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CAVA L E R I E

DELLA CITTA DI FERRARA.

CHE CONTENGONO

Il Castello di Gorgofervsa.

Il Monte di Feronia.

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Il Tempio d'A more.

In VeMtìa y ^pprejfo Dovienko y & Gio. Battijla Guerra j fratelli, m. d. lxvii.

m '♦

I L

CASTELLO

DI GORGOFERVSA, ET IL MONTE

DI PERONI A.

Ne* quali fi contengono le cofe d'arme fatte

in Ferrara nel Carneuale del

M D LXI.

AVENDOMI r.S.ri- cercato a voler fcriuerle come fianopajptti i Tornei fatti que fti in Ferrara , & ejjendo io defiderofo di femirla intera- mente y non mi fon contenta- to di queflo e ho uifio^che ho anche uoluto pigliar- ne informatione da tutti quei piti intimi di quella corte e ho conofciuto potermene dar maggior Ih- me. & ho diftefoil tutto con quel modo e ho faputo migliore . & ancora che F. S. quafi in tutte le parti di quanto leggerà fia per reflare , con infinita marauiglia y &ftupefarfì di tante no^ uitàjchea chi 'non le vide con gli occhi proprij potrebbono parere non molto credibili j nondime- no leffere flati que fti f^ett acoli alla prefen-^^ di

^ 2 tutto

tutto il popolo 3 & di grandiffimo numero di fo^ reflieri , & di Signori :,& di Vr incipit la te[ìi- monian'^a de quali porta feco fede maggiore del- t ordinario ^ è cagione ci/ io non mi faticherò punto in indurla a preftar credenza a quesia mia fcrittura . la quale ho diuifa in due parti chiamando tuna il CASTELLO di GOB^ GOFE\V S^, & t altra il M DISIATE di F E B^O ISl^I ^ 3 ejfendo flate due le feHe prin- cipali denominate daltuno j & dalt altro per le venture y che ui fono occorfe . Mando ambedue a V. S. pregandola ad accettarle infievie con la pronta volontà ^ che è in me di farle feruitio in ogni altra occaftone in eh ella mi troui buono , <& le bacio la mano . Di Ferrara il giorno di Tafqua, M, D. LXI.

IL C ASTELLO DI

GORGOFERVSA.

OLENDO?/ Duca dtFcrrara nel la [uà, fijìa del Carneuale dsU L'Anno preferite fare un Torneo, che oltre alla bellel^a dello Jpet' t acolo haueffe una bella occajio^ ne di tre Mantenitoriy ordinò la cofa dt quesla maniera . Mentre chelaDomentca di Carneuale, nelle jian !^ della Duchejfa inanzj cena fi fhceua una danl^ tra Dame , & Cauaheri , comparue una Regina, la quale dopo haucr fatto dimandare udienza per un* Araldoyacc'opagnata da una regal famiglia di uec- chh & di damigelle , / cui ueftimentt erano di drappi d'oro, et di creme (ino, entrò nella camera ouefidan^ :^aua,& parlò in lingua Araba^cfr parlato chebbe, un [ho interprete fottentrò dichiarando quel ch'ella hauea d&tto tn tal guifa . QueBa Regina Eccell.^'» Vrincipe dice eh' e Aljarabtafigiiuola di Taccafiro Redi Gaoga ne Ad armar tei, la quale ejfendo condot ta a Africa dal manto fuo Colocauro Re dt Patica- pca, ncll' entrar in quefa Prouincia per pajfarem

6 IL CASTELLO

j^kmagna capitò alhofco di Feroma,et che intende do Colocauro , che al mote di ijnelbofco era un caflello di uijìa maranighofz.et terrtb demone fi folcano ridur re coloro chaueano defiderio diprouar/i, ^ d'acqm- flarolorta,w.'Ìdò lei wanzj co tutti gli altri fuor che un {oh fctddtero che ritenne fecOyCo dirle che efpedtto , chefijfe la rìgmgerebbepcr camino, ma che tardado egltadarrtHareyet efsedo fi ella fermatale e/òpragiti to lo fcudiero che le ha dato nmua.che co tutto che e- gli co battendo a cfuel Caflellomofìrajfe ualorgradtfjl modera flato coftretto a cedere alWflremafhrTLa d'un Gigate che Chaueafinalmente uintOyetprefo fi come haueafhttOi ^ fhcendo di molti altri, che refìano prigioni in cjuel luogo incantato , oue tra molte Fate Gorgofèrtifafii la [uà refidentia.Hora Principe beni gnifjimo qutjia Regina ui ejpone,che hauendo intefò, che nella corte uoTtra e un concorfo d'honoratijfimi caualieri , e uenuta qua a narrarui il cafo accaduto^ Icy c^ afupplicarui,che uogltate mouerui a pietà del" lafua miferia,(cr afitHorirla,accioch8 ella rihabbia ilfuo SignorCy^ (ta confolata di uederlo liberato dal lelafciue braccia di quelleAdaghe, (^ dice che quan do la pietà non ui wuoua,& ch'ella per fua forte ria non meriti d'ejfer aggradita dalla lieta fitccia, ò* be nigna prefentia uoflra ^il debito almeno induca uoi principalmente per laprofèjfione ^ di che teneteilno' rne^et tnpeme ejuefli altri caualieri a cjuefta opera gh rtofa, perche fhcendo/ìquefìo, oltre a /occorrere una Dama afflitta j & abbandonata , &frr cofa degna

di

DI GORGOFERVSA. J

di uoiiUi mettete a tal imprefa che appartenendo aU laliherattone di tanti altriy(y al ben publicoy d^ non ejfendo anche rinfcita ad alcuno, nonpotrefte dipre-^ fente wtcrprender la più bella. Lacofiumadelca» ftello della Fata Gorgojvrufa e compre fa in dodeci kg gi latine dateci dal noHro fcudtero,delle qnaltfei ha no riguardo a due Giganti ,& ann "Dracone, che ui flanno alla guardia, ^ fei altre a qnei caualieri che Ver caf) hauejfero da guardare ti luogo Ycabio di que fit tremofiri.et le fei prime fono tali 7 lingua Italiana^

Chi ajfalirà gli horrendi Mofiri definfòri dell^ Rocca,& dell'arte Magica,&poiuolterà lafhccia, refli offefo nell'honore .

Se alcuno nel e ontrajlare contrai Mojlri man- cherà non per conto del ualor e dell'animo ^ ma per ri jp etto delle fòrX^ del corpo ,fia punito con una eteV'^ na, & foautjfima prigione

Atterrata Giganti,et cacciato ilTDracone tentifi la Vittoria uoglia incoronare d una ghirlanda fh* tale, chi dopo hauer combattuto ui s'apprefenta.

Il uin citare de i crudeli cufiodt del Cajìello non o$ tenendo la ghirlanda fucceda a cujìodi

Jlfuccejfore non haura ceduto a un nuouo Ven^ turiero fìta continuamente alla guardia delcaUelle^

1 primi che faranno obligati alla guardia in luo" go dell e fiere per uirtU,^ premio di Gorgofirufafiac cendanofolamente delle più degne Dame del mondo» é' di poi gli altri hakbiano di mano in mano la me^ (iefimaprerogatiua ,

^4 L9

8 ILCASTELLO

Le altre fa leggi flanno cos) ,

Coloro che Horrat?no u[[alire i Canalieri definfori di Gorgojèrufa ,fkc€ndola» o a, cauallo,o afih,fiano mualmcnte admeffi .

JcoTi-jbattenti pur che a cinque colpi dipicca,& et fate di flocco combattano egregiamente.ancora che non tur? e ano ti nimico, uadano liberamente aprono,' re la forte , (dr rcflando uccifi^fian confolati didouer lafciar un Trofèo delle armi loro con memoria del •fatto che apparirà in una infcrittione ,

iFenturteriyChe nel menar le maninon flmoflre- ranno ne audaci ne intrepidi fen^a chefiano regi/ira. ti i nomi lorOyCaccianfì dall'entrata»

Che no s muefitghino altre entrate che quella che fi e confittuita, & coloro che cercheranno di nafcofto dafcendere quella parte del monte che e guardata dalle torri fpoglianfi dell' armi,et getta/i dal dirupo.

Coloro che s" apprefentaranno alla ghirlanda, ^ non la confeguiranno.raccoglianji in una perpetua , ^ giocondtffima prigione, §- h abbiano le loro armi, accio che pojfano fott entrar e in luogo di quei difènfori che ui monffero .

Chi otterrà la ghirlanda liberi tutti i prigioni .

Finito che fu quesio ragionamento il ^Duca ri/po- fi, che non fi mancherebbe d'ogni poffibile aiu to alla 'K^eaina . La quale, dato che hebbef^y^raldo nella tromba , fi partì con la fua compagnia . c^ dipoi fu meffo ordine che i Caualiert fi trouaffero apparec- chiati per porre a fine quella uentura mila prima

Do-

DI GOUGOFERVSA. 9

Domenica di Quattragefìma .

Etfrmachefiuemffca cjutji^effato r?on poten- dofiuentrui ti giorno dtCarneptale per efer ti tempi troppo corto , & non uokndofi lafctar paffare quel dt fenza qualche cof^ d' arme , fi e am da quefia traien- tione un Torneo per effo ultimo giorno di ^Carneuale, nel^uale la %^egwafice intendere ch'ella hauea ha- uuto per fpia , che alcuni Caualiert s'erano imbarca ti y & calauanogiu per ti . Et che duhitaua che non uolejfero afalirla al partir fuo di qua . Le fu ri- Jpojìochefi mett effe pur in procinto per andarfene , perche farebbe ajficurata per modo che non le furia fhtto alcun oltraggiosa fi coartò la co fa di quefìa ma niera . che la Regina con tutta lafua comitiua in bel liffima pompa caualcò perla Giudee ca con Cameli Cr timpani y CT dietro le uentuano otto e or furi ,fopra i qualt erano il Duca y & tlS. Cornelio Bcntiuoglio, il fignor Antonio Galeaz.zoBemiuoglto y ti conte Al iènfo Efìenfe Contrario y il conte Htppoltto Efienfe T affane y ti conte Camillo Montecuccoli , // conte Al uarottOytl S, Marc Antonio Giliuclo . & ^ffi cor- fieri erano accommodati con promofcide & tefìe er collie' groppe per modo chepareuano Elefanti y & ctafcuno de* Caualieri , che ut erano [opra yftaua rin chiufo in un cafìello tutt inargentato in concerto del^ le uaghe cfr ricche coperte de gU Elefhnti y & s'era finto che quefìt ammaltferuifjero non per ufo dtguer- rayWa perfomieri , dr che le bagaglie della i ortefijfe ro in que t cafielli ,&laReg ina hauea ordì hai o che

s'apV.atajjira

io IL CASTELLO

s^appiat afferò in queflo modo , perche non uolea chejl uedeffero non hauen do animo difermjidilorofe non in cafo di neceffità» Erano cogegnati cjuefìi cafidli i n gmfa che in tinfubUofidmideano in dne parti : cfr i*ti na ueniua a cadere dall'una banda , & Cabra dai- t altra . & era ilmedeftmo delle tefie, de' colli, c^ del refto . fiora giungendo tutta quefla comitiua a mez^a. la Giudeca , comparuero alla bocca d*Hna slrada ot'* to barche inargentate con una donzella per ciafcu^ na : ó* con un caualier a cauallo , con tal ordegno , che oue il cauallo portaua la barca pareua che fiffe ■portato da effa. 1 caualieri uefttti di bianco dr nero co guarnimenti ricchtfs. & foperbi pennacchi erano il S. Don^uilfinfo da Efle , ti S, Luigi Gonzaga , il conte Giulio Efienfe T affane , il conte Per ante Ejìen T affane , il conte Hercole Efienfe Contrario , ileo ts H Ippolito Tur co 3 il Caualier Trotto, il S. Al^njì no Trotto^ et moflrando quefìt Caualieri d*effergiun ti a terra férma dando di ffrone a i caualli baluoro no fuori delle naui . (& in quefla le genti deffa '^^gi na fecero ala & diedero luogo a i caualieri occultati [opragli Elefknti.iqualt in unfubitofbar ragliai e file torri d'intorno ^ fimilmente lafciate cader le teHe, i colli, (fr le groppe infieme con le coperte con che fi fin geano gli Elefanti , comparuero uefìiti d'incarnata & bianco con [oprane fie & piume mirabiltffime : (^ co cauallifirnitidi modo , che [opra ejfmon era piti co fa alcuna di quelle che mofìrorono nelrappresetar gli Elefanti. Quefii in un fubito s affacciorono à i ni-

mici^

DI GORGOFERVSA. II

mici,et quit4Ì cominciò il torneo che fu prima a due con tra dueiCipofcia a quattro cantra quatro»Toi ejuando gli otto da un a parte drgli otto dal!* altra fimojfero co gli fiocchi alti tefla per tefiaper andarfiad incotrare, la Regina comandò a ifuoi che Jifirmajfero : &jpin- gendofttnanz.i dijfe agli auerfarij che alla brauura lo Yofi richiedea , che più tojìo s'umjforo co quefli altri per tentar di liberare Colocauro fio Signore, ouepotrebbo no riportar gloria grandi jfima , che mùtterfì hora a ri fihio di perder fi fenzji rtpntatione . Effi rtfpojfero che tratti dalle uirtk et bdleT^efie et dalla nobiltà delfuo lignaggio s'erano mofflper uenire àfoccorrerla contra Gorgofèrufaima che à pena erano ufiiti dt barca, che fenz.a che potejfero dir parola , erano flati affali ati da i Cavalieri dt lei,ct che prouocattft defindeano con in- finito lor difpiacerCy ueggendo che fhceano cofit diretta mente oppofita ali intento con che sbrano partiti da cafa ; figgiungendo che ben uedeano ch^effi erano fiati tolti a [off etto : ^fiprofirfero difhr quanto piacea al la Regina . laquale amatafiinanl^ , t Cauaìieridell'H na banda et dell'altra ìl accompagnarono a due a due, CJr feguendola paffeggiorno tutta quella bella ftrada ch'era tanto piena dt perfone cofi in mafchera come fimafcherate, & cofi di Gentil huomini fipra i caualli come dt Gentildonne [opra carrette & cocchi , oltre quelli or quelle che dall *un lato & dall'altro fiuedea-^ no allefineflre , che era cofa marauigliofa , d^ fipra- uenuta la notte efft Cau alteri andarono a leuar la Dté cheffa dal luogo oh era fiata a neder t abbattim^nto^é*

i'aciot»'

12 IL CASTELLO

taccompagnorono alpalal^ del Signor Don^^lfèrijò claèfie: one fi ballò ^ fi fece una cena fontuofiffima. Et ancora che fi douejfe mettere a fine la uttura del Co, pe Ilo la prima Domenica di quattragefima^ nondi- meno perche ti Duca di Mantoua & tlTrincipedi Fiorenza doueana uenire a quesiafijla , ciò fi difiri infino la feconda Domenica , nel cjual giorno ti detto Duca con una belhjfima comitiua di Signori ijr di [uoi Gentil huomini ui fi trono: ^ infieme::i furono molti honorati perfonaggi di tutte le citta circonui^ cine .

Il luogo fi au a dicfuefta maniera 0 Era nel Cortile maggiore che e dinazjii alla Piazza un Teatro capace di diece mila perfine co' f mi gradi molto commodi , in .meXo alquale era uno ampio sleccato , & in profpesto fiaua un monte fopr a il quale era fin dato un camello con cmque torri, due df:lle quali erano dinanzj in fui piano, & tre di dietro fopr a la collina del monte; & quella di mez.0 era affai maq^giore delle altre tanto che aHanz.auafopra la cuppola della fiala gran d.e del Pa- . laz.z,o,c^ tnfieme haueano le loro torrtcelle c^ cuppole, nella fummita delle quali fflende ano palle di uetrogial le , c^ turchine che fono t colon del Duca , & uifuen- tolauanofopra bandiere de" medcfimi colori . Attor- no alla merlatura delle torri Cy" lungo le cortine ue- deanfi diuerfi bel! ìlfimiT rofi i , alcuni de'' quali ha- ueano ti nome del Caualier e di chi già furono le armi di cjfi Trofii . tra i quali ordinatamente appariuano uaru wfcrittiom coucnienti al luogo cr alfiiggmo:&

dal

DI gorgofeRvsa. ij

à al cordone in fu dall'uno canto dalla porta erano due tanole^ò' dalC altro due altre con parole fcritte m ar* gento dtjfujepur nelpropofìto della materia . "Dal de* flro lato [otto le due tauole nependxua una conjei leggi notate in oro , (^ dal/ìmjìro lato pur [otto le due taua le ne pendcua un* altra , con [et altre leggi medefima" mente notate in oro . i^ fi come ilCaftello era tutto fin to'diwarmo yCofì tutte le commijfur e del marmo era- no d*oro : Q^ d'oro gli angoli , t cordoni er le circonfi- renz^e delle merlature . Tra le due torri della colina, correua una loggia di fette archi . de' cjuali quel dime Zffera quattro Coloffi che fofeneuano ti Torrione che ueniua a punto di me\o tra e{fe due torri . ^7 tra. questi quattro Coloffi era una fèntanafituata in que- fiagtiifay In fui piano jìaua un gran Conchile mari" no cheferuiua di uafo,(^' atorno atorno ftauano dodici Dei marini con le mani alle ginochia ò" « capi baffi uerfo il centro del Conchile , &fopra le loro fh alle era' no dodici Amorini co' uentri tefi (freon le bocche aper te ,7:elme7odelConchilefiirgeuaun bello arbore fin^ to di corallo con dodici rami: da' quali ufciuano do- dici fpilli che gittauano l'acqua nella bocca de gli dimori . i quali la urinauano poi (opra la tejìa quei dei marmi . Gli altri archi della loggia erano d'o fera tofana fojfoltt da pilafiri . atorno à quali luce- uano infiniti pecchi di criftallo: (ordinanti ui ftaua- no colonne corrispondenti alla maniera dell'opera . Grfopra il capitello diciafcuna erano figure che al- ternatamente imitauauo\ ti marmo (^ ti bronco :

dr rappre-

tJ^ IL CASTELLO

^ rapprefentauano diuerfi amoro/t cafì di Gioue . S'a torà la leggio, in fu gli archi eh* erano àinarrV' correda un corridore a bafUuflri d'oro csr inargento . in cimA éi i ijuali erano fi di tre dijpofitioni ^ g^anàeX^ di uerfe che fplendeuano imitando il z^afiro , lofmeraldo ^ tlbaìajfo > & dentro iterano piantati arhor felli con putti di color doro e4 d'argeto et co uaghijjimi fiori di molte forti . Tra lun uafo ^ Cabro fi liedeano ^Ama ri che ftauano tnfii un pie con Cale aperte , Cy* con lefk celle in mano. & co fi nella hafe de ballaulirtycome nelCorlo che ut era dtfopray& nel pomo dt meT^o di età fcuno d'ejfi erano pofie bozS{e piene d'acque di pia colo" ri, ó" alpare di queflo corridore pendevano tre tauole ajjìjfe alle tre torri : nelle quali gii Amorini di mezjo rtlteuo fcher'^auano infume , (^ nel meT^ di ciafiouno arco della loggia pende una gran gioia di più bozj^ colltgate in fieme piene d acque diuerfament e colorite. Di dietro la loggia erano tre cam , de quali quel di mez^o moflraua dejfer una porta rujiica ^ & dentro di ejfa in mezj) d un piano circondato da otto nicchi orna, ti da ottofiatue con buchi attorno chiufi con le boTjLe^ ftrgeua un bagno con otto fitc eie , [opra gli angoli del^ le quali le Ntnjè tenendofile mani in cerchio^ & folle" Mando le braccia foftentauano una cuppola di uetri di- pinti . CT* quefio bagno era uiftoper la porta rufltca che tra in bocca alCarco di me^o della loggia alquanto e- wmente piHdellafintana;^^ fingeua un lontano gran dijfimo , Gli altri due cam jhttt proportionatamen- u erano ingmfa dt due i^donche ficcati in due collina

che

DI GORGpFERVSA. t$

fòperchianano alquanto quella jfipra laquale erano le torri : ma per modo che ueniuano a riferire al fecondo (^ al penultimo arco . dr perche dentro erano ajfai con capii rendeuano ancor ejfi affai lontanamA . SofrA quefiitre caui erano tre [affi che foHentauano unaga lena dt colonnelle chiufe con le ut tr tate , (frfopra cta-e fcuna colonnella flauaao in pie diuerfi ammaluzjzS» che imitauano ti bronco & il marmo . (y quefla gak^ ria ueniua ad effer disficcata dalle torri di dietro dal la loggia 3 & ìafoperchiaua Dinanzi alln torre deU la collina a man deslra erano due Veneri , ^ due al- tre dinanzj aW altra del lato fmtfìro , ^fòpra ti me^ deftmo piano più sii a man deflra dalla banda della de fìra torre fi fcorgeua un padiglione da giardino fìnta di marmo , la cuppola del quale era piena dt boT^je^ ^ hauea in cimauna palladiuetro: fopralaquale era, un* Amore con lafkcella in mano . & dt dietro alpa^ dialionefirgeua una piramide intagliata difegni hie* roglfìci , GT dmanl^ dall'un fianco ò' dall'altro erano due Apollini . c^ altrettanto era dalla banda della tor refìntsìra. Aiedefimamente fopra quefio piano di^ nanzj alla loggia coreua un corridore di ballaufìrifìn ti a*alabaftro : in fu i quali fedeuano gli Amortniyche [opra le (palle ò* con le braccia reggeuano uafi imi'' ta?iti dtuerfc pietre pretiofe (^ piantati d herbe & di arborfcellt carichi di uarie forti dt frutti ^ di fiori» CT* quefia collina jlendeua qua fi due braccia che an* dauanoa trouare due fòmmità delle torri fondate in fu la pianura . Lungo le quali, kr^cia erano i ballate

Jlri

l6 i L e A S T E L LO

^ri che accomfagnaHano il medefìmo corridore che flauadtnan^alU loggia »& nell entrar della porta a man delira fi accende alla collina [opra una [caia che par ea intagliata nelfaJfoJa quale nelmez.o no Ita- a man mane a i & riufciua in fii il piano che era tra il corridore (^ la loggia *&il corridore era aperto nel mezjo ^ daua adito a entrar in un poggetto che riufciuafifpralaportà •nel quale fiaua una Vittoria doro che con ambe le mani progeua una bellifflma ghirlanda di fiori di fina dr d'oro . & le braccia di qtteFla ftatua erano congegnate di modo . che per mr^ tu di certi ordegni fi aiz.auano ogni uolta che fijfe toccata una lamina di firro che era in fini piano . Cy* il concerto era che tutti quei che ui sapprefientaife- ro per ef[er coronati toccaffero col pie quesla lami - na 3 accioche la ghirlanda fijfe folUuata dalle ma- ni che lateneanoy ^ efii non potejfero confieguirla. J nomi de* caualteri notati ad alcuni Trofit erano tali .

Odoardi Tamifii Equitis Britanni

Rodorici FlammA Equitis 'Batici .

Caroli zy^ltartp£ Eqmtis Aqmtani

Dionyfit Argentari^ Equitis Celta. ,

Curadi 'Burq^enfis Equitis ZJindelici

Volemacht T'hracis Equitis BifialtA . * Jfinaelis Banani Equitis Terfit .

jilifdi,'Bargd<z Equitis Mauritania

Alarci StelU Eqmtis Calabri f"^'"Mejfitni Mutij Equitis Siculi*

DI GORGOFERVSA. I7

Lt irtfcrittiom posìe ne* breui dmanzi alCajlello tra noqiieHe ,

Gorgofherufe. arces é* Artts magica .

Ltbertati captiu<z .

Virorum equorumg^ exuuU,

Teregrinorum heroum jpQlin

Adamantinas career .

^ures. compedes .

Error irremeabilis ,

Laquei ifidtjfolhbiles .

Dulcss nodi .

Dulcia uincuia ,

Vtris honor perpetui

Jocundijjìr/ja arriAntum uireta .

perenne animorum incendmrru .

^rdor wfenj%Uls ^ uehementiffimiu

E alfa uerorum hommum hosfitia

Inanis foltdorum procerfim aula .

Amori , lufibiu , otto .

Grattar um delitijs (y^ nido

jMafcuU HÌrtutis tyrannidi

LaboriofA tur tutù expuifioni '

A4iferi£ infciorum folatio .

Vit(& beatoYum umbratili .

Temporis ^ glortA filentto%

Latenti annorum dijpendiù

Occulti^ uoluptatum r et ibt4^ >

'Bonis primo apparenttbi^ . ^elk du& tauok fcritte in argento dal lato deflro

B runa

l8 IL CASTELLÒ

Vuna hauea tale infcrittione ,

1)e captis regibtu Thejfalonico , Marroazgare, Mìxino^ Cufchtbthey Magabaca^OtageriOy Samar^ chandcy Fratachala/Bifanagaure, MexitiflanOyA- tabaltfa,Bacalao,VamaycOy HumbroySaragofo, Bor deonCy GeUrio, Cherfinte, Lilybeo , Elb ingene, S le f- uiciche,Colocauro .

Et t altra tale.

Deprofligatìsfeuerlifortitudinls dr temperane' ti A MÌrtHtibpts,dej.j intromiffio [nani molili animi In- XH/nullis alijs armls quàm hilaritate.Utitia.ajfabili tate,hojpitioyharmoniayCorìt4ÌHÌjSyConcubitUy nulla ui, nullo tmpetUt nulla molejìia , benigne y placide y co- miter ,

Delle due tauolefcritte in argento dallato finijlro Ima era in quejio modo .

Dignitati reception es , labori fedilia , [udori um- hrdiypulueri aurétyfitifont&s , recreationi lufm yfom- no fìratayUÌgUanti<z cantmycxercitio deambulatio^ nes 3 re fiatoni menfz , incitamento colloquia , Ve^ neri puelU ,folatio complexm yf celici tati concor- dili .

Et ? altra in queflo

^ujpicibpts tibi]s,cttharis , modulationibpts , lu - disynatatdibm ^ptfcationibm , aucupijs , uenatiani^ hm^choreùybalneiSyfcenisyCarmimbmyCibarijS , pò- culis y foporibus y amplexiba^ , ofculis , folis tepore , no[ils refiigeratione y nemorum amcenitate , autum garritHinuorum murmurc, ueris eternit at e, folo ui^

rentif

DIGORGOFERVSA. ip

rentt , ccelo nitenti , commumhtis hmen^is, perpetua iuuent a, alacri animo , uìnacijptntu , mente uacua^ mutuùflammis,uotii campar ibm ,

Lejèi leggi pofle nella tauola dal lato deflro erano cojì notate .

Qui horribilia monUra arcis é' artis magic Apro pugnacula inuaferit^dein terga dederit , honoris Ufi rem e fio ,

Si quis aduerfm monftra non uirtute animi, fed corporis uiribus deficentyfaauijfimi career io Aterni' tatepunitor,

Trojlratis gigantihtis aut fitgato draconeanui» Eloriafit fhtahhfiifertis,illfim a prAlto adeuntem co^ zonatura tentato,

ViElorfAHorum oppidi cuHodum corona fùgientc cuflodiùm fùccedito .

Succejfor nifi notto peregrino cejferit prò portis op" fidi in continua jìatione remaneto .

Trimijirarum loco addici GorgopherujA uirtute ac prAr/iio in pr&clariorcs tantum flammas inciduU" tOiCxinde alij eadem dignitateprdfianto . Lefei leggi della tauolafimlìrafìauano in talguifa*

Q^ihtroes GorgopherufA propugnatore^ aggredì uoluerint , equitesue pedttcsuefmt tllos impugnatura^ admittuntor .

Bellatores quinque pili, c^feptemgladij iEltbtis gregie bellant&s , ^fihojlcm non fuperarinty adfor^ tem experiundam accedunto , occifi autemfpGliorum ^HA reliquerint trophAÌ eorum^ frfìt infcnpiA wc-

3 2 tfjoridt

^O IL CASTELLO

p^orUfolamen habento .

Hofpite^ neejtie acriter ri eque intrepide dimicari'' US negicBo eorum nomine ex aditu eijciuntor

Addttm alif a conHituto ne uefligantor . quèdfi mi montihm tnrrihpu muniti afcenfum occulte quéi,-' fierintyarmis jp oliati defaxo detjciuntor .

Vbiferta non obtinuermt qui ad tlla accejferint^ titfuccumbentum defènforum uices fubeant , feruatis armtò' perpetuo ò' tocundifs, carcere excipìuntor.

Coronarti pttahm ajfecutt^ captiuorurrt liberta- tis uindex eHo

Ejfendo foprauenuta la fera nel cominciar fi a ni" grir ti giorno s'accejfero i lumi del Caftello ch'erano di dietro a i u&tn ^ alle bijl^^donde ufciuanojpledo ri inguifa di quei ch'^efcono da i rcjiejfi delle gioie, ^ fimilmente kfiicelle tenute in mano dagli Amori,cfr e ofi ancora s^ acce fero ducento torchi di cera bianca ch'erano a i fianchi del CaHello , ma però di ftori di ej[o,& molte altre forti di lumi appiattati di dietro al le torri, & di mano in mano tutte le cere chependeua nofopra il teatro ;chepoteuano ejfer dafei cento tor- chi tutti digrande'^(^ tale, che durauano [icuramen^ tefei hore,& ciafcuno era appefo confilo dA rame :t al the illuogo ueniua adejferpoco impedito . & la' luce era co fi grande^ che ben fi potè a dir e, eh e ini parca di giorno.^ fhttofì notte in un tempo mede fimo fi uidero comparire nello jleccato feifignori del capo ueftiti al la Greca d'habiti lunghi di tele d*oro (jr di [età ere- mtfina tutti m concertOych* erano ìlS, Luigi (jon^^-

DI GORGOFERVSA. 21

gayil Co. Hercole Sjienfe Taff.tl Conte Camillo Mon^

tecHCColt,iÌ S. Gio. Battifla Trotti^il S .Af are Anto

nioGtltuolo,dr ilCaO, Gioan Tomajb Lantluolo. (^

s'udirono diuerfe mufìcheftrepitofe come dt nacche^

re , cornetti C7' tromboni ufcire da cjaei tre cani delU

collina ch'erano dietro la loggia delle torri.percio-

chefingendofìche la fata Gorgofiruja Jhcejfe lafua re

fidentia in quello Caftello incantato y dentro ut erano

tutte le più e f eminate delitie che/tpotejfero tmagina"

re Ara le eguali erano intrattenuti quei miferiCaua-

Iteri che capitandoui^e^ non potendo ottener la ghir»

landa^ui rejlauano tncantati.cr pur a un tempo mede

fimo cominciorono a girar ^ a gittar diuerji fiochi

tre hellijf me girandole ch'erano nelle fommita delle

tre torri fin dai e [opra la collina* Et ecco all^impropti

fo un Nano ch'erafopra la torre fniflra pofla alla pia

nurayilquale fonò un corno tre uolteper rijpetto di tre

caualieri eh 'entrauano per la gran porta del teatro

che era direttamete oppofta a quella delcaflello. Que

ftt erano ti Duca, ti S, Cornelio Bentiuoglto.ò' il Con

te (^ lidio Eflenfe Tajfone, eh' erano a cauallo armati

all'antica con morioni & con feudi coperti dijpecchi

d'acciaio inpunta,che rendeuano un reflelfo grandi f

fìmo.& erano uefliti di ricchiffimt drappi bianchi tut

ti meffia oro^ij'fopra ti tutto con pennacchi foperbiffi

mi, c^ fmontati^f irono meo irati da i Signori delcam

& condotti alla tauola delle fei leg^i, fritta in oro

ch'era dal lato dtfìro della porta,oue dopò hauer lette

^if^^^^gh& ejfere fiati interrogati da ejfi /ignori, fi uo

B 5 leano

la IL CASTELLO

Uanoobligarfidiferuarleyfe ne contentorono3& at^ tono la mano deftra in alto infegno dell' obligo che ao cettauano . c^ ritirati indietro ^ufcirono fuori dnegi- ganti c'haueano in mezj) un dracone, eh e gittaua fùo caper la bocca,etper la coda.per le orecchie,per le na rict, &per tutte lepnnte dell'ale eh' erano grandijfi* nte, et fi andavano fimtendo fecondo eh'eglt fìmouea, J gigantiyoltre eh* erano due huomìni grandi affai piti dell'ordinario.haueano congegnata pie dentro a cer* te gambe futi e molto a propofito ,fipra le quali erana aJfMefittti di e aminar e, ^ i loro pie erano nafcojìiper modo che u^niuano a firmare la congiuntura delle gi nocchia.^ la tefla lorofirmaua la gola^donde per cer ti giragli de ano C7' pigliauano fiato, ^ in capo ha-» ueano uua teflaccia co un cappello lungo fittto difcjua me difirpei(jrfipra la carnagione haueano uno habi tofiiccinto a mez^a cofiia di pelle di orfi^con una gran nfazx.a nella deHray<:^ con unofiudo nella finiHrafo fio in modo , che fipoteano porre ambe le mani alla tna'^Ja.Cotra quello ch^era in fi la dejira andò il Da cat&cotra quello ch'aera alla finterà andò il S, Cor^ nelio^^ il Conte (jtulto affati ildr^cone afiuono di tra be fonate da trombetti uefìiti alla^ greca ch'erano fo^ fra il corridore dt mezjo del Camello , (^ lo fchermir chefaceano queftt tre Caualieri da i colpi de' Giganti che calauano con le maz.z,s fipra ltfiudt,& da t giri del draconefii giudicato bellijfimo . Et perche la z.ujfa duraua con mani fi fio pericolo della perdita di quei tre mofiri cufiodi del caHello,t fiochi delle torri comin

ctororiQ

DI GORGOFERVSA. 1^

Ctarono a tirare et ardere in molto maggior fìtri a che^ prima, é* apparirono alle merlature delle torri di-' uerfi nifi ho rrendtfzuti nelle più firane gai fesche fttcef mai pittore chimera alcuna , ^ dal monte fi fenù unagrandijfimaconcuffione connuuolt & tuoni per aria . I Cauaìieri mojìrandofì tuttauia più coraggio fi&foflenendj l* impeto di quelle beftte col fero il tem^ opportuno di ferir le, tal che i giganti ruinoronoa terra, c^ non in uno inflante ìflejjo , ma con qualche pocod'interuallol'un dopo l'altro,& come le maniere d atterrarli furono diuerfe^cofieffi diedero il crollo ca due modi l*un differente dall' altro, cofa tanto infolita, quanto di marauiglwfa & flupenda rapprefentatio- ne : & giacendo già tutti diftefi quanto erano lunghi, gli fchiaui della Fatagli fir affinarono con le catene alla porta, dr i /ignori del campo fecero legar l'uno a una colonna & l'altro all'altra,lequali erano pianta te dinanti adeffaporta. Tra tanto ilterz.o Caualiere trauagliandofi intorno al dracone il mtfe ìnfitga, per cloche era fatale ^ nonpotea effcre uccifoi^r nel riti rarfi nella grotta del monte del castello che era in hoc e a dellaporta,gitto infiniti razj (^Jparue dentro, & co fi tutti tre i caualterifalita la fiala della collina fiérono incontrati dafei belltffime maghe uefttte di te» la d^ argento tutta ornata di gioie, tre delle quali slac ciorono le celate a i Cauaìieri drglie le leuorono di e a dandole ad alcune feruenti che lefeguiuano da lun : c^ con fotttìiffimi drappi riccamente c^ con gran maeliranialauoratiafciugorono loro la fonte &l

B 4 guancie

^4 IL CASTELLO

guancte.(^ effi l*um doppo l* altro andorono per hauer la ghirlanda porta dalle mani della Fntoria, laquak haumdo aliate le braccia , dr non potendo ejft perciò confeguirla^reflorono incantati . cfr ali" bora le tre al- tre maghe andorono ad incontrarli con conditure ^ uinipretiofi condpicendolt [otto la loggia tra bdliffimt gtouani: che parte giocauanoyparte cantauanoapie-. na noce cannoni amorofe . (^finiti due madrigaletti i mufici ch'erano dentro al bagno diedero ne' [oliti fito ni ftrepitofì compartiti in tal modo , che douendo effer frequentati per lungo jpatio erano interpofìi (jr uaria ti , fi che non pot effer 0 uenire a noia.ficome la mufica di quelle gioii arti che jiauano fotta la loggia era quan^ do con flauti, quando con leutiiquando con uiole, quan. do con mei fole /j" quando con tutte ciò mefichiate in^ peme.o in tuttofo in buonaparte. Similmente le gir art dole &i razS erano continui ifur io fi, in copia & uaria tipermodojcherecauanofemprenuouo diletto. Sttut te quejìe cofefìuedeuano ^ udiuano benijfimo dalli fpettatoriitalche eccitauano un piacer inejìimahileJ tre Caualiert dopo hauer fatto riuerenz^a a Gorgofèr% fa furono accompagnati a fuonrdi trombe alpadiglio ne di marmo dal latofinifiro ; ne co fi toflo ui furono giunthche il Nano fonò tre uolte il corno yper l'appari re che haueano pitto tre Caualiert , ch'erano il Caua^ lier T affane, US, Ficen':(o Flifco, ^ il S.Hercole Gi- liuolì ueftiti con drappi neri co oro per dentro [opra tre ginetti riccamente guarniti con tre paggipur a ca- uallo adobbati delmedefimo colore accompagnato co

l'oro.

DI GORGOFERVSJV. 1$

foroy & haucano le celate ornate di pompo fi pennac- chi in conc ertOyet fi mandauano inanzà tre Adori bta e hi, t uno de quali era affair grande di aita, et dalle ha, de hauea dtie ucrualm^nte piccioli ,& tutti tre hauea- no le catene attorno alle braccia co capi [coperti , ^ con tre feudi che penderne loro dietro ali e fp alle, l uno de* quali hauea cjHefìa inferiti ione ,

Pontem jktalem aduerfm quemque feruanto Valtro quefta .

Captos peregrinos adCypri Charita mittunto // terz.0 quefta .

Stattonem nunquam niflautoccifaut capti defe^ runto .

Et inanzj a quefti prigioni era una damigella in ha- bito nero fì-egiato d'oro all'africana che parlò a ifì- gnori del campo tn quefta guifa .

Effendo fatto prigione in queflo cafìello il Re Co- locauro.Alfarabia fia conforte & mia [ignora r/fha mandato attorno per cercare qualche e au ali ero che uokffe pigliar la carica di ueriir qua a liberarlo . (^ ejfendomtio fmarrtta per camino fon capitata poco difcoffo di qua al ponte del DeUino , oue ho trouato quefti tre uittoriofì cavalieri contra un MauritanOy ^ due fuoi figliuoli, che fiueggono uenire me^o Sfo- gliati (fr prefì. i quali fhceuano infinito ad ogni uen^ turtero che paffaffe per la . ^ quanti nepoteano ha - uer uiui gli imb are anano uer fio Leuanteper mandar li alla fata Ciprigna , fi come appare per le leggi eh* ellaimpofie loro:0' cheuolfie che\fiJ[ero ficritte nelli

[e udì

^6 IL CASTELLO

fcudt e hanno dietro alle Jpalle . & ancora che ejfi cu ualteri fanocojlrettia combattere a pie per ejfer re fiatii loro caualli molto fiacchi per il detto conflitto e' hanno hauuto poco ju y nondimeno mi hanno data la fide di ìafciarui prima la ulta , chepartirpfenzjt trarre dalle mani di Gorgofirufa il Re Colocauro . La onde ejforto mi c^hauete la protettione della roC" ca 5 che concfcendo una tanta rifolutione me lo diate d* accordo fen"^ ucnire al cimento delle arme.St det te qne^e parale dalla damigella , i [ignori del campo in uece di rifponderle fcotettero il capo . ^ allhora i trecauaUeri dtfcefero da cauallo,& fiirono condotti da ejfijlgnori alla tauola delle fei leggi fcrit te in oro dal latofmiHro della portafi comefenz.a più replicar lo\mflirono condotti tutti gli altri, le quali fei leggi ap- partenevano alla dififa delcaflello.che douea ejjerpre fa da color Oj che e (pugnati i moflri^per non hauerpo» luto hauer la ghirlanda yfijfero rimafi incantati cfr ehligati a tal dififa , ^cofii trecauaUeri aizzata la mano fi difcojìorono. c^ in quella ufcirono i tre definfo ri,& C abbattimento fit a pie con la picca et con loftoc co,(^poi che Ptm dopo V altro hebbe combattuto et fht to totalmente ilfuo debito con intero compimentojjeb bero cortefe ingrejfo a poter gir e a tentare la forte lo^ ro»<^ effi parimente incontrati dalle Maghe, come se frefiirono tutti gli altri , & rima fi ine amati per non hauer ottenuta la ghirlanda Mqu ale fiifolleuat a dal- la Vittoria t^fice tlfilito cjf etto, re fior ono la dentro in quelle delitte ^ tà' ài mano in mano tutti gU altri

uentuneri

DI GORGOFERVSA. 27 uenfurieri corfero la medefimafirtunaié' ui rimafs^ romaiche rende a una, helltjfima uifìa lo /penacelo di tanti caualteri intramefftfia quelle belle giouani tra fuom.canti, dan^e &fèH€:& tra mille dolciumi pia ceri. In tanto per lafolita porta del teatro eccoti in ha bit odi T{jgr ornante ilVerato hiflrione rartjfimo , ^ uer amente ti %j)fcio de' noftri tempi . ilquale feden- do fopra un afinello accomodato inguifa di becco , te^ nendoficon la manofiniflra alle corna donde ufcitia continuo fuoco iUeniua con la man deflra alta ^ mo- ftraua d'ejfere in unprofindijfimo pen/ierOi& fpintofi alianti fece per il campo alcuni jìr ani riuolgimenti et poi dtfcefè, & lafciò andare errando il becco . ilqnak hauea un gran cannone di fioco in cambio di coda, chefempre lo tenea ifinto inanzì, per modo ch'era co (ir etto a gir are attorno alNigromate, che già hauea pop o\7 terra alcuni fegni magici etfntto un cerchio, in mez.0 del quale piantato fi & posìoui dentro certi ca- ratteri cominciò aparlare altamente di quefio modo» O ombrerò Jpiriti,o deitàyche potete sfirz^are i cieli & gli elementi^ 0 miei intimi famigliari ^ congiunti : 0 pojfan"^ fuperiori alle humane poffanT^^per quella uir tu che e tn uoi , per li fegni che fon qm^c^ per le parole con ch'io utnuoco.ufate incanti contra incanti;<^ co flringete quejlo casi elio eh' è dtniéte a rifoluerfiin nie te, O ombre, ojpiriti, 0 deità, che tardate uoiì ma poi ch'toueggo che il chiamarui in generale non haftr^ za di conflrmgerui^uerrò alle uosire parttcolartpote fià: dico le uofìre particolari & principali fopra tut»

tele

^8 IL CASTELLO

te le altre, Helles,Chele,Carcmos>iy^goceros dtsfktCy dtfciogliete , annichilate cjuèslo caflello magicoiche e la prigione del fiore de' caualieri del mondo . inuoco i nomi Hoftri tremebodiii nomiuojlri ftipenori a ifegni: i nomi uoftri-j chefi)no i nomi de" nomi . ne ueggoper quefta uia alcun buonfiicceffo contro, ti cafiello Poi che non può qnesì'opra Tiegar le deità che fon dtfopra , AiouapFlegetonte',

Et Oocito, & l(i Stigia , & Acheronte . O Aletto, 0 Tififine , o Megera , O Elio, 0 Ocipete , o Celeno , Eurie horrende^pejitfire Harpie, rabbia delle rabbie^ ueneno de Ueneni,io ni [congiuro , che quando farà il tempo debbiate comparire dinanz tamc in quella fir nta che più uipiacerà . ^ dette (jnefìe parole fonò tre uolte un campane Ilo, (:^ sfruzx,ò l'acqua che tenea tn unuafetto di forma antica fopra certi pentagoni, ^ poi andò circondando il cerchio con un lanternino aa cefo. & mentre che fi andana aggirando , uenne uno ^ ir ito pieno d.tfiioco che lofkcea andar fiirtofamente dietro un filo difirro congegnato di modo , che quan- do fi a mezjo, in quel punto che ti 1S[ igromante jonò ti campanello,ritornò al luogo donde era partito,^ co- lui fonado diffeyindietro,tnd.ietro:non e ancora ti tem . Voco dtpoifitrajfe di fino uarie co fi magiche, ò* ejfendofigli accollato il becco gli cauò delle corna dite jhcellef^ le pofe in terra,^ gittando acqua fopra l'u na,^ cera fopra l'altra : & preparando altre mate^

ne

G O R G O F E R V S À. 2^

rie ferfimil effato, incominciò coft . Come que^' acqua ammorzaci L'mfico chefifpenge, & C altro sfirz.il A liqticfiirfi quejìa cera uerde , Che tuttajfidijperde ; Cefi uada il Caftel Gorgofirufo . Che perche fia confrfi , Jlfanc ano foli uerfiad aiutarmi , Hor mutate miei carmi. Mutate in fimo gli in cantati marmi , Tojfono quejii accenti Sueller alpi : firmar rapidi uenti; Voltar dond*efcon la uerfo i cacumi Jpiu ueloci fiumi:

Qtiejli accenti del del tiran la luna . Et già la Fata bruna Mutò ifodj dYltJfe con queft*armi Hor mutate mìei e a rmiy Mutate in fimo gli incantati marmi Tre uolte quejìa polue , Che dijfipata in aria fi rifolue ; Tre uolte quefii neri fiacchi Jpargo Diprofindo letargo . Qj4e(le tre effigie di color diuerfi Giallty uer migli, ^ per fi Vongo a l'un canto : e a l'altro uo uoltarmi Hor mutate miei carmi , Mutate infimo gli incantati marmi. HorribiU Ariete

Balta

50 IL CASTELLO

BalT^ coipiefopra la te/a rete .

EtcoltHoflebtlfHono&quafimHta

Il mio tremendo e acuto ;

Et co i tuoipajfi languidi ^ incerti

J miei gagliardi & certi

Seconda , per poter foccorfo darmi*

Hor mutate miei carmi.

Mutate in fumo gli incantati marmi

Quefta e una lunga chioma

Di quella Maga ria,che iguerrier doma*

E acctoche del fio hoflelfìa fiitto un fir accio

Con gran furor la flr accio

Fcco ir f effìgie fen^a eh* io le tocche

Seco tremar le rocche .

Certo che tutte conquaffarft par mi

jfdor mutano miei carmi ,

Mutano infimo gli incantati marmi .

Ma uedendo ti T^igr ornante che il cafiello non/t rifilueua , anzi che quel tremore fa fktto per rispetto dellifpirttiincantatiyche s'erano moffi a dtfèfa delluo go & aperdptione di lui^ritornò a dire, o Chaos,o Ere hoyO Beate, ^feguitò intonando certi nomi caldei c^ non firn ben di dirli che dalla banda della porta del teatro fi mojfero uarijfpiriti alti al pari del tetto del Cortile,^ erano fpinit dal fioco per un filo di fèrro del modo detto difopra, &fibttofifptccorono altri fpiriti dalle torrt del caslello c^ portati fimdmente dalfio^ co cor fiero ad affrontarfitcontra quegli altri per modo che nacque una horrenda zjiffa tra loro ; che nell'in^

contrarft,

DI GORGOFERVSA. 3!

eotrarfii altri fi urtavano inguifa, che uolaHanof4 al

to^ & quafìpiu non erano wftì , altri trappajfauana

uia dopo haaer dato l'incontro:(^ altri par euanojpe^

gnerfi nel primo accozjzjtrfi. Allhora ti Nigr ornante

cominciò a doler fi ^ a batter fi con le palme & dijfe,

poi che io conofco che la uirtu magica dt quejio catiel

lo e più pojfente che non è la mia,mifero me^ èpurfir^

z.a eh* IO al mio dtjpetto le ceda . Fnafola jperanz.a mi

reHa che e il ricorrere a Marte miojhutore^acciochc

egli mi fàccia uenirqua i più brani caualiert dell* uni

uerfo.i eguali combattendo contra i definfori, di Gorgo

firufa riportino uittoria contra di lei, c^fegltfcongtu

ri ò' le parole non mi uarranno in tutto , l'armi ^ i

fxtti al difetto di é^uefl a federata condurranno al

fuo fine il mio defiderio.^ detto cjuejiofi cauò del fieno

due tauole Caldaiche di Marte ^ delle tjualt l*una ern

di effio, l'altra della fina intelligenza» & poHe le in ter»

r a gridò cinque uolte Ares , dr poi di parte in parte

uoltandofi alle quattro parti del mondo cominciò a di

re.Deltoté regnator Oriontù: 0 tu Afis regnator Oc

cidentis:o tu ArBtce regnator Septentrionisio tu Ari

tarBice regnator Mertdtei congiungete infiememen^

tejpirito.anima^C^ corpo;congtungete inpeme fpirito^

carne, humore ^ ojfa: firmate Caualieri poffènti. tu

Deltoton da impeto alla colera , tu Afis uiuacità

alfiangue.tu AntarEltce leua la pigritia dagli huma

ri melancoltci , 0 ArBice tu particolarmente arma

quefli Caualieri di metalli impenetrabili.poi diffefeco

certe parole in baj[o mormorio ,& ritorni ad aizzar

la

^Z I L e A S T E L L O

la uoce 7 tal modo. Voi Calafkharet, MiXruach el, Az. , nfoparach, Lamhragad sfirzat e l'aere &U terra fi che li fcongiurimiethahbianol* effetto lor [olito . Ne cofitoftohcbbe detto queflo, ch'un jpirito accomodato in un yaT^ uennt per un filo che ptegaua uerfi l'ango- lo (imftro della porta del teatro oue era appiattato u n mdnticello,& calò impetmfamentey ò'firendolo ta^^ perfe,e{ nell aprir fi ufctrono fluori grandtjfimifitochii uÀrij&ingrandtfjima copiaict sudt un terribile ^re pito.^ in quel punto ìfie\Jo ti Nigr ornante mormora dofice alcuni figni con una bachetta uerfi) quella ban day 0" aWora balz^oronofitora tre Caualteri a canal lo [uperb amente guermti con drappi morelli Jparfl d'oro (^ penne del color medefimo tutte cariche di tre mole d'or anch'erano il S.Donr^<iy4lfhn[o da E^e^il Co te Hercole Eftenfe Contrarij , cr il Conte Ferrante Ejìenfe Tajfone:& allor apparire ti nigr ornante dif- fi. Magnanimi [ignori non uipaiaflrano queflo cafi, ne quefio fpettacolo. perche Adarte m ha eletti per [uoi campioni contra quei definfiri che flanno la a quel Caftello-.acctoche uoi riportiate contra di loro quella fi lice uittorta , eh'* egli [uoi dare aifiioipiufituoritifi- guaci. Itene adunque animo[amente .itene tnazjyCh^to preueggioil certijfimo honore , che uoi [et e per confi- guire in queflo punto. Hora hauendo que/ìi tre Caua- lteri combattuto con tanti colpi quanti erano intima ti: Q^ colmoflrare una brauura c^ una leggiadria de gna di loro , non hauendo potuto hauer la ghirlanda , reflorono la dentro tncantati.SHCcejfero nellofiecca-

io il

DI GORGOFERVSA. J^

to il Conte Valla Strozza , il S, Camillo Turco» 07- il Sig, Fuluio Qmfìelli con colori cremejìni tocchi d' ar~ gerito cjr à' oro i ciò erano ape ,& il Nana fice tifi lito fegno , ^ prefupporrò da cjui innanT^ j che ciò femore fi debba intendere , fidi (juei che uennero a pie y come dtcjHeidacauallo . cfr neluemr eh' ejfiju^ ceano caminorono inazj alcuni tieftut alla "Terfian^ inpompofhabiti del loro colore , eh* erano tn loro com pagnia . tcjualis'affacciorono a i (ignori del campo, Cr uno di ejfi dijfe alcune parole nella ìingna di ^er- fa : ò' un altro fruendo per interprete fo^giunfi quefìo .

Signori i tre caualieri della Afefpotamia che ue^ dete ,fono ftatt eletti dal So f per uenire a liberare ^rchipolemofuo creato fiiuorittj fimo , che h prigione in ^uefìo Cafléllo . CT perche fono uenutifin qua per le poste , combatteranno apie tn quel termine ìflejfo in chef trouano , Et non più come prima a uno per uno» ma in un tempo me de fimo i tre definfon combattette- ro contro di ejfi ; ò'tfpcditi dal combattere conche ftperorono di gran lunga la loro molto giouenile età, & dalla prona della ghirlanda rimafero nel commvt ne incanto .

Comparuepoiuna fkta portata da quattro /piriti infernali ^ che gettauano fioco per le corna & per la codafopra un richifflmo feggto coperta di4n*ombrel- la . la quale guardo fifamente ti cajìcllo , (^ poi girò ilcapouedendo f uedea alcuno^ crpoco dipoi enr- tYando ti Signor ^IfinftnoT rotti armato a cauallo

C con

^4 IL CASTELLO

ton foprauefle cfr piume uerde & bianche & dar^ gemo ,la fitta [e glt uoltò parlandogli dt quejìa ma- niera . ^^ Caualiere io fon la fata Emaroficay che per ejfer fiata tradita da Gorgofèrtdfa , la cjuale conuerfando meco rifacendomi l* amica 7f?i ha dtsfhtto ti miogtar dtno j tal che refta urgro 0' deferto jenz.a che ptu ut nengano i miei amanti j defederò ^ cerco uend.etta Cóntro di lei , c^ prego ttoiyChe alfembiante m moftra te cortefe c^ arditola uoler combattere centra qidci d.e jènfort dell afta rocca : & a tentare dt leuar la coro- na ^ infiemel incantagione , per che oltre alpiglia- reilcarico dellarniagmsia querela i accettate unOi. imprefa che appartiene alla fallite d'infinite perfine di ualore & di finita ritenute la dentro da quella fce lerata mia nimica.chs fottopreteUo di uoler difinder il Cartello fi trafilila fico tra fuont y ^ canti j c^giuo chi , & danze ^ c^ conmti , ^ tra mille altri filaz.-^ 7^3&io miferafin qua dtfiiori beffata , cacciata dal mio albergo, ^pYiuad\gnificcorfo,(crquafifin- XAfperarila alcuna. llCauaherefice mo^ra col ca- po di uoler pigliar e la pugnaper la . ^ toccato ti cor fiero con lofprone apprejenicjfi al luogo ordinario, ó^ glifi mandato m contro unodedefinforidel cafìeilo a cauallo coi quale fi ben fi portò bsmffimo non per Ciò potè fcmjkre che non reflaffe incantato , tentato chehcbbe la uentura della corona . ^Dtpoi uno Mere ma a corMuffe il conte Scipione Sacrato, & d S. Aief . fitndro ^yindnafi uefiiti dt roffo fiammeggiante con.

oro

DI GORGOFERVSA. ^J

oro in abbondato , ch'erano Cavalieri a ^ie , ^ (rum to a melo del Teatrofiriuolfe a loro con cjuefte paro* leSigliuohquefiù e ti luogo fatale che mi hauete uolti to chUo m moflri . ^' ancora che contra core iihab^ bla condotti ad imprefa cefi pericolo fa (-r terribile y nondimeno l'hauerui uedutt prontiffiint a ciò ; ^ moff, da defiderio tanto ardente , (^ tanto nobile , 7n''ha dato Jperanz.a che fiate per riportarne uittoria certiffima : c^ cofìper uofìro honore come per benefit ciò del mondo , mtfon contentato d''accompa(Tnarui, Hor gitene che Iddio fia con uoi , Et quefìipaìimen te fecero il debito loro con tanta forila (^ con tal di* fpofitione , che ancora chefèfferoben giovanetti , per hauer la fhccia coperta non f irono conofcimi , ^ net tentarla uenturafì trouorono ingannati . US. Gio^ uanìitStlua con colon gialli Cy- d'oro portato da fin mofiro marino diede unafcrittura a Signori del cam pò, t quali la fecero leggere ali zyiraldo loro ^ (jrla foflanzji di effa era cjueSÌA . che ejfendo egli caualtere Indiano, C^ conofcendo quante di jf e ulta gli appo neano nel uia^io er defiderofo di uenir tojh per por-- re a fine quella tanta uentura , s*era preualfo delfit- uor della fua Signora, per iiirtu della quale era arri^ uatoprefttfflmo di quella maniera . Egli fit admejfo allaproua duellarmi cr duella (rhirlanda , ma non ef- fendo riufcito nella feconda come nella prima , nella quale hauea datofegno di molto coraggio fo , rejìò la dentro nella compagnia de gli altri Caualien . Tra tantQun hminofiUtaiicff fopra un Rinoceronti por^

C 2 taua

^6 IL CASTELLO

taua perla porta del Teatro unagiouanetta , la quale fòrte g;r iddìi a: ^ a quella uoce cor fero a cauat lo nello fìeccato il Conte Hippolito EUenfe Taffone confopraucfìe CT* con cimieri di color nero c^ cCar^ gente ,& ti Conte Annibale Beuil acqua con colori bianchi & a* argento , che nel ferrarjì adofjo a quell* huomo feluaggto y egli fuggendo uiafi lafciò cader dalle braccia lagioiunetta , la quale pregò quei Ca- viaherijche dipoi che le haueano data una uita^fl content afferò per cortefìa di dargliene un'altra a lei ■più cara di quella prefeut e , che era il tentar lafòrtu ria per la Itberatione delfuo amante ^ che Haua rin~ chiufo nellcfhrz.e di quelle maghe. Ambi d'accordo fiuti al conflitto con afjaltiho/ioratiffimi, ostentata lafortefitrouorono nel termine in che erano gli altri. Due quadrupedi infernali gitt andò dtuerfe forti di fìioco portarono il S. lacomo Badoaro & M.onfìgncr di Cofciardo genti Ihuomo Francefe uefìiti di ber etti no molato con oro , con Plutone & Vroferpma ne ci - tnim , & depoUi che gli hebbero , fi ddeguorono uia con cento chioppi di calci . ^ quefli Caualieri a un tempo medefimo la fecero a pie con non minor ua^ ghe'ìfy che animofità , &fiprouorono alla uentura, laquale altraméte nofuccejfe loro,l^éne dipoi il Cap, Becchino mfìito di giallo con oro dr argento fopr a un e amelo , alla te fi a del quale era accomodato un lungo rofìro d'uccello , c^ hauea didietro una lunga coda di penne : é^ a fianchi due ale grandifjìme. co fa mot tQ bizzarra ^ marautgliofa in uiBa . & un nano che

gli erA

DI GORGOFERVSA ^7

gli era inanz^i preferito ali* zyìr aldo del campo una carta fcritta di quella maniera .

Ejfcndo comparfa nelle Mokcche , che e miopae , la fuma che qna dentro fìtroua prigione un mio fratello , ti quale dagiouanettofipartida e afa & art daua -fkcendo per il mondo proue di per acquifiar gloria ; ^ per ejf:r non meno robufìo cfr ualorofo che gratiofo & gentile y qttefla Fata lo tiene in dclitie . h per il defldcrio c*ho della ftia liberai ione ^per duh bio d'ejferpreuentito da qualch'uno de ifkmofi Caua lieriy de* quali intendo che di continuo e piena que- fa nobilijjlma prouincia,fin montato Copra quefto uC celiacelo , che mi ha portato qua in meno iungior" no . ^ benché fa noi altri fi cofumi di combattere foprafimili animali , nondimeno uedendo il notabile uant aggio., ch'io haureicombattendouifopra , mi fon Ytfòluto di pirla fecondo l'ufo do e qua introdotto : cfr prouarfe a piede potrò trar afinequefta uentura,^ liberar miofiatello con tanti altri caualieri e* ho poi intefo ejfer caduti nella mede/ima miferia. Et lette al t amente quefte parole, il caualkrefcefe da quefto ani male che manfuet amente s* inginocchiò et andò all'u no et all'altro cimeto,ne potè ejfer più fortunato degli altri : ancora che in battaglia fi fife moflrato deftra, et ualorofo con uniuerfalfatisfhttione de' riguardati. Entrò poi a cauallo ti Conte Onofito Beuilacqua con foprauefte, & penne bianche^ et turchine con oro,che condujfe feco un moflro di uifta horrenda co un breue d petto che moftraua lui effer un miniftro di ^orgo -

C 3 fèrufa,

0

^S IL CASTELLO

prufa^ che s *oppcncJJè perjirada a i caualieri che niuano a cjutl casi elio . ^ hauea legate le braccia di notando d'cjfer ^ato uinto da cjuel caualierey // qua- le ben fipce cono/cere per molto brano contra uno de''definfori , non però ottenne la ghirlanda . Alcu- ni ucfìitt da Turco con fiperbi habitt di broccato ac compagnarono il fi gnor Federico Afiroglio uejlito di giallo è* turchino con argento , & arriuati ali apre" fenTa de' Signori del campo uno d' e fi parlò tn tal maniera. Q^efto caualiere tu fu intendere che e del- i* Arabia felice , & che cercando il fignor di Safira fuo [ignore , per rtjpato del dominio ch'era injvflato da cor fari, ^ hautndo udito eh' egli e prigione in Ita Ha nel monte di FeroniaiUoltatofi a quejìe parti giun to alle foci del 'jSQlo , tolfefiibito una fregata : c^ ue^ nendo gin per l^ Arcipelago 0- per ti Tirreno e fi- nalmente giunto al porto che e qui uicino a quefìo ca fìello. donde fmontato uiene a combattere nel termi" ne in chefitrouaperla liberatione delfuofignore.St dipoi che ejfo caualiere hebbe la licenzia fi prouò con Farmi & con C andar allaghirlada^et la prima prò fi con riufcita neramente ottima 3 mala feconda, fi nana . Il f gnor e Scipione Silua in concerto bian^ co y (^ rancio , con argento uennefopra un barbaro . dinanzi a cui erano quattro Adori a cauallo , ^ due con due tampaniper ctafcuno: Qrfùcedire,chehauert do tntefo , che moltifuoifignori erano dtjienuti nel e a fìello delbcfco di Feronia ^ fenl^ altro indugio « V- ra uenuto con animo ^ o di liberarli, o dt morire ,odi

refiare

DIGORGOFERVSA. 39

ttflare incantato , uolendo più toflo , 0 non uiuere pw 3 0 rimaner in prigione con ejfi , che uiuere come fiicea . Et [montato a pie^ & rtufcito gloriofamen- te nello fteccato , non riufct dentro dal cajiello . Et in quella che quejìo caualiere s*i?icantaua , una ma^ ga ufct fiort del caftello , ^ andò uerfo la porta del Teatro: per la quale entrauano il Conte Fahio Fon" tanella,^ ti Conte Coftanz^o Adomecuccoltjcjfi^uer di, <:^ gialli con argento, che ueniuario a pie , cr dif- fe loro . *T)eh foccorrciemi [ignori miei , che certo il ualore che moslrate allaprefcntia, ^ la mi feria del mio flato meritano, che uoi in quefia cccafione mi[ìa te cortefì. Jofino una if^filice giouin&tta 3 che condu- cendo meco un mio cubino , perche Itberajfe dt quefta prigione A/eliglotto^cl/iO amo più che la propria ui'- ta,non ho rihauuto C amante, (^ ho perduto ti cugi" no . il quale neluenire alla prona della ghirlanda e rima[o incantato la dentro, Dehpiacciam dt tentar la[òrtunapir la [alute mia , C^pcr la uoflra gloria* Jcaualieri pronti per [eruirla uenneroa corti batter e, (^ attaccata la pugna la maga che gli hauea ingan- nati dtlparueall'improtiifoinun fubito,^ r antro nelcaflello . Finito il conflitto, nel quale non manco" tono punto a quanto lorfi conueniua^firono cofldeln [dalla ghirlanda, comperano stati da quella Fata]. Dipoi nell' arrtuare che fhceano a cattalloil Conte Hip polito Turco GT ilcaualier Trotti con [oprane^ fle,^ penne bianche, nere, & mortile, con oro a[òr- Xa-'^ana belli[flmagioHane ch'era tutta ingui[a d'un

C 4 vìQ^r^

IL CASTKLLO

moftro dalla gola in giù , dolendofì accerhamente fiipplicò i Caualieri a motierjiapi&tà della [uà dij^ra tia, dicendo loro» che era fiata troó format a tn quella brutta fìgur a fer uno [degno di Cforgofèrufa:^ che infin che i [uoi incanti durarebbono ^ ella era per ri^ wanerfimpre in quel wtfiro fiato, fi che uoleffero,& [e non per rtifetto di lei^alrrìeno per debito dt canale- ria por/ìa rifthto per dìo furi' arti magiche di quel cafiello . Effenda ambidue mofflperquejìe preghiere uennero alhjfato di quel certame , (ideila uentu- rafhtale.et hauendo hauuta honore con lorgrandt[-' [imo pregio in quello, hebbero dtgratia in quefta. Ap paruepofeia una nane fornita cCarbori4i uek, di re wii & di nocchieri di tutto punto : chettraua fuoco per la poppa , & per la prora :per le corna dell'^an-- tenna , Q-r per la gabbia* [opra la qual nane erano il ftgnor Hercole ^ra[auola , il fignor Camillo Mon- tino , c^' il [gnor Nicolò Pigna in concert Oy bianco, C^ nero con oro con una damigella , che ufiita fìtori jèce un tal parlar a [gnor i del ca7npo. Queftifin tre caualieri che uengono dall'* Ifile Fortunate »et Maca rea lor [ignoragli haposìi in quefìa barca;et pigli art do ildiritto di a quejìo Monte di Feroniagli hafkt to uenireper mari, per monti,<^ per piani [enz.a che mai dt[montino : udendo fi in ciò d'un arte miraco^ lo fa y aceto che arrtuaffero più toflo , ^ con maggior ageuoltT^a per fhr conofcere a ^orgofiru[a , che fi trouano anche al mondo altri incanti , ^ altri caua Iteri fuHoriti di Maghe [enT^ i fuot , Efpedtto queflo

ragto*

DI GORGOFERVSA. 4T

ragionamento t caualicri dtfcefi dalla bar e a mena- rono le mani a un tem^o medefimo cori grandìjfimo jptrito , (^ con modo bclltjjlmo . ct* dipoifalirono al- la siatuafhtale: (^fcherntti non poterò piti ufcir del caftello. Étfitjfeijnentemente il Conte Giofeppo Stroz. ^ concertato di morello con oro , ^ argento guida- to da una Sirena , che caualcaua un Delfinio , entrò a cauallo nello Beccato, & tentò la forte della batta- glia, cjr della ghirlanda, c^ hatiuta, che hebht hma projfera per ifuot degni meriti, hebb-; C altra atterfa, 'Di mano in mano ilfig» Annibale 'Bentiuoglw^CT ti Conte Guido Calcagnino in habito bianco, CT incar- nato ricamato d^oro fecero mojlra difc uenedo a pie ; Cy' mandandofi inanz.i due giganti difr/ìfurata fa tura , che erano legati y d^ per un paggio loro fi e ero dir quefte parole» Ancora che que'fifignori in ^ueffa lor uerde età nonffijjcro anche mejji a rifchio alcu- no,nondimeno tratti da un generofi fvirtto ufcirono di e afa loro per capitare a cjueslo A<fonte fatale , non riguardando , che con la prima , dr peri co lofi loro fifcita affronta/fero la prima, & laotudijfctleimpre fa , che hoggidifia al mondo . Et perche nel e amino qui apprejjò giungendo a un luogo detto ti paffo della morte y ui trouoronocjuefi due giganti , che dguar- dauano , hauendoh uinti , <dr pref yinfieme prefero animo di fuperare quegli altri due, e he jntcndeuano ejfere alla cusìodia di cjuefìo caftello . (^ hora effen- doui in lor luogo quei caualtcri che n hanno riporta- to mttoria,effi dicono a'ejfer pronti per frrc altrettan

t9

4^ IL CASTELLS

to cantra cjuefli de jìn fori y (guanto haurtbhorw jhti9 cantra o^uei mosiri . Impetrata ch^bbero Itcenz^a di combatter e, non e /fendo flati uinti per gtouam che fi fifjero, ne punto ributtati da (juei brani dejènfori nel la terribil z^ujfayfurono prefi dalle Maghe fenl^ con trajlo . La Fata ETnarofòca , che già hauea uifìo ti fuo caualiere reflar prigione , andò inuifbilmente al laparte didì&tro del e afte Ilo : c^ potè tanto co fuoi fcongiun 5 che lo tiro a unafinesìrafopra ad un rio. oue Cjfendo egli tuttauia me^o incantato,^ non ejjèn do uifto da alcuno Ja futa il rapì, deportatolo alla fi- ce del mare ilpofefopra una balena . ne Gorgofru^ fa ne fi ce altro rumor e, per che efendouigrandiffima copia dt caualteri non s'auide ch'egli ui mancajfe , Emarofica duncjue faliiafopra la balena medefìma la condujfe fiori del mare per arte magica fopr a l'a" rena,attrauerfando t monti infin che giunge a qutfto bofco di Veronia . 8ra cinesi a balena moftruofa , & JpruX^aua in alto, ò' da lunge ac^ua la/ifaper le zja ne y (^ per la coda : & in tanta copia , che ne parta tutta piena.et la uifta diquelcaualierc accompagna to da quella gwuinett a [opra quella fchtena era non meno di lafcmia che di maraui^lta . Quefta maga moftrando d! hauer posio l'ultimo rtfigioin quel fuo amante, conuerfa a lui, etpojìogli un braccio al collo gli par lo in tal noce. Sig.mio la cor te fi a chem'ufafte quando portata qua dalli [giriti m trouai a cafojet ut fupplicai a far gt ufi a uendetta per me contro quella jc curata di Gorgofirufaiet la brauura,chemoftrafte

contro

DI GORGOFERVSA. 4J contro i def?nfori del cafìtllo mi fpinf.ro n tentar tttt te le tiie pojjihili co chiaro, CT quaft certo pencolo del lauitamia per tr arni di quel luogo incantato , dal quale n'o tanto per uirtli magica quato per l'ardente affetto con che to ni amo ut leuahfhcertdoui calar giù a quel rio che è di dietro alla rocca.hora tti ho condot to quafepra quefo mio pefce fatale: & ut afficuro che come non ho altra fi cura habitattone, che qucfa,fo- pra la quale io fono, co fi non ho f data (peranzA infoc corfo alcuno fuori che in uot.et ancor a.che colpefare, che mpotrei perdere un^ altra uolta m'affiiga efìre^ mamèt e fìsche mi fent a fèndere il cor e y nondimeno ti dffderio che ho di uendicarmiy c^' la fède^che quan- ta mainepoffa haucr\tutta ho cdlocata nella uojìra perfona,mi inducono à pregami, che uogliate di nuo uo materni a rtfchioper ar/ior mio.Cy'fe i cieli ci fa- ranno tanto fhuoreuolij che quefia mprcfa ci riefca , la dolciffima iuta, , che meneremo ìnfier/iefark tale , che non farà piacere al mondo ch'apparcggi il r:0- ftro. 7^e hauetepunto a dubitar e, e he ben utfucce da l'tmprefa dello fieccato.ui debba fallir quella del la ghirlanda, percioche ho fitte certe nuoue malie ; che come ilualor uoslro a noi giouerà cantra quel de (T li altri i cofloue non potrete uoi ,ftspplirò io con in- canti contra incanti . Il Caurdicro baciata che fhcbbe , c^futto cenno di andar uokntieri a metter la uitaper fio feruitioy fnontò le^iadrarrunte dal- la balena , c^faltato in pie, & can buona gratia d<* Signori del campo affrontatof generofamente con

44 IL CASTELLO

Pauerftrio,é' i^^f honorat amente sbrigatofl , andò al luogo desinato agli altri auenturiert,^^ un altra uolta ui rima fé. Ne minor hellezz.a fit quella ch'era nel concerto del Caualiere Gualègo, ti quale campar a cauallo confoprauefìe , & penne uerdi piene di ricami d'oro menando prigioni due centauri & uria Sfinge i ch*era loro nel mezo. le code della quale era- no con tefte di boz.z.e piene d'acque di colore ferpenti no, che imitauano lefquame.et dentro ui erano lucer ne acce fé, tal che il r inerberò di quel lucido colore era uaghiffimoy & per effe code , c^ per il capo gittaua fiioco. fimi l mente i centauri erario accommodati in guifa,che riufciuano comodamente col moto de'piedi didietro, & l'uno hauea una maX^a, che tutta ar- dea,(:^ l'altro hauea in una fiacca, chegUpendeua al collo,moltepalle,c^ andana gittandole in aria , oue s^apriuanoconficoppij, ^fiiochidiuerfi. Il p aggio (l fpinfie inanzi, ^ parlò a i Signori deputati in Ifpa^ gnuolo,^ la int erpr a at ione delle parole e quefta. Il Caualiere della Rocca fidele mio Sìg.mi ha coman- dato ch'io ui fiiciafiapere, ch*egli dopo l'ejfer andato lungamente attorno per defiiderio di ueder del m'odo , capitò non è molto tempo alla corte di Francia , douc perfida mala fior te s 'accefie ardentififiim amente nel ui fio fioco dell'amor d'una D ama . la quale al giudi' ciofiuo e la più bella,& Upiu meriteuole di quclpae- fie.acon tutto eh' egli allhora cer caffè in modo conue^ neuole ali a grandeT^a di lei , di dar fiele a conoficere ferfideltjfiimo fieruitore come le travet e neramente ,

mn

DI GORGOFERVSA. 45

non potè però mai ejfere da lei sitmatOy tal che meri- t^jfe d'hauer parte della fua gratta,? er la qualcofa efjendofi in quei giorni fparfa la fhma della flrana uentura che è qui al monte dt Feronia.confiderata la poca ftimajche uedeuajkre dtfefiejfo./l rifolue di uè- nir in quefto luogo ajhr tal proua di [e , che chi lo uè- dejjè non lo riputale indegno diferuir tal {ignora, & ejfendofimejfo in camino fi trouò ajfalito parte per mare, & parte per terra da queflt mojìri.i quali con riuouijC^ diuerfi inganni il uoleano uccidere : ma fi' nalmente hauendoli jktti prigioni e arrtuato qunoue egli fi reputa per gratia frugolare da Dioiche a quan to egli èperfhr ualorofamente fi trouino prefenti gin dici tali, & fi confida ch'ejjì per loro cortefia gli Jh- ranno gratta (quando egli ancora in ciò proui lafir tuna co fi poco fkuoreuole , come tr.fino ad hora gli e fiata) di mandar queHi moHri in Francia alla fua fi gnor a confhrlefaperea che fine ilfuo infilice amO" re l'ha condotto, Il Caualiere fimtlmentehebbe adito al combattere , et all'entrar nelCaftello. & in quei la inoprefa rimanendo con infinita gloria , refiò pri- gione in quefl' altra Jl Cote Federico Monteuecchio, il Conte Tomafo SacratOjCt ilfig.Leonello LauezMO lo fitti ditanh, et di bianco con argento uennero a pie feguendo tre donzelle bentffimo ornate fecondo i mede fimi color i^ch' erano fopr a tre achinee riccamé te guarnite, la prima delle quali dtffe uerfo i Signori del campo , che effe erano mandate attorno dalla hr fignora con quei tre Caualiert eh' elle haueuano

in

4^ 1 L e A S T £ L L O

inconfegnoyper trouar/ìprefefiti alle iwprefe fktfe da ejfi . percioche la lor Signora gli hauea obliga^ ti agire a pie fin tanto che nonfijjer degni della faa gratta ; hauendo promejfo dt fhrjho principale amari te colui che rìafiijfe con maggior gloria : & che ueden do ciafcun d.i loro che hoigi non era al mondo occafìo- nepiH bella di c[t4efla,uentuano per porre a fine la uen tura diqiiclCajlello . Tutti tre a un tempo medefimo f or t atifi da u aloro fi cau alteri andorono da queftopa r agone a quello che era più pericolofo , nelqualeheb' èero lafirtuna contraria . XJidefi in queHafpuntar un bcllijfimo carro all'antica tirato da due corfieri tutto fir aito di Trofèi ò" d'arme da combattere yfo- fra il quale era il Stg, Antonio Galeazzo "Bentiuo - glio j (^ ilguidaua uno auriga all'' antica chefonaua un corno lungo quafi come quello eh* uf ano gli Suìtl^ Xeri quando fono per dar la battaglia , ;/ quale dopo hauer fonato parlò in tal modo nel luogo confueto» Qji^efio caualiere uifkfapere che eglie uenuto di Tar tana per con^batter del modo che fi cofluma nel (uo paefi , ma hauendo udito qui apprejfo che le leggi delCaJìelló uogltono che fi uenga al cimento dxWar^ me oapie oacauallo , cfr non altrimente ifie ri» fhluto di balzar di que fio carro y Cy'feruare meffet^ to l'uflinza d^l luogo, egli dtfcefo dal carro ? (^ hauH to nel campo tlbuonfuccejfo che de(id.erauainelU roc ea non potè altrimente ottenere l'intento fuo . f^lttma niente fluide un fumo con alcuni lampi difitoco dalla i? ari da de fi r a del Teatro m fiorite alCaÙello j & a

un

DI GORGOFERVSA, 47 un tempo wedeJJmo fi finti un gran tuono . donde fi fra i gradi otte erano leperfone cominciorono ad 4/7- partrs con Hupore umuerpil d^ogriuno quattro fir^ penti alati grandt(fi?ni y che mofcrando diuclarepa reua che tir afferò per aria un foperbo carro guidato da una maga bellfflma & riccamente ornata : che ui conducea dentro ti Conte Aìfònfi) Eftcnfi Contra-* rijy ti Conte Ottauioda Tiene, ò' il Conte Aluarot- to Chaueanofiudi in braccio di u:Jìa mirabile in con certi roffi & gialli carichi d'oro . & giunta allapre fen"^ de' /ignori deputati dirtl^ò la uoce a loro in tal modo . Sapendo io che chi uolea confeguire la coro na fatale di Gorgofkrufa,?j* mettere a fine una tanta uenturajbtfognaua chefòffe non folo ualorofiffimo nel l'armi^ ma liptu leale or ilpiu firmo di ciafcun altra neW amar la fu a donna; CT defiderandofopra ogn'al tra cofa di ueder difcioito ti Cafìclio di qaefìa maga mia nimica y ho condotto fpr a ti mio carro per aria dall' efrreme parti dell' Ethtopia tre Canalieri noma-» il Contrafiulo , Gtgliandro , Aluornico , i quali fono aiti indifferentemente a tal imprefa per ejjer ugual mente nella ecccllenz^a del ualore CT* della lealtà, tal che chi primo d'effi andera alla corona t la otterrà fenz^a che la utttoriajlenda Is braccia in alto . & an Cora che un folo di loro fiffe fiato a bafìanz ayè tanta l'odio ch'io porto a cosici , che per maggior miaficu- rez^T^gli ho uoluti tutti tre. Et acciochc combattano da pan loro , ecco tre cor fieri che ho fitto effer qua t n un tnftantep€r tale effetto, Fmendofi queste paro -

le,per

48 IL CASTELLO

le, per la porta maeslra faltorono nel Teatro tre cor fieri , [opra quali erano donz^elle ornate molto lafci^ uamente , Icquali difcefe da ejfiy cfr condottogli al car ro , /' Caualieri difinontati ut afcefircfopra , <^- in un punto mede fimo tutti trefimojjero contra i definfori, ^■(zittii colpi filiti con uiuacità , Cy" con impeto t a kyche attr afferò ogni utHa, ejfendo accompagnati al la porta dclcaflcllo , il Conte Aluarotto feguitato da gli altri due Caualicri fuot compagni andò a prefiin- tar fi dinanzi alla Vittoria , & porgendo la tefla ma zi yla ghirlanda non ft allò , come hauea fatto fimpre per l"tnanz.i ypercioch' egli non tocco la lamina che ficea [olleuar le braccia y ma un^ altra chele ficea aprire, la onde ejfa ufi dalle mani che la teneano & uenne a refi are in fu le tempie dt effò Come , il quale parue propriamente incoronato dalla Vittoria . Al" Ihora in unfuhito la Girandola della g^ran torre get- infiniti fiochi con uno [irepttofirwidabtle : ^ due altre fubmtrorono con tanti raz,t ; che parca che tut^ to il cielo ardejfe . ó" in quello infante mede fimo ^per e far acconTj a queflo cifato cento mortali ,fifent) co fi gran terremoto y che moflrò che tutta la città rui naj]e. necofitoflo s'udì queflo rumore tanto terribi hyche fluide in un momento dijparire tutto il Cafìello con tutti gli edificij , con tutti gli ornamenti , '^ con. tutti i lumi non meno di quefto luogo, che del Teatro, per Cloche ti tutto era congegnato di modo, che taglia do fi cinque cor de principali , che furono tagliate [ubi to a un momento prefiffo , in un punto ftejfo ruinaua .

Et

DI G O R G Ó f E R V S A. 4p

Et fhtta quefta ruìna cor/jparncro cento torchi , c^fi uidtro t CaualUrifior dell' inca'fito > i quali effendofi -per disfhrc ti Cajlcllo, prcjìamcntcCy' con tal gratta, che la cofanon par mente t limultHaria, fi rtduffe- rofopra un piccioljaffo elcuato, che a pena licapiua. Et come la cofa in [e hebbe dell' in ufitato.c^ delnuo- uo, & fi in effetto fìapenda.cofila uanctà de i colori, cr /<? ricchez,z,a dc'drappt ch'erano dirafo, di ucllu- roridi tele d'oro , & d'argento , cr di broccato confi^ gli ami :(:^ fiori, q^ intagli in uariegutfe,^ con [òtto- coperte ben corriJpondenthQr la uarterà delle r/rjprc' d'amore^et d honore, ^ delle penne altiffime pofle per cimieri.con che i CaudUeri erano adornali fi ga,^' bella oltra mi fura . pcraoche erano quiui tutti raccolti in un drapelloic^ ciafcuno mofiraua la pom- pa dellafuaperfina.'S'psrche tutti d'accordo hauea no mtti concerti mollo diuerfì/rinfcirono cofibene.che nons'haurebbe potuto tmagtnarc punto di uant ag- gio. Hora sìandoi Caualieri di ifucfto m'odo dtfincan tati, quello che era incoronato ddla ghirlanda andò inanT^ con la comitìua di tutti gli altri: ò" fi^ accom- pagnato da trombe, CT da tamburi con un rimbom^ bograndijftmo, cfr [alito che hebbero i gradi coperti del fa co dcfiro,fii data la ghirlanda alla Sig.Lucre tia Gonzaga , fiata e' hebbero riucrenz.a al Duca di Aiantoa,a A4 adama Lucretia, al Cardinale j ^ ai S.Do Fracefco da £fie:percioche la Duche(fa,et AAa dama Leonora per ejfcr rndijpofte no poterò ircuarui fi, ICaualteri fatto quefìo , accompagnarono le dame

D in

50 IL CASTELLO

infulafijla^ oue fonando iptjfari comincìorono apàf feggiare : dipoi feguirono altre danz,e infino all'hora della cena, la qualfii , & dt graffo , & di magro fon^ tuofilfima. Ma perche il Principe di Fiorenz.a douea ijfer la Domemcafeguente tn Ferrara , i Caualieri di quella città fi riflr in fero infteme : c^ conclufero , che ben egli non era giunto a t empo , c^ che già fi fife fatto qvtefta fifla,la quale haueano apparecchia ta con ior commodo , che rio dimeno fi doueffc honorar lo con una nuoua fòggia di torneo , che fijfe pcfiihi- iefife dtuerfada cjue fi' altra ^ma però dipendente daeffa . Et neramente ^che mirabile fii la preftc'^z.a con che concertarono quanto fi uedrà per le cofe in fi a fcrttte : per Cloche quantunque Nnuentione da je fijfe uagajC^graue,c^ degna dt tanto Principe, tn gratta del quale s'era trouata, con tutto ciò il nfoiuerfi cofì toflo y & ti uenire cofi con ordine , ^ cofifubit amen- te ali* cffccutione y accrebbe marauiglta a maraui- glia , et nefice riufcire mofpettacolo , che pochi al- tri fecondo ti mio giudi ciò far anno per appareggiar- lo . Dunque effendo i due Duchi tra dame,^ Signo- ri in un palco eminente tn capo della fiala tn cui dopo cenaficomtnciaua a danz^are, comparue uri Arai' dolche chiesi a l'udient.aper ti Conte Nicolo E fi enfi T afone Maggior domo fi appreffentò al Duca di Fer rara con dirli che alcuni Caualieri ilfupplicauano a uoler lafciare^che fipublicaffe un cartello: et hauuta ch'egli nhebbe la Itcentia, ejfo cartello jii letto . £t è qutfio »

EJfen-

DI CORGOFERVSA. JI

Effendofìnoi mojfi con firma intentiene di com^ battere cantra t definfirt delCajlello dt Gorgofirufa, ^ porre a fine tanta ucntur a, hauemo intero per ca^ mtnOy che tre cavalieri accelerati da trna maga fon giunti poco fu.Cj' ti' hanno haptuto r/2onore,(jr perche infieme eie fiato rcfirtOyChe dtjferojcheciò loro fucce^ derebbe, perche hifcgnaua in tate tmprefa effcr non fola ualorofo^ma itpiii leale ctogn^uno aliafua dama: fiamo qua per proiiar^ o a pie o a cauaìlo , con ogni forte darme a loro^^ a chiunque uorrà dire in con- trario ^ chèfc noi giungeuamo prima dt effi haurejfi^ mo riportata lapalma,per ejfer noi in amar le dame noHrepitifideit , & piucoUanti di toro ^ & dt tutti gli altri Caualieri àA mondo . tenendo noi per firmo che quei trefiano riluciti non per ualore, ne per leal- tà ^ ma per qualche affutia magica* fi come crede- mo ancora , che quei, che Hauanc la dentro incan- tati non habhtano fhtto il debito loro, e per propria colpa , 0 per fialide della Fata . Et perche ìtoifiamo giunti al monte dt Feroniaj otte era ti Camello , cifìa mo firmati in tal luogo , oue fi aremo per tanto tempo quanto bafteràai Caualieri che fino ufciti dell'in- canto per poter uentre a ritrouarci . l^ Araldo, lato chefitilcartelloydiènellatroml^a^C'fipartt, dr ti JfaHofeguàtò in fino a dt chiaro ,

Da LI

IL MONTE

DI F E R O N I A.

R R I V A T o il Trincipe Fiorenz.4 > or fopragmnta la domenica intima- ta , i catidlieri f irono all' ordine dt tut- 'tl^S^iSi f^p^^^o peruenirea gli abbatt:msmi ^' "'^ ^rome[fi peni cartello publicato la fera

della jvHapajfata, & cjfendo ejfiin procinto per mo- do , che già fi commciaua a empire ti teatro di perfine , con un concorfi di tanti firejlieri nobili do era una maramglta y ti tempo fi conturbò non fenT^a cjualche poco dt pioggia . la eguale crebbe la fera, c^uietò che non fi potejje far altro . (^ fcgmto di male tn peggio per quattro giorni continui , ^ perche poi d Principe andò a ZJenetia , fi tardò in fino alfiio ritorno , fi che non fi potè e^atuareqnan to s'era prepara o non nella gtobbia della dome- nica fegnente : che fit fegnalata della bellijjlmafi' i che fiuedrà . // luogo jìaua di quejìa maniera. In capo del Teatro, ti quale s'è defcrtttodifipra» era quel Adonte di Feronia , fepra che il Cafiello fu fiondato . r^:a perche a!l*hora fcnmta fola-ncnte per

frr

DI F E R O N I , A. $^

jhrprosfcttnut : accioche le torri d'^ inz.i fijfero in fil piano y et quelle di dietro più ali erta non appa- riua^che la cojìa d'nnfafo.ei il re fio di dietro rileu^ pochìjjlr/io.hora che lo Jj^ett acolo dotte a ejpreprin Cipalmente duella montagna , c^ non d^ altro , e^a fi rìdutta in modo , che dinanz,i erano tre Collins fian^ cheggiate da due bofcht d'alberi alttjjimi^che decli- na nana in due mt^i angoli , r^ nella facciata dinari 7^ ueniuano a fòrmarfi quattro grotte e barano al piano . dietro le colme forj^eua un monte y che cre^ fcendo più alto fi fkceua alpeftre . dalla banda de- lira pendea un dirupo [otto cui era una ma , che pa - rea cauata con lo [carpello giù a terra per. ung irò che haiica tre riuolgimenti , che finiuano nel bofco . fopra ti dirupo era finta una coglierà parte nuda con jajji acuti, parte usfiita d'alberi [e luatici,& tanto montaua che ueniua, a fioper chiare la più alta merla, tura del palaz.z.o.et dallafommitàfi uedeano trema* lare diuerfi uir^ulti che mofiirauano dejfer fipra un a pianura . dallato ftnillro il monte fòrmaua una, picciola ualle ,percioche dalme^ alNfremità cala afaibene , q- quella fammità era tant'alta & cofi piena di grandi ò" diritti alberi chenon/ipoteà fcorgerei tetti uicini . T^ello fghcmbo della ualle era un prato che dal mcz.o indietro era circonda* to da mirtclle , melar anzj , & cedri . & firmaua- no qua fi una luna mofìrando ti con e ano uerfo il ti a, tro^c-rdaduefajfipollialL corna loro ufcitmno due fonti, che mano con tacito mormorio irrigando per

D 3 o'c'lifi

54 I L M O N T E

cblt(^m riui queltapiariHrafktta uerde da tutte quel- f herbe y che poterò hauere , non orarne la flagionc affai più fredda del confiteto. diedro a queHo hofchet t9 forgeua ti monte tanto alto » che togUeua la ut si a della fommtà della chiefa maggiore che è in pia"^ za,&in Cima hauea una rocca , che mofrraua tre torricelk imitaììdo co fi bene quelle y che fi ueggono ne i luoghi ueri firmili a ejMcflo fimo , che fkceua una mofira hetliljìma .percìoche le merlature erano in al cune parti nocz^oguafte , (y tederà giuafèrpendo hm go la [carpa delle mura . & la torrtcella di mel^ era con uguale tntcruallo tra le due più bajfe , ^ dalcan todefirontt?dea un ponticello quali fono quei che s'ai ZAno y & ahhajjano . ^ perquesfo fi paffaua dalla rocca a un precipitio > che montaua altijfimo , ^ fo- fientaua una torre mcTjQ ruinata . tra quefloprecipi tio y Qj' la cofìitra ad latofiniHro era finto un torren tefeccùconfajfind IcttOyC^ dalle bande y ^ un gran •pontefiataridditre archi Cattrauerjaua.daWun ca fOy& dall* altro pauano dite maffe ingegnate con uè- tri diuer fremente ccioriti , che rapprejentauand due [cogli acuti di pietre mefchie lucideju la riuafìntflra del torrente era alquato di piano donde fi f alma per un angufto calle ucrfo la torre rumata*, or dalmtdefi tnopianofiucniua difce?fdendoperuna lunga, et lar ga, c^piaceuolepraday chefilafciaua la ualky ^ il prato dietro, c^fitorceua uerfo il fìniflro fianco,et [oauemente [i piegaua a terra . ^lla bocca di quejìa ftrada matfira uedeajt un portone di marmi roT^i ,

&

DI FERONIA. 5^

C^ dall' un Uto,(y' l'altro dt ejfo compartuano due Ida h rapprcftntanti due * Diane cacciatna indorate. (^ incontra la porta indentro Haua alquanto eleuatofo fra una hafe un Tjìo Fan pur indorato, fu lafomn^i- delle tre colline forgeuano ire lunghe ^g^glie con tesledtbo'^e di uetro piene d'acque dei colori del Duca, et due tutte piene di bucchi erano di dietro al' la rocca L ugo la fìrada maejìra dall'una banda, et da!l*altra,tra humilt uerdure erano alternatamente ninfe , (^' fatiri con gli h abiti , r^ i colori che'imtta- uano iluiuo , (^y" fi mi Ime nt e ne tudeano qua, ^ la per l'altiffima cofttera che fncea jponda al torrente - , ^ in capo della flrada oue era ti piano flaua un tem pio foHentato da otto colonne, con una cuppola tutta piena dt bucchi , ^ di boT^e . nel centro ìlauafopra un quadro unajìatua fèmintle indorata , & lifctata per modo y che il riuerbero d'oro nf.ettea molto da lunge, or tra la flrada, & le tre agugUe uedeanfipa fiondi rtlteuo chefonauano la Zampogna mentre le pecorelle giuano pafcolando uerfo i due ritti del pra^ to , (jr alcune di effe per fòrz^a di certi ordegni erano mojfe , sfatte b aizzare . (imilmente fagli alberi ap partuano in uarij luoghi capriuolt,Qr cerui , ^ aU Cime perfone appiatate in diuerfè parti fi to ti monte alleiiolte urlauano,m'.tiiuano ,:^ annitrvAano:zt imi tauanoil canto del rofignuob, dclcaponefo, et d\iL tri fimth uccelli . T>inanz.i allz tre colline erano t-''fi tre padiglioni a lifìe uerdiyCt bianchi t Htti tempeffati à*oro , in cima a i quali erano tre palle d'oro brunito . D ^ che

5d> IL MONTE

chereggeanotre pÀcciolc bandiere . Dmant.t apadi gliom conginflo compartimento slauano otto baficloe ueninano a ìafciar C adno Ubero aW entrar nelle por- te de i padiglioni CT ì^^Hs quattro bocche delle grot^ 'te.& ctafcunahaueadinanzj. un uolto di Medufa. quafi firmato con tutta la tefia . & era ornata di bel liffime cornici tutta inargentata d argento che parca di majfa.fopra a queHe b a fi erano otto Palladi gran Ai come gigant effe , inargentate , (^r hfctate dimo- io che'ne rifultana ungrandijfimo r^fl^ffo . con la de slra teneano l'Ioafra , cr haueano la palma della , fmiFtra alla punta d uno feudo lungo alla Cjreca. Et in queVti otto feudi erano btto caualten di più che me zortlieuo armati in nane jvggie , perciochcy cornei fadiglionifCofiquefteflatuc erano fiori della natura del monte, ^ritre Mantenitori haueano fatto eri- gere quefle Palladiyacctoche ogni uenturiero potejfe combattere di quel modo che più gli piacejfe, toccan- do quello feudo con tarme , del quale egli dimandaf- y attaglia . ^ oltre che ciòferuiua molto a propoft" toper rilpetto del cartello chaueafhtto offerta di com battere con ogni forte darme^ dauapoi una uifta tan io marauigliofa , che eccitaua la memoria de i tempi heroici . Hauea ti primo fendo cominciandofi dal la to destro uno armato da gicjlracon una lancia fo* pralacofia y ilficondo uno da huomo d arme con la lancia per correre a campo aperto, il ter^o uno da huomo d arme a cauallo con lo fiocco nudo inma^ m y il quarto u'a altri) a canallo armato all'zy^ìba-

nefe*

D I F E R O N I A . 57

V ne . ilcfuìnto un da huomo cCarme a pie con tazz/t in mano . tifejìo uno da huomo d'arme a pie con la lancia in mano . ilfettinjo uno dafzntapie con la pi- ca . l'ottauo ct* ultimo uno armato all' Alemana con lo fpiedo . Stando ti luogo di qucfta maniera allapa- rir del giorno cowparuero con dodici trombetti fci fi- gnori del campo , ch'erano il Conte Girolamo Adonte cuccali j // Conte Camillo Montecuccoli , // Caualiere Bernieroy ti Conte Pirro Ruggieri , ilS, I^Aarc' ^n ionio Giliuolt , (7 tlfignor Gtouan 'BattiTta Trotto. ^ fecero dar nelle trombe per lo fioccato , CT* [opra la fommità del monte , gt ancora che i nuuoh andaffe- ro conturbando ti tempo nonfen'^ gran pericolo di pioggia , nondimeno non ft ti mc^ di , che il teatro era tutto pieno . CT il cielo interamente fi rafferenò ^ cefsò iluento che prima hauea fcmprc fiiriofamcn tejhtrato nelfopragtungere della notte . nelqualtcm pos'accefsrot torchi del Teatro ch'erano in grandif firn a copia . & di ejfi alternatamente uno ardeua & l'altro : ac cloche uenendo il bifogno s'haueffe potU' to in un fubito riaccendere quelli che erano interi Cr produrre la fijìa quanto fi uolcjfe . Sopra il bo- fico del fianco deliro jiauano cento fitcelle con mate^ ria (agenti preparate per rinfrefiarle a fin che con- tinaajjero fempre . altrettante ri erano fiopra laco- filerà , ma però più uerfiilr&rtodel palaz.2io : per-^ che quefli che fir untano meramente per lumi non tO" gli(J[ero ti uerifimile alla montagna jìandoui per dentro, cento altre fkcelle erano dal fianco finiUro

elsuate

58 I L M O N T E

eleuatefùori di queijpejjl alberi che oc e up aitano il dot fi di quella banda . La cuppola del tempio , ; due fio glii & le tre aguglie s'illnminorono per modo , che quei uetri imitauano il refl^jfo de tfajfi lucidi coloriti in dinerfeguife . *Da i bue e hi delle due aguglie ch^e- rano di dietro alla rocca ufictuano linguette di fitoco tal che pareanofommita di montagne che naturai-, mente ardejfero . Similmente due cime del precipi- tio ini uicino mandauano figari fìtoco artificiato. (j; la torre ruinata che ini era di dietro par e a che tutta ar dejfe per rijp dito delle trombe di fioco accommodate aìlefineftrelle ^ alle fijfitre : donde ufictuano fiam- me continue . ma cfuello che ueramtme rapprefenta- un Mongibello , era che di dietro al montefipra alcuni palchi eminenttffim pendenti uerfio lapiazj^a (jr accor/smodati ingufia chepareano un nuuolone, fiiceano un marauiglwfi incendio tre ghirlande , che Jpingeuano infiniti groppi diraz.ifii ai cielo, i quali dopo alcuni fi oppi '^ fi difcicgUeuano c^ fkcendo ua^ rij rikolgimemiper arì.t , (^ rendendo dtfie uane mo flre,fiandauano a dtjperdere quando a un tc?yipo me defilmo , quand.o lun dopo C altro con q'Aaiche inter* uallo , hora tirando tutti aduna wa , (jr h^ra piglia do camini diuerfi^- qua fi contrarij . Erano le cefi in quesio termine quando fluide nficrre d'una grotta ch'era fitto il precipitio molti pallori uesìitidi H^ani habiti (jr molto uaghi , i quali fiaìendo entrorono nel tempio : (^ diedero in un grandiffiimo fiuono di diuerfi inriromerìttflrepttofi , &tra tanto un drappello

mnfi

DI PERONIA. 59

vinfi leggiadrijfimamente uefìtte yinfulprato aptc di (jnel finiflro [affo , che faceua un fónte , oue era- no alcuni br'ocht,^ marmi rozjj.che ^arenano ejfer fatti apofìaper fermre tnuece difedia, dopo hauer menate in giro tre carole , ftpofe a federe : ^ ce^an^ do la mufica deltcmpto cominciò a cantare tt arie [or ti di canz^oni con arie diuerfe . Jn qpiefia com^ ar ne- ro dalla fommità della montagna [ei trombetti be- niffimo concertati , & s*udi all'impronifò un acuttfft- mofuono che fece rimbombare lefpelonche et ilThea tro . (^ dietro lormarchiauano a picciolpaffo il fi- gnor Luigi Gonl^a^ayil Conte Hippoltto Turcoy^ il Caualier Trotti , ch^erano i tre Mantenitori foper hamente ueftiti di bianco c-r uerde con graffi ricami d^oro c^ con belli jfimi pennacchi , c^ calando giù per laflradamaejiragmntiinfitla pianura montorono fui loro corfieri guarniti di ricchi'fime foprautflein concerto , (jrpajfeggiato ti campo pur een gli iterati fuoni delle trombe fi pofero a i padiglioni mandando i caualli dentro alle grotte im tue in e . Foco dipoi per la porta delT eatro ecco entrar la Lealtà in cofigrx _ Cy leggiadra uifia che recò riiter snT^a (jr diletta- tione infinita a gli animi di tutti t riguardanti Ella tutta uefltta di tabi d^ argento con un uelofottiltffimo che la copriua dal capo mfino à ipie era [opra un car rettino tutto inargentato fatto tnguifa del manico dunagranfirfice . (^' uenti termini ilcìrcondauano foilenendo una cornice ,• & neluacuo do era fra l'uno tir mim & C altro pendmano f Uomini dt fiori dUar

gcnt9

6o I L M O N T E

gerito d" Mfita bianca , attorno fopr a la corrile e ue^ deanfi uentifànciullini ignudi che aliando le mani fepra il lor capo foftentauano ifegni della fide , la me delle quali erano due mani conqymte tnfieme mejfe in un fiftonz.ino d'argento, c^ l'altra metà era una mano aperta & diftefa , & quefìe erano pojìe alter- natamente i' una fra me7^ l altra . Ttrauano il car- rettino duce donz^dlc milite di tela d^ argento con mantelUtti riccamente fregiati , Cr quattro» due per handaytranoà i fianchi ac II a Lealtà ueftite ditela d'oro con rnantelUtti in concerto , &portauano quat trofi.endardi ah' antica i in cima a i quali era una mano in atto ài fide . Dmanz^i caminauano diecefa- cerdoti in habtto ufiato al tempo de* Gentili , ueflìti di tab] a argento co'' colletti e haueano d'intorno Ivghe frangie d^argento>& incapoportauano il Flaìnrae inargentato con ueli aggroppati alla fronte che riufci uano dietro le jp alle cr andaLtano giù infino a terra, dietro il carrettino ueniuano fiopra corficn ornati di bellijfime fioprauefle in concerto il Duca , // T^rincipe di Fiorenza , // S, 'Tirro Gonz,aga, ^ il Sig. Vicen^o Uitelli fitti d.i bianco con oro m copia grandiffima, ^fopra il tutto con pennacchi tanto eleuati a uaghi: che con tanti uarij ordini forgeuano in alto , che rrn- deuano una moftra bellijfima ó" afi^aipiu dell'ordina rio , c^ nell' entrar ch\ffiificero , ifacerdoti comincio reno a cantare a uoci piene in lode della Lealtà qne - ftiuerfi.

T 14 di GioHC minifira & figlia fei

Ter

DI FERONIA. 6^

Terfttr che fermn fide

Icielt CfTgli clementi :

E afficttrar le genti

Si che con firmo cor mouano il piede .

O delmondo legame y a l^acqtte a t uenti

Tra ifidminttra Harmepm pojfentt

Forte, in te fi crede,

O intera mercede

Che ripon tra gli Dei

I degni : o sfirzia , o cieco infimo a i rei , Etpaffeggiato c^hehbero ti campo [iuoltorono alla ha. da dejira deUeatro uerfo il mezjo ouefiauano il Car^ dinaie , Madama Lucretia , ti S, Don Francefco da Efte , c^ tlSig. Federico Gonz^aga , c^fentendofi unjtlentio uniuerfaleja Lealtà parlò in talguifa

*Dapoi ch'èjparfo Chonorato fuono

Di quei tre caualier , chefìan su tali

Terprouar ad ognun , ch'^a le lor donne

Più firmi che colonne

San più d' ognun leali ,• '

i che la Le aita mede fm a fono

HofcieltoqueUt mtetprimifeguaci ,

Quejli mtet quattro protettorne l'opre

In che l' amor fi fcopr e

Veramente ueract .

Degni dt quella imprefa cfr di quel don9

C*ho dato lor y cui ne le quattro parti

'Delmondopar alcun hor non fi Hcds

Ne l'amorofafide .

et IL MONTE

Ofie hangtirigegni ^ l'arti .

Et gli ho qm : perche quel di eh'* io ragione

Et ch^effì amando han fatto chiaro femprt

Trotiin con [aldi corconfirri ignudi

A colpi horrendt & crudi

De tarme a tutte tempre .

Dopo quefte parole ti carrettino uoltò uerfo il mon te, [opra dquale andòja Lealtà dtfcefa che ne fi , & fti an dorano fimilment e ifacerdoti ^ le donzelle, c^" fi fero tra lafirada maefira & le aguglte in luogo capace di quante 'Deità 0- di quante altre perfine ut itoueanogtre : le quali reflauano a rimirare ifucceffi dei conflitti . ì quattro Caualieri Cun dopo l^ altro fé- cero il debito cantra i Af antenitori con tanta firz^a ^ con tale attitudine che tutti i riguardanti erano tutti intenti con gli occhi y& con lo ^iritoaimoui- tnenti & a i colpi loro, effendofi tocchi tante uolte qua te era il numero prefijfo, difcefì da cauolloy ilSig. Tirro Go^aga^et il SigVicen'j^ Vitelli andarono a un luodo del T eatro proffimo al monte ornato molto ma gmficamente con le ombrelle fipr a lefedie , er quiui fedettero, oue di mano in mano gli altri uenturierigi rorono a porfi . Il Duca , er il Principe mutarono le ucfie, t pennacchi , & i caualli , &prefo il color bian co ^ uerde refìorono dalla banda de* Aiantenitori : vel concerto de quali fi mifero per hauer a fhr alle uol te l'ufficio loro ,fi come fecero con intera fatisfktticnc di tutti U spettatori , Tra tanto i trombetti ch'erano énful monte fi fecero fintirc , per rijpmo de nuoui ca-

naltert

DI F E R O N I A. &^

calieri che arriuauano^ ch'erano il Sìg- Cornelio Bemiuoglto , // Sig. Guido '^Btnuucglw , ti Come ^l finfo Eflenfe Centrar ij, ti Conti O tramo da ThicnCs ^ licite Aluarotto tHtttacauallo con riake/cfra uejìe bianche c^ con [ìmili piume tutte cariche d ar- gento ^d'orOii cjuali accor^pagnap/ano [u^more ch'era [opra un carro difitcco , & tlfr-oco compartito di ejueflo modo . H carro era cjuadro , (^ attorno ha- a t ballauflri dorati i in cima a' cjuah erano palle che gittauano fiammelle . la bafe era nelm(z.o & ha uea cinque gradi ,gii angoli (^ t mez.t de quali fiìften tauano dtuerfe facelle , che grandi erano al bajfo & s'ajfottighauano quanto pui andauano in alto* Qu^s fit erano fiochi chiari Cy' belli compofii cofifkttamen te,chetndtfuaporauano odori fuauifflmi . In cima uiHaual Amore tirato da quattro deflrieri leardi che haueano le copertine di tela o^ argento cariche d'o ro . Da circa cinquanta perfonaggi tn habiti Roma- ni , Greci , (jr Barbari gtuano a pie legati 3 & carni nauano inanz.i al carro tutti ueftiti di ricchiffimi drappi all'antica , Et mentre fi gir aua il campo fi fentiua ufcire del tempio l*alta armonia chefkceano ipaflori ò" hora ejfi, hora le ninfificero potfcmpre la mufiea in quel tempo che i concerti fiiceano la mofira loro per lo sleccato ^ la uariorono con uociy et con in ftromentidiuerfiper renderla più dilet tettole : fi come par ime te ifitochi delle girandole, ancor a che cotinui, firono fimpre uarij^et mai non recorono fiitietà.i* A- more tioltatofi alla banda ds 1 Principi , ^ delle Da

mi

^4 1 L M O N T E

WS per uolermojirare che U Lealtà non poteuadtffi nire cjualtfofferopiufideli in mare , [e non col me'Xo della fuafòrT^a , & che egli per ciò douea ejfer giudice competente , dijfe ^uefte parole .

Terche la Lealtà da l^amornafce

eh' e il cibo che la pafcc ,

Et tanto ella rinfir"^ dr/ìmantiene,

Quanto egli crefce & dura :

Cupido , qualfon io , che per le uene

Entrandola natura

^e l'alme raffigura ,

E in quello flato che più uuol più itene y

Si de prender la cura

Di terminar chi bene

Serui la-fède inuiolata & pura .

Dunque meritamente

Conduco quefii caualieri eletti ,

Che in quejìa parte [on tanto perfètti

Che tra tutta la olente

^ i tutto l'uniuerfi

Son primi in ogni usrfo :

Come Islro , & Nilo , & Gange / Iberofente . .

Etpercioche foche nobil fico c^ quanto

Si gentil cori accenda ,

Aiifido che portar debbano iluanto

S'auien che contri chi il contrario dic9

Il braccio lorfi fìcnda .

Hor colfegno felice

Chaueteper tnfegna ' ^ confirmar

DI FERONIA. ^5

A confìrmnr con protra di uoi degna Quel che in parole t mosìro , Ite fecondo il confiteto uofiro . Fimto c'*hebbe di dir quefìoy (^ ìnfìeme co iftoipri giani andatofl a mettere al luogo deputato , t cinque Caualienfimojfero l'un dopo l^ altro conftere'^ay ^ l^^gi^dria alla profè/fione , dr rtputatione loro cor- [ njpondenti . & i Mantenitori non mancarono difk ' re altretanto . Ejfendofi sf edito queflo abbattimene ' to apparuero due tamburini a pie con due , chefona^ nano il flauto alt Akmana, uefìiti di drappo rojfa tempeflato d'oro . c-r di dietro feamuanoun uecchfCt Ji'tuJv chauea una fórma quadra , come d^un pilaflro dal ' , collo a t pie ; er ungtouene al pari di lui ch'era den^ i'-hU*Ài> \ tro a una palla la qualegÌTftauapur dal collo tnfino a ipie\: (^ cefi il quadro yCome la palla, era tutto indo

rato . CT perche feguiua un gtouanato ueslitodirojfa -^^N/it^ quajiin h ah ito di Diana cacciatrice c'o ale alle brac cia.et alle gambe [opra un cauallo Sauro alato y a di dietro ilfeguiua una donna fcal^ fcaptgliata uefti^ ^^rU^ h\^ ' ta della figlia , che imbianca con un corno di douitia ~ tiOto,r^ riuerfo ,fiuenne a figurar e, che quel quadro , 07' la palla fignificauano ti finito, c^ l'infinito, Cr che quelgiouanato a cauallo era il Defiderio : ^ quella donna la Vouerta dalla quale ejfo fuol nafcere. Il Con te Girolamo Criuello , ti Conte Antonio da T^hiene, ^ il S. Federico Miroglio uefi iti font no fame te di rof fi con oro, & con pennacchi fimiglumtt andando ^ pit Hentuano con quefia inuentione , & ti Defiderio»

E come

é6 I L M O N T E

€ome quegli che fecondo ti motofuo fa crefcere, & di" minuir ì* amore , uo le ti do che a Im apparterà effe a co* vofcere t Le alt yft jirmò a meT^ dello (leccato con U fhccia Molta a quei Signori alla bandafoltta : come Voi fecero tutti glt altrt ; é'fkuellò in talgmfa . Chi uuol ueder il Defiderio , glt occhi

^ me uolga : che infume

Vedrà amore ilfeme .

jimor dal moto miofemprefi crea ;

Come uento da un fato

Che poggi in alto fiato .

Se ben prima parca

Chefèffe Iteue , eufemia lena flato*

^t come fi raccende

Da la mia ardente fhce ,

Cofi s' agghiaccia y & sfkce

Se g li man e a il mgor , che da me prende :

Et quindi uicn che teme

Tra rifa , & pianto y c^- ffeme , Ne può faper chi ferm fi de intera

Se non quanto togli infegnOf

Jogli agu'^o l'ingegno :

Etpoiperchenonpera

Giunto eh' e al fin uiuo , c^rfuegliatoiltegno ,

Si e h'to corro, cjr l'allaccio

Oliando fi fcioglie ti nodo y

Che pitt férmo che chiodo

Stringe due con in un medefimo laccio

Et U uoglie fo freme

U

DI PERONI A. 6j

Fo dolor le preme .

Et conofcendo quali^^ quanto t dr come

Siano da mefoff)mti ,

So che cjtieflt miei cinti

1)1 uero honor le chiome ,

Tartan di itera figli animi auinti.

Et fo che ti far ^n certo ,

Senz,a che perch'io il dica ,

JMe pigli la fktica,

A chi non e de colpi lor esperto .

Etfirz,afia chetreme

A queHefDrz.e eslreme , Dipoi i tre Cavalieri mojirato c^hehhero che inef- jÈtto la fDrl(a loro era tremenda fìritiroronofotto l'o hrella ouegii altricaualierifedeano . Venere che rap prefentaua la belUl^afìado con due Amorini allegi nochiafopra un gran Conchde dorato difiiori,& in - argentato didentro portato da due caualli marini conduci ilStg, Al fon fino Trotti ch'era a cauallo con fopraue^e uerdi, c-r gialle con lauoribelltjfimi et oro ^ et co penne in confirmità.et per ejfer la bellezjzji l*og gato , che fa mouere ìldefiderio uenne a prouarela fua ragione in tal modo . Et doue rimango io ?

*Doue riman la Dea de la belle'(z.a ,

Che precede al de/io ,

l^oi eh' è mojfo da quel fol che s* appresa ? Et s^eifìjiende t^ allenta

Secondo che C oggetto

E z O meno

<?8 ILMONTE

Omenofms'auenta,

Quando più uago o mmfi rapprefefjta

D m anz.i a C intelletto :

Ter che a l'imperio mio non e [oggetto ì

Se uerfo megli amami Dri^an de ilor defir l'acute piume , Et mtflanfempre auanti J non [apro di cui qualfia il cojìume i

Qjiaifian ne t amor pronti "Ben io giudicar deggio : Che gli ho prouati , & conti, E ogn'un colqual ti mio guerrier s'affronti Tfiràfentendo ti paggio.

Che il meglio in ciò di tutti gli altri i ueggio . ^

Detto quefto affrontando fi un mantenitore contra

ejuejìo guerriero , che non men che bella dtfpcfnione

nell'arme^ moftrò hrauura grandifflma , fi fece, ^fì

fin) il conflitto : c^ fi diede luogo al Signor Annibale

Bentiuoglto, CjT al Conte Guido Calcagniniyche en^

trorono a pie con ricchi drappi , (jr cimieri bianchi

» , C^ gialli ornati d'argento ^ doro ,• (^ haueano [eco

(^ e €rM A la Concordia che uefltta di tela d'argento con una fi

prauejtadi broccato d*oro hauea nella man defir a il

caduceio di Mercurio , ^ fìatua fu ildorfi di due buoi fatti molto artificiofiamente, guidati da duegio tiant grandi belli ugualmente, uefitti ugualmente in conformità di colei , che conduceuano , con ale d'oro alle Jpalle, GT con fhcelle m mano : & mvfirauano d'efferegli amori reciprochi. Et perche la co fa ama -

DI FERONIA. 6p

tacche ci par helUciaftrmge uer amente ad ama"^ la quando ci corrisponde in amore, la Concordia fo- flaft nel luogo [olito cercò dt dimoflrar questo cofi parlando .

Quefla e una coppia di guerrieri egregia

Che il duplicato amor di ^de fregia . lo Ufo che la Concordia fono : & tale ,

Chefenza l'opra mia ,

A la beltà non uale

Che per altri allettar tenti ogni uia»

eh' ancor ch'ella da poffente fia ,

Al fin uano e tlfuoftrale

S'ognhor fiocca la corda ,

Et con chi tocco uien mai non s'accorda

£t fi fife de Cim l'affato immenfo

Senz.a l'altrui confenfo ,

L'alma quantunque ingorda ,

Sempre al piacer farebbe , ^ cieca , & fior da* Aia quefti uinti con la deftra regia

%^ enderan la ragion per eh* io mi pregia . St cofii due concordi Caualieri andarono a render in ejfato le ragioni date m parole dalla\Concordia , dr tnfieme refiro cofi buon conto di fesche fi cero ejfer d' accordo ognuno a commendarli . Si uidero pò» fida ti Signor Antonio Galeal^o Bentiuogìio , ^ il Signor Hercole Giliuolo concertati di nero , & d'ar- gemo in habito molto graue , uenendo a pie , hauere in mezj) di loro un Atlante chauea fipragli homeri unafiatua,che era unagtouan&tta tutta uefiita d'oro

70 I L M O N T B

€on le braccia & i pie in guifa d'un termine , ^ con un capitello corinthio tn tefta, (^ pofauafopra una bafe quadra .(^ unRe dafpeitohomdo ^ ignudo delle braccia ^ delle gambe ueniua incatenato con quattro perfine alate ^ che r appr e fent auano i quat- tro uenti : ò' mojìr auano lui ejfer Eolo Re loro : ^ quefìa era la figmficatione della Cojiantia fecondo che s^tntefe dipoi y quando L'Atlante per dinotare , chela Lealtà pm fi conofce nel [offerire t martiri, che neltronare cornjpondenT^ m amore , fi lafctò tn tendere di quesla maniera

Quando fi troua amor corrifpondente Che non diede amai loco a i dtfturbi , O quanto e ageuolcofa che s'inurbi Inpenfler lieti y e ognhoruijìia la mente ?

Afaquandojìuainalta & che conturbi Le uele e i remi un tempeslofi uerno, Etfia con pdf e infirfe ognigouerno , Chi (farà faldo agli afprt flutti & turbi ì

Quefla mriu della Cojiantia , quefla Che mojlra quei che ne l'amar fon fòrti , Ne ipafihan mai fior della traccia torti E propria mia, da me nafcty in merefla :

Ond'io benpojfofkrgti amanti accorti. Ch'in CIO quefltguerr ter fono i più firmi. Come ne Tarme : (^ non uarran glifchermi ^chi comrejfi con ualorfi porti . L''tin: (2?- Paltro de'Caualieri combattendo cora^-^ giof amente mojlro di non cedere punto ad alcuno,

&

D t F E R O N I A . 71

(^ ^efferfòrtcdr colante con gli e fati iflejfi. Stfuf- fequent emente la Pattentia trtbnendofi à'ejfer pia « pm^^€tJl*^f'^ che Htrtìiper efftr qnella che conferua la felicita del" i*ammoy la oue la uirtufolamente la genera^ ^ «fg"- gendoychela CoHanz^a era da meno della uirtU per ejfer principio di effa,uoleua precederli digra lunga , intendendo ella ajfai meglio i termini delle foffcren^ z^e^che occorrono nella Lealtà. CT perciò comparite [opra un camelo,che e animale che non uuolfopporta refe non il pefo douuto , ueflita in habito da Dea con un horologio da contrapefì attaccato al braccio ftni^ flrOyCr con un ramo di ciprejfo nella manfini^ra>m(i ftrando ella difojìentare ti tempo calamitofo: c^ mo- girando di umccrlo per rifpetto d'un ramo di palma chauea nella deflra,Colui che menaua il camelo era tutto afco[ò nella bambagia adattata , & colorita irt modo , che par e a una numla , er ufcma fiorì di effli una fiaccola di fiioco , ejfendo cjaeTta fìanchs'^a di core quella chejhjplendere la nofira felicità nelle te" nebre al dispetto della ria fèrtuna . // Stg. Hercole Brafauola yilSig, Camillo Montini ,& tlS. Ntco^ lo Pigna concertati honoratamente di turchino , ó* rojfoconoro erano a pie feguaci. dicojìei. la quale giunto il tempo ch'ella parla/e cominciò co fi Seguaci miei dtfdice effer coflante

In ogni cofay a tutti t r/iodt, (^ fiempre^

Senz.a mutar mai tempre

Come foglio , che tante

?ercoJfe,^talruina

E 4 Sofenté

72 ILMONTE

Sojlenta intorno prta che fi dtjìempre Et malfa chi fi fiacca, o troppo inchina * Qual ramo da le piante CadiiCo.c^fral, che il uento atterri ofchiante .

Ma la CoflariTLa e propria e^uella donde Difponfi il petto perchefirteuenga» Ne par che le conuenga L^ effetto che s' afe onde Nel nome , che uirtute Vuol che da lungo , & ben oprar fi tenga . E^ afimigliar con pregio, é^ confalute , Non s*hafaffoi nefionde , jMa quel moto che firn le tranquille onde .

Et fimiglianTLa tal da mefimoHra Ter lo patir , che con mifure honeHe E dt mia mano : c^ uefìe Di doppia gonna , e'inojlra Quei che fpogliatifòno Va forti , ^ da nature empie , c^ fùnere Maggior de la Vmu s'ode il mio [nono , Ter che in ofcura chtofira Eo di me chiara , & fpatiofa moHra .

Son quella , che i magnanimi conduce ^ Che fi come afentir quel chefia indegno Dt lor tengono a [degno, Cofifempreglt induce Jlgenerofo core

eAflar ne" e a fi sfortunati alfegno. Si ch'ioficorger potrò qual fia il migliore

Ter

DI FERONIA. 7J

Ter conferuar la luce

Di quella eh' al cieco tempo luce , Voi cui noto e che fiamma foffitr debba

Et che battaglia un alma y

InanXi ^^ * ^^^ uoflrafia la palma ,

Elfi andorono inanz.i con buon ordine c^ con fpìri^

to ttiuaee , c-rdati chiarifs.fegni della lor uiriu 3 ufici

rono dello fieccato . nel quale fiuccefiero a cauallo con

fompa honoratiffima il S. Don'zAlfinfio da Efie , ^

ilConte Giulio Sjlenfie T affine c'haueano ricchtfil^

mefiprauefte morelle cariche oro , ^ fioperbi pen*

fiacchi allafiggia medefima , ^fimandauanòinan

7^ t Honore , chefiopra un barbaro era fitto di ere

me fino con l'ale d'oro , coronato di lauro condiuerfie

forti di corone nel braccio dejìro : come di oro, di quer

eia , di gramegna , d* edera , & d'altre fi-onde , che

anticamente er ano premij honorati^ c^ gltprecedca

no diuerfe honorate mrtu in tal gufa . La Fortezza

tieUita di drappo uerde , la Alagnanimità di turchi

no , la Magnificenza a incarnato , la Clcmentia di

bianco , la Liberalità di giallo , ì'y^ffabilità di ran^

ciò . tutte uefìite come da '^nfit con coturni oro in

gamba y incoronate di fiori di fet a , & tutte erano a

federe fopra achtnee coperte fino a terra di drappi

confirmt con i lor colori . dinanzi alla Fortezza gi-

una donzella apiè con uno stendardo all'antica,

in cima al quale era un ramo di palma: dinanzi alla

Afagnammità un altra co una te fi a di Leone pur in

€ima a unoflendardo. dtnàl^ alla Magnficcza un

altra

74 IL M O N t E

altra con un a figurina di 'Tailade nel modo medefl^ fno .dinanz^i alla Cìementia un'altra con una tefta d Eie fante. din an'^ alla Liberalità un altra con un uafo ali* antica da daraccjua alle mani chependeua alquanto . dinanTj all' ^/4ff abilità un altra con una uite auiticchiata a un*arbofcello. c^ tntts quefte don zelle erano benfuccinte con uejle de i colon delle pa^ trone loro . l'Honore intento ad effer ti primo nella uitafiltce credme ejfere ajfaida più ch£ la Patien- tia nel debito che appartiene a gli amanti , d" il tioL dimoftrare quando acquetate le muftche alz^ò la ce ejprimendo cofilafua int emione , Se il patir da l'honejìofi mifura ,

Et dalgiudicio altrui quel che conuiene

S'intende : & non dal proprio fol fallace ;

Come[enz.a l*honor , eh* io fon , s'ha jpens

D'haner del ben oprar giufla mifura ì

Chifuoi coni enti feco gode dr tace

E m affanni h uiuace ,

Si che mantien la fède

A donna , che crudele ma faggia uede ;

Et con atti gentili

Cerca del lungo amor degna mercede ;

Dafejgombrando ipenficrfifcht c-r tuli ,

Erge gli fp irti a l'alta mtaprefenzjt ,

Et chi da lunge mira ,

Non ne fi ara mai fenica ,

V erch\lla a le acute uifle tira. Et ben che alcun del tttol mio fiferui

Che

DI FERONIA. 75

Che l'habbia iridegnamente , (^ ne fa efdufo

Colui che il mena, : tffendofpeffo il no

Pojìo in alto , eil mtg Iwr calcato mgiufi ,

1)1 tempi & luoghi crprenctptprotenii

Dijittoejfer diremo, ò' non già mio

Non-fk mal ufo ch'io

Da me non fi a dt fi ima ,

£t che chi preme ti regno mio m'opprima ,

Cof la spada (^ toro

Pur che ben l'uf, tlCaualierfubuma .

Et s'è lafua , non e la colpa loro ,

Et s'iofijft bel manto a un color bruno >

Potrei firr/far lajìampa

ey^jfat prima tn ciafcuno ,

Che fi cjuelpato che a'amor auampa ,

Per oche (jmndt efconfembian^e ?' imprefe Si fì^ effe ^ uiue ^pronte crdt tal prz.a , Che non che ogni atto . ogmpenfier fifopre . E' tifico ufctto che e fior della fiorz.a D'intorno splende & lunge , ^ pale Chi mente ^ lingua c5- man fi ben adoprc. Che conuenga che Copre Guidagli fiano a l'honoratofeggio , Etne' premi però mai non uaneggio . Se agli amanti leali Prtfofiuor uedendo il meglio e il peggio , l^e ad alcun altro fan fentenz^e tali , Che a me y che ai meni ilguiderdon dfff^enjt» A noi > che amor ò' ^rm^

Tregian,

^6 I L M O N T E

Fregian , prouar conuienfi

Et cfnesto y & eh' e ragion ch'io di uoi m*arme . Atiei moflratem a me ne la tendone

Fateuiper thonore

Quellhonor che u impone

V Honor mede fimo . hor uia con pronto core . Et bene che fi fecero honore , ^ tanto, che l honor mede fimo non feppe de/ìderarne punto di vantaggio. Tirò afe gli occhi d'ognuno "Bellorofonte che stana armato fopra un altijfimo feggio tutto carico difigu- re dentro ^ di fiori dt mezjD rdieuo dorate , che dina tauano uarie imprefejktte egregiamente . ^ Ufiggio era dalmez.o ingiù nelle nuuole cofi bene acconcio , che parea che tarla Hejfa le portaffe * percioche hor a fflringeuano, ^horapiu tn fdort fi allargauano, et fàceuano di fórme diuerfiffime» Il Vegafo eragrari deecceffiuamente y<^ fatto con arte mirabili] firn a, (^ moflraua d'effer quegli che tiraffe , ma dentro dal le nuuole ui erano dijpofli tanti huomint , chefucea- no mouere ogni cofa beniffimo . L'auriga era d Giù- dicio y c^ era una figura accommodata conff>ecchi (fr uetri coloriti alternatamente: &t t uetriper di den tro erano allur/tati . Qutfla era la Krtu piupoffente deir honore ^^ più Propria delle buone attioni degli amanti , f^ la rapprefentaua quel ualorofo Caualie' re che appariua la in alto . & haueua infua compa- gnia il Caualier Gualengo , il Si(Tnor Aleffandro Lombardmo , & il Signor Gajparo Monte, ch'era- no a cauallo con digmjftmefòprauejìe , ^ piume ma

nlU

DI PERONI A. 77

relle cjr bianche fparfe largamente à^oro (^ ctargen to i^ qu ant a fvffe maggior la pojfanza della f^triu che quella dell*Honore tn tal modo fii fatto chiaro da '3ellorofinte

Vofciach'iofpenfìla Chimera horrenda.

Si piacqui alla f^irtu , ch'ella fefleffa

Subito tras firmò nelmiofembiante ,

E* acciochepm l'Imperio ftio fi flenda

Sul carro tratto dal defìrier uolante

In pompa trionfai meco s'è meffa .

£' infieme uuolche l'uniuerfo tntenda :

Et cloiofegno ne renda :

Come l'honor fi firme

*]Da i fhtti egregi . ct* effo dietro l'orme

De le mie figlie tn quefio locogiua :

T croche ilfuo dal moto lor derma .

Trutta la fpoglta e fua , ma l'alma e mia ,

Che in fi macchia non ha : ne a cofia ria

A4ai fi ritroua mifìa .

Ne a me conuien laficufia

Cam* a lui , che per gir con gente trifta ,

De l'altrui colpe rimorde &ficufia .

Se non s'appoggia a me cade : (^ confida

Lafiua ragion rimane

Benché congeftì e accenti bei s'induca :

8'infierent occhi & grande afpetto luca ,

Fero lefidifien\a mefion uane .

E'apefiarlenonin epiugiufia lance

Dt quella ch'i nd cor , non mlk guance :

QucHi

7^ ILMONTE

Quefiimiei caualier tanto cthonore Son quanto di uirtu . fi che colfirro Jì4ojìrar fpirto potranno : ^ ch'io non erro Al fin di quesìefarole i Canaheri fi jp infero con- tro co firri eleuati in alto ,• c^ h maneggtorono con ta fa uirtu che ben dtmosìrorom ejfer ueri fegnaci di lei . EJp edita chefit la pugna sudi una tromba acu- tijfima ,& a un tempo medefimofi mde la Gloria che la fon aita , ta eguale uesìtt a fuccint amente di tela d'oro ^ con l'alt confirmi alla uefla erafipra un car ro fatto infirma quafì rotonda c^ tutto carico di bel lifflmitrofii tratto da quattro e auallty i quali erano accomm odati in guifi che rapprejentauano quattro Adonoceronti . ^fei uejiiti di turchino con oro le era no a fianchi fonando i tamburi. Dodici Caualieri fiiti di color dtuerfi, ma però con habitic^ pennacchi tìjolto pompofhuemuano in anzi a pie a due a due* & i due primi haueano duehafte ben lunghe tutte cari- che dt fuoco . Quejìt erano il Signor Marc Antonio Cato , ti Signor lacomo Badoaro, ti Conte Federico Ji^onteuecchioy U Come Valla Stroz^*, il Conte Co- fianzo Montecuccoli , il Conte Fabio Fontanella , /'/ Signor Alberto Bendidio , il Signor Lanfranco Già nella 3 il Signor Scipione Silua t ti Signor Girolamo Forni, il Signor Gio, Tomafo Sarracco, & ti Signor Gherardo Saracino La Gloria infiri che rauuiua^ la uirtlt , & che per ciò le douea effèr propofta , fi come appar neper qudlo che fi da Utfigntficato tn tal noce.

7{0H

DI F E R O N I A# 7P'

Noncofitoflola contefa occorfa. Tra uirtute (^ honor mhan fht to chiara di alati mejfa^gier ch'io mando intorno , Che ratta qua fon con mie gemi cor fa . tylccioche frouin che da me s' impara ^i giunger tuna ^ t altra j&fhr adorno *J)i ueri meni , ^ doni un bel trofèo . Che cenando infume fan lungo foggtorno , Et quefti non caddeo , Et quella non rejìò nuda con (corno , JSlafce la Gloria, dt eh* io fon f imago . Chiunque non e uago , JSÌe s'erge e abbaca al gir de piedi fuol. Ad a férme piante tien ne gli aln gradi , Benché quefttfon radi , B da me fi te Ito crpofto in fi a gli heroi Di lauro in uita cinti , e tn ctel dtfielle : Ctn grido da iprimierfegni agli Eoi Et ben fi dir an quelle Anime augurile , ^ che a ragion celebro y Che in amar prima ^ poi ^rod.e'^e han mojìro al par delprifco Tebro .

Gloriofiguerrier sfaldi Colojfi A ch'io mi reggo y fomentate ti pondo Chelafcioa iuojìri dojfi , Fate contra color che ne rimbomba A i colpii' aria e il mondo 'Per queHa imprefa alfuon delle mie trombe . Et fonando fecondo ti [olito le trombe foslentorono

quejìi

§0 I L M O N T E

i^tieHi caualieri a tre a tre la carica che la gloria ha uea data loro fi che fi conobbe apertaméte che erano flati degni dell*eletttone ch'ella haueafiitta di eJfi,Co minciauano in queHo mezjì a comparire c^uattordeci perfine y fette de II equali erano fi alz^e ueftite ali* anti- ca di colori melanconici , & con le tefle difioperte ^ bajfe infine ricchifflmamente ueftite fecondo l'ufo antico di fette principali prouincie del mondo con cap pelli , morioni y ^ corone d'oro , che moHrauano pre giograndiffimo. Le fette prime erano alla banda fini flra , & qaefte altre fette alla deftra : c^ tirauano una ruota dorata eleuata in alto & foffoltafopra due altre ruote , delle quali lafiniflra era nera^^ la de- flra inargentata \ Sopra la ruota di mez^Oy portata dalle altre due , era la Fortuna tutta ignuda y fi non daluentre alle ginocchia > che temua una uelagon^ fia di tela d'argento, & haueua dietro il Signor Hip polito Cortile , ti Signor Camillo Turco , il Capitano Becchino , ilSig. Leonello Laue'^olo , il Signor Fui uio Qwiftelli y Cr ti Capitano Flippolito Gianluca, che la fe^uiuano a pie fi iti di color diuerfi infiggie mol tofintuofiy cfrper cimieri haueano uarie imprefe che riguardauano alla granfir'^ della Fortuna y laqua le moftrò chefi la mrtU (gl'amore doueano crefiere per accidente alcuno efteriorey non la Gloria , ma ejfa ne era la potijfima cagione. La onde uoltatafi con Ite ta faccia ai fignori & alle dame produjfe gli argo- menti fuoi con quefle parole

Che

DI PERONI A. Si

' Che U Virtù ch*e fola

Da non bafliy& colfoccorfo crefca

^ncidio credo , cr Raffermo .

Non che per gloria ella maggior riefia

Che ti celebrar y che inuola

Jnomi al tempo , ò" cantra lai Jk fchermo,

ZJien dafcrtttoriy ond*efca

Eterna fuma : & che perciò /lan giunti

Con cor tranquillo , & férmo

A principe non men faggio che firte .

Etflrtnger qutflt punti

Jn unetàfotto un medefmo clima

E proprio de la forte .

Ofirtunati mille uolte , (^ mille

Q^ei chan ftagion nafcendo ,

Che non bramar d* e [fer più tardi oprimi

/ che tra me comprendo

1 beni.es' mali eslernij^macra e opima :

Che tefori,c^ fumile

Al mi fero, crfoperbo Jlion diedi

£t tra tante altre an etile

La Rema del mondo oppreffa mi/t ;

IS^on pur fi che degli anni

Trionfila virtù, ma braccia , & piedi

Le preflopercheforga.

Et s'io nonfiffì non haurebbe uanni

Ver at^arfiy o che mei fi

Toflofartan, ch'ellaffiegaffe iluolo,

Cofifi chefifcorga

F L*am9r

2t I L M O N T E

V amor pu bello : & che fi tenga falda

Tra uert canti , ^ rtfi

Con la uentura mia leuando il duolo»

'Et ^ueFli chan fi caldo

De l*un,& l'altro ardente zelo tipetto ,

Et fenton gioia tale .

Jlita merce Aa i martir tanto diuif.

Che il ben de talto polo

Con l'muidia non può fremer i affetto»

Faranno ogni arma fiale ,

Chefia per mio di fior uolta a i lor nifi, "Riufciti auenturo[amente , & con ualore della lor huona fortuna meriteuole^ hehbero l^ adito di gir e al- Vhonorato Jeggio de gli altri . ne a pena m giunfero chefitiidero entrare in campo la Prudenza yla (fé- tjerofìtày l' Elocjuentiay la Sanità, l'^micttia, l'jlb- bondan^a , & la Vrofperitày che con belli ffimi uefti^ menti cofj firmi alle nature loro^et cófegni Hieroglifi ci in mano yfi come ejfi fitrono portati dalle donzelle delle Finniche erano con H Honor ertene ano la deftra a una fedia regale . Sopra la quale compariua con fplendore grandijfimo la Felicità incoronata» d^ uè- fitta dt doppio panno d'oro con corone d'oro , & ar» me , & libri intorno in fui piano . Tyietro le ueni- uno Hercole, che con una catena dorata^ che egli haueua alcollo.conduceuail Dragone cufiode de^o mi d'oro : che era difmifuratagrande^z^a» & foften taua fra le alaccie fette alberi di pomi dzyAdamo , chepareano tutti impreffi cCuna [lampa medefima .

Et

DI FERONIA. 8^

Et qutUa era la iwprefa del Signor H ercole Pio, é* del Signor Enea Pto , che erano à canallo con habiti f^lendentijjlnn tutti doroy ^ con cimieri common" denti di concerto alla ueslai&difigmficato alla Fé* licita y la qudporfe la fua ragione per fhr uedere al mondo ^ che la Fortuna mrrebhe ufur'parfttl titolo ^ er ti regno della ^irtlt , (fr ejfer la perptttone dell'a- more: ma che ti congiungimento delle anioni uirtuo - fi j ò' de beni fortuiti e proprio fuo,^ che ueramentc leali fono quegli amanti , che ella fa degni delfuo no-^ me» Il che fece noto con queH a fumila .

Se la Fortuna con tanto orgoglio E tanto fopra la Viriu s'auanz.a , Adarauiglia non mi e : perche mi e noto Che di natura e uana: &per ufan^a Gonfia la uela , ^ non riguarda a fcoglio In che finger lapuo fallace noto . Afa s'apre gli occhifcorgerà eh' a uoto Tenta di trappajfar ne l* altrui regno, Dalfuo come lontan cofìdiuerfo . Et uedrà cheperuerfo Non e l' Imperio fuo quando e fol pregno 'De i ben che fon fuor de l'human a pojfa» Et quefii con quei chefian ne l'alma Si congiungono in fiato alto , ^ ficuro , Qualdal profondo torreggiarne muro , Feiicità,nQnpiu Fortuna è l'alma XJita, ch*a grafia taltien durei'ojfa . j^epar che fin Firtu chiamar fi pofa

S4 I^ MONTI

lo perche d\jfafon l'in tendo, & ^^ggo, -A"

Che in un e^ue^e due firz^e arto , & p^Jf^i^t^ *

Dunque da me uenendo il meglio tutto Sarò de Chuom t ultimo fine : ^ punto Di quanto a lefopreme altel^s aggiunge . jE' ancor ch'io bafii ^pur non far an lunge Quei beati Campion , c'han prefo ajfunto Dtprouar in battaglia ^ fi che afciutto 1)'hoHiLfang w: il terren non fa , che in tutto Ogni amante è fide l con figno aperto Quando d'hauer ti mìo bel nome e certo . JfiiiciCaualieri riufciti con quella filictta che al^ ttmprefa,& alualor deffa f ricercaua^fiirono r ac- colli fotta l'ombrella .Et in queViafi fenti un gran- dtfs. Crepito chefice rimbombare tutto ti Teatro Era queflo ftreptto il romore chefiiceuano uentiquat trofituciulli ucHitt d'ormefino incarnato con fotiilif fimi ucli tt rattuifopra , che imitai^, ano la r^rnagio - ne, cinti a trauerfo,& coronati di uerdure, cr dijìori difeta con ciufoli, cembali, cr tamburini,^ con afe ornate in uanegmfe dififtoncin i uerdi , (^ dt tremo le,&t dipànicellula metà de quali tiraua un carriuo lo chiujo dinanz,(,a aperto dt dietro fotttlijfimamen telauorato con oro,(^ argento tramezzato tra diuer fìcoloriyiy' diuerfe tcflicciuole dorate , Sopra il quale fedea un uecchio c'hauea nella man deflra una copa lunga doro : & era f ito di broccato d'oro, (^ cre- me (ino col capello in concerto : c^ con un mantello in modo^che rappresétaua un GrecoLegisUtored' altra

m&tà

DI FERONIA. 8^

Tnetà de ifknciulligiua trefcado intorno a cjneflo cor ritiolo . C^ quindi fi fi or che queHi era ti Genio : fi come egli medefitmi ti dichiarò , quando dapoi , che quefla turba puerile hebbefiitti i fiuoi giuochi , fimi" fi a uolerfizr conofcere, che eglipreuedeua wfin dal' lefufce qual fine ^ fi nella uita amorofia com2 nel re* fio.douep hauer la gente: perfiaper beni/fimo Nncli- nattone de gli animi d'ognuno , cr che perciò douea in quefto litigio effer antepofio alla Felicità : r^ ac^ compagnato dalCaualier Ta[fone,dalSig. Ftcenz.o FlifcOydal Conte Scipione Sacrato.Qr dal Signor A^ lejfandro Andriafi, ch'erano a pie con fi e bianche molto leggiadre , cr tutte [parfe doroy & con cimieri per tmprefie, che dtnotauano , che % buoni fi fkceana cono/cere coi tempo , mito, che pi alla [olita banda del Teatro , fece quefto ragionamento *Z)i fi bella pendice

tAla dolc* ombra uengì

Con agi.c^fifle a i lieti cori amie e . Non ch*io contender uoglta

Con quella, che la copia

Da d'ogni ben -.perche cotefta uoglia

Kon e del Genio propia .

A^a per dir come fòglia

Naficer da me quel che il buon fine indice cy^lcun effer non potè ,

Che a quel gran colmo arriui ,

A che dri^ò Pintell&ttiue rote ,

Se gli atti ne fan fchtui:

S^ It MONTI

fero ch'orjde fi [cote , Le mojfe frinì e h abbia al penfiernimice .

1 parlo de l'innata Viriu ciò e da fegutre. Ter lafirza maggior y eh* indi e creata : Non già deluan defire C*ha natura inclinata (Al piacer che men noia, (^piu difdice

Quella polfent e Dea Cheleuitefigilla,

Ter che dopo grandi , é" lungh*opre bea E fi tardi tranquilla. Che chi crefi:er douea Non uede prima ch'ei non fta felice

Ma perche fi^n preuiUi Da me color, c'han geni In quel che fitnno , & i bramati acquifii, Sefian preflt , & fereni , O pur pigri (^ trifli , Conofco t frutti infin da la radice

Et io però fapendo Che queftì miei guerrieri ^ylrme cjr amor, a ch*to li piego, ^ fendo, iletto han per mejìteri , Le imprefe lor commendo , Ohor mojìreranfu quefte arene aprìce . Quanto i quattro Campioni fiffero ben dijpofli con tarme in manOy(^ inclinati non folopernatura,ma fer propria uirtu ajktti egregi ^ildmofrorono nel-

U

D T F E R O N I A .\a 87

la battaglia che fecero, partito chefii ti Genio.Q^par titi ancora ejfi del campo ,fpHntarono quattro Cigni grandi , ò' belli , ò' ornati d'un monile tutto conte^ jio dtgme, chaueano al collo: (^ tirauano una lilz.a, intorno a cui erano fitte figurine dorate pofle peri fette pianeti. et perche feguendo fi l'ordine loro, il Sole che e ti quinto uentua a ejfere di dietro , c^ tre n'ha" ueua dall'una hàda,ò' tre dall'altra^ effo in luogo op fortunose he redeua bello il dtfegnOyfofìtntaua un Zo diaco : ife^ni del quale erano di mezo rilieuo meffi a oro. In quefìa ltlz.a fìauano le tre T arche con la conoG chia,colfilo,c^ con lafurfice, c^ fecondo che dinota^ uan'd naft eretti uiuercé* H morire J' una era ueflita di bian co, l'altra di uerde.et la ter^a di nero c^o drap pi dt gran pr etto, c^ di molta uagh^a.^ dietro ad effe erano a cauallo il Conte Hercole Ejìenfi Contrae rij: il Conte Ferrate Efienfe Ta[fone,& ti Conte Hip polito Efienfe T affane, de' quali parimente l'uno era guarnito di bianconi* altro di uerde,c^ ti terzo di ne - ro:et con pennaccht,i quali non meno che le uefie era no pompoJi,(^ non meno fparfidt gran copia d'oro , et dargéto.quefìt erano i caualiert del Dejitno ejpref fi da quelle treP archete quali per contendere contra ti Genio per conto delpreuedere tfint , & le lealtà de gli amanti ,p prefentarono nel luo^o [fatutto , ^ la bianca hebbe il carico di ejporre quanto tn ciò feri' €hiedea. cr quel che ella ejpojefit queHo» U antmeder che il Genio Loda comr a coki che i fi perfetta ,

£4 A noti

8S a. IL MONTI

^mt.donde il Dejiin fljh, s'afpetta , uinz^iperche digmdicar s arroga

2)^ U notitia e' ha ^fe narra molto

Col fèrro o con la toga

Chi ima & l'altro perfua uefie ha tolto ,

Speffo in errorfìa colto :

Ter che la Hrada^che da prima alletta

La ragion , ejferpuojpejjò interdetta. Afille fiate in fui maggio occorre

Co fa che t pajfi non pur [cerna , & moTt^a, «

Jl^afiioljJ?eranz.a torre

A car/iin nuomi & chi con noi s'accoT^a

Contra lefìelle coT^a .

7s(jgioHa che la mente fìa corretta,

I^on che dafirz.a naturai ben retta.

Noi cheprefente habhiamfempre il fiituro»

Chi con le donne e in fu i deftrier uit torta

/iaurà con fin/Icaro ,

Jl^egliofappiam che un a p affata hifloria

Et con foprema gloria

Faran, in lor noflra ragion Jl metta ,

Quefte man del nimico afpra uendetta . t^lla profèrta di cjuefìe ultime parole Icuando i Ca ualieri la man deflra in alfo, c^ dipoi con effia tmpu- gnandoyet aizzando h slocchi,& affamando feramen te i nemici tiolfero che fi de ffe , che in effetto erano defiinati a riportar pregio dalle loro attioni . To^ fiiafòttentrarono a cauallo il Conte (^iofeppe Stro'^- ^jl Conte Annibale Beuil acqua set ti Come Onofrio

DI FERONIA. 8p

'Beuìlacqua , che uefttti magnificamente di turchina C^ giallo con l'oro fiamejjp §- con penne in Jimiglian z.a condticeano la Verità raffigurato da un Troteo, ch'era accommodato in una per fona in talguifa, che gittaua fioco per la bocca, & uerfaua acque per il no 3 c^ hauea le gambe d* animai feluatico , Cv* /«^ co- da di fer pente : c^ era portato fa un homero cfr tal^ tra di due Dei Marini . T)inanz.i, d'intorno , ^ di dietro u erano a fargli compagnia Tritoni , Claudi Forct, T^lereidi , Oceanittdt ,& altre detta delma^ re tante dell' un fe^o quante dell* altro . ò' alt arriuo lorofifent) ungrandiffimo rimbomboper tifato che diedero a i Conchtli tortuop . Troteo hauendo animo dicomprobare che laVeritÀ conofceffefe Bejfa me" gito di quel che poteffero far gli altn , & che per tan- to a lui fiejfe ti decernere quali uer amente amaffero, dtjfe co fi .

La^'^erità fiotto color diuerfi

Suol comparir : fi eh' è ftflejfo ti centro .

Et cangiando fi quel eh' e d'intorno

Ne difcoperta mai pu» ben uederfi.

Se penetrata non e ben di dentro .

Vero bramando che riceuin fcorno

Non pur le ? arche , che uolean ualerfi

Di lei contr' altri, fienz,a darle il pregio ,

Afa tutte quelle Deità , chanprefia

Di condur Canali er da tutti i uerfii

Et definir chi fa l'amante egregio .

Ha me mandato , acctoche uenga refi

Cont9

90 IL MONTE

Conto di lei da me y e he ben conuerp In uariegwfe i nari afpan porto : Jlda fi compila fon [cmpr e ti me demo , iV^ in altro me , che in me ,giamat conuerjl. S'io fon in fin me , in fiamme , m fiera torto , Di piedi & man , di braccia & gambe fcemo » Se più noli e i miei uolti uolttfirfi JSIonh eh* io non fi a talcjHalfempre fui, JVe cjHcl che fon per tante fhccte muto *Delverfoflento la per fon a, eimmerfi Ancor che pano t fentimemi altrui ^ Si dal profèndo gii ergo & li difcuto , Che non han loco ouejaluarpoter/i, Et perciò cjHalt pan a* amor fincero Conofco come agogni cofia il re fio : Et non meno che t buon tutti tperuerp, eh* io dica ti uer , io ch'in uerfono il uero JHoUreran uero i miei nel mt^o a quefio Teatro yp che poi dehban doler p Quelli chefiano a lor e al uero auerp. Et a punto ifuoi tanto ben corri fffofero alle fue parO' kyche non p potè negare ch^efit nella z,ujfa non face fi- fero ueramente il debito , U ultima deità p lOccapo neyche uennefopra una gran palla inargentata por- tata da uno che ut era dentro tutto naficofio, che tutta nuda fior che daluentre a me'^a copta , coi rafoio m mano 0- l'ale a i pie & la capillatura allafionte , pa rea chefieffe in termine di precipitare ymn eh £ figgi" re . ci' perche chi la perde p pente , & chi nonfipen-

te s'oftma.

DI FERONIA. 91

te s'opirja, & chi ne fi pente ne iojìina ejtupido,fi che non [ente tn alcun modo la perdita }dopo ejfa uenìua- nofiijfequentemente [una dopo l'altra la Tenitenz.a, [O fi mattone j&la Stupidezz.a . la Tenìtenzjt uefli ta di bertìno con capelli fj^ar fi per le ffalle (^ con un fa rotto tn manoftaua /opra una mula : ^ fipra un afino /' Oflinatione uesìita di color ferpentino con unafirpe in mano : &fi)pra un bue la Stupidezjzji fitta di tanè con le orecchie lunghe dr con un [affo in mano . Etfeguiuano a pie il S. Francefco Ntgrifoli, il Conte Tomafo Sacrato , (^ // S* Girolamo Fabia^ no con colore bertino y uerde ofcuro , cr tane con ar» gemo et con oro in habtti dtfìima et di bellel^agran dijfima 3 & haueano i cimieri con inuentiom corrijpo denti al /oggetto , Apprefentatafil'Occafione nelmo do ^ luogo [olito refe la r agione, perche fi*jfe uenutain ultimo y che e tale .

VOccafionfonio,

Che l*horagiufla ho colto

Ferfkr f ufficio mio :

Che non douendo alcuno

Tiu comparire , aduno

Queflo drappel e ho tolto

1) al fior dt Caualteri:

Che douefarà uolto

Farà ftrage cotanta :

Che un fiume non fi uantél

Più de* rapidi carfari

Gorghi , con che ruina '

JDirfipi

p2 ILMONT»

Dirupi e incontri alteri

Che chi wif rende & tenga

Jlfin bramato ottenga ,

Si ch'io fia la %^eina

JDt tutte le uenture.

Che l'opre induce e affina :

Et che non nafca opera

Ciò che piace o fifpera ,

Terche per poche cure

O per la cieca uifta

Jo nonfia prefa , o pure

Trefa, lafciatofia

eh' io precipiti uia ,

J^on uuo prouar , ne uifta

Fiio chefaor de conflitti

Sia mia ragion , s*è trtfia

O s'è degna che uaglia.

Teroche a la battaglia

Conduco i^uefli inuttti

Spirti primi ne l'armt

Et ultimi defcritti ,

Ter hauer miei coftumi

Vari dagli altri numi .

Et contra lor uentarme

Ter uincer con parole

Quel c'han detto , non parme

JWapoi che la lor gente

Non èftatapojfente

ji prouar , come fole

In

DI FERONlA. 95

In tutte altre contefe

A^aifempre ciò che uole»

Ho giudicato degno

Il tempo mi cjual uegno

u4fhrchefiapalefe

In uer co ifhttifiejfi - Quanto uagltan mie imprefe .

Seuinco, cjuel confego

Ch'altri non ha : /ego

Lafciaguratnche mejji

Gii altrtfifon , non temo

Che uengan altri mejfi

Dopo me : fi che pojfa

^Icun hauer pm pojfa

Hor m punto cfuafemo

Ter conchiuder chiamare

E tronco non che [cerno,

S'to uuo pigliare il punto

Ter far che fio. difgtunto

L'uno da C altro core

Et che nafce c^ diuiene

Sommo col mio uigore

E* a ejueflo crin s'attiene

La uiua noflrajpene .

Dimoflrato crebbero i Caualiiri colfemhiantey f^ con glt effetti cjuanto merit afferò di uenir acjuelci- tnento w cefi degno Teatro , andarono a metter fi nel la compagnia degli altri, ^ aun tempo mede fimo fi mdero unir tutte UDsttà ch*srarfo infili mote ctfarfi ■r ' " ' di

^4 II- MONTE

di ejfe due partile' l*tina utnnt aforfi allapunta del ho/co del lato deflro, ^ l'altra alla punta delfmtjlroi alla quale erano l^Honore , la Vtrtu , la Gloria , la Fortuna , la Felicitai ti Genio , il Deflino , ^ la Veri tày&al bofco dejiro la Lealtà^ H Amore , il Dejìde^ rio , la BelleTjLa ^ la Concordia , la ConHamia, c^ la ^Fatientia . & acciò che quefìefijfero otto come le al' tre y l'Occa/tone che non hauea alcun luogo ordinato, prefe hccafione di andare a pareggiar il numero col metterfi dalla banda della Lealtà . nella quale fchie ra meglio anche Jìaua che nell'altra,percioche le otto della banda defira haueano riguardo a i mezj, coi t^ualt s'opera: (^ le otto della fimflra conueniuano infieme per rifletto de i fini che fi hanno nell'opera- re. La diuìfione di queHe Deità fi fece afuon di trom he i c^'poifubito s'apprefentò un'Araldo a i Caualie ri che flauano tutti in/teme fitto le ombrelle , c^par lo ad ejfi in talguifa .

Signori in un parer concorfe fino Le uojìre Deità, ch*èfkrduefchierc JDifeper modo che uoi parimente 'F\Jtirandoui ad ejfe in duefjuadroni Z^i diuidiate.accioche fin fi ponga ji differenl^ tante &fii difcordi . Et uogiton che uoi tutti combattiate JS/on a prefijfi colpi , e* ad uno ad uno , Afa chefifitccta una battaglia horrenda^ Si che nel fatto d'arme o ciafcunpera , O che una parte uincinicc refli .

ItJtefé

DI FERONIA. 9J

Jntefa c'hebbero Uuolomà delU Deità loro fi difuni^ tono . & una parte fi mi uerfo ti fianco defìro del Teatro : l'altra uerfi ilfimjìro . non potendo rtufcir ilfhtto darmefc non per la lunga del campo . (^fèr^ matifi tutti infilo c^ abbaffate a un tempo medefimo le picche s andarono a ritrouar tefia per tejìa ordina t amente (^ conprontezjz^a. ^ cjmui al paragone fini de la brauura & leggiadria di ciafcuno di loro. Fat* ti t colpi delle picche , cagatatele da banda s'auento Tono adoffo con li fiocchi alti, cjr lofplendore delle Iti cidtjfime arme , (^ il premer fi , Cy' percoterfiin diuer fegutfe y cjr la uifia fòrmtdabde di cjuello Jpettacola rapprefentauano una nera battaglia . Erano gta di mala maniera att accatti (juan do s' udt un terribile tuono fhtto da cento mortali di jpofli per cjuefìo eff&t- tOi & fluide in un punto fleffo lampeggiare l'aria dal tetto eminente fopr a la porta del Teatro : <^ ufctrc un Gtoue frlmtnante fuor d'una gran nube ch'era iui congegnata, lacuale aprendofi illuminò ogni coft d mtornOytal che parea cheilctelo s'aprtffe . &fopra una fola corda apena uifta, che giuatnfìno a cjuel nuuolone ch'era tn cima alla motagna ,fldi(ìefe una belliffima nuuola i in capo alla eguale era effo Gioue, che giunto al meTo^ , effendogtà ognuno per maraui^ glia attonito , calò giù allungandofi fempre la nuuo» lai& a meXjiria dopo hauer mandati dal fuo filimi ne molti raztfentendoflogni co fa (jueta , uolfe le fut paroU a i Caftahm &/ille Ditta m tal modo .

Ognté

^6 I L M O N T E

Ognun fi férmi . i uofìri Canalteri Voi Detta fate tirare a dietro . Ch'io uederli non uuo gire a trauerfi, Tenetrando l'interno de i lor petti Jidegiio di noi . ne dubbio e ch'io m inganni . Et perche l'alme lor fino a me chiare SenzA che uelo agli occhi miei le afionda ^ So che fin di ualor più ajfai che gli altri : Ada nel ualor d ugual ualor : fi come Nelfsruar a le dame fi ,fideli Ttu di ciafcun, ma con la fide uguale Et dico eh' altro par non hanno al mondo Et quejla do per uh ima fieni en\a . Jo chefionRede Cuntucrfi ^ Gioue Dar la poffo & l^ uoglio in quefiaguifia . Et benché uoi de uofìrt nomi ecce l fi Glt ornafiegià , comefieguaci uoflri , ^erchefiete Potenz^e mie mintflre JSIullafittte y 5 io qual Signor [oprano Non m'interpongo il miofiommo confienfio Jo per le lo r magnanime prodezze , Ter le imprefie leggiadre (jr tanto tlluflrf, Chan mutato infieren quefto dififico , Di quei titoli Heffì con chefiono Comparfiqualipriuilegfo tutti, E intendo & uno che foli h abbiano il uanto Di tener a ragion queftì cognomi . Finite quefie parole i Caualteri in atti corte fi ficen* cenni d'abbracciarfi:^ tra tanto Gioue per uirtu

dordegni

DI PERONI A. ^7

(^ordegni diuerfida qmlli che l'haueanojntto difetti derc y afcffi in alto : c^ con tnfimto Hupore di tutti i riguardanti entrò nehìtiuohne della montagna yche mandana fiiochipiu firiofiche mai : ^ iut dijpar^ ue^é" (ìp^i^tirono parimente le Deità coCatialieri» Ne il 'Duca fice fiir la cena già ordinata perche il trotiarfi la Quattragefima troppo inanz.i uietò che nonjifhcejfe conuito : accioche non s'hardcff^ injleme a fare i halli con gli tntrattenimcf^tifolttt in tal ca- fo . Gli abhattimenit fiir ano a cauallo con lo fioccosa dpie con picca & sìoccOjCon l'az!^ , con la lancia, C^ con io Ipiedo , cr per quello che fu detto da ognuno nonfìgiofl'-ò , fi corfe a campo aperto , ne all'uH- hanefe , anc^^ra che quefle tre altre forti darme fijfc ro nellt feudi delle Palladi . perche in effetto il Tea^ tra era flato fkttoper lafifta dt Gorgofèrufa , ejr tan- to pia/io uaciio utfiLifciò che fermffe a farla con lo Fiocco a camallo f(^ con piccaci fiocco a pie: fiche era capace a haftanza , ne itole a effcr maggiore .pC" roche l'altezji.a de gradi oltre a t palchi fhttt fitora di ejfi c^fopra i tetti era afoifcien"^ per le perfòne degne dello fp et taccio . Et in cjttefiaftconda fifla gli altri abbattimenti chefipotcrofkreapts non man- corono d'effer fatti , Ada à noler disfare illuogo , c^ ridurlo alla, con u eniente ar^jpiezxa per quelle tre fiìrt'idicaualeria che fitrono preterìrfeffe y era ma^ ntfdttura o^ affai più tempo quello c^hthhero que^ fii Canatieri , che fcmpre fletterò a dt per per ijpe dirla » Et io per l^a^ettions con che ^m'hanno at^

G tr.^.tto

^8 J L M 0 K T E

bratto afe per cofìrare cofe darme c*hanno fktto cóÀ tanta eccellenza m affaticherei di rimojirare che ef fi haurebbonofaputo bemjfimo metterfì i(^ riufcire in cjuelle tre e a'^; alerte dette difopra ^ non che fono cofì ben conòfciuti y & tanti d'e/f hanno dimosìrat» più ttolte nella medefima citta , ^ àltroue cjuanto aliano in ciò, che non hamio punto bifogno dell opera mia . Ma non refitrò già di dire , che mrrabdi fono fiate cjutfìe due giornate con due biliffime , & dmer- fijfimetnuentionii&cofibt'ne incatenate, the non fi può ueder meglio . Io mi fon auedutò , che la pri- ma conteneva la deferii none delP^itio , ^ defuot ef- fètti . perciochequelCaflello , che già fi di mente , fi rifolue ih niente, & ti me de fimo h della Maluagi- : nonefféndo alcuna cofa , che uer amente habbia feffentia non il buono : & maggior pcrditione del male e quella che^fh ti male, che non e quella che fa ti bene : per effer piu oppofli tra due eftremt che fun eftremo ,cfrdm(z.o, la onde un* altra maga uenne a disfureglt incanti di Gorgofèrufa; il nome della qua - le dinota eh* ella porta il Gorgone , che e quel uolto borrendo che fhcea fìupefur le genti : diuenendoflu- fidi coloro , che perdono tiutgore dell' intelletto : ^ reflando nella condilione defaffi , che e peggiore di tjuella delle beflte . Quei giganti poi , quel drago , (juei moHri,X^ marini ^& ftluaggt ,& quelle ni' gromantte mojirano la Soperbia , la Libidine, la "Be Hiàlità, & la Malitia, la quale, fin che fi occultata 'con lefiaudiyfice parer ddttie di uer o dilato quelli

ch'erano

DI FERONIA. 9^

ch^ erano beni fhljl, ma poi di/coperta ieuò daWin- canto coloro che u'eYano dentro: abhorrendogli huo- mini dijpirito tlnitio, quando fìa palefi, ^ non com parifca fitto il mantello della:Virtu ,wa perche la Adaluia che non'fifirue della fiaude e negli huomi^ ni crudeli , &fitriofì, (^ può meglio ejfer abbattuta , che quando fi troua nell'altro [ito , i primi Caualie- ri che entrarono tn tfteccato ben riportorono uittoria de i giganti , ^ del drago, ma non poterò fchifhre le nafcofte infidie della Fata . ha feconda inuentione e Jìata intorno alla Vmu 3&ai fuoi effetti , ueggen^ do/ìli fine di e fa in perfmerar nell'amor pìefocon giudicio . // qual amore e la radice di tutte le buone operatiom. ^ quella montxgna alpeftre ornata d*a^ guglie, d*t dolly di por toni , di temptj, d'archi , dipon- ti, & di roccljt, che fono tutte cofe mafficcie, ^ ben fondate , hafignificato , che oue le apparenz^e, le uà- ne dilettattom , (jr le tri/ìe opere fono labili , c^ cadti che , fi che di leggiero uanno a terra , & a trauerfo ; il ben che procede dalle attioni uirìuofe . ^ da t meri ttefohdo. Dai firmi doffi di quefìa montagna di^ fiefero quei Cavalieri che uoleano mantenere con fir me'^afhonorato loropropofito . Et [e bene di mano tn mano nacquero uarie contefie circa la Lealta.ntn dimeno erano piaceuoli fenici che ne figutffe dctri' mento alcuno dei Caualteri.cfr tutte fi fiiceuànoper^ che la uerità meglio ficonofceffe. percioche nonr/^efio nella uita agibile,che neìUftudij contemplatiui^quan topiu la materia e difcujfa , c^ dibattuta , tanto piti

Cj z fif^if'

100 / L MONTE

fluiene in cognitione di ejfa . Dopo la h attaglia non f^ perdetia la libertà , che e foccejfo proprio di quei e hanno gittata uia il tempo ^ l'opera , quando dopo hau.r cominciato a far bene non fi confirmano con gli habiti buoni,ma divengono incontinenti, ^fi la- nciano irretire dalfenfo negli agi .^ nelle delitiofe co modita . Ma quim combattendcfi con firmo proponi mento s' otteneua il conueniente premio i che CHono re . & perofigiua a [edere in feggi belli (^ eleuati c^ coperti di [opra perfegno di maggior dignità . l'^e quiuifì combatteua o a richiesta d'altri , e per uen^ detta , 0 per capriccio , oper inganno , come s'era fkt to nella giornata, che rapprefentaua ilì^'^ttio, ma per che il fine di quei che debitamente fi dee fnr e in alcu- na imprefia è un filo , tutti uennero al conflittoper un fi)l risfato . ne ufiorono ilmezo dell'arte magica , ma de i termini della uiriìi ificjfa . (j? ho pigliato queflo nome di Viri u largamente per quello che Conmene al lau:tadeìbuo?7Ì Cfr de i ualorofii : fi come tutto ciò che e rio et fi cirrato ho ccmprefo difiopra nel nome di Vitio . Et non una maga e t ultima a comparire, dd modo che fi ce ni primi mifier abili confimi , quando pofe a fine qutlU uentura : ma Gioue che e il fine de* fini , c^ l'ultimo punto del bene ^ ha impofiofine a que fi e feconde imprefie cotanto magnanime: C" ci hafut^ to conofcerc che le noftrc pitiche non pojTono mai cefi- fare , ancora che fiano con honefiofiudore ,fe Gioite non ci foc corre , fi che a lui ne conuerta: & che -noi non fi ano atti per mc^o alcuno morale a penetrare la

ucrità

DI FERONIA. lol

uerità 3 non con la illuminatione di lui medefimoy il cui lume e l'ifiejfa uerìtà . Et mi pare che in quefla cafo lapoejia de Gentili pojf a feruir ci in cjueftt fenft miUerioftc^di ottima fìgmficat ione. Et quejio e qn^ io mi ha dittato la memoria delle cofi da me mjìe in Ferrara nelle fijìe ftitte in qtiejìo Cametiale pajfa^ to dal Trincipe quella Città

IL FINE.

0 3 JL

IL TEMPIO

D" A M O R E N E L Q^V ALE

SI CONTENGONO

LE COSE D'ARME FATTE IN fSRRARA

NELLE NOZZE DEL DVCA ALFONSO

ET DELLA. REGINA BARBARA D'AVSTRIA.

CRISSI a V. S*i Tornei

fatti in qHcfla Citta al CafleRo di Gorgo ferufa j& al Monte di Feronia j oltre a quello dellit Bigina ^Ifarabia . & nelue^^ ro eh 'io credeua di non poter piai più darle conto di fpett acolo 3 che auanT^aJJc quei primi : ma perche il medefimo Vrlncipe che ordinò quegli j ha fatto fare quefl^ altro y che fi tilde a gli undeci di quefto mefe ^ non mi par più firano le prefenti magnificen:^e j é^ nouitì fojfano ejfere fiate tanto fnprriori alle altre , Etacciochey, S. vegga diche qualità fia flato, in effetto queflo Torneo 3 il quale ho intefo chia^ marfi il TEMVIO D' ^MO Ps^E, mi fon rìfoluto di defcriuerlo j & mandarglielo con quQ^. fia mia: con dirle appreffo che $ ella fcorr era quel--_ lepajfate defcrittioni , ^h'io feci 4 fi che ne rin^ . fi-efchi la memoria ; & dipoi leggerà quefl' altra ; potrà conferire il tutto infieme -: & uedere con quanta uarietà tutti iprincipij 3 & me^^i ^ &fini fianò fiati gouerriati .' <$* quanto tra dinerfi riufiiffcro gli apparati ,' come da due preludia fi fia pajfato a foggepto graùijfvm 4&a «/|^ (m^

' ? 4 ne

perfettione diCanalerìa^che ha empiuto gli occhij i^gli animi della maniera ch'ella conoscer a . ?v(c simagini per premura ch'io hahhia hauuto in e- (plicare ogni circoflanT^y & in affaticarmi di ejpri mere ancora qualche fenfo^ che perciò io fi a arri^ nato al fegno di quella fatisfattione 3 che fu reca- ta dalla rifla . della quale è re fa uiua , & ampia, fede dalla tanta diuerfità j & nobiltà di foreflie- rifen^^a quei della terra ^ che nifi trouò . che cer- tamente io credo che non fi pojja a gran pe^^o aggiungerui con l'efficacia della fcrittura . Illa quello ch'io dijfi anche a bocca a V. 5". circa tordi ne tenuto nell'altre duefeftcj le replico horapari^ mente . cioè ^ che per non parermi che fi potè/fero difi^inguereyCt guardare i S ignori j&^Caualierijche mi è occorfo di nominare ^gli ho raccontati a cafo fecondo che i nomi loro mi cadeuano dalla penna, le'bacio la mano j &le prego da 'I^j^ Si, Dio ogni felicità

Di Ferrara . Il giorno di issatale « M.D.LXV.

IL TEMPIO

D' A M O R E

«^ VENDO io a defcriuere il T orneo princìpaU fhtto dal Dn e a di Ferrara nelle nozjiefuey ^ dtlU Trtncipejjà 5 a R b a- R A d'Aujìria , ho giudicato , che per fkalttarne la cognitio" ne ,Jt che fi pojfa tanto meglio e a pire quello , che fi andrà leggendo , non fi a che bene aprender prima la [ijìanz^a di quefìa inuentione ^ raccontarla fitto jìrcttijfima bremta : che anche d.^ qnefto modo 3 oltre alla maggtor intelligenza y ne [h giura , che con ajfai pm gujìo fi potrà godere di que- gli artifici]^ che fucctjfiudumente fi [coprir anno . Pri wier amente e dafapere , che pi fatta la capata di cento Caualieri tutti cortigiani o gentil huowtni Fer rarefi ^ ^ per rtjpetto del Torneo fittto cinque prma , di che parleremo nel fin di quefìo , ejfnda alcuni di effi feriti , oltre qualche altro che non fi trouaua fano^uene mancarono diece, (jr douen- doui perciò ejfere gran numero di Venturieri, che hauejfrro da combattere & a caHallo ^ a piedi

da,

106 IL TEMPIO

da credere , che fi fi a cercami* occafione di fhr na-^ fiere fet Alantenitoriy che con ipHon propofìto potejjè' ra dt rai^ione ejfer tanti a punto , ^ non di più ne di pieno* £t cape finto , che trouando/ial pie d un alpe il Tempio dtsy^more, fei Maghe fi rifoIuAna dt an^- dariti\ & che iteuiy& ali* apparir loranafcondendo^ fi quel Tempia 3 elle per dtffstto fi pongano afkr un qualche habitatione per dimorarui, (^ impedire che alcuno nm ui uada , affin che ^y^more , c,h.e fi e moflro co(l jchiuo di effe , non habbia poi ad aggra" dire gli altrty che m uerranno , Et tanto più uolen- fieri ut fi firnjano , poi che hanno la aommodità di Uarfem gioiofamente con quei , che ui uamo capi-» tando , Et fktto che fi hanno gli alberghi proprij , foprarrÌMano feiCaualteri condotti dalla Fama; in^ contro à t quali andando le Maghe (^parlando lo- roperperfuaderliàfiymarficonfecoy uiflo che fona ffrel^ate y mandano ad affalir li da alcuni mofiri. Airi ueggendo che quei Cauaheri non fi sbigottì fcono punto y per afficwarfi de i progreffi loro\, prendono partito di ccnucrtirU in uarie firme « Fatta queflo, giungono fei altri Caualieri , che conducono f Idolo di Diana tnfirme , c^ le Maghe conofcendo di non poter trasformare quefìi altri i per effe-'' falui dalla potenzia della Dea , che non gli haurebbe lafciati perire , deliberano di ritornare ne i primi a [petti queifii conuerfiy ^ mandarli à combattere ^on que- fiifiidi Diana . & ejfi dtuenuti difìn fiori di quella, piazj^ji , & per l'incarno in eh forano rimafi, non

fapcndOj

D AMORE. XCy

fapendo di hauer prefi una ingtufla protettione , fi fatisfhno dell' occa/tonc data loro ditrouarfi fempre in nuoHt battaglie : & refiano come faldt propugna culi cÓtra chi al Tempio d^ Amore, Di cjuefìa ma niera dato principio al torneare y cjuando tutti fono al le mani, le Maghe che ueggono , che ifuoi non shar ragliano in unfithtto quegli a/tri, udendo accertar/i della uittoria pinno nafcere occorrenz^a , donde i f^e furieri non filo fi $fic eh ma da i Mantenitori.ma dano anche àperderfi nei bofchi contigui* Et di mano in mano fempre che nuoui combattitori s^a"^ x.ujf ano coi loro Caualiert , gli ingannano in uari& guife yòperfirz.a d' incantamenti , ò per fiaude ,• ^ il fanno dijperdere qua ^ la,& rimanere per uie oc e ulte in potè (là di effe.Arriua alla fine una gran bart da fotte tarco della Virtù c^ dell'Honore . per modo che quello , che i particolari con diuerfi trionfi parte c'ìpidiuirtu (^ A^honore non hanno potuto metterò a fine , qt^esìa compagnia co lafcorta degli Idoli del la Virtù delihonor tjìeffoy fi fidano di configmrlofen z.a manco . Le Maghe a quesìo arriuo , mandano da quei bofchi & monti i Caualieri , che ut teneuano. Et ejfendofi attaccati tutti infieme , le Gratiefitn- no apparire il uero Tempio d Amore, &dijpari^ relecajè delle Maghe; in luogo delle quali nafco'^ no ueHtbuli , che accompagnano il me de fimo Tem-^ fio, dal cui corridore la principale delle treGra^ ite parla in idioma Tede fio, & dice la cagione, fir laquaU non fia andato pìH oltre il confitto, &

inficine

iq8 il tempio

infume fi fia dtfcoperto quel Tempio , attribuendo il tutto alla uenuta della Sereniffima Bare ara à'Aujìria . Et dipoi t Caualieri accoppiati f ne uan no à quella uoltafen\a più altro impedimento, fopr a chi uedremo , che in pale fi da campi dtuerfi da di Iettare ifenfi . pcrcioche ui occorrono alpi , ualli , mo ti yhofchij pianure , pacfi^ edificij , infcrittioni ^pro^ f^etiiue , pitiure , aguglie^fiaiue , lumi, refitffi , per- fjnaggi.fere j r ecit amenti > incantagioni , nuuoli , tpiGm^ lampi t fulmini , tncendij , terremoti , canti » fiiOni^ moftri ytrasfirmationi, riconuerttmenti ^in- t.richh (kiluppi , triomphi , colojfty imprefe , mottzji- uree, abbatttmentiy illufioniy<S' altre co dt copia &■ di uarietÀgrandiffima , oltre al gir are , al dtfcende- re yalforgere , all'aprirfi,al chtuderfi, aWinghiot^ tirfij al perire & al nafiere dt più figga ti, Bt com prenderemo ancora 3 che fi riferbano fitto quesii ut lami fenttmenti reconditi da pafcer e t intelletto , ef-- fendo qufio Tempio cC Amore la fola entrata , don- de s'afcende a t Tempij della Finii ^ dell^Honore, che dietro ad effo ^ anno in dirupi eleuati. ^cono- fcenàofi una teffuura , che par che hahhia tutte le parti trafeflejfe corrijpondenti j kqualifiano piene- di moralità ; quelle poche , ch'io potrò penetrare non all' indentro i almeno fuperficialmente » non la- faerò dt andare toccando a i luoghi firn» come me- glio Capro .

Trovandosi il Giardino delle fianz.e (HslLi Duchejfa e (fere un luogo ritirato, cinto di muri

uguali

d' amor e. 109

uguali ^ alt'ijjimi c^ capace affai più del Cortile vw blico i il Dficafice tutto jpianarto ^ matonarlo, per modo , che fen^a, altro pareua , che dafefieffi per labelltJfimafirmaffHafijfeun uafo fatto a pofìaper jpettaccli . 6^ fice fzibricarlo nelCwfiafcritta ma^ mera .'

Stava un Teat ro di me^o circolo uerfo le cor mere difua AlteT^a , cht afcendeua a gradi tn quel maggior numero , & con quella maggior f alita *che ut hausam potuto capire » Et nell'altra metà e /a quesìo projp'^to . Sorgeua infrante dalpia'no al tet- to un Alpe dirupata , in cima a cui fi-óndeggiauano da un capo all'altro abeti dìrittiffimt , & ordinati in modo , ch'erano dipinti ugualmente , ^ pareua^ m tutti imprejfi dima flarf^pa : eccetto che nel me- ^ y ous yfjuntaua un grotto et fopra tigrotto unafum mttà ecci'fpua tutta uejiita d'alberi difforme diuer- y ma però indifferentemente di fegn alata grandez^ "^ . Ftancheggiauano flmilmente quejlo (patio due altre Alpi congiunte a quella che era m fronte , ^ daltc'^augfdale c^ arK'bed almeno ucrfo gli an- goli fingcuano falfi nudi C-T fcofcejl . & dall'altra ?n2'tÀ uerfo il Teatro erano piene di bofcht fiiùffi' mi y che cominciando da baffo afcendeuano prima a colline yCy^ pGt per drittuya wfin ai [omn^o: & da lontano appariuano capanne > torrioni , cafìclltytor remi , penti yflr ade (^ altri oggetti ^ che per linee tor tuofe dimoflrauano una lontananz^a mirabue,etfcor genmfi dogn' intorno le parti efireme talm?.7ue

fituate.

ilO 1 L T E M P I Ò

fituate , che le confini della uifta erano rupi , eauér^

ne yfòreHe , & cielo aperto , & niente altro . pereto^ che ben le mura eccedeuano d'affai il termine dw na alteT^ ordinaria, non per ^uefìofireflò di coprir le tutte, fi che non appariffero in parte alcuna . anzi con l'orditura del progetto fi afiefe ancora molto più in fu de i merli , c^fopra il colmo de i tettificreb he parimente con la machina, Inejuefla proportiona ta concamtà cinta di dietro ^ dalle due bande dalle u4lpi, crefceuafoauemente da terra una piaggia yche terminaua in tefla , con un uallone , c-r haueafopra M dalla defìra una montagna, c^ dalla fìniftra un'altra : c^ nel me'^appanua parte pianura, par- te humili collinette , parte bofchettini , & par te baffi fiirgulti,7\[ella fkcciata di mez.ofoperchiaua il ual- lone ; cr apprefjauafi all' y^ Ipe un Tempio di tutto to do \ alquale fi faltua per alcuni gradi, c^ haueanel bafamento un corridore , a cui corrifpondcua un al- tro , che era uicino alla cuppola : & tra effa cr ti pia ZIO erano un'ordine di uoltiy (^ un* altro difinefìre tut . te contefie di crijìalli tocchi doro , (jr di colon uaria- ti , Erano le cornici Qr le bafi dorate , er le colonne, chefìauano a ipilaUritra uoho\et mito, che rapprese tauano il lucido riuerbero d' uno fmalto uerde ; oltre gli altri ornamtnti di pittura et ài rilieuo, di pecchi, Cr di gioie di più colon concertavi con b e II ez,z.a trop- po diffìcile da poter effere agguagliata 7 parte alcuna dalle parole . Luceuagh nella cima una gran palla W; cnHallo , ò'perchci miti erano cinque , rejlando

gfuel

D A M O R E. Ili

queldimez^oper ufo di portaynegU altri fi auano quat no Hatue inargentate . le due dalla deìlra del Tem piofiguratianfi per f appetito dinotato all'età , alla uiuacitk , aluoler mouerfty ^ piti alle braccia dr al" le gambe alate y & all'ejferpoftj tra dtde fiiochi finti, l'uno dilatato [opra il piano, V altro di fiammella actt ta : e?" per la %^agioney chauea un occhio fulo nel me X.0 della fronte y dal cui braccio deftropendeua una mi fura diritta, & dalfinìftro una torta. Le due daWal tra banda fi dimofir auano per il Configlio , fìgmfica to alla bifcià dt molti capi ': cjr per la %jfolHt ione che fi fkcea conófcere ad un capo duna bifcia troncato da molti altri . St auano [opra il baffo corridore di- uerfi Amorini: parte de'^ualt haueua la benda agli occhiy & parte a ipte.f^fopra l'alto uarij altri Amo ri ni : la meta de canali haueua la benda degli occhi Alquanto slegata ,fiche lafciaua parte della uifta tn libertà y cr l^altra metà era parimente co ipie cfuafi difciolti . Vnopoi reftdeuafopra la palla della cuppo la fenz,a forte alcuna di benda . Le mani di cjueHe & di tutte le altre flatue erano difobligatedaoqniim- paccio , perche tutte doueanopot tener t torchi accefi, *T>a i tre uoltt di me^pendeuano breui , che diceua^ no, che per cju) fi penetrala neifecreti d Amore.nt iqualifi potè a uederei* animo della Donna amata» & godere la grati a della medefima . Hauea il breue pendente da quel di mel(o HiNC ad amo- ri s A R e A N hSuno de gli altri due conteneua

•HiNC AD VIDENDVM AMANDAB

B O M I N A a

Ili 1 L T £ M P I O

i)OMiNAE Animvm.^ l'altro H I N e

AD FRVENDAM AMATAE D O M I-

KAE GRATI AM. zy4 mezjo alla conterà del-- VAlfe erano poflt due Tempij quadri finti di mar- mi pur tjjìmi , con colonne ^ ornamenti di bron^o^et ueniuano a comparire [opra al Tempio d Amo* re , /' uno alla defira di chi [ale infi:ritto V l R t v- Tis: ^ l* altro ali a JìniHr a, il cui titolo era H c- K o R I s . ó'p^y tdna uiajìreita et erta deriuando dal Tempio d Amore, s'imboccaua a quel della Vtr tu . dalla quale ne (piccaua un'altra affai ageuoks che per retta linea fi andana a congiungere a quel deltHonore ,<:^ira il Tempio dimore , c^- l'una lAontagna della piaggia Jpuntauano due [affi alti a proporttone del reflo , & tra il medefimo ^ l'altra tC appariuano due altri , ^7 tutti quattro erano orna ti di piedefi alli in guifia d are antiche. Calando fi giù tisrfo il teatro fiwr della piaggia, mila punta diftra forgeua una altifis . piramide prima d'otto fitcc te > et poi di rifalite quadre & nell'ultimo ritonde , con una folafaltta , che andaua in giro infino all*cfiremità , tutta ornata di nicchi , di Nmfi uariamente colora^ te cfr di Trofèi , (^fipra ut era una palla di criflallo intitolato Intendas aciem refle- c T E N T . O mattano la bafc mifichi lucidiffimi, (^ la circondaua un Labirinto di mirti , attaccato alla Montagna c^hauea l'entrata per una larghife, porta , All'incontro nell'altra punta rfefiorgcuau" naltra fhtta in tutto ddla maniera medejìma,fie

non

DAMORE. ir^

fion che intorno alla hafe tn uece del Labirinto , uer^ deggiaua una [dna dt ciprejji . Et perche a i pie delle ay^lpi erano pmi (jr ptu in su ginebrt (^ altri al beri y nefegutua una uifìa di uane uerdure molto ghe. Sopra le due Motagne erano finn dtuer fi pafto re Ili, che mofìrauano di effer uagabondi. Venuta tho ra della notte effendo già pieno tutto il Teatro di no btltfs.fèrefterta dhuomint er di donne , oltre alla no hiltà della terra , fi acce fero mille gran torchi di ce^ ra bianca , atti ciascuno di ejfi a durare otta hore : i quali parte pende uanofopr a tutto ti campo del Tea tro , par te erano tenuti in mano da tfudattpajìorel li dr dalle Jlatue del Tempio cfr delle due Piramidi, (^ con infiniti altri lumifi diede Jplendore alle gioie ^ a t crifialU , ^ fi acce fero dtuerfi fiochi per L*Al' fi y & finalmente fopr a le are de i quattro fafl : tal^ che par ea che cacciate le tenebre , fi fife congiunto un nuouo giorno arttfitiofo col p affato giorno del file, fenTLa tntirpofitur a alcuna della notte . Foco dipoi in compagnia della Uucheffa diAfantoua , dt Aia dama Lucretta di Sfte , c^ della Vrtncipejfa dt Mot fitta difcefi dalfuo appartamelo la Due beffa di Fer rara ^accompagnata dal Cardinale Vercelli Legato mandatole dal Papa , dal Cardinal Madruccio.che ui era come perfonaggio dellLmperatore , dal Cardi naie di Coreggto,che come uicmo à quefia Città^et a^ micifs.diquesloT^rincipe , ui fi era trasferito j et dal cardinale di Efl e , Eraut fimilmente il Duca diAiantoua cui piacque di uenire con U Sere'

H mfs.

114 ^ ^ TEMPIO

^ifs. confort e fiio, ai h onorare futile noz!^ , il S.Do'i Fraicefco d^Sfle , ti S, Ce far e Gonz^agail S.t^efpeltauoGonz^agay& quafi tutti gli altri SS. di fAclla cafi Illttjìn/}. il Con, della Mirandola , i Conti di Ni4mliiri'. , Cy- altri pinci fall SS, c^ Caua- Iteri y(^ molte Dar/te honoratijfime . Haueuanoil luogo loro appartatogli Ambasciatori , che uifitro- uaronom que^o punto , chefitrono di Polonia , di Vi negia , di Fiore nz^a, d' orbino, (^ di Lucca, non effen do ancora arriuatigli altri , Stante l'apparateti quesìa '^u.fa , tluederfiufcire tre Afaghe dalla por- ta del Labirinto , & tre dalla porta della Selua , & fììolti A<faghtfienderegiM qua c^ la dalle r oc eie al- pe ftri ; c^ // uederfi girare tlT empio , or i quattro Saffi illuminati,et ti uederfi per aria fuochi diuerJJfs, ^ fimilmente il fmtirfi tuoni ^ terremoti flrepi- tofifs» tutto fu in unwftants medefimo .percioche nel gire che uoìeuanofar quelle Aiaghe al tempio y Amo reuiolento lajua hahitatione , & quei quattro orna' menti carichi d'are acce , che ui erano à i fianchi, et nonfiojftrfe che effe uiperuentljcro. donde e da ima ginarfiche da quella uiclentia caufaffe ti terremoto, C^ che dal dtfcendtre de i Ad aghi deriuafjero quei tuoni c^ quei fiochi, quafiche haueffero di quella ma mera ccmmoffa & sfirx.ata l'aria. Fatti quei cinque giri s" apprefentar Orio alle facete di i riguardanti m luogo del Tempio , di cui non renana dtfcoperto aU tro che la cuppola , un njontefaffofo ; [opra cui erano pajìorellt co i lumi accefi : (^ in luogo de i quattro fi^^fi

tlln-

DA MORE. IIJ

illuminati dalle are , quattro grotti nudi (y' incultiy de' quali i due primi , che erano uicim alle due man tagne,[iauano aperti ^ wofìrauano dentro la cauer nòfità . Le Maghe accorte fi di quefla tanta mutatto ne , dopo refferfifalutate infieme , cominciarono co i gesìi afrr tra le marauiglie . dando anche agli al tri molto da marauigltare , per cloche erano uecchie decrepite y con uifisirauaganti-^ò' gozji.i c^ poppe che pendeuano , ^ uefli fktte ^ pofle in dojfo injòg gie difiifate cr flrane : tre delle quali erano gtalW^ ^, C7 tre altre di leonatofqualltdo : c-r quelle ueniua no dal Labirinto , c^ quejìe dalla Selua . c!r eia/cu- na teneua nn [no fhnorito animale con una catena d' argento , che pli (ra al collo . Le tre (rialle haiiea- no una T eìl'jaaine . una Sfinqe , cr uno StruzXo . le tre leonate una Tigre , una f^olpe , c^ un Cocodrillo, et haueano qriefìi in delttie come animalucci gentili , Erano questi arnm.ilt compofii di modo , che olire al- t andar jkcilmente , // che e però da credere che fife dtnuenttone dijficdtfjima , alla corporatura, a colori', cir ai moti s*a]]omigliauano tanto altiero, chefetìonfiffe che il luogo (^ la^cttatione erano di'cofe fittitie y farebbono. (lati creduti per uenf^ fimi . Tot che hebbero alquanto rimirato la coppola del Tempio ^ le circonjìantie , fìi la prima la Aia ga dalla Tigre, che con tuono ajp ero proruppe in qui He parole .

Poi che il Tempio d* Amore ,

Che tn cimajpuntafire , a noi s' afe onde ;

Il6 T L T E M P I O

JSle fidìmofìra altronde , ^con noflrarte

uitt errar non fi può , ùrtamci à parte,

JE* habìtiam cjuefta parte :

Ter impedir , ci)* alcun mai non ut ucgna ,

Et chi uenir dufegna

ReHt pentito poi . Et d&tto quefto y fhtto

quattro pajfi uerfo la Montagna , che e dalla deftra aleii^ dalla fìntfira al Tempio intonò :

Surga cjua dal profèndo

Surga su un tremebondo hofpitio a noi . St in quello la Magha dalla Sfinge fi- ritirò a parte , ^ le cjuattro Maghe che reftarono nelmel^ replica reno con noci tridenti ,

Surga cjiià dal profondo ,

Surga su un tremebondo ho sfitto a noi . 1 Maghi parimente y ch'erano uenuti nella piag- gia^ C^ fiauanoapie del Monte poHo tra i quattro grotti , reiterarono le parole medefimein accenti grauty c^ baffi y chepareua che uenifferoapunto dal profondo . (^ fu quc (i a yOtto girandole y (^ altre forti di fuochi ecceffim , che nella fiommita delle Alpi era- no ordinatamente difpofte , cominciarono a ficop^ia- re fiamme terribili \ che in uarij modi ficorreuano in alto y per trautrfo. ^ per dirittura con uifta infolitaj ^ fienXa ojfendimento alcuno ne dello fpatacolo, ne degli [gettatori .^ àun tempo ifieffio ficorfiero diuer- fi TJemonietti fiopra montoni da un capo all'altro da tjopremt tetti y gettando fitoco perla bocca , perle cornata per U coda,e4per il bidente che havieano in

mano .

I

d'amore. 117

mano . Et quanto più andarono moltiplicando gli in canti, tanto pili crebbero t{ìiochi,ò'la copia degli ffi riti . La Maga dalla Sfinge cominciò ancor ejfa m quefla guifa

O tu che" l mondo annuuoli

Aquìlon rapidtjfimo ,

Scendi gtu ueloctjfimo ,

Dàjpirto a quefit fiati , che t*inuocano ,

O nimbi , ò uenti , ò nnuoli

Co fi il Sol , e ilferen mai non mnocano,

Cofi fempre fi nugoli;

Nimbi fu i Hojiri

potenti terghi

Portate inofirì

Soaui alberghi . Et efclamando, profirfe queflì quattro ultimi uerfet^ ti , con l'auicinarfi alquanto alla Aiontagna fini^ flra a lei, Cy- deftra al Tempio. Subitole Maghe fubintrarono gridando con mei alte .

Nimbi fu iuoftri

Votemi terghi

F or tate i nojiri

Soaui alberghi . 1 Maghi di nuouo riaffunfero iuerp mede fimi. ^ ark Cora che quefla incantagione haueffe i Cori comuni, ^ le intentioni medefime , i mezj nondimeno e- rano ajfat dtuerfi , (jr quafi contrarij : chedouel'u^ na Maga uolea che i fuoi alberghi fiurgejfero dalle uifcera della terra , t altra dcfideraua che i fuoi ue^

H ^ mlfen

Il8 IL TEMPIO

mjfero portati per aria da ìontan paefslc^ difceri" dejfero a^iu a kt.cofi entrando ejfa a furie malie tqnd la della Ttgre ritornando a parlare dtjfe .

Col/angue dt Balena

Et con quello d Hiena ambe le palme

Ungetem , ^ le [alme conqiiafjate ,

Et una tnanXi L\iltra intorno andate

Con tanta fintate ,

Che la montagna, e' il bofcofin dal centr$

Ne rimbombi qua dentro

Tra ifajjì e't bronchi [noi,

Surga qua dal profindo

Surga su un tremebondo hoff)itio a noi ^Ithora le Maghe , gT i Maghi parimente in ac- centi Flrepito/ì ndtjfero infume gli tffejfi due uerfì, S oc e effe dipoi la /Vlagha dalla Sfinge, la quale or di' le fuefititurationi intonando cosi ,

Co tdorfiriuolgeteui

ji due a duepiegandoui :

Et le braccia aliar gandouì :

Et tra Hoi gli animali sH'nter pongano .

Et tre mite moueteui

Co i capi ingiù , fiche a bajfo fi pongano

Tra tanto ariefiotcteui

ISltmbi fiu i msìri^ Totem i ter ahi Portate i nostri Soaui alberghi » Et mentre k compagne la obìditiano col fiir quante

ella

D A M O R E, Ily

ella hauea impo/ìo loro y uocifirando aframente ri" attiro in compagnia de Maghi cju elle jìte parole, chs nonfenza mijìeno doueano ejjlrjèntpre replicate do- Po il fine dt ci afe hn a ordinai ione . Ec il tutto feguito poi per ordine di causila maniera, la Maga dalla Tigre dijfe .

Difio fiate le fiere

O nel cor ajpre, c^ fiere; & fate un cerchia

*De k manyConfotterc'jio dijpatofo

Furor pm che amorofo ,

Chefiaf nz.a ripofo .

Tofcia corcate in giro i umt ri a terra ,

Et rifrrte da terra

Fa te prone di uoi,

Surga qua dal profindo ,

Sur ga fu un tremebondo hofpitio a noi Jdne Con rijpofero congiuntamente cjmflt due uerfi filiti . 'Poi la Magha dalla Sfinge dtlfe.

Croco e' aconito tolganfi.

Et altre herbe fitmifire.

Et cerafte peftifire ,

Et ardan tutte , falche uengan cenere

Eti capelli fciolganfi.

Ter f congiurar s) ilrio figliuoldi Venere j^

Ch'egli , ^ la madre dolganfi»

Nimbi su iuojìri

Potenti terghi

Portate t noftri

Soam alberghi .

H 4 £,

Ilo IL TEMPIO

Et t due Cori replicarono y Nimbi con quelchefegue* 1)ìjfe tuttama la Adaga dalla Tigre .

/ uoglio un'afpra jlanz^a ,

Che Jia ne lafemhianz^a di tal faccia, ,

Ch'ogn'un efterrefhccia, ^ mandi fichi.

Et habbta per fuoi giochi

Strepiti , Cj' gridi fiochi .

Fatto d'acciari , e di diamanti fijft ^

Fin dagli ultimi abijjì ,

Oue Pluton più pim

Surga qua dal profindo ,

Surga su un tremebondo ho/pitto a noi . Hidtjfero fimilmente i due Con , Surga col reflo che ne mene . la Maga dalla Sfinge dimandò cofial- foppofito .

Juoglio un dolce hofpìtio,

Conafpettiyche tirino

Afe quei , che li mirino ;

St che con canti , ^fuon , chefitor dilettino ,

Tenga coperto il uitio .

Ornati d'oro , & pien di fior ch'allettino ,

^a t ultimo fiolftitio,

JSlimbi sii i uoHri

Totenti terghi

Toriate i noflri

Soaui alberghi . *KJJpofero tdue Cori medefimamente , Nimbi con ^uel che uien dietro . In quejìo punto t fiochi , che le Maghe haueano fatti nel meT^ della piaggia per ar

derni

d'amore. ' 121

deruì quelle herbe , & quelle ferpi loro fi diUt arano

uerfo la Afontagna^cìoe era dalla banda ssella Afa-

ga dalla Tigre , tn lunga riga: &[h montarono fuo

chi altijjìmt confcoppij grandi , uarij , ^ frequenti

Et in quellaparte tfitjfa aprendo/ila Montagna-, &

furgendo dalla cima due Torri , che ardeuano ne i

merli loro, et sfhuillauano in altOyCt per ogni uerfò,ui

de fi dall'altra banda pur in quel tempo medefimo

mouerfidi [opra talpe una nuuola groffljfima.che C9

me che ti uento la fpingejfe , fi andaua ampliando

la quale diuennelarghtjfima,& con taltjgonfii,&'mo

uimenti , che parea che fijje in tutto naturale , calò

giti . Et tanta fu la ctrconfèrensia , che prefe tutta

quella Jponda dal fommo de il* alpi , infino al piano

della piaggia. Et nel calare lamppeggiaua, & tuo^

naua; & imitò alla fine ti tiro , & lo fìrepito del

fiUmtne. nel qual punto continuando fimilmente dal

l'altra parte le fiamme fatte dalle Maghe ^ ne fh

guì un fubito , i^Jpauentofò terremoto . Tra tanto U

girrandole ,J ^ altri uarij groppi dt fuoco ; & le tu-

multuationi de i Demonietti riemptuano Ilaria di ta

ti incendij , che coperchiauano tutta la uifta del Cie

lo : fi che a tanti non poteano ejfere gli occhi bafle»

uoli . i quali erano fimilmente trauiatt qua ,^lada

i nuoui obietti dell'apertura del Monte , delle nu'

bt , ^ delle operattoni , Et tanto più , poi che

dalla banda , ou ' era la Maga dalla Tigre , co-

minciauafii a uedere ti terribile palagio , ch'ella ha^

ne a inuocato , il quale con l'altel^fua moHraua di

foper'^

122 IL TEMPIO

^fòperchiare tutta la motaana , che fitrouaua m<:juel laparte . Et come -Mtcflo fifcorfs dulUfommitk usr- fo tlpia72o , cofi ali incontro un' alerò palagio , che per toppoiìto era dclmofijfimo , ijuale a punto la AdA^a daìl'A Sfinge ti dimandò y fi andana difcernendo dal baijo ali* aito : ficondo che la ntiuola 3 che già tccca- terra sfifolleuò & rt'ìirinf^ a poco a poco dilegua do fi poi con fùria > & rtfoluendofi di la dall'api fenz.<t ptu ejfer ueduta. Era lafìtuatione di ^uefìo palagio, come fijfe flato pofio Copra quella Aiontagnai & per modo che l'occupa[fc ingrand'lfi^a parte. Et mentre che queHe cofe giuano diuolta in uoltafk^ cendofi y le due A4aghe in atto di parole fizmiUari di cenano diparte in parte quello , chs tuttauiafi difcO" priua . Uuna die e

t^ola fu la filmila^

Etfcopta alto &fcìntilla . Dicea l'altra :

Le nubi ffm lampeggiano ,

Et dalfiprerKo culmine

£' tratto a baffi) il filmine . L*tinaptirdtceua.

Hor fi co??? prende

Che [edifiiio afcende . V altra da i Juoi fegni conietturaua in quefia TJtodo »

Che il Palagio real cali hor augurio . Jjuna ripìgliaua .

Ecco fiftn-gge

li

D*A M O R E. li^

7/ bofco , t*i monte ruggt ,

Et da Ut i^tfta fiC^ge . V altra co?i uguale smulatione replicaua

Ecco par chefiueggiano

Fremer i uenti , s'ogni montan tugurio L'unaproponeua tal partito .

Spogliamcinude , e in firme giouinili

Cangiam quefie fenili

Co ifuccht degli Eoi» L* altra i' accettano, cofi,

Adutiamci oue fileggiano, Tercioche , ceffati chefiirono ifiiochi , & [coperti af- fiitto i due edfiiij yfifintirono dalfuno & dalÌ altro mu fiche foauijfime di canti et difuoni : al cominciar de' quali la Maga dalla Sfinge d>Jfe quelle ultime parole i che dtmojìrauano yche la dentro fi halaffe & fiftegiajfe . Et con firme allapetitione a ambe le Ma ghe , ti palagio di diamanti hauea mufiche ftr spilo- Jiffìme , ma però con molta armonia . di uoci ^ firo memi dolci filmi erano quelle del palagio delle deli- tie. Et quantunque poi fi fkccffiro uarie tr<.isfimatio ni tnfiiccia de i riguardami ,- p^rue nondimeno che la modestia comportafie , che quefla conuerficne del' le Maghe uecchie, che fi mutarono in afpe-tti giouì nili yfiffe più alpropofito dentro da quegli alberghi^ che nel pulpito . entrarono dunque dentro dìcendofi dall'una banda ,

uilfin quÀ dal profindo

E [orto il tremebondo hosfitio apol*

124 ^ ^ TEMPIO

Et dall* altra .

Nimbi co i mjin

Votemi terghi

Ci date i nofiri

Soaui alberghi . Et lafctarono tloro animali dinanzi alle forte , per le quali erano entrate : percioche tre n'erano nelPe- difitio della defìra, ^r tre in quello della fimjira . Et continuando le mufiche ,gli ff citatori contemplare no tra tanto le differentijfime bellezx,e dell'una & deW altra habitattone . Jl Palagio della Maga dal la Tigre ^ delle due compagne corrijpondendo alla f reghiera fua.haue a tutta la facciata apunte di dia manti, ^ le cornici & il contorno d^ acciaro, che renàeuano due [orti di luflri di acuteX]^ & chiarel^ Via inejplicabtle . Et nelle due parti eftreme [uflenta- due bellijfime torri . c^' tra le merlature erano torchi inguifa di fhcelle , fi come n'erano altripa rimente fojlenuti dalle flatue finte di bronzeo (^ di rnarmo , cheflauano i tre nicchi compartiti nel me^ 7j) della fiicciata , ^ a baffo ancora tra le colonnate, per Cloche le porte haueuano dalle bande le colonne, ^fofìeneuano in cima altre flatue , che pur tenea- no i lumi di qua ^ di la con le mani . per modo che due flatue ueniuano ad ejfere ne i due uoti , che refla uano tra porta & porta : (jT ad effer di qua e^ di la da quella di meT^ , ^ perche fiei erano le colonne , altrettanto filarono le Hatue che loro fopraflauano, A baffo refidenano Tlutom & Froferpina . Sopra le

colonne

D AMORE. 125

colonne dellaprimaportanracondia & la. Soper^ chieria , imitate a i ^ejìiy alfiioco , & all'arme , che haueano apprejfo . Sopra quelle della feconda^ la Si^ fnulattone col mantello tirato a mez^a lafhccìa:^ la Falfità col rafno tenuto di nafcofto . Sopra quelle ^^1^4^ della ter\a Un fedeltà con un groppo , & «« paio di /Ll^l firfici : c^ la Ver datone con un nodo al collo . Empi" ^1**^ ti primo nicchio la Soperbia con le corna : ti fe- condo la Cupidigia con la lupa : ilterz,o l' Inutdta co i denti in unferpe , L'altro pa lagio moflraua d'imi tare alquanto ilfettC(onio di Settimio yfe non che no era che di tre uolti , (^ haueua tre ordini di nfaltte, in modo chefirmanano tre facciate . La prima in fui piano nelle due ejìremttà haueua Tluto & Rhea, che fono 'Deità delle ricchezj^e ,dr della terra, & fvrmaua nella cornice diuerfifcher'^i , Cy- giuochi di fnn e toiletti : (jr fopra di ejfa hauea piedeftaili , con uafi pieni di fiori digutfe et colori dtuerfi. Etfedeuajl nell'una punta l'Ocio , ^ nell'altra il Sonno con al- cune figurine , che rapprejentauano quei chefogliono fingerfiper cir confi ami loro . U altra facciata , che era più all'indentro , hauea una, porta in mezj) , ó* quattro nicchi due per banda ,* dentro ai quali fta^ uano quattro fìatue indorate co i lumi : & erano la (jiouentH , la Sanità , l'iyAbondan'^a , & la Pro- fperità dinotate co i fiori , col gallo , con Umiche , ^ col rostro. Et di fopra uagheggtauafi un belifftmo corridore, che in uece dt ballaufìt era tutto fktto a Termini, c^fofientaua due dijfolute ^llegrel^e

ò HtlarttÀ

Jló IL TEMPIO

ò Hilarità che uogliamo dire, lequali ut ornano pur co i lumi y ma d'un certo modo , che parea che uolejfe . ro balziate da quei Termini , La terl(a facciata fi ^lingeua tuttauìa più in dentro , & era fatta a log- eie , conprojpati , che fingeuano arte & cani tonta nijfimi . &fopra la loggia flauanoptu teììe bier- re 3 che da lunghi colli rifo'^gcuano mandando dalle bocche fiochi di uarieguifs : & pigliando in me^o uno che hauea lafkccta humana & era nel reflo tut to mofìruofo , Nel piano dt quella loggia appariua un giardino bdhffmo , cinto da colonne di mifchi ofcu- ri; & una Fieraftandoui ritta nel mtzxjo pareua che con le poppe formaffs una fontana . / contorni , i fregi , i capitelli, le baft, & altri Itnoghi comodi par e a chefòffcro conteftì di rubini , 2^^firi , (yfmeraidi , c^ d'alt re pietre pretiofe di colon diuerfi . 'Tocofifia te tnfu Pammiratione di qucTio nuotio pulpito , ^ in fu t udire l'armonia , ch'indi ufciua . pcrcioche nuO' ui apparecchi, &nuoueoccaJloni ttrarouo a con inopinata celerità gli animi di ciafcuno . Erano que Hit che diedero principio di nuouo (pjtt acolo , ifet e a ualieridefìinfittadejferei Adantenitori , cioè ìlfì- gnor Guido "Bentiueglio tlfg. Luigi Gonz.aga, il fg, Annibale Bentiuoglio , ti Conte Camillo Aiontecuc coli , // Conte Traila StroX^^i , & il fig. ^AleffandrQ jìndriafi : concertati co ifei principali colon , tolto ne d giallo per rifletto dell'oro , dt che tuttififerutro no in gran copia . & prefero perciò ti nero , il bianco, il turchino, il rofo , ilusrdst&tìmorcllo . Et uefìi-

ti ne-

D* A M O R E. 127

tirichijjlryi.irfìente del loro proprio colore fchiatot che era tutto carico a'oro , cr con pennacchi in cori" firmità fuperhi'JltrnjC ne uentHanoa pie con le uifie- re alte c^ con gh feudi imbracciati , ciafcuno deo^HH li haitma nelmezjì un njotto rijponde/Ue al colore c^ aUinterìttone di chi il portaua. Hauea il Nero, Constanti pectore; tl'Bianco , A e- o^ V A L I F I D E ; f/ Turchino , D v e £ N T E

S Y D E R £ : ti ^K^ojfo ,PrOFVSO SaN-

ovine: ti f^erde , Aperto Marte:// Alorello , Interiori animo. Il Sig, Guido ucfttto tutto di nero haueaparticularmentejò pra la edata un -^^tlàte.cheregea il mondo [opra le (palle con (juel dato , M a i v s o P v s m o- V E o . come che fiffè Maggior imprefa il cercare do ecrìi fhcea di cornjpondere con le operai ioni al fio animo fuo per honor di T)ama yòin feruhio del fio Principe , che tlfoftenere il mondo tslejfo , (^ con cjuesio ancora fi confacea la jèrmezX^ mojìrata per l*ififcrtt!Ìone dello feudo , Q-rper la unione da quel co lore . c^fi come egli combattendo affentit amente (fr con ferocità et gratta fi fegnalò col fuo appartato con certo , cofi etafcuno degli altri AL ant enitori alla ìeg giadria, alla bramir a^ (^ ali* accori eT^a moftrò qua tofijje degno del luogo ^ del motto y che s*hauea pre fo . // Sig, Luigi era il uerde , ^^ fi col colore , com&^ con l'efpofitione del concetto dichiarò con molto gar-' ho di uoler farla fiiori ueracemsnte allafcopsrta , ^ A tutto tranfito ,IIS. Annibale , che fini Bianco «5

holfi

^

^m^^

la8 IL TEMPIO

nolfe tralignar punto dal titolo , ^ color fuo :percÌ9 che la purità , cr equalità della htancheX^a ti mojlra uano dun coHanttjfimo , (jr fincertffimo proponimen to . Il Conte Camillo effendo ti Rojfo dinotaua alcolo^ re , & alla nota del hreue , che la nfolutione fua s'è- ftendeua tam^oltre , che ne'cafld'honore profónder eb he il [angue proprio. Il Conte Vali a per ejfer il Turchi no non meno col colore ceruleo , che con lapojitura del le parole fignificò, che piglierebbefempre quel diritto, ^ honorato e amino, al quale la fi e Ila fua tlchtamaf- fe . // Sig,Alej[andro,come quegli che era il Morel- lo per afftmigliarfi al color del core,^ imitare la fua propofia, picea conofcere quanto la lealtà , c^ ferui- in , che era in lui , uenijfe dall'interno dell'animo. Gi inanT^ a paffi lenti , c^ tardi , & con afpato al- tero la Fama , che li conduceua al Tempio d'Arno^ re. Quefta Famahauea gli orecchi y le bocche , (^ gli occhi y^le penne oltre le due granài ali di Gi- ganteffa , come e a punto deforma . c-r in particola- re gli occhi erano difpofìi in guifa , che per It lumi congegnatiui dentro fkceuano C effetto del uiuo . c^ quel che e pai fi come fi dice , che pian piano ella fi ebollendo , (^ di ptcciola dtuenta alttjfima ; cofi quefta entrò digrande'^a dt dtece tn dodecipiè , c^ nell' andar perii campo del teatro ne crebbe da cir-^ cafei, ingrojfandofimilmente tutta a proportione . ^ neltarriuare mojfe il capo con grauità , c^ gira fofatamente gli occhi , & la faccia uerfo la deftra^et fai uerfo lafiniftra, commouendo infinitamente quei

chi

D AMORE. I2p

che la mirauam . & poi che doma hauere la uoct di wetallo y mandò dalle fie hcche ti jltonc- delle t roM^m hi, che fuori u*o^m afpettatwne rimbombo improui^ famemedogri intorno . RaddopptojTi la uaghel^a delle uifie a/I' apparire , che fecero le jet Maghe tra" mutate in fei helltffime gtouaniytujl.te di broccato doro con maniche larghe di iteli di fifa, CT d'argen^ to fottiltfjìmi con frangte d'oro, ^hurichetri di tablt turchino, & d'oro, er co^i ^acconciatura di tefìa tan- topiu comparifiente , cjuanto che mueuano ancora nella memoria cjud capelli canuti, ^ horridi, ^ {juei herettiniy ér cujfiotti che haueuano quando era^ no uecchte.fi come la rugofìtà di sjuegli altri uifìren* dea tanto piu leggiadra la delicatura di cf^efii . ^'Jci- te fiori delle porte loro , CT mandati uerfo le grotte gli animali, che al limitare le attendutano,dtri:(z,a' rono gli occhi uerfo i fudati Caualìeri . Et la Ai.i~ ga dal Cocodrillo uoltataft alle compagne panò fn quefio termine .

Sorelle mie , ùtfigna prepararfi

Per impedir , che qnei

Che di là, uengon uerfo cjuefla piaggia ,

Non arrimno al Tempio ,

Che poi che Amor non degna

Uingrejfo noflro], e da tentar ogni cpr4

Cerche non fi dimosìri ad alcun altro . Et accennando tutte che la propofta fijfe molta conueniente , per ciò e he era anche con firme a ijueU lo che la Maga dalla Tigre hansa datocché douefi

i fi

1^0 IL TEMPIO

fhrfi, la Maga dalla l^olpe feguitata dalle altn andò uerfo i Caualieri , ^ i cjuali dijfe ,

Caualieri noi fete fuor di [Irada .

Non uedete qudVena

*T endice , che nasconde

ty^gli occhi uoflri il Tempio , ch*à la cima

^Kjlnce , & non altroue ì

O metter ali , ò minar bifogna . Et quella dalla Sfinge cofifijttentrò .

Caualieri uentte qua con noi .

Honorate con gli alti affetti uoflri

Quejlo noftro humil tetto . iVtf quella dalla Tefiuggine mancò di perjùaderli colmezo delle commodttà , dicendo loro .

Deh ripo fate alquanto ,

Godete fin chel tempo ueH concede .

Sempre s ha copia di trauagli^ (^ pene . St perckefil non ahandonauano alle par ole lorOyCer- tarono col far che [abito fi giubilaffe dentro dal pa- lagio deltttofo di trattenerli : ^ cefi [entendofi una melodia [oauiffima , la Aiaga dalla Sfinge tornò A dire

Sentite come ogn\n dentro gioifca ,

Sentite il canto , e ilfuon ; fete fi fieri.

Che ricufar uogUate

L'ajfettuofo inulto? Bt mentre mojìrauano di fkuellare co i Caualieri, ^ di far loro ueXz.i con diuerfi atti lufitngheuoli ; itfciuadal corridore pofio nelmez.0 una mufica , che

per

d' A M O R E, IJI

per hauere le Hole , & ejfer uoci alte , dr chiare , ^ compofla di maniera che per tlptuprofiriua lepa Yole dìHefamcnte fèrf(a romperle ,faceua ajfai berL* intendere ti concento , tlqualera quefìo

O tioi di bella lue

Et di dolce fudor bagnati , ^ tinti j

O mi y eh* Amore a quefla piaggia hajpinti.

Ter che uojìro camin qua. non fiuolue t '• // monte che girò mai non/ìjòlue , -' «5"^' che il Tempio fi [copra ,

Se prima non s*adopra

Jlmezo di noi l^injè ,

Che con foani , & chiare fiamme , ^ linfi

Gli amorofi pen/ìer guidiamo a l'opra.

Entrate qua tra rifo , (^ canto , cfr fiffa :

^ouenm cifiinefia

Dolor , ne pen/ìer egro,

Ne de fio ingordo , ^jìolto ,

Doue (rialzai non uerna .

*£foue U mente e uota , e ilfenfofciolto:

E* ti del [creilo e allegro :

Et Pnmauera eterna ;

Et[emprefre[ca guancia, , & gioia interna - Ma ueggendo la Maga dal Cocodnllo , che le corte Jie non giouauano punto, percioche già effi ul [embian te, (^ a igefli mofìrauano di non curarle , & comin- ciauano a mouer i pajfi uerfi il Tempio^ prifiluctte difizr con la jhrzji , ^ col tradimento quello chi con ìoccultoartifitio vongli hauea potuto [acceder e. et per

1 2 tant9

l^^ IL TEMPIO

tanto ordinò cefi a quella dalla Tigre ,

Fot che non gtoua n le lufinghe , mtntrc

Le compagne It tengono a parole

Tu Ipmp a hmproutfo

I Advjiri adoffo a loro , j^ll'hora t Cattalteri , che prima haueano dubitato d) cfuakìoe tnfidte ^ fentttotl furore de t Mosìn che gltafjaliuano i fi uoltarono rapidamtnte contra di Uro . Qucfìt erano fei Ahflrt , che tutti mandauano fiori dmer fi fuochi. Due Chimere che dalle bocche gtttauano fanille : dn? Centauri con ma'^Cy ^fcu- di che d'intorno ardeuano : cfr due Serpenti terribili di due tesìeii^ di fi pih , che con quattro andaua- no , c^ teneuano i due anteriori tanto eleuati , (^ f fktt amente li maneg^iauano y che par e a che uolejfe- ro auentarfta i CauaUeri per intaccarli nel uifo . c-r fiiceuano uftirecon le linguette loro più lampi . Da i tre fpatij ajfai. ampli che reflauano dalla defìra ira ti Tempio, c^ /* Edifitto , per ejfer due grotti nd me- 7^ deltuno y ^ dell altro, uennero una Chimera, urL* Ccntauro,et un Sèrpente.dagli altri trefpattj fìtuati nel modo medefmo uennero gli altri tre Moftri con lordine iflejfo . l candieri impugnati gli flocchi, c^ feruendofi de gli feudi loro y ér wuiatifi prontamen- te contra cjuefte fifrtte befìiey moflrarono tanta ar- diteX^a 5 che le fecero andar ritenute . la onde la Adaga dal Cocodr ilio ò come più maluagia , ò perche haucndo ella confgliato le compagne a foper chiare quella honorat a compagnia ^ era anche in maggior

anfictà ,

d'amore. 1^3

éirìftetà , ^firtemente dnhitaua dtit eccidio loro o al meno di qualche JìmflrofiiCccfjO, animò U altre coru ^ucfìe parole .

/ Mojìri fon frgati ,

Su tolìotmmantmente

Mutiamo t Caualieri

In [affi , tn Jpechi , m finti , & in arhufti ,

Se non , Jìam rumate . St operò arttficiofamente che in fu l punto, che i flrifìrittrauanOit Caualterifijfcro conuerttti in ^«e- ftegmfe . Il Nero giunto al uacuo ch'era fi a ti Tem» pio , & ti primo grotto , fi tramutato tn un tronco^ «f , da cui forgiUAno due rami in luogo delle due brac eia, che tlCaualtero nel tr a s firmar fi folleuò in alto WBtanco fi inghiottito dal grotto wcino che s'aper* fi y & g^fò fioco , col quale ti tirò a . Il Turchi- rio feguitanUo la fua fiera entrò nella. ff)elonca del fecondo grotto , la quale fubito fi chtufe . & tutto ^uefio auenne dalla banda de si r a tn un tempo me- defimo . altrettanto ficcejfe dalla finiHra pur in ^uefi mftante y perche ti 'K^ojfo diuentò albore, il Férde fi tranguggiato dalla fiamma , & ti Mo- rello rima conuerfo tn [pelonca . Pofiia partite le Maghe y& re fiati gli animi di quei del Teatro tutti fofpefi , fi ficero duplicate mufiche fi dt uoci , dr dt ftromenti fiìaui nel palagio delttiofo , come di juomfìrepiteuolt nelf altro . Toco dt poi le trep rime ufcirono dalle porte dell'una banda , & le altre dalle forte àalf altra ,figntficando all' elettone delle porte

1 ^ ino-

IJ4 IL TEMPIO

i nomi loro per rifletto degli animaHyChe ejfendo re-' fiati dinanzj a i limitari , haueano fittto comfcere qual fijfe la propria flariza dt eia/cuna di ejfe.c^ho ra tanto più fi dtjìingueuano ipoi che fecondo che con usrfiro qnei Cavalieri, giunte in e a fa fi prefero diuer bande di f&ta , (^ d'oro . ^ quella che hauea tra^ mutato il 'ISfero la tolfe nera, quella dal "Bianco bian ca . quella dal Turchino turchina , & cofi di mano in mano fi cero le altre . & in fegno delle hauute uit- torie le teneuano legate al braccio frnislro ,ftche fta nano magnificamente fuentolando . tappar endo ef- fe di quefia maniera j la ^Maga dalla Volpe dtede lo ro quello auifo .

Fatto ho ffiar da i JWaghi

Se più uengan guerrieri a (jueflo Tempio^

JE' intendo che con fldoldt Diana,

Ne uengono parecchi . ^ cui rtjpofi quella dallo Stru'^o ,

Mutiamlt in animali , in fiondi , o in faffi Etui fifubitooppoHoda quella dalla Volpe in tal maniera .

jQueHo nonfipuofitr^perche Diana

Li faluerebbe da o^li incanti nofiri , Qui la Maga dalla Tigre prefi tal efpediente^

Tamtam più tofio ne fior primi ut fi

ICau alter mutati :

Et con la fir^a andiam contra lafirzji. Et nonpiacendo ciò a quella dalla Teflugginejeficù quefio interrogatorio.

D AMORE, X^J

Et i nimici fijfero più firti t Soggiungendo

Dehlitamoci a goder queUiripoft . Mafubito ut s' affacciò la Maga dalla Tigre ^ replicando

Chi non ha cor non opri* St cimila dalla Tefluggtne*.

Il troppo cor ruina* Et l" altra .

JUteglio e ben ruinar.che mal giacere Tra cut la Maga dalla Volpe s^tntromife , & dij[k & Stj quando non uifijfe altro partito , Etcheuuoiche/ifkcciat DtJfelaMag^

dalla Tigre . c^ ella luò , che poi che fieno i guerrier mfiri u4Xz.ujfati con quei, che qua uerranno » Subito li fkcciam con qualche fi aude Di fiaccar dal conflitto , e*in guift tale , Che a disperder fiuadan nella Selua ;^ Ouernel Labirinto*

Tufmorz.a alquanto la tua ardente uoglia^ Et tu rauuiua ti tuo gelato [angue . Temprate infieme i difi:ordantt humori « Lafctate a me condur tutta la tre fica . Confirmarono , ^ commendarono tutte queflopare-^ re: fi come a tfitfurriy & al moto del capo fi potè con- ietturare . ^ fia l'altre quella dalla S fino e non filo il lodòjna dimofirò ancora quanto beneficio ne potep- fe ficcedere : & in ogni euento qual rtfilutione fijfi

J 4 poi

r^6 IL TEMPIO

poi da -farp . (^ quel che ui aggiunfe del fm fi

u4nXìdi iifueflo modo tutti quei

Che refleran perduti

Dipot faranno gh amatori nojlri ,

Et Jèmpre co h^urem uitagioiofa

Et ueranci a noia >

Totrem pofcta cangiarli a uoglia rtoBra iVf cefi toftohebbe finito di parlare che (t udì rim- bombare la Fama^ la cjual aggiungendo marauiglie a marauigUe mentre che le enfi pajfate (i andauano fncendo , era ita in su tra il Tempio , & la cofia al- pefire in modo tale , che era par fo che uifijfe uolata: Cf^falt tanto alto, che col capo toccaua alcuni nuuo * letti eminenti fopra il grotto , che forgeua nel me^o della facciata dell' Alpe , talmente che ueniua ad ef fer diritta al Tempio , nella cui cuppola parca che aggiunge ffe co i pie . Et cofi oltre che uerifìcauafl ch'ella habita nel fommo de i tetti y & che col capo può ficcar fi tra i nuuoli, fit uerifimile che ejfendo ui^ gilanttjfima , & offeruarrice , er riportatrice delle cofe degne dmotttia fi fèrmaffe quiui , potendo, ^ dalla natura del luogo ^^dai ueduti cafide'fuoi fé* guaci jfhr concetto d'altri grandi , (^ infolitifuc^ ceffi. Al rimbombo della Fama comparueper la por ta del Teatro ti trionfi di 'Diana con fet Caualierià pie, la quale tra un'Idolo di marmo tocco doro in al- cuni luoghi della fi a fatta da cacciatrice, co Parco nell'una mano,6t gltfirali nell'altra: & con tre tefte,

la

d'amore. 137

la de(lra di cam , la (i/iìjìra dt Caudillo , <y«f //,? dt me Z.0 d'htiomo --ufi t co con la barbai . tra pofla [opra un triangolo firmato con cani or ri liem molto uaghi,Ó' tirato da dne pantere , ò parche ella trionfhtia del^ ledne fue auerfarie , che fono f^tnere & Pallade: per ejfer l'ièna ripugnante alla, virginità , i* altra al^ thabitatione delle felae , [oprala bafe del triangolo trano le ffogUe del figliolo di Venere , ilcjiiale e la fi lafirz.a della madre ^ & dietro all'idolo caminaua^ fio legati cincjHe Satiri come inimici della pudici^ tia . & haueano nelle deHre loro eleuate le armi di TalUde : portandone ctafcuno una di ejfe . CT era^ no la coral^a , la celata , lo feudo dt Gorgone , /*^<«- jia c^ la ctuetta . & nella punta dell'angolo ante" fiore era ajfifo un breue con tal motto S e M- P E R IDEM, quafi che i Caualieri che la fé* guiuano dinotar uoleffero , che fi come ella con tutto che h abbia tre firme ^ trefituattonifia 0 in cielo , ò in terra, ànell'abijfo , è però una tjìejfa, cofi effi in ogni forte dt firtuna faranno fempre tmedejimi^uer fo la donna loro : 0 pur anche uerfo ti lor Principe . 0 chef come ella in tuttHuerfi e perpetuamente cru* dele , cofl habbiano collocato i*amor in donna , che non lafci mai i* tnueterata dr continua fua crudel- . Mentre queUi Caualtert marchtauano uerfo il Tempio , lefet Maghe , che erano entrate, ufciro* no in compagnia dtfei Aiaght principali flit idi broccato m habito lungo drjpaciofi et dtgra maejìÀ et richexjji.i eguali ir ano il cote Fuluio Rangone , i /

conte

1^8 iltempio

conte Hercok E sieri Taffone , il conte Antonio d^t Thiene, ti conte Scipione S aerato y ti fig. Marco An ionio GdiuoiOy&ilSig. Vicenzjo Flifio , che perche il luogo finto una piaggia folinga non comportauafir wa propria di fteccato , firrono introdotti per accom^ pagnare i Mantenitori , c^ poter poi ancora , come r ice ultori di Caualieri eterni , ef^tre co^ ì Venturie» ri,tal che fìtto cjuefla coperta feruiuano in effettoper Adaejiridi campo» Le Adaghe tenendo una bachet- ta d'oro per ciafcuna, girono dt lungo a percotere i due tronconi d^ i quattro grotti . Calzarono inconti nenie i Caualieri infii la piaggia » i cjualt alle per cof delle bacheite fiitteaun momento mede/imo fitrono nconuertiti nell'ejfer loro di prima. &poi che le Aia ghegli hebbero acce fi al combattere , abbajfando ad effi le uifiere , & ordina do che t Adaghiferuenti pre fentajfero le picche & i Maghi principali gijfero fic- co, il che ejfeqmrono prontamente y ti Trionfò andò A pofarfiuerfoil Labirinto . Et i Caualieri Fenturie* ri y che erano ti S. "B or fio Trotto y ti S. Frane e fico» Ca flelltytlSig, Bartolomeo Profpera,ilS. Giulio Mar 7^ y tlfig. Gto. Frane e fico Franco , & ilfìg. Aleffan- dro Canani yportando ì^ armi con che doueano com^ battere yilche ficero gli altri ancora ; & uefìttifion" tuofiamente c^ con pennacchi ricchififiimi,fii come tut ti gli altri y che andar ano yuenendo yftrono in diuer- fie maniere concertati conjpefia & tilatura infintta,Jì ipinfero anch' effi inanzj . & cofifiu attaccata la pU" gna . & rotte le picche pofto mano a gli fiocchi fi me

naron»

1

D* A M OR IJ^

narono parecchi colpi. & ue^gendo le Jlfaghe che il conflitto guitana , ne ejjendocerte da qualban^ da dotte Ifejpir are la uittona , perda che comhatteua no tutti corraggiofamente y. ne per anche s* inclina^ punto ne dall' una par te ne dall' altra ^ delibe- rarono dt mandar ad ejfecutione quello che già era fiato ricordato dalla Maga dalla Folpe . la quale per ciò mojfafi & fatto che le catene de i Satiri , che erano legati all' Idolo di "Diana,/! difciogliejferoycan so che efjì gettate a terra le armi di Falladefe nefitg giffero rapidamente , parte uerfitl Labirinto , par- te uer fola felua, per modo che tre dei Cau alteri fi mltarono aperfeguttarli uerfo Cuna banda ouecor-' reuano , cfr tre uerfò C altra. & entrando i Satiri nella fólta de t bofchi , i Caualieri fimilmente u entra rono , & iui reliarono perduti , I A^antenttari che Ji trouauano hauer ubidito alle Maghe (^ dall'una, banda erano refìati nell'incanto conceputo dalle trasfirmationi , ne poteuano perciò conofiere gli abbattimenti fòffera con querela ragtoneuole ò fen- za, (Schedali' altra godeuano di trouarfì inluoga oue hauejfero afìarfempre in sii C'armi & fur di con tinuo dmerfe proue cantra Caualieri diuerfì , con He to core fi accompagnarono cr rimafero confeco . // Infero andò con quella dalla Tefluggme , ti Bianca con quella dallo StruzS^Oyil Roffo con quella dalla ^olpe , & ti Morello con quella dal Cocodrillo . & le tre prime co t lor Caualieri andarono nelle fi ae fa lite delia banda defira , & le altre tre s*inuii''irQnopa

ri mente

140 II- TEMPIO

rimente co t loro mrfo cjuellc dJLt fìntjlra. Tra tatt" to r Idolo fi tirato dalle Tanttre nel Lahtrt?ito . den tro del cjuale era apprejjo alla Piramide una mujìca dt tante uoci (^ ^r omenti tali, chefìfkcea henijftma fentire con tutto che fiffe foauijfima . & fecondo che l'Idolo ui fi condotto diede fuori imfrouifamente con fomma rtcreaùone di ognuno . Era all'incontro uri altr a mu fica nella Seluaappreffo l*altra T^ira- mide y che cfuando riceuea il trionfò che uigiua , ma daua unoflrepitofo fuono da fiato , percioche feconda che i trionfi de i Caualiert entrauano hora nel Labi- rinto y hora nella Selua : cefi hora in queUo ^ hora in cjuellafìficettano mufìchedi nature tanto diuerfe, che fltrono fer/^pre differentijftme , Entrò dipoi nel teatro iltnonft delle Amai^oni , che erano due guer riere H ite , & armate nella maniera che ne leg •^ ciafcuna hauea uno flendardo nell'uno de quali era firitto , Si f i d v s . nell'altro C v r s A E V A / c^uella dal Stfidus conduceua un'huo^ moWuftco conuerfo dal uentre in fu in un cane . l'al- tra tema ancor effa un altro huomo conuerfo medefi inamente dalme'^o in fu in una tigre . c-r dietro lo^ ro uemuano due gran Ciclopi carichi di uarie tnjè- gne , che fgnificauano uittorie ottenute , 1 Caua^ beri autori di tutto cjueilo erano a pie , ilfig* Itr an- ce fco P er onde Ilo y ilfig. H Ippolito Speda , tlfìg* /<«- corno Caualett 0 y\^ il ftg. Camillo Riccio , che per quello che dai mofìrt & motti fi uedea affai chia- rameme , mleano dinotare , che quanto effi erano

fedeli ,

D* A M O R E. 141

Jeiì, tanto la donna lorofitrouaua crudele. La Fa ma riguardando cjucfto nt*ouo fpeftacoloper annon- tiarìo diede gagliardamente tlfegno dato prima , c^ che andò poi fempre dando di uolta tn uolia.ee all'ho raufcironole Ma^he dalle porte confuete y tenendo ciafcuna di ejfeilfito Caualteroper mano . CT datele picche dai deputati Maghi , nejegi^i la battaglia^ che poi che fu ridotta a ferrati colpi di flocco, la A^a ga dal Cocodrillo [copertala teit a dt Melufa crap prefentatala all'afpato de t f'^enturieri li fece rejìare attoniti . nel cjHal punto i Muntemtori parimente cefarono dal combattere , & dtfubtto tutte le Ada- ghe fcendendo d^lla piaggia s'auictnarono gratto fa- mente (2r con utfi affabili a cjuei Caualiert nmafìin cantati y ò" It condujfero uerfo la grande armonia che ueniua dalla Selna , oue andarono a dtjperdcr/i: C^ dietro ad cffifeguitarono le jlmaT^m co i moflri (^ Ciclopi loro . yÉlfuono delle trombe della Fama cefi dipoi uedere ti trionfi delle Ninfi trasfirmate,

tunatn M dar aneto co i pomi d'oro, l'altra tn Quer eia con le ghiande d'oro, CfT erano le figlie conttjle co feta et arte fottdiffma.col motto bipartito a punto

. come cjuello della precedente tmprefa .perctocheat- torno aìfiiflo del primo albero era un breue che conte neua Nvlla AfFABiLioR,d" anorno alfifto del fecondo erauene un altro wfcrttto N v l LA CRVDEI. lOR. t Caualfrt che a cauatto lefegunauano , furono il Caualier Taffofie, ti S tier cole Giliiiolo ,c^US, Gio. Battifia Trotto , t quali

dtmo^rauano

i4i IL tem:pio

'^imoflrat4ano che ancora, che all'affato la dorine loro fife humanifs, €ra nondimeno di dentro afprtjji ma, &firìgeuafi che quesledue Ninfe per cjualc he magico accidente fijfero diuenute tali, Tre de Man Tenitori ufcirono daJiiJpatij che erano tra igrottiycon iefoprauefle de i caualli fuperbtffimamente concerta te , ne meno uaghe ^ ricche erano quelle de i prefen ti Venturieri , ^ de gli altri che dt mano in mano tennero a cauallo, & affrotati chefìjùrono infieme^ dopo teferfia frette ^foriofe trappaffate toccati fu €on [officiente numero di colpi , quattro Seluaggi ufci fono della Selua & con groppo fi lunghi baflomfimi fero ò per sfrondare quei due alberi , ò per rubarne i pomi ^ le ghiande doro . (^ alle prime percome ufce do uoci miferahilidal tronco di mez^o , che rappre^ Jentaua una tefta conuerttta, i Venturieri danzati i cauallt alla uolra foro , It coftrmfero a lafciar l'tm prefa ò'aritirarfila donde erano ufciti . (jrperfe- guitandolt per mal trattarli , andarono nella comu^ ne prigionia, ^ afuono mufiche ui capitarono me defim amente le due T^tnfi . Il fignor Cornelio 'Ben' tiuogltoacauallo auifofcoperto ,col morione inte- fla^ lo feudo in braccio^ ripercotendo tarla unfuhi to c^ furio fio fuono della Fama , entrò folo ^ apunto nella figgta de i Cnuaìiert di qu ei tempi che andaua no cercando uenture.tantopiu che il trionfi della fua dama molto accompagnaua quefla fua tntenttone* Stana una fìatua dorata y che eratimagine duna '^ionnagrauefopra un %jnoccronte , dietro a cui ne

ueniuan$

D* A M OR E. t^^

-uenìuano due altri , (^ Umo portaua m:a terra c,n* ta dt terrapieni & belloardi , che tutta ardena^l'al^ trofoficneua un caftelio con quattro torri agii ango- li e^ un tornane nel me^o *&jì come i Rinoceronti erano tutti carichi di diucrfi trofèi di riUeuo , &gra uati d'oro che pendeuano loro da i fianchi : co/lai ca piteìlo ,fiprA cui era la detta imagine ,fe ne uedea- no attaccati molti altri . ^ in fui piano dalla dejira. era la celata di Pallade , ^ dalla fmiflra il pomo di Venere : in dimoflratione eh' a lei erano confacrati tutti quei conquijìi : é* anche cedcuano le due prime 'Dee l*una di belleTjLa , l'altra di ualor incomparabi le . queHo Caualiero ò che moflrajje d'hauerfupera- te quelle fiere ^pot caricatele di quelle due machi- ne , lequali ò haueffe tolte con tarmi a chi prima le hauea.òuolejfe che dmotaffero le proue fue yòpur che intendere per il e ajì elio gli antichi fhtti diguer^ ra,& per la città i moderni: come chefia , cifiicea conoficere che la donna fua hauea il colmo dogni ec- cellenz.a , c^ ch\ra degna che tutte le opere glorio fc fijfero a fuo honore , Et ch'egli particolarmente ha* uea dedicato a lei & tutto ciò chefiicejfe . la onde il motto mfijfo nella parte anteriore del capitello ab^ bracciaua quesie cir confi an^e con quefte due amplif (ime parole , V K i omnia, combattendo egli uigorofiamente , q^ con prontezj^ C^ con quelfienfia^ io termine che conueniua a quella forte darmi ^fal- fuori della felua un Caualiero a cauallo , che cor-^ rendo uerfo la detta imagine che sera firmata ap-^

prejf9

144 I^ TEMPIO

prejfo al Labirimo , par che at^ffe la fpadaper firtrla . & in ^aeìl'inftame il Venturiero girandofi centra di lui , nel uenir che ficero mfieme alle mani di scarnerò fecondo il [olito y fecondo tlcjuale entrane do ti trionfò le tnufiche fott entrarono , Sottentrò fimil mente, nonfenza tlfolito rumore della Fanta , il trio fi del Griffone , che flaua^entro duna nuuoìa : la-' cfuale al primo apparire non daua fegno d* altro che di fiejfa , ma (riunta nel mez^o s'aperfe alla ffroui- (pianto s^abhcffò , chefimde in ejfa ilGrtjfone, che tra le ali reggeua una figura di marmo candidif fimo , che non hauea che il capo ^ tipetto . fopra cui pendeua un core di porfido legato ad una catenella, che gli era attaccata al collo , ^fevViua di monile* nel rojìro dell* augello era il motto .Hoc sciat ILLA, cioè che ella ha rapito ti core all'amante fio . oche egli glie l'ha dato (pontaneamente ; ò par che ejfo non cerei altro fiegio al petto, che ti uincoh ^ mantenimento della fide fignificata per il core :fi come la catena per la firma circolare dinota oltre al legame una perpetua con feruat ione ,òpure che ama uerace mente ,fich*€ tale di dentro qualfi moflra di fiori , er l^ apertura della nuuola rijponde ancora a queflofentimento . Vennero a pie con cjueHa inuen itone ti Sig. Paolo Antonio Trotto , ilftg. Agoftina orienti , ilftgnor Francefco Betto,^il ftg. Herca kdelfig, Francefco Putti :& mentre che fhceuano co i Aiantemtori ti debito loro . fiuide c^fifent t da una'^delle torri del palagio d'acciaro un lunghijfi-

D' A M O R E. 14 J

fffo corno fonato da un Mago. & in ^uejla le Maghe dtfcefero nello Heccato , c^ con maniere gentili me- narono nella felna t Vénturieriyche erano fiati incan tati da colui, & dentro tra dtuerfe armonie furono col Grifone loro allegramente riceuuti . Et rtfonando laFama foprauenneà cauallo ti ftg, Gio. Tomafi Saracco , che hauea il trionfò dell'amor contrarto : fignipcato per due rote tuna inanl^ l'altra , ch^era^ no ttrate da quattro , che haueano le teUe di Delfino* firfe perche ejueHo animale e poflo per tadulatione che F amor finto . cjuafi che la [uà donna non l'a^ mi 3 ò [e pur paia che l'ami y che in effetto finga da^ marlo. c^fopra ti piano , che era tra le due rotejìa- un uafo all'antica sìrctto dt bocca ^ dal quale fior ^ geua un lungo ramo di uitefecca attorniato dalt ede- ra : donde anche ftconofceua Cuno amor uiuace , & l'altro efimto . ^ dt qua , (jr dt erano due corni di douitia Ì*uno pieno dt fuoco chiartjfimo , t altro di fiimo dcn fi filmo , che era profi-.mo , cr al pie dique- fio albero era il motto , che dtceua , Q^ o M a- G I s I N s E Q^v o R , alludendo alle due rote, la prima delle quaji e come la co fa amata , & quella che la fegue come l'amante . ma perche fempre che quella che la fegue fi ffinga oltre , quella che le è inanz.i ancor ejfa, tal che non e mai raggiunta ; dt qui fi figura la dtfgtuntione de gli animi , che mai non s'umfcono.per modo che quanto pm t amante cor re dietro alla cofa amata, tanto pih ella ne frig- gendo, &fe e Untamente feguitat a :fe ne anche

K A corfo

146 IL TEMPIO

a corfo lento . er ancora che fropri amente quella /«* cide^z^a del fioco , & quella opacità del fumo dino^. tajfcro affetti contrarij etiche tuttania ne i ter' mini del [oggetto isicffo ; nondimeno fi può an - che a^giungcrui che egli uoleffe dirCy che con tut^ to che fòffe hauuito a fchim , ejjlndo ti fimo un [igni- ficaio della fchifi'^ai egli non defiiìcua però d'arde- re con lafiammafua immutabile, la quale immuta- htlità s*ejprime per quella chiarella . Hor nel tem che il Caualiero fla combat tendo^ efce dalla Sdua un Afagofopraun Centauro. cu" dopo alcuni mormo- ra di parole aprendo un libro grida m lingua flraua ganttfs.& al grido fuo [corre per aria con firiagran dtfi. unoSpirtto nero.et cofi paredo ch'egli ficcajfe un folletto nel e au allo M Caualiero che ui erajoprafiipor tuto con due o tre gran [ahi n el Labirinto , nel quale andòfimilmente il trionfi . & qtii' la mu fica fece ru- fiato effato . // trionfi del Coloffo di (jtoue che hauea tre tesi e , q'4ella di me^o di Leone , la deflra di cane braccoy & lafint[ìra di Lupo , come quello che era di crandeT^a ecceffiua non meno da fie, chealfegno del la Fama fii fice conoficere . Hauea fopr a libraccio de ftro Orione , & [opra il finijiro Califìo : che mofira -^ uano a'effìr [egni celefli per hauer ciafeuno di effi u- na ftella [opra ti capo . Et perche fi prefiupponea che fèffero ancora fegni magici , haueano firi^a di far wouere il Coloffo che li [oftentaua . dal cui collo pen^ deua un bilance . Et [opra le tre tefte era queHa in^ fcrittione : Non a e q^v o s y d e r £ ^«^-

D AMORI. 147

fiche ben Gioueferha. ecfu.thtàyé'giuflitìa perpe* tua, non re Ri però che ad altri non dia una fiellafòr^ funata, ò' ad altri una contraria, dr t CauaUert che gli uenitumo dietro a cauallo.t ^nali erano tlftg. H.r cole Putti , i-fig, Cjf4.ido 'Baldo Putti , & tlftg. Her- cole Saracco , uokano ihfirtre che inferunU di Da- ma i ò in ^.Itri loro difgmfitrouauano poco auentU" rati , Aia pojjòno anche dir dtpiu che quello che non e compartito a mifure uguali, e da loro [apportato fi incarnente : tal che nonfkrà lofdegno che conofco' no nelle donne loro, che non uadano purfer,7pre man T^i in amarle , d^ in foffrire i tormenti che pr.:on per la fola crudeltà dt ejfe , fi come mei Cohjfo regge quelle due ftelle, anzi potrebbe interpretar fi che an - Cora che elle non fiano uguali , ejfendone una propi- tia i (^L* altra immica , che nondimeno in tutte lefòr fune fiano 0 prospere , 0 auerfe , effi intendono dt ejfer co'fì antemente i mede fimi : nella gutfa che cjuella ma china porta ugualmente cjueiduc fcgnt cclefìi tanto d; [eguali . Il fine de tloro abbattimenti fi e he i mo' fri dt gambe ^ braccia , ^ tefìe htT^arriffime uennero contra di laro , tre dal Labirinto , ^^ tre dalla Sei- :. (y- afahti i Caualieri ritirandofi tutti infame uerfo la Selua^et effendo infiflattfe li i vrarono dietro» et all'entrare che fece il ColojTo i defìinattfuoniftibita mente fi fent irono. Il conte Federico Mn-oltOy il conte Gherardo Beuilaccjua, il conte Annibale Montecue colo^et ilfìg,Curio Boldieriyuocifirando la filma, en- trarono d^ poi a pie col Trionfò delle dcogne , le qua

K z ti

I4S IL TEMPIO

/; erano quattro , ^ ciafcuna di ejfe portaua itt Ju la fchiena un uafo antico , che le era legato alcol* lo , (^ da due forgeuano due hafitcciuole , all'una delle quali era attaccata una ghirlanda di fiori , ^ ali* altra il Caduceo di Mercurio:^ da due altri uri arhofcello di mirto , & uno d'oliua , co i motti attra- utrfo , Ore tantvm. Tutti qutBtfegni fo- no pofli per la piaceuoW^a . Et perche la Cicogna timagine della garrulità col legar [de il collo, fi uen ne a dimoHrare che il garrire era impedito , & che perciò fiuoleadire il contrario , che e la fkcondia. donde ne nafce che il motto h abbia il fuo luogo , per- cioche la uoce di Ore cofi all' afpetto come al- le parole :per modo che quefii Caualteri hanno pottf to dire che le donne loro al fembiante , 0 al parlare , 0 uer amente all'uno, ^all'altro fono affabili , ma perche il motto , che e l'anima fupplifca a quello, che non fiuede nel corpo dell'tmprefa, ui aggtun- fero Tantvm. infirendo che tamoreuoleT^a di effe non era che efiertore . Tot et fero ancora fignifi- care che le donne loro pareffero di fuori ptetofe, con tutto che di dentro fiffero difpietate . per effer la Cicogna ti fimbolo della pietà, portando le Ci- cogne ^iouanetfe i padri uecchi . fi come quando e- rano polli fitrono portate da ejfi . Quattro fer più- fcendo tortuofamente della Selua > c^ dtril^ndofi uerfo quefie Cicogne , i Venturieri che già s* erano at- taccati co i Mant enitori , fi moffero per difinderle . Ò' fhcendo i ferpi qualche refiflen'^a , (^ infieme ri'

tirando

D* A M O R E. I4P

tirando nella Selaafècero , che anche i Venturieri coi feguttarle ut entrarono . Et p affando oltre il Trion^ , che teneua dietro loro, uarij injìrumenti rnupca* Hi fecondo il foltto ti riceuettero . Succejfe nel fi ^ voro flrepito della Fama ti Caualier Verniero col Trionfi di Mercurio , che oltre alla leggiadria del- ì Idolo y era terribile per riffeito di quattro Leoni ritti, che tenendo una jpada ardente con la T^m-- fa deftra , tirauano con le fintare VAra , fipra cui ftauano in par HI G erione dal capo humano barbu" to , & che nel re/Io hauea il uentre dtferpente , (jr la coda di fior pione , ^ l'Hippopotamo . in fit i dorfi de i quali era un piano , che fiflenuto da quattro co- lonnelle focene a un Afer curio» che tsnea in capo una colomba . Da i due angoli anteriori pende ano cate^ ne auolte a i colli del moftro , ^ dell'animale . (^ da i due pofìeriori firgeuano due uerghe . alt una del^ le quali erano appefi dne mani , c-r ciafcuna haue^- un occhio nella palma , (^ alt altra due pie di Giganti trappajfatì da freccie : con un breue pen^ dentei da queflo piano in cui era firmo Non a- Livs ARDOR. Non Ut dubbio che queftt Hìe^ roglifici tendono tutti alla bontà , ma non è pe- rò che non pattfcano diuerfi interpretationi . Si potrebbe dire , che fi come e domata la rabbia di éjuei Leoni , ^ fono feriti quei pie dt Giganti che fignificano impietà , cfr fi^^i^i^^^ ^l Gerione, & tHtppopotamo che fi pongono per la fiaude , ò'per l'infide Ita: cofi dall'altro canto ipenfierifiano aper-

K 3 ^^*

15© IL TEMPIO

ti,& cofìformi alle opere mamfefle , & chiare . tlche i comprefo dalle due mani occhiate, & tanto più di^ notando Mercurio l'operare , ^ la Colomba la puri . cjuafi che nell'amore egli fia A* animo fchi^tti^i^ tnoi ^ che come le dette cofe arguifcono unafana in- tentione , e? libera da ogni rio ajfaio > tale a punto fia /* ardor fuo . Et potrebbe anche intender fi per quelle quattro fiere armate di quelle fpade ardenti , che egh ama a ÌL". [coperta , (^ non con afintia ne con fmulations , ddk quali due parti ejfe fiere , (^ fha- de mancar. 0 pffattc^ . ti quale amore pale corrtjpon de ad uni^ rrente purtf. , & candida che e dichiara* tada tutte Ciò che e fopra l Arafudetta . Et come lintelletto porge alla uolomàil proponimento fuo ^ ^ la uolontk con foperationi manda fiori la natu^ radeWinteV^no.cofquti Leoni f tirano dietro quel- lAra, VotrMefi parimente credere ych e ejfendo la uirtH del ben operare una fola , ^ il buon fine utu» Colo , // che è dtmoflrato da tutte quefle cofe che s*U' nifcono in JHercurio : egli medefimamente habbia Hn fùlo amore y fi che non fìamai per amare altra creatura , che quella ches'elejp per l'oggetto de i pen fieri fuoi . & con quefta figurattone conuerrebbe un* altro fenfo , che fi potrebbe dare alle quattro fiere armate dt quella maniera : che farebbe che ilCaua- iiero haucffe finito qualche utntura , nella quale ha-* Uefje conqmftato quelle fpade ardenti, cr domati quei L eoni ,^ che fi fife rifoluto dt jhr , che effi le por^ t ajfero in fegno dell ' amor Juo perpetuo, nella gui-^

fi»

D A M O R B. l$t

fa , che ìneslirigtiibilee la fiamma che effe manda^ no Et fc ben tra i lofcht delie Maghe erario ani^ mali 3 c^ n7oftrt dtuerfì , ó" p\i forte dt iricantagro^ ni} do fide fi pot effe dif.rahere iVcnturieri da i Jidan tenitori , c^ tirarli ne i ccrfìmuni ih carni ,• nondime^ noverche elle depredauano , & conuertiuano i?ì pro- prio ufo tutto ciò che ueniua m pcteftà loro , ornando gli alberi , t^ / tati Uimprefie , c^ trofèi fecondo che fie n'andauano impatronendo : parue loro di fieruirfi anche de i propri] trionfi de i Caualieri perduti cori' tra nuoLt altri Venturieri y aceto che in difpregia d Amore con quelle arti ifl^ffj con che quegli amanti Jpc/wuno di conciliar fi la gratta di lui , ^ d'ap" portargli grandel^a^JTtceJfero effetto tutto alì'oppofi" to , con impedire tprogreffi d'aitrt amanti , ^q- leua- re\le tante pompe ^ che giuano per dar orn amento ^ ^ pregio a quel "Temuto . Spinfiero perciò fitor del- la Selua le due (»y4maz,oni , che già tu erano pene- trate ,c^ le ficero uenir infieme a tenz^one, ó' alle arme . per modo che ilCaualiero che fitrouaua alle mane con un Mant enitore , c^" che fieramente com^ batteua,uifio il termine in che erano q^efìe due guer- riere y fi ficcò tra loro yCJr nel dipartirle reHò nella Selua affatata ; (^ al feguire del fuo Mercurio heb- he ti fkuoredella mufica confueta , ^l fiato che la Fama diede alle fue bocche comparue il Trionfò di TroteOyCondotto daiT>uca, che hauea fatto honore al S,Ludouico Gueriero gentiNoucmu uenuto col Due a di Mantona, col pigliarlo in fua compagnia . Era,

K 4 Troteó

15» IL TEMPIO

Proteo un gigante marino legato, & chiufo daluert" tre ingiù in una grotta , che a i conchtli dorati, a i C9 Talli y & alle gioie moflrana dejfere cauata da [co- gli y 0 dirupi di monte terminati col mare . o più toflo d'ejfere fiata ornata di quella maniera dalle Ninfe che lafeguita(4an0yle quali erano le compagne diCire ne y che i'hamano nel mezjo : ejfendo ella ueftita di broccato purpureo imitante Coftro degli antichi,ch*e ra colore cauato dalle capparoccie marine, c^ le uefli delle feguaci erano di cangiante turchmofiegiato d"o roy che oltre alt effetto del mare , che doueua ejfer ri- guardato y alludeua a i colori delle liuree di quefìo Fri cipe.Ifiocchiy& altri ornaméti del e apogei delle brac eia di uelifintjfimi a'oroy d'argento , e^ di feta erano infinitiy (^ gratiofi alpojfibtle. Sedevano tutte quefie /òpra i dorfi dt cinqmGlauciyche co' p&ttifquammoft, dr barbe yé" chiome hifpidey é' co ifitfiiyér code dt fer diflrauaganti maniere fitceano chiaramente uede requalififijfero ,cfr maggiormente ancora poi che tene ano in mano le [olite lor buccine . La grotta era tirata da un emine ntijfimo Elefitnte caualcato dal pafìore cy^rifleo : & hauea m fronte queTto motto Qvi SEMEL \ì^i .0'qui fii uer ameni e grande V alter atione deluedere, dr dell'udire .percioche Fra teomofìrandodi conuerttrfi in fuoco , & in acqua, mandò gran copia dalla bocca dell'uno , ^ dell'ai- tra con pochi ffimo interuallo . ò' [ubito fatte quefie wutationi la ffoglia d'un drago crebbe /it,(^il na^ fcofi in modo cheparue ch'egli diueniffc drago. & le-

uat$

D* A M O R E. r5^J

ftato queflo alletto rimandò acqua & poi fioco , ^ rejìò nell'ultimo ti Proteo fcht etto , fi come era appar fi da prima . (fr tra tanto fonando i Clauct quelle lo- ro buccine , le Nmfi cantauano in uocipieng &foa^ utjfime que fi e parole .

Lafi y eh' a un alma fola unafol uolta Si da con un fai cor , colante dura . Et ben che in giro fi a fortuna uolta , £tn uarte fhcciefi dtmofìri ofcura; Tinta non h pero già mai nefciolta : Ma rejìa come pria legata &pura Ecco Froteo nel laccio , eccofifcorz.a : Ecco rtman ne lafua prima fcor'^a Queflo ueniua a dichiarare la qualità dell' imtentto ne, la quale era che Proteo fife l'emblema de II a fi de. (^ nella guifa eh' egli fiotto le terribili firme efieriori è un'ifte^o , ^ pur che fi tenga ben legato , qualfii da principio , t al riefice nella fine ; fi può figurare fìmil^ mente , che chi da la fide ad altri fi che uer amente gli aftrtnga , per uariatione difirtune , ancora che tutte fiano maluagie , non e però mai per dtficiorfi.ne per uariare tefientia propria , che è l'animo con che s'è allaciato con altrui una\uoltafolaperfempre.Et efiendo ti Duca & Trtncipe ^ caualier di Dama, ancora che da quei uerfifipojfa cauare una interpre fattone fiuperficiaky io nondimeno non fi qualfijfepre ctfiamete f intento fu o, A-ia poi che ho cercato d^ejpor re tutto il refio al meglio e' ho potuto comprédcre per no laficiar quefiar parte fieni,a qualche forte di ejpo

fittone.

154 ^^ TEMPIO

fittone , io non reflerò di dire , che hauendo io ueduto 0- intefo che fempre che è occorfo a queflo Signore dtpigliare tmprefa ha tolto [oggetti che riguardano a firmel^a^o a coflanz^a, o a lealtà, o ad altre cofefì^ mili 3 mi pare di poter comeiturare $ che accenni qualche [ho concetto , che uada. percjuesìo camtno,ct può acconìodarfi tal generalità nonfolo ali* amore ca ualerefco , ma ad ogni altro termine di uer a amici^ tia; & intéderficofa già ejj'ettuaia^o da effatuarfìyO che cominci, ouerotuttauia continui nell^effcttuatio ne Aloslrarono i Caualieri fegnalat amente la fie^ rel^a ^ garb atura loro & con quanto fenno com» battefero . &giuano tuttauiapiufeguitando , non che cinque Centauri correndo fiiori del Labirinto fi lanzarono a quelle Ninfe per rapirle da i dorfi de gli Dei marini . Ada t Caualieriper ributtare una tan ta infolen^ c-r conferuare la purità del Trionfi in" molata , reprimendo c^ canuertendo in fuga i Cen* tauri y Jp infero icaualli dietro a loro fin dentro del luogo d'onde s'erano dipartiti : nel quale fi^ in quel punto fatta una mufica di misura gentiìiffirKo, , col raccetxarfi Arifco ^ tutta la comttiua . Indicò la Fama ti trionfi d'Hebe , quando fluide la fatua du na giouaneitafopra un^^Aquila^che con la dcftra tenta una copa da bere . &per aggiunta hauea nel iafiniftra unftrpe : ^ era feguitata da fi Harpie. ^ dal collo dall'Aquila pendeua il motto D fi

DVLCEDINE AMAROR. il Conte Hercolt

MontecuccoU , tlfig. Vejpcfiano Mancini, tlfg. .

Scipione

dVa m o r e* 1$$

Scipione Giìiuoh , ti fìrr, G IO, Francefco Alnz^Tard hd^il S, Hercole Afuz.z.ar eli i conduttori a pts di ejuefla tmpnfaper rispetto ddferpe che e poflo per il uclerìo , douiarìo uoler dinotare che la dolctffìma be^ uandii lorofò'Je ueltnata da ^ualc/j" fiero accidente. la cut acerbità fi accreficeua per il fugavo non di tre, rna dtfa Harpte . quafiche elU oue fi fingono trefolo, mente ,fijftro duplicate di numero , affinchè dupli- caffè ancor a latrila egualità dellafciagura dteffì, (^ ben che ui campcggiajf affai accornodatamin^e , che lo [degno della donna amata , o la morte , o par titafna , o la CHfìodiafeH£r>jfi.rna tenutane dafuoi^o altro impedimento fimilefvfff: cantone di conturbar- li : nondimeno tltrtfloprcfagio delle Harpie, ^ dm proutfa acutel^ del mo>fo ddferpepo[fo>2o ptu tofto tefìtficarelo effetto della gehfia : t la quale per ogni minima fojpuwne ci trajigetl core ^^ ci fu fempre dubitare d'affaipcggio dt cjtiello ch^ fia neramente* tal che co* fimi doloro fi promjìict augura C^ partorì- fi:e temenz^e ^ p afflo nt continue i (^ tali che la mal uagità delle tre Harpie non bafiaua ^fe elle non era no al doppio. Ouero cheilfirpe, che è anche puflo per la pruden'^ può darci da credere che con tatto che cjuefli C au alter ifòfftro auedun, p r cjtfanio era poffibile, per non incorrere in cjHakhe wf gratta , che nondimeno le male fortune gU hanno di già fopra- prefiy ofono loro uictne yficoms cjuegU augelli tnfir- nalipar che fiano arriuati , o chsa- 'iiitoo tutta uia a Hebs . la qual come Copiera di Gioue può inttrpre

tarfi

156 IL TEMPIO

tarfi per [oggetto delitiofo ^ aggradtbile . & perche porgea il uafo da bere , potremmo conietturare , che quando fijfero tnpA tatto del godere la gratta della cofa amata , che apunto all' hor a [i tr oh afferò inter' rotti . la onde nefegue maffìmamente di cjueflo mo- do , che dalla dolcei^ ne uenga l* amaritudine . ^ fi per cagione di Hcbe che non s'eHende a nego^ ctj y come per la parola , Dulcedine , non fi può buO' riamente pigliar altro fenfi) che quello d* amore . ^ perche l'amaritudine e la propria contrarietà del- la dolcez,z.a, & lagelofìa dell'amante è più contra- ria al finimento d^ amore , che non è l'odio della co-- fa amata y col detto motto .giudicherei che fiffe af- fili meglio a intendere la gelofia , che affetto al- cun* altro . Nel combattere chefaceuano coraggio famente if untano dalla Selua le Maghe dalla Pol- pe (^ dalCocodrillo , mouendofi con celerità uer~ fo di loro i é'^^slU dalla Volpe e la primiera che dice .

Deh Caualier ceffate da lapugna

Deh uemte più tofto nella felua :

IJenite ad aiutar una donuella ,

Che con alcuni [noi s^h ritirata

Sopra un dirupo . per fìiggir la fùria

D'un mojlro , che uorrebbe tranguggiarla V altra contra i mede fimi

Affai più honor uifia

A faluar quefla Dama^

Che di belkij^a non ha pari al mondo *

Che

d'amore. IJ7

Che trauagìiarmi qua confine incerto :

Et anche per cagionfirfe leggiera . J Caualieri cennando di uoler compiacerle, ^ però auuiatip con [eco alla Selua , fono ra ccolti con U lo ro inuentione dalle mufiche .Venendo il trionfi del Camelo,nonperche egli trionfhjfe , ma perche era trionfkto , & difubito rifonando la Famay uidefiquc fio animale di grandezx^a molto efìraordinaria che ttraua una bafe tutta htftoriata in maniera helliffi- ma ; a i quattro angoli della quale flauano quattro palle aperte , che mandauano fiochi continui. & nel mezjo era un gran cauallo imbrigliato , che tenendo ipie di dietro fopr a il piano mouea con non poca am rniratione gli anteriori eleuati qua cfr la alto ^ baf fo in più modi . cr era imprejfo nelfiontifpicio della bafe , I N Q^v AM tartem velit,/^- guitauano a cauallo quefla imprefa il conte Onofiio 'B euilacqua , tlftg. Gajparo Monte , ^ ilfig. Leo- nardo ^uoglio . (^ come Caualieri in amorati non poteano rimoftrar altro no che la donna loro li tra uagliaua nella gui fa , che a letparea.percioche qua le il morfo al cor fiere , tale ella era ad ejfi , donde an che ui fi appropriaua il Camello per ejfer obediente a fopporfi ai pefi,ne meno erano pronti i Caualteri a entrare fotto ogni carica fecondo chela donna, che era la legge loro , hauejfe uoluto . Tre Maghe fi Jpic carono dalla Selua in quel punto , che erapiufiruéte il confitto tra ejfi et t Màtenitort,chegià sperano ga guardarne te colpiti^ gridads fma,Socorfo, l'altra

Cavalieri

148 IL TEMPIO

Caitaliert . & la ter^a , Aita. , a.it£i , tenevano dte^ tra ad ejfe tre Caaalien armati fiwr che le tefte , co i brandi nudi in mano ^ con gli fendi imbracciati . i quali , toccando i Venturieri i camalli cantra di lo^ ro s fi ritirarono deliramente nel gr offa della firefla, ter modo che fecero Fufato inganno , c-r mouendo(iil trÌ9nfi uerjo il luogo jflejjò, l'alto concento che n'ufct moftrò d aggradirlo . Per quella concert atione e ha titano a pie il Conte Ottauio Landi , /"/ conte ^Cefare Sacrato, il [ìg, Rafhcle Rajponi,iìfig. Giani Pafi qualetto^ilS Gio, Battifta Ad eia : c^ per l'indi^ tio che Henne dalle [onore mei della Fama fi notifica il trionfi della Montagna . la quale reggeua ne Hit fommità una Palma , & dall'una banda un Leone ^ (^ dalt altra un Agnello y chetando corcati moflra nano dejfer legati ugualmente a qriel albero . attor-' no a cuigiraua in un breueito ,Neq^ve hinc N E Q_v E I N D E d" Mago tenuto Uretto da, due Morifiguiua dopo di ejfa ,• ^ con unauerga ucr deggiante , ch'egli andaua fcotendo daua fegno di farla camtnare per incanto , & perche ella dtnan- '^parcafiane ^ ripiena di fiori ^ d' amenità y d* dt dietro fpogliat a di fiondi ^ tutta fajfofa & horri da yfirfeche coflui era figurato perii uecchio della Montagna . nella cuipoteflàfitrouaua quel'monte^ che daltun canto era come un Paradifo terrefìre c^ dall'altro come un* Infimo, ò- potea dar la buona c^ la trtftafirtuna a uoglia fua , fecondo ti qualfignfi^ €ato , diranno quefit Canalien che la donna loro non

D' A M O R B. T49

gli trahe ^impaccio, percioche nonfìrìfolue d'ucci-^ derli , ns di wuificarli . ma, con la tepide'^afia Itfk languire ct* struggere a poco a poco . cr dicono per " ciò , che ne di cjnà ne di U , cioè che ella , che ha in mano la ulta & morte loro , non porge ne quefla ne cjnella ; & chefimilmente potendo col difdegno ma^ ntfi[ìo trafigerli , 0 con la manfitetudtne rìftauraYli» i qujili due affetti appaiono per il Leone c^ peri A" gnello y non uuole effer ne difdegnofa ne manfueta.^ fi compiaci di lafaarlt tra due , parendole di quefta maniera di riportarne la palma . T)al quale albe- ro fi pm ancora cauar concetto , che uoglta inferire, che quefìt canalitri , neper molìrarfi d animo cjuie io cjr alhgro , ti che e notato dall*(iyfgnello e? dalla fari e lieta del monte ; ne perfhrgli iracondi ^ ad- dolorati , // che fi comprende parimente per ti Leo» ne ^ per la trìfìa parte del monte , neper fopporfi er cedere a quesìa donna & furia uittoriofa di loro^ poffonogia mai placarla , ofepnr alquanto la piega- no y ella inguifa della Palma r i forge pm che mai ^ torna tutta in sìcjfa Alenate le mani uiuacemen te'o^ con buon modo per debito fpatio, la Maga dallo Stru'Xzjo difcendendo per la piaggia fi fu incontra a i Venturieri con uno feudo di terfo acciaro , tlquale ri lucendo alla fkccia loro 3 mofira d'abbagliargli, (^ in quello effa Maga con le compagne li raccoglie He» t amente , menandogli nel Labirinto tra canti et* fuonigentiliffimi: tra quali fìt mede/imamente con^ dotta la Montagna Non era anche ben cheta U

melodia

l6ò IL TEMPIO

melodia del Labirinto, chel*acutijfima'uoce detta Fatnafice rmolgeregli occhi di ognuno al trionfò del fHeJperidi accompagnato a cauallo dal Conte Her cole del conte Nicolò Sflenfe Tajfone , \dalftg. Al- finfmo Trotto , dalfig. Alejfandro Lombardtno, & dalfig. Antonio Maria Zer binati. Giaceua un giardino di (Quattro comparti [opra il dorfo duna balena , che da gltjptlli della fronte gittaua acque cdorifire in copia abhondanttffima , tal che nejpruz, TJiua largamente fi le quattro giouinette ignude con uerfe in alberi » che furgeuano dal mez.o di ciafcun (Quadro, fi anche le noueMufe , che per ornamento del luogo erano finte di [cultura. Appoggiato al gran Cedro eminente dalmez.0 de i quattro quadri colbre infcritto , Modesta lice, ftaua un ,fie ro T)r agone di lunghiffima coda auiticchtato a quel fijìo : ^ di più tefle ritte & ritorte : dalle quali man dana fiochi continui & terribili . &una Maga fe- dendo [opra il capo di quefio moflruofi animale dino taua di fkrlo caminare co la fola uirtu delle fimpltci farole/Tata era la horrtbilttà,che ueniua dalui[ag gio ^ da % fianchi di quefia Balena , c^rfrmilmente dalla jpauentofia prefentia del Dragone : & dall^al - tro canto cofifrhiua cr graue & benigna infiemefi dtmofiraua la A'fagafignora del giardino tolto alle figliuole d'Atlante , & reggitrice del tutto , che la fofitura del motto ueniua da [e a dichiarar fi . perciò che ben ella in tante grandez^ fi rendeua humile, non per queBo gU ejfati feguaci della potenza fua

appariuattò

d'' a m o r h. i6i

apparluarìo leggieri ^ne conuenienti alla cjHalità et ti- no jpir ito ripofato . 'iy4dHnque l'a/ce'^(zjt della donna di ejaefit Caualiert fiponea per non mediocre, con tut to che nelfcmhiante uoleffe far credere ti cotrano . // uago,c^ feroce co batter e de i quattro Venturieri beh' he quefio fine, che i quattro Leoniyche haueano tirato l'Idolo di Mercurio, depofie le jpade ardenti , parte uenendo ritti, e^ parte carponi fi lanz.arono comra di ejfi. ^ fi come due dal Labirinto^ ^ due dalla Selua fi erano dtpartiti,cofiqua,& da due Caualieriper tuna banda, x^ da due per P altra a urti di cor fieri , & a tiri di flocco quafiche fèjfe una cacciata fatta a queffe fiere, furono coflretti a ripiattarfi . cfr in quel* l'effato che per la gagltardia , c^ dtfpofitione di chi rapprefentaua quegli ammali fii affai marauigliofo, gli HortiHefperij andarono nel Labtrinto,nonfinz.a le debite accoglienze della mufica . All'entrare che fice il trionfi dell' Hidra magmficato dal rimbombo della Fama utderfiin uartegutfe eleuarfii colli fiuoi , ^ ufcire ume,et frequenti fiammelle di pm colori dal lefue bocche : dr tfferle attaccato alla coda , che con- firme al gran uentre fitrouaua lunghi jftma, un Gì» gante dijìefo in terra , & legatole con ambi i pie , il quale alfigno dell' augellaccio , che gli beccaua neU l'apertura del petto ^ fi daua a conofcere per Ti- tio . Sopra la fchiena dell' Hi dr a erano due nidi in faro con dentro alcuni augelletti, & in su l'uno , dal quale ufciua fiioco , Haua ti Pellicano con i* ali aper- te in atto di uoler più toflo ardere , che abbandonare

L i figliuoli

t6z IL TEMPIO

i figliuoli . & su i altro un^uoltoio , che fi per cote a nel co[ìato,c^ mofiraua di uoler cibare colfitofangue quel [noi animaletti, Sorgeua tra i'un mdo,(^ l'altro una gamba dHippopotamo . in cima acni era una tefia di Cicogna d'oro , q^ la cingeua nel mezj) ^ueHo wottoìAiHl FERVS SI FERA, llfig, Leonel- lo Laue7LuolOy& ilfg» Fuluio Quisiello , che ui era^ no dietro a pie ,per quello che fi può comprendere fi- gnificauano che la donna farà crudele ad ejfi qual era quell'augello a Tttio , crudeli faranno ancor ejfi a loro medefimi : come erano quegli altri augelli col gire nella fiamma , & firirfi uolont ari amente . ^ ■l'affetto trtbmto alla donna e contrarto all'amore Cfr tutto pieno d'amore e il tribuito a questi amanti , poi che conuengono con chi fi rifolue di anteporre ilbe ne altrui alla ulta propria . Et hieroglificamente il capo dt Cicogna h la charità. della maniera che l^im pietà e dinotata dalla gamba dell' H'ppopotamo, Fu rono i f^enturieri con l'art fido della Jliaga dalla Te jiuggtne difìolti dai Mantenttori co' quali fhceuano ualorofamente la parte loro : perche ella fi finfe una dama che fijfe nelle branche delle Harpie , che già trion furono con Hebe . c^ cofi trouandofi nella boc^ ca della S dna y & e fclamandofirt emente , i Ventu- rieri y che uidero che le Harpie erano in punto per diiìorarla , fi uoltarono contra loro , c^ fitgandole (i girono a perdere nella Selua ifiejfa , ne reflò di gir ui l'Hidra parimente . la quale hebbe l'ufato hono- tede glt alttjfimi fuoni della firefia. Retterando U

fhma

d' A M O R E . 16^

. fama ti grido [no , occuparono il campo k pie il con-' te Tomafo Sacrato , ti fìgn, Hercole Brajamla.tl Camillo Turco , tl[ìg* ayilfènfo ^endediOy ilfign.Ca nttllo Aionttno,<^ ti fig, Nicolò Pigna,che haueam iltrionfidelLai4reto.il quale era un bofchùttino di lauri , fhtto mouere magicamente da un drapello di Nmfi 3ofchereccte, che dentro utjìauano . ^ i con- torni fuot erano da uaghtffima contestura . Tutti gli alberi fumauanOi mandando da diuerfi tagli pro^ fùmtfoamjfimiy ò" in gran copia : i quali non osìante . i fuochi precedenti , che pur non mancauano di ma^ ' teriefulfiireeytrappajjarono doga' intorno aicircojià fii: C^ moftrafìdo d ejfere fiati fdmmatuil che fi chia> riua anche meglio al motto fio infrante , che dice- , Qvo M I N vs V E R E B A R . Da quejìo Lati' reto , aie entrata , & al caminare che fce , ufctrono impromfameute lepri , conigli , & qualche altro fi" mtle animalucccio . & uolarono da i rami diuerfefor ti d* augellef ti, Cy" perche il lauro con tutto che fi pon- ga per intatto dal filmine , era nondimeno filmina- to , fi iteniua chiaramente ad intendere ^ che tanto più ti colpo era acerbo , quanto più parca tmpojfbile che douejfe uenire : CT meno perciò fi afpettaua , et quefto e commune ad ogni sfortunato fucce^o Ai chi nons'haueffe hauuto temenz^a . (^particolarmente fi può reftringere a un cafo d'amore , quale farebbe oltre ad ogni nofir open fiero, la donna noslra ci ha- ueffe datA\iinaripulfa:o per inopinato accidente ci fijfe slata iettata* & gli accidenti fono il maritarfi

L z 0 il

1^4 '^ tEMPlO

f ti fhrjl monaca , o altra cofa fimile : che non può inturamtnte fapere, chi non pojfiede iintentionedi chi ha prefo ti [oggetto . Euui ancora la fiancheT^a dell'animo , che dall'altra banda tanto piH refìfie a efueHa amrfità , ^^anto meno ne duhiiaua. & e qta fio uigore ajfai ben ef^rejfo per la naturale re/iflen^ 7^ de i lauri medefimi , c-r per la dignità delle anti- che corone impenalt . Rifcaldauanfi in diuerjèl^f' fi t Venturieri , che s'erano di già attaccati infume y quando una compao^ma di huominifeluaticiy armati di fìzcelle, c^ di pallate , ajfalirono il Laureto per ab- bruciarlo . centra i cjualtinuiandofii Caualteri , ejfi tirarono fiirtofamente alla uolta loro quelle groffe pai le , che al giunger che fnceano in terra fifpaccaua^ no gittando faoco , ne potendo perciò Jgomentirli, fi andarono a paffl pigri uolgendo parte alla Selua, (^ parte al Labirinto, dentro del cjuale entrò il "Bo- fchetto , dapot che la metà de'f^enturiert col dar la fìtgaa coloro ui fu arriuata. fi come T altra metà tenne dietro al rcfto per la banda della Selua . Ne punto ritardò la mufica a far il debito ufficio . Fece fi vagheggiare con Capplaujo della Fama ti trionfò del Tempio dell' Eternità. il quale era moltofottilmente, Cir con ricchifs. lauori adornato . // portauano molti Cigni.che gli erano d'intorno, et due affai grandi con uifi humani caminauano inanimi , che all' affetto Pìoflrauano d'ejfere Homero , c^ Virgilio . Sopra il primo che fojienea il Tempio , ftauano dinanti ad ejfo due jìatue , Cuna era alla deftra un'Orfa in pie ,

col

D* A M O R E. 16$

col pomo di Ventre Ari una \ampa:Cy' ilcintolino del^ la medefima a trauerfo , ^ Cupidme al piedeftallo . l'altra era allafinifìra una Venere fogliata de* [noi fegni , (jr del proprto figlinolo. Cj era appefo alla por ta del Tempio Victrici . amotandofi per mio credere , che cjuelt^Orfa hauejfefupcrata Venere . ^ finT^ dMio, 0 per crudeltà della donna fua , 0 per Callufione del nome , che qualfi frjfe il pereto io noH so i uolfe deificarla in c^uefìo modo cfueflo Caualie" re . ti (juale uemuA a cauallo y c^ era il conte Toma" fo Calcagnino . Se gli apprefentarono in quel punto ch'egli arde a nelcoriflitto due gran Ad aghi, ccn hir' fute ctglia, é- harbe lunghe, er bige, & tenendo l'u^ no la Califto del Trionfi del Coloffo , la cjuale era a punto una Orfa mejfa cantra cjueff aìtra:^fimilr/jen te tenendo t altro l'Orione del trionfi medefimo: di^ ceua l'uno y

T>a parte di CaLjìo : ecco Califlo . Et l'altro diceua .

"Da parte d'Orione : ecco Orioni Et foggiungeua l'uno ,

Ctjji la fi ria hor hora : %^eplicando l'altro .

Ceffi la fir^a hor hor de l'arme uofìre . Et co fi con la uirtu dt quello incanto fecero ch*egU defifleffe dalla pugna, et raccolto dalle Afaghefit con dotto col fuo Tempio nella porta del Labirinto . dal f^uai fi mandò un canto , C^fuono dolctffimo . Col trionfi d'Harpocrate , 0- coi rifonante tndttto della

L 3 Fama

l66 IL TEMPIO

Fam^i fi ne uennero a pie US. Galea^o Giliuoloy ip

S. Jì^^Jiritio Zainbotto yil S. Galeotto t*y{uogaro» US, Alberto Aiiogaro , qt US. Taolo Latwfo, Era tortaio Harpocrate da una Hiena , (^ un altra gli por tana inanl^ il Candelabro alC antica pieno di ra-^ tni illuminati da linguette dt fioco, col motto attra- uerfatOy Tv mentem atqjv'e animvm.c/?^ uiene a dire auslhime illuflra l'aria,{^rper uariatio- ne dt tempo non ceffa di Jphndere : la cfuale inflabili- è dinotata dall' Hi ena ,&tuci allumi ttntellmo, C^ ci rischiari t animo . per modo che ne la noftra in- t emione che e di firtùrti fi cangi mai , ne s'abbajfd mai l'animo noftro yChee di ftar falda in tutte le fir~ tune . (^ quefìa [offcrenXa e tejitficata majfimamen- tèda H^irpocrate,che col duo alla bocca, accennane do il Silenti 0 , uuoiinjèrire, che fi [apporti fenTLa ram marico tutto quello che auiene , Ouero che come ti Candelabro dinota il tempo della notte , & la Hie- na la mutatione d,ell*ejfer di noftra ulta , & Harpo* orate l' impedimento della reffiratione, cofi quefti Caualieri uogliono far comfcere , che la donna loro li tiene in continuo trauaglto di mente , c^ d'animo , fen'^ lafctar che giamat rejpirino . UHidra , che dopo hauer triùnfhto di Tttio sera imbofi:ata nella Selua , al pronto menare delle mani ^ che fziceuano i Venturieri y fi dtft ano y & asfaltatili in gutfa molto horribiky^^' di poi retrocedendo con lefue bocche pur fempre uolte a i ui(ì loro , //" conduffe nel [olito ingan* no . AndouHi parimente ti trionfi diqueHi^il quaU

d'amore. i6j

fu [aiutato da uario flreptto difuoni heniffimo concer tatiJn tanta uarieta d'animali, capricciofafu utra^ mente la firma del trionfi delle Fiere y che dato cheb he la Fama nelle trombe , fi fcoperfe di queìtama^ niera . // S. G tulio '?{jgrifioh , ti S. Giouan Bat-' tifta Saracco } tlS. Giulio Aforo , Alihnfo Magno, C^ il S. ^touanni Anghiara a pie , menauano [e* co una donz^ella , che caualcaua un'Orfo, ^ con due fili, & non con altro tenea dall' un lato un Bafili- fio di mofiruofità inefpltcabile , chegittauafiwco . ^ un pefce dei marglatiale fktto con molti ptc , (^ con ali quafi diptpifirello y & con la tesi a coronata di punte di corna,^ con tre code di egualità molto (ìra^ ne : il ijuale da ambe le T^nne uerfa acqua in abbon^ dato . ti mot to pendente al collo dell' Or Jo era. Sic IV DOM I N A . O c^^ la dama loro con la dolceT^a degli occhi fuoi , & dell'angelica [uà fkuella affre^ najfe\i lor animi, per disf erati chefijjero: o che la te" neffero per più orgogltofia, (^ cruda, che lepiudijpie" tate fiere che firttrouano. La uia che fi tenne di difi- giungere i Venturieri da t Aiantenitori , fu quefia che le Ninfi Marine , & le Bofchereccie , che erana capitate ugualmente al Labirinto^ne efiono, CT man dando fi tnanù i due Cigni da i ufi human: ^ch^ iuifi wilmente giunfiro dopo di eJfe,cantando,Gr iagnan" dofi affettuo[amente fknno col lufirghawle auto lo- ro che queftì Caualieri fi incantino . Le parole del canto , eh* era molto chiaro furono quejìe precfic .

L 4 Laffù

tét IL TEMPIO

Lajfo che morta e la ptetà per noi .

Nonuedete chefnce ajltlUasltlla

L'alma perglt occhi a tutte noi dijìtlla ? jìrdiam del aofiro amor : ma tlfisro asfato

Da ijudy che più bramtam , piti ci tien Imge * , ha fiamma eh' e nel putto ,

*]S(^oftro calar utfibiimente emurtge:

Etnoidanoidifgit4nge . . Et s'al crtidel incendio non s* aggiunge hadefiaiainuandolcefauilla.

Ahi y eh e di uita.in noi non fiafcintilla . IQon e più fpirto in polfi , o [angue in uene :

Tanto ne jirugge famorofo fòco .

7S(e ci resia più fpene ,

Fot che il duol che ne sfitce a poco a poco.

Divietati, ut e un gioco .

Ada [e mtfere a uoi piacciam fi poco ,

Tu Morte uien , deh uien Morte , & tranquilla

J fofptriy onde il nofìro cor sfumila . JMentre che ^uefìa Ballata era cantata dal Coro del le Nwfè in mufica con firme alt" afflttt ione delfogget- toje Maghe calarono giù dalla piaggia, & perfua" dendo t Venturieri a non uoler effere la morte di quel- le damejt conduffero uerfo il Coro medtfimo^nelqua.' le effi dipoi fìirono introdotti.St tn quella che una par te delle Ninfe gli accartl^aua , ^ l'altra a concor- renza ufaua loro atti cortefifs. le Avarine comincia-' Tono a cantare : ^ alternatamente rtjpofero le 'Bo^ fchcreccie . // che fu a pum o in quefìa guifa .

d'amore. i5p

N. M. Ne laftagton chepttt dtfcopretl Sole, O piti manctenfopra la terra l'ombra , O HeHtr, off abitar commeta i bofchiz Et nel tempo che nafce , o mor la notte, O ti giorno e in corfo , o ti corfo e de leucite > Non è diletto al par di qnelde l'onde

N. B. Quando fiuede roffeggiar tra laonde. Si che nefpunta , o uts^atìujfa ti Sole : £t reftan uinte , o in libertà le fi e He : E^ al'hor che i*ah alUrga oflrìnge inombra: O che il già saggu Agita con la notte ; Non e diletto al par dt quel de i bofchi

K. M . Son fel^e di corali i noftri bofchi , Et le campagne qu&te(^ luci^onde , Ch'ai fiammeggiar de i lumi della notte, E' a gh alti (^ baffi rai che mhra ti Sole , Scotano a l'aria d'ogn intorno ogni ombra. Sembrando tn uiuo argento aurate fi elle .

K . M . Vincono t fiort di beltà U /Ielle ,

E'ognifimeraìdo i uerdeggianti bofchi ; Che con gli air eri rami ^ la dolce ombra. Che non tnuidia ti tremolar de l'onde, Troncan la luce & lefaette al Sole : Sembrando a mel^ ti giorno opaca notte

K. Se neldt chiaro tenebrofa notte ,

£t fiero uento ti mar ffinge a le (Ielle , O nel L eon col Cane arrabbia ti Sole ; Jn tfolatefon uirgultt & bofchi , Ouefenla timor d^ le\ tnfi'ondc

farei

170 IL TEMPIO

Farci ^ Tritoni ci godiamo a l ombra »

K.B. Portando t a ffrouerno horribil' ombra Et neue cr ghiaccio & tempejiofa notte » O ruinando a noi le torbid'onde , Ci dan V arena pìn benigne flelle : Onefir de [^albergo rio de' bofchi ; Satiri ^ Fauni ci godiamo al Sole .

K. M. xAncor che breue ^ tepidetto ti Sole , £' a chi [ojferuafìa noiofa^ l* ombra ; Et degli Efliui honor sfiondati i bofi;hi Jnfcoglio, 0 in alto mar cantiam la notte Voi quando ti di fu difpartr le fieli e. Vari pefci cacciam tra litti é* onde .

N.B. Benché troppo ritardi a ufiir de tonde , Etpofcia tofio ut ritorni il Sole , Tal che il regno maggior fia delle ft elle ; Jl canto al fico inganna , e* accorcia l'ombra Et poi che a l'alba fi ne la notte. Varie fiere cacciamtrapoggié' bofichi .

N . M , Leualli,i piani &le montagne > e*; bofichi , E'i nudi e ampi de le mobil'onde , JSfelpoco refrigerio de la notte JSlon han ripofioper l'ardente Sole : IJnfindo herbofio , una, spelonca e t ombra Che cifiouien ne l'infiammate fi eli e .

N.B. ayìrdano tutte a uoglia lor le /ielle

Adonti y colli ; pianure ^ uallt (^ bofichi t ZJn*antrOiUna capanna , un finte y un'ombra t Vn Tuficell&ttQ con lefiuefiefich'onde, .

Fa

d'amore. 171

Fatantafir'^ al dtfpi(^ato Sole , Che cifomen più che ben fredda notte N. M. In ben tranquilla (^ rtdggiadofa notte ^enfammo annouerar tutte le fi elle , Et quanti gran di [abbia sfèrci il Sole 9 Et quam e fòglie infeluin prati & bofchi ; Quando gli habitator de le chiaronde A celebrar togliemmo a fi bell'ombra N. B. Solido corpo uana^ fhllace ombr a A gli occhi nofìriparue in cieca notte , Et fermo folco il fito equal dei onde : E' ti lampeggiar del ciel , cadenti fi e Ile ; QuatìdogU habitator de i uerdi bofchi A celebrar togliemmo a fi bel Sole , N. M. er B . Afa prima accefo il Solfa da le felle , Che per loda r i bofchi é^ giorno & notte Et l'onde ancor , dir nepoffa un'ombra . Al finir fi dt quefìa conclufiione nel tempo che ella fi andaua cantando da ambtdue i Cori , ognuno con" giuntamentefe negli tra quelle ombre tfleffe , dall^ quali le Ninft fi erano leuate , Ct piegando fi le Fier^ pur a quella uolta j nuoue h armonie d* inftromenti diedero cagione di nuouo diletto . L 'impetuofa fòr- zji delle bocche della Fama dirr ìzjlo le uifte de t ri» guardanti al trionfi d'Etna , & alfig. Hercole Fio 6nea Obtz.z.o y che a cauallo fitrouauano confeco . Giaceua Q^fiemeua ineme Enceladofi fotta una Aio tagnaaiprtfe. c^ pendeuangli capo , braccia, & ga hefiiort di effa , (^ dalle fij[hr€ donde pende^anoyufcì

uam

172 I L T E M P I O

ftano continui globi & fpinti dt fiamma tiariamert" te colorata , conprofpato non mm uago , che ttrri biU .Dinanli^anafeàenào un fiume y che uerfaua acqua urna dalla urnafiia , pofiagh fìtto ilgombito, dondefifirmauaunno e ?l fóndo inargentato y alla CUI bocca era uno fi:oglio che impediua l'ufi:ita.i^ fopra lo [cogito fhceuafi rimirar e unabdlijfima da- migella , che al motto delle mani mofiraua di fitr gi- re ifuella machuiA , nella cui fronte uedeuafimfcultty Modo ^dsis. Dall'una banda del rio liana no due trofit , & due altrt dall'altra : tutti, appefl a quattro porte colonnate . Q^ejìt erano alcuni fegni delle uirtìiyche uengono da buon con figlio or da gran core, C^ erano perciò il Capo d'un Elefknte & d*u- na Grue : & tpie d'un Leone ^ d'un Aquila . Do" ucitero hauer riguardo alle dame loro con quel mot- to . perciochepur che elle uolejfero jhHorirh,fì confida uano che la fiamma in che ardono mente meno di quello chefkceffe Encelado in Etna , e?* ilpefo degli affanni, da chefifentonopiu aggrauati,che non era quel Gigante da quella montagna yfì haueffero tan to a raddolcire , che nonfòfferoper affiigerlt : i^-r che lo foglio y che e l'impedimento delle loro più degne dr grandi operatiom , fi doueffefubito leuare , (2r U filarle ufcire c^- apparire , ^ correre Uberamente ogni uolta che effe damefò[fero corte fi ad ambedue della fèliciffìma gratta loro» Nonfì farebbono cofito fto diftaccatt dai fiero abbattimento in che mamffia uano Hsro argumemo diarie & digenerofità , f non

eh:

d' a m o r e. 17^

thecorfero centra di loro cjuattro Satifi, due dal Labirinto (^ due dalla felua . ^fonando corni acu ttjftmi cercarono con l'efìerefhttione dtntormarli, (^ non ^tou andò cfueflo , però che i Caualteri feguita uano gli ajfaltt pm che mai ^ diedero di piglio ad al- cuni ma'^afruflt , che haueano alla cintura , dalla fommitÀ de cjuali pendeuano uarie catene, che negli ultimi annellifofientauano dtuer palle di fèrro . ^ di cjuefia maniera cominciando a uoler percoterh fiiYono fharra^liattin un [libito . ma tn guifa tale, che l'uno dt' Caualieri ne cacciò due nella Selua^oue andò anch' egli a reìlare : & àue altri ne caricò l*al irò uerfo il Labirinto y doue egli parimente ne infìeme con Etna . a cut nonfii fcarfa la mufica dun cortefiffimo reccuimento . Rwfòrz^ando ben muamen te la Fama le uoctfùe yfìfpinfero tnanz^i a cauallo ti Canaher Riminaldo , ti conte (*y4'U(fandro Romeo Cr il come Aluarotto col trionfò del Fulmine , ti qua leflaua coricato [opra una tauola fatta (^ ornata garbatamente (^foflenuta da un piano magnifìcen - tiffimoper lefoperbefaltte meffe a figure ^fifìoni co fperfì d'oro : cjualt erano ufate nelle confecrationi de gU Imperatori ,^ di dietro erano fopra un*altro piano alijuanto inferiore , dueflatue tn guifa dt due Frouincte con le teHe turrite col giogo dorato al collo , che le accoppiaua . Pendeuano d'intorno al- la tauola l'arco u* Apollo , lo flocco di Marte , il tridente di Nettuno , la claua d*Hercole & altre ar we d'altre deità, (^ dalla porta anteriore ti motto

che

;I74 ^ ^ TBMPIO

'che dtcem , Speivgvm svave. ^ti- ranano tutto quefìo co certo quattro firoctjjìmi Aqui ioni, che ne t roHri portauano trami dell* Oltua, De pofii li [degni della dama lor o , che pojfano afpettar face lé-' tranquillità , c^ che tra tanto giocondo fia il refrigerio della nobili fs.feruitu che fanno ^ poi che tanto altamente Ihaueano impiegata , dimoftraro- no confegno mente men chiaro , chefontuofo , tfudef ti tre Cavalieri . Già per afaijpa tio sperano leggia- dr amente & con debita ferocità trauagliati , quan do eccoti che tre Centauri [aitando dal Labirinto ti rano con le mani deflre uerfo l'horride barbe, ch'on- deggiauano al petto , le corde degli archi , che tene- uano eleuaticon leflniHre ; &[aettando più sìrali contra i Venturieri , pajfano rapidamente nella Sel- ua . Jndignatifii Cauaheri per tanto wfalto /prona no i caualU a quella banda , & fùrtofam ente gli uan no tuttauiaperfeguitandofn dentro de i pm denfial beri di quei bojchi . né* quali ir appagando gli A qui loni,fu di [ubito ripercojfa l'aria dall' h armonia NeU' apparire che [ce il trionfi di Cerere, che [opra un uaghiffimo carro , tirato da due draghi , alle cui bocche non mane auano mai fiamme nuoue , pare<t che co i due tronconi ardenti giffe cercando la figliuo la , apparuero pmilmente a cauallo al rimbomban- te fuono della Fama ilfig» Antonio Galeaz.'^o 3 enti- uogUo y ti conte. Guido Calcagnino , il conte Cefare E(ien[e Taffone,^ il Capitano Hippoltto yianluca. & fi dalla prt[entia della Dea , come dal motto, eh' e

rain

D AMORE.- 1-75

ta in un'ornamento del projpetto del carro : & conte neua ,Sic te per T£Nebras,7/ ueni a dichiarare , che Proferpinafit cercata dalla madre ^er tutto il mondo , C7' anche al dif^ato de i luoghi inacc€(fibiU , che cjuefil Caualieri in tutte le auerfità , dinotate per le tenebre faranno indefijfi in fegmtareper l' antichi ffìma traccia loro diferuire la donna amata ^ dt obedirla , con Ctfporjì ad ogni eHremo periglio a t cenni fuoi . Non erano ponto pi gria dimenare It fiocchi ^ne punto mancauano di fhr cono fere quanto f^ero degni di ejfcr fruitori di dama^quando cjuattro Caualteri armati all'antica, (^portando ma ingroppa quattro donne , che erano (Quattro Adaghe , partendo della Selua s'inuiarotio di galoppo uerfo il Labirinto . & all'hora gridando le Aiagbe , Siamo le donne uojlre 0 Caualieri ^ i Ven turiert , che f irono ingannati da ejfe (jr per nfpato delle malìe , le credettero uer amente le donne da lo^ ro amate , tennero dietro a queHt , cheuia le porta- uanofenl^ più punto fermarfe contrai AdantenitO' ri , ò' ì draghigli andarono feguitando . i quali al- ringrejTo dei Labirinto hebbero il replicato 3 ma non mai fatieuole intrattenimento delle mu fiche . Comin dando ti trionfò delle Sirene ad inacquar lo peccato per Nntrata che fi cero a pie il Cote Hippolito Stro^^ ^ , il conte Baldaffaro Macchiauelli , ilfig* Gir ola mo Fabiano &ilfig. Diamante Diamanti, gonfiò la Fama lefue esercitate mafcelle : c^* fi raffigurò in unfubito ma larga Fontana^ dalcuimezjaoforgeua

un

175 IL r 1 u P t o

unfiislo ornato di più bocche , che in piugutfe finde-' unno acqua continua . c^ quattro Sirene con tutto che ui fi[fero dentro legate, noncejfauano però mai di difperdere con le mani & con le code Inacqua , che nufciua . la quale per ejfer odorofa erajpejfe uoltegit tata uerfo chi l^aggradma . 'Due buoi che haueano la faccia di leone ttrauano quefio leggiadro ^ alte- Yo uafo . c^per il motto intorto aldatofkfto , che era Corde tamen svavis, fìueniua a di- z.iff'erare ilgrottefco di quefla firma d animale, per' Cloche la uirtu della terra intefa per il bue e eccitata dalla firza del Sole poflaper ti leone . c^fi come effa uirtU y con tuttoché non appaia , potrà nondimeno col tempo ejfer tirata alla circonfirenz^a : co/ila don- va [erutta da queftt Caualieri , ben per anche non da inditio alcuno dell'amor fuo , non e per quejìo che dentro dell animo , che e gentiltffimo , ^ perciò at' tijfimo ad accender fi ^ non Htano dormendo Itfpiri' ti , che pò: ranno ejfer un di fuegliati . Et cofi pari - mente quell'acqua che e confumata dalle Sirene mef per la difiruttione , per poca cura che ne tenga, non che non habbia da ufcirne continuamente , della maniera che faranno le opere de gli amanti, le quali quantunque fiano fiufiatorie ^ come gittate, an deranno anche però feguitando colfoUto corfo fin z^amai interromperfi , O che dalla donna flutfca unagratia perpetua: della quale ancor che gli aman ti non fi Ano partecipi confegnt ejleriori per efirinfe^ co impedimcnto,come di non poter parlare y 0 con-

ucrfart

D' A M O R 1, IJJ

uerfare con Ceco p.r nfpato di quMoe infortunio , o per propria colpa di cjnét che n'hanno ìlgouerno/fiel-' lagni fa che qucll^ Strene turbano hfitodtcjuell'ac^ ijua /non dimeno ffrédaj-iofìcundi pot:r goderla una uolta^pot che ejfa dertua dal core, come t! finte dal* le uifcere della. & effendo la gratta ti frutto del^ f amore : or ri ^^'^ animala fruttuofo yfi come la uio^ lentia futt a allagratia, a -fin che apparifca e il LeO" ne , che pereto fra mila fuccta , cìr non altrou: , ne farà nata la fud&tta fórma indicatrice di cfuelme^ defrmo y che e frgmfrcato dalla Fontana, 8t uoglio credere , che i Cau alteri dt queHa fifla habbiano irt un ifrcjfo trionfi moltiplicati i foggetti per dargli ti debito corpo , c^T n^agnifrcarlo come conueniua , non tjfendo quefre loro tnuentioni in guifa dt fimplici imprefe , ma di pompe , con che uoleano compari-^ re al Tempio d'Amore , o per dar conto di loro col mez.0 dt effe j o per honorarfene , o per lafciar* gitele , 0 per qualch* altro loro proponimento . Che poi che diuolta in uolta fr trottano trauiatt, fi che non confeguifrono mai ti lor fine , non può preci" famente faperfì . "Dall'apertura della Selua ujci^ rono i quattro dalle tefte di 'Delfrno , che haueano menato il trionfi deli * Amor contrario . (^ come amici delle Sirene dir t\z.aro no occultamente al'' la banda doue la Fontana s\ra pofataper metter-» le in libertà . Di che aueduti fri Remuneri, che tra tanto non erano refrati di dar chiaro fegno della lo" roprodel^a, dtfrolfcro quei tali dalpre/ò camino yCo*

M frrtn-

1^8 IL TEMPIO

Prtnirendoli a ritornare nella Selua medeflma . nel" la eguale perduti chefiirono i Caualieri , m fi perdei' te parimente la Fontana ^^T con gran fìrtpitole fii fktto honore dalla mufica. Ruppe , & foperchiò l'har monta del bofco lo Hndorealtifs. della Fama, ^uan^ do ti trionfi dello Scoglio entrando nello fitccato di- ntofiròun gran fajfo m un lago , in cut erano due uaghe barchette . tuna uerfo ti fajfo , che parca bat* luto da onde corucciate per la uifla cC alcuni fgonfii d''acijua, eh* erano imitati bemjfimo . l'altra mutata a un trancjHillijfimo porto finto con due torn , QT un hto di mezj) tondo , Soffi auano dalle margini della* go quattro teff e j tolte per li cjuattro uenti principa- li: c^ fior geuafi intagliato nello foglio : I n v i r \ n- Q^VE Parai vs. Ne fi ha da credere che l*in^ tento del Cauahere, il cfualefii ilfg- Bernardino '\Bo' iarda x cauallo , potejfe cjfer altro , che cfuello che ap* Yiua nel corpo della cofa , c-rnell* anima della medC" fima , che piti apertamente la dichiaraua. Perciò* che fife la forte , oprojfera , e auer fa farebbe fempre turilo nell^una cjHanto nell'altra untsltffo . ^ fi pò- tea hauer la mira tionfolo allaferuitu chefuceffe al- la [uà dama^ ma anche ad ogni altra parte delle at* ttoni , (jr de'penfìerfuoi. La Maga dalla Tefuggi- ne comparendo con le compagne fi andò ad tnter^ forre tra t combattenti , che con maniere leggia- dre, i^^ uiuaciffimecontinuauanol'afpro duello lo- ro, cfr uoftatafi al l^enturtero additandogli ti Tcm- fio dell' Burnita , chegtà hauea trionfino, & w quel

pHnt$

D* A M O R e. I7P

punto stra moftro in fu la bocca del Labirinto, ^ uo tendo jhrgh credere che fijje qucld^iAmore , ch'egli cercaua, gli parlò gratiofamentc m ^tteHa guifa «

ui che prender fiittca ,

Et metter ui a periglio

Cantra quel Caualiero ,

Per arrivar al T empio y

Se il Tempio fi Scopre ?

Seruate i colpi, e'i pajjl

yi qualche altra uentura .

T^erò che ui afjlcura

Qjiella dolce pianura

La doue fitor de i [affi

SenXa contrailo uajfi . Et circondato chef* dalle Maghe, che con lieti uiftil rimirauano cefsò dal combattere,^ cennado di cont piacerle andojfene a queluerfi.c^ nello ffarire chejè ce quel T empio,egliJìmilmente difparue.etfeguendo lo ti fuo Scoglio , conimelo la mufica a rendere a gli afcoltatorigli ufati accenti. Girarono gh occhi dt tut to il teatro alle altere uifìe dtfei ardnijfimi^et pomjro Jìjfimt Caualieri , c^ allaftupenda moflra del trionfò degli ArgonautiyCon terribile rifonamento de i me» talli della Fama. Quefìi Venturieri, che erano US, ^Don ^Iftnfo di Effe, ti conte Ottauio da Thiene, ti conte u4lfinfo Ejìenfe Contrario, il conte Hcrcole £- fienfe Contrario,il conte Ferrante EJlenfe Tajfone,U il conte Giulio Ejìenfe T afone, itolendo mojìrare co* me propriamente caminajfero fitto una intentiom

M 1 t^ef^i^

iSo ILTEMPIO

iftejfay prefero un [oggetto, che dinotaua ejuanto fiffe-^ ro uniti in amare una iflejfa Dama . perciò che fin ro dhauer hauuto da una Aiaga h abitante nei Col- chi un Cartello fhtto per incanto , & di fjjerfene im- fatroniti fitto quejle quattro conuent ioni .Che tutti congiuntamente fi ano tenuti a fruire una donna mede [ima , c^ non alcun altra . Che ancor che uno o più di ijfi confegutfca la grafia fia ,gli altri uada- no continuando nella prefa feruitu . Che chi haurà guadagnato l'amor della donna fopporti con buorìu' nimo , che gli altri cerchino ancor ttflejfo . Che ogni amante eletto da lei uengafgnificato ài ejfer tale, col riceuere tlpojfejfo della nane Heroica chiamata Ar go . Et perche è da penfare , che era impcjfibile a comprendere tutto quejìo in un motto, ne ar^che con V aiuto di un gran corpo di cofe per grande che fi f- fi a fi uede che 'e fiato introdotto a pofta quefiafirma di patteggiare : ajfinche , oltre ai darfi occafione di far mouere maidicamente uno Jpatacolo , che da fi non haurebbe hanuto mouimento ragioneuole , fi uenga anche a par tur ir e una dificfa ,c^ fchiet^ ta defcrittione di tutto quello che [luuol fhr inten- dere Et parimente di quefia maniera , la delibe- rata uolontà uerrà a fjfer cofìpalefe , come e fincera. Staua adunque un uaghtfs, Cafiello tutto di puro crtftallo con fiamme uiuacìjfime , che con infinita tnarauiglia dentro gli riÈflendeuano , fopra uno fmifurato fer pente dt fei tefte coronate , dr horrtbi- h da fi ,c^a gli fiopij di fiochi intenfifs. che man^

dauano

D* A M O R E. l8l

dmano fuori . Quefli giua con due piedi grijfa'jni foflentandt il Cajìsllo tra tfei colli . de'qu alt teneua dne dinan^ , (^ dne daWtm lato , ^ due dall'altro , (^ alla quarta parte che era di diaro , aggiun^euA con la coda , che con artific'ofu meo fi albana, ^ ah hajfaua , (^ ragrìravia /> guife diusyjìjp.rtte . Sopra la porta del Captilo era injcritto,

A R X in e a ntaìafe x ecmtibiis data a Colchide hi fce paCÌis fiie frmatù , Et legtreuan fi dalla banda d^jlra dn: pani, c-r aalUflnijìra due altri , che era^ no gUinjrajlntrt . Q^oD or/j/jes con: unclim eidem domina neqtteul

alij infrrtitrc teneantur Q^ o D lice( unm aut plurcs eitis gratiam confi"

quautur. e iteri tn officio adh ne perjìflantj 0^0 D ciHicuncjne dommx amorem hcratm fùe^ nt dqno animo jèraty (l reltqm eiitfdem firn fludwjim Q^' o D qitiliba eh^as amator poffejfionc Argtts

nanis heroidz fignificetur , Seguiiana la barca degli zA'^gonaHti di che parla» no quefìt patti, parendo chs tlCaHc'lo incantato qua fi che fvjfeuna Calar/tita la fkcejfegirc , ^ ritorcere douHnqae effjft piegajfe . ^ dtfotto , (^ dintorno gli a ndauano fcherzando i delfìni,(jr moflrauano ad uri certo rr.odoy che con lo jp ingerla le fncilttajf^ro il cor* fi . il quale parea (imilmente yche fi agemlaffe per un^aHra fi-efcayChc tenea gonfie parecchie jortt di ueUy che erano di uelo d' argento: & accordate ad antenne , che furgenano daluentre di quel legna

M l fottìi"

l8i IL TEMPIO

fottilmente latiorato con più rilieui aggradati ^oro , untuano gltjpatatori in ammirai wis continua. & perche la Maga dei Colchico che cfusfia lS(aiie le fijfe pervenuta alle mani, & fi trottaffe ejfcr in ef- fètto quella diayfrgOy che fatalmente haueffe dura' ta per tanti fecali , o chs pur ella n'haneffe fhttofh- hricare una in un fiato da i fioi spiriti familiari ^ emulatione di quella antichi/firn a , fcorgeuanfi pen- dere dalle due (pende fei foperbi trofèi che dimojìra- nano di efferc le infegne de i principali di quegli He- roi 9 che na'4Ìgarono in Colchi . Nella deftra erano un rar>Q di quercia tutto rimondato eccato che nel- la ci^t:.^ , cr dipoi due hajìe dorate col fèrro nella lor fommìts . ^ImeXa ^^^ ''^zw^ Haua appefa la pelle à*un A'^.ontom con lane d'oro , Cy* un tridente . aTu^ na d-lU hafte la pelle d'un Serpente , cr una sfada» all'altra la pelle d'un Cinghiale, & un* arco . !Z\^ff/- la [IniHra erano firmlr/tenteun ramo di pioppa ac^ concio in modo, che non uerdeggiaua che nella cima, ^ feguìtauano d^e hafle dorate , che parimente ha - aeano in punta il fèrro, zy^Lmez^o del ramo uede- fiafl attaccata la pelUdnn Leone , dr una ma'^a groppofa. all' una dille due hafle la pelle à* un'Or- Jo,ò' unajpada curua. all'altra la pelle d'una 'Tante ra,^ un dardo. Et erano tutte quefìe pelli legate ndtrauerfo , tal che le gambe, & tefte degli amma- li medcfimi ueyiiuano a jìar pendenti , 1 molti capi fi pongono per la diuifìone . & con tutto queUo fi co- me quei fei colli del Serpente conuennero in pigliar

tr4

D* A M O R E. 18^

tra cjuel Ca'slelio , or reggerlo ugualmente, cojl cjue^li Heroi fiirono (Raccordo in far quella nauiga- none . Et a punto cjHtjli fet f^enturteri mofrano /'«- nione tfttjfa . Spiccattfii fet Aiantenitort ardita^ niente , & con garbato termine da i fet larghi ua^ CHI che erano tra t cjuattro grotti , che come dtcem" nto per rtsfato de gii Edtpcij pojli di cjuà , (^ di lag er ael monte che apparne in luogo del Tempio uent-^ nano a firmare fet spanj . ^ Jopra l'apertura d^lla piaggia tocchi i corridori uerfo ti campo , fìmoffero, Cr ip in fero tnanz^i a un tempo mede fimo g b altri fei Caualieri ferocemente , CT c<^'^ maniera gentdifjl" ma» ò" inutfchtarafi una ùarta^ha tan^o fiiriofa, guanto hentlfimococertatajlaijualeperò non tra che per ti concerto on tmttajje anl^ prrctfamente wappre Jèntajfe un uero confluto:n-l pih fruente bollore delle arme uf trono da t bofcht dell una, et de It altra Pira^ midedodeci Caualtert a pie , fet per banda . (^ fi fèffero per ajfalrare t Venturieri, 0 per oltraggiare ti trionfò loro non può chiaramente faperfì . p^r- fioche uenendo fiori di buon paffo con le arme ab^ bajjate , ejfi Venturieri girando di quàt& dt con^ tra di loro : c-r tra tanto cejfandot JUfantenitori , ne fegpti , che in cjui.lla mifchia andarono cjuà ,^ la a capitare nel carcere uniuerfale di cjuei bofchi, (y- ti caHello col fguuo dell a 'I^l^auc he^oica , cr colgra^ ttofo rincontro dei ri fonanti muna, (jT ColgittarfiO" coperuenhe nella Selua . intonando Caria per jrc" quentijfimt rimbombi madati dalla Fama con celeri

M é{

184 II- TEMPIO

' y & impeto maggior ajfai àelconfuetOy ^' rifpon" derido a quella intonatione uri' altra, che dalla parte cppofua fi fcntiua , It saettatori da tutti i gradi pie- garoHo t riguardi loro alla porta del teatro . per la eguale uidero puntare due ^guglie tn paro fiftertta- te da due terribtìilfimt Monoceromi,ciafcun di'* qua. line pori aua una , portando fimilmente di qua (^ di da ejfa due trombetti uejliti all'antica con le trom he ancora accommodatt della maniera medefima . i eguali mentre le fnceuano nfonare,caminauano man

' ^ due Aquihfìn uefìiti fecondo thabtto che dauano loro t Romani . (jr le Aq-4tle pojle in cima all'hasle , ch\Jfi haue ano, erano tu^te inargentate, MjflraHa- no ìj j4guglie ejfcr fit tte di porfido , & la dejìra ha- uea alcuni Hierogdfici che afccndeuano nella parte dwanzj da baffo in alto in queflo moio , uno fceitro , una mano , che accenna col dito , cj- la parte antcrio re del Leone . che uiene a dire, che l'honore indica la uirtu . c^ nel£ ^guglia finiflra erano alla fronte fua parimente la parte anteriore del Leone.unofcaraua gioy^ unofc&Ciro che d/nota,che la uirtu genera l'ho mre. Firntuafuccfjfiuamente dopo leayigugUetAr co della Virtu,ei dcll'Honore infcrittofopra la porta ViRTVTis ATQJVE HONORIS; i cui gran^ pilaFiri erano /òpra due altri Aionoceronti con le co^ lonne dmanz^i, or di dietro, cr da i fianchi, nelCuno, es i* altro dt*quali erano due mcchi,tl defìro con la (la tua della f^iotlanXa,et il finìflro con quella della Per

Jefieranz.afiaua nell'altro piano fopr a ì* angolo defiro

ante»

d'amohe. i8^

anteriore un* Apollo giouane dorato col capo cinto di raigi ardenti, crfopra tlfiniflro un'altro Apollo at- tempato co i raggi parimente che ardevano. Et dalLt parte pojleriorcneli angolo de ftro (laua un Ertcpefin tu diparagonCtattorno a cttt forgcuano ditierfe fiam- melle . <jr nel fmtfiro uno Scita di marmo candidijfi mo ^ che come (jue li' altro dtmojìrttua Carfura natu- Yale del ìuo'-^o xofi ijitejì'altro per rijpctto dt! fioco chs in c^nei paefi. e procurato per riparo le! gelo ira cin- to fimilmente da alcune fiammelle . ^\el f^s\o ap- pariuano emmeti laVirtuct t Honorc tanto appreso Cuna all' altroché fi teneano un braccio »?/ collo, qAzl la il deftro , cjr cjuefta il finfiro , Dentro dall'Arco erano dipinte dall' U'i a banda peregrinatìoni dina- uifindationi di città, (^battaglie d'effcrciti. ^ dal- l'altra camp ag^n e , (^ collin: habitat e d.illc A'Lifi , C^ da Feho conmifure di sfira y ò* ^Itri inflrumenti contemplatiui . St gilt da i cjuattro frontifpicij trtma lauano diuerfi corone di lauro , di q'itraa , aedent dr di altre fiondi , che erano già gli inditij delle ope- ratiom uirtuofii, (^ honorate . magli ornamenti con rilttui y & con ori, ^ le minute particolarità che fi fhceuano uedere in più parti non fi potrJjbono già mai compiutamente deficriuere . Lo [plendore delle lucide arme d'una gran banda di Cavalieri che niuano a pie per coffe improuifiamcnte lauiftadio- gn'uno : quando fii uide ch'ejfi trionfarono in faccia delle Maghe col fhr firmare in me"^ al campo cjuel- l*arco chefihnHeuano madato mamji^ colpajjarui

fiotto

1S6 IL TEMPIO

fotto a due a due : <jr gi^^ fi TtradM^ano più oltre per uedere di entrare nel Tempio darr,ore ,drdtla paf- fare[a quelli che fono della f^rrtu & dell' Honore, quJi dofi fent) un ecce(fli40 tumulto dt'H:; A-Lìjhc (jr de i ALaghì [erueti che lefegmtauano.St quella dallaTi gre riguardando qtiefìt Caua Iteri (y- ccnnando alle compagne che elle parimente rimir afferò parlò ad effe in qutflagmfa .

Jfento i ferito unafòr'^ terribile , Sento compagnie mie tutta commouermi . Sufitriofamente riuoltiamocì ji qne^i monti , doue parte uagano , T arte fon fhttt fiere yfiffiiS' arbori JCaualieri , che uemano al Tempio A^a ti amlt in libertà purché et aiutino, jilfnire di quefle parole quaffano le bacheite d^oro con che erano ufcite di caja incontra alle alpi . & U metà di efftfotto la fior t a della Allaga dalla Tigre uerfo t grotti , che fono dalla banda fua : Q" ^*^l' tra metà e condotta da quella dalla Sfinge all' altra banda & d.i fubtto da quelle goH e del uallone, che e tra ifiprad&tti fti ffajtj entrano nella pia(^gia Ca- uaheri a pie in gran numero d^ tanti a punto quanti erano t f^enturien , (^ tra tutti riufcirono tn quella quantità di che lo [ìeccato poteua effer capace . Co/ì parlò la Maga dalla Tigre a quei che ufcirono dai /ito lato»

Hor quefio è il giorno , queBo è il punto propria In che Hi fiit e eternamente celebri.

La

D* A M O R E. 187

La Maga dalla Sfinge uerme mcdejìmamsnte dtcert do a fuot .

Fòt dijvndete Amore ò* l^ deliti e Dei mondo , (^ la licita perpetua , Su contra ejuet commun nimici . Vrtiamoli ( Soggiunfe un Mago , ch'era de* primi tra ifer" uentt )

Sbarragli amoli adatto , di ffipt amoli : Calchinfi , frachinfiy abbatarìjì , jlruaganjl . Q^i U uelociljìme battiture de t tamburi, perciò che co t Venturieri Ji trouaua buona copia di tamburini, (jr t tocchi & ritocchi delle trombe fi della Fama, co me di cjuet ehe fiauano alle A guglie, ^ le fiere mcf-* de t Cat4alieriy & ti cigolare delle armerò' il riuer bero della lucidel^a lorofinuano l'aria , le orecchie C^ la uifta dellijpatatori in maniere diuerftljìme CT maggiormente poi cjuando ajfrotatefi ambe le fchiere dopo ti fòrte incontro & fiacalfo delle piche fiuenne alpiriofo chiocco dellt fiocchi : che come chs/ì fkcejfe una giornata , parea all'affidare de gli occhi ^ ai parco trarre del fiato d^ ognuno , che rendejfero dub- biof i riguardanti finto fijjs ti combattere , 0 pur uero in effetto . Hor tn Cjufìo che di qua & di la fi rincalz^auano or che crefcendo la battaglia > la tem pefla de' colpi andana piufempre moltiplicando Con uguale (jr dura pertinacia d^ambe le parti, talché niente altro di uanta^gio porea asfe-ttar/i, che /^ mortalità non punto meno dell'ima banda , eh e del» t altra, uidefìtn unUnjiantc che fu 0- giù per lapiag

già

lS8 IL TEMPIO

già correuano le Maghe feguitats da iferni loro con aprire io Ir accia & dihatterfi , (^ (putrendo ejfe , ut- defiin cj:iel punto mtdefijTto comparire le fei uecchte f:,< pigliate che da principio compartiero y come che qucjìe ariani fiffsro ritornate n? primi ajpetti loro» £t ingefci pieni di fretta CT d: fpauerìto fiiggendofene filla ualley cr afcendendofimilmente i Aiaghifnper le pendici aìpeflri , diede dalla terra & dal cielo tm'imp&ttiofifUmo terremoto & tuono y donde fi fece una concuffione di tutto tlTeatro , c^ fcoppiarono inconi inente le alpi dalla fommitàfiiocht& giri ^r inuojylidifzicell: di tanti colori e^ modi ^ tn copra cofi ejlrema (^fùricfa , che tutta la circunfèren'^ dell'aria non era altro che un ar fura ^ un auampo altijfimo . Et tra tanto dinan"^ al monte , a i qnat^ tro grotti y cr all'uno &i'ahro edificio fhtto per incii to fforfero dalla piaggia cinquanta fontane dÀf^m^ ma diftinte ugHalmentc ^funate i-/ firma darcoyft come apunto portaua la pojitura da profpetto , c^ forgendo tutte in un momento ifeffoy and ^mno di^ ritte ffingendofì tanto in alto y che con le cm.e loro s incorporarono con gli, altri fiochi , che fcorreua- no degni intorno or s'eftendeuanoper tutte le cjnat^ tro bande di quefìo luogo ; pigliando dinerfl camini fer retto y per obliquo , :y' perule ritorte , col ri ag- giunger fi , c^ attrauerfarfi adàojfo in tanti affetti, che per la uerità fi più di quello j che Cimagtnatio^ nepoteffefingerfi . Ì)alle alt iffime fontane nella gui^ fa che fuol dtfcenderc la neue granita fioucuano

uerfo

d'amore. i8p

uerfohfleccatofkkille mmutifime (^ ^ejfijs, (^g!i iihbrufciamenti delle Alpi poi che erano crcfctuti fin dt cfiicllo chefipotejfe uedere fi dijitllauano in una fottìi tjjima pioggia difiioco , che a punto cjuandopa^ rea che uolejfe difcendere nel teatro ,fi dtslruggeua. ^ fimilmcme i cor fi delti spiriti y che tutti affocati fi disficcauano dd colmo delh. u4lpi,& nel fitggire uia sintoppaua-ao l'ano nell'altro , cadendo da gli animaletti che uia li portavano , con tutto che uarij C^fie^uentifDjfero (^ che agli intoppi che fkceua Uh no nell'altro ygittajfero groppi & rigir amenti dtfiiu co (^ fi tirajfero dietro Itrrighirofforifimtli alle code dt Cometa ,* c^ fiintilaffero più uolte in piuguife, noti però mai , che i riguardanti reflaffero ojjefi , ne f:orreJfero anche pencolo alcuno d'ojfenfioue . Che ben chepotejfero hauer da prima qualche fofpata di /correrlo , [emendo ejfi tanti fi:oppij improuifi, C^ ueggendo datanti lati tante fiaccole , che cen- nauano diuenire allauolta loro ^fenz-a che foura^ ftaua un rojfeggiante coperchio di fiammelle (^ di lampi che calando a 'terra gli haurebbe tutti arfi ^ [affocati y nondimeno s'accorfero inunfubito che quelle materie combuftibdij & quegli impeti che le menauano . non poteano pa([are un figno determi^ nato , or che perciò nemuano arimanereficurif- fimi . per modo che quanto più lo spettacolo ha- uea ajfai dell'horribiU c-^ niente del pericolofo , tan- to più era bello & giocondo allt spettatori . d^ co fi wemrg che con ineUtmAbik tranquillità d'animo,

che

ipo IL TEMPIO

che fi fcorgeua dall*hilarità degli occhi, ^ dalla dol ce'sz^adel utfo ,ftaua»o agiatamente a contemplare i aarij tffatt de i tanti Aiongibdli y pcfttm tutte le (juattro paj^ti de* tati: cofe neramente tnfohte a ejfere gtamai uedute : c^ che mandauano , ò' perdeisana gli occhi dietro a t golfi delle fìtuille che in mezjo a chiari , cr immen fi ardori ondeggiauano per taW' pi/ffimo campo del ciclo cejfarono cjuei uiui finti di fiamma , che erano forti dintorno alla piaggia , (^ molti nonfic nauidero. An^i con lutto che dopo il di' luu'iO di c^uefii incendi^ , qua fi che il mondo fijfe rtno'- iellato y (^ fhttofifenTia proportione più bello delpri^ tno cjfer/uo , non appareffero più i due primi Edifi- cij,n e quel moHte.ne quei quattro (jrotti, ma in luogo loro ui fijfe un nuouo pr off etto uagOymagnifico, ^ ri- jplendente alpoffibilc y perla tanta alter atione dei fenfi occupati y (^ dfiratti in quegli altri oggetti non ancora ben confumati , pochi ffimi fitrono quei che fu queflo principio fi accorgeffero della mutatione del pulpito : ancora che pur troppa differenza fitrouaffe tra il pr e fi me , c^ il p affato : (^ che fiejchtfflma fi fi- fe la memoria di quello che prima fi era utfo : et" ''^ fu gli occhi y & lumino fo fife quefio che in un fubito eraficceduto . Tercioche in quel tempo che la piag- gia ardea , chefìi breutjfimoy con artifitiofimouimen tifarono annichilatigli Sdficij col refio che ui era fio- pray (^ in luogo loro ui nacquero altre cofe , le quali dapot chefirono confìderate,ficero che chiaramente ficomprefi chemùuendopladmmtà le Maghe fidi

^erdejfero ,

d'amore. fpt

JperóìeJferOyC^ lifpiriti fimtìmente uia fc narìdajfiYO disjhc(ndoijii€t luoghi rncartait: QJ;- miniìndo però fi co una dufieriata fi-ma ui fuoco, ^r difìumme in cjuel lo che fi d fpicc^,ti4.wo da Ut nife era della tèrra . don^ de caufa roìio ancora quegli thtorìarj^inti.Qr tncerf di] , / cjuali fracidùppaHiiuo , & ft> v/ìo pt'Ciò ajfai maggiori de t primi per lufr^a , che pare a che ti eie lo , (§- l*H!2firrio Jhcijjero w qwfo fio . Jlnuouo pro' fferto , chsdopo Caria frenata fmafiìfiflò , fit che in luogo del wonte .che eratra t cjuanro Grotti ut-' defun Tempio , ncn come il primo , f ben ejudlofi helliffimo , ma un* altro che l'auanXaua di gran lun^ ga, G" che era di uifla d:jjtrentifìma, mofìrando me defmament e altra fi abilità , che non tra nell'altro, percioche in uece de t corridori poftt nel bafmento haueua una galena ornata di colcn/.e dcppie,che per colori rofft tirati in fu L'oro parca e he far/i me^gi affe- rò . la cjuale tra i due uolti di mez.o hausa due l^eneri dorate modtslifime. Cuna con la palla del cielo ^ l'al- tra con quella della terra. cfo\hneua [opra Carchi^ traue più Amori inargentati di adhUa, c^ liberi affatto d'ogni benda , & uefìiti , con le faci di foco chiaro nelle mani . dietro a t quali n erano pan echi altri ne t nicchi.^ altri tuttauiafopraglt aiti balli/M fti della cuppola , ch*era tutta di criHallo. Gli oriygli argenti , c^ le pietre di più colori haueuanoi proprij luoghi tanto a propofito , che ben fconofcea che non s'era jparmiata cofa alcuna.che alla delicatezza fi richiedejfe , Sopra il uolto che era nel mez^o , Jorge^

Ipi IL TEMPIO

una t molata, mfcritta .

Aàucntu Barbara . ^ue altre ft k^genano ne i due uolti , che aceowpa" gnauano qud di mcTjo. ^ due altre /opra la cornice diritte a cjueHe . A>//' una delle due infiriori era ,

Quod alpthus perpetuo uelatum . mli altra ,

Nuncmortaliunt oculis confpicuum, H^uia tuna delle due fuperiori ,

Vtrtutcm atqtie Honorem feEìantihHS 0 Et haueuat* altra ,

^d Virtutem atcjue Honorem adìtus , ^er Cloche e cofa chiara che tutto ti proponimento auesiafifta e che i Caualieri' amando per jètt amente gtungerebbono alla per jètttone della f^trtu (^ dell'Ho fiore , alla quale per la uenuta della Principejfa Barbara fi era aperta lontrata (:^ la firada inacceffibtleper ilpaffato. Stauano due Piramidi in uece de i dueCrotttpofìi all'una banda c^ all'altra delT empio , che mojìrauano a^effereajfaipiu flabi^ li y che non erano leduedirt^(zAtenel Labirinto & nella Selua . perciochefopra la bafepofaua una ma' china quadrata , che crefceua in un triangolo quafl perfètto j non che hauea alquanto dell acuto . cp'ol tre di ciò rendeuanoglt ornamenti di fiat , di fpec" chi , ctoroy d argento & di colori di [malto lucidi fs. certa uaghezx.a , che fi conteneua ne i termini della grauità . Tre erano le ftatue dell^una Piramide j la prima col capo di lano é' col timone : la feconda con lofcettro & con le uerghe : la tenji con una mano di

ritta

D AMÓRE. 1^^

ritta in mcLO aduna corona regale . Et tre erano lìatue dell' abrada prttìoa con la patera : la feconda con la cora\zjij (^ con iloafia: la terza con la btlan^ eia, con la fecure , f^ con un broncino da acqua . In uece degli altri due Grotti, che già fiirono uicmi a i palagi incantati appariuano duegra Simulacri fht ti dtfcoltura.St quanto a quello della deftra del Tem piofcoprtuanfìt Giganti fidminatt con cime di monti rumate loro adojfo, (^ con le membra rotte, c^Jparfi che tutt aura parte frmauano y parte mojìrauano di mandar fioco . ò" alcuni teneano la boccale-;' gli oc^ chi aperti in figgi e horribili. c^ Gioue fimi Im ente ri- poflo nella fommttà fi nefìaua in atto d'ira,^ di ui" brare ti fitlmine, che hauea nella defìra.Et quanto a quello ddlafimfìraxh'era all'incontro dell altro,' ue^ deuafi Fall ade, che medefim amente fiado in altofid- mìnaua tarmata d^ Aiace, O ileo, la quale par ea che hauejfe urtato in unoficoglio,^ che fi-ac affata, ei per- coffa da i colpi della 'Dea ardeffe m diuerfie parti. Et ancora che ftsfingcjfe F intaglio del marmo , non era però che no s*imitaffe,e4 fhctffe difcernere ciò che hi fio ' gnaua molto acconciamente . Faceuano di fie mofira foperbiffima due S^dtficij che erano in luogo di quegli altri due incantattetfiper efferfktti duna marnerà me de film a, come per ordine della contcfiura indie autt no di effer uefìibuli dijptccati , che toglteffero il Tem- pio nelme'^o. Alttffiimi, (^ ancora de i due preceden ti erano quefii che hora apparuero . (^ dal mezjt in [h coi nicchi, & ^Itrc manifatture imitauano h

^ meiÀ

\

194 IL TEMPIO

tnaà fiperiore ejfo Tempio . dr dai me^o ingiù la metà inferiore che era a Galene ^ le cut colonne rof- (eggtauano fmtlmente come quelle altre , & hauea- no i contorni dorati^ (jr It fpecchi, (^ le gioie , ^ tut- to tlreflo tn conformità . Et nellafomma cornice refi deano t ballauìit fimili a quei della ciippola con figu- re dorate [opra cariche di lumi, le quali erano pari- mente (ofìenute dalle altre y che aitano più al baffo ^ anche a terra . per modo che non filo quefìi nuoui JEdificij non haueano forma ne parte alcuna , che di fimtglian^a s'autctna(fe punto a i primieri , ma le altre cofe ancora uartauano tanto da quelle di pri- m a i che pur tn un minimo conto non communicaua- vo n iente infteme . Le figure poHe nel ueftibulo della, defira del Tempio erano con queji' ordine , jìauanel tiolto di me2^o un'apollo: ò' ne micchi della fnc- ctata ti Dolore , // Tiacere , ^ lo Sdegno appoggia- to ciafcuno col gombito fiopra un Termine , ^ coru uno jpccchto attaccato al torchio che teneano con /'« tia mano , ^ con unofquadro di piombo appefo al tor chio che teneano con l'altra . Et all'attitudine fio- la della perfona dinotauanoquefie tre paffiont . Et fopra i balUuftt diritta al 'Dolore era la ForteT^a col capo del Leone: c^ diruta al V lacere la ISl^atura tutta piena di mammelle con due fieni l'un maggior dell'altro: la Fortuna con la uela^et pofìa fiopra un da do tra due corni di douittaj'un ptcctolo.et l'altro gra de: c^ la Gloria con la tromba,^ con due corone alle braccia funa di fiori/ altra d'oro»6t dir ita allo Sdt

gno

D AMORE. 1^$

gno la Alan fu et udì ne col dente d' defunte . Le pofìe nel uefìibiilo della fimslra del Tempio erano fimtU mente con tal disfojìtione . Staha nel mito dt m '-zj> un Mere tir io .(frnei nicchi della fhcciata la '2\(>- c e ffità col chiodo di diamante: la Commodita co due rote,d^ un termine : c^ la Perjèttione col circolo . Et fopra ihallauiit la Ginflitia con un cowpaffo, ^ uno feudo con la ma'^a , Et diritte alla Commodita In Veracità colfegno duna mano aperta , CT* duna lin- gua nel meT^ di effa ; /* Affabilità col balteo di Vene^ re ,(cr la FiaceuoW^a con una ghirlanda diuite^^ di corimbi (^ diritta alla Perjrttione l'Amicina co Caftore,C^ V alluce . Et cjuantunque quegli altri due pulpiti fèjfero flati bellijfimt , la belleT^a però di (juC' fio ulttmo era con tanta grauita che fuperaua quelle di prima - Et oue riera flato ueduto uno parte lafci" uo parte formidabile , fi uide poi queflo , che parca tutto uenerando , c^ pieno di maefia , tal che attra- hcua^é^ uniua gli animi a con maniera troppo ine jp he abile. Che ueramenteficome il magi fi ero deiro^ pera non può efprimerftìn carta , cofi /' effetti della uenuUk , (^grandel^a chegeneraua : c^ della ma* rauiglia , (^ riuerenzji , che nefeguiua , non potreb- be mai tffer tanto uiuamente raccontatOyChe la lettn ra appareggiajfein modo alcuno la certa , c^ piena coment e'^a degli occhi , Cy' della mente di chiftro- uò. Finiti tutti gli incendtjyi^ rtfchiarata l^ ariana- uendo ; riguardanti empiuto l* animo, non già a bajìa z.afatollo,della majpcttata utjìa del nuouo fpataco-

'2^ 1 lo:

lp(5 IL TEMPIO

!o: et ejfendo i Caualieri delle Adaghefen'^ queltécU me che fin qm hauea loro impedita la nera luce : per modo chefitrouaHano Uberi dall' ingano . et cejfando però ttitti dal combattere, apparuero/òpra la galeria del Tempio tre damigelle chefiteneano per mano, (3* d'indi, ufcirono jplendort^che ptu chefiffepojfibde rap prefentarono t raggi del Sole, (y' dt ragione quejle non foteano ejfer altre che le tre Gratie, Quella di mel^, fenz,a che altro /ilentio/ìfhc(Jfe,percioche l*am?mra (ione in che p continuaua tenea ognuno qnictijfimo , dijfc ad alta uoce in lingua Alemana quelle parole . // ampio d'amor e, che fin qui e [iato celato , ho^ ra fi [copre poi che la Regina Barbara rajferena do il cielo ha girato gli occhifuoia quejìi luoghi. et per ejuefla difcoperta cejfa ogni tmpediméto.a refla libe^ ro hngrejfo , & ti camino a i Tempii^ della f'^irtu , c^ dell' Honor e. & noi cefi dt rado uedure nelmondo^co^ me mimjlre dittine uentamo in queflo punio ad annon tiarlo a uoi, che fa e tutti Caualieri di l^irtu, (^ a* ho - vore :fie ben alcuni per la troppa firz.a dell'incanto fi trouauanotrauiati dal loro prefofintiero.P7ntte,ucni te tutti infiemcyche a tutti e datafiicurafacoltà di con fegmreiuertuofi ,^ honorati intenti uoftri . *Dato qutflo fi [enti incontinente dalla porta del Tempio un concerto di mu fiche abbondante, & uario, ^ uà- go ajfaipiu de gli altri, e he fii un fuautffimo condimcn to. Qutfta a punto fii la canzjone che fi cantora qua- le per mio parere ajfai acconciamente terminò lafi- Ua colfggato delle No'^e .

G L o-

d'amore. ip7

Glorioso %^idolfi

Che [cefo dal Re al [angue uetuflo ,

(jiungefit il [acro augello a i Leon rubri .

O tu che fisi t utncttor d'Jldolfi) :

Et tu da cui fperar tanto i delubri ;

O l'un difi\ l^ altro d'honor onujìo ,

Cefare : (^ terzo di quel nome ^Auguflo :

O più che Magni , o Ferdinando , o Carlo,

O udì , di che più che dogn* altro i parlo ,

Vot ch'allungate Ibero a un nuouo Tlaufìro:

Et contra tlnouo Sol torcete flftro :

%^ifpingendo la Luna entro ilfuo clauflro ,

Ch*à un tempo a lei Jìntftro

Quinci ha la terra,et quindi ha il mar difgiunto:

O Au^ri regnator di Borea , <^

M.iratequalAlfinfo

E^ desinato dafrtal riffonfi

A trouarfitn tal punto

Con la Barbara uoflra in un congiunto .

Inclita genitrice

Del primo Imperator del globo noHro :

T>onne,che d'Ali, c^ pofcia , c^ pria fcendejfe i

1)onde tAtia progente ha la radice ,

Che tn tanti rami t Principi di Efie

A tanti foli in tante proue ha moflro .

Voi che ad altri arbor gijìe ,• ^ mi che iluoflro

Cognome ejueUa eccelfa pianta accoglie :

Si che cjuày là. Corone manda, & toglie ;

O Matcldi , 0 ludite , o Cuntgonde :

:^ 3 Oda

rpg IL TEMPIO

O da Partenopei Regiprodutte ; Et da renata d* aurei Gigli fronde : O mi prtemìere tutte

D* AldrQHandini,Othoni,& Guelfi.e' Henrichi^ *D'Hercoli, d*<iy4^i,c^ d'Ohiz.i,&d altronde; Qual "Barbara s^ allaccia ^luoflro iyilfinfoper tufata traccia Su quefli piani aprichi Guardate in fin da i primi tempi antichi Voi che rayfqmla nera

^fe con nodo cop forte flringe Quefìa bianca di nerelé" madre , c^ figlia ^ Noi tre dine torniam da Calta ff>era : Et per co fi ei , eh* è il nodo , cfr eh' affi miglia L'infinita bontà , che qua cifpinge Et d*infolito ardor l*alme ne cinge , Dtfuelto i & fin/ò habbiam queluelo alpeflre Et spianata la flrada erta , & filueftre , Che contendeanlagloria a gli occhi e* a ipaffi» ty4 l'apparir dififerena uifìa. Non di tenebre denfe , o d'ajpri [affi , E'' orma cofi triffa y

Ch'à un tratto non fi purghi eimparadifi* Venite a noi: qui fon aperti ipaffu Hebber gli Heroi Efìerift Da quefìa piaggia t bei de fri immenfl jil nofìro Tempio : e*i uifi Gli affiffarfych* ancor ui Hanno inciftm Qui le regie mriuf^iegano i uolt «

D* A M O R 1P5>

Han cjHÌ r antico nido ,

Che d'ogntntorrìo con [onoro grido

Va rimbombando Jori ,

Le donne , i Canalter , tarme , &gli amori £r m cjHelmez.0 chefìcantaua s'tnuiarono i Caualie ri con njìejfo Arco trionfale della, Virtù ^ c^ dell' Fio noreifalendo tutti Upiaggia,& appreffandoft al Te ■pio , Et al fine della mufica, (jr dell'atto che fhceua^ noiCaualieridiriuertreilTempw,folleuoJJÌ la Fa* ma per modo che pareua che dirittamente ne uO" laffe uerfo il cielo : (y- con actttijfimi , &freqHenti]fi' rnirimbomhi delle fue trombe ftp art) dalla uijla del T eatro pur fempr e rifonando y fin tantoché col fen- tir fi diminuire, & andare tuttauia mancando dfa* to per la lontanan2ia y hebbe fimi/mente la fèlla il fuo debito fine . Aia non finì già ti popolo , ne la nobil tày ne i Principi ifleffi, dt riguardare fiffamente tin^ fatiabile uaghe'^a di quel fìto , la qnale penetrane tanto più ne i Centtmenti loroyijuanto che firicordau^ no che fucceffiuamente haueano ueduto tante muta^ tioniyò' occorren'{e dinatura y& rapprefentatione dtuerfiffima ,& che in particolare [opra una piag- gia medefima erano apparfe tre forti diprojpetto che di uolta in uolta s^ auanz^arono fempre di belle'^z.a ^ partitofi ogn uno con quefìtgraut , & allegri con^ cetti firefìò uniuerfalmente con fattsfhtttone tanto maggiore, quanto che minore affai era fiatai* a^et* tatione , fi perche non fifperaua che fi douejfe auan^ \are ne ilCajlello di Gorgofirufa,ne il Monte di Fé*

N 4 roma»

aOO IL TEMPIO

ronìa, come ancora per non ejferfi fenttto romore, ne uijìo apparecchio alcuno, non un mefe prima che la Prtncipeffa arrtuaffe . percioche il 'Duca ordinati tre luoghi per tre forti di fp^tacolo: i quali fono nel^ le parti della Corte fua che è di circuito larghifflmo , ejfendouene due dentro , ^ uno circondato per ti piti da effa ,fece che t lauon , <^ per conto delle fhbrichey CJ per tutto il rejìo delle uarie inuentiom che ut con- correuano fi cominciaffero tutti a un tratto mede fi - moy col prender fi c^uelfolo (patio dt tanto tempo,cjuan to hafì afe a ridurre ogni co fa alla compiuta perfittio ve. Etcofione prima era il giardino dt cheparlajfi- ma fin da principio , fi fitto t apparato per il pre- ferite Torneo con quella maggior quantità d^ope- rarij che uipotejfe capire , i quali , oltre che lauora- uano giorno , c^ notte hebhero continui rinfrefca- menti delle maefìranz.e della città j di tutto lo fta^ to y & d* altre fere ferie d'huomim principali nell'ar te loro . Et nel termine del mefe ifìeffo in che fiattefe a tutta quefa opera , fi edificò una fala di gran- dezxA affai eflraordinaria . \la quale efendo quafi fornita firtduffe con trauamentt allo fiato medefimo che fi uolea 3 poi che per più magnificenza f fece particolarmente per efer ufata per l'efato delle vozj^e : cr dentro ut fi banchettò due uolte con quei fèflont che fi coflumano qua in e a fi tali . uiccrefce- uafi Nptnione che UT empio d Amore., c-r i concerti condotttHt non potejfero riufctre cofs dt gran rilieuo , poi che in quei giorni a punto , er non prima fi /a-

brtca-^ .

D A M O R E. 2:)I

hrkdTom ^It Archi da S. Georaìo alla Pìaz^za per l'entrata della Principeffa cfr altri ornamenti anco ra fatti fuori della citta , <& in particolare fopra il Tonte , che per opera di legnami, e Jìruttura che n* ha poche pari. Et perche iononuoglio digredire dalprefofoggetto non Barò a parlare altrimtnte di c^Ht^a entrata , ne a raccontare come la Ducheffa fijfe incontrata prima dal D v e a^ poi da Ma- dama Lucretia fuaforella & condotta a Beluedere con uarte forti dt barche uaghijfime c^ pompo/ij/i- mamente adornate c^ come tuifijfe raccolta . ne di- rò della maniera con che il Legato del Papa andò a leuarla il dtfeguente nel quale ella entrò nella città : CT* eon che bell'ordine fi {aiutata da quantità gran difs. d'artiglieria dijposìa lungo le riue del Po : ta- cendo parimente la coronai ione (^ tutte t altre ceri- monie (fr la continua maffa di tanta nobiltà de Ba- roni Feudatarij ^ genttChuomini dello Hat o ,ò'il numero de i tantifirefìteri , che fluide tutto il giorno daltun capo all'altro delle ftrade , di modo che per rion dar fi oc e afone di e onte fa nel fkrfi precedere più l*un che PaltrOyCome efolito di auenire oue e quanti- tà di perfonaggi di talportatagiuano fenz^a diftin- tione di luogo t^ tacendo ancoragli addobbamenti de i cor fieri ^ altri caualli dipretio, ^le ricche fli e^fòdre de i caualieri.et ilcocorfo delle carrette et carozjz,e et de* cocchi carichi di Signore et géttldóne tatofoperbaméte uejìite.percioche ildiflenderfifopra £iò farebbe fuperfiuo.nofolo perche e lomano dal mio

fro^

aOl IL TEMPIO

proponintétOy ma. ancoraperfaperfiche efsedojtfatta quejia entrata m que^a città che ha la Corte per tati jècoli, & è cofì auez!^ a cofifimilt, il tutto farà pajfa to perii debito termine. Afa per tratenitura di quefie no'Xzje , oltre al Torneo che habbtamo defcritto, ^ al precedete che fu ueduto nel Cortile in un Teatro qua dro fatto a palchi uguali & capaciffimi ,& che era di uenti Caualieri a cauallo j che con grande applau fo di chi fa che coftfia torneare in tanto numero.com batterono in croce c^ per angolo ^ inguìfe tanto rie c^ interzate che no ?ni da l*aniryio di poter lo ejpU care; era/I ancora per correre nellapial^Jetta a cam aperto , la qualcofa d'arme come la più imttatri- ce della guerra & c^J^ douea hauer concerti in con^ firmttàhonorattjfir/ii, s'era ritenuta nell'ultimo: con riferua del reflo per li diece tdtmi giorni di Carne^ uale . magitmto unhora dopo il fine della fèjla taui" fo della morte del Papa , dr partendof il difeguentt il Duca c^ la Duchejfa di A'fantotia,& di mano in mano i Cardinali , (^ altri Signori , ofijfe per quefia parten'^ yO pur per rifletto della d&tta morte , non fi fece più altro . £t perche fi fappia con che occafione fi cer caffè d^ attaccare le future fi fìe con quefìe altre, e dafapere che il giorno inanl^ al di delprefente Tor- neo comparuero quattro perfonago^i uefìiti di drappi d*oro in habitopompofiffimo alla Mauritana , &fe- gmtatidibelUffima comitiuacon quattro trombetti tnanzi pur uefliti in concerto , che entrando nella gran Sala , ouesirafinito di cenare :^ fonando al

tamente.

D* A M O R E 20^

tamente ,ficerofhrpiaX{a ad ejfi A<lauritani , t qua h giunti incapo (y' fatiti alcuni gradi s'apprefema- ronoa i Principi & alle Principejfe . & parlato che hebbe alquanto uno de i principali mll^ idioma di qud pae yfott entrò un altro che dijfe in Italiano qual jTìéte erano màd^ti da i lorfìgnori per Njfato che fi conteneua nella frittura ch'egli hauea in mano , la. quale era lafojìan'^ di quanto il fuo compagno ha^ uea efposlo. Et il Ducaprefa che i* hebbe la ridiede x qmlmedefìmo che glie C hauea porta , ^ gli cenno che la leggejfe . Et quella a punto che filetta , fi quesìa .

Gli infiafcrittifei Caualieri di Afuritania hauett do intefo infino dall*e(lremità del Nilo doue erano iti alla uentura del Monte di Luna , che in breuefìdo ueanofxre in qut fa città di Ferrar a le nozx^e della Regina Barba r a d' Auslrta fi partirono di la y accelerando il camino con ogni poffb ile diligen^ za per ejjerui a tempo , mojfi dalla grande'^a di tan ta ^rmcipejfa t^ delgloriofiffimofanguefuo : (jr pa rimente dal grado di Caualeria e' ha luogo antichiff mo in quefla Corte ,• (^ tanto più e {fendo ancora fre- fche nella memoria de Mauritam le proue fitte da tanti Venturieri alCafello di (^orgofrufa (^ al Aio te di Feronia . A^a difurbatt da uarij accidenti oc-' corfi loro per f rada , dijfdandofi di poter giunger a hora y hanno mandato tnanz^t i prtfntt loro perfo^ naggiacciocheuiarriuino mentre che farà ancora infieme i'honorata compagnia che prefuppongono do

204 IL TEMPIO

uer ritrouarutfi: &fkcciam intendere a cìafcuno Canaltere di effa^fìa di qual parte del mondo ejfer/t uoglta , che faranno gli ultimi diece giorni di Qarne ualein éjnefla città per mantenere tn giojlra chiù- fa , in giojlra a campo aperto , ^ in ogni altra for- te et arme , fi a pu cornea canallo , ^ fi ade/fi co- me ad ogni altro che foffeper uenire , che le donne lo rofonopm degne d'ejfer amate & feruite che alcu^ n altra . (^[e ui faranno alcuni che uogliano cor^ rere con praij yO portandone ejfi , o rimettendofi a. quei che faranno portati da loro medefimi s^eshi- bifcono pronti à furio : ojferendofì anche parati ari- Ifondere adogmcjHereia d'zyf^ore ^che per tut' tt quei giorni uoleffe ejfer combattuta appartata^ mente .

A^az^agafco II Trafìtto .

Jrfacafmo il Ter coffa .

Gra\amaldo il Verace .

Aiolocamhro il Sincero,

u4griponto il Fedele .

Gofmagarro il Cojìante . Tubhcata che fu (jnefia sfida & accettata da i Cau4 beri circonflanti,fi diede nelle trombe: &t Maurita ni y che haueano comphto aWaJfunto loro n andaro no uia , Q^efta e la defcrittione ch'to hofhtto del pio d timore, intorno al quale h aurei hauuto animo di far qualche poco di difcorfo:fi come fici ancor a nel la fine del Caflello di Gorgofirufa et del Mote di Fé- ronia . ma oltre ch'io comprendea che fono ptu laten

tii

d' A M Ò R E. 105^

// ifecreti in quejìafijia che non furono in quelle al- tre: per modo che non lepojfedendopiu che tanto ha" urei temuto dt non riufcirne, toprefemìy che ilTDuca hauea commandato alfig, Ptgnafuo Secretano, che jhcejfe una breue dichiaratione del tutto : dr operai tanto che col mtzjo dt uri ìntimo Cortigiano ri ho final mente ritratto una copia , lacjuale non ho uoluto la- fciar d aggiungere a quefia miafcrtttura , parendo mi che cjuefìo fia un" ac ere feerie quel lume , creila non haueua mfefìejfa .

ICaualteri di quefla Città rapprefentando le oc- corrette di caualeria fimili a quelle dttimpi antichi, fingono a'ejfer diuerfi erranti , che intefa la noua del Tempio di Amore uadano a capitarui . La forila delT empio co nfìjìeua in quefio, che erano due con- giunti infìeme talmente y che non apparila che itpri mo pofìo dinartzj. nel quale entrato che fi era ,fpaf- fiiua nel fecondo. Cj- daefo a fcendendofì un'alpe, che per rifletto della ualle non potea effer montata da alcun altra parte .ftperueniua per erto c^ angu fio calle al Tempio della Vtrtu : c^ da quefto per pia na et (pattofafìrada s'ètraua in quello dell' Honore, T^ìl'unofiuedeua Ì animo della cofa amata.et nel- t altro fi godea la gratta della medefima.et come che limprefafòjfe honoratiffima ^ deriuaffe dalualore, tutti t Venturieri ui andauano con trionfi , chifolo et chi accompagnato , fecondo che conueniuano nell'in- tentione del fòggato y che prendeuano , Et effe n do tre le uie che tendono alla felicità , l'una del conofar

il

ao5 IL TEMPIO

il male , l* altra dello fcht furio , la terza delfkr Uh* ne , trefiirono parimente tprojpati chefiuidero , in conformità de quah tre [ar anno ancora le parti del frefente difcorfo , Ada per dichiaratione delfine di que^i Caualieri , nel quale confifìe l'tntelltgenT^a del reHo , prima dafapere , che quesìa moffa loro e un gire a pigliarfi ti premio della uirtuofa operatione d*a more , che mene nominataferuitu fkrta alla dama; il quale per ejfer cornfpondente a quello che fi opera, è nohilijftmo dr certìfs. fi che cht ama lealmente ^ con retto gtudttio confegi4ifce alla fine drfenza man co tlpoffeffo de It animo della donna : che è lagratia fida . non ut effendo alcun dubio ,che lofpirito dtWin- t eli etto , come parte diuina 3 che e però più perfitta^ mente guflabile , ha da effereprefirito. Diremo adan que che figurando t amante che con la bellezjLa efìe- rtore della fua donna pconfhccia quella di dentro, C^ che pertanto mirahtlt fiano i concenti fuoi^^ an- gelica l' human ttà ^ la beneuolenz.a che da lei deri uano y tiene di ejfer beatificato dalla grafia in che el- la fi rifiolua dt rtceuerlo . Quattro fono i gradi del gno della buona effiHimatwne , il quale e ti premio dt chi è hauuto in tftima : <^ chiamafi honore . L'u- no eia loda generale di chtfia atto a \operare degna- mente . come d* un giouane daf^ettatione , 0 duno habituato alla uirtu qual farebbe un Senatore , 0 in tta donna che fi conietturi , che fiele fi ffe lecito tratte rebbe negotij ^gouerni con prudentta uirile . L*^/- tro e maparttculare commendatione d$ qualche ope

ra

D* A M O R E. ^07

rafegnaìata . come d*tina imprefa d*arme , 0 cCam* hafctaria condotta bene . // / erz.o e Ufgmficattone della filtcità . come d'un cumulo eccellentijjìmi be niproprij, ^ di larghe projfer dt fortuna , che in uno fi congiungano . c^ Roma apunto facea trionfa- re i Confali &gli Imperatori uittoriofiper effaltarli confolennitày che li dmotaffe felici . Ilcjuarto è la bea tificatione , che fi come dicemmo e tutta dello fpirito Ó' non delle cofe materiali . Cy' ^uefìa 1 Gentili fimiU mente fi sfhrT^rono di far cono fiere col diriz^^rc Tempìj & inflttuirefiacrificij & confiacrarli all'im- mortalità de gran Principi . Ma con la maniera, rnedefima , con che gli huomini commodamente agio, ti (^ Hirtuofiper elatione in fopremo grado , c^ alle attioni quanto fia loro poffìb ile y fi chiamano filici.an Cora che pano dt mediocre conditione di uita , fipO' tra parimente a fimiglianz^a dunafommagrandez. z.a , quale fu nelle dette confecrattont, arguire che la diuotione de gli amanti beatifichi le donne loro,<^ che a uicenda lagratia dt quefìe uenga a fkre , che quelli fiano beati , er nafcendo la corrijpondésa del- 1^ amore dalla conformità degli animi : i quali ofiono pan da fi che e parità dt due amici io pari a propor Itone , nella gui fa che ilfuperiore\dr tmfiriore s'ama no mfieme ; nefigue che la co fa amata fi come ha co feguito la dtuottone dell'amatore , cofi proportiona- tamente ricompenfi lui con lagratia fina , Stfe la donna con la propria utrtu accefe il caualiere ad amarla , i mceffarÌQ chs egli msdefimammc confa

Ió8 IL TSMPÌO

firlA della uìrm , che e in lui , prouochi lei afkr at-^ trettanto , & egli cono/cera dhauer ottenuto l'tnten tofuo y quando ella thabhia aggradito . ^ l'aggra- dirlo e aprirgli f animo, fi che uogUa che i penetri dell'una ^ dell'altro fìano comryiuni adamhidue . Horapercioche dalla uirtu dell amante , che e Per^ fitta operatione j nafce l apertura dell animo della donna , che e co fa perfètta , la quale non poteua e(fer uiHa prima non fi diueniuafimile a lei, e fìnto che dal Tempio a Amore fi faglia al Tempio della Vir tu . Et perche lagratia che deriua dalla communio ne de gli animi è ti premio , che la donna all'a- mante , dal Tempio della Virtù jlpaffa al Tempio dell Honore , ejfendo Ihonoreil medefimo , che e il premio di ejfa uirtu.per modo che fi come la uirtu fèr maua ì quattro gradi poflt difopra y cofil honore era dilatato in loda , commendatane , fignificatione di filicità ^ di beattficatione . la quale e l honore che la donna fh ali amante col renderlo partecipe della fuagratia. Glt inamor att Caualtert che uanno a que ftt Tempijper confeguir ti frutto dell amore ne mo Urano degni colfegno della uirtu , che hanno indi- cato , 0 con Nccafione del far opere di ualore , o con l'elpreffione della prontezjLa dell'animo: che è tn fhr nefempre che/i prefenti loro l'opportunità . St di qm e che tutti hanno feco uarij trionfi, i quali feruono ancora alla tefificattont ddla feruitu che portano alle donne loro, la quale dinotano con imprefe ^ motti : & con celebrare d nome di effe in quella pin

mti*

D A M O R E. top

magnìfica pompa , che pojfano . percioche non fi" io con inatto del fhr trtotifhrle uoglwno figntficare , che elle fono filici ; ma con la dedicar tone de glia* ntmi le dipingono per beate . Et hanno proponi'* mento di beatificarle per (guanto porta la loro poffi^ htltày e ben ragione che elle fìmilmente li rèdano bea ti . fi che era conueneuole che andando ejfi al Tem pio delt Honore pcrueniffero prima a quelli che fona dell'amore y& della Vtrtti,^ che fimtlmente ui gtjfiro col trionfi della cofa amata . Et (juefto che diciamo dell ' amore caualerefco e il medefimo nei (oggetto delfermre tifino Signore, ^ del trauaglia" re in ogni altra forte di Hit a nobile . nella ejuale fi ricerca fimilmente che fi ponga amore alla cofia che fi fh\ c^ alla perfiona uerfo che fi opra : ^ che con /* accommodare t fenfi all'intelletto , c^ findarfi [opra una buona ef^erien\a fiinefica huomo di ualo* re , {^ di riputatione . A4a effendo due gli amori ra* gioneuoli , ijualt in effetto bifogna che fiano <jueHi , che hanno da effere [cala alla firtu ,• due ancora fio'-^ no flati t Tempij d'Amore . ^ perche necejfaria» mente dall'uno fi entra nell'altro , è (lato alpropofito che arrìbi fi con^tungano tnfieme . Il primo era del* i*Amor tmperfitto , che e ijmllo che ci conduce al fi" condo , che è ilperfitto . Et per feruare f ordine delti jpettacoli che efimilmente alpropofito per una or di-" nata dichiaratione del tutto, porremo in prima ^uel* io che prima fu uiflo : ti quale fu l'imperfitto , che era fopra fina ptaggtaa pie et un* alpe, che ti fiancheg*

O giaua.

^lO IL TEMPIO

gtaua, tra auattro Saffi illuminati , che dmati^ ha-* uea dalla de (ir a una Montagna , ^ dipoi una 'Ttra Wide in un Labirinto:!:^ dalla Jìniftra un* altra Aio tagna,etjìmilmeie tiri altra Piramide in una Selua. Queftaìmperfittionc, c'hora defcrtuiamo.non è come il- uitio j il quale e pnuattone dt ur/iu^ma come hm- par areiche e lajìrada del fapere.e più propriamente come il ben ajjucfkr/iper acqutsìar urih^.huo buono, et ben [tcuro.percioche le co/e naiuralt ole altre dipo., CA tnduflrta fono dt tal qualtta, che uifinafcCjO quafi ftnz,a altro fludio ut fi ne (ce maefiro . come ti uede^ rx j // correre , & altri fimilt . (^ quando fi par- ta jf e di que II* amore , che e unafj&ttionarfii alla cofii che piace, quefio ancora farebbe fimpltce parto della natura . ma wtendendofi di quello che derma dalla fioHra elettionCiChe e non fi)(o l'tnuaghirfi della dan- nai ma ^l rtfoluerfi dt farle feruttu , & di moflrarfì mertteuole dell'amor fuo, bijo(ina moderare gli affet- ti , ^ eccellere in opere glorwfe . 0^ quanta è mag- gior la fatica che ricerca una co fi nobil arte , tanto e più honorato il fine : ^ più difficile il modo dt con- Jèguirlo C^ ouefo/ìo lunghe difficoltà , occorrono di- UEY fi gradi d'imperfèttione , La onde que Ho primo Tempio ha nella cima una palla di criHallo , che fjr la fua rotondità y(jr lucideXz.a uuol dinotare la pjtr a ragione deH'huomo .&uieperòJopra un^A- morino fcnz^a hauerene abbendato gli occhi , ne le- gati i pie . Gli occhi liberi fi pongono per quella mr-:^ tu naturale ^hé ttjh cqnof cere, dr proporre il bene ^ il

D* A M O 1. E. X^l

che facciamo col non lafciarci occupare da gli appe-f -, tìtt, Ipte lihertfono tolftper cjuclla hahtlttay medtan . re la (fuale fi cornine ta a gire per U debtti mtzj, al ben conofciuto , ^ propoflo , Aia perche ^ueflo è un'a- more bengtoi4amtto y fi mene afigmficare , che non e adulto , ne ridotto al fito intiero con^pimemo , pereto che eg Ufi fh compiuto con la continua correttione de gli affetti , & con la piena efferienTa delle cofe del mondo . (^ fi all' una .come all'altra fh mefltero di lungo corfi) di tempo. Ada l' intendere ti bene y^tlno Urlo : ò' ì! applicar mie operationt per aggi un gemi, ferina hauer anche fatto altro e la mmor imperfit- > ttone per effir la più difcosia dalle tnarrgwri : (^ la . pmpropinfjua che le altre al figno della perfèttione . . (^ pereto prima che fi peruenga a quella palla di enfiarlo in fono due ordini d' Amorini , il primo e tip tu r 0^1.0 : CT d fecondo che più s'affina è il miglio- re . I^ei primo fono gli Amortai , ce i legami parte a gli occhi , & parte a i pie . donde fi comprendono gli incontinenti , Qr gli inesperti . perciò che cjuei che hanno legati gli oechty i^n^n i pie , mofìrana la condii ione di coloro che per t impedimento delle perturbationt non fi contengono , che non incelano male , ma noi fanno però con mala intenttone . (^ ijHeilt che hanno legati i pie , C7 rion gli occhi , fiìno m luogo di coloro che hanno compojlo [animo , fi che la ragione non è impedita 3 ma non fanno an- , chela maniera del ben procedere, ISljW ordine _ fecondo fi ueggono gli amorini con le bende al-^ ; i O 2 quanto

aia IL TEMPIO

quanto giù dagli occhi , (^ co ipìe alquanto in liher^ . . che (s po^o per li continenti , c^ per gli intelli" genti . Continenti fono coloro , che hauendo gli occhi poco meno che difchiufì , conofcono tanto il bene , che fi contengono da fitr il male : ma non però tanto prontamente , che [emano fatùfrttioneneWaflener^ fene , Intelligenti diremo quegli altri, che hanno tanta conofcenz.a dell^ufo dell'operare , che quando farà leuato quel poco di nodo , che e loro a i pie , potranno confeguire la prattica. Euui poi nella ci- nta quell* Amorino , che dicemmo hauere gli occhi, (^ i pie in tutto liberi , il quale per conto d'ambedue quepe parti e già tncammato uerfo la perfèttìone . Stanno appreso all'entrata del Tempio daliuria ban da t Appetito , ^7 la Ragione, cheferuono per la par te del domare gli affati y donde la uifìa fi poffa ri- fchiararcy & proporful buon fine : percioche la ra- gione con tutto che fia una fola , ^ ha però un fol oc- chio nelmezjQ della ff onte può effer diritta , cr torta fecondo che [Appetito le accommoda . che quan- do egli pa moderato , fi nel fioco Jparfo che e la cupi- dità , come nelteleuato.che e t'irà, ella non s'offufche rà, ne perciò uerrà a guajìare la fua dirittura : ma fi, quando uenga turbata. Et dall'altra banda fi an - milConfiglio , (^ la Rtfolutione . che dtmofìrano la parte del poter ben effequireper arriuare al buon fi- ne , nafcendo dall'ejfer copiofo di buoni partiti , & prefìo nel ben rifoluerfi , tutti i buoni termini del be- nt operare ydr tutti imali dal contrario. Et perche

qucflo

d'amore. 21^

^uefìo è twgrejfo ali* Amore , che h il principio delle tJOìire operattoni , ha bifognato lafiiar cjMefiedtlfo- fiticvi delCAniJVo nosiro nel puro flato loro* fi che 'l'Appaito.cr la "Ragione fiano quali conuerranno in fi t ne : ^ fi ano ancora ti Configli) , ^ la Rifolu^ ttone fecondo che fi prenderanno o bene o male, Cjia^ ce cjHcfto Tempio fopra una piaggia mont'.{ofa per inditto della difficoltà , che ut e a peruentrui . per^ cioche ben ejfo e imperfètto, non e però fecondo quel" la forte d*tmperfi ttione , che a trauerfo , ma fe^ condo quella che ha da conuertirfi in meglio , c^ da condurci a t Tempij della Firiu , ^ dell'honore . et e perciò alpih dell'alpe .che è il grado , donde fi a" fi end e a quet due Tempij . c^ ha l'alpe a i fianchi, per la slertlità del luogo : che arguìfce ti poco numera degli habitat ori . effendo pochiffimi coloro , a i quali fila permejfo tarriuarui . Jl Labirinto , c^ la Set- hanno molte fignificationi : ^ maffime quattro importanti . le quali concernono cofì effentialmente il foggettodi quefìo Tempio, che ui fono proprijjft' me . Percioche ftanno ftori della piaggia : & fi trouano in pianura apertiffima , per modo che il de^ uiare ò alt uno ò alt altra , e molto ageuole . & con* uiene fimtlmente che fi ano nelle due punte eftreme : fra le quali e necejfario , che chi a quel Tempio * prima ui pajfi : e/fendo tutto il reflo ferrato dalle alpi . & non fi piega o qua ,ola, e amina di lun^ go per la dritta (ìrada , fit^gendo quefte due male ejìremità . ^ una di effe ti trattiene non e pofit

O j fibili

214 I 1- T E M P I O

ni;tl€ che uada più oltre . Due fom t primi difetti, il poco amore fgnificato per ti Labirinto : cr ti trop- po per la Selua. ejfendo l'uno ar?gujìo ,(!;' C altra a urt'Certo modo infinita , Chi non eccita il uigore della ragione ne resi a fenz^a rtfcaldarfi alle ovtre di bontà y ò" di Malore : qt pereto ^jonftmctte a far co- fa buona . & chi sfrenatamente s'infiammai non " pone briglia ne ma a al fio cieco appettito; ó" cofi - precipita ri ti male . Nel gir tu! t ama a cjuejìo Tem- pio noi pojfiamo effr tolti di jìrada da due altri m- ' conuemenri. t cjuali confiftono nel 'mancar e, & ne iT ec- cedere: che non e quanto all'amore ; ì7ia quanto all'p- -peratione . come e lifinerchto timore , cr la temeri- tà . fiche ne gli atu della fiirte'^aci ritiriamolo an diamo inanzj indebitamente . ^ co fi ancora lafìupi '•de'^a,(jr la difjolutione : ogni uolta che non fi fia dfttnente per uirtu , ma per mal tifo : o che fi puffi la mtfura ne i fenfìdel tatto , ^ del gusìo , c^ il me- de fimo e nello (pendere quanto all'auaritta , ^ alla frodigalitài Cr tutte le altre uirtu, che fono la regola We* cofiumt,hanno quejìi due difordmt. Et cofi per la fud&tta fimilitudtn: il Labirinto haura riguardo al mancare ;(2r la Selua all'eccedere , Oltre di ctòper- the t uttij fitnno male o a noi jìeffi o ad altrui ; quei , donde il male e principalmente ti noftro .come la ut-' gliacchertaj'intemperantiaja tenacità^ lauanagh w«,(^ altri cofi fitti ^ fn dinotati dal LabirintOyche g una chmfura della ragione legata da t fin fi- & quei che fiejìendono al damo d'altri^ C4ime l'hCCfdere , ti

rubare.

D* A M O R E. ai^

ruhare, iltradire,& fimtlt derìuati dall'ingiusittia, conmngono alla Selua , che emendo [&rf{a, termine moftra Ceffata dell abbandonar ogni ritegno. Cy^per la [ita opacità e pofia per tignar antia . ^ a punto ogni malitagit.^. e cagionata dalfeffcr prtuo affatto delfapere, che m Jùffe qualche lume dt rettitudine non fi incorrerebbe mila trifiitia . La quarta dino- fattone e per comodi due priricipij dell'operare prò* dotti dai due fónti della prude ^n a . tuno e circa la qualità de'coflurrìt,i quali q-f andò fono ben gouernati dalla ragione , fi che i moti dev'animo non li torcano dalla mediocrità > fi difccrne il miglior camino , ^ fiuuole entrare in effo. l'altro e intorno alle attio^ m. le quali quando fono bene intefe , fiche fi fitp^ pia conofcere le circoflanl^ , (jr cogliere le opporr- t unità del tempo, & dèi luogo ^ CT della natura deU le perfone, er dei figgati, dr dei me"^, fi tiene U notuta degli agibili , ^ fi trattano acconciamente . Quella prude tia che fpetta a i coflumi e impedita dal Labirinto, che e ti carcere dell" anima: & queH oh il nostro corpo . or quella che appartiene alle attio» ni , è leuata dalla Selua , che e l'impenna delle co^ del mondo: non folo perche e pofia perlauita, che e finz.a legg^ , cr fenz^a ufo di creanza , C^ di negocj 3 ma ancora per la fòltel^a de' rami che to* glie I rag^t dei Sole : ^ come dicemmo, era però una figura di lL*icnoranz.a . il qual nome conuicne an - Cora più al non hauereìa pr attica delle cofe ciudi, che ai non effere huorno da, bene . Et fi come alia

O 4 uiriH

Zl6 I L T E M P I O

nirtìi fi caminaua con una fola chiare'^za ^ìmellet* 10, la cjuale feruiua per li coflumi , dr per le attioni : ^ uifii'però una fola palla dt crijìallo al fommo del T'empio , cofi per effer ptu le uie donde s*ejce daldi^ ritto fentiero , ut fono jìate due palle di crijìallo m cima alle due Piramidi, che mofìrano le due princi^ pali ejìremità. l'una del Labirinto , l altra della Sei i Et perche ambedue le ragioni figurate per le elue palle feprafiiano al male , fiche dt natura loro ci jkc Ciano uederlo, stanno fopr a la punta delle Tira midi \ col motto che w4ol dire che tu agul^t l'acume della uijìa , che ti tutto reflatcrà tn (jitcl crtfiallo . ciò e che oue cfuelie jìrade , & piante , ^ ftatue , ^ altre uaghe7z.e paiano belle ^(^ deflder abili , fco- f riranno la propria firma loro, talché ft potrà ue- dere quanto ellajta de firme, ^ da fùggtrfi. Et que^ fio uiene a dire che cht con efficacia dirt\z.a la men- te fìta alle apparentte , finalmente le jquadra* d* ftolen do premer ui non refi a punto ingannato .la ori" de da quella palla fi difende in giro rttondo che e il buon termtrie del difcorfo, ^ perche quimficade nel male, non fi continua per hH e (fa maniera, ma fi ca- la a gli angoli ottogorii. Qutfia caduta , che e dal fi- to circolare a quel degli ottogoni,non e altro che ter- rore che fi commette con hifcir e dalla buona maffi- ma nella trilla . perctoche ordinariamente nefo^ no due . ^ tuna dice , non fkr qmfìo che e tenuto per non da far fi , er donde te mfigutrà male . dice tal- ira , fallo, perche hora te ne nerrà godimento , c^

foCSS'

d'amori. IJf

ficee dane poi ciò che fi uoglta . Fm che la prima do" mina , l'huomo non pecca . mafifitbtto che lafecon^ da preuale. (fr pereto mentre ch'to dico , iluino nella fibre acutiffima e pernttiofo , tofibricttante nolbeuo: ma fottentrando con quell'altra propofitione , ti nino in cjuefla arfiir ami darà dilcttatione inefitmabiUtio fiitbondo tlbeuo : regolandomi [otto la generalità di qneltermtne che tutti ifenfualt ^ fommi piaceri fi^ no da effere abbracciati . Et però ben chefipronott tij uolgarmente quella fintentta , cheftuede il meglio ^ s elegge ilpeggto , non e per qtteflo che ella fi ca- pifca . percioche mentre il meglio e ueduto , non e mai Ufi: iato da banda ^ ma toHo che lapeggior uolon occupa la utfta » l^affetto e tanto uehemente , comt nella libidine , nella uendetta (^ m altre tali pajfio ni , che non resla più nella mente uefitgto alcuno di quel meglio che prima fi uedea :ofepur uirefia, la firz^a de [peggio il calca di maniera col fuo ptè , che itmpatronifie di quel luogo, ^ neh* apprenderli una Ulta maluagia»come di barrateriaydi fiirti,d' ajfajfi' namentt & d'altra lordura fimtle , eilmedefìmo. che (e ben l'affetto non ha ufato di primo colpo la fida uiolenz.a , come nell'amor lafiiuo & biella co- lera 5 ha nondimeno a poco a poco prefo il poffef- fi . per modo che quando queftì tali projirtfcono detti fkmofi tn commendattone dell'honesià , fi^ no come ipapagallt , che parlano fcnz,a intende* reti figmficato delle parole, fiche chi non ftà tut*- tatiia con l'intelletto fuegltato & fianco fi lafcia uin^

cere

tlS 1 t T E M p^ r o

eere dall'appetito ^ dtfctnde coldefiderióy(jrpoi con l*eiatione & profecuttone dell'ejfato delia migliar parte della Piramide nella peggiore , tal che entra nel Labirinto , o neHa Selua . In confirmtta di tut- to ^Hefioytmifchtdellabafs cjuanto pmfono lucidi, pmfigmficano [abbagiuimento della mijìurade* ui ttj : che coir inerberò della rt splendente juperficte me ne a celar fi a (Quella uiSìa, che non ut e umamente ajji fa , Le Ninfe pofle nelle rifai ite delle Piramidi , co- me quelle che fono prodotte dal mare , da iprati , da tbofchi ^ da t rìfontt (i prendono per le cofè terrene, che fono fhlfe maffre. della uera belle'^a . ^ i trofei che ui fi anno appefi fono le fpoglie di cjuet che par ne che Holeffero ben operare , ^ poi fi diedero ^tn preda agli effetti del Labirinto CiT della Sdua . Et la capa eijfìma entrata , ch^ è all'uno cr all'altra ,■ ctfx ce- tìofcere cjueilo tfiejfoche fii detto della pianura, che e, che fia molto faci le ti uolgerfi alla mala uia ^ l en- trami . & i Ahrtt fanno per la qualità del Lab ir in to: ^iCipreffiper^jttella della felna»' Similmente quegli , come me}w rio , e alla deflra del Tempio : CT qucfìa , come peggiore ■> e allafimHra ; Le due Man tagne rapprefintaìw le due nite fkticofe nel male, per ciQche alla fommttd .di ef[e[non ui e cofa buona, per modo che quii che ni afcffidonofitrauaghano in uà- fio» (y chip alfa tra ti Labirinto c^ la Selua, cr non ifa ne all' uno ne ali* altra 9 ha animo d'indufiriar/ì & non di lafctarfi portare dalla mera natura . poi perchefaUta-laptaggia non per queflo camina al ^ . , pio.

D'^ a M d R E"« Itp

pio , fi torce alle Alontagne o dt qua , odi la ,& cofì prende cure laboriofe : che fiol conduranno mai alla VtrtH ne all' Honore . ò' pereto finge fi che [opra qtiC He due Montagne fianodiuerfipaHorelli uagabon- dt . Chi s'affanna per piacere alla donna [uà non ha modificati ipmimenti errando nella Monta- gna congiunta al Labirinto . Cy'fe non intende i ter^ mini di CauaUria u^ perdendo i paffi nt Ila Adonta' gna contigua alla felua . Gli altri amori ,peròcht il tutto e contefìo di maniera , che fi come diceua- mo s*addatta alfiruire c^ la dama & ti patrone ^ ilpublico y (^ a fy/r ti debito nelle cofe priuate , d^ nel refh della Ulta humana; pojfono parimente inten- der/! traua^ltati (jr dtffettiut per lefìrade di quelle due z\iontagne . Tra Uquaìi & il Tempio fono quattro Sajfi illuminati : due dall'una banda Cy* due dall'altra . & t lumi uengono da i fiochi fhtti dalle are , che dinotano la chiarezjLa dell' intellato necef- faria ali amore che ha da diuemreperfitto .perciò-' chegh ott ufi hanno li jpiriti talmente ro'^t che man cano della gentiltTji^a del cor e cr dilla uiuacitàdeU l* ingegno , cfr in chi n'efenz.a nonfidefìano mai tpen fieri amore/i: la onde quelli tali uihanno pochijfìma parte . Sono ancora quefle are indicatrici della de- dtttone dell'animo : la quale e ti prirrio prcfuppoflo chefk t amante o tlferuitore o C amico quando fi met te ad amare . Et queflo è lo spettacolo , che e l'ima-- gtne dello fchifhre il male, mediante fattenerfialbe ne^coljkre che f amore d'tmperfittfi dtuengaperjèt^

io.

12t) IL TEMPIO

to . M4 perche nteglìo fi fappia operare yfeguita il fecondo fpettacohy che e [imagine delconofcere il ma le con la ejpltcatione del uitio . 7^ ut e dubbio che pare cheprtma/tdoneffe conofcere tintale ò" pot [chi furio : fi che quejìo che e il fecondo doma ejfer il fri' mo ; nondimeno chi confiderà , che il uitio non fi cono fcerebbe y prima non fi haaejfe gualche fcintilla di uirth jfìche l'animo fiffe inclinato adeffo , giudiche- rà che la uifia dell' t^lmor imperfètto e fata bcnpO' fa tnan'^a quella della uitauitiofa . ^ ilTem- pio[dell'zy4mor perfiito colreji(f chee Immagine del fhr bene ,fiJfeflatopofto nel fecondo luogo , era poi fi perfluo a riporui più qutfta rapprefentatione di che hora parliamo . la quale non ha altrimente un Tem pio , non conuenendo una tale habitat ione a cofa ria. oltre che gli amori non conuenienti erano già colloca ti nel Labirinto ^ nella Selua . Ma per difcende- re alle particolarità del male operare , fi e fermato fopra l'tftelfa piaggia un nuouo projpetto : il quale ha dato occafione di fhr nafiere i Mantenitori & gli abbatttrrìe/itide iVenturteri , altrimente btfogna- che tutti fòfftro iti di lungo al Tempio dell' ^mo- re più debile per entrare poi in quello del compiuto, ne ut farebbe fato altro che una mafcher ala di Trionfi . & pur douendo come caualiere andarui ar muti , u i far Mono fiat e le arme di foue? chio non hauejfero ha unto cagione a* adoperar le, Fiderò lifpst tatort la piaggia circondata in tefla CT* dalle bande della marnerà chabbiamo raccontato . & perche

il

D A M O R E. 221

il Labirinto & la Selua con le Tir amidi loro fono le iflremità tra le quali , ofchtfrfi, o conofcafi il ntale, o ftcciafi ti heneibifogna cheftmprepaffiamo col figgi re ambedue'^ non hanno mai hauuto mutatione al- cuna, Ilrefto che è nella piaggia , ^ che e tutto ti cor delprojpetto , hafrtto di tre moftre . la prima e quella che già erain pie le altre due/ìficero conmol to artificio . Et quanto allaprefcnte è da dire , che per -fare uerifimtli i mutamenti » perche fzittt fuor di propoftto ben rende jfero marautglta.n'd però far eh hono commendabili j e fiato necejjano a ricorrere al la potenza che fupera la natura humana, &pertan tofi efimo che per arte magica ti tutto fi riuerfi& prenda altra fhccia . & ancora che fiotto quefte alle gorie ui filano fienfi uoltt alla uita uirtuofa & tlluflre, Cfr che perciò fi potejfe pigliare ogni parte m buon con cetto y nondimeno file anche uoluto prima confiderà re come quefte malie doue jfero imitar fi. Et oltre al- te jfempio di tante altre fiat e poeticamente daficrttto- rimoderni, che in ciò hanno giudicato dt poter buo- namente fiegutre gli antichi, fi e hauuto riguardo che non ut e alcuno incanto che concerna la noftra re Itgione , ne che uada per ti termine deiproprij in can tatori.anzÀ li ff) ir iti infernali che erano anche ap- preffo i Gentili , i quali fi fìnge che corrano per aria, fiono irrtfii ^ ficherniti , la oue le uere incantagioni de i noftri uoglwno tutto toppofito . Ma fi uede che quefte fiono cofie tolte dall'antico per fiola recr catio- ne , ^ non per opera fihtta da douno . Et la con-

clufone

VT2r IL T E M P I X>

€hfionemedeJìma chiarirà che con tutto questo » U inuentione e piena d' honefitjfimt ejfempij . ^ Schumi ita alla pojfaìizjt delle utrtk Theologtche. Fwgefi adunque la uenuta difei Maghe uecchiefo^ . al €Hi apparire la fèfìa ha ti fuo prmctpio . & d$ quefte ne fino tre che dinotano la dapocaggtne , Ftnconimen z^&la hejltaUtà . che fono più tofto a danno di noi fiejfl, chea* altri: & uengono perciò fiton del Labirin to . & tre altre raffigurano la uwlenzji , lafiaude ^ 41 tradimento , (jr per queflo rifirendo/ì all'operare uerfi altri , efcono dalla Selua . Et quelle come che t uitijftano più eflerton hanno ^h habtti giallazju,che e colore aperto , ma non però fine ero, ^ qucTte come che i uitij habhiano più dell'interno , portano le uefìe leonatc > che è adulterattone di rojfo c^ nero : dr può prenderfi per fegno di maluagità . Queflijei uittf ort ginali tributtt a [et uccchu /ó^» per ridato del mal habnoinueterato y fi dtjìinguono per li ftt ammaliy che fono loro tribuiti . percioche le tre prime menano la Testuggine , che è la tardità propria del d apoco : la Sfinge , e he haucndo ti uifo lafciuo & le unghie ra pactfirifirifce alia uùa incontinente: (^ lo StruzjLo, -chehalepenne drr^on.uola:ccme chi ha Inanellato, <:^ non fu/a : & affimiglta perciò ti beHtale . Le al- tre tre conducono la tigre , che per la rabbia fua ha Mlmolento : la Volpe , che efegnalata dalle fue frati dolentie: & tlCocodrilloy che con l'allettare altri agi re a lui tltradifce . St ragunano tnfieme nel uemr fion del Labinmoi:^. della Stlua ,prtma che arri- ii.j-- o uine

uim a IT empio , per effsr t uitij una mifiura di due ejìremtfenz.a iaparticipatwne del nuTjo . Et perche tuno Ulivo tira, l'altroi et non può flare che chi e efqui fit amente Hit iofo in un brutto dijfetto non trapafft an Cora a molti dltri : er che chi ha tmpnnctpal manca mento non hahyia. tutti gh altri ^ e FiatoragtoneuoLe che cfuefìe firme di uitjj princtpah uadano a metter fi tn uno . \^ ejfendo ti nome d'amore fecondo ti fitono della uoce uolgare grato ancora a quelli che attendo no afatisfkre a t proprtf fenfi or alla mala tntentto- . ne ; fi pone che cjuejìe Maghe uadano a qud ridotto . de t due estremi: c-r che im fi congiungarjo per gire al\ Tempio d'Amore . neper ejjer accrefciute difirl^. hanno per oda poter tanto , che ut. àrrmino . pereto. che lauera forila e nella moltipltcatione delbtn&i\ che fa unita . Ja ouet moltimaliper le dtuerfità Joro,-; ancora che ftano di compagnia y. non però pojfanm mai unir fi , mancando ejfi delbuongiudtctOf che e ti maefìro deli' untone, or per, quefio non ui e una Aia ga alla quale tutte le altre rendano ubidiemA òal-, meno portino rtuerenzji come a capo loro , Nonfop' portò quello ragwneuole Amore, che i" appetito trra tuonale ut hauejfe luogo ^ò'perciòfuelfe un monte ^ . il fece girare dinanzi a gli occhi delle Maghe , per modo che il Tempio uenne a celar fi . Ma perche la ragione non e mai efitnta nel uitiofo :fi che può anche, finalmente uoltarfi al b enei & la legge del^ mondo fi fh fempr e intendere , cr il cteio tftef[ò mosìra d'alto f opera delfhbrtcatore & la f^raheUe^afia ; oltre. c.ii ' che

«S4 I ^ ^ ^ M P l o

che la religione ^ la bontà diuina può più d*ogn*aU tra cofa ,• ejìato conueniente che la cuppola riman- ga dtfcoperta , fi che quello fpUndore che uiene dalla fimmità refli ancora uiphtle . (girano medefima^ mente i quattro Saffi illuminati dr in luogo loro ap» paiono quattro Grotti . che fono Ì*tnditio di quella rté md€z.7a,che e tanto contraria allafemente delCA^ more & anche alla dedtttone degli animi, ^ co fine fegue lapriuatione di quell* amore che e buono , 7)i queFii Grotti, due fono chiufi y Ìuno dall'una ban- daS altro l'altra, donde fi figura come quei della par te del Labirinto , et quei della parte della Seluafìa noefclufi dall'amor conueniente . (jr due altri pur Vuno dt qua , l'altro di la yfono aperti : fi che firma- no due Jpelonche per dinotare che alla fine quei che fio no delLabirintOyO della Selua entrano in quelle aper ture c^ dentro ui fifiepelifcono . £" maligno colui che cerca di fare ch'altri nonpojfa participare di quel bene che a lui e negato : & diffoluto quell'altro che in fatisfuttione de' proprijfenfitrauia il buono dal bene per ferutrfene al male, i quali due potenttfiìmi affati fi dipingono in queHe Maghe : effendopoHa la metà di effe per la peruerfità : (^ l* altra per la uoglia irre- golata . tal che fono conuenute in non uolere ch'altri peruenga a quel Tempio , & tn tentare dtfkr difper dere i Venturieri per godere poi lafciu amente la loro conuerfatione . c^ perche la maluagita e peggiore della diffoluttone , fi efhtto che primieramente la Maga dalla Ttgrc come la prima nell'ordine delk

fue

D*' A' M'O" RE. Ì2^

fue compagne y&poi anche per effer uìolcnta prordo- chi li jpiriti del centro per far najcere un palagio fi' wik alla fua (Qualità , ^ che dtpot la Maga dalla Sfinge y che è la cor r ut te il a de^ co fiumi per la banda fna tnuocht li fpirtti aerei per fkr portarci da' paefi remotifs. un palagio che fi confkccta con lei . L'uno afcende dalle ui fiera della terra, che è l'acute'^zjH della trtjìitia . l'altro uiene portato d'alto a ùajfo, che è l'ahufare i fenfi , ó' tirarli alla [or didelfa del mon do . L'uno fi fit nafcere col mezjo delfiioco che riguar da l* impeto del rio pen fiero. l'altro 'e condotto colmt" Z.0 d'una nuuola.che afiìm?glta laperturbatwne del- l'animo . Quella dalla Tigre uuole che ilfiuofia terri bile, d^ pieno difirepittptr l'horrore, cfrper la confù^ fione che fono nelpe>tto dellificelerati.quella dallaSfin uuole che tlfiuo habbta una uaga utfia , ^ che ri^ fuoni foauem ente per lefrJfe apparenz^e , che alletta" no qU incontinenti . Quella dalla Ttffre (congiura con le rime dapottola che fo'7liono prenderfine i con e etti pieni di perplcffitny che e proprio del no . cjuella dallaS finge piglia lo fdrucctolo acc^pa^nado l'humil tafiua alla bajfe^z^a degli animi ejfeminati.oltre che fiaua affai meglio che i ucrfi fijfero inufitati per la qualità delncgocid,che e totalmetefiiori dell'ufo della natura.et la replica fatta a t nimbi è ancora effa dt4 na maniera ìfolitai et cola curte'^a de'numerifirue alla celerità che fi de fiderà. L'edificio della maluagi ha nell'entrata VlutoneyetProferpina per dinotare il centro della tcrra.che è la maggiore priuatione del

r ciele

2,26 IL TEMPIO

-fido che pojfa ejfere . donde fi dimcflra tanto più Ì4 perucrfltà .(jr nei ricchi fino la Soperbia , la Cupi- digtiiy & l' Inuidta pofte per li tre capi che riguarda- no que^e tre Afaghe . per cicche ^^m Ha dalla Tigre cormiene con laSoperhia per ejfrre ordwartawente cagione della tiiolenz,a . amphando/i i uittj leggieri con L'entrare nei più gratti . & a punto la disfrena- ta arahitione porta l'altere'^a dell'animo, dalla qua le coluolerfirefiarefiperiore adalyct derma i* e in- gdire chi nimpedifce quefto accrefcimento . Et qu^ia dalla Volpe ha proporttone con la Cupidigia , jalendo occorrere che Panaro , che con lafua aridezr- 1^ nuoce filamcnte a Jlejfo , efca da i confini del- l'auaritia: ^portato daldefiderio O/hauereper tut- ti i modi a lui pojfibili , inganni , rubi , fhlfifìchi , c^ tenti altre Piie della fiaude : c-r di fimplice auaro fi fiiccia anche ingiufto.Et e proprio che quejìo tale per ejfer mie di core fi uolga alle Hrade occulte , fi co- me ti foperho , che e di penfieri gagliardi , fi pieghi alla uiolenX^, Et fimtlmente quella dal CocodriU lo fi cor'fii con i'Inuidia che per ejfer una{fe4to inter- no 3 che uàfiwpre più rodendo j ^ confumando, può generare finalmente uno fcoppio : quale e quello del fioco rinchiufo , ti quale fiirore può facilmente pro- durre una tradigione cerne in alcuni competitori che in fruire %jpiibliche ò Principi , l'hanno fatta a oli amici, a i par enti y alla patria , ^ al patrone. St ancora chcidijfoluti nella crapula, & nella luffuria pojfano diucmre prodighila pot meit er fi ad offende-

Y$

D* A M O R E. 227

re altri, non e però ^ueflo cofi ordinario in queHa in- temperie di [enfi come nelle t re dsttepajjlom dell'ani mo.le quali come più acute fono più finitime alla tri- ftitia . &fe ben ftra è acutiffima , & da quefìa fna propria penurbattone trapala aWhomicidìo , non perciò è punto mcma al trtsio proponimento ; perche in effetto la fua tanta celerità , che toglie ildtfcorfo , dr che fiole caufarfì da prouocatione , (^ occorrere necafiimpromfi, lieua infume la radice della mal- u agita . Ala. ìì Iracondia 3 CT l^ Soperchitrta fono poi come i?ijìr omenti , q^ non come origini della uio- lenza : caperò fanno fotto la Soperbta , ^foprala porta della Aiaga dalla Tigre . & l^ Simulatione^ (jr la Falftà meT^ne della fraude fotto la Cupidigia , Ò" [opra la porta della Maga dalla Volpe. ^ la Infe- deltà,^ la Perditwne appropriate al tradimento fot to Nnutdia, &fopra la porta della Aiaga dalCoco- drillo. Ma perche tutti iuitij della trtjittiapojfono in differentemente deriuare da animi foperbi.auari,^ tnmdi.ancora che queftì tre affetti fif ano diftinti nel . lafudeita maniera,come nella più propria, nondtme no per che s' haueffero da interpretare anche più lar^ gamenteyfi conjìituirono nel me^ della facciata del Palagio . L'Edificio della fenfuoltta fi aua all'incon- tro di queft'altro con tre altre porte, che riguardaua' no quelle tre altre per poter anche occorrere y che da queftiuitij fi trabocchi tn quegli altri, ancora che come habbiamodetto\cw nonauenga cofi per l' or- dinario . (^ dimoflraua le habitationi delle tre Ma

F 2 ghc

22.8 IL TEMPIO

ghe a ifegni delle trefkcciatey che rifdiuano furia fi pra l'altra. percioche nellaprima erano fOcio, ^ ti Sonno.che co ifèguaci loro arguifc^m la negligemta, lojiare difcf opera to,^ tatto ijitello che appartiene al la dapocagine . che tuene ad ejfere t appartamento della Maga ddla Teftuggine. 'T^ellafeconda uede- fi quattro beni eftenori,dHe dei corposo' due delln fortuna^ la Gtouentu, la Samtà , t ylbhondantia, et la Profferita . cr fopra ti corridore della medefimO' ■fhtto a termini fi jleggiau ano dMepaz.z.e Allegrie pO' fteperli due piaceri più corporali , che fonodi "Bacca Cr di tenere, (jr finte in guifa cheper/ignificare, che ufcijfero dalle debite intfure dell' honefta , pareo, che òalz^ajfro fiiori di quei termini fu'che erano . & dir notauafi che cprcTlt piaceri cotaminauano quei quat tro beni chepo(\ono feruire alla ZJiriu , (^ al Pltio fe- condo che fino ufati . ''Toteua ancora ejfere Cuna Al- legria per conto de i due beni del corpo, ^ l altra per conto de i due della firtima . (^ non filo s* intende- ranno i dtjfati dei fi nfi carnali y quali fimo fkcil". mente ne t giouani fani , c^ ben. agiati, ma anco-- ra la prodigalità , l'infolenT^ , ^filmili uitij chepofi fono regnare net utgorojl dell* animo , (^ della per- fiona,dr pieni dirtcchcz.z.e, c^ accompagnati da for- te fituoreuole. Per modo che queste fono commodita , che fienz^a la conueniente regola traportano chi le pojfede , cfr il mandano a trauerfia come un tndo' mito corfiero fcniLamorfio . & tutta quefla inconti' ^eri^ è afirttta all'albergo della Maga dalla Sfin^

d'amore. 225;

. T^eìla terza fkcciata flauano diuerfe tefle hiz.^ 'j(arreyche mandauano fiochi di piti colori, il che e prefò per la slrauaganz.a delle opinioni di coloro che uitionofcnz^a legge : & per uarij mali ejfe-tti, che ne nafcono , gT" perciò ui e nel mezjo uno , che ha lafkc- cia humana, (fr il btiflo mosìmofi^che efegno cheftà huomo all'apparenza, ma non a t coflumt. Et cjuejìa parte peto ancora trihuirfi alle peruerfe fkntafie de gli eretici che corropono la buona firma del uiuere.la on de ui e una loggia che finge un paefe lontamjfimo a dinotare il uolere trafcendere^ & allungar fi dalle uere opinioni co i proprij capriccijfimili alleprojpet" tiue che fono ombre della uerità . c^ ut e un giardino che e bellijfimo : ma fi troua inaffatto , cr irriga- to da accjua che èfce duna fiera : ^ chiufo a intorno da colonne di mifchi ofcurt . La besiialità dimojìra-^ la in ijueflo modo occupa la fianca della Maga dallo StruXzo . In fui piano dalle bande delle por- te erano Plutone , Qr Rea^che perla ftgmfìcatione delCimmonditie terrene r appr efent auano i^ origine della Ulta corrotta . Et perche cjuefìo edificio ha ri- guardo alla qualità de coftumiè attaccato al Labi rinto.et l* altro per ejfer intorno alle maniere delNpe rare e apprejfo alla Selua . Mota ejfendo la piaggia fiztta h abitabile parendo alle Maghe che il rimaner ui nella loro propria effigie uieterebbe che potejfe^ ro incannare quei che ui ccipit afferò : pero che il ui- tio difcoperto è cofi laido > che non ui è animo huma- vo che conofcendolo (7 li uoleffe già mai appr e fi

' l> ì fire,

2J0 IL TBMPIO

fare ^ fi rìfolnano di trasfigurarfi in gtoHani helliffi we . Et dtuennte quali defiderauarjo d'ejfere. allear- rmo de t primi catialiert cercano dt torcerli dal lo- ro prefi camino della mriu , col proporr e U uita deli ttofa . ne giouando quefìo fi uoltano alla fòrl^ col pirli affali are da dt^erflmofìri , chefignificano all' a sfefto moltiphcità di nature : ti che e contrario alla unione ey'fchiate'Xz.a della vtirtu . Et non ualendo anche U jor\a , fi rtdaconoal rimedio d^ un incanto che pi le tramutai toni , tignale e il peggiore di tutti gli altri . per Cloche haueano cagione di\ temere che i debill non hafiaìjero. Il mtio apporta due impedì^ menti principali : l^uno della cognittone : labro del- la uolontà , & per efftrpiu ageuole la Hrada d'impe dire la prima, che la feconda y le Maghe ufanoda principio più tojìo quella , che quefla . & cofi tentano d'offufcare la mente a t Caualieri con blandirli ^ proporre commodi, piaceri ^ metj atti a commoue^ retlfenfò .laqualuiaepiufkctleper la conuenien^ 7^ che ha con la natura medefima , che e procliue a gli agi ^ alle cofe che di primo colpo dilettano ^ ti- rano afe l appesito. Et e quefla giocondità cofI natft rale, che la ragtoaefpontaneamentefilafciafedurrc ^ingannare da effa . la quale ftrpendofh occulta- mente kfueopcrattoni ^ pian piano ottenebratine telletto . Stfhtta quefìa ottenebratione y fi genera l'i- gnor anz^a. Sono appunto la cognttione ^ la uolontà i dueprìncjpij dell'operare : ^ mancandone uno^i al tro non rtlieua punto , per Cloche chi conofce & non

UHole

D AMORE, 2^1

'$ifioìe non può far nulla : & chi uuole ^ non conofce fiónfachefkr/ì, Difegnano perciò le Aiaghe con l'introduttione dell' ignoranz.a di rtmouere i Caualie ri dalla cura del Tempio . Et pot ch'erano cofiauez. Tj all*opere uirtuofe, che fimil partito non hausa luo- go apprcffo dt loro , ne fegue che elle fi mettano per uiolentarli , che e moffa dtfcoperta , Caperò più atta adefferefchtfhta , con^e fi dice e jfer quella dell'ira, cheperaffalirnepalefementepitidi legfrìero/i ripu- gna a a lei , che al piacere , che e eome il nimico fecr e to, ma ha nondimeno lafua particolar difficoltà^ che e molto notabile . percioche con tutto che ui corra il pericolo della uita , bifogna nondimeno porlo da h art- dia , & non riguardarui pnnto . perche altramente chi cedeffe fenica prima f-e/ijìeni: c^ far Nfìremo sfòr zo non fi chiamerebbe uiolentato . St fi come cftteHi Caualieri non fi lafciarono guadai^naYe dalle deli- ite : c^ s'oppofcro con la rifolutione del contener fi c^r difi'perare il piacere , co fi tri cjuc fi' altra occafione non fi fgoment irono per l*horrtbtle rapprefentationc della morte . CT fi rtfoluetrero d' affrontarla coluin- cere cjuel dolore , che è genetattó dalla timidità . Et prr la uirtu della moderatìone dell' animo fecero U debita refijìenr^a comra le lafctutedelU Magfhe^ per la mrtu della fòrteT^a , detta tlualore , la ^ceró fimdmente contra la furia de'mcflrt. cr quifìi fo- no dm pnnriptj oppofii alle due prime pofjanXe dei ut tio'J'Ufia deli'atiraere il fmfo alnonconuemente pia cereri' altra del diltraerlo dai con'uenme difpiac&r>e.

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%p. 1 t2 T E M P I ; O

Per la prona delle ajfettuofe parole , ^ larghe prof me[fe non fìUuò a i Cauaiieriillume della uirtu . sS' perciò accorgendo fi del rrì ale , tlfaggmano. ne anche la uolonta loro uenne ad?[\ere sfòrz^atat poi che mUn do , c5- non cedendo , fi ffinfiro inanai per non ef- fer diflolti dal maggio che fkceano ,^dun<]HeilHÌ' tio da non potsa più altro, poi chela conofcen'^^et la uo^lia, per e (fere Ubera affatto , conueniuano nei perfiguire t opera incominciata . Le Maghe per cjue fio ueduta tantamriu uf trono l opera non piti del ni- tic, che non era pm hafieuole.ma dell'arte magica, la {juale fi finge che fopsrchi Ihumana poterla . ^ co- fi t Cauaìuri jono tramutati di maniera , che anche non ritengono fentimento alcuno: ejfendo dmenuti faf fii& alberi : non fere ne altri ammali\ affinchè tan- to pm fi ano difiofìi dalia-libertà delfintendereiCi del 'Uolere « Ejfendo per arriuare altri caaalieri , qt4€fte Ada^he per f attitudine del male contra i progrejfi del bene,Jpiano ijuefta uenuta : & per imper dirla fi confiigliano mfieme . & fecondo gli affati de i proprij uitij loro, propongono , CT difputano . fi come ancora nelt altro parlamento che fecero à quei primi guer^ rieri , ciafcuna hebbe (ufficio conueniente alla parte fina. Quella dalla inconttnentta nelt attacearp al fin fo : quella dalla dapocagine in fiiggty^ la fhtica : quella dal tradimento in m&ttere in operatione fian- gumaYia la uiolentia ; cr affa lire di nafcoflo chi e tn buon afide . ©- hora fimilmente quella dalla fau^ de ha sfiato, ^ prende la cura di tutto %l maneg- gio

d'amore. 2?^

po degli inganni * ^ le altre tuttauia fknno il debi- ti) loro , Et perche il tuttofo fi copre fiotto lo fittdo del- la utrtH , quella dalla Tefluggine protegge la utltÀ delibammo con laficufia dell' effere circonjpetta : ^ del presiedere i mali ejfiiti della temerità quella dalla Tigre mantelleggia l! impeto f^o con l'habito della gc nero fina . col dire di uolerepiu tofto ben ruinare, che mal giacere , e fendo il fitmUe ne gUaltri uitij .pereto che fauaro dice d'ejfer afifignato nellefpefie Qfr di [chi fizre l'hauere ad incorrere tn latrocmtj ^ in rapine y&c tn altre dtshonefià . ^ ti prodigo fi nant a difiirfidi IprezJ^tore della rohbaper ejfer cor te ad ognuno et guadagnarfii de gli amici . (fr il mede fimo Ùtle ten^ gonogli altri chefidtficoftano dalla conueniente me- diocrità . la quale ancora che fia nel partir fi dall'u- no ò' dall* altro eflremo dr non nel congiutjgerlt in- fieme : come e de' colon partecipi del bianco cjr del nero , nondimeno la Maga dalla TJolpe cerca di cor reggere la dificrepantia delle due compagne cfireme, f una gelata , l'altra ardente ; non eoi dìfìruggere ì^una CT* l'altra praua qualità , ma con l'ordinare che piglino tn fieme temperanza yfieruendofi a utcen da dtl mancamento or dell* ecce fio loro . Et quefia e la mediocrità dell'imprudente :per modo che ejfen- do mtfichiato due uttij balz.a qua cjr lafenz.a termi' fnine . come amene di chiquafi fiempre ff)armia cr gualche uolta gttta utafiiori di propofito . o di chi per hr dinar io dtfiìpa tlfiuo , c-r tn occafione impor- tante , 0 tn ffefa leggiera fi ritira oltra modo ,

MedefitWii'

Ì^5 ^ ^ TEMPIO

Jliedejtmamente quefitt mediocrità delle Afagheh tutta al contrario di cjuella che nafce dal retto giudi ciò fecondo il quale non fi confiderà y che tanto fia dall'una banda quanto dall'altra : ma che ti mezjo tenga hora più uerfi; ti mancare hora più uerfi ti ere fcere . percioche per pigliare uneffempio affai palpa- bile» nel pelago ddVira non contitene che l*huomo s'al teri tra due uguali mtfure tuna dt mera bonaccia^ ValtradÀ fiinofa tempesla , ejfendo alte ttolte lecito l^ingolfkrfine i cortiCCÌy& alle uolte difdtceucle ilpaf far tlfegno d'una Iteue dtmoflratione di colera . riandò quefto uirtuofo rifentimentò con la uariatione della caufa delt accender fi & della perfori a contra che ci accendiamo fecondo la portata & l'ammodi e fa : oltre alladiuerfità {htta da i tempi , da i luoghi, C^ da qlt altri rispetti . // ricortuertire i Cau alteri conuerfiper ualerfene contra i f^enturieri, non è al^ tro che un dimofìrare che il buono nelle mam del mal uagioftrue al male . Due fané le forti del bene . /'«- na di quello che e fempre tale , come l'integrità , la prudenT^ , lafaptcntta ^ altre tali compiute quali- tà, l altra dt quello che può effer inflr omento fi al male , come al bene . quali fono le ricchelzj , lag a - gliardia , la guerra & altre pOjfa?ìz.e , che din'XJa^ te al buon ufo producono buoni effetti : c^ applicate alt ri fio : fknno l'oppofito . Quejlt Cau alien perche tramutati dall' cffer loro di prtma perfirl(a ffjagi- , non teneano più la notitia della fceleratezx.a dtllc Maghe , ^crcdendofi di mantenere una giuHa

prote:iio/ìCy

D* A M O R E . 2J4

protei tione , qt ejfendo corraggtofi ^ intrepidi cfuart to maififfero , per ejfer quesìa ^arte del ualore dmer fa da cjuelU dt II' intendere , rimangono in fiato tale, che fono come cjuel bene che può effer ahufato .fi che uanno cantra tutti quei che s*tncaminano al Tem- pio d^^more . Et ancora che t colori prendano di^ uerfeftgntficationi , nondimeno ufati in cafi ah ono- re tutti fi accettano in huona parte , c^ con tutto que fio le Aiaghe in conformità de"" proprij difitti di effe (ideila pcruerfitàdel uttio peruertonoi reali fin fi de colon con che t Caualiert erano campar fi . Che do il Nero dinota la fi rmezjia 3 per rifletto che non fi muta mai per altra qualità che entri nella fua: & e atto ad unire : cr può anche alludere alla ft abilità Crfolidez^a del globo della terra , chefx [ombra, la AI aga dalla Tefiuggine fi fh compagna del Caua^ litro ueslno di nero . ilqaale colore come incapace d'ognaltro & fimile à chi non fia da co fa alcuna e hauutodalet tn luogo della dapoc.tgme . Il Ti meo ben per la punta dr fichieitel^za fua è l'tnditio del- la lealtà , non e però che la Ala^a dalla Sfinge per lamoltiplicità de' colon , che ejjo può riceuere , ^ per ejfire difgregattuo , non s'accoilt al Cauahero bianco , & noi toga per lejfato dell' incontmenz^a . IlTurchinoche e ceruleo rapprefentando P altera dell'aria appartiene alla diuinità. ma la Maga dal lo Struz^Xo trasfirendolo alla profindità del mare, che e pieno di moftrt CT* di moti Hrauaganti , fi met te colCaualiero turchino: & ne naie per la be-

fiialità.

Z^6 IL TEMPIO

jìUlita . Il Rojfo y che per lojpargiinento delfangu^ è la nota delualorCy non (i prende dalla Maga dal la Tigre , ch'elegge il Canaliero roJfo per la rifila- ttone d'effondere ti proprio [angue y ma per la fola- profèjTione durarlo ad altri: é" perciò l'appropria^ alla uiolenz^a * ll-ZJerde dimofìrat ore d'una libera pronteUz^a , ijuale e nella uiuacità della uerdura del- le herbe ^ degli alberiy e, creduto dalla Maga dalla Volpe una co fa bella faper/icialmente, clr chepercjue fio pojfafhctlmente ingannare . CT fhtta capata del Caualiero rds imt erpreta per lafiaude . // Aio^ vello non orante che figntfichi l'interno del core . il (jUyilefpaccato chefijfe , tale a punto fi ueder ebbe , U /i/Ia7a dalCocoàrtllo hauHto riguardo alla natura malamente malenconica s^ appiglia al Cau alter orna r^llo : cr ha concetto dt tradimento . Ala ti tiitiofò e come l'infirmo che conuerte in trtslo nutrimentà tutti i cibi per fani che jtano . Qr non e però marati» glia menti cofi fané rieficano cofimale nelhpinio- ne di quefìe maluagte . Fanno arriuando di uolta in. violtaVenturieri diuerfi : a i quali non gioua punto che timprefie & intentioni loro pano a buon fine, per cloche gli accidenti che fipr agiungono y che nonpoffo no ejfer ui&tati ne preuifit dalla uirtu delllouomo , li fitnno disìorre dalle battaglie CiT da i prefi camini: C^ li difperdono ne i fólti bofchi che fono dall' una p un fa ór dall'altra delproff&tto , firmando fi nell'una il Labirinto & nell'altra la Selua , di che parlammo, Éé in quello che concerne i mali affetti interiori fi fh

una

*T>' A M O R E. 257

tma mufìca di noci & d'if?flrowemifiaHÌ. & in (]ue fia che s'ejìende alle ojfefejhtte ad altri fono le wufi' eheftrepitofe . fi cerne f ir om cjuelle degli Edtficij ui- Ctni a quello Q^ a quefia . Giunta finalmente una gran banda di Caualteri che trionfhitano con I'zAy co della Virtù er dell^Honere , le Maghe con tutto che infiammino quei più cavalieri chepojfano centra quejli altri , nondimeno confile da tanta pojfazjt mo Hrano fegni chianffimi d'un* ultima ruina loro. Aia fcr che tutta la fi)r\a che hauea ad abbattere le A<faghe douea ejfere tì^yìmore , egli pero moffo a pie- tà dell' indegna prigionia de fuoifeguacif cr rtfolhto di caftigare non i Caualieri prigioni , che non m ha ueano colpa , ma le prigioniere iftejfe , nonfit feguire la pugna tra le duejyande che erano uenute a batta- glia y ne porge fiore a quei delt^rco fudetto coi disfauorire i nimiciloro : mauoltatof alle habita- tioni delle Afaghe lefifconfindere colmaniffìareil luogo della fia uera refdenz.a d^ concedere la pei e- fià dell' entrarui ^ confhrlo intendere a tutti t Ca- ualtert . Et fi come Gioue ò' Giunone haueano Aier curio et In et fimilmente altri numi fferuiu ano dai tri mez,ani cheannontiano ò mandano ad effetto gli ordini loro, cofi Amore ha hauuto le Gratie per effe- entrici &t mej]ai7giere quefìofuo proponimento, per cioche la gratitudine yChe uuole che chi uer amente a- ma uer amente fia amato la uirfu principale de II' a fnore-.et la fola conferuatione de gli amati delle armci tic a della quiete del módo.Stper hfoftto CmgratitH.

dine

aj8 IL TEMPIO

dine e contr attuerò amatore. & non contra chic benejhttore & dtflruggitore del beneficio , ne contra un finto amico , o uno che ci faccia bene nolfapendoyO perfirz.a,operfine illicita; ne contra chi i arroga dhauer meritato affai y&edi poca uaglia ,ohafat topoco : ne infomma contra chi malamente ama^o ha w.okntato o fraudato t amore . & come cjuella che ntptc [degno troppo ragioneuole, i^ che causò la feparatione delle fchiere angeliche , ceiefltali & in- jèrnaliepiu nimica damare^ più contraria alla carità y lacuale e la uirtu .delle uirtk , che non e la ruutde'^Ja , la uiltà , tofìinattone , la crudeltà q^ la natura a odiare dr d'ejfer empio : cfr ogni altra peg. gtor di[pofitione,f^ di peggiori in [oggetto tale [e ne ri trouauo . Afa per più int elligenl^a di cjuefìe Grat te, Jìcomegratiffima e colei che per genero[a rtfilutione ^ non per profitto neper uanita aggradile lafir- uitu dell'amante : ^ conofiiuta la cordiale inten- tione di lui, più [empre auan^andolo : ^ dato che gli ha tlpoffejfo della gratta [uà , mai più non [e ne [epara , cofimgrattffima e cjuella che non ricono- fce mai l^ amore dell' amante che riceuuto che [hab hia in gratta , insidiando per malignità la uentura di effo, fi parta dall'amore . nella gutfa che ingrattf" fimo [arebbe un codardo che dopo hauer benificato un[uo amico ^efferesìato ricambiato dalrrtedefi- mo, per tema che (juefìo tale crefiendo troppo non riufetffe maggior di lui ^firiuolgeffe con ingegno & con lejòrz^ejue a mali uffici} . & quanto più la brut'"

ta macchia

^S9

ta macchia di quefli ingrati e d ritterfi della pHrtfs* fmcerita drfchiate^za degli amanti : & è ahhorri ta dalli ff> triti gentili ,* tanto ptu la gratitudine gene ra c^ fomenta [amore & mantiene lauita in parti- colare or tn commane . Confiftendo adunque ti tut^ io nella gratiofa ricompenfa ,/i e fhtto che le Gratie habhiano tutta la carica di far comparire iluero Tempio d Amore , alla cm difcoperta fi cancellino gli alberghi del uitio : ^ s introducano quei della uir tu . / quali douendo formare ti terzo é' ultimo ^ma colo di quei tre che proponejfimofln da principio y da poi che habhiamo ragionato di quello della, uita di me\o tra la mala cir la buona & della peffima , ho- ra parleremo dell'ottima . Nd pajfaggio dal uitio alla uir tu , er nella repentina purificatione di quelle "^ degli incantefìmi ; d^ nello fioprirflla uirtU , non poteafzrdi meno, che non fifenttffe un terribilifs. terremoto cr intonamento : & che nonfiuedeffe una gagìiardifs. fùria d'incendij , c^ che le Aiaghe uec^ chie conuerfe ingiouani no ritornajfero (^ appareffe ro ne i fi Itti loro co [pati . In luogo dell'' Sdtfjìcto degli animi contaminati che uia dijparue,nefuccejfe un* al tro y\che era tutto all'oppofìto , d" cofi all' incontro oue folca ejfere quello de gli atti tviTii ,fe ne utde un'altro chedimojìraua ti contrario , c^ ambi quesìi erano affai più alti de i due precedenti , per dinotare che fu cendo ti uitio Cefiremo difuafòr'^ , Sfacendolo pa- rimente la uirtìi , queflo e fuperiore a quello, & poi (he nclpertienire al Tépio d'Amore bifognaua paffa

re tra

t!\0 IL TEMPIO

tra quefil due edifici} che gli feruiuano di portici C^ galene , nonfolofegli affimigltauano , ma hebbe ro ancora le imagmi della uirtu y fi che nelgtrui per niez.0 fi coni emp lattano .percioche la uirtu y che me diante l*operattone dell'amore è l'ultima in effere ap prcfa^c^ ha perciò ilfuo Tempio dopo ejuello dell' À more , dmenta la prima nelt effere riguardata . non potendo io confegmre alcun fine y già non me l'ha proposlo y fi che la cofa ultimamente effettuata e la primieramente confederata: ^ la prima mejfa in confideratione , e C ultima ad effett uarfe . L a part t che era alla defira di chi ai Tempio , abbraccia bordine degli affetti buoni , che nel medefemo luo go fi erano ucduti rei» é"' perciò fiaua iy^pollo albaf fo: come che effida Imforgeffero» c^ut e tnc^uefio fenfo per la qualità fua alteratiua, oltreché e noto- rio che ti Sole fh bene o malefecodo che fi accoppia a tfì:gni del cielo o buoni o mah . ^ f a jf a to parimen- te non e in ne commendabile , ne biafemeuole , ma conuerfo in habito buo?io dtuiene uirtu , c^ rtefce ui- tto fi torce al mal habito . Che nel uero noi non di- remo'che la cupidità òt tra fea cofa honefta nefò"^ 2^a y non in quanto defedereremo , òci carruccie- remo conueneuolmente yofìdor deldouere . Tre fot- tìo i principali affetti^ ti Dolore yil Piacere (jr lo Sde- gno y c^ut erano perciò tutti tre, ^ perche ti T)o- ìorefe tempra con la lortezxjt , CT* lo Sdegno con la Aianfueiudine , quefte due uirtu parca che foffero firmate dall'ano & dall' altro . é* majftme che

ambi

D AMORE. ^41

amùi flauano appoggiati a certi termini in certo mo do y che pareo, che non mieterò ufcire oltre dt ejji: da i cjuali le due uane Allegrie di che parlammo , mo- Hrauano dt precipitare . cr tanto più fignificauano ^uesìo loro proponimento , poi che tenevano appefia t torchi lo Jpecchio , che è tlpreuedere ; & lo [quadro dt piombo , che è l'operare acconciamente , perciò^ che il uirtuofo torce la manopiu.Q^ meno fecodo che eh pare che le ctrconffanze delle opcrationi Urtchie^ ciano . la onde la mtfura non e di firro. ma di piom- bo , che è atto a piegar/ì. Il Piacere come tr.oderato dalla pruden'^a appariua ancor effo nel modo de gli altri due affati, & hauea [opra di [eia Natura, la Fortuna , (jr la gloria : per ejfere con/tderato ne ibenidelcorpOyne i fortuiti, c^" tn^r-^ei dell'animo, inquanto che non prendendo noi tn ejjl foperchia dtlettatione diuentiamo uirtucjì in ciafcuno dt loro . / due freni l*un marrgior deli' nitro dati alta TS[atU' Y a esprimono la Tcmperantia : che e intorno a i due fin fi più corporali che fino del mangiare y (y be- re, (2r dei cotto . J due corni di douitia Fun picciolo l'.Miro grande , che tene ano la Fortuna nelmez.0, di notano ta Liberalità ,cheè tn dijìnbu front ordina- ne del danaro : c^ la Afagnificentfji che confiflein fare Ipefie grandi. Le due corone luna di fiori, l'altra d'oro, fioftenute dallaGoria,fi pigliano per CAmbitio ne moderatayCtper laMagnanimitàieffendo l'una de ifolitt k onori. Cabra de t foprcmi . La parte fituata éillafmtfira,^ che e incontro a queW altra , fecondo

2^ /-

44^ ^L TEMPIO

la cjHAle fi tronana ejfere precijameme conflrutta, mua ad tri fir ir e, che le uirtuftrifpondom infteme. tal che quanto alla corporatura delle ftanz^e loro fono tut te una cofa tjìtffa : ma fidtfìtnguono poi nelle flatue per rijpeito della loro uane^à.percioche nel genera- le conuengono parimente : ejfendo tutte prodotte dal rat 0' giudici 0 : ti cjuale con tantiuedire y (^ darp al bene è capace d*ogni bontà: ò' f^on e mai eccellen- te in domar una parte dell'appalto che non fia ti me defimo in regolare egri altra . Et perche ben i w ali trap affano dall'uno all'altro ^non però poffcno mai ridurfi all' unità ^ idue alberghi de'uiitj fiirono differenti:, ma quefli delle Vtrtuper ejfer tfje unifor- mi j non fono punto dtuer/ì; talché la belle'^z.a loro fi corrifponde ugualmente. Staua Mercurio al bajfo di ijuefto Edificio , che per fprafìare alle fucende fi- gnificante l'Effato.ficowe ^dl pollo che gli era alC in- contro,rappr e fentaua i'y^ff^rto» Che doue dall'altra banda uedeuafila uirtu tfìcfa maffimamente a i mo- tidelC animo, da (jueHafiuedea cjuella che e partico- larmente ne gli atti dell operare . le quali due parti ancora che fano /otto ogni un tu , nondimeno alcu- ne fono più proprie dell un a, & alcune più dell'altra , fi come anche (i mai ne i uitij. Sopraftauano a Mer- curio la 'JSleceJJuàJa Commodi tà, (^ la Verfèttione, come che da lui dcriuajjero , Sopra la Neceffità era la Cjtujìttia,che e uer amente necefjaria nella uita ha mana, non quella che e l'ojferuare le leggi , che uiene, fid ejfere la medefima che e la. dabenagtne:et e un ab

braccia-

D AMORE. 14^

hraccìametìto di tutte le mrtu j mi quella che e turtU particolare jp^ttanteanon uolere ne più ne meno dt cjHcl che conmene f cofi nel contrattare , figntficato per li compaio , come mlU cofe criminali dinotate dallo feudo , cr dalla mal^a , che fono posìe per ar- me antiche a dimoflratione d'uria naturale , (^ leg^ gitima dtfifi . Sopra la Perfèttione fi fcorgena C A- micitia pcTujjtrcjuella che.ha più fèria che non ha I4 legge. & che rende perfetta ogni communanz^a ahuo mini tracjHalifiritroiii , & per cffere la uera corri- f^onden\a tra due animi tu e dato Caflore & 'Tol luce , Forma li Ojmr/iodità che e dt me^o tra la Ne- ceffità y Cy' la Per fèti ione tre itirtìi : fi come tre nefòr^ il l^iacere che nill'alt-'o 6dificio era tra il T)olo- re,e^ lo Sdegno. O^efiefino la l-^eracità, che è difkt ti,(^ dtitii cr ha perciò il fegno della mano con una Un a che ut e impreffa : i* Affabilità , che e dt fitti maffmamcme , or per quefto prende ilbalteo di Ve- nir e, che fhceua aff^tÙQnarfquei che iltoccauano.et la Piaceuol€zx.ay che e dt dcjtt^ (^r per notificare l'hi' iarita d.el motte nature, ha Perciò la ahirlàda di tute, GT di corimbi. ^ cjuefe tn non hanno propriamente del necefiarìo , ne finno la Ulta ueraméte perfètta: ma ben per i/conuerfire, c^ tr.tttare, ^ goder (ttn com- pagnia fono ajfai commode. Apprejfo al Tempio ap^ partuano due Piramidi ben majficcie,c^ piene dtgra uità , in uece de' due primi Grotti , che gli erano dalle bande. Nell'una erano le tre parti principali della cit tà,che dtsìribuifcono le altre: ne li* altra le treprtnct-

Q^ z pali»

244 ' ^ TEMPIO

pah , che fona diHribnite . Le diflribnenti eraml'd Confvtlt ariane de III fiati , che per ciò.hauea il capo di Janopoflo per la prndenza : ^ il umane, che fignifi- ca ti gouerria ^ al eguale cRa douea cjjere applicata . LaCreationc dt M-agiftrati , che ejfrnao di poteftÀ maggiore , & minore ha lo f e et t no , CT le uerghe. c^. la Dectfìone ds'cafi^ ardui ,nt'^!4^li ricercandojì Ix mano regia fih. pojia ima niiino in una corona rega- le. Le dSnbuite erano laRdigione con la pateì^a:che. uiene adoperare che ifuefìo nome ferui anche pm am piamente, la Aidnia che per la cm-a{sia,(^pcr tha- fla notifica l'arme da difèfa , & da ojfefa.d^ la Giudi- catura» lacjuale come ngitardatrice de II' ugnai! , fi che ogn^uno habbìa tlfuojja la bilancia: et comepH- nttrice de'ddincjttenti ha la cure: ^potpcr rifpeUo dell'equità y che mitiga ti rigore degiudici^j cunlt , & criminaliyha ilbronuno. da acqua , che dmata beni- gnità, (^ quefìofiefnttoptr dar copimento alle uirtk dtgli animi be moderati, che 'e l'aggiunta della cono, fceni,a,& trattai ione dc'negocij., or de' maneggi pu- blic ine*-qu ali il ualore ha campo largo da(patiare,et da farfip.erò tanto meglio con.ofccre . Et fi come dal Tepio delia Virtù fi douea poi gire in quello dell* Ho rwre.cofi dalle imagini delle ZJtrtu dr. idue Edifici] fi paffato alla rapprefiiuattone di quefii honari delle cure ciuilt,nelle quali tutte le più fcgnalate projèffioni hanno la parte loro . cr perche dicemmo che da quel Tempio a queji' altro e ra una uia ageuole^ s'intende , che tanto fia appmto,per rifpata che cht è ben cofin-

mato.

D' A M O R E . '245:

ntato mediante l'' humtltà fuaja cjuale e ilmnprefu'^ mtrfi, Cy- vi preparar fi con deéirafifferenza allefti- fiche, arriua alla confecuttmedtlU pr attica ciutle, et delle dignità. Et il contrario il dimofìra ueggtndo" fiche chi non adherifce a quei che pm fanno col gtrè a ritrovargli yO col uaUrfi delì*occafione cjuando la forte porti che fiano , ò uenfi^ino oue egli dimora ò {habbia feco congiato in qualche carica ,fk nell'in^ ucterata ignoranz.a fpca Un' h abito tanto meno ac commodubtle , quanto che e(Tii è pia accecato dalla fo perbia . La onde tra le im^gmi della wrtu, (^ quel^ le degli honori fono fi i dvte Simulacri, che con l'at^ terrare tfiperbi , ejfaitano gli humilt : Cv" qi^efli fo~ no in cambio de gli altri due Grotti , che erano mei" ni agli edtficij incantati, sfanno appunto fun con tra l'altro con dite fennwenti con firmi . l'uno in cO' fi temporali , che era di Giotie, che è col filmine con» trai Giganti che gli haueano uoluto torre l'impe-' rio . i'ahro di Pallade che fidmmavia l'armata di OilcOyChe hauea uoluto uiolare ifuoi luoghi fieri, Ser tìtua ancora quejìa maniera di efprimere l'humil^ ta per ammonnione a quei che pajfauano dalle uir-. tu de' cofìumia quelle de* gouerni di fpecchiarfi in quelli che fono flati d'animo , non grande , ma in-- folente , ^ che perciò hanno rumato . Et come che tluenerare , (^ temere Tjìo fa il principio delle im~ . portanti' operatwnt , (^ dell'entrare a i deffni cari-' chi y e fiato bene che prima , che fi guardino le Pi- ramidi fi a rimirata i'hiftoria, & il tnfio effito di co-

Q^ ^ lord

7^6 I L TE M P I O

loro che fono UatidisfrcXz.a:oridella diuinità. Con^ uiene parimente a chi umle ginger e ai Tempio cC A- morelli rcnderjì trattabile, & fixrfi conofcerc per de* gno della co fa amata. ti che t!4tto najce da animo gen tde , & 'piante del ben operare, (jr chi è alloppofito , come non mcriteuoh' di giungermele reìcttato. Et pe-- tlfommo eterno Amore precipitò dal cielo, ^ cac- €iò nelle perpetue tenebre del centro l' infinitamente ■difpcttofa foperbia i coms fio diritto contrario. Quefìo Tempio che hora fii ueduto non era il primo , ma l* altro che flaua appiattato tra ejjo pnmo,cr tal Ve , il ijuale gli girò dinanz.i per modo che fuelto ti monte, rimafe libera la fritta , & l'entrata. Et fi ragioneuole che fjfendofi purificata la fìrada , ^ fcoperte le figure della Ulta perfètta» tlTe^pìodel^ t Amore perfitto fvffe fimtlmente . La cuppola fua era tutta di crislallo per dar affai maggior indicto 'di lume , che non daua una palla come fit cjuella del* r altro Tempio . per cicche tutto il coperto , ^ non una particella dousa cffcre luminofo . effendo tan- ta la chiareT^a dell'intelletto nella perfèttione del uiuere y che ha tutte le potenz.e già habituate all'o- perare efcjmfitamente. Gli zyf mori che ui fanno fipra y CT* d* intorno non fono fanciulli ignudi, ne abbendati , ma giouani ueftiti , c-r adulti : accioche di cjuepo modo, oltre che le lafctuie dell'appesito con-, la grauità d.elleuefle fi moflrino leuate , ui fla N" ta uigorofa . che e confiderai a. non quanto aldifcor- fi rat tonale di quei, che fono in tale età : perciò-

che

D AMORE. 247

che ha poca efperief7z.a , or molta agitatione ,• donde iàene a mancare del maturo ^ & fildo gmdttio : ma e^uanto alu'tgore de gli anni iil(]Hale ha da effere il panificato della foprema furila dt Amore . Et dal fioco chiaro dtlle fhct e dichiarata (a purità de gli amanti . Le due Veneri che jlanno di cjuà ^^ di dalU porta dinotano la uita attiua,& la contempla- tiua i & pereto luna ha la palla della terra, che ho- ra non [ente per la geografìa , ma per U attioni del mondo . <jr P altra ha la palU del cielo , che non è po- fta per Faftrologia, ma per tutta la contemplanons , che e ritirata da ne/odj ^ fi coment a dt /^ flelfa nel reffaminare , CT* fapere la caufa di tutte le cofe che pojfanohauerla . Ne ut ednhhio che efuefle due tute s^auiuano l'una per l'altra ^e^ che la nera felicità con/isìe nella congiurattone di ambe due. le cj^aliper ^Hefto.comc cjt4elle che i ueri amanti fi propongono fla no loro dinanl^agli occhi^f^ hfiancheggtanó l'entra re che fanno in quefìo beatifs. Tempio. Ne e dapreter ?n&trere che i Caualiert che diparte in parte uenne- ro alla piaggia per trouare la flrada da gire in que^ fla hahitaiione d Amore , conduceuano trionfi, che erano preludvj dell'effrejfione delle uirtu , che ulti- mamente fi dtfcoperfero . le cjuali tutte fhceuano il cumulo della felicità , ^ ad arriuarui bifognaua prendere i debiti me^i . & ej:4efìi erano le w.rtu par- ticolari, che [otto nane fguraiiont appanuano ordi^ natamente* cfr Cordine è fiato diuerfo da qi^ello de i dne edificij, che hancuano riguardo a ifiggctti Jopra

Q^ 4 che

a4o iLTEMPro

che fi opera ; la oue in ijuejla altrafchierafimiraua foUmente al gire fempre crefi;efjdo dalle fòrz^e , che cfleriormente par e ano le più debili ^ alle ptu maro,- uigliofe . & oltre che non ui pojfono hauer luogo le dtjfer ernie ejfcnttali , ha bajìato a mofìrare nel cor/i delle inuentiont , che ai fta flato cjtiefto dtfegno . Et per arricchir 2 la fijìa di maggior numero di con- certi fi fermarono da una principaluirtu alcune al- tre fuefeguaci . per modo che i trionfi riufcirono uen* ticinque y ferìT^a il primo ^ che hauea la Fama fo^ la lé'i* ultimo , che douendo porgere occafione di dar fine a gli abbattimenti yfii d'una appartata manie- ra . Sapremo fimiimente , che per tngarbare quefti Trionfi to' ridurli alla firma caualerefca>fi fono fiztti comparire col [oggetto, (^ ornamento di diuer- imprefe . le quali ac e toc he con maggior dilettai io» ne portajfero pin uarieia , fii fono frtte parte firn- pltci y parte misi e , & di più fiorii di fimpltcità y ^ di mijìkra . Quanto alt amante y lafciandofii da han- da gli impedimenti diuerfi y^ leuarie intentioni ^ & altri e afi particolari che poffono occorrere n%U t amore-, (:^ pigltandofi fiolo la generalità^ fiono fim-^ plici in due modi : o per l'affetto , o per la uirtu che fìa in lui . Perl*ajfato e timido y afflitto y dr difperatOy 0 in altro fimil termine , per la uirtu e rifioluto yfide^ kyCoJìateyet fiecodo altre tali proprietà. Circa ti mede fimo Cono mifle ogniuolta c^habbiamo riguardo all' ti na,et alt altra parte come farebbe a direyChe quanto più egli e tormentato , tanto più fi a fermo in amare

Quanto

D' A M O R E*- Ì4P

Quanto alia cofa amata fono fìmpltci parimente , a per uirtufi del corpo come dell animo , oper ajfetto» Per uirtu e bella , manerofa ^pudica & a altre fimi li cjuahtà . per affetto è altera , dtfdegnofa , inejford bde & in tali altri modi . Circa la medefima fonò miflitome mlejfimo (lenificare che ella è affabile di fiori et dentro dijpietata. Et appunto quefa difiiri. tione d'affati (^ di uirtk ha una forte di contrapojiit che tira fecofcherl^ Cfr allufioni molto al propofito * per cloche non e che l'affetto & la uirtu fiano infume- ripugnanti , effendo l'uno foggetto all'altra :^ que^ fìa moderatrice di quello ; ma fi fumi o apparire dif- giunt amente ^acctoche dalla ampieT^a dtìlaff'ett9 appaia tanto piti e ind^ent emente iluigore della uirtu*. le cutgrandezjLe ^ fhrT^ fono conofcmte nonfolo ne tloropoffedttori: ma anche in quei iter fot quali (t cflendono * Et le dette mtfìurefono frate di duefim^ plicità , 0 nell'amante j o nella cofa amata * Euume poi un altra , che e per ri ff etto à'a'mbidue , a in par tea m tutto . In parte come fi cffrtmeffe chela^ donna nofìra con la bellezza fua n'' accende , ouero che ilftio efftr crudele et apporta affìiitione . In tut' to y che fi comefitrouano tn lei btltà Cr fi^y^z^a in fommo grado j cofi fono tn noi martire c^ f deità quanto ejfer poffano . Et tanto bafii nel nofìro pro- pofito per la materia dell'imprcfe. Intorno a t Trioni- fi e da dire che pajfarono fecondo l'ordine fudet- to . ti quale perche fia tanto meglio dtfcoperto > porre mo fiotto fireittffima bnuttà ciaf cun fine a che effi mi

rauano

^50 IL TEMPIO

rauano ài mano in mano. La Diana con efferfent" -pre la medefima con tutto che hahhia le ipoteca tnft- non cfr la foperiore , per rifletto che il uerace non ahbd(fa ne e fio ile cjuello che dice , ma il racconta fe- condo che 'e in eff&tto , ccnuiene alla Veracità , Le iyfmaz.oni per la ruùticità loro , Cy* per l'imprefa del contrario mfirtfcono la Piace no le'^z^a . Le trasfirma tioni difcoprono col motto iftejfo /' yljf abilità. La T)a ma y poi che ha tutte le operationt delCaualtero a glo ria fua yper la perfittione dell'amore conuieneal- l' Amicitia . Il Gr fine alfegno del core che e fior del petto dinota la Fedeltà. L* Amor contrario nella dt^ moflrattone dell' odio jh conofcere i Amore, il Colobo di Gioite rapprefentando f effetto dell'una ftelia c^ dell* alt ra data dal moderatore del tutto , (ytenen- do la bilancia , riguarda la GiuUttia , Le Cicogne per la retnbutione dell'amore , che e ne* figliuoli uerfo ipadriyfi prendono per la Ricompenfa li Ader curio, hauendo la colomba che e capo di tutto ilrefto, uuole efprimere i* integrità . // Proteo , perche refia fempre ti medefimo , e la fine er ita . L Hibe col uà- fo da bere , che è larga ejfufione : (^ con gli oppofiti dell' Harpie y che guanto alla ingorda natura loro hanno delVauaro : (^r cjt4anto ail'ejfetto del diflrugge re fono prodighe ,fi ripone per la Liberalità , Il Ca- ritelo porta il debito pefi c^ha ilCauallo imbrigliato, ^ perciò fi trasfirifce alla Temperami a . La Mon ta<7na che haglt eftremi nel Leone & ne/i' Agnello: tuno de* quali e troppo rifentitiuo: l'altro troppo fiffe

reme

D* AMORE. 1)1

renteinfeffna la njcdwcntà che è la Manfitctudine» Le Hespcridi quanto più et dipingono F affettata di' jpre'^aturadella Maga c^falterez!{a dell'tmpre- fa {uà , che dertua da ambittone eccejfuia , tanto me gho CI manififta U A1od({ìia, VHidra per ejfer arditìjfima fcrue per l*yirdttezS{a . Il Laureto an^ Cora che fia fulminato , perche nondimeno tllatiro refi Jìe al utrno c^ alfidr/jine , altra che incor ona i Ptinci tori è ilfignale delia FortezS{a. Il Tempio dell'Eter- nità per laftruttura de/l*optra , cheprefttppone orna mento pubiicOy dignità p prema , jpefa grande^ ferp^uità , n'apporta la AlagnificenXa . V Har- pocrate , perche menafeco ti Candelabro ^ rischia- ra taria ,// confà con la Spìtndtde'^(^ . Le fiere, tffendo f animo fir ino il centrano del gentile , danno la cognitionc dilla Genitlezz^a . L'Etna per la gra- tta defiderata allude alla Benignità, li Fulmine con tiene le arme deposìe c^ t* alma pigliai a in uece iorOy C^ cofi mene afignficare la Clementia, La Cerere col gire per tenebre cr luoghi inaccefiibiii raffigura la Intrepide^z^a , Le Sirene [e ben uanno dijpcrdert' do i^accjua del finte » non rtfìaperò che ella non con- tinui d ufcire . CT* perche la malafirtv.na che cerca di impedire le uirtuofe attwni non fhfty che dcfflano dt paltfarfi , rapprefentano la ''Fatientia . Lo Sco- glio alia mofìra delie due barche ^ le quali folcano ugualmente limare turbato c-r il tranquillo , dichia ra la Alagnanimità . F^t finalmente gli Argonau- ti , portando t trofii de tpnmi tìcroi , lLc f.f t: garo

ho

fjl IL TEMPIO

ito in Colcht , danno inditio chianfjlmo della Virth herotca . Refta che per maggior ejpltcatione de i detti trionfi fi ripongono i perdimenti loro . donde art che appariranno tanto meglio le uirtu ^ t termini della Ulta perfètta . / trionfi fono fempre fiati fatti di/perdere da e ofe contrarte ad efji. & le contrarie^ ypereffcr pitti modi oppofìi alla tur tUi riu finirono molto diuerfe . percioche per effempio affai capa- ce a amplitudine noi prenderemo ildifegno , che fi ha di acqwflare traglt altri quello slato conuenien- te , che fi chiama felicità . ^ diremo che tufipoffono opporre tutte le caufè : che fono quattro. Uuna è la produttione dell'effetto, l' altra ^ il fine per rifPetto del quale fi opera . la terza i la materia fopra che e jhtta t operazione . la qu^irta j la fórma che fi da alla cofafogg&tta » Laproduttionehquanto allapnmie ra origine , ò alla propinqua , o al mezo . La primis ra origine e Dio mede fimo ,fenz.a il quale chi penfe- ramai dipoter far bene , fi trouerà fenza la caufk Ole (fa del bene , ey queslafarà una fomma contra- rieta . La propinqua origine e la uolontà dell' huo- moi il quale fc non ladiri'^aneluifo delle difìcol" , ma uogliaflarfene , non può confeguire niente di buono. Jl mezo è ftnfìr omento delle profferita , il quale quanto a gli affari del mondo et e pr e fiat a per molto al propofito . ueggendof che neWeffercita- re gli atti dell^ benificenza ; c^ neìl' abbracciare & empire i maneggi priuati orpublici ; e neceffana batter e fan ita , robba , feru ftori,amici é'feguito: e-r

WStti

D AMORE. 255

wefte conto ì^ e (fere fortunato neìU nobiltà snella robti fìez.za , nel garbo della pcrfina & della parola , nel- la moglie , nt figliuoli , tn amia che [campino, & ni- tntct che muoiano : CT tn altri fimi li accidenti , ///- ne , che è ejfa fi licita , può fimilmcnte contrariarci^ 9gnt uùlca che uogltamo unafiorte di uita che non fio. per noi . come che alcuno habhia ajfai piu attitudine ti Ila cjuiete dille lettere ò della cafia , che al moto del- ie arme 0 della Corte : 0 più a cfuefio , che a (jucUa-^^ nondimeno fi ponga allaprofijfione , che e meno per hi . La materia > che confifie nelle ajf&ttiont deWa ritmo & nelle arnioni domefttche & ciuili ; e ncflra auerfaria ,fe ci commouiamo con troppo ardore : 0 non open amo ne a luogo neatempo ^ne congltaltri debiti rifletti . La firma , che e tacccmmodamemo di cjuefte paffiont ^ di qucfìe opere , non fiirà mai putto , oue non fila rettitudine di giudicio . Cj tal cau fa fecondo che sìa bene 0 male,fh che la precedente^ per la necejfaria congiunttone loro , fìia ancor efia 0 dell'una maniera 0 dell' altra , u^dunque uarte fu- rono leguife nelle cjuali fi ficero andare a perdere (juei trionfine i bofi hi contigui . Et le cofe che ueni' nano fiion di effi per ingarinare i trionfhion , ufictua no hora del Labirinto , hora della Selua , fecondo che era più proprio che fi trouaffero 0 in (juello 0 m (^uefia: ancora che per cofarfi affai funa et l'altra ha hit at ione tn ejfere filuagge et i nculte.non poteano ha uere m quefia parte molta differéz^aSt alcuni tncMi pafic€tianad(ilUtfieffemcàtatricr,et dertuauano per

eii

aS4 ^ L TEMPIO

ciò dalla pi aggi a. l Satiri slegati fono cotra alla Dia. na . perche come ufficiali di Tracco cir perciò cbrij cr loijMaci ripugnano alla Veracità . // Capo di Afedw fa [coperto alle Ama'^ni,ejfendo tutto feuerità c^fln pidezj(^ j che e al rmerfo di chi fiole ricreare (^ altri m dolce conuerfatione con motti c-r rifihonefli ^ col dare e}' torre la burla , distrugge la Piaceuo- leT^a . / Sellatici ojfendono le Trasfòrmationi , fer ejfcr la ruHicità nimica deli* Ajfahdità. IlCaua iterepercujfare uhqI battere la Datila. et co fi fi unat to che 'e ìa molatione dell' ylrìncttia . // Corno fi [uo- na al Gridone tnfegno delio fi igottimento , che e op- pofio allaprontezjz^a del core cr perciò alla fedeltà. Lo Spinto trtalaag^io e nelcafo dell'Amor contrario, poiché ilDimoniD e tutto ti male dell'Amore . l Aio fri bi\arri uengono ai Colofjo di Clone , come che fa no di firme dfcrepantifs. quali f fingono igrottefchi: C^ che per tanto habbiariopofitura diuerfii dall' ugua lez!la 0" dalla Giuflitia . 1 Serpi fi uoltano alle Ci- cogne per ^opinione uolgare che fi ha . che le utperc fiano ucci da i figliuoli nel partorire che li fiinno.la oue t cicognini gta crefctutifono i fiflegno delle ma - drt,&t per tato riefgue Poppofito della ricompéfa.Le Ai^ìaz^oni danno fine al A4er cario .c^ èia cagione, che hauendo rotta la compagnia non haueano hauu^ to f Integrità, I Centauri affali ano ti Proteo . ^per^ che fono di due nature : c^fitroua che nonferuaron o la fide y diuengono il mancamento della Sincerità, Le T>onc che implorano aiuto compartfcono all' He

bc.

d'amore. 255

he ,& ejfendo illihraìe non meno con filtrato nel [a fere ufure circonfp ertamente U gratificatione , che nel mncere la fouerchia cupidità del pigliare ^ del ritenere ; è nato che per ejfer conferito ti benificioin chi noi merita ^ fi faccia il contrario della Liberali- tà . / Terficutori delle donne che figgono s'introdtt' cono col Camelo , Qrfknno conofcere che bene intem^ per ante e colui , che perfatiare lafiia libidine mene alla rapina :per modo che per mantenerfi diffoluto^ non (t cura di fhr fi federato » & di>fregiano perciò la Temperantta. Lo Scudo d'acciaro s'affaccia al^ la Afontagna . c^ accecando la uifìa ; oltre che e ferrigno , coft che non e la dolcel^a dell'animo ; al- lude alLi fimtglianz^a dell'iracondia , che toglie lidi fcorf) , c^ di cjueflo modo reietta la Adanfuetudtne, I Leoni rnfiiltano le Hesferidi non per altro, che per feruire al lignificato della foperbia . Ucjuale è ripu- gnante alla Mode fila . La Damigella nel concert to dell' fj idra gridando & temendo le Harpte non s'affimiglia in conto alcuno alla virilità , ne all*Ar' dtdtzXa . I Soperchiatori del Laureto commetto^ no optratione lontana dalla Fortezjz,a . / Maghi che appaiono al Tempio dell' Eternità con L* me amo del leuar lefirz^e , leuano il neruo della Magmficen- \a , U Hidra , che ufict uerfo £ Harpocrate , con la fua horribilità che e abhornta :e differentifs. dalla Splendidel^ , Le Nmfi che fingono d'amare &fi> no crudeli , cantano alla uenuta delle Fiere, ^per- che quello che mofirano dp fuori non rijponde a quello

di

^$6 ILTEMPIO

éìt dintro , non conu erigono con la Gentile'^a . ISa-^ tirt fi dijhofcano all' Etna, ò' come caprtgni <^' di- ffhcciiort del bene , ^ infrrtati con [introniamento delfitono ^ co maTjLafiu^i , effrimenogli ejfetti di- fcoHi dalla '^Benignità , 1 Centauri [ae^tando (juei del Fulmine .perche finge che fiano tali lungo le ri delFlegeAonte , ouefhnnoftare t tiranni , con l'i^ magtne della tirannia uogliono cancellare la Clem? tia , Le Donne , che al carro di Cerere fono mena- te uia , hanno qualità troppo dtffimile da quella di chi refifle a fune le auerfita : ^ per confequenz^a non fi confanno punto con fJntrcpidez.za, J delfìni fi mettono per dtfciorre le Sirene (^ ejfendo fimulato- rt, doue che t uert uertuofì Con tuttoché le fortune fini ftre filano di foprafi conferuano : ^ tfintt cagliono; fanno difcer nere Uperuerfa mojìra della Patientta» La A4aga facendo credert a chi conduce lo Scoglio^ chela fai fa flrada dell Honorefia lauera, rappre* fenta l'ejpgie de gli honori non foltdi , (^pereto pro- duttori della gonfiezza : & fi torto alla Magnani- mità . ICaualieri oltraggiatori de gli argonauti con la uillama che fanno a quel hellijfimo nauigio, la <jualc non farebbe [tata in queHo concetto Je ueniua dalle mani de utllaai ,/idiJcopronop€r da meno che huomini. (y' perche gli Heroifonofoperiort alla na- tura human a y amene che per queslo cafofifia riuer fata laZJtrtu heroica, Hora ejfendo Arriuati di uoì- ta in uolta quefii Trionfi , fa ragioneuole chefcmpre ne t modifopradatifiandaffera dijferdendo :per na

fiere

d'amore 257

[cere? offerì (ione dalla natura dell' off endit or e coirà ria all' off e fa . Aia poiché ieparticclan Finti non hebbero mai forza di mettere a fine una tanta uentu r a fiche l impedimento del Aiontefi Icuaje, c^ iltte^ ro Tempio con Feftintwne de uitij (3r tiiwficatione del le Hirtuftueniffe a difcoprirefu neceffarij che alla fi- na fif-icejfc comparire l'arco trionfale della Virtù et dell' Honore tfìejfo : ricercando/i la totale uirtu adw ne tjfedittone importante totale . Et fi come la Fa- ma che prima entrò per effer^jaelLt che annontia tut ti t grandi auenimenti\qHah fi fiano ,ncn fi fatta pri- gione : ma non però haueua divinità alcuna^ la onde non fali4Ò i Cauahert che lafegwuanochenonfofftro coniisrfi -^ coflilprcfente Trionfo ,fe ben nonfìt la prò pria cagione dell' annullare gli rncantr ,per Ceccellen Tiafia non potè cffcre fiperato dalle A^aghe . Ada per l' intelligenza di quefìo Arco, di che hor a parlia- mo y non lafciercmo di dire , che oltre che la Virtù (^ C Honore ni erano in cim.a , Cr per la corriffonden- "^ loro affai dichiarata nelle due Aguglte fi aitano in atto d'abbracciamento , haueanoagl: angoli le loro proprietà fìgnijlcatepcr quattro sìatue che fcrutuano mtfteriofamente ali* una & ali altro. percioche t^^ pollo giouanetto dinotaua ilpreuedere che utene dal' l'ingegno , ti quale fuol efftre uiuace in quell'età: tat tempatotl deliberare chenafce dal giudictocheper la maturità appartiene a quegli anni : lo Setta l'or- dinare : é' t Etiope hffeqiiire , per ejjere nell'una ^uefìe due copleffior/i che efièmatica la granita , che

%^ porta

253 IL TEMPIO

porta un imperio naturale: ::j* nell' altra che e coleri" e a la prefìe^a che perfua natura laferuitli.ejfen do tra gU hnomini alcuni che paiono nati per coman dare,alcumper obedire. Et queftefono le quattro par ti della prudenz^a da quale e uirtu principalifs.Stmil mente Cj^pollo giouanetto eilLeuante : l'attempato il Ponente : lo Scita la Tramontana : F Etiope il Me 'j(q giorno . donde fi dtmofìra la ddatatione dell'hono - re . & infegno difflendore d' animo y^ d"opere,& di dignità (fr di gloria, tutte quejìe quattro figure han^ no ilfiiocojchefi e cercato difarui intrauemrepiu che a flato pojfibile per la bella moHra chefit nel tempo di notte. Sono poi a i nicchi de i fianchi la Vigilanza, 0" la Terfeueranz.a che fi pongono per le due firzje potenti a far che ncfca colui che fi e mejfoper falire alla uirtUyQralthonore. c^ le pitture chefìanno (òtto VArco ejprimono gli effetti dell'una , & dell'altro . Comparue quefto glortofo trionfò 3 che conteneua con la perfittionc della Virtù tutte lepoffan'^, ^7 gli ef- fiitifuoi col premio medefimo che nefegue . Et an- cora che ilgiuslo abbracci ajfai: c^piu ti magnani- mo'.c^ più ancora l'heroe-^ nondimeno ciafcuno de* pajfati trionfi hauea la mira ad una fola uirtu , in quanto chef confi derauaf parata dalle altre , c-r ut niua a far e l' apparato fuofenz^a l'altrui compagnia. Jl che ben non foc cede n eli' operare , hperò in potè- flàdelìintellato a pigliarla in quefiagutfa. E^ fi- milmente da auertire che nonfolo quanto alla quali- tà delle uirtU , ma quanto alla dtf^ofitione de gouer-

ni.

b'amor.e ^5^

ni > ilmedeflmofentimentoftritroua ne dati trionfi, fer cloche fi è tentato diperucnire al Tempio cjHando con unfotcaualiero.cjuarjdo con più : ejfendo le firmi dèi ben reggere (^ ben condurre alcuna co fa dueprin ctpalr/jente-.l'una qHand.o ui e unfil dominatore : l^ul tra quando ti tutto dipende dalla corporatura di p'n tesìc congiunte infieme . wa ninno dì, quejlt modi h^ giouato , auLi quello , che e ilpreiìantijjlmo chiama^ to Arifiocratia , che confisìe nella fintentia c^ tiolon di molti eccellenti/fimi , cj- chcfii dinotato da gli Argonauti ynon ha confcguito qt^e fio fine . ò'ciò di^ moftra che tanta era la manifkttura, che in ciò firi^ chiedeua , che ne qt4efto ottimo mez.ofA bafteuoh . Et fi piglia perciò una inuentione, che efopra lefòrz^e hn mane : colfkrfiucnire uh intarsiente tlfudatc syfrca Trionfiile .percioche arriua con ejj'o una gran ban- da di Caualieri , che per gli Idoli della Virtù cr del^ t Honore firaffimiglia a quella firma di città , nella quale tuttifijno u alerò fi (-r graduati o" fiU^-i uguale mente non ui potendo effer quagtufo più bella imagi ne del bene eterno , che quefla. Mafie benfottilmin' te uorremo riguardare alfi^ne della battaglia , chefii la chiufura d'Sfiingolart abbattimenti, uedercmo che ne il cumulo (^ compimento della Virr'ti efprcjjò per quell'Arco y ne la ugualezS(a della filtcità indicata dal mede fimo , ha fhtofionfindere le Aiaghe CT in- trodurre gli ajpetti delle uirtìi ima fi la uenutadelU Cratie . le quali fecero ftmilmente dislaccare la pu- gna ffienzji che apparejfe , che i Venturieri fvjfsro

R z punto

l6o I L T E M P I O

pM'ato Htnciton de nemici . La onde conchìuderemo^ che ben lafintma uirtu de' Caualteriprouocò l'aiuto del Cielo : cofa che prima non era fiata affamata da alcuno : ma che efjendo frali tutte te noftre operattoni' fenT^ilfoccorfodi'Aino, le tre (jratie ^ che fotta lafit itone di quelle d ^ more alludono alle 'Theoloaiche, ùenneroper laperfittione del tutto .fiche ti tmiter fi- in sii Li uera Hrada , dcarninarui (^ il giunger tu in capOy h opera che cori qualche nofìra prouocatione de riuada effe . Et perche qutfo mondo per la fomma bontà c^ efquifitìffirfìa tur tu di Principi o di Prmci' peffc y che itetelo ha conceduto a mortali , fi e ir Gua- to nel corfo de*fecoti hauer gratta di riaccomodarfi ^ (hrfib etto y non e flato fiior ai propofito , che fipré dat'occafione d-jlìa giunta della Regina Barba- ra, col dire te Gratte , cheper fua cagione uengo- no ad aprire ti camino della felicità. Et le beate fchie re che hau^ano in loro compagnia non appariuano , tna s'udtuano dal Teryjpio che cantauano , per non ejfere baftante l'occhio humano a fofferirle . Il canto era /òpra la conq^nm itone di quefta Prmcipeffaet del Principe di quejì a citta: mediante la quale fi con- giungeuano le due cafc loro, l'una d^-^Aufìria : l'ai* tradiEfìe. !^tperrifp-^io de gli Imperatori Auflria et uiene afitruirne che l' Aquila Imperiale , che e ne- ra h abbia ajìrùrto a la bianca , che e l'infegna di quefi' altra cafa. Et tr Quando fi apunto quefìe due tan to antiche (^ (rlorwfe col filo non mai interrotto.quan tofipuQuedercper laluce dell'hifìoriayè aunenutOy - che

d' A M O R E 26 1

the la Canz^one chefii cantata , habhiapotutofpana^ re con maeftà ■: poiché i figgati erano copaccompa- gnati dalla gradezx.a»^ ficome s'induce che i primi *Trincipi della flirpe d yiujìria raccolganoti Duca uiìfifìfo come nouello tra loro . cefi le prime Princi- pededicfuelladt EJìe ntlCefplicattone delle cjualt p tocca la memoria de tlor genitori, fono indotte a rice fiere la DuchejfaB a R b a R a, che e noua tra ef- fe , (^ col celebrar fi li T empio ^ oue le mrtu regie han no antichiffima refidenz^a yfiutene copertamente ad èjìollere la dna di Ferrara retta da co fi lunga ferie dt Signori d'un fraine iJìejfo:CT ornata per tanto t(m daflondìffima Corte dt Caualieri . Ada la Faryia. che hauendo notata della nobiltà dt (jHe(lolHogQ,f4i co dttjfe i primi Caualteri y d^poi tu ff^rmò per reftare tn parte , che apportala dt continuo marautglie tn^ follie y giunto d fine al tutto, ne nolo uerfo il Cielo, perfi(rnificare che (juejìe cofe d arme , delle canali ella era fata spettatrice meritauano de!]?re annontiate doga intorno , CjT confacrate alt immortalità . Et perche ti Caflello di Gor^oje>^ttfa contenne la deferii- tionedeluitio: c^tl/i^onte di Feronia quella dilla uìrtuifi e lioluto che queflo Tempio d Amore\ab-^ bracci le nature ^ conte deFCuno c^ dell'altra : & che uenga à concludere non fola nella prcfigattone delmtio^ma anche nell'cffaltatione della mrtu .

IL F I ?^ E'

. , R 3 TAVO-

TAVOLA

SOPRA IL CASTELLO

DI GORGOFERVSA.

"Y) I A L F A R A B I A di * rontc . Jf

•^^ nanzj al Diicad carte 5" De' Caualieri de' quadrupe

Di Alfarabia& eie' Caualie di infernali. ^6

ridatile per Icorta. ^. D'un Caualiere dalle Mo- ro, n Iucche. 37 De' Caualieri che uennero Del Caualiere dal moftro contra Alrarabia. io di Gorgoferufa. ^7 Del reatro. iz D'un caualiere dell'Arabia Del Caicello di Gorgofera felice. ^8 fa. I4.i5."i6j.i7. Del Caualiere dai quattro De' lumi. 20 Mori. ^8 Dimufìca. xi De' Caualieri della Maga Di tre caualieri 'mantenito di Meiiglotto . ^^ ri. 21 De' Caualieri della gioua- Di due Giganti Scd'undra ne trasformata in moltro cone. 22.25 daGorgofer. ?9«4<^ Di razi& di girandole .25 Del Caualiere dalla Syre- De' Caualieri della dami- na. 4t gella d'Alfarabia. z$ De' Caualieri da i due Gì- Del nigromante. 27 ganti. 41 De* Cauahcri del Nigro- De'Cauaìieri deli'lfoleFor mante. ^2 runace. 4<> De' Caualieri del Sofi . 55 Del Caualiere della Rocca Della Fata Emarofoca. 54 fedele. 44 Del Caualiere della Fata De' Caualieri delle tre don Emarofoca .f 54 gelle. 4f De'Cauaìieri dell'Heremi D'un Caualiere di Tarta- ra . j4 ria . 4^ D'unCaualierelndiano.j j De'Cauaìieri d'Ethio- De' Caualieri del Rinoce- pia. 46.47.48-49

R 4 I CAVA-

I CAVALIERI DEL CASTELLO

DI GORGOFERVSA.

A Leflandro Andriafi . à car. 34

Alfonso Duca di Fer- rara, lò.ll.il. ^j

AJfonlb daE(te Marchele di Montecchio . io. zi AJfonlb Eilenle Contra- rio. 9.46 Annibale Bentiiioglio. 4f Annjbale Beuiiacc]ua. 36 Antonio Galeazzo Benti- uoglio, 9.46 Camillo Guaiengo. 44 Camillo Montecuccoli. z i Camillo Montino . 40 Camillo Turco. gj Carlo cofciardo . ^6 Conte Aluarotto. 9.47 Cornelio Benciuoglio .

9.21.22 Coihnzo Montecucco- li 39 Fabio Fontanella . 59 Federico Miroglio. 38 Federico Monteuecchio.45r Ferrante Elienfe Tallo- ne. IO.J2

Fuluio Qui frelli . 3^

Gio.Battiiìa Trotto, zi Gio. Thomafo Lauezuo-

io . ZI

Giofeppe Strozzi . 41

Giouanni Silua . jj

Giulio Hiienfe Taflb-

ne. 10.24.22

Guglielmo Becchino . 3^ Guido Calcagnino . 41 HercoleBraiauola . 40 Hercole Eiknfe Contra- rio . 10.32, Hercole Efìenfe Tallo- ne . 21 Hercole Giliuolo . 24 Hercole Tallone . 24 Hercole Trotto . io. 39 Hippolito Elìenfe Tallo- ne . 9.36 Hippolito Turco. 10.39 Jacomo Badoaro . 36 Leonello Lauezolo. 45: Luigi Gonzaga . 10.21. Marco Antonio Giliuo- lo. 9.21 Nicolò Pigna. 40 Onofrio Beuilacqua. (^7 Ottauio da Thiene . 47 Palla Strozzi. ^j Scipione Sacrato* 34 Scipione Silua. 38 Thomafo Sacrato . 4J Vicenzo Flifco. 24

TAVOLA

T A V O L Aj

ET CONCERTI

SOPRA IL MONTE

DI F E R O N I A.

concerti;* deir Occafione 91.91.9t -T^ E LL' Amore 63 della Patientia J71: •*-^ Della Bellezza 67 della Verità 89 della Concordia 69 della Virciì 7^ della Coltanza 70 dei Lumi S7'S^ del Defiderio 66 dei Mantenicori $9 del DelHno 88 del Monte di Fero- della Felicità 83 nia 51.53. 54. js". 56 della Fortuna 83 della Mufica 5^'19 del Genio 8) delie Ninte 59 di Gioue 9f dei Fattori 58 della Gloria 78.79 dei Razi & Girando- deli' Honore 73 le 58 della Lealtà 6o.6i.6a

t

I CAVALIERI DEL MONTE

DI F E R O N I

A Lberto Bendedio 78 Alfonfìno Trotto 6^

•"- Alellandro An- Alfonfó di Ette Marchefó

dria!ì 85 di Montecch.o. 7^

AlelVandro Lombardi- Annibale Bentiucglio 6$

no 76 Annibale Beuihcqiia 88-

Alfonso DucadiFer- Antonio da Thiene 6f

rara. 60 An t o ni O.Galeazzo Beoti-

Alfonlb Eflenfe Contra- uoglio. 69

rio 6j Camillo Gualengo 76

Camillo

T A V

Camillo Montecuccoli 57 Camillo Moncino 71

Camillo Turco 80

Conte Aluororto 63

Cornelio Bentiuoglio 6^ Coilanzo Montecucco- li 78 Enea Pio 83 Fabio Fontanella 78 Federico Miroglio 6$ Federico Monteuecchlo 78 Ferrante Eftenfe Tailb-

ne 87

Francesco de' Medi ci Principe di Fioren- za 60 Francefco Nigrifolo p i FuluioQuilìelli 80 Gafpar monte 76 Gherardo Saracino 78 Gio. Bartifta Trotto ^j Gio.Thomafo Sarraco 78 Giofeppe Strozzi 88 Girolamo Fabiano 91 Girolamo Forni 78 Girolamo Criuello 6^ Girolamo Montecuc- coli ^7 Giulio Eftenfe Taflone 7^ Guglielmo Becchino. 80 Guido Bentiuoglio 6^

OLA

Guido Calcagnino Hercole Bralauola 71 Hercole Eftenfe contra- rio 8j Hercole Giliuolo 69 Hercole Pio 8j Hercole Taiìbne 8^ HercoIeTrotto 5:9 Hippolito Cortile 80 Hippolito Eiienfe Tafìb- ne 87 Hippolito Gianluca 80 Hippolito Turco j9 lacomoBadoaro 78 Lanfranco Giannella 78 Leonello Lauezolo 80 Luigi Gonzaga ^9 Marc'Antonio Cato 78 Marc'Antonio Giliuolo 5:7

Nicolò Pi^na

7t

Onofrio Bevilacqua 88

OttauiodaThiene 6^

Palla Strozzi 78

Paolo Emilio Brenieri 57

Pirro Gonzaga 60

Pirro Ruggieri 57

Scipion Sacrato 85"

Scipion Silua 78

Thomafo Sacrato 91

Vicenzo Flifco Sf

Vicenzo Vitelli 60

IL FINE

TAVOLA

SOPRA IL TEMPIO

D- A M O R E.

AFFABILITÀ come di- notata car.z5'o

AfFettOj & uirtù come fiano repiignanti 249

Aifetco come diuenti uirtù, & uitio i^9

Aftecti principali quali fia- no. 240

Alberghi, & fìatue dell'Abbondanza 125" dell'AiFabilitd 195"

delle Allegrezze dilTo- lute i2f

dell' Amicitia 195"

di Apollo 194

di Apollo giouanei85' di Apollo attèpatoiS 5" deir Appetito iii

dei ConfiglJo ut

della Commodità 195' della Cupidigia 125'

del Dolore 194

della Falliti 115'

della Fortezza 194

della Fortuna 194

della Giouentii 12 >'

della Giuftitia 19^

della Gloria 194

<lella Infideltà 12^

della lauidia 12;

della Iracondia tif della Manfuetudine] 19^

di Mercurio i^y

della Naturi 194.

della NecefHtà 19^

dell' Ocio i2f

della Perditione 125'

dellaPerfettione 19J

della Perfeueranza 184.

del Piacere 194

della Piaceuolezza 19^

della Profperità 125:

dellaRa^ione ii£

della Rilblutione ut

della Sanità 12^"

dello Sdegno 194

dellaSimulatione 12^

del Sonno i2f

delIaSoperbia l^f

della Soperchieria iif

della Veracità 19?

della Vigilanza 184

Alberghi de i uitij perche

viifFerenti 24^

Alberghi delle uirtù perche

uniformi

242.

Alpi che abbrucciano 189 Alpi uicine al Tempio d'A- more 109 Amorini diuerlì 1 1 r Amori

T A V

Amori ragioneuoìi due ne- ( ceilarii per Talire alla uir-

Amorino fenza benda, & co i pie liberi che lignifichi

2 IO. 21 I

-Amorini co i legami parte a gh occhi, & parceà pie, chefignifichino zn

Amorini con le bende al- quanto giù da gli occhi, & co i pie alquanto in li- bertà, quel che importi- no 2[r.ii2

Amori ueftitij& adulti quel che importino 246

Amore come dinotato 2^0

Amore diitrugge lehabita- tioni delle Maghe 2^7

Amazoni diuife, come dino tino il contrario dell'in- tegrità 2^4

Amicitia 24 j. come dinota- ta 2JO

Animali delle Maghe iis Animali, Alberi, & altro, coi loro fignificati. Agnello iy8.if9

Aquiloni 174

Auoltoio 162

Bue 175

Camelo i^j

Capo di Cicogna 162 Caduceo di Mercurioi48 Capo d'Elefante 172,

O LA

CapodiGrue ijt

Capi di più forti iS'z Candelabro - i^g Ciclopi carichi di fpo- glie 141

Cicogna 148

Cicogna eoi collo legato

Cigni co' uifi humani 164. Colomba 1^0

Colli di ferpenti iS^ Corone di Lauro , di Qiiercia,& d'Edera i8f Crilhllo 2ro

Delfino 14^

Encelado 172,

Fiamma continua 14^ Fumo i^^

Gamba dell'Hippopota- mo i6z

Gerione i^p

Ghirlanda di fiori 148 Harpie i^j

Harpocrate 166

Hebe i^S

Hiena 166

Flippopotamo 149

Lauro 16^

Leone H8.1j9.176 Leoni domati 1^0

Mano in una corona re- gale i44 Mano che accenna col di co 184

Mani occhiate ijo

Mercurio

T A V

Mercurb i^o

Mirto 148

Morlbdiferpi i^^

Oliiia 148

Parte anteriore del Leo- ne 184 Parte diletteuole d' una montagna 158 Parte inculta d'una mon- tagna 158 Pellicmo 161 Pie di Giganti 149 Piedi Leone 171 Pie di Aquila 172 Proteo 1^5 Rami d'Oliua 17 + Rote 14^ Satiri 1^7 Serpe ly^ Scarauagio 184 Scettro 184 Scoglio ijz Statue turrite. 175 Apollo pofto per l'Affetto. 240. giouane che fignifi- chi.2f7. attempato che lignifichi. 25'7 Appetito,& Ragione co- me dinotati, & perche fiano infìeme daunaban da del Tép. d'Amore 21 z Aquile nera, & bianca co- me congiiite infìeme 260 Aquilif^ri 184 "Arco de]laVirtib& dell'Ho

O L À

nore perche comparifcè in fine. 2^7. perche non poteire elìere fuperato dalle Maghe.2f 7. fiia di- chiaratione . 25'7. come rapprefenti Ja perfetta 2^9 forma d'una città 2^9

Arditezza come dinotata '

Ariftocratia come dinota- ta 2^9

Arte magica perche prefa per fare i mutamenti ch^ fi uidero. 220. 221. tolta per recreatione izi

Auaro & Prodigo come fi coprano col màtello del- la UirtÙ . 2^2

B ^

Beatificatione dell'amante

20^ '

Beatificatione della donna

amata 20^

Bene è di due forti, & quali

Beni efteriori,& quali 22,3 Benignità come dinotata

2f t

Blandirle ufate dalleMaghe

uerfo i Caualieri , & perì

che 230.2JI

C

Caduta dal fito circolare i

quel de gli ottogoni che

fi^nifichi ■■^l^

Can-

T A V

Candelabro all'antica i66

Capo di Medufa come di- noti il contrario della Piaceuolezza 25-4

Charitàvirtùdelle uirtÙ238

Cartello di disfida 204

Cafed'Aulhia, & di Elèe antichifiìme i6o.z6i

Caiulieri Manrenitori 126

Caualieri conuerfi.i^^. per che in arbori , & in falli , & non in animali. 252

Caualieri ricóuerfi.137. ciie fìgnifichino. 2 ^4. come ri feruino l'intrepidezza & la coraggioficd & non la conofcenza delle Ma- ghe. 254

Caualieri che combattono tuttiinfieme 107.187

Caualieri che s'inuiano al Tempio. 191

Caualieri Venturieri difiol- ti dalle Maghe dal prefo camino 2^5

Caualieri contra il nauigio de gU Argonauti come dinotino il contrario del lauircùheroica 1^6

Caualiere che batte una da- ma perche dmoti il cótra nodell'Amicitia 2^4

Centauri perche dinotino il contrario della lìnceri- 2^4

OLA

Centauri faettantì percht il contrario delia clemen tia 256

Colori de i Manrenitori co i loro motti & (ìgnificati. i27.i28.aItradichiaratio ne loro. 2jf .236. appro- priati alle Maghe & a i fei uitij orÌ9^ìnahi^^.z^6

Commodicà qnali ui rtù for mi 5 & dichiarane 1 loro hieroglifìci. 243.244

Confecrationi d'Imperato- ri 173

Configlio, & Rifolutione perche porti dall'una bada del Tempio d'Amore 212

Confukatione de gli flati come dinotata 244

Continenti . & Intelligenti come fignificati,& quali r fiano 212

Corno Tuonato al Griffone perche dinoti il contra- rio della fedeltà. 2^4

Corni di douitia pofti da o- gni banda della Fortuna, che uogliano fignificar 24:

Corone due della gloriache uogliano fignihcare 241

Corrifpódenz a dell'amore onde nafcajSc fuoi effet-ri 207.208

Cuppola del Tempio d'A- more

T A V more perche rimanga di fcopena neli'afcouderfi del Tempio 214

CuppoladeiTénio d'Amor perfetto perche tutta di criitallo 146

Clementiacome dinotata

Creatione de'Magiftrati co me dinotata 244

D

Damigella fpauentata per leHarpie come dinotili contrario dell'arditezza zzs;

Decihone de i cafì ardui co me dinotata 244

Delfìni come dinotino il co trario della patientia i$6

Difl'olutochifia 224

Dolore , & Sdegno come fi temprino 240

Donne imploratrici d'aiuto come dinotino il contra- rio della liberalità 2^4.

Donne rapite perche dino- tino il contrario dell'in- trepidezza 255 E

Edifìtii ueduti nell'ultimo fpettacolo perche mag- giori dei primi 2:59

Edifitio della Maga dalla Sfìnge perche uenga da

OLA

alto d ballo , & perche portato da una auuoJi . 2 2 5'.percheuago, &pjea di cantij& luoni.2i).per che ufa lo fdrucciolo nel Tinuocare zzs

Edificio della Maga dalla Ti gre perche uenga dal Ce trOj& perche fatto uenip col luoco. 21 j. perche ter ribile.22 5". perche ufale rimeda frottola nell'in- uocare 22^

Edifitio della Maluagità. 21^. perche attaccato al- laSelua 229

Edifitio della Séfiialità.izj perche attaccato al Labi rinto 229

Elefante caualcato da Ari- Iteo 15"!

Elettione non fta nel male, & come s'intenda il det- to, che fi uede ij meglio , & s'elegge il peggio 2 16. 217

Etiope pollo all'Arco della Virtù, & deli' Honore, che importi. 257

F

Fama, 128. falifce in alro.i j^ perche non poteflefalua re i Tuoi feguaci.ij 7. per- che nel fine ne uolafle uerfo il cielo 261

Fattu-

T A V

Tatturatloni delle Maghe.

1 17. Si. più oltre Fedeltà come dinotata 168 Felicitàj& Tue uie. zo6. che

oppoftì pofia hauere3& lo

ro cólìderatione. 25'2.25' j

Ferrara come ellaltata dalle

Grafie i6i

Fine delie noftre operationi

è il primo confiderato , & ' l'ultimo effettuato 240 Forma di uita qual fia la più - bella 2^9

Fortezza come dinotata. 151

come fia dinotato il iuo co

trarlo 2^5'

Forza del Tép.d' Amore2oj Forza uiene dalla moltipli- catione del bene 215 Fuochi diuerlì r 16. 121.188 Fuochi illuminati i quattro

Saffi delTép. d'Amore che

uogliono fic^nificare 219 G Gétilezza come dinotata2f 1 Gioue col fulmine contrai '''Giganti che cofa rportÌ245' Giro circolare che fignifichi

zi6 Giudicatura come ditotata ,

&fuo ufficio 244

GiuiHtia come dinotata 250 Giuliitia come fi fia intefa, ' & dichiaratione de i fuoi

hicroglifici Z4i

OLA

dauci marini tfz

Gouerni, & loro forme priii cipaU 258.259

Grafie 107

Gratie nutre d'Amore. 2^7. perche habbiano hauuto carica di far cópari re il ué- roTép. d'Amore. ^^8.239. perche diltruggeffero le Maghe 259

Gratie d'Amore prefe perle Teologiche, & perche zé^o

Grat itudine uirtn principa- le dell'Amore 257

Groti aperti che fignifichi- no 22^4

Grotti chiuSchefignifìchi- no 224.

Grotti pofti alle bande del

Tép. d'Amore afcofojche fi

gnifichino 223.224

H

Habito nelTignoranza co- me fi faccia 245

Hidra perche dinoti il con- trario della fplédidezzaij^'

Honore, & quattro Tuoi gra di. 206. 208. premio della uirtù I 206

Imperfetrione d'Amore co- me s'intenda. 209. 210. qua- le fia la minore 21 £

I M P RESE

dell' Affabilità della donna. 141.& 148

od-

t A V

deir Amor coperco della

donna. 17*^

deli* Amoreftinto della

na. 145

deir Amorfinto della don- na. 14^.161 deli* Amor uiuace dell'ama

te. 145

della Confecratione dell'a- mante. 14^,144 della Coftantia dell'aman- te.ii7.128.Tj7.144. t4^r47.

If^.r57.i6j. 156.171. 175.

176 177. 178. della Crudeltà coperta della donna, 148

della Crudeltà della donna.

1^7. I40.r4r. 144.147. 1^9.

163. i64.i65' . 166. léj' della Di/giuntione de gli

amanti 14^

della Dolcezza amara deli'a

mante. 155

della Efcluljone inopinata

delTamante i6j

della FideJtà dell'amante .

140.141. 141. i44.i)-4. della Forza della beltà della

donna 167

della Gelolìadell'amace if ^ della Glorificacione della

donna. 14^

della Piaceuolezza deliaco

na. 148

della Pietà elle iore della

donna. 148

della Rifolucione deli'aman

OLA

tecoftante 118. 17^

della Sciagura deiramate.i4j della Sincerità dell'amante.

ii8. 141. 148.1^0 della Speranza dell'aman- te. 174 della tepidezza della don- na. i)-8.i5'9 deli' Vnione di più aman- ti. I7P Imprefe & loro confecratio- ne. zj"© Imprefe mille 25'o Imprefe lìmplici 2^0 Inconcinenri & inefperti co- me figiuhcati & quali fia- no zu Indici] di uirtu 208.209 Ingratiruciinecomes'intéda. 2^7.258. più nimica d'Amo- re ch'ogn'altra mala quali- tà 258 Integrità come dinotata 25 Inténcione de i Caualie-

ri . 20y.20^

Intrepidezza come dmota- ta. 2jr

Iracondia & foperchieria in- ftrumenci'dellauioléza 217

Ira & fue qualità i^i

L

Labirinto irr

Labirinto & Tuo fico & prò prietà.ii J.214.Ì ! j . perche poftoalla delira del Tem-

pio

218

Leoni còtra l'Hefperidi per S che

T A V

che dinotino il cenerario ^ellamodeliia. zss

Liberalità come fignificata. 2,41. 2 jo. Tuo contrario co- me dinotato, ijf

lu(ìnghe«& frodi delle Ma- ghe 150. & 156 M

IVlaeflri di campo 158

Alagache molira lafalfattra ila dell Honorc come fia «1 contrario delia magnanimi i<^6

Maga dal Cocodrillo perche conuenga con rinuidia zz6

Magidaila Sfinge che appar- raniento hauefle & fua di- chiaratione. 218.219

Jvlaga dalla Sfinge perche prouochi iifpirici aerei 22 f

Maga dallo Struzzo che ap- partamento hauefle & fua dichiaratione 219

Mage dalla Teiluggine per- che hauefle TOcio & il Son no nel Tuo appartaméco.218

Maga dalla Tigre perche prouochi lifpiriti dal cen- tro per farnalcere un pala- gio . 224 . perche uenga alla loperbia 22^

Maga dalla Volpe perche co uengaconla cupidigia226

M.ighe che prendono diuerfi colori. J34

Maghe che rparifcono . J90. 191

OLA)

Maghe uecchie ir^

Maghe uecchie fcapiglia- te 188

Maghe uecchie tramutate in giouani. 12^. 129. perche li trasformino [in aipetti gio- uanili. 2.0. quel che trattino di fare conerà i Caualie-

ri. ^S^-'-^i

Maghe ufcite dal ^Labirinto quel che lignifichino, & per che ueitite di Giailazzo 222 Maghe ufcite.dalla Selua che fignifich:no.& perche uelH- tedileonato. 222

Maghi che leuano le forze perche dinotino il cótrano della magnificenza 257 Maghi& Maghe 114.11^ Maghi & Maghe feruéti che multuano iS^.iS6

Maghi principali & loro uffi ciò. 137-ijS

Maghi feruenti 1^8

Magnanimità come dinota- ta 2^1

Magnificenza come dinota- ta 2n

Maligno chi fia 224

Manfuetudinecome dinota- ta. 2)-!

Malfime due ,' & come dalla buona fi uada alla trilla 216

Mediocrità dell'imprudente quale fia 253

Mediocrità quale Iia.233.del

J'jra. 2J4

Mcr-

T A V Mercurio pofto per l'EfFer- to. 24Ì

Militia come dinotata 244 Mifchi lucidi deile ba(ì delle piramidi che uoglianolìgni fìcare. 218

Modeftia come dinotata i j i Montagna che s'apre 121 Montagne po(ie alle bande del tempio che uogliano fi- gnitìcare.icS. &c}uali (ìano quelli che ui uanno eran- do Zi 8.2 19

Molari bizarri come dinon- no il contrario della giuih- tia 2J4

Moftri diiierfì 1^2

Malica foaue perche nel La- birinto, & iirepicofa perche nellaSclua. 2j(5.2j7

Mii(ìche 12^.124. 1:50.1^^.195. & altroue in più luoghi . N Natura perche porti due fre- ni. 241 Ninfe bofchereccie 163 Ninfe che fingono d'amare, perche dinotino li cótrario dellagentilezza ly^ Ninfe compagne di Cire- ne . 1^2 Ninfe Marine & Bofcherec- cie. 168 Ninfe porte alle rifalite delle Piramidi che uogliano fìgni fìcare. 118 Nuuoia lii

OLA

O

Orione & Caliiiojfegni ce^e Iti & magici J47

Oltro de gli antichi i^x P

Palagio della Maga dallaTi- gre . 124

Palagio della Maga dalla Sfiti gè. i2i

Pallade col fulmine contri l'armata d'Oiieo che cofa importi. 245-

Palle di criftallo fopra le due piramidi & loro lignifica- to. 2l5

Parti principali della citti che diliribuifcono cjuali fia no 245

Parti principali della città che fono diilribuJte 244

Patientia come dinotata 2^1

Perfecutori delle donne co- me dinotmo il cótrario del- la temperanza . iff

Pefcedel mar glatiale 1(5/

Piacerecomelì tempri .240, come fia confiderato. 241

Piaceuolezza come dinota- ta. 2?a

Piramidi. ii2.m^

Premio della uirtuofa opera- tione di amore . loS

Profpecti tre conformi àlls tre uie della felicità . 20f

Principi] dell'operare due & quali . 2JO

Principi; oppoili alle due pri S x me

T A V

mepoflanze deluitio 231

Proteo & fue trafmuutio- ni ifi

prudenza & fue quattro par- ti. 2^8

^Prudenza intorno ai coftu- mi. 21^

Prudenza intorno a gli asi- bili. "^ ""

R

21J

Ragione nel uitiofo come non efiingua 215

Regina Barbara perche delfeoccafione alle Gratie di aprire la ftrada della feli- cità 160 Religione come dinotata244 Ricòpéfa come dinorata.25'0

S Satiri come ripugnati alla racità.25'4. come fianoilcò erario della benignità i$6 Selua.113 .11 4.fuo fito & pro- prietà.21^. 214.21 j. perche poftaalla (ìniftra del Tépio d'Amore. 218

Seluatici come dinotino il co .trario. dell' Affabilità 25r4 Serpi centrale cicogne per- che fiano il contrario della ricompenfa. 25'4

Seruitiì fatta al fuo (ignote è (ìmile all'amore & come209 Settizonio di Settimio 12 j

SiGNiFlCATIONi di"

uerfe. Adulacione (ìgnificata 147

OLA

Affanni graui 171 Animo quieto & allegro 159

Amor finto 145-

Amata 14J

Amante 145'

Carità 16 1

Coflanza 154

Delitie 158

Diidegno 159

Diuifione 1^7

Dolore 15:9

Facondia 148

Fede ij^

Fermezza 1J4

Fin buono 150

Fortuna finlH'ra 1^^

ForzadelSole 176?

F ranchezza d'animo 1 64.

Fraude 149

GarroJità 148

Gelofia ijjr

Homero 164 Honore indicate la uìrtù 185' Impietà 149. r5z Impediinento della refpira-

tione. 166

Impedimento dclÌQ degne

operationi lyz

Impudicitia 1^7

Immutabilità 146 Inditi) delle operationi uir-

tuofe & honorate j8 r

Infideltà 149

Inlhbilità 166

Iracondia 1S9

Lealtà i5'4

Manfuecudiné i S9

T A V O LA.

Mutatione dell'elfer di no- ihauita i66

Obedienza ij7

Operare ijo

Opere manifefte occhia- re tjo Pace 174 Piaceuòlezza 148 Pietà 148 Prouincie 17J Prudenza 1$^ Purità 150 Schifezza 146 Sdegni 174 Tempo della notte i66 Tranquilhca 174 Veleno 158 Venti principali 178 Virgiho 164 Virtù che uengono da buon configlio & da gra core 171 Virtiìdel buon'operare 1^0 Virtù della terra 176 Virtù generate l'honore 184 Vittorie ottenute 140 Vnione 183 Simulacri pofti traleimagi- ni delle uirtù & quelle de gli honori . 24^ Sincerità come dinotata 2 jo Soperbia dirittamente con- traria all'amore z^6 Scita porto all'arco della Vir tu &deirHonore che dino ti 257.2^8 Scudo d'acciaro come dinori .il contrario della maufuccu

dine ijj'

Specchio & fqiiadro di pioin bo perche s'attribuifcono al dolore & allo rdegno,& che fignifichino 241

Spettacolo primo porto per l'imagine dello fchifare il male & artenerfi al bene 219

Spettacolo fecódo porto per l'imagine del conofcere il male 220

Spirito maluagio come con- trario all'amore 2f4

Splendidezza come dinota- ta. 2ft T

Teatro 10^

Tempio d'Amore, no . doue fi finga. ìo6. come giri .114. perche daquefto fi faglia a quel della uirtù 208

Tempio nouo d'Amore 19E

Tempi] d'amore due & per- che . 209

Tempio dell'Amore imper- fetto & fua fituatione . 209. fua dichiaratione 210. per- che giaccia foprauna piag- gia montuofa 21 j

Tempio dell'Amorpcrfetto & fua dichiaratione 246

Tempio uero d'Amore fa fpa rire gli alberghi del uitio & introduce quei della uir- tù ^ 239

Tempio d Amore che cofa

concluda. i^t

Tem-

T A V O L A

Tempio della Virtù, ni. fua falica& proprietà, zof .& , come da quefto fi uada a queldell'Honore. 208

Tempio dell'Honore.iii.fua faliua& proprietà 20^

Temperantia come dinota- ta ijo Terremoti 1 14. 191 Terremoto perche fi faceffe nella rifolutione degliiii- cantefmi 259 Trionfi òeìÌQ Amazoni 140 dell' Arco della Virtù & del l'Honore 184 dell' Amor contrario 14J de'gli Argonauti 179 dei Camelo 1^7 di Cerere 174 delie Cicogne 148 del Colofibdi Gioue 146 della Dama 142 di Diana 1^6 di Etna 171 della Fama 128 delle Fiere 167 del Fulmine 17^ del Griffone 144 di Harpocrate 166 di Hebe 1^4 deir Hefperidi 160 dell* Hidra 161 del Laureto 16^ della Montagna 158 di Mercurio 149 di Proteo iji

dello Scoglio 178

delle Sirene 175-

del Tempio dell'Eterni- tà 1^4. delle Trasformationi 141 Trionfi[poitati da i Caualieri con che intentione . 208. Se & che importino 248 Trofei appefi alle Piramidi ' che uogliano fignificare 218 Trombetti antichi 184

V Vafo antico 14^

Venerare & temere Dio prin cipio delle importanti ope- rationi 24^

Venere con la palla del cielo che fignifichi 247

Venere con la palla della ter ra che fignifichi 247

Veracità come dinotata 2 5:0 Via di fai ire dalla Virtù al- l'Honore. 244

Vigilanza & Perfeueraza 2^8 Virtù come fi rifpondano in- fieme. 241

Virtù heroica come dinota- ta if 2. Virtù perche habbia^ il Tem- pio dopo quello dell'Amo- re 240 Viteattiua & comtemplati- ua come cóuégjno infieme & perche po(te nell'étraca del Tempio dell'Amor per- fetto i4/ Vitij che poflbno efler ne/i ricchi

. v.r TAVOLA

ricc!i.& fortunati ,.8 Viti, h. due principali Impe-

Vici perche congiunti infie- dimcnti,& quali Ti

menonhabb.anoforza.zj Vicio non fi può conofcVre

VKijf.ior.gmal. comefigni fenza qualche fcincila di

iitaci.iii.non poflonoita- uirtu

re l'uno fenza l'altro 22j ^^®

NOMI DE'CAVALIERI

D EL TEMPIO D'AMORE.

^ Goftino' Adenti 144 Alberto Auogaro lóó" AJeflandro Andnarì n^

AleflandroCanani i^g

Aldi;indro Lombardinoi^o Aletìandro Romeo 17,

A ifonfino Trotto 160

Alfonso Duca di Ferra ja

Alfonfo di E/ieMarc. di tecchio.

Alfonfo EftéreCótrario 179 Alfonfo Bendidio /e.

Alfonfo Magno ,^7

Annibale BentiuoglJo iz6 Annibale Montecuccoli 147 Antonio da Thiene i.g

Antonio Galeazzo Bentiuo giio j

AntonioMariaZerbinatii^o Baldaflare MacchiaueJli 17^ Bartholomeo Profpero 08 Bernardino Boiardo J7S Bono Trotto /.g

Camillo Montecuccoii n6 Camillo Montino 16^

Camillo Turco Camillo Riccio Cefare Efrenfe TafTone Celare Sacrato Conte Aluarotto Cornelio Bentiuoglio Curio Buldieri Diamante Diamanti Federico Miroglio

,6;

140

J41 147

^7f

147

Ferrante Eftenfe TafTone 179

Francefco Berto FrancefcoCaftelli Francefco Perondello FuIuioQuiftelli FuluioRangone Galeazzo Giliuolo Galeotto Auogaro Gafpare Monte Gherardo Beuilacqua Gio.Battifta Trotto Gio. Batti fta Mela Gio.Battifta Saracco ^^-. Gio. Francefco Franco 1,3 Gio. Fracefco Muzzarelii^j- Gio. Maria Riminaldo 17, Gio, Tornalo Sarraco i ^ \

d'amo

144 140

M7 l6G i66 iS7 H7 HI 1T8 167

TAVOLA

»• A M O R E .

Giouanni Anghiari i6j

Giouanni Palquaietto i$8 Guohrno Fabiano 175'

Giulio Eitenfe TalTone 179 Giulio Moro i6j

Giulio Aigrifoli i6j

Giulio Marxi 138

Guido Benciuoglio iz6

Guido Calcagnino 174

Guido Baldo Putti 147

HercoleBrafauola 16^

Hercole Eiiéf^ Cótrario 179 HercoleEilenfeTafTone 138 Hercole Elèen. Tali; del C. Nicolò 160

Hercole Giliuolo 141

Hercole Taflbne 141

Hercole Pio 171

Hercole di Francefco Put- ti 144 Hercole Montecuccoli 1^4 Hercole Muzzarelli i^S Hercole Sarraco 147 Hippolito Gianluca 174 Hippolico Stronzi 175"

Hippolito Spécia 146

lacomo Càualetto 140

Leonardo Auoglio 157

Leonello Lauezuolo 6z Lodouico Gueriero Manto

uano i5i

Luigi Gonzaga 116 Marco AntonioGiliuolo 15S

MauritioZambotto 166

Nicolò Pigna 165

Onofrio Beuilacqua i$j

OttauiodaThiene 179

OctauioLandi lyS

Palla Strozzi 116

Paolo Antonio Trotto 144

Paolo Emilio Breniero 149?

Paolo Latiofo 166

Pio Enea Obizzo 171

Rahele^^Rarponi 15-8

Seipion Giliuolo ijf

Scipion Sacrato 138

Tomafo Calcagnino '16^

Tomafo Sacrato 16^

Vefpefìano Mancini 154-

VicenzoFlifco ijS

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