Ìone , che ritornando s. Francesco le klla Scrìa, e dall'Egitto entrasse in i luesce Lagune ne^li anni liio. e appro- ! iasse a quest' Isolttta , in cui colie pro- {. >rie mani vi fabbricasse una piccola Ca*? ì panna, ed un angusto Oratorio, che tuf I savia si conserva .
I Nello Stromfnto di donazione si ac- t cenna , che in quest'Isola vi era fabbrl- \ :ata per l' addietro una Chiesa dedicata li B. Franctis:o. Super quam Ecclesia E, I Frftncisci est ^edificata * Lo Stromento è dell'anno 1233. Ora essendo morto s. Francesco nel 1226., e santificato nel 1129. da Gregorio IX. ella e una mara- viglia il ved-re come in sì brieve tempo si fosse dilatato quest'Ordine,
La Tavola dell'Aitar niaaglore con s. Francesco, è di Andrea Vicentino, L^ Annunziata negU angoli dell'Arco dellq
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320 alla Citta dt ì^^negia» stesso Altare , è di Orazio da Casi'eL franco .
S. JACOPO DI PALUDO,
Di questa Tsoletta era Padrone Or";© Badoaro, e \x donò a Giovanni Trono che vi edificò uno Spedale co'la Chiesa consegrata a s. Jacopo p^r ospizio de* Pellegrini . Fu abitata da Monache dell* Ordine Gisterciense sino all'anno 1427. in cui levate via per esser luogo di-sagia^ to e lontano, £a conceduta nel 1460. ai Frati Minori^ ma vi abita un solo Sacer- dote .
In lontananza di un miglio , vicina a Mazorbo vi è un' Isoletta rovinata dal flusso del Mare; dove per l' addietro e* era un Monastero di Monache dell'Oidi* ne di s^ Benedetto, col nome dis. Nic* colò della Cavana , unito negli anni 1432, al Monastero di s. Catterina di Mazorbo» Ora questo luogo si dinomina il Monte del Rosario da unaChitsa ctij fu nuovamente eretta da una Conftater- nità Laicale della Bjata Vergine del Ro- sario .
S. ERASMO.
E' un Isaia assai grande , copiosa di Vigne ed Orti, che somministra erbag:'. e frutta a Vinegia. E' Parrocchia di Pi :- ti ; e il Parroco viene eletto dagli abi tanti 3 che sono Ortolini.
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li ole "vlche 3 2.1
' Nella Cliiei-ì il Q^uadro co! Martirio ìi s, Erasmo è di Domenico Tintoretco : alla destra dell'Aitar naaggiore il Cri- to in Croce con altri Santi è deli' A- iiense .
Lungi da Venezia non più di un mi- glio v'è un lung» tratto di lido che for- jiia uno d»' Porti della Città, guardato la due Castelli dal tempo della ioro ere- ione chiamati Fecchl$ e l'^woro . Sopra ina parte di essa lido s'innalza il Moni- tero , e la Chiesa di
S. NICCOLO DI LIDO, Che innanzi d'ora fu so^^iorno di Mo- laci Benedettini , la cai erezione si ri» i [ferisce al Doge Domenica Gcntarini quivi Sepolto negli an»i i044. come riferi&ca ,' antica Bolla che constivavasi ueii'Ae* :hivio del Monastgro in cui leggesi : 'Ur-^ ^anus Ep, Sòr, Ser. Dii DiL F/Zils. Ma^^ ihdSO ^b. Mon, SanFti l^ìcoUd ^ quoA ì^ %hvalunsii portus littore situm est i>^:> Trcefatum Moncisterittm Sancii TSlico-aè guod fé/, memorile Domliìciu Ccntarenii,ì Venetiarum Du:< Una cum Dom'uiìco Gra- densi Vatriarcha (^ i^ominìco OlivolcrSiè Wj^pi scopo isr> cunei 0 Cloro iS'VopuloV^nz. ^^co i'fi littore Bjvoa/tensi portus edipcaìi-^ dnm concissit is^'C, Datum Verona VUU Uiis Januar. Ind. IIIL MLCXXXH.
Fu
332 alla Citta dì Fìnsgìct , Fu la Chiesa ne' tempi seguenti rinno» vata in beila forma , con sette ricchi q nobili Altari; tra i quali è degno dios-? servazione il maggiore che è isolato con- posto di marrni finissimi, rimessi a fo^ gliami di vai) colori ?•
Le pitture che adornano questo Teirj- pio sono di Pietro Vecchia, di CarlettQ Cai l' ari j di Luigi Scalamuzza , di Pietro D^ìmiani , di Francesco Paglia, e di Gi- rolamo Pellegrini . Le due Tavole della Sagrestia , e il Quadro del Ref-ttoqQ sono opsre belle di Pietro Mera .
Vi riposava il Corpo di s. Niccolò Vescovo delie Smirne, con molte altre Reliquie, ora trasferite a s. Giorgio nia§^
Da que=;to Monistero , con permissione d-^I Pontefice , fu tratto Niccolb Giustir «iano Monaco, perchè suscitasse Ja no- |> le famiglia Giustiniana, che si cstinse BL-lIa guerra di Emmanuello Impsrador? di Costantinopoli . Questi avendo presa per moglie Anna figliuola del Doge Mi? chele, e ricevuta di hi copiosa prole ( tra cui fu s. Lorenzo Giustiniano ) se ne ritornò di nuovo al Monastero, ove fu seppellito colla moglie Anna, essen- dosi acquistati aniendue per la santità della vita il titolo di Beati; e le loro
Jm^
ìsole iììci'ne 32^
ir.magini si veggono poste nel Coro, olla Figura di San Niccolò nel mezzo.
Quivi pure giace sepolto il famoso Sa-
nguerra Torello j che aspirando al Dc^ •inio di Ferrara , fu fatto prigione da* 'eneziani 5 e condotto a Venezia i La X7, Iscrizione è la seguente: Sepu/cfum làgKÌfici Dominici SalìngmrfdS Tìnì de 'errarla qui obìit dis XX!^. JuUi MCC» iLIIL
NelLl facciata esteriore si Vede eretto h sepolcro colla statua di marmo , alla ismoria di Domenico Contarini , Fon- retore di questo luogo, eletto Doge nel 043.3 s morto nel loji*
(>ui vicino vi è un maraviglioso Pozzo i acqua dolce, così abbondante che ss e proveggono i Navigli che escono delU : tra, ed è quasi un prodigio della na- va , perchè mai Venne a mancare .
Poco discosta è la Chiesa di s. Marii Jsabetta , Parrocchia di Preti 1 in cui vi a due belle Tavole, una del SalviaCi , ' cvlrra del Pilotti .
In. qualche distanza si vede un Quar^ ere per comodo alloggio di Quattro mi- ci Soldati . Vi è ancora un nobile Palas- e a lato dei Monastero in cui si radu- ^uo in alcuni giorai destinati li supremi V!&2Ì5trati per ogscjvare 1* esperienza d^i
pubs
314- c^Ua Citta ài Vìmgia . L
pubblici Bombardieri. Varie poi sono le f lapidi sepolcrali che vi s'incontrano» sotto cui giacciono le ceneri di alcuni uomini illustri di Religione Protestante . Poco lontano è pure il Cimiterio degli Ebrei, ove tutti ^i seppelliscono; e sì osservano varie Iscrizioni , scolpite ifl marmi fini *
Quest' Isola sì estende in lunghezza cinque miglia, e termina in MALAMOCCO, Citta ne' tempi passati, e ora Terfa popolata. Q_uivi un mezzo secolo fecero p Ja loro residenza cinque Dogi ; e q«ivi pure sino dal 640, {i\ stabilita la Sede Vescovile che fu poi trasferita ia Chiog- gia . Gonciossiacchè negli anai 1105. per grave incendio, e per le innondazioni del mare che sommerse quelli parte di- Lido , gli abitanti si ricovraronO alla megli© nel sito in cui pres»nt«mente soggiornano, che era priraa una lingua eli terra distante un naiglio io circa dall antica sprofondata Città . Due sole sono le Chiese : il Duomo ^ Parrocchia di Pre- ti , in cui si veggono du« belle pitture > una di Bernaraiino Prudenti, l'altra di Girolamo Forabosco . La seconda Chiesa e di Monache, dedicata a s. Mariadella Orazione 3 ove Pietro Malombra dipinse
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alla Ctttd dì Vìnegia , J25
lltari maggiore h Natività della Vergi*
' ; di cui purs è un (Quadro mobile del
(,.Ivatore e s. Carlo. La Tela poi rap-
essntante il Sattesimc) di Cristo è opc-
bella di autore incerto , creduta però
j1 Fiammingo* Poco lontana da Maìa-
occa è
POVEGLIA . Li popoli di quest'Isola furono quelli ìQ al tempo del Re Pipino, il qualis ileva prendere Venezia col mszzo di 1 esercito condotto sopra alcune Zat* re , andarono a tagliare quelle funi con quali erano insieme legate , e così ri- masero tutti annegati nel Canale , che fu tii dinominato Canale Orfano . iQ^uest' [soletta fu smantellata d'ordine |;bblico ai tempi della guerra di Ghiog, ja , ed è ora famosa per un Crocifìsaa ilracoloso j e perciò assai frequentata « Il Chiesa ove-^ venera fu in questi ul^ tiTii ansi risraurata , e abbellita da tim bnfraternità di persone diyote . Molt* fìO le pitture che l'adornano, e tutte,
fittane ia Tavola colla i>. V., cco'S^rt- Giuseppe e Francesco, eh* è del Pat- i, sono moderne, cioè del LeiCerim, 41 Segala, del Cav. Binabini, del Ca/. Izari, di Ang. Trevisani, del PiaX^st.- ) , e dell'Angeli <,
0?D
3 le hile vtcìrte
In qiiesfo luogo abitava per l'addietri r Abbate Gav. Giustiniani, celebre nf 11; ^'' Repubblica Letteraria. \'^
S. LAZZERO. ""
Ne' tempi andati si curavano in questa Juogo i Lebbrosi: ma restò del tutto ab- bandonato , quando fu trasfw'tita ogni coss nello Sptdale rie' Mendicanti detto di f"^^'" Lazzero , nel Sestiere di Castells. Fi poi conceduta l'Isola ad alcuni Padr^f Domenicani fuggiti di Candia:.£d oraè>''; Ospizio di alcuni Monaci Araieni , ch^i^V: hansro ridotto in assai bella forma, sì h^^ ' Chieda , che il Monastero ornandoli di'|^'^ belle fabbriche, e di preziose suppelIet'H' ^'' tili in guisa , che fra poco potrà queste 'i^- luogo annoverarsi come uno de' più bel-Jiti) li, che si veggono in queste Isole. Pei'i^c fianco di quest'Isola si trova il d^o:
Lazzeretto vecchio, m
Nobile edilìzio , fabbricato d'ordin«ielo pubblico nel 1423. per cagione della pc'ifsp «te ► Quest' Isoletta ne' tempi anditi sihd denominò ?, Maria in Nazaret dalla Ghie sa sotto questo titolo eretta, ed ofSziata. ,. dagli Eremitani di s. Agostino, a'quafitJtut era stata concedica innanzi al Secolo X.iisìc Passati poi questi in Venezia, rimase unfetto tal luogo destinato al pubblico servigio Ji!. ; e ridotto ad uso di Lazzeretto, come aliiuo,-
prs-
ìj aìU Citta dì Vtnigtà* 317
H^ ssnts si vede . Viene retto da un Prio. 3 ; e ne* tempi lii pz'^tt ^ sono stati de« i Dati alla cura At%\\ appesati , e Me- K( :i, e Chirughi, e Sacerdof , e S rvcn- 0,1 ; e furono provveduti di Medicine, e ci< ogni altra cosa biSOgacYoJe . Dì rin- Ji^iiìtro V è i'
LAZZERETTO NUO\ro,
3) Fabbricato parim^^nte d*cr(^in« Pubbli-
j^i; Tanno 14ÓS. con C?;ato Caieere ed
,:j|a Vi^na serrata, a segno che da }on,
i; |30 seosbra un Castello, E' governato
; 1 un Priore, e vi si ©«servano gli or-
,,; ni d^l Vecchio. (ì.i si pongono so!a-
v; 20ts quelli ) che v-ngonQ da Paesi sos-
^ Itti j p-rchè vi facciano la Contumacia ,
;l|Siccom? le disposizioni, e il bell'or-
\^c oss;;rvàto in tal proposito meritano
janàìssima iode , e noi f\\\ riferiremo
\ Kello che §i è fatto in occasione della
ira pestilenza, che afflisse la nos^ra Git-
■ nel 157^' 1 di cui fa oarcict ur men,
\y^z il Sansovino nelle s-ie Cronach-.
'. tal occasione dunque solevano quivi
vrtarsi quelle persone , che per essersi
scolate cogli appestati, erano in sos*
tro di aver contratto qualche infezio-
. Ascendeva il loro numero a sette in
:o mille, la maggior parte poveri, o
jsrretti ad abbandtìnare le proprie in-
E e i' f^tte
$it Tsoh 'vìcins
fette Sostanze . Venivano mantenuti a pubbliche spese per la spazio di ii. gior- wi tempo stabilito per la loro contunaa- cia. Il gran numero eli navigli piccioli e grandi, disposti tutti all'intorno di que- sca Isola somigliavano ad un'armata che asse«iiass? una marittima Città . Innalzata vtidevasi tina Bandiera, oltre alla qvìnle^ non ei'a lecito di passare, ed in poca di. stanza stava posta la Forca per castigare q!4;rlli , ch:^ non avessero ubbidito a* pub- blici ordini. La mattina ad ora conv* niente comparivano gli Uffiziali destina- ti dai pubblico, che andando di barca in |>i ca , dimandavano se vi era alcund am- maiato, e trovandone, li condKcevano al Lazzeretto. Poco dopo venivano altre tirchi cariche di pane, vino, ed altre provìsioni , ch'erano a ciascheduno egual- ITìente distribu-te con maraviglioso ordi- ne, e silenzio. N.^lT avvicinarsi della nc'tte recitavano ad alta vece le loro ora» 2ioni, e udivasi una grata armonia di Salmi, e d' altre Lodi diyine, e si pas* sava Ja notte in altissimo sil^-nzio. L «no , e l'altro di questi luoghi è soggetto al Magistrato della Sanità . S. SERVOLO.
i^uest* Isola è la più lontana dalla par- te del Lido. Fu priaaa abitata da Móna'
ci.
cUa Citta dì Fì}2?-gut * •s.tp ei 5 ella negli anni Si 6. furono trasferiti Qeila Badia di s. Ilario verso le Gamba- rare, per Consenso di Awgeio Partlcipa- irio T^oge di Vinegia . A qiesti siicce- ^;ett^ro de*Frati r indi quelle ^4o^ache di s. Benedetto^ che andaron© poi aci . abitare il luogo afìtico ^e' Gesuiti, or^.' netto r Umiltà. Pascià vi furono collo^ ? cate altre Monache venute dal Regno ^|^^' Candia Tanno 1647,: e oggidì è abitata ' na Religiosi Laici della Congregazione U s. Giovanni di Dio > i €|uali si esì^rci- :aF5:> nella Chirurgia a benefìzio de'pove<-^ •i Soldati , ed hanao i loro Cappellani sacerdoti .
Secondo il Sansovino quivi riposa il I^orpo di s. Leone , Vescovo di Modons. "^i sono anche le Memorie di Michele soriano Cavaliere , e Dottore , uomo rkiarissimo ài que'dì. A quest'Isola ap.- .Drodò riraperatore Ottone IIL quando i^erso il fine del Secolo X. pertossi in .Venezia, come raccoHta l'antico Croni. ' ;ta delle cose Veneziane , appresso il ,]uale si legge, che 1 ' Imperatore co' suoi Baroni Sa'ncfi Sdrvuli Ecclssictm ^ qudd non ìonge CI Bucìs Valatio sita decernìtur , uppHcmì , (Questo Scrittore è dei XI. Se- colo . Ma è temfo di passare ad altre Isole ; jE e 3 mag?
3 30 Isole vicine
magfiori , nékrii ed antiche ,o piuttosto Città; il cui ingr<incliinento derivò dalla rovina di Aitino, € Ja decadenza dall' aumento della Città di ViBegia - Qeste sono quelle Isole che erano innanzi Aiti' no 5 e che io coprivano, delle quali così scrìve Cassiodoro . ^dditur ìllì /itosi ( par- la di Aitino) orda pulcberrimus ìnsula^ rum <i qui amabili militate àìspositus ^ Ì9^ a pericuUs vìndicat nav')s Ì3^ ditat ma» gna ubertAte cnhotes . (Jia^st^ seno Tor» cello 5 Buy ano , Mazorbo , e Muran$ ; che ora si considerano come Contrade di Vi- nt già , benché abbiano un Vescovo , Ci porteremo prima & Torcello, Città, che per essere stata la Sede Vescovile , e per serbare ancora alcune delle vestigia di sua antichità , merita •! primo luogo . TORGELLO. La Città di Torce/Io giace nelle La- gune dalla parte Orientale, in distanza di cinque miglia da Vinegia . Ella è pili antica di Vinegia, perchè fj abitata mol- to prima, che Attila Re degli Unni di- struggesse Aquilcja , Concordia, e Pado- va, psr la cui rovina i popoli, ch'eran* all'intorno di quella P.nvia:ia, la quale chiamavisi anticameot-rf laJ^e'Uxìa y si ri- fuggiaron.) «n qa^lle Isole , eh' eran-:* sparw se n£Ìle Lagune, dette da* Veneti i sat&
Mari y
alici Citta dì Fhegìa . 331 iiirì ^ i quali si stindevaoo da AquUeja Ravenna.
Anzi qualche resi iuo di Anti^h: Iscri- ioni > che si cruovano ancora inTorcel- I, dimostra, che quei iuogo; fosss abi- to anchs prima, che o^lla Veneti Pro- ncia si d.lfondess;; il iunae dèi Vange*. » , leggendosi in quc;lle i riti , ,e le su- irstizioni deiridoi-ii-ria . Di f.al sorca n vestigio se ne conserva ìi'43 upa Lapida il Paiazzo del "Podista neiu Saia terte-^ 1, la quale addita una donazicoe di uà »rto , e di un Edifizio , fatta da un Li- erto al Collegio de'Centonaj, perchè 3lle rendite di que' fondi f..>ss-ro cele- 'ate l'esequie al suo padrne, e a se :esso, con larga copia di rose 5 e di v.- ande .
PATROCLUS
sEcuras
PIETAT£\4
COL. CEN^.
HORTOS CUM
^DiFlClO JUNCTCS
VIVUS DONA.YIT UT
EX P.EDITU toa. LARGIUS
ROS^ ET ESC^
PATRONO SUO ET
QUANDOQUE SIBI
PON£KEJ>JTUR,
la
^32^ ^soh *vic2fje
In un altre Frammento sopra la Porta ^ella Chiesa 0V5 si battezza , la quale è «iirimpetto alla Cattedrale si leggano queste sole parole :
HORTOS MUNICIPIO DEDI . Se questo luogo era abitato , noa era p^và molto abbondante di abitatori , raen^ tre ha potuto ricevere i Cittadini Alti- nati ; una parte de* quali spinti dal ter- rò e , che loro avea fatto Attila eolia pr.sa e desolazione di Aquilejaj o ne te Tipi forse del Re Rotari, si ridussero in questa , ed in altre vicine Isolette , per godere fra le rovine della Venezia , e d'Italia, tutta la sicurezza, e la pa- ce . Fu perciò di aumento all'abitazione dì Torceiio, e dsiÌQ vicine Isole di Bu- rano , MàZorbo , Murano, Costanziacog s Amiano la decadenza di Aitino .
Torcello , che diventie ia Sede del Ve- scovo , prese il nome di Città, e le al- tr* furono considerate Contrade di quel- la 4 Oggidì sussistono ancora le prime - i^uattro, essendo perite o sommerse dalle acqie le due ultime. Scrive il Dandolo nel Libro 5. cap. 4. part. 5. , che Aitino era una Città grande e popolata, la qua- le avefa sei porte .* e che coloro i quali abitava*9o a ciascuna Porta, diedero il «Olile a <juell' Isola che occuparono. Ber- ,
nardo
alia Citta dì Venegia , 335 riardo Giustiniano riferisce lo stesso ^ ma come stabilito dalla tradizione , ut fama. fsrt f dice egli. Egli è però verisimile , che in Torcello, e nelle Isole citconvi. cine gli Altinati avessero i lor® luoghi cii delizie, di cui Marziale nel quarto Libro scrive, chi gareggiavano colle ams- nijsime Ville di Bija :
^Emilia Bajanis ^It'mi littoria Vìllìs is^c» e queste erano rendute più belle .dalla magnificenza de* T^mpj , e dalla nobiltà degli splendidi EdiSzj , che le adornava^ no: oltre di che Cassiodoro scrive, co- me dicemmo, che l'ordine di queste ì^o. ie era bell-ssimo a vedersi, essendo di» sposte con sì amabile utilità, cke copri- vano le navi da' pencoli, e arricchivano con grande abbondanza i coltivatori.
In queste Isole adunque si ritirarono gli Altuiati per sottrarsi al furore degli Unni, che sotto la condotta di Attila devastavano la Venezia. Ma o non fu del tutto dì-solato Aitino, o fu in parte ripatato dalle sue rovine, mentre in esso rimase il Vescov© eolle cose sue più sa- cre. Continuando però ad essere i'^^^^i.?",", tate leCittà della VeaeJsia , ora da'Lon** gobardi, ora dagli Unni , conciossiacchè il Re Rotari , che cornine ò a regnare negli anni 641» favorisse TArianismo^
99Ì
334 hole vicine
col permettere che nùU Città a ìui ssg^ gette vi fossa coi V^-Scovo Cattolico an- cfie l'Ariano: P^olo Vzico.Vi^ di Aitino , seguendo l'esempio degli altri V scovi a lui v'Cint j 1 q-niìi Per sottrarsi «'tl'a cru- deltà de* J[^ongc bardi av.ano trasferite nel- ie Isole le loro SiAi , fassò con quella parte del suo popolo che età Cattolico,- sd abitare in To ctll©, ed ivi stabilì la sua Sede, avendo partati feco i Carpi de*, Santi Tepnisto 5 Tabra , e Tabrata , e di j. Liberale 5 insieme con tin Braccio di s. Jacopo Apostolo , e tutte le cose pii preziose della Chieda Altinatc .
Dopo la devad nza di Aitino, ebbej certamente il suo nascimento anche Tre- yigi : e forse Io à^y^ a Tcodorlco Rj degli Ostragoti , ii ^uaìe tra la punta de) Mare Adriatico, « i Monti ed, fico Ter* re e Fortezjce , p«r impedire più agevola mente il passo ai nuovi Barbari., che a^ velerò voluto assalire T Italia: il chj ebbe p incipio nel Consolato di Patrizn e d* Ipizio > che fu negli ann 500. o nel cominctamtnto dei sesto secolo,* come pare che si possa inferire da Cassiodoro , il quale afferma nella sua Cron^c™ , lui aver rinnovate molte Città, fabbricate, moltissime Piax^e , e fatte opere supe, fiori glie antiche Romane . li perchè a-
r?ndo
alia Chta di Fhe^Ja. ^p tsnio la necessità costretti gli Altinati ad abitare dentro le acq'-e , lungi dalle loro palidi; né vaìdn.'oisi pù della ter- ra i e <lcl loro ampio T.-' ntorio cHe si dovea stenJere sino a» Munti , come quel'o che nutriva copiosa gr^'ggic , ed era celtibre per la lina Altaate j tenuta in pregio, com« riferiscono Columella e Marziale , ed «ss-ndla quello stato occu- pato dalle contiene inondazioni de' Bar- bari , che per tanti aKni avsano flagellata; tutta r Italia : p.^t€ allora es$-?r edificato Trevigi i che prima non p©t«va esserlo stato; S9 non si dicesse che A't-no fosse Senra territcirio , il che viene contradetta da Columella e Mir«iale ,' oppure che Trevigi foss* 5tata Città degli Altinati, ma per altro fortunata , perchè sola re- stasse irnmune dall' impeto d* Attila • Quindi falise sono ie Lapidi, colle quali si vuol jtrovire che Trevigi fosJe Muni- I cipio de' Romani \ seppure questa sorta di Lapidi non sono ricevute con troppa credulità , o non vi tia chi capricciosa- mente iaterprtti alcune lettere affatto corrotte : del cui fenere è quella che è stata pubblicata dall'Autore delle Memo- rie di Benedetto XI. fa quale porta qual- che carattere di falsità . Quanto poi ai Tauiisani oTarvisani nominati da Plinio j>
questa
3i6 Isole ttìcmg
Questi efatìo popoli montani; e que' SoT.. dati che anchft al presente registrati si veggono in qualche antico Ruolo , la cut Patria visne accsnnata Ciyn queste lettere TaRU. oppure TaRVISO, erano «li Si fatta montana popolaaione <r
Passato dunque Paolo Vescovo di Ai- tino in Torct'llo, ad esso succedette un mese dopo Maurizio o Mauro , il quale avendo da Severino Papa ottenuta l'ap^ provazfone delia traslasioiie della swiSs- de in^ Torcello , vi fabbricò molte Chic- se , e tra queste il nobile Monistero di $. Giovanni . Molte altre ne furono edi« ficare dal successore Giuliano nelU sua Diocesi : e finalmente Diodato «he fu il quarto Vescovo , edificò negli anni 679. , la Cattedrale dedicata a Nostra Signora »> nella quale collocò i Co-pi di s. Eliodo- ro Alcinafe amico di ^. Grolamo, eli s- Liberale Contessore, e de* Santi Tabra , Tab-rata j e-Teon^sto Vescovo di Aitino, tutti e tre Martiri , con un Braccio di s. [acopo. E qui è d*avertire, che i Tri- vi giani pretendono di possedere questi santi Corpi; rti\ non sono cf>e Corpi ba.t-' tezzati con qassti noiiTÌ , n^on aTeodo e$- L si alcun antico fondamento né Scrittore' che ciò favorisca , quando per gli Tor^ CQÌhpÀ scanno i monymsnù, gli Scritto^
alU Ckù di Vmìgta, %n , e la verisìmiituiline j che colla tras- «ione della ^^è.z Vescovile sia seguita ache quella delle cose sagre . Ssnza che L tutto questo fa fede un antico Pro- ;s$d che si conserva in quella Cancella- a; il quale fu fatt« in ©ccasione di una opolare sollevazione ) nata coacro un' Tete , ìsdiziato ch« avesse voluto levare piedi di quel «anco Corpo negli anai 364.
'' j Fu rifabrbricata la Chiesa Cattedrale nel
•' «rincipi© deir.u««ieeimo secolo , «ssendo
'escovo Orsa figliuolo del Doge Pietro
• rseolo, che «ra veneriamo fra' Santi-
Ta è divisa in tre Navi j e quella di
lezzo € sostenuta da «Hciotto alte è ben
ranii colonne di nrvarmo Greco . Il pa-
' .iment© € fatto a Mosaico; e le pareti
' fiterne e Sono intrecciate eoa vagHi e'
■ jldustriosi lavori, o incrostate di marmi"
I ini e trasparenti. Si veggono le finestre
fon grossi marmai tutti di un pezzo in
fjogo ài Vetri 5 e col mézzo di grossi
^erni si aprono , e ji chiudono , o per
Ijcar il lume 5 o per f»ir bujo alla Ghie-
'i: e il colmo è tutto coperto di piont-
Jo . La Kla dell' acfljua benedetta è un
>aso a'ntico con belle figure dinotanti at-
June superstizioni del Gentilesimo, ed.
I'àe appare dalia TayoU qui appasta ; neL % F f la
33' J^^^^^ vìcstJg
la quale ancora si vede il prospetto <iel Atrio di questa Chiesa, in cui per tr^j dizione di molti, credcsi che anticamci^ te S. Lorenza Giustiniano abbia t«nu|| Uà GoQciiio Provinciale i e si scorge an che un ptzzo di parapetto con Basio-rjno, lievo assai stimato per la sua antichità} Era il Campanile di una itraorrfinarj altezza; ma rovinato da un fulmìjsc nij gli anni 1640^ non fu più rimesso nel $\l|| antico stato. Sopra la Porta delio stesn è stata posta la seguente Lipì^^e «h» un altra Reliquia deiranttcbità dlquestV
luogo tì
L. AQUILIUS
NAaCIiSUS
AUGUST,
BEL. V. S.
Ouest* antica Cattedrale è grande i ma-i
gninea e cospicua per gli suoi ornamffl'
ti, ma molto più per le sagre Rcliquie-Ji in
che sono i corpi già accennati dei Santil
Teonisto ed Eliodoro Vescovi Altìnatiiono
dei Santi Tabra e T^brata , di s. Libera* Dii
le Confessore, e quello di $. Fosca cìifiu\
Sì conserva in usa nobile Cappella (^edi. non
cata aiJa stessa Santa, contìgua alla Chie'tri^
sa. Vi sono inoltre naolti Corpìccioli d«i|i,
Santi Innocenti, le Teste di s. Teodorollh
Martire , e di s. Cecilia Vergine e Mar-t^
tire r I fii;
lari
Ne!
m
Ifil; KÌìi
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Oli
Lu
I CU!
ci"; ri/ ;■
^^ alla <:hti di l^hegìtt , 159
tJ2 , alcune Osi4 ài s. Ambrogio Vcsco-
-4 Ai Milano, e di s. Niccolò Vescovo
•i'<l Bari , con una porzione della s. Croce.
•MtNel Capitolo d-' Canonici, l'Arcidia-
'^'<|i3o i l'Arciprete, e il Primicerio for*
no le tre dignità priacipali , oltre al-
qiidli vi sono otto Canonici j ed altri
eh? non h:nna voto aeJ Cipitolo j
che abb ano il titolo, e le insirgae
•i^notiJcali j quàtcre Slatto Canonici , ed
:mìi Ch'enei , Ali* Arcidiacono negli
'"^i 1301, fu unita !a Pieve di Salvatore
Lido minore, volgarmente ^etto Lio
Colo , il oQale Si disabitata per la in-
teperie dc;U*gri;i. L'Arciprete esercita
cura Pino cbale. Le tre dignità, e
cinque Can'>aivati pui antiche sono le
ro prebende ; e tuu' part^^àp'ino delle
istribuzioni uhc ritraggono dalle rendite
I dut Prio iif . Anche la Fabbrica della_
blesa ha !e sue rendite, le quali yeti'"*
i>no arnmi'ji$t ate é^ Laici.
Dinmpstto alia Cattedrale vi e il luo-
9 dove s; battezza , cilcndo Batùsterio
lori della Chieia secondo il rito antico ,
:oat.> arh'csso di colonne di marmi ra-
, e r«i una nobile Rotonda. La Cap-
eUa di s. Fosca ha uaa Cupola cen dieci
olonne di fino marmo,* e all' intorno si
ede uo bel portico adorno pur di colonne ?
F f s NelU
i.
340- Iseh Ttcin?
Ne la stessa Città vi sono i due Prio- rati, e la nobile e ricca Badìa di $• Tommaso di M»=naci Cistcrciensi , volgar- mente chiamati
I BORGOGNONIjGiUspatronato del- la Famiglia de' Trevisani Nobili Veneti , essendo stata fondata prima ^t\V anno i2«6. da Marco Trevisano, cbe abitava «eìU Contrada di s. Giovanni Nuovo.
Vi sono accora doe Monasterj di Mo- fiache Benedettine. L'uno è detto
S. GIOVANNI DI TORCELLO, es- sendo la Chiesa dedicata a s. Giovanni Vangelisia. Questa è assai bella, cogli 'Altari di fini marmi: tra le pitture la Ta-'ola con un Santo Vescovo a mano sifiiscra è di Dom^n-co Tintoretto . Sie- guono poi tre Qiadn cogli atti di un Santo Martire , di Bartolommeo Scali- gero .
<^ui si ve gì ora il Corpo dì s. B:irb,ira Vergine e Martire , che trasferito da Nit comedia a Costantinopoli negli anni 5^5. fu poi trasportato a Vin-jgia hcì^Ii anni. 1103. , e collocato nilla Chiesa Ducalt di s. Marco: indi nel IC09, in questa, Chiesa di s. Giovanni di Torcello , S5». conio il Dandolo .
Vi è un i/tro Corpo di s. Barbara nella, Chiesa che fu de* Padri della Compagnia
di ,
•■i Gesù in Vinegia , che fu trasferito da Costantinopoli negli anni 1258. Q^iiesCo là è di un altra Vergine , di nome en4 Earfeara , ma non «iella Martire di < comidia: come restò dichiarato negli nni ié3o. san una decisione Apostolica . favore dì qr.eite Monache , e centra i '^adri Crociferi , i quali prima della loro -oppressione aveano in custodia questo Jorpo. L'altro Monistero viene chiamato SANT'ANTONIO DI TORCELLO, Q^vesra Chì-^sa era stata data dal Vescovo "ad un certo Prete di nome anni i2?5. , acciocché successori celebrassero in essa gli Umzj dirini , e dovessero presta- re ubbidienza a quella Sede . Indi per ia morte forse di questo Sacerdote fu con- ceduta dallo stesso Vescovo negli anni 1^46. ad Oliva Abbadessa, e alle Mona- che di s. Cipriano di Mestre , le quali •ppr timore della guerra quivi si trasferi- rono , e vi fabbricarono il Monastero, cui diedero il nome di s. Antonio Ere- mita . Questa concess one dal mentovato Viscévn fu ad esse fatta cen obbliga di contribuirgli ©gni anno due ampolle di vino, e d'invitarlo ogni tre anni alla solennità d«l loro Sànt« Titolare, dichia- F f 3 rando
Q^vesra Chì-^sa er; ^ [Sref.ino Natale ai j! teristoforo negli f ?§li » e i suoi su '^ essa gli Umzj di Il -^ . kk;4;^«^^ n ,
-«4i Jsoìe vicine
^^ndo inoltre , che portandosi il Vescovo ,«gni a^ino a Grado nell* festa di s. Er» inagora, fossero tenute a «largii oSio soii- ,dos ^ ^à una Stuoja per 5Uo benefizio nel viaggio 5 Ì3ry prò marcìattca obohs X^^^, La Marcìatìca era forse Jo stesso j che il Marciagìum ^ cioè quel diritto, che era dovuto m ,quei tempi al Padrone del /ondo^
La Chiesa è molto bene ornata, cogli Altari assai bsn disposti; evi si veggono -molte pitture di valenti wom'ni , cioè di Sant« Peran4a j di Matteo Ponzone , dslU ScuoU ^i Bonifacio, dell' Aliense : ma seno da pregiarsi assai le opere di Paol» Veroncsa, che molto qui afFaticossi . Egli Ila dipinta la Tavola ìeli* Aitar maggiore che è b^llisiima: dì cui pure 5ono i (kie Profeti ai iati del detto Altare. L'Orga- no è tuttd mirabilmente dipinto dal det- to: « nella Facciata sinistra d^Ila Chiesa i dieci <^uadri conctrncnti la vita di s. .batterica, sono tutte opere delio stciS9 eccellente Maestro.
Constryano queste Religiose imo dei .Cbiodi ce* quali fa Crocifisse Gesù Cri- sto , e il C«rpo di s. Cristina Vergine e Martire, che negli aani J432. i^ /evAto dal Monistero ài s. Marco di Amiario, il (luale. distrutte dal tempo y fu a queste ^^ito da Eugenio 17.
mia Citta dì Fineg'ta , . 343 Oltre ai due accennati Mónisteri , nei mpi andati eranvenc altri tre. Uno di loBache Benedettine, il quale era unito a Moniiteto di s. Matteo di Ma2<»s:bo , le è dcìlo stesso Ordine : al presente ] rò di esso altro nonrssta, che la Chic- i j dedicata a s, Marsber;ta. Q^uesto Me- sterò di Monache Bere 'aitine , che.avea esa per titolare s. Margherita , era sot- la giurisdiziane dvll' Abbate della Fo- ia deirOrdine Carnaldoltsì ; la qual idìa è nella Diocesi di Ceseda : ma da
010 II. fu levato alia giurisdizione di eir Abbate, e fà'io soggetr» al Pxtriaf-
di Vincgift negli anni 1465. Diccsi , Le queste Monache sieno qus-'ie , che anno a s. Rocco , e $. Marf herita in intgia .
L'altro Monistsro di s. MichJe, det- ' Volgarmente s. Ang.-lo diZampanigo, ;gli anni 143^. fu ueito a quello di s. drìano ch'era nell* Isola di Costaneia- ), ora disviata ; e al prcs°-nte si vede dotto in una piccola ^^appella di ra^io- ì d<lla Famiglia Malviona di Vinegia .
11 terrò è il Priorato di s. Pietro ,vol« irniente detto di Casacaiba dsU'O dine Jtì Canonici Rsgo) .ri di s. Agostino , ai* è anne^s^ ìA Cip.tolo della Cattedra-
j insieìne coli altro Priorato dei Mona-
ci
^44- Jsele Ttchie
-ci Olivetani , eh* è poco d/sgiiinto claìja Citta, oeli' Isola detta dal volgo Monte dell' oro.
Aniicarnente 1' abitazione Vescovile era assai grande, e raagoifi'ci. Fu ristau ata negli anni 1563. dal Vtscov.o GiovAnni Delfino ; rna Cornando a perire per 1* in- giurie dei tempi, « per essere stata tras- ierita da'V sovi la loro Sade in Mura- no , onde sottrarsi al B cimenta dèll'ia- ria,; £iua gr^ve per le paludi formate^ dalle dcpos 2jJoni dei Fiumi, ora .è ridotta in forma assai ang;'s.^a .
Pa;ìa in;l.;.-m"n2a deiravia sono stati xostr^^tti gii Ab- tanti ad abbtndonare la Cif^a , coiicchè elLièquasi vuota; degna peè di ess^Ci veduta p r gli pochi aT^.o. zi che SI seggono ancora della Sua an- tichità , e per ramenità de'iuoi Orti. IS Isola ad esSv pm vi ina è
Questo luo^o -h'è assai popolate, ha una sola Chiesi Panec.hjate dedicata a s. Martino, assai bella, cogli Altari for- uitì di scelti nu-nii , tra' ? q =a]i è riguar- devole li ma?»giore , sopr^ .ni sca eretto HO nobile e maestoso Tcibernacolo . JLe pitture? eh. i'aaor'Ki *o , so"^o d Santo Pcrànda, di Bernardino Prude-n; , ella* j33,atiicia de' Bellini, di Gasparo Diziani
dei •'
tJÌA Citta di Vlnegìct* 345 -l Fontebasso» di Giambattista Tiepolo , , ^nl, Zanchi , e di Ang. Trivisani . Q^Lii si co iservano i Corpi dei santo es-ovo A]i*ano, e di s. Orso., l'uno de* \^\ fi martirizzato in Auguita , e T ai- o ia Magoaza, come scrive il Dandolo •Ha prinaa Parte al. cap. là,» del quarte '.bro. Vi si venera pure il Corpo di un Damenico .
Dentro la stessa Isola vi sono tre Mo- ssieri di Monache, ed uno Spedale. La =rza Isola è
MAZORBO, Compost© di tre Isolctte , eongìunte on ponti di legno. Ebbe un tsmpo cin- uè Parrocchie , e oggidì ne ha due so- B . In essa vi è un Priorato subordinato Ila giuiisiitione de' Procuratori di s, vi arco . Vi sono inoltre quattro M«na. terj di Sagre Vergini, Uno dedicato a . Matteo: ed è soggetto al Patr arca di /iRcgia . Un altro detto della Valverde li Monacfce Cisterciensi , che fr. fabbrica- lo nella Parrocchia de' Santi Cosmo e iDaraiano, sopra un fondo conceduto a queste Monache negli anni i^Ji. dal Ve- icovo Egidio del!' Ordine de' Predicatori . Il terzo di s. Niccolò di Monache Bene- jèettine fu eretto nel 1303. e nel i433» fu unit« R «[Uciio di s. Catterina , Il quar^
to
3 46 Iffle ^ìcm$
«Co è abitato da alcune Vergini. > cchesen- g:* Clausura vivono secondo le Regole delle Monadi:: di s. Chiara : sei qua! sito per r addietro vi avea uno Spedals., che dei tutto abbandonato diede motivo alla -icibbrica del dett^ piccolo Monìsfero .
<ili abitanti sono pochi pescatori , ed alcuni Ortolani, che coltivano^uelìe Vi- gne j abbondanti di frutta 5 e di erbe* ^La quarta Isola vicina più delle altre a ':;Vinesia è \
MURANO.
Celebre per l'arte Vetraria qui jntro- detta nel Secolo XIII. o^anìt vitmriìs celeberrima y come la chiama Pietro Lam- 'breccip 0 Eila.è divisa in qu.itfo Parroc- chie , e numera sei mila anime, in essa risiedei? Veicovo di Torcsllo per la sa- lubrità dcilVaria, il cui Vescovado ma- gnifico fu eretto dal Vescovo Giustinia* no , e fregiato di sagre pitture j, e di altri 45 rn amen ti . /
Qui VI è una Confraternità dicale assai jricca , sotto il titolo di s. Giovanni; e la Badìa di s. Cipriano, che dalla santa .Sede Apostolica è stata unita al Patriar- cato di Vinegia. Q.we«ta Chiesa era Ài Monache , le quali prima erano in Ma- lamocco sotto il titolo di s. Cipriano; e /u fabbricata dalla Famiglia Gradenigo,
sotto
alla Citta dì Vìnegìa • 347 tatto il Principato di Ordelaf'o Fallerò, o in essa furono trasportate /e Re''quie di questo santo Vescovo , e fimfiso Mar» tire di Cartagine. Vicino èun Collegio, ove i Padri Somaschi ammaestrano nelle belle lettere i Chierici Veneti soggetti alia giurisdizione del Patriarca di Vene- zia, ed altri Fanciulli 5 i" quali vengono diretti da soggetti forniti di buon gusto neir amena letteratura.^ Vi è ancora un altro Collegio, sotto la giurisdizione dei Vescovo 3 e governato da Preti , i quali si distioguono egualmente nell'istruzione ed educazione della gioventù o
OItr« la Ka:iìa di s. Cipriano , vi sòno^ due Chiese Collegiate tra le quattr© Par- rocckiaìi s che sono di Preti , trattane la Chiesa di $. Martino, che è di Monache o Inoltre nove sono i Monasteri o Conven- ti : UBO de' Padri Predicatori assai bello, 2a cui Chiesa dedicata a s. Pietro Martin re è nobile ? e la Libreria è copiosa di buoni Libri: un altro delle Dismesse: e %\ì altri di Monache c-
Tra le molte Reliquie dei Santi 8 eh» si venerano in Murano, le più celebri sono i Corpi dei Santi Gerardo Sagredo Nobile Veneziano, e Donato, Vescovi amendue , che si serbano nella Chiesa Iv'Iatricc di $. Maria Assunta, la quale si
chiama
F" %^t ìsole liicìne
t;hiama volgarmente di s. Donato i il ài cui Corpo 5 come riferisce il Dandolo neLv Ja sua Cronaca, fu portato da Gcfalonia l'ann® 1116,
Evvi pure una Chiesa dedicata al Pro- tomartire santo wStefano , in cui si coti» servano arcuai Cfjrpicciuoli de* Ss. Inno-^ centi . Fra tutte 1» mentovate Isole distìn- guevasi questa ^articolarmente per le moi- re deliziose fabbriche, e giardini dei Ve- nesjiaB! , rhe venìvan?^ ^uvì a divertirsi. Quin'ii mei ita di ess; ve osservato il Palaz» 20 , che ancora suss'.stc «d è vicino a 5. Giacoma, adornato di belle pitture a freseo del celebre Pao\o Veronese' ^ come pure queP?» furto fabbricare dal C^vaMer Gievanni Cornare ^erto della Cà Gran» de, la cui magnifica Galleria lunga q.uasi un mezzo miglio <i]]'ÌMtorn, metti* iaun altro magr'ljGc PaLìZzo , edifìzio un tem- po assai rigaardevole per le molte Statue > e le singola'-i pitture, che 1' anornavano.
Vicina a Murano vi è la Chiesa di s. ^^attia fondata da Leonardo Corraro nelT anno 1155^ ch'era prima dì Monache , e fu poscia nel 1147. data da Stetano Na- tale Vescovo di Torccllo ai Monaci Ca* iMaldoIssi . O'iivi si conserva incorrotto il ^ Corpo del Vcn. Daniele .
Tre
«//^ CìttM dì yìnegtn . %a% Tre altre Isole si vedevan® aocora nel- Diocesi Torcellana, cioè DSTANZIACO, AJV^ÌANO, E LIDO
MAGGORE,
In queste risiedeva un Rettore col ti-
to di Podestà: ed erano celebri per la
jquenza degli akitaiti, e per gli molti
onasterj . Ora coperte dalle acque salse 3
"'"iridotte in solitudine, non serbane ve»
mio alcun*9 della lore antica nobiltà.
Nujr ostante la rovioa di queiti luo-
i , la Diocesi « assai amnia , stendea-
^si dalle Ikole a la T^frra fenna sino al
me Livenjsa : ma il raese è pieno di
alli , di Fiumi, di Loghi , e di Paludi .
iccsi però, che in essa abitano venti
ila anime in circa , abbracci ndo due
ftllef late , tredici Chiese Parrocchiali,
ntiquattro Monasteri o Conventi , tra
onìini e Donce, e molte Confraternite
iche ; tra ];• qaali tengono il primo lu©-.
j» quella di s. Ci ian:» battista in Murano,
ella di s. Albano ifiBirano, di s. Mar-
lerita in Mazorbd, e di s. Fosca in
Porcello .
ì^c delle Isole emonvìciue h V'tmgta G g IN.
INDICE ALFÀBETTICO DI TUTT LE CHIESE .
Tìi/azzJ-Iso/e , è Cose 'ì^iotahili discritt mila presente Opera .
LS Ascensione
S. Angiolo
S. Ann»
S. Antonio Abate
L*^ Arsenale -
S. Antonino
SS» Appostoli
L' Anconetta
S. Apponal
S. Agostino"
S. Andrea
L* Angelo RafFael
S, AgRsse
S. Angelo dì Concordia
S. Antonio di Torccllo^
St Aoiiano Isola
Brfl^'
ni
-??-'
B
roglio |
37 |
|
. EiS$Q |
5© |
|
Benedetto |
Jèi |
|
Bortoiameo |
7f |
|
Biagio |
93 |
|
Bonaventura |
il?' |
|
Baldo |
V |
Z04 |
. Barnaba |
243 |
|
Baseggia |
145 |
|
1 Biagio |
280 |
|
brgognoni IsoU |
340 |
|
arano Isola |
>^^ |
|
! |
e |
|
1 |
||
ortile del pala |
22Q |
3<5 |
olonne Due in |
piazza |
38 |
ampannìle |
44 |
|
Kiesa deirOratorlo |
75 |
|
ìjiiew degli Armeni |
78 |
|
ipuccine di Castello |
8^ |
|
1^ C sic stia |
134 |
|
e Capuccine su |
Ile fen^amcnte |
|
Nuove |
132 |
|
1» Canziaao |
i53 |
|
1 ' ■ ^ |
§ % S, |
Gau ' |
35»
S. Catterina i5j
Capucine di S. Gir©U^10 175
Carmelitani Scalzi 179
S. Ccissiano 223
S. Chiara %^6
htf. Croce di Venezia ^37
Li Carmini a4t
Lii C=.rità 255
Le Convertite 279
L» Croce della Zaecca ' ^§4.
S, demente liola 2©*^
Lai Certosa Isola 307'
S. Cristoforo dcila pa«e 3»3
Gostanziaco Iieia 349
D
S. Domenico 9»
La Dogafia di Mare 2^9
Le Eremìte 254
S, Euf.mia 27!
S, Ei^tìa Is<9la 304
S* Erasmo IsoU 320
S. Fan-
35
S. Fantiao 6%
La Fasice $7
La Fava 7 5
S, Francesco di Paola 92,
S. Fraacesc® deìla Vigaa - 115
S, Peli e j6s
S. F< sca JfQ
Fenàace delli Tedescki 194.
Li'Frari - 209
S, Francesco del Deserto 319
S. Giuliaa* 77
Gallo 79
S. Giaseppe 84
S. Gio: in Brtgora 105
S. Gio; Novo 106
S, Giorgio de' Greci i2a
S. Giorgio de ScbiaYoai 122,
S, G'o: ds'Furlani 1.22
S. Giustina ' 13©
SS. Gi»; e Paolo * i35
S. Gio: Grisostomo 153
Li Gesuiti i5f G g 3 S, Gt,
*• Gir«lamo 373
^» Giobbe J74.
^« Geremia 17S
^- Giacomo di Rialti ;i98
^* Gìo: di Rialto aoa
^* Gio: Evangelista 2*7
^9 lio: Decoiato 228
S. Giacomo dall'Orio 22S
|i Gesù e Maria 152
S. Gregorio %6z
Li Gcswati 274
S. Giacoapo 281
S. Gi«: della Zuecca 2SS
^. Giorgie Isola 289
Xia Grazia Isola 299
S* Giorgio in Alga Is^Ia 310
S, Giacomo di Paludo Isola 3^0
^* Giovaani di Torcello Isola 340
Gl'Incurabili 272
fsolc CirconViciae alla Città di Vene- zia. 277
L
Libreria Piibblica 39
Lag letta- ' . 5^
S. Lu«
:35J |
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p Lucca |
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|
\ |
. Lo re Hzp |
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.34^ |
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. Marco |
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. Maria Zobenigo |
53 |
. Maurizio |
55 |
ladonaa deH* Arsenale |
94 |
. Mar.tiBo |
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. Maria dei Pianto |
13* |
.i MeTséicanti |
>33 |
Madonna iella. Pace |
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L Maria Formosa |
147 |
L Marina |
149 |
1'. Maria Nuova |
155 |
'Madonna d«i Miracoli |
>56 |
;. Maria della Misericordia |
J66 |
'ladonaa dell'Orto |
J6$ |
u Marcuola |
385 |
;-,a Maddalena |
19^ |
|,)t Marcihano |
J93 »*-^ ^ |
S. Mat.
35« |
|
S. Mattio di Rialto |
2©l |
S. Maria Mater Domini |
224 |
S. Malghsrita |
240 |
S. Marta |
150 |
S. Maria Maggior |
Z5t |
S. Maria della Salute |
26t |
S. Michele Isola |
314 |
Malamoco Isola |
3^4 |
Mazzorbo Isola |
345 |
Murano |
346 |
N
S. Niccolò di Castello Sé
S. Nicoletto dei Frari 215
S. Niccolò 249
S. Niccolò di Lido Isola 321
O
Ospitale di S. Pietro e Paoli J»
di S. Antonio 87
~— della Pietà lo^
Ospitaletto I45
OgaJL Santi 25*
Pa-
357
Palazsro Ducale C" |
25 |
S. Pa er« aa© |
5? |
S. Pietro di Castello |
jj^ |
Le Prigioni |
115 |
S. Provolo |
l'7 |
Ponte ài Rialto |
19$ |
S. Polo |
ao? |
S. PantaleoHC |
239 |
R |
|
S, Roco e S. Malgfeerita |
57 |
S. Rocco |
21S |
Il Rgdentors |
2Si |
Scala dei Gigaati 2p
Scala deirExand-Collegi» 31
Saie del Palazzo 3^
Stendardi Tre 49
S. Stefano 5§
S. Salvatore ' 69
Scuola di S. Fantino ^S
S. Sepolcro i©7
S. Sev
35« |
|
S. Severo |
.217 |
Se ola di S. Marc* |
M4 |
p— di S. Orsola |
144 |
di S, Barbara |
X48 |
——della Misericordia |
167 |
i— — di S. Gio: Evangelisti^ |
ao8 |
» della Passione |
217 |
•— — di S. Rocco |
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— ^^^ della Carità |
-57 |
della SS. Trinità |
1^8 |
S. Soffia |
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Li calzi |
179 |
Li Servi |
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S. Silvestro |
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S. san |
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S. òtae |
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Ss'iiQr di S. Paol» |
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»— ^'- di S. Croce |
12 3 |
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o"^ — di Dorso Dur0' |
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^- di S. Marco ^ |
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•— — d) Canalreggio |
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S. 5in3on Grarade |
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S. Simon piccola |
1131 |
li Soccorso |
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S. Sebastiano |
245 |
Li Salute |
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Lo Spinto Santo |
271 |
Santo Spirito Isol^t |
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Torre del T Orologio 4*
S. Teodoro ' 5»
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S. Trovàso a5J
S. Vitale 5«
S. Via 261
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S. ZiCcari* n^
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